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RISCHIO CHIMICO
Il RISCHIO CHIMICO in ambiente di lavoro è riconducibile all’insieme dei rischi per la Sicurezza e per la Salute, connessi con la presenza, nell’ambito dello svolgimento delle lavorazioni, di “AGENTI CHIMICI PERICOLOSI”
AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
• Per Agenti Chimici Pericolosi si intendono le sostanze ed i preparati che, in base alle loro caratteristiche chimiche, chimico-fisiche, e tossicologiche, sono classificati nelle categorie di pericolo di cui al D.Lgs. 52/97 e al D.Lgs. 285/98 e s.m., o che rientrano, comunque, nei criteri di classificazioni ivi previsti.
PREPARATIPREPARATISOSTANZESOSTANZE
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
Gli elementi chimici ed i loro compositi allo stato naturale o ottenuti mediante qualsiasi procedimento di produzione
PREPARATI Miscele o soluzioni costituite da più sostanze
SOSTANZE
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione
◆ PERICOLOPERICOLO
La proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
RISCHIO CHIMICODEFINIZIONI
RISCHIORISCHIO
La probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
D.Lgs 81/08 TITOLO IX SOSTANZE PERICOLOSE CAPO I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI Art. 221. La norma riguarda:
• tutti gli agenti chimici presenti in azienda: nel ciclo produttivo, intenzionali e non, nello stoccaggio, come rifiuti, come emissioni da lavorazioni, come sottoprodotti, da miscelazioni, ecc.;
• tutti gli agenti chimici pericolosi, classificati secondo le normative, o non classificati ma che comunque rispondono ai criteri di pericolosità, o che siano solo potenzialmente pericolosi (es. lavorazione a caldo di polimeri che liberano monomeri);
• tutte le attività lavorative, industriali e commerciali, private e pubbliche, artigianali e agricole, ecc.
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
• AGENTI CHIMICI PERICOLOSIAGENTI CHIMICI PERICOLOSI
AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
1. Agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del D.Lgs. 3/2/97, n. 52, e successive modifiche;
2. Agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del D.Lgs. 16/7/98, n. 285 (sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente);
3. Agenti chimici che pur non essendo classificabili come pericolosi in base ai punti 1 e 2, possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute a causa della loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzate o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
DEFINIZIONE DI PERICOLOSITÀL. 256/74 -D.M. 28/01/92-D.Lgs. 52/97
Etichettatura sostanze e preparati pericolosi
Sono pericolose le sostanze e i preparati che hanno una o più delle seguenti proprietà:
CHIMICO-FISICHE
TOSSICOLOGICHE
I RISCHI DA AGENTI CHIMICII RISCHI DA AGENTI CHIMICI
IN PARTICOLARE OCCORRE RIFERIRSIIN PARTICOLARE OCCORRE RIFERIRSIA SOSTANZE E PREPARATI:A SOSTANZE E PREPARATI:
• ESPLOSIVI• COMBURENTI (Ossigeno)• ESTREMAMENTE INFIAMMABILI (R12- os. etilene)• FACILMENTE INFIAMMABILI (R11 – Toluene)• INFIAMMABILI (R10 - xilene)
• MOLTO TOSSICI (T+)• TOSSICI (T – formaldeide)• NOCIVI (Xn – clorobenzene)• CORROSIVI (C – acido cloridrico)• IRRITANTI (Xi – dimetilammina)• SENSIBILIZZANTI ( Xn - R42; Xi – R43)
• CANCEROGENI• MUTAGENI• TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
CATEGORIA DI PERICOLO
LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI
ESPLOSIVI
ESostanze e preparati che possono esplodere per effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione)
COMBURENTI
OSostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e, pertanto, di alimentare un incendio anche in assenza di aria
FACILMENTE INFIAMMABILI
FSostanze e preparati i cui gas e vapori formano in aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità < 21°C)
1
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
CATEGORIA DI PERICOLO
LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI
INFIAMMABILI NOTA 1
Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità <55°C)
TOSSICI
TSostanze e preparati che possono provocare, anche in piccole quantità, seri danni alla salute con effetti anche letali
NOCIVI
XnSostanze e preparati che possono provocare danni alla salute più o meno gravi, in relazione alle quantità.)
2NOTA 1: Le sostanze INFIAMMABILI non hanno pittogramma, ma le caratteristiche di infiammabiltà sono indicate dalle “frasi di rischio” (frasi “R”)
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
CATEGORIA DI PERICOLO
LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI
CORROSIVI
C
Sostanze e preparati in grado di provocare lesioni alla pelle e alle mucose
IRRITANTI
XiSostanze e preparati che possono provocare arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e delle mucose
SENSIBILIZZANTI NOTA 2
Sostanze e preparati che possono provocare, per inalazione o assrbimento cutaneo, una reazione di ipersensibilizzazione, per la quale una successiva esposizione provoca fenomeni allergici
3
NOTA 2: Le sostanze SENSIBILIZZANTI non hanno pittogramma, ma possono essere rappresentate con quelli delle sostanze “nocive” ed “irritanti” e con le relative “frasi di rischio” (frasi “R”)
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
CATEGORIA DI PERICOLO
LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
F+ Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di calore (punto di infiammabilità <0°C)
ALTAMENTE TOSSICI
T+Sostanze e preparati in grado di provocare, anche in piccolissime dosi, gravi danni alla salute, financo la morte
PERICOLOSO PER L’AMBIENTE
N
Sostanze e preparati dannosI per l’ambiente ma non per l’uomo (ecotossiche)
4
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
CATEGORIA DI PERICOLO
LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI
CANCEROGENI NOTA 3 sostanze e preparati che possono provocare tumori
MUTAGENI NOTA 4sostanze e preparati che possono interferire nella sintesi del DNA
TERATOGENI NOTA 4sostanze e preparati capaci di dare effetti dannosi sulle capacità riproduttive e difetti generici ereditari
5
NOTA 3: Le sostanze CANCEROGENE non hanno pittogramma, ma possono essere indicate con quelli delle sostanze “nocive” e “tossiche” e con le “frasi di rischio” R45 e R49
NOTA 4: Le sostanze MUTAGENE E TERATOGENE non hanno pittogramma, ma possono essere indicate con quelli delle sostanze “nocive” e “tossiche” e con le relative “frasi di rischio”
Scheda informativa in materia di sicurezza
• Per consentire agli utilizzatori professionali di adottare le misure necessarie per la protezione della salute della sicurezza e dell'ambiente sul luogo di lavoro, il responsabile dell'immissione sul mercato di un preparato pericoloso deve fornire gratuitamente, al destinatario del preparato stesso una scheda informativa in materia di sicurezza su supporto cartaceo ovvero, nel caso in cui il destinatario disponga dell'apparecchiatura necessaria per il ricevimento, su supporto informatico.
Scheda informativa in materia di sicurezza (… segue)
• La scheda di sicurezza deve essere redatta in lingua italiana conformemente alle disposizioni del decreto del Ministro della salute in data 7 settembre 2002 e successivi aggiornamenti.
Cosa può essere un agente chimico?Cosa può essere un agente chimico?• formaldeide• cemento;• amianto ( asbesto ); • glutaraldeide• sabbia e polveri silicotigene ( mole abrasive, etc);• manufatti e prodotti contenenti piombo;• oli disarmanti;• additivi per cemento e calcestruzzo;• prodotti vernicianti;• solventi organici a base di idrocarburi aromatici• acidi e liscive;• collanti e adesivi;• polveri di legno;• polveri metalliche;• materie plastiche e gomma;• ossido di ferro;• sostanze derivanti dalla saldatura, etc.
INQUINANTI INQUINANTI AERODISPERSIAERODISPERSI
• POLVERIPOLVERI• FIBRE FIBRE • FUMIFUMI
(liquidi dispersi in atmosfera)
◆ GASGAS◆ VAPORIVAPORI
AERIFORMI(sostanze gassose disperse in
atmosfera)
•NEBBIENEBBIE•AEROSOLAEROSOL
(solidi dispersi in atmosfera)
particelle solide di varie dimensioni disperse nell’aria
inferiore a 0.5 µ
tra 0.5 e 5 µ
maggiore di 5 µ
penetrano in profondità ma in parte espirato
frazione respirabile si fissano negli alveoli
vengono trattenute dalle vie aeree superiori
Un micron (µ ) è uguale alla miglionesima parte del metro
1 µ = 0.000001 m 1 µ = 0.001 mm
POLVERIPOLVERI
NEBBIENEBBIE
Es.• nebbie acquose• nebbie oleose • nebbie di solventi
aerosol di particelle liquide di dimensioni inferiori a 1 µ disperse nell’aria generate da processi di evaporazione e condensazione, di atomizzazione, di nebulizzazione, ecc.
aerosol con particelle solide provenienti dalla combustione
incompleta di sostanze carboniose o dalla condensazione di sostanze
gassose di dimensioni inferiori a 1 µEs.• scarichi di motori (carrelli trasportatori)• fumi di saldatura
FUMIFUMI
aeriforme che a temperatura ambiente esiste solo allo stato di gas
• ossido di carbonio• acetilene• protossido di azoto• ozono• ecc.
VAPORIforma gassosa di una sostanza normalmente allo stato liquido
◆ vapori di solventi◆ vapori di acidi◆ ecc.
GASGAS
DANNO DA AGENTI CHIMICIDANNO DA AGENTI CHIMICIcausato da
In base alla morfologia possono essere:
Laminari o appiattite (talco, grafite, mica) - prismatiche – rotondeggianti – allungate.
Le particelle allungate vengono chiamate FIBRE: dal punto di vista fisico ha rilevanza la lunghezza, mentre il diametro appare trascurabile.
Per le particelle tabulari o granulari è invece sufficiente, per descriverle, il loro diametro.
MORFOLOGIA
ASBESTOSI
Deposizione di fibre di amianto nei dotti alveolari e negli alveoli Attivazione del macrofago e fagocitosi Instaurazione di una risposta infiammatoria con deposizione di collagene
Risultato finale: ispessimento pareti alveolari e bronchiolari FIBROSI
Patologie associate all’asbesto:Patologie minoriDermatite irritativa, verruche cutaneeAltre manifestazioni irritative delle mucose
(congiuntivite)
Malattie non neoplasticheAsbestosi polmonareAlterazioni pleuriche benigne
Malattie neoplasticheCarcinoma polmonare (in presenza di asbestosi)Mesotelioma maligno della pleura o del peritoneo
DANNO DA AGENTI CHIMICIDANNO DA AGENTI CHIMICI
causato da
DANNO DA AGENTI CHIMICIDANNO DA AGENTI CHIMICI
causato da
RISCHIO CHIMICO
Rischi per la Rischi per la sicurezza:sicurezza:
(R. infortunistici)(R. infortunistici)
Rischi per la salute:Rischi per la salute:(R. igienico-ambientale)(R. igienico-ambientale)
RISCHI di:incendio, esplosioni, contatto con sostanze aggressive e/o corrosive (ustioni chimiche,
corrosione di materiali e degrado di impianti, ecc.)
RISCHI da: esposizioni a sostanze tossiche e/o nocive e, se assorbite, con
potenziale compromissione dell’equilibrio biologico
(intossicazione o malattie professionale) a
INSORGENZA DEL RISCHIO CHIMICO
Un RISCHIO CHIMICO si concretizza nel momento in cui sul posto di lavoro si realizzano le condizioni per cui risultano contemporaneamente presenti i due fattori di rischio:
1. presenza di agenti chimici pericolosi (fattori di rischio chimico);
2. presenza di condizioni di esposizione (fattori di rischio espositivo).
RISCHIO CHIMICO DERIVANTE DA ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI PERICOLOSI
PRESENZA DI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI(ciclo tecnologico)
PRESENZA DI CONDIZIONI DI ESPOSIZIONE(modalità operative)
RISCHIO PERICOLO ESPOSIZIONE
X=
Valutazione del Rischio
Il datore di lavoro valuta i rischi per la sicurezzae la salute, prendendo in considerazione in particolare :
• Proprietà pericolose• Scheda di sicurezza• Livello, tipo e durata esposizione• Circostanze operative e quantità agente• Valori limite di esposizione (TLV e IBE)• Effetti delle misure preventive e protettive • adottate o da adottare • Conclusioni di eventuali azioni di sorveglianza • sanitaria
METODI DI VALUTAZIONE
QUANTITATIVO IDENTIFICAZIONE DI OGNI
SOSTANZA O PREPARATO PERICOLOSO
MISURAZIONE DELLA
CONCENTRAZIONE NELL’ATMOSFERA E CONFRONTO CON IL VALORE LIMITE AMBIENTALE TLV
QUALITATIVO IDENTIFICAZIONE DI OGNI
SOSTANZA O PREPARATO PERICOLOSOVALUTAZIONE PARAMETRI:
TOSSICITA’
FREQUENZA E DURATA DELL’ESPOSIZIONE
MODALITA’ D’USO QUANTITA’ IMPIEGATE
Quando è prevista la misurazione ambientale degli agenti pericolosi
La norma prevede l’uso di:• “ metodiche standardizzate di cui è riportato un
elenco non esaustivo nell’allegato del D.Lgs 81 o in loro assenza, con metodiche appropriate o con particolare riferimento ai valori limite di esposizione professionale e per periodi rappresentativi dell’esposizione in termini spazio temporali”.
• Si sottolinea come non venga prevista una figura tecnica cui demandare la responsabilità del monitoraggio ambientale
Limiti del monitoraggio ambientale
• 1. non fornisce informazioni sull'assorbimento e/o esposizione nel corso di un periodo di tempo prolungato, ma solo per quel dato momento a cui si riferisce la misura
• 2. non considera la quantità assunta dall'organismo attraverso tutte le vie potenziali di assorbimento ma unicamente quella respiratoria
• 3. non tiene conto dell'esposizione globale, derivante da fonti diverse di contaminazione, ivi comprese quelle eventualmente presenti nell'ambiente extralavorativo
• 4. non valuta la quantità realmente assorbita dal singolo individuo poiché non considera l'effettivo posto di lavoro, gli eventuali spostamenti e le interruzioni nell'esposizione
• 5. non fornisce indicazioni sull'esistenza o meno di un rischio pregresso.
Monitoraggio personale
• A ciò è possibile in parte ovviare con campionamenti personali, ovvero collocando il campionatore sul lavoratore rilevando la reale atmosfera respirata.
• Questi valori devono integrare gli altri determinati campionando le condizioni ambientali.
Conferenza Governativa Americana degli Igienisti Industriali
Conferenza Governativa Americana degli Igienisti Industriali
Criteri di utilizzo dei TLV Valori limite di soglia come individuati dall’ACGIH
Criteri di utilizzo dei TLV Valori limite di soglia come individuati dall’ACGIH
ACGIH ACGIH
Media ponderata nel tempo
Media ponderata nel tempo
Concentrazione ponderata 8 ore die su 40 settimanali Concentrazione ponderata 8 ore die su 40 settimanali
acgih
TLV-TWATLV-TWA
Definizioni dei valori limite di sogliaDefinizioni dei valori limite di soglia
TLV-STELTLV-STELBreve tempo di esposizioneBreve tempo di esposizione
Concentrazione ponderata 15 min. 4 volte al giorno
Concentrazione ponderata 15 min. 4 volte al giorno
TLV-CTLV-C CeilingCeiling Valore da non superareValore da non superare
acgih
• Valutazione del rischio• (Risk Assessment)
⇓
Gestione del rischio
(Risk Management)
⇓
⇓Valutazione delle CorrelazioniDose-risposta
Sviluppo di opzioni legislative
Identificazione delle situazioni in cui una sostanza può causare un danno alla salute(Hazard identification)
Valutazione delle conseguenze sanitarie, economiche, sociali e politiche delle opzioni
⇑
Valutazione dell’esposizione Decisioni e regolamenti
Caratterizzazione del rischio
⇓
⇓⇓
⇑
⇓⇑
⇓⇑ ⇓ ⇑
⇓
VALUTAZIONE DEL RISCHIO CHIMICO
FASI PROCEDURALI:
Individuazione della presenza dei fattori di rischio chimico (pericoli).
Rilevazione e misurazione dei livelli di esposizione ai fattori di rischio chimico.
I. FASE
Individuazione della presenza di potenziali situazioni di esposizione ai fattori di rischio chimico (esposizione).
II. FASE
Stima e valutazione dell’esposizione ad agenti chimici pericolosi.
III. FASE
IV. FASE
– MovaRisCh – Regioni Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana
– InfoRISK – Regione Piemonte
Algoritmi e Software per la valutazione del rischio chimico:
Valutazione dell’esposizione tramite il Monitoraggio
biologico
• Accanto al monitoraggio ambientale, assume grande significato, dove possibile, il monitoraggio biologico, in quanto misura l’esposizione del singolo lavoratore.
• Il monitoraggio biologico costituisce uno strumento del medico del lavoro per conoscere l’entità dell'esposizione dei lavoratori alla specifica sostanza.
• L'indicatore biologico può essere la stessa sostanza chimica o il suo o suoi metaboliti, o un cambiamento biochimico reversibile indotto dalla sostanza chimica.
• La misura può essere condotta sull'aria espirata, sulle urine, sul sangue o altri campioni biologici.
• La misura, basata sull'indicatore, sul campione prescelto e sul periodo di prelievo, indica sia l'intensità di esposizione recente (esposizione media giornaliera), sia una esposizione cronica cumulativa.
Strategie di valutazione dell’esposizione. Il MB
Esempi di metaboliti urinari:
Toluolo Acido ippurico Xilolo Acido metilippurico Stirene Acido mandelico Acetone Acetone urinario MEK MEK urinario n-Esano 2-5 esandione
Il monitoraggio biologico:
Il monitoraggio biologico
• Diversi biomarkers sono risultati più sensibili della valutazione ambientale per esempio per lo studio delle esposizioni a basse dosi
• Per esempio l’acido trans trans muconico per esposizione a benzene e l’1-idrossipirene per l’esposizione IPA.
• Diversi fattori fisiologici quali l'età, il sesso, la dieta, l'assunzione di farmaci e di alcol possono interferire sui risultati analitici
Strategie di valutazione dell’esposizione: il MB
Il Monitoraggio biologico e la legge
• Il monitoraggio biologico è visto dalla norma come parte della sorveglianza sanitaria e non come elemento essenziale anche della valutazione del rischio.
• I risultati del monitoraggio biologico, in forma anonima, devono essere vengano allegati al documento di valutazione del rischio e comunicati ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori
• Vi è inoltre il richiamo ai soli agenti chimici che abbiano un limite fissato, il che ne riduce grandemente l’applicazione nel breve e medio periodo.
Il Monitoraggio Biologico: valori limite biologici
• BEIs ACGIH
• Aggiornati annulmente. Recepiti in alcuni contratti di lavoro. Previsti BEIs per 34 sostanze
• Definizione: Livello medio equivalente all’esposizione al TLV per definizione superati dal 50% di un gruppo di lavoratori esposti per via inalatoria a concentrazioni ambientali pari al TLV ( e non superati dal rimanente 50%)
• Andrebbero considerati a livello di gruppo oppure su misure ripetute dello stesso soggetto e non su valori individuali estemporanei
•Esistono valori limite di soglia, anche molto differenti tra loro, a seconda degli enti scientifici che li hanno emanati .
•Ciò è quantomeno indice che la scienza medica tossicologica non ha, a oggi, elementi sufficienti e univoci in merito
I valori limite nel monitoraggio biologico e ambientale
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
RISULTATI DELLA VdR : CLASSIFICAZIONE RISULTATI DELLA VdR : CLASSIFICAZIONE DEL PERICOLO DI ESPOSIZIONE: DEL PERICOLO DI ESPOSIZIONE:
• presenza di rischio superiore a quello considerato non irrilevante o basso
• presenza di rischio considerato irrilevante per la sicurezza o basso per la salute
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
IL CONCETTO DI RISCHIO IRRILEVANTEIL CONCETTO DI RISCHIO IRRILEVANTE
Se i risultati della valutazione dei rischi dimostrano che, in relazione al tipo e alle quantità di un agente chimico pericoloso e alle modalità e frequenza di esposizione a tale agente presente sul luogo di lavoro, vi è solo un rischio moderato per la sicurezza e la salute dei lavoratori e che le misure di cui al comma 1 sono sufficienti a ridurre il rischio, ……
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
La presenza di rischio consideratoirrilevante permette al DL di non applicarespecifiche norme di prevenzione contenutenel decreto
misure specifiche di prevenzione e protezione disposizioni in caso di incidenti o di emergenzasorveglianza sanitaria e cartelle sanitarie
DANNI DA AGENTI CHIMICIDANNI DA AGENTI CHIMICI
effetti riscontrati
◆ IRRITAZIONI APPARATO RESPIRATORIO◆ ALLERGIE RESPIRATORIE E CUTANEE◆ IRRITAZIONI PELLE E OCCHI◆ ALTERAZIONI SUL SISTEMA NERVOSO◆ ALTERAZIONI AL FEGATO E ALL’APPARATO
DIGESTIVO◆ TUMORI
Difficoltà di attribuzione di particolari effetti all’esposizione alle bassi dosi
• Numerosità delle possibili sostanze chimiche presenti nei luoghi di lavoro
• Difficoltà di applicare all’uomo dati estrapolati da studi su animali
• Complessa articolazione delle modalità di possibile esposizione in funzione della tipologia produttiva, delle mansioni, dei tempi d’esposizione, delle misure preventive adottate.
• Effetti confondenti di altri fattori professionali ed extraprofessionali
• Variabilità individuale
• Difficoltà nell'applicazione di metodologie valide per la valutazione del rischio nell’esposizione a basse dosi, poichè variano grandemente i principi e le tecniche di identificazione del rischio e la sua stima.
• Difficoltà nel riconoscimento e validazione di indicatori
Corrispondenza clinica• L’esposizione a sostanze chimiche che esercitano
la loro azione per via sistemica può determinare un continuum di effetti così elencabili in sequenza:
• 1) effetti non osservati• 2) effetti compensatori• 3) effetti precoci di dubbio significato• 4) compromissione della salute in fase precoce• 5) malattia manifesta fino alla morte • Si parla di effetti “adverse” nalla transizione dal
punto 2) al punto 3).
La Risposta dell’organismo all’esposizione ad un’agente chimico
Effetti:• A livello molecolare, cellulare,
d’organo e di organismo• Locale o sistemico• Reversibile o irreversibile• Immediato o ritardato• Deterministico o probabilistico
Da cosa dipende la risposta?
• Tipo di effetto nocivo e capacità d’accumulo• Durata dell’esposizione (acuta, cronica)• Quantità dell’esposizione, esposizioni
multiple professionali e non professionali• Meccanismo dell’effetto (lineare senza
soglia, non lineare con soglia ecc.)• Tipo di esposizione (inalatoria, cutanea,
digerente)• Aspetti individuali
Ipersuscettibilità individuale• Variabilità (polimorfismo) genetica
• Predisposizione (es. atopia)
• Sesso, età, salute, condizioni fisiologiche (es. gravidanza)
Normal Frequency DistributionMean = 10, StDev=2
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
Bimodal Frequency Distribution
0
0.05
0.1
0.15
0.2
0.25
0.3
0.35
0.4
0.45
0.5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16
SensitiveSub-population?
Livelli d’effetto• A volte un rapporto dose-risposta
comporta un livello al di sotto del quale non vi è risposta.
Relazione lineare e non lineare
• Nella classica situazione della relazione lineare fra dose e risposta ad un aumento di una unità di dose si produce un aumento di un unità di risposta. In una relazione non lineare la relazione è rappresentata da una curva
• Il Problema della “dose“ che può provocare modifiche allo stato di salute ed i limiti per definire tale dose.
The dose makes the poison.
Areolus Phillipus Theophrastus Bombastus
von Hohenheim
Paracelsus (1493-1541)
"All substances are poisons; there is none which is not a poison. The right DOSE differentiates a poison from a remedy." Areolus Phillipus Theophrastus Bombastus von Hohenheim
Paracelsus (1493-1541)
INTERVENTI DI PREVENZIONE.INDIRETTA
- Controllo e Manutenzione di: macchine ed impianti,imp.e comp.di sicurezza
- Inform.sui rischi e formaz.mod.operat. (personale,preposti,etc)
- Misure di Emergenza: Primo Soccorso, P.di Evacuazione,P.Antincendio
Il rischio cancerogeno e mutageno
• CAPO II PROTEZIONE DA AGENTI CANCEROGENI E MUTAGENI
• Sezione I Disposizioni generali Art. 233.• Il campo di applicazione della norma si estende a
tutti i luoghi di lavoro dove siano presenti agenti cancerogeni e/o mutageni, senza limitazione alcuna.
Il rischio cancerogeno e mutageno
• Gli agenti cancerogeni e/o mutageni da considerare sono le materie prime, le sostanze emesse durante i processi lavorativi, le sostanze preparati e processi che sulla base dei criteri dettati dall’Unione Europea sono classificabili come cancerogene e/o mutagene di categoria 1 o 2.
Il rischio cancerogeno e mutageno
• Categoria 1• Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo. Esistono
prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione dell’uomo ad una sostanza e lo sviluppo di tumori.
• Categoria 2• Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per
l’uomo.• Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che
l’esposizione dell’uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di:
• - adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali,• - altre informazioni specifiche.
Il rischio cancerogeno e mutageno
• Per le categorie 1 e 2 sono utilizzati i seguenti simboli e le seguenti specifiche frasi di rischio:
• T; R 45 Può provocare il cancro.• Per le sostanze ed i preparati che presentano un
rischio cancerogeno soltanto per inalazione (ad esempio sottoforma di polveri, vapori o fumi) devono essere utilizzati il seguente simbolo e specifica frase di rischio:
• T; R 49 Può provocare il cancro per inalazione
Il rischio cancerogeno e mutageno
• Categorie di sostanze mutagene e relative frasi di rischio• I mutageni sono agenti che aumentano la frequenza delle
mutazioni.• Categoria 1• Sostanze note per gli effetti mutageni sugli esseri umani.• Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra
l’esposizione degli• esseri umani ad una sostanza e alterazioni genetiche
ereditarie• Categoria 2• Sostanze che dovrebbero considerarsi mutagene per gli
esseri umani.• Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che
l’esposizione dell’uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di alterazioni genetiche ereditarie , in generale sulla base di:
• - adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali,• - altre informazioni specifiche.
Il rischio cancerogeno e mutageno
• Per le categorie 1 e 2 sono utilizzati i seguenti simboli e le seguenti specifiche frasi di rischio:
• T; R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie
• Una mutazione è l’alterazione permanente di un tratto o della struttura del materiale genetico di un organismo che provoca un mutamento delle caratteristiche fenotipiche dell’organismo stesso. Le alterazioni possono coinvolgere un unico gene, un raggruppamento di geni o un intero cromosoma. Gli effetti sui singoli geni possono essere la conseguenza di mutazioni su singole basi del DNA (mutazioni puntiformi) o di alterazioni di tratti più ampi, incluse le delezioni, all’interno di un gene. Gli effetti su interi cromosomi possono comportare altera zioni della struttura o del numero di cromosomi. Una mutazione delle cellule germinali degli organismi a riproduzione sessuata può essere trasmessa alla progenie.
– Prima di adibire un lavoratore alla mansione che comporta esposizione ad agenti chimici:
• Visita preventiva (prima di avviare al lavoro)• Visita preventiva (prima di un cambiamento di
mansione)– Periodicamente, di norma una volta all’anno;
quindi• Visita periodica
– Alla cessazione del rapporto di lavoro; quindi• Visita di fine rapporto
Quando effettuare la sorveglianza sanitaria:La Sorveglianza Sanitaria
Periodicità della sorveglianza sanitaria:
La sorveglianza sanitaria
• La sorveglianza sanitaria si effettua La sorveglianza sanitaria si effettua “di “di norma una volta all’anno”;norma una volta all’anno”; però: però:– Il MC può decidere una periodicità diversa
motivandola in maniera adeguata sul documento di valutazione dei rischi ed informandone i RLS;
– Tale decisione deve essere in funzione della valutazione dei rischi
– Anche l’Organo di Vigilanza può disporre con provvedimento motivato periodicità diverse da quelle stabilite dal MC
Se la sorveglianza evidenzia effetti pregiudizievoli per la salute o il superamento del valore limite biologico il MC:
Informa individualmente il/i lavoratore/i interessato/i
Informa il DDL
Riscontro di “anomalie”:
La sorveglianza sanitaria
In questo caso il DDL:
Rivede la Valutazione dei Rischi Rivede le misure preventive adottate, sentito
anche il MC Fa effettuare una visita medica straordinaria ai
lavoratori che hanno avuto analoga esposizione
Riscontro di “anomalie”:
La sorveglianza sanitaria
Al termine della sorveglianza sanitaria il MC esprime i giudizi di idoneità
In caso di inidoneità informa per scritto il DDL e il lavoratore (che possono fare ricorso all’Organo di Vigilanza)
Il DDL è tenuto ad adottare misure preventive e protettive particolari sulla base delle risultanze degli esami clinici e biologici compreso il temporaneo allontanamento dalla mansione
Giudizi di idoneità:
La sorveglianza sanitaria
Il MC per ciascun lavoratore istituisce ed aggiorna una cartella sanitaria e di rischio custodita con salvaguardia del segreto professionale presso l'azienda o l'unita' produttiva e fornisce al lavoratore informazioni sul significato ed i risultati degli accertamenti sanitari.
A seconda delle dimensioni dell’azienda: archivio metallico chiuso a chiave, busta sigillata, ecc.
Cartelle sanitarie e di rischio:
La sorveglianza sanitaria
Nella cartella di rischio il MC deve, tra l'altro, riportare i livelli di esposizione professionale individuali forniti dal Servizio di prevenzione e protezione
Cartelle sanitarie e di rischio:
La sorveglianza sanitaria
Su richiesta del lavoratore il MC deve consegnargli copia della documentazione sanitaria (che è fornita, su richiesta, anche all’Organo di Vigilanza)
Alla cessazione del rapporto di lavoro: Il lavoratore riceve copia della cartella (magari al
momento della visita di fine rapporto) La cartella viene trasmessa all’ISPESL
Cartelle sanitarie e di rischio:
La sorveglianza sanitaria
Interventi di Prevenzione e Protezione
A- INTERVENTI DI PREVENZIONE → Eliminaz. o Riduz. del Rischio
- Prevenzione Primaria → Eliminazione del Rischio
→ Controllo del Rischio
- Prevenzione secondaria
B- INTERVENTI DI PROTEZIONE → Protez. e contenimento del Rischio
- Protezione collettiva → Interventi tecnici, organizzativi, procedurali , formazione
- Protezione personale → Dispositivi di Protezione Individuali ( DPI )
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
a) progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro;
b) fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure di manutenzione adeguate;
c) riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;
d)riduzione al minimo della durata e dell’intensità dell’esposizione;
e) misure igieniche adeguate;
f) riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle necessità della lavorazione;
g) metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza nella manipolazione, nell’immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.
Ridotti al minimo mediante
I RISCHI DA AGENTI CHIMICI
• MISURE SPECIFICHE DI MISURE SPECIFICHE DI PROTEZIONE E PREVENZIONEPROTEZIONE E PREVENZIONE
Quando la natura dell’attività non consenta eliminare il rischio
a) progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di attrezzature e materiali adeguati;
b)appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio;
c) misure di protezione individuali, compresi i DPI, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l’esposizione;
d) sorveglianza sanitaria dei lavoratori a noma degli artt. specifici
CRITERI DI PRIORITA’
1° Eliminazione del rischio 2° Riduzione del rischio a)Programmi di prevenz.Integrati(Tecn.Org.Proc.) b) Interventi alla fonte e controllo ambientale Tecn; c) Ergononomia del posto di lavoro d) Sorveglianza sanitaria
- Interventi di Protezione1° Collettivi (P.di lavoro, P. di Emerg.,Formaz.,Procedure,Areazione)
2° Disp.Ind.di Protez. (Protez.Vie Resp.,Tute, Occhiali, Guanti, etc..)
- Interventi di Prevenzione