PROGRAMMAELETTORALEAltraPsicologiaToscana
La strada è lungama sappiamoperfettamentedove dobbiamoandare
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Sulla scheda scrivi tutti i nomi:
Ada Moscarella, Paola Serio, Duccio Maria Bianchi, Tommaso Ciulli, Maddalena Mancioli,
Valentina Settimelli, Luisa Fossati, Benedetta Viva, Eugenia Coppitz
PROGRAMMA PER IL RINNOVAMENTO
DELL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA
TOSCANA
Ti presentiamo ora le nostre proposte operative e concrete
per un vero cambiamento per gli psicologi toscani.
Proposte che potremo mettere in atto se avremo la
maggioranza all'interno del Consiglio dell'Ordine degli
Psicologi della Toscana.
Si vota in due convocazioni:
I Convocazione: 15 Novembre - 17 Novembre dalle 10 alle 20
Se – come praticamente sempre – il quorum non venisse
raggiunto in prima convocazione, si procede a votare alla
seconda, dove il quorum è nettamente inferiore e verrà quasi
certamente raggiunto.
Se vieni a votare al seggio in prima convocazione e il quorum
non viene raggiunto, il tuo voto sarà perso!
II Convocazione: 30 Novembre-1 Dicembre-2 Dicembre dalle
10 alle 20.
Per votare occorre venire alla sede dell’Ordine a Firenze in
via Vasco de Gama 25.
Per sostenere il programma di AltraPsicologia Toscana
occorre votare TUTTI I NOVE NOMI DELLA LISTA.
E' importante scrivere sulla scheda tutti i nove nomi:
se non avremo la maggioranza in Consiglio, non potremo
avere la possibilità di portare avanti le nostre iniziative
programmatiche.
Sulla scheda scrivi tutti i nomi:
Ada Moscarella, Paola Serio, Duccio Maria Bianchi, Tommaso Ciulli, Maddalena Mancioli,
Valentina Settimelli, Luisa Fossati, Benedetta Viva, Eugenia Coppitz
COSA RACCONTANO GLI PSICOLOGI TOSCANI?
È l'essenza della nostra professione: ascoltare.
Poi insieme costruire il cambiamento.
Così innanzitutto ci siamo messi in ascolto. E abbiamo scoperto che sono principalmente due
le questioni che stanno a cuore degli psicologi
toscani: il riconoscimento sociale e il lavoro.
Cosa è stato fatto negli ultimi sei anni di gestione dell'Ordine su questi aspetti così cruciali per i
colleghi e le colleghe toscane?
RICONOSCIMENTO SOCIALE: COME CI
VEDONO I CITTADINI?
Secondo una ricerca di mercato promossa da
ENPAP, sappiamo che i cittadini vedono lo psicologo come un “professionista privato,
specialista della mente, con un lungo background
formativo, al quale ci si rivolge per risolvere un
problema di natura emotivo-mentale”.
In particolare, secondo i soggetti intervistati nella
ricerca, lo psicologo: - Fa emergere problemi latenti che inficiano la
vita personale
- Offre un supporto specifico a un problema
manifesto
- Aiuta a cambiare punto di vista su un problema
- Indica la strada da perseguire per il proprio
equilibrio
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Da queste considerazioni, possiamo trarre alcuni
spunti:
- Riconoscerci un lungo background formativo,
genera un’alta aspettativa - All'alta specializzazione riconosciuta corrisponde
la convinzione che lo psicologo sia il professionista
cui rivolgersi quando i problemi sono
particolarmente gravi
- Essere considerati professionisti altamente
formati, operanti però prevalentemente nel
settore privato, genera l’aspettativa che l’accesso
ai servizi psicologici sia particolarmente costoso.
Le principali conseguenze di queste aspettative/convinzioni sono:
-Scarso posizionamento dello psicologo come
“consulente”, ossia l’esperto di relazioni umane e
sistemi di convivenza cui rivolgersi per affrontare
difficoltà quotidiane, momenti critici di vita, prese
di decisioni -Schiacciamento della figura dello psicologo su
quella dello psicoterapeuta, con il risultato che lo
psicologo ha difficoltà a posizionarsi in tutti i settori non clinici (sport, benessere, lavoro,
organizzazioni, progettazione, nuove tecnologie,
ecc…), alcuni dei quali sono ancora
sostanzialmente oceani blu, con importanti
investimenti economici nel presente e in
prospettiva
-Esposizione dell’utenza a pseudoprofessionisti dall’incerta e spesso scarsa preparazione
(counselor, life-coach e simili), che si trovano a
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intercettare l’utenza in momenti cruciali, spesso ai
primi segni di situazioni che se non prese in carico
con l’adeguata competenza possono peggiorare e
danneggiare seriamente la vita delle persone e di chi gli sta intorno.
La consapevolezza di questi problemi nell'attuale
gestione di OPT è stata scarsa: è mancato un
pensiero politico e una vision strategica e
operativa che fosse in grado di andare oltre
l’ordinario e l’amministrativo, oltre a costose
iniziative spot fini a se stesse e immaginasse per
gli psicologi un ruolo di primo piano sia agli occhi
della cittadinanza, sia agli occhi delle istituzioni locali e regionali.
Consideriamo ad esempio i recentissimi dati sul
consumo di farmaci in Italia.
Essi ci mostrano che nella regione con uno dei
migliori sistemi sanitari regionali, abbiamo il più alto consumo di antidepressivi.
Che i Toscani siano gli italiani più depressi?
Difficile da credere. Più probabile invece che un buon sistema sanitario
sia in generale più capace di intercettare il
disagio, compreso quello psichico, ma
contemporaneamente sia ancora carente una
cultura psicologica e di rete che metta l’individuo
al centro di un’ottica biopsicosociale anche
quando il problema da gestire sia innanzitutto di natura psichica.
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Di fronte a questi dati, di assoluto interesse per i
decisori politici (in termini di costi sociali ed
economici), per i cittadini (in termini di salute a
lungo termine) e per gli psicologi (in termini di possibilità occupazionali), da parte dell’Ordine
della Toscana non c’è stata alcuna azione
significativa, neppure quando l'Agenzia Regionale
della Sanità qualche anno fa affermò che con il
trattamento psicofarmacologico si faceva
prevenzione...
Eppure, qualcosa da dire ci sarebbe, a iniziare dal
fatto che ormai è dato consolidato che per ogni
euro speso per la prevenzione della depressione,
se ne risparmiano quattro sulla spesa complessiva in termini economici, senza considerare l’impatto
sociale sulla vita delle persone.
PSICOLOGI TOSCANI E LAVORO
La condizione lavorativa degli psicologi in Italia è
complessa e fragile. Parliamo di un professionista che nell'83% dei casi
è donna e piuttosto giovane, con un'età compresa
tra i 35 e i 45 anni e che nella stragrande maggioranza dei casi lavora in regimi di libera
professione.
Giovane, donna, libera professionista è un cocktail
micidiale nel mondo del lavoro: i dati ci dicono che in Italia un libero professionista tra i 30 e i 40 anni
guadagna meno di 20mila euro l'anno, fatturati su
cui grava un gender gap – ossia la differenza di
reddito tra uomo e donna – che è il 4,5% nel
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settore pubblico ed arriva fino al 20% nel settore
privato (DATI OCSE 2017), una forbice che si
allarga sempre più nel corso della carriera. I
professionisti della fascia d'età 40-50 anni arrivano a guadagnare 25mila euro in media se
sono donne e 40mila se sono uomini...
In Toscana il reddito medio di uno psicologo è di
12.331,58 euro l'anno (inferiore alla media
nazionale che è 13.767,10 euro) e non siamo
immuni al gender gap, che è più di 6mila euro: il
reddito medio delle psicologhe in Toscana è infatti
11.176,32 euro contro i 17.552,60 euro di uno
psicologo.
COSA SERVE CONCRETAMENTE AGLI
PSICOLOGI TOSCANI
In 10 anni il volume di denaro speso per acquistare
servizi psicologici è raddoppiato, secondo un trend
di crescita strutturale: nel 2017 il mercato della
psicologia era stimato in più di un miliardo di euro.
Significa che, nonostante la crisi, in questi anni i
cittadini hanno sempre più ricercato servizi psicologici: questo trend ci ingaggia
inevitabilmente, come psicologi e come istituzioni,
a offrire servizi in grado di rispondere a
quest’esigenza con qualità, etica, responsabilità
sociale.
Non possiamo infatti non tenere in considerazione
che ciò che ci contraddistingue come psicologi è il compito di dare risposte concrete ed efficaci alla
sofferenza delle persone, della famiglia, di tutti i
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sistemi e le organizzazioni in cui si trovano a
vivere.
In questo scenario complesso e fragile, negli ultimi
sei anni la gestione di OPT si è mossa senza andare oltre l'ordinario e l'amministrativo,
trascurando tanto il contatto con la cittadinanza
quanto il sostegno al lavoro degli psicologi.
Chiariamo: l'Ordine non è un servizio di
collocamento, non serve a trovare lavoro agli
psicologi, serve a tutelare i cittadini. E' la legge a
stabilirlo.
Da sempre, però, è convinzione di AltraPsicologia
che gli Ordini non possano limitarsi alla tenuta
dell'albo e alla sanzione disciplinare. Tutela della cittadinanza è per noi anche azione
attiva, è sostegno alla qualità del lavoro degli
psicologi e interlocuzione istituzionale per
allargare le possibilità di accedere ai servizi
psicologici da parte dei cittadini.
Significa lavorare sul riconoscimento sociale dello psicologo, attraverso azioni di lobbing istituzionale
per posizionare lo psicologo come professionista
d'elezione in contesti come quello scolastico, ospedaliero, carcerario, territoriale, aziendale.
Significa anche rivolgersi direttamente alla
cittadinanza, facilitando l'incontro diretto tra
domanda e offerta, sostenendo un ruolo dello
psicologo che non sia solo il “superesperto” da
chiamare solo per problemi seri e gravi, ma anche
il consulente, il professionista cui rivolgersi per percorsi brevi, per avere un orientamento o un
sostegno per quei problemi quotidiani che sempre
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più mettono in difficoltà le persone, in questa
società liquida e frettolosa dove inevitabilmente si
sono persi i riferimenti come la famiglia d'origine
(da cui spesso si è costretti ad allontanarsi). Significa ad esempio che l'Ordine fornisce servizi
di orientamento e formazione allo start up
professionale perché questo consente, anche agli
psicologi ai primi passi, di muoversi sin da subito
sul mercato con una bussola funzionante.
Significa fornire aggiornamento e formazione
continua, che possono dare nuovi strumenti o
aprire nuovi ambiti di intervento, perché questo fa
in modo di sostenere la qualità della prestazione
psicologica.
Di queste azioni solo una minima parte è stata
portata avanti negli ultimi sei anni di gestione di
OPT. Tanti eventi di formazione, spesso
accreditati ECM, la FAD, la biblioteca: tutte
iniziative che sicuramente permettono formalmente di ottemperare agli obblighi
formativi così come prescritto dall'Art.5 del
nostro Codice Deontologico. Ma quanta di questa formazione è stata in grado di aprire agli psicologi
nuovi orizzonti lavorativi? Quanti hanno orientato
la prospettiva di uno psicologo in nuovi ambiti di
intervento?
L'APA ha individuato i 10 trend di maggiore
sviluppo per la psicologia nei prossimi anni:
nessuno di questi è stato praticamente mai toccato.
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L'offerta di aggiornamento è un punto di
partenza, da mantenere e pure consolidare, ma
dopo 6 anni non possiamo restare fermi al palo:
occorre un cambio di marcia deciso, una visione diversa, articolata, sfidante, di largo respiro.
Occorre andare oltre la forma e mettere tanta
sostanza che aiuti i neopsicologi ad avviare la
professione, che sostenga il lavoro di chi è sul
campo già da qualche anno, che dialoghi con la
cittadinanza e le istituzioni, rendendoci i più
riconoscibili e i più affidabili.
Ed invece negli ultimi sei anni...
Nessun sostegno per i neopsicologi
Lo start up professionale è una fase particolarmente delicata, a maggior ragione in
una popolazione che ha già di per sé delle fragilità
demografiche.
I dati di reddito ci dicono che per i primi anni
dall’abilitazione uno psicologo corre il serio rischio
di avere un reddito che lo posiziona al di sotto della soglia di povertà, con una curva di crescita
del reddito che impiega almeno 5 anni per
raggiungere una cifra dignitosa. Quelli che entro 5 anni non riescono a scollinare, è molto probabile
che non ci riusciranno per tutto il resto della
propria carriera professionale. Potenzialmente
significa arrivare alla soglia dei 30 anni, con un grosso e impegnativo investimento formativo alle
spalle e rischiare di dover ricominciare da zero.
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Le implicazioni di questo campo minato per il
neopsicologo sono diverse e articolate.
• Difficoltà nella costruzione di un progetto per il proprio futuro, professionale,
personale, familiare
• Difficoltà ad accedere all’aggiornamento e alla formazione specialistica: il rischio è
quello di non poter offrire prestazioni
psicologiche di qualità
• Difficoltà a valorizzare il proprio lavoro,
con il rischio di ritenere che l’abbassamento del prezzo delle prestazioni sia l’unico
angolo di attacco per entrare nel mercato
del lavoro.
Di una presa in carico complessiva di questi
aspetti negli ultimi sei anni non c’è stata traccia, a
parte la cosiddetta “Cerimonia di impegno solenne”, in cui si consegnano pergamene e si fa
la foto di rito con i consiglieri, tra l’altro nello
stesso giorno e nello stesso luogo in cui si tiene la giornata di presentazione delle scuole di
psicoterapia, come a dire che il primo e unico
orientamento che si riceve da neoabilitati è quello di iscriversi ad una scuola di specializzazione. Che
è uno sbocco certamente valido (i dati di reddito
dicono che chi ha la specializzazione in
psicoterapia in media ha un reddito leggermente
più alto), ma sicuramente non l’unico meritevole di
essere preso in considerazione, in special modo
per un neoiscritto.
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Nessun sostegno concreto alle difficoltà
professionali
A chi può rivolgersi uno psicologo che abbia un
dubbio di natura fiscale? A chi può rivolgersi uno psicologo per avere un
orientamento rispetto all'apertura di
un'associazione o una cooperativa?
A chi può rivolgersi uno psicologo per avere un confronto sulla legittimità del contratto di lavoro
che gli stanno offrendo?
A chi può rivolgersi uno psicologo che necessiti di
una consulenza su un progetto che sta scrivendo
per rispondere a un bando?
A chi può rivolgersi uno psicologo se ha un dubbio su una questione che potenzialmente può
rappresentare una violazione del codice
deontologico o addirittura della legge? Sono tutti dubbi che prima o poi nel corso della
carriera professionale si presentano praticamente
ad ogni singolo collega. E in Toscana nessuna di queste esigenze ha una possibilità di risposta
dall'istituzione di riferimento, con il rischio di
incappare in risposte imprecise quando va bene, grossolanamente errate quando va male, con
perdita di possibilità di lavoro o errori dagli esiti
anche molto gravi per la nostra utenza.
Alcune di questi servizi o consulenze potrebbero essere concertate insieme ad ENPAP, il quale in
almeno due occasioni ha invitato l'Ordine degli
Psicologi della Toscana a ragionare su una
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partnership, ottenendo in risposta solo un
eloquente silenzio.
Per i cittadini: solo presentazioni formali
C'è una voce tra i menù del sito di OPT che si
chiama “Servizi per i cittadini”.
Sarebbe perciò lecito aspettarsi qualche tipo di
servizio di utilità per il cittadino. Nulla di tutto questo: ci si imbatte in un
miniriassunto delle competenze e del percorso
formativo dello psicologo, si può scaricare una
sorta di infografica che racconta CHI è lo
psicologo ma non in che modo possa mai essere
utile a un cittadino, c'è una scheda dove si spiega cosa faccia il dottore in tecniche psicologiche e
poi un rimando ad uno tra i tanti protocolli
d'intesa del CNOP, quello con l'Unione italiana ipovedenti.
Basta.
Manca una strategia di comunicazione orientata ai cittadini, non c'è né una strategia di content
marketing né di email marketing: un cittadino si
imbatte in una grande vetrina con oggetti esposti alla rinfusa, non è messo in condizione di cogliere
quale valore aggiunto potrebbe acquisire se si
rivolgesse ad uno psicologo. Questo è quello che
accade a un cittadino che arrivi sul sito di OPT: ma il fatto che ci arrivi sarebbe già un grande
successo.
Manca infatti qualsiasi tipo di azione tesa al
dialogo degli psicologi con la cittadinanza.
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E se gli psicologi non attraggono i cittadini, non
attrarranno nemmeno l'interesse sostanziale dei
decisori politici...
Psicologi toscani e partecipazione
In Toscana vota meno di uno psicologo ogni 5. Alle
scorse elezioni in Toscana le sorti di più di seimila
colleghi sono state decise da meno di mille, con una percentuale di partecipazione di poco più del
17%.
Certamente incide il sistema di voto bizantino: chi
vuole esprimere il proprio diritto di voto ha come
unica possibilità quella di recarsi in sede a Firenze,
unico seggio per una regione vasta come la Toscana. Ci sarebbe anche la possibilità del voto
postale, ma la complessità dell'operazione
scoraggia pure i più audaci. Il rischio allora, è che la politica cada nella
tentazione di non farsi carico dei 4 colleghi che
tanto ignorano le sorti dell'Ordine, quanto di quell'uno, in un sistema che diventa permeabile
alla pressione di interessi particolaristici e
personali. Ma la partecipazione al voto non è che l'esito
finale di un processo necessariamente più
articolato.
Anche in quest'ambito le buone intenzioni, quando ci sono state, non hanno poi trovato
concretizzazione in una strategia progettuale e
operativa sufficiente.
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L'agenda, la cerimonia con la pergamena:
sicuramente rappresentano una gentilezza e una
ritualità che lasciano pure una buona impressione.
Ma finito l'effetto, cosa resta? Stringo nelle mani la mia pergamena, ma di fatto
sono lasciato completamente senza riferimenti
per organizzare lo start up della mia professione.
Ricevo il timbro, ma non so come utilizzarlo e ben
presto scoprirò di dovermene fare comunque un
altro, in cui inserire almeno la mia partita iva.
Richiedo l'agenda, ma nonostante la promessa
che essa sia “il simbolo di tutto ciò che la nostra
professione rappresenta” - come ci hanno
spiegato da OPT - resta comunque il dubbio di cosa in effetti rappresenti la mia professione per
la cittadinanza...
Non stupisce perciò che il tentativo di assemblee
territoriali avviato nel 2016 non abbia avuto poi
particolare seguito.
Eppure una presenza sul territorio, ma
soprattutto DEL territorio, sufficientemente
coordinata, potrebbe darsi per lo meno l’obiettivo di:
• Fare una mappatura dei colleghi presenti
sul territorio, magari raccogliendo
esperienze particolarmente innovative e
funzionali presenti nella provincia
• Raccogliere eventuali esigenze formative
da parte dei colleghi
• Favorire incontri interprofessionali e i
rapporti con gli altri ordini provinciali
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• Fare una mappatura dei principali
stakeholder
• Avviare azioni di lobbing con i principali referenti istituzionali (comuni, scuole,
associazioni)
• Si tratta di azioni complesse, che richiedono processi e referenti chiari e non possono
essere lasciati alla buona volontà delle
iniziative di singoli.
Invece anche in questo caso abbiamo assistito ad
iniziative spot e disomogenee sul territorio. E' evidente che chiunque voglia candidarsi al
governo dell'Ordine degli Psicologi della Toscana
deve avere idee chiare e credibilità sufficiente per
farsi carico di tutte queste questioni e affrontare le sfide che aspettano la nostra comunità
professionale nel presente e nel futuro.
• –Occorre riposizionare la professione di
psicologo presso cittadini e società: non
solo l'esperto di problemi seri, ma anche il
consulente in grado di facilitare la crescita,
sviluppare benessere nelle relazioni e nei
sistemi di convivenza, anche virtuali Occorre interloquire e accreditarsi presso
le istituzioni, proponendo modelli di
progettazione e prevenzione che siano
presenti a monte, non che siano costretti a
intervenire a valle, quando ormai il
problema è grave e spesso incancrenito
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• Occorre intervenire fuori e dentro la
categoria per combattere l'abuso di
professione, a tutela dei professionisti e
della cittadinanza
• Occorre far sentire alla comunità che
un'AltraPsicologia è effettivamente
possibile! Che l'Ordine non è solo un'entità burocratica che si occupa di faccende
amministrative e da cui aspettarsi il minimo
sindacale. L'Ordine deve essere accanto al
collega in tutte le sue fasi di vita
professionale, deve essere l'istituzione in cui
il contributo di ciascuno è sostenuto e poi valorizzato a favore dell'intera comunità.
IL PROGRAMMA DI ALTRAPSICOLOGIA IN
TOSCANA
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Ti presentiamo ora le nostre proposte operative e
concrete per un vero cambiamento per gli
psicologi toscani.
Proposte che potremo mettere in atto se avremo la maggioranza all'interno del Consiglio
dell'Ordine degli Psicologi della Toscana.
Si vota in due convocazioni:
I Convocazione:15 Novembre-17 Novembre dalle
10 alle 20
Se – come praticamente sempre – il quorum non
venisse raggiunto in prima convocazione, si
procede a votare alla seconda, dove il quorum è
nettamente inferiore e verrà quasi certamente raggiunto.
NB: Se vieni a votare al seggio in prima
convocazione e il quorum non viene raggiunto, il
tuo voto sarà perso!
II Convocazione: 30 Novembre-1 Dicembre-2
Dicembre dalle 10 alle 20. Per votare occorre venire alla sede dell’Ordine a
Firenze in via Vasco de Gama 25.
Per sostenere il programma di AltraPsicologia Toscana occorre votare TUTTI I NOVE NOMI
DELLA LISTA.
E' importante scrivere sulla scheda tutti i nove
nomi:
se non avremo la maggioranza in Consiglio, non
potremo avere la possibilità di portare avanti le
nostre iniziative programmatiche.
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Tommaso Ciulli
Maddalena Mancioli
Valentina Settimelli
Luisa Fossati
Benedetta Viva
Eugenia Coppitz
Il programma è diviso in due parti: 1.VISION & VALORI: i nostri ideali e gli obiettivi di
lungo termine
2.PROPOSTE: come pensiamo di mettere concretamente in pratica le nostre idee
- Un nuovo approccio alla deontologia e alla
tutela: prevenire è meglio che curare
- Una comunicazione efficace per gli psicologi e
per i cittadini
- Sostegno al lavoro, allo start up e allo sviluppo
della carriera
- Formazione, aggiornamento, specializzazione
- Commissioni e gruppi di lavoro: serve cambiare
marcia!
- Gli psicologi stanno fuori! (dagli studi): una
professione al servizio della cittadinanza
1. VISION & VALORI
I 5 pilastri del nostro programma per un altro Ordine in Toscana sono:
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LAVORO: E' il problema primario di ogni
professionista. La professione deve offrire soddisfazione e realizzazione personale ed
economica. L'Ordine non può trovare lavoro agli
iscritti, ma può promuovere le condizioni per
l’occupazione. Implementeremo politiche attive
per sostenere il lavoro degli psicologi attraverso
l'offerta di servizi e consulenze nelle diverse fasi
della carriera, ci impegneremo in un lavoro di
networking con ENPAP e altri Ordini professionali
e attraverso azioni di lobbying con le istituzioni.
TUTELA: In questi sei anni l'azione di AP, fuori e
dentro le istituzioni, è stata decisiva per
scongiurare la legittimazione dei counselor
attraverso la Consensus Conference promossa dal
CNOP. In Toscana vogliamo lavorare per un
Ordine che non accrediti con ecm eventi dove ci sono counselor, che lotti contro l'abusivismo
professionale in maniera incisiva e metta in
campo azioni preventive orientate alla promozione di buone prassi e alla riduzione del
danno, a tutela della salute della cittadinanza.
PARTECIPAZIONE: Vogliamo lavorare per un
Ordine sempre in ascolto della comunità
professionale, che sia in grado di coglierne i
bisogni e far sentire la propria presenza come una risorsa per tutto l'arco di vita professionale.
Vogliamo sostenere una partecipazione attiva e
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Valentina Settimelli, Luisa Fossati, Benedetta Viva, Eugenia Coppitz
responsabile dei colleghi alle attività
dell'istituzione. Vogliamo cambiare radicalmente il
funzionamento dei GDL, tematici e territoriali,
implementando l'utilizzo di strumenti e piattaforme che permetta la partecipazione
continuativa a tutti gli psicologi della Toscana.
COMUNICAZIONE: Occorre una rivoluzione sia
nella comunicazione verso gli iscritti sia verso la
cittadinanza e le istituzioni. La Psicologia deve
entrare nel dibattito sociale, prendere posizione
sui principali temi di attualità. Lo psicologo va
riposizionato agli occhi dell'opinione pubblica
come una figura affidabile e autorevole, superando gli stereotipi per proporre l’immagine
di un professionista moderno, con un ruolo
originale e identificabile in grado di offrire valore
aggiunto nel quotidiano, per la collettività e il
contesto sociale.
INNOVAZIONE E SVILUPPO: Nuovi servizi, più
fruibili da tutti i colleghi del territorio toscano.
Nuovi orizzonti per la professione, con rigore etico e scientifico, per ascoltare i bisogni dei cittadini,
avviare canali di conversazione e consolidare il
posizionamento degli psicologi nella società e nelle
istituzioni.
CITTADINANZA: il senso dell'esistenza di una
professione sta nel riconoscimento che riceve dalla comunità per la sua utilità. Occorre uscire
dall'autoreferenzialità delle iniziative fatte dagli
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psicologi per gli psicologi ed allargare il
perimetro: l'Ordine dovrà essere presente nelle
iniziative in settori per noi strategici (cibo,
sessualità, nuove tecnologie, salute, natalità...) e proporre un'iniziativa propria, di largo respiro,
rivolta direttamente alla cittadinanza.
2. PROPOSTE
Sostegno al lavoro, allo start up e allo sviluppo
della carriera
Insieme alla mancanza di azioni rivolte alla
cittadinanza, l'assenza di una politica di sostegno
alla carriera, in tutte le sue fasi, è probabilmente l'aspetto più carente di questi sei ultimi anni di
gestione di OPT.
Sebbene l'Ordine non abbia un ruolo diretto nella ricerca del lavoro degli psicologi, nella vision di
gestione degli Ordini di AltraPsicologia il tema del
sostegno al lavoro, nelle sue diverse fasi, è attinente il compito di tutela della cittadinanza e
della categoria.
Se saremo maggioranza in OPT prevediamo di
attivare diversi servizi e consulenze, utili ai
colleghi e alle colleghe nelle diverse fasi della
carriera
Start up: la fase di avvio al lavoro per uno
psicologo è particolarmente complessa. Richiede
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resilienza personale, capacità strategica,
competenze non psy di tipo amministrativo,
organizzativo e manageriale che difficilmente si
acquisiscono nel percorso universitario. Se da un lato è necessario che Ordine, Università ed
ENPAP si raccordino intorno a queste esigenze, è
l'Ordine che può fornire specifici servizi di
consulenza per i propri iscritti con l'obiettivo di
fornire strumenti che aiutino il neopsicologo a
creare il proprio lavoro dopo l'abilitazione. E'
quindi strategico fornire elementi che permettano
di orientarsi all'interno delle norme, in ambito
legale, fiscale e previdenziale, occorre fornire
strumenti di marketing online e offline, occorre fornire monitoraggio e consulenza su quelle che
sono le principali tendenze nella domanda di
servizi di psicologia
Consulenza per la progettazione professionale: in
Toscana il terzo settore ha un ruolo fondamentale
in molti ambiti socio-sanitari. La regione e i
comuni toscani sono tra i pochissimi in Italia che utilizzano appieno i fondi europei ed enti e
fondazioni emanano spesso bandi per il sociale.
Sarà attivato un apposito sportello di supporto alla progettazione professionale, con lo scopo di
fornire servizi di informazione, formazione e
tutoraggio rispetto ai progetti ed alle proposte
progettuali degli iscritti all’ordine degli psicologi della Toscana. In particolare verrà fornito
supporto in ambito gestionale, normativo, sociale,
relazionale e di rete per ricercare opportunità di
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sostegno e finanziamento, confrontarsi, creare
partnership e rafforzare il proprio ruolo nei
contesti sociali e lavorativi.
Avvio di impresa, Found rising e finanziamento:
l'articolazione di domanda di psicologia,
presuppone sempre di più che professionisti,
psicologi e non, si mettano insieme, in forma di
associazioni, cooperative, società, per offrire i
propri servizi.
Se come AltraPsicologia saremo maggioranza in
OPT vogliamo:
• offrire un servizio di supporto per
sviluppare l’idea imprenditoriale, reperire
fondi, avviarla e gestirla in modo
sostenibile,
• creare un osservatorio su Bandi e Finanziamenti strategici: non solo un
monitoraggio sui bandi di concorso,
dunque, ma possibilità di reperire fondi per la propria cooperativa, il proprio progetto,
la propria formazione
Un nuovo approccio alla deontologia e alla tutela:
prevenire è meglio che curare!
Il punto di partenza già esiste: in OPT è prevista
sia una Commissione Deontologica sia una Commissione Tutela.
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Occorre farle lavorare al meglio, occorre
soprattutto mettere fine alla deontologia brandita
come spauracchio con cui intimorire i colleghi,
come è capitato ad alcuni attivisti di AltraPsicologia.
Occorre portare una nuova logica, orientata alla
prevenzione e alla riduzione del danno, sia che si
tratti della qualità del lavoro dello psicologo, sia
che si tratti di pseudoprofessionisti che invadono il
nostro campo di competenze.
– La commissione deontologica: svolge un
ruolo fondamentale, tra quelli istitutivi per legge
di un Ordine professionale. Vigila sugli psicologi e
sul loro rispetto del codice deontologico. Svolgere al meglio questa funzione è quindi fondamentale
per un Ordine, ma quando una segnalazione
arriva e una sanzione viene comminata, qualcosa
è già andato storto: un cittadino ha comunque
subito un danno. Occorre allora andare oltre la
logica sanzionatoria: occorre lavorare sulla prevenzione, a maggior ragione se si considera
che la gran parte dei casi che arrivano in esame
sono dovuti a comportamenti ingenui o all'ignoranza di basilari norme dell'esercizio
professionale.
L'obiettivo principale di questa commissione,
dunque, dovrà essere un alto livello di vigilanza
ma contemporaneamente una riduzione dei
contenziosi. Per ottenere ciò:
• Dovrà occuparsi di fornire agli psicologi una
formazione etico-giuridica di base
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• Dovrà occuparsi di mettere a disposizione
opportunità di approfondimento per settori
e/o temi specifici
• Dovrà attivare uno sportello di consulenza
a richiesta, che fornisca supporto e
orientamento su criticità intervenienti
nell’attività professionale.
• La commissione tutela: negli ultimi anni
abbiamo assistito a tentativi sempre più
articolati da parte di professionisti
“pseudo-psi” di accreditarsi ora presso la
cittadinanza, ora presso le istituzioni. In questo contesto, l'operato del Consiglio
Nazionale (CNOP) e quello di OPT non
hanno certo brillato per chiarezza e
fermezza. Si va dal tentativo di “pacificazione” delle Consensus Conference
tra psicologi e counselor, promosso dal
CNOP, con l'appoggio di OPT, ad OPT stesso che accredita con ECM un evento
dove c'è un counselor e firma protocolli
d'intesa con scuole che formano counselor. E' necessario ribadire che qui la questione non
riguarda la contesa su una nicchia di mercato –
rappresentata comunque da persone o contesti in sofferenza - , ma la tutela della salute dei
cittadini. Un diritto, quello alla salute, che giova
ricordare è riconosciuto innanzitutto dalla
Costituzione Italiana.
Finora il lavoro è stato orientato soprattutto
all'intervento nei casi di abuso professionale,
attraverso la redazione dei relativi esposti alla
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procura, sia ad interventi in quei casi di “pubblicità
ingannevole” dove soggetti non psicologi, con voli
pindarici linguistici, mascherano di fatto
prestazioni psicologiche.
Un lavoro certamente prezioso, su un terreno
scivoloso, che fa dell'abuso di professione
psicologica, per la natura prettamente relazionale
del nostro lavoro, un fenomeno difficilmente
rilevabile.
Va poi considerato che la nostra categoria subisce
ancora un forte livello di disinformazione culturale
su ciò che fa uno psicologo.
La commissione Tutela deve dunque farsi carico di un lavoro su due fronti: quello di una tutela
diretta, che si dispiega nel campo legale, quando i
casi di abusivismo siano segnalati, semplificando
le procedure di segnalazione, e quello di una
tutela indiretta, che deve invece andare a incidere
a livello culturale, tanto presso i cittadini quanto presso le istituzioni e gli stakeholder, interni ed
esterni alla categoria.
Una comunicazione efficace, per gli psicologi e per
i cittadini!
Attualmente tutto l'impianto comunicativo di OPT
è orientato in maniera preponderante verso gli
iscritti, trascurando la comunicazione alla
cittadinanza.
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Occorre riequilibrare l'asse, rinforzando le
strategie comunicative nei confronti della società,
andando oltre la logica dei pochi comunicati
stampa reattivi a grandi eventi di cronaca.
La comunicazione interna: ossia la comunicazione
dell'Ordine verso i suoi iscritti. Attualmente essa
avviene principalmente attraverso le newsletter, il
sito e la pagina Facebook ed è gestita da
un'apposita Commissione che organizza e filtra i contenuti, secondo una logica che, se c'è, è
perlomeno sfuggente. Ad esempio: le newsletter
sono inviate per comunicare una sola notizia alla volta, pertanto è possibile che in una sola giornata
un iscritto si trovi a ricevere più newsletter, con il
presumibile risultato che non tutte vengano aperte. Capita che ci sia trascuratezza nei
contenuti, che risultano a volte contraddittori con
quanto si trova sul sito. C'è stato poi in questi anni
il discutibile atteggiamento di OPT nei confronti
dei colleghi che chiedevano informazioni in merito
all'obbligatorietà degli ECM e a cui veniva data risposta affermativa, nonostante lo stesso CNOP
abbia più volte comunicato il contrario, generando
molta confusione. Il sito internet di OPT è ricco di informazioni utili
per gli iscritti, ma inserite in modo caotico, per cui
orientarsi è molto difficile e può capitare di
cercare un'informazione e non trovarla, perché magari nascosta in qualche sottocategoria.
Se saremo maggioranza in OPT innanzitutto
riorganizzeremo il sito, sia nella parte pubblica sia
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in quella riservata, secondo criteri di user
experience design, semplificheremo i form di
contatto, inseriremo FAQ e risorse, una
mediateca dove saranno presenti ebook, materiali, slide, gli streaming degli eventi.
Implementeremo piattaforme e-learning (tipo
moodle) per agevolare l’incontro e lo scambio di
informazioni e competenze tra gli iscritti, con
l’ottica di creare una fitta rete di scambio di
professionalità, informazioni e stimolare alla
colleganza.
La comunicazione esterna: ossia la comunicazione
rivolta alla cittadinanza e istituzioni. Tra le varie
competenze che devono risaltare agli occhi della
cittadinanza come specifiche della nostra categoria professionale, prima fra tutte, in questa
nuova epoca digitale, deve necessariamente
essere la capacità di comunicare contenuti
complessi attraverso strumenti semplici e alla
portata di tutti. Questa è la sfida che la
cittadinanza ci lancia direttamente, senza giri di parole. Dobbiamo farci trovare pronti e anche le
istituzioni di categoria devono prendere molto
seriamente in considerazione questo aspetto. Non si tratta solo di promozione professionale ma
anche di tutela della cittadinanza, che deve
essere messa in condizione di conoscere, a
seconda della personale possibilità di approfondimento, soprattutto informazioni
scientificamente corrette e rilevanti. Sul sito la
parte di servizi per i cittadini è scarna e con
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pochissime informazioni utili. Gli psicologi toscani
non sono praticamente riconoscibili all'interno del
dibattito pubblico. Se saremo maggioranza
nell'Ordine della Toscana, porteremo avanti un'idea di comunicazione proattiva nei dibattiti
sociali, con l'obiettivo di valorizzare il contributo
dello psicologo come professionista dalla
competenza declinabile in un ampio raggio di
settori. Un obiettivo raggiungibile solo se si
entrerà in contatto con l'intero spettro dei mass
media e social network in modo da:
• diventare fonte di riferimento delle
redazioni, al fine di favorire la diffusione di corrette informazioni e di una cultura
psicologica che sia di sostegno tanto alla
professione quanto ai cittadini
• lavorare in modo pro-attivo in modo da
costruire un posizionamento che valorizzi la
professione e favorisca il lavoro degli psicologi nel quotidiano e nel sociale
• diffondere in maniera efficace i prodotti
del lavoro degli psicologi nell’ente (gdl).
• Costruire contenuti social e materiale
divulgativo in maniera meno
approssimativa, forti della letteratura che sancisce l’importanza di comunicare
adeguatamente un contenuto (e non solo
quindi comunicare un contenuto adeguato)
per raggiungere l’obiettivo di valorizzare e
diffondere efficacemente il messaggio.
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Formazione, aggiornamento, specializzazione
In linea con gli obiettivi del programma nazionale
di AltraPsicologia, intendiamo avviare un processo di confronto con gli attori coinvolti nelle diverse
fasi che portano un laureato in psicologia fino
all'ingresso nella professione. Ingresso che può
avvenire solo se in possesso di un set minimo di
competenze, da acquisire tanto nel percorso
universitario, tanto nel tirocinio post laurea, il
primo fondamentale momento di messa alla prova del neolaureato.
• Tirocini: Se saremo maggioranza in OPT
come Altrapsicologia intendiamo:
o avviare un confronto con le
università del territorio toscano sul
tirocinio post laurea, con lo scopo di
rilevare eventuali criticità e
agevolare i processi di rete o avviare un confronto con le
rappresentanze studentesche, per
facilitare percorsi di consapevolezza sui diritti e doveri del tirocinante e
favorire l'orientamento nella scelta
del tirocinio post laurea o avviare un confronto con i tutor delle
strutture, per sostenerli nel delicato
ruolo di accompagnamento del
futuro collega nell'ingresso nella
professione e nella formazione dei
colleghi in specializzazione.
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• Formazione continua e aggiornamento:
diventati psicologi, acquisiamo l'obbligo di
formazione continua. Se saremo
maggioranza in OPT intendiamo proseguire nell'offerta di formazione accreditata per i
colleghi, ma vogliamo fare un passo in
avanti rispetto ai convegni. Oltre l'eventistica dal vivo, da organizzare
sull'intero territorio toscano, intendiamo
implementare webinar e formazione online, in orario serale, contenuti fruibili in diretta
e in differita, per consentire la massima
partecipazione dei colleghi e delle colleghe, senza interferire con gli impegni di lavoro.
Intendiamo allargare il campo dei temi
verso l'innovazione, la contaminazione con
altre professioni e gli ambiti emergenti, per
orientare la formazione degli psicologi su
territori e nicchie di mercato di maggiore
sviluppo nel futuro.
• Specializzazione: Più del 50% degli psicologi sceglie nel corso della propria
carriera di specializzarsi in psicoterapia.
Intendiamo certamente continuare il
percorso di confronto già avviato con le
scuole di specializzazione per aiutare i
colleghi a orientarsi al meglio e per cogliere
le opportunità e le sfide cui la psicologia è
chiamata, ma vogliamo ampliare la logica,
coinvolgendo gli istituti e le Società
Scientifiche in un percorso culturale, che
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avvicini la cittadinanza alla psicologia e la
psicoterapia come gold standard in risposta
ai vissuti di incertezza relazionale,
orientamento, sviluppo e crescita personale.
L'incontro col Terzo Settore: il welfare diffuso
In Toscana da anni il Terzo Settore collabora con
le istituzioni alla gestione di servizi sociali e sanitari, in un'ottica di welfare diffuso.
Non possono essere lasciate da parte le migliaia di
organizzazioni no profit con cui lo psicologo collabora quotidianamente e che sempre più
spesso hanno bisogno di uno psicologo all'interno
della gestione sia della propria organizzazione interna sia delle iniziative rivolte all'utenza.
Non possiamo più continuare, come è stato finora,
a lasciarci sfuggire la possibilità di creare rete con
le realtà del Terzo Settore.
Se saremo maggioranza in OPT intendiamo
colgare questo gap, creando reti con le associazioni di secondo livello (Cesvot, consorzi di
cooperative, Forum del Terzo Settore) per creare
un sistema virtuoso di conoscenza e inserimento dei vari ambiti della psicologia in questo settore.
Commissioni e gruppi di lavoro: serve cambiare
marcia!
L'attuale gestione delle commissioni e dei gruppi di lavoro hanno portato molti meno frutti rispetto
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all'impegno e alla buona volontà profusa dai
colleghi e dalle colleghe.
La difficoltà a mettere a frutto impegno, energie
e competenze è principalmente dovuta:
• Alla mancanza di strategia complessiva che
inserisca il lavoro dei GDL in una vision
politica a monte e orientata a portare valore per gli iscritti e la cittadinanza
• All'insufficiente trasparenza sull'effettivo
lavoro svolto. Non si riesce a comprendere
la composizione dei gruppi, spesso sono
presentati i progetti, ma non l'effettivo
dispiegarsi del corso dei lavori.
• Alla scelta limitata delle aree di lavoro su
cui attivare i gruppi, che ha trascurato
ambiti dove è necessario un posizionamento forte della psicologia e
dello psicologo e dove è presente anche
una potenziale domanda in crescita.
• Occorre perciò cambiare marcia,
impostare una modalità di gestione che crei
effettivo valore e che risulti trasparente
nell'operato, una modalità che faciliti la
partecipazione, che sia orientata tanto ad
una restituzione all'interno della comunità, quanto all'esterno, ai cittadini, alle
istituzioni e agli stakeholder, da raccordare
con adeguate strategie comunicative.
Queste sono i principali cambiamenti
nell'organizzazione dei Gruppi di lavoro e delle
Commissioni che apporteremo se saremo
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maggioranza al governo dell'Ordine della
Toscana:
• Una nuova prospettiva per la tutela e la
deontologia: intervenire lì dove già c'è violazione del codice da parte di un collega
o un abuso di professione è un'importante
attività costitutiva del ruolo dell'Ordine. Ma occorre fare di più: occorre acquisire un
nuovo atteggiamento proattivo, orientato
alla prevenzione e alla riduzione del danno, a tutela del lavoro degli psicologi e del
diritto alla salute dei cittadini.
• Istituzione di una Commissione Università: per avviare un confronto proficuo su
tirocini ed esame di stato e per proporre
iniziative di concerto che mettano in
contatto mondo della formazione e scelte
professionali
• Istituzione del Network Territoriale: che non solo porti l'Ordine nelle diverse
province toscane, ma che sviluppi, in base
alle peculiarità territoriali, reti, servizi per i colleghi, contatto con associazioni di
cittadini, con stakeholder e con le istituzioni
• Istituzione della Consulta Giovani: composta da psicologi under35, sarà un
organismo consultivo con il compito di
avvicinare i neoabilitati alla vita
dell'istituzione, dandogli un ruolo attivo,
aumentando così la partecipazione e
l'empowerment dei colleghi che si trovano
all'inizio della loro carriera.
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• Nuovi gruppi di lavoro sugli ambiti
emergenti: con la finalità di creare rete,
approfondire aspetti innovativi, strutturare
proposte operative da portare agli stakeholder e alla cittadinanza. In
particolare saranno avviati nuovi GDL su:
o Nuove tecnologie o Psicologia dell'invecchiamento
o Cure palliative e terapia del dolore
o Psicologia dell'alimentazione o Psicologia della perinatalità
o Nuovi assetti familiari
o Sessualità, orientamento e identità di genere
• Nuovi strumenti di lavoro: il vincolo delle
riunioni nelle sedi dell'Ordine incide sulla
possibilità dei colleghi toscani di poter
partecipare, sia per questioni geografiche sia di orario. I gruppi devono avere a
disposizione una piattaforma che consenta
loro di organizzare meeting online e scambiare materiali in maniera ordinata e
funzionale e trasparente.
Gli psicologi stanno fuori! (dagli studi): una
professione al servizio della cittadinanza
La Toscana non è certo regione che manchi di
tradizionali eventi e fiere sul territorio in diversi
momenti dell'anno.
Eventi su temi come la sessualità, l'alimentazione,
lo sport, la tecnologia, portano i cittadini a
contatto con temi che hanno forti risvolti sul piano
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psicologico. Ma gli psicologi non ci sono. Non ci
sono stati quasi mai negli ultimi sei anni, eppure la
tutela della cittadinanza (nonché il lavoro degli
psicologi) passa anche attraverso l'abbattimento tanto delle barriere in ingresso alla richiesta di
una consulenza psicologica tanto dallo
svecchiamento di una figura professionale spesso
percepita come ingessata e arroccata
sull'intervento clinico e psicoterapico, da ricercare
quando ormai il problema è evidente e
conclamato.
Se saremo maggioranza in OPT intendiamo
investire un budget importante su iniziative tese a
promuovere e valorizzare la professione e il lavoro degli psicologi.
Accanto al lavoro di comunicazione con la
Commissione comunicazione, intendiamo
prendere parte in modo strutturato a
manifestazioni e fiere in settori strategici per la
salute del cittadino e delle comunità. Intendiamo poi proporre un Festival della Psicologia in
Toscana, un evento di grande visibilità e risonanza
in grado di raggiungere un elevato numero di cittadini e di coinvolgere istituzioni e società. Un
evento all'interno del quale declinare una
specifica tematica secondo i diversi settori della
psicologia, sulla scorta delle esperienze più che
positive del Piemonte e soprattutto del Lazio.
#RoadToAltraPsicologia