ACRONIMO P4C
BREVI RIFLESSIONI, DESCRIZIONE
DEL CURRICOLO E SIGNIFICATO DELLA PRATICA
PHILOSOPHY FOR CHILDREN
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Presentazione P4C - I. C. "G. Scelsa" A. S. 2017-2018
Contenuti e specificità
Philosophy for Children è il nome di un’esperienza educativa ormai decennale nata in New Jersey intorno agli anni ‘70 ad opera di Matthew Lipman del Montclair State College.
Lipman insieme ad alcuni collaboratori ha creato un programma per fare filosofia con i bambini.
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PREMESSE ESPLICATIVE
COS’È LA FILOSOFIA?
- Circolarità della domanda e dimostrazione della sua valenza pratica.
- Alcuni esempi:
Aristotele, Immanuel Kant, Søren Kierkegaard, Friedrich Nietzsche, Martin Heidegger
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VALENZE TRANSDISCIPLINARI
Il dialogo e il racconto. Da Socrate a Freud fino alla moderna filosofia pratica
L’orizzonte scientifico, dell’etica e la dimensione comunitaria della conoscenza: il campo “gnoseologico” ed “epistemologico”
La narrazione di sé e il racconto: il confronto ordinato e la coscienza critica.
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Cos’è la filosofia?
L’amore per la sapienza…. (Aristotele, Metafisica)
Conoscenza dell’apriori trascendentale
(I. Kant, Critica della ragion pura)
Un’arte della trasfigurazione…. (F. Nietzsche, La gaia scienza)
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COS’È LA FILOSOFIA? - 2
Disvelamento storico-soggettivo della verità e dell’oblio dell’essere (M. Heidegger, Essere e tempo; Cos’è la filosofia?) Ciò che nasce dalla meraviglia (stupore) “Aristotele” (J. Dewey, Rifare la filosofia) Una nuova sapienza dell’amore… (L. Irigaray, La via dell’amore)
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ALCUNE FINALITÀ
Ristrutturare la pratica educativa;
Proporre un modello riflessivo dell’apprendere;
Proporre contenuti mediante la prassi
Il programma della P4C è stato pensato e costruito per raggiungere obiettivi specifici e generali a breve e lungo termine.
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1. Il metodo socratico declinato secondo la pratica dialogica;
2. Struttura circolare e trasversale della comunicazione;
3. La “metodologia della ricerca” come stimolo all’apprendimento secondo la teoria dell’indagine di John Dewey (Ad es. Come pensiamo, pp. 72-74).
4. Superamento della prospettiva individualistica e dell’accentuazione della dimensione sociale, comunitaria e condivisa della crescita, dello sviluppo delle conoscenze e dell’elaborazione “etica” del cambiamento.
Metodologia e contenuti 9
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a) Atteggiamenti democratici
b) Competenze comunicative ampie
c) Abilità di pensiero e ragionamento d) Attitudini, disposizioni e atteggiamenti
critici, creativi e costruttivi nei confronti del mondo circostante e della conoscenza.
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Sintesi: alcuni elementi -1
Il Pensiero riflessivo:
“Il pensiero riflessivo è un pensiero consapevole delle sue assunzioni e delle sue implicazioni e cosciente delle ragioni e delle prove a sostegno di questa o quell’altra conclusione.
Esso prende in considerazione la sua stessa metodologia, le sue stesse procedure, la sua stessa prospettiva e il suo stesso punto di vista”
(M. Lipman, Educare al pensiero, op. cit., p. 36)
Le idee, la qualità della comunicazione, la convivenza civile, il rispetto di sé e degli altri .
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Sintesi: alcuni elementi -2
Preminenza dell’etico-pratico
“La Comunità di ricerca filosofica (CdRF) non si dà, ma si può costruire e coltivare mediante una graduale trasformazione delle norme e delle logiche che regolano le pratiche sociali spontanee (e istituzionalizzate). L’istanza trasformativa mette in gioco i dispositivi della formazione e, inevitabilmente, invoca azioni di rilevanza etica”
A. Cosentino, S. Oliverio, Comunità di ricerca filosofica e formazione, op. cit., pp. 1-7.
I valori sottesi alla metodologia educativa ed all’approccio relazionale
Le prove pratiche attestano l’indagine come modalità privilegiata per la conoscenza, l’elaborazione del vissuto, delle scelte l’esercizio autentico della libertà e l’“orientamento” nel mondo circostante.
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FILOSOFIA ED EDUCAZIONE CARING
“ Migliorare il pensiero implica che si coltivino le sue dimensioni critica, creativa e caring, come pure il suo aspetto riflessivo … Cosa è possibile fare per rendere l’educazione più critica, più creativa, più caring e più attenta alle sue stesse procedure?
La mia raccomandazione è, in primo luogo, quella di inserire nei curricoli della scuola primaria e secondaria l’insegnamento della
filosofia…”
M. Lipman, Educare al pensiero, Vita e Pensiero, op. cit., p. 37.
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EDUCAZIONE, RICERCA E FILOSOFIA
Oltre la prospettiva individuale: la comunità di ricerca.
Alcuni aspetti della filosofia di Jhon Dewey (……).
Testo: Come pensiamo. Una riformulazione del rapporto tra il
pensiero riflessivo e l’educazione, La Nuova Italia, Firenze 1961.
Preminenza della relazione e valenza conoscitiva dello scambio dialogico: l’apprendimento conversazionale.
La questione didattica e formativa del “giudizio” e della valutazione
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I RACCONTI
“I racconti sollevano questioni importanti e controverse nella storia della filosofia: realtà, identità, verità, bellezza, bene, male, diversità, identità, natura società, etc … ” M. Santi, Ragionare con il discorso, Liguori, Napoli 2006, p. 121.
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SCUOLA dell’INFANZIA
ANN MARGARET SHARP, L’ospedale delle bambole, Liguori, Napoli.
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STIMOLI NARRATIVI
Alcuni temi:
Identità di genere
Io, le cose, l’altro/a
Il Corpo, l’affettività
Alcuni contenuti etici e relazionali:
Dire la verità
Essere trattati come persone (personalismo)
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I e II SCUOLA PRIMARIA
Elfie è una bambina di sei anni timida, insicura, dubbiosa che si pone domande e si interroga costantemente su se stessa, sul mondo e sulle cose che accadono intorno a lei. Non è molto diversa da tanti suoi coetanei, che possono facilmente identificarsi con lei. È proprio attraverso il suo costante interrogarsi che Elfie cresce e si trasforma, acquistando consapevolezza di sé e del proprio orientamento nel mondo. È un racconto per bambini, ma una lettura affascinante e stimolante anche per adolescenti ed adulti.
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Un brano
… “Elfie” mi dico “che pasticciona che sei!
Non puoi mai fare niente di giusto?
Non importa se fai cose buone o cattive, le fai sempre tutte in modo sbagliato! ……
M. Lipman, Elfie, Liguori, Napoli, p. 22.
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Alcuni temi della narrazione
Connettori ed elementi logici;
Stimoli a temi filosofici;
Uomini e ambiente;
Essere e apparire;
“Pensare” e “parlare”
Credere in se stessi
……..
……..
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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Questo racconto, tradotto in numerose lingue, ha ormai fatto il giro del mondo. Nel tempo della scuola di massa, esso ripropone una sfida antica: la disciplina dell’intelletto come valore eminente dell’educazione. Il prisma dei perché si colloca, nell’architettura del curricolo della Philosophy for Children, dopo Pixie e prima di Lisa e Mark. Ha a che fare soprattutto, ma non esclusivamente, con la logica delle classi e la sua applicazione a casi concreti della vita dei protagonisti.
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SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Il libro parla delle
disavventure di alcuni giovani e dei loro sforzi di fare chiarezza nella propria testa, di fronte a questioni piccole e grandi, con l'idea che in fondo i criteri con cui affrontiamo i problemi della vita di tutti i giorni, a casa e a scuola, non sono così diversi da quelli che dovrebbero regolare i rapporti tra i membri della società o tra gli Stati stessi: cosa significa amare, fare a pugni, fare amicizia, spaccar tutto, rubare, punire...? Che cosa ha a che vedere con la guerra, l'ingiustizia, la libertà, la democrazia...? Discutere è il fine di questo racconto ed il mezzo per aiutarci a pensare con la propria testa ed essere veramente liberi.
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SVOLGIMENTO GENERALE DELLA PRATICA : LA CONDUZIONE DELLE SESSIONI
Lettura.
Rilettura silenziosa.
Scelta dei temi, porre domande.
Ascolto.
Compilazione della lista degli argomenti (Agenda)
“Uso del manuale”.
Discussione.
Sintesi.
Momento valutativo.
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La creazione/costruzione dell’agenda
1) La formulazione delle domande: la risposta iniziale della classe al testo.
2) Il riconoscimento da parte dell’insegnante di chi offre un proprio contributo.
3) La costruzione dell’agenda come lavoro collaborativo della comunità.
4) L’agenda come mappa delle aree di interresse degli studenti. 5) L’agenda come indice di ciò che gli studenti importante nel
testo ed espressione dei bisogni cognitivi del gruppo. 6) La cooperazione dell’insegnante e degli studenti per decidere
da dove iniziare la discussione. Riferimenti bibliografici: M. Lipman, Educare al pensiero, op. cit., p. 117. M. Santi, Ragionare con il discorso, op. cit., p. 147.
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“ L A C O M U N I T À D I R I C E R C A V U O L E C O S T R U I R E U N S I S T E M A D I P E N S I E R O . E S S O P R E N D E A V V I O D A
U N ’ I M P A L C A T U R A P R O V V I S O R I A C O S T I T U I T A D A L L E C R E D E N Z E G I À P O S S E D U T E , D A G L I O B I E T T I V I D E L
P R O G E T T O E D A I V A L O R I D A S O S T E N E R E . L A P R O C E D U R A È D I A L E T T I C A : I G I U D I Z I S P E C I F I C I S O N O M O D E L L A T I
S U L L E G E N E R A L I Z Z A Z I O N I C O M U N E M E N T E A C C E T T A T E E L E G E N E R A L I Z Z A Z I O N I S O N O M O D E L L A T E S U I G I U D I Z I
S P E C I F I C I . ”
M . L i p m a n , R a g i o n a r e c o n i l d i s c o r s o , v i t a e p e n s i e r o , o p . c i t . , p . 1 1 8 .
A n t o n i o C o s e n t i n o , C o m u n i t à d i r i c e r c a f i l o s o f i c a e
f o r m a z i o n e , o p . c i t . , p . 9 0 e s s .
La comunità di ricerca 1
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La comunità di ricerca 2
“ La comunità di ricerca filosofica con le
sue dinamiche di pensiero collaborativo è in sostanza ciò cui deve tendere l’attività proposta. La brama di arrivare in tempo utile a presentare a far acquisire ai bambini determinati contenuti per poterli valutare “oggettivamente”, lascia il posto ad un impegno costante per reimpostare completamente il processo di insegnamento-apprendimento scolastico” .
M. Santi, Ragionare con il discorso, op. cit., p. 146.
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IL RUOLO DELL’INSEGNANTE
Mediatore, facilitatore, liberatore Deve stimolare i membri di una comunità a divenire
veramente dei partecipanti 1) Saper riconoscere quando intervenire nella
discussione 2) “Elicitare” i punti di vista e le opinioni 3) Aiutare gli studenti ad esprimere se stessi Esplicare le posizioni degli alunni Favorire processi di interpretazione Cercare la consistenza, ovvero l’utilizzo corretto ed
univoco dei significati all’interno di un discorso. Far emergere le assunzioni. (elemento critico-creativo) è tipico del filosofo
impegnarsi nella ricerca delle assunzioni e dei presupposti di ciò che viene affermato.
M. Santi, Ragionare con il discorso, op. cit., p. 100.
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1 ) I N D I C A R E L E F A L L A C I E C H E P O S S O N O E S S E R E D I N A T U R A L O G I C A E A R G O M E N T A T I V A .
I N D I C A R E L E P O S S I B I L I T À , I P U N T I D I V I S T A
2 ) R I C H I E D E R E R A G I O N I ; N E L L A M I S U R A I N C U I I L P R O C E D E R E D E L D I A L O G O F I L O S O F I C O … .
3 ) C H I E D E R E A G L I A L U N N I D I R E N D E R E E S P L I C I T O I L P R O C E S S O D I R E N D E R E E S P L I C I T O I L P R O C E S S O A T T R A V E R S O C U I S O N O G I U N T I A “ Q U A L C H E ” C O N C L U S I O N E
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE 2
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1 ) F A R S Ì C H E V E N G A N O E L I C I T A T E E D E S A M I N A T E L E A L T E R N A T I V E .
2 ) C O N F R O N T O T R A D I V E R S I P U N T I D I V I S T A :
“ È F O N D A M E N T A L E P E R Ò C H E L A D I V E R S I T À V E N G A R I C O N O S C I U T A E D U T I L I Z Z A T A P R O D U T T I V A M E N T E S U L P I A N O M E T O D O L O G I C O , E Q U E S T O È U N C O M P I T O C H E S P E T T A I N T E N Z I O N A L M E N T E A L L ’ I N S E G N A N T E .
N O N F A R S I P R E N D E R E D A L L A P R E O C C U P A Z I O N E D I G I U N G E R E , A L L A F I N E D E L L E D I S C U S S I O N I , A Q U A L C H E “ C O N C L U S I O N E ” .
M . S a n t i , R a g i o n a r e c o n i l d i s c o r s o , o p . c i t . , p . 1 0 7 .
IL RUOLO DELL’INSEGNANTE 3
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L’emersione e la scelta del tema
Far emergere ciò che è interessante per i bambini, ponendo domande del tipo:
“Che cosa hai trovato di strano, interessante, simpatico, poco chiaro, etc.” ?
Evitare di influenzare le loro scelte proponendo ciò che noi
troviamo di particolare interesse o rilevanza. Aiutare i bambini con ulteriori domande magari più specifiche qualora la risposta sia lenta, ma senza focalizzare l’attenzione su ciò che è avvenuto nei diverso episodi, ma piuttosto sul “perché” , ed il “come” è avvenuto.
M. Santi, Ragionare con il discorso, op. cit., p. 146.
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FUNZIONI COGNITIVE
La pratica si propone il rinforzo e lo sviluppo complessivo di determinate funzioni cognitive:
a) Abilità di ragionamento (induttivo, deduttivo, analogico etc.)
Abilità di “ricerca” (osservazione, descrizione, narrazione etc.);
Abilità di formazione concettuale (definizione, classificazione etc.);
d) abilità di “traduzione” (comprensione, ascolto, scrittura etc.)
e) Disposizioni “critiche” (meravigliarsi, chiedere ragioni, “giudicare” facendo uso di criteri, porre domande etc.).
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INDICI “VALUTATIVI”: A: ASCOLTO
P: PARTECIPAZIONE A: ATTENZIONE
C: CUSCINO
B: BENESSERE (PSER)
Momento della “valutazione”
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Comunicazione e complessità
Visione classica
La comunicazione viene letta, gestita ed interpretata alla luce dei molteplici linguaggi: fisico, verbale etc.
La lettura dell’evento comunicativo non può prescindere dalla storia che attraversa le trame relazionali e dai contesti specifici che le ospitano.
La comunicazione può essere interpretata riconducendone i singoli elementi, individuabili in modo analitico, alla loro origine di base a sua volta riassunta nei fatti passati e in quelli qui e ora presenti.
MODELLI COMUNICATIVI E RELAZIONALI
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Modello ciclico
2
Contenuti 1
3
Dialogo
2
4
Pratiche
3
5
Riflessione 4
1
Metodo 5
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Modello lineare
Modalità e riflessione
metodologica.
Valori, contenuti specifici, idee,
abilità relazionali, capacità
linguistiche e dialogiche
Crescita, autonomia,
facoltà critica, creatività e sviluppo
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ADATTAMENTO AL CONTESTO.
FLESSIBILITÀ COME RIFORMULAZIONE
IN BASE A SPECIFICITÀ, ESIGENZE, BISOGNI, QUALITÀ
ETC.
Modello generale e contesto specifico
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Il “Setting” - Atmosfera
Ambiente di ricerca: “Impegnarsi costantemente per renderlo socialmente positiva ed intellettualmente aperta e pluralistica” . M. Santi, Ragionare con il discorso, op. cit., p. 148. “Lo scenario in cui è situata la pratica comprende
nella sua architettura tutto l’insieme delle variabili che fanno la qualità del contesto: dai linguaggi e le modalità della comunicazione all’organizzazione dello spazio, della posizione e il movimento dei corpi alla disposizione degli oggetti fino all’arredamento”.
A. Cosentino, S. Oliverio, Comunità di ricerca
filosofica e formazione, op. cit., p. 96. Interazioni creative ed espressive: Musica, disegno, lettura, recitazione etc.
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Negli ultimi anni si è assistito al proliferare di
pratiche che promuovono l’insegnamento della Filosofia coi bambini.
Si tratta di prospettive didattiche che, sebbene paiano talvolta fare leva su “alcuni” presupposti pedagogici cui si ispira la P4C, ne differiscono sostanzialmente per la differente conduzione pratica, e per una diversa metodologia didattica e meta-didattica.
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P4C COS’È IL CRIF?
Sito web:
www.filosofare.org
Soggetto accreditato e qualificato MIUR per la formazione del personale scolastico.
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Bibliografia orientativa
M. LIPMAN, Educare al pensiero, Vita e Pensiero, Milano 2005. M. SANTI, Ragionare con il discorso. Il pensiero argomentativo
nelle discussioni in classe, Liguori, Napoli 2006. A. COSENTINO, S. OLIVERIO, Comunità di ricerca filosofica e
formazione. Pratiche di coltivazione del pensiero, Liguori, Napoli 2011.
M. STRIANO, I tempi e i luoghi dell’apprendere, Liguori, Napoli
1999.
V. WAKSMAN, W. KOHAN, Fare filosofia coi bambini. Strumenti critici e operativi per il lavoro in classe con e oltre il curricolo Philosophy for children, a c. di M. Santi, Liguori, Napoli 2013.
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