GSATN
In collaborazione con UMAB di Brescia
Corso biennale di Agopuntura Auricolare
Direttore: Dott. GIANCARLO BAZZONI
TRATTAMENTO
DELLA CERVICALGIA
MEDIANTE AURICOLOTERAPIA
E AGOPUNTURA SOMATICA
Relatore:
Dottor: Antonio Losio
Candidata:
Dr.ssa Germana Zana
Biennio 2009-2010
I
INDICE
Premessa pag. 1
Riassunto pag. 1
Auricoloterapia pag. 2 Cenni storici pag. 3
Indicazioni terapeutiche pag. 5
Sicurezza e rischi clinici pag. 6
Evidenze dell’auricoloterapia nel dolore pag. 7
Dolore Cervicale pag. 9 Introduzione pag. 9
Epidemiologia ed impatto economico pag. 10
Fisiopatologia pag. 11
Classificazione pag. 11
Esame obiettivo pag. 13
Criteri diagnostici e caratteristiche cliniche pag. 15
Indagini diagnostiche pag. 16
Possibili trattamenti nella patologia del rachide cervicale pag .16
Colpo di frusta e torcicollo Introduzione pag. 19
Epidemiologia ed impatto economico pag. 19
Fisiopatologia pag. 20
Caratteristiche cliniche pag. 21
Criteri diagnostici pag. 23
Il torcicollo pag. 24
La Cervicalgia nella medicina tradizionale cinese pag. 25 Classificazione pag. 25
Cervicalgia acuta pag. 26
Cervicalgia cronica pag. 27
Rappresentazione del rachide sul padiglione auricolare pag. 28
Caso clinico “Colpo di frusta”
Anamnesi e valutazione clinica pag. 35
Esame obiettivo pag. 36
Agopuntura somatica pag. 36
Esame del padiglione auricolare pag. 37
Trattamento pag. 38
Strumenti di valutazione pag. 38
II
Sedute successive pag. 39
Grafici pag. 41
Risultati pag. 42
Caso clinico Torcicollo Valutazione clinica pag. 43
Trattamento pag. 43
Risultati pag. 44
Spiegazione dei punti utilizzati pag. 45
1-In auricoloterapia pag. 45
Punti funzionali di I° livello pag. 45
Punti funzionali di II° livello pag. 47
2-In agopuntura somatica pag. 47
Conclusioni pag. 52
Bibliografia pag. 54
1
PREMESSA
Le Medicine non Convenzionali dimostrano di essere argomento di
grande attualità e interesse nel panorama scientifico e istituzionale non
solo italiano, ma anche europeo e internazionale.
Molte nazioni europee mostrano di aver già inserito le Complementary
and Alternative Medicines all’interno dei propri sistemi sanitari.
La diffusione dell’Agopuntura è in continua espansione in Italia, a partire
dagli anni sessanta. Parimenti, è aumentata l’accettazione dell’agopuntura
da parte della comunità scientifica grazie ai lavori scientifici che sempre
più ne chiariscono i meccanismi d’azione e l’efficacia in determinate
patologie.
Con la sentenza della Corte di Cassazione del 1982, l’Agopuntura è un
considerata un atto medico; in Italia può essere praticata esclusivamente
da un medico regolarmente iscritto all’albo.
Il principio è stato ribadito a Terni dalla FNOMCeO nel 2002; ma
nonostante le proposte di legge risalgano al 1987 ad oggi nulla è stato
fatto per il riconoscimento legale del profilo professionale del medico
agopuntore.
RIASSUNTO
Dopo un’introduzione sull’auricoloterapia, una descrizione delle cause, i
meccanismi patogenetici ed i fattori predisponenti le patologie del rachide
cervicale, sia in Medicina Occidentale che Cinese e la rappresentazione
del rachide cervicale sul padiglione auricolare; si descrivono i risultati
ottenuti trattando due pazienti: uno con colpo di frusta a seguito di un
incidente stradale, e uno con torcicollo, impiegando agopuntura somatica
e auricoloterapia.
L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di sperimentare l’efficacia
dell’auricoloterapia associata all’agopuntura somatica in alcuni casi di
dolore al rachide cervicale, non correlato a patologie secondarie
concomitanti quali: neoplasie, meningiti, osteopatie su basi infettive ecc.,
ma limitati alla cervicomialgia primitiva o post traumatica funzionale.
2
AURICOLOTERAPIA
“L’agopuntura auricolare è una metodica che utilizza il padiglione
auricolare a scopo diagnostico e terapeutico”. Consiste nella stimolazione
di specifici punti sulla superficie esterna, anteriore e posteriore del
padiglione auricolare, allo scopo di trattare vari tipi di patologie,
mediante l’infissione di piccoli aghi.
I punti auricolari si possono trattare con aghi classici appositi, in una
seduta di 10-20 minuti, eseguita rispettando le norme di asepsi, oppure
con un ago a semipermanenza (sui punti neuro riflessi), o semi di
Vaccaria, o sferette magnetiche lasciati a dimora per qualche giorno
(stimolazione continua nel tempo). Ed ancora con terapia laser, con
microcorrenti elettriche, con la cauterizzazione, con l’iniezione di
sostanze, col microsalasso e con il massaggio auricolare.
Per spiegare i meccanismi d’azione dell’auricoloterapia sono stati
proposti nel tempo, diversi modelli interpretativi: Riflessoterapico,
Olografico, quello proprio della MTC, ed infine un modello che si rifà
alla Thalamic Neuron Therapy (TNT).
L’auricoloterapia è usualmente impiegata da sola o come una tecnica
associata ad altre metodiche. Su 109 medici intervistati (Romoli) solo
l’1,8% usa l’agopuntura auricolare da sola, il 59% la usa in associazione
con almeno un’altra terapia e il 39% usa entrambe le possibilità,
scegliendo la modalità più conveniente a seconda delle necessità e della
patologia da trattare. L’agopuntura somatica è la combinazione più
frequente: il 41,2% dei medici italiani che hanno risposto al questionario
associano punti somatici e auricolari, ad esempio per il controllo del
dolore, le cefalee, l’ansia e i disturbi del sonno. La seconda combinazione
in ordine di frequenza 10,4% è con le manipolazioni vertebrali, usata
nelle rachialgie e postumi di traumi e come supporto nella correzione
degli squilibri posturali: togliendo il dolore e riducendo la contrattura
facilita la mobilizzazione e la manipolazione. Seguono l’associazione con
la dieta 9,6% usata nei disturbi del comportamento alimentare,
l’omeopatia 8%, fitoterapia cinese all’8%, fitoterapia occidentale 6%,
riabilitazione e chinesioterapia 6%, farmaci 6% (per prevenire la
sindrome da stimolazione da ago la sera stessa del trattamento o se,
sintomatologia dolorosa persistente, dopo 1 ora dal trattamento),
laserterapia 4,8%.
3
Cenni storici
Mentre l’agopuntura ha ben 50 secoli di storia (durante degli scavi
archeologici in Cina sono stati trovati degli aghi di pietra o bian), molto
più recente sembra essere l’origine della moderna auricolo-terapia, una
vera e propria mappatura dei punti auricolari arrivò infatti solo agli inizi
degli anni cinquanta, ad opera del dottor Paul Nogier .
Paul Nogier, medico di Lione, osservò nella sua pratica quotidiana alcuni
casi di sciatica guariti con la cauterizzazione dell’orecchio; questi
trattamenti erano stati fatti, secondo Ronsestiel-Heller, da una guaritrice
di Marsiglia, Mme Barrin, che li praticava sulla parte alta dell’antelice,
dallo stesso lato della sciatica. Questa singolare terapia spinse Nogier a
studi più approfonditi che lo portarono alla consultazione dei vari numeri
del “Journal des connaissances mèdico chirurgicales” dell’anno 1850 in
cui trovò vari articoli, sul trattamento della sciatica con bruciature alla
radice dell’elice; dopo molte prove e lunghe riflessioni, affermò:
“Compresi, in un lampo, che la zona cauterizzata forse corrispondeva
all’articolazione lombo-sacrale e che, in tal caso, l’antelice intero
rappresentava la colonna vertebrale, ma con la testa in basso e che, la
stessa testa era l’antitrago, che ne riproduceva la corrispondenza; così
l’orecchio poteva sommariamente apparire come l’immagine di un
embrione nell’utero”. Nel 1957, presentò le sue osservazioni sulla
corrispondenza somatotopica, della cute dell’orecchio, ossia sulla
corrispondenza tra alcune micro-aree della cute dell’orecchio e macroaree
anatomiche del corpo umano.
Trattare l’orecchio per curare squilibri ed affezioni organiche è però
antichissimo: gli Egizi conoscevano l’utilizzazione della stimolazione del
padiglione auricolare a scopo terapeutico. Ippocrate (IV secolo a.C.),
descrisse la scarificazione della regione posteriore dell’orecchio contro
l’impotenza sessuale e per trattare la sciatica, ne parla nel “Corpus
docrinae”, nel trattato Le arie, le acque, i laghi, scritto dopo un soggiorno
in Egitto, al paragrafo 22, mette in rilievo come l’impotenza trovava la
sua ragion d’essere nelle incisioni auricolari che questo popolo (gli sciti)
effettuava per curare la coxoartrosi e la gonartrosi. Lo stesso autore ci
riferisce, nel libro “Sulla generazione”, che gli Egizi per divenire sterili
effettuavano particolari incisioni retro auricolari; ed ancora nel libro
“Delle epidemie” ci parla della risoluzione della flogosi con incisioni
4
auricolari.
Più tardi Avicenna, ci descrive il trattamento delle cefalee con auricolo-
terapia. E ancora, Galeno descrisse l’uso terapeutico della scarificazione
dell’orecchio in alcune patologie. In Persia si usava stimolare un’area del
padiglione per curare le lombo sciatalgie.
Nel seicento si cominciò a parlare di cauterizzazioni del padiglione
auricolare e fonti attendibili riferiscono che medici spagnoli e portoghesi
usavano questo metodo per curare sintomi diversi; nel 1637, Zacutus
Lusitanus, un medico portoghese, lasciò documentati rapporti sull’utilità
di cauterizzazioni auricolari in caso di sciatica.
Una delle testimonianze più illustri viene da Antonio Valsava che scrisse,
nel 1717, un’opera intitolata De Aura Humana tractatus, in cui si
accennava alla cauterizzazione dell’orecchio per alleviare le odontalgie
Più tardi, nel 1810 un medico di Parma, Ignazio Colla, in collaborazione
con il chirurgo Cecconi, fece importanti osservazioni di auricoloterapia:
ci riferisce di un uomo punto da un’ape a livello dell’antelice, che
presentò impossibilità deambulatoria per diverse settimane.
Nel 1850 Rulker, medico di Cincinnati (USA), curò la sciatica con la
cauterizzazione dell’orecchio. Altri esperimenti furono compiuti da
Lucciani, medico corso di Bastia, e M. Malgaigne medico francese, ma
rimasero allo stadio di osservazioni empiriche senza seguito nel mondo
scientifico, fino al 1957 in Francia con le prime pubblicazioni di Paul
Nogier che dopo anni di ricerche, guidato dalla mozione di metameria e
aiutato dalle scoperte di Niboyet sui cercapunti elettrici, arrivò a proporre
una completa cartografia auricolare che rispecchia l’immagine di un feto
con l’estremità cefalica in basso.
L’auricoloterapia in Cina: i testi medici antichi fanno riferimento a un
possibile utilizzo di punti auricolari per l’agopuntura, l’orecchio è preso
in esame in un antico testo di medicina cinese, lo Huang Di Nei Jing che
risale a più di duemila anni fa. La prima menzione di una somatotopia
sull’orecchio si trova nel Ling Shu, detto anche Tchen Jing (testo di
datazione incerta collocabile tra il 475 e 221 a.C.). Il primo medico cinese
specializzatosi nello studio della terapia auricolare fu Pian Que (400-310
a.C.), che fu anche il padre della sfigmologia (studio diagnostico dei
polsi). In seguito, sotto la dinastia Tang (618-907 d.C.), le stimolazioni
del padiglione auricolare, utilizzate per influenzare il decorso delle
malattie interne, furono particolarmente diffuse. L’antica tradizione
5
medica cinese afferma: “L’orecchio, come parte organica del corpo, è uno
specchio dell’interno. C’è una stretta relazione tra l’orecchio, gli organi e
i visceri (zang/fu), i tessuti, i canali e collaterali, qi, sangue e fluidi
corporei. Qualsiasi disordine del corpo può risultare nella corrispondente
area dell’orecchio. Ma è solo in seguito agli studi di Paul Nogier che
l’auricoloterapia viene riscoperta in Cina e dalla metà del ’900 è stata
oggetto di studio e utilizzo sistematico.
Da quella data ad oggi sono stati condotti studi sulle rappresentazioni
topiche giungendo a localizzazioni a volte differenti. Questo a prima vista
potrebbe sembrare un controsenso, ma non lo è più se pensiamo alla
formazione reticolare con cui è connesso l’orecchio tramite il terzo ramo
del trigemino che rispecchia, come ha fatto notare Bossy, l’azione
plurimodale di un punto auricolare o come diversi punti possono
esercitare una stessa azione.
L’auricoloterapia si differenzia dall’agopuntura in quanto i punti non si
trovano lungo il percorso dei meridiani, e se non c’è alcuna patologia i
punti non sono detectabili con un “palpeur”.
In comune delle due metodiche è l’uso di aghi di vario materiale che,
stimolando determinati punti, inviano un messaggio al sistema reticolare;
da qui parte poi la decodificazione e la risposta riflessa, sia nervosa
diretta, sia neuro-umurale; inoltre, entrambe le terapie, originano
storicamente dal tentativo di cura di un’unica affezione “la sciatalgia”.
Indicazioni terapeutiche
L’auricoloterapia è efficace nella terapia del dolore: viene utilizzata nelle
patologie algiche dell’apparato muscolo scheletrico, acute e croniche,
cefalee, nevralgie facciali, nel dolore post-operatorio; nelle problematiche
nervose e neurovegetative (ansia depressione fobie), nei disturbi
dell’appetito. In gastroenterologia viene utilizzata per disturbi digestivi,
stipsi, colon irritabile, nausea e vomito; in campo ginecologico viene
applicata per curare disturbi mestruali. Viene utilizzata nella
disassuefazione da sostanze quali: il fumo; in campo dermatologico
nell’orticaria non allergica, nel prurito sine materia e in campo
odontoiatrico nella sindrome dell’ATM, ansia odontoiatrica e disturbo
post estrattivo.
6
Sicurezza e rischi clinici
L’agopuntura è una tecnica poco invasiva. Un gruppo di studiosi del
National Institutes of Health Consensus On Acupunture, ha rilasciato la
seguente dichiarazione, riguardo i rischi associati all’agopuntura “effetti
collaterali avversi dell’agopuntura sono estremamente ridotti e
sicuramente minori dei trattamenti convenzionali”
La letteratura degli ultimi venti anni riporta quali sono gli effetti
collaterali dovuti alla pratica dell’agopuntura e tecniche associate:
Reazioni allergiche cutanee al metallo dell’ago.
Diagnosi non eseguita o ritardata: non si devono prendere in cura
pazienti con sintomi poco chiari correlati a patologie gravi
(neoplasia) o non diagnosticate. Fondamentale è la diagnosi
differenziale, prendiamo ad esempio la spalla dolorosa: è possibile
che il dolore sia riferito da organi toracici e addominali, in almeno
due casi un dolore alla spalla sinistra precedette l’insorgenza di un
infarto miocardico acuto; ci sono poi i dolori paravertebrali
neoplastici e localizzazione metastatica in corso di tumori della
prostata, mammella, rene, polmone ecc.
Accentuazione del dolore: Pointinen l’ha chiamata “sindrome da
iperstimolazione da ago”.
Ci può anche essere un peggioramento transitorio della
sintomatologia dolorosa in alcune patologie, ad esempio nella
polimialgia reumatica, o in un artrite psoriasica non ancora
diagnosticata, o nella fibromialgia.
Reazioni vasovagali (lipotimia).
Infezioni virali e batteriche. Le complicanze di tipo batterico
sembrano più frequenti e articoli diversi hanno segnalato la
pericondrite del padiglione auricolare da stafilococco aureo. Sono
stati segnalati alcuni casi di endocardite batterica, in portatori di
protesi valvolare della mitrale, da terapia con aghi a
semipermanenza. Dato che gli aghi sono usa e getta, le precauzioni
maggiori sono da rivolgere alla disinfezione della cute e alla
manipolazione sterile degli aghi. I rischi infettivi come HIV o
l’epatite sono rari perché in genere vengono usati aghi sterili
monouso.
Si possono citare poi gli ematomi, a seguito della puntura
7
accidentale di strutture circolatorie.
La sicurezza in agopuntura richiede, pertanto, una costante vigilanza nel
mantenere elevati standard di igiene, di sterilità ed asepsi nella tecnica, il
sito di puntura deve essere pulito, privo di tagli, ferite o zone infette, la
zona deve essere detersa con disinfettante, possibilmente non con alcool,
uso di aghi ed equipaggiamento sterile, adeguata conservazione dei
materiali da utilizzare, tecnica asettica, aghi monouso ecc.
Il trattamento dei punti auricolari è da evitare:
in caso di patologie infiammatorie, di alterazioni cutanee, lesioni
flogosi dell’orecchio;
nei soggetti che assumono psicofarmaci, nel paziente agitato, non
collaborante, nel paziente defedato;
alla presenza di patologie dolorose viscerali e toraciche non ancora
diagnosticate;
condizioni generali di sovraffaticamento, anemia, neoplasia;
nei primi mesi di gravidanza: dal 5° mese non vanno stimolati i
punti Ovaio, Utero, Sistema endocrino e cavità pelvica;
nei bambini e nei soggetti con turbe della coagulazione non vanno
usati gli aghi e, nei pazienti con pace-maker non vanno usati i
cercapunti elettrici e l’elettrostimolazione.
Evidenze dell’auricoloterapia nel dolore
Ci sono numerosi lavori riguardo all’efficacia di questa tecnica, in
particolare per il trattamento del dolore: nel database della U.S. National
Library of Medicine PubMed, alla voce Acupuncture corrispondono ben
13.000 lavori, di cui circa il 5% sono di pertinenza dell’Agopuntura
Auricolare.
Studio di Oleson e coll., del 1980, introdussero ufficialmente l’utilità
dell’agopuntura auricolare come sistema diagnostico nel dolore muscolo
scheletrico. Studio di Olivieri 1986 e poi studio di Krause e Lein, le
conclusioni di Lein furono che il terapeuta poteva combinare
l’agopuntura somatica con quella auricolare scegliendo per ogni singolo
paziente il set di punti più conveniente tollerabile e accessibile.
Recenti lavori apparsi nella letteratura internazionale confermano il ruolo
8
che l’Agopuntura Auricolare nella terapia del dolore acuto e cronico:
l’Agopuntura Auricolare è in grado di agire nel dolore acuto nelle
situazioni di emergenza, lo conferma un TRC di Goertz et al del 2006.
Nel dolore postoperatorio l’applicazione dell’auricoloterapia è
un’indicazione che trova sempre maggiori consensi: Usichenko 2005-
2007-2008; in chirurgia toracica (Likar 2007) e ginecologica (Sartor-
Katzenschlager 2006); in chirurgia plastica (Lewis 1990) e in odontoiatria
(Michalek-Sauberer 2007).
Nel dolore nelle patologie muscoloscheletriche: Suen LK et al 2008,
Hisieh et al 2006, nelle lombalgie. Altri lavori sul dolore cronico sono
quelli di Sabine M., Sartor-Katzenschlager, et al 2004; e ancora di
Zhongguo Zhen Jiu. 2010; sul dolore acuto Goertz CM et al 2006;
Ceccherelli F. et al. sull’agopuntura somatica e auricolare 2006; nelle
nevralgie facciali Bazzoni G. 2007.
Studio NADA (2001) sullo shock post traumatico (protocollo di
agopuntura auricolare per lo shock e trauma psichico nei sopravvissuti al
crollo alle torri gemelle) e studio del 2004 Acudetox (utilizzo di
protocolli per la riduzione di stress in situazioni post traumatiche
mediante terapie complementari).
9
DOLORE CERVICALE
Secondo la IASP (International Association for the Study of Pain) “il
dolore è una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad
un danno tissutale reale o potenziale, o descritto come tale” (Jersey e
Bogduk, 1996). Il dolore è un fenomeno complesso e soggettivo, è il
risultato di una complessa interazione di diversi fattori fisiologici,
psicologici e sociali; i fattori psicologici rivestono un ruolo chiave nello
sviluppo del dolore muscoloscheletrico, in particolare la percezione
personale legata al dolore e la paura del dolore.
Introduzione
La “cervicalgia” semplice viene definita come dolore al collo su base
meccanica e/o posturale. Il dolore cervicale, fugace o persistente, è una
patologia frequente, che si riferisce alla zona delle vertebre cervicali e
può originarsi da una qualsiasi struttura del rachide, perciò da una delle
otto radici nervose, dai legamenti, dai muscoli o dalle loro inserzioni,
dalle articolazioni o dal osso e costituisce una fonte di disabilità. Il
compito funzionale della colonna cervicale è di controllare i movimenti
del capo in relazione al resto del corpo; dato che gli occhi e gli organi
vestibolari sono situati nel capo, l’informazione dai meccanorecettori
nelle strutture del collo è cruciale per interpretare i messaggi vestibolari e
per controllare le risposte motorie basate sui messaggi visivi. Il dolore
cervicale può perciò anche avere profonde conseguenze funzionali.
Può trattarsi di una condizione di dolore transitorio che si instaura in una
struttura molto mobile, tuttavia più vulnerabile delle altre strutture della
colonna vertebrale, in quanto più facilmente sottoposta ad eventi
traumatici e a situazioni che determinano alterazione del movimento e
rigidità oltre al dolore. Dal punto di vista eziologico, nella maggior parte
dei casi, non ha un’origine chiara: molto spesso si accompagna a posture
scorrette, tensioni muscolari, ansia e depressione, traumi sul lavoro o
sportivi; fondamentale, però una diagnosi differenziale: è sempre
importante escludere altre cause come neoplasie, la fibromialgia, malattie
infiammatorie, ernie, ecc.
10
Epidemiologia ed impatto economico
Il dolore cervicale affligge il 30-50% della popolazione generale
ogni anno. Al secondo posto, dopo quelle lombosacrali, le sindromi
cervicobrachiali sono le più diffuse patologie dolorose di origine
muscolo scheletrica o neuromuscolare.
Il 15% della popolazione generale farà l’esperienza di dolore cronico
cervicale (>3 mesi) in qualche periodo della propria vita.
L’11-14% della popolazione che lavora riporterà ogni anno delle
limitazioni nella propria attività a causa di dolore cervicale.
Colpisce tutte le fasce d’età, la prevalenza raggiunge il picco nell’età
intermedia ed il è circa 1.5 volte più comune nelle donne rispetto
agli uomini (ne soffrono maggiormente le donne al di sotto dei 40
anni che hanno un’attività nel terziario).
L’incidenza, notevolmente aumentata negli ultimi anni, è da
imputare soprattutto al moderno stile di vita: una vita sedentaria con
conseguente flaccidità ed ipodinamia muscolare, gli squilibri
posturali, tensioni miostatiche di origine emotiva. I fattori di rischio
comprendono lavoro ripetitivo, periodi prolungati in cui la colonna
cervicale viene mantenuta in flessione, lavoro (il dolore d’origine
cervicale nel 50% dei casi può derivare da attività professionali),
stress psicologico posture scorrette, e precedente danno al collo ed
alle spalle.
Il dolore al collo, quello senza particolari quadri
anatomopatologici, può originare da: dolore d’origine posturale
dovuto a particolari posizioni scorrette del capo, collo e spalle;
dolore d’origine cinetica dovuto all’uso oltre i limiti delle strutture
muscolo-ligamentose; dolore d’origine psicosomatica, psicosociale
dovuto al rapporto tra stati d’ansia e stato psichico, alla mancanza
di soddisfazione, allo stato psichico (Maigne) e dolore d’origine
senso percettiva.
Disabilità: nella maggior parte dei casi, non risulta una disabilità
importante per i pazienti che ne soffrono, tuttavia nel 5% la
cervicalgia può essere causa di importanti limitazioni nella vita
quotidiana. In seguito al colpo di frusta, sono riportati dolori e
limitazioni anche a 15 anni di distanza in una percentuale di
pazienti molto alta, che può arrivare al 40%. Le persone con dolore
11
muscolo scheletrico possono non essere più in grado di svolgere le
loro normali attività o possono doverle limitare a causa del dolore.
In una indagine epidemiologica della popolazione attiva negli Stati
Uniti, il 7.2% dei lavoratori ha riferito la perdita di 2 o più ore di
lavoro nella settimana precedente a causa di mal di schiena, artrite,
o altre condizioni dolorose muscolo scheletriche (incluso il tempo
trascorso al lavoro senza essere produttivi a causa del dolore). Il
tempo medio perso era di 5-5.5 ore/settimana. Il costo annuale
stimato del tempo produttivo perduto a causa di mal di schiena,
artrite e altri dolori muscolo scheletrici era di 41.7 bilioni di dollari
nel 2002. Il costo del dolore muscolo scheletrico è secondo soltanto
a quello della patologia cardiovascolare.
Fisiopatologia
La fisiopatologia delle maggior parte delle condizioni dolorose cervicali
non è chiara. Esiste evidenza di un disturbo del metabolismo ossidativo e
di livelli elevati di sostanze algogene nei muscoli del collo, a suggerire
che il difetto della circolazione locale muscolare o del metabolismo sia
parte della fisiopatologia.
Il dolore cervicale è anche associato con alterata coordinazione dei
muscoli cervicali e difettosa propriocezione nel collo e nelle spalle.
L’evidenza suggerisce che questi fenomeni sono causati dal dolore, ma
anche che essi possono aggravare la condizione.
Per il dolore cervicale di origine post-traumatica, il danno ai tessuti molli
può compromettere l’informazione dai meccanocettori nei tessuti
danneggiati, il che può causare disfunzioni sensitive e motorie.
Classificazione
La classificazione più frequente prevede la suddivisione in cervicalgie da
cause intrinseche ed estrinseche:
a) patologie estrinseche (patologie e strutture responsabili del dolore
riferito)
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patologie dei tessuti molli del collo (faringe, tonsille, tiroide,
ghiandole salivari, linfonodi, carotidi, cute)
patologie dell’articolazione acromio-clavicolare
patologie dell’articolazione temporo-mandibolare
lesioni della fossa cranica posteriore
sindrome da compressione (scaleno anteriore, costoclavicolare)
patologie a carico di: cuore ed arterie coronarie (sesta banda
dermatomerica cervicale), apice polmonare (tumore di Pancoast),
diaframma e bronchi (radici C3, C4 e C5), lingua, colecisti,
pancreas, aorta.
b) Patologie intrinseche
osteoartrosi
artrite reumatoide
lesione del disco intervertebrale
radicolopatia
mielopatia
sublussazione atlanto-epistrofea e sublussazioni intervertebrali
lussazione verticale del processo odontoideo
iperostosi anchilosante (DISH)
ossificazione del legamento longitudinale posteriore
sindrome miofasciale
torcicollo
stiramento cervicale acuto (“colpo di frusta”)
infiammazioni, infezioni, neoplasie delle vertebre e dei tessuti
prevertebrali
malattie metaboliche (osteoporosi, morbo di Paget)
neoplasie intradurali ed extradurali
fratture
insufficienza del circolo vertebrale
Un’altra classificazione viene impostata secondo un principio
eziopatogenetico e cronologico:
a) Classificazione eziopatogenetica delle cervicalgie:
Cervicalgie traumatiche: distorsione o “colpo di frusta”
Cervicalgie flogistico degenerative: spondiloartrosi, stiramento dei
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muscoli paraspinosi, discopatia, spondilite anchilosante, neoplasie
(malattia di Paget, metastasi)
Cervicalgie infettive: tubercolosi vertebrale
b) Classificazione cronologica delle cervicalgie:
Cervicalgia acuta: distorsione o “colpo di frusta”; stiramento dei
muscoli paraspinosi, discopatia in fase acuta.
Cervicalgia cronica: spondiloartrosi, discopatia in fase quiescente,
spondilite anchilosante, neoplasie (malattia di Paget, metastasi),
tubercolosi vertebrale
Dal punto di vista temporale, la cervicalgia viene classificata come
acuta per durata inferiore alle 4 settimane, cronica per durata
superiore ai 3 mesi, subacuta per una durata intermedia.
L’esame obiettivo comprende:
ispezione e la palpazione delle salienze ossee
valutazione della motilità: movimenti di flessione, estensione,
inclinazione laterale, rotazione. Possibilità di escursione: 130° in
flesso-estensione, 160° in rotazione, 75° in inclinazione laterale. Le
riduzioni di ampiezza sono da considerare all’esame obiettivo. Le
articolazioni dotate di maggior mobilità sono le unità funzionali C4-
C5-C6 e C6-C7 quindi le alterazioni degenerative interessano
primariamente questi livelli.
Esame muscolare: esaminare i Flessori primari (entrambi gli
sternocleidomastoidei, nervo accessorio) e secondari (muscoli retto
anteriore e laterale, nervi spinali C1-C2 e muscoli ioidei, nervo
ipoglosso). Estensori primari (splenio C4-C6, semispinale della testa
C8-T1, trapezio, nervo accessorio) e secondari (muscolo retto
posteriore maggiore e minore, obliquo inferiore e superiore C1).
Rotatori primari (sternocleidomastoideo e trapezio) e secondari
(splenio, lunghissimo del capo e semispinale del capo). Inclinatori
primari (scaleno anteriore, medio e posteriore C3-C8) e secondari
(splenio e intertrasversari).
Test della distrazione (si esegue una trazione cervicale con appoggio
occipitale e mentoniero): la distrazione fa scomparire il dolore in caso
di stenosi dei forami di coniugazione.
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Test della compressione del capo: manovra inversa alla precedente
che provoca aumento del dolore in caso di stenosi.
Manovra di Valsava (espirazione forzata a glottide chiusa) provoca un
aumento della pressione intradurale. Se è presente una patologia
compressiva, ciò provoca un aumento del dolore.
Visita neurologica: l’esame neurologico deve valutare la motilità e
sensibilità degli arti superiori. il rachide cervicale, infatti, emette
radici che formano il plesso brachiale. L’esame dei riflessi bicipitale,
brachioradiale, tricipite dà informazioni anche sullo stato del rachide
cervicale.
Studio dei miotomi cervicali: C1-C2 con la flessione cervicale; C3
con l’inclinazione laterale cervicale; C4 con l’elevazione della spalla;
C5 con l’abduzione della spalla; C6 con la flessione del gomito e/o
l’estensione del polso; C7 con l’estensione del gomito e/o la flessione
del polso; C8 con l’estensione e/o la deviazione ulnare del pollice e
T1 con l’abduzione e/o l’adduzione della muscolatura intrinseca della
mano.
Per un corretto approccio clinico occorre differenziare il tratto cervicale
in superiore (C1-C3) ed inferiore (C3-C7). Il primo presenta tre assi e tre
gradi di libertà, il secondo movimenti di flesso estensione e inclinazione-
rotazione. Insieme si completano, permettendo i movimenti di rotazione,
inclinazione e flesso estensione del capo. Nelle patologie del tratto
superiore è principalmente limitato il movimento di rotazione con
considerevoli segni di rigidità; se invece è colpito il tratto inferiore i
movimenti limitati sono in flesso-estensione e nella inclinazione laterale
(con rotazione pressochè normale). Il tratto alto determina sovente
interessamento vestibolare (sindrome di Neri-Barrè o di Lermoyez) e si
deve a patologia ossea (dismorfismi) o articolare (spondilite reumatoide o
siero-negativa, artrite settica) ovvero a disturbi legamentosi
(polientesopatia iperostosante dismetabolica, ecc.). Il tratto inferiore
causa insufficienza vertebro-basilare (sindrome di Lieu-Barrè), riduzione
dei riflessi bicipitale e/o tricipite, irradiazione del dolore verso le scapole
e l’area dorsale; le cause, per questo segmento, sono le ernie discali,
artrite specifiche, spondilite anchilopoietica e, soprattutto, artrosi.
15
Criteri diagnostici e caratteristiche cliniche
Per la maggior parte delle condizioni dolorose cervicali, il tipo di dolore
ed i sintomi associati possono essere importanti per indirizzare la
diagnosi:
dolore trafittivo con parestesie agli arti superiori, esacerbato da
tosse e dall’aumento della pressione intratecale (ad esempio
starnuti) in caso di radicolite nervosa;
dolore riferito alla nuca, al collo e alle spalle per spasmi
muscolari;
dolore irradiato in sede retro-orbitaria, mandibolare ed occipitale
per compressione delle radici C1-C3;
dolore irradiato al braccio con perdita o riduzione della sensibilità
per irritazione radicolare C5-T1;
disturbi della deambulazione (compromissione del midollo
cervicale e delle radici nervose);
dispnea (compromissione radici C3-C5 con disturbi
dell’innervazione della muscolatura respiratoria);
disfagia (masse osteofitiche che spingono faringe o esofago);
aritmie cardiache (interessamento di C4 e del simpatico cardiaco),
precordialgie simulanti crisi anginose (interessamento di C6);
parestesie arti inferiori o paresi spastica (compressioni midollari od
ostacoli dell’irrorazione cervicale);
cefalea (interessamento simpatico cervicale o delle arterie
vertebrali o dei nervi cervicali oppure fibromialgie e spondilosi);
disturbi visivi scatenanti o influenzati da movimenti del collo
(compromissione del simpatico cervicale);
perdita dell’equilibrio ed alterazioni uditive (compressione delle
arterie vertebrali);
Le condizioni dolorose cervicali possono svilupparsi gradualmente
o avere un’origine post-traumatica.
Gli episodi ricorrenti sono comuni.
Lo spasmo muscolare che accompagna le cervicalgie da ernia o da
eventi degenerativi articolari è di tipo difensivo: l’anello fibroso
intervertebrale è riccamente innervato e se viene leso o estroflesso
(ernia contenuta) produce dolore grave. Ne deriva uno spasmo
16
riflesso che svolge un’azione protettiva.
Riscontri clinici comunemente associati con dolore cervicale sono:
Impotenza funzionale: limitazione della capacità dei movimenti del
collo e del capo.
Aumentata affaticabilità.
Diminuite soglie del dolore alla pressione nei muscoli cervicali.
Rigidità: avvertita al risveglio mattutino o dopo aver mantenuto a
lungo una posizione obbligata; tende a scomparire con l’attività
fisica.
Il dolore può essere irradiato al capo, spalla e agli arti superiori.
Mancanza della forza o alterazioni della sensibilità del braccio.
Cefalea e vertigine
Disturbi visivi ed uditivi, disturbi del sonno, problemi cognitivi ed
emotivi, che spesso si associano al dolore cervicale di origine post
traumatica.
Indagini diagnostiche
Naturalmente, poiché molte sono le cause in gioco, un esame clinico
completo, radiografie in 2 o 3 proiezioni, la RMN, la TAC,
l’elettromiografia e la mielografia (nel sospetto di una lesione del canale
midollare) sono criteri indispensabili per un corretto inquadramento. Altri
esami per una diagnosi differenziale sono la mineralometria ossea
computerizzata, Scintigrafia scheletrica, Termografia, Indagini di
laboratorio. I test di provocazione manuale sono utili per determinare la
presenza di compressione della radice nervosa.
Per il dolore cervicale associato a trauma da colpo di frusta, è stato
proposto uno schema classificativo dalla Québec Task Force (QTF) che
definisce cinque gradi che corrispondono alla gravità del disordine.
Possibili trattamenti nella patologia del rachide cervicale
Lo scopo di questo capitolo è quello di presentare le possibili opzioni o
combinazioni terapeutiche dei diversi tipi di trattamento nella patologia
17
del rachide cervicale. Gli interventi terapeutici e riabilitativi hanno
soprattutto lo scopo di ridurre i sintomi e migliorare la funzione.
Esiste forte evidenza che i programmi di riabilitazione multimodali,
inclusi gli esercizi fisici, mobilizzazione e manipolazione, migliorino la
funzione e la partecipazione alle attività.
I trattamenti proposti per questa condizione clinica sono molteplici:
La terapia farmacologica, secondo i criteri della medicina scientifica, si
avvale, di miorilassanti, analgesici antiinfiammatori, antidepressivi. La
somministrazione di FANS è una delle terapie principali e più diffuse
nell’ambito delle cervicalgie acute e croniche (prendere in considerazione
una gastroprotezione per la loro gastrolesività). Riposo: nelle forme
acute la prima misura è il riposo a letto, con un rotolo morbido sotto
l’incavo del collo o in posizione seduta con un poggiatesta o con un
collare imbottito. Nelle forme croniche va disciplinata l’attività
lavorativa. Collare cervicale (sino all’immobilizzazione completa con
Minerva): l’applicazione del collare permette lo scarico del segmento
cervicale; nelle forme acute gravi va portato in maniera continuativa,
giorno e notte. Rieducazione funzionale (applicazione di correnti
interferenziali, correnti ad alto voltaggio HVS, laserterapia,
massoterapia). La chinesiterapia può migliorare il tono ed il trofismo dei
muscoli della colonna cervicale e di rieducare la funzionalità vertebrale.
La massoterapia può favorire il rilasciamento muscolare ed essere un
completamento della rieducazione funzionale, nelle cervicalgie croniche;
fisioterapia (fino alle trazioni cervicali per sindromi radicolari) e
rieducazione posturale globale. L’applicazione locale di calore (bagni
caldi, ultrasuoni, ecc) è utile nelle forme degenerative senza segni di
infiammazione, non è indicata nel colpo di frusta. Le manipolazioni
vertebrali possono essere impiegate nel blocco della colonna cervicale,
dando un certo sollievo; nelle altre patologie sono inutili o controindicate
(forme acute o nelle patologie delle arterie vertebrali). Esercizi attivi per
il recupero dell’articolarità. Mobilizzazioni, Educazione del paziente:
esercizi a domicilio, apprendimento di tecniche per la gestione dello
stress (all’interno di un percorso psicoterapeutico di tipo cognitivo-
comportamentale). Esercizio fisico regolare e mirato, in palestra non
intensamente impegnativo: stretching ed esercizi di rinforzo muscolare,
ginnastica a corpo libero, nuoto, ecc.; tecniche di rilassamento (training
autogeno, yoga, ecc.). Lo Spray and stretch è una valida tecnica nella
18
disattivazione dei punti trigger allo scopo di inibire le risposte muscolari
riflesse. L’infiltrazione dei punti trigger, viene impiegata anch’essa al fine
di eliminare quei fattori perpetuanti il dolore, e nelle sindromi
miofasciali. TENS: la stimolazione elettrica transcutanea rappresenta una
tecnica non invasiva, sicura e discretamente efficace; può essere
impiegata da sola o in associazione alla chinesiterapia e alla
farmacoterapia, specialmente nel dolore di origine neuropatico. La
magnetoterapia viene da alcuni impiegata nelle patologie dolorose del
rachide cervicale, in virtù dei postulati effetti antiedemigeni ed
antiinfiammatori. Anche la laserterapia viene utilizzata come efficace
supporto in alcuni dolori del basso rachide (contratture dolorose, dolori
muscolo-legamentosi, artrosi, ecc.). Magnetoterapia per colpo di frusta,
60 Gauss con frequenza di 5 volte a settimana. Blocco anestetico delle
faccette articolari: valida terapia quando ci si trova di fronte al problema
di una cervicobrachialgia da spondilo artrosi delle faccette articolari
posteriori. Analgesia peridurale cervicale. Nel caso di ernie e/o fatti
compressivi il trattamento è la chirurgia.
L’agopuntura e l’elettroagopuntura: possono offrire apprezzabili vantaggi
terapeutici nelle cervicalgie acute e croniche; nonostante il costo ridotto,
la mancanza di consistenti complicanze ed il buon effetto miorilassante
ed analgesico, bisogna escludere dalle indicazioni dell’agopuntura tutte
quelle forme in cui vi siano rilevanti lesioni organiche. Il massaggio
energetico svolge un’azione antalgica e decontratturante e, attraverso
meccanismi propriocettivi, risulta utile per il recupero di un più idoneo e
fisiologico assetto posturale. Terapia auricolare: secondo Durinyan la
stimolazione auricolare è più efficace e più rapida di quella periferica
perché ha un’azione centrale diretta e non midollare, saltando quindi il
gate control; la rapidità dell’effetto analgesico nei primi minuti di
stimolazione sembra dare ragione all’ipotesi di Durinyan. Ci sono però
dei casi in cui l’agopuntura somatica sembra superiore a quella
auricolare, ad esempio, nel trattamento dei punti trigger nel dolore
miofasciale che è possibile solo con l’infissione diretta.
19
COLPO DI FRUSTA e TORCICOLLO
Introduzione
Il colpo di frusta viene definito come un “meccanismo accelerativo-
decelerativo di trasferimento di energia sul collo che di solito si verifica
in seguito a collisioni di veicoli a motore”. Il termine “colpo di frusta”
non è più solamente applicato ad una gamma variabile di circostanze
cliniche correlate ad un tamponamento non grave, ma include anche altri
tipi di incidente con meccanismi diversi: collisioni laterali e frontali,
nonché cadute con trauma diretto al cranio e movimenti eccessivi del
collo in una direzione. In comune a questi diversi tipi di condizione
patologica è che un simile trauma provoca un danno ai tessuti molli
cervicali senza coinvolgimento delle ossa.
La Quebec Task Force sui disturbi associati al colpo di frusta (1995) ha
adottato la definizione seguente “il colpo di frusta è un meccanismo di
accelerazione e decelerazione con trasferimento di energia al collo. Esso
può essere innescato da un incidente automobilistico con tamponamento
o urto laterale, ma può verificarsi anche durante tuffi o altri incidenti.
L’impatto può provocare lesioni alle ossa o ai tessuti molli (colpo di
frusta), che a loro volta possono condurre a svariate manifestazioni
cliniche (disturbi associati al colpo di frusta)”. Il quadro clinico è
caratterizzato da un ampia varietà di sintomi: dolore al collo (è il sintomo
riferito dalla maggioranza dei pazienti, spesso non è limitato al collo, ma
irradiato alla testa o arti superiori), cefalea, vertigini, disturbi visivi,
uditivi, rigidità cervicale, cefalea, vertigini, parestesie, e difficoltà
cognitive come la perdita di memoria, ecc. l’insieme di queste
manifestazioni va sotto il nome di “disordini associati al colpo di frusta”
(whiplash associated disorders-WAD).
Epidemiologia ed impatto economico
Il colpo di frusta è una conseguenza frequente dei tamponamenti
d’auto; tale trauma è ritenuto motivo di oltre 300 su 100.000
richieste di prestazioni di pronto soccorso ogni anno.
Recenti stime suggeriscono che l’incidenza sia in aumento.
20
Una percentuale significativa (fino al 60%) di coloro che hanno
subito un colpo di frusta sviluppano sintomi persistenti che vanno
dal dolore lieve al dolore intenso ed alla disabilità.
Livelli iniziali elevati di dolore e/o disabilità rappresentano l’indice
predittivo più affidabile di scarsa capacità di recupero
La maggior parte del recupero avviene nel corso dei primi 3 mesi,
trascorsi i quali la condizione tende ad assestarsi su un plateau
I costi determinati dal colpo di frusta sono considerevoli, ad esempio
in Europa sono stimati intorno ai 10 bilioni di Euro all’anno
Il ruolo dei fattori correlati al risarcimento del danno sull’evoluzione
dei sintomi è controverso e resta ancora da chiarire
Fisiopatologia
La fisiopatologia del colpo di frusta non è ancora completamente chiara.
L’evidenza suggerisce sia lesioni strutturali che effetti sulle funzioni
sensitiva e motoria, in particolare:
Lesioni delle strutture del rachide cervicale, soprattutto le
articolazioni zigoapofisarie.
Disturbi sensitivi indicativi di un’amplificazione dei meccanismi
centrali di trasmissione del dolore.
Effetti diretti del colpo di frusta: distorsione cervicale (ipertono dei
muscoli nucali, rigidità cervicale, mialgie, cervicobrachialgie,
lesioni legamentose, lesioni osteopatiche vertebrali); alterazioni
cranio-mandibolari (conflitto condilo, alterazioni occlusali, algie
miofasciali e acufeni; instabilità posturali (vertigini soggettive) e
disturbi neurovegetativi (nausea).
Effetti indiretti del colpo di frusta
Disturbi psicosi emotivi (sindrome ansioso-depressiva, collera e
panico)
Alterata funzione muscolare in termini di cambiamenti morfologici
muscolari e disturbi del movimento e del controllo neuromotorio.
Alterazioni del controllo sensitivo-motorio, inclusi deficit
kinestesici, perdita di equilibrio, e perdita del controllo dei
movimenti oculari. Queste caratteristiche sembrano associate con
sintomi vertiginosi.
21
Caratteristiche cliniche
Il colpo di frusta è caratterizzato da una sintomatologia precoce e
da una sintomatologia tardiva. L’inizio dei sintomi può
manifestarsi immediatamente dopo l’incidente o dopo un intervallo
di 12-15 ore. I sintomi immediati sono il dolore cervicale (90-
95%), la limitazione dei movimenti del collo (37%-50%) e la
cefalea (52%-75,5%) il più delle volte occipitale o generalizzata;
solo nei giorni successivi vengono riferiti irritabilità, parestesie e
sintomi otoneurologici; la sintomatologia precoce si risolve nel
giro di 1-3 mesi, con scomparsa totale dei disturbi. In un terzo dei
casi permane oltre i 6 mesi, una sintomatologia che definisce “la
sindrome tardiva del colpo di frusta” e che comprende oltre al
dolore cervicale, cefalea, rigidità cervicale, brachialgia, disturbi
vertiginoso-posturali, ansietà, depressione, insonnia.
La sintomatologia cosidetta precoce del colpo di frusta, vede
limitazione dei movimenti, una sensazione di fragilità dei muscoli
cervicali anteriori e posteriori, parestesie, debolezza muscolare,
disfagia, tintinnito e vertigini. I sintomi tardivi invece, oltre al
dolore alla base del collo, sono rappresentati da cefalea, rachialgia,
rigidità cervicale, vertigini, ansia, depressione, insonnia, disturbi
emotivi, visivi e uditivi
I sintomi cronici da colpo di frusta sono dovuti, nella maggior parte
dei casi, sia una componente fisica sia psicologica, con muscoli
dell’area cervicale, scapolare e del moncone delle spalle ed anche
quella dei muscoli masticatori ed oculomotori, variamente
coinvolti.
I sintomi da colpo di frusta sono dovuti alle distorsioni e agli
stiramenti riportati da muscoli e legamenti nella regione cervicale
della colonna, per lo più legati ad incidenti automobilistici.
L’iperestensione provoca in genere una lesione del legamento
longitudinale anteriore della colonna cervicale e altri danni ai
tessuti molli della parte anteriore del collo, inclusi strappi ed
emorragie muscolari; i muscoli più spesso colpiti sono lo
sternocleidomastoideo, lo scaleno e i muscoli lunghi del collo; nei
casi più gravi può verificarsi un’emorragia esofagea o la rottura di
un disco intervertebrale. A volte compaiono anche stimoli visivi e
22
uditivi, probabilmente dovuti a lesione dei vasi o della catena
simpatica cervicale.
Altri sintomi comuni sono vertigini, disturbi uditivi e visivi, dolore
all’articolazione temporomandibolare, fotofobia, fatica e disturbi
cognitivi.
Le persone che hanno subito un colpo di frusta possono
manifestare sintomi di stress psicologico, e tale stress sembra
associarsi alla persistenza dei sintomi. Spesso si assumono per
paura inconscia posizioni viziate del collo che compromettono i
muscoli dell’area cervicale, scapolare e del moncone delle spalle
ed anche quella dei muscoli masticatori ed oculomotori. In effetti
in molte disfunzioni gnatologiche è presente, anamnesticamente,
un danno traumatico cervicale e le metodiche di biofeedback con
rieducazione muscolare si sono rivelate efficaci in molti casi di
disturbi cronici da colpo di frusta.
I sintomi da stress post-traumatico si stanno rivelando una
caratteristica psicologica importante in alcuni pazienti (disturbi da
stess post traumatico).
Circa il 20-30% dei pazienti con colpo di frusta presenterà un
complesso variegato di sintomi: disturbi sensitivi come allodinia ed
iperalgesia diffusa nella regione del collo, ma anche in aree
distanti, come gli arti inferiori; iperalgesia agli stimoli termici
freddi, importante perché associata con scarso recupero e mancata
risposta ai trattamenti fisici standard come l’esercizio;
ipereccitabilità del midollo spinale con risposte flessorie ed
evitamento amplificate; marcata perdita (limitazione) dei
movimenti del collo; deficit del controllo motorio, inclusi patterns
alterati di reclutamento muscolare nel collo e nel cingolo scapolare;
infiltrazione grassa dei muscoli flessori ed estensori del collo,
identificati con RMN.
23
Criteri diagnostici
Non esiste test diagnostico specifico per il colpo di frusta
La diagnosi viene effettuata in base ai sintomi riferiti dal paziente.
Le indagini radiografiche ed altre tecniche di imaging non sono
utili nella maggioranza dei casi.
Nel colpo di frusta di primo, secondo e terzo grado mancano
evidenti segni radiografici, di solito compare una riduzione della
lordosi cervicale e rigidità di qualche segmento; invece nel quarto
grado è presente una sublussazione di uno o più processi articolari
e nel quinto grado una completa dislocazione laterale.
Il “Quebec Task Force Classification” è il sistema di
classificazione più comune e riconosciuto. Esso è comunque non-
specifico, particolarmente per quanto riguarda il Grado II di
classificazione del WAD. Non prende in considerazione
caratteristiche motorie, sensitive e psicologiche recentemente
identificate.
24
Il torcicollo
Il torcicollo è la spiacevole conseguenza di uno spasmo prolungato dei
muscoli del collo. Nella maggior parte dei casi il torcicollo deriva dalla
risposta muscolare a una condizione di disallineamento delle piccole
articolazioni posteriori che collegano le vertebre del collo.
È un fenomeno caratterizzato da contrattura dei muscoli cervico-dorsali e
scapolari con blocco antalgico.
Spesso si riscontra la presenza di trigger points: nel muscolo elevatore
della spalla si scoprono frequentemente Tps, anche latenti, che possono
dar luogo al torcicollo, a volte insieme ai muscoli cervicali posteriori ed
al muscolo trapezio. I pazienti con Tps attivi nell’elevatore della scapola
non sono in grado di ruotare monolateralmente il capo, girando
caratteristicamente il capo se devono guardare indietro; anche i punti
trigger dello sternocleidomastoideo possono contribuire al torcicollo, ma
essi danno luogo, più peculiarmente, ad una comune sindrome algica mio
fasciale che, per l’area di irradiazione e le vertigini posturali associate,
viene frequentemente scambiata per cefalea muscolo tensiva.
I segni più evidenti e caratteristici del torcicollo sono il blocco dei
movimenti del collo, la contrattura dolorosa muscolare e l’anomala
inclinazione e rotazione della testa.
Le diverse strategie per risolvere il torcicollo sono farmaci antidolorifici e
miorilassanti, fisioterapie tipo infrarossi, tecar, ultrasuoni.
Particolarmente efficaci sono specifiche manovre di terapia manuale,
blanda trazione e massaggi terapeutici, praticate da mani esperte.
25
LA CERVICALGIA NELLA MEDICINA TRADIZIONALE
CINESE
Il collo nella MTC è un importante incrocio energetico, è una cerniera tra
testa e tronco. A livello del collo si esprimono tutte le somatizzazioni di
ansia, prima che attraverso complesse risposte neurovegetative, diano
segni o segnali d’organo.
Interpretazione energetica: “il colpo di frusta è paragonabile al vento che
scuote la cima dell’albero” e comporta compromissione della funzione di
trasporto di Qi e Sangue nei Meridiani (il dolore in MTC viene definito
come conseguenza di una non nutrizione o una non circolazione), il
trattamento sarà quello di ripristinare la circolazione portando al
riequilibrio energetico.
La patologia dolorosa a carico della colonna vertebrale e delle strutture
muscolari e nervose para e intervertebrali rientra nelle sindromi ostruttive
dolorose (SOD) muscolo scheletriche o sindromi bi, caratterizzate da
intorpidimento, dolore, limitazione funzionale, fino al blocco
dell’articolarità. Le sindromi bi sono causate dall’invasione dei fattori
climatici vento, freddo e umidità, favorita da una carenza di energia
corretta (Zeng qi) che induce un’ostruzione nella circolazione del qi e del
sangue (xue) nei meridiani, con comparsa di dolore, parestesie,
infiammazione.
Il dolore, in medicina cinese, viene interpretato come un’alterazione della
circolazione del qi e/o del sangue, indipendentemente dal fattore
patogenetico. Se il dolore è acuto e intenso è riferibile a una stasi, se
sordo e cronico indica la presenza di un deficit.
Classificazione
La classificazione della cervicalgia in medicina cinese può essere
impostata secondo i seguenti criteri
1. Topografico in considerazione dei meridiani, dei punti e delle
strutture energetiche interessate:
cervicalgia laterale (Livello energetico shao-yang TE-GB),
cervicalgia mediana (Meridiano curioso Dumai GV),
cervicalgia paramediana (Livello energetico tai-yang SI-BL).
26
2. Cronologico:
Cervicalgia acuta: è riconducibile alla stasi di qi e xue nei
meridiani colpiti da fattori cosmo patogeni, specie il Vento e il
Freddo, o da blocco articolare.
La cervicalgia cronica riconosce un deficit energetico nelle zone
più colpite, dovuto a ripetuti attacchi acuti non adeguatamente
trattati che si innestano su un terreno predisposto endogeno, legato
al deficit energetico della coppia Fegato/Vescica Biliare,
movimento Legno che è collegato energeticamente alla
componente muscolo-tendinea e alla funzione contrattile; ciò è
confermato dalla frequente associazione tra cervicalgia, tensione
muscolare e componente emotiva.
Cervicalgia cronica riacutizzata.
Cervicalgia acuta
Si presenta come dolore in zona cervicale, frequentemente accompagnato
da rigidità articolare, cefalea nucale, disestesie irradiate agli arti superiori.
La diagnosi differenziale va posta tra lo stiramento dei muscoli
paraspinosi del collo, comunemente definito torcicollo, la distorsione del
rachide cervicale, o “colpo di frusta”, e la distensione acuta dell’anulus
con possibile erniazione del nucleo polposo, condizione questa di
pertinenza chirurgica.
L’agente eziologico è il trauma, sportivo o accidentale, o l’esposizione a
fattori cosmo patogeni, quali vento-freddo. Secondo la MTC il Vento in
particolare risulta lesivo per la zona cervicale, in quanto attacca la parte
superiore del corpo e determina rigidità. Proprio a livello della zona
cervico-dorsale la medicina cinese riconosce alcuni agopunti definiti
punti “vento” (SI12 Bingfeng, TE17 Yifeng, BL12 Fengmen, GB20
Fengchi, GV16 Fengfu), situati sul percorso dei meridiani più
frequentemente colpiti dall’invasione del vento, vengono impegnati sia
per la terapia che per la diagnosi, valutando la loro dolorabilità spontanea
o provocata.
Nella cervicalgia acuta il principio terapeutico è quello di mobilizzare il
qi e lo xue, risolvere la stasi nei meridiani, disperdere il vento-freddo.
27
Vengono utilizzati dei punti locali (selezionati in base alla loro
dolorabilità) e dei punti distali (scelti tra i punti di comando sia del
meridiano che scorre nella zona colpita, sia del meridiano associato nel
medesimo livello energetico) che vengono posizionati prima di quelli
locali.
Cervicalgia cronica:
Il dolore, avvertito come senso di pesantezza, impaccio e scarsa libertà
articolare, si manifesta sia a riposo che in seguito ai movimenti del capo.
Si associa frequentemente a dorsalgia, brachialgia, dolore alle spalle,
cefalea nucale di tipo tensivo. I muscoli si trovano in una condizione di
contrattura cronica, che può andare incontro a frequenti fenomeni di
esacerbazione, specie con l’esposizione al vento. L’agente eziologico è
riconducibile all’azione di fattori climatici o alla presenza di
sollecitazioni statico posturali e dinamiche, di tipo professionale o
sportivo, perduranti a lungo nel tempo. Ciò determina una debolezza in
zona cervicale soprattutto nei soggetti in cui la funzione energetica
dell’organo Fegato non è ben equilibrata. Il principio terapeutico è di
armonizzare: disperdere l’elemento patogeno in causa (vento-freddo) e
tonificare il terreno costituzionale, ad esempio riequilibrare il Fegato oltre
che scaldare i meridiani.
Per quanto concerne la scelta dei punti si seguono gli stessi criteri della
cervicalgia acuta; ma i punti distali non necessitano di manipolazione e
possono essere posizionati dopo quelli locali. L’utilizzo della moxa sui
punti dolenti è molto efficace nel mitigare la sintomatologia.
28
RAPPRESENTAZIONE DEL RACHIDE SUL
PADIGLIONE AURICOLARE
A livello del padiglione auricolare troviamo la rappresentazione dei vari
organi ed apparati corporei, o meglio delle loro innervazioni sensitive e
motorie. Parliamo di rappresentazioni e non di proiezioni, poiché queste
ultime sono presenti solo nel nevrasse. Solo in questa sede è possibile,
infatti, evocare potenziali. In altre parole è corretto parlare di proiezioni
solo in riferimento ad aree somatiche in rapporto diretto con una
innervazione periferica, nel caso dell’orecchio si tratta di
“rappresentazioni” poiché i punti e le zone non contraggono rapporti
diretti di innervazione con i relativi organi. Queste rappresentazioni
auricolari seguono una organizzazione topica cioè ripetono la sequenza
spaziale dei centri primari del midollo spinale e del tronco cerebrale. In
pratica le strutture assiali sono rappresentate su una linea che
nell’orecchio segue il percorso dell’antelice dal basso verso l’alto. La
rappresentazione dell’innervazione cerebrospinale è rappresentata nella
porzione dell’orecchio compresa tra antelice ed elice, mentre le
innervazioni autonome viscerali a livello della conca.
Seguendo la teoria metamerica il viscerotoma, endodermico, sarà
rappresentato nella conca; lo sclerotoma, il miotoma e il vasotoma
mesodermici nella zona tra antelice ed elice; il neurotoma e dermatoma
sull’elice e parte dell’antelice. Questa disposizione radiale metamerica è
ben rappresentata nel settogramma di M. Romoli che ha proposto la
suddivisione dell’orecchio secondo raggi che partendo dalla radice
dell’elice (punto zero di Nogier) si dirigono verso la periferia rispettando
angoli di circa 10 gradi. La mappa riporta, la rappresentazione topica
dell’innervazione dei diversi organi o strutture e non di organi come tali. I
punti o meglio le zone auricolari non sono mai delle proiezioni, ma la
rappresentazione dell’innervazione di un organo o di un territorio.
Nell’orecchio i vari organi sono rappresentati secondo una somatotopia
particolare: come per l’ “homunculus” di Penfield si ha una sorta di
“rovesciamento somatico”, con l’estremità cefalica rappresentata in basso
e i piedi in alto. In virtù di questa somatotopia, ogni parte del corpo
possiede una corrispondenza nell’orecchio, che si evidenzia solo quando
questa perde il suo equilibrio fisiologico: in questo caso, nel punto
corrispondente auricolare si ha una modificazione della sensibilità ed una
29
variazione della resistenza elettrica cutanea; il punto può così essere
trovato attraverso o una ricerca meccanica (punto doloroso) o elettrica. A
grandi linee la faccia e la testa trovano così corrispondenze nel lobo, gli
organi del torace e dell’addome nella conca, mentre la colonna vertebrale
e gli arti si riflettono nell’area compresa tra elice ed antelice.
Sull’antelice che è innervato per metà dal plesso cervicale superficiale e
per metà dal trigemino, vi è rappresentata la colonna vertebrale e le
strutture ad essa collegate: muscoli, legamenti, vertebre, dischi
intervertebrali, simpatico paravertebrale. L’antelice inizia dall’incisura
antitrago-antelice, si dirige verso l’alto dividendosi in due rami che
delimitano la fossa ovale. Partendo dal basso (incisura antitragale) con la
corrispondenza dell’atlante si risale, vertebra per vertebra, tutto l’antelice
fin sotto la plica della radice dell’elice dove troviamo il coccige. Ogni
proiezione verticale copre all’incirca un millimetro di lunghezza ed è
nettamente identificabile anche nelle sue parti costituenti, è una zona
molto importante che funge da riferimento per tutto il sistema di
corrispondenze con altre localizzazioni. Facendo una sezione verticale
dell’antelice troviamo corpo e disco sull’orlo dell’antelice stesso,
immediatamente all’indietro sono invece le strutture peri e para articolari,
legamenti e muscoli specifici della zona vertebrale interessata.
L’orlo dell’antelice presenta quasi sempre delle incisioni che aiutano il
reperto dei vari segmenti della colonna: la sezione anatomica dei vari
tratti dell’antelice differisce notevolmente nelle zone di rappresentazione
cervicale, toracica e lombosacrale, e questo ci permette di determinare
con precisione le varie vertebre. Per localizzare i segmenti vertebrali, è
necessario esplorare con l’estremità piatta del palpeur i cambiamenti di
direzione di curvatura dell’antelice ed i suoi solchi cartilaginei. Con tale
metodica è possibile trovare i punti da repere anatomici dei vari segmenti
rachidei:
La giunzione occipito-atlantoidea, localizzata nel solco post-
antitragale, fra antitrago e antelice; questa zona corrisponde
all’atlante, interessa anche l’articolazione atlanto-occipitale e la
base dell’occipite stesso. La prima vertebra cervicale è localizzata
all’inizio dell’antelice in basso, subito dopo il solco che lo separa
dall’antitrago. A livello di questo solco è rappresentato il
cervelletto; posteriormente al solco troviamo il punto maestro
30
occipitale.
La cerniera C7-D1, localizzata nel cambiamento di curvatura
dell’antelice, cui corrisponde un chiaro cambiamento della forma
della cresta antelicale: la cresta a livello cervicale si presenta
finemente arrotondata con un piccolo raggio di curvatura, mentre a
livello dorsale è largamente arrotondata.
La cerniera lombosacrale D12-L1, localizzata nell’intaccatura
cartilaginea che delimita la parte più slargata e arrotondata della
cresta, che corrisponde al segmento dorsale, da quello più lamellare
e tagliente che rappresenta il segmento lombare.
Nascosto dalla branca montante dell’elice troviamo il segmento
vertebrale sacro-coccigeo, delimitato da quello lombare da un
piccolo solco. La parte finale che va a saldarsi sulla faccia interna
dell’elice costituisce il punto maestro neurovegetativo.
Dopo aver localizzato i punti a repere fondamentali è possibile
identificare facilmente le vertebre che sono rappresentate
sull’antelice in modo regolare
Facendo riferimento alla sezione frontale dell’antelice si trovano: sul
versante esterno dell’antelice i muscoli paravertebrali e legamenti; i corpi
vertebrali sulla cresta dell’antelice; i dischi intervertebrali sul versante
interno della cresta; il sistema neurovegetativo latero-vertebrale sul muro
dell’antelice, subito sotto la regione dei dischi intervertebrali e le
ghiandole endocrine sul muro, sotto il sistema latero-vertebrale simpatico.
A livello della conca si riflettono le rappresentazioni dell’innervazione
simpatica e parasimpatica dei vari settori organici, lungo la zona a ridosso
dell’antelice abbiamo la rappresentazione della catena simpatica
paravertebrale che segue i metameri vertebrali rappresentati sull’antelice.
A livello della coda dell’elice che si estende dal tubercolo di Darwin fino
al lobo, innervata dal grande nervo auricolare, plesso cervicale, segmenti
C2 e C3, è rappresentato il midollo spinale nelle sue sezioni lombari,
dorsali e cervicali. Nella porzione laterale corrispondente, verso la fossa
scafoidea, abbiamo i centri midollari neurovegetativi, la colonna
intermedio-lateralis.
Sulla superficie della fossa scafoidea è rappresentato tutto il plesso
cervico brachiale; per l’esatta localizzazione delle varie sezioni dell’arto
superiore Paul Nogier suggerisce di tracciare raggi con partenza dal punto
zero e intersecanti le varie vertebre sull’antelice: localizzeremo così la
31
spalla sul raggio di C7, gomito sul raggio di D5, polso su raggio di D7.
Superficie mediale: l’homunculus della superficie mediale è a grandi
linee speculare a quello della superficie laterale. Considerando i disturbi
dell’apparato muscolo scheletrico, si osserva, ad esempio, che la
rappresentazione della spalla dolorosa sul padiglione è tridimensionale
con la proiezione del muscolo bicipite sulla laterale, del sottospinato e
sottoscapolare più spesso sulla mediale, e per una tendinite del
sovraspinato si proiettano spesso su entrambi i lati.
RAPPRESENTAZIONE AURICOLARE DEL RACHIDE
Nelle rappresentazioni cinesi la colonna vertebrale è molto più ridotta,
rispetto alla cartografia francese appena descritta, arrestandosi a livello
della biforcazione dell’antelice. Mentre la rappresentazione del nervo
sciatico è sovrapponibile sulla mappa cinese e su quella francese, la
proiezione del rachide lombosacrale è diversa per le due scuole. Il rachide
cinese è più corto il sacro e coccige dei cinesi corrisponde alla cerniera
dorso-lombare dei francesi ed il tratto dorsale inferiore cinese corrisponde
alle prime vertebre dorsali. Le differenze tra scuola cinese e francese si
avvertono, in modo minore, anche per la cerniera cervico-dorsale. Per
entrambi la proiezione di C7 è al di sotto della linea orizzontale passante
per il punto Zero. Secondo le osservazioni di Romoli termina spesso a
livello della linea orizzontale, e quindi un’irritazione del plesso brachiale
(ad esempio una radicolite di C7) si proietta probabilmente su settori più
32
alti. È importante notare che a livello delle vertebre cervicali si origina il
plesso cervico-brachiale che, si proietta con le sue rappresentazioni nella
fossa scafoidea. A livello delle dorsali si trovano le rappresentazioni di
scapola, clavicola, sterno e coste. A livello delle lombosacrali si originano
le innervazioni dell’arto inferiore che si proiettano nella fossetta
navicolare. Nella fossa navicolare, innervata dal trigemino, c’è per la
scuola francese la rappresentazione dei metameri lombo-sacrali.
Per quanto concerne le differenze di rappresentazione tra la mappa dalla
scuola francese e quella della scuola francese è stato proposto da G.
Bazzoni nel 2005, “un primo modello interpretativo di tipo
neurofisiologico, che spiegava il fenomeno con la mancata
sovrapposizione tra innervazione sclerotomica e dermatomerica”. A
questo modello ha fatto seguito un’interpretazione che vede nella mappa
auricolare un “modello funzionale” (Bazzoni G.2006) delle diverse forme
di dolore. Per quanto riguarda l’apparato muscolo scheletrico le due
mappe divergono perché rappresentano un diverso tipo di dolore: la
mappa francese è stata creata in modo sperimentale: dolore del tipo acuto
e superficiale, evocato in un soggetto sano; mentre quella cinese nasce
dall’osservazione clinica del paziente con dolore di tipo profondo;
pertanto un dolore superficiale e uno profondo, pur interessando lo stesso
distretto corporeo, hanno una diversa collocazione sul padiglione.
Dal punto di vista della medicina tradizionale cinese, l’orecchio è
considerato un terminale yang; intorno ad esso infatti terminano tutti i
meridiani yang del corpo ad eccezione dell’Intestino Crasso. Il meridiano
della Vescica è quello che si mantiene a maggior distanza dal padiglione,
anche se descrive un grande semicerchio intorno ad esso; seguono i
meridiani dello Stomaco e dell’Intestino tenue, per arrivare alla Vescica
Biliare e al Triplice Riscaldatore che contraggono stretti legami con
l’orecchio, il meridiano di reni giunge per vie interne all’orecchio. Questa
particolare localizzazione del padiglione spiega il successo terapeutico
della reflessologia auricolare nelle patologie yang.
Dal punto di vista energetico tradizionale l’orecchio è circondato
dall’energia wei qi, di difesa, l’energia yang circola invece nella zona
compresa tra elice ed antelice, mentre quella yin nella conca. Queste tre
33
zone energetiche corrispondono alle zone di rappresentazione:
ectodermica, mesodermica ed endodermica.
Negli antichi testi cinesi si legge che tutti gli organi interni del corpo
umano sono collegati con l’orecchio, gli organi cavi “fu” lo raggiungono
esternamente tramite i meridiani principali, mentre gli organi pieni zang
sono in rapporto con l’orecchio per via interna, attraverso rami secondari
dei meridiani a essi correlati. L’orecchio secondo la MTC è l’orifizio
esterno del rene, organo che controlla la riproduzione, la crescita, lo
sviluppo. E allo stesso tempo il rene ha strette relazioni con tutti gli
organi interni. In base a queste considerazioni la MTC conclude che è
possibile curare le affezioni dell’orecchio attraverso la stimolazione di
agopunti distribuiti su tutti i meridiani di agopuntura e che la
stimolazione dei punti situati sul padiglione auricolare può essere utile
nella terapia delle patologie di tutti gli organi interni. In tal modo viene
spiegata l’ampia azione terapeutica degli agopunti auricolari
relativamente agli zang-fu (hanno lo stesso nome comune degli organi
interni, ma le funzione attribuite sono diverse).
L’ispezione degli agopuntori cinesi va al di là della semplice diagnosi
somatotopica in uso in Occidente e riflette la concezione del corpo umano
secondo i canoni della medicina tradizionale cinese (MTC). I cinesi
hanno proposto per l’orecchio la selezione dei punti secondo il metodo
pien-cheng (“afferrare l’essenza della malattia distinguendo i sintomi
soggettivi da quelli oggettivi”) sih chih (“curare le malattie secondo i
canoni della MTC dopo aver fatto un’analisi e una sintesi dei sintomi del
paziente”). In questo modo vengono messi il correlazione cuore e
intestino tenue, per cui una patologia del cuore potrà dare una reazione
positiva anche sull’area intestino tenue, inoltre in caso di ansia e insonnia
visto che secondo la MTC il cuore controlla la mente e lo spirito avremo
una reazione positiva a carico dell’area cuore.
Ci sono differenze di rappresentazioni tra scuola francese e cinese, ma
non cambia l’efficacia dei punti che, se dolenti, hanno comunque un
effetto terapeutico.
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RAPPRESENTAZIONI AURICOLARI
Mappa Francese
Mappa Cinese
35
CASO CLINICO “Colpo di Frusta”
Nome F. G. anni 32 segretaria
Data della prima consultazione 4/ 06/10
La paziente si presenta per esiti da trauma distorsivo, non contusivo, del
rachide cervicale da colpo di frusta, in seguito ad incidente stradale.
Anamnesi e valutazione clinica
Anamnesi personale: sposata da 10 anni con un figlio di 3 anni e
una di 6, lavora come segretaria da 15 anni, bene a casa e sul
lavoro. Menarca a 14 anni, mestruo regolare. Anamnesi senza note
di particolare rilievo clinico.
Anamnesi patologica remota: appendicectomia a 16 anni, non altre
patologie degne di nota.
Anamnesi patologica prossima: 5 maggio 2010 trauma distorsivo
non contusivo del rachide cervicale da colpo di frusta a seguito di
incidente stradale. Dopo il trauma la paziente è stata sottoposta ad
adeguata immobilizzazione (collare morbido per 20 giorni), terapia
analgesica e successiva fisioterapia. La paziente era senza terapia
sistemica da 24 ore.
esami strumentali: RMN negativa; dall’esame radiologico del
rachide cervicale nelle proiezioni standard, oblique e funzionali è
risultato: “verticalizzazione antalgica del rachide cervicale con
perdita fisiologica lordosi, fulcro a livello C5”. Diagnosi di colpo
di frusta posta dallo specialista ortopedico.
Si presenta dopo 30 giorni dal trauma, lamenta sintomatologia algica
persistente, dolore cervicale, cefalea, episodi ricorrenti di vertigine
soggettiva con nausea durante i movimenti rapidi del collo, sia in torsione
che flesso-estensione, parestesie all’ arto superiori dx, disturbi del sonno
dall’incidente. I dolori si manifestano in qualunque momento della
giornata e peggiorano con lo sforzo fisico, la limitazione funzionale
algica ne condiziona le prestazioni sportive e lavorative. I sintomi non
peggiorano in particolari condizioni ambientali (Vento, Freddo e Umidità)
e non vi è familiarità di tipo reumatico.
36
Esame obiettivo
Altezza 170 cm, peso 63kg, pa 115/70 frequenza 66R
Paziente in buone condizioni generali, lingua rosea con induito sottile e
bianco e polsi radiali regolari. Polso fine.
All’ispezione del collo si evidenzia discreta contrattura. Il dolore, evocato
alla digitopressione è definito insopportabile, viene trasmesso anche
all’arto superiore destro e al capo. I movimenti del collo sono limitati a ¼
su tutti i piani, dolorosi soprattutto estensione e retrazione; la rotazione e
flessione laterale risultano più dolorose dal lato destro, rispetto al sinistro.
Discreta dolenzia alla pressione sulle apofisi spinose del tratto cervicale
superiore. Vi è una notevole contrattura dei muscoli, soprattutto trapezio e
sternocleidomastoideo, in questi muscoli presenza di punti trigger.
Esame neurologico negativo.
La paziente lamenta vertigine soggettiva con nausea, durante i movimenti
del collo, sia in torsione che flesso estensione.
Si presenta con un dolore pari a 72mm di VAS
Nell’esame obiettivo ho valutato la dolorabilità spontanea o provocata dei
punti vento (SI12 Bingfeng, TE17 Yifeng, BL12 Fengmen, GB20
Fengchi,GV16 Fengfu) che vengono impegnati sia per la terapia, che per
la diagnosi nella cervicalgia acuta, in medicina cinese. Il dolore è
avvertito maggiormente in regione cervicale mediana e paramediana, il
livello energetico maggiormente interessato è il Tai Yang (SI-BL) e il
Meridiano curioso Dumai (GV).
Il trattamento agopunturistico è volto a ripristinare la funzione dei
tendino-muscolari e la circolazione di Qi e Xue, il trauma, infatti,
determina Blocco di energia e Sangue a livello dei Meridiani tendino-
muscolari, con conseguente dolore e contrattura. Il trattamento sarà
quello di mobilizzare il qi e il Sangue, risolvere la stasi nei meridiani
sedando così il dolore.
Agopuntura somatica:
Gli agopunti possono essere classificati in base alla loro distribuzione
anatomica, sono distinti in locali, adiacenti e a distanza. I più utilizzati
nella terapia sono stati:
punti distali: SI3 (houxi), BL62 (shengmai), LI4(hegu) e LR3 (thai
37
chong), 34GB(yanglingquan), 5TE (waiguan).
I punti locali (selezionati in relazione ai livelli vertebrali coinvolti) e
punti adiacenti (selezionati in base alla sede del dolore riferito,
oppure coincidenti con i punti trigger o tender), sono stati selezionati
tra: BL10 (Tianzhu), GV14(Dazhui), GV 16 (fengfu), GV15 (yamen)
SI15 (Janzhongshu), BL12 (Fengmen), SI12 (bingfeng); GB20
(Fengchi) GB21 (Jianjing), TE15 (Tianliao), BL12 (Fengmen),
punti ashi locali e paravertebrali dolorosi che spesso sono distribuiti
a lato della linea mediana posteriore cervicale al pari dei punti
Huato-Jiaji. Sono stati utilizzati anche i Tendino Muscolari (jinjing)
dell’area interessata dai “trigger-points”.
Esame del padiglione auricolare:
L’ispezione di entrambi i padiglioni non evidenzia alterazioni cutanee.
L’esame dell’orecchio alla palpazione (è stato utilizzato un palpeur nero:
pressione massima sviluppata 130 grammi) mette in evidenza una
maggiore sensibilità del padiglione di destra: un punto sensibile (dolente)
sull’area occipite, punti sensibili nel settore 9-12 sul bordo interno
dell’antelice verso la conca, 2 punti sensibili a livello antelice e un punto
sensibile sulla scafa destra settore 12 Alla detezione elettrica: punti
sensibili lungo la scafa destra e sinistra settori 9-12 (2 coincidevano con
quelli dolenti), 1 punto su elice e uno su antelice destro verso conca
(quest’ultimo dolente alla palpazione) e punti funzionali.
Punti auricolari utilizzati:
punti funzionali di I° livello ad azione generale: punto Zero e Shen-
men.
2-3 punti funzionali di II° livello: sono punti ad azione specifica e
vengono distinti in punti ad azione analgesica, antiflogistica,
miorilassante e psichica ansiolitica. I più usati (trovati alla detezione
elettrica) sono stati: Thalamus points, Antidepressant point, Master
Sensorial point (azione analgesica), Liver point (azione
miorilassante)
2-3 punti neuro riflessi che si attivano quando è in atto una patologia
(sensibili alla palpazione).
38
Trattamento
Ho riportato sulla mappa le aree più sensibili e di minore resistenza
elettrica e, dopo averli segnati sul padiglione, ho sottoposto la paziente a
seduta di agopuntura somatica, sono stati selezionati i seguenti punti:
SI 3, BL62, GB20, GB21, paravertebrali ashi, GV14-15-16.
La paziente è stato sottoposta a trattamento settimanale con agopuntura
somatica utilizzando aghi bimetallici con diametro di 0,25mm e di
lunghezza 25mm, sterili, monouso, infissi in 5-10 punti (punti distali,
adiacenti e locali dolenti-ashi). Si lasciava a permanenza l’ago dopo
l’infissione ed ottenimento del deqi per 30 minuti. La profondità
d’infissione dell’ago veniva stabilita secondo ogni singolo punto in base
ai canoni di riferimento.
Dopo il trattamento con
agopuntura somatica, viene
eseguita una nuova detezione
su entrambi i padiglioni e
verificati i punti sensibili: i più
dolenti sono 2 sull’antelice
(uno sul margine interno) e
uno sulla scafa, vi posiziono
degli aghi a semipermanenza
(anche su parte mastoidea),
mentre sui punti funzionali
(shen-men, punto master
sensorial, punto thalamus e punto liver) delle sferette magnetiche; sono
lasciati in loco per almeno 1-2 settimane, dando indicazioni alla paziente
di stimolarli nei giorni successivi da 2-6 volte al giorno a seconda
dell’intensità della sintomatologia.
Strumenti di valutazione
Valutazione del dolore secondo la scala VAS (Visual Analogic
Analogue Scale di Scott-Huskison una scala analogica visiva a 10
I seduta
39
centimetri, con due estremità che corrispondono a “nessun dolore” e
il massimo possibile, oppure il massimo di cui si ha avuto
esperienza): prima della terapia (T0), alla fine della terapia (T1) e
poi ogni seduta (T2-T6), è stato espresso l’andamento nel grafico in
figura 1.
Con la stessa frequenza (T0-T6) si è misurata (con punteggio da 0 a
3: Assente, Lieve, Media, Intensa) la contrattura muscolare (grafico
2) e l’andamento della rigidità cervicale.
I dati sono stati rilevati prima e dopo terapia, per tutte e 6 le
settimane di terapia. Alla paziente è stato inoltre richiesto di
segnalare su un apposita scheda settimanale tutti i farmaci analgesici
che assumeva, precisandone il nome commerciale, la modalità di
somministrazione e la quantità giornaliera, negli stessi periodi.
Per ogni seduta sono stati riportati in cartella: i punti usati nella
terapia somatica, i punti auricolari (sensibili prima e dopo seduta e
quelli usati x terapia di mantenimento) sul settogramma di Romoli;
il VAS, la contrattura, la mobilità del rachide, i sintomi correlati e il
consumo di farmaci.
Sedute successive
Dopo il trattamento la paziente sta meglio, risentita al telefono dopo 4
giorni va bene. Rivista dopo sette giorni la paziente non presentava
disturbi correlati (nausea, vertigini), ha riferito miglioramento della
qualità del sonno già la sera della primo trattamento. II seduta agopuntura
somatica e stimolazione elettrica dei punti auricolari.
Nella stimolazione elettrica transcutanea il tempo di trattamento del punto
è stato di due minuti, regolando l’intensità della corrente sulla tollerabilità
del paziente della stimolazione in atto. Con frequenza di 2Hz sui punti
funzionali, e 10Hz sui punti riflessi muscolo scheletrici.
40
Risentita telefonicamente, 24
ore prima della III seduta ho
fatto togliere alla paziente gli
aghi; alla III seduta l’esame
auricolare ha messo in evidenza
punti soprattutto sul versante
interno dell’antelice, 2 su scafa e
2 sull’elice, posiziono, dopo la
seduta di agopuntura, sui punti
dolenti, aghi a semipermanenza
(anche su corrispondente
superficie mastoidea) e sferette magnetiche su shenmen, punto
serotoninergico e punto liver.
Alla IV seduta VAS e contrattura in netto miglioramento, riferisce
miglioramento anche del tono dell’umore. Terapia: agopuntura e
stimolazione elettrica transcutanea sui punti auricolari.
Alla V seduta presenta solo
modesta rigidità cervicale e
lieve contrattura e l’esame
auricolare rileva dei punti
sensibili solo su scafa e zona
di passaggio tra scafa e elice.
La paziente riferisce dolore
residuo a fine giornata con
risoluzione dopo 30-60 minuti
dalla stimolazione dei
magnetini. Durante la V e VI
seduta è stata utilizzata la stimolazione elettrica sui punti auricolari.
V seduta
III seduta
41
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6
ANDAMENTO DEL DOLORE
ANDAMENTO DEL DOLORE
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
T0 T1 T2 T3 T4 T5 T6
ANDAMENTO DELLA CONTRATTURA
ANDAMENTO DELLA CONTRATTURA
Grafico 1
Grafico 2
42
Risultati
Tutti i parametri (dolore, contrattura, consumo farmaci) sono migliorati
sin dalla prima settimana e sono continuati a migliorare anche a fine
terapia. La paziente è stata sottoposta ad un ciclo di 6 sedute con
frequenza settimanale fino all’ottenimento di un miglioramento clinico
stabile, sia dal punto di vista algico che funzionale; col trattamento
combinato auricolare e somatico, si ottiene una buona remissione della
sintomatologia che dura nel tempo (risentita dopo due mesi, riferisce di
star bene).
La riduzione del dolore e della contrattura, come si può notare dai grafici,
sono in media molto significativi dopo un mese di terapia e, pertanto,
dopo circa quattro sedute: la sintomatologia dolorosa valutata con la scala
analogica visiva VAS ha dimostrato un netto decremento di questo indice,
i valori sono passati da una media di 6,96% all’inizio del trattamento ad
uno finale di 1,12%, la sintomatologia algica è diminuita dopo due
settimane ed è quasi del tutto scomparsa dopo 5 settimane.
L’andamento del VAS, della contrattura e della mobilità e, soprattutto, il
contenuto consumo di farmaci sintomatici nei giorni successivi alla
terapia (si deduce che l’assunzione sia inversamente proporzionale al
miglioramento della sintomatologia), dimostra l’efficacia antalgica e
miorilassante dell’agopuntura secondo lo schema applicato. Per quanto
riguarda i sintomi associati (vertigini, nausea, parestesie e cefalea), è stato
ottenuto, anche su questo versante, un miglioramento della situazione in
proporzione al controllo della sintomatologia algica.
Ho riscontrato che la paziente è più tranquilla e meno ansiosa; il
rilassamento e il maggior benessere immediati sono la sensazione
avvertita, più frequentemente, dalla paziente dopo ogni seduta; seguita da
un progressivo miglioramento della qualità del sonno; la scelta del
trattamento applicato ha dato buoni risultati sul recupero fisico,
permettendogli di tornare a svolgere le sue normali attività.
Non si sono riscontrati effetti collaterali
43
CASO CLINICO “Torcicollo”
G.D. 35 anni, operaio, buone condizioni generali. Lingua con induito
spesso e bianco, polso teso.
Il pz si è presentato con un quadro notevole componente algica e
limitazione funzionale.
Dall’anamnesi rivolta alla ricerca di traumi recenti o pregressi, di
microtraumi prolungati, di movimenti improvvisi ecc, è emerso che il
torcicollo è probabilmente dovuto all’ esposizione a vento freddo.
Valutazione clinica
Il paziente presenta una posizione fissa, i muscoli sono dolenti,
contrattura significativa e dolore localizzato. Il tratto cervicale è
relativamente bloccato; è impossibile effettuare movimenti attivi e passivi
a destra. Alla palpazione i muscoli sono dolenti, in misura maggiore al
punto d’inserzione, la contrattura è particolarmente dolorosa. I movimenti
verso destra sono completamente bloccati a causa del dolore. Secondo la
medicina tradizionale cinese è una condizione acuta che si manifesta in
seguito ad attacco di vento esterno e freddo, la terapia sarà per il dolore e
limitazioni funzionali, di mobilizzare il qi e xue e risolvere la stasi nei
meridiani.
Trattamento
È stata praticata una terapia d’urgenza il giorno stesso del trauma
(torcicollo). Il trattamento di agopuntura somatica inizia con la
disinfezione della cute, dopodiché si posizionano gli aghi nei punti
selezionati: Luozhen (p. extra) monolaterale, sulla faccia dorsale della
mano fra il 2 e 3 metacarpo dietro l’articolazione metacarpo-falangea,
con puntura profonda 20GB (Fengchi), puntura profonda in direzione
della punta del naso; 3SI (Houxi) puntura perpendicolare e profonda e
BL 62 (Shengmai).
A questi punti si aggiungono i punti auricolari precedentemente cercati:
identificati i punti auricolari (con palpazione e detezione elettrica), si
procede alla disinfezione della zona da pungere con clorexidina,
infissione dell’ago ruotandolo di 180° in senso orario. Sono stati
44
utilizzati: punto Zero (per aprire e chiudere seduta), e poi: Shen Men
Liver, e punto Master Sensorial, e punti neuro riflessi: un punto su scafa,
uno su antelice, uno verso conca e posteriore corrispondente (sensibili
alla palpazione) invito il paziente a muovere il collo, dopo estrazione
sollievo alla sintomatologia.
Nella terapia auricolare ho utilizzato
una stimolazione con aghi filiformi
per 5 minuti sui punti funzionali, e di
20 minuti per i punti neuroriflessi.
Dopo aver tolto gli aghi e disinfettato
(infezione e suppurazione del punto
possono provocare pericondrite
padiglione auricolare) ho applicato
aghi a semipermanenza (sul punto
ancora dolente localizzato in
prossimità dell’incisura antelico-
antitragale, sull’antelice, e scafa) e in posizione speculare sulla superficie
posteriore del padiglione; e magneti coperti da cerottini, su Shen Men,
Liver e Master Sensorial; invitando il paziente a massaggiarli per alcuni
secondi da 2-6 volte al giorno a seconda del tipo di sintomatologia e della
sua intensità
Risultati
Il paziente è migliorato immediatamente, dopo la terapia ho valutato il
miglioramento della mobilità del collo e il paziente ha riferito una
piacevole sensazione di rilassamento.
I criteri di valutazione dei risultati si sono basati sulla capacità di
compiere attività fisica generale basale e sul ripristino funzionale dei
muscoli interessati.
I movimenti richiesti per la valutazione funzionale sono stati di rotazione
del capo e di flesso-estensione sui piani frontale e laterale. Con rapidità, il
trattamento mediante agopuntura somatica e auricolare, ha sedato il
dolore e ripristinato la normale funzione muscolare. Risentito la mattina
successiva riferisce scomparsa della sintomatologia algica e della
limitazione funzionale. Risentito dopo tre giorni il paziente non
presentava disturbi anche in piena performance.
45
SPIEGAZIONE DEI PUNTI UTILIZZATI
1- In Auricoloterapia
I punti auricolari utilizzati nella terapia del dolore Muscoloscheletrico
appartengono ai Punti Funzionali e Punti Neuroriflessi.
I punti funzionali (Points Maitres di Nogier o Master Points di Oleson),
non corrispondono a nessuna struttura anatomica e possono essere distinti
in:
a. Punti ad azione generale: Punti Funzionali di I livello: Zero Point e
Shen Men sempre presenti nel protocollo del dolore muscolo
scheletrico.
b. Punti ad azione specifica: Punti funzionali di II livello, distinti in:
Punti ad azione analgesica (azione sulle varie componenti del
dolore): Thalamus Point, Sympathetic Autonomic Point,
Antidepressant Point e Master Sensorial Point;
Punti ad azione antiflogistica: ACTH Point;
Punti ad azione miorilassante: Sympathetic Autonomic Point e
Liver Point;
Punti ad azione psichica, ansiolitica: Master Cerebral Point.
Punti funzionali di I° livello:
Punto Zero localizzato al centro del solco trasversale che separa l’elice
dalla conca (HX1), controlla la sensibilità di tutto l’orecchio ad eccezione
del trago. È il centro fisiologico, elettrico e geometrico del padiglione. La
sua stimolazione porta l’equilibrio, viene usato sia che ci siano troppi
punti sensibili, sia che il padiglione sia muto, per Nogier le funzioni del
punto erano come quelle di una saracinesca; tra le sue azioni individuò
anche quelle psichiche, sostenendo che “un malato che ha bisogno di un
trattamento della radice dell’elice ha, qualunque sia il suo male, un
sentimento di angoscia mal espressa”. È un centro geometrico i raggi che
escono possono essere assimilati a “vere linee di forza che collegano i
punti che le compongono”; in base a queste considerazioni è nato il
principio di allineamento.
Per i cinesi prima del 1987, aveva il nome di diaframma, successivamente
definito “centro dell’orecchio” e secondo la China Academy ha le
seguenti indicazioni terapeutiche: singhiozzo, orticaria, prurito, enuresi,
emottisi.
46
Shen-men “porta dello spirito”: localizzato al centro del quadrante
superiore esterno della fossa triangolare (TF4), (la fossa ovale o
triangolare è la depressione delimitata dal ramo superiore e inferiore
dell’antelice). È un punto di riequilibrio generale, ha azione sedativa,
analgesica e antiinfiammatoria, riequilibrio psichico, calma la mente
tratta l’ansia, l’aggressività, l’insonnia, la tensione e la depressione, è
usato nella disassuefazione da sostanze. Per Li Su Huai le indicazioni
terapeutiche sono almeno 100 con, in prima fila i disturbi dell’apparato
gastroenterico, seguiti da quelli dell’apparato genitourinario, del SNC e
della psiche, dell’apparato muscolo scheletrico e del cavo orale. Non
trattandosi della proiezione di un organo è difficile dare una spiegazione,
si possono fare solo delle ipotesi: la prima è che si tratti di una zona
riflessogena peculiare a causa del tipo di innervazione e
vascolarizzazione. Secondo Bossy l’area interposta tra i due rami
dell’antelice sarebbe un territorio di anastomosi nervosa tra le fibre
cervicali e trigeminali. Analoghe anastomosi sono visibili su un orecchio
diafanizzato, secondo il metodo Splalteholtz, con il sistema vascolare
iniettato con inchiostro di china. In una figura tesi di Seoane
sull’anatomia del padiglione auricolare si può vedere la presenza di un
largo reticolo venoso centrato sull’area Shenmen. Un’accentuazione di
questo reticolo è talvolta apprezzabile come una teleangectasia che dalla
fossa ovale si estende alla scafa, tale ectasia corrisponde al ramo
perforante dell’arteria auricolare posteriore e può avere diversi significati:
Romoli in 40 portatori di teleangectasie monolaterali dell’area Shenmen
ha riscontrato i seguenti disturbi in ordine decrescente: lombalgia,
lombosciatalgia e coxalgia nel 20,5%, somatizzazione d’ansia e
depressione nel 17,8%, cervicalgia e cervicobrachialgia nel 10,9%,
emicrania e cefalea tensiva nell’8,9%, seguono altri disturbi a carico
dell’apparato digerente, ginecologico, cardiovascolare e cutaneo.
L’ipotesi di Romoli è che Shenmen possa essere la proiezione dei plessi e
gangli simpatici addominali a livello di D12-L2: il plesso celiaco con il
suo ganglio semilunare è il principale e riceve i nervi piccolo e grande
splancnico, e i gangli aortico-mesenterico superiore e inferiore. Queste
ricche anastomosi potrebbero spiegare l’ampio ventaglio di indicazioni
terapeutiche come riferito da Li Su Huai. Dal contatto con l’ago nell’area
shenmen viene neutralizzata la dermalgia addominale situata due dita
trasverse sotto l’ombelico sui dermatomeri D10-D11 e comprende i punti
47
di agopuntura ST25 e ST27, entrambi i punti per la MTC sono indicati
oltre che per disturbi dell’apparato digerente e genitale anche per sintomi
di tipo psicosomatico (irritabilità,insonnia, emotività), ST25 in particolare
riunisce il contingente psichico degli organi Polmone e Fegato.
Punti funzionali di II° livello:
Thalamus point (Subcortex) localizzato su superficie interna
antitrago (AT2). È un punto ad azione analgesica e che agisce sul
riequilibrio psichico. Ha azione antianginosa e antiaritmica, è
indicato nelle distonie apparato digerente e disintossicazione da
sostanze.
Endocrine point localizzato sull’incisura (IT): azione riequilibrio,
secrezione endocrina, patologie endocrino-metaboliche. Azione
antiallergica, antiinfiammatoria, antireumatica.
Master sensorial point o Eye point localizzato al centro del lobo
(LO5); azione sulla sensibilità (corteccia parietale), turbe della
sensibilità: parestesie, disestesie ecc.
Master cerebral point (Master Omega) localizzato zona antero-
inferiore lobo (LO7) Punto di riequilibrio psichico. Agisce su ansia,
paura, disturbi ossessivo compulsivi, somatizzazioni, insonnia.
Dolore cronico.
Antidepressant Point (Serotoninergico) localizzato a livello LO3.
Ha azione serotoninergica, agisce su turbe dell’umore, dolore
cronico, neuropatico, e nel comportamento alimentare.
Liver Point (muscle relaxation) localizzato nella conca CO13,
agisce rilassando la muscolatura liscia e striata.
2) Spiegazione punti utilizzati in agopuntura somatica:
Punti locali e adiacenti:
BL10 (tian zhu) Punto Finestra del Cielo. Sottomette il Vento e lo
yang del Fegato (cefalea occipitale, vertigini, crampi muscolari,
rigidità del collo con incapacità a ruotare la testa) espelle il Vento
esterno, rimuove le ostruzioni nel canale, rinforza i canali taiyang,
regola la salita e discesa del qì dalla testa e sottomette il qi ribelle.
Localizzato 1,3 cun a lato di GV15 (yamén), tra le apofisi spinose
48
della I e II vertebra cervicale. Indicato per vertigine, cefalea,
cervicalgia, torcicollo, dorsalgia, lombalgia. Tecnica: puntura
perpendicolare, profondità 0,3-1 cun.
BL12 (feng mén) punto di riunione tra Meridiano della Vescica e
Du mai, espelle il Vento Esterno (cefalea occipitale e rigidità al
collo da invasione di Vento), regola lo ying qì e il wèi qì, rinforza
la schiena (dolore lombare, collo rigido). Localizzato 1,5cun a lato
apofisi spinosa della II vertebra toracica. Tecnica: puntura
perpendicolare, profondità 0,5-1 cun, oppure obliqua, moxa
consentita.
GV14 (da zhui) è punto d’incontro del du mài con tutti i canali
yang, punto del Mare del qi. Azioni: purifica il Calore (febbre),
libera l’Esterno ed espelle il Vento esterno (avversione al freddo,
febbre, dolori corporei, cefalea e rigidità occipitali), regola lo ying
qì e il wei qì (invasione da Vento esterno, avversione al Freddo),
sottomette il Vento interno, purifica lo shen (depressione, astenia).
Localizzazione: sotto il processo spinoso di C-7. Ha anche un
effetto tonificante generale, indicato per la cervicalgia, rigidità del
collo e del rachide. Tecnica: puntura perpendicolare, profondità
0,5-1 cun, moxa consentita.
GV15 (yamen) localizzato 0,5 cun sotto GV16 tra i processi spinosi
di C1 e C2. È in grado di muovere localmente Energia e Sangue,
combattere il dolore e migliorare la motilità, è indicato nei disturbi
post-traumatici del collo, per cefalea occipitale, disturbi
dell’equilibrio, vertigini, crampi. Tecnica: puntura perpendicolare,
profondità 0,2-0,5 cun.
GV16 (fengfu) localizzato sotto la protuberanza occipitale esterna,
Punto di riunione con Yangweimai e con il meridiano principale di
Vescica, punto Finestra del Cielo, punto mare del Midollo, punto
demone di Sun Si Mao e punto del Sistema dell’Occhio. Elimina il
Vento interno, espelle il Vento esterno (avversione al Freddo,
febbre, rigidità occipitale, torcicollo, cefalea), nutre il Midollo e
giova al Cervello (cefalea, vertigini, acufeni, visione offuscata),
calma lo shen. Localizzazione: sotto la protuberanza occipitale, 1
cun dalla linea di impianto dei capelli. Tecnica: puntura
perpendicolare, profondità 0,4-0,8 cun.
GB20 (fengchi): punto dello Yang wèi mài, punto d’incontro dei
49
canali della Vescicola Biliare e del Triplice Riscaldatore. Espelle il
Vento esterno (avversione al freddo, febbre, dolori corporei,
rigidità e dolore occipitale), sottomette il Vento interno (vertigini,
trisma, epilessia), illumina gli occhi (visione offuscata dolore agli
occhi), giova alle orecchie (acufeni), purifica il Calore e nutre il
Midollo e purifica il cervello. Localizzato nella depressione fra i
muscoli sternocleidomastoideo e trapezio, a livello di GV16
fengfu. Indicazioni in medicina occidentale: Cefalea, cervicalgia,
torcicollo dolore al dorso e alla spalla, sindrome depressiva.
Tecnica: puntura intermedia, rivolta verso il canto interno
dell’occhio contro laterale, profondità 0,8-1,2 cun, moxa
consentita. È sempre di primario impiego nelle patologie del collo
e del capo.
GB21 (Jianjing): punto d’incontro dei canali della Vescicola
Biliare e del Triplice Riscaldatore, punto dello yangweimai.
Localizzato nel punto più alto della spalla a metà fra GV14 e
l’acromion. Azione in medicina tradizionale cinese: rimuove le
ostruzioni del meridiano, rilascia le articolazioni. Rilassa i tendini:
rigidità e dolore al collo e parte alta delle spalle, cervicalgia,
dolore al dorso e alla spalla. Tecnica: puntura perpendicolare,
profondità 0,5- 0,8 cun.
SI15 (Janzhongshu) localizzato 2 cun a lato dell’apofisi spinosa
della VII vertebra cervicale. Indicato per dolore alla spalla e al
dorso. Puntura perpendicolare, profondità 0,3-0,6cun, moxa
consentita.
SI12 (bingfeng): localizzato al centro della fossa sovraspinata.
Indicato per dolore e rigidità alla spalla e cervicalgia. Puntura
perpendicolare, profondità 0,5-1cun, moxa consentita.
TE15 (Tianliao): localizzato 1 cun dietro e sotto GB21. Indicato
per rigidità, cervicalgia, dolore alla spalla e al braccio. Puntura
perpendicolare, profondità 0,6-0,8cun, moxa consentita.
Punti Distali:
SI3 (hòu xi): punto shu Ruscello, punto Legno, punto d’apertura
del du mài, punto di Tonificazione. Sottomette il Vento interno ed
espelle il Vento esterno, in combinazione con BL62 shen mài attiva
il du mai rimuove le ostruzioni dal canale (collo rigido, parte
50
superiore della schiena rigida, dolore alla scapola, braccio, polso,
mignolo) disostruisce i meridiani SI-BL-GV e rilassa i tendini,
analgesico, indicato nella cefalea occipitale. Localizzazione: dietro
l’articolazione metacarpo-falangea del V dito al limite tra pelle
palmare e dorsale. Puntura perpendicolare, profondità 0,2-2 cun.
Indicato nelle cervicobrachialgie del lato ulnare, nucalgie e
cervicodorsalgie
BL62 shen mài punto d’apertura dello yang qiao mài, è localizzato
nella depressione sotto il malleolo esterno. Sottomette il vento
interno, rimuove le ostruzioni del canale (collo rigido, cefalea
occipitale, SOD da Freddo della schiena, rilassa le articolazioni),
espelle il Vento esterno (avversione al freddo, febbre, cefalea
occipitale, collo rigido). Puntura perpendicolare, profondità 0,3-0,5
cun, moxa consentita
LR3 tài chong punto shu ruscello, punto Terra e yuan sorgente,
punto Stella del Cielo di Ma Dan Yang, usato per calmare il Fegato
nelle sindromi da eccesso, sottomette lo yang del Fegato (cefalea,
vertigini, visione offuscata) in tonificazione nutre il Sangue,
stimola il libero fluire del qi di Fegato. Calma gli spasmi (crampi,
contrattura tendini, rigidità colonna). Tonifica il Sangue e regola le
mestruazioni, (attiva il chong mài usato per problemi ginecologici:
amenorrea, dismenorrea, prolasso uterino), calma lo shen
(insonnia, irritabilità, preoccupazione) ed è efficace per sedare i
pazienti molto tesi, con tendenza ad avere scoppi d’ira o a provare
sentimenti di grande frustrazione o rabbia repressa, combinato con
LI4 hégu si potenzia l’effetto calmante. Localizzato sul dorso del
piede, nella depressione distale all’articolazione fra I e II
metatarso. Puntura perpendicolare, profondità 0,5-1 cun
LI4 hè gu punto Yuan Sorgente, punto Stella del Cielo di Ma Dan
Yang. Espelle il Vento esterno e libera l’Esterno, stimola la
diffusione del qi di Polmoni, calma lo shen (l’ansia soprattutto se
combinato con LR3 tài chong o con GV24 shén ting e GB13 ben
shen). Può essere impiegato come punto di tonificazione, associato
con ST36 zu san lì e CV6 qi hai tonifica il qi e fortifica la wei qi.
Combinato con LR3 tài chong (i Quattro cancelli) espelle il Vento
esterno, sottomette il Vento interno e calma lo shén, il vento dalla
testa, blocca il dolore nell’emicrania. Controindicato in gravidanza.
51
Localizzato sul lato radiale dell’indice, sulla prominenza del I
muscolo interosseo dorsale, all’altezza del punto medio tra il I e II
metacarpo. Rimuove le ostruzioni del meridiano, calma i dolori,
tonifica il qi e xue, utile per cefalea, cervicalgia, dolore all’arto
superiore. Puntura perpendicolare, profondità 0,3-1 cun, moxa
consentita.
34GB yanglingquan: Punto mare dei cinque punti shu, punto terra
e punto riunione dei tendini; è localizzato nella depressione situata
davanti alla testa del perone. Infissione profonda verticale, antero-
inferiore alla testa del perone, profondità 0,7-2cun. È il punto
principale per le contratture della muscolatura striata di ogni
distretto corporeo, quindi è di uso frequente nelle cervicalgie. Si
può associare al 5TE nelle algie laterali del collo e nel dolore
irradiato verso l’orecchio.
5TE (waiguan): localizzato 2 cun sopra la piega dorsale del polso,
fra radio e ulna. Puntura perpendicolare, profondità 0,5-1 cun.
Indicazioni: cefalea, cervicalgia.
Ex Luozen (significa“torcicollo”). Punto della mano per le algie
della nuca e del collo. Infissione verticale, 0,5 cun prossimale
all’articolazione metacarpo-falangea, tra il 2° e 3° metacarpo, la
sua intensa manipolazione ha una netta indicazione nelle
cervicalgie acute.
52
CONCLUSIONI
Entrambi i pazienti trattati hanno ottenuto un ottimo miglioramento
sintomatologico sull’algia e sullo stato psichico. Col trascorrere delle
sedute, nel primo caso, la sintomatologia era sempre in costante
miglioramento. È stato gradito dai pazienti non solo per il miglioramento
sintomatologico, ma anche per il concomitante effetto miorilassante,
sedativo e un senso di generale benessere, inoltre non ha presentato effetti
collaterali.
L’uso degli aghi a semipermanenza e delle microsfere magnetiche ha
consentito di mantenere e prolungare l’effetto terapeutico ottenuto
durante la seduta.
La terapia nel colpo di frusta è basata sull’uso di un collare cervicale e il
trattamento farmacologico a base di antiinfiammatori per periodi
prolungati; considerando che i pazienti che abbisognano di un trattamento
terapeutico, sono spesso già sotto carico plurifarmacologico per altre
patologie concomitanti, in quest’ottica, l’agopuntura offre certamente uno
strumento terapeutico in più, maneggevole, sicuro, e non invasivo. Come
confermato da alcuni autori, in tali pazienti può essere molto utile un
trattamento con agopuntura auricolare perché permette un rapido
miglioramento della mobilità articolare già dopo le prime sedute; tale
miglioramento è sostanzialmente dovuto ad una maggiore efficienza delle
performances muscolari, grazie al fatto che l’agopuntura auricolare
permette un rilassamento delle strutture muscolari che, con il colpo di
frusta presentano una cosiddetta “contrazione spastica di difesa”, che
avviene in modo generalizzato, al fine di proteggere le delicate strutture
del midollo spinale. Inoltre l’agopuntura auricolare migliora la prognosi a
lungo termine del colpo di frusta, riducendo il dolore cervicale, le algie
degli arti superiori e la cefalea. In sintesi l’auricoloterapia nel trattamento
del colpo di frusta può quindi essere utile nel ridurre la sintomatologia
dolorosa e l’impotenza funzionale appena successiva all’evento
traumatico e migliorare la prognosi del traumatizzato a lungo termine. Per
alcuni AA il colpo di frusta è un’indicazione tipica per l’agopuntura
auricolare, sia in fase acuta che in seguito qualora persistano cefalea e
senso di sbandamento malgrado l’uso del collare.
Per ciò che concerne il torcicollo, pur trattandosi di una patologia di
secondaria importanza, che di solito si risolve spontaneamente nel giro di
53
pochi giorni, il torcicollo presenta tuttavia un’intensa patologia algica,
scarsamente controllabile con le usuali terapie mediche. Per questi motivi
è opportuno ricorrere all’agopuntura, che consente di ridurre la
contrattura muscolare ed i concomitanti fenomeni flogistici, attenuando
così il dolore.
Il trattamento adottato è risultato efficace, sia nel miglioramento della
sintomatologia algica che nel movimento del rachide cervicale; è privo di
effetti collaterali importanti, ha effetto ansiolitico e potrebbe sostituire la
terapia farmacologica nei portatori di patologia gastrica, diatesi allergica,
ecc, senza gli eventi avversi legati all’uso di FANS (gastrolesione,
sanguinamenti, epatosi, aplasia midollare, anemie emolitiche, nefropatie,
ecc.) o miorilassanti (nausea, vomito, cefalea, sedazione, ecc.);
permettendo, inoltre, di diminuire i costi dei trattamenti farmacologici
tradizionali e/o delle terapie fisiche, ma soprattutto di diminuire il numero
di giornate di lavoro perse.
Alla luce di quanto esposto possiamo considerare vantaggioso l’utilizzo
dell’agopuntura nel trattamento delle cervicalgie (naturalmente bisogna
escludere dalle indicazioni dell’agopuntura tutte quelle forme in cui vi
siano rilevanti lesioni organiche), nell’ambito del Servizio Sanitario
Nazionale, per l’elevato risultato positivo che risulta ottenibile e con un
ottimo rapporto costo beneficio.
La patologia del rachide cervicale può essere affrontata combinando
metodi diversi e il medico che si occupa di medicina non convenzionale
può scegliere la combinazione terapeutica migliore per il paziente che ha
di fronte; ogni trattamento va personalizzato scegliendo la terapia più
efficace, meglio tollerata e più gradita al paziente. Le medicine non
convenzionali ci offrono una “marcia in più”, è possibile avere a
disposizione una terapia efficace, sicura e a basso costo.
54
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