“Disabilità, inclusione e movimento”
Antonella Piccotti [email protected]
Terni 23 Febbraio 2017
SEMINARIO REGIONALE PER DOCENTI DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA E PRIMARIA “IL CORPO IN MOVIMENTO” COME BASE PER LO SVILUPPO ARMONICO DEL BAMBINO
Perugia 28 marzo 2017
Ogni persona, con o senza disabilità, è diversa
dall’altra, non solo per le caratteristiche proprie
di ciascun individuo, ma soprattutto per le
diverse reazioni psichiche e fisiche che possono
scaturire da stimoli esterni di varia natura
2
Educazione E Movimento
3
L’educazione attraverso il movimento: Valenza educativa della motricità
L’educazione attraverso il movimento contribuisce
allo sviluppo integrale della personalità e si avvale sia
dell’educazione del corpo, intesa come sviluppo
fisico, sia dell’educazione al corpo, intesa come
atteggiamento positivo verso il corpo.
4
Le attività motorie e sportive sono strumenti efficaci per aiutare i giovani ad affrontare situazioni atte a favorire la crescita psicologica, emotiva, sociale oltre a quella fisica. Un attento esame della nostra società e dei suoi bisogni, in particolare quelli relativi al mondo della scuola (che forma i futuri cittadini), non può prescindere dal ruolo che la cultura del “sapere motorio” assume come prerequisito fondamentale per l'acquisizione di corretti stili di vita.
5
L'educazione motoria riveste una grande importanza nella formazione integrale della persona, dalla prima infanzia fino agli anni della scuola media superiore, periodo durante quale è necessario tener conto dei rapidi e intensi cambiamenti psico-fisici che avvengono in questa età e della variabilità del processo evolutivo individuale.
Ogni persona ha la capacità naturale di sviluppare tutte le potenzialità, a condizione che possa sperimentarle in un clima di facilitazione psicomotoria. Questa concezione positiva della natura umana dovrebbe essere alla base di ogni rapporto educativo.
6
È obiettivo principale della scuola quello di
sviluppare e formare la personalità dell’individuo in
crescita, fornendogli tutte le possibilità necessarie,
affinché ciò avvenga in maniera positiva.
Il clima facilitatore per lo sviluppo della personalità e
la formazione del carattere deve essere garantito a
tutti, soprattutto a coloro che presentano delle
difficoltà.
7
Alla scuola viene affidato il compito di sviluppare
una nuova cultura motorio - sportiva e di
contribuire ad aumentare il senso civico degli
studenti, migliorare l’aggregazione, l’integrazione e
la socializzazione,
ma anche di farsi interprete di un progetto che
favorisca l’inclusione anche delle fasce più deboli e
disagiate presenti fra i giovani.
8
L’attività MOTORIA si concretizza
dunque come momento di verifica in
itinere di un lavoro svolto con continuità
dai docenti nelle scuole.
Continuità che va perseguita nei confronti di tutti gli alunni, compresi quelli con disabilità, ai quali va posta una particolare attenzione in ragione del notevole contributo che l’attività sportiva può portare ad una piena integrazione scolastica, nonché alla crescita umana. ( L.517/77 D.M. C.M. …)
9
10
1. Sport e giochi nell'antichità classica greca
3. Attività motorie e pratiche sportive nell'età romana
3.1 Il mondo feudale e il Medio Evo Fine della civiltà ginnico-sportiva greca e romana - Cavalleria, giochi e sport "popolari"
3.2 Età umanistica rinascimentale
4. Nascita dell'educazione fisica moderna tra 600 e 700 - Educazione fisica e illuminismo
4.1 Pratiche educative in Europa e nascita dello sport tra '700 e '800
Le grandi scuole Europee:scuola svedese, tedesca, anglosassone, francese.
5. Educazione fisica e pratica sportiva in Italia nell'800 Scuole di Torino e Bologna: da Rudolf Obermann a Emilio Baumann a Angelo Mosso
5.1 Educazione fisica in Italia dalla legge Casati (1859) alla riforma Gentile(1923)
6 -Educazione fisica in Italia dal 1923 al 1945 -
Educazione fisica durante il fascismo, dall'ENEF alla GIL
7. L'educazione fisica nella scuola italiana dal 1945 al 1958 - La scuola italiana e l'educazione fisica negli anni della ricostruzione
7.1 L'educazione fisica nella scuola italiana dal 1958 al 1980
L'educazione fisica scolastica dalla legge Moro al 1980, gli anni d'oro
7.2 Educazione fisica nella scuola italiana dal 1980 ad oggi - Dagli anni d'oro alla crisi dei nostri giorni 9. Storia delle Olimpiadi Antiche e Olimpiadi Moderne
11. Storia del movimento Paralimpico - Paralimpiadi
STORIA DELL'EDUCAZIONE FISICA E DELLO SPORT
11
Convenzione ONU sui Diritti
dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Promulgata dall'ONU nel 2007, la convenzione si richiama esplicitamente a diversi principi : non discriminazione, eguaglianza, pari opportunità, rispetto dell'identità individuale
12
Si compone di 50 articoli, dei quali i primi 30 si incentrano sui diritti fondamentali (associazionismo, diritto di cura, diritto alla formazione personale, ecc.), mentre gli altri 20 riguardano le strategie operative atte a promuovere la cultura della disabilità
L’art. 30, in particolare, parla dello sport e lo
include tra le attività fondamentali per tutti,
ma soprattutto per i bambini e i ragazzi
disabili
13
In essa viene evidenziata
l'importanza di offrire a tutti i
bambini e ragazzi disabili
l'opportunità di partecipare alla
vita sociale attraverso lo sport
14
Importanza della Psicomotricità nello sviluppo
La psicomotricità
“La parola psicomotricità si presenta affascinante e sempre attuale, nella sua intenzione di conciliare i due termini estremi della persona umana MENTE e CORPO
Essa postula l’unità della persona, pur non escludendo la differenziazione delle tre sfere costitutive della personalità: motoria, affettiva, cognitiva.” Anne Marie Wille
15
si applica soprattutto a bambini, sia cosiddetti “normodotati” che disabili, ma in alcuni casi, anche ad adulti e ad anziani con disturbi neuropsicologici
la psicomotricità
La psicomotricità sportiva
si distacca leggermente da quella tradizionale, poiché prende in considerazione un ambito non più patologico, ma prettamente sportivo. Attraverso movimento, gioco e sport, si favorisce la crescita globale del bambino, offrendogli un percorso di esplorazione e conoscenza, indispensabili per lo sviluppo di una propria autonomia e identità.
La psicomotricità
16
psico-
motorio
Sviluppo In età evolutiva, l'educazione psicomotoria dovrebbe essere realizzata per schemi motori
Lo sviluppo psicomotorio
L’evoluzione di questi si caratterizza soprattutto nello sviluppo delle capacità di conoscenza e di miglioramento dell'utilizzo del proprio corpo come “strumento di movimento”
17
ORIGINI DELLA PSICOMOTRICITA’ Educazione psicomotoria
Il termine psicomotricità è un neologismo che
assume il suo pieno significato solo in tempi
storicamente recenti: la prima apparizione del
termine "psicomotorio", si fa risalire intorno al
1870 per dare un nome a delle regioni della
corteccia cerebrale vicine alle aree propriamente
definite motorie, laddove si ipotizzava avvenisse
l'unione, ancora piuttosto misteriosa, tra il
movimento e l'immagine mentale.
18
L'educazione psicomotoria si riferisce a tutte quelle realtà in cui il corpo e i suoi movimenti diventano lo strumento per conoscere meglio sul piano intellettivo e vivere sul piano affettivo e relazionale i rapporti con se stessi, gli oggetti e le persone.
19
La pratica psicomotoria si propone come educazione rivolta a tutti nelle strutture in cui si svolge l'opera educativa (casa, scuola, servizi ricreativi e sportivi) dai normali educatori (genitori, insegnanti, istruttori ed operatori che lavorano nelle strutture per le attività fisiche e nel tempo libero).
20
21
La Francia è la culla della psicomotricità. In
Francia la psicomotricità si è espressa
attraverso diverse "scuole", come quella di
De Ajuriaguerra, Vayer, Le Boulch,
Shilder, Piaget
22
In un primo momento il bambino scopre il
corpo attraverso l'attività riflessa, ed alle
particolari posizioni che gli vengono fatte
assumere; successivamente, avendo acquisito
delle informazioni abbinate ad una
maturazione, sarà capace di effettuare
movimenti coordinati e dissociati.
Il continuo rapporto con l'ambiente gli
favorirà, attraverso l'imitazione, il contatto con
gli oggetti, la scoperta di sé in termini di
sincretismo e di globalità, così come la
scoperta dello spazio circostante e degli altri.
Dopo queste fasi diventerà capace,
attraverso meccanismi di accomodaamento
e assimilazione, di agire volontariamente ed
in modo programmato sull'ambiente e su se
stesso.
23
Concezione psicomotoria di Vayer (aspetti riabilitativi e pedagogici)
Vayer afferma l'importanza fondamentale dell' “azione del corpo” per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo, in quanto l'azione porta alla rappresentazione e questa alla astrazione e allo sviluppo affettivo inteso come percezione di se e rapporto con gli altri.
L'educazione psicomotoria si esercita su tre versanti:
- lo schema corporeo, inteso come scoperta e coscienza di sé
- il rapporto con gli oggetti, e perciò l'organizzazione delle funzioni e delle relazioni con essi e tra essi
- il rapporto con le altre persone, che porta alla accettazione, alla conoscenza, alla collaborazione.
Per Vayer l'educazione psicomotoria si pone l' obiettivo generale dello sviluppo globale della personalità e degli obiettivi specifici strettamente correlati agli apprendimenti scolastici (grafomotricità/scrittura, organizzazione spazio-temporale/lettura, nozioni topologiche e logiche/apprendimento matematico).
24
Approccio pedagogico alla nozione
di schema corporeo
J. Piaget Secondo J. Piaget l'integrazione della senso-motricità gioca un ruolo
essenziale nello sviluppo globale della personalità. Distingue fasi
successive attraverso le quali si isolano e si costituiscono la
conoscenza dello spazio del corpo e la conoscenza dello spazio
esterno.
Dopo avere descritto come il bambino assimila direttamente il mondo
esterno alla sua propria attività , per costruire un numero crescente di
schemi al tempo più mobili e atti a coordinarsi tra loro, Piaget mostra
come parallelamente e grazie a questa implicazione progressiva degli
schemi assimilatori, si elabori l'universo esteriore. Con i progressi
dell'intelligenza e della riflessione, il mondo si organizza nella misura in
cui l‘ IO si organizza scoprendosi.
25
DEFINIZIONE SCHEMA CORPOREO
P. Schilder elaborò delle teorie sullo schema corporeo
Secondo le quali esso si costituisce non solo sulla base
delle sensazioni (cenestesiche, tattili, ecc.), ma soprattutto
mediante l’integrazione di queste sensazioni con i vissuti
esistenziali ed emotivi del singolo soggetto.
Lo schema corporeo è l’immagine tridimensionale che
ciascuno ha di sé stesso: possiamo anche definirlo
‘immagine corporea’.
Lo schema corporeo è l’organizzazione delle
sensazioni relative al proprio corpo, in rapporto con il
mondo degli altri e il mondo degli oggetti, in un
continuo divenire
26
Dallo schema motorio alle abilità di base L'espressione motoria di un bambino dipende dalle caratteristiche personali e dalla quantità-qualità delle
esperienze vissute (sistema senso-motorio).
Sono questi i prerequisiti strutturali e funzionali su si possono affermare gli schemi motori e le capacità motorie.
Gli schemi motori, unità di base del movimento, e posturali sono l'espressione spontanea del movimento l'effettiva base su cui
montare le abilità complesse.
Si possono acquisire automatismi complessi se costruiti sull'ampia base di schemi motori e posturali.
27
Schemi motori di base
Elementi fondamentali della motricità che il bambino acquisisce con gradualità, in modo spontaneo
28
DINAMICI POSTURALI
CAMMINARE
CORRERE
SALTARE
LANCIARE
AFFERRARE STRISCIARE
ROTOLARE
CALCIARE
DONDOLARE
FLETTERE
ESTENDERE
ADDURRE
ABDURRE
RUOTARE
Le capacità motorie
Le capacità motorie possono essere definite come
“disponibilità motorie individuali” presupposto fondamentale
per la prestazione motoria e sportiva.
Migliorando gli schemi motori di base e posturali, attraverso
l'educazione e lo sviluppo delle capacità motorie, si costruisce
un corredo motorio polivalente e multilaterale, patrimonio di
ciascun bambino e presupposto per le abilità motorie generali
e specifiche.
Il bambino passa da una coordinazione grezza alla
coordinazione fine, poi alla stabilizzazione e alla disponibilità
variabile dell'atto motorio.
29
30
MULTILATERALITA’
Agire per lo sviluppo di tutte le capacità e per la costruzione di un gran numero di abilità motorie variando proposte e situazioni - Educazione del movimento (contenuti, mezzi, organizzazione) Fa riferimento agli aspetti didattici, cioè ai contenuti, ai mezzi e alla loro organizzazione (giochi, percorsi, circuiti, prove multiple)
31
In cui le attività motorie devono avere carattere orientato allo sviluppo di capacità ed abilità la cui trasferibilità, valenza e validità sia molteplice - Ambiti culturali, interdisciplinari dell’ ed. motoria (educazione attraverso il movimento)
POLIVALENZA
Capacità motorie: educazione e sviluppo Le capacità motorie influenzano la possibilità di effettuare e controllare il
movimento sono classificate in :
Capacità coordinative
Capacità condizionali
Le capacità coordinative sono quelle che permettono di organizzare e
regolare controllare adattare il movimento, in funzione di un determinato
scopo da raggiungere (con elevata economicità)
Sono suddivise in generali (cap. di apprendimento motorio, cap. di
adattamento e trasformazione motoria, cap. di controllo motorio) e speciali
(cap. di ritmizzazione, cap. di anticipazione, cap. di equilibrio, cap. di
orientamento spazio-temporale, cap. di adattamento, cap. di
differenziazione, cap. di reazione, cap. di accoppiamento o combinazione).
Le capacità condizionali - Insieme di caratteristiche biochimiche,
morfologiche, funzionali, che permettono di affrontare l’attività
motoria. Si propongono di stimolare lo sviluppo di:
Forza, velocità, resistenza e mobilità articolare. 32
33
C. COORDINATIVE GENERALI
CAPACITA’ DI APPRENDIMENRTO
MOTORIO
CAPACITA’ DI CONTROLLO
MOTORIO
CAPACITA’ DI ADATTAMENTO
E TRASFORMAZIONE
CAPACITA’ COORDINATIVE SPECIALI
C. DI EQUILIBRIO
C. DI COMBINAZIONE
MOTORIA
C. DI ORIENTAMENTO
C. DI DIFFERENZAZIONE
SPAZIO-TEMPORALE
C. DI DIFFERENZIAZIONE
DINAMICA
C. DI ANTICIPAZIONE MOTORIA
C. FANTASIA MOTORIA
Sarà fondamentale concentrarsi sull’approccio ludico allo sport, utilizzando vari mezzi, privilegiando la polivalenza e la multilateralità
Tutto ciò aumenterà l’autostima e contribuirà alla formazione di una personalità forte ed equilibrata
Saper fare molte cose con il
proprio corpo nello spazio e
nel tempo (in situazioni statiche
e dinamiche), a carico naturale
e/o con gli attrezzi, significa
conoscere se stessi dal punto di
vista motorio ed essere in grado
di MUOVERSI nello spazio e nel
tempo”
34
35
Movimento E Adattamento
36
Valutazione: Motoria e Funzionale
strisciare-gattonare-scendere-salire-afferrare-lanciare
movimenti parassiti, sincinesie muovere un solo arto effettuare la pinza (opposizione
del pollice - chiusura ad anello)
portare a termine un compito motorio con durata-forza-velocità adeguata
apprendere-controllare- adattare un movimento
coordinazione spazio-temporale, oculo-manuale, oculo-podalica
equilibrio statico - dinamico
Comunicazione
• se parla e come parla
• se presenta afonia-atonia
• se è in grado di sentire
• se è ipersensibile o
iposensibile ai rumori esterni
• se comprende le richieste
• se ascolta
• se è capace di concentrazione
e attenzione adeguata
• Se sa svolgere un compito
motorio assegnato
CAUSE DI DISTURBO
Emotività
Deficit attenzione
Deficit concentrazione
Fatica
Disabilità
39
TECNICO (regole del gioco e
regolamenti)
ADATTAMENTO
EDUCATIVO Didattico /
Metodologico AMBIENTALE
(attrezzature e spazi)
FACILITAZIONI
MATERIALI
MODELLO IMITATIVO
AIUTI
Indicazioni gestuali Guida
verbale
GUIDA FISICA: accompagnamento
Adattamento dei tempi di esecuzione
La persona ed il gruppo (partecipazione ed
accoglienza)
Integrazione scolastica ed inclusione sociale
Ricerca dell’autonomia e dell’autostima
Partecipazione attiva dell’alunno al processo di
apprendimento
COSA FARE ALL’INIZIO
Accertare la tipologia della disabilità, se genetica o acquisita
e le capacità residue (funzione - ICF)
Predisporre obiettivi raggiungibili
Individuare procedure gratificanti in un ambiente
accogliente
Tenere sempre presente che l’attività motoria non è solo
attività meccanica ma …
Gioco / espressività / creatività / comunicazione
STRUMENTI motivazionali
STRUMENTI sociali
il piacere del movimento (far ricordare un movimento piacevole ) bisogno di prestazione (avere riconoscimento per un’abilità,
conferma, autostima) partire da interessi/ propensioni personali (aiutano a migliorare
la consapevolezza nelle proprie capacità e limiti) Fantasia - Creatività (stimolare capacità di reinvenzione ,
rielaborazione …) lavoro di gruppo (dalla coppia…alla squadra) gioco dei ruoli (compito di assistente istruttore, tutor,
compagno di lavoro ) attività a turno (rispettare il proprio turno e gestire
l’attesa, capacità osservazione, concentrazione …)
Comunicare con l’alunno cieco per fornire le necessarie informazioni al fine di creare l’immagine mentale del percorso motorio da eseguire;
Fargli conoscere l’ambiente con descrizione verbale e se gradito, attraverso il tatto;
Condurre l’alunno attraverso il percorso/esercizio e fargli «sentire» le difficoltà;
Facilitare la percezione della forma, della dimensione e le caratteristiche fisiche degli attrezzi da utilizzare;
Eseguire con guida (spalla – vocale, insegnante – compagno);
Richiedere massimo silenzio durante la fase esecutiva;
Stimolare e ampliare l’organizzazione spazio-temporale;
Disabilità sensoriale: Ciechi e ipovedenti - STRATEGIE operative
Far conoscere all’alunno l’ambiente di lavoro per ispirare sicurezza;
Predisporre un ambiente accogliente e tranquillo (fare attenzione se utilizza protesi acustica)
Parlare lentamente e davanti all’alunno sordo;
Ricercare e stimolare l’attenzione dell’alunno (eseguire più dimostrazioni);
Associare alla dimostrazione pratica il linguaggio L.I.S. e coinvolgere la classe all’apprendimento di nuove strategie di comunicazione;
Condurre e proporre le stesse attività motorie-sportive dei compagni di classe;
Disabilità sensoriale: Sordi e ipoacusici - STRATEGIE operative
Controllo posturale del corpo Movimenti possibili e controllabili Equilibrio: statico e dinamico Adattare le attività alle possibilità motorie
dell’alunno, alla sua funzionalità residua procedendo dalle proposte più semplici alle più complesse;
Fissare ogni passo dell’apprendimento con ripetizioni positive per far vivere emotivamente il rinforzo come un’esperienza fatta propria ;
Disabilità fisico-motoria STRATEGIE operative
DEAMBULA: è autonomo negli spostamenti? necessità di assistenza nei cambi di stazione o nei passaggi di equilibrio? NON DEAMBULA: spinge da solo la carrozzina? – viene spinto da assistente? (carrozzina meccanica, elettronica)
Tenere sempre presenti gli stadi di sviluppo e le differenze individuali;
Rilevare informazioni riguardo lo sviluppo della SFERA RELAZIONALE; COMUNICAZIONE VERBALE NON VERBALE ; presenza stereotipie gestuali o comportamentali ; Ipersensibilità sensoriale e/o emotiva;
Costruire un clima di lavoro positivo;
Specificare sempre l’obiettivo dell’attività, facilitando la comprensione del compito;
Scomporre i compiti di apprendimento in semplici sequenze di movimenti;
Disabilità intellettivo-relazionale - STRATEGIE operative
Individuare informazioni rilevanti da presentare, privilegiando sempre la dimostrazione, considerati eventuali limiti nelle capacità attentive;
Dopo l’esecuzione di un nuovo esercizio fornire un feed-back immediato e specifico per poi diradarlo in vista di un’esecuzione motoria sempre più autonoma;
Ridurre gradualmente la quantità di assistenza diretta necessaria all’apprendimento;
Disabilità intellettivo-relazionale - STRATEGIE operative
50
51
52
Lo sport favorisce le funzioni che servono
all’individuo per stabilire un contatto con
l’ambiente, per entrare in rapporto con
questo e poterlo poi modificare, facilitando
l’esigenza di comunicare, in quanto
rappresenta l’essenza della “qualità della
vita” di ogni individuo, di ognuno di noi.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE! 53