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ANNO 5 - NUMERO 11 - NOVEMBRE 2012 DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO Alle pagine 22 e 23 REPORTAGE DRAGONI D’ITALIA Cresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi. Più di 200 i brand presenti. E c’è ancora spazio per crescere. In scena - dal 25 al 29 ottobre, al Lingotto fiere di Torino - la manifestazione organizzata da Slow Food. Oltre 220mila visitatori (+10%), conferenze e laboratori didattici. A meno di un mese dall’entrata in vigore della norma si moltiplicano problemi e incertezze. Assocaseari ha analizzato nel dettaglio il decreto attuativo. © MIF MARKET INDEX FOOD TREND VENDITE A VALORE TREND VENDITE A VOLUME PRESSIONE PROMOZIONALE TREND% VENDITE IN VALORE DELLE PL Lo scorso settembre le vendite a valore del Largo consumo confezionato (Lcc) hanno segnato un calo, a volume, dell’1,77%. A valore, invece, la variazione è nulla, (+0,18%). I dati SymphonyIri mostrano che la marca commerciale ha registrato, a valore, una crescita del 2,59%. Mentre la pressione promozionale si è attestata al 25,95%. +0,18% -1,77% 25,95% +2,59% Dati relativi all’intero comparto food confezionato Mese di Settembre 2012 vs Settembre 2011 in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label PRIMO PIANO PARIGI 21-25 OTTOBRE 2012 Un Salone dal gusto dolce. Ma anche amaro ART 62: TRA DUBBI E PERPLESSITà dATI & sTATIsTIchE fIERE & MANIfEsTAzIONI lEGGI & dEcRETI Alle pagine 18 e 19 Alle pagine 24 e 25 Le commissioni Agricoltura di Camera e Senato accolgono un emendamento del senatore Gianpaolo Vallardi. Rende facoltativo il nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione. Tutti i retroscena. Sconfitta la lobby dell’ologramma. Forse… PRIMO PIANO A pagina 8 Alle pagine 6 e 7 Editore: Edizioni Turbo Srl - Palazzo di Vetro Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. +39 0362 600463/4/5/9 Fax. +39.0362.600616 - e-mail: [email protected] - Periodico mensile - Registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008 Poste Italiane SPA - Spedizione abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’uff. post. di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Produzione e prezzi in crescita rispetto al 2010. Buone anche le previsioni per i prossimi anni. I dati del network internazionale Ifcn sugli sviluppi del settore caseario. LATTE: 2011, un anno record La voce delle aziende. Le novità in passerella. E il business... Sial con voi Da pagina 9 a pagina 15

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anno 5 - numero 11 - noVemBre 2012direttore responsaBile: angelo frigerio

Alle pagine 22 e 23

REPORTAGE

dragoni d’italiaCresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi. Più di 200 i brand presenti. E c’è ancora spazio per crescere.

In scena - dal 25 al 29 ottobre, al Lingotto fiere di Torino -la manifestazione organizzata da Slow Food. Oltre 220mila

visitatori (+10%), conferenze e laboratori didattici.

a meno di un mese dall’entrata in vigore della norma si moltiplicano problemi e incertezze.

assocaseari ha analizzato nel dettaglio il decreto attuativo.

©MIFMARKET INDEX FOOD

trend Vendite a Valore trend Vendite a Volume Pressione Promozionale trend% Vendite in Valore delle PlLo scorso settembre le vendite a valore del Largo consumo confezionato (Lcc) hanno segnato un calo, a volume, dell’1,77%. A valore, invece, la variazione è nulla, (+0,18%). I dati SymphonyIri mostrano che la marca commerciale ha registrato, a valore, una crescita del 2,59%. Mentre la pressione promozionale si è attestata al 25,95%.

+0,18% -1,77% 25,95% +2,59%Dati relativi all’intero comparto food confezionatoMese di Settembre 2012 vs Settembre 2011

in collaborazione con trend a prezzi costanti * PL = Private Label

PRIMO PIANO

pArIgI 21-25 OTTObre 2012

Un Salone dal gusto dolce.

ma anche amaroart 62: TrA dUbbI

e perpLeSSITà

dATI & sTATIsTIchE

fIERE & MANIfEsTAzIONI lEGGI & dEcRETIAlle pagine 18 e 19

Alle pagine 24 e 25

Le commissioni Agricoltura di Camera e Senato accolgono un emendamento del senatore gianpaolo Vallardi. rende facoltativo il nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione. Tutti i retroscena.

Sconfitta la lobby dell’ologramma. forse…

PRIMO PIANO a pagina 8

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produzione e prezzi in crescita rispetto al 2010. buone anche le previsioni per i prossimi anni.

I dati del network internazionale Ifcn sugli sviluppi del settore caseario.

latte: 2011, un anno record

La voce delle aziende. Le novità in passerella.

E il business...Sial con voida pagina 9 a pagina 15

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Novembre 2012 POlE POsITION

direttore responsabile ANGELO FRIGERIOdirettore editoriale RICCARDO COLLETTI

editore: edizioni Turbo Srlpalazzo di Vetro Corso della resistenza, 23 - 20821 Meda (Mb) Tel. +39 0362 600463/4/5/9Fax. +39 0362 600616e-mail: [email protected] mensile registrazione al Tribunale di Milano n. 27 del 10 gennaio 2008.poste Italiane SpA Spedizione abbonamento postale d.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004Art. 1 Comma 1 - LO/MI Stampa: Ingraph - Seregno (Mb)periodico mensile Anno 5 - numero 11- Novembre 2012Stampa: Ingraph - Seregno (Mb) Una copia 1,00 euro - poste Italiane SpA L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: edizioni Turbo S.r.l.responsabile dati: riccardo Colletti

Questo numero è stato chiuso in redazione il 9 novembre 2012

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EdITORIAlE [email protected]

Lettera aperta a Bernard Delanoë, Sindaco di Parigigentile sindaco,sono un giornalista e da anni giro per il mondo visitando fiere di ogni genere e tipo.

Le scrivo a nome di tutti quegli operatori italiani, sia dell’industria sia della distribuzione, che hanno partecipato al recente Sial. La manifestazione fieristica che si è svolta al parc Nord de Villepinte, dal 21 al 25 ot-

tobre, costituisce un appuntamento strategico per migliaia di visitatori.Qui convergono buyer della grande distribuzione, operatori nei settori Horeca e

della ristorazione collettiva che si confrontano con esponenti dell’industria agroalimen-tare provenienti da numerosi paesi europei e non. Un momento di business ma anche di scambio d’opinioni in un quadro difficile qual è quello odierno.reduci dall’esperienza drammatica della scorsa edizione, resa problematica dagli scio-

peri che avevano coinvolto e paralizzato l’intera Francia, ci aspettavamo una situazione della viabilità e dei trasporti più agevole. Non è stato così. Sin dal primo giorno la dorsale Nord della rete parigina ha mostra-

to le sue problematicità. e se la domenica - grazie allo scarso traffico - a malapena ha retto, nei giorni successivi ha invece collassato in pieno.Soprattutto i treni della rer si sono dimostrati insufficienti ad accogliere i visitatori

di Sial. Abbiamo visto scene da incubo. Con passeggeri stivati come sardine nelle car-rozze, momenti di panico, assalti ai treni con gente che faceva muro all’interno e altri che spingevano per poter entrare. Treni che sembravano più dei carri bestiame (con la relativa puzza) che dei mezzi di trasporto.Le stesse situazioni si ripetevano all’uscita dalla fiera. Con code chilometriche anche

alle biglietterie: poche, complesse da capire, che funzionano quasi solo con moneta.Ma non è finita qui. Anche i trasporti privati hanno mostrato la loro insufficienza. Io

stesso ho dovuto fare una coda di un’ora e mezza (ripeto 90 minuti in piedi) per poter prendere un taxi alle ore 19.00 di lunedì 22 ottobre. del traffico non parliamone. C’è voluto altrettanto tempo per raggiungere il centro di parigi.per fortuna il tempo - metereologicamente parlando - ci ha dato una mano. M’imma-

gino cosa sarebbe successo con la pioggia… Le scrivo - riprendendo commenti e osservazioni che mi hanno segnalato molti visi-

tatori - affinché possa al più presto porre rimedio a questa situazione. ripeto, Sial è una fiera importante e strategica. Ma in queste condizioni non si può lavorare.La invito dunque a rivedere con cura la situazione dei trasporti di parigi, soprattutto

in occasione di eventi fieristici, indegna per un paese civile. Cordiali Saluti

Angelo Frigerio

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NEWsConfindustria Caserta: “le norme sulla mozzarella dop rischiano di allontanare le imprese”Presso la sede di Confindustria Caserta si è svolto all’inizio del mese di novembre l’incontro congiunto della sezione lattiero casearia di Confindustria Ca-serta, presieduta da Lino Fierro, con il gruppo ali-mentare di Confindustria Salerno, rappresentato dal vicepresidente Marino Pezzullo. Obiettivo dell’incon-tro: condividere analisi e soluzione delle problema-tiche legate alla filiera bufalina. A conclusione di un’approfondita analisi, gli imprenditori casertani e salernitani del settore hanno espresso forti perplessi-tà e riserve in merito all’applicazione della legge n. 205 del 2008. La norma in questione, infatti, pone alcuni vincoli al comparto circa la produzione Dop e non Dop. Obbligando così le imprese di trasforma-zione a costruire nuovi stabilimenti per diversificare la produzione a denominazione protetta dagli altri formaggi. Le sezioni confindustriali del comparto lat-tiero caseario, infine, invitano tutti i soggetti istituzio-nali a valutare attentamente le conseguenze di questi provvedimenti che, già nei prossimi mesi, potrebbero causare la fuoriuscita di molte aziende dalla Dop.

le fettine inalpi sui tram di otto città italiane

Beppino occelli: nel 2012, fatturato in crescita

Nuova, importante campagna di comunicazione di-retta al consumatore di Inalpi, mirata ad aumentare la notorietà delle fettine a base di latte fresco. In otto delle principali città italiane verrà infatti sviluppata un’operazione di affissione dinamica filotranviaria, con tabelle formato 300×70 centimetri sulle fiancate dei mezzi di trasporto pubblico. Da ottobre 2012 a gennaio 2013 saranno esposti complessivamen-te 2.710 spazi pubblicitari, ognuno per una durata di 14 giorni, con una copertura media complessiva del 96% del target responsabile acquisto. Le città di Roma, Milano, Torino e Bologna, inoltre, avranno i circuiti raddoppiati, così da aumentare esponenzial-mente la frequenza ed il numero dei contatti sviluppa-ti. L’affissione è l’ultimo passo della campagna di co-municazione firmata Inalpi per il 2012, che ha visto l’azienda pianificare su carta stampata periodica e radio, oltre a sponsorizzare numerosi eventi sportivi, tra cui il Trofeo Inalpi, la tappa torinese della Coppa del mondo di fioretto femminile.

Beppino Occelli, caseificio storico situato a Fariglia-no (Cn), nel cuore delle Langhe piemontesi, si appre-sta a chiudere il 2012 con un fatturato di circa 14 mi-lioni di euro, in crescita rispetto agli scorsi anni. Nel 2011, infatti, l’azienda aveva registrato un fatturato

di 13 milioni e nel 2010 di 12,5 milioni. Molteplici i motivi del successo, sia in Italia che all’estero. Come ha spiegato Beppino Oc-celli (foto), titolare del ca-seificio, al Il Sole 24 Ore in un’intervista pubblicata oggi, la filosofia ‘glocal’ (fusione di sapori locali con una visione globale) è stata un successo. Oltre ai prodotti classici a base di latte vaccino, di pecora e di capra, l’azienda ha realizzato formaggi con l’aggiunta di tartufo, vino

barolo, pepe nero e frutta candita. Vincente anche la strategia di commercializzazione: per l’estero ad esempio, Occelli ha confezionato i prodotti già por-zionati, con una particolare attenzione alla valorizza-zione del Made in Italy.

Gennari Vittorio Spa volta pagina. L’azienda ha inaugurato da pochi mesi, ed è oggi completamente operativo, il nuovo sito produttivo di via Emilio Lepido 58, a Parma.

Una struttura all’avanguardia, che si sviluppa su una super-ficie di 6mila metri quadrati. All’interno dello stabilimento ven-gono porzionati grana padano e parmigiano reggiano utiliz-zando attrezzature di ultima generazione. Ma Gennari Vittorio Spa non è solo formaggi. La storia della famiglia s’intreccia con quella di tre prodotti tipici per eccellenza: parmigiano reggiano, grana padano e prosciutto di Parma.

“La stagionatura di questi prodotti è sempre stata la nostra specialità”, sottolinea Silvano Dalla Tana, amministratore dele-gato di Gennari Vittorio Spa. “Da oltre 50 anni, infatti, abbia-mo sempre interpretato ad arte questo compito affiancandolo di volta in volta alle problematiche della moderna distribuzio-ne”. Gli fa eco Giovanni Gennari che dirige, a Lesignano de Bagni, lo stabilimento di produzione di prosciutto crudo di Parma: “E’ nella grande dinamicità della nostra azienda, sempre attenta alle evoluzioni del mercato, la strategia vincen-te per posizionare in modo sicuro le punte di diamante della “Food Valley”.

Non a caso siamo rimasti ostinatamente legati alle vecchie tradizioni, fieri di portare sulle tavole di tutto il mondo un pez-zetto di Parma. E una piccola parte di noi”.

il nuovo sito produttivo di gennari Vittorio spa

mercadona e el Corte inglés le insegne spagnole con la migliore reputazioneSono Mercadona e El Corte Inglés le due insegne che, in Spagna, vantano la migliore reputazione. Questo è quanto emerge dall’11° edizione dello studio Kar elabo-rato da Ipsos. Con valori che si attestano, rispettivamen-

te, al 67% e al 30%, Mer-cadona e El Corte Inglés sono le due aziende con punti vendita al dettaglio che, nel mercato iberico, sono in grado di offrire la migliore customer satisfac-tion. Mercadona, inoltre, si distingue anche per essere

l’azienda del settore con la strategia commerciale più forte e trasparente (96%), seguita da Carrefour (42%) e El Corte Inglés (33%). Che, però, è stata indicata come la società più internazionale (4%).

l’asiago dop al mc donald’sSi chiama McItaly “il Veneto” ed è il nuovo panino con Asiago Dop che, dal 31 ottobre al 20 novembre prossimo, verrà servito nei 442 ristoranti Mc Donald’s d’Italia. Il progetto nasce dalla partecipazione del Con-sorzio tutela formaggio Asiago all’azione di sistema per la valorizzazione delle Dop e Igp italiane nella ristora-zione veloce promossa dalla Fondazione Qualivita, in collaborazione con la catena Mc Donald’s. La nuova iniziativa risponde alla precisa scelta del Consorzio di avvicinare i giovani consumatori all’Asiago Dop, pro-ponendolo secondo i gusti e le modalità di consumo più diffuse nelle generazioni under 30, inclini alla ristorazione veloce e al pasto fuori casa. “Come Consor-zio – afferma il Direttore, Flavio Inno-cenzi – riteniamo che unire i valori e la grande tradizione del prodotto unico e identitario Asiago Dop con il mondo dei giovani sia parte integran-te della nostra missione. Ben venga quindi questa collaborazione, che per la seconda volta in Italia, ci vede promuovere l’eccellenza casearia del nostro territorio facendola conoscere ed apprezzare agli oltre 500mila clienti che entrano ogni giorno nei ristoranti Mc Donald’s. Questa operazione fa seguito a quelle effettuate in Repubblica Ceca ed in Francia – con riscontri molto positivi da parte del pubblico; solo in Francia, peraltro, Mc Donald’s vanta oltre 1.200 punti vendita e rappresenta quindi un formidabile veicolo di promozione del prodotto, soprattutto nei confronti del pubblico giovane”. Dal 2 al 17 novembre, a parlare di Asiago Dop ai giovani sarà un’innovativa campa-gna di comunicazione che avrà come testimonial una delle band più ironiche, dissacranti e spiritose del mo-mento: I Moderni. I quattro musicisti, che hanno messo d’accordo critica e pubblico ad X Factor 5, saranno i protagonisti in spot radio e Tv di una speciale sfida all’ultimo panino che proseguirà, per tutti i consumatori, su Facebook.

Noceto, provincia di Parma. E’ questa la sede del caseificio Bertinelli, azienda specializzata nella produzione di parmigia-no reggiano Dop, che proprio in questi mesi ha proposto ai pro-pri clienti una novità: il Caseificio della musica Bertinelli. Che, prima di tutto, è il sito di produzione del formaggio, dove ogni giorno vengono realizzate 20 forme di parmigiano reggiano. Tra queste il prodotto di punta Bertinelli: il parmigiano reggiano millesimato. Ed è proprio accanto all’unità produttiva che si tro-va il “Caseificio della musica”, primo teatro all’aperto costruito a fianco di un’azienda del settore caseario. All’interno del punto vendita si trova una grande finestra che permette ai clienti di vedere il latte che, ogni giorno, 365 giorni all’anno, si trasforma in parmigiano reggiano. Il Caseificio della musica è un locale polifunzionale che, a seconda del giorno e dell’ora, si riempie

di contenuti. La mattina si fa colazione con il cappuccino prepa-rato con il latte appena munto e i dolci col frumento coltivato nei campi, a pranzo si mangia nel ristorante con menu à la carte (carne, pesce, cucina parmigiana e fusion), all’ora dell’aperitivo c’è una vasta scelta di cocktail tradizionali e innovativi, per il dopo-cena spazio a una programmazione musicale che va dai concerti live, fino alla disco.

Il Caseificio della musica Bertinelli affianca alla programma-zione musicale anche un calendario di intrattenimento nella nuo-vissima piscina con idromassaggio, che rappresenta la grande novità della stagione. La piscina, nel periodo estivo, è aperta tut-ti i giorni, dalle 9 alle 21. A questi si aggiunge, infine, un punto vendita dove si possono acquistare i formaggi Bertinelli, i salumi locali e le proposte gastronomiche “pronte” da portare a casa.

musica in piscina al Caseificio Bertinelli

Nicola Bertinelli La piscina del Caseificio della musica

Lo stabilimento Gennari Vittorio Spa. Sopra: l’insegna dell’azienda.

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Corte dei Conti europea: il sistema di controllo dei prodotti biologici non è sufficienteLa Corte dei Conti europea ha avviato, ai principi di novembre, un’audit sull’ef-ficacia del sistema di controllo dell’agricoltura biologica. Il quesito generale è stato: “Il sistema di controllo relativo ai prodotti biologici fornisce sufficienti ga-ranzie riguardo al rispetto degli obblighi fondamentali in materia di produzione biologica, trasformazione, distribuzione ed importazione?”. Le conclusioni a cui giunge il rapporto sottolineano che le autorità competenti non svolgerebbero in modo sufficiente il proprio ruolo di vigilanza sugli organismi di controllo. Non solo, alcuni organismi non ottempererebbero ad una serie di obblighi previsti dall’Unione europea e non coglierebbero l’opportunità di attuare alcune buone pratiche. Infine, le autorità competenti negli Stati membri incontrerebbero difficol-tà nell’assicurare la tracciabilità dei prodotti biologici all’interno del territorio sul quale hanno autorità.

federalimentare/ferrua: “Calo inimmaginabile dei consumi alimentari nel 2012”“I dati resi noti da Confcommercio con-fermano le tendenze e i timori diffusi da tempo dall’industria alimentare: ormai la situazione lascia prevedere per fine anno un calo a valo-ri costanti per i soli consumi alimentari di circa 2,8 punti percentuali. Questo dato si-gnifica per il settore una con-trazione in termini reali tra il 2007 e il 2012 di quasi 10 punti percentuale, una ca-duta inimmaginabile fino a pochi anni fa”. E’ quanto ha dichiarato l’8 novembre con un comunicato stampa il pre-sidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani (foto) che si è poi soffermato sulle condizioni precarie dei meno abbienti e

dei numerosi giovani disoccupati, che ne-cessitano di un intervento urgente. Ferrua ha inoltre commentato l’inasprimento della

pressione fiscale: “Inaccetta-bile è, invece, l’inasprimento della pressione fiscale e l’ulte-riore penalizzazione dell’Iva-che, sebbene limitata alla sola aliquota del 21%, va a colpire diversi generi alimen-tari anche di largo consumo, tra i quali birra, vino, caffè, acque minerali e bibite, che costituiscono quasi il 25% del fatturato del settore. Occorre invece restituire potere d’ac-

quisto ai cittadini, sempre più in difficoltà a causa della durata della crisi, e rilanciare così l’economia”.

nasce tradizione italiana, consorzio per la promozione all’estero del made in italy alimentare

iper la grande i in partnership con san patrignano

Si chiama Tradizione Italiana - Italian Food Tradition scarl - la società consortile nata per rafforzare la presenza sui mercati internazionali del food&beverage Made in Italy di qualità. La nuova azienda associa 11 imprese dell’eccellenza alimentare italiana che, in totale, esprimono un fatturato aggregato di 1,2 miliardi, di cui il 40% destinato all’export, nonché un portafoglio prodotti composto da una vasta gamma di specialità di tradizione italiana: dalla mozzarella alle conserve, passando per caffé, pasta, vino, frutta secca, aceto e acqua minerale. Tra le aziende associate, prevalentemente cam-pane, risultano: Mataluni, Besana; D’Amico, Garofalo e Oleifici Mataluni. Obiettivo prioritario del nuovo consorzio: lo sviluppo di sinergie a livello produttivo, commerciale e distributivo fra gli associati e la creazione di un portafoglio prodotti destinato al retail e all’Horeca.

Con una cena a Milano, il 7 novembre, nello Spazio eventi de “La Grande i”, l’insegna guidata da Marco Brunelli ha presentato ufficialmente i nuovi prodotti che saranno presenti

sugli scaffali del punto vendita del Portello (Mi). Si tratta di referenze particolari - che vanno dai vini ai salumi, dai for-maggi all’olio fino, ai grissini e ai biscotti - perché realizzate dai ragazzi di San Patrignano, la comunità di recupero dalla tossicodipendenza più grande d’Europa, fondata da Vincen-zo Muccioli. Con l’evento, dunque, è stata presentata questa partnership che propone un modello innovativo di business in grado di creare valore sul versante del profitto e su quello dell’utilità sociale. In Piazza Portello è stato allestito anche un chiosco dedicata alla commercializzazione dei prodotti realizzati dai ragazzi della Comunità, che derivano da col-tivazioni biologiche no-Ogm e a filiera corta, nel rispetto di ambiente e biodiversità. In progetto l’ampliamento del nume-

ro di referenze presenti nei punti vendita La Grande i e l’estensione del programma anche ad altri ipermercati della catena.

metro Cash&Carry: nel terzo trimestre fatturato stabile. da gennaio a settembre vendite a +2,1%

Il Gruppo Metro ha diffuso nei giorni scorsi i risultati relativi al terzo trimestre dell’anno. Complessivamente, nel perio-do luglio-settembre, le vendite hanno sfio-rato i 16 miliardi di euro, con un incre-mento del 2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Per quel che riguarda la divi-sione Cash&Carry, da gennaio a settem-bre il fatturato ha raggiunto i 23 miliardi

di euro, con un incremento del 2,1%. Nel terzo trimestre, i risultati si sono mantenu-ti stabili rispetto allo stesso periodo del 2011, con vendite pari a 7,8 miliardi di euro. Sono soprattutto i mercati dell’Asia e dell’Est Europa a regalare, all’insegna, i risultati migliori. Per i primi nove mesi dell’anno si parla, rispettivamente, di fat-turati pari a 2,6 e 8,7 miliardi di euro.

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Novembre 2012 lEGGI & dEcRETI

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art 62: TrA dUbbI e perpLeSSITà Il 24 ottobre scorso è entrato in vigore l’articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, che, integrato dal Decreto attuativo, disciplina i rapporti e i pagamenti tra imprese del settore agroalimentare. Riassumiamo di seguito le maggiori problematiche riscontrate da Assocaseari nell’attuazione di questa legge, con particolare riferimento agli aspetti gestionali più che ai rapporti tra imprese della filiera.

art 62: “I contratti…sono stipulati obbligato-riamente in forma scritta”;

decreto attuativo: “…per “forma scritta” si intende qualsiasi forma di comunicazione scrit-ta, anche trasmessa in forma elettronica o a mezzo telefax…”.

art 62: “…I contratti devono essere in-formati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività del-le prestazioni, con riferimento ai beni forniti… Nelle relazioni commerciali tra operatori eco-nomici, ivi compresi i contratti che hanno ad oggetto la cessione dei beni di cui al comma 1, è vietato: a) imporre direttamente o indi-rettamente condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, nonché condizioni extracontrattuali e retroattive…..”;

Vedremo nella pratica quali benefici por-terà nei rapporti tra imprese questa nor-ma. per il momento ci asteniamo da qual-siasi valutazione e commento.

art 62: “I contratti… …. Indicano, a pena di nullità, la durata, le quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento (elementi essenzia-li)”.

decreto attuativo: “….gli elementi essenzia-li, in forma scritta... possono essere contenuti sia nei …. Contratti quadro o di base …(sia negli) accordi interprofessionali, sia nei conse-guenti documenti di seguito elencati, a condi-zione che questi ripor tino gli estremi ed il rife-rimento ai corrispondenti contratti o accordi:

a) contratti di cessione dei prodotti ;b) documenti di traspor to o di consegna, ov-

vero la fattura;c) ordini di acquisto con i quali l’acquirente

commissiona la consegna dei prodotti…- gli elementi essenziali, in forma scritta, di

cui all’ar ticolo 62, comma 1... possono essere contenuti negli scambi di comunicazioni e di ordini, antecedenti alla consegna dei prodotti.

- I documenti di traspor to, o di consegna, nonché le fatture, integrati con tutti gli elemen-ti richiesti dall’ar ticolo 62 (elementi essenzia-

li)..., tranne che nelle fattispecie di cui al com-ma (precedente), assolvono gli obblighi….. e devono ripor tare la seguente dicitura: “Assolve gli obblighi di cui all’ar ticolo 62, comma 1, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, conver tito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27.”

le aziende stanno modificando tutta la modulistica affinché contenga, nelle modalità previste, tutti gli “elementi essenziali”.

decreto attuativo: “si applica ai prodotti….la cui consegna avviene nel territorio della re-pubblica italiana.”

e’ confermato che anche le merci prove-nienti dall’estero e consegnate in italia devono rispettare la legge italiana. Vedre-mo come le aziende estere la recepiranno.

art 62: “Il pagamento del corrispettivo deve essere effettuato per le merci deterio-rabili entro il termine legale di trenta giorni e per tutte le altre merci entro il termine di sessanta giorni. In entrambi i casi il termine decorre dall’ultimo giorno del mese di ricevi-mento della fattura…”;

decreto attuativo: “Ar t 4 comma 1. termini di pagamento di

cui… all’ar ticolo 62...decorrono dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura. Le modalità di emissione della fattura sono regolamentate dalla vigente normativa fiscale.

Comma 2. Ai fini dell’applicazione dell’ar ti-colo 62...il cedente deve emettere fattura se-parata per cessioni di prodotti assoggettate a termini di pagamento differenti.

Comma 3. Ai fini della determinazione degli interessi dovuti al creditore in caso di ritardo di pagamento di cui all’ar t. 62..., la data di rice-vimento della fattura è validamente cer tificata solo nel caso di consegna della fattura a mano, di invio a mezzo di raccomandata A.r., di po-sta elettronica cer tificata (pec) o di impiego del sistema edi (electronic data interchange) o altro mezzo equivalente, come previsto dalla

vigente normativa fiscale.Comma 4. In mancanza di cer tezza circa la

data di ricevimento della fattura, si assume che la fattura sia ricevuta nella data di con-segna dei prodotti ai fini della decorrenza dei termini di cui all’ar t.62, comma 3 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, conver tito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27.

Questo articolo e quello relativo agli “elemen-ti essenziali del contratto in forma scritta” del decreto attuativo sono quelli che più hanno creato problemi, sia in termini di costi di in-formatizzazione per modifiche ai programmi gestionali, che in termini di impegno nell’anali-si delle problematiche da gestire: prevedere la decorrenza (comma 1 e comma 4) dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura o della merce, ha costretto le aziende a fare grandi cambiamenti nelle modalità di invio dei documenti (comma 3: via pec , edi o via racco-mandata ar) e a variazioni nel corpo del docu-mento stesso con aggiunta di campi (p. es. “data decorrenza pagamento” etc) e varie annota-zioni; prima dell’entrata in vigore dell’articolo 62 i termini di pagamento decorrevano, molto più semplicemente, dalla data del documento. o, al massimo dalla data di ricevimento della merce. tutte spese e perdite di tempo inutili, che non portano vantaggio a nessuno.emettere (comma 2) “fatture separate per cessioni di prodotti assoggettati a termini di pagamento differenti” ha costretto le aziende, in certi casi, a raddoppiare il numero delle fat-ture inviate allo stesso cliente, o ricevute dallo stesso fornitore, e a rivedere completamente tutta la procedura, dall’inserimento dell’ordine all’invio o al ricevimento della merce.

art 62: “per “prodotti alimentari deterio-rabili” si intendono i prodotti che rientra-no in una delle seguenti categorie: a) prodotti agricoli, ittici e alimentari pre-

confezionati che ripor tano una data di sca-denza o un termine minimo di conservazione non superiore a sessanta giorni;

b) prodotti agricoli, ittici e alimentari sfusi, comprese erbe e piante aromatiche, anche se

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A meno di un mese dall’entrata in vigore della norma

si moltiplicano problemi e incertezze.

Assocaseari ha analizzato nel dettaglio tutte

le difficoltà e le criticità. Dalle fatturazione

all’identificazione dei prodotti interessati dalla normativa.

posti in involucro protettivo o refrigerati, non sottoposti a trattamenti atti a prolungare la durabilità degli stessi per un periodo superiore a ses-santa giorni;

…..d) tutti i tipi di latte.

la voce “d) tutti i tipi di latte” ha provocato, ad una prima lettura, grande incertezza su quali prodotti identificasse questa definizione e soprattutto se comprendesse anche il latte uht e in polvere; solo da poco e dopo l’entrata in vigore della legge, il ministero ha precisato che anche il latte uht e il latte in polvere, prodotti che hanno ben più di 60 giorni di termine minimo di conservazione o di data di scadenza e che sono stati sottoposti a trattamento “atto a prolungarne la du-rabilità”, rientrano nei “prodotti deteriorabili”. fino a quel momento che cosa potevano fare le aziende che producono o commercializza-no quei prodotti?

decreto attuativo: “Configura, altresì, una pratica commerciale sleale la previsione nel contratto di una clausola che obbligatoriamente imponga al venditore, successivamente alla consegna dei prodotti, un termine mi-nimo prima di poter emettere la fattura, fatto salvo il caso di consegna dei prodotti in più quote nello stesso mese, nel qual caso la fattura potrà essere emessa solo successivamente all’ultima consegna del mese.”

la clausola contenuta in questo articolo “….fatto salvo il caso di consegna dei prodotti in più quote dello stesso mese, nel qual caso la fattura potrà essere emessa solo successivamente all’ultima con-segna del mese” sta provocando seri problemi, poiché molte aziende stanno chiedendo l’emissione e l’invio della fattura cumulativa di tutte le consegna di un mese, nei primi giorni del mese successivo alla consegna. posticipando, davvero in questo modo, di ulteriori 30 giorni il pagamento e peggiorando, in molti casi, la situazione rispet-to a prima dell’entrata in vigore della legge. pensiamo che anche su questo punto sia indispensabile e urgente un chiarimento da parte del ministero.ognuna di queste incombenze comporta un dispendio enorme di energie e di tempo, costi incalcolabili per la revisione dei programmi e dei processi e ancora costi per l’emissione e l’invio delle doppie fatture. per non parlare delle tensioni che la norma non chiara, e/o interpretabile, provoca nei rapporti tra aziende e clienti (vedi il caso della richiesta di fatturazione cumulativa il mese successivo alla con-segna).

Chiudiamo questa analisi delle più evidenti problematiche riscon-trate dai nostri associati nell’applicazione dell’articolo 62, con una domanda: ma era questo ciò che ci aspettavamo dalla legge?

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PRIMO PIANO

Ologramma sì. Ologramma no. Ologramma forse, ma solo su base volontaria e facoltativa. Sembra essere quest’ultima la soluzione individuata dal Se-nato dopo i numerosi incontri della commissione Agricoltu-ra con i consorzi di tutela. e dopo le vibranti lettere inviate delle associazioni che raggruppano i prodotti dop, Igp, Stg e bio, oltre alla montante protesta del mondo imprendi-toriale. L’affaire ologramma - che, lo ricordiamo, è l’integra-zione dell’etichettatura dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione con sistemi di sicurezza realizzati dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato - aveva infatti raccolto tutti i player della filiera agroalimentare, compatti nel respingere la normativa. In ragione, soprattutto, dell’immaginabile aggravio di costi, ovviamente del tutto a carico delle aziende, della dif-ficoltà nell’applicazione della norma e del moltiplicarsi della burocrazia intorno a prodotti, quelli a denominazione, già re-golamentati e controllati per loro stessa natura. ed è Afidop, Associazione dei formaggi italiani a denominazione d’origine protetta, a darne notizia per prima, negli scorsi giorni, con una lettera inviata ai propri soci, ovvero i consorzi di tutela, nonché ad Assolatte e Fedagri Confcooperative. Nella missi-va si legge che: “Nella seduta del 17 ottobre la commissione Agricoltura del Senato ha proseguito e concluso l’esame del disegno di legge n.4 del 2011, recante disposizioni in ma-teria di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”. e proprio nell’ambito dell’analisi della normativa: “In seguito alle pressioni esercitate anche dalla nostra Associazione, è stato accolto l’emendamento (del senatore Gianpaolo Vallardi, gruppo Lega Nord Padania, ndr), presentato con la finalità di chiarire l’ambiguità interpretativa relativa all’articolo 59 bis del decreto legge n.83 del 2012. Il relatore Vallardi, infatti, si legge negli atti dei lavori della commissione Agricoltura del Senato, illustrando l’emendamento, a propria firma: “Ha evi-denziato che lo stesso è finalizzato a chiarire un’ambiguità interpretativa attinente all’articolo 59 bis del decreto legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012. Nel predetto articolo vengono introdotti sistemi di sicurezza contro le contraffazioni dei prodotti agricoli ali-mentari, realizzati dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, e basati prioritariamente su elementi elettronici e telematici. In tale disposizione non viene tuttavia chiarito se l’adozione di tali sistemi di sicurezza - i cui costi di realizzazione e ge-

stione sono a totale carico degli operatori agricoli interessati, ai sensi del comma 2 dell’articolo 59 bis - si configuri come obbligatoria per i produttori o viceversa se la stessa abbia valenza volontaria e facoltativa. Il relatore precisa che l’emen-damento propende per la soluzione da ultimo citata, ossia per quella incentrata sulla facoltatività dei sistemi di sicurezza, evidenziando che una diversa opzione sarebbe suscettibile di determinare un consistente aggravio dei costi di produ-zione, con la conseguenza che in talune circostanze il costo dell’etichettatura supererebbe addirittura il valore economi-co del prodotto”. dunque un lieto fine all’orizzonte? guai ad abbassare la guardia, è il commento unanime degli operatori. perché l’emendamento, contenuto nel disegno di legge 3 febbraio 2011, n. 4 in materia di etichettatura dei prodot-ti alimentari, deve ancora passare al vaglio delle camere. e non è escluso, ovviamente, un nuovo ricorso al voto di fiducia, come nel caso dell’articolo 59 bis, che impedirebbe in questo modo qualsiasi intervento dell’ultimo minuto, in un senso o, ovviamente, nell’altro. Senza dimenticare il dif-ficile quadro politico del momento. Con un governo che, nonostante le rassicurazioni generali, in primis del presiden-te giorgio Napolitano, potrebbe non riuscire ad arrivare al termine naturale della legislatura. Cosa che metterebbe a repentaglio l’introduzione della volontarietà di applicazione della norma. e lascerebbe quindi in vigore l’articolo 59 bis così come licenziato nel mese di agosto, obbligatorio e con i costi di implementazione del sistema a carico delle imprese. e, quindi, investimenti per nuovi macchinari da inserire nelle linee produttive, modifica dei pack, acquisto e gestione dei valori bollati, cioè gli ormai famigerati ologrammi. La faccen-da, dunque, è tutt’altro che chiusa. La partita continuerà a giocarsi nelle aule romane, e soprattutto nei corridoi, come accaduto fino ad ora. restano aperte, ovviamente, molte domande. A cominciare dall’ovvia: cui prodest? A chi giova l’ologramma? e chi ha esercitato attività di lobbying perché questo dispositivo venisse introdotto? e per conto di chi? e se alla fine, come tutti si augurano, l’ologramma sarà davvero solo un’iniziativa volontaria, verranno salvaguardati gli inte-ressi che hanno spinto all’approvazione dell’articolo 59 bis? Ovvero, secondo i maliziosi, la Zecca si doterà comunque dei costosi macchinari per realizzare l’ologramma?

Alice Realini

Le commissioni Agricoltura di Camera e Senato accolgono un emendamento del senatore gianpaolo Vallardi. rende facoltativo il nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione. Tutti i retroscena.

Sconfitta la lobby dell’ologramma. forse…

Ecco l’articolo contenuto nel decreto legge 22 giugno 2012 n. 83, che introduce un nuovo sistema di etichettatura per i prodotti a denominazione

1. Al fine di contrastare le pratiche ingannevoli nel commercio dei prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta (Igp), di specialità tradizio-nale garantita (Stg) o certificati come biologici ovvero che devono soddisfare determinati requisiti merceologici o specifiche qualitati-ve richiesti da norme relative a organizzazioni comuni di mercato (Ocm), consistenti, tra l’altro, in contraffazioni, falsificazioni, imita-zioni e altre operazioni non veritiere apportate sulle menzioni, sulle indicazioni, sui marchi di fabbrica o di commercio, sulle immagini o sui simboli che si riferiscono al prodotto agricolo o alimentare e che figurano direttamente sull’imballaggio o sull’etichetta appostavi o sul dispositivo di chiusura o su cartelli, anelli o fascette legati al prodotto medesimo, in mancanza, sui documenti di accompagna-mento del prodotto agricolo o alimentare, il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il ministro dello Svi-luppo economico e con il ministro dell’Economia e delle finanze, con regolamento da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, definisce le modalità per l’integrazione dell’etichettatura dei prodotti agricoli e alimentari con sistemi di sicurezza realizzati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, basati prioritariamente su elementi elettronici o telematici, anche in collegamento con banche dati, e prevedendo, ove possibile, l’utilizzo, ai fini dei relativi controlli, di dispositivi o mezzi tecnici di controllo e di rilevamento a distanza. Il regolamento definisce altresì le caratteristiche e i requisiti di tali sistemi e fissa il termine, non superiore ad un anno dalla data della sua entrata in vigore, per l’applicazione del relativo processo di garanzia della sicurezza.

2. I costi di realizzazione e di gestione del sistema di sicurezza di cui al comma 1 sono a carico dei soggetti che si avvalgono dell’eti-chettatura di cui al presente articolo.

Emendamento 1.0.1 al disegno di legge n. 3337. Articolo 1 Dopo l’articolo 1, inserire il seguente:

Art. 1-bis. All’articolo 59-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, sono apportate le seguenti modificazioni: al com-ma 1, primo periodo, dopo la parola: “integrazione” sono inserite le seguenti: “volontaria e facoltativa per i produttori”: al comma 2, dopo la parola: “sicurezza” sono inserite le seguenti: “volontario e facoltativo”.

Ecco, secondo quanto diffuso da Aicig, Associazione italiana consorzi indicazioni geografiche, alcuni numeri relativi ai prodotti che sarebbero interessati dal nuovo provvedimento.

l’articolo 59 bis

l’emendamento ‘riparatore’ votato in commissione agricoltura

QualChe numero…

75.000.000100.000.000 200.000.000 180.000.000

gorgonzola

mozzarella di bufala campana

grana padano

parmigiano reggiano

(calcolando la confezione media da 200 grammi)

(forme intere, buste, grattugiato e spicchi)

(forme intere, buste, grattugiato e spicchi)

Settore formaggi

16.000.000 80.000.000 180.000.000

prosciutto di San Daniele

prosciutto di Parma

mortadella Bologna

(prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)

(prosciutti interi, disossati, porzionati e vaschette)

(intere, porzionate e vaschette)

Settore Salumi

9.000.000 (bottiglie) (considerate solo 4 produzioni: Garda, Riviera Ligure, Terre di Bari e Val di Mazara)

Settore oli

Fonte: Aicig

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La voce delle aziende. Le novità in passerella.Dai nostri inviati: Alice Realini, Raffaella Cordera, Angelo Frigerio, Paolo Frettoli

da pagina 10 a pagina 15

REPORtagE

PaRIgI 21-25 OttOBRE

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REPORTAGENovembre 2012

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La durataTroppi cinque giorni, da domenica 21 a giovedì 25 ottobre. Già mercoledì si respirava aria di rella in fiera. Padiglio-ni semideserti, hostess e commerciali a girarsi i pollici, gente che già verso sera già smontava lo stand. Figurarsi il giorno dopo. Tre giorni appaiono più che sufficienti per fare business e incontrare gli operatori dei vari settori. Il resto serve solo a buttare via tempo e soldi (in ristoranti e hotel). Di questi tempi, meglio risparmiare.

5L’uFFICIO StaMPaEfficiente e molto ben organizzato. Così si presentava l’uf-ficio stampa che ha accolto i molti giornalisti presenti a Sial. Più che sufficiente il segnale della rete wi fi, come pure numerose le postazioni per scrivere. Causa un di-sguido, i nostri giornalisti non erano accreditati. La que-stione è stata risolta in breve.

7I buyErOttimi e abbondanti. Sial si conferma una vetrina estre-mamente interessante per il business. Buona partecipa-zione dei buyer, in particolare da Cina, Sud Est asiatico e Nord Africa. Ma non sono mancati gli operatori europei, soprattutto dal Nord Europa. E anche chi ha partecipato per la prima volta, ha ottenuto risultati superiori alle at-tese.

8L’ItaLIan SOundIngChe ci fosse qualche furbetto a Sial dovevamo aspettarce-lo. E difatti… Al padiglione 7, il Consorzio del pecorino romano ha scovato un falso ‘Romano chees’ del marchio statunitense Belgioioso. Una palese violazione della Dop per la quale l’ente ha chiesto alla direzione generale del-la Concorrenza, consumo e repressione frodi (l’autorità francese competente per la protezione delle Dop) l’im-mediato sequestro e l’adozione di sanzioni stabilite dalla legislazione francese per questo tipo di violazioni. Detto, fatto.

7traSPOrtI E vIabILItàIl Parc Nord de Villepinte, centro espositivo di Parigi, ha mostrato tutte le sue problematiche rispetto alla logistica. Inimmaginabili le condizioni da carro bestiame dei treni della linea B della Rer diretta da Parigi ai padiglioni di Sial. Oltre alle code infinite per i biglietti, vanno registrate le condizioni di sovraffollamento delle carrozze con scene indegne di un paese civile. Lunghissime anche le file per i taxi. Lunedì sera, alle ore 19, ci sono voluti ben 90 minuti per poter salire a bordo di una macchina pubblica. A ciò si aggiunge il traffico. Per raggiungere il centro di Parigi c’è voluta un’ora e mezza.

3La CEna dI CIbuSSuccesso pieno per l’evento organizzato da Fiere Par-ma (Cibus) e Federalimentare. La cena del lunedì, organizzata presso l’ambasciata d’Italia a Parigi, ha ri-scosso il consenso di tutti i presenti. Stupenda la loca-tion, una casa d’epoca con un giardino meraviglioso, nel centro della capitale francese. Ottima la cena. Con cibi italiani. Naturalmente.

La nuOva ICELa prudenza è d’obbligo. Ma se tutto andrà secondo le pre-visioni, la nuova Ice sarà completamente operativa a par-tire dal 2013. Lo ha confermato Roberto Lovato, dirigen-te dell’area agroalimentare dell’agenzia per il commercio estero: “Ci attendiamo, nelle prossime settimane, notizie in merito al trasferimento delle risorse economiche e umane alla nuova struttura pensata per la promozione del Made in Italy all’estero. Vale la pena sottolineare che comunque Ice ha supportato le italiane in questo periodo di interregno. Prova ne è la massiccia partecipazione di espositori, oltre 180, alla nostra collettiva a Sial”.

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Il pagellone della fiera di

Ang

elo

Frig

erio

e’ stata definita eccezionale l’edizione 2012 di Sial, il Salone internazionale dell’ali-mentazione, in scena a parigi dal 21 al 25 ottobre. Il numero di visitatori, si legge in una nota diffusa dall’ente organizzatore, è aumentato del 10%, rispetto alla passata edizione, nel 2010. Sono 150.192 i visitato-ri professionali che hanno varcato i cancelli del parc des expositions. ben il 62,8% degli ope-ratori presenti era straniero. Sono invece state 200 le nazioni da cui provenivano i visitatori. Oltre 5.900 gli espositori, di cui l’84% di provenienza internaziona-le. La sensazione delle aziende, inoltre, è stata quella di una buona partecipazione dei buyer, provenienti in par ticolare da Cina, Sud est asiatico e Nord Africa. A sostenerlo sono soprattutto gli espositori che, a differenza della scorsa edizione, hanno registrato una maggiore affluenza di buyer asiatici e africani nei padi-glioni della kermesse. Ma non sono mancati gli opera-tori europei, provenienti soprattutto dal Nord europa. Oltre al business, la kermesse è stata un’importante occasione di confronto sui temi caldi dell’agroalimen-tare italiano, su tutti l’entrata in vigore del discusso ar ticolo 62. da registrare anche la rabbia crescente tra consorzi e aziende sulla proposta di introdurre un ologramma della Zecca dello Stato sulle confezioni dei prodotti a denominazione. Un altro tema decisi-vo per gli operatori è quello della durata della manifestazione. Troppo lunga, a detta di molti. eliminare almeno una delle giornate fieristi-che sembra essere la decisione più gradita da tutti, espositori e visitatori. Ma sono tanti gli argomenti e gli appuntamenti che hanno tenuto banco tra i padiglioni della fiera. A partire dall’ormai tradizionale concorso de-dicato alle innovazioni. ecco una carrellata di alcuni dei principali avvenimenti.

il sial innovation 2012più di mille prodotti nuovi presentati dagli

espositori, 400 circa quelli già commercializ-zati e selezionati da tre giurie di operatori professionali per il carattere innovativo e il beneficio apportato al consumatore. Sono questi i numeri dell’operazione ‘Sial Inno-vation 2012’ che quest’anno ha proposto nei padiglioni di paris Nord Villepinte una codifica unica delle innovazioni e delle tendenze di consumo, realizza-ta attraverso un’analisi incrociata dei comportamenti e delle tendenze d’innovazione alimentare nel mondo, in collaborazione con Xtc World Innova-tion e Tns. L’innovazione è dunque la pa-rola chiave di quest’edizione: la kermesse ha ampliato il programma di conferen-ze dedicate alle tendenze e alle novità. Si tratta di appuntamen-ti che offrono l’opportunità di informarsi su varie tematiche come le innovazioni nell’ambito delle private label, le tendenze al consumo, l’analisi dell’in-novazione per paese e per categoria di prodotti.

i giovani imprenditoriSono 50 le aziende italiane, guidate da giovani impren-

ditori, che hanno potuto partecipare alla 24sima edi-zione di Sial, grazie all’opportunità offerta dal ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali – promo-zione dell’imprenditorialità giovanile in agricoltura. Le imprese, selezionate attraverso un bando ministeriale, hanno, infatti, avuto a disposizione uno spazio espositi-vo, nel padiglione 1, dove hanno potuto far conoscere i propri prodotti e stabilire contatti commerciali con gli operatori presenti alla manifestazione. Al progetto ha collaborato anche Ismea, Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che ha supportato le giovani azien-de nella preparazione del salone parigino.

il sial d’ore’ andato al gruppo alimentare Agrifood Abruzzo-Co-

valpa, specializzato nella lavorazione e vendita di surgelati vegetali, il premio Sial d’or : il prestigioso riconoscimento promosso dal Salone di parigi per premiare l’innovazio-ne di successo nel mondo. e’ la tecnica “Foglia a Foglia” ad aver permesso alla società di ottenere il premio. Il sistema crea porzioni formate da foglie intere adagiate l’una sull’altra, evitando che queste vengano pressate e rovinate. grazie a questa tecnica si ottengono vegetali in foglia surgelati non distinguibili da quelli freschi.

la presenza delle Camere di commercioSi chiama “Ospitalità in tour” il progetto ideato dal

sistema delle Camere di commercio dell’emilia roma-gna in collaborazione con Unioncamere regionale ed il supporto di Isnart, (Istituto nazionale ricerche turisti-che). Nello specifico si tratta di un vero e proprio un tour degustativo in otto ristoranti italiani a parigi cer-tificati Ospitalità Italiana, in scena proprio in concomi-tanza con Sial. Obiettivo dell’iniziativa era valorizzare e promuovere le eccellenze enogastronomiche dell’emilia romagna ed il loro legame con il territorio di origine. Il tour ha previsto appositi menù con prodotti a qualità certificata del paniere deliziando, in abbinamento a vini emiliano romagnoli accompagnati da una specifica car-ta menù ed altro materiale promozionale.

Anche la Camera di Commercio di Salerno, e per essa Intertrade, è presente a Sial 2012. L’azienda spe-ciale della Camera per l’economia è soddisfatta dei ri-sultati ottenuti in questi giorni di manifestazione. Sono

infatti state approfondite le relazioni internazio-nali attraverso incontri mirati con importatori e distributori stranieri. Si sono rivelati proficui i contatti con operatori del nord europa: dalla germania alla danimarca, dal regno Unito alle

repubbliche baltiche, senza trascurare il Centro e Medio Oriente, i balcani e soprattutto il Me-diterraneo.

gli incontri hanno avuto una prospettiva a medio termine e non si esclude la pos-

sibilità di organizzare un’esposizione a livello internazionale dei prodotti della provincia di Salerno, sui quali da tempo si punta per migliorare il bilan-cio dei produttori. Attraverso incon-

tri mirati sul territorio campano con buyer esteri che potranno

conoscere i luoghi d’origine delle produzioni salernitane.

La kermesse parigina dedicata all’agroalimentare è andata in scena a Parigi dal 21 al 25 ottobre. Oltre 150.000 i visitatori. In crescita del 10% rispetto alla passata edizione. 200 le nazioni rappresentate. Oltre 5.900 gli espositori.

E il business...Sial con voi

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stefano fontana, direttore

nicola Cesare Baldrighi, presidente

gennaro testa, responsabile marketing

CONSORzIO TUTELA GORGONzOLA

CONSORzIO TUTELA GRANA PADANO

CONSORzIO TUTELA MOzzARELLA DI BUFALA

“Le esportazioni di gorgonzola, nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2012, hanno fatto registrare una crescita del 5,7% rispetto allo stesso periodo del 2011”, racconta Stefano Fontana, direttore del Consorzio di tutela del gorgonzola. “Il trend delle espor-

tazioni sta offrendo un segnale positivo alle aziende che hanno compiuto sforzi importanti per presidiare i mercati internazionali. di questo, ovviamente, siamo molto soddisfatti. e continueremo ad essere accanto a loro nell’attività di promozione del gorgonzola dop”. proprio la Francia sarà teatro di importanti iniziative, nel 2013. “Francia e germania sono i primi mercati di destinazione per la nostra dop. per questo, assieme ai consorzi della mozzarella di bufala, dell’Asiago e del par-migiano reggiano porteremo avanti iniziative mirate di promozione sul territorio francese, con incontri e semi-nari destinati ad alta ristorazione e gastronomia, al via nel mese di gennaio del prossimo anno”. Ma qual è la filosofia che guiderà queste iniziative? “L’idea fondamen-tale è insegnare, in primis agli operatori della ristorazio-ne, ad utilizzare i formaggi anche in modo differente da quello classico. Un utilizzo più variegato, infatti, si tra-

smette al consumatore e diventa un driver per l’incremento dei consumi. basta un solo esempio: oggi non vi sono pizzerie che non abbiano nel menu la pizza con il gorgonzola. e questo si riflette anche sui consumi domestici, ovviamente”.

“Il 2011 si è chiuso in maniera molto positiva per l’export della mozzarella dop, che ha raggiunto un’incidenza del 25% sulla produzione dop”, racconta gennaro Testa, responsabile marketing del Consorzio della mozzarella di bufala campana dop. Che precisa: “L’export in questo momento, in generale, è quello che garantisce volumi e remuneratività”. dal punto di vista dei mercati, in europa sono Francia e germania a trionfare, rispetti-vamente al primo e secondo posto per volumi esportati. “Un altro mercato fondamentale, senza dubbio, è quello Usa. dove riescono ad operare anche le piccole aziende, grazie a importatori e grossisti che lavorano, in particolare, con la ristorazione e le gastronomie di fascia alta”, precisa Testa. Il Consorzio, da sempre impegnato attivamente nella promozione della mozzarella di bu-fala campana dop all’estero, anche per il 2013 ha messo in cantiere alcuni progetti. “Il 2011 e il 2012 ci hanno visti attivi in particolare in Spagna. Nel 2013 il paese obiettivo sarà la Francia. Un mercato di grandi produttori ed estimatori di prodotti caseari. Che, fra le tante eccellenze, non vanta però nul-la di simile alla mozzarella dop. Tanto da essere uno dei formaggi più richiesti dai consumatori d’Oltralpe. Tra le tante iniziative previste non mancheranno le degustazioni. Che sono fondamentali all’estero, in particolare se parliamo di mozzarella di bufala dop. Un prodotto delicato con particolari esigenze di temperatura, conservazione e servizio per gustarne al massimo tutto il sapo-re. e a noi spetta il compito di promuoverlo”. A gennaro Testa, infine, chiediamo quali siano le ragioni del successo della mozzarella dop all’estero. “gli elementi fondamentali sono tre: il fascino indiscusso del Made in Italy, la natura di piatto pronto della mozzarella dop e la storia antica del prodotto, legata a un animale, la bufala, che affascina da sempre”.

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flavio innocenzi, direttore

CONSORzIO TUTELA ASIAGO

“Lavorando bene e con serietà, all’estero si possono davvero registrare risultati importanti. Ma bisogna prima di tutto fare sistema, altrimenti non è possibile competere”, sono le prime parole di Flavio Innocenzi, direttore del Consorzio tutela formaggio Asiago. Che proprio rispetto alle imprese produttrici della dop veneto trentina, aggiunge: “Le aziende che propongono Asiago, all’estero, stanno operando davvero bene. Anche sui mercati extra Ue, che risultano sempre più importanti, perché la domanda si sta trasferendo verso i paesi dell’est e del Sud del mondo”. L’attività di promozione all’estero vede impegnato in modo sempre più importante il Consorzio di tutela. “Forte di una crescita complessiva dell’export pari al 10% nei primi sette mesi del 2012, l’Asiago, proprio a partire da Sial, apre una nuova stagione di azioni sul mercato francese. “Che è oggi il primo mercato in europa per l’Asiago dop, con un +25% di vendite nei primi sei mesi del 2012 rispetto ai dati del 2011. I nuovi progetti proseguiranno, nel 2013, con un’attività dedicata all’alta e altissima ristorazione, in un’ottica di partnership e diffusione del Made in Italy nei più importanti summit di gastronomia mondiale. L’iniziativa, che prenderà il via nel gennaio 2013, promuove, per la prima volta, la presenza coordinata in territorio francese dei consorzi che insieme, rappresentano oltre i due terzi dei for-maggi dop italiani: Asiago, gorgonzola, mozzarella di bufala campana e parmigiano reggiano. “Una scelta che ha un precedente di sicuro successo: il recente + 34% di vendite realizzato dall’Asiago dop in Spagna, risultato dell’azione congiunta svolta lo scorso anno in terra iberica insieme a mozzarella di bufala campana, parmigiano reggiano e pecorino sardo”, conclude Innocenzi.

“L’export di grana padano dop, nel 2011, ha raggiunto quota 1.334.000 forme, pari al 28,6% della produzione complessiva”, esordisce Nicola Cesare baldrighi, presidente del Consorzio di tutela del grana padano. Che non nasconde aspettative positive anche per il 2012. “per l’anno

in corso le prospettive sono incoraggianti, pur se, condividendo lo stesso codice doganale, i dati sulle esportazioni ci vedono insieme al parmigiano reggiano. Calcoli precisi saranno quindi possibili solo a fine anno, ma già sappiamo che nel periodo gennaio - luglio 2012 l’export è cresciuto del 7,5%”. dal punto di vista dei mercati, è la germania, storico consumatore di grana padano, a fare la parte del leone, con oltre 300mila forme esportate nel 2011. “Seguono Usa e Svizzera, con oltre 136mila forme ciascuno, Francia e regno Unito, entrambi sopra le 100mila forme vendute. A completare la top ten benelux, Canada, Austria, Spagna e Australia. per quanto riguarda i nuovi mercati, molto ci attendiamo da quello russo, dove i consumi, pur se ancora contenuti in termini assoluti, sono però più che rad-doppiati nel 2011 rispetto all’anno precedente”. Infine i progetti per il 2013. “Il prossimo anno attueremo una paziente e sempre più mas-siccia presenza sui punti vendita e consolideremo il rapporto con i buyer nei vari paesi. perché, restando alla russia, avremo di fronte una

platea di consumatori molto articolata per gusti, cultura alimentare e capacità di spesa. Anche la partecipazione a manifestazioni specializzate sarà molto importante. Contiamo di mantene-re la presenza agli eventi più significativi in europa e negli Stati Uniti, dove siamo protagonisti da anni, ma anche di utilizzare tutte le opportunità serie in russia e in estremo Oriente”.

gianni maoddi, presidenteCONSORzIO PECORINO ROMANO

“La Francia è il secondo mercato europeo per l’export del pecorino romano, con oltre 6,6 milioni di euro realizzati nel 2011, e una crescita del 38,8% in valore sul 2010”, racconta gianni Maoddi, presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano. Che a Sial ha proposto uno show cooking con ricette dal vivo, per mostrare la versatilità della dop in cucina e proposto in anteprima il nuovo pecorino, con un contenuto di sale inferiore al 5%, disponibile dal 2013. Nel corso della kermesse il Consorzio si è impegnato in attività funzionali a consolidare prima

di tutto il mercato Ue - con germania, Francia e regno Unito in testa - che appare in crescita: +25% in volume nei primi cinque mesi del 2012. “Occorre diversificare il mercato per non dipen-dere soltanto dagli Usa”, spiega il presidente del Consorzio. “dopo dieci anni di progressivo calo della domanda, l’export 2011 verso gli States ha finalmente registrato un’inversione di tendenza (+2,8% in valore). Ora è necessario puntare sem-pre più sui mercati Ue, che stanno rispondendo bene e offrono importanti margini di sviluppo. La

Francia, in particolare, nel 2011 è cresciuta del 38,8% in valore”. Ma Sial non è solo promo-zione. proprio durante la fiera, infatti, è stata scoperto un nuovo caso di contraffazione per il pecorino romano dop, denunciato dagli avvocati del Consorzio. A proporre il falso “romano cheese” - che utilizza la denominazione protetta romano senza che il formaggio sia conforme al disciplinare - è infatti il marchio statunitense belgioioso, fotografato dal Consorzio all’interno dello spazio della società austriaca Schreiber & rupp gmbh al padiglione 7.

Lo stand dei formaggi Dop italiani Lo stand Emmi

Lo spazio Castelli Il Gruppo Campofrio

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REPORTAGENovembre 2012

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stefani sarti,responsabile commerciale

tiziano manco, direttore marketing

silvia albiero, titolare

andrea Vai, direttore generale

alessandro Zevio, responsabile marketing

maurizio moscatelli, direttore commerciale

FORTETO

GRANAROLO

CASEIFICIO ALBIERO

CONSORzIO LATTERIE VIRGILIO

AGRIFORM

PARMAREGGIO

“In azienda il 2012 sarà ricordato per il grande boom che abbiamo registrato sul mercato russo, con una crescita pari a circa il 6%. Un risultato otte-nuto anche grazie, ovviamente, all’inserimento nella lista delle aziende autorizzate all’esportazione. e che porta la quota totale dell’export sul fatturato oltre il 40%”, esordisce soddisfatta Silvia Albiero, titolare del caseificio omonimo insieme a giuseppe, Carlo ed Angela Albiero. Che aggiunge: “Senza dubbio i mercati esteri regalano più soddisfazioni di quello italiano. e i clienti appaiono più fedeli”. L’azienda è presente in europa - in particolare Spagna, germa-nia, Inghilterra e Francia - Australia, emirati Arabi e russia. “Ma lavoriamo molto anche con brasile, Cile e Venezuela”, precisa Albiero. Il 2013, ovviamente, vedrà l’azienda sempre più impegnata sull’export. “L’anno prossimo vogliamo lavorare in India, un mercato che merita di essere coltivato. Ma saremo molto attenti anche al brasile, paese che nel 2014 ospiterà i mondiali di calcio, e agli emirati Arabi. In-fine i prodotti. A farla da padrone all’estero sono il provolone e i formaggi semiduri. “Così come grana, parmigiano, pecorino e tutti quei prodotti che van-tano una shelf life più lunga”.

“Oggi l’estero rappresenta circa il 20% del nostro business. e nel 2012 ha registrato una crescita sul 2011, come negli ultimi sette anni. Tra i paesi nei qua-li siamo più forti emergono senza dubbio Francia, germania, Spagna e belgio. Ma siamo presenti ovun-que, sia nei paesi extra Ue, che nel Vecchio conti-nente. A questo proposito, per il 2013, sono proprio germania, Francia e belgio i nostri obiettivi principali. paesi dove siamo già presenti, ma con volumi che vogliamo incrementare”, precisa Maurizio Moscatel-li, direttore commerciale parmareggio. dal punto di vista dei prodotti, per l’estero l‘azienda punta in particolare sullo spicchio 30 mesi. “Abbiamo dedi-cato anche un pack realizzato espressamente con diciture scritte tradotte nelle diverse lingue e una caratterizzazione, anche cromatica, leggermente dif-ferente da quella a cui siamo abituati in Italia”. Infine la comunicazione. Nel caso dell’Adv l’azienda ha da poco modificato la propria strategia. “Oggi puntia-mo su tutti i nostri prodotti, non solo sul parmigiano. e il concept si è focalizzato “sulla fonte della bontà”: da un latte straordinario infatti nascono i prodotti parmareggio, così buoni grazie alla qualità del latte con cui vengono realizzati”.

Agriform, cooperativa di secondo livello, è da sem-pre in prima linea sul fronte dell’export. “Oggi le esportazioni rappresentano il 36% del fatturato. Una quota che è frutto di un lavoro significativo di sviluppo sui mercati e sui prodotti in assortimento”, commenta Alessandro Zevio, responsabile marke-ting Agriform. Che prosegue: “Nel 2012 abbiamo ottenuto ottimi risultati in russia ma la vera sorpre-sa è rappresentata dai paesi Arabi. Mercati in cui è bello lavorare, anche perché lo sforzo per sviluppare la vendita dei formaggi italiani avvantaggia non solo la propria azienda, ma tutto il settore”. per Agriform sono fondamentali sia il mercato Ue che quello ex-tra Ue. “Questa fiera è strategica proprio per i pa-esi extra Ue. Qui, infatti, si possono incontrare tutti. Anche se l’obiettivo 2013, per l’azienda, è prima di tutto quello di crescere nella gdo europea”, precisa Zevio. dai mercati ai prodotti. Il re delle esporta-zioni si conferma il grana padano. “da sola questa dop vale circa il 60% del fatturato estero dell’azien-da. Tra i prodotti in crescita c’è sicuramente il piave, formaggio con un gusto particolare molto apprez-zato all’estero. Ma anche tutta la nostra linea Oro del tempo registra performance sempre in crescita”.

Il Consorzio Latterie Virgilio, azienda mantovana che conta oggi 70 caseifici associati e più di 2mila soci allevatori conferenti, è presente a Sial, nel pa-diglione dei formaggi, con un proprio stand. dove campeggia il nuovo brand, con il pay off ‘Italiano da sempre’, rivisitato proprio nel 2012. “L’export è un canale fondamentale per il Consorzio. e oggi incide per circa il 20% sul fatturato totale”, rac-conta Andrea Vai, direttore generale del Consor-zio mantovano. Anche nel 2012 le esportazioni si confermano positive. “La proiezione dei risultati per l’anno in corso, ad oggi, parla di un incremen-to delle vendite pari a circa il 3%”. risultati otte-nuti grazie al consolidamento dei mercati storici di destinazione dei prodotti Virgilio. “All’estero sono soprattutto le due dop, parmigiano reggia-no e grana padano, in tutte le loro declinazioni di pack e formati, a farla da padrone. Insieme a mascarpone, panna, besciamella e burro”, precisa Vai. Infine i programmi per il 2013. “Non abbia-mo uno specifico paese obiettivo, ma vogliamo crescere ovunque ci siano degli spazi per le no-stre referenze”.

“La presenza del gruppo all’estero è cre-sciuta, anche grazie all’acquisizione di Lat bri, azienda che operava da tempo all’estero, e alla sua integrazione nei processi aziendali. Ope-razione che si aggiunge a quella del 2004, che ha portato all’acquisizione di Yomo e a quel-la recente di Ferruccio podda, azienda sarda specializzata nella produzione di formaggi tipi-ci. e sono proprio i prodotti a marchio Yomo, oltre a quelli granarolo, a suscitare il maggior interesse degli operatori presenti qui in fiera”, racconta Tiziano Manco, direttore marketing dell’azienda. Che, circa l’importanza dell’ex-port per l’azienda bolognese, precisa: “Quello sui mercati esteri sarà, ovviamente, uno dei driver dell’attività del prossimo anno”. proprio per questo motivo l’azienda è impegnata nel-la definizione di un piano strategico. “Stiamo valutando in modo dettagliato la situazione dei mercati esteri, per individuare quelli su cui puntare. Tenendo conto della scelta di lavo-rare in particolare sui formaggi, all’estero. e, di conseguenza, su paesi nei quali i formaggi italiani siano apprezzati”.

“rispetto alle scorse edizioni i nostri riscontri non sono del tutto positivi. In particolare, abbiamo no-tato l’assenza dei nostri clienti più affezionati”. esor-disce così Stefano Sarti, responsabile commerciale della cooperativa Il Forteto, specializzata nella pro-duzione e commercializzazione di formaggi d’eccel-lenza toscani, e presente a Sial in collaborazione con Agriform. Che aggiunge: “La kermesse rimane però, un punto d’incontro importante con i buyer esteri, soprattutto dal Sudamerica e dall’estremo Oriente, dove stiamo valutando nuovi progetti”. I mercati esteri restano un obiettivo rilevante per Il Forteto, che vanta una quota export che incide per il 22% sul giro d’affari. Negli ultimi mesi, l’azienda è stata protagonista di iniziative di comunicazione volte a valorizzare il consumo di pecorino toscano dop nel mondo: “Siamo presenti in Australia con volumi contenuti, ma dall’inizio dell’anno organizziamo, in collaborazione con il Consorzio del pecorino tosca-no dop, seminari informativi e incontri con i consu-matori in loco. Questo ci ha permesso di registrare, nel corso del 2012, un incremento delle esportazio-ni nel Continente del 50% rispetto al 2011”.

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“dal punto di vista delle vendite, chiuderemo il 2012 in crescita del 10% sul 2011. Con una progressione che ci porta a formulare buone previsioni anche per l’anno che verrà”, esordisce Luigi Cavagnini, presidente dell’azienda bresciana Cabre. In questo risultato un contributo impor-tante è legato anche alle esportazioni. “Teniamo molto all’export, sia rispetto ai mercati consolidati, come Usa, Australia ed europa, che a quelli nuovi per noi, tra cui germania, Francia e Spagna. Insomma, non possiamo cer-to dire che la crisi non stia avendo un impatto sul busi-ness, ma l’export sta compensando, e con lui il sensibile e costante incremento delle catene della gd italiana per cui produciamo a loro marchio”, precisa gian pietro Fa-giani, direttore commerciale. Che aggiunge: “All’estero, dove lavoriamo in particolare con il canale del food ser-vice e dell’Horeca, incide meno la guerra sul prezzo che caratterizza la realtà italiana”. Infine i progetti per il 2013. Cavagnini ha le idee chiare: “Il nostro obiettivo per l’imme-diato futuro è investire in particolare sui paesi emergenti, in particolare India, brasile e Cina. Mercati dove il lavoro costante e i buoni prodotti premiano, con importanti in-crementi dei volumi”.

“Oggi la quota export della nostra azienda è pari al 50% del fatturato totale”, esordisce pierantonio Invernizzi, direttore commerciale Inalpi. “Libia, Libano, Corea, Iran, Iraq e tutti i paesi emergenti in generale. Sono questi i mercati che, nel 2012, hanno performato meglio”. e per il 2013 l’azienda ha un obiettivo preciso: la Cina. “Stiamo cominciando a lavorare in questo mercato, con numeri sempre più importanti. Che, siamo convinti, cresceranno ancora il prossimo anno”, precisa Invernizzi. Nell’ambito di Sial è iniziata anche l’importante collaborazione con lo chef pluristellato gian piero Vivalda, titolare del ristorante Antica Corona reale di Cervere, in provincia di Cuneo. “presente allo stand insieme al suo staff, lo chef Vivalda, che conosce da tempo i prodotti Inalpi e ne ha sempre apprezzato qualità e versatilità, li ha proposti agli ospiti con la creatività e l’altissima professionalità che gli sono riconosciute”, racconta Invernizzi. Ma Sial è solo il primo passo della partnership tra l’azienda e Vivalda: lo chef col-laborerà con Inalpi per servizi di catering di prestigio e in occasione di fiere ed eventi.

Un’incidenza del 35% sul fatturato. Con un incremento del 20% in volume, nel 2012, verso i paesi dell’extra Ue. Sono alcuni dati relativi alle esportazioni del gruppo brazzale, presente a Sial nel padiglione dedicato ai formaggi. “Solo l’europa, nel corso dell’anno, ha mostrato qualche segnale di sofferenza, con un calo dell’8% a volume”, racconta gianni brazzale, presidente del gruppo brazzale. Quanto ai mer-cati, alcuni paesi, in particolare, hanno regalato al gruppo importanti soddisfazioni. “Soprattutto l’area Asia-tica, dove siamo presenti con un nostro ufficio diretto. Ma, più in gene-rale, tutto l’extra Ue. Ci sono nazioni dove sia-mo presenti da tempo e che, anno dopo anno, continuano a crescere. Accanto a queste, vi sono paesi nuovi dove si cominciano a registrare risultati incoraggianti, an-che grazie ad importanti investimenti, partecipazioni a fiere e attività specifiche di promozione”, precisa brazzale. dal punto di vista dei pro-dotti, è senza dubbio il gran Moravia il formaggio di punta, anche all’estero. “Seguono il burro, il Verena - formaggio a pasta pressata prodotto con latte di montagna da filiera ecosostenibile, in Moravia-repubblica Ceca - il provolone, le paste filate, la scamorza, il grana padano, il parmigiano reggiano, l’Asiago, il gorgonzola, il pecorino, il mascarpone e la ricotta”. Infine i programmi per il 2013. “Continueremo la nostra politica di espansione. Abbiamo in programma la partecipazione a 14 fiere per il 2013, tra europa, Usa, Cina, Medio Oriente e Oriente”, conclude brazzale.

luigi Cavagnini e gian pietro fagiani, presidente e direttore commerciale

pierantonio invernizzi, direttore commerciale gianni Brazzale, presidente

CABRE INALPI GRUPPO BRAzzALE

Gian Pietro Fagiani

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La Cooperativa produttori latte e fontina, nata nel 1957, rac-coglie oltre 250 soci conferitori. “e’ da più di cinquant’anni che operiamo sul mercato. Nata dall’iniziativa di persone lungimi-ranti, oggi la Cooperativa raccoglie le forme prodotto dai soci, con una maturazione massima di dieci giorni, e le stagiona poi nei propri magazzini, per tre mesi. “Il nostro obiettivo è garan-tire ai soci un’adeguata remunerazione. Con una filosofia di fondo: essere partner fedeli, nella buona e nella cattiva sorte”, esordisce Luigi Capra, funzionario commerciale della Coope-rativa. Tra i servizi della Cooperativa anche l’export. “Il primo e più importante mercato per la fontina è quello americano, che vanta un consumo storico e la presenza di distributori che hanno sempre creduto in questa dop”.

Fattorie garofalo, azienda di Capua (Ce) specializzata nella produzione di mozzarella di bufala dop, è pre-sente a Sial nel padiglione 7, dedicato ai prodotti lat-tiero caseari. L’azienda vanta una quota export di tutto rispetto. “Oggi le nostre esportazioni incidono per il 35% sul fatturato dell’azienda”, precisa Marco garofa-lo, direttore marketing dell’azienda. Fattorie garofalo presidia sia il mercato europeo che quello extra Ue. “Il 25% del fatturato export è appannaggio dei paesi del Vecchio continente, il restante 10%, invece, dei paesi extra Ue. In particolare America, giappone ed emirati Arabi”, conclude garofalo.

“Oggi la quota export della nostra azienda è pari al 10% del fatturato. e, proprio nel 2012, all’estero si è lavorato molto bene e in modo importante, sicuramente anche per effetto indiretto della crisi”, racconta gianluca gazzoni, amministra-tore delegato de L’Antica Cascina. L’azienda presidia diversi paesi, tra cui Usa, russia e dubai. Quanto alle referenze, gaz-zoni precisa: “Uno dei plus dei nostri prodotti, anche all’estero, è l’allestimento del punto vendita. Faccio un esempio su tutti: l’Ulivo in giara. Un formaggio che arriva nei negozi diretta-mente nella grande giara in cui viene affinato. Un modo par-ticolare e molto apprezzato dai clienti per trasmettere l’arti-gianalità delle produzioni e offrire uno strumento in più a chi deve proporle ai consumatori”, conclude gazzoni.

Il 2012 ha visto Zanetti, azienda familiare che ha nella pro-duzione di grana padano il proprio core business, impegnata su molti fronti. “La famiglia Zanetti ha mostrato ancora una volta il suo grande coraggio imprenditoriale. Quest’anno, in-fatti, oltre a una completa rivisitazione del logo e del pack, sono stati realizzati importanti investimenti per l’ampliamen-to dello stabilimento produttivo di panocchia, in provincia di parma”, racconta daniele bassi, direttore commerciale dell’azienda. e proprio in occasione di Sial l’azienda ha pre-sentato ai propri clienti le novità dell’anno. “e’ la prima volta che parliamo di queste iniziative sul palcoscenico estero. ed è fondamentale per noi, poiché l’export incide per oltre il 54% sul fatturato Zanetti”.

dal 2011 Luciano Negri è direttore commerciale e marketing di 3A Arborea, azienda sarda che raccoglie e lavora latte vac-cino. “All’inizio del mio mandato la priorità non era l’export, ma l’espansione della commercializzazione dei prodotti della Cooperativa nell’intera penisola. L’azienda, infatti, è leader in Sardegna, ma vanta ancora importanti possibilità di crescita nel Continente. Le difficoltà economiche, però, hanno modifi-cato i piani strategici, spingendoci anche verso i mercati esteri”, racconta Negri. All’estero l’azienda propone sia i prodotti a marchio Arborea che quelli Fattorie girau, azienda specializ-zata nella produzione caprina, recentemente acquisita da Ar-borea. “Sial è fondamentale per capire il mix giusto di prodotti e paesi”, conclude Negri.

“Il cliente italiano sa che la nostra azienda è affidabile. per-ché avere una filiale in Italia significa essere in rapporto con partner e fornitori per 12 mesi all’anno. e lavorare per con-servare uno zoccolo duro di clienti storici e fedeli, che vanno curati in modo particolare”, esordiscono dietmar bacher e Thomas Siller, rispettivamente amministratore delegato e direttore commerciale di bayernland Italia. Che, circa le dif-ficoltà del mercato, raccontano: “Il settore caseario, da sem-pre, mostra alti e bassi nelle quotazioni della materia prima e dei prodotti. La difficoltà, per noi, è rappresentata dal prezzo del latte. Quando cresce troppo ci risulta più difficile mante-nere la tipologia di prezzo che il mercato italiano richiede”.

daniele Bassi, direttore commerciale

luigi Capra, funzionario commerciale

marco garofalo, direttore marketing

gianluca gazzoni, amministratore delegato

luciano negri, direttore commerciale e marketing

dietmar Bacher, ad, e thomas siller, direttore commerciale

zANETTI

COOP. PRODUTTORI LATTE E FONTINA

FATTORIE GAROFALO

L’ANTICA CASCINA

COOPERATIVA 3A ARBOREA

BAyERNLAND ITALIA

Da sinistra: Thomas Siller e Dietmar Bacher

Elise Casamenti e Gianluca Gazzonibuffalo mozzarella Kosher realizzata in conformità con le particolari regole alimentari ebraiche, certificata dall’ente mondiale preposto per i prodotti Kosher. e’ questa la novi-tà esposta da Cantile presso il proprio stand, nel padiglione 1. “Quest’anno abbiamo deciso di proporre in fiera il fiore all’occhiello della nostra nuova linea, che vanta anche una serie di formaggi a pasta filata freschi - racconta Luigi Cantile, sales manager -. Tutte le nuove referenze verranno esportate nei paesi europei e extraeuropei in cui siamo già presenti”. L’export rientra, infatti, tra le strategie commerciali attuate da Cantile. “da anni presidiamo il mercato francese, che incide per un 15% sul nostro giro d’affari. Siamo inoltre presenti an-che sul mercato tedesco, svedese, inglese, danese, israeliano, americano, giapponese, brasiliano e degli emirati Arabi”.

luigi Cantile, sales manager

CANTILE

Lo spazio Parmalat

Lo stand Fallini

I prodotti della Lorena

Lo stand Latteria Soresina

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roberto lovato - dirigente area agroalimentareAGENzIA PER LA PROMOzIONE ALL’ESTERO E L’INTERNAzIONALIzzAzIONE DELLE IMPRESE ITALIANE

A Sial, nello spazio dedicato alla collettiva italiana, nel padiglione 1, incontriamo roberto Lovato, diri-gente Area agroalimentare dell’ex Ice, oggi Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. A lui chiedia-mo della presenza in fiera. e del fu-turo della nuova agenzia.

Cominciamo dalla presenza a sial. Quante sono le aziende presenti nella collettiva ice?

A parigi abbiamo portato ben 180 aziende di diversi settori e dimen-sioni. Tutte pmi, alcune organizzate individualmente, altri come gruppi territoriali e consorzi tra aziende. Un risultato possibile anche grazie alla nostra consolidata esperienza in ter-mini di fidelizzazione delle imprese per le collettive organizzate, in pas-sato, da Ice.

e qual è il clima tra gli esposi-tori?

Le aziende senza dubbio appaio-no soddisfatte per l’afflusso in fiera degli operatori e per gli incontri realizzati in questi giorni. Uno degli elementi di successo è stato la con-ferma dell’ottimo posizionamento delle ultime edizioni, all’ingresso del padiglione 1. Uno spazio che, infatti, ha attratto moltissimi visitatori.

parliamo dell’ex ice. Quando

sarà definitivamente operativa la nuova agenzia?

Oggi non siamo ancora formal-mente ricostituiti; l’Agenzia è dotata di un nuovo statuto e nuovi organi dirigenti. Ma restiamo ancora in at-tesa del trasferimento delle risorse umane ed economiche dalla ‘vecchia’ alla nuova Ice, necessarie per la piena operatività. In sostanza, al momento operiamo ancora come ex Ice.

Qual è la sua previsione?penso che sia questione di aspet-

tare ancora, al massimo, qualche mese. Ovviamente il nostro auspicio è che tutto si possa concludere en-tro il 2012. Così da iniziare il 2013 con la piena operatività della nuova agenzia.

Cosa cambierà?La legge istitutiva prevede una ri-

duzione del personale impiegato e questo sarà sicuramente un primo elemento distintivo. La dotazione finanziaria ancora non è stata sta-bilita ma senz’altro anch’essa subirà decurtazioni tali da indurre, come primo effetto, una riduzione della presenza all’estero in termini di uffici a presidio dei diversi mercati.

e dal punto di vista della vostra area, quella agroalimentare?

Come Area agroalimentare stia-mo puntando molto su iniziative, in particolare fieristiche, totalmente autofinanziate dalle aziende esposi-trici. Il sostegno pubblico alle parteci-pazioni in fiera, in termini economici, sarà concentrato su attività di sup-porto, servizi prima e durante la ma-nifestazione, organizzazione di eventi collaterali, come le degustazioni e i seminari. già nel passato le aziende erano chiamate a contribuire in ma-niera sostanziosa; oggi la normativa Iva, implementata dal 2011, ci co-stringe a questa scelta, senza alcuna possibilità di deroga.

Lo stand Lactalis

Lo stand de I sapori della Rossa

Lo spazio Sopexa

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Novembre 2012 MARcA

riflettori sulla marca commercialeSi è svolto lo scorso 30 ottobre

presso la sede di bolognaFiere, il tradi-zionale incontro che, ogni anno, precede Marca: la manifestazione dedicata alla private label. Che, nel 2013, si svolgerà il 16 e il 17 gennaio. Intorno al tavolo dei relatori, quest’anno, si sono seduti: gianMaria Marzoli, vice presidente di Sympho-nyIri, guido Cristini, professore di marketing all’Università di parma, e Antonio rizzi che, nello stesso ateneo, insegna industrial logistic & supply chain management. Sul fronte della distribuzione, sono state presentate le esperienze di Conad, Coop e Sigma, mentre, dal mondo dell’industria, hanno partecipato le aziende venete esseoquat-tro e pedon.

i consumiLa crisi dei consumi è il fil rouge degli inter-

venti che hanno animato il seminario. Indubbiamente, la relazione di Marzoli ha ca-

talizzato l’attenzione dei presenti. Il vice presi-dente di SymphonyIri, infatti, nel suo intervento ha evidenziato come il 2012 è un anno che passerà alla storia: perché, per la prima volta, le vendite a quantità dell’alimentare sono in calo. “Il fatturato della grande distribuzione mostra una riduzione dell’1,5%. Il food, in que-sto quadro a tinte fosche, tiene. I trend positivi riguardano soprattutto i reparti del grocery e dei freschissimi. In crescita anche la marca commerciale. Che, nella grande distribuzione, nei primi nove mesi del 2012, mostra un incre-mento del 7%. e la crescita tocca tutti i reparti di vendita, eccezion fatta per l’ortofrutta. dove, comunque, la private label vanta un’incidenza del 30%”. In questa situazione, si evidenza una polarizzazione: le insegne più performanti – quelle, per intenderci, che vantano maggiore appeal agli occhi del consumatore - crescono del 4%; le altre, invece, registrano una perdita del 6%. “Nel Sud Italia la contrazione è notevo-le: i dati mostrano una riduzione tra il 3 e il 4%”, ha precisato Marzoli.

i canaliAncora una volta, superstore e discount si

confermano i due format che continuano a ottenere il consenso (e gli acquisti) dei consu-matori: i primi segnano un +6%; mentre per i discount l’incremento è del 4,5%. A questi due canali, è poi necessario affiancare quello, più recente, del drugstore, che mostra un trend in crescita dell’8,5%. Segno più anche per la pres-sione promozionale che, ormai, si è attestata al 25%. Le insegne distributive, in questi mesi, hanno migliorato anche l’efficienza della pro-mozione, con uno sconto medio del 27%: “e’

chiaro che si è davanti a strategie messe a pun-to dai gruppi distributivi per far fronte alla con-correnza del canale discount. ed è sempre in questa direzione che si spiega il successo regi-strato nella gd dalle vendite del primo prezzo nell’offerta a marca commerciale”, ha eviden-ziato Marzoli. gli ha fatto eco giovanni panzeri, marketing manager della marca commerciale in Conad. Che ha ribadito come, oggi, la private label rappresenti una leva importante all’inter-no della strategia complessiva di un’insegna.

la private labelTre, a suo avviso, sono gli obiettivi da per-

seguire: rafforzamento della fedeltà all’insegna; costruzione di valore e soddisfazione dei bi-sogni del cliente. “In questo contesto, la private label deve essere ben integrata con le politiche dell’insegna in materia di assortimento, promo-zioni, comunicazione e prezzo. In casa Conad, la marca commerciale, nel suo complesso, rappresenta il 54% del fatturato incrementale. Non a caso, nel 41% delle categorie la nostra marca insegna ha raggiunto la leadership. e’ a fronte di questi numeri che ci sentiamo di po-ter rivendicare il ruolo di vera e propria marca di mercato”, ha sottolineato con energia pan-zeri. Che ha però espresso un certo scettici-smo circa l’inserimento del primo prezzo nella proposta a marca commerciale gd: “Questo posizionamento è un ‘tatticismo’ per contrasta-re la crescita del discount. resta inconsistente dal punto di vista strategico”. e, sempre in tema di private label, panzeri ha evidenziato come, in un mercato molto polverizzato, come quello dell’alimentare, per un’azienda diventare copa-cker è un’occasione per difendere, tutelare e sviluppare le proprie produzioni. “L’importanza crescente del marchio privato avrà conseguen-ze forzate nei rapporti con i fornitori. Non di-mentichiamo che in alcune categorie, la marca privata e il leader di mercato, insieme, rappre-sentano il 65% del fatturato. Inevitabilmente, quindi, si riducono gli spazi per altri player”.

il packagingSi è spostato sul fronte del packaging e

dell’importanza dello stesso, l’intervento di Fa-bio bignardi, della società di design doc, agen-zia di Sigma. Che, recentemente, ha rinnovato la propria immagine, lavorando proprio su uno dei simboli che, da sempre, contraddistinguo-no il logo dell’insegna: la figura umana stilizzata. elemento, che nel processo di rivisitazione, è diventato il cardine intorno al quale si è creata la nuova brand identity del marchio, al punto da eliminare dai pack dei prodotti il nome dell’inse-gna (caso unico nel settore), e la creazione di un tema grafico (il colpo d’ala), che torna declinato diversamente in ognuna delle tre linee di prezzo. Sempre intorno al ruolo strategico del packa-ging, si è sviluppato l’intervento di Silvia Ortolani, direttore commerciale dell’azienda cartotecnica esseoquattro, il brand che lega la sua notorietà ai sacchetti Ideabrill e Scoprigusto. “Ideabrill è proprio il risultato di una sfida lanciata da Coop Lombardia”, ha esordito con entusiasmo. “Allo-ra, l’insegna era alla ricerca di un prodotto che potesse sostituire il più tradizionale alluminio. Ideabrill si è subito rivelata la soluzione ottima-le poiché risponde alle esigenze cui il pack oggi deve far fronte: migliorare la shelf-life del prodot-to fresco e rispettare l’ambiente (sia con un un minor consumo di carta da parte dell’azienda, sia per la vocazione al riutilizzo, insita nel sacchet-to Ideabrill). Obiettivi raggiunti, come attestano i premi Oscar dell’Imballaggio 2011 e il premio Carte 2010 per la salvaguardia dell’ambiente.

Mentre la collaborazione con l’Università di Camerino ha permesso di garantire scientifica-mente il mantenimento della qualità del prodot-to alimentare”. Analogo il percorso del sacchet-to Scoprigusto, nato anch’esso per rispondere a una specifica esigenza di un’insegna che voleva sostituire il vassoio di polistirolo.

il rapporto sulla marca commercialeLa nuova edizione del rapporto annuale sulla

marca commerciale, realizzato per Marcabybo-lognafiere dell’università di parma, in collabora-zione con Symphony Iri, verrà proposta nella prossima edizione di Marca.

Obiettivo: fornire l’analisi dell’evoluzione del mercato.

-1,5%Calo registrato dal fatturato della Gd

nei primi nove mesi del 2012

+7% Incremento

della marca commerciale nel 2012

+7% Incremento riportato

dal canale supermercati

+4,5%Incremento del canale discount

+8.5%Incremento del canale drugstore

25%Incidenza

della pressione promozionale

I NUMERI dElla pl

+18%Incremento della Pl

negli utimi quattro anni

In scena a bolognaFiere il seminario dedicato alla private label.

Aziende, distribuzione ed esperti del settore hanno evidenziato le

opportunità e i rischi di questo business.

Nunzia Capriglione

Marca by BolognaFiere,rassegna dedicata al

marchio privato, andrà in scena

il 16 e 17 gennaio 2013.

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17

Novembre 2012

“Alla ricerca delle origini”l’AzIENdA

650 referenze casearie e una storia lunga 58 anni. La passione per l’unicità e l’innovazione. parla Stefano Chiodo, titolare di Chiodo Ferrante

“Stringere un sodalizio con un fornitore equiva-le alla consacrazione di uno stile di vita”. A parlare è Stefano Chiodo, titolare, insieme al fratello Andrea, dell’azien-da omonima, che dal 1954 seleziona e affina prodotti caseari. La proposta, che viene immessa sul mercato con il marchio Chiodo, spazia dai formaggi con latte di mucca a quelli prodotti con latte di pecora o capra. Ne parliamo proprio con Stefano Chiodo.

Come selezionate i vostri formaggi?Selezioniamo i formaggi insieme ai nostri produttori. e’ pro-

prio da una collaborazione paritetica con loro che sviluppiamo le singole referenze. Attraverso la nostra presenza sul mercato percepiamo le esigenze dei consumatori, e ne parliamo con il produttore. Come anche con gli agricoltori, che hanno la ma-teria prima, ma non le possibilità di svilupparla. La qualità è dunque, senza dubbio, uno dei nostri criteri di selezione fonda-mentali, ma le persone fanno la reale differenza.

Cosa intende?Mio padre Ferrante mi ripeteva sempre, a ragion veduta, che

la genuinità dei prodotti è determinata anche da quella dei loro produttori. Le nostre selezioni scaturiscono, infatti, sempre da un rapporto umano, amicale, caratterizzato da uno sguardo e da obiettivi comuni.

e’ dunque su questi elementi che si basano le vostre plu-riennali collaborazioni? penso ad esempio, per citarne una, a quella con la Cooperativa la rinascita di onifai, che dura ormai da 15 anni…

Si. Con loro realizziamo tutte le nostre specialità sarde. I no-

stri rapporti con la Cooperativa, che raggruppa 130 produt-tori, erano all’inizio solo commerciali, in virtù dell’interesse che nutrivamo per il loro caprino semicotto, che oggi si chiama Cuor di capra Chiodo. poi abbiamo conosciuto il presidente, un pastore con una serietà incredibile che riesce a trasmettere anche al prodotto. Un giorno ci disse: “Un 5% in meno o in più non mi cambiano la vita. da quando sono nato ammiro le stelle sotto una pianta mentre il mio gregge pascola. La mia vita rimarrà sempre questa”.

una persona con le idee chiare…Saggia, direi. e’ dopo aver sentito questa frase che abbiamo

scelto di cambiare la visione commerciale della nostra azienda, rifiutando un appiattimento di relazioni e di gusti, tipico dei nostri tempi.

e’ per questo che il claim del vostro punto vendita a Cre-ma è ‘alle origini’?

esatto. Crediamo ancora in quei valori scaturiti dalla prima

economia del benessere, caratterizzati dal dialogo e da relazioni umane, al primo posto anche nelle nostre attività commerciali.

il 70% del vostro giro d’affari deriva dal canale degli ambu-lanti. perché questa scelta?

Consideriamo gli ambulanti e i negozi specializzati dei grandi professionisti del prodotto caseario. Sono quelli che svolgono il proprio lavoro da generazioni, solo per passione. Sono coloro che, offrendo un formaggio, ci mettono la faccia. Soprattutto perché basano il proprio business sulla relazione diretta e uma-na con il cliente.

e l’altro 30%?Lo sviluppiamo con la media e grande distribuzione, che al

giorno d’oggi sono sempre più attente al piccolo produttore e all’innovazione dei prodotti, cercando di esaudire le esigenze di una clientela variegata.

i vostri clienti hanno risentito del particolare momento congiunturale?

Non più di tanto, perché la qualità continua a fare la differen-za, nonostante il momento non sia facile. Il consumatore è più attento a ciò che acquista e ha le idee molto chiare. Soprattut-to se alla base c’è un rapporto di fiducia e di contatto diretto con il suo venditore.

un’ultima domanda. Qual è il segreto per un business che funziona?

L’innovazione. ecco perché ricerchiamo prodotti sempre nuovi e dedichiamo un’attenta cura alla grafica e ai pack dei prodotti che immettiamo sul mercato.

Samanta Torchia

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Novembre 2012

Il 2011 è stato un anno record nella produzione del latte. A sotto-linearlo è Ifcn (International farm comparison network), una rete globale di ricercatori provenienti da 90 paesi, che cooperano con 93 aziende della filiera lattiero ca-searia.

Secondo i dati del network, nel 2011 la produzione di latte è cresciuta del 3.2%, ri-spetto all’anno precedente, ovvero di 22.6 milioni di tonnellate.

La crescita è stata superiore rispetto a quella del 2010 (16.3 milioni) e persino maggiore al record del 2005/2006. Fattori chiave sono stati il prezzo favorevole e le condizioni climatiche, così come l’aumento delle materie grasse negli Stati Uniti. princi-

pali paesi dove si è verificata la cresci-ta sono stati: India, europa (eu 27),

Usa, Nuova Zelanda, pakistan, Argentina, brasile e Cina,

unitamente alle regio-ni dell’Africa setten-

trionale e orientale. Una diminuzione è stata invece

registrata in russia, Ucraina, Iran e bielorussia.In parallelo con la crescita della pro-

duzione, c’è stato un aumento del prez-zo del latte, dovuto all’incremento del

costo del mangime nel 2011 (+ 38.5%).

L’aumento è stato più importante nei sistemi fortemente basati sulla produzione casearia. Inoltre un gran numero di paesi emergenti - come Cina, India e brasile - hanno mostrato un forte aumento dei costi determinato da un innalzamento del livello dei salari.

In termini di redditività, il 2011 mostra buoni risultati in quanto, nella maggior parte dei paesi, il prezzo del latte è aumentato più dei costi.

Alla conferenza di Ifcn, che si è svolta a dublino in settembre, tutti i ricercatori presenti hanno previsto, anche per il 2012 – 2013, una crescita della produzione del proprio paese di provenienza che Ifcn stima in 20-22 milioni di tonnellate.

La previsione è basata sul prezzo in dol-lari (40$/100 Kg di latte) e sull’attuale costo dei mangimi. Il dato, in base all’esperienza dell’anno scorso, dimostra una buona atten-dibilità (per il 2011 Ifcn aveva infatti previsto una crescita di 22.5 milioni).

Nel maggio 2012 il prezzo mondiale del latte (basato su quello della polvere di latte scremato e del burro) è sceso a 35 dollari (29 euro) per 100 chili.

Questa cifra sta influenzando i prezzi dei produttori in ogni paese ed è determinata dall’equilibrio tra offerta e domanda. L’attua-le prezzo basso è il risultato di una forte crescita dell’offerta nei paesi con surplus di produzione rispetto alla crescita della do-

manda nelle regioni con deficit produttivi.Nel periodo novembre 2009 - aprile

2012 i prezzi del mercato mondiale si sono dimostrati abbastanza stabili, tra i 40 e i 50 dollari per 100 chili di latte. In questo lasso di tempo la crescita della domanda di lat-te è stata lievemente più forte che quella dell’offerta e le quantità mancanti sono state fornite al di fuori delle riserve. Attualmente i prezzi relativamente alti hanno creato una situazione in cui l’offerta è maggiore della domanda. per questo il prezzo del latte è sceso sotto i 40 dollari.

Nel futuro, la volatilità del prezzo del lat-te a livello mondiale dipenderà fortemente dalla costituzione di riserve strategiche e dai costi di filiera. Ovvero dai ricarichi derivanti dai passaggi tra produttori, caseifici, distribu-zione e consumatori.

diversi fattori indicano come l’industria casearia stia fronteggiando una situazione di mercato caratterizzata da prezzi bassi. La domanda chiave quindi è: quanto sarà lungo questo periodo?

In passato l’intervallo è stato di circa 3 anni e mezzo, quando il prezzo globale rag-giunse livelli molto alti alla fine del 2007 e all’inizio del 2011. Considerando tale lasso di tempo come durata del ciclo, la prossima fase di picco avverrà nel 2014.

Mariachiara Ronzoni e Samanta Torchia

produzione e prezzi in crescita rispetto al 2010. Buone anche le previsioni

per i prossimi anni.i dati del network internazionale ifcn

sugli sviluppi del settore caseario.

dATI & sTATIsTIchE

latte: 2011, UN ANNO reCOrd

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Foto: Mariaelisabetta Realini

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19

Novembre 2012Novembre 2012

Società Paese Luoghidi trasformazione

Market share in % nella produzione

mondiale

IFCN TOP 20/2012 - TraSFOrMaTOrI dI LaTTe

Fonterra Co-operative GroupDairy Farmers of AmericaGroupe Lactalis (Parmalat)NestlèDean FoodsArla Foods/MUH/Milk LinkFrieslandCampinaDanoneKraft FoodsDmkSaputo Inc.Glanbia GroupLand O’ Lakes Inc.California Dairies Inc.Unternehmensgruppe Theo MullerGroup SodiaalMengniu Dairy Company Ltd.Gcmmf (Amul)Yili GroupBongrain Sa

Nuova ZelandaUsa

FranciaSvizzera

UsaDanimarca/Svezia

Paesi BassiFrancia

UsaGermania

Canada/UsaIrlanda

UsaUsa

GermaniaFrancia

CinaIndiaCina

Francia

InternazionaleUsa

InternazionaleInternazionale

UsaDK/SE/DE/UK

NL/DEInternazionaleInternazionale

GermaniaCanada/Usa/Argentina

InternazionaleUsaUsa

InternazionaleFrancia

CinaIndiaCina

Internazionale

3.0%2.4%2.1%2.1%1.7%1.7%1.4%1.1%1.1%1.0%0.9%0.8%0.6%0.6%0.6%0.6%0.6%0.6%0.6%0.5%

1234567891011121313151617181920

24%

produzione e prezzi in crescita rispetto al 2010. Buone anche le previsioni

per i prossimi anni.i dati del network internazionale ifcn

sugli sviluppi del settore caseario.

Paese Produzione in mil tons ecm*

I MaggIOrI PaeSI PrOdUTTOrIdI LaTTe NeL 2012

IndiaUsaPakistanCinaBrasileGermaniaFederazione RussaFranciaNuova ZelandaRegno UnitoPaesi BassiTurchiaPoloniaArgentinaItalia

137.584.341.633.932.031.130.125.221.314.112.712.212.011.411.3

123456789

101112131315

199719981999200020012002200320042005200620072008200920102011

0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24

La produzione di latte dal 1997 al 2011*

* mil tons in Ecm (latte arricchito)

Somma dei top 20

*Latte arricchitoFoto: Mariaelisabetta Realini

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Novembre 2012 PRIMO PIANO

“Banco alimentare: aiutateci ad aiutare”

“Aiutare chi aiuta. e’ questo il nostro motto”, esordisce così gianluigi Valerin, presidente dell’Associazione banco Alimen-tare Lombardia. e precisa: “La mission della Fondazione banco Alimentare onlus è semplicissima: raccogliere le eccedenze ali-mentari di aziende e supermercati, per di-stribuirle a chi ne ha bisogno. In sintesi, non ci sostituiamo alle realtà caritative presenti sul territorio. Ma le aiutiamo a svolgere la loro attività”. e i numeri mostrano che non sono poche le realtà caritative e le associa-zioni che, in questi anni, grazie anche all’im-pegno di una onlus come il banco Alimen-tare, hanno potuto continuare ad assistere chi, in Italia, vive in condizioni di povertà. “Nel 2011 la fondazione banco Alimentare ha raccolto ben 58.390 tonnellate di pro-dotto, distribuite a 8.673 strutture carita-tive. Che, a loro volta, hanno consegnato questi prodotti a 1.700.000 persone biso-gnose. risultati possibili grazie al coinvolgi-mento di ben 1.500 volontari, a cui si devo-no affiancare le 118 persone che lavorano per la Fondazione banco Alimentare”. Sul fronte dei quantitativi raccolti, vale la pena ricordare che, lo scorso anno, ben 9.600 tonnellate di prodotti alimentari sono sta-ti il frutto della giornata nazionale della colletta alimentare. Che, quest’anno, va in scena il prossimo 24 novembre. e, anche per questo evento, si è davanti a numeri ‘mozzafiato’: 9mila punti vendita coinvolti, 5 milioni di italiani che hanno destinato parte della loro spesa all’iniziativa, 120mila volon-

tari impegnati. Numeri significativi, soprat-tutto se si considera il contesto economico nazionale. “Solo in Lombardia il numero di persone bisognose, nel 2011, ha raggiunto le 200mila unità. Lo scorso anno, in questa regione, sono state raccolte dall’Associa-zione banco Alimentare 12mila tonnella-te di generi alimentari, distribuite a 1.300 strutture caritative”.

e’ evidente che, oltre alla giornata na-zionale della colletta alimentare, l’opera del banco Alimentare, a livello nazionale, può proseguire grazie anche al coinvolgimento di aziende del comparto agroalimentare, della grande distribuzione organizzata e della ristorazione. “Un contributo impor-tante proviene dall’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Si parla, infatti, di oltre 41mila tonnellate. A questo ente si affiancano aziende e distribuzione da cui ri-ceviamo un’ampia varietà di alimentari: dal prodotto confezionato, come pasta, biscot-ti, scatolame, conserve, a quello fresco. Nel 2011, ad esempio, abbiamo raccolto poco meno di 4mila tonnellate di ortofrutta. La nostra struttura, infatti, ci consente di con-servare in modo ottimale anche referenze di questo genere, grazie alla presenza di celle frigorifere e di attrezzature adeguate per lo spostamento di queste merceologie. Non manca poi la formazione rivolta ai vo-lontari delle varie strutture caritative che serviamo, per far si che il ritiro dei prodotti dai punti vendita, piuttosto che dalle azien-de, avvenga in modo adeguato, così da mantenerne inalterata la qualità. e’ grazie

a questi accorgimenti, che oggi riusciamo a garantire alle strutture caritative che ser-viamo e, di conseguenza, alle persone bi-sognose, un’offerta che sia adeguata anche dal punto di vista nutrizionale. Non solo. grazie alla collaborazione con la ristora-zione, nel 2011 a Milano sono state raccol-te un milione e 300mila porzioni che sono state inviate alle mense di solidarietà”. Sul fronte delle industrie dell’agroalimentare e della grande distribuzione organizzata, nel 2011 il coinvolgimento delle prime ha do-nato ben 10.020 tonnellate di eccedenze. Mentre le 15 catene della gdo, con le quali la Fondazione banco Alimentare collabora, hanno invece, donato 3mila tonnellate di prodotto. Nonostante questi risultati, però, c’è ancora spazio per nuove realtà della di-stribuzione e della produzione. “Le formule di collaborazione sono molteplici. Nell’am-bito della responsabilità sociale di impre-sa esistono diverse modalità per poter contribuire all’opera svolta dalla rete ban-co Alimentare: in alcuni casi, ad esempio, sono state organizzate delle vere e proprie giornate di solidarietà che hanno portato nei nostri magazzini i dipendenti di alcune aziende. Si possono realizzare attività di co-marketing e, soprattutto, si possono offrire le eccedenze alimentari: grazie alla nostra struttura siamo in grado di ritirare diretta-mente la merce dai magazzini dell’azienda piuttosto che dalla piattaforma dell’insegna distributiva”.

Nunzia Capriglione

e’ l’invito rivolto ad aziende e distribuzione. In vista della giornata nazionale della colletta alimentare.grazie al loro sostegno, la Fondazione, ogni anno, può supportare,indirettamente, 1.700.000 persone indigenti.

le eccedenze recuperate nel 2011, fonte per fonte (tonnellate)

41.070 AGEA

10.020 INDuSTRIE AGRoALIMENTARI

3.940oRToFRuTTA

3.000GDo

360RISToRAzIoNE oRGANIzzATA

totalE

58.390

la rete sul territorio

oRGANIzzAzIoNI (LoCALI) BANCo ALIMENTARE

VoLoNTARI

DIPENDENTI E CoLLABoRAToRI

211.500118

STRuTTuRE BENEFICIARIE 8.673PERSoNE BISoGNoSE ASSISTITE (ATTRAVERSo LE STRuTTuRE BENEFICIARIE) 1.700.000

Volontari al lavoro per la Giornata nazionale della colletta alimentare

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Novembre 2012 PRIMO PIANO

Milano e Napoli sono state le due tappe del programma di incoming organizzato, lo scorso ottobre, dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese ita-liane (ex Ice), con la par tecipazione di 12 buyer cinesi. gli operatori, che per quattro giorni hanno incontrato gli esponenti dell’industria alimentare italiana, erano rappresentanti sia di alcune impor tanti insegne distri-butive locali, sia di note società di impor tazione. “Non dimentichiamo che, oggi, l’expor t del Made in Italy ver-so la Cina vale 1,54 miliardi di dollari.

Un dato che, nell’ultimo biennio, si è mantenuto sta-bile”, spiega un entusiasta Antonino Laspina, direttore dell’ufficio Ice a pechino, nonché coordinatore della rete Ice in Cina.

In questo risultato, anche all’alimentare spetta la sua par te. “I dati, relativi allo scorso agosto, mostrano in-crementi a doppia cifra per il beverage (+21,86%) e nell’ordine del 100% per alcuni prodotti, come quelli da forno e gli oli, che sono entrati nel mercato cinese solo nel corso dell’ultimo anno. Si è davanti a risultati che superano anche le aspettative più realistiche. Cer-to, si parla, ovviamente, di numeri contenuti: siamo in una fase di crescita e non di consolidamento”.

ma allora in Cina c’è davvero spazio per il food made in italy?

Indubbiamente. Non solo c’è spazio, ma già oggi l’of-fer ta è degna di nota: quando si parla di alimentare ita-liano in Cina, si fa riferimento a 200 diverse cantine di vini, dieci diversi brand nel compar to delle acque mi-nerali. buona anche l’offer ta nel settore del caffè, con sette marchi, in quello dei pomodori pelati e dell’aceto, entrambi con cinque brand. Mentre sia per i prodotti da forno che per gli oli si parla di dieci marchi, mentre ne vanta 15 l’offer ta della pasta.

Qual è il target di riferimento per l’italian food?Indubbiamente si sta parlando della fascia di popo-

lazione che vanta un reddito medio alto: manager che hanno vissuto per un cer to periodo di tempo nel Vec-chio Continente, nonché stranieri, italiani inclusi, che vivono in Cina. Ci sono comunque diversi elementi che hanno contribuito all’ingresso del prodotto italiano nel paese.

Vediamoli da vicino.Il mondo della moda sta influenzando molto anche

le abitudini alimentari. e, di conseguenza, l’ingresso del cibo estero in Cina. Chi visita l’Italia per ragioni legate al fashion, inevitabilmente entra in contatto con l’agro-alimentare. Quindi, quando torna a casa, cerca i pro-dotti che ha degustato nel nostro paese. Non a caso, i prodotti da forno, con i biscotti da pasticceria secca in prima linea, sono quelli che, più facilmente, si trovano nelle case dei cinesi. Un altro fenomeno che agevola la diffusione del Made in Italy è rappresentato dal target dei kids, con un’età compresa tra i sei e i dieci anni. Una fascia di età che ama molto gli spaghetti. Infine, un altro aspetto impor tante è rappresentato dal livello di sicurezza dei prodotti italiani.

effettivamente, abbiamo molto da dire in merito. Cer to. ed è proprio su questo elemento che, come

Agenzia per lo sviluppo e la promozione, abbiamo la-vorato molto. Nel corso di diversi incontri con gli ope-ratori locali, è stato più volte sottolineato che la qualità del prodotto italiano è confermata dal successo che il cibo Made in Italy registra in tutto il mondo: dagli Stati Uniti al brasile, dalla russia all’Australia. per citare solo alcuni esempi.

l’ingresso in Cina di prodotti esteri è sottoposto a diverse barriere sanitarie…

esatto. Sebbene possa sembrare un paradosso, sul fronte dell’impor t la Cina è rigorosissima. Oltre al ri-spetto di precise procedure sanitarie, è necessario im-por tare prodotti con un packaging adeguato al mercato locale. Ad esempio, è fondamentale che le etichette ripor tino il nome dell’impor tatore. perché le autorità locali si rivolgono a questo operatore nel caso di par-ticolari problematiche. Questi sono fattori da conside-rare perché molto spesso le imprese italiane assimilano la Cina ad altri mercati più semplici, ma questo è un atteggiamento scorretto.

oltre ai prodotti da forno, quali sono le possibilità per i salumi e i formaggi?

per quel che riguarda i salumi, attualmente in Cina sono ammessi solo i prosciutti di parma e di San daniele dop realizzati da salumifici che vantano la cer tificazione della quarantena cinese. Sul fronte dei formaggi, invece, è necessario sfatare il mito che vede questa tipologia di prodotto esclusa dal mercato cinese. Non è vero che è vietata l’impor tazione dei formaggi ma, anche in questo caso, sono necessarie alcune cer tificazioni sanitarie spe-cifiche. Non è scorretto paragonare la Cina con l’India.

Quali sono gli aspetti che i produttori italiani do-vrebbero migliorare per rafforzare la loro presenza nel paese?

In Cina, l’appeal del prodotto italiano è elevato. Come accennato, per impor tare il prodotto la prassi burocra-tica da seguire è molto lunga. Quindi, se l’impor tatore locale è disposto a seguire tutto l’iter richiesto significa che il brand italiano è anche un elemento di prestigio per la propria offer ta. pur troppo le aziende italiane, a volte, approcciano in modo non adeguato il mercato cinese. Notiamo, infatti, che spesso la strategia commer-ciale non è accompagnata da un intenso programma di promozione nei punti vendita. Quest’ultimo è un ele-mento fondamentale, anzi imprescindibile, per avvicina-re e far conoscere il prodotto italiano al consumatore cinese. Ad esempio, nel compar to della pasta non si è verificato un vero e proprio boom proprio perché non è mai stata organizzata un’attività promozionale impat-tante.

in concomitanza degli incontri italiani, in alcuni pun-ti vendita delle insegne coinvolte nell’iniziativa, si sono svolte delle in store promotion?

Cer to, si è spiegato, ad esempio, ai consumatori cinesi come si può abbinare il formaggio con il pane. Oppu-re, si è focalizzata l’attenzione dei clienti sul tiramisù, il dolce italiano più noto a livello mondiale. Sono quindi state create delle aree in cui alcune promoter mostra-vano come utilizzare i savoiardi, il caffè e il mascarpone per creare il prodotto finito. Non dimentichiamo che, il più delle volte, siamo davanti ad alimenti molto lontani dalla cultura e dalla tradizione gastronomica del paese. e’ dunque fondamentale mostrare sia come si cucinano singolarmente, sia quali sono gli abbinamenti migliori.

ma, generalmente, nelle grandi superfici trovano po-sto i prodotti italiani?

In Cina oltre alle insegne locali sono presenti le più grandi realtà distributive europee. penso a nomi come Metro e Carrefour. Comunque, in entrambi i casi, l’as-sor timento annovera i prodotti internazionali, inclusi quelli italiani. ripeto, il problema principale è fare infor-mazione e formazione, coinvolgendo i consumatori. Ad esempio, in occasione delle Olimpiadi era stata ideata un’impor tante operazione di questo tipo con Metro Cash&Carry. Che aveva por tato risultato impor tanti.

Cresce l’appeal dei prodotti di casa nostra tra i consumatori cinesi. più di 200 i brand presenti. e c’è ancora spazio per crescere.

Antonino Laspina, direttore dell’ufficio Ice a Pechino

di Nunzia Capriglione

drAgONI d’

Fonte: ufficio Ice Cina

L’IMPORT IN CINA

I MARChI ITALIANI SETTORE PER SETTORE

FORMAGGI - IMPORTAzIONI 2009-2011(in milioni di dollari Usa)

Paese

Nuova Zelanda

australia

Stati Uniti

Francia

Italia

2009

31,320

16,352

7,696

3,817

2,267

2010

50,701

21,322

12,765

5,032

3,151

2011

58,160

28,651

28,528

6,030

4,788

Variazione 11/10

14,71%

34,38%

123,48%

19,85%

51,98%

1

2

3

4

5

Fonte: China Custiom Statistics

Per quantitativi di formaggi esportati in Cina, l’Italia è il quinto paese. Nel 2011, però, le vendite verso questo mercato hanno registrato un incremento di circa il 52%.

200 vini

15

7

pasta

caffè

10

6

10

5

10

5

prodotti da forno

sottolie sottaceti

olio

pomodoripelati

acque minerali

aceto

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Novembre 2012

23

Formaggi & Consumi ha incontrato i rappresentati di due importanti gruppi cinesi: Olè e Jenny Lou’s. Che spiegano le loro strategie in materia di italian food.

LE INSEGNE LOCALI

Glory world è la società fondata da Gloria Lu, nel 2011. Core business dell’azienda è l’importazione di prodotti alimentari. Gloria è figlia d’arte: suo padre, infatti, è il fondatore dell’insegna Jenny Lou’s, principale cliente della società di importazione, con dieci punti vendita tutti situati a Pechino. “Un elemento contraddistingue questi supermercati: l’80%

del loro assortimento è costituito da pro-dotti alimentari esteri. I negozi, infatti, sono situati in aree in cui la presenza di cittadini stranieri è molto elevata”, spie-ga Gloria Lu. “In questa offerta un posto importante spetta all’alimentare italiano. Siamo orgogliosi di poter affermare che, nelle nostre superfici di vendita, sono di-sponibili molti dei marchi presenti nei più importanti supermercati italiani”. Anche per Jenny Lou’s, biscotti, cioccolato, ma anche vino, pasta, formaggi sono alcu-ni dei prodotti italiani più interessanti. La partnership tra Glory world e l’insegna di-stributiva nasce con un obiettivo preciso: “Indubbiamente, grazie alla nostra socie-tà, siamo riusciti ad accorciare la filiera. E a ridurre i costi. Inoltre, possiamo mo-nitorare ancora meglio il livello qualitati-vo delle produzioni, intervenendo anche nella selezione delle aziende fornitrici. Il

nostro obiettivo, comunque, è incrementare il parco clienti e raggiungere anche altre impor-tanti aree del Paese. Attualmente, infatti, già vantiamo un efficace magazzino centrale che ci consente di consegnare la merce in tempi brevi”.

L’insegna Olè ha una storia giovane: il primo punto vendita, infatti, ha aperto i battenti il 9 dicembre del 2004. Ma la realtà aziendale di cui fa parte il Gruppo è ben radicata sul territorio. Si parla infatti di Vanguard Group, un vero e proprio gigante della distribuzione, con 4mila punti vendita e 200mila addetti. Oggi, sono 28 i supermercati Olè situati in centri come Pechino, Shangai, Shenzhen, Hangzhou, Ningbo, Shenyang, Guangzhou, Chongqing, Chengdu e Jinan. “Attual-mente, i prodotti italiani sono presenti nell’assortimen-to di 19 di questi supermercati”, spiega Anita P.M. Ng, purchasing controller dell’insegna. “Nel corso di questi giorni in Italia, vogliamo incontrare soprattutto produttori di pasta, olio di oliva, conserve e prodotti da forno. Perché sono queste le referenze sempre più richieste dai consumatori cinesi”. E, proprio in merito al pubblico del Paese asiatico, il sentiment del purchasing controller è positivo: “I consumatori cinesi stanno cambiando molto. Il loro reddito è in crescita, cercano nuovi prodotti alimentari, sono aperti alle culture e alle tradizioni straniere. Tra cui anche quella italiana”. Anita P.M. Ng mostra di essere molto netta anche in merito ai plus che un’azienda italiana, e le sue produzioni, devono vantare qualora fosse interessata ad intraprendere una rela-zione di business con l’insegna Olè: “La qualità del prodotto, il miglior prezzo e il sostegno in termini di promozione sono tre fattori fondamentali per la nostra società”.

Jenny Lou’s/Glory world Gruppo Olègloria lu, general manager anita p.m. ng, purchasing controller

10: i punti vendita, tutti situati a Pechino

80%: quota dei prodotti esteri sull’assortimento complessivo

lo stand di

lo stand di lo stand di

ALIMENTANDOIL QUOTIDIANO DEL SETTORE ALIMENTARE

www.alimentando.info

DIRE. FARE. MANGIARE.

ITALI A

Anita P.M. Ng

80%10

quota dei prodotti esteri sull’assortimento complessivo

i punti vendita, tutti situati a Pechino

2004281%

anno di nascita

i punti vendita

incidenza del fatturato Olè sul giro d’affari del China resources Vanguard Group, che conta 4mila punti vendita

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Cibi che cambiano il mondo. e’ sta-to questo il tema dell’edizione 2012 del Salone del gusto che quest’anno, per la prima volta, era una cosa sola con Terra madre. La kermesse ha aper-to i battenti il 25 ottobre presso il Lingotto Fiere di Torino e si è conclusa il 29 ottobre. Complessivamente, ha chiamato a raccolta mille espositori provenienti da 100 paesi, su una superficie di 80mila metri quadrati. Ottimi anche i numeri relativi ai visitatori. A manifesta-zione conclusa, si sono infatti contati 220mila visitatori italiani e stranieri, in crescita del 10% rispetto all’edizione precedente. Sono stati 16mila i partecipanti alle 56 conferenze, 8mila gli studenti e 3700 i bambini che hanno preso parte alle attività educative. “La fusione tra Sa-lone del gusto e Terra madre ha reso questa edizione la più bella di sempre, permettendo uno scambio continuo tra i paesi, mescolando profumi e nazionalità, in cui è stata notevole la partecipazione dei giovani, produttori, delega-ti e semplici visitatori”, ha dichiarato roberto burdese, presidente di Slow food Italia, nel cor-so della conferenza stampa di chiusura della kermesse. Che continua a presentarsi come un mercato destinato sia al grande pubblico, sia agli operatori. Nonostante la crisi, sembra che i consumatori siano ancora disposti a pa-gare un biglietto d’ingresso (20 euro prezzo intero, 16 euro prezzo ridotto, per le comiti-ve) per conoscere più da vicino le produzioni alimentari di nicchia di cui, il nostro paese, è ricco. Indubbiamente, per le aziende espositrici il contatto con i clienti finali è importante: le vendite consentono anche di “ripagare” la cifra spesa per l’affitto dello spazio espositivo. Che, vale la pena ricordare, nel panorama fieristico attuale, è uno dei più contenuti. Non solo. Il Salone del gusto rappresenta un’ottima vetri-na per far conoscere il prodotto e il proprio marchio.

Tuttavia, non è oro tutto quel che luccica. In-fatti, per come è strutturata la manifestazione, la presenza degli utenti finali con gli operatori del settore (buyer) crea - a detta degli espo-sitori - alcune problematiche (vedi box nella pagina accanto). In molti casi si rischia di de-dicare molto tempo e attenzione a semplici curiosi interessati, più che al prodotto e ai suoi plus, alla possibilità di degustarlo gratuitamente.

Mentre davanti allo stand, in fila, ci sono anche operatori professionali seriamente intenzionati ad acquistare il prodotto per esporlo e ven-derlo nei loro negozi.

ecco allora una richiesta avanzata da più espositori che abbiamo incontrato. perché non dedicare, nel corso della kermesse, al-meno due giorni solo ed esclusivamente agli operatori? O, in alternativa, identificare, all’in-terno della giornata, un lasso di tempo in cui si aprono le porte al pubblico e uno dedicato solo ed esclusivamente ai buyer, siano essi della gd o del dettaglio tradizionale, italiani piutto-sto che esteri? del resto, il respiro internazio-nale del Salone del gusto è uno degli elementi fondamentali che ormai da anni spinge diverse aziende a partecipare alla kermesse. La mani-festazione biennale organizzata da Slow food è diventata un appuntamento fisso per i buyer di alcune importanti catene internazionali di Asia, Australia e Americhe. Senza dimenticare pae-si europei come germania, Francia, Spagna e Svizzera. diverse aziende dell’alimentare, pro-prio in occasione delle precedenti edizioni del Salone, hanno incontrato operatori che, anco-ra oggi, sono loro clienti. e’ in virtù di questi “casi di successo” che gli espositori chiedono, ora a gran voce, di dedicare agli operatori pro-fessionali tempi e spazi ben mirati e dedicati.

Ma non è tutto. L’edizione 2012 del Salone del gusto ha portato alla luce alcune lacune sul fronte della logistica interna. Innanzitutto a di-versi espositori, soprattutto del comparto del fresco, è piaciuto poco dover inviare la merce con alcuni giorni di anticipo – forse troppi – per poi lasciarla in stoccaggio nel magazzino. Ma i veri problemi sono sorti mercoledì – giorno di allestimento - e giovedì – giornata di apertura. Nel primo caso, diversi corrieri, hanno potuto scaricare la loro merce solo dopo sei ore dal loro arrivo al Lingotto. Nel secondo caso, invece, fin dalle prime ore della mattinata, si sono formate code ai parcheggi, ai banchi di registrazione, agli ingressi. Così, c’è chi è entrato al Salone solo dopo due ore l’orario di arrivo al Lingotto. Con conseguenti ed evi-denti disagi.

Solo una nota finale. d’accordo, la manife-stazione è organizzata da Slow Food. Ma in certi casi essere un po’ più “fast” non guaste-rebbe.

In scena - dal 25 al 29 ottobre, al Lingotto fiere di Torino - la manifestazione organizzata da Slow Food. Oltre 220mila visitatori (+10%), conferenze e laboratori didattici.

Un Salone dal gusto dolce. ma anche amaro

REPORTAGE

Quattro portoni Beppino Occelli

Il Consorzio tutela grana padano I formaggi Busti

Latteria sociale della Valtellina Caseificio Pinzani

dai nostri inviati Nunzia Capriglione,

Alice Realini, Ilaria Mariani,

Francesco Mariano e Matteo Napolitano

le aZiende presenti in fiera

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i numeri della rassegna

220.000+10%80.0001.00016.0008.0003.700

visitatori

incrEmEnto rEgistrato risPEtto aLL’EDiZionE PrEcEDEntE

suPErficiE EsPositiva (im mQ)

gLi EsPositori

PartEciPanti aLLE 56 confErEnZE

stuDEnti chE hanno visitato La kErmEssE

bambini chE hanno PrEso PartE aLLE attività EDucativE

Con una mail inviata alla redazione di Formaggi&Consumi, il responsabile commer-ciale di un’azienda del parmense racconta la sua esperienza al Salone del gusto: “Il sotto-scritto è stato al Salone del gusto nella gior-nata di giovedì 25 ottobre. Il gusto per me è stato amarissimo, se non altro perché ho avuto modo di constatare che una famiglia normale di quattro persone con figli non troppo piccoli, doveva comunque spendere 50 euro per en-trare e poi spendere altri soldi (non pochi, lo ammetto), per acquisire le specialità esposte in Fiera. Non proprio il massimo visti i tempi che corrono e la crisi sempre più imperante”. Il responsabile commerciale, inoltre, non può non guardare la manifestazione con gli occhi

dell’operatore di mercato: “Inoltre di addetti ai lavori, in una giornata come il giovedì, che mi aspettavo piena, poiché consideravo il week-end più allettante per i singoli consu-matori, non ne ho visti per niente (a parte i soliti perditempo di venditori di servizi in gran parte inutili). Personalmente sono d’accordo con voi: la presenza dei privati scoraggia gli operatori ad andare in Fiera, e le aziende che partecipano, soprattutto in periodi come questo, hanno maggiormente bisogno di ope-ratori più che di privati. Sorprende che Petrini & Co. non abbiano colto per niente questo aspetto, in un contesto dove sicuramente a guadagnarci sono stati sicuramente loro o, forse, soltanto loro”.

La conferenza stampa di chiusura del Salone del gusto e Terra madre è stato il palcoscenico scelto da Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia, per lan-ciare la sua proposta, alternativa, a Expo 2015. Come ha sottolineato nel corso della conferenza: “Abbiamo già archiviato da tempo l’ipotesi di una collaborazio-ne con Milano, per cui stiamo ragionando su cosa fare a Torino e in Piemonte”. Proprio in virtù di questa situazione, sembra che al vaglio ci siano già alcune ipotesi e proposte: “L’idea è fare un calendario di eventi che coprano i sei mesi dell’Expo”. E precisa: “Ovviamente non sarà un doppione di Salone del gusto e Terra madre. Bisognerà studiare una formula che andrà costruita su misura. Torino è oggi una delle grandi capitali enogastronomiche e delle politiche del cibo. E per il 2015 giocheremo la nostra partita in un campo, quello del cibo e dell’alimenta-zione, nel quale siamo i più forti del mondo”.

l’esperienza di un operatore: “il gusto per me è stato amarissimo”

la boutade di Burdese: “per il 2015, un salone alternativo all’expo”

Caseificio Gennari

Brazzale

Latterie Vicentine

L’Antica Fattoria La Parrina

Il gusto al cubo: Botalla Formaggi, Birra Menabrea e Prosciuttificio Capanna

Caseificio Sepertino

Il Fiorino

Castagna Piccoli piaceri di montagna

In scena un momento della Parmigiano Night, allo stand del Consorzio di tutela

Latteria Alto Lario

Lo spazio Coop

Consorzio delle Vacche Rosse

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Gran Moravia grattugiato fresco 100 gr.www.granmoravia.it

Fette morbide di GranBiraghi www.biraghi.it

Alpigiana formaggio fresco 150 grammiwww.bayernland.it

Real Cabrewww.cabre.it

Breve descrizione prodottoFormaggio gran Moravia grattugiato in busta alluminata stand-up.IngredientiLatte, sale, caglio da coltura vegetale. Conservan-te: Lisozima proteina dell’uovo.Peso medio/pezzatureIl prodotto è disponibile in busta da 100 grammi.Caratteristiche La nuova funzionale confe-zione fornisce al consu-matore l’opportunità di approfondire, attraverso la tecnologia del Qr code, il primato di gran Moravia sul tema dell’ecosostenibili-tà e del waterfootprint. Shelf life75 gg.

Breve descrizione prodottogranbiraghi fette morbide nasce dal formaggio granbiraghi stagionato 7 mesi tagliato in 10 fette triangolari dallo spessore di un millimetro.IngredientiLatte 100% italiano, sale, caglio.Peso medio/pezzatureIl prodotto è disponibile in confezione pratica e richiudibile da 120 grammi (10 fette).Caratteristiche Le fette sono fresche e morbide, realizzate senza conservanti. Il taglio a spicchio delle fette rende riconoscibile il tipo di formaggio da cui proven-gono e la confezione salva freschezza permette un’ottima conservazione del prodotto. Shelf life72 gg.

Breve descrizione prodottoAlpigiana bayernland è un formaggio fresco a base di “quark”, nota specialità tedesca. La sua pasta è morbida, cremosa e facile da spalmare. Il prodotto vanta un gusto tenue e delicato, leg-germente acidulo. IngredientiLatte, fermenti lattici, sale, caglio microbico.Peso medio/pezzature150 grammi.Shelf life45 gg.

Breve descrizione prodottoreal Cabre viene realizzato esclusivamente con il latte italiano proveniente degli allevamenti dei soci Cabre che, dal 1954, ne garantiscono la qua-lità nel rispetto della tradizione dei maestri casari e del disciplinare Cabre. IngredientiLatte, sale, caglio, lisozima. Solo in crosta: conser-vanti e 235, e 160 b ed e 150 d.Peso medio/pezzatureIl formaggio è disponibile in forme da 2 Kg.Shelf life180 gg.

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schEdE PROdOTTO

Roccolo Divino www.casarrigoni.it

Breve descrizione prodottoFormaggio dalla caratteristica forma cilindrica che, al termine di un’accurata stagionatura di 150 giorni su assi di legno, in cantine ricche di muffe e dai profumi variegati, viene sottoposto ad una affinatura in vinacce di uva “raboso”. La pasta è morbida nel sottocrosta e leggermente asciutta nel cuore. IngredientiLatte, sale, caglio.Peso medio/pezzature2,8 Kg c.a.Caratteristiche Il roccolo divino vanta un sapore aromatico e intenso. Il prodotto esalta un insieme di diversi sapori e profumi grazie all’affinatura in vinaccia.Shelf life2 mesi.

Montagnawww.castagnasrl.com

Breve descrizione prodottoMontagna è un formaggio dal sapore dolce e de-licato, a pasta semicotta ottenuto da latte vacci-no parzialmente scremato. Vanta una forma tipi-ca triangolare che ricorda le montagne ossolane. IngredientiLatte vaccino pastorizzato, sale, caglio.Peso medio/pezzatureIl prodotto è disponibile sia da 7-9 Kg (montagne grosse), che da 3,5-4,5 Kg (montagne piccole).Caratteristiche Il formaggio vanta una crosta sottile, morchiosa e di colore rossastro. La pasta è di colore pa-glierino con varianti legate all’alimentazione del pascolo. Il formaggio è caratterizzato da una con-sistenza pastosa, morbida e fondente al palato. L’occhiatura è diffusa e tondeggiante, irregolare.

Cuor di capra www.chiodoformaggi.it

Breve descrizione prodottoFormaggio caprino semicotto a pasta bianca ten-dente al paglierino, compatta con rada occhiatu-ra, tenera ed elastica dal sapore dolce aromatico nelle forme giovani, e gradevolmente piccante in quelle stagionate.IngredientiLatte di capra pastorizzato, caglio di vitello, sale, fermenti lattici.Peso medio/pezzature3 Kg.Caratteristiche Cuor di capra vanta un sapore distintivo, carat-terizzato dagli aromi delle erbe aromatiche dei pascoli.Shelf life120 gg.

Formaggio Castel San Pietrowww.caseificiocomellini.com

Breve descrizione prodottoCaciotta semidura a breve maturazione. Il for-maggio Castel San pietro, prende il nome dal paese termale situato sul confine tra emilia e romagna, in cui si trova il caseificio Comellini.IngredientiLatte vaccino pastorizzato, fermenti selezionati, caglio e sale.Peso medio/pezzatureIl formaggio viene prodotto nel formato da 400 grammi ed è destinato sia al banco gastronomia, che al libero servizio, con un incarto a pellicola aderente. Nonché nei formati più grandi da 800 grammi e 1.600 grammi.Caratteristiche L’utilizzo di particolari fermenti selezionati nel-la realizzazione conferisce a questo formaggio una consistenza morbida e un sapore delicato. e’ però con l’avanzare della maturazione che il Castel San pietro mostra tutte le sue peculiari caratteristiche: all’esterno si manifesta una buc-ciatura che rimane solo accennata, mentre all’in-terno la pasta sviluppa un caratteristico cuore morbido.Shelf life18 gg.

Stracchino Conrado www.caseificiopugliese.com

Breve descrizione prodottoFormaggio fresco a pasta molle da tavola realiz-zato con latte piemontese di Alta qualità. IngredientiLatte vaccino proveniente da aziende piemonte-si selezionate, fermenti lattici, sale, caglio.Peso medio/pezzatureLo stracchino è disponibile in confezioni flow pack da 100 e 165 grammi.Caratteristiche Il prodotto presenta una forma caratteristica di panetto regolare in ogni superficie. Vanta un sa-pore gradevole, delicatamente acidulo. Lo strac-chino Conrado Alta qualità è caratterizzato da una pasta facilmente spalmabile, che si presen-ta morbida, cremosa, con tessitura omogenea, uniformemente compatta e priva di occhiature marcate. Shelf life21 gg.

Fetta perfetta www.fontinacoop.com

Breve descrizione prodottoFontina dop affettata e conservata in atmosfera modificata.IngredientiSale, latte, caglio.Peso medio/pezzatureVaschetta da 80 grammi (10 fettine da 8 grammi cadauna).Caratteristiche Formaggio a pasta semidura, leggermente oc-chiato e dal sapore caratteristico. Shelf lifeOltre 60 giorni.

Cuore di Orgosolowww.fattoriegennargentu.it

Breve descrizione prodottoFormaggio pecorino semistagionato a pasta cru-da.IngredientiLatte ovino, sale, caglio, fermenti lattici selezionati. Peso medio/pezzature4 Kg circa.Caratteristiche pecorino semistagionato di colore giallo paglieri-no che vanta un profumo intenso di latte e un gusto armonico di erbe. Si presenta con pasta semidura e con una rada occhiatura.Shelf lifeSei mesi se in forma intera; 120 giorni se in tranci.

Burro con tartufo www.meggle.it

Breve descrizione prodottoSpecialità gastronomica realizzata con burro di prima qualità e vere scaglie di tartufo italiano nero originario dell’Umbria. Ingredientiburro di alta qualità e scaglie di tartufo nero.Peso medio/pezzatureIl prodotto è disponibile in vasetto da 80 grammi. Caratteristiche Vanta un gusto particolare dal tipico sapore di tartufo e viene proposto con un packaging pre-zioso e raffinato.Shelf life60 gg.

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Crema spalmabile Parmareggio www.parmareggio.it

Mozzarella Mandara di latte di bufala www.alival.it

Breve descrizione prodottoLa crema spalmabile parmareggio viene ripro-posta con una nuova ricetta, priva di sali di fusione, ricca in calcio e fonte di vitamina A e, soprattutto, con il 40% di parmigiano reggiano dop.Ingredientiparmigiano reggiano dop 40% (latte, sale, ca-glio), acqua, panna, latte scremato in polvere, burro, amido di riso, addensante, farina di semi di carrube (e410). Peso medio/pezzatureIl prodotto è disponibile in vaschetta da 150 grammi. presenta un nuovo pack di migliore visibilità, con chiara indicazione del basso con-tenuto calorico ed un flash che evidenzia le caratteristiche nutrizionali.Caratteristichericca in calcio e fonte di vitamina A. Vanta un ridotto apporto calorico (solo 210 kcal/100 grammi) ed il 16,7% di grassi, oltre a una mag-giore spalmabilità ed un gusto più caratteri-stico.Shelf life120 gg.

Breve descrizione prodottoLa mozzarella Mandara di latte di bufala è un formaggio fresco a pasta filata ottenuto esclusivamente con latte di bufala 100% Italiano. Il prodotto vanta un colore bian-co porcellanato e una superficie liscia dalla crosta sottile, mai viscida né scagliata.IngredientiLatte di bufala, sieroinnesto naturale, sale, caglio.Peso medio/pezzaturedisponibile in pezzature da 200 grammi. CaratteristicheLa mozzarella si distingue per la sua struttura a sfoglie sottili, leggermente elastica. Vanta un sapo-re caratteristico e delicato. Shelf life25 gg.

Robiola con tartufo www.fattorieosella.it

Breve descrizione prodottorobiola realizzata con latte fresco piemontese, tartufo e ingredienti selezionati.IngredientiFormaggio fresco (95%) (latte, crema di latte, sale, caglio), preparazione al tartufo nero (5%) (funghi, olio di girasole, prezzemolo, fibra vegeta-le, aglio, sale, tartufo nero), regolatore di acidità (acido lattico, aroma, pepe nero).Peso medio/pezzatureLa robiola è disponibile in confezioni da 90 grammi.Caratteristiche e’ un formaggio caratterizzato dall’assenza di conservanti e realizzato con materie prime se-lezionate: dal latte, raccolto da allevatori nel rag-gio di 50 km dal caseificio, agli ingredienti tutti naturali e legati al territorio. Il gusto unico e la consistenza cremosa rendono il prodotto per-fetto per diverse occasioni di consumo: come antipasto, sfizioso snack tra i pasti o come se-condo piatto.

Breve descrizione prodottoFormaggio a latte crudo stagionato nell’antico borgo di Valcasotto, nelle Alpi Cuneesi.IngredientiLatte crudo di vacca, sale e caglio.Peso medio/pezzatureIl formaggio è disponibile in forme da 7 Kg.CaratteristicheQuesto raro e prelibato formaggio è prodotto in estate sui pascoli delle Alpi Cuneesi, in poche for-me, selezionate e numerate. dal gusto pieno ed invitante, ha profumo inten-so e persistente come quello che ricordava ai re il sole e le profu-mate erbe dei pascoli.Shelf life120 gg.

Valcasotto di alpeggio www.occelli.it

Cacio marzolino pura pecora www.caseificioilfiorino.it

Breve descrizione prodotto pecorino realizzato secondo metodi artigianali e con solo latte di provenienza dai pascoli maremmani.Ingredienti Latte ovino pastorizzato, caglio di vitello, sale e fer-menti lattici.Peso medio/pezzature Forma da 900 grammi.Caratteristiche Il Cacio marzolino pura pecora vanta una forma ovale tradizionale, schiacciata verticalmente con

scalzo tondo e crosta sottile appena accennata. Il prodotto presenta una pasta morbida e ben solubile nonché un sapore equilibrato, intenso e persistente. Shelf life Tre mesi.

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