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Supplemento N. 2 al periodico trimestrale di informazione Sovvenire, Numero 1, Anno II – Aprile 2003. Contiene invio prop. Per la raccolta fondi e I.R. Spedizione in abbonamento postale, Art. 2, comma 20/c , Legge 662/96. D.C.I. Padova. Taxe perçue – Tassa pagata. In caso di mancato recapito restituire al mittente presso Padova C.M.P. che si impegna a pagare la tassa dovuta

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Supplemento N. 2 al periodico trimestrale di informazione Sovvenire, Numero 1, Anno II – Aprile 2003. Contiene invio prop. Per la raccolta fondi e I.R. Spedizione in abbonamento postale, Art. 2, comma 20/c , Legge 662/96. D.C.I. Padova. Taxe perçue – Tassa pagata. In caso di mancato recapito restituire al mittente presso Padova C.M.P. che si impegna a pagare la tassa dovuta

3 9 a G I O R N A T A M O N D I A L E D E L L E C O M U N I C A Z I O N I S O C I A L I

I mezzi della comunicazione socialeal servizio della comprensione tra i popoli

Cari Fratelli e Sorelle,

1. Nella Lettera di San Giacomo leggiamo“È dalla stessa bocca che esce benedizione emaledizione. Non deve essere così, fratellimiei” (Gc 3,10). Le Sacre Scritture ci ricor-dano che le parole hanno un potere straor-dinario e possono unire i popoli o divider-li, creando legami di amicizia o provocan-do ostilità. Questo è valido non solo per leparole pronunciate da una persona neiconfronti di un'altra: lo stesso concetto siapplica anche alla comunicazione, a qual-siasi livello essa avvenga. Le moderne tec-nologie hanno a loro disposizione possibi-lità senza precedenti per operare il bene,per diffondere la verità della nostra salvez-za in Gesù Cristo e per promuovere l'armo-nia e la riconciliazione. Eppure, il loro cat-tivo uso può fare un male incalcolabile,dando origine all'incomprensione, al pre-giudizio e addirittura al conflitto. Il temascelto per la Giornata Mondiale delle Co-municazioni Sociali 2005 - “I mezzi dellacomunicazione sociale: al servizio dellacomprensione tra i popoli” - fa riferimentoa un bisogno urgente: promuovere l'unitàdella famiglia umana attraverso l'utilizzo diqueste grandi risorse.

2. Un modo pregevole per raggiungerequesto scopo è l'educazione. I media pos-sono educare milioni di persone circa altreparti del mondo e altre culture. A buonmotivo, sono stati definiti “il primo Areo-pago dell'era moderna... per molti il princi-pale strumento informativo e formativo,di guida e di ispirazione per i comporta-menti individuali, familiari, sociali” (Re-demptoris missio, 37). Un'attenta cono-scenza promuove la comprensione, dissipail pregiudizio e incoraggia ad imparare dipiù. Le immagini in particolare hanno ilpotere di trasmettere impressioni durevolie di sviluppare determinati comportamen-ti. Insegnano alla gente come considerare imembri di altri gruppi e nazioni, influen-zando sottilmente se considerarli amici onemici, alleati o potenziali avversari.

Quando gli altri vengono rappresentati inmodo ostile, si spargono semi per un con-flitto che può facilmente sfociare nella vio-lenza, nella guerra, addirittura nel genoci-dio. Invece di costruire l'unità e la com-prensione, i media possono demonizzarealtri gruppi sociali, etnici e religiosi, fo-mentando la paura e l'odio. I responsabilidello stile e dei contenuti di quanto vienecomunicato hanno il serio dovere di assi-curare che questo non avvenga. Anzi, i me-dia hanno un potenziale enorme per pro-muovere la pace e costruire ponti di dialo-go tra i popoli, rompendo il ciclo fatale diviolenza, rappresaglia e nuova violenza,oggi così diffuso. Come afferma San Paolonelle parole che costituiscono la base delMessaggio per la Giornata Mondiale dellaPace di quest'anno: “Non lasciarti vinceredal male, ma vinci con il bene il male” (Rm12,21).

3. Se un tale contributo alla realizzazionedella pace è uno dei modi in cui i mediapossono avvicinare i popoli, un altro è laloro influenza per realizzare una velocemobilitazione di aiuti in risposta ai disastrinaturali. È stato consolante vedere quantovelocemente la comunità internazionaleha risposto al recente tsunami che ha pro-vocato vittime incalcolabili. La rapiditàcon cui oggi si propagano le notizie accre-sce chiaramente la possibilità di prenderein tempo misure pratiche per offrire ilmaggior sostegno possibile. In questo mo-do i media possono conseguire un'immen-sa quantità di bene.

4. Il Concilio Vaticano II ha ricordato: “Perusare rettamente questi strumenti è assolu-tamente necessario che coloro i quali se neservono conoscano le norme della leggemorale e le osservino fedelmente” (Intermirifica, 4). Il principio etico fondamentaleè il seguente: “La persona umana e la co-munità umana sono il fine e la misura del-l'uso dei mezzi di comunicazione sociale.La comunicazione dovrebbe essere fatta dapersone a beneficio dello sviluppo integra-

le di altre persone” (Etica nelle comunicazio-ni sociali, 21). Prima di tutto, dunque, i co-municatori stessi devono mettere in prati-ca nella propria vita i valori ed i comporta-menti che sono chiamati ad insegnare aglialtri. In particolare, questo richiede un im-pegno autentico per il bene comune - unbene che non è confinato nei limitati inte-ressi di un determinato gruppo o di unanazione, ma che abbraccia i bisogni e gliinteressi di tutti, il bene dell'intera famigliaumana (cfr Pacem in terris, 132). I comuni-catori hanno l’opportunità di promuovereuna vera cultura della vita prendendo lorostessi le distanze dall'attuale cospirazione adanno della vita (cfr Evangelium vitae, 17) etrasmettendo la verità sul valore e la di-gnità di ogni persona umana.

5. Il modello e l'esempio di ogni comuni-cazione si trova nella Parola di Dio. “Dio,che aveva già parlato nei tempi antichimolte volte e in diversi modi ai padri permezzo dei profeti, ultimamente, in questigiorni, ha parlato a noi per mezzo del Fi-glio” (Eb 1,1). Il Verbo incarnato ha stabili-to un nuovo patto tra Dio e il suo popolo -un patto che unisce anche noi in comu-nione gli uni con gli altri. “Egli è la nostrapace, colui che ha fatto dei due un popolosolo, abbattendo il muro di separazioneche era frammezzo, cioè l'inimicizia” (Ef2,14). In occasione della Giornata Mondia-le delle Comunicazioni Sociali di quest'an-no, la mia preghiera chiede che gli uominie le donne dei media facciano la loro parteper abbattere il muro di ostilità che divideil nostro mondo, muro che separa popoli enazioni alimentando l'incomprensione ela sfiducia; affinché sappiano utilizzare lerisorse a loro disposizione per consolidare ivincoli di amicizia e di amore che indicanochiaramente l'inizio del Regno di Dio quisulla terra.

Dal Vaticano, 24 gennaio 2005, festa di SanFrancesco di Sales.

IOANNES PAULUS II

Il Messaggio del Papa per la Giornata 2005

● La Giornata Mondiale delle Co-

municazioni Sociali è l'unica cele-

brazione mondiale promossa dal

Concilio Vaticano II ("Inter Mirifi-

ca", 1963). Viene celebrata in

molte nazioni, in base alle indi-

cazioni dei vescovi nel mondo, la

domenica prima della Penteco-

ste. La I Giornata Mondiale delle

Comunicazioni Sociali fu celebra-

ta per la prima volta domenica 7

maggio 1967.

● Il messaggio del Santo Padre

viene tradizionalmente pubblica-

to il giorno della ricorrenza di San

Francesco di Sales, patrono dei

giornalisti (24 gennaio), per dare

la possibilità alle conferenze epi-

scopali ed agli uffici diocesani di

preparare il materiale per le cele-

brazioni nazionali e locali della

Giornata Mondiale delle Comuni-

cazioni Sociali.

● La storia delle trentanove Gior-

nate mondiali dedicate a questo

grande tema del nostro tempo,

che si susseguono dal 1967 con

particolari temi di studio, ciascu-

na segnata da un messaggio an-

nuale del Papa, è disponibile su

internet:

– www.vatican.va

– www.chiesacattolica.it

‘Le immagini insegnano alla gente come considerare i membri di altri gruppi e nazioni, se considerarli amici o nemici...

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>>> UNA RIFLESSIONE SUL MESSAGGIO DEL PAPA

I media e la comprensione tra i popoli

Il tema su cui ci invita riflettere il SantoPadre, in vista delle Giornata Mondialedelle comunicazioni sociali che si cele-brerà il prossimo 8 maggio, è di granderespiro e si inserisce all’interno di fattie situazioni che stanno interpellandol’intera umanità. Con il suo messaggio“I mezzi della comunicazione sociale alservizio della comprensione tra i popo-li”, il Santo Padre, infatti, sottolineache i media “hanno un potere straordi-nario e possono unire i popoli o divi-derli, creando legami di amicizia o pro-vocando ostilità” (n.1). Questa ambiva-lenza è sotto gli occhi di tutti. Sonomolte le situazioni che oggi mettono inevidenza quanto grande sia la respon-sabilità dei media nel rapporto tra i po-poli. Ad una di queste situazioni, quel-la che ha catalizzato maggiormentel’attenzione nelle ultime settimane, ilSanto Padre riserva uno specifico riferi-mento. Ricorda il contributo dei media

in occasione dello tsunami che hasconvolto diversi paesi del sud-est asia-tico e quanto si stata preziosa “la loroinfluenza per realizzare una veloce mo-bilitazione di aiuti in risposta ai disastrinaturali”. Di fronte alle calamità imedia possono così “conseguireun'immensa quantità di bene” (n.3). È un esempio recente di come i mediapossano favorire la fratellanza e la col-laborazione tra i popoli. In questo casola rapida diffusione planetaria delle no-tizie sulla tragedia asiatica ha permessodi realizzare quella “globalizzazionedella solidarietà” che costituisce l’ele-mento più qualificante della stessa glo-balizzazione, come spesso indicato dalSommo pontefice. Ma se in questo casoemergono le potenzialità dei media nelfavorire la collaborazione tra i popoli,non mancano situazioni in cui emergeinvece l’influsso nefasto e devastante.Quando “gli altri vengono rappresenta-

ti in modo ostile - afferma il Papa -, sispargono semi per un conflitto che puòfacilmente sfociare nella violenza, nel-la guerra, addirittura nel genocidio. In-vece di costruire l'unità e la compren-sione, i media possono demonizzare al-tri gruppi sociali, etnici e religiosi, fo-mentando la paura e l'odio” (n. 2). Fino ad alimentare il genocidio, ap-punto. Il 27 gennaio scorso è stata ri-cordata la liberazione dei sopravvissutidel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. La sessantesima ricorrenza èstata celebrata con grande solennità erilevante è stata l’attenzione da partedei media, forse anche per riparare alsilenzio che ha accompagnato il consu-marsi di questa immane tragedia (da at-tribuirsi certo alla mancanza di notiziema non per questo meno inquietante)e a un certo imbarazzante oblio che permolti anni ha avvolto il ricordo dell’eli-minazione sistematica di milioni di

persone operata dal nazismo. I mediapossono fomentare l’odio tra i popo-li con una comunicazione che ali-menta la conflittualità, ma possonoanche contribuire al perpetrarsi di in-giustizie quando oscurano con il silen-zio i fatti o ne danno una interpretazio-ne faziosa e ideologica. In molti casi, invece, i media aiutano aprendere coscienza delle tante situazio-ni di conflitto e contribuiscono a mobi-litare l’opinione pubblica. Ci sono an-cor oggi tanti conflitti dimenticati etante situazioni di povertà e ingiustiziache meriterebbero maggiore attenzioneda parte dei media. Certamente nonmanca una peculiare attenzione da par-te dei media d’ispirazione cristiana,della stampa missionaria in particolare,che più volte sono stati esemplari nelpuntare i riflettori su quelle realtà cheper scelta o indifferenza vengono siste-maticamente lasciate in ombra dai

grandi circuiti mediatici, ma è ben po-ca cosa rispetto ad una sfida che do-vrebbe interpellare da un punto di vistaetico, oltre che deontologico, tutti glioperatori della comunicazione. Ma non pensiamo solo ai popoli appar-tenenti alle diverse nazioni. Ci sonoanche porzioni di umanità, popoli an-ch’essi, a cui la cittadinanza è negata ei diritti sono conculcati. Per questo ilSanto Padre ricorda anche che “i comu-nicatori hanno l’opportunità di pro-muovere una vera cultura della vitaprendendo loro stessi le distanze dal-l'attuale cospirazione a danno della vi-ta (cfr Evangelium vitae, 17) e trasmet-tendo la verità sul valore e la dignità diogni persona umana” (n. 4). Nel nostro Paese ci stiamo avvicinandoad una consultazione referendaria con-cernente quattro aspetti fondamentalidella normativa sulla procreazione me-dicalmente assistita (legge 40/2004)

che porrà in primo piano la questionedella dignità della vita umana fin dalsuo concepimento. Anche questo è unterreno su cui deve misurarsi la capa-cità dei media di essere a servizio dellapersona garantendo un’informazionecorretta che riconosca la dignitàdell’essere umano fin dal suo concepi-mento senza mistificazioni. Prima an-cora che dalla scienza e dalla tecnica,infatti, l’essere umano nascente ri-schia di essere manipolato dai me-dia. È necessario pertanto, ricorda il Pa-pa citando l’Inter mirifica, che gli opera-tori della comunicazione “conoscanole norme della legge morale e le osser-vino fedelmente” (n. 4). Solo rispettan-do questa condizione i media potrannoveramente essere a servizio della com-prensione tra i popoli.

mons. Claudio GiuliodoriDirettore Ufficio nazionale

per le comunicazioni sociali

‘Ci sono porzioni di umanità a cui la cittadinanzaè negata. Per questo il Santo Padre ricorda che i comunicatori hanno l'opportunità di promuovere una vera cultura della vita

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La Giornata in diocesi e in parrocchia, ecco come prepararla

● La Giornata si celebra l’8 maggio2005 e sarebbe opportuno divulgare inquel giorno, con l’iniziativa “portaparo-la”, le pubblicazioni e i servizi che i di-versi media ecclesiali nazionali e localimetteranno in atto. Il Messaggio del Pa-pa, “I mezzi di comunicazione sociale alservizio della comprensione dei popoli”andrebbe studiato con grande anticipoe da lì partire per elaborare un progettoche tenga conto di tre fasi: la sensibi-lizzazione nelle parrocchie, alcuni mo-menti diocesani, la celebrazione dome-nicale.

● Si potrebbe avviare una prima fase disensibilizzazione al tema sia attraversoil diretto contatto con film, libri, produ-zioni televisive e musicali e sia attraver-so una iniziativa di impatto e coinvol-gente, come, per esempio, una costru-zione visiva del “muro dell'ostilità”,da abbattere, per costruire la porta del-la comprensione.

● E' un lavoro da fare nelle settimaneprecedenti la Giornata -o l'evento attor-no a cui la Diocesi e/o le parrocchie in-tendono far convergere tutte le iniziati-ve - affidandolo a giovani e adulti ebambini, che sono invitati concretamen-te a confrontarsi con il servizio dei me-dia. Si tratta di rintracciare - dai quoti-diani e dai settimanali, dove la raccoltaè materialmente più facile, a radio e tv

(con citazione e documentazione pun-tuali) - tutti gli esempi di pregiudizi ali-mentati nei titoli, nel tono di voce, nel-l'uso delle immagini. L'esempio più fre-quente, e banale, viene dalla cronacanera. Alimentare il pregiudizio e l'inimi-cizia è un esercizio facile e, purtroppo,redditizio in edicola. Titoli, articoli, cita-zioni di sequenze radio e tv possono es-sere incollare su veri (finti) mattoni, ma-gari in polistirolo o altro materiale ma-neggevole.

● Nel corso della settimana che precedela Giornata mondiale, si può presentareil risultato dell’analisi compiuta sui “te-sti” e procedere ad abbattere simbolica-mente il Muro dell'ostilità per costruirecon gli stessi mattoni (che nel retro por-tano invece esempi positivi di pregiudizirimossi e amicizia promossa, grazie aimedia) - a significare che lo stesso quo-tidiano e lo stesso tg contengono spes-so sia il buono sia il cattivo, e sta a noidistinguerli e selezionarli – una Portadella comprensione. Se il Muro divideva, la Porta mette in co-municazione.

● L'iniziativa, che può essere realizzataa entrambi i livelli, parrocchiale e dioce-sano, può essere sostenuta da un in-contro-dibattito con un giornalista, conun testimone di “altri mondi”, che possaraccontare – per aver visto e sentito –

un altro popolo oltre gli stereotipi. Si fi-nisce con la lettura d'un autore – scrit-tore, giornalista, biografo - che parla delpopolo in questione.

● A livello diocesano, oltre a recuperareun momento di riflessione e dibattitosull’iniziativa precedentemente descrit-ta, si possono prevedere incontri conautori (registi, scrittori, cantautori, gior-nalisti…) che abbiamo elaborato “testi”che hanno favorito la comprensione trai popoli: un film da vedere, un romanzoda conoscere, una “pièce teatrale” daprogrammare, brani musicali…

● Non può mancare un momento dio-cesano in cui viene rilanciato e fatto co-noscere il contributo dei media ec-clesiali nazionali e locali (Avvenire,Sat2000, Inblu, settimanali diocesa-ni…) che, con professionalità e compe-tenza, offrono a servizio della compren-sione e della fiducia tra i popoli.

● Nel programmare le iniziative per laGiornata, quest’anno sarebbe utile tro-vare un momento per presentare il do-cumento “Comunicazione e Missione,Direttorio sulle comunicazioni so-ciali nella missione della Chiesa”, pub-blicato lo scorso 14 ottobre, utilizzando,per esempio, sia le schede di approfon-dimento che i video contenuti nel DVDallegato al testo.

‘La celebrazione della Giornata Mondiale deve possibilmente coinvolgere l’intera comunità ecclesiale, nella settimana precedente o successiva, sia in ambito liturgico che con i sussidi, secondo le esigenze della Chiesa locale.Per una pastorale organica delle comunicazioni sociali il ruolo della parrocchia è primario e decisivo.

“Comunicazione e missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali”

Per l'animazione liturgica della Giornata: www.vatican.va, www.chiesacattolica.it

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>>> IL PAPA AGLI OPERATORI E AL PUBBLICO DEI MEDIA

“Non abbiate paura a raccontare la verità”

Un nuovo passo nella cultura dei media delnostro tempo, per portarvi il coraggio delVangelo. Va letta con questa attenzione laLettera apostolica di Giovanni Paolo II ‘Ilrapido sviluppo’. In 19 pagine il Papa ricor-da come “anche il mondo della comunica-zione ha bisogno della redenzione di Cristo”e i fedeli, operatori dei media o pubblico chesiano, devono sostenere “un’informazioneveritiera e libera”, perché “è la grande sfidadel nostro tempo per gli uomini di buonavolontà”.Giornalisti chiamati in causa dunque insie-me a lettori, telespettatori e navigatori di In-ternet: “a tutti – dice il Papa – è chiesto di sa-per coltivare il discernimento e la costantevigilanza, maturando una sana capacità cri-tica di fronte alla forza persuasiva dei me-dia”.La posta in gioco, per il Pontefice, è “il pro-gresso integrale del mondo”, la possibilità difar crescere il rispetto per la persona umana,“promuovendo giustizia e solidarietà, dan-do voce alle diverse opinioni”. Un impegnoche formerà anche i giovani come cercatoridi verità e responsabilità, in grado di reagireal “processo degenerativo dei media” quan-do si prestano (specie la tv) ai temi dell’odioetnico, religioso o politico.“Centro e fine della comunicazione sia lapersona umana” ribadisce Giovanni PaoloII, troppo spesso ridotta a “strumento di in-teressi economici, ideologici o politici”.“Non abbiate paura!” – esorta il Papa– “difronte a pressioni e dilemmi etici”. L’invitoè a governare i nuovi media, esaltando po-tenzialità, come quelle di Internet, nel riuni-re e far conoscere popoli diversi, governi eamministrazioni, spuntando le armi dellacontrapposizione. E facendo del web una nuova via per l’evan-gelizzazione, che chiami i giovani ad unosguardo più umano, coraggioso e non egoi-sta sulla vastità del mondo. Per il testo integrale: www.vatican.va

La Lettera apostolica di Giovanni Paolo II ‘Il rapido sviluppo’

‘I media permettono di manifestare il carattere universale del popolo di Dio