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# Rivoluzion Anzio MENSILE A DIVULGAZIONE GRATUITA DEL CIRCOLO CHE GUEVARA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DI ANZIO GIUGNO 2020 GIOVANI COMUNISTI/E Osare lottare, osare vincere Duecento clacson per la cicogna DARE E AVERE SPECIALE EUTELIA ARTE D’IMPEGNO da pagina 3 da pagina 8 da pagina 15 IN QUESTO NUMERO: POSTER DI ERNESTO CHE GUEVARA FERRIERE E MINIERE DI CALABRIA ULTERIORE pagina 16 L’INSURREZIONE DELLA BONTÀ pagina 22

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Page 1: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

#RivoluzionAnzioMENSILE A DIVULGAZIONE GRATUITA DEL CIRCOLO CHE GUEVARA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DI ANZIO GIUGNO 2020

GIOVANI COMUNISTI/E Osare lottare, osare vincere

Duecento clacsonper la cicogna

DARE E AVERE SPECIALE EUTELIA ARTE D’IMPEGNO

da pagina 3 da pagina 8 da pagina 15

IN QUESTO NUMERO: POSTER DI ERNESTO CHE GUEVARA

FERRIERE E MINIEREDI CALABRIA ULTERIORE

pagina 16

L’INSURREZIONEDELLA BONTÀ

pagina 22

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#RivoluzionAnzio

La paura ancora viva e presente della pandemia all’interno della popolazione non ha fermato centinaia di cittadini di Anzio e Nettuno, che si sono ritrovati nel parcheggio antistante il Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti per manifestare tutta la loro rabbia nei confronti dell’amministrazione regionale per l’assurda decisione di chiu-dere il reparto di ostetricia e ginecologia.

A poco sono valsi i tentativi di placa-re gli animi messi in atto, con intem-pestivo ritardo, da alcuni politici del PD attraverso rassicurazioni sul fatto che il reparto sarebbe stato riaperto a fine emergenza Covid-19.

L’iniziativa, consistente in un flash mob della durata di circa mezz’ora, è perfettamente andata a segno grazie alla tenacia, al coraggio ed alla testar-daggine di tre giornaliste locali Linda Di Benedetto, Romina e Natascia Malizia che hanno deciso di accoglie-re le numerose segnalazioni di prote-sta inviate alla stampa da cittadini e

operatori sanitari del settore, eviden-temente stanchi di bussare a porte trovate immancabilmente chiuse o di aspettare la realizzazione di promes-se mai mantenute.La manifestazione si è svolta pacifica-mente e in assoluto ordine, nel pieno rispetto delle normative sul distan-ziamento sociale e sull’utilizzo dei dispositivi individuali di protezione.

L’appuntamento era fissato per le 11,30 nel parcheggio dell’ospedale ma già alle 11 si poteva notare una nutrita presenza di persone con rela-tivi cartelli al seguito, ognuno con un pensiero, un asupicio o una rimo-stranza indirizzata ai responsabili della chiusura dei reparti.Alle 12 in punto i manifestanti, ognuno seduto nella propria auto-mobile, hanno cominciato a suonare ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso applauso ha sancito il termine della manifesta-zione ed i partecipanti hanno comin-ciato a defluire ordinatamente e senza alcun intoppo o incidente.

All’evento hanno aderito alcune sezioni locali di partito, tra cui il circolo Che Guevara Prc di Anzio e Nettuno che si sono uniti, senza esibizione di bandiere o simboli, agli altri manifestanti. A questo proposito, infatti, le organizzatrici sono state categoriche nell’imporre il divieto di comizi, impedendo in questo modo a chiunque di “mettere il cappello” ad un’iniziativa che è nata, al contrario, sotto l’egida di semplici cittadini stanchi di subire.Le motivazioni della protesta locale si inseriscono in un movimento più vasto che ha visto anche i cittadini di Velletri, Colleferro e Anagni prote-stare per il medesimo motivo e si ricollegano alla ormai insopprimibile esigenza, resa ancor più urgente dall’emergenza epidemica, di rivendi-care il sacrosanto diritto alla salute nei confronti di chi ha continuato a perpetrare scelte sconsiderate e scellerate di tagli alla sanità ormai da decenni. Tali scelte hanno provocato ciò che è diventato palese agli occhi di tutti e ormai indifendibile da chic-chessia: interi ospedali e/o reparti chiusi o resi inutilizzabili, prestazioni ridotte all’osso, liste di attesa un po’ dovunque, anche se a macchia di leopardo a causa della regionalizza-zione delle prestazioni sanitarie...in-somma il re è nudo e i cittadini non sono più disposti a recitare la parte di sudditi!

Duecento clacsonper la cicogna

#RivoluzionAnzio pag. 2

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In questa “neonata” Rubrica (siamo alla seconda uscita) ci occupiamo di ASSISTENZA FISCALE e PATRO-NATO; certo saprete (e se non lo sapevate lo scoprite oggi) che il Circolo “Che Guevara” del P.R.C. di Anzio offre anche questo Servizio, rivolto a tutti, e non solo ai Compa-gni.

Nello scorso numero avremmo voluto trattare dell’ISEE, dei Bonus comunali e del modello 730, ma il Covid19 ha sbaragliato tutti, ed abbiamo dovuto dare spazio e risalto ai primi provvedimenti governativi per l’emergenza; lo facciamo con questo numero vogliamo riprendere da dove ci siamo dovuti interrompe-re, e certamente spiegarvi anche il nuovo Decreto.

Per ogni vostro bisogno potete scriverci a:

[email protected](lasciandoci un numero di telefono sarete richiamati da chi si occupa

del CAF/Patronato;

quando si potrà riaprire il Circolo ci saranno giorni stabiliti per incontri su appuntamento).

PROSSIME SCADENZE- Entro il 30 settembre va presentato il modello 730, per la dichiarazione dei redditi;- Con urgenza va fatto l’ISEE 2020, che vale fino al 31 dicembre ed è

necessario per poter chiedere gli aiuti stabiliti dal Decreto Rilancio;

- Per chi usufruisce di Bonus energia e simili vanno verificate le date di scadenza;

- Il 2 giugno scade il termine per chiedere i Bonus previsti per il mese di marzo dal Decreto 18/2020 (il “Cura Italia”).

CORONAVIRUS, LA SITUAZIONE

Parliamo del DECRETO RILANCIO; doveva essere “Aprile”, ma guardan-do il calendario appeso al muro (che evidentemente anche a Palazzo Chigi hanno) si sono resi conto che era già passato; probabilmente pareva brutto chiamarlo solo “maggio”, e si sono inventato il titolo “Rilancio”. Essendo molto articolato e lungo (l’ultima versione è di oltre 400 pagine) in questa rubrica tratteremo gli aspetti più pratici, che impattano sulla vita di tutti, e cioè il supporto al reddito ed i provvedimenti fiscali. Il Decreto è vigente dal 18 maggio.

MISURE PER I LAVORATORI DIPENDENTI:1) L’estensione fino al 31 luglio del congedo familiare col 50% della retri-buzione (30 giorni in totale); il conge-do senza retribuzione è concesso per in nuclei familiari con figli fino a 16 anni.

2) L’istituzione del Bonus “baby sitting” di 1200 euro (che può essere frazionato in più buoni, entro il limite).In alternativa il beneficiario può utilizzare il bonus per l’iscrizione dei figli ai centri estivi, o per i servizi integrati all’infanzia, o per i servizi socioeducativi per la prima infanzia (esclusi gli asili nido). Per i lavoratori del settore sanitario il bonus passa a 2000 euro.

3) La concessione di ulteriori 12 giorni per permessi retribuiti, usufru-ibili nel bimestre maggio/giugno (quindi, vista l’interpretazione dell’Inps sul medesimo argomento introdotto dal D.L. 18/2020, dobbia-mo ritenere si tratti di 6 giorni a maggio e 6 a giugno).

4) Il prolungamento al 31 luglio del periodo di sorveglianza attiva per i lavoratori pubblici e privati disabili gravi, a rischio da immunodepressio-ne, con esiti da patologia oncologica e per svolgimento di terapie salvavita (art. 3 co. 1 e 3 L. 104/1992).

5) La cumulabilità dei Bonus di questo Decreto con l’assegno ordi-nario di invalidità (L. 222/1984).

6) La proroga fino al 16 luglio della sospensione delle condizionalità per i percettori di RDC, NASPI, DISCOLL ecc.

7) La proroga fino al 15 agosto del divieto di licenziamento per giustifi-cato motivo oggettivo. Sono sospese per lo stesso periodo le procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo già in corso, ed il datore di lavoro che tra il 23 febbraio ed il 17 marzo ha provveduto al recesso del contratto di lavoro può revocarlo, attivando contestualmente la richie-sta di CIG.

8) La salvaguardia del Bonus Renzi e di quello sostitutivo da 100 euro per i lavoratori dipendenti, che sono riconosciuti anche nel caso in cui il lavoratore risulti incapiente per il minor reddito da lavoro dipendente nel 2020 a causa dell’emergenza sani-taria. Il datore di lavoro riconosce i benefici spettanti per il periodo nel quale il lavoratore fruisce delle misure di sostegno (CIG, CIGD, FIS ecc.) considerando la retribuzione contrattuale che sarebbe spettata normalmente. L’erogazione al lavora-tore deve iniziare a partire dalla prima retribuzione utile, e comunque entro il termine delle operazioni di conguaglio. 9) Bonus di 600 euro anche per aprile ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, erogato in modo automatico dall’INPS. Per maggio il bonus passa a 1000 euro. La stessa indennità spetta ai lavoratori in somministrazione, impiegati in imprese utilizzatrici ope-ranti nel settore turismo e stabili-menti termali, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e lo scorso 17 marzo, che non siano titolari di pensione, di rapporto di lavoro dipendente e di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto.

10) Bonus di 500 euro anche per aprile ai lavoratori agricoli, erogato automaticamente dall’INPS.

11) Bonus di 600 euro per aprile e

maggio agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, erogato automaticamente dall’INPS, a condi-zione di non essere titolari di rappor-to di lavoro dipendente o pensione alla data di entrata in vigore del Decreto. Il bonus viene erogato anche ai lavoratori con almeno 7 contributi giornalieri per il 2019 ed un reddito non superiore ai 35000 euro, ma solo presentando domanda all’INPS.

12) Bonus di 500 euro per aprile e maggio a lavoratori domestici, colf e badanti che al 23 febbraio avevano in essere uno o più contratti per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali; il lavoratore dome-stico non deve essere convivente col datore di lavoro. Questo non è cumulabile con gli altri Bonus, con l’RDC (fino a concorrenza) e con il REM; non spetta ai titolari di pensio-ne (ad eccezione dell’assegno ordina-rio di invalidità) e di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeter-minato diverso da quello lavoro domestico. Viene erogato dall’INPS in unica soluzione e previa domanda, che può essere presentata tramite il Patronato.

13) Fino alla fine dello stato d’eme-rgenza sanitaria i dipendenti privati con almeno 1 figlio sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il lavoro agile (smart working) anche in assenza degli accordi individuali (sempre che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalla L. 81/2017), a condizio-ne che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di stru-menti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’atti-vità lavorativa o che non vi sia genito-re non lavoratore. I datori di lavoro comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telemati-ca, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo

alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero.

14) Proroga di 2 mesi per NASPI e DISCOLL (se il periodo di percezio-ne si è interrotto tra il 1° marzo ed il 30 aprile), a condizione che il benefi-ciario non percepisca nessuno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020 e da questo. L’importo per ciascuna men-silità aggiuntiva è pari a quello dell’ultima mensilità della prestazio-ne.

15) Rinnovo, o proroga, fino al 30 agosto dei contratti di lavoro subor-dinato a tempo determinato in essere anche in assenza delle condi-zioni previste.

16) I percettori di CIG, CIGD, FIS, NASPI, DISCOLL e RDC possono stipulare, con un datore di lavoro agricolo, contratti a termine di 30+30 giorni, senza perdita dei diritti colle-gati a tali ammortizzatori sociali, nel limite di 2000 euro.

17) Sospensione, fino al 31 agosto, dei pignoramenti dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) su stipendi e pensioni, effettuati prima della data di entrata in vigore del Decreto. Fino alla stessa data non si applica il “vin-colo di indisponibilità”, ed il terzo pignorato rende fruibili le somme al debitore esecutato.

18) Ampliamento della possibilità di utilizzo del modello 730 ai dipenden-ti senza sostituto di imposta, al fine di garantire i conguagli derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Anche i dipendenti con sostituto d’imposta possono richiedere, col modello 730, il rimborso direttamente all’Ammini-strazione finanziaria e provvedendo al versamento delle imposte con il modello F24. Il rimborso verrà effet-tuato successivamente al 30 settem-bre, termine di scadenza previsto per la presentazione del modello 730.

19) Fondo di garanzia per anticipare

l’integrazione salariale ai lavoratori collocati in CIG e CIGD; le banche potranno concedere anticipazioni in conto corrente, con modalità ed importi stabiliti da apposito Decreto ministeriale.

20) Modifiche alle integrazioni salariali CIGO e CISOA per emer-genza Covid19:

- Il trattamento CIGO durata massi-mo 9 settimane, fruibili dal 23 febbra-io a 31 agosto, incrementate di ulte-riori 5 settimane nello stesso perio-do, a condizione che i datori di lavoro abbiano esaurito le prime 9 disponi-bili. Sono previste ulteriori 4 settima-ne da fruire dall’1° settembre al 31 ottobre, ma condizionate alla dispo-nibilità di fondi. Per i settori turismo/-fiere/congressi/spettacolo le ulteriori 4 settimane sono fruibili anche per periodi precedenti l’1° settembre. Ai beneficiari spetta l’ANF, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori ad orario normale. La richiesta deve essere preceduta dall’informazione, la consultazione e l’esame congiunto, svolti in via telematica entro i tre giorni successivi a quello di comuni-cazione preventiva. La domanda deve essere presentata entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività (pena la perdita di tutte le settimane salvo quella precedente la data di presen-tazione. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite ai periodi iniziati tra il 23 febbraio ed il 30 aprile;

- Il trattamento CISOA è concesso in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per un periodo massimo di 90 giorni, dal 23 febbraio al 31 ottobre, e comunque con termine del periodo al 31 dicem-bre 2020, e sono neutralizzati ai fini delle successive richieste. Le integra-

zioni sono concesse dall’INPS e vanno richieste entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite a periodi di sospensione iniziate tra il 23 febbraio ed il 30 aprile. I lavoratori dipendenti di aziende agricole ai quali non si applica la CISOA possono beneficiare della CIGD se risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti alla data del 25 marzo.

21) Modifiche all’integrazione salaria-le per aziende già in CIGS, a condi-zione che siano interamente fruite le prime 9 settimane concesse per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto; i datori di lavoro possono richiedere ulteriori 5 settimane per il medesimo periodo, e sono previste ulteriori 4 settimane da fruire nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 ottobre ma condizionate alla disponibilità di fondi.

22) Modifiche alla CIGD, che può avere una durata massima di 9 setti-mane fruibili per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto, incrementate di ulteriori 5 settimane nello stesso periodo (richieste ed autorizzate dall’INPS), per i datori di lavoro ai quali sia stato interamente autorizza-to il primo periodo di 9 settimane. È altresì riconosciuto un ulteriore periodo di 4 settimane per il periodo dall’1 settembre al 31 ottobre, richie-sto e gestito direttamente dall’INPS. L’accordo sindacale è necessario, verificato il numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno chiuso l’attività per i provvedimenti di urgenza sanitaria emanati. I datori di lavoro devono inviare all’INPS i dati per il pagamento dell’integrazi-one entro il giorno 20 del mese successivo al periodo di integrazione. I datori di lavoro con unità produtti-ve site in più regioni possono pagare direttamente le integrazioni, che saranno rimborsate o conguagliate dall’INPS.

23) Il trattamento di integrazione CIGD è affidato all’INPS, per i perio-di successivi alle prime 9 settimane riconosciute dalle Regioni, ma solo con domanda e salva la disponibilità di fondi; i datori di lavoro devono inviarla telematicamente, con la lista dei beneficiari e le ore di sospensio-ne per ciascun lavoratore per tutto il periodo autorizzato.Per i datori di lavoro con unità produttive site in più Regioni il trat-tamento può essere riconosciuto dal Ministero del lavoro. La domanda può essere trasmessa decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto ed entro la fine del mese successivo a quello in cui è iniziato il periodo di sospensione/riduzione dell’attività. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’INPS trasmette la doman-da entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività, con i dati essenziali per il calcolo e l’erogazione del 40% dell’anticipazione della prestazione ai lavoratori, con modali-tà che verranno indicate dall’INPS, che entro 15 giorni dal ricevimento dispone l’anticipazione (il conguaglio avverrà al completamento dei dati necessari da parte del datore di lavoro; l’invio dei dati dovrà avvenire entro 30 giorni dall’erogazione dell’anticipo).

Per i periodi di sospensione/riduzio-ne dell’attività iniziati tra il 23 febbra-io ed il 30 aprile già autorizzati dalle Regioni, i datori di lavoro che hanno chiesto il pagamento diretto comuni-cano all’INPS i dati necessari per il pagamento entro 15 giorni dall’entr-ata in vigore del Decreto. Il tratta-mento è corrisposto solo ai dipen-denti in forza al 25 marzo.

24) Pagamento diretto del tratta-mento CIGO ed Assegno ordinario, a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore del Decreto, con le stesse modalità descritte al precedente punto.

MISURE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NERO:

25) Per manodopera agricola, Colf e Badanti, i datori di lavoro (italiani, cittadini UE e stranieri con permesso di soggiorno) possono chiedere di stipulare contratti di lavoro subordi-nato, o dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari, con cittadini italiani e stranieri. Nel caso di stranieri, questi devono essere presenti sul territorio nazionale da prima dell’8 marzo (identificati con la fotodattiloscopia). I richiedenti devono risultare presenti sul territo-rio nazionale all’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro in agricoltura, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico prima del 31 ottobre 2019. Se nel termine della durata del permesso di soggior-no temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se il permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 (e non rinnovato o convertito) possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territo-rio nazionale e della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta (che deve riportare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento).

La richiesta deve essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio (con modali-tà che verranno emanate entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Decreto con apposito Decreto mini-steriale), presso l’INPS (per i lavora-tori italiani o UE), lo Sportello unico per l’immigrazione (per i lavoratori stranieri) e la Questura (per il rilascio dei permessi di soggiorno); in attesa di definizione della richiesta è consentito lo svolgimento dell’attivi-tà lavorativa. Dalla data di entrata in vigore del Decreto, e fino alla conclu-sione del procedimento, sono sospe-si i procedimenti penali e ammini-

strativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore.

26) Per le prestazioni agricole non denunciate, alle retribuzioni delle giornate lavorative dalla 183 in poi si applica un’imposta del 10% (sostitui-va dell’imposta sull’IRPEF e delle addizionali regionale e comunale); per le imprese situate nelle zone montane, l’impegno di lavoro di persone a titolo gratuito (a prescin-dere dal rapporto di parentela/affini-tà) si applica non oltre il 31 luglio. La misura è soggetta a Decreto ministe-riale da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto.

MISURE COMUNI A LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI:

27) Allargamento bonus 600 euro (già prevista nel DL 18/2020 quale fondo residuale) per aprile e maggio per chi in conseguenza dell’emerge-nza sanitaria hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività o il loro rapporto di lavoro, a condizione che rispettino queste caratteristiche:a) lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che hanno cessato involonta-riamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020 e che hanno svolto la prestazio-ne lavorativa per almeno trenta gior-nate nel medesimo periodo;b) lavoratori intermittenti che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020;c) lavoratori autonomi occasionali (privi di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligato-rie) che fossero titolari di contratto tra il 1° gennaio 2019 ed il 22 febbra-io 2020, che non lo fossero al 23 febbraio e che alla stessa data fosse-ro già iscritti alla Gestione Separata, con accredito nello stesso arco tem-porale di almeno un contributo men-sile;

d) incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 superiore a 5000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione Separata ma non ad altre forme previdenziali obbligatorie.Tutti i soggetti di cui sopra, alla data di presentazione della domanda, non devono essere titolari di altro con-tratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (diverso dal contratto intermittente) e non devono essere titolari di pensione. Se il richiedente percepisce un Reddito di cittadinanza di importo inferiore, questo è incre-mentato fino ai 600 euro di valore del Bonus.

MISURE PER I SENZA REDDITO:

28) Istituzione del Reddito di Emer-genza (REM), le cui domande devono essere presentate entro la fine di giugno; il beneficio è erogato in due quote. Spetta ai nuclei familiari che al momento della domanda sono residenti in Italia, hanno un reddito familiare (ad aprile 2020) inferiore all’ammontare del REM, hanno un valore dell’ISEE inferiore a 15000 euro ed un patrimonio mobiliare familiare(riferito al 2019)inferiore a 10000 euro (aumentati di 5000 euro per ogni componente successivo al primo, e fino a20000 euro; l’increme-nto di 5000 euro vale anche per la presenza di un componente disabile grave o non autosufficiente, per come definito ai fini ISEE).Il REM non si eroga a chi ha nel nucleo familiare componenti che percepiscono o hanno percepito uno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020), se nel nucleo è presente un titolare di pensione (diretta o indiretta, escluso l’Assegno ordinario), se nel nucleo è presente un titolare di rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie del REM e se si percepisce l’RDC o la PDC. Per l’individuazione dei para-metri di cui sopra si fa riferimento alla disciplina ISEE; la quota REM è determinata in 400 euro, con gli

stessi parametri dell’RDC. Non ha diritto al REM chi è detenuto o rico-verato in lungodegenze o altre strut-ture residenziali a totale carico dello Stato o di altra Amministrazione pubblica; se nel nucleo sono presenti tali soggetti non se ne tiene conto.

29) Incremento del Fondo emergen-za alimentare di 250 milioni, per il 2020, destinato alle persone indigen-ti.

MISURE COMUNI A TUTTI:

30) Istituzione del Bonus vacanza, del valore massimo di 500 euro, destina-to ai nuclei familiari con ISEE 2020 non superiore a 40000 euro ed utiliz-zabile solo in Italia dal 1° luglio al 31 dicembre per il pagamento di soggiorni in strutture turistico-ricet-tive (b&b e agriturismo in possesso dei titoli prescritti dalle Norme nazionali e regionali). In pratica il costo del soggiorno (unico e presso una sola struttura) deve essere docu-mentato dalla fattura elettronica o dal documento commerciale (ex scontrino fiscale) ed il pagamento deve essere diretto (cliente-struttu-ra, senza intermediari). Il Bonus credito è fruibile esclusivamente per l’80%, d’intesa con la struttura, come sconto sul prezzo del soggiorno, e per il 20% come detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021. La struttura potrà recuperare quell’80% come credito d’imposta, o cedendolo a terzi (anche le banche), o portan-dolo in compensazione. Per i nuclei familiari con almeno 3 componenti il Bonus è di 500 euro, e si riduce a 300 euro per quelli con 2 componenti ed a 150 euro per quelli con una sola persona.

31) Proroga dei termini degli atti fiscali (accertamento, contestazione, irrogazione delle sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione, retti-fica e liquidazione) dei quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo ed il 31 dicembre; saranno emessi

entro il 31 dicembre e notificati durante tutto il 2021 (salvo casi indif-feribili e urgenti), senza interessi per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e la data di notifica dell’atto. La disposizione va emessa dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro 60 giorni.

32) Sospensione dei termini proces-suali per il procedimento di accerta-mento con adesione presentato dal contribuente, per i 90 giorni succes-sivi alla data di presentazione dell’ist-anza.

33) Proroga della sospensione delle attività dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) fino al 31 agosto.

- La scadenza dei versamenti IVA/CONTRIBUTI/RITENUTE delle rate di maggio/giugno/luglio è fissata al 16 settembre, in unica soluzione o in 4 rate, senza sanzioni e interessi;

- Per le imprese con volume d’affari inferiore a 250 milioni, gli ACCONTI IRES/IRPEF (già ridotti all’80% dal D.L. 18/2020) si pagano a giugno;

- Non si paga l’IRAP 2019 e non si versa il primo acconto del 2020;

- Per la ROTTAMAZIONE TER ed al SALDO E STRALCIO, chi era in regola con i pagamenti a dicembre 2019 può pagare le rate di febbraio/-maggio/luglio/novembre il 10 dicem-bre 2020, in unica soluzione e senza la tolleranza dei 5 giorni aggiuntivi. Chi a dicembre 2019 era già decadu-to può chiedere di rateizzare nuova-mente l’intero importo a debito (in 72 ordinarie, o 120 con documenta-zione relativa);

- Per chi all’8 marzo aveva in corso RATEIZZAZIONI con l’ex Equitalia, il limite di decadenza per rate non pagate passa da 5 a 10.

È chiaro, per quanto riguarda le CARTELLE, che il 30 settembre si

dovranno pagare tutte le rate com-prese tra febbraio e agosto, e ovvia-mente anche settembre, in unica soluzione.

Le restanti misure si riferiscono alle Imprese, che non crediamo sia il target dei lettori di questo nostro periodico.

P.C.

DAREE

AVERE

#RivoluzionAnzio pag. 3#RivoluzionAnzio

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Nello scorso numero avremmo voluto trattare dell’ISEE, dei Bonus comunali e del modello 730, ma il Covid19 ha sbaragliato tutti, ed abbiamo dovuto dare spazio e risalto ai primi provvedimenti governativi per l’emergenza; lo facciamo con questo numero vogliamo riprendere da dove ci siamo dovuti interrompe-re, e certamente spiegarvi anche il nuovo Decreto.

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PROSSIME SCADENZE- Entro il 30 settembre va presentato il modello 730, per la dichiarazione dei redditi;- Con urgenza va fatto l’ISEE 2020, che vale fino al 31 dicembre ed è

necessario per poter chiedere gli aiuti stabiliti dal Decreto Rilancio;

- Per chi usufruisce di Bonus energia e simili vanno verificate le date di scadenza;

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CORONAVIRUS, LA SITUAZIONE

Parliamo del DECRETO RILANCIO; doveva essere “Aprile”, ma guardan-do il calendario appeso al muro (che evidentemente anche a Palazzo Chigi hanno) si sono resi conto che era già passato; probabilmente pareva brutto chiamarlo solo “maggio”, e si sono inventato il titolo “Rilancio”. Essendo molto articolato e lungo (l’ultima versione è di oltre 400 pagine) in questa rubrica tratteremo gli aspetti più pratici, che impattano sulla vita di tutti, e cioè il supporto al reddito ed i provvedimenti fiscali. Il Decreto è vigente dal 18 maggio.

MISURE PER I LAVORATORI DIPENDENTI:1) L’estensione fino al 31 luglio del congedo familiare col 50% della retri-buzione (30 giorni in totale); il conge-do senza retribuzione è concesso per in nuclei familiari con figli fino a 16 anni.

2) L’istituzione del Bonus “baby sitting” di 1200 euro (che può essere frazionato in più buoni, entro il limite).In alternativa il beneficiario può utilizzare il bonus per l’iscrizione dei figli ai centri estivi, o per i servizi integrati all’infanzia, o per i servizi socioeducativi per la prima infanzia (esclusi gli asili nido). Per i lavoratori del settore sanitario il bonus passa a 2000 euro.

3) La concessione di ulteriori 12 giorni per permessi retribuiti, usufru-ibili nel bimestre maggio/giugno (quindi, vista l’interpretazione dell’Inps sul medesimo argomento introdotto dal D.L. 18/2020, dobbia-mo ritenere si tratti di 6 giorni a maggio e 6 a giugno).

4) Il prolungamento al 31 luglio del periodo di sorveglianza attiva per i lavoratori pubblici e privati disabili gravi, a rischio da immunodepressio-ne, con esiti da patologia oncologica e per svolgimento di terapie salvavita (art. 3 co. 1 e 3 L. 104/1992).

5) La cumulabilità dei Bonus di questo Decreto con l’assegno ordi-nario di invalidità (L. 222/1984).

6) La proroga fino al 16 luglio della sospensione delle condizionalità per i percettori di RDC, NASPI, DISCOLL ecc.

7) La proroga fino al 15 agosto del divieto di licenziamento per giustifi-cato motivo oggettivo. Sono sospese per lo stesso periodo le procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo già in corso, ed il datore di lavoro che tra il 23 febbraio ed il 17 marzo ha provveduto al recesso del contratto di lavoro può revocarlo, attivando contestualmente la richie-sta di CIG.

8) La salvaguardia del Bonus Renzi e di quello sostitutivo da 100 euro per i lavoratori dipendenti, che sono riconosciuti anche nel caso in cui il lavoratore risulti incapiente per il minor reddito da lavoro dipendente nel 2020 a causa dell’emergenza sani-taria. Il datore di lavoro riconosce i benefici spettanti per il periodo nel quale il lavoratore fruisce delle misure di sostegno (CIG, CIGD, FIS ecc.) considerando la retribuzione contrattuale che sarebbe spettata normalmente. L’erogazione al lavora-tore deve iniziare a partire dalla prima retribuzione utile, e comunque entro il termine delle operazioni di conguaglio. 9) Bonus di 600 euro anche per aprile ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, erogato in modo automatico dall’INPS. Per maggio il bonus passa a 1000 euro. La stessa indennità spetta ai lavoratori in somministrazione, impiegati in imprese utilizzatrici ope-ranti nel settore turismo e stabili-menti termali, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e lo scorso 17 marzo, che non siano titolari di pensione, di rapporto di lavoro dipendente e di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto.

10) Bonus di 500 euro anche per aprile ai lavoratori agricoli, erogato automaticamente dall’INPS.

11) Bonus di 600 euro per aprile e

maggio agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, erogato automaticamente dall’INPS, a condi-zione di non essere titolari di rappor-to di lavoro dipendente o pensione alla data di entrata in vigore del Decreto. Il bonus viene erogato anche ai lavoratori con almeno 7 contributi giornalieri per il 2019 ed un reddito non superiore ai 35000 euro, ma solo presentando domanda all’INPS.

12) Bonus di 500 euro per aprile e maggio a lavoratori domestici, colf e badanti che al 23 febbraio avevano in essere uno o più contratti per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali; il lavoratore dome-stico non deve essere convivente col datore di lavoro. Questo non è cumulabile con gli altri Bonus, con l’RDC (fino a concorrenza) e con il REM; non spetta ai titolari di pensio-ne (ad eccezione dell’assegno ordina-rio di invalidità) e di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeter-minato diverso da quello lavoro domestico. Viene erogato dall’INPS in unica soluzione e previa domanda, che può essere presentata tramite il Patronato.

13) Fino alla fine dello stato d’eme-rgenza sanitaria i dipendenti privati con almeno 1 figlio sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il lavoro agile (smart working) anche in assenza degli accordi individuali (sempre che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalla L. 81/2017), a condizio-ne che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di stru-menti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’atti-vità lavorativa o che non vi sia genito-re non lavoratore. I datori di lavoro comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telemati-ca, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo

alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero.

14) Proroga di 2 mesi per NASPI e DISCOLL (se il periodo di percezio-ne si è interrotto tra il 1° marzo ed il 30 aprile), a condizione che il benefi-ciario non percepisca nessuno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020 e da questo. L’importo per ciascuna men-silità aggiuntiva è pari a quello dell’ultima mensilità della prestazio-ne.

15) Rinnovo, o proroga, fino al 30 agosto dei contratti di lavoro subor-dinato a tempo determinato in essere anche in assenza delle condi-zioni previste.

16) I percettori di CIG, CIGD, FIS, NASPI, DISCOLL e RDC possono stipulare, con un datore di lavoro agricolo, contratti a termine di 30+30 giorni, senza perdita dei diritti colle-gati a tali ammortizzatori sociali, nel limite di 2000 euro.

17) Sospensione, fino al 31 agosto, dei pignoramenti dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) su stipendi e pensioni, effettuati prima della data di entrata in vigore del Decreto. Fino alla stessa data non si applica il “vin-colo di indisponibilità”, ed il terzo pignorato rende fruibili le somme al debitore esecutato.

18) Ampliamento della possibilità di utilizzo del modello 730 ai dipenden-ti senza sostituto di imposta, al fine di garantire i conguagli derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Anche i dipendenti con sostituto d’imposta possono richiedere, col modello 730, il rimborso direttamente all’Ammini-strazione finanziaria e provvedendo al versamento delle imposte con il modello F24. Il rimborso verrà effet-tuato successivamente al 30 settem-bre, termine di scadenza previsto per la presentazione del modello 730.

19) Fondo di garanzia per anticipare

l’integrazione salariale ai lavoratori collocati in CIG e CIGD; le banche potranno concedere anticipazioni in conto corrente, con modalità ed importi stabiliti da apposito Decreto ministeriale.

20) Modifiche alle integrazioni salariali CIGO e CISOA per emer-genza Covid19:

- Il trattamento CIGO durata massi-mo 9 settimane, fruibili dal 23 febbra-io a 31 agosto, incrementate di ulte-riori 5 settimane nello stesso perio-do, a condizione che i datori di lavoro abbiano esaurito le prime 9 disponi-bili. Sono previste ulteriori 4 settima-ne da fruire dall’1° settembre al 31 ottobre, ma condizionate alla dispo-nibilità di fondi. Per i settori turismo/-fiere/congressi/spettacolo le ulteriori 4 settimane sono fruibili anche per periodi precedenti l’1° settembre. Ai beneficiari spetta l’ANF, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori ad orario normale. La richiesta deve essere preceduta dall’informazione, la consultazione e l’esame congiunto, svolti in via telematica entro i tre giorni successivi a quello di comuni-cazione preventiva. La domanda deve essere presentata entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività (pena la perdita di tutte le settimane salvo quella precedente la data di presen-tazione. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite ai periodi iniziati tra il 23 febbraio ed il 30 aprile;

- Il trattamento CISOA è concesso in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per un periodo massimo di 90 giorni, dal 23 febbraio al 31 ottobre, e comunque con termine del periodo al 31 dicem-bre 2020, e sono neutralizzati ai fini delle successive richieste. Le integra-

zioni sono concesse dall’INPS e vanno richieste entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite a periodi di sospensione iniziate tra il 23 febbraio ed il 30 aprile. I lavoratori dipendenti di aziende agricole ai quali non si applica la CISOA possono beneficiare della CIGD se risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti alla data del 25 marzo.

21) Modifiche all’integrazione salaria-le per aziende già in CIGS, a condi-zione che siano interamente fruite le prime 9 settimane concesse per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto; i datori di lavoro possono richiedere ulteriori 5 settimane per il medesimo periodo, e sono previste ulteriori 4 settimane da fruire nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 ottobre ma condizionate alla disponibilità di fondi.

22) Modifiche alla CIGD, che può avere una durata massima di 9 setti-mane fruibili per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto, incrementate di ulteriori 5 settimane nello stesso periodo (richieste ed autorizzate dall’INPS), per i datori di lavoro ai quali sia stato interamente autorizza-to il primo periodo di 9 settimane. È altresì riconosciuto un ulteriore periodo di 4 settimane per il periodo dall’1 settembre al 31 ottobre, richie-sto e gestito direttamente dall’INPS. L’accordo sindacale è necessario, verificato il numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno chiuso l’attività per i provvedimenti di urgenza sanitaria emanati. I datori di lavoro devono inviare all’INPS i dati per il pagamento dell’integrazi-one entro il giorno 20 del mese successivo al periodo di integrazione. I datori di lavoro con unità produtti-ve site in più regioni possono pagare direttamente le integrazioni, che saranno rimborsate o conguagliate dall’INPS.

23) Il trattamento di integrazione CIGD è affidato all’INPS, per i perio-di successivi alle prime 9 settimane riconosciute dalle Regioni, ma solo con domanda e salva la disponibilità di fondi; i datori di lavoro devono inviarla telematicamente, con la lista dei beneficiari e le ore di sospensio-ne per ciascun lavoratore per tutto il periodo autorizzato.Per i datori di lavoro con unità produttive site in più Regioni il trat-tamento può essere riconosciuto dal Ministero del lavoro. La domanda può essere trasmessa decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto ed entro la fine del mese successivo a quello in cui è iniziato il periodo di sospensione/riduzione dell’attività. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’INPS trasmette la doman-da entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività, con i dati essenziali per il calcolo e l’erogazione del 40% dell’anticipazione della prestazione ai lavoratori, con modali-tà che verranno indicate dall’INPS, che entro 15 giorni dal ricevimento dispone l’anticipazione (il conguaglio avverrà al completamento dei dati necessari da parte del datore di lavoro; l’invio dei dati dovrà avvenire entro 30 giorni dall’erogazione dell’anticipo).

Per i periodi di sospensione/riduzio-ne dell’attività iniziati tra il 23 febbra-io ed il 30 aprile già autorizzati dalle Regioni, i datori di lavoro che hanno chiesto il pagamento diretto comuni-cano all’INPS i dati necessari per il pagamento entro 15 giorni dall’entr-ata in vigore del Decreto. Il tratta-mento è corrisposto solo ai dipen-denti in forza al 25 marzo.

24) Pagamento diretto del tratta-mento CIGO ed Assegno ordinario, a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore del Decreto, con le stesse modalità descritte al precedente punto.

MISURE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NERO:

25) Per manodopera agricola, Colf e Badanti, i datori di lavoro (italiani, cittadini UE e stranieri con permesso di soggiorno) possono chiedere di stipulare contratti di lavoro subordi-nato, o dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari, con cittadini italiani e stranieri. Nel caso di stranieri, questi devono essere presenti sul territorio nazionale da prima dell’8 marzo (identificati con la fotodattiloscopia). I richiedenti devono risultare presenti sul territo-rio nazionale all’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro in agricoltura, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico prima del 31 ottobre 2019. Se nel termine della durata del permesso di soggior-no temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se il permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 (e non rinnovato o convertito) possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territo-rio nazionale e della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta (che deve riportare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento).

La richiesta deve essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio (con modali-tà che verranno emanate entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Decreto con apposito Decreto mini-steriale), presso l’INPS (per i lavora-tori italiani o UE), lo Sportello unico per l’immigrazione (per i lavoratori stranieri) e la Questura (per il rilascio dei permessi di soggiorno); in attesa di definizione della richiesta è consentito lo svolgimento dell’attivi-tà lavorativa. Dalla data di entrata in vigore del Decreto, e fino alla conclu-sione del procedimento, sono sospe-si i procedimenti penali e ammini-

strativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore.

26) Per le prestazioni agricole non denunciate, alle retribuzioni delle giornate lavorative dalla 183 in poi si applica un’imposta del 10% (sostitui-va dell’imposta sull’IRPEF e delle addizionali regionale e comunale); per le imprese situate nelle zone montane, l’impegno di lavoro di persone a titolo gratuito (a prescin-dere dal rapporto di parentela/affini-tà) si applica non oltre il 31 luglio. La misura è soggetta a Decreto ministe-riale da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto.

MISURE COMUNI A LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI:

27) Allargamento bonus 600 euro (già prevista nel DL 18/2020 quale fondo residuale) per aprile e maggio per chi in conseguenza dell’emerge-nza sanitaria hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività o il loro rapporto di lavoro, a condizione che rispettino queste caratteristiche:a) lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che hanno cessato involonta-riamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020 e che hanno svolto la prestazio-ne lavorativa per almeno trenta gior-nate nel medesimo periodo;b) lavoratori intermittenti che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020;c) lavoratori autonomi occasionali (privi di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligato-rie) che fossero titolari di contratto tra il 1° gennaio 2019 ed il 22 febbra-io 2020, che non lo fossero al 23 febbraio e che alla stessa data fosse-ro già iscritti alla Gestione Separata, con accredito nello stesso arco tem-porale di almeno un contributo men-sile;

d) incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 superiore a 5000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione Separata ma non ad altre forme previdenziali obbligatorie.Tutti i soggetti di cui sopra, alla data di presentazione della domanda, non devono essere titolari di altro con-tratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (diverso dal contratto intermittente) e non devono essere titolari di pensione. Se il richiedente percepisce un Reddito di cittadinanza di importo inferiore, questo è incre-mentato fino ai 600 euro di valore del Bonus.

MISURE PER I SENZA REDDITO:

28) Istituzione del Reddito di Emer-genza (REM), le cui domande devono essere presentate entro la fine di giugno; il beneficio è erogato in due quote. Spetta ai nuclei familiari che al momento della domanda sono residenti in Italia, hanno un reddito familiare (ad aprile 2020) inferiore all’ammontare del REM, hanno un valore dell’ISEE inferiore a 15000 euro ed un patrimonio mobiliare familiare(riferito al 2019)inferiore a 10000 euro (aumentati di 5000 euro per ogni componente successivo al primo, e fino a20000 euro; l’increme-nto di 5000 euro vale anche per la presenza di un componente disabile grave o non autosufficiente, per come definito ai fini ISEE).Il REM non si eroga a chi ha nel nucleo familiare componenti che percepiscono o hanno percepito uno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020), se nel nucleo è presente un titolare di pensione (diretta o indiretta, escluso l’Assegno ordinario), se nel nucleo è presente un titolare di rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie del REM e se si percepisce l’RDC o la PDC. Per l’individuazione dei para-metri di cui sopra si fa riferimento alla disciplina ISEE; la quota REM è determinata in 400 euro, con gli

stessi parametri dell’RDC. Non ha diritto al REM chi è detenuto o rico-verato in lungodegenze o altre strut-ture residenziali a totale carico dello Stato o di altra Amministrazione pubblica; se nel nucleo sono presenti tali soggetti non se ne tiene conto.

29) Incremento del Fondo emergen-za alimentare di 250 milioni, per il 2020, destinato alle persone indigen-ti.

MISURE COMUNI A TUTTI:

30) Istituzione del Bonus vacanza, del valore massimo di 500 euro, destina-to ai nuclei familiari con ISEE 2020 non superiore a 40000 euro ed utiliz-zabile solo in Italia dal 1° luglio al 31 dicembre per il pagamento di soggiorni in strutture turistico-ricet-tive (b&b e agriturismo in possesso dei titoli prescritti dalle Norme nazionali e regionali). In pratica il costo del soggiorno (unico e presso una sola struttura) deve essere docu-mentato dalla fattura elettronica o dal documento commerciale (ex scontrino fiscale) ed il pagamento deve essere diretto (cliente-struttu-ra, senza intermediari). Il Bonus credito è fruibile esclusivamente per l’80%, d’intesa con la struttura, come sconto sul prezzo del soggiorno, e per il 20% come detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021. La struttura potrà recuperare quell’80% come credito d’imposta, o cedendolo a terzi (anche le banche), o portan-dolo in compensazione. Per i nuclei familiari con almeno 3 componenti il Bonus è di 500 euro, e si riduce a 300 euro per quelli con 2 componenti ed a 150 euro per quelli con una sola persona.

31) Proroga dei termini degli atti fiscali (accertamento, contestazione, irrogazione delle sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione, retti-fica e liquidazione) dei quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo ed il 31 dicembre; saranno emessi

entro il 31 dicembre e notificati durante tutto il 2021 (salvo casi indif-feribili e urgenti), senza interessi per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e la data di notifica dell’atto. La disposizione va emessa dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro 60 giorni.

32) Sospensione dei termini proces-suali per il procedimento di accerta-mento con adesione presentato dal contribuente, per i 90 giorni succes-sivi alla data di presentazione dell’ist-anza.

33) Proroga della sospensione delle attività dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) fino al 31 agosto.

- La scadenza dei versamenti IVA/CONTRIBUTI/RITENUTE delle rate di maggio/giugno/luglio è fissata al 16 settembre, in unica soluzione o in 4 rate, senza sanzioni e interessi;

- Per le imprese con volume d’affari inferiore a 250 milioni, gli ACCONTI IRES/IRPEF (già ridotti all’80% dal D.L. 18/2020) si pagano a giugno;

- Non si paga l’IRAP 2019 e non si versa il primo acconto del 2020;

- Per la ROTTAMAZIONE TER ed al SALDO E STRALCIO, chi era in regola con i pagamenti a dicembre 2019 può pagare le rate di febbraio/-maggio/luglio/novembre il 10 dicem-bre 2020, in unica soluzione e senza la tolleranza dei 5 giorni aggiuntivi. Chi a dicembre 2019 era già decadu-to può chiedere di rateizzare nuova-mente l’intero importo a debito (in 72 ordinarie, o 120 con documenta-zione relativa);

- Per chi all’8 marzo aveva in corso RATEIZZAZIONI con l’ex Equitalia, il limite di decadenza per rate non pagate passa da 5 a 10.

È chiaro, per quanto riguarda le CARTELLE, che il 30 settembre si

dovranno pagare tutte le rate com-prese tra febbraio e agosto, e ovvia-mente anche settembre, in unica soluzione.

Le restanti misure si riferiscono alle Imprese, che non crediamo sia il target dei lettori di questo nostro periodico.

P.C.

#RivoluzionAnzio pag. 4

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In questa “neonata” Rubrica (siamo alla seconda uscita) ci occupiamo di ASSISTENZA FISCALE e PATRO-NATO; certo saprete (e se non lo sapevate lo scoprite oggi) che il Circolo “Che Guevara” del P.R.C. di Anzio offre anche questo Servizio, rivolto a tutti, e non solo ai Compa-gni.

Nello scorso numero avremmo voluto trattare dell’ISEE, dei Bonus comunali e del modello 730, ma il Covid19 ha sbaragliato tutti, ed abbiamo dovuto dare spazio e risalto ai primi provvedimenti governativi per l’emergenza; lo facciamo con questo numero vogliamo riprendere da dove ci siamo dovuti interrompe-re, e certamente spiegarvi anche il nuovo Decreto.

Per ogni vostro bisogno potete scriverci a:

[email protected](lasciandoci un numero di telefono sarete richiamati da chi si occupa

del CAF/Patronato;

quando si potrà riaprire il Circolo ci saranno giorni stabiliti per incontri su appuntamento).

PROSSIME SCADENZE- Entro il 30 settembre va presentato il modello 730, per la dichiarazione dei redditi;- Con urgenza va fatto l’ISEE 2020, che vale fino al 31 dicembre ed è

necessario per poter chiedere gli aiuti stabiliti dal Decreto Rilancio;

- Per chi usufruisce di Bonus energia e simili vanno verificate le date di scadenza;

- Il 2 giugno scade il termine per chiedere i Bonus previsti per il mese di marzo dal Decreto 18/2020 (il “Cura Italia”).

CORONAVIRUS, LA SITUAZIONE

Parliamo del DECRETO RILANCIO; doveva essere “Aprile”, ma guardan-do il calendario appeso al muro (che evidentemente anche a Palazzo Chigi hanno) si sono resi conto che era già passato; probabilmente pareva brutto chiamarlo solo “maggio”, e si sono inventato il titolo “Rilancio”. Essendo molto articolato e lungo (l’ultima versione è di oltre 400 pagine) in questa rubrica tratteremo gli aspetti più pratici, che impattano sulla vita di tutti, e cioè il supporto al reddito ed i provvedimenti fiscali. Il Decreto è vigente dal 18 maggio.

MISURE PER I LAVORATORI DIPENDENTI:1) L’estensione fino al 31 luglio del congedo familiare col 50% della retri-buzione (30 giorni in totale); il conge-do senza retribuzione è concesso per in nuclei familiari con figli fino a 16 anni.

2) L’istituzione del Bonus “baby sitting” di 1200 euro (che può essere frazionato in più buoni, entro il limite).In alternativa il beneficiario può utilizzare il bonus per l’iscrizione dei figli ai centri estivi, o per i servizi integrati all’infanzia, o per i servizi socioeducativi per la prima infanzia (esclusi gli asili nido). Per i lavoratori del settore sanitario il bonus passa a 2000 euro.

3) La concessione di ulteriori 12 giorni per permessi retribuiti, usufru-ibili nel bimestre maggio/giugno (quindi, vista l’interpretazione dell’Inps sul medesimo argomento introdotto dal D.L. 18/2020, dobbia-mo ritenere si tratti di 6 giorni a maggio e 6 a giugno).

4) Il prolungamento al 31 luglio del periodo di sorveglianza attiva per i lavoratori pubblici e privati disabili gravi, a rischio da immunodepressio-ne, con esiti da patologia oncologica e per svolgimento di terapie salvavita (art. 3 co. 1 e 3 L. 104/1992).

5) La cumulabilità dei Bonus di questo Decreto con l’assegno ordi-nario di invalidità (L. 222/1984).

6) La proroga fino al 16 luglio della sospensione delle condizionalità per i percettori di RDC, NASPI, DISCOLL ecc.

7) La proroga fino al 15 agosto del divieto di licenziamento per giustifi-cato motivo oggettivo. Sono sospese per lo stesso periodo le procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo già in corso, ed il datore di lavoro che tra il 23 febbraio ed il 17 marzo ha provveduto al recesso del contratto di lavoro può revocarlo, attivando contestualmente la richie-sta di CIG.

8) La salvaguardia del Bonus Renzi e di quello sostitutivo da 100 euro per i lavoratori dipendenti, che sono riconosciuti anche nel caso in cui il lavoratore risulti incapiente per il minor reddito da lavoro dipendente nel 2020 a causa dell’emergenza sani-taria. Il datore di lavoro riconosce i benefici spettanti per il periodo nel quale il lavoratore fruisce delle misure di sostegno (CIG, CIGD, FIS ecc.) considerando la retribuzione contrattuale che sarebbe spettata normalmente. L’erogazione al lavora-tore deve iniziare a partire dalla prima retribuzione utile, e comunque entro il termine delle operazioni di conguaglio. 9) Bonus di 600 euro anche per aprile ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, erogato in modo automatico dall’INPS. Per maggio il bonus passa a 1000 euro. La stessa indennità spetta ai lavoratori in somministrazione, impiegati in imprese utilizzatrici ope-ranti nel settore turismo e stabili-menti termali, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e lo scorso 17 marzo, che non siano titolari di pensione, di rapporto di lavoro dipendente e di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto.

10) Bonus di 500 euro anche per aprile ai lavoratori agricoli, erogato automaticamente dall’INPS.

11) Bonus di 600 euro per aprile e

maggio agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, erogato automaticamente dall’INPS, a condi-zione di non essere titolari di rappor-to di lavoro dipendente o pensione alla data di entrata in vigore del Decreto. Il bonus viene erogato anche ai lavoratori con almeno 7 contributi giornalieri per il 2019 ed un reddito non superiore ai 35000 euro, ma solo presentando domanda all’INPS.

12) Bonus di 500 euro per aprile e maggio a lavoratori domestici, colf e badanti che al 23 febbraio avevano in essere uno o più contratti per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali; il lavoratore dome-stico non deve essere convivente col datore di lavoro. Questo non è cumulabile con gli altri Bonus, con l’RDC (fino a concorrenza) e con il REM; non spetta ai titolari di pensio-ne (ad eccezione dell’assegno ordina-rio di invalidità) e di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeter-minato diverso da quello lavoro domestico. Viene erogato dall’INPS in unica soluzione e previa domanda, che può essere presentata tramite il Patronato.

13) Fino alla fine dello stato d’eme-rgenza sanitaria i dipendenti privati con almeno 1 figlio sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il lavoro agile (smart working) anche in assenza degli accordi individuali (sempre che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalla L. 81/2017), a condizio-ne che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di stru-menti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’atti-vità lavorativa o che non vi sia genito-re non lavoratore. I datori di lavoro comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telemati-ca, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo

alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero.

14) Proroga di 2 mesi per NASPI e DISCOLL (se il periodo di percezio-ne si è interrotto tra il 1° marzo ed il 30 aprile), a condizione che il benefi-ciario non percepisca nessuno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020 e da questo. L’importo per ciascuna men-silità aggiuntiva è pari a quello dell’ultima mensilità della prestazio-ne.

15) Rinnovo, o proroga, fino al 30 agosto dei contratti di lavoro subor-dinato a tempo determinato in essere anche in assenza delle condi-zioni previste.

16) I percettori di CIG, CIGD, FIS, NASPI, DISCOLL e RDC possono stipulare, con un datore di lavoro agricolo, contratti a termine di 30+30 giorni, senza perdita dei diritti colle-gati a tali ammortizzatori sociali, nel limite di 2000 euro.

17) Sospensione, fino al 31 agosto, dei pignoramenti dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) su stipendi e pensioni, effettuati prima della data di entrata in vigore del Decreto. Fino alla stessa data non si applica il “vin-colo di indisponibilità”, ed il terzo pignorato rende fruibili le somme al debitore esecutato.

18) Ampliamento della possibilità di utilizzo del modello 730 ai dipenden-ti senza sostituto di imposta, al fine di garantire i conguagli derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Anche i dipendenti con sostituto d’imposta possono richiedere, col modello 730, il rimborso direttamente all’Ammini-strazione finanziaria e provvedendo al versamento delle imposte con il modello F24. Il rimborso verrà effet-tuato successivamente al 30 settem-bre, termine di scadenza previsto per la presentazione del modello 730.

19) Fondo di garanzia per anticipare

l’integrazione salariale ai lavoratori collocati in CIG e CIGD; le banche potranno concedere anticipazioni in conto corrente, con modalità ed importi stabiliti da apposito Decreto ministeriale.

20) Modifiche alle integrazioni salariali CIGO e CISOA per emer-genza Covid19:

- Il trattamento CIGO durata massi-mo 9 settimane, fruibili dal 23 febbra-io a 31 agosto, incrementate di ulte-riori 5 settimane nello stesso perio-do, a condizione che i datori di lavoro abbiano esaurito le prime 9 disponi-bili. Sono previste ulteriori 4 settima-ne da fruire dall’1° settembre al 31 ottobre, ma condizionate alla dispo-nibilità di fondi. Per i settori turismo/-fiere/congressi/spettacolo le ulteriori 4 settimane sono fruibili anche per periodi precedenti l’1° settembre. Ai beneficiari spetta l’ANF, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori ad orario normale. La richiesta deve essere preceduta dall’informazione, la consultazione e l’esame congiunto, svolti in via telematica entro i tre giorni successivi a quello di comuni-cazione preventiva. La domanda deve essere presentata entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività (pena la perdita di tutte le settimane salvo quella precedente la data di presen-tazione. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite ai periodi iniziati tra il 23 febbraio ed il 30 aprile;

- Il trattamento CISOA è concesso in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per un periodo massimo di 90 giorni, dal 23 febbraio al 31 ottobre, e comunque con termine del periodo al 31 dicem-bre 2020, e sono neutralizzati ai fini delle successive richieste. Le integra-

zioni sono concesse dall’INPS e vanno richieste entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite a periodi di sospensione iniziate tra il 23 febbraio ed il 30 aprile. I lavoratori dipendenti di aziende agricole ai quali non si applica la CISOA possono beneficiare della CIGD se risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti alla data del 25 marzo.

21) Modifiche all’integrazione salaria-le per aziende già in CIGS, a condi-zione che siano interamente fruite le prime 9 settimane concesse per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto; i datori di lavoro possono richiedere ulteriori 5 settimane per il medesimo periodo, e sono previste ulteriori 4 settimane da fruire nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 ottobre ma condizionate alla disponibilità di fondi.

22) Modifiche alla CIGD, che può avere una durata massima di 9 setti-mane fruibili per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto, incrementate di ulteriori 5 settimane nello stesso periodo (richieste ed autorizzate dall’INPS), per i datori di lavoro ai quali sia stato interamente autorizza-to il primo periodo di 9 settimane. È altresì riconosciuto un ulteriore periodo di 4 settimane per il periodo dall’1 settembre al 31 ottobre, richie-sto e gestito direttamente dall’INPS. L’accordo sindacale è necessario, verificato il numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno chiuso l’attività per i provvedimenti di urgenza sanitaria emanati. I datori di lavoro devono inviare all’INPS i dati per il pagamento dell’integrazi-one entro il giorno 20 del mese successivo al periodo di integrazione. I datori di lavoro con unità produtti-ve site in più regioni possono pagare direttamente le integrazioni, che saranno rimborsate o conguagliate dall’INPS.

23) Il trattamento di integrazione CIGD è affidato all’INPS, per i perio-di successivi alle prime 9 settimane riconosciute dalle Regioni, ma solo con domanda e salva la disponibilità di fondi; i datori di lavoro devono inviarla telematicamente, con la lista dei beneficiari e le ore di sospensio-ne per ciascun lavoratore per tutto il periodo autorizzato.Per i datori di lavoro con unità produttive site in più Regioni il trat-tamento può essere riconosciuto dal Ministero del lavoro. La domanda può essere trasmessa decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto ed entro la fine del mese successivo a quello in cui è iniziato il periodo di sospensione/riduzione dell’attività. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’INPS trasmette la doman-da entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività, con i dati essenziali per il calcolo e l’erogazione del 40% dell’anticipazione della prestazione ai lavoratori, con modali-tà che verranno indicate dall’INPS, che entro 15 giorni dal ricevimento dispone l’anticipazione (il conguaglio avverrà al completamento dei dati necessari da parte del datore di lavoro; l’invio dei dati dovrà avvenire entro 30 giorni dall’erogazione dell’anticipo).

Per i periodi di sospensione/riduzio-ne dell’attività iniziati tra il 23 febbra-io ed il 30 aprile già autorizzati dalle Regioni, i datori di lavoro che hanno chiesto il pagamento diretto comuni-cano all’INPS i dati necessari per il pagamento entro 15 giorni dall’entr-ata in vigore del Decreto. Il tratta-mento è corrisposto solo ai dipen-denti in forza al 25 marzo.

24) Pagamento diretto del tratta-mento CIGO ed Assegno ordinario, a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore del Decreto, con le stesse modalità descritte al precedente punto.

MISURE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NERO:

25) Per manodopera agricola, Colf e Badanti, i datori di lavoro (italiani, cittadini UE e stranieri con permesso di soggiorno) possono chiedere di stipulare contratti di lavoro subordi-nato, o dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari, con cittadini italiani e stranieri. Nel caso di stranieri, questi devono essere presenti sul territorio nazionale da prima dell’8 marzo (identificati con la fotodattiloscopia). I richiedenti devono risultare presenti sul territo-rio nazionale all’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro in agricoltura, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico prima del 31 ottobre 2019. Se nel termine della durata del permesso di soggior-no temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se il permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 (e non rinnovato o convertito) possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territo-rio nazionale e della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta (che deve riportare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento).

La richiesta deve essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio (con modali-tà che verranno emanate entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Decreto con apposito Decreto mini-steriale), presso l’INPS (per i lavora-tori italiani o UE), lo Sportello unico per l’immigrazione (per i lavoratori stranieri) e la Questura (per il rilascio dei permessi di soggiorno); in attesa di definizione della richiesta è consentito lo svolgimento dell’attivi-tà lavorativa. Dalla data di entrata in vigore del Decreto, e fino alla conclu-sione del procedimento, sono sospe-si i procedimenti penali e ammini-

strativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore.

26) Per le prestazioni agricole non denunciate, alle retribuzioni delle giornate lavorative dalla 183 in poi si applica un’imposta del 10% (sostitui-va dell’imposta sull’IRPEF e delle addizionali regionale e comunale); per le imprese situate nelle zone montane, l’impegno di lavoro di persone a titolo gratuito (a prescin-dere dal rapporto di parentela/affini-tà) si applica non oltre il 31 luglio. La misura è soggetta a Decreto ministe-riale da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto.

MISURE COMUNI A LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI:

27) Allargamento bonus 600 euro (già prevista nel DL 18/2020 quale fondo residuale) per aprile e maggio per chi in conseguenza dell’emerge-nza sanitaria hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività o il loro rapporto di lavoro, a condizione che rispettino queste caratteristiche:a) lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che hanno cessato involonta-riamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020 e che hanno svolto la prestazio-ne lavorativa per almeno trenta gior-nate nel medesimo periodo;b) lavoratori intermittenti che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020;c) lavoratori autonomi occasionali (privi di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligato-rie) che fossero titolari di contratto tra il 1° gennaio 2019 ed il 22 febbra-io 2020, che non lo fossero al 23 febbraio e che alla stessa data fosse-ro già iscritti alla Gestione Separata, con accredito nello stesso arco tem-porale di almeno un contributo men-sile;

d) incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 superiore a 5000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione Separata ma non ad altre forme previdenziali obbligatorie.Tutti i soggetti di cui sopra, alla data di presentazione della domanda, non devono essere titolari di altro con-tratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (diverso dal contratto intermittente) e non devono essere titolari di pensione. Se il richiedente percepisce un Reddito di cittadinanza di importo inferiore, questo è incre-mentato fino ai 600 euro di valore del Bonus.

MISURE PER I SENZA REDDITO:

28) Istituzione del Reddito di Emer-genza (REM), le cui domande devono essere presentate entro la fine di giugno; il beneficio è erogato in due quote. Spetta ai nuclei familiari che al momento della domanda sono residenti in Italia, hanno un reddito familiare (ad aprile 2020) inferiore all’ammontare del REM, hanno un valore dell’ISEE inferiore a 15000 euro ed un patrimonio mobiliare familiare(riferito al 2019)inferiore a 10000 euro (aumentati di 5000 euro per ogni componente successivo al primo, e fino a20000 euro; l’increme-nto di 5000 euro vale anche per la presenza di un componente disabile grave o non autosufficiente, per come definito ai fini ISEE).Il REM non si eroga a chi ha nel nucleo familiare componenti che percepiscono o hanno percepito uno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020), se nel nucleo è presente un titolare di pensione (diretta o indiretta, escluso l’Assegno ordinario), se nel nucleo è presente un titolare di rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie del REM e se si percepisce l’RDC o la PDC. Per l’individuazione dei para-metri di cui sopra si fa riferimento alla disciplina ISEE; la quota REM è determinata in 400 euro, con gli

stessi parametri dell’RDC. Non ha diritto al REM chi è detenuto o rico-verato in lungodegenze o altre strut-ture residenziali a totale carico dello Stato o di altra Amministrazione pubblica; se nel nucleo sono presenti tali soggetti non se ne tiene conto.

29) Incremento del Fondo emergen-za alimentare di 250 milioni, per il 2020, destinato alle persone indigen-ti.

MISURE COMUNI A TUTTI:

30) Istituzione del Bonus vacanza, del valore massimo di 500 euro, destina-to ai nuclei familiari con ISEE 2020 non superiore a 40000 euro ed utiliz-zabile solo in Italia dal 1° luglio al 31 dicembre per il pagamento di soggiorni in strutture turistico-ricet-tive (b&b e agriturismo in possesso dei titoli prescritti dalle Norme nazionali e regionali). In pratica il costo del soggiorno (unico e presso una sola struttura) deve essere docu-mentato dalla fattura elettronica o dal documento commerciale (ex scontrino fiscale) ed il pagamento deve essere diretto (cliente-struttu-ra, senza intermediari). Il Bonus credito è fruibile esclusivamente per l’80%, d’intesa con la struttura, come sconto sul prezzo del soggiorno, e per il 20% come detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021. La struttura potrà recuperare quell’80% come credito d’imposta, o cedendolo a terzi (anche le banche), o portan-dolo in compensazione. Per i nuclei familiari con almeno 3 componenti il Bonus è di 500 euro, e si riduce a 300 euro per quelli con 2 componenti ed a 150 euro per quelli con una sola persona.

31) Proroga dei termini degli atti fiscali (accertamento, contestazione, irrogazione delle sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione, retti-fica e liquidazione) dei quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo ed il 31 dicembre; saranno emessi

entro il 31 dicembre e notificati durante tutto il 2021 (salvo casi indif-feribili e urgenti), senza interessi per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e la data di notifica dell’atto. La disposizione va emessa dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro 60 giorni.

32) Sospensione dei termini proces-suali per il procedimento di accerta-mento con adesione presentato dal contribuente, per i 90 giorni succes-sivi alla data di presentazione dell’ist-anza.

33) Proroga della sospensione delle attività dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) fino al 31 agosto.

- La scadenza dei versamenti IVA/CONTRIBUTI/RITENUTE delle rate di maggio/giugno/luglio è fissata al 16 settembre, in unica soluzione o in 4 rate, senza sanzioni e interessi;

- Per le imprese con volume d’affari inferiore a 250 milioni, gli ACCONTI IRES/IRPEF (già ridotti all’80% dal D.L. 18/2020) si pagano a giugno;

- Non si paga l’IRAP 2019 e non si versa il primo acconto del 2020;

- Per la ROTTAMAZIONE TER ed al SALDO E STRALCIO, chi era in regola con i pagamenti a dicembre 2019 può pagare le rate di febbraio/-maggio/luglio/novembre il 10 dicem-bre 2020, in unica soluzione e senza la tolleranza dei 5 giorni aggiuntivi. Chi a dicembre 2019 era già decadu-to può chiedere di rateizzare nuova-mente l’intero importo a debito (in 72 ordinarie, o 120 con documenta-zione relativa);

- Per chi all’8 marzo aveva in corso RATEIZZAZIONI con l’ex Equitalia, il limite di decadenza per rate non pagate passa da 5 a 10.

È chiaro, per quanto riguarda le CARTELLE, che il 30 settembre si

dovranno pagare tutte le rate com-prese tra febbraio e agosto, e ovvia-mente anche settembre, in unica soluzione.

Le restanti misure si riferiscono alle Imprese, che non crediamo sia il target dei lettori di questo nostro periodico.

P.C.

#RivoluzionAnzio pag. 5

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In questa “neonata” Rubrica (siamo alla seconda uscita) ci occupiamo di ASSISTENZA FISCALE e PATRO-NATO; certo saprete (e se non lo sapevate lo scoprite oggi) che il Circolo “Che Guevara” del P.R.C. di Anzio offre anche questo Servizio, rivolto a tutti, e non solo ai Compa-gni.

Nello scorso numero avremmo voluto trattare dell’ISEE, dei Bonus comunali e del modello 730, ma il Covid19 ha sbaragliato tutti, ed abbiamo dovuto dare spazio e risalto ai primi provvedimenti governativi per l’emergenza; lo facciamo con questo numero vogliamo riprendere da dove ci siamo dovuti interrompe-re, e certamente spiegarvi anche il nuovo Decreto.

Per ogni vostro bisogno potete scriverci a:

[email protected](lasciandoci un numero di telefono sarete richiamati da chi si occupa

del CAF/Patronato;

quando si potrà riaprire il Circolo ci saranno giorni stabiliti per incontri su appuntamento).

PROSSIME SCADENZE- Entro il 30 settembre va presentato il modello 730, per la dichiarazione dei redditi;- Con urgenza va fatto l’ISEE 2020, che vale fino al 31 dicembre ed è

necessario per poter chiedere gli aiuti stabiliti dal Decreto Rilancio;

- Per chi usufruisce di Bonus energia e simili vanno verificate le date di scadenza;

- Il 2 giugno scade il termine per chiedere i Bonus previsti per il mese di marzo dal Decreto 18/2020 (il “Cura Italia”).

CORONAVIRUS, LA SITUAZIONE

Parliamo del DECRETO RILANCIO; doveva essere “Aprile”, ma guardan-do il calendario appeso al muro (che evidentemente anche a Palazzo Chigi hanno) si sono resi conto che era già passato; probabilmente pareva brutto chiamarlo solo “maggio”, e si sono inventato il titolo “Rilancio”. Essendo molto articolato e lungo (l’ultima versione è di oltre 400 pagine) in questa rubrica tratteremo gli aspetti più pratici, che impattano sulla vita di tutti, e cioè il supporto al reddito ed i provvedimenti fiscali. Il Decreto è vigente dal 18 maggio.

MISURE PER I LAVORATORI DIPENDENTI:1) L’estensione fino al 31 luglio del congedo familiare col 50% della retri-buzione (30 giorni in totale); il conge-do senza retribuzione è concesso per in nuclei familiari con figli fino a 16 anni.

2) L’istituzione del Bonus “baby sitting” di 1200 euro (che può essere frazionato in più buoni, entro il limite).In alternativa il beneficiario può utilizzare il bonus per l’iscrizione dei figli ai centri estivi, o per i servizi integrati all’infanzia, o per i servizi socioeducativi per la prima infanzia (esclusi gli asili nido). Per i lavoratori del settore sanitario il bonus passa a 2000 euro.

3) La concessione di ulteriori 12 giorni per permessi retribuiti, usufru-ibili nel bimestre maggio/giugno (quindi, vista l’interpretazione dell’Inps sul medesimo argomento introdotto dal D.L. 18/2020, dobbia-mo ritenere si tratti di 6 giorni a maggio e 6 a giugno).

4) Il prolungamento al 31 luglio del periodo di sorveglianza attiva per i lavoratori pubblici e privati disabili gravi, a rischio da immunodepressio-ne, con esiti da patologia oncologica e per svolgimento di terapie salvavita (art. 3 co. 1 e 3 L. 104/1992).

5) La cumulabilità dei Bonus di questo Decreto con l’assegno ordi-nario di invalidità (L. 222/1984).

6) La proroga fino al 16 luglio della sospensione delle condizionalità per i percettori di RDC, NASPI, DISCOLL ecc.

7) La proroga fino al 15 agosto del divieto di licenziamento per giustifi-cato motivo oggettivo. Sono sospese per lo stesso periodo le procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo già in corso, ed il datore di lavoro che tra il 23 febbraio ed il 17 marzo ha provveduto al recesso del contratto di lavoro può revocarlo, attivando contestualmente la richie-sta di CIG.

8) La salvaguardia del Bonus Renzi e di quello sostitutivo da 100 euro per i lavoratori dipendenti, che sono riconosciuti anche nel caso in cui il lavoratore risulti incapiente per il minor reddito da lavoro dipendente nel 2020 a causa dell’emergenza sani-taria. Il datore di lavoro riconosce i benefici spettanti per il periodo nel quale il lavoratore fruisce delle misure di sostegno (CIG, CIGD, FIS ecc.) considerando la retribuzione contrattuale che sarebbe spettata normalmente. L’erogazione al lavora-tore deve iniziare a partire dalla prima retribuzione utile, e comunque entro il termine delle operazioni di conguaglio. 9) Bonus di 600 euro anche per aprile ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, erogato in modo automatico dall’INPS. Per maggio il bonus passa a 1000 euro. La stessa indennità spetta ai lavoratori in somministrazione, impiegati in imprese utilizzatrici ope-ranti nel settore turismo e stabili-menti termali, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e lo scorso 17 marzo, che non siano titolari di pensione, di rapporto di lavoro dipendente e di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto.

10) Bonus di 500 euro anche per aprile ai lavoratori agricoli, erogato automaticamente dall’INPS.

11) Bonus di 600 euro per aprile e

maggio agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, erogato automaticamente dall’INPS, a condi-zione di non essere titolari di rappor-to di lavoro dipendente o pensione alla data di entrata in vigore del Decreto. Il bonus viene erogato anche ai lavoratori con almeno 7 contributi giornalieri per il 2019 ed un reddito non superiore ai 35000 euro, ma solo presentando domanda all’INPS.

12) Bonus di 500 euro per aprile e maggio a lavoratori domestici, colf e badanti che al 23 febbraio avevano in essere uno o più contratti per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali; il lavoratore dome-stico non deve essere convivente col datore di lavoro. Questo non è cumulabile con gli altri Bonus, con l’RDC (fino a concorrenza) e con il REM; non spetta ai titolari di pensio-ne (ad eccezione dell’assegno ordina-rio di invalidità) e di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeter-minato diverso da quello lavoro domestico. Viene erogato dall’INPS in unica soluzione e previa domanda, che può essere presentata tramite il Patronato.

13) Fino alla fine dello stato d’eme-rgenza sanitaria i dipendenti privati con almeno 1 figlio sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il lavoro agile (smart working) anche in assenza degli accordi individuali (sempre che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalla L. 81/2017), a condizio-ne che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di stru-menti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’atti-vità lavorativa o che non vi sia genito-re non lavoratore. I datori di lavoro comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telemati-ca, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo

alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero.

14) Proroga di 2 mesi per NASPI e DISCOLL (se il periodo di percezio-ne si è interrotto tra il 1° marzo ed il 30 aprile), a condizione che il benefi-ciario non percepisca nessuno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020 e da questo. L’importo per ciascuna men-silità aggiuntiva è pari a quello dell’ultima mensilità della prestazio-ne.

15) Rinnovo, o proroga, fino al 30 agosto dei contratti di lavoro subor-dinato a tempo determinato in essere anche in assenza delle condi-zioni previste.

16) I percettori di CIG, CIGD, FIS, NASPI, DISCOLL e RDC possono stipulare, con un datore di lavoro agricolo, contratti a termine di 30+30 giorni, senza perdita dei diritti colle-gati a tali ammortizzatori sociali, nel limite di 2000 euro.

17) Sospensione, fino al 31 agosto, dei pignoramenti dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) su stipendi e pensioni, effettuati prima della data di entrata in vigore del Decreto. Fino alla stessa data non si applica il “vin-colo di indisponibilità”, ed il terzo pignorato rende fruibili le somme al debitore esecutato.

18) Ampliamento della possibilità di utilizzo del modello 730 ai dipenden-ti senza sostituto di imposta, al fine di garantire i conguagli derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Anche i dipendenti con sostituto d’imposta possono richiedere, col modello 730, il rimborso direttamente all’Ammini-strazione finanziaria e provvedendo al versamento delle imposte con il modello F24. Il rimborso verrà effet-tuato successivamente al 30 settem-bre, termine di scadenza previsto per la presentazione del modello 730.

19) Fondo di garanzia per anticipare

l’integrazione salariale ai lavoratori collocati in CIG e CIGD; le banche potranno concedere anticipazioni in conto corrente, con modalità ed importi stabiliti da apposito Decreto ministeriale.

20) Modifiche alle integrazioni salariali CIGO e CISOA per emer-genza Covid19:

- Il trattamento CIGO durata massi-mo 9 settimane, fruibili dal 23 febbra-io a 31 agosto, incrementate di ulte-riori 5 settimane nello stesso perio-do, a condizione che i datori di lavoro abbiano esaurito le prime 9 disponi-bili. Sono previste ulteriori 4 settima-ne da fruire dall’1° settembre al 31 ottobre, ma condizionate alla dispo-nibilità di fondi. Per i settori turismo/-fiere/congressi/spettacolo le ulteriori 4 settimane sono fruibili anche per periodi precedenti l’1° settembre. Ai beneficiari spetta l’ANF, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori ad orario normale. La richiesta deve essere preceduta dall’informazione, la consultazione e l’esame congiunto, svolti in via telematica entro i tre giorni successivi a quello di comuni-cazione preventiva. La domanda deve essere presentata entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività (pena la perdita di tutte le settimane salvo quella precedente la data di presen-tazione. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite ai periodi iniziati tra il 23 febbraio ed il 30 aprile;

- Il trattamento CISOA è concesso in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per un periodo massimo di 90 giorni, dal 23 febbraio al 31 ottobre, e comunque con termine del periodo al 31 dicem-bre 2020, e sono neutralizzati ai fini delle successive richieste. Le integra-

zioni sono concesse dall’INPS e vanno richieste entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite a periodi di sospensione iniziate tra il 23 febbraio ed il 30 aprile. I lavoratori dipendenti di aziende agricole ai quali non si applica la CISOA possono beneficiare della CIGD se risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti alla data del 25 marzo.

21) Modifiche all’integrazione salaria-le per aziende già in CIGS, a condi-zione che siano interamente fruite le prime 9 settimane concesse per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto; i datori di lavoro possono richiedere ulteriori 5 settimane per il medesimo periodo, e sono previste ulteriori 4 settimane da fruire nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 ottobre ma condizionate alla disponibilità di fondi.

22) Modifiche alla CIGD, che può avere una durata massima di 9 setti-mane fruibili per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto, incrementate di ulteriori 5 settimane nello stesso periodo (richieste ed autorizzate dall’INPS), per i datori di lavoro ai quali sia stato interamente autorizza-to il primo periodo di 9 settimane. È altresì riconosciuto un ulteriore periodo di 4 settimane per il periodo dall’1 settembre al 31 ottobre, richie-sto e gestito direttamente dall’INPS. L’accordo sindacale è necessario, verificato il numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno chiuso l’attività per i provvedimenti di urgenza sanitaria emanati. I datori di lavoro devono inviare all’INPS i dati per il pagamento dell’integrazi-one entro il giorno 20 del mese successivo al periodo di integrazione. I datori di lavoro con unità produtti-ve site in più regioni possono pagare direttamente le integrazioni, che saranno rimborsate o conguagliate dall’INPS.

23) Il trattamento di integrazione CIGD è affidato all’INPS, per i perio-di successivi alle prime 9 settimane riconosciute dalle Regioni, ma solo con domanda e salva la disponibilità di fondi; i datori di lavoro devono inviarla telematicamente, con la lista dei beneficiari e le ore di sospensio-ne per ciascun lavoratore per tutto il periodo autorizzato.Per i datori di lavoro con unità produttive site in più Regioni il trat-tamento può essere riconosciuto dal Ministero del lavoro. La domanda può essere trasmessa decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto ed entro la fine del mese successivo a quello in cui è iniziato il periodo di sospensione/riduzione dell’attività. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’INPS trasmette la doman-da entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività, con i dati essenziali per il calcolo e l’erogazione del 40% dell’anticipazione della prestazione ai lavoratori, con modali-tà che verranno indicate dall’INPS, che entro 15 giorni dal ricevimento dispone l’anticipazione (il conguaglio avverrà al completamento dei dati necessari da parte del datore di lavoro; l’invio dei dati dovrà avvenire entro 30 giorni dall’erogazione dell’anticipo).

Per i periodi di sospensione/riduzio-ne dell’attività iniziati tra il 23 febbra-io ed il 30 aprile già autorizzati dalle Regioni, i datori di lavoro che hanno chiesto il pagamento diretto comuni-cano all’INPS i dati necessari per il pagamento entro 15 giorni dall’entr-ata in vigore del Decreto. Il tratta-mento è corrisposto solo ai dipen-denti in forza al 25 marzo.

24) Pagamento diretto del tratta-mento CIGO ed Assegno ordinario, a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore del Decreto, con le stesse modalità descritte al precedente punto.

MISURE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NERO:

25) Per manodopera agricola, Colf e Badanti, i datori di lavoro (italiani, cittadini UE e stranieri con permesso di soggiorno) possono chiedere di stipulare contratti di lavoro subordi-nato, o dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari, con cittadini italiani e stranieri. Nel caso di stranieri, questi devono essere presenti sul territorio nazionale da prima dell’8 marzo (identificati con la fotodattiloscopia). I richiedenti devono risultare presenti sul territo-rio nazionale all’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro in agricoltura, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico prima del 31 ottobre 2019. Se nel termine della durata del permesso di soggior-no temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se il permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 (e non rinnovato o convertito) possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territo-rio nazionale e della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta (che deve riportare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento).

La richiesta deve essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio (con modali-tà che verranno emanate entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Decreto con apposito Decreto mini-steriale), presso l’INPS (per i lavora-tori italiani o UE), lo Sportello unico per l’immigrazione (per i lavoratori stranieri) e la Questura (per il rilascio dei permessi di soggiorno); in attesa di definizione della richiesta è consentito lo svolgimento dell’attivi-tà lavorativa. Dalla data di entrata in vigore del Decreto, e fino alla conclu-sione del procedimento, sono sospe-si i procedimenti penali e ammini-

strativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore.

26) Per le prestazioni agricole non denunciate, alle retribuzioni delle giornate lavorative dalla 183 in poi si applica un’imposta del 10% (sostitui-va dell’imposta sull’IRPEF e delle addizionali regionale e comunale); per le imprese situate nelle zone montane, l’impegno di lavoro di persone a titolo gratuito (a prescin-dere dal rapporto di parentela/affini-tà) si applica non oltre il 31 luglio. La misura è soggetta a Decreto ministe-riale da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto.

MISURE COMUNI A LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI:

27) Allargamento bonus 600 euro (già prevista nel DL 18/2020 quale fondo residuale) per aprile e maggio per chi in conseguenza dell’emerge-nza sanitaria hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività o il loro rapporto di lavoro, a condizione che rispettino queste caratteristiche:a) lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che hanno cessato involonta-riamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020 e che hanno svolto la prestazio-ne lavorativa per almeno trenta gior-nate nel medesimo periodo;b) lavoratori intermittenti che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020;c) lavoratori autonomi occasionali (privi di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligato-rie) che fossero titolari di contratto tra il 1° gennaio 2019 ed il 22 febbra-io 2020, che non lo fossero al 23 febbraio e che alla stessa data fosse-ro già iscritti alla Gestione Separata, con accredito nello stesso arco tem-porale di almeno un contributo men-sile;

d) incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 superiore a 5000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione Separata ma non ad altre forme previdenziali obbligatorie.Tutti i soggetti di cui sopra, alla data di presentazione della domanda, non devono essere titolari di altro con-tratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (diverso dal contratto intermittente) e non devono essere titolari di pensione. Se il richiedente percepisce un Reddito di cittadinanza di importo inferiore, questo è incre-mentato fino ai 600 euro di valore del Bonus.

MISURE PER I SENZA REDDITO:

28) Istituzione del Reddito di Emer-genza (REM), le cui domande devono essere presentate entro la fine di giugno; il beneficio è erogato in due quote. Spetta ai nuclei familiari che al momento della domanda sono residenti in Italia, hanno un reddito familiare (ad aprile 2020) inferiore all’ammontare del REM, hanno un valore dell’ISEE inferiore a 15000 euro ed un patrimonio mobiliare familiare(riferito al 2019)inferiore a 10000 euro (aumentati di 5000 euro per ogni componente successivo al primo, e fino a20000 euro; l’increme-nto di 5000 euro vale anche per la presenza di un componente disabile grave o non autosufficiente, per come definito ai fini ISEE).Il REM non si eroga a chi ha nel nucleo familiare componenti che percepiscono o hanno percepito uno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020), se nel nucleo è presente un titolare di pensione (diretta o indiretta, escluso l’Assegno ordinario), se nel nucleo è presente un titolare di rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie del REM e se si percepisce l’RDC o la PDC. Per l’individuazione dei para-metri di cui sopra si fa riferimento alla disciplina ISEE; la quota REM è determinata in 400 euro, con gli

stessi parametri dell’RDC. Non ha diritto al REM chi è detenuto o rico-verato in lungodegenze o altre strut-ture residenziali a totale carico dello Stato o di altra Amministrazione pubblica; se nel nucleo sono presenti tali soggetti non se ne tiene conto.

29) Incremento del Fondo emergen-za alimentare di 250 milioni, per il 2020, destinato alle persone indigen-ti.

MISURE COMUNI A TUTTI:

30) Istituzione del Bonus vacanza, del valore massimo di 500 euro, destina-to ai nuclei familiari con ISEE 2020 non superiore a 40000 euro ed utiliz-zabile solo in Italia dal 1° luglio al 31 dicembre per il pagamento di soggiorni in strutture turistico-ricet-tive (b&b e agriturismo in possesso dei titoli prescritti dalle Norme nazionali e regionali). In pratica il costo del soggiorno (unico e presso una sola struttura) deve essere docu-mentato dalla fattura elettronica o dal documento commerciale (ex scontrino fiscale) ed il pagamento deve essere diretto (cliente-struttu-ra, senza intermediari). Il Bonus credito è fruibile esclusivamente per l’80%, d’intesa con la struttura, come sconto sul prezzo del soggiorno, e per il 20% come detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021. La struttura potrà recuperare quell’80% come credito d’imposta, o cedendolo a terzi (anche le banche), o portan-dolo in compensazione. Per i nuclei familiari con almeno 3 componenti il Bonus è di 500 euro, e si riduce a 300 euro per quelli con 2 componenti ed a 150 euro per quelli con una sola persona.

31) Proroga dei termini degli atti fiscali (accertamento, contestazione, irrogazione delle sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione, retti-fica e liquidazione) dei quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo ed il 31 dicembre; saranno emessi

entro il 31 dicembre e notificati durante tutto il 2021 (salvo casi indif-feribili e urgenti), senza interessi per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e la data di notifica dell’atto. La disposizione va emessa dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro 60 giorni.

32) Sospensione dei termini proces-suali per il procedimento di accerta-mento con adesione presentato dal contribuente, per i 90 giorni succes-sivi alla data di presentazione dell’ist-anza.

33) Proroga della sospensione delle attività dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) fino al 31 agosto.

- La scadenza dei versamenti IVA/CONTRIBUTI/RITENUTE delle rate di maggio/giugno/luglio è fissata al 16 settembre, in unica soluzione o in 4 rate, senza sanzioni e interessi;

- Per le imprese con volume d’affari inferiore a 250 milioni, gli ACCONTI IRES/IRPEF (già ridotti all’80% dal D.L. 18/2020) si pagano a giugno;

- Non si paga l’IRAP 2019 e non si versa il primo acconto del 2020;

- Per la ROTTAMAZIONE TER ed al SALDO E STRALCIO, chi era in regola con i pagamenti a dicembre 2019 può pagare le rate di febbraio/-maggio/luglio/novembre il 10 dicem-bre 2020, in unica soluzione e senza la tolleranza dei 5 giorni aggiuntivi. Chi a dicembre 2019 era già decadu-to può chiedere di rateizzare nuova-mente l’intero importo a debito (in 72 ordinarie, o 120 con documenta-zione relativa);

- Per chi all’8 marzo aveva in corso RATEIZZAZIONI con l’ex Equitalia, il limite di decadenza per rate non pagate passa da 5 a 10.

È chiaro, per quanto riguarda le CARTELLE, che il 30 settembre si

dovranno pagare tutte le rate com-prese tra febbraio e agosto, e ovvia-mente anche settembre, in unica soluzione.

Le restanti misure si riferiscono alle Imprese, che non crediamo sia il target dei lettori di questo nostro periodico.

P.C.

#RivoluzionAnzio pag. 6

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In questa “neonata” Rubrica (siamo alla seconda uscita) ci occupiamo di ASSISTENZA FISCALE e PATRO-NATO; certo saprete (e se non lo sapevate lo scoprite oggi) che il Circolo “Che Guevara” del P.R.C. di Anzio offre anche questo Servizio, rivolto a tutti, e non solo ai Compa-gni.

Nello scorso numero avremmo voluto trattare dell’ISEE, dei Bonus comunali e del modello 730, ma il Covid19 ha sbaragliato tutti, ed abbiamo dovuto dare spazio e risalto ai primi provvedimenti governativi per l’emergenza; lo facciamo con questo numero vogliamo riprendere da dove ci siamo dovuti interrompe-re, e certamente spiegarvi anche il nuovo Decreto.

Per ogni vostro bisogno potete scriverci a:

[email protected](lasciandoci un numero di telefono sarete richiamati da chi si occupa

del CAF/Patronato;

quando si potrà riaprire il Circolo ci saranno giorni stabiliti per incontri su appuntamento).

PROSSIME SCADENZE- Entro il 30 settembre va presentato il modello 730, per la dichiarazione dei redditi;- Con urgenza va fatto l’ISEE 2020, che vale fino al 31 dicembre ed è

necessario per poter chiedere gli aiuti stabiliti dal Decreto Rilancio;

- Per chi usufruisce di Bonus energia e simili vanno verificate le date di scadenza;

- Il 2 giugno scade il termine per chiedere i Bonus previsti per il mese di marzo dal Decreto 18/2020 (il “Cura Italia”).

CORONAVIRUS, LA SITUAZIONE

Parliamo del DECRETO RILANCIO; doveva essere “Aprile”, ma guardan-do il calendario appeso al muro (che evidentemente anche a Palazzo Chigi hanno) si sono resi conto che era già passato; probabilmente pareva brutto chiamarlo solo “maggio”, e si sono inventato il titolo “Rilancio”. Essendo molto articolato e lungo (l’ultima versione è di oltre 400 pagine) in questa rubrica tratteremo gli aspetti più pratici, che impattano sulla vita di tutti, e cioè il supporto al reddito ed i provvedimenti fiscali. Il Decreto è vigente dal 18 maggio.

MISURE PER I LAVORATORI DIPENDENTI:1) L’estensione fino al 31 luglio del congedo familiare col 50% della retri-buzione (30 giorni in totale); il conge-do senza retribuzione è concesso per in nuclei familiari con figli fino a 16 anni.

2) L’istituzione del Bonus “baby sitting” di 1200 euro (che può essere frazionato in più buoni, entro il limite).In alternativa il beneficiario può utilizzare il bonus per l’iscrizione dei figli ai centri estivi, o per i servizi integrati all’infanzia, o per i servizi socioeducativi per la prima infanzia (esclusi gli asili nido). Per i lavoratori del settore sanitario il bonus passa a 2000 euro.

3) La concessione di ulteriori 12 giorni per permessi retribuiti, usufru-ibili nel bimestre maggio/giugno (quindi, vista l’interpretazione dell’Inps sul medesimo argomento introdotto dal D.L. 18/2020, dobbia-mo ritenere si tratti di 6 giorni a maggio e 6 a giugno).

4) Il prolungamento al 31 luglio del periodo di sorveglianza attiva per i lavoratori pubblici e privati disabili gravi, a rischio da immunodepressio-ne, con esiti da patologia oncologica e per svolgimento di terapie salvavita (art. 3 co. 1 e 3 L. 104/1992).

5) La cumulabilità dei Bonus di questo Decreto con l’assegno ordi-nario di invalidità (L. 222/1984).

6) La proroga fino al 16 luglio della sospensione delle condizionalità per i percettori di RDC, NASPI, DISCOLL ecc.

7) La proroga fino al 15 agosto del divieto di licenziamento per giustifi-cato motivo oggettivo. Sono sospese per lo stesso periodo le procedure di licenziamento per giustificato motivo oggettivo già in corso, ed il datore di lavoro che tra il 23 febbraio ed il 17 marzo ha provveduto al recesso del contratto di lavoro può revocarlo, attivando contestualmente la richie-sta di CIG.

8) La salvaguardia del Bonus Renzi e di quello sostitutivo da 100 euro per i lavoratori dipendenti, che sono riconosciuti anche nel caso in cui il lavoratore risulti incapiente per il minor reddito da lavoro dipendente nel 2020 a causa dell’emergenza sani-taria. Il datore di lavoro riconosce i benefici spettanti per il periodo nel quale il lavoratore fruisce delle misure di sostegno (CIG, CIGD, FIS ecc.) considerando la retribuzione contrattuale che sarebbe spettata normalmente. L’erogazione al lavora-tore deve iniziare a partire dalla prima retribuzione utile, e comunque entro il termine delle operazioni di conguaglio. 9) Bonus di 600 euro anche per aprile ai lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali, erogato in modo automatico dall’INPS. Per maggio il bonus passa a 1000 euro. La stessa indennità spetta ai lavoratori in somministrazione, impiegati in imprese utilizzatrici ope-ranti nel settore turismo e stabili-menti termali, che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e lo scorso 17 marzo, che non siano titolari di pensione, di rapporto di lavoro dipendente e di NASPI alla data di entrata in vigore del Decreto.

10) Bonus di 500 euro anche per aprile ai lavoratori agricoli, erogato automaticamente dall’INPS.

11) Bonus di 600 euro per aprile e

maggio agli iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, erogato automaticamente dall’INPS, a condi-zione di non essere titolari di rappor-to di lavoro dipendente o pensione alla data di entrata in vigore del Decreto. Il bonus viene erogato anche ai lavoratori con almeno 7 contributi giornalieri per il 2019 ed un reddito non superiore ai 35000 euro, ma solo presentando domanda all’INPS.

12) Bonus di 500 euro per aprile e maggio a lavoratori domestici, colf e badanti che al 23 febbraio avevano in essere uno o più contratti per una durata complessiva superiore a 10 ore settimanali; il lavoratore dome-stico non deve essere convivente col datore di lavoro. Questo non è cumulabile con gli altri Bonus, con l’RDC (fino a concorrenza) e con il REM; non spetta ai titolari di pensio-ne (ad eccezione dell’assegno ordina-rio di invalidità) e di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeter-minato diverso da quello lavoro domestico. Viene erogato dall’INPS in unica soluzione e previa domanda, che può essere presentata tramite il Patronato.

13) Fino alla fine dello stato d’eme-rgenza sanitaria i dipendenti privati con almeno 1 figlio sotto i 14 anni hanno diritto a svolgere il lavoro agile (smart working) anche in assenza degli accordi individuali (sempre che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e fermo restando il rispetto degli obblighi informativi previsti dalla L. 81/2017), a condizio-ne che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di stru-menti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’atti-vità lavorativa o che non vi sia genito-re non lavoratore. I datori di lavoro comunicano al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in via telemati-ca, i nominativi dei lavoratori e la data di cessazione della prestazione di lavoro in modalità agile, ricorrendo

alla documentazione resa disponibile sul sito del Ministero.

14) Proroga di 2 mesi per NASPI e DISCOLL (se il periodo di percezio-ne si è interrotto tra il 1° marzo ed il 30 aprile), a condizione che il benefi-ciario non percepisca nessuno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020 e da questo. L’importo per ciascuna men-silità aggiuntiva è pari a quello dell’ultima mensilità della prestazio-ne.

15) Rinnovo, o proroga, fino al 30 agosto dei contratti di lavoro subor-dinato a tempo determinato in essere anche in assenza delle condi-zioni previste.

16) I percettori di CIG, CIGD, FIS, NASPI, DISCOLL e RDC possono stipulare, con un datore di lavoro agricolo, contratti a termine di 30+30 giorni, senza perdita dei diritti colle-gati a tali ammortizzatori sociali, nel limite di 2000 euro.

17) Sospensione, fino al 31 agosto, dei pignoramenti dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) su stipendi e pensioni, effettuati prima della data di entrata in vigore del Decreto. Fino alla stessa data non si applica il “vin-colo di indisponibilità”, ed il terzo pignorato rende fruibili le somme al debitore esecutato.

18) Ampliamento della possibilità di utilizzo del modello 730 ai dipenden-ti senza sostituto di imposta, al fine di garantire i conguagli derivanti dalla dichiarazione dei redditi. Anche i dipendenti con sostituto d’imposta possono richiedere, col modello 730, il rimborso direttamente all’Ammini-strazione finanziaria e provvedendo al versamento delle imposte con il modello F24. Il rimborso verrà effet-tuato successivamente al 30 settem-bre, termine di scadenza previsto per la presentazione del modello 730.

19) Fondo di garanzia per anticipare

l’integrazione salariale ai lavoratori collocati in CIG e CIGD; le banche potranno concedere anticipazioni in conto corrente, con modalità ed importi stabiliti da apposito Decreto ministeriale.

20) Modifiche alle integrazioni salariali CIGO e CISOA per emer-genza Covid19:

- Il trattamento CIGO durata massi-mo 9 settimane, fruibili dal 23 febbra-io a 31 agosto, incrementate di ulte-riori 5 settimane nello stesso perio-do, a condizione che i datori di lavoro abbiano esaurito le prime 9 disponi-bili. Sono previste ulteriori 4 settima-ne da fruire dall’1° settembre al 31 ottobre, ma condizionate alla dispo-nibilità di fondi. Per i settori turismo/-fiere/congressi/spettacolo le ulteriori 4 settimane sono fruibili anche per periodi precedenti l’1° settembre. Ai beneficiari spetta l’ANF, in rapporto al periodo di paga adottato e alle medesime condizioni dei lavoratori ad orario normale. La richiesta deve essere preceduta dall’informazione, la consultazione e l’esame congiunto, svolti in via telematica entro i tre giorni successivi a quello di comuni-cazione preventiva. La domanda deve essere presentata entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività (pena la perdita di tutte le settimane salvo quella precedente la data di presen-tazione. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite ai periodi iniziati tra il 23 febbraio ed il 30 aprile;

- Il trattamento CISOA è concesso in deroga ai limiti di fruizione riferiti al singolo lavoratore e al numero di giornate lavorative da svolgere presso la stessa azienda, per un periodo massimo di 90 giorni, dal 23 febbraio al 31 ottobre, e comunque con termine del periodo al 31 dicem-bre 2020, e sono neutralizzati ai fini delle successive richieste. Le integra-

zioni sono concesse dall’INPS e vanno richieste entro la fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di sospensione dell’attività. Il 31 maggio scade il termine per le domande riferite a periodi di sospensione iniziate tra il 23 febbraio ed il 30 aprile. I lavoratori dipendenti di aziende agricole ai quali non si applica la CISOA possono beneficiare della CIGD se risultano alle dipendenze dei datori di lavoro richiedenti alla data del 25 marzo.

21) Modifiche all’integrazione salaria-le per aziende già in CIGS, a condi-zione che siano interamente fruite le prime 9 settimane concesse per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto; i datori di lavoro possono richiedere ulteriori 5 settimane per il medesimo periodo, e sono previste ulteriori 4 settimane da fruire nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 ottobre ma condizionate alla disponibilità di fondi.

22) Modifiche alla CIGD, che può avere una durata massima di 9 setti-mane fruibili per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto, incrementate di ulteriori 5 settimane nello stesso periodo (richieste ed autorizzate dall’INPS), per i datori di lavoro ai quali sia stato interamente autorizza-to il primo periodo di 9 settimane. È altresì riconosciuto un ulteriore periodo di 4 settimane per il periodo dall’1 settembre al 31 ottobre, richie-sto e gestito direttamente dall’INPS. L’accordo sindacale è necessario, verificato il numero di dipendenti, anche per le aziende che hanno chiuso l’attività per i provvedimenti di urgenza sanitaria emanati. I datori di lavoro devono inviare all’INPS i dati per il pagamento dell’integrazi-one entro il giorno 20 del mese successivo al periodo di integrazione. I datori di lavoro con unità produtti-ve site in più regioni possono pagare direttamente le integrazioni, che saranno rimborsate o conguagliate dall’INPS.

23) Il trattamento di integrazione CIGD è affidato all’INPS, per i perio-di successivi alle prime 9 settimane riconosciute dalle Regioni, ma solo con domanda e salva la disponibilità di fondi; i datori di lavoro devono inviarla telematicamente, con la lista dei beneficiari e le ore di sospensio-ne per ciascun lavoratore per tutto il periodo autorizzato.Per i datori di lavoro con unità produttive site in più Regioni il trat-tamento può essere riconosciuto dal Ministero del lavoro. La domanda può essere trasmessa decorsi 30 giorni dall’entrata in vigore del Decreto ed entro la fine del mese successivo a quello in cui è iniziato il periodo di sospensione/riduzione dell’attività. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’INPS trasmette la doman-da entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensio-ne/riduzione dell’attività, con i dati essenziali per il calcolo e l’erogazione del 40% dell’anticipazione della prestazione ai lavoratori, con modali-tà che verranno indicate dall’INPS, che entro 15 giorni dal ricevimento dispone l’anticipazione (il conguaglio avverrà al completamento dei dati necessari da parte del datore di lavoro; l’invio dei dati dovrà avvenire entro 30 giorni dall’erogazione dell’anticipo).

Per i periodi di sospensione/riduzio-ne dell’attività iniziati tra il 23 febbra-io ed il 30 aprile già autorizzati dalle Regioni, i datori di lavoro che hanno chiesto il pagamento diretto comuni-cano all’INPS i dati necessari per il pagamento entro 15 giorni dall’entr-ata in vigore del Decreto. Il tratta-mento è corrisposto solo ai dipen-denti in forza al 25 marzo.

24) Pagamento diretto del tratta-mento CIGO ed Assegno ordinario, a decorrere dal trentesimo giorno successivo all’entrata in vigore del Decreto, con le stesse modalità descritte al precedente punto.

MISURE PER L’EMERSIONE DEL LAVORO NERO:

25) Per manodopera agricola, Colf e Badanti, i datori di lavoro (italiani, cittadini UE e stranieri con permesso di soggiorno) possono chiedere di stipulare contratti di lavoro subordi-nato, o dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari, con cittadini italiani e stranieri. Nel caso di stranieri, questi devono essere presenti sul territorio nazionale da prima dell’8 marzo (identificati con la fotodattiloscopia). I richiedenti devono risultare presenti sul territo-rio nazionale all’8 marzo e devono aver svolto attività di lavoro in agricoltura, pesca, assistenza alla persona e lavoro domestico prima del 31 ottobre 2019. Se nel termine della durata del permesso di soggior-no temporaneo, il cittadino straniero esibisce un contratto di lavoro, il permesso viene convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Se il permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 (e non rinnovato o convertito) possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo, valido solo nel territo-rio nazionale e della durata di 6 mesi dalla presentazione della richiesta (che deve riportare la durata del contratto di lavoro e la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento).

La richiesta deve essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio (con modali-tà che verranno emanate entro 10 giorni dall’entrata in vigore del Decreto con apposito Decreto mini-steriale), presso l’INPS (per i lavora-tori italiani o UE), lo Sportello unico per l’immigrazione (per i lavoratori stranieri) e la Questura (per il rilascio dei permessi di soggiorno); in attesa di definizione della richiesta è consentito lo svolgimento dell’attivi-tà lavorativa. Dalla data di entrata in vigore del Decreto, e fino alla conclu-sione del procedimento, sono sospe-si i procedimenti penali e ammini-

strativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore.

26) Per le prestazioni agricole non denunciate, alle retribuzioni delle giornate lavorative dalla 183 in poi si applica un’imposta del 10% (sostitui-va dell’imposta sull’IRPEF e delle addizionali regionale e comunale); per le imprese situate nelle zone montane, l’impegno di lavoro di persone a titolo gratuito (a prescin-dere dal rapporto di parentela/affini-tà) si applica non oltre il 31 luglio. La misura è soggetta a Decreto ministe-riale da emanare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del Decreto.

MISURE COMUNI A LAVORATORI DIPENDENTI E AUTONOMI:

27) Allargamento bonus 600 euro (già prevista nel DL 18/2020 quale fondo residuale) per aprile e maggio per chi in conseguenza dell’emerge-nza sanitaria hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività o il loro rapporto di lavoro, a condizione che rispettino queste caratteristiche:a) lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali, che hanno cessato involonta-riamente il rapporto di lavoro tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020 e che hanno svolto la prestazio-ne lavorativa per almeno trenta gior-nate nel medesimo periodo;b) lavoratori intermittenti che hanno svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020;c) lavoratori autonomi occasionali (privi di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligato-rie) che fossero titolari di contratto tra il 1° gennaio 2019 ed il 22 febbra-io 2020, che non lo fossero al 23 febbraio e che alla stessa data fosse-ro già iscritti alla Gestione Separata, con accredito nello stesso arco tem-porale di almeno un contributo men-sile;

d) incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 superiore a 5000 euro, titolari di partita IVA attiva, iscritti alla Gestione Separata ma non ad altre forme previdenziali obbligatorie.Tutti i soggetti di cui sopra, alla data di presentazione della domanda, non devono essere titolari di altro con-tratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (diverso dal contratto intermittente) e non devono essere titolari di pensione. Se il richiedente percepisce un Reddito di cittadinanza di importo inferiore, questo è incre-mentato fino ai 600 euro di valore del Bonus.

MISURE PER I SENZA REDDITO:

28) Istituzione del Reddito di Emer-genza (REM), le cui domande devono essere presentate entro la fine di giugno; il beneficio è erogato in due quote. Spetta ai nuclei familiari che al momento della domanda sono residenti in Italia, hanno un reddito familiare (ad aprile 2020) inferiore all’ammontare del REM, hanno un valore dell’ISEE inferiore a 15000 euro ed un patrimonio mobiliare familiare(riferito al 2019)inferiore a 10000 euro (aumentati di 5000 euro per ogni componente successivo al primo, e fino a20000 euro; l’increme-nto di 5000 euro vale anche per la presenza di un componente disabile grave o non autosufficiente, per come definito ai fini ISEE).Il REM non si eroga a chi ha nel nucleo familiare componenti che percepiscono o hanno percepito uno dei Bonus previsti dal D.L. 18/2020), se nel nucleo è presente un titolare di pensione (diretta o indiretta, escluso l’Assegno ordinario), se nel nucleo è presente un titolare di rapporto di lavoro dipendente la cui retribuzione lorda sia superiore alle soglie del REM e se si percepisce l’RDC o la PDC. Per l’individuazione dei para-metri di cui sopra si fa riferimento alla disciplina ISEE; la quota REM è determinata in 400 euro, con gli

stessi parametri dell’RDC. Non ha diritto al REM chi è detenuto o rico-verato in lungodegenze o altre strut-ture residenziali a totale carico dello Stato o di altra Amministrazione pubblica; se nel nucleo sono presenti tali soggetti non se ne tiene conto.

29) Incremento del Fondo emergen-za alimentare di 250 milioni, per il 2020, destinato alle persone indigen-ti.

MISURE COMUNI A TUTTI:

30) Istituzione del Bonus vacanza, del valore massimo di 500 euro, destina-to ai nuclei familiari con ISEE 2020 non superiore a 40000 euro ed utiliz-zabile solo in Italia dal 1° luglio al 31 dicembre per il pagamento di soggiorni in strutture turistico-ricet-tive (b&b e agriturismo in possesso dei titoli prescritti dalle Norme nazionali e regionali). In pratica il costo del soggiorno (unico e presso una sola struttura) deve essere docu-mentato dalla fattura elettronica o dal documento commerciale (ex scontrino fiscale) ed il pagamento deve essere diretto (cliente-struttu-ra, senza intermediari). Il Bonus credito è fruibile esclusivamente per l’80%, d’intesa con la struttura, come sconto sul prezzo del soggiorno, e per il 20% come detrazione nella dichiarazione dei redditi 2021. La struttura potrà recuperare quell’80% come credito d’imposta, o cedendolo a terzi (anche le banche), o portan-dolo in compensazione. Per i nuclei familiari con almeno 3 componenti il Bonus è di 500 euro, e si riduce a 300 euro per quelli con 2 componenti ed a 150 euro per quelli con una sola persona.

31) Proroga dei termini degli atti fiscali (accertamento, contestazione, irrogazione delle sanzioni, recupero crediti di imposta, liquidazione, retti-fica e liquidazione) dei quali i termini di decadenza scadono tra il 9 marzo ed il 31 dicembre; saranno emessi

entro il 31 dicembre e notificati durante tutto il 2021 (salvo casi indif-feribili e urgenti), senza interessi per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e la data di notifica dell’atto. La disposizione va emessa dal direttore dell’Agenzia delle entrate entro 60 giorni.

32) Sospensione dei termini proces-suali per il procedimento di accerta-mento con adesione presentato dal contribuente, per i 90 giorni succes-sivi alla data di presentazione dell’ist-anza.

33) Proroga della sospensione delle attività dell’Agente della riscossione (ex Equitalia) fino al 31 agosto.

- La scadenza dei versamenti IVA/CONTRIBUTI/RITENUTE delle rate di maggio/giugno/luglio è fissata al 16 settembre, in unica soluzione o in 4 rate, senza sanzioni e interessi;

- Per le imprese con volume d’affari inferiore a 250 milioni, gli ACCONTI IRES/IRPEF (già ridotti all’80% dal D.L. 18/2020) si pagano a giugno;

- Non si paga l’IRAP 2019 e non si versa il primo acconto del 2020;

- Per la ROTTAMAZIONE TER ed al SALDO E STRALCIO, chi era in regola con i pagamenti a dicembre 2019 può pagare le rate di febbraio/-maggio/luglio/novembre il 10 dicem-bre 2020, in unica soluzione e senza la tolleranza dei 5 giorni aggiuntivi. Chi a dicembre 2019 era già decadu-to può chiedere di rateizzare nuova-mente l’intero importo a debito (in 72 ordinarie, o 120 con documenta-zione relativa);

- Per chi all’8 marzo aveva in corso RATEIZZAZIONI con l’ex Equitalia, il limite di decadenza per rate non pagate passa da 5 a 10.

È chiaro, per quanto riguarda le CARTELLE, che il 30 settembre si

dovranno pagare tutte le rate com-prese tra febbraio e agosto, e ovvia-mente anche settembre, in unica soluzione.

Le restanti misure si riferiscono alle Imprese, che non crediamo sia il target dei lettori di questo nostro periodico.

P.C.

#RivoluzionAnzio pag. 7

Partito della Rifondazione ComunistaCircolo "Ernesto Che Guevara"

Via Oberdan Fratini, 8, 00042 Anzio RM

https://prcanzio.wordpress.com

..... e la coerenza?

C’è la giuntain prima fila

la Domenica a matina!

Che protestapé er reparto

che hanno tortodé soppiatto!

Si pensamo cò coerenza vie da dì......

.....ma ‘ndo stavate?

Quanno er mostroreggionale

smantellava l’ospedale?

“La Tracina ‘ncazzata”

L’ANGOLODELLA POESIA

Page 8: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

La Lotta dei lavoratori Agile-Eute-lia-Omega, quella che “bucò lo scena-rio collettivo” per visibilità e per un percorso arduo ma capace di vincere sulla protervia dei “prenditori”.Decorre in questi giorni il decennio, che vide scendere in campo molti lavoratori di diverse aziende, dalla Sardegna Alcoa, al nord Inse, Ibm, Hp, Ispra, call center Alma Viva, etc. solo per citarne alcune, tra queste, certa-mente Agile-Eutelia irrompe in tutta la sua ampiezza, soprattutto originali-tà e acutezza della sua azione. Alcuni Cenni di storia. Nel 2006 due grandi realtà informati-che la Getronics e la Bull sono state acquistate alla risibile cifra di 1 euro da una Famiglia, I Landi, falsi impren-ditori che avevano come unico progetto la privatizzazione del profit-to e la socializzazione delle perdite. Le aziende di provenienza sono state spogliate di ogni asset immobiliare, delle competenze dei lavoratori. A giugno del 2009 dopo un anno di

contratto di solidarietà i lavoratori sono stati ceduti ad un contenitore: la AGILE SRL di Potenza, partecipata 100% Eutelia e venduta nella stessa giornata alla Omega, capogruppo quest'ultima di un network di scatole cinesi come la Phonemedia e la Omnia per un totale di 13.000 lavo-ratori anch’essi non retribuiti da mesi. Il 22 ottobre del 2009 senza stipendi dal mese di agosto è stata avviata una pratica di licenziamento collettivo per 1192 persone. Dopo quattro mesi di presidio della sede di Roma e senza stipendio da 7 mesi, mantenendo attivi i contratti in essere nonostante lotte, manifesta-zioni, sciopero della fame, azioni legali e contrattuali (art.28 L.300 - richie-sta insolvenza Agile - incontri con la Pres. Consiglio - richiesta di commis-sariamento di Agile – etc) il tribunale fallimentare di Roma rinvia al 31.3. pv la decisione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta promette ma, nulla accade. La regio-ne Lazio e la Provincia di Roma non riescono neppure a trovare una

modalità per dare un minimo di sostegno al reddito a queste 250 famiglie di Roma. La solidarietà con-creta e fattiva viene solo dai lavora-tori e dai cittadini, dalle forze di sinistra di opposizione. È giunto il momento (gridano i lavoratori nei cortei e dai tetti delle loro sedi) che la Regione Lazio agisca e con urgenza per impedire che prevalga la legge dei malfattori, la forza, l’arroganza bieca, che pieghi la resistenza dei lavoratori Agile ex Eutelia, avamposto della riscossa di una classe lavoratrice a lungo “sedata e illusa” che oggi ritro-va dignità e voglia di cambiare la società verso un modello di progres-so e non solo sviluppo senza anima e senza valore. Ma occorre fare presto. Domani sarebbe già tardi.Mentre procedono le azioni per ottenere giustizia, Novembre 2009: Il giorno 10 un gruppo di squadristi, travestiti da poliziotti, armati di tutto punto, irrompe nella sede di Roma, aggredendo il personale presidiante. Il giorno 26 il Ministro Tremonti, attraverso la trasmissione televisiva

“Anno Zero”, afferma che quello di Eutelia è un caso che deve essere risolto e che è impossibile che una società quotata in borsa possa esser-si messa in un casino di queste dimensioni. Dicembre 2009: Il Sotto-segretario Letta, concorda con le organizzazioni sindacali il seguente piano di azione: denuncia per insol-venza al tribunale fallimentare di Roma, Commissariamento e impe-gno governativo per la costituzione di un tavolo di trattativa tra enti pub-blici centrali e locali, clienti, soggetti industriali interessati al rilancio dell’azienda. Il giorno 23 il tribunale fallimentare di Roma sequestra l’azi-enda e la pone sotto custodia caute-lare. Marzo 2009: La magistratura condanna Eutelia ed Agile per com-portamento anti sindacale (art. 28) ed ordina alle parti di rimuovere gli effetti della cessione di ramo d’azi-enda.

Aprile 2009: Il 20 il tribunale fallimen-tare di Roma respinge la richiesta di Concordato e affida l’azienda a tre commissari per la verifica sulle con-dizioni di amministrazione straordi-naria. Maggio 2009: Il tribunale di Arezzo dichiara insolvente Eutelia e la affida a tre commissari straordina-ri, 2 dei quali hanno custodito Agile prima del commissariamento. Il tribu-nale di Milano, su richiesta del P.M. Greco che apre un’inchiesta a segui-to di un esposto penale presentato dalle Organizzazioni Sindacali insie-me ai lavoratori. Dichiara insolvente Libeccio che è la controllante del gruppo Omega che è, a sua volta con-trollante di Agile. Dopo sette mesi senza stipendi, finalmente arriva il primo misero assegno di cassa inte-grazione. In azienda l’immobilismo più totale da parte di commissari.

ARRESTI EUTELIA, AGILE E OMEGA. SAMUELE LANDI LATI-TANTE A DUBAI

Otto gli arresti per bancarotta frau-dolenta, nell'inchiesta Agile-Eutelia In

cella anche Antonangelo Liori, il pregiudicato che fu direttore de L'Unione Sarda, che in una telefonata dice: «Se fallisce l'azienda io continuo ad avere villa ed elicottero».

I finanzieri si sono presentati all'alba nella sua villetta cagliaritana di Barracca Manna con l'ordinanza di custodia cautelare. Poche ore dopo Antonangelo Liori ha varcato il pesante portone del carcere di Buo-ncammino. Il giornalista è accusato di bancarotta fraudolenta nell'inchiesta della Procura di Roma sul gruppo societario Agile-Eutelia, attivo nel settore delle telecomunicazioni. I militari del gruppo di Cagliari, che hanno collaborato al blitz di ieri, hanno fatto visita anche al fratello di Antonangelo Liori, Sebastiano, inda-gato a piede libero, e ad altre tre persone coinvolte per ora in modo marginale. Sono stati sequestrati documenti e file di computer. È ricer-cato Samuele Landi, presidente del CdA di Agile e amministratore di Eutelia, che si dovrebbe trovare a Dubai.

Per mesi i finanzieri hanno ricostrui-to quello che è stato definito «siste-ma di frode», tanto da portare «l'im-portante gruppo societario “Agi-le-Eutelia” ad una situazione di gravissimo dissesto economico-fi-

nanziario e di insolvenza per milioni di euro anche nei confronti di migliaia di lavoratori». Il gruppo avviava le trattative finalizzate all'acquisto di altri gruppi societari in crisi, nei settori delle telecomunicazioni, dell'information technology, della logistica e immobiliare. L'azione successiva, come accaduto nel caso di Agile, era incassare le commesse e portare al fallimento le società. Le principali vittime, oltre allo Stato, erano i dipendenti. Dagli accerta-menti degli inquirenti, gli otto indaga-ti (con ruoli diversi) avrebbero fatto volatilizzare circa undici milioni di euro dalla Agile srl, sottraendo anche i crediti della stessa società (cinque milioni e mezzo). Nell'ordinanza il giudice Tamburelli parla di «fatti criminosi gravi e allarmanti per la collettività», svolti dagli indagati «nell'assoluta indifferenza dei gravis-simi danni cagionati che hanno coin-volto quasi 2000 dipendenti». Il gip evidenzia la «spregiudicatezza ed arroganza nell'agire a fini di arricchi-mento personale».Un esempio su tutti la telefonata del 16 aprile 2010 tra i fratelli Liori. Antonangelo riferisce a Sebastiano di un incontro con i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ai quali ha detto che se anche dovesse fallire Agile «io conti-nuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa».

IL TRIBUNALE DICHIARA FALLI-MENTO DI LIBECCIO

La sezione fallimentare del tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la holding che controlla il gruppo Omega, società romana nella quale sono confluite alcune attività di information technology e i call center di Eutelia, l’azienda che da mesi è al centro delle proteste dei lavoratori che da tempo non percepi-scono gli stipendi. I giudici del tribu-nale fallimentare (Ciampi, Vitiello e Perrotti), hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal pm Carlo Nocerino che nelle scorse settimane aveva chiesto il fallimento della holding, alla quale è legato un consor-zio di 16 aziende, tra cui Phonemedia e Videoline 2, con oltre 8.200 dipen-denti. Secondo la procura la Libeccio, controllata da due fondi inglesi, ritenuti dagli inquirenti scatole vuote, è insolvente. In mattinata negli uffici della sezione fallimentare, si recherà il curatore fallimentare che dovrà accettare la curatela della holding. la vertenza è durata così a lungo e con una infinità di traversie, che rimane quasi impossibile darne conto per intero, pure difficile rimane narrare le molteplici occasioni di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, d'inventiva, di cultura che si sono svolte in quell'ambito, all'interno della

sede di via Bona a Roma e in molte parti d'Italia sedi delle società in questione (Omega- Phonemedia, Agile-Eutelia) circa 20 città, tra cui Torino, Arezzo, Napoli, Siena, Poten-za, Cagliari etc. Ogni occasione veniva vissuta con intensa passione e minuziosa organizzazione, con la notevole, e non sempre presente tra i lavoratori in lotta, grande partecipa-zione di esterni e simpatizzanti, quando non addirittura famiglie al completo con ragazze e bambini piccoli, proprio a caratterizzare la campalità della lotta e il sentimento di giustezza verso la stessa. Al tempo, non si è trattato di una passeggiata nei verdi prati, anzi spesso il duro e freddo pavimento stradale di piazza Colonna e adiacenze, piazza Monte-citorio e dintorni, diveniva lo spazio in cui sedersi per il sit-in ma anche per evitare le cariche della polizia sempre in tenuta anti sommossa. Alcune volte siamo stati fortunati per la presenza in loco di qualche parla-mentare o dirigente di partito e/o di sindacato che si frapponeva impe-dendo la carica e calmando il funzio-nario un po' troppo nervoso. La fantasia dicevamo, una di queste notti allorché gli animi si erano fatti "Accesi" alcune lavoratrici, sempre presenti tante e in primissima fila,

presero la palla al balzo inscenando un girotondo nella strada (il Corso) a cui tutti ci accodammo superando l'ira del "comandante in campo" e i danni dell'eventuale carica, al quale successivamente offrimmo un pezzo di pizza calda, la cena di quella notte. Oppure in occasione di un corteo sindacale grosso e partecipato, giunti ai "Fori" ci bloccarono impedendoci di giungere a piazza Venezia (il timore era che potessimo arrivare a Largo Ghigi) dopo lunga e infruttuosa trat-tativa usammo lo stratagemma di infiltrarci a piccoli gruppi e giungem-mo ugualmente alla nostra meta.

Perdonatemi un po’ di memoria nostalgica, ma tra i tanti momenti culturali, vorrei citare la sera che il grande Mario Monicelli venne a parlare ai lavoratori ( in via Bona)per sostenere la lotta, e con la proiezione del suo film "I compagni" che ben calzava con la situazione in atto; ovvero con il compagno e regista Francesco Maselli (Citto) tra i primi a partecipare, e far sentire la sua vicinanza a quella lotta, per completa-re il messaggio fu proiettato un suo bel film, Ombre Rosse. Oppure una serata trascorsa sempre lì con la presenza di Giulietto Chiesa (da poco scomparso) e Moni Ovadia in

discussioni accorate ed impegnative scrutando il futuro prossimo e come lottare per vincere la battaglia, non solo per la garanzia del posto di lavoro, lo stipendio, la dignità che quei "prenditori" volevano strappare a quanti resistevano, certi che vincen-do con loro avrebbero ottenuto via libera con tutti, ma anche per costru-ire una nuova società libera dallo sfruttamento del capitale e giusta con tutti, basata sui principi che la nostra Costituzione ci ricorda e ci indica spronandoci alla loro affermazione e riaffermazione, per quelle parti che sono state modificate o stravolte.

Non posso non ricordare una delle prime occasioni d’incontro collettivo tra cittadini e lavoratori occupanti, una domenica pomeriggio di novem-bre il 15 che organizzammo con l’aiu-to dei compagni/e delle Brigate di Solidarietà’, cuochi sopraffini, certo l’appetito non mancava, ma loro erano in grado di farti leccare i piatti dal gusto. Del resto durante tutta la fase dell’occupazione hanno sempre garantito la loro splendida partecipa-zione attiva operosa e giocosa, solidale come nei tanti loro interven-ti in località terremotate, o all’unive-rsità di Roma, la Sapienza durante le lotte dei giovani studenti. In fondo serviva poco, una cucina da campo un po’ di sugo delizioso, qualche piatto

inventato lì per lì con ciò che si era riusciti a raccogliere con i “mercati-ni” o con la raccolta di cibo che gran parte della popolazione elargiva con sincera disponibilità ed il gioco era fatto. Il resto era la voglia di resistere ad un sopruso collettivo, con deter-minazione e volontà, e con la consa-pevolezza di essere ad un bivio della storia del mondo del lavoro, in grado di segnare il futuro di questo Paese.

Quei padroni sono stati sconfitti e mandati in galera, grazie soprattutto alla tenacia di quei lavoratori e delle loro famiglie, a cui il Prc ha dato il massimo della sua capacità e disponi-bilità, da Paolo Ferrero , che non mancava un appuntamento prospet-

tando l'alto livello dello scontro e dando indicazione di strategia e obiettivi ritenuti dagli stessi lavorato-ri utili ed efficaci, a Roberta Fantozzi, Dino Greco, Loredana Fraleone, a tutti e dico proprio nel senso totale, compagne e compagni dal regionale ai circoli territoriali e aziendali, alle tante organizzazioni e associazioni . Penso che mai come in questa vertenza la dedizione sia stata così elevata. Colgo l’occasione per ringra-ziare Gianni Seccia, segretario Fiom di Roma, Fiom Naz. Gianni Rinaldini Fabrizio Potetti, guida della lotta e delle varie molteplici iniziative, per aver pubblicamente dichiarato l’ese-mplarità e unicità di Liberazione tra i giornali allorché ha pubblicato un editoriale a firma lavoratori Eutelia. Grazie Gianni, a nome di tutto il Prc e mio in particolare.

Ci sono tantissime altre cose da ram-mentare, e non per semplice menzio-ne, una è la vicenda dello sciopero della fame, iniziato dal compagno Sergio, con assoluta determinazione a condurlo fino al raggiungimento del risultato, cioè la risoluzione della vertenza, tanto che il sindacato orga-nizzò un camper sito in piazza Mon-tecitorio, dove ormai tutti i giorni si tenevano sit-in, manifestazioni, comizi, raduni, tra questi spesso è capitato di stare insieme ai lavoratori dell’Alcoa (grandi nella loro esube-ranza e indomabilità, come pure nella proverbiale unicità, con gli elmetti che portavano sempre facevano giochi pirotecnici facendoli volare fino al tetto dei palazzi circostanti). Tornando al nostro Sergio era da diversi giorni in digiuno totale, Lui non demordeva di un millimetro, fu escogitato un modo per continuare quella forma di lotta estrema in modo che non dovesse costare danni irreparabili a nessuno, fu cioè prose-guita a rotazione tra tutti. Le disponi-bilità furono immediate e tantissime, 100 deputati del Pd aderirono, insomma il rischio che uno potesse finir male fu evitato. Ma come, si

potrebbe dire, con 100 deputati Pd schierati a sostegno non fu raggiunto l'obiettivo? Questa domanda mi ha risuonato nel cervello per molto tempo, e credo anche in quello di tanti dell'Eutelia. una risposta, secon-do me, è venuta dalla definizione in parlamento della destinazione dei trenta miliardi per le aziende infor-matiche, dopo di che era difficile rive-dere un deputato Pd intorno alle lotte dei lavoratori. Ovviamente per Eutelia zero. Certo, ci sono state anche operazioni utili per i lavoratori che alcuni Pd hanno aiutato, specie nella stesura dei testi di provvedi-menti, a cui sono stati chiamati esperti di Eutelia, di cui anche oggi diciamo OK, ma la salvezza e il rilan-cio di quella struttura con tutte le capacità tecniche (professionalità marcate) e strutturali ( 13 mila km di fibra ottica) inserite in gangli essen-ziali del Paese ( difesa, servizi segreti, parlamento, regioni, il comune di Roma, le Poste, banche etc.) avrebbe-ro dovuto e potuto guidare diversa-mente le scelte del governo e del parlamento sugli investimenti di settore, non esclusa la nazionalizza-zione della struttura, visto il ruolo per il benessere del Paese. Questo è stato, secondo me, il de profundis della vertenza Eutelia. C’è un'ultima vicenda che vorrei mettere in eviden-za, e non certo per importanza.

Dopo 7 mesi di occupazione, 57 giorni di presidio fisso a Montecito-rio, e tutte le altre battaglie, un gruppo di lavoratori decide di aprire una cooperativa comunitaria e fare agricoltura. Avuti un po’ di fondi dalla provincia e acquisita la disponibilità dell'istituto agrario Giuseppe Gari-baldi all'utilizzo di due ettari di terra (sopra il costone di via Vigna Murata) si sono dedicati alla coltivazione ortofrutticola, (il nome Eut-Orto) di derivazione etimologica greca. Ho assaggiato i loro prodotti e ne con-fermo la bontà, qualcuno direbbe pieni di rabbia, no, pieni di voglia di riscatto, di impeto di dignità umana,

di dimostrare a sé stessi prim'ancora che agli altri di valere, di essere degni di sostegni e di meritare rispetto e giustizia.

Concludo con la invenzione che ha permesso di far conoscere in tutto il Paese e perfino all'estero la lotta contro i "predatori" di questi, si lo dico con la giusta enfasi che merita-no, GRANDI LOTTATORI. Proprio all'inizio della vertenza che appariva già come poi sarebbe divenuta, un lungo serpentone fatto di pene, guai e sconfitte ed anche tante e meravi-gliose vittorie ottenute proprio perché grande era il fervore generale, interno tra i lavoratori ed esterno nella cittadinanza. Per trovare una modalità di sostegno alle lotte, dopo diversi tentativi si approdò alla "Arancia Metalmeccanica", simbolica-mente rappresentata dalla lavoratrice che offre una arancia. Queste arance venivano acquistate in Sicilia, diretta-mente dai coltivatori che gestivano terre sottratte alle mafie, e portate direttamente a Roma, per distribuirle a tutti, il ricavato andava ai lavoratori in lotta. La prima grande distribuzio-ne fu fatta in occasione della manife-stazione nazionale con raduno a piazza del Popolo e corteo fino a San Giovanni. Fin dalla piazza i manife-stanti facevano a gara per l'acquisto del retino (2,5Kg) che distribuivamo

da due furgoni, e la sera quando a manifestazione terminata i lavoratori venivano via, noi sui due furgoni per cercare di consentire a tutti il gesto di solidarietà che intendevano fare, siamo stati indotti ad aprire i retini e dare anche una sola arancia ciascuno, tutti davano generosamente uno perfino 50 euro. Terminato il flusso di gente, avendo smaltito due tonnellate di arance, chiesi al compagno che incamerava i soldi in un bidone quale fosse il risul-tato e lui in un attimo mise le mani nel secchione e lancio in alto un muc-chio di soldi (tutti recuperati ovvia-mente) ma la gioia ci pervase tutti che ci mettemmo a saltare, ballare, cantare come matti. In quel momen-to mi rivenne in mente l'espressione di meraviglia e stupore di un lavora-tore, un ingegnere, che all'avvio della prima raccolta di generi alimentari si era detto incapace di andare ad elemosinare il cibo alla gente, e che non si sarebbe ottenuto che pochi pezzi pane, allorché al rientro in sede dovemmo allestire uno stanzone per contenere tutto ciò che avevamo avuto, e Lui che era là con onestà intellettuale ammise che mai avrebbe pensato che le persone potessero essere così generose e solidali, e inizio di gran lena a sistemare gli scatoloni con dovizia e scienza come era sua caratteristica.

SPECIALE EUTELIAdi Claudio Fiorella

#RivoluzionAnzio pag. 8

..... e la coerenza?

C’è la giuntain prima fila

la Domenica a matina!

Che protestapé er reparto

che hanno tortodé soppiatto!

Si pensamo cò coerenza vie da dì......

.....ma ‘ndo stavate?

Quanno er mostroreggionale

smantellava l’ospedale?

“La Tracina ‘ncazzata”

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La Lotta dei lavoratori Agile-Eute-lia-Omega, quella che “bucò lo scena-rio collettivo” per visibilità e per un percorso arduo ma capace di vincere sulla protervia dei “prenditori”.Decorre in questi giorni il decennio, che vide scendere in campo molti lavoratori di diverse aziende, dalla Sardegna Alcoa, al nord Inse, Ibm, Hp, Ispra, call center Alma Viva, etc. solo per citarne alcune, tra queste, certa-mente Agile-Eutelia irrompe in tutta la sua ampiezza, soprattutto originali-tà e acutezza della sua azione. Alcuni Cenni di storia. Nel 2006 due grandi realtà informati-che la Getronics e la Bull sono state acquistate alla risibile cifra di 1 euro da una Famiglia, I Landi, falsi impren-ditori che avevano come unico progetto la privatizzazione del profit-to e la socializzazione delle perdite. Le aziende di provenienza sono state spogliate di ogni asset immobiliare, delle competenze dei lavoratori. A giugno del 2009 dopo un anno di

contratto di solidarietà i lavoratori sono stati ceduti ad un contenitore: la AGILE SRL di Potenza, partecipata 100% Eutelia e venduta nella stessa giornata alla Omega, capogruppo quest'ultima di un network di scatole cinesi come la Phonemedia e la Omnia per un totale di 13.000 lavo-ratori anch’essi non retribuiti da mesi. Il 22 ottobre del 2009 senza stipendi dal mese di agosto è stata avviata una pratica di licenziamento collettivo per 1192 persone. Dopo quattro mesi di presidio della sede di Roma e senza stipendio da 7 mesi, mantenendo attivi i contratti in essere nonostante lotte, manifesta-zioni, sciopero della fame, azioni legali e contrattuali (art.28 L.300 - richie-sta insolvenza Agile - incontri con la Pres. Consiglio - richiesta di commis-sariamento di Agile – etc) il tribunale fallimentare di Roma rinvia al 31.3. pv la decisione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta promette ma, nulla accade. La regio-ne Lazio e la Provincia di Roma non riescono neppure a trovare una

modalità per dare un minimo di sostegno al reddito a queste 250 famiglie di Roma. La solidarietà con-creta e fattiva viene solo dai lavora-tori e dai cittadini, dalle forze di sinistra di opposizione. È giunto il momento (gridano i lavoratori nei cortei e dai tetti delle loro sedi) che la Regione Lazio agisca e con urgenza per impedire che prevalga la legge dei malfattori, la forza, l’arroganza bieca, che pieghi la resistenza dei lavoratori Agile ex Eutelia, avamposto della riscossa di una classe lavoratrice a lungo “sedata e illusa” che oggi ritro-va dignità e voglia di cambiare la società verso un modello di progres-so e non solo sviluppo senza anima e senza valore. Ma occorre fare presto. Domani sarebbe già tardi.Mentre procedono le azioni per ottenere giustizia, Novembre 2009: Il giorno 10 un gruppo di squadristi, travestiti da poliziotti, armati di tutto punto, irrompe nella sede di Roma, aggredendo il personale presidiante. Il giorno 26 il Ministro Tremonti, attraverso la trasmissione televisiva

“Anno Zero”, afferma che quello di Eutelia è un caso che deve essere risolto e che è impossibile che una società quotata in borsa possa esser-si messa in un casino di queste dimensioni. Dicembre 2009: Il Sotto-segretario Letta, concorda con le organizzazioni sindacali il seguente piano di azione: denuncia per insol-venza al tribunale fallimentare di Roma, Commissariamento e impe-gno governativo per la costituzione di un tavolo di trattativa tra enti pub-blici centrali e locali, clienti, soggetti industriali interessati al rilancio dell’azienda. Il giorno 23 il tribunale fallimentare di Roma sequestra l’azi-enda e la pone sotto custodia caute-lare. Marzo 2009: La magistratura condanna Eutelia ed Agile per com-portamento anti sindacale (art. 28) ed ordina alle parti di rimuovere gli effetti della cessione di ramo d’azi-enda.

Aprile 2009: Il 20 il tribunale fallimen-tare di Roma respinge la richiesta di Concordato e affida l’azienda a tre commissari per la verifica sulle con-dizioni di amministrazione straordi-naria. Maggio 2009: Il tribunale di Arezzo dichiara insolvente Eutelia e la affida a tre commissari straordina-ri, 2 dei quali hanno custodito Agile prima del commissariamento. Il tribu-nale di Milano, su richiesta del P.M. Greco che apre un’inchiesta a segui-to di un esposto penale presentato dalle Organizzazioni Sindacali insie-me ai lavoratori. Dichiara insolvente Libeccio che è la controllante del gruppo Omega che è, a sua volta con-trollante di Agile. Dopo sette mesi senza stipendi, finalmente arriva il primo misero assegno di cassa inte-grazione. In azienda l’immobilismo più totale da parte di commissari.

ARRESTI EUTELIA, AGILE E OMEGA. SAMUELE LANDI LATI-TANTE A DUBAI

Otto gli arresti per bancarotta frau-dolenta, nell'inchiesta Agile-Eutelia In

cella anche Antonangelo Liori, il pregiudicato che fu direttore de L'Unione Sarda, che in una telefonata dice: «Se fallisce l'azienda io continuo ad avere villa ed elicottero».

I finanzieri si sono presentati all'alba nella sua villetta cagliaritana di Barracca Manna con l'ordinanza di custodia cautelare. Poche ore dopo Antonangelo Liori ha varcato il pesante portone del carcere di Buo-ncammino. Il giornalista è accusato di bancarotta fraudolenta nell'inchiesta della Procura di Roma sul gruppo societario Agile-Eutelia, attivo nel settore delle telecomunicazioni. I militari del gruppo di Cagliari, che hanno collaborato al blitz di ieri, hanno fatto visita anche al fratello di Antonangelo Liori, Sebastiano, inda-gato a piede libero, e ad altre tre persone coinvolte per ora in modo marginale. Sono stati sequestrati documenti e file di computer. È ricer-cato Samuele Landi, presidente del CdA di Agile e amministratore di Eutelia, che si dovrebbe trovare a Dubai.

Per mesi i finanzieri hanno ricostrui-to quello che è stato definito «siste-ma di frode», tanto da portare «l'im-portante gruppo societario “Agi-le-Eutelia” ad una situazione di gravissimo dissesto economico-fi-

nanziario e di insolvenza per milioni di euro anche nei confronti di migliaia di lavoratori». Il gruppo avviava le trattative finalizzate all'acquisto di altri gruppi societari in crisi, nei settori delle telecomunicazioni, dell'information technology, della logistica e immobiliare. L'azione successiva, come accaduto nel caso di Agile, era incassare le commesse e portare al fallimento le società. Le principali vittime, oltre allo Stato, erano i dipendenti. Dagli accerta-menti degli inquirenti, gli otto indaga-ti (con ruoli diversi) avrebbero fatto volatilizzare circa undici milioni di euro dalla Agile srl, sottraendo anche i crediti della stessa società (cinque milioni e mezzo). Nell'ordinanza il giudice Tamburelli parla di «fatti criminosi gravi e allarmanti per la collettività», svolti dagli indagati «nell'assoluta indifferenza dei gravis-simi danni cagionati che hanno coin-volto quasi 2000 dipendenti». Il gip evidenzia la «spregiudicatezza ed arroganza nell'agire a fini di arricchi-mento personale».Un esempio su tutti la telefonata del 16 aprile 2010 tra i fratelli Liori. Antonangelo riferisce a Sebastiano di un incontro con i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ai quali ha detto che se anche dovesse fallire Agile «io conti-nuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa».

IL TRIBUNALE DICHIARA FALLI-MENTO DI LIBECCIO

La sezione fallimentare del tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la holding che controlla il gruppo Omega, società romana nella quale sono confluite alcune attività di information technology e i call center di Eutelia, l’azienda che da mesi è al centro delle proteste dei lavoratori che da tempo non percepi-scono gli stipendi. I giudici del tribu-nale fallimentare (Ciampi, Vitiello e Perrotti), hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal pm Carlo Nocerino che nelle scorse settimane aveva chiesto il fallimento della holding, alla quale è legato un consor-zio di 16 aziende, tra cui Phonemedia e Videoline 2, con oltre 8.200 dipen-denti. Secondo la procura la Libeccio, controllata da due fondi inglesi, ritenuti dagli inquirenti scatole vuote, è insolvente. In mattinata negli uffici della sezione fallimentare, si recherà il curatore fallimentare che dovrà accettare la curatela della holding. la vertenza è durata così a lungo e con una infinità di traversie, che rimane quasi impossibile darne conto per intero, pure difficile rimane narrare le molteplici occasioni di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, d'inventiva, di cultura che si sono svolte in quell'ambito, all'interno della

sede di via Bona a Roma e in molte parti d'Italia sedi delle società in questione (Omega- Phonemedia, Agile-Eutelia) circa 20 città, tra cui Torino, Arezzo, Napoli, Siena, Poten-za, Cagliari etc. Ogni occasione veniva vissuta con intensa passione e minuziosa organizzazione, con la notevole, e non sempre presente tra i lavoratori in lotta, grande partecipa-zione di esterni e simpatizzanti, quando non addirittura famiglie al completo con ragazze e bambini piccoli, proprio a caratterizzare la campalità della lotta e il sentimento di giustezza verso la stessa. Al tempo, non si è trattato di una passeggiata nei verdi prati, anzi spesso il duro e freddo pavimento stradale di piazza Colonna e adiacenze, piazza Monte-citorio e dintorni, diveniva lo spazio in cui sedersi per il sit-in ma anche per evitare le cariche della polizia sempre in tenuta anti sommossa. Alcune volte siamo stati fortunati per la presenza in loco di qualche parla-mentare o dirigente di partito e/o di sindacato che si frapponeva impe-dendo la carica e calmando il funzio-nario un po' troppo nervoso. La fantasia dicevamo, una di queste notti allorché gli animi si erano fatti "Accesi" alcune lavoratrici, sempre presenti tante e in primissima fila,

presero la palla al balzo inscenando un girotondo nella strada (il Corso) a cui tutti ci accodammo superando l'ira del "comandante in campo" e i danni dell'eventuale carica, al quale successivamente offrimmo un pezzo di pizza calda, la cena di quella notte. Oppure in occasione di un corteo sindacale grosso e partecipato, giunti ai "Fori" ci bloccarono impedendoci di giungere a piazza Venezia (il timore era che potessimo arrivare a Largo Ghigi) dopo lunga e infruttuosa trat-tativa usammo lo stratagemma di infiltrarci a piccoli gruppi e giungem-mo ugualmente alla nostra meta.

Perdonatemi un po’ di memoria nostalgica, ma tra i tanti momenti culturali, vorrei citare la sera che il grande Mario Monicelli venne a parlare ai lavoratori ( in via Bona)per sostenere la lotta, e con la proiezione del suo film "I compagni" che ben calzava con la situazione in atto; ovvero con il compagno e regista Francesco Maselli (Citto) tra i primi a partecipare, e far sentire la sua vicinanza a quella lotta, per completa-re il messaggio fu proiettato un suo bel film, Ombre Rosse. Oppure una serata trascorsa sempre lì con la presenza di Giulietto Chiesa (da poco scomparso) e Moni Ovadia in

discussioni accorate ed impegnative scrutando il futuro prossimo e come lottare per vincere la battaglia, non solo per la garanzia del posto di lavoro, lo stipendio, la dignità che quei "prenditori" volevano strappare a quanti resistevano, certi che vincen-do con loro avrebbero ottenuto via libera con tutti, ma anche per costru-ire una nuova società libera dallo sfruttamento del capitale e giusta con tutti, basata sui principi che la nostra Costituzione ci ricorda e ci indica spronandoci alla loro affermazione e riaffermazione, per quelle parti che sono state modificate o stravolte.

Non posso non ricordare una delle prime occasioni d’incontro collettivo tra cittadini e lavoratori occupanti, una domenica pomeriggio di novem-bre il 15 che organizzammo con l’aiu-to dei compagni/e delle Brigate di Solidarietà’, cuochi sopraffini, certo l’appetito non mancava, ma loro erano in grado di farti leccare i piatti dal gusto. Del resto durante tutta la fase dell’occupazione hanno sempre garantito la loro splendida partecipa-zione attiva operosa e giocosa, solidale come nei tanti loro interven-ti in località terremotate, o all’unive-rsità di Roma, la Sapienza durante le lotte dei giovani studenti. In fondo serviva poco, una cucina da campo un po’ di sugo delizioso, qualche piatto

inventato lì per lì con ciò che si era riusciti a raccogliere con i “mercati-ni” o con la raccolta di cibo che gran parte della popolazione elargiva con sincera disponibilità ed il gioco era fatto. Il resto era la voglia di resistere ad un sopruso collettivo, con deter-minazione e volontà, e con la consa-pevolezza di essere ad un bivio della storia del mondo del lavoro, in grado di segnare il futuro di questo Paese.

Quei padroni sono stati sconfitti e mandati in galera, grazie soprattutto alla tenacia di quei lavoratori e delle loro famiglie, a cui il Prc ha dato il massimo della sua capacità e disponi-bilità, da Paolo Ferrero , che non mancava un appuntamento prospet-

tando l'alto livello dello scontro e dando indicazione di strategia e obiettivi ritenuti dagli stessi lavorato-ri utili ed efficaci, a Roberta Fantozzi, Dino Greco, Loredana Fraleone, a tutti e dico proprio nel senso totale, compagne e compagni dal regionale ai circoli territoriali e aziendali, alle tante organizzazioni e associazioni . Penso che mai come in questa vertenza la dedizione sia stata così elevata. Colgo l’occasione per ringra-ziare Gianni Seccia, segretario Fiom di Roma, Fiom Naz. Gianni Rinaldini Fabrizio Potetti, guida della lotta e delle varie molteplici iniziative, per aver pubblicamente dichiarato l’ese-mplarità e unicità di Liberazione tra i giornali allorché ha pubblicato un editoriale a firma lavoratori Eutelia. Grazie Gianni, a nome di tutto il Prc e mio in particolare.

Ci sono tantissime altre cose da ram-mentare, e non per semplice menzio-ne, una è la vicenda dello sciopero della fame, iniziato dal compagno Sergio, con assoluta determinazione a condurlo fino al raggiungimento del risultato, cioè la risoluzione della vertenza, tanto che il sindacato orga-nizzò un camper sito in piazza Mon-tecitorio, dove ormai tutti i giorni si tenevano sit-in, manifestazioni, comizi, raduni, tra questi spesso è capitato di stare insieme ai lavoratori dell’Alcoa (grandi nella loro esube-ranza e indomabilità, come pure nella proverbiale unicità, con gli elmetti che portavano sempre facevano giochi pirotecnici facendoli volare fino al tetto dei palazzi circostanti). Tornando al nostro Sergio era da diversi giorni in digiuno totale, Lui non demordeva di un millimetro, fu escogitato un modo per continuare quella forma di lotta estrema in modo che non dovesse costare danni irreparabili a nessuno, fu cioè prose-guita a rotazione tra tutti. Le disponi-bilità furono immediate e tantissime, 100 deputati del Pd aderirono, insomma il rischio che uno potesse finir male fu evitato. Ma come, si

potrebbe dire, con 100 deputati Pd schierati a sostegno non fu raggiunto l'obiettivo? Questa domanda mi ha risuonato nel cervello per molto tempo, e credo anche in quello di tanti dell'Eutelia. una risposta, secon-do me, è venuta dalla definizione in parlamento della destinazione dei trenta miliardi per le aziende infor-matiche, dopo di che era difficile rive-dere un deputato Pd intorno alle lotte dei lavoratori. Ovviamente per Eutelia zero. Certo, ci sono state anche operazioni utili per i lavoratori che alcuni Pd hanno aiutato, specie nella stesura dei testi di provvedi-menti, a cui sono stati chiamati esperti di Eutelia, di cui anche oggi diciamo OK, ma la salvezza e il rilan-cio di quella struttura con tutte le capacità tecniche (professionalità marcate) e strutturali ( 13 mila km di fibra ottica) inserite in gangli essen-ziali del Paese ( difesa, servizi segreti, parlamento, regioni, il comune di Roma, le Poste, banche etc.) avrebbe-ro dovuto e potuto guidare diversa-mente le scelte del governo e del parlamento sugli investimenti di settore, non esclusa la nazionalizza-zione della struttura, visto il ruolo per il benessere del Paese. Questo è stato, secondo me, il de profundis della vertenza Eutelia. C’è un'ultima vicenda che vorrei mettere in eviden-za, e non certo per importanza.

Dopo 7 mesi di occupazione, 57 giorni di presidio fisso a Montecito-rio, e tutte le altre battaglie, un gruppo di lavoratori decide di aprire una cooperativa comunitaria e fare agricoltura. Avuti un po’ di fondi dalla provincia e acquisita la disponibilità dell'istituto agrario Giuseppe Gari-baldi all'utilizzo di due ettari di terra (sopra il costone di via Vigna Murata) si sono dedicati alla coltivazione ortofrutticola, (il nome Eut-Orto) di derivazione etimologica greca. Ho assaggiato i loro prodotti e ne con-fermo la bontà, qualcuno direbbe pieni di rabbia, no, pieni di voglia di riscatto, di impeto di dignità umana,

di dimostrare a sé stessi prim'ancora che agli altri di valere, di essere degni di sostegni e di meritare rispetto e giustizia.

Concludo con la invenzione che ha permesso di far conoscere in tutto il Paese e perfino all'estero la lotta contro i "predatori" di questi, si lo dico con la giusta enfasi che merita-no, GRANDI LOTTATORI. Proprio all'inizio della vertenza che appariva già come poi sarebbe divenuta, un lungo serpentone fatto di pene, guai e sconfitte ed anche tante e meravi-gliose vittorie ottenute proprio perché grande era il fervore generale, interno tra i lavoratori ed esterno nella cittadinanza. Per trovare una modalità di sostegno alle lotte, dopo diversi tentativi si approdò alla "Arancia Metalmeccanica", simbolica-mente rappresentata dalla lavoratrice che offre una arancia. Queste arance venivano acquistate in Sicilia, diretta-mente dai coltivatori che gestivano terre sottratte alle mafie, e portate direttamente a Roma, per distribuirle a tutti, il ricavato andava ai lavoratori in lotta. La prima grande distribuzio-ne fu fatta in occasione della manife-stazione nazionale con raduno a piazza del Popolo e corteo fino a San Giovanni. Fin dalla piazza i manife-stanti facevano a gara per l'acquisto del retino (2,5Kg) che distribuivamo

da due furgoni, e la sera quando a manifestazione terminata i lavoratori venivano via, noi sui due furgoni per cercare di consentire a tutti il gesto di solidarietà che intendevano fare, siamo stati indotti ad aprire i retini e dare anche una sola arancia ciascuno, tutti davano generosamente uno perfino 50 euro. Terminato il flusso di gente, avendo smaltito due tonnellate di arance, chiesi al compagno che incamerava i soldi in un bidone quale fosse il risul-tato e lui in un attimo mise le mani nel secchione e lancio in alto un muc-chio di soldi (tutti recuperati ovvia-mente) ma la gioia ci pervase tutti che ci mettemmo a saltare, ballare, cantare come matti. In quel momen-to mi rivenne in mente l'espressione di meraviglia e stupore di un lavora-tore, un ingegnere, che all'avvio della prima raccolta di generi alimentari si era detto incapace di andare ad elemosinare il cibo alla gente, e che non si sarebbe ottenuto che pochi pezzi pane, allorché al rientro in sede dovemmo allestire uno stanzone per contenere tutto ciò che avevamo avuto, e Lui che era là con onestà intellettuale ammise che mai avrebbe pensato che le persone potessero essere così generose e solidali, e inizio di gran lena a sistemare gli scatoloni con dovizia e scienza come era sua caratteristica.

#RivoluzionAnzio pag. 9

Page 10: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

La Lotta dei lavoratori Agile-Eute-lia-Omega, quella che “bucò lo scena-rio collettivo” per visibilità e per un percorso arduo ma capace di vincere sulla protervia dei “prenditori”.Decorre in questi giorni il decennio, che vide scendere in campo molti lavoratori di diverse aziende, dalla Sardegna Alcoa, al nord Inse, Ibm, Hp, Ispra, call center Alma Viva, etc. solo per citarne alcune, tra queste, certa-mente Agile-Eutelia irrompe in tutta la sua ampiezza, soprattutto originali-tà e acutezza della sua azione. Alcuni Cenni di storia. Nel 2006 due grandi realtà informati-che la Getronics e la Bull sono state acquistate alla risibile cifra di 1 euro da una Famiglia, I Landi, falsi impren-ditori che avevano come unico progetto la privatizzazione del profit-to e la socializzazione delle perdite. Le aziende di provenienza sono state spogliate di ogni asset immobiliare, delle competenze dei lavoratori. A giugno del 2009 dopo un anno di

contratto di solidarietà i lavoratori sono stati ceduti ad un contenitore: la AGILE SRL di Potenza, partecipata 100% Eutelia e venduta nella stessa giornata alla Omega, capogruppo quest'ultima di un network di scatole cinesi come la Phonemedia e la Omnia per un totale di 13.000 lavo-ratori anch’essi non retribuiti da mesi. Il 22 ottobre del 2009 senza stipendi dal mese di agosto è stata avviata una pratica di licenziamento collettivo per 1192 persone. Dopo quattro mesi di presidio della sede di Roma e senza stipendio da 7 mesi, mantenendo attivi i contratti in essere nonostante lotte, manifesta-zioni, sciopero della fame, azioni legali e contrattuali (art.28 L.300 - richie-sta insolvenza Agile - incontri con la Pres. Consiglio - richiesta di commis-sariamento di Agile – etc) il tribunale fallimentare di Roma rinvia al 31.3. pv la decisione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta promette ma, nulla accade. La regio-ne Lazio e la Provincia di Roma non riescono neppure a trovare una

modalità per dare un minimo di sostegno al reddito a queste 250 famiglie di Roma. La solidarietà con-creta e fattiva viene solo dai lavora-tori e dai cittadini, dalle forze di sinistra di opposizione. È giunto il momento (gridano i lavoratori nei cortei e dai tetti delle loro sedi) che la Regione Lazio agisca e con urgenza per impedire che prevalga la legge dei malfattori, la forza, l’arroganza bieca, che pieghi la resistenza dei lavoratori Agile ex Eutelia, avamposto della riscossa di una classe lavoratrice a lungo “sedata e illusa” che oggi ritro-va dignità e voglia di cambiare la società verso un modello di progres-so e non solo sviluppo senza anima e senza valore. Ma occorre fare presto. Domani sarebbe già tardi.Mentre procedono le azioni per ottenere giustizia, Novembre 2009: Il giorno 10 un gruppo di squadristi, travestiti da poliziotti, armati di tutto punto, irrompe nella sede di Roma, aggredendo il personale presidiante. Il giorno 26 il Ministro Tremonti, attraverso la trasmissione televisiva

“Anno Zero”, afferma che quello di Eutelia è un caso che deve essere risolto e che è impossibile che una società quotata in borsa possa esser-si messa in un casino di queste dimensioni. Dicembre 2009: Il Sotto-segretario Letta, concorda con le organizzazioni sindacali il seguente piano di azione: denuncia per insol-venza al tribunale fallimentare di Roma, Commissariamento e impe-gno governativo per la costituzione di un tavolo di trattativa tra enti pub-blici centrali e locali, clienti, soggetti industriali interessati al rilancio dell’azienda. Il giorno 23 il tribunale fallimentare di Roma sequestra l’azi-enda e la pone sotto custodia caute-lare. Marzo 2009: La magistratura condanna Eutelia ed Agile per com-portamento anti sindacale (art. 28) ed ordina alle parti di rimuovere gli effetti della cessione di ramo d’azi-enda.

Aprile 2009: Il 20 il tribunale fallimen-tare di Roma respinge la richiesta di Concordato e affida l’azienda a tre commissari per la verifica sulle con-dizioni di amministrazione straordi-naria. Maggio 2009: Il tribunale di Arezzo dichiara insolvente Eutelia e la affida a tre commissari straordina-ri, 2 dei quali hanno custodito Agile prima del commissariamento. Il tribu-nale di Milano, su richiesta del P.M. Greco che apre un’inchiesta a segui-to di un esposto penale presentato dalle Organizzazioni Sindacali insie-me ai lavoratori. Dichiara insolvente Libeccio che è la controllante del gruppo Omega che è, a sua volta con-trollante di Agile. Dopo sette mesi senza stipendi, finalmente arriva il primo misero assegno di cassa inte-grazione. In azienda l’immobilismo più totale da parte di commissari.

ARRESTI EUTELIA, AGILE E OMEGA. SAMUELE LANDI LATI-TANTE A DUBAI

Otto gli arresti per bancarotta frau-dolenta, nell'inchiesta Agile-Eutelia In

cella anche Antonangelo Liori, il pregiudicato che fu direttore de L'Unione Sarda, che in una telefonata dice: «Se fallisce l'azienda io continuo ad avere villa ed elicottero».

I finanzieri si sono presentati all'alba nella sua villetta cagliaritana di Barracca Manna con l'ordinanza di custodia cautelare. Poche ore dopo Antonangelo Liori ha varcato il pesante portone del carcere di Buo-ncammino. Il giornalista è accusato di bancarotta fraudolenta nell'inchiesta della Procura di Roma sul gruppo societario Agile-Eutelia, attivo nel settore delle telecomunicazioni. I militari del gruppo di Cagliari, che hanno collaborato al blitz di ieri, hanno fatto visita anche al fratello di Antonangelo Liori, Sebastiano, inda-gato a piede libero, e ad altre tre persone coinvolte per ora in modo marginale. Sono stati sequestrati documenti e file di computer. È ricer-cato Samuele Landi, presidente del CdA di Agile e amministratore di Eutelia, che si dovrebbe trovare a Dubai.

Per mesi i finanzieri hanno ricostrui-to quello che è stato definito «siste-ma di frode», tanto da portare «l'im-portante gruppo societario “Agi-le-Eutelia” ad una situazione di gravissimo dissesto economico-fi-

nanziario e di insolvenza per milioni di euro anche nei confronti di migliaia di lavoratori». Il gruppo avviava le trattative finalizzate all'acquisto di altri gruppi societari in crisi, nei settori delle telecomunicazioni, dell'information technology, della logistica e immobiliare. L'azione successiva, come accaduto nel caso di Agile, era incassare le commesse e portare al fallimento le società. Le principali vittime, oltre allo Stato, erano i dipendenti. Dagli accerta-menti degli inquirenti, gli otto indaga-ti (con ruoli diversi) avrebbero fatto volatilizzare circa undici milioni di euro dalla Agile srl, sottraendo anche i crediti della stessa società (cinque milioni e mezzo). Nell'ordinanza il giudice Tamburelli parla di «fatti criminosi gravi e allarmanti per la collettività», svolti dagli indagati «nell'assoluta indifferenza dei gravis-simi danni cagionati che hanno coin-volto quasi 2000 dipendenti». Il gip evidenzia la «spregiudicatezza ed arroganza nell'agire a fini di arricchi-mento personale».Un esempio su tutti la telefonata del 16 aprile 2010 tra i fratelli Liori. Antonangelo riferisce a Sebastiano di un incontro con i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ai quali ha detto che se anche dovesse fallire Agile «io conti-nuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa».

IL TRIBUNALE DICHIARA FALLI-MENTO DI LIBECCIO

La sezione fallimentare del tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la holding che controlla il gruppo Omega, società romana nella quale sono confluite alcune attività di information technology e i call center di Eutelia, l’azienda che da mesi è al centro delle proteste dei lavoratori che da tempo non percepi-scono gli stipendi. I giudici del tribu-nale fallimentare (Ciampi, Vitiello e Perrotti), hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal pm Carlo Nocerino che nelle scorse settimane aveva chiesto il fallimento della holding, alla quale è legato un consor-zio di 16 aziende, tra cui Phonemedia e Videoline 2, con oltre 8.200 dipen-denti. Secondo la procura la Libeccio, controllata da due fondi inglesi, ritenuti dagli inquirenti scatole vuote, è insolvente. In mattinata negli uffici della sezione fallimentare, si recherà il curatore fallimentare che dovrà accettare la curatela della holding. la vertenza è durata così a lungo e con una infinità di traversie, che rimane quasi impossibile darne conto per intero, pure difficile rimane narrare le molteplici occasioni di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, d'inventiva, di cultura che si sono svolte in quell'ambito, all'interno della

sede di via Bona a Roma e in molte parti d'Italia sedi delle società in questione (Omega- Phonemedia, Agile-Eutelia) circa 20 città, tra cui Torino, Arezzo, Napoli, Siena, Poten-za, Cagliari etc. Ogni occasione veniva vissuta con intensa passione e minuziosa organizzazione, con la notevole, e non sempre presente tra i lavoratori in lotta, grande partecipa-zione di esterni e simpatizzanti, quando non addirittura famiglie al completo con ragazze e bambini piccoli, proprio a caratterizzare la campalità della lotta e il sentimento di giustezza verso la stessa. Al tempo, non si è trattato di una passeggiata nei verdi prati, anzi spesso il duro e freddo pavimento stradale di piazza Colonna e adiacenze, piazza Monte-citorio e dintorni, diveniva lo spazio in cui sedersi per il sit-in ma anche per evitare le cariche della polizia sempre in tenuta anti sommossa. Alcune volte siamo stati fortunati per la presenza in loco di qualche parla-mentare o dirigente di partito e/o di sindacato che si frapponeva impe-dendo la carica e calmando il funzio-nario un po' troppo nervoso. La fantasia dicevamo, una di queste notti allorché gli animi si erano fatti "Accesi" alcune lavoratrici, sempre presenti tante e in primissima fila,

presero la palla al balzo inscenando un girotondo nella strada (il Corso) a cui tutti ci accodammo superando l'ira del "comandante in campo" e i danni dell'eventuale carica, al quale successivamente offrimmo un pezzo di pizza calda, la cena di quella notte. Oppure in occasione di un corteo sindacale grosso e partecipato, giunti ai "Fori" ci bloccarono impedendoci di giungere a piazza Venezia (il timore era che potessimo arrivare a Largo Ghigi) dopo lunga e infruttuosa trat-tativa usammo lo stratagemma di infiltrarci a piccoli gruppi e giungem-mo ugualmente alla nostra meta.

Perdonatemi un po’ di memoria nostalgica, ma tra i tanti momenti culturali, vorrei citare la sera che il grande Mario Monicelli venne a parlare ai lavoratori ( in via Bona)per sostenere la lotta, e con la proiezione del suo film "I compagni" che ben calzava con la situazione in atto; ovvero con il compagno e regista Francesco Maselli (Citto) tra i primi a partecipare, e far sentire la sua vicinanza a quella lotta, per completa-re il messaggio fu proiettato un suo bel film, Ombre Rosse. Oppure una serata trascorsa sempre lì con la presenza di Giulietto Chiesa (da poco scomparso) e Moni Ovadia in

discussioni accorate ed impegnative scrutando il futuro prossimo e come lottare per vincere la battaglia, non solo per la garanzia del posto di lavoro, lo stipendio, la dignità che quei "prenditori" volevano strappare a quanti resistevano, certi che vincen-do con loro avrebbero ottenuto via libera con tutti, ma anche per costru-ire una nuova società libera dallo sfruttamento del capitale e giusta con tutti, basata sui principi che la nostra Costituzione ci ricorda e ci indica spronandoci alla loro affermazione e riaffermazione, per quelle parti che sono state modificate o stravolte.

Non posso non ricordare una delle prime occasioni d’incontro collettivo tra cittadini e lavoratori occupanti, una domenica pomeriggio di novem-bre il 15 che organizzammo con l’aiu-to dei compagni/e delle Brigate di Solidarietà’, cuochi sopraffini, certo l’appetito non mancava, ma loro erano in grado di farti leccare i piatti dal gusto. Del resto durante tutta la fase dell’occupazione hanno sempre garantito la loro splendida partecipa-zione attiva operosa e giocosa, solidale come nei tanti loro interven-ti in località terremotate, o all’unive-rsità di Roma, la Sapienza durante le lotte dei giovani studenti. In fondo serviva poco, una cucina da campo un po’ di sugo delizioso, qualche piatto

inventato lì per lì con ciò che si era riusciti a raccogliere con i “mercati-ni” o con la raccolta di cibo che gran parte della popolazione elargiva con sincera disponibilità ed il gioco era fatto. Il resto era la voglia di resistere ad un sopruso collettivo, con deter-minazione e volontà, e con la consa-pevolezza di essere ad un bivio della storia del mondo del lavoro, in grado di segnare il futuro di questo Paese.

Quei padroni sono stati sconfitti e mandati in galera, grazie soprattutto alla tenacia di quei lavoratori e delle loro famiglie, a cui il Prc ha dato il massimo della sua capacità e disponi-bilità, da Paolo Ferrero , che non mancava un appuntamento prospet-

tando l'alto livello dello scontro e dando indicazione di strategia e obiettivi ritenuti dagli stessi lavorato-ri utili ed efficaci, a Roberta Fantozzi, Dino Greco, Loredana Fraleone, a tutti e dico proprio nel senso totale, compagne e compagni dal regionale ai circoli territoriali e aziendali, alle tante organizzazioni e associazioni . Penso che mai come in questa vertenza la dedizione sia stata così elevata. Colgo l’occasione per ringra-ziare Gianni Seccia, segretario Fiom di Roma, Fiom Naz. Gianni Rinaldini Fabrizio Potetti, guida della lotta e delle varie molteplici iniziative, per aver pubblicamente dichiarato l’ese-mplarità e unicità di Liberazione tra i giornali allorché ha pubblicato un editoriale a firma lavoratori Eutelia. Grazie Gianni, a nome di tutto il Prc e mio in particolare.

Ci sono tantissime altre cose da ram-mentare, e non per semplice menzio-ne, una è la vicenda dello sciopero della fame, iniziato dal compagno Sergio, con assoluta determinazione a condurlo fino al raggiungimento del risultato, cioè la risoluzione della vertenza, tanto che il sindacato orga-nizzò un camper sito in piazza Mon-tecitorio, dove ormai tutti i giorni si tenevano sit-in, manifestazioni, comizi, raduni, tra questi spesso è capitato di stare insieme ai lavoratori dell’Alcoa (grandi nella loro esube-ranza e indomabilità, come pure nella proverbiale unicità, con gli elmetti che portavano sempre facevano giochi pirotecnici facendoli volare fino al tetto dei palazzi circostanti). Tornando al nostro Sergio era da diversi giorni in digiuno totale, Lui non demordeva di un millimetro, fu escogitato un modo per continuare quella forma di lotta estrema in modo che non dovesse costare danni irreparabili a nessuno, fu cioè prose-guita a rotazione tra tutti. Le disponi-bilità furono immediate e tantissime, 100 deputati del Pd aderirono, insomma il rischio che uno potesse finir male fu evitato. Ma come, si

potrebbe dire, con 100 deputati Pd schierati a sostegno non fu raggiunto l'obiettivo? Questa domanda mi ha risuonato nel cervello per molto tempo, e credo anche in quello di tanti dell'Eutelia. una risposta, secon-do me, è venuta dalla definizione in parlamento della destinazione dei trenta miliardi per le aziende infor-matiche, dopo di che era difficile rive-dere un deputato Pd intorno alle lotte dei lavoratori. Ovviamente per Eutelia zero. Certo, ci sono state anche operazioni utili per i lavoratori che alcuni Pd hanno aiutato, specie nella stesura dei testi di provvedi-menti, a cui sono stati chiamati esperti di Eutelia, di cui anche oggi diciamo OK, ma la salvezza e il rilan-cio di quella struttura con tutte le capacità tecniche (professionalità marcate) e strutturali ( 13 mila km di fibra ottica) inserite in gangli essen-ziali del Paese ( difesa, servizi segreti, parlamento, regioni, il comune di Roma, le Poste, banche etc.) avrebbe-ro dovuto e potuto guidare diversa-mente le scelte del governo e del parlamento sugli investimenti di settore, non esclusa la nazionalizza-zione della struttura, visto il ruolo per il benessere del Paese. Questo è stato, secondo me, il de profundis della vertenza Eutelia. C’è un'ultima vicenda che vorrei mettere in eviden-za, e non certo per importanza.

Dopo 7 mesi di occupazione, 57 giorni di presidio fisso a Montecito-rio, e tutte le altre battaglie, un gruppo di lavoratori decide di aprire una cooperativa comunitaria e fare agricoltura. Avuti un po’ di fondi dalla provincia e acquisita la disponibilità dell'istituto agrario Giuseppe Gari-baldi all'utilizzo di due ettari di terra (sopra il costone di via Vigna Murata) si sono dedicati alla coltivazione ortofrutticola, (il nome Eut-Orto) di derivazione etimologica greca. Ho assaggiato i loro prodotti e ne con-fermo la bontà, qualcuno direbbe pieni di rabbia, no, pieni di voglia di riscatto, di impeto di dignità umana,

di dimostrare a sé stessi prim'ancora che agli altri di valere, di essere degni di sostegni e di meritare rispetto e giustizia.

Concludo con la invenzione che ha permesso di far conoscere in tutto il Paese e perfino all'estero la lotta contro i "predatori" di questi, si lo dico con la giusta enfasi che merita-no, GRANDI LOTTATORI. Proprio all'inizio della vertenza che appariva già come poi sarebbe divenuta, un lungo serpentone fatto di pene, guai e sconfitte ed anche tante e meravi-gliose vittorie ottenute proprio perché grande era il fervore generale, interno tra i lavoratori ed esterno nella cittadinanza. Per trovare una modalità di sostegno alle lotte, dopo diversi tentativi si approdò alla "Arancia Metalmeccanica", simbolica-mente rappresentata dalla lavoratrice che offre una arancia. Queste arance venivano acquistate in Sicilia, diretta-mente dai coltivatori che gestivano terre sottratte alle mafie, e portate direttamente a Roma, per distribuirle a tutti, il ricavato andava ai lavoratori in lotta. La prima grande distribuzio-ne fu fatta in occasione della manife-stazione nazionale con raduno a piazza del Popolo e corteo fino a San Giovanni. Fin dalla piazza i manife-stanti facevano a gara per l'acquisto del retino (2,5Kg) che distribuivamo

da due furgoni, e la sera quando a manifestazione terminata i lavoratori venivano via, noi sui due furgoni per cercare di consentire a tutti il gesto di solidarietà che intendevano fare, siamo stati indotti ad aprire i retini e dare anche una sola arancia ciascuno, tutti davano generosamente uno perfino 50 euro. Terminato il flusso di gente, avendo smaltito due tonnellate di arance, chiesi al compagno che incamerava i soldi in un bidone quale fosse il risul-tato e lui in un attimo mise le mani nel secchione e lancio in alto un muc-chio di soldi (tutti recuperati ovvia-mente) ma la gioia ci pervase tutti che ci mettemmo a saltare, ballare, cantare come matti. In quel momen-to mi rivenne in mente l'espressione di meraviglia e stupore di un lavora-tore, un ingegnere, che all'avvio della prima raccolta di generi alimentari si era detto incapace di andare ad elemosinare il cibo alla gente, e che non si sarebbe ottenuto che pochi pezzi pane, allorché al rientro in sede dovemmo allestire uno stanzone per contenere tutto ciò che avevamo avuto, e Lui che era là con onestà intellettuale ammise che mai avrebbe pensato che le persone potessero essere così generose e solidali, e inizio di gran lena a sistemare gli scatoloni con dovizia e scienza come era sua caratteristica.

#RivoluzionAnzio pag. 10

Page 11: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

La Lotta dei lavoratori Agile-Eute-lia-Omega, quella che “bucò lo scena-rio collettivo” per visibilità e per un percorso arduo ma capace di vincere sulla protervia dei “prenditori”.Decorre in questi giorni il decennio, che vide scendere in campo molti lavoratori di diverse aziende, dalla Sardegna Alcoa, al nord Inse, Ibm, Hp, Ispra, call center Alma Viva, etc. solo per citarne alcune, tra queste, certa-mente Agile-Eutelia irrompe in tutta la sua ampiezza, soprattutto originali-tà e acutezza della sua azione. Alcuni Cenni di storia. Nel 2006 due grandi realtà informati-che la Getronics e la Bull sono state acquistate alla risibile cifra di 1 euro da una Famiglia, I Landi, falsi impren-ditori che avevano come unico progetto la privatizzazione del profit-to e la socializzazione delle perdite. Le aziende di provenienza sono state spogliate di ogni asset immobiliare, delle competenze dei lavoratori. A giugno del 2009 dopo un anno di

contratto di solidarietà i lavoratori sono stati ceduti ad un contenitore: la AGILE SRL di Potenza, partecipata 100% Eutelia e venduta nella stessa giornata alla Omega, capogruppo quest'ultima di un network di scatole cinesi come la Phonemedia e la Omnia per un totale di 13.000 lavo-ratori anch’essi non retribuiti da mesi. Il 22 ottobre del 2009 senza stipendi dal mese di agosto è stata avviata una pratica di licenziamento collettivo per 1192 persone. Dopo quattro mesi di presidio della sede di Roma e senza stipendio da 7 mesi, mantenendo attivi i contratti in essere nonostante lotte, manifesta-zioni, sciopero della fame, azioni legali e contrattuali (art.28 L.300 - richie-sta insolvenza Agile - incontri con la Pres. Consiglio - richiesta di commis-sariamento di Agile – etc) il tribunale fallimentare di Roma rinvia al 31.3. pv la decisione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta promette ma, nulla accade. La regio-ne Lazio e la Provincia di Roma non riescono neppure a trovare una

modalità per dare un minimo di sostegno al reddito a queste 250 famiglie di Roma. La solidarietà con-creta e fattiva viene solo dai lavora-tori e dai cittadini, dalle forze di sinistra di opposizione. È giunto il momento (gridano i lavoratori nei cortei e dai tetti delle loro sedi) che la Regione Lazio agisca e con urgenza per impedire che prevalga la legge dei malfattori, la forza, l’arroganza bieca, che pieghi la resistenza dei lavoratori Agile ex Eutelia, avamposto della riscossa di una classe lavoratrice a lungo “sedata e illusa” che oggi ritro-va dignità e voglia di cambiare la società verso un modello di progres-so e non solo sviluppo senza anima e senza valore. Ma occorre fare presto. Domani sarebbe già tardi.Mentre procedono le azioni per ottenere giustizia, Novembre 2009: Il giorno 10 un gruppo di squadristi, travestiti da poliziotti, armati di tutto punto, irrompe nella sede di Roma, aggredendo il personale presidiante. Il giorno 26 il Ministro Tremonti, attraverso la trasmissione televisiva

“Anno Zero”, afferma che quello di Eutelia è un caso che deve essere risolto e che è impossibile che una società quotata in borsa possa esser-si messa in un casino di queste dimensioni. Dicembre 2009: Il Sotto-segretario Letta, concorda con le organizzazioni sindacali il seguente piano di azione: denuncia per insol-venza al tribunale fallimentare di Roma, Commissariamento e impe-gno governativo per la costituzione di un tavolo di trattativa tra enti pub-blici centrali e locali, clienti, soggetti industriali interessati al rilancio dell’azienda. Il giorno 23 il tribunale fallimentare di Roma sequestra l’azi-enda e la pone sotto custodia caute-lare. Marzo 2009: La magistratura condanna Eutelia ed Agile per com-portamento anti sindacale (art. 28) ed ordina alle parti di rimuovere gli effetti della cessione di ramo d’azi-enda.

Aprile 2009: Il 20 il tribunale fallimen-tare di Roma respinge la richiesta di Concordato e affida l’azienda a tre commissari per la verifica sulle con-dizioni di amministrazione straordi-naria. Maggio 2009: Il tribunale di Arezzo dichiara insolvente Eutelia e la affida a tre commissari straordina-ri, 2 dei quali hanno custodito Agile prima del commissariamento. Il tribu-nale di Milano, su richiesta del P.M. Greco che apre un’inchiesta a segui-to di un esposto penale presentato dalle Organizzazioni Sindacali insie-me ai lavoratori. Dichiara insolvente Libeccio che è la controllante del gruppo Omega che è, a sua volta con-trollante di Agile. Dopo sette mesi senza stipendi, finalmente arriva il primo misero assegno di cassa inte-grazione. In azienda l’immobilismo più totale da parte di commissari.

ARRESTI EUTELIA, AGILE E OMEGA. SAMUELE LANDI LATI-TANTE A DUBAI

Otto gli arresti per bancarotta frau-dolenta, nell'inchiesta Agile-Eutelia In

cella anche Antonangelo Liori, il pregiudicato che fu direttore de L'Unione Sarda, che in una telefonata dice: «Se fallisce l'azienda io continuo ad avere villa ed elicottero».

I finanzieri si sono presentati all'alba nella sua villetta cagliaritana di Barracca Manna con l'ordinanza di custodia cautelare. Poche ore dopo Antonangelo Liori ha varcato il pesante portone del carcere di Buo-ncammino. Il giornalista è accusato di bancarotta fraudolenta nell'inchiesta della Procura di Roma sul gruppo societario Agile-Eutelia, attivo nel settore delle telecomunicazioni. I militari del gruppo di Cagliari, che hanno collaborato al blitz di ieri, hanno fatto visita anche al fratello di Antonangelo Liori, Sebastiano, inda-gato a piede libero, e ad altre tre persone coinvolte per ora in modo marginale. Sono stati sequestrati documenti e file di computer. È ricer-cato Samuele Landi, presidente del CdA di Agile e amministratore di Eutelia, che si dovrebbe trovare a Dubai.

Per mesi i finanzieri hanno ricostrui-to quello che è stato definito «siste-ma di frode», tanto da portare «l'im-portante gruppo societario “Agi-le-Eutelia” ad una situazione di gravissimo dissesto economico-fi-

nanziario e di insolvenza per milioni di euro anche nei confronti di migliaia di lavoratori». Il gruppo avviava le trattative finalizzate all'acquisto di altri gruppi societari in crisi, nei settori delle telecomunicazioni, dell'information technology, della logistica e immobiliare. L'azione successiva, come accaduto nel caso di Agile, era incassare le commesse e portare al fallimento le società. Le principali vittime, oltre allo Stato, erano i dipendenti. Dagli accerta-menti degli inquirenti, gli otto indaga-ti (con ruoli diversi) avrebbero fatto volatilizzare circa undici milioni di euro dalla Agile srl, sottraendo anche i crediti della stessa società (cinque milioni e mezzo). Nell'ordinanza il giudice Tamburelli parla di «fatti criminosi gravi e allarmanti per la collettività», svolti dagli indagati «nell'assoluta indifferenza dei gravis-simi danni cagionati che hanno coin-volto quasi 2000 dipendenti». Il gip evidenzia la «spregiudicatezza ed arroganza nell'agire a fini di arricchi-mento personale».Un esempio su tutti la telefonata del 16 aprile 2010 tra i fratelli Liori. Antonangelo riferisce a Sebastiano di un incontro con i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ai quali ha detto che se anche dovesse fallire Agile «io conti-nuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa».

IL TRIBUNALE DICHIARA FALLI-MENTO DI LIBECCIO

La sezione fallimentare del tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la holding che controlla il gruppo Omega, società romana nella quale sono confluite alcune attività di information technology e i call center di Eutelia, l’azienda che da mesi è al centro delle proteste dei lavoratori che da tempo non percepi-scono gli stipendi. I giudici del tribu-nale fallimentare (Ciampi, Vitiello e Perrotti), hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal pm Carlo Nocerino che nelle scorse settimane aveva chiesto il fallimento della holding, alla quale è legato un consor-zio di 16 aziende, tra cui Phonemedia e Videoline 2, con oltre 8.200 dipen-denti. Secondo la procura la Libeccio, controllata da due fondi inglesi, ritenuti dagli inquirenti scatole vuote, è insolvente. In mattinata negli uffici della sezione fallimentare, si recherà il curatore fallimentare che dovrà accettare la curatela della holding. la vertenza è durata così a lungo e con una infinità di traversie, che rimane quasi impossibile darne conto per intero, pure difficile rimane narrare le molteplici occasioni di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, d'inventiva, di cultura che si sono svolte in quell'ambito, all'interno della

sede di via Bona a Roma e in molte parti d'Italia sedi delle società in questione (Omega- Phonemedia, Agile-Eutelia) circa 20 città, tra cui Torino, Arezzo, Napoli, Siena, Poten-za, Cagliari etc. Ogni occasione veniva vissuta con intensa passione e minuziosa organizzazione, con la notevole, e non sempre presente tra i lavoratori in lotta, grande partecipa-zione di esterni e simpatizzanti, quando non addirittura famiglie al completo con ragazze e bambini piccoli, proprio a caratterizzare la campalità della lotta e il sentimento di giustezza verso la stessa. Al tempo, non si è trattato di una passeggiata nei verdi prati, anzi spesso il duro e freddo pavimento stradale di piazza Colonna e adiacenze, piazza Monte-citorio e dintorni, diveniva lo spazio in cui sedersi per il sit-in ma anche per evitare le cariche della polizia sempre in tenuta anti sommossa. Alcune volte siamo stati fortunati per la presenza in loco di qualche parla-mentare o dirigente di partito e/o di sindacato che si frapponeva impe-dendo la carica e calmando il funzio-nario un po' troppo nervoso. La fantasia dicevamo, una di queste notti allorché gli animi si erano fatti "Accesi" alcune lavoratrici, sempre presenti tante e in primissima fila,

presero la palla al balzo inscenando un girotondo nella strada (il Corso) a cui tutti ci accodammo superando l'ira del "comandante in campo" e i danni dell'eventuale carica, al quale successivamente offrimmo un pezzo di pizza calda, la cena di quella notte. Oppure in occasione di un corteo sindacale grosso e partecipato, giunti ai "Fori" ci bloccarono impedendoci di giungere a piazza Venezia (il timore era che potessimo arrivare a Largo Ghigi) dopo lunga e infruttuosa trat-tativa usammo lo stratagemma di infiltrarci a piccoli gruppi e giungem-mo ugualmente alla nostra meta.

Perdonatemi un po’ di memoria nostalgica, ma tra i tanti momenti culturali, vorrei citare la sera che il grande Mario Monicelli venne a parlare ai lavoratori ( in via Bona)per sostenere la lotta, e con la proiezione del suo film "I compagni" che ben calzava con la situazione in atto; ovvero con il compagno e regista Francesco Maselli (Citto) tra i primi a partecipare, e far sentire la sua vicinanza a quella lotta, per completa-re il messaggio fu proiettato un suo bel film, Ombre Rosse. Oppure una serata trascorsa sempre lì con la presenza di Giulietto Chiesa (da poco scomparso) e Moni Ovadia in

discussioni accorate ed impegnative scrutando il futuro prossimo e come lottare per vincere la battaglia, non solo per la garanzia del posto di lavoro, lo stipendio, la dignità che quei "prenditori" volevano strappare a quanti resistevano, certi che vincen-do con loro avrebbero ottenuto via libera con tutti, ma anche per costru-ire una nuova società libera dallo sfruttamento del capitale e giusta con tutti, basata sui principi che la nostra Costituzione ci ricorda e ci indica spronandoci alla loro affermazione e riaffermazione, per quelle parti che sono state modificate o stravolte.

Non posso non ricordare una delle prime occasioni d’incontro collettivo tra cittadini e lavoratori occupanti, una domenica pomeriggio di novem-bre il 15 che organizzammo con l’aiu-to dei compagni/e delle Brigate di Solidarietà’, cuochi sopraffini, certo l’appetito non mancava, ma loro erano in grado di farti leccare i piatti dal gusto. Del resto durante tutta la fase dell’occupazione hanno sempre garantito la loro splendida partecipa-zione attiva operosa e giocosa, solidale come nei tanti loro interven-ti in località terremotate, o all’unive-rsità di Roma, la Sapienza durante le lotte dei giovani studenti. In fondo serviva poco, una cucina da campo un po’ di sugo delizioso, qualche piatto

inventato lì per lì con ciò che si era riusciti a raccogliere con i “mercati-ni” o con la raccolta di cibo che gran parte della popolazione elargiva con sincera disponibilità ed il gioco era fatto. Il resto era la voglia di resistere ad un sopruso collettivo, con deter-minazione e volontà, e con la consa-pevolezza di essere ad un bivio della storia del mondo del lavoro, in grado di segnare il futuro di questo Paese.

Quei padroni sono stati sconfitti e mandati in galera, grazie soprattutto alla tenacia di quei lavoratori e delle loro famiglie, a cui il Prc ha dato il massimo della sua capacità e disponi-bilità, da Paolo Ferrero , che non mancava un appuntamento prospet-

tando l'alto livello dello scontro e dando indicazione di strategia e obiettivi ritenuti dagli stessi lavorato-ri utili ed efficaci, a Roberta Fantozzi, Dino Greco, Loredana Fraleone, a tutti e dico proprio nel senso totale, compagne e compagni dal regionale ai circoli territoriali e aziendali, alle tante organizzazioni e associazioni . Penso che mai come in questa vertenza la dedizione sia stata così elevata. Colgo l’occasione per ringra-ziare Gianni Seccia, segretario Fiom di Roma, Fiom Naz. Gianni Rinaldini Fabrizio Potetti, guida della lotta e delle varie molteplici iniziative, per aver pubblicamente dichiarato l’ese-mplarità e unicità di Liberazione tra i giornali allorché ha pubblicato un editoriale a firma lavoratori Eutelia. Grazie Gianni, a nome di tutto il Prc e mio in particolare.

Ci sono tantissime altre cose da ram-mentare, e non per semplice menzio-ne, una è la vicenda dello sciopero della fame, iniziato dal compagno Sergio, con assoluta determinazione a condurlo fino al raggiungimento del risultato, cioè la risoluzione della vertenza, tanto che il sindacato orga-nizzò un camper sito in piazza Mon-tecitorio, dove ormai tutti i giorni si tenevano sit-in, manifestazioni, comizi, raduni, tra questi spesso è capitato di stare insieme ai lavoratori dell’Alcoa (grandi nella loro esube-ranza e indomabilità, come pure nella proverbiale unicità, con gli elmetti che portavano sempre facevano giochi pirotecnici facendoli volare fino al tetto dei palazzi circostanti). Tornando al nostro Sergio era da diversi giorni in digiuno totale, Lui non demordeva di un millimetro, fu escogitato un modo per continuare quella forma di lotta estrema in modo che non dovesse costare danni irreparabili a nessuno, fu cioè prose-guita a rotazione tra tutti. Le disponi-bilità furono immediate e tantissime, 100 deputati del Pd aderirono, insomma il rischio che uno potesse finir male fu evitato. Ma come, si

potrebbe dire, con 100 deputati Pd schierati a sostegno non fu raggiunto l'obiettivo? Questa domanda mi ha risuonato nel cervello per molto tempo, e credo anche in quello di tanti dell'Eutelia. una risposta, secon-do me, è venuta dalla definizione in parlamento della destinazione dei trenta miliardi per le aziende infor-matiche, dopo di che era difficile rive-dere un deputato Pd intorno alle lotte dei lavoratori. Ovviamente per Eutelia zero. Certo, ci sono state anche operazioni utili per i lavoratori che alcuni Pd hanno aiutato, specie nella stesura dei testi di provvedi-menti, a cui sono stati chiamati esperti di Eutelia, di cui anche oggi diciamo OK, ma la salvezza e il rilan-cio di quella struttura con tutte le capacità tecniche (professionalità marcate) e strutturali ( 13 mila km di fibra ottica) inserite in gangli essen-ziali del Paese ( difesa, servizi segreti, parlamento, regioni, il comune di Roma, le Poste, banche etc.) avrebbe-ro dovuto e potuto guidare diversa-mente le scelte del governo e del parlamento sugli investimenti di settore, non esclusa la nazionalizza-zione della struttura, visto il ruolo per il benessere del Paese. Questo è stato, secondo me, il de profundis della vertenza Eutelia. C’è un'ultima vicenda che vorrei mettere in eviden-za, e non certo per importanza.

Dopo 7 mesi di occupazione, 57 giorni di presidio fisso a Montecito-rio, e tutte le altre battaglie, un gruppo di lavoratori decide di aprire una cooperativa comunitaria e fare agricoltura. Avuti un po’ di fondi dalla provincia e acquisita la disponibilità dell'istituto agrario Giuseppe Gari-baldi all'utilizzo di due ettari di terra (sopra il costone di via Vigna Murata) si sono dedicati alla coltivazione ortofrutticola, (il nome Eut-Orto) di derivazione etimologica greca. Ho assaggiato i loro prodotti e ne con-fermo la bontà, qualcuno direbbe pieni di rabbia, no, pieni di voglia di riscatto, di impeto di dignità umana,

di dimostrare a sé stessi prim'ancora che agli altri di valere, di essere degni di sostegni e di meritare rispetto e giustizia.

Concludo con la invenzione che ha permesso di far conoscere in tutto il Paese e perfino all'estero la lotta contro i "predatori" di questi, si lo dico con la giusta enfasi che merita-no, GRANDI LOTTATORI. Proprio all'inizio della vertenza che appariva già come poi sarebbe divenuta, un lungo serpentone fatto di pene, guai e sconfitte ed anche tante e meravi-gliose vittorie ottenute proprio perché grande era il fervore generale, interno tra i lavoratori ed esterno nella cittadinanza. Per trovare una modalità di sostegno alle lotte, dopo diversi tentativi si approdò alla "Arancia Metalmeccanica", simbolica-mente rappresentata dalla lavoratrice che offre una arancia. Queste arance venivano acquistate in Sicilia, diretta-mente dai coltivatori che gestivano terre sottratte alle mafie, e portate direttamente a Roma, per distribuirle a tutti, il ricavato andava ai lavoratori in lotta. La prima grande distribuzio-ne fu fatta in occasione della manife-stazione nazionale con raduno a piazza del Popolo e corteo fino a San Giovanni. Fin dalla piazza i manife-stanti facevano a gara per l'acquisto del retino (2,5Kg) che distribuivamo

da due furgoni, e la sera quando a manifestazione terminata i lavoratori venivano via, noi sui due furgoni per cercare di consentire a tutti il gesto di solidarietà che intendevano fare, siamo stati indotti ad aprire i retini e dare anche una sola arancia ciascuno, tutti davano generosamente uno perfino 50 euro. Terminato il flusso di gente, avendo smaltito due tonnellate di arance, chiesi al compagno che incamerava i soldi in un bidone quale fosse il risul-tato e lui in un attimo mise le mani nel secchione e lancio in alto un muc-chio di soldi (tutti recuperati ovvia-mente) ma la gioia ci pervase tutti che ci mettemmo a saltare, ballare, cantare come matti. In quel momen-to mi rivenne in mente l'espressione di meraviglia e stupore di un lavora-tore, un ingegnere, che all'avvio della prima raccolta di generi alimentari si era detto incapace di andare ad elemosinare il cibo alla gente, e che non si sarebbe ottenuto che pochi pezzi pane, allorché al rientro in sede dovemmo allestire uno stanzone per contenere tutto ciò che avevamo avuto, e Lui che era là con onestà intellettuale ammise che mai avrebbe pensato che le persone potessero essere così generose e solidali, e inizio di gran lena a sistemare gli scatoloni con dovizia e scienza come era sua caratteristica.

#RivoluzionAnzio pag. 11

Page 12: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

La Lotta dei lavoratori Agile-Eute-lia-Omega, quella che “bucò lo scena-rio collettivo” per visibilità e per un percorso arduo ma capace di vincere sulla protervia dei “prenditori”.Decorre in questi giorni il decennio, che vide scendere in campo molti lavoratori di diverse aziende, dalla Sardegna Alcoa, al nord Inse, Ibm, Hp, Ispra, call center Alma Viva, etc. solo per citarne alcune, tra queste, certa-mente Agile-Eutelia irrompe in tutta la sua ampiezza, soprattutto originali-tà e acutezza della sua azione. Alcuni Cenni di storia. Nel 2006 due grandi realtà informati-che la Getronics e la Bull sono state acquistate alla risibile cifra di 1 euro da una Famiglia, I Landi, falsi impren-ditori che avevano come unico progetto la privatizzazione del profit-to e la socializzazione delle perdite. Le aziende di provenienza sono state spogliate di ogni asset immobiliare, delle competenze dei lavoratori. A giugno del 2009 dopo un anno di

contratto di solidarietà i lavoratori sono stati ceduti ad un contenitore: la AGILE SRL di Potenza, partecipata 100% Eutelia e venduta nella stessa giornata alla Omega, capogruppo quest'ultima di un network di scatole cinesi come la Phonemedia e la Omnia per un totale di 13.000 lavo-ratori anch’essi non retribuiti da mesi. Il 22 ottobre del 2009 senza stipendi dal mese di agosto è stata avviata una pratica di licenziamento collettivo per 1192 persone. Dopo quattro mesi di presidio della sede di Roma e senza stipendio da 7 mesi, mantenendo attivi i contratti in essere nonostante lotte, manifesta-zioni, sciopero della fame, azioni legali e contrattuali (art.28 L.300 - richie-sta insolvenza Agile - incontri con la Pres. Consiglio - richiesta di commis-sariamento di Agile – etc) il tribunale fallimentare di Roma rinvia al 31.3. pv la decisione, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta promette ma, nulla accade. La regio-ne Lazio e la Provincia di Roma non riescono neppure a trovare una

modalità per dare un minimo di sostegno al reddito a queste 250 famiglie di Roma. La solidarietà con-creta e fattiva viene solo dai lavora-tori e dai cittadini, dalle forze di sinistra di opposizione. È giunto il momento (gridano i lavoratori nei cortei e dai tetti delle loro sedi) che la Regione Lazio agisca e con urgenza per impedire che prevalga la legge dei malfattori, la forza, l’arroganza bieca, che pieghi la resistenza dei lavoratori Agile ex Eutelia, avamposto della riscossa di una classe lavoratrice a lungo “sedata e illusa” che oggi ritro-va dignità e voglia di cambiare la società verso un modello di progres-so e non solo sviluppo senza anima e senza valore. Ma occorre fare presto. Domani sarebbe già tardi.Mentre procedono le azioni per ottenere giustizia, Novembre 2009: Il giorno 10 un gruppo di squadristi, travestiti da poliziotti, armati di tutto punto, irrompe nella sede di Roma, aggredendo il personale presidiante. Il giorno 26 il Ministro Tremonti, attraverso la trasmissione televisiva

“Anno Zero”, afferma che quello di Eutelia è un caso che deve essere risolto e che è impossibile che una società quotata in borsa possa esser-si messa in un casino di queste dimensioni. Dicembre 2009: Il Sotto-segretario Letta, concorda con le organizzazioni sindacali il seguente piano di azione: denuncia per insol-venza al tribunale fallimentare di Roma, Commissariamento e impe-gno governativo per la costituzione di un tavolo di trattativa tra enti pub-blici centrali e locali, clienti, soggetti industriali interessati al rilancio dell’azienda. Il giorno 23 il tribunale fallimentare di Roma sequestra l’azi-enda e la pone sotto custodia caute-lare. Marzo 2009: La magistratura condanna Eutelia ed Agile per com-portamento anti sindacale (art. 28) ed ordina alle parti di rimuovere gli effetti della cessione di ramo d’azi-enda.

Aprile 2009: Il 20 il tribunale fallimen-tare di Roma respinge la richiesta di Concordato e affida l’azienda a tre commissari per la verifica sulle con-dizioni di amministrazione straordi-naria. Maggio 2009: Il tribunale di Arezzo dichiara insolvente Eutelia e la affida a tre commissari straordina-ri, 2 dei quali hanno custodito Agile prima del commissariamento. Il tribu-nale di Milano, su richiesta del P.M. Greco che apre un’inchiesta a segui-to di un esposto penale presentato dalle Organizzazioni Sindacali insie-me ai lavoratori. Dichiara insolvente Libeccio che è la controllante del gruppo Omega che è, a sua volta con-trollante di Agile. Dopo sette mesi senza stipendi, finalmente arriva il primo misero assegno di cassa inte-grazione. In azienda l’immobilismo più totale da parte di commissari.

ARRESTI EUTELIA, AGILE E OMEGA. SAMUELE LANDI LATI-TANTE A DUBAI

Otto gli arresti per bancarotta frau-dolenta, nell'inchiesta Agile-Eutelia In

cella anche Antonangelo Liori, il pregiudicato che fu direttore de L'Unione Sarda, che in una telefonata dice: «Se fallisce l'azienda io continuo ad avere villa ed elicottero».

I finanzieri si sono presentati all'alba nella sua villetta cagliaritana di Barracca Manna con l'ordinanza di custodia cautelare. Poche ore dopo Antonangelo Liori ha varcato il pesante portone del carcere di Buo-ncammino. Il giornalista è accusato di bancarotta fraudolenta nell'inchiesta della Procura di Roma sul gruppo societario Agile-Eutelia, attivo nel settore delle telecomunicazioni. I militari del gruppo di Cagliari, che hanno collaborato al blitz di ieri, hanno fatto visita anche al fratello di Antonangelo Liori, Sebastiano, inda-gato a piede libero, e ad altre tre persone coinvolte per ora in modo marginale. Sono stati sequestrati documenti e file di computer. È ricer-cato Samuele Landi, presidente del CdA di Agile e amministratore di Eutelia, che si dovrebbe trovare a Dubai.

Per mesi i finanzieri hanno ricostrui-to quello che è stato definito «siste-ma di frode», tanto da portare «l'im-portante gruppo societario “Agi-le-Eutelia” ad una situazione di gravissimo dissesto economico-fi-

nanziario e di insolvenza per milioni di euro anche nei confronti di migliaia di lavoratori». Il gruppo avviava le trattative finalizzate all'acquisto di altri gruppi societari in crisi, nei settori delle telecomunicazioni, dell'information technology, della logistica e immobiliare. L'azione successiva, come accaduto nel caso di Agile, era incassare le commesse e portare al fallimento le società. Le principali vittime, oltre allo Stato, erano i dipendenti. Dagli accerta-menti degli inquirenti, gli otto indaga-ti (con ruoli diversi) avrebbero fatto volatilizzare circa undici milioni di euro dalla Agile srl, sottraendo anche i crediti della stessa società (cinque milioni e mezzo). Nell'ordinanza il giudice Tamburelli parla di «fatti criminosi gravi e allarmanti per la collettività», svolti dagli indagati «nell'assoluta indifferenza dei gravis-simi danni cagionati che hanno coin-volto quasi 2000 dipendenti». Il gip evidenzia la «spregiudicatezza ed arroganza nell'agire a fini di arricchi-mento personale».Un esempio su tutti la telefonata del 16 aprile 2010 tra i fratelli Liori. Antonangelo riferisce a Sebastiano di un incontro con i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil ai quali ha detto che se anche dovesse fallire Agile «io conti-nuo ad avere la mia macchina, il mio autista, il mio elicottero, la mia villa».

IL TRIBUNALE DICHIARA FALLI-MENTO DI LIBECCIO

La sezione fallimentare del tribunale di Milano ha dichiarato il fallimento di Libeccio, la holding che controlla il gruppo Omega, società romana nella quale sono confluite alcune attività di information technology e i call center di Eutelia, l’azienda che da mesi è al centro delle proteste dei lavoratori che da tempo non percepi-scono gli stipendi. I giudici del tribu-nale fallimentare (Ciampi, Vitiello e Perrotti), hanno dunque accolto l’istanza avanzata dal pm Carlo Nocerino che nelle scorse settimane aveva chiesto il fallimento della holding, alla quale è legato un consor-zio di 16 aziende, tra cui Phonemedia e Videoline 2, con oltre 8.200 dipen-denti. Secondo la procura la Libeccio, controllata da due fondi inglesi, ritenuti dagli inquirenti scatole vuote, è insolvente. In mattinata negli uffici della sezione fallimentare, si recherà il curatore fallimentare che dovrà accettare la curatela della holding. la vertenza è durata così a lungo e con una infinità di traversie, che rimane quasi impossibile darne conto per intero, pure difficile rimane narrare le molteplici occasioni di solidarietà, di vicinanza, di sostegno, d'inventiva, di cultura che si sono svolte in quell'ambito, all'interno della

sede di via Bona a Roma e in molte parti d'Italia sedi delle società in questione (Omega- Phonemedia, Agile-Eutelia) circa 20 città, tra cui Torino, Arezzo, Napoli, Siena, Poten-za, Cagliari etc. Ogni occasione veniva vissuta con intensa passione e minuziosa organizzazione, con la notevole, e non sempre presente tra i lavoratori in lotta, grande partecipa-zione di esterni e simpatizzanti, quando non addirittura famiglie al completo con ragazze e bambini piccoli, proprio a caratterizzare la campalità della lotta e il sentimento di giustezza verso la stessa. Al tempo, non si è trattato di una passeggiata nei verdi prati, anzi spesso il duro e freddo pavimento stradale di piazza Colonna e adiacenze, piazza Monte-citorio e dintorni, diveniva lo spazio in cui sedersi per il sit-in ma anche per evitare le cariche della polizia sempre in tenuta anti sommossa. Alcune volte siamo stati fortunati per la presenza in loco di qualche parla-mentare o dirigente di partito e/o di sindacato che si frapponeva impe-dendo la carica e calmando il funzio-nario un po' troppo nervoso. La fantasia dicevamo, una di queste notti allorché gli animi si erano fatti "Accesi" alcune lavoratrici, sempre presenti tante e in primissima fila,

presero la palla al balzo inscenando un girotondo nella strada (il Corso) a cui tutti ci accodammo superando l'ira del "comandante in campo" e i danni dell'eventuale carica, al quale successivamente offrimmo un pezzo di pizza calda, la cena di quella notte. Oppure in occasione di un corteo sindacale grosso e partecipato, giunti ai "Fori" ci bloccarono impedendoci di giungere a piazza Venezia (il timore era che potessimo arrivare a Largo Ghigi) dopo lunga e infruttuosa trat-tativa usammo lo stratagemma di infiltrarci a piccoli gruppi e giungem-mo ugualmente alla nostra meta.

Perdonatemi un po’ di memoria nostalgica, ma tra i tanti momenti culturali, vorrei citare la sera che il grande Mario Monicelli venne a parlare ai lavoratori ( in via Bona)per sostenere la lotta, e con la proiezione del suo film "I compagni" che ben calzava con la situazione in atto; ovvero con il compagno e regista Francesco Maselli (Citto) tra i primi a partecipare, e far sentire la sua vicinanza a quella lotta, per completa-re il messaggio fu proiettato un suo bel film, Ombre Rosse. Oppure una serata trascorsa sempre lì con la presenza di Giulietto Chiesa (da poco scomparso) e Moni Ovadia in

discussioni accorate ed impegnative scrutando il futuro prossimo e come lottare per vincere la battaglia, non solo per la garanzia del posto di lavoro, lo stipendio, la dignità che quei "prenditori" volevano strappare a quanti resistevano, certi che vincen-do con loro avrebbero ottenuto via libera con tutti, ma anche per costru-ire una nuova società libera dallo sfruttamento del capitale e giusta con tutti, basata sui principi che la nostra Costituzione ci ricorda e ci indica spronandoci alla loro affermazione e riaffermazione, per quelle parti che sono state modificate o stravolte.

Non posso non ricordare una delle prime occasioni d’incontro collettivo tra cittadini e lavoratori occupanti, una domenica pomeriggio di novem-bre il 15 che organizzammo con l’aiu-to dei compagni/e delle Brigate di Solidarietà’, cuochi sopraffini, certo l’appetito non mancava, ma loro erano in grado di farti leccare i piatti dal gusto. Del resto durante tutta la fase dell’occupazione hanno sempre garantito la loro splendida partecipa-zione attiva operosa e giocosa, solidale come nei tanti loro interven-ti in località terremotate, o all’unive-rsità di Roma, la Sapienza durante le lotte dei giovani studenti. In fondo serviva poco, una cucina da campo un po’ di sugo delizioso, qualche piatto

inventato lì per lì con ciò che si era riusciti a raccogliere con i “mercati-ni” o con la raccolta di cibo che gran parte della popolazione elargiva con sincera disponibilità ed il gioco era fatto. Il resto era la voglia di resistere ad un sopruso collettivo, con deter-minazione e volontà, e con la consa-pevolezza di essere ad un bivio della storia del mondo del lavoro, in grado di segnare il futuro di questo Paese.

Quei padroni sono stati sconfitti e mandati in galera, grazie soprattutto alla tenacia di quei lavoratori e delle loro famiglie, a cui il Prc ha dato il massimo della sua capacità e disponi-bilità, da Paolo Ferrero , che non mancava un appuntamento prospet-

tando l'alto livello dello scontro e dando indicazione di strategia e obiettivi ritenuti dagli stessi lavorato-ri utili ed efficaci, a Roberta Fantozzi, Dino Greco, Loredana Fraleone, a tutti e dico proprio nel senso totale, compagne e compagni dal regionale ai circoli territoriali e aziendali, alle tante organizzazioni e associazioni . Penso che mai come in questa vertenza la dedizione sia stata così elevata. Colgo l’occasione per ringra-ziare Gianni Seccia, segretario Fiom di Roma, Fiom Naz. Gianni Rinaldini Fabrizio Potetti, guida della lotta e delle varie molteplici iniziative, per aver pubblicamente dichiarato l’ese-mplarità e unicità di Liberazione tra i giornali allorché ha pubblicato un editoriale a firma lavoratori Eutelia. Grazie Gianni, a nome di tutto il Prc e mio in particolare.

Ci sono tantissime altre cose da ram-mentare, e non per semplice menzio-ne, una è la vicenda dello sciopero della fame, iniziato dal compagno Sergio, con assoluta determinazione a condurlo fino al raggiungimento del risultato, cioè la risoluzione della vertenza, tanto che il sindacato orga-nizzò un camper sito in piazza Mon-tecitorio, dove ormai tutti i giorni si tenevano sit-in, manifestazioni, comizi, raduni, tra questi spesso è capitato di stare insieme ai lavoratori dell’Alcoa (grandi nella loro esube-ranza e indomabilità, come pure nella proverbiale unicità, con gli elmetti che portavano sempre facevano giochi pirotecnici facendoli volare fino al tetto dei palazzi circostanti). Tornando al nostro Sergio era da diversi giorni in digiuno totale, Lui non demordeva di un millimetro, fu escogitato un modo per continuare quella forma di lotta estrema in modo che non dovesse costare danni irreparabili a nessuno, fu cioè prose-guita a rotazione tra tutti. Le disponi-bilità furono immediate e tantissime, 100 deputati del Pd aderirono, insomma il rischio che uno potesse finir male fu evitato. Ma come, si

potrebbe dire, con 100 deputati Pd schierati a sostegno non fu raggiunto l'obiettivo? Questa domanda mi ha risuonato nel cervello per molto tempo, e credo anche in quello di tanti dell'Eutelia. una risposta, secon-do me, è venuta dalla definizione in parlamento della destinazione dei trenta miliardi per le aziende infor-matiche, dopo di che era difficile rive-dere un deputato Pd intorno alle lotte dei lavoratori. Ovviamente per Eutelia zero. Certo, ci sono state anche operazioni utili per i lavoratori che alcuni Pd hanno aiutato, specie nella stesura dei testi di provvedi-menti, a cui sono stati chiamati esperti di Eutelia, di cui anche oggi diciamo OK, ma la salvezza e il rilan-cio di quella struttura con tutte le capacità tecniche (professionalità marcate) e strutturali ( 13 mila km di fibra ottica) inserite in gangli essen-ziali del Paese ( difesa, servizi segreti, parlamento, regioni, il comune di Roma, le Poste, banche etc.) avrebbe-ro dovuto e potuto guidare diversa-mente le scelte del governo e del parlamento sugli investimenti di settore, non esclusa la nazionalizza-zione della struttura, visto il ruolo per il benessere del Paese. Questo è stato, secondo me, il de profundis della vertenza Eutelia. C’è un'ultima vicenda che vorrei mettere in eviden-za, e non certo per importanza.

Dopo 7 mesi di occupazione, 57 giorni di presidio fisso a Montecito-rio, e tutte le altre battaglie, un gruppo di lavoratori decide di aprire una cooperativa comunitaria e fare agricoltura. Avuti un po’ di fondi dalla provincia e acquisita la disponibilità dell'istituto agrario Giuseppe Gari-baldi all'utilizzo di due ettari di terra (sopra il costone di via Vigna Murata) si sono dedicati alla coltivazione ortofrutticola, (il nome Eut-Orto) di derivazione etimologica greca. Ho assaggiato i loro prodotti e ne con-fermo la bontà, qualcuno direbbe pieni di rabbia, no, pieni di voglia di riscatto, di impeto di dignità umana,

di dimostrare a sé stessi prim'ancora che agli altri di valere, di essere degni di sostegni e di meritare rispetto e giustizia.

Concludo con la invenzione che ha permesso di far conoscere in tutto il Paese e perfino all'estero la lotta contro i "predatori" di questi, si lo dico con la giusta enfasi che merita-no, GRANDI LOTTATORI. Proprio all'inizio della vertenza che appariva già come poi sarebbe divenuta, un lungo serpentone fatto di pene, guai e sconfitte ed anche tante e meravi-gliose vittorie ottenute proprio perché grande era il fervore generale, interno tra i lavoratori ed esterno nella cittadinanza. Per trovare una modalità di sostegno alle lotte, dopo diversi tentativi si approdò alla "Arancia Metalmeccanica", simbolica-mente rappresentata dalla lavoratrice che offre una arancia. Queste arance venivano acquistate in Sicilia, diretta-mente dai coltivatori che gestivano terre sottratte alle mafie, e portate direttamente a Roma, per distribuirle a tutti, il ricavato andava ai lavoratori in lotta. La prima grande distribuzio-ne fu fatta in occasione della manife-stazione nazionale con raduno a piazza del Popolo e corteo fino a San Giovanni. Fin dalla piazza i manife-stanti facevano a gara per l'acquisto del retino (2,5Kg) che distribuivamo

da due furgoni, e la sera quando a manifestazione terminata i lavoratori venivano via, noi sui due furgoni per cercare di consentire a tutti il gesto di solidarietà che intendevano fare, siamo stati indotti ad aprire i retini e dare anche una sola arancia ciascuno, tutti davano generosamente uno perfino 50 euro. Terminato il flusso di gente, avendo smaltito due tonnellate di arance, chiesi al compagno che incamerava i soldi in un bidone quale fosse il risul-tato e lui in un attimo mise le mani nel secchione e lancio in alto un muc-chio di soldi (tutti recuperati ovvia-mente) ma la gioia ci pervase tutti che ci mettemmo a saltare, ballare, cantare come matti. In quel momen-to mi rivenne in mente l'espressione di meraviglia e stupore di un lavora-tore, un ingegnere, che all'avvio della prima raccolta di generi alimentari si era detto incapace di andare ad elemosinare il cibo alla gente, e che non si sarebbe ottenuto che pochi pezzi pane, allorché al rientro in sede dovemmo allestire uno stanzone per contenere tutto ciò che avevamo avuto, e Lui che era là con onestà intellettuale ammise che mai avrebbe pensato che le persone potessero essere così generose e solidali, e inizio di gran lena a sistemare gli scatoloni con dovizia e scienza come era sua caratteristica.

#RivoluzionAnzio pag. 12

Page 13: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

IRRUZIONE

Sono le 5,30 e lo squillo del cellulare mi sveglia, rispondo preoccupata e dall'altro capo del filo, anche se il cellulare non ce l'ha, la voce del funzionario FIOM mi dice che quello che temevamo potesse succedere è accaduto e di correre subito in sede... aspetta, aspetta qualcuno si è fatto male? No per fortuna tutti bene ma fai presto. Ricordo ancora le parole del mio compagno ancora assonnato. Ale, se nessuno si è fatto male questa cosa vi gioverà sicura-mente.

Questa mattina alle 5.20 - rende noto la Fiom in un comunicato - una squadraccia di una quindicina di uomini capitanata dall'ex amministra-tore delegato di Eutelia, Samuele Landi, ha fatto irruzione nella sede romana di Eutelia presidiata all'inter-no dai lavoratori. Con piedi di porco hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori che presi-diavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciando-si per poliziotti, chiedendo i docu-menti, minacciando gli stessi lavora-tori e impedendo loro di muoversi"."L'immediato arrivo delle forze dell'ordine - prosegue la nota - chia-mate dai lavoratori, ha evitato il peggio visto l'atteggiamento violento e arrogante di questi loschi perso-naggi". Secondo quanto si è appreso

la polizia sta ora ascoltando l'ex amministratore delegato di Eutelia, accusato di aver fatto l'irruzione nella sede dell'azienda.È veramente incredibile la quantità di persone che si è riunita nel nostro piazzale e la solidarietà e la disponibi-lità dimostrata per qualsiasi evenien-za. È come se questa cosa così brutta avesse miracolosamente messo insie-me tutto il bello di Roma. Che mera-viglia.

Vedere la polizia vera portare via quella finta e sentirli dire, alla preoc-cupazione sulle sorti del presidio, che i lavoratori di Eutelia non li avrebbe toccato nessuno e sta per noi la con-ferma di essere nel giusto e finalmen-te ci siamo sentiti considerati per ciò che stavamo facendo.

La nostra fortuna è stata che per la prima volta in assoluto, non avevamo permesso a nessuno di farlo prima, abbiamo consentito ad un giornalista RAI, che stava facendo un'inchiesta sulla nostra vicenda, di pernottare in sede in quanto l'ultima intervista era finita alle 2 di notte e avrebbe ripreso di lì a breve il suo lavoro con l'accen-sione del fuoco per la moka alle 7,00 del mattino.

Grazie Federico per quanto hai dato a questa vertenza e a noi tutti sia dal punto di vista professionale che umano.

28 OTTOBRE 2009

Gli ultimi 6 mesi del 2009 sono stati veramente intensi e pregni di emo-zioni.

Dal 15 giugno, data della fraudolenta cessione di Eutelia ad Agile, alle 6 del mattino del 28 ottobre, inizio occu-pazione, è stato un susseguirsi di rabbia, frustrazione, impotenza, inca-pacità di reagire e predisposizione a subire pur di non perdere il lavoro. È difficile dimenticare il giorno dell'ulti-ma riunione con il gruppo di colleghi con i quali si era deciso di dare una svolta alla vertenza. La decisione era presa... occupazione ora bisognava decidere chi dentro e chi fuori e ognuno era chiaramente libero di scegliere. Aspettavo il mio turno per dire che sarei rimasta fuori dalla sede di via Bona e invece sono stata rigo-rosamente esclusa dalla scelta in quanto i miei colleghi avevano deciso per me senza concedermi alcun dirit-to di replica. Ero nel gruppo di quelli che si sarebbero visti la mattina dopo alle 5,45 per entrare in sede e dichia-rare nell'assemblea pubblica indetta per le 10,00 che eravamo da quel momento in presidio permanente,

Mi resi conto di essere l'unica donna a far parte del gruppo fino a quando la mia collega Marina ha annunciato che non avrebbe mai potuto lasciar-mi sola con tutti quei Getronics.

La mattina dopo eravamo in tre, io Marina e Franca che a sorpresa la sera prima, venuta a conoscenza delle nostre intenzioni, aveva deciso di essere in prima linea con noi.Dalle 6,00 alle 10,00 non si è pensato ad altro che ad organizzarci per il presidio permanente che chissà quanto sarebbe durato, quindi blocco degli accessi con barricate, sistema-zione delle stanza. All'avvicinarsi dell'assemblea cominciava a salire un po' di ansia, la situazione era dram-matica eravamo chi al 3° chi al 4° mese senza stipendio ma il senso di impotenza era ciò che più prevaleva fra i colleghi. Il piazzale era pieno, e non solo di colleghi, come avrebberoreagito?

Alla comunicazione che una ventina di colleghi all'alba si erano chiusi nella sede è scrosciato l'applauso... libera-torio. Avevamo fatto la scelta giusta.

MANIFESTAZIONE 17 NOVEMBRE 2009

Apriamo il corteo della manifestazio-ne della CGIL e gli interventi dal palco di piazza del popolo.Nel giro di una settimana la vertenza con circa 10.000 lavoratori licenziati, che tutto questo scalpore non aveva-no suscitato, è decollata grazie alla irruzione squadrista del capitano, siquello con il coltello fra i denti. Santo subito è stato scritto sotto la foto

dell'altarino costruito in sede. Arriva-ti a piazza Barberini i manifestanti in attesa del corteo per prendervi posto ci hanno tributato un applauso veramente emozionante. Eravamo orgogliosi di tutto quello che la vertenza ci stava dando e di quello che noi davamo alla vertenza. Di lì in poi è stato un susseguirsi di eventi cui andiamo ancora oggi veramente fieri.Pranzi sociali con le Brigate di solida-rietà che di ritorno dalla terremotata l'Aquila intervenivano in situazioni di emergenza con lo slogan... dalla crisi del terremoto al terremoto della crisi. Vendita delle arance, chiamata con un lampo di genio Arancia Metal-meccanica, provenienti direttamentedell'agricoltore siciliano, il cui ricava-to andava a sostegno della vertenza e dei lavoratori.Concerto Avanti Pop sul camioncino con i Têtes de Bois che serata strepi-tosa! Circondati da artisti di calibro come Mario Monicelli che in una serata fredda e umida di novembre si è riparato sotto una coperta, data in dotazione insieme alle brandine dalla protezione civile al fine di alleggerire il nostro lungo presidio, trascorrendo tutta la serata con noi e ringrazian-doci per quanto stavamo facendo; Paola Turci, Dario Vergassola, Sergio Staino, Simone Cristicchi, Massimo Pasquini, Ulderico Pesce, Chiara Rapaccini e Daniela Silvestri. E i Modena City Ramblers in concerto

per noi, e il concerto gospel di Natale in sede, e Laura Curino con il suo meraviglioso monologo su Adria-no Olivetti, e la cover band di Rino gaetano e il cenone di capodanno, e il natale per i circa 200 bambini di eutelia considerati speciali da Babbo Natale e scelti per la consegna personale di doni acquistati grazie ai buoni offerti dalla Provinca di Roma,e, e, e ho tralasciato chissà quante altre iniziative.Ancora però devo aggiungere il meraviglioso stato sociale intorno ai lavoratori e il conseguente sostegno economico, cito Almaviva, MPS, Banca d'Italia, che ha consentito di rimpin-guare un conto corrente dedicato, toccando anche i 60.000 euro, e che ha evitato ulteriori disastri ai più disperati. Grazie, grazie... grazie.

CRONACHEDI EUTELIA

di AlessandraCarnicella

#RivoluzionAnzio pag. 13

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IRRUZIONE

Sono le 5,30 e lo squillo del cellulare mi sveglia, rispondo preoccupata e dall'altro capo del filo, anche se il cellulare non ce l'ha, la voce del funzionario FIOM mi dice che quello che temevamo potesse succedere è accaduto e di correre subito in sede... aspetta, aspetta qualcuno si è fatto male? No per fortuna tutti bene ma fai presto. Ricordo ancora le parole del mio compagno ancora assonnato. Ale, se nessuno si è fatto male questa cosa vi gioverà sicura-mente.

Questa mattina alle 5.20 - rende noto la Fiom in un comunicato - una squadraccia di una quindicina di uomini capitanata dall'ex amministra-tore delegato di Eutelia, Samuele Landi, ha fatto irruzione nella sede romana di Eutelia presidiata all'inter-no dai lavoratori. Con piedi di porco hanno divelto le porte degli uffici, hanno svegliato i lavoratori che presi-diavano la sede puntando loro negli occhi le torce elettriche, spacciando-si per poliziotti, chiedendo i docu-menti, minacciando gli stessi lavora-tori e impedendo loro di muoversi"."L'immediato arrivo delle forze dell'ordine - prosegue la nota - chia-mate dai lavoratori, ha evitato il peggio visto l'atteggiamento violento e arrogante di questi loschi perso-naggi". Secondo quanto si è appreso

la polizia sta ora ascoltando l'ex amministratore delegato di Eutelia, accusato di aver fatto l'irruzione nella sede dell'azienda.È veramente incredibile la quantità di persone che si è riunita nel nostro piazzale e la solidarietà e la disponibi-lità dimostrata per qualsiasi evenien-za. È come se questa cosa così brutta avesse miracolosamente messo insie-me tutto il bello di Roma. Che mera-viglia.

Vedere la polizia vera portare via quella finta e sentirli dire, alla preoc-cupazione sulle sorti del presidio, che i lavoratori di Eutelia non li avrebbe toccato nessuno e sta per noi la con-ferma di essere nel giusto e finalmen-te ci siamo sentiti considerati per ciò che stavamo facendo.

La nostra fortuna è stata che per la prima volta in assoluto, non avevamo permesso a nessuno di farlo prima, abbiamo consentito ad un giornalista RAI, che stava facendo un'inchiesta sulla nostra vicenda, di pernottare in sede in quanto l'ultima intervista era finita alle 2 di notte e avrebbe ripreso di lì a breve il suo lavoro con l'accen-sione del fuoco per la moka alle 7,00 del mattino.

Grazie Federico per quanto hai dato a questa vertenza e a noi tutti sia dal punto di vista professionale che umano.

28 OTTOBRE 2009

Gli ultimi 6 mesi del 2009 sono stati veramente intensi e pregni di emo-zioni.

Dal 15 giugno, data della fraudolenta cessione di Eutelia ad Agile, alle 6 del mattino del 28 ottobre, inizio occu-pazione, è stato un susseguirsi di rabbia, frustrazione, impotenza, inca-pacità di reagire e predisposizione a subire pur di non perdere il lavoro. È difficile dimenticare il giorno dell'ulti-ma riunione con il gruppo di colleghi con i quali si era deciso di dare una svolta alla vertenza. La decisione era presa... occupazione ora bisognava decidere chi dentro e chi fuori e ognuno era chiaramente libero di scegliere. Aspettavo il mio turno per dire che sarei rimasta fuori dalla sede di via Bona e invece sono stata rigo-rosamente esclusa dalla scelta in quanto i miei colleghi avevano deciso per me senza concedermi alcun dirit-to di replica. Ero nel gruppo di quelli che si sarebbero visti la mattina dopo alle 5,45 per entrare in sede e dichia-rare nell'assemblea pubblica indetta per le 10,00 che eravamo da quel momento in presidio permanente,

Mi resi conto di essere l'unica donna a far parte del gruppo fino a quando la mia collega Marina ha annunciato che non avrebbe mai potuto lasciar-mi sola con tutti quei Getronics.

La mattina dopo eravamo in tre, io Marina e Franca che a sorpresa la sera prima, venuta a conoscenza delle nostre intenzioni, aveva deciso di essere in prima linea con noi.Dalle 6,00 alle 10,00 non si è pensato ad altro che ad organizzarci per il presidio permanente che chissà quanto sarebbe durato, quindi blocco degli accessi con barricate, sistema-zione delle stanza. All'avvicinarsi dell'assemblea cominciava a salire un po' di ansia, la situazione era dram-matica eravamo chi al 3° chi al 4° mese senza stipendio ma il senso di impotenza era ciò che più prevaleva fra i colleghi. Il piazzale era pieno, e non solo di colleghi, come avrebberoreagito?

Alla comunicazione che una ventina di colleghi all'alba si erano chiusi nella sede è scrosciato l'applauso... libera-torio. Avevamo fatto la scelta giusta.

MANIFESTAZIONE 17 NOVEMBRE 2009

Apriamo il corteo della manifestazio-ne della CGIL e gli interventi dal palco di piazza del popolo.Nel giro di una settimana la vertenza con circa 10.000 lavoratori licenziati, che tutto questo scalpore non aveva-no suscitato, è decollata grazie alla irruzione squadrista del capitano, siquello con il coltello fra i denti. Santo subito è stato scritto sotto la foto

dell'altarino costruito in sede. Arriva-ti a piazza Barberini i manifestanti in attesa del corteo per prendervi posto ci hanno tributato un applauso veramente emozionante. Eravamo orgogliosi di tutto quello che la vertenza ci stava dando e di quello che noi davamo alla vertenza. Di lì in poi è stato un susseguirsi di eventi cui andiamo ancora oggi veramente fieri.Pranzi sociali con le Brigate di solida-rietà che di ritorno dalla terremotata l'Aquila intervenivano in situazioni di emergenza con lo slogan... dalla crisi del terremoto al terremoto della crisi. Vendita delle arance, chiamata con un lampo di genio Arancia Metal-meccanica, provenienti direttamentedell'agricoltore siciliano, il cui ricava-to andava a sostegno della vertenza e dei lavoratori.Concerto Avanti Pop sul camioncino con i Têtes de Bois che serata strepi-tosa! Circondati da artisti di calibro come Mario Monicelli che in una serata fredda e umida di novembre si è riparato sotto una coperta, data in dotazione insieme alle brandine dalla protezione civile al fine di alleggerire il nostro lungo presidio, trascorrendo tutta la serata con noi e ringrazian-doci per quanto stavamo facendo; Paola Turci, Dario Vergassola, Sergio Staino, Simone Cristicchi, Massimo Pasquini, Ulderico Pesce, Chiara Rapaccini e Daniela Silvestri. E i Modena City Ramblers in concerto

per noi, e il concerto gospel di Natale in sede, e Laura Curino con il suo meraviglioso monologo su Adria-no Olivetti, e la cover band di Rino gaetano e il cenone di capodanno, e il natale per i circa 200 bambini di eutelia considerati speciali da Babbo Natale e scelti per la consegna personale di doni acquistati grazie ai buoni offerti dalla Provinca di Roma,e, e, e ho tralasciato chissà quante altre iniziative.Ancora però devo aggiungere il meraviglioso stato sociale intorno ai lavoratori e il conseguente sostegno economico, cito Almaviva, MPS, Banca d'Italia, che ha consentito di rimpin-guare un conto corrente dedicato, toccando anche i 60.000 euro, e che ha evitato ulteriori disastri ai più disperati. Grazie, grazie... grazie.

#RivoluzionAnzio pag. 14

PlaylistLa lotta dei lavoratorie lavoratrici di Eutelia

https://bit.ly/2ZQMEwK

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La differenza tra un’opera moderna e una antica sta nel fatto che la prima abbisogna spesso dell’ausilio di un apparato teorico critico per una sua confacente comprensibilità, a meno che si tratti di una vignetta, mentre un’opera antica mostra generalmen-te il suo contenuto palesemente e senza bisogno di ulteriori supporti interpretazionali. Così è per la “Nave dei folli” del mae-stro fiammingo Hieronymus Bosch.

Un’imbarcazione non governata, col suo equipaggio intento a perpetuare il proprio interesse e piacere indivi-duale, naviga alla deriva di un oscuro mare senza meta alcuna. Un’immagi-ne di analisi e denuncia ampliamente diffusa e ben compresa nella tradizio-ne popolare del XV secolo mantiene intatta tutta la sua pregnanza icono-grafica fino alla nostra epoca: happy hour - antelitteram.

Quale veneranda immagine potrebbe essere più adatta a documentare la cronaca di questi giorni? - QP

PAG. 2

“La nave dei folli”, 1494 (circa)di Hieronymus Bosch

Olio su tavola, 60x33 cm. Louvre Parigi

ARTED’IMPEGNO

IMMAGINIDAL SOCIALE

#RivoluzionAnzio pag. 15

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Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

FERRIERE EMINIERE DICALABRIA

ULTERIORE

parte Iparte II

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 16

Page 17: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 17

Page 18: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 18

Page 19: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 19

Page 20: Duecento clacson per la cicogna - WordPress.com · ripetutamente il clacson per soli due minuti che però sono sembrati lunghissimi. Al segnale di stop un interminabile e commosso

Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 20

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Mentre la cronaca sembra far capire anche al più ottuso degli euristi in buona fede (quelli in cattiva fede lo sono perché in vari modi retribuiti, e almeno sono comprensibili) come e quanto l'UE non sia altro che un buon affare per una parte dell'Europa a danni dell'altra, non essendo nem-meno una vera e propria annessione (che almeno se lo fosse oggi dovreb-be sganciare senza se e senza ma), torna utile ragionare di un'altra annessione, avvenuta quasi 160 anni fa, nei termini in cui soltanto Pino Aprile è riuscito in tempi recenti (a partire da "Terroni") ad affacciare al mainstream, ma che non hanno mai smesso di essere verità storica ardente, anche quando la narrazione menzognera (tuttora imperante) non gli aveva lasciato nemmeno uno spiffero d'aria ad alimentarla.

Accolgo con entusiasmo, dunque, il contributo di Pasbas, che parte dichiarando apertamente la sua posi-zione generale sulla faccenda "unità d'Italia", che condivido in pieno, e poi approfondisce la sua revisione stori-ca (che non è "revisionismo" - il quale implica pretese di verità storica alter-nativa - ma discussione critica pun-tuale) restringendo l'obiettivo a una precisa realtà industriale, quella del titolo e dell'immagine qui sopra, lungo tutta una fase storica. Non so

se nella seconda parte, che ci ha promesso, seguirà la stessa realtà nella fase successiva o un altro filo logico, ma so che con le Reali Acciaie-rie saranno trasferite da Mongiana a Terni anche le migliori maestranze (ancora oggi vi vivono dei discenden-ti): un paradigma tipico, che continua ancora (anche riprodotto a panto-grafo tra Italia ed estero) e che noi meridionali spesso dimentichiamo, quando non introiettiamo addirittura la narrazione dei vincitori, colpevoliz-zandoci. Buona lettura.

DATE E DATI DELLA STORIA: FER-RIERE E MINIERE NELL’ITALIA PREUNITARIA

di Pasbas

Vorrei partire da una necessaria premessa: come andrebbe fatto per ogni ricerca storica che si rispetti, dichiaro (con orgoglio) di avere scelto (tutti lo fanno pochissimi lo dichiarano) in modo volutamente e assolutamente “partigiano”, date e dati appresso riportati. Questo non solo e soltanto per onestà intellet-tuale, quanto piuttosto per dimostra-re come si possa travisare la realtà storica con la sola scelta di date e dati. La conseguenza più ovvia di una tale scelta indirizza di per sé il lettore a trarre conclusioni vicine o uguali

alla verità che lo storico vuole dimo-strare. Dichiaro dunque senza veli quello che aprioristicamente penso sull'argomento: il Regno delle Due Sicilie era nei secoli 17°, 18° e 19° molto più avanzato del nord Italia in generale e del Piemonte in particola-re; le ricchezze del sud sono state saccheggiate dai piemontesi, sotto la spregevole direzione dei reali di Savoia (tra parentesi, ho smesso persino di usare i savoiardi nel tirami-sù, ormai da diversi anni); da emigra-to a Torino negli anni 50/60 e maltrattato esattamente come noi adesso maltrattiamo gli immigrati, dichiaro di avere meritatamente odiato Torino e i torinesi di quell'e-poca, tanto che non mi è ancora passato del tutto (anche se ormai i discendenti di meridionali sono in forte maggioranza): il Nero mi piace solo per gli abiti, non certo per l’ani-ma. Infatti, come diceva il famoso “io medesimo” da giovine e in tempi non sospetti, l’unica oggettività umana-mente possibile e auspicabile è il dichiarare apertamente quello che si è, emotivamente e intellettualmente.

Caro eroico lettore, ove avessi resistito a questo prologo/pippone iniziale, allora meriti pienamente la seguente “tavanata” di Date e Dati importanti nella storia della Calabria Ulteriore a partire dal XVI secolo

(per brevità, anche se la nostra è storia millenaria, inizio da li), periodo di Riforma e Controriforma religiosa, di inevitabili conflitti tra vecchi e nuovi poteri anche in Calabria e di grande impulso per le arti tutte.

1516-19Carlo V di Borbone Re di Napoli e poi imperatore del Sacro Romano Impero.

1523Donate al Fieramosca le ferriere della Calabria Ulteriore.

1527Re Carlo ritorna, causa incuria, le ferriere di Stilo al Regio Demanio.

1620Il capitano Castello dà inizio alla gestione militare del grande patrimo-nio minerario delle Serre e dell’Asp-romonte nei siti di Stilo, Pazzano, Galatro, Soriano, Belmonte.

XVII secoloSoreto: baco da seta e tessuti; nuovi artigiani del ferro e del legno come fabbri, fuochisti, falegnami.

1734Carlo di Borbone conquista il Regno di Napoli. Re Carlo investe molto denaro, proveniente dal tesoro spagnolo, in opere di pubblica utilità.

1749Carlo crea un comitato di studio per l’ammodernamento dei siti minerari calabresi. Tale gruppo di studio inter-nazionale progetta la ristrutturazione economico-industriale e tecnologica del complesso minerario calabrese. I prodotti, derivati dal lavoro estratti-vo di altissima qualità, vengono esportati in tutta Europa. Esempio: la Reale Manifattura delle Armi di Lusso.

1751Vanvitelli progetta il Palazzo Reale di Caserta; Napoli diviene “capitale

d’Europa” con oltre 400 mila abitanti.

1759Re Carlo diviene re di Spagna e lascia Napoli.

1771Ferdinando IV rilancia il settore metallurgico: fa costruire la nuova ferriera di Mongiana. Il complesso minerario di Stilo ha da tempo un’organizzazione industriale all'avanguardia; nascono nuove ferrie-re ad Arcà, San Giuseppe, Murata, Ferriera Nuova, Molinelle Inf. e Sup., Maglietto. Nel territorio di Stilo esistevano già le 5 ferriere di Assi; tutte queste erano dotate delle seguenti indispensabili infrastrutture: canalizzazioni per l’acqua, segheria d’acqua, alloggi maestranze, alloggi militari per capitano truppe ed esperti estrattivi, presenza stabile di un medico, chiesa con cappellano, strade, cavalli, e per finire asini e muli per il trasporto.Gran parte dei siti nominati erano in attivo e in piena produzione. Due porti importanti erano pienamente in attività, Pizzo per il Tirreno e Cro-tone per lo Ionio: da qui partivano i manufatti per il resto del regno e per l’esportazione in Europa.

1782Mongiana entra in piena produzione. Vengono banditi dei concorsi riser-vati a specialisti del settore minera-rio del regno per viaggi all'estero (verso Francia, Inghilterra, Germania), che hanno l’obiettivo di approfondire le conoscenze delle arti minerarie patrimonio dell’Europa più avanzata nel settore.

1764, 1783Due terremoti devastanti colpiscono la Calabria. Vengono riorganizzate e divise per produzione le ferriere di San Bruno, San Carlo, San Ferdinando e Real Principe. Ci si specializza in profilati metallici per ponti e per opere infrastrutturali civili, e più tardi binari per le ferrovie del regno.

13/6/1799Il cardinale Ruffo scaccia i francesi da Napoli. I Sanfedisti, al comando del Cardinale Ruffo di Calabria, scatena-no la reazione contro i francesi e li scacciano da Napoli. Il nuovo gover-no che ne deriva elimina il gruppo di lavoro di specialisti minerari della Calabria.

1804La ferriera di Mongiana fa utili e lavora a pieno regime. La produttività del complesso industriale è alta, gli ordini arrivano regolarmente, vengo-no impiegate maestranze, specializza-te e non, dal settore estrattivo alle fonderie, dai trasporti ai magazzini di stoccaggio.

18/3/1805Napoleone, sotto l'egida di papa Pio VI, scaccia i Borbone dal Regno delle Due Sicilie e fonda il Regno d’Italia.

1807Il sito industriale di Mongiana passa sotto il controllo del comandante d’artiglieria calabrese Ritucci. Costui, uomo lungimirante, promuove un grande impulso e dà nuova vita alle ferriere calabresi. All'interno del distretto industriale delle ferriere c’erano città e paesi che fornivano servizi vari al polo industriale quali ristorazione e alberghi (Fabrizia), trasporti via mare (porti di Pizzo, Roccella e Squillace), logistica (Catanzaro, Amantea, Palmi, Polistena e altri). Ogni altoforno vedeva le maestranze organizzate in squadre di specialisti dirette da un esperto supervisore.

1811La carenza di cavatori locali nelle ferriere di Mongiana costringe a chia-marne altri dalle saline di Nieti e Altomonte. Per il trasporto ogni operaio, per ovviare alla carenza di mezzi di locomozione, doveva porta-re con se due muli, pagati a parte dalla direzione di Mongiana; con questo escamotage il numero degli

equini da trasporto salì a 60 muli e ben 198 asini. L’artigianato del ferro si sviluppò grandemente con la crea-zione di piccoli e grandi forge per la produzione di attrezzi agricoli e componenti varie per l'edilizia. Per lavori di alta qualità a Serra San Bruno alcuni artigiani crearono una speciale vernice dorata, introvabile altrove.

La grande e rivoluzionaria novità nella gestione del sito di Mongiana fu la valorizzazione lungimirante del fattore umano e di quello ambientale. Su richiesta delle maestranze viene istituita "La Cassa degli Operai" finanziata con una trattenuta sulla paga dei lavoratori. La Cassa dava accesso a servizi modernissimi, da welfare odierno quali: medico di fabbrica, indennità di invalidità, inden-nità di vecchiaia dopo 35 anni di lavoro, sostentamento a vedove e orfani di operai morti sul lavoro. Ritucci progettò anche scuole a indirizzo "mongianistico".

27/4/1811La commissione "Mongiana" del Ritucci fissa gli obiettivi per il piano industriale. Gli stabilimenti calabresi devono divenire più competitivi. Vanno elaborate nuove tecniche di raffinazione dei prodotti. Si devono produrre nuovi combustibili più economici del carbone di legna (coke). Nel polo industriale vanno ammodernati molti degli impianti esistenti e ne vanno aperti di nuovi. Vanno realizzate nuove strade e ponti nelle direzioni delle miniere di Pazzano e del porto di Pizzo.

A Ritucci succede il capitano Cara-scosa che così definisce gli impianti metallurgici: "le ferriere di Mongiana sono un vero tesoro per lo stato napoletano". Carascosa nel dettaglia-to piano industriale con comparazio-ne costi-benefici, introduce: una nuova fabbrica specializzata nella costruzione di canne di fucile di tipo moderno; la ristrutturazione del

complesso delle ferriere di Stilo; la creazione di due nuove ferriere di dolcificazione; la creazione di nuove forge di tipo “stiriano” per il rispar-mio di oltre il 65% di combustibile; la costruzione di nuove gallerie di aera-zione da aggiungere a quelle preesi-stenti nelle miniere del polo.

1814Murat finanzia l’intero progetto. Il complesso minerario di Stilo riapre, a Mongiana vengono introdotte nuove tecniche di lavorazione del ferro nelle fabbriche di fucili, con grande risparmio sui costi di produzione. Il capitano Landi sostituisce il Carasco-sa e continua l'opera dei suoi prede-cessori e aumenta ancora la produ-zione delle ferriere, ottimizzandone i costi. Il governo Murat, con la caduta del Bonaparte, si avvia alla fine.

22/5/1815Murat si arrende e Ferdinando, col nome di Ferdinando I, ritorna sul trono. Nonostante questo terremo-to politico, il Landi continua senza scossoni il suo lavoro: in quello stesso anno infatti il polo industriale di Mongiana inaugura la rinnovata "Regia Manufattura e Armeria" per la produzione di componenti per armi, da assemblare poi nella fabbrica di Torre Annunziata. Si tratta di una moderna realizzazione di catena produttiva costituita da più siti indu-striali.

1/5/1816Ferdinando I suddivide la Calabria in Calabria Ulteriore 1 (RC) e Calabria Ulteriore 2 (CZ). Una sorta di premonizione dei disastrosi e reazio-nari eventi che portarono ai moti di Reggio Calabria del 1970.

1816Mongiana e il suo polo industriale sono realtà europea. Con riferimen-to (anche) ai siti industriali calabresi, rispetto al Regno delle Due Sicilie gli altri stati e statarelli della Penisola sono a tutti gli effetti Terzo Mondo.

PARTE IIEccomi di nuovo a parlare dell’aute-ntico e preunitario “Polo Metallurgi-co Calabrese”, che niente ha a che fare con la bufala statale post-unitaria del famoso e famigerato Centro Siderurgico di Gioia Tauro.

1820Il direttore di Mongiana, Landi, trasfe-ritosi agli opifici di Torre Annunziata (già esiste la “job rotation” tra poli industriali remotamente dislocati!), viene sostituito dal T. Col. Mori. In continuità assoluta col suo predeces-sore, Mori dà nuovo impulso alla siderurgia facendo sfornare a Mon-giana latta ed acciai speciali. Ricordia-mo che in quel periodo scoppia la rivolta siciliana che mette a dura prova la solidità del Regno, ma che non compromette minimamente lo sviluppo del Polo Siderurgico Cala-brese.

22.07.1820Con la Costituzione, Ferdinando I, con grande lungimiranza, suddivide la Calabria Ulteriore in 3 regioni:Calabria Citeriore (Cosenza)Calabria Ulteriore 2 (Catanzaro)Calabria Ulteriore 1 (Reggio Cala-bria)

1821Gli austriaci invadono il Regno e aboliscono la Costituzione, dando inizio ad una spietata caccia al demo-cratico.

1823-6La comprovata stabilità del polo mongianese portò ad una grande opera di rimboschimento nazionale delle faggete serrane, depauperate dalla necessità di fornire carburante ligneo agli altiforni. Una legge foresta-le fece delle faggete di Stilo una proprietà demaniale, istituendo un Corpo Forestale di sorveglianza, di stanza a Mongiana. I boschi serrani di Stilo, grazie a questi lungimiranti provvedimenti, tornarono a godere di buona salute.

Ma non finisce qui, infatti il motivato Ritucci iniziò i lavori per la costruzio-ne dell’incredibile e ancora oggi bellissimo sito di Ferdinandea (così chiamato in onore del Re Ferdinando II, suo promotore e finanziatore).

Nello stesso periodo prende forma anche l’imprenditoria industriale privata: nelle serre del versante ionico il Principe di Satriano crea il più grande complesso siderurgico privato del Regno. Henry & Zino è una nuova industria privata metal-meccanica, che a Capodimonte produce pezzi di ricambio per le macchine da tessitura a vapore. Ha così inizio nel Regno la coesistenza di un sistema nazionale metallurgico statale e di uno completamente privato (arretratezza, incultura, povertà di idee e mezzi venne defini-to il sistema sopraddetto dagli inva-sori piemontesi!).

1833L’organizzazione del polo è molto complessa e articolata e viene gestita dalla sede della Direzione di Mongia-na. - Direzione Generale: sovraintende alle attività e coordina le altre Dire-zioni.- Direzione del Dettaglio presieduta da un esperto economo.- Direzione Lavori presieduta da un esperto chimico.- Direzione della Fabbrica d’Armi con a capo un perito.- Direzione delle Miniere con a capo un geologo-mineralogista.Questa complessa struttura aveva il compito di gestire impianti e infra-strutture distribuite su di un vasto territorio montano, boschivo ed impervio.

1839Il capitano D’Agostino e il fonditore Pansera partirono da Napoli per le zone minerarie francesi, arrivando ad esaminare e studiare gli opifici com-presa la grande fonderia militare di Newers. Un evento questo di vero e

proprio spionaggio industriale di stampo moderno. Nel luglio il polo minerario-siderur-gico contava ben 742 lavoratori divisi tra: staffatori, fonditori, minatori, garzoni, carbonieri, mulattieri, bovari, impiegati di vario genere, militari, un chirurgo e un cappellano. Una tale capacità industriale e organizzativa consentì alle Reali Ferriere di vincere l’appalto nazionale per il ponte in ferro tra “Cristina sul Calore”, per manifesta superiorità rispetto ai con-correnti. (NdR Potrei parlare di come vengano gestiti gli appalti pub-blici attualmente in Italia, ma andrei decisamente fuori tema.)

1840Nasce, nell’ambito dei continui aggiornamenti tecnologici e organiz-zativi, l’inedita figura dell’ingegnere costruttore. Il primo a ricoprirne la carica fu singolarmente un civile, Domenico Fortunato Savino, grande e visionario genio della progettazio-ne a largo spettro, manutentore e riciclatore fantasioso, uomo dalle mille risorse. Tra i suoi compiti quello di progettare il Piano Regolatore dell’intero Polo serrano: rifare com-pletamente le fonderie, ristrutturare la caserma e le varie officine, proget-tare il complesso delle opere infra-strutturali necessarie quali strade, ponti, canali e persino un cimitero.1846 Il Savino introduce nel processo industriale i più moderni sistemi di affinazione, installa un lami-natoio inglese allo stato dell’arte e non ultimo rende il Polo completa-mente autosufficiente quanto a uten-sili, parti di ricambio e quant’altro necessario alle varie attività lavorati-ve.

1848-9Moti di indipendenza dei siciliani che chiedono il distacco della Sicilia dal Regno dei Borbone. Moti questi che ebbero un epilogo drammatico nella distruzione sistematica e totale della città di Messina. E, a proposito di stabilità delle imprese pubbliche del

Regno, il Polo Siderurgico Calabrese continua la produzione senza inter-ruzioni di sorta. Ancor di più, quando i ribelli calabresi attaccano a sorpresa Mongiana, a parte le poche armi e due cannoni sottratti ai militari di stanza nel sito, non trovano nulla di utilizzabile per le loro azioni future; inoltre le maestranze si mostrano assolutamente indifferenti alle loro incitazioni alla ribellione. Il Savini, di tendenze liberali, viene rimosso dal suo incarico ma presto reintegrato su pressante richiesta della direzione e delle maestranze. Se non è stabilità operativa questa! (NdR a tal proposi-to si pensi a cosa accade ai giorni nostri al Paese dopo un semplice rimpasto governativo.)

Ed ora diamo uno sguardo ai numeri che dimostrano le considerevoli dimensioni di alcuni dei fabbricati presenti nel Polo Calabrese. Le Offi-cine sono locate in uno solo stabile lungo circa 2 km; nelle ferriere ci sono inoltre 3 grandi altiforni, la fabbrica d’armi ospitata in un grande edificio di 3 piani.

Tornando al tema della valorizzazio-ne dell’elemento umano, il Regola-mento delle ferriere è per l’epoca molto avanzato in termini di garanzia e rispetto dei lavoratori. E’ un misto di elementi burocratici tipici del Regno e di una serie di norme di forte coinvolgimento degli operai nella direzione della fabbrica; tenia-mo conto del fatto che i grandi indu-striali protagonisti della ripresa economica degli USA nel dopo ’29, quali Ford e altri, applicheranno questi concetti quasi un secolo più tardi.Ma prosguiamo ad analizzare il rego-lamento per quanto concerne l’orga-nizzazione efficiente e rispettosa delle maestranze, con giornata lavo-rativa di 8 ore (caro lettore hai capito bene, 8 ore), anche di durata inferiore nel caso di lavorazioni parti-colarmente logoranti. Si deve pensa-re che a quel tempo l’orario medio di

lavoro nel Regno è di 10/11 ore, mentre in Inghilterra gli operai lavo-rano 16 ore e il lavoro minorile è molto diffuso. Esiste già una Cassa Previdenza per gli infortuni sul lavoro, che sono in numero molto più basso delle corrispondenti industrie euro-pee. Anche la mortalità sul lavoro vede cifre significamente più basse di quelle relative alle nazioni più indu-strializzate, frutto di una più che buona organizzazione gerarchica delle squadre di lavoro e congiunzio-ne della grande importanza data alle maestranze viste come veri uomini con veri diritti, invece che come “asset aziendali”.

Caratteristiche essenziali del Regola-mento: • elementi apparentemente contrad-dittori e che però in effetti non lo sono, visto i luoghi e l’epoca di riferi-mento (anni 40 del XIX secolo). Gli elementi più specificamente militari, relativi alla grande importanza strate-gica del Polo e quelli relativi alla valo-rizzazione in termini sia umani che produttivi.• La giornata lavorativa è in media di 8 ore contro una media nel Regno di 11/12 ore.• Quanto al lavoro minorile gli orari sono ridottissimi e i compiti sono di tipo gregario-apprendistico.• Manca totalmente lo sfruttamento delle donne.• Grazie alla politica di welfare la popolazione residente gode di buone condizioni di salute. Inoltre c’è assen-za totale di alcolismo.• E’ presente infatti un chirurgo (poco impegnato grazie ai pochi infortuni dovuti alla buona organizza-zione del lavoro, un farmacista con compiti anche di medico.• E non è tutto, come già accaduto nel Polo Tessile di S. Leucio, Mongiana è dotata di 2 classi di scuola primaria con tanto di insegnanti. Una chicca culturale è rappresentata dalle nove materie insegnate: lettura e scrittura, aritmetica, religione, grammatica italiana, dettato, disegno lineare,

agricoltura, arti; per ultimo ma non meno importante il galateo! Fine del Polo Siderurgico

1860Arrivano i garibaldini, autoproclama-tisi liberatori col supporto di inglesi, massoni, piemontesi e francesi, cam-biano come primo atto il nome degli altiforni di Ferdinandea da S. France-sco e S. Ferdinando ai più laici (o dovremmo dire laidi) Garibaldi e Cavour. Ecco i miglioramenti imme-diati che avvengono nel Polo: viene immediatamente chiusa Ferdinandea, la Ferriera “liberata” di Mongiana non si pagano più gli operai provo-cando sommosse tra le maestranze e i cittadini. Si sollevano infatti i mulat-tieri al grido di “W Francesco II”, si creano bande militari che non si arrendono ai piemontesi.

21.10.1860Al plebiscito la vittoria del “NO” è schiacciante, soprattutto consideran-do che si vota per censo, per cui operai e cittadini comuni ne sono esclusi. La reazione rabbiosa dei piemontesi è subitanea e implacabile: chiusura totale e irreversibile degli stabilimenti, che da quel momento in poi sono completamente abbandona-ti.

Dicembre: nasce una sommossa popolare a Mongiana, la guarnigione viene colta di sorpresa e i militari disarmati facil-mente; i cittadini, con a capo le donne della cittadina, al grido di “W Don Ciccio”, calpestano il tricolore.

1862All’esposizione internazionale di Londra, le armi prodotte dal Polo Calabrese vengono premiate per l’alta qualità raggiunta nella loro produzione.

1863Lo stato unitario inizia a succhiare il sangue della popolazione dell’ex Regno, aumentando la tassazione

diretta del 40%. Inoltre gli ordini commissionati alle industrie siderur-giche del sud, ammontano al 5-7% degli ordini nazionali, provocando di fatto la morte del Polo Calabrese e di tutto l’indotto che gira intorno ad esso. La giustificazione ufficiale è che le maestranze, completamente senza istruzione, rozze e incapaci, non possono che sfornare prodotti di bassa qualità.

I cantieri navali di Castellamare di Stabia nel frattempo costruiscono la pirofregata Messina ed impiegano per ultimarla il 25% in meno del tempo impiegato dal cantiere S. Rocco di Livorno per varare la gemella Conte Verde.

Non essendo ancora completata l’opera di demolizione del grande Polo Siderurgico Calabrese, Mongia-na viene premiata alla esposizione industriale di Firenze con medaglia e diploma.

Pietrarsa, il famoso polo di produzio-ne di materiale rotabile, è testimone di un ignobile fatto di sangue: gli operai scendono spontaneamente in sciopero, sciopero che viene brutal-mente sedato a colpi di fucile e di baionetta dagli eroici bersaglieri che si confrontano con maestranze disar-mate.

Sì proprio loro che fucilano e fucile-ranno, senza alcun processo, migliaia dei cosiddetti briganti e che si mac-chiano di ignobili stragi di civili, con completa distruzione di interi paesi del sud, accusati di fiancheggiamento.

23.06.1873Mongiana ed il suo Polo, con legge n. 1435 emessa dal governo Lanza (quante piazze e strade a lui intitola-te!) e ratificata dal parlamento sabau-do, vengono venduti ai privati (e più precisamente a un ufficiale garibaldi-no). Questa legge segna la fine definitiva del grande Polo Siderurgico Calabrese.

APPENDICE

1848/49I moti di richiesta di indipendenza dei siciliani dal regno napoletano vengo-no repressi spietatamente nel sangue dai Borbone. Messina, ultimo baluar-do di resistenza dei siciliani indipen-dentisti, eroicamente sopportò nove mesi di terribili bombardamenti da parte dell’artiglieria borbonica (450 cannoni contro i 112 degli insorti).

Le truppe borboniche ammontavano a quasi 25000 uomini ben armati ed addestrati, compresi i feroci merce-nari svizzeri, mentre gli assediati erano in tutto 6000.

Le batterie dell’esercito borbonico distrussero la cittò radendola com-pletamente al suolo e procurando un tale numero di morti e feriti (in gran

parte civili) che neanche lo stato maggiore napoletano, con in testa il generale Filangeri, fu in grado di calcolare.Ecco le parole di un ufficiale borboni-co che partecipò in prima linea all’infame eccedio dei fratelli messi-nesi: “I feriti ... immensi, morti non so numerartene, sia da noi che da loro”; e ancora “ ... ho inorridito nel vedere la bellissima Messina ridotta tutta uno sfabbricinio ... “.

NdR Caro lettore, omettendo voluta-mente questo ed altri importanti eventi ho semplicemente usato la tecnica appresa leggendo tanti libri di storici autorevoli: omettere fatti per portare il lettore sulle proprie tesi. E se questo fosse realmente il metodo usato da molti degli scrittori storici più famosi? A chi credere? A questa domanda autoge-nerata non so in alcun modo rispondere.

#RivoluzionAnzio pag. 21

LE REALI FERRIEREBORBONICHE

DI MONGIANA (VV)

VIDEO

https://youtu.be/IfsQRRxzuqA

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Nel 1954 faceva talmente freddo in febbraio, che i poveri, i senzatetto, gli emarginati, morivano. Morivano lungo i marciapiedi, sotto i lampioni, sulle strade. Morivano nella indiffe-renza dei privilegiati: i ricchi che con-tinuavano ad arricchirsi, senza pensa-re ai poveri e agli esclusi. L’abbè Pierre che aveva fondato nel 1949 la comunità di solidarietà Emmaus, cioè la casa dell’accoglienza. In quel gelido inverno del 1954, l’abbè Pierre lanciò un appello rivoluzionario: l’insurrezi-one della bontà. Dai microfoni di radio Lussemburgo un drammatico appello per fronteggiare l’emergenza freddo che colpiva i poveri e gli emarginati.La risposta della popolazione fu impressionante, la solidarietà scattata in quelle ore permise di raccogliere in poco tempo denaro, indumenti, coperte, cibo, tende, affetto, amore e fratellanza. In una situazione dram-matica scattò una solidarietà immen-sa, la mobilitazione fu enorme. L’abbè Pierre mise in moto una macchina della fratellanza che attraversava tutti i ceti sociali. Questa mobilitazione fu chiamata “l’insurrezione della bontà” e da quel momento nei quartieri più poveri, fra le genti emarginate, tra gli esclusi, iniziò una nuova vita. Sempre di povertà ma con meno solitudine, con meno morti di freddo. Da quel momento la speranza di farcela fece breccia nel cuore della gente, tutti si sentirono meno soli. Questa insurre-zione era il frutto dell’impegno dell’abbè Pierre che aveva fatto voto di povertà, che aveva fatto la resisten-za, il partigiano, combattuto contro il nazi-fascismo. L’abbè Pierre era un prete francescano che viveva tra i poveri come i poveri. Aveva capito che il male della società era l’esclusi-one, che nega a un essere umano la sua natura umana per farne un sub-u-mano o un mero oggetto. Tutto ciò che accade oggi. La società capitalista, il neo-liberismo, le politiche di mer-cato basate sul profitto, creano la società degli esclusi. Il consumismo come cultura di vita, snatura l’essere

umano per renderlo sub-umano o oggetto inanimato. Dobbiamo pren-dere atto che nel mondo la disugua-glianza disumanizza e la ricchezza uccide milioni di persone.La fame nasce dall’esclusione di miliardi di persone dalla ripartizione equa delle risorse. Il profitto uccide. Uccide persone. Donne. Bambini. Anziani. Il profitto uccide l’umanità così come uccide e soffoca il pianeta. Lo sfruttamento selvaggio delle risorse a beneficio di pochi genera sofferenza per molti. Diceva l’abbè Pierre: le politiche economiche liberiste, il capitalismo della Thatcher e di Reagan, aggravano le esclusioni, aumentano la povertà e l’emarginazi-one. Generano miseria. Un ritorno alla condizione di “miserabili” mentre il mondo diventa più ricco, l’umanità diventa più povera. Quartieri interi, borgate, periferie, diventano luoghi di apartheid, mentre i residence dei ricchi si barricano di mura, telecame-re, filo spinati e guardie armate. Si difendono da un possibile assalto della povertà. L’appello che scosse la Francia, per ricordare che l’indiffere-nza uccide, lanciato dall’abbè Pierre per lanciare l’insurrezione della bontà:“Amici miei, vi chiedo aiuto… una donna è appena morta assiderata, questa notte alle tre, sul marciapiede del Boulevard Sébastopol, stringendo in mano il documento ricevuto il giorno prima, lo sfratto dall’alloggi-o…Ogni notte, sono più di duemila

rannicchiati sotto il gelo, senza tetto, senza pane, più di uno quasi nudo. Davanti all’orrore, gli alloggi d’eme-rgenza non sono più abbastanza urgenti!Ascoltatemi: in tre ore sono stati creati due primi centri d’accoglienza, uno sotto la tenda ai piedi del Pantheon, in rue de la Montagne Sainte Genevieve, l’altro a Courbevo-ie. Traboccano di gente, bisogna aprirne ovunque. Occorre che questa sera stessa, in tutte le città di Francia, in ogni quartiere di Parigi, vengano affissi cartelli sotto una luce nella notte, sulla porta di luoghi dove ci siano coperte, paglia, un piatto caldo e dove si possa leggere sotto questo titolo: Centro Fraterno di Riparo, queste semplici parole “ tu che soffri, chiunque tu sia, entra, dormi, mangia, riprendi speranza, qui ti amiamo”. Qui ti amiamo. Qui siamo fratelli. Qui siamo uguali. Qui non ci sono ricchi, perché non ci sono poveri. Qui, al Centro Fraterno di Riparo, c’è abbondanza d’amore, perché non c’è odio. C’è fratellanza perché siamo uguali. C’è uguaglianza perché non c’è profitto. Ognuno è l’anima solidale del fratello senza distinzione di razza o religione. L’abbè Pierre, scrive-va queste cose negli anni ’50, aveva capito che l’insurrezione della bontà ci avrebbe reso tutti migliori, meno indifferenti. L’insurrezione della bontà per combattere la disugua-glianza, per togliere ai ricchi ciò che è stato tolto ai poveri e rendere tutti esseri umani.

L’insurrezionedella bontàdi Claudio Caldarelli

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“LOTTIAMO INSIEME:SU LA TESTA !!!”

Ci rivolgiamo a tutta la cittadinanza.Vi esortiamo ad esporre

tutti i problemi del nostro territorioche da anni le varie amministrazioniche si sono succedute hanno ignorato.

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