Download - Parlo per dono di Dio Vol.1
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AutoreAntonio Campagnolo©2004
Editing e lay-outAndrea Dalla Valle & Chiara Dalla Valle
Non è vietata la riproduzione dell’opera, o diqualsiasi sua parte. È importante che questolibro possa diffondersi quanto più lontanopossibile per volere espresso dall’autore.
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Antonio Campagnolo
PARLO,PER DONO DI DIO
Il Padre vi parla, tenetela cara questa perlaè la salvezza dell’umanità, perché di tutti è il Papà.
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INDICE
Argomenti
Prefazione
Note del curatore
La verità è che:
Un disegno di Dio per la salvezza dell’umanità
Statuto Europeo
Il messaggio di Dio alla Chiesa
CAPITOLO 1: Pensieri in libertà
CAPITOLO 2: Ditta e famiglia
CAPITOLO 3: Temi sociali e fatti storici
CAPITOLO 4: Preghiere
pag.
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19
169
199
288
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PREFAZIONE
Ho voluto fortemente questo libro, perché è un atto dovuto alla bontà di Dio che mi
ha reso autore, quando in me il seme della scrittura non ha mai attecchito.
La mia storia comincia molti anni fa; ho perduto il papà all’età di cinque anni e mia
PDGUH�KD�GRYXWR�RFFXSDUVL�GL�FLQTXH�¿JOL�GL�FXL�LO�SL��JUDQGH�DYHYD�VROR�QRYH�DQQL��1RQ�VL�q�PDL�VFRUDJJLDWD�H�KD�VHPSUH�IDWWR�GL�WXWWR�SHU�IDUFL�DYHUH�LO�SDQH�TXRWL-GLDQR�H�XQ�OHWWR�GRYH�GRUPLUH��H�GL�TXHVWR�OH�VDUz�SHU�VHPSUH�LQ¿QLWDPHQWH�JUDWR���/D�VXD� IRU]D�DUULYDYD�GLUHWWDPHQWH�GD�XQD� LQFUROODELOH� IHGH� LQ�QRVWUR�6LJQRUH�H�QHOOD�VXD�³LPPHQVD�3URYYLGHQ]D´��3URSULR�FRQ¿GDQGR�LQ�TXHVWD�DEELDPR�FRVWUXLWR�il nostro successo industriale, partendo da una piccola bancarella da mercato in
SLD]]D��D�TXHO� WHPSR�YHQGHYDPR�FDSSHOOL�GL�SDJOLD���FKH�SHUPHWWHYD�DSSHQD�GL�VIDPDUFL��H�DUULYDQGR��DG�RUD��D�XQD�UHDOWj�GL�TXDOFKH�PLJOLDLR�GL�GLSHQGHQWL�H�DG�aziende tessile sparse in tutta l’Europa; tutto questo nell’arco di cinquant’anni.
/D�SURYYLGHQ]D�FL�KD�VHPSUH�JXLGDWR��H�VHQWR��FKH�'LR�q�VWDWR�VHPSUH�YLFLQR�DOOD�QRVWUD�IDPLJOLD��DQFKH�QHL�PRPHQWL�GLI¿FLOL�� OD�GLSDUWLWD�GL�PLR�SDGUH��OH�SUHRFFX-
SD]LRQL�SHU�JOL�DIIDUL��L�SUREOHPL�IDPLOLDUL�H�LQ¿QH�OD�PRUWH�GL�PLD�PDGUH��0L�WRUQD�VHPSUH�DOOD�PHQWH�XQ�IDWWR��DYYHQXWR�TXDQGR�QRL�IUDWHOOL�HUDYDPR�DQFRUD�ELPEL��XQD�GRPHQLFD�L�PLHL�JHQLWRUL�YROOHUR�SRUWDUFL�D�YHGHUH�OD�FKLHVD�GHGLFDWD�DOOD�%H-
DWD�*LRYDQQD�LQ�RFFDVLRQH�GHOO¶HVSRVL]LRQH�GHOOD�VDOPD�GHOOD�%HDWD��D�%DVVDQR�GHO�*UDSSD� �PLR� SDHVH� QDWDOH��� TXL� VL� GLYLVHUR��PLR� SDGUH� DQGz� D� YHGHU� O¶DOWDU�PDJJLRUH�FRQ�PLR�IUDWHOOR�PLQRUH�H�PLD�PDGUH�VL�UHFz�FRQ�QRL�TXDWWUR�SL��JUDQGL-FHOOL�DOO¶DOWDU�GHOOD�%HDWD�*LRYDQQD��2UD��FL�YHQQH�YLFLQR�XQD�VLJQRUD��PLD�PDGUH�QRQ�O¶DYHYD�PDL�YLVWD��FRVD�DVVDL�VWUDQD�SHU�FKLXQTXH�JHVWLVFD�XQD�EDQFDUHOOD�DO�PHUFDWR��FKH�OH�FKLHVH�FRQ�IDUH�FRUGLDOH��VH�QRL�TXDWWUR�IRVVLPR�WXWWL�VXRL�¿JOL��0LD�madre annuì e indicò mio padre e le disse che non eravamo solo quattro, ma cin-
TXH�H�FKH�HUD�DQFKH�LQ�VWDWR�LQWHUHVVDQWH«$OORUD�OD�JUD]LRVD�GRQQD�XVz�TXHVWH�SDUROH�� ³1RQ�GLVSHUDWH�PDL��TXDOXQTXH�FRVD�VXFFHGD��SHUFKp� OD�SURYYLGHQ]D�GL�'LR�q�LPPHQVD�´�H�VL�DFFRPLDWz��0LD�PDGUH�QRQ�FL�IHFH�FDVR�H�WRUQz�D�FDVD�VHQ]D�SL��SDUODUQH��PLR�SDGUH�QRQ�OR�VHSSH�PDL��6ROR�FLQTXH�JLRUQL�GRSR�PLR�SDGUH�PRUu�GL� SROPRQLWH� DFXWD�� H� SULPD�GL�PRULUH� ULSHWp� D�PLD�PDGUH� OH�PHGHVLPH�SDUROH��“Non disperate mai, qualunque cosa succeda, perché la provvidenza di Dio è im-
PHQVD�´�H�PRUu��0LD�PDGUH�PL�UDFFRQWz�VHPSUH�FKH�IX�OD�%HDWD�*LRYDQQD�D�GDUOH�TXHOOD�SUHPRQL]LRQH«�LR�SRVVR�VROR�FRQ¿GDUH�QHOOD�IHGH�H�VSHUDUH�FKH�VLD�VWDWR�
così. Ci furono altri fatti, non meno importanti, ma qui non potrei raccontarveli
WXWWL��FUHGLDWH�VROR�FKH�VH�LR�DPR�FRVu�IRUWHPHQWH�LO�6LJQRUH�1RVWUR��q�SHUFKp�HJOL�KD�IDWWR�JUDQGL�FRVH�GD�FRVH�SLFFROH��KD�IDWWR�FUHVFHUH�O¶DPRUH�H�O¶DPLFL]LD�LQ�XQD�WHUUD��5RPDQR�G¶(]]HOLQR��FKH�XQ�WHPSR�IX�VFRPXQLFDWD�GDOOD�&KLHVD��D�FDXVD�GHOOD�VFRPXQLFD�GL�(]]HOLQR�,,,�GD�5RPDQR���KD�FUHDWR�XQD�FRPXQLWj�FULVWLDQD�IRU-WH�GRYH�SULPD�F¶HUD�LO�QXOOD�H�LQ¿QH�KD�IDWWR�GLYHQWDU�VFULWWRUH�XQ�SLFFROR�XRPR�FKH�dell’esprimersi in versi è sempre stato nemico.
,O�PLR�VRJQR�q�FKH�TXHVWR�OLEUR�SRVVD�SRUWDUH�LO�SHQVLHUR�GHOOD�FULVWLDQLWj�TXDQWR�SL��GLVWDQWH�VLD�SRVVLELOH��H�SHUPHWWHUH�D�FKLXQTXH�GL�OHJJHUH�XQD�PLD�SRHVLD�VHQ-
WHQGR�PDJDUL�JHUPRJOLDUH�LQ�VHQR�LO�YHUR�DPRUH�SHU�'LR�La divina provvidenza è immensa, ha reso possibili le cose impossibili.
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NOTE DEL CURATORE
Questa raccolta poetica è frutto di un intenso lavoro dell’autore che dal 1972
scrive e raccoglie centinaia di poesie ogni anno. Il nostro compito è stato quello
di leggere tutto il materiale fornitoci dal signor Antonio e di estrarre le poesie più
belle e significative per quello che lui chiama: “un percorso di fede” che lo ha
portato (nella poetica stessa) alla Trasfigurazione di Dio come voce narrante e
come vero autore della trama poetica. I temi trattati possono essere raccolti in
quattro capitoli, nei quali vengono collezionate le diverse poesie riferite a quel
tema. In ognuno di questi le opere poetiche sono ordinate per data di creazione.
I temi dei capitoli si riferiscono a: Pensieri in libertà, in cui l’autore da sfogo alla
sua vera vena poetica, la scrittura è tale solo perché è frutto di ispirazione e
grande riflessione interiore. Il secondo capitolo è: Ditta e famiglia, in cui
vengono affrontati i problemi quotidiani della gestione di un’azienda e le
preoccupazioni per la grande famiglia che essa rappresenta. Il terzo capitolo è:
Temi sociali e avvenimenti storici, in cui l’autore espone con dilettevole ironia e
vigore alcune tematiche a lui molto care e tratta avvenimenti storici attuali ancor
oggi. L’ultimo ma non meno importante capitolo è: Preghiere, in cui l’autore
compie un vero canto di devozione verso Dio e verso la Sacra Famiglia, una
bella dimostrazione di ciò che può fare un cuore innamorato del Signore Nostro.
Quattro poesie (quelle più care all’autore) fuoriescono dai capitoli principali del
libro, e sono state poste all’inizio perché rappresentano: la saggezza, la
speranza, l’amicizia e la sacralità; punti fondamentali in cui verranno sviluppate
tutte le altre poesie.
Ci auguriamo che questo libro possa rappresentare un bel punto di partenza
per un impegno cristiano più profondo, per tutti coloro che vorranno leggerlo.
Niente di ciò che è contenuto vuole essere offensivo per alcuno. Riferimenti a
fatti, persone o cose realmente esistenti sono da considerarsi puramente
casuali.
Concludiamo dicendo che è per noi stato un onore poter svolgere questo
lavoro, che ci ha insegnato molto e che non dimenticheremo mai le lezioni
impartiteci dalla grande esperienza di vita cristiana del signor Antonio.
Andrea & Chiara Dalla Valle
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LA VERITÀ È CHE:
Il bene è di natura sua unione. Il male è di natura sua divisione.
Il peccato confonde le idee; la conferma di ciò si ha dal fatto che ognuno
distingue il bene dal male, in rapporto al bene e al male in cui vive.
Il bene cerca la gioia nel riflesso di ciò che ha costruito; mentre al male la gioia
se la prende direttamente da ciò che ha costruito il bene. Il rifiuto ad un amore
infinito merita un castigo infinito, perciò eterno.
Il Signore non poteva lasciare la sua Chiesa senza un Papa infallibile perché i
fedeli avrebbero deviato per più parti, anche senza loro colpa.
Si dice che il Papa è uno come tutti! Ma anche il vigile è un uomo come tutti, ma
può farti la multa. Anche il giudice è uno come tutti, ma può mandarti in
prigione. Anche nel governo ci sono uomini come tutti, ma ti possono mettere le
tasse. Anche il capo dello stato è un uomo come tutti, ma può mandarti in
guerra. Perciò l’investitura cura la società e ha una sua validità nella stabilità
umana e cristiana.
L’uomo ha due menti, una divina e una materiale: la prima cammina ispirata da
Dio e dall’uso che ne fa di bontà e carità e si spegne se odia il Creatore e
l’amore. La seconda è figlia di madre natura e cura cose terrene: come l’arte e i
mHstLeri, l’istinto e i bisogni umani, sicché si può avere un operaio santo o un
ingegnere ateo, tutto è guidato dai meriti o dalle colpe commesse e dalla bontà
infinita di Dio, così si può avere una natura ricca o una natura povera. La mente
divina è guidata dal disegno di Dio, quello che Dio dà ad ognuno per la
salvezza propria e del genere umano, questo dipende dalla risposta che l’uomo
dà alla Divinità. La risposta costa, ma più costa più vale.
Si dice che l’uomo è simile alle bestie: nella carne si, ma non nel sentimento.
Esse non hanno mai innalzato un monumento ai loro ideali, non hanno tribunali,
non uccidono per odio, non pregano Dio; vivono d’istinto e non di ideali. Loro
hanno una mente sola, noi abbiamo la Parola di Dio che c’illumina, ma ci lascia
liberi di accettare di fare il bene o il male, come ci pare.
Tanti dicono che si confessano con Dio, ma non sanno cosa è peccato, perché
peccato è confusione e Dio non è disordine.
A tutti il proprio compito: a Dio di farsi amare; al Papa di guidare e non sbaglia-
re; al giudice di obbedire e impartire seconda la legge divina di dottrina
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cristiana; agli onorevoli e ai senatori di essere promotori di leggi economiche e
sociali; ai corpi dello Stato il compito di fare in modo che tutto sia regolato,
perché ci sono degli incapaci e dei rapaci.
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UN DISEGNO DI DIO PER LA SALVEZZADELL’UMANITÀ
27 luglio 2003«Fornirti del necessarioper dire il Rosario:
nel santuario,nel circondario
delle Scuole del Fratelli Cristiani.Questi sono pani
per i tuoi denti,invoca i parenti,
ma confidacome guida
la Madonna.WX dona
la preghiera,l’unica maniera
per realizzareun altare
dove il genere umanotroverà una mano
amica,nella fatica,
nel debellarele tre tare
che fan tremare,e non sanno cosa fare:
il cancro, l’AIDS e la drogain cui il mondo affoga.
Tu fa una promessa:vai alla messa
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tutti i giorni,adorni
la statua che metteraia nome dei tuoi operai.
Praticauna dedica
scrittacome ditta
a beneficiodi questo edificio;
va’ fa quel che ti ho detto:un tetto
e un altareper pregare
la Madonna,Patrona
senza eguali,di tutti i mali.
Vivi e vivificaquesta ricca
promessa,concessa
all’umanità,finita nella vanità
della mondanità.Questa sublime carità
sgorgata dal Cuore di Mariaper confermare la via.
La via drittadi questa scritta.»
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STATUTO EUROPEO07 maggio 2004
«Fondato sull’amore reciproco;è santo, tanto o poco.
Con l’aiuto di Diodiamo inizio
a una comunità entusiasta,vasta e casta.
Questo è l’impegnodi questo Regno
in terra.Terra
di Santie anche di pianti
per tante guerrecon morti vere,
ma con speranze nuovedove tutto si muove,
per dare aiutoe produrre frutto.
Se Dio non è escluso,nessuno sarà deluso,
e anche se non lo Ha nel cuore,il Signore
lo ama lo stesso,perché c’è il permesso
della libertà,che ha sempre un Papà.
I tre fondatori:Schuman, Adenauer e De Gasperi
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videro lontanoperché la mano
di Dio era sopra di loroe li aiutava in questo lavoro.
Questo può essere un affare,ma fare
solo questo conto,il conto
non torna;ci dona
tante parolema la mole
è l’aiuto.Per chi l’ha intuito,
da una buona azionene esce una nazione
unita,sempre più abbellita,
dove la gioia si espandeperché Dio è grande.
Volete la prosperità,date priorità
ai poveri,doveri
inalienabilima rendono stabili
i rapporti,vi sarete accorti
che Dio vi conduce per mano,in questo grande piano.»
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IL MESSAGGIO DI DIO ALLA CHIESA25 marzo 2003
«Ti è lecitofare un esercito,
e recitare il Rosariosia pure immaginario.
Prega per tutti;come tutti
pregassero.Io passerò
e benedirò ciò che pensie i benefici saranno immensi.
Prega per i preti,retti
o distorti;negli orti
di casa Mia.Voglio che ci siano
tutti quelli ordinatie anche quelli disordinati.
Il peccatoè stato perdonato,
e voglio che siano contenticome nei primi momenti.
C’è tanto da fareDio vuole tutti perdonare.»
«Più debitore di menon credo che
ce ne siano,sul piano
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umanosono un nano,
ma non è questa la misurache Dio cura.
Sa che siamo suoi figlie vuole toglierci dagli artigli
del demonio;perché siamo un patrimonio
a Lui caro.Non allontanatevi, cercate il faro
di Dio e tutto sarà chiaro,e non avrete più l’amaro
in bocca.Tocca
a voiessere eroi.
Tocca a voi non rendere vanoil piano…
dando valore all’amoredel Signore.
In questo tempo di graziaMaria
rende leggera ogni crocee alza la voce
e dice:“Ognuno sia felice”
è Dio che ve lo dice,ritornate dentro la cornice.»
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CAPITOLO 1
Pensieri in libertà
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LA RICCHEZZA
La ricchezza provoca malcostume,
il malcostume crea miseria,
la miseria provoca odio,
l’odio porta alla guerra,
la guerra provoca dolori e sacrifici,
il sacrificio porta al buonsenso,
il buonsenso crea ricchezze,
tutto questo perché gli uomini
si dimenticano facilmente
del passato e dell’amore di Dio.
[01 gennaio 1972]
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L’UOMO
Dio fece una creaturadi sua statura,per dimostrare che la generosità era sicura.
La colmò di diversi doni,insegnandole quali erano cattivi e quali buoni,con potenza al di sopra dei tuoni.
Gli insegnò la viaper averlo sempre in compagnia,purché conservasse un’anima pia.
Lo mise al di sopra degli angelie arcangeli,per metterlo nei più alti cieli.
Iddio si compiacquee da principio tacque,nel veder le calme acque
di una situazionedi perfezione,che aveva la sola funzione
di far ognuno felice,come il buonsenso lo dicedentro a una grande cornice.
In mezzo a tanto beneche viene,alla carità ci tiene.
L’uomo si sentì superioreper il grande amoreche gli diede il 6ignore.
Tutto era festa,nel prato e nella foresta,nella preghiere e nella siesta.
Tutto suonava armonia,canti, suoni, sinfonia,per la bellezza di quella compagnia,
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che infondeva il SignoreCreatoree di gioia portatore.
Iddio volle provarequanto l’uomo lo sapeva amaree un dono gli volle domandare.
Che si sapesse fare un’umiliazionein mezzo a tanta benedizione,per vedere quanto era grande la loro unione.
Iddio, per umiltà al diavolo si fece pari,per vedere quanto all’uomo gli affetti fossero carie volle domandare in termini chiari
di non sentirsi a Dio superiore,perché il bene ne uscirebbe deterioree disseccherebbe il cuore.
[2 novembre 1972]
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A TUTTE COLORO CHE HO AMATO
Vi voglio tutte entusiasmaree nell’amore cercarele cose più care,una cosa non dovete dimenticareche Dio soprattutto dovete amaree lodare.
A tutte quelle che ho amatoe che poi ho rattristato,perché non ho più continuatochiedo di essere perdonato,perché Iddio non mi ha lasciato,perché a Lui mi volle donato.
Vogliatemi scusarese la mia anima non ha saputo occultarequanto vi ha saputo amare,vi voglio ringraziareche al bene mi avete saputo ispirare,fino, a Dio, trovare.
Rimanete pure e bellecome le stelle,e siate, di Dio, le ancelle,e portate a tutti le novellecon le vostre favelle,che a gente di virtù vi vuole modelle.
Con la vostra bellezza cercate di attiraretutti, perché possano ammirare,oltre che lo sguardo, possano gustarela grandezza del vostro cuore che sa amaree le virtù di Dio imitare,Lui che tutto sa esaltare.
[10 novembre 1972]
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LA VITA NON VA SPRECATA
Dopo tanta licenziosità,se ne comprende la gravità.
Si cerca il riparoma il pensiero rimane amaro,
che non si capisca che bisogna mettere finealle stampe, che sembrano trine.
Il male non si può regolare a piacere,quando comincia invade tutte le sfere.
Perché quando il diavolo è entrato,fa di tutto un misfatto.
Entra con uno sguardo impuroe poi si fa sempre più imperituro.
Si fa un cuore duro,come il muro.
Si perde il piaceredi, a Dio, piacere.
Si perde la soddisfazionedi ogni buona azione.
Si sente che si è vincolati,si capisce che si è malati,
ma non si ha la forzadi scappare, da tale morsa.
Prima viene il vizioe poi è tutto un supplizio.
Si comincia a dir bugiee a seguir false vie.
Si arriva al furto,perché del male non si resiste all’urto.
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Si diventa, della società,un individuo sempre in contrarietà.
Si finisce per tutti incolparedel proprio malaffare.
Il male va curato,e nessun gesto o pensiero va tollerato.
Bisogna far capire,a quelli che si son fatti carpire,
che non è permessomettere in pubblico il sesso,
che non è pulizia,ma malizia.
Che non è candorequello che fa stridore,
che non è amorequello che non viene dal cuore,
che chiamare amore certe soddisfazioni,sono dell’amore malformazioni.
Che l’amore, paragonato a quello dei cani,possono farlo solo i villani,
che si lasciano trascinareperché non si sanno innalzare.
La vitava custodita
e appezzata,non sprecata!
Deve essere un donoper chi è buono.
Ringraziare il Creatore,che ne è autore
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per riceverne consolazionedi tale donazione.
Per farne una compagniae infondere a tutti un’anima pia.
Con il consenso del Creatoree del legislatore,
per coronare un sognoed esplicare un bisogno
che serva a unire,per poter assieme gioire
e se è pulito
e del risultatoognuno sarà soddisfatto,
e se la cosa si prende con serietàavrà anche stabilità.
E nella sicurezzaci può essere fierezza,
e della società non essere un pesoe nessuno sarà offeso.
Se la soddisfazione sessuale è subordinataalla persona amata,
vuol dire che ci si sa controllaree anche amare.
Un consiglio, non pretendete la pace interioreper un finto amore,
non cambiate il vostro candoreper un traditore.
Lo si capiscedove si finisce,
il vincolo, ne sarà più unito,
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che le cose facilinel bene sono gracili
e se non è benecon la gioia non si conviene,
allora non valea rimaner nel male,
perché questa vitaquando se ne sarà dipartita
ne farà il contoe il confronto
con la legge di Dio,e vi dico io
che si può morire anche di una sola sorte di malee anche questo è letale.
Gustate le cose pure e bellee con la gioia arriverete alle stelle
perché ci sono più soddisfazioninelle buone azioni,
che in bassoperché la coscienza peserà come un sasso.
Pensate a qualche paragoneson più felici le persone,
magari mutilate,per essersi donate,
che un criminale,che ha i soldi e non sa resistere al male.
Perché la gioia viene da Dioe fa felice ogni animo pio.
Perché la gioia viene dal cieloe fa l’animo bello.
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Perché l’egoismo viene dall’infernoe sarà triste in eterno,
nella preghierachiedete che non venga mai sera.
Perché la debolezza umana è tontae ci vuole Dio per sostenerla tutta quanta,
e vedrete che l’aiuto di Dio non verrà a mancare,perché Egli ci vuol aiutare,
basta che ci faccia capiredove si va a finire,
e si è disposti a morire,piuttosto che all’inferno finire.
[17 dicembre 1972]
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OH MOGLI CAPRICCIOSE
Oh mogli capricciose!non siate troppo fiduciosenel credere che essere oziose
sia un vostro diritto,perché avete un marito,potrebbe anche stancarsi di fare il dritto.
Farlo sempre tirare,perché vi ha finito per sposare,si potrebbe anche rifiutare.
Se pensate che non può fare senza una femmina,quando vede che la gioia termina,preferisce rimanere nell’officina.
Perché il sessonon può essere fine a se stessoe voi lo credete spesso
che il sesso sia il solo tesoro,ma son molti che possono ripetervi in coroche son più felici di costoro,
e se finite per litigare,vi auguro che vogliate immaginareche c’è anche un altro modo di pensare.
[18 dicembre 1972]
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LA FANCIULLEZZA
Questa bellezza,
che, chi l’apprezza,
ne inculca fortezza,
ne ispira purezza
e non ci sarà tristezza.
Perché il ricordo di gioventù
non lo dimentica più,
e se c’è stata virtù
ci porterà sempre più su.
Perché è in questa stagione
Che si forma la ragione,
e non si ha ancora la confusione
provocata da ogni cattiva azione;
c’è Gesù che ci dice cosa è proibizione
e non si pensa all’esibizione.
Il seguito può essere fatto da tante cose cattive,
che di bontà sono prive,
e di amore non sono vive;
si possono fare gli attori o le dive
ma la gioia non convive
e sono stagioni invernali e non estive.
Per chi gli toglie il pudore,
di cose belle non conosce il sapore,
e di certo ha perso il suo candore,
non gli interessa l’onore.
[21 dicembre 1972]
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LE ESPERIENZE
Io ho fatto l’esperienza
del povero
e del ricco,
dell’esuberante
e dell’ammalato,
del libero
e del rinchiuso,
dell’ignorante
e dell’insegnante,
dell’operaio
e del padrone,
del bene
e del male,
dell’umile
e del superbo,
della simpatia per le ragazze
e della totale donazione a Dio,
della purezza
e dell’impuro,
del dubbioso
e del sicuro.
Sono stato guidato
e ho guidato,
e Dio devo ringraziare,
perché mi ha saputo recuperare.
[30 dicembre 1972]
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IL PADRE MISERICORDIOSO
Da quel giornoche a me hai fatto ritornoè stato il più bel giorno.
Un giorno splendentenon speso per niente,che la vita ha fatto ridente.
Ogni lacrima è svanita,che è servita a illuminare la vitae renderla gradita.
E ora siamo felici,con il tuo sorriso lo dicie sempre noi ci diremo amici.
Un amore fatto di sentimentoche mi rende contento,a ricambiar sarò sempre intento.
Lo imparai dal Signorea donarti il cuore,e di chiamarti Amore.
[dicembre 1972]
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LA MORTE
La morte,per tutti consorte,apre le portea una nuova sorte…
che sia bellaquesta sorellail fatto è che cancellaquesta fragile passerella.
Però questo ponte,del povero o del conte,con, di azioni, un monte,può essere fonte
di gioiao di noia.Uno che muoianell’animo prima di arrivare a questa soglia
non sarà sereno,in questo passo terreno;e noi che faremose non pregheremo?
Tutto sta quiper quel dì,quando Iddio dirà di no o di si,nel valutare le azioni che l’animo compì,
più saremo stati generosi:più saremo fiduciosi,più saremo promosidi incontrare gli abbracci affettuosi,
di tutto questo stuoloche prima di noi ha preso il volo,dopo aver lasciato questo suolocon la fiducia del nuovo molo.
[21 ottobre 1973]
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UN MERCATO ORGANIZZATODAI CONSUMATORI
Ha parlato giustochi ha un proprio gusto,
che non si lascia influiredalla reclam che tutti coprire.
Se poi ci si sa organizzareassieme, si potrà molto risparmiare.
Fino a dettar leggea quella ditta che ora regge
tutta la catenadi spese non volute, ma costretta a sopportare per
necessità estreme.
Per tanta debolezza,che mortifica la purezza,
di un vivere sanoe rende vano
ogni sforzo organizzativo,per dare un incentivo
a un prodotto comune:immune
da tanta civetteriafino a farla diventare una vigliaccheria.
Ognuno che segua questo pensierone dovrebbe andar fiero,
più che possedere una ricchezza,che per il futuro non dà certezza,
come l’essere organizzatoridei risparmiatori.
Perché sarà più ammiratoche se fosse LQ�un castello collocato
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dove le fondamentasono basate su gente non contenta.
Dove il proprio denarolo rende avaro
e incomprensibile,perché incontentabile,
causando molti errori,provocando odio e rancori.
Dove, se non sarà lui a cambiare,si troverà in uno stato fallimentare.
Perché è lui che possiede di più,che può esplicare più virtù.
Perché la natura l’ha dotatodi un senso organizzativo più elevato.
Perché tutto deve servirea farci unire,
anche il commercio ne deve essere un mezzoe nessuno ne deve uscire offeso;
neanche il rappresentanteperché può svolgere un’attività a sé stante,
come programmatoredel consumatore,
che non è cosa da poco,se unisce il più vicino loco
dove l’industria operae il consumatore che da essa spera.
Anche il più poverosi sentirà un uomo vero,
appartenente alla stessa famiglia,che lo consiglia,
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sa che può fidarsie confidarsi
sui propri problemi,che sono semplici ma estremi.
Quale il cibi quotidiano,che deve essere sostanzioso e sano,
come lo può fare l’amore, in comune,estendendo il volume
in ogni continente…per far tutte le genti contente.
[2 novembre 1973]
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OH ATLETI
Oh atleti:siate perfetti,
siate puri,e sarete sicuri,
che la salutee le cose volute
si realizzerannose il vostro vivere sarà sano.
Anche se non sarete campioni,avrete delle grandi soddisfazioni.
Perché lo spirito si farà vigorosoe il pensiero poderoso.
Non fatelo fine a se stesso,ma a disposizione messo
per temprare la volontàe la capacità
di saper soffrireper far del bene scaturire.
Un corpo sanova lontano
in tutti i campi,anche i più ampi,
sia di pensieroper stare nel giusto sentiero,
sia in quello della forzaperché dall’allenamento si trae una grande risorsa.
Fate uno sport da poveriper conservare i principi veri,
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perché se sapete controllare le ambizioninon sentirete pesare le limitazioni.
Questo modo di ragionaredà la possibilità a tutti di esercitare
uno sport collettivo,forte e vivo
da lealispirituali.
[9 novembre 1973]
40
LA GIOIA
La gioia è quella cosache si ha quando l’animo al sicuro riposa,
non è una conquista frettolosa,ma una ricerca costante e operosa,
leale e generosa,semplice e pietosa.
Trae la sua forzada una infinita risorsa,
frutto di una vita percorsa,e non si smorza
neanche quando è vuota la borsa,e neanche quando ci lascia la scorza.
La gioia è figlia del ben viveree cerca con tutti di convivere
sicura di possedere cose vere,evitando cose nere,
conquistando il piacerea tutti di piacere.
Essa dà un taglio nettoa tutto quello che è abbietto.
Il sentirsi lontanida tanti ambienti poco sani,
per donare la gioia che si possiede a piene mani,per un migliore domani
di una felicità infinita,qual è quando essa a Dio è unita,
rendendogli cosa graditadi essersi pulita,
41
come Lui a tutti additacon la Sua grazia gratuitamente a tutti fornita.
È cosa grandequello che ci dà, e non faremo più domande.
[13 novembre 1973]
42
LA CASA
Questa necessità graveche grava
sulla società,merita tutta la serietà,
eppure basta pocose quelli del loco
con un po’ di ghiaiae una mente gaia,
mobilitando uomini, donne e ragazzisu degli spiazzi
lasciati dal comune,trovino tra loro una comune
gestionedi tutta la questione.
Questo lorolavoro,
se fatto come tanti anni fa,tutti ne avrebbero le capacità,
non necessita di una architetturao di un’ossatura
di un grattacielo,basta un ambiente calderello
d’inverno,che faccia perno
un focolare,dove si possa raccontare,
che per far quattro mattoninon ci vogliono i baroni,
43
a uno stuolo di impiegati,tutti negati
di che cos’è una costruzione,per delle persone
che non vogliono linee slanciate,me essere chiamate
persone buone,a fare, uno dopo l’altro, un mattone
di cemento,il primo elemento,
per così dire,dal quale si può partire
per elevarealcune camere e un focolare.
Ma come è possibile tra tanta ricchezza sprecatanon trovarne una manciata
per dare una normale abitazioneanche se di vecchia concezione
a dei bambini.Così meschini,
fa rabbrividire,che si continui a proporre e dire:
“ci vogliono ingegneri,ci vogliono carpentieri,
ci vuole tanto denaro”,e dopo tutte queste chiacchiere non si vede ancora chiaro!
Dovete essere voi a muovervi,promuovere ritrovi,
non di politicanti,ma fabbricanti
44
di progettianche se non perfetti,
ma reali alle possibilitàe necessità.
Due cose in armonia tra loro,completate con il vostro lavoro,
allora vi sentirete uominipadroni dei vostri destini
per far riposare i vostri bambinisu dei lettini
di vostra fatturae di aver dato un’ossatura
a una famigliae chi ve lo consiglia
sàche è la felicità.
[1 gennaio 1975]
45
UN BEL PENSIERO
È brutto sottrarsisu quel che c’è da farsi,
ma appartarsivuol dire trovarsi
con la classedi altre masse.
È meglio rischiaredi sbagliare,
piuttostoche mutar posto
perché incompresiper futili malintesi.
[4 febbraio 1973]
46
ALLE NUOVE GENERAZIONI
Forze nuove,non guardate altrove,
guardatedove andate
se pensatedi essere rifiutate.
Evitate la politica,mostrate la pratica,
oggi siete più numerosie vi sentite più baldanzosi.
Ma se questaè una protesta
per comandare,ancora prima di dimostrare
nella realtàla vostra capacità
di una comunitàsulla vostra mentalità,
mettetevi purea fare tante cure…
ma sul pianoumano.
Per dire,per farsi capire,
che anche voi cercate un’economiache comprenda la sociologia
più avanzata,se fatta
47
in piena libertà,in perfetta concorrenzialità
con l’economia privata,altrimenti la vostra si trasformerebbe in una trovata
della quale ne rimarreste vittime,più che fare legittime.
Non perdete di vistala principale suddetta pista,
perché per i soldisi hanno dei modi
di violenza,che rischia la vostra coinvolgenza.
[2 marzo 1975]
48
LA CELEBRITA’
Quanta difficoltàper un po’ di celebrità.
Quante fatiche,quante critiche.
Quanto dannoche non sanno
reca,questa gloria cieca.
Quanti voltistravolti
in insonni notti,per essere noti.
Quanti visi consumati,perché macchiati
dal peccato,su un volto una volta immacolato.
Una vita malamente vissuta,si consuma all’insaputa
di se stessi,ma i riflessi
del passatodichiarano tutto quel che si è fatto.
Non sciupatein tristi nottate
la bellezza di un visodi paradiso,
non ci son cipre o rossettiche sostituiscano il sorriso dei cuori eletti,
49
ne comprendete la differenzase nel vostro cuore vi è l’innocenza,
che avverte la pericolositàdella celebrità
di una vita vendutaa gente perduta,
che neanche vi acclamaper la vostra fama,
vi porta dannoperché ci sta un inganno.
[15 marzo 1973]
50
L’AMERICA
Dove sta andando l’America?Non occorre io che lo dica,
s’è svuotatala grande ventata
del sogno del progresso,e si è rimesso
tutto in discussione,questo crea confusione
e non ne usciràfinché non ne avrà trovata la religiosità
della vita,che non è legata alla mente o alle dita
ma nei più alti valori,quelli che uniscono i cuori.
Allora qualsiasi conquistapuò essere in vista,
se unitaa tanta gente impaurita,
in zone aridedove stride
l’ignoranzasenza speranza.
Perché il fratello ricconon gli è amico,
lo ha dimenticatoe si è autocondannato
allo sfacelo,perché il gelo
51
del suo cuoreFKH�q�divoratore
e sono le comoditàe la portano alla indisponibilità
di dare,per legare,
non solo il lontanoma anche chi gli è a portata di mano.
[2 aprile 1975]
52
AFORISMA
Ognuno di noi migliora quandoaggiunge entusiasmo alle ideein cui crede onestamente.
[1 maggio 1975]
EDUCAZIONE
Anche criticando,si può andare insegnando
a guidarecome si deve educare.
Le mamme giovanipossono vedere vani
metodie modi
delle loro predecessori,se QRQ�pensassero agli accessori
di una vitasolo abbellita
da giacca e gilè,amiche, party e caffè.
I figli non sono in un ristorantee questo è importante,
per unirenon solo le lire,
ma scopi e sentimenti,necessità e intenti.
I figli si sentiranno più sicurise nella famiglia troveranno i più puri
53
affetti,sentendosi stretti
ai genitori,perché assieme furono risparmiatori
accomunatida tanti anni passati
con gli stessi ideali,che rimangono solidali.
Anche dopo sposatie anche se ci si è lasciati,
rimane presentel’esser sempre
uno, l’aiuto dell’altroanche nel baratro.
[4 maggio 1975]
54
LA TORRE DI BABELE
Quanto parlare,ormai non si sa più chi ascoltare.
Quanta disparità di veduteanche nelle persone evolute,
non vien forse da dubitareche non sappiamo valutare
con certezzala correttezza
di un’azionee della sua intenzione.
Babele è caduta,sembrava una veduta
ad ampio raggio,ma quando il saggio
cade nella confusione totale,creando un caos generale,
non è questione di talento.Un giusto commento
è questione di umiltàperché chi dirige è la bontà
del Creatore,l’unico governatore
dei problemi di questa terraanche della presente era.
Non è la volontà del pugno chiusoa metter fuori uso
tanti egoismi.Egoismi
55
sono anche quellidi non considerarsi fratelli
con qualsiasi peccatorearrivando al punto di escludere anche il Signore,
e quando lo avranno esclusola gente si romperà il muso
per un motivo o per l’altronon rimarrà spettro
in piedicompreso questi eredi.
[26 giugno 1975]
56
UN BEL PENSIERO
È più facile vincere un desiderioche appagare un vizio.
Costa menoun freno
che unafortuna,
per riposare,senza aver più da lavorare.
C’è più sicurezzanella purezza
che non su un tesorodi oro.
Meno si è legati,meno si è isolati.
Nella povertàc’è più comprensione,
nella preghierasi possiederà cielo e terra,
nel Signoretrovi il tuo calcolatore
per elaborare,senza sbagliare,
i datisui fatti,
non solo spiritualima anche materiali.
Una visione reale,perché Tridimensionale,
57
ossia il Creatore,l’amministratore
e l’amministrato,un triangolo fatto
su disegno di Dioper un giusto esercizio.
[15 ottobre 1975]
58
LA GIOIA DI UNA VITA PULITA
Vedere la vitacon la gioia di vederla pulitaè una cosa gradita,ma con una volontà infinitaperché da tutti sia capitae scolpita.Il cuore muove la mente e le ditae ogni cosa diventa arricchita,perché Iddio ne approfittaper dare ad ogni azione una meta infinita.
Questo valoreha un solo cuore,quello del caloredi nostro Signore;l’unico Dottoreche dà valoreal cuorepassa per il doloree diventa amorefino a un bagliore.
Nella facilitàdi questa societànon c’è felicitàfondata sull’eternità,c’è solo luciditàdi una vernice di aciditàche eccitama non addita.
Il montanaroconosce un silenzio raro,che l’avaroper denaronon vede questo faro.Guarda basso come un somaroe perde il sentiero caro,la gioia di far vedere a tutti chiarola bellezza di Dio al riparoda ogni baro.
[24 novembre 1975]
59
La forzaintercorsa
tra il Signoree un peccatore
lo rende migliore,e dona valore
alla volontà,nella sublimità
del proprio vivere,donandole il piacere
di tacereper contenere
difetti,nei diversi aspetti.
Gli fa gustarela voglia di continuare
a lottare,per migliorare.
Tutta qui la partitadella vita,
che sia unitaalla Bontà Infinita.
Non guardare le cadute,ma alle vedute
che Dio ha��Fontinua,anche se si insinua
60
lo scoraggiamento,per un miglioramento…
Un lottatore:ecco il valore
della prova,e sarà una nuova
vita,come Io l’ho concepita.
[6 aprile 1976]
61
LE GIOIE DI DIO
Nasconoe fioriscono
nel sacrificio,per uno splendido edificio,
e chi ne conosce la naturadice che di tutto ha cura.
Una cura nascosta,fatta e posta
per far del bene,senza le catene
dell’ambizione,accettando l’umiliazione,
piuttostoche perdere il posto
dell’intimità,della soavità.
Un Dio che si sentesempre presente,
con chi, dolcemente,non lo considera un potente
ma un amico intimo,con un cuore che batte lo stesso ritmo
di un uomo generoso,ed è fiero di non sentirsi superiore, ma fiducioso
di salire assieme.Per questo viene
su questa terra,in questa maniera
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al modo dei poveracci,tra stracci
e calcinacci,ma con tanti baci
accogliele anime, di superbie spoglie.
Il Suo tesoronon è come l’oro,
che luccica,ma appiccica
le manidei profani.
Non sta neanche nell’intelligenza,non che possa far senza,
ma nell’intenzionedi portare soddisfazione
a chi, poverino,trema nel cammino.
Ecco questo Vecchio,tutto orecchio,
capisce giàda dove si viene o si va.
Noi non vediamo oltre il ponte,abbiamo un fronte
che nascondegigantesche onde,
quelle forze infernaliin lotta sugli ideali.
[23 luglio 1976]
63
L’EUCARESTIA
Un panePer chi ha fame,
un pane che sazia,il Pane della profezia:
per gli affaticati e stanchiil pane che non manchi,
nelle ore difficili,perché non sbricioli
la capacitàdi trovare santità.
Il pane del silenzio,dove può parlare Dio
e dire tante cose:preziose,
che si muovonoe rinnovano
sempre il problemadi questo diadema.
Un brillantestimolante,
che anche nell’oscurità della notterivela le note
di un palpito,di un cuore rapito.
Un incanto,accanto
a un pianto.Un Cuore Santo
64
che dà sostegno.Un convegno
sul significatodi un cuore tribolato,
non una cosa vanama una fontana
che rinfresca,e che innesca
nella vitauna vitalità
nuova,segno della prova
che tutto valedi questo ideale.
La fonteo il ponte
che unisce i due mondi,con profondi
sentimenti,coerenti
con la bellezzadella purezza,
con la dolcezzadella tenerezza,
con il valoredel dolore,
che riscattae raccatta
il perdutosprovveduto
65
o lo innalzaa nuova alleanza.
L’alleanza dei santie dei cuori amanti
di petali,puntuali
a incontrarequesto grande Altare.
Sgorgano le parole,ma tremano alla mole
del risvolto,di questo luminoso Volto.
[8 agosto 1976]
66
POETI MODERNI
La poesia contemporaneaè un’epopea,
un po’ troppo convulsa,che non pulsa
di quel candoreche dava ardore
ai fatti più comuni.I lumi
di tanti poetinon comprendono più gli schietti
sentimenti,raramente presenti.
Bisogna essere osservatorie cantori,
bisogna viverlaper comprenderla
la perlache si cela
nella conchiglia,non basta una mente sveglia,
un pensiero puro non lo si notaquando l’anima è corrotta.
È proprio nella purezzache si trova la naturalezza
e la melodiadi una poesia,
si può essere giocolieri di parolema non costruire una mole
67
di particolari,del compito dei poeti rari.
Più un poeta entra,più centra
il nocciolo del pensiero,svelandolo per intero
alla gente comuneche non possiede questo lume.
Il poetacompleta
la sua conoscenzaproprio sulla essenza
della provenienzadi una comune sentenza.
Al poetaè prediletta
una schiettezzavelata, da una brezza
di melodiacon una parodia,
con la naturaper dare un’ossatura
e scorrevolezza,a questo pensiero che canta la bellezza
del bel pensare,di stampare
sulla carta,perché non parta
dalla mente..non lasciando niente.
68
La rima è conveniente,dà facilità alla mente
di tenerla presente,come una cosa possente
che ne rivela il valoredell’autore.
C’è chi misurala natura
delle parole,io dico, è una bella mole;
ma chi sa dare scorrevolezza di pensieroè un poeta più intero.
Se poi sanno entrare nei cuoriallora non posson firmarsi autori…
è un dono dell’Onnipotenteed è cosa assai evidente,
allora quella mentenon ha nessun movente
per dichiararsi intelligentema dolcemente
può dire a Dioquesto oblio
non è mioma Tuo.
[18 settembre 1976]
69
Saranno innalzati gli umili,saranno dispersi di superbi,
i dottrinaricapiranno che son mercenari
o “lucernari”,quando avranno chiari
i paragonisulle loro mansioni;
uno solo è lo scopoaver capito cosa vien dopo.
Questi saranno i sentimenti,in quei momenti
Mariaè questa via
un fiato fattoper un mondo beato.
Quanto doloriprima degli allori,
quante speranzenelle diverse circostanze.
Quanta gioia ci aspettase diamo retta
al richiamo Divino,un mondo supino
conosceràla verità
e da qui la viadella vera poesia,
70
della vitabella e pulita,
una verità grandecon una gioia che espande
la dolcezzadella purezza.
Accorrete tuttia raccogliere i frutti
di una vita fatta di crociper sentire le voci
delle luciper togliere tutti i crucci,
non c’è posto per star sedutibisogna aiutare tutti
ad alzarsiquesto è il da farsi.
Il peccato pesaecco il dovere di sostenere la difesa,
nessuno è esclusonemmeno il recluso
dall’inferriatao dalla grata.
Uscirà una voce,unanime e dolce:
“Ecco tutti fratellinon più duelli”
e la clausurafarà la stesura
di questi valori,dei solitari cuori
71
spersinei cieli tersi,
rapiti da Dioin un compendio
di amori.Tutti fiori
da donare,a chi ci vuol cercare
e non solo a questi,ma troveremo i pretesti
per scomodarechi continua a demandare
ad altri tempii templi
del Signore,il cercatore
dei perdutie degli sprovveduti.
Il passo è cambiatobisogna prender fiato
perché Gesù ci aspettacon molta fretta.
[15 novembre 1976]
72
ENCICLOPEDIA DELLA SCIENZA
Ai confini della conoscenza umanac’è una fiumana
di cognizioniche non ci sono paragoni
con quel che l’uomo sarimanendosi di qua.
Come indagare,o come trovare
il modo o la manieraper comprendere questa miniera
di rivelazionifuori dalle normali cognizioni?
Non ci vogliono compromessiné interessi
personali,bisogna farsi uguali
agli spiriti del cielo,seguendo il Vangelo…
è una strada stretta,diretta
a elevare se stessie nello stesso tempo farsi messi
del dono di Dio.Un commercio,
che costa danaro,ma che mi si fa sempre più caro.
Si è come ciechiche si aiutano con gli orecchi
73
e più si avvicinanoe più camminano
sicuri,così i puri
più si perfezionanoe più razionano
il tempo vagoe più rafforzano lo spago
che legaquesta lega
spirituale,fuori dal normale.
Il cosmo è immensodove sa che è impresso
il pensiero,che è un sentiero
assi strettoper chi vuol essere perfetto,
ma chi si è instradatoper questo lato
guardando indietrovede lo spettro
dei limiti umani:quelli lontani
della purezzae di conseguenza della certezza
dei propri commentisu questi mutamenti.
Sì, il mondo del pensierocomprende tutto intero
74
il sistema dell’eternoche ha Dio per perno,
non ci sono annio affanni
che tolgano la sicurezzadi questa certezza:
che l’anima è eternae rimane tale anche nell’alterna
folliadi chicchessia,
come rimane beatachi l’ha santificata.
[22 novembre 1976]
75
IL PRESEPE INQUINATO
Il presepio,un esempio
di povertàe di umiltà,
unitaper chi ha tutta
l’ideadi una contea,
un’armoniosa,per chi osa
rinunciare a qualcosa,per non stare in posa
per farsi guardare,senza poter aiutare.
Povertàe semplicità
formano una mentalitàche va al di là
delle preoccupazioni umanee di tante cose vane.
Un fondamentodi comportamento,
un insegnamentoche è un portento,
un addestramentoche non lascia commento
a dicerie,elimina macerie
76
e avvaloraogni ora
che si lavorao che si ora.
La povertà,che non è miseria, ma umiltà
vissuta,fa la persona astuta
nella vera poesiadi una reale economia:
ogni rinuncia diventa una soddisfazionee oltre che avere la funzione
di non trovarsi in dissesto,ti fa sentire onesto,
perché risparmiatoredell’altrui sudore.
L’allargamento dei consumisono solo fumi
di una cenereche la dea Venere
ha consumato,chi si è insabbiato…
una polvere nera:ecco l’era
del progresso,chi l’ha pensato di petrolio, cemento o gesso.
Quanta sporcizia,non di carbone, ma di malizia,
quanti contrastiper folli fasti.
77
Quanta violenzaper una parvenza
di maturità.Ci vuole austerità,
non come cercataper una nuova cavalcata,
ma come respiro,all’affannoso tiro
di tanti operaitrovatisi nei guai,
perché la misuraha subito un’usura,
la si è troppo tesae ha recato offesa
a chi onestamentel’ha tenuto sempre presente
e ora gli si chiededi avere fede
nella ripresa,ma non fa presa
perché se la povertànon trova pietà
non prende piedee tutto lede.
[17 dicembre 1976]
78
Non c’è sera,è primavera,
non intendo di stagionima di ragioni,
più belle di quelledelle stelle.
La novità della vitaritorna abbellita e snellita
da tanti problemidi giorni grami.
Il padrone è Dionel tempo e nello spazio,
fin’ora ha taciutoma non ha perduto
l’occasionedi una nuova missione.
Dio operain una maniera
tutta diversadalla gente immersa
nelle faccende quotidiane,cerca persone mediane
tra il cosmo spiritualee il carisma sacerdotale,
li uniscee imbastisce
una corrente,per l’occorrente
79
necessario,per rompere il divario
instauratodal peccato:
costruisce continuamente,sopporta umilmente,
a volte si nascondetra le onde
del travaglio quotidiano,ma non lascia mai vano
nessun tentativodi ogni nativo
che con cuoreo con sudore
o con intelligenzacerca la Sua presenza.
Dio lavora sempre,ma le luci e le tenebre
si alternanoe premono
con una potenzache l’intelligenza
umanaè lontana
a capirne la lotta,di questa flotta,
che quasi dall’Eternitàè in continua conflittualità.
[23 dicembre 1976]
80
INNAMORATI
Innamorati,beati che vi siete incontrati,
quanto doratii cuori donati.
Quanti incontrie quanti pianti…
per l’amore puro,vi assicuro
che il Signoreè il più bel e il più grande amore.
Voi non avete visto la sua bellezza,tutta tenerezza,
voi avrete gustato il sorrisodi un bel viso,
ne avrete ricevutoanche il benvenuto,
ne avrete soffertonon sentirvi un esperto,
o non capitol’infinito
coloredi un battito d’amore.
Tra tante tempestevoi difendeste
quella bellezzadi una umile certezza,
non si illudechi la chiude
81
in un’anima amatatutta la chiamata
di un Dio ivi nascosto,sempre disposto
a proporre,ad amare
e l’amore è lucee la luce è amore ecco perché conduce
sempre versoal dolce verso.
Dove l’amore è fortesi pensa ai principi di corte,
non come illusionema come fusione
tra il bello,di un anello,
e di un pennelloche disegna la vita del cielo
e in questa curva immensac’è sempre un’intensa
volontàdi andare più in là.
E sapete come si vapiù in là?
Incontrando Dio,ecco perché io
che ho provato l’amore infinito,quando sono stato rapito
dalla Bontàdi sua maestà
82
il Signoredell’amore;
ne ho scoperto,da esperto,
tutto il concertodi questo inserto.
Allora si comprende,le stupende
spiegazionidelle grandi azioni,
mosse da una forza sublimeche imprime
coraggioanche tra tutto il disagio
che precorreper un completo amore.
[13 agosto 1977]
83
IL TEOLOGO E LO STORICO
Sono maligno,alligno
nell’animaciò che mi contamina.
Sono un accusatore,dovrei tacere perché sono un peccatore.
Sono tante le oreche corro per porre
rimedioa questo assedio,
tra missionee fusione
di dove son messoadesso,
mi rassegnose il sostegno
mi ha abbandonato.Ho provato
la tristezzadella debolezza,
mi sono impantanatoe ho provato
il doloredi non avere amore,
tanti bei sogni perduti,tanti concetti rimasti muti
e tiro avanti…davanti
84
si presentaciò che rappresenta
la dispersione totale,o la totale
salvezzanella dolcezza.
Quanti aspettisi leggono nei petti
di cerWi baldanzosi,quanti rovinosi
discorsideve farsi
il teologoo lo storico
per vagliaretutto lo sbagliare
della gente comune,per dare lume
al singolo fatto,per porre sul piatto
un esempioa specchio
di tutti,tra tanti perduti,
cade egli stessocosì si sente il nesso
di quello che egli studiae mette in custodia
un’esperienza,che è una scienza.
85
Ma deve fermarsitra tutto il da farsi,
fra tutta la gente,è anche lui presente
se guarda o sentee non tiene la mente
nella curadella giusta misura,
poco valepercorrere il viale
e studiare i passanti.Quanti
ce ne sonoche predicono
o ridonoma annidano
nei loro giudizivizi
di interesse di parte?Poco vale l’arte
o le carteper sentire la sorte.
[15 ottobre 1977]
86
Se non son capace di scriverenon mi sembra neanche di vivere
scrivo di tutto,scrivo di tutti,
pensose ha senso
e uno scopo!Ma purtroppo
verso merimane sempre un no so che
di incompleto,mi ripeto
sono i miei difetti…dagli aspetti
un po’ particolari,per essere fari
ai vicini e lontani;o sono pantani
in cui sprofondofacendo l’animo non mondo
e si, ce la metto,ma mi sento sempre imperfetto.
Quante storiedi discordie,
quante malinteseazioni tese,
penso proprioal mio Dio,
87
io che lo penso semprenon ho ancora le tempre
adatte,sono sfuocate…
e vedo torbido,e vedo buio.
Quante divergenze,evito conferenze
e discussioniper evitare passioni
di parte,io cerco solo l’arte
di ascoltare Dionel silenzio
della nottee anche sulle note
dei conteggie dei carteggi.
Dalla gente imparo poco,se non il motivo per mettere a fuoco
il diaframma,per tutta la gamma
di visionisu azioni
e pensierie mestieri;
non è facileriunire le file
di questa schierapreoccupato dalla mattina alla sera:
88
chi per problemi familiari,chi per difficili affari,
o rapportisorti
tra lavoricon sentori
assai dubbiosie perciò pericolosi.
Si perché la mente si agitaarrugginita
nell’incapacità di emergeree non sa reggere
alla situazionedi tutta questa confusione.
Quando è tornata la quieteho visto elette le liete
promesse,messe
sulla medaglia miracolosae la sua gloriosa
diffusionein ogni nazione.
[3 maggio 1978]
89
UN POEMA
Non sono mai statocosì ammaccato,
non sono mai statocosì sciupato,
non sono mai statocosì “spostato”…
ma ne vale la pena:per questa altalena,
vale la penaper questa penna,
vale la penaper far la vita piena,
vale la penaperché non rimanga solo poema.
[26 gennaio 1979]
90
L’IDEALE PER CUI SCRIVO
Forse è una soddisfazione personale,l’ideale
per cui scrivo,ma mi privo
di ogni distrazione,pur di dare destinazione
a tutto questo materiale,così universale.
Scrivo forse troppo,purtroppo
ne sento la necessitàdi una maggiore comunicabilità
con il soprannaturale,e tale,
rimane,da lontane
origini.Argini
come questirimangono desti,
ora e sempre al serviziodi Dio,
nell’oblio o nella nebbia,nel gaudio o nella rabbia,
sentoun movimento
e mi pentose tento
91
di indagaredove Dio vuole andare,
o scrutarele tare
di qualcunoinopportuno,
ormasu orma,
ne avverto il danno,di quest’affanno.
[13 gennaio 1980]
92
Un bosco ancora da scrutare,per me, dal continuo mutare.
Eppure la semplicitàporta tutto a fare con facilità,
una lezioneche potrebbe essere un pilone
nel mio impegno quotidiano;porrò il piano
per posareil mio edificare.
Che bella la vitase questa è unita
a un filo conduttoreche è l’amore.
Tante leggisono sfregi
all’essenzadi una giusta conoscenza
di cosa vuole Dio,tante nuvole io
le ho imbastitee scucite
in grattacapi,senza conoscere i sommi capi,
che governanol’arcano
disegno di Dio.Ora un mormorio
93
mi dice:sii felice,
senza complicarequel che devi fare.
Un innodi Violino
fa bello anche il poveretto,un giardinetto
fa bella una capanna,dipana
tanti concetti,che non ci vogliono tetti
lussuosiper essere generosi
e ciò che ci muove,che fanno nuove
le leveper un cuore di neve,
più in su voler salirepuò darsi che sia fallire
la strada giusta.Antica e vetusta
È l’ideaChe la dea
grandezzasia altezza,
ma la semplicitàè il fondamento della felicità.
[31 gennaio 1981]
94
Se siete arrivati nella vitapuò darsi che siate odiati per come l’avete concepita.
Se siete chi si batte per i problemi sociali,per dividere il mondo in parti uguali,
mettendo al bando,criticando
chi non si interessadella gente depressa,
aizzando le massedi diversa classe,
creando litigie disguidi;
se con tutto questoil mondo rimane ancora mesto,
cercate il regno di Dio e la Sua giustiziaed il resto vi sarà dato in sovrappiù.
Se ne dubitate,provate
la legge dell’amore,l’unica che può dare a tutti onore,
per non confidare nelle proprie manima nei piani
del Signore,che ci ama di cuore.
[1982]
95
IL MONDO D’UN TEMPO…
Il mioborgo natio,
quattro caseinvase
da tantasanta
amicizia,e da una letizia
tutta particolare,con un altare
dedicato alla Madonna,la nostra colonna
di gioventù.Sì, su
di essa si tessevatutto quel che si sapeva,
una schiera di bambiniche non varcava i confini
dell’immorale,un sale
provvido,che ci fece evitare il torbido
delle cattive compagnie.Tutte le mie poesie
cantanoquesto balsamo
di amicizia,una letizia
96
che loda la vitaanche se ormai è finita.
Una gioventù serenarende piena
anche la vecchiaia,una gioventù gaia
sopporta beneanche le catene
e le privazioni,insite in tutte le azioni
che ti prendono la mano e il cuorenelle tristi ore,
che inevitabilmenteoscurano la mente,
e a voltesepolte
in te stessosenza avere il permesso
di comunicarle,ma che puoi beatificarle
con Dio stesso.Lo confesso:
la mia gioventù fu gaia,tra ghiaia
e fazzoletti,tutto assumeva aspetti
di un vai e vienitra profumo di fieni
di una primavera,giocando a bandiera
��
o ladri, carabinieri,giochi poveri
per noi, ma ne andavamo fieri.Pionieri
del darsi da farea brucare
l’erba con le mani,per, l’indomani,
venderla ai contadiniper quattro quattrini.
Quando si trova letizianell’amicizia
ti senti forte,e non temi porte
chiusee le muse
degli affari,li trasformi in sentimenti cari.
[13 giugno 1982]
��
Una via più facile ora conosco:tra bosco
e neve perenneci devono stare anche cose eterne.
Maria sarà lietadi una fetta
di gratitudinee terrà le redini
del viaggio.È da saggio
averla per compagnain questa montagna.
Lei è la Padronadi questa corona
di gloriaper chi intraprenderà la via
di questa immensaricompensa.
Questo mondo in pianto:presto inondalo di un canto.
Trionfa, gonfia i cuori:sì, da lassù i tuoi tesori
domineranno la terrae ne faranno una serra
tutti fioridai più bei colori:
orchidee,azalee,
��
gigli;figli
di Dio.Non è questo che vuole Iddio?
La gioia di arrischiare la vitaper rischiare la novità?
Se tutti capisserocosa porta questo passero
che con scarponie chiodoni
va verso il cielocon lo zelo
e lo spiritodi essere rapito
da Dio,nel più bel luccichio
di ghiaccio e neve,che il mondo riceve.
Maria protessecon interesse
Marco Polo,armato del solo
olio del Santo Sepolcro.Essa diresse quell’involucro
tra pestee tempeste
a nuovi popoli.Così Colombo con tre manipoli
di navigantiandò sempre avanti.
10�
Nina, Pinta e Santa Mariaaprirono la via
di un nuovo mondoe anche se tondo
non è nuovo,provo
lo stesso entusiasmoper questo balsamo
di fedeche dovrebbe posare il piede
sulle più alte vetteper ore più liete.
Dedicato D Santon )UDQFHVFR�H�FRPSDJQL���
6FDODWRUL�GHO�.�
���������������������������������[29 gennaio 1983]
10�
Siamo qui che ci congratuliamo a vicendama la cosa più stupenda
è di ringraziare Dioper il servizio
intrapreso.Esso ci ha reso
più comprensibilie più visibili
agli occhi dei poveri;doveri
inderogabili,non grandi contabili,
non abili commerciantinon gente coi guanti,
ma che divide il pane quotidianocon la stessa mano
del lavoratore,se si corre
assiemedi certo fiorisce buon seme
e la concordiaè una madia
inesauribile,rende visibile
la Provvidenza Divinae l’intelligenza si affina,
non solo sul profittoma ogni conflitto
10�
trova il suo rimedioe Dio,
Padrone delle cose,sa rendere gioiose
anche le malattie.Quante anime pie
hanno trovato nel dolorel’amore
per offrire qualcosa,anche se quel qualcosa
era tutto ciò che avevano.Se si elevano
a Dio i propri ufficitutti ne traggono benefici:
dottori, soccorritori, malatie poveri non amati;
sentirannoche molto da fare avranno.
L’anima di questa iniziativanon arriva
da una salariopiù o meno onorario,
ma nasce nell’umiltàdella propria generosità,
e ci fa stare attentiai lamenti
di tante miserie umane.Immane
sarebbe la responsabilità,ma anche immensa è la felicità
10�
di trovare Dio nei poveri.parlar di doveri
è povera cosa,ma quanto è gloriosa
questa causa,che non dà pausa,
perché sente che il tempo corree bisogna porre
le fondamentaperché la gente sia contenta
non di quella che hama di quello che le si dà.
Questo è il giuoco della generositàe dalla riuscita di questa attività,
perché più si dà, più si ricevee ogni pena diventa lieve.
[gennaio 1984]
10�
DIO RACCONTA
«Ti scrivo quel che vivo,non sono un divoe mi privo
della libertàper fare carità.La rarità
dell’impresa,è una mano tesa,protesa
all’umanitàcon umiltà.Ma la beltà
dell’intentomi fa contentoe sto attento a questo convento.
Sento il vento dello Spirito Santoche ti è accanto,e il pianto
di tanto affannoche di annoin anno
aumenta il malanno.Il tuo sanopiano
mi sta a cuore,perché l’autoreè dottore
di ogni distorsione.La derisionee l’umiliazione
che soffri,so che la offri,ma catastrofi
10�
come questa,tiene destaogni onesta
mente,anche se sentela Potente
mano di Dioin questo pioesercizio.
Ora, è l’oradell’aurora.Ora lavora, ma onora
il compitoadibitoda debito
versoil terso.Ora perso
il cielodi questo vangelo,per lo zelo
che provie che trovitra i rovi.
Ora,onoraancora
la piccola dimora,senza remorache ti ristora.»
[28 luglio 1994]
10�
L’INFERNO
Venne,e tenne
consiglioil Giglio
dell’umanità,e la carità
fu grande.Le serrande
del cieloaprirono il velo
del Paradisoe il viso
si illuminò.Però
prosperòun impero,
nero,non veritiero;
con questol’onesto
Figlio di Diodiede inizio
a tutto il ventaglioper riparare a ogni sbaglio,
e chiamò a raccoltal’umanità sepolta,
e la porcaorca
10�
perdettele vette
del potere.Le verità vere
imperarono,perché impararono
dall’amoree dal dolore
quel che occorreper porre
le fondamentaa un’umanità spenta,
che rasentaciò che spaventa.
L’inferno…l’inferno
è brutto,è tutto
ciò che è disperazione;non è un’invenzione
dei preti,anche loro sono costretti
a temerloe tenerlo
in considerazionenella loro mansione.
[dicembre 1994]
10�
PER VINCERE LA SUPERBIA
Per vincere la superbia,non ci occorre la rabbia
ma l’umiliazionee l’invocazione
a Dio che l’accetti.Aspetti
un po’ strani,ma nei piani
di Dio c’è anche questo.Questo,
non ci deve lasciare mestima lesti,
vincere il rispetto umanoe dare mano
alla preghierache sarà foriera
di altre conquiste.Squisite liste
di graziesaranno melodie
del domani.
[20 febbraio 1995]
1��
Quandocantando
sentiche non menti,
alloras’avvalora
l’aurora.Ora
e sempre,pre
e dopo,lo scopo
è raggiunto,e come punto
guarda la Stella,l’universale favella.
[28 maggio 1996]
11�
Va avantitra cantie piantise piantitrovi tantiincantiquanti
sono i mestieri da fare,non ti fermare.Cerca di remaree di portarele tarea superarequesto mare.
Vistoquesto “tristo”modo mistoinsistoe conquisto.
Per fareun affarenon per arraffarenon per strafarenon per beffarené per disfare.
Ma perchéle pecchesono stecchee non sono “mecche”,sono techeche se secche
sputanopantanoe non è sanodare una manosenza un piano,e non rivelano nessun arcano.
11�
Tu non così,sì, ai corsida interporsisui dorsie sui morsie sui ricorsi.
Sì, alla carità,ma con tranquillità.Sì, alla serietà,ma con pietà.Sì, alla novità,ma con vitalitànell’autenticità
della fede.Questo chiedeil tuo piede,erede che non lede,me vedee prevede
una cosa grande:dalla tua casa alle Andeespandedomandee spandeonde
di vittoria,e di gloria;su una storiache la memorianon conosce Maria.
[20 giugno 1996]
11�
NON PIANGERE
Non piangere,non infrangere
l’incantodi tanto
amore.Occorre
forza e coraggio,retaggio
dei popoli:la necropoli.
È il suo postoil costo
di tanto malee il tuo sale.
Non piangereavrai il piacere
di vedereil bel vedere
di Dioe il suo pio
sorrisosplendere al tuo viso.
[13 novembre 1996]
11�
«Non disarmare,cerca di amare
per terra e per mare,cerca di remare;
ma fermati,datti
una regola,regala
mezz’ora,all’aurora
e al tramonto.Sii pronto
alla preghiera,e quando è sera
sarai più soddisfatto;un fatto
importanteti terrà distante
dal tanto pensare,cosa fare.
Verrà da soloe sarà il polo
di attrattivaper dire evviva;
lasciala fascia
dagli affari,per te saranno sempre precari.
���
La tua menteè assente
e non se la sentedi esser presente
ai movimentidi quelli che con i denti
strettison costretti
a combatteree a sbattere
la portadi fronte alla torta.
Affidati,guidato
dalla Provvidenza,non resterai senza…
anzi,poc’anzi
dettosarai più protetto
di chi ha un tettoe un affetto
personaledi moglie e filiale.»
[31 gennaio 1997]
11�
«Sta contento,intento
come seia obbedire agli Dei,
non ti accorre altro,fatti scaltro
nei mie pensierinon ci sono misteri
per te,per te vertono
le incerte possibilitàdi una stabilità
di luogo,da’ sfogo
al tuo intraprendereper rendere
fattivala viva
preoccupazionedi un’azione
di grazia;spazia
volentieritra i cantieri
di Dioda ciò
da te arriveràquel che Dio vorrà.
11�
Te ne sono gratoperché hai santificato
l’ambiente,niente di più conveniente,
niente di più potente,per avere la patente
che dolcementeti acconsente
una preghiera,semplice e sincera.
La costruzionedi una porzione
scrittae ascritta
a Dio,perché è di Dio;
fatti forte,con azioni accorte,
fatti umilesimile
ai poveri,non farti rimproveri
se hai assoltoil volto
della povertà,alla tua età
ne hai il dirittoad aiutare il cuore ferito.»
[2 giugno 1997]
11�
MADRE DEL SILENZIO
«In questa valle benedetta,la mia penna si diletta.
Siao non sia
cosa buona,che il cuore vi dona,
purché facciate festa,in questa
giornatadedicata
alla Madre del silenzio,in questo spazio
magnificocon il compito specifico
di trovarci tutti in Paradiso,sotto il suo sorriso.
Al suonodi chi ci fa questo dono,
tra pini e abeti,che lo spirito si diletti,
con una fede incrollabilee una stabile
vita,che invita
a farci volere benee superare le pene
di ogni sortache essa comporta.
1��
Tra canti e sorrisi,fraternamente condivisi,
vi dico una parola,consola
lo spiritoed è gradito
a Dio ciò che facciamo,siamo
tra cielo e terrae questa rinserra
profetie poeti,
tutto per dar lodea chi gode
di animo grande,e al suon di queste bande.
Tutto parla di Dioe al luccichio
di tanti coloriesultiamo di esserne fuori,
portati dalle nostre gambe,per un grande
convegnonel Regno
del Padre Nostro,che è come un chiostro
o un convento,dove le persone, cento
a cento,innalzano un monumento
���
per esprimere un sentimentoche fa contento
il cuore,perché l’amore
invade strade e contrade,anche se il mondo cade.»
[agosto 1997]
12�
«Ti vogliospoglio.
Ti lascioun fascio
di abbracci.Taci
se ti accusano,anche se abusano
della tua bontà,quel che conta
è di essere per tuttispecialmente per i perduti
nelle forzee nelle risorse.
Datti coraggio,so che non è agio
essere accusati.Usati
moderazionecon le persone,
ma sii lieto,ti proietto
nel futuro,non sii duro.
Riposa,osa
fermarti,tre quarti
12�
di vitaè finita,
non ci pensarecerca di non pesare
su nessuno,sii buono
e lieto;questo tetto
ti appartienee se sembrano iene,
non farci caso.Sii persuaso
nonostante le contrarietà,è tua la proprietà.
Pensache la licenza
ce l’haiper trattar bene colui che incontrerai.»
[3 gennaio 1998]
12�
«Ti trovo un lavoroche è oro,
adopera la pennache è un’antenna,
scrivi, vivi di silenzio,sentendo il ronzio
che Iddio ti detta.Aspetta
la nuova parolache è quella che consola.
Questa radiodi Dio
trasmettele mete
della vita eternaed è una quaterna
sintonizzarsi,e adoperarsi
per essa.La persona non resta perplessa,
tutto è nuovo,sembrerà l’uovo
di Colomboma un rombo
invaderà la terrae non sarà più guerra.
Calcolidi ostacoli
12�
sono inutili,i fili
li tiene Dioe da qui ha inizio
tutta l’avventuradella natura
umana,che assieme emana
dolore e amore.Il cuore è una torre, se corre a porre
rimedioall’assedio
del demonio,in questo condominio
che è l’umanitànella sua vulnerabilità.
Qui tutto si consumae fa che io assuma
la volontàdi una stabilità.
Evitare non posso,il profondo fosso
è sempre in agguato,mi manca il fiato,
ma è cosìe il dì
che mi assicuranon è di questa natura.»
[8 aprile 1998]
12�
OH AMICI
«Oh amici,siate felici
come io lo sonodel dono
che Dio ci facon questa fraternità.
Il trovarci assiemeè già un seme
di bontà,che la carità
camminae collima
il tutto,con l’aiuto
ai poveri:doveri
inalienabili,per rendere stabili
i nostri sentimentied essere contenti.
Una preghierasincera
rivoltaalla volta
celeste,libera tanta peste
che si nascondetra le fronde
12�
di questa vitacolorita
di materiale,dove l’ideale
bisogna cercarloper farlo
crescere e maturare.Bisogna curare
il tuttocon l’aiuto
di Dio, ciò ci è possibile,se riuniamo le file
dei qui presenti.Venti
secoli di storiadichiarano la gloria
della carità cristiana,una fiamma
che non si spegnee rende le persone degne
di questo onesto sentimento,finché vedremo brillare il firmamento
e non ci sarà più nessun lamento.Questo è il momento
di fare ognuno contento.Non mento,
ma questo dovrebbe essere il lieto eventoper tutti e non per cento.»
[24 settembre 1998]
12�
LA ROSA È’ ODOROSA
«Il consiglioti tiene sveglio.
l’ambizioneè una deformazione
del pensieroe ti fa misero.
Tu lo conosci per interoquesto mistero,
più volte ti ha assalitoe sconfitto:
cerca di trarne ragioneda questa cagione,
non è un bel nomequello che essa propone.
Essa confessa se stessaed è una ressa
di idee,che alla fine sono ree
della superficialitàsenza felicità.
Più volte ti Ho dato ragione,perché l’ambizione
ti faceva deboleed era valevole
un’educazionein proporzione
alla forzaper non mettere a nudo la scorza.
12�
Attentoa essere contento
di quello che hai,se hai
dei dubbi,prima dirada le nubi,
e poifa quel che puoi.
La vita insegna,che la persona degna
di rispetto,guarda ogni aspetto
della cosa: la rosaè odorosa, ma tu posa
pianola mano,
se non vuoiche il senno di poi
ti dicache è un’ortica.
È una praticache fa fatica
a essere capita,e si precipita
in un fondo,grondo
di sudoree di dolore.»
[4 marzo 1999]
1��
«Questo mondo è insolventee m’è dolente,
sono impotente,il problema è latente
e la mia menteè perdente.
Oh Dio Onnipotente,non sono un gaudente,
ma umilmentesente
la necessitàdi un’infinità
di aiuto,io non mi rifiuto
di portare la croce,ma vorrei dar voce
a quel mondo che soffreuna catastrofe,
sarebbe un altro piantoe il canto
dello Spirito Santolascerebbe sospirare alquanto.
Il problemaè di estrema
gravità,ma la società
non lo avverte;inesperte
1��
sentenzesono le conseguenze
del datodi fatto.»
«Procura un’ossaturapura, con cura
ti do tempo,questo lembo
di Paradisodeve essere diviso
con tuttie che nessuno rifiuti;
invita a nozzee non rozze
sentenze,ma compiacenze.
Le insolvenzeo le coscienze
sbagliatesiano vagliate
in lungo e in largo,non metterle in letargo.
Così hai capitoil Dito
di Dio, ciò che è beneconviene
e ciò che è dubbioè buio.»
[24 marzo 1999]
13�
LA VITA DELLA FEDE
«Attento,,R tento
e provoe rinnovo
la prova,e se si trova
un’anima generosanon gli do posa;
la vogliosenza orgoglio.
La voglio che si senta,che rasenta
il peccatoe anche se non è peccato
deve sentirsi umileperché mille
sono i pericolie da soli si è piccoli,
non restache la testa,
pensidi avere consensi
di Dio.Il servizio
è meritorioe io mi glorio
perché così gli insegnoil mio disegno,
13�
che è un bene comunee un lume
per la salvezzDdi chi non si interessa
c’è un Padre Eternoe un inferno
dove tutto il mondo fa perno.Questo quaderno
ha già detto tuttonon è lutto
la vita della fede,anche se prevede
crocie cocci.
Ma una coscienza,senza
che in lontananzaveda una speranza,
diventa un castigoe un intrigo.
Se tutto volge all’amore,tutto corre
felice,perché nella cornice
c’è Dioin un compendio
di gioiae gloria,
perché Dio pagaquando si è curata la piaga
13�
di una vitanon costruita
nel sessoe spesso
nell’egoismoche portano al disfattismo.»
[17 giugno 1999]
13�
«La tua felicità sia completaed espleta
le pratichericche
del dono di Dio,ciò
ti è permessocome messo
di Dio.Pio
e riverente,sii obbedente…
nienteè più conveniente
di appartenereal potere
di Dio, che ti permettegrandi mete.
E nell’impossibilitàdi fare la tua volontà
per la caducitàinsita nella tua fallibilità,
ti sia Maria aiuto e compagnain questa campagna.
Questo onesto compito,a te adibito,
sia tuttociò che è voluto
13�
da Dio,in un compendio
di grazia,spazia
volentieritra i sentieri
delle umane avventure.Le tue cure
sianociò che sono
agli occhi di Dio,in questo spazio
si muovono i doni di Dio,inizio
e finedi ogni confine
di sublime,non per stime
di questo mondoche in fondo
passa,come una cassa
vuota,ma che nuota
verso un portonoto,
troveràla verità.»
[14 maggio 2000]
13�
«Fare il proprio dovereè un piacere,
fare la volontà di Dioè l’inizio
della santità,la carità
non è tutto,dare aiuto
va benema conviene
seguire Dioper dare inizio
a una carità più grande,la carità più grande
è far conoscere Gesù,tutto deve essere a servitù…
tutto il resto è buio pestoe uno rimane sempre mesto,
la luce della gioiaproviene dalla gloria
di Dio, ciò avverteche aperte
le porte della Provvidenza,trova credenza
in tuttoperché Dio è aiuto;
fiuto, minuto per minutoche Dio è tutto
13�
non dipende se uno è astutoma se non fa rifiuto
a Dio, trova cosegenerose
più grandidei grandi
di questo mondo,il fondo
delle cose sono tutte qui,così
si decidequello che divide
gli uomininei cammini
della storia,la memoria
è cortae non riporta
i fallimentisotto questi lineamenti.
la cosa è tragicama non chi ha capito la logica
di Dioha capito l’inizio
di una vita,concepita
sul valoredell’amore.»
[3 giugno 2000]
13�
«Aiutacon tutta
la forza che hai,guai
se non lo fai,i granai
sono pieni,ma sono veleni
se non servonoa dono
dei poveri,doveri
di tutti,se i frutti
non sono condivisie i poveri derisi.
Questo modo di farefa tremare,
questo mare agitatomi toglie il fiato.
Consolami Tu,a togliere la schiavitù
di tantasanta
sofferenza,la presenza
di tanto egoismolo biasimo.
1��
Questa casa della Provvidenzaè rimasta senza
aiutoe il frutto
si è fattobrutto,
prega che ritornie adorni
la faticadi una pratica
di carità,l’autorità
o esperienzasenza
l’aiuto Divinoè un cammino
all’oscuroche si fa duro,
inconcludentee insolvente.»
[10 luglio 2000]
1��
CAMMINA SULLA CIMA
Cammina sulla cima della purezzae spezzaogni incertezza,
e di gettoogni fiorettoche ti è detto
accettalocome un petalo;fallo
dono,buonocon un solo tono
dellabellanovella,
la generositàossia la caritàcon l’umiltà;
tutto quaper il di quae per l’eternità.
Un impegnodegnodel Regno
celeste,tra tanta peste,queste
le regoleper le tegolee le vele
per arrivareall’altaredell’amare.
14�
Poi starea guardarecosa fare,
ma poi domanda,rimandase Dio non comanda.
La gratitudinedev’essere un’abitudinee il fine
di ogni azione buona,donae suona
a Dio una lode,perché quel che rode,ode
la voce di Dio.Per un Servizio,licenzio l’inizio
di una attività,che è vitae non viltà,
non superbiao mestizia,che vizia
ogni cosagenerosae non riposa.
Ringraziae spazianella grazia.
[28 settembre 2000]
14�
UN PROGRAMMA…
«Un programmache è una fiamma
d’amore,perché è il Signore
che lo vuole;duole
che non ci siaGesù e Maria
in questa “economia”.Tolta via
la fede,si crede
di fare senza�ma la potenza
di Dio rimanee se la vita dell’uomo si fa infame
non restache sbattere la testa
contro il castigo.L’intrigo
della gentesi è fatto presente
ed è venuto rovente,il movente
è lo stessoogni messo
del diavolofa quello
14�
che vuole,in altre parole
si disinteressaalla messa
e non si confessa,si professa
liberoe invece è un prospero
diavolo,fatto solo
per rovinarechi vuole amare.
La Potenzadella presenza
di Dio rimanee da mane
a sera,spera
in una riconciliazionedi tutte le persone,
nessuno è escluso,anche di ogni fuso
orario,riceverà il suo salario.
La vita si è fatta durae comincia a far paura,
ma la veritàè che sta
nella nostra libertà;l’erta
14�
c’è,ecco perché
impegnarsie donarsi,
perché tuttodia frutto.»
[25 novembre 2000]
14�
«Nel proseguimentodel mio intento
tentoun avvicinamento
di ogni componentedella mente
umanae cristiana.
Siachicchessia,
la poesianon è mia
ma della Spirito Santo,che tanto
ha datoperché non ci sia lo sfratto
del pensiero umanoe cristiano.
Con l’orgogliodi essere spoglio
di me stesso,mi son messo
come messodel riflesso
del Signore,perché vinca l’amore.
Ed è belloquesto cielo
14�
che mi muovoe provo
una gioia immensaper fare una mensa
comunee un lume
di veritàper la società.
Son tutto per tuttie che Dio m’aiuti
a spartire i fruttie mi incuti
paura,se la natura
vienea procurar pene.
In tantosanto
compito,ho capito
che l’umanitàè la stabilità
dell’intento,tento
un commento:cento
sono i motiviproclivi
al bene comune,che Dio mi lasci immune
14�
dal fare da solo,per prendere il volo
di un successo personaleche è male
e che benedicala mia fatica.»
[25 novembre 2000]
14�
«Prega e spera,prega e impera,
trova la manieradi dare una miniera
di redditivitàalla società.
Fa quelloche è bello
agli occhi di Dio,un esercizio
dove gli operaicon i loro piccoli salvadanai,
trovinol’inno
di amministrareciò che devono comperare.
Con tuttol’aiuto
di Diopuoi fare ciò.
Non ti scoraggiarecerca di forgiare
una mentepotente,
con la quale aver cura della salute.Tutte
la osservazionidi nozioni
1��
impartite,siano capite
come una necessitàdella sobrietà
della vita,unita
all’amore di Dioper un servizio
completo,sotto ogni aspetto.
L’organizzazionedi più persone
proponedi vincere il demone
che attaccae spacca
la mentedi chi solamente
lavorae non onora
Dio del Suo aiuto.Frutto
di questoonesto
lavoroè il decoro
di una vitaconcepita,
non solo con le mani,ma anche con i piani
1��
di una economiache sia
l’impegnodel disegno
del Signoreche per tutti corre.»
[2000]
15�
UN’ALTRA VIA
«È sorto una sorta di apostolatoper il lato
dei bisogni.Ogni
componenteche sente
la necessitàdi aiutare la società
e di trarne sollievopuò farsi allievo.
C’è posto per tutti,tutti sono chiamati e amati.
Chi ha del tempo liberolo può fare prospero.
Chiediamo una preghierada chi non ha la maniera
di soddisfarechi li vuole aiutare,
perciò tutti interessatinon tartassati.
Saremo giudicati sulla carità,solo questa merita
un premio, e questosenza merito non sta ritto;
sembra un conflitto,ma è un invito
che rendepiù di quella che si spende.
15�
Tanto è stato fattoe altro è accettato.
Fare famigliadove il bimbo piglia
e il papà dà bontà.Tutto qua per una società
onesta,che presta
attenzionealle persone
in difficoltà,chi ha la facoltà
di informare,chi ha situazioni amare
costa poco,il giuoco
è bello fatto,ogni atto
di cortesiaè un’economia
assicurata,curata
da tantiche si fanno avanti.
Non si chiama carità,ma amorosità.
Si chiama cortesiache vince ogni carestia.»
[4 gennaio 2001]
15�
«La libertà è d’obbligo,ogni riga
è un dono,e ogni dono
è bene accettose è perfetto
o almeno si cerca che lo sia,sia nell’economia, sia nell’armonia
del cosmosenza orgasmo;
un donopuò essere il perdono,
un consiglioper portare a Dio,
o un paneper chi ha fame.
La povertàè frutto dell’umanità,
la caritàè frutto della Divinità,
e la necessitàpuò essere di due unità:
materialee spirituale;
come idealetutto vale
per portare a Dio.Un consiglio
15�
fattocon tatto,
può dipenderedallo spendere
il necessario,anche se è mercenario.
Calcoli terrenisono freni
e vale la penasoffrire qualche pena
come l’inutilitàdella bontà;
si può dare aiutoe subire un rifiuto.
Seminare dappertutto,qualche frutto
va perduto,ma nessuno può dire di non averne avuto.
Tutto collimacon la cima
dei monti,essere pronti
a seminar la lucee a dove essa conduce.»
[26 settembre 2001]
15�
«Ed è questoche mi presto
a dirtidi offrirti
volentierisui sentieri
della bontà,questo è quello che conta;
non tanti soldima modi
diversiper cieli tersi.
Il fareo il donare
non è l’essenzadella presenza
della bontà d’animo,è il minimo
che si può fareper restare
nella giustizia.La delizia
invecela precede
e vedeciò che lede
l’amoreche nasce dal cuore.
15�
Questaè la festa
dei santi,avanti
dunque,chiunque
può arrivarea santificare
la vitaunita
a Dio si modellae diventa bella,
efficacee trova pace.
Tanti sono gli aggettivi,ma se sono privi
del caloredell’amore
tutto muore,si dice che dal cuore
nasce l’affetto,ma è perfetto
quando incontra Dio,nel silenzio
si elevae fa leva
per portareall’altare
i doni più belli,quelli
15�
che Dio domanda,Dio manda
a volte in conventoe a volte nello stabilimento
per fare più grande il disegnodel Regno.»
[1 gennaio 2002]
15�
«Felicitàe generosità
sono qualitàdi una genuinità
senza finee che la fa sublime.
Se poi l’intimitàla facilita,
ne esceuna cosa che cresce
e si espandequanto è grande
la terra e il cieloe non c’è velo
che nascondal’onda
di beneche ne viene.
Torna il sereno,se l’arcobaleno
non esclude nessunoè opportuno
qualche voltaaprire la porta
e ammirarese Dio vuole entrare.
Pareo non pare,
1��
ha sempre qualcosa da dare:vuol dare
la pace del cuore,che è amore.
Una vita intensasenza
la conoscenzadi ciò che Dio pensa
è vuota,è una ruota
rotta,che ha preso una botta.
Non è la quantitàche fa la felicità;
è l’unitàche dà vita
a una partitaa dieci dita
e sforna amore e calorecon il Signore.»
1��
IN NOME DOMINI
«Facciamo un discorsodi lungo corso.
Offriti volentierinei sentieri
della veritàe della carità,
ed è belloquesto anello,
ed è belloquesto cielo
di un Dio che ama il suo popoloe si fa apostolo.
Amae chiama
a raccolta,per una svolta
a beneficiodi un edificio
umanoe cristiano,
non sarà vanoil richiamo
tanto li amo,tanto li bramo
che la pietàsupererà
la cattiveriae la miseria
16�
umana.Il Mio cuore emana
dolcezzae spezza
tutte le cateneper portarli al bene.
Sono il Divinoe cammino
con gli uominiin nome Domini.
Camminoper un comune destino,
il Paradisocon voi condiviso.
Promessoe messo
a disposizionedi tutte le persone.
Dio perdonae dona
a tuttii frutti
dei Suoi meriti,dei martiri, dei miti
e dell’immensasofferenza
che chiede aiutoe Dio non fa rifiuto.»
[30 marzo 2002]
161
IL MONDO DI OGGI
«Mamma delle gentiillumina i contendenti.
Illumina l’umanità.Infondile pietà.
Siam peccatoricon lacrime e dolori.
L’ingannoci ha tolto il panno
di velluto e il fruttobenedetto del tuo diletto.
Bisogna che torniamo indietrose vogliamo evitar lo spettro
della guerra.Questa povera terra
voleva fare da solae non si consola.
Vola in lungoe un largo,
ma il cargo non è pane,è fame,
produce bombee ne esce un’ecatombe.
Il peccatoha sprecato
l’unitàe sono sorte altre divinità.
È il diavolo che si spacciacon la faccia
162
di un dio,
ed è tutto uno sbaglio.
Vaglio i belligeranti,
si dicono garanti
di un migliore avvenire
e non sanno capire
che sono vittime del demonio,
che vuol spezzare il patrimonio
di Dio,
seminando invidia e odio.
Oh Maria: placa i cuori,
tiraci fuori
da quest’inganno,
perché è un danno
per tutti. Vinti e vincitori:
resteranno solo dolori.
Tutto è perso
in un mondo immerso
nel peccato.
Pare laccato
ma è un coperchio bollente,
con una potente
carica esplosiva
e si priva
dell’offerta di Dio e Maria
per una via,
più sicura
e più pura.»
[8 gennaio 2003]
163
L’AMORE
L’amore sorpassaquel che passa
per la mentee che non è conveniente.
L’amore abbelliscequel che ferisce.
L’amoreparla al cuore
e si innestacome una festa
piovuta dal cieloed è un gioiello.
L’amoresoccorre
chi non sa porreil giusto sapore.
L’amorevive ore
di dolorese non trova il riflettore.
L’amore fa miracolinon per calcoli
umanima cristiani.
L’umiltàtrova pietà
per la totalitàdell’umanità.
164
L’amore accende il mondoe lo rende mondo
e fecondoe giocondo.
[19 marzo 2003]
165
LE AVETE VOLUTE…
Le avete voluteevolute,
le avete voluteperdute,
le avete volutedi malizia argute,
le avete voluteche avessero solo una bella cute;
e ora non vi dovete lagnarese vi fanno tribolare,
non sanno lo spirito elevare,perché voi non glielo avete saputo insegnare.
Non sanno risparmiare,perché voi possiate riposare,
non sanno sopportaree finiscono sempre per litigare.
La somma di tutto questo fa il risultatodi questo mondo malato,
dove ognuno si sente autorizzatoa fare qualsiasi misfatto
e al proprio io subordinato,nato
per essere beatoe invece è sofisticato.
[22 aprile 2003]
166
LA GIOIA
La gioia infinitache dura tutta la vita
e che a Dio è più graditaè che a lui sia unita,
senza sperare in una persona preferita.La gioia non sarà diminuita
ma da Dio sarà ingrandita,e verso il cielo andrà diritta.
Se lo volete provarelo potete constatare,
se al prossimo vi volete donare,e a tutti insegnare
che per tutti c’è posto per amaree Dio vi saprà ricompensare,
di gioia ne troverete un mare,questo non lo dovete scordare.
[---]
167
Sembra strano,ma anche se non le amo
alla maniera dei fidanzati,tra noi ci siamo considerati
dei veri fratelli,gustando i sorrisi più belli,
praticando la bella manierala stima più sincera.
Il reciproco rispetto,qui sta il mio diletto,
a volere insegnaread amare
con disinteresse,così le buone intenzioni saranno espresse
nella maniera più carae più chiara.
[---]
169
CAPITOLO 2
Ditta e famiglia
171
L’OPERAIO
Non sfruttare l’operaio,state certi che vi capiterà qualche guaio.
Lui cerca soldi per vivere,voi di soldi ne avere anche per ridere.
Datevi da fareper bene operare,
così vi accorgereteche la stima acquisterete,
che vale più del denaro,cha a volte vi rende avaro
e se avrete bisogno di una mano,chi vi ha stimato, vi darà anche il guadagno.
Perché l’aiuto è contagiosoe anche più vantaggioso.
E quando avrete servito l’operaio,non vi sentirete a disagio
e non temete di fallire,perché Dio stesso vuole intervenire.
Perché a Lui sta a cuorechi lavora con ardore,
e non vuole che la ditta muoia,ma che tutti siano nella gioia.
[10 gennaio 1972]
172
LA MIA STORIA E IL NOSTRO FUTURO
Si presenta triste il futuro,ma io mi curo
a portar pace,non a ragione di chi parla o chi tace.
Non mi son mai fatto avanti,ma quanti
aspettano una parolache consola?
Il mestiere si è fatto grande,ma tante domande
sono rimaste inevase,invase
da nulli frastuonie son venuti i tuoni.
Si son sentite tante campanenon si sa quali siano sane.
Sarà l’ascoltatorea valutarne il valore.
Anch’io dico la mia,spero che sia
comprensibilee visibile
a tutti.Questi rapporti acuti
abbisognano di una spiegazionedella formazione
di quest’aziendae di questa vicenda.
173
Son nati tanti fattima gli atti
di quando è sortala gente non li riporta.
ci giudicano signorie qualche volta anche lavoratori,
ci giudicano sfruttatorie spesso usurpatori
dei lavoratori,non cerco onori
di portare pace nei cuori.Troppi sudori
sono statidimenticati.
Prima di fare i datoriabbiamo fatto i muratori,
abbiamo costruito la casa a trenta famiglieprima di varcare la soglia
della nostre,abbiamo costruito una chiesa,
per il popolo di fedee ora ci si chiede
cosa avete fatto per noi…A voi
abbiamo dato la nostra buona volontàdi una vita tutta spesa qua;
sì, in questo luogodove ora lo sfogo
della incomprensioneporta disunione.
174
Qualcuno è triste,le liste
delle spese della vitala fanno tristemente colorita,
ma finché avremo le mani legateda tante bravate
di gente che non lavorala situazione non migliora.
Anzi si aggraveràe ci porterà
tutti nel fosso,sia che sia nero o che sia rosso.
[1 gennaio 1977]
175
UN PROCLAMA PER CHI AMA
Quanti donie quanti toni
ci sono in uno stabilimento,ma il raggiungimento
di un risultato positivonon è solo evitare il passivo
ma unire i cuoridi tutti i compositori.
la cerchiache soverchia
il fatto economico,un dinamico
intelletto,è quello che io metto
al primo postoa qualsiasi costo.
Lavoratori miei amicisiate felici
la soluzione c’è,una evoluzione che
irradierà la terraper chiamare tutti sotto una sola bandiera.
Il nuovo astro della storiaè la gloria
del Signore,un nostro lavoratore
che spinge il carrettoe ha diretto
176
con mano fermaquesta ditta che rema
con vigoreper porre
in rilievoe a sollievo
i cercatori di giustizia.Inizia
la nuova via,con una poesia
sul riassuntodel ruolo assunto
da cinque fratellie tanti fatterelli,
a chiarire le mentidei presenti
troppo attentia stringere i denti
o per necessitào per avidità.
Si guarda troppo bassoe non si sta più al passo
con lo spirituale,entrano nella spirale
di una vita mesta.Così a Dio più non ci si presta,
lo si adatta a se stessie ai propri interessi.
Così deformanoil pensiero e non si formano
177
alla luce della verità,che è carità,
una cosa genuinaperciò Divina,
perciò perfetta,perciò benedetta,
perciò completa,e tutto ciò diletta
lo spiritoe l’invito
di Diodi donar se stessi nel completo silenzio.
[1 aprile 1978]
178
MAMMA ECCO I TUI FIGLI
«Mamma, ecco i tuoi figliche come gigli
del campohanno formato lo stampo
del Regno di Dio.Una cosa che Dio
ti dicedi essere felice.
Nel colmo della bufera,la tua fede rimase intera
quando papàse ne andò all’eternità.
Tutti noi,figli tuoi,
ti abbiamo guardatocome un soldato
che difendee contende
la prolecome si suole
nelle avversità,in tempo di calamità.
Ci hai donato la fedee un piede
sicuroper affrontare il futuro.
Non fu vanoil piano
179
predisposto,anche se il costo
conobbe vegliee dolori alle soglie
della guerra.Tu, fiera,
ti facesti forierain maniera
meravigliosa,senza posa
e senza ingannoma, con l’affanno
di una mammatrovasti una gamma
di iniziativeper rendere proclive
a noi bambinidi aprire i confini
della vita sociale.Comperasti il maiale
e, con la raccolta delle trattoriesenza storie
e baldorie,senza glorie
e senza feste,senza proteste
e senza ferie,vincemmo le miserie
comunisotto i tuoi lumi.
180
Ora, il mestiere si è fatto grosso
ma posso
dire
di capire
che sei rimasta la stessa,
anche se messa
al centro,
qui dentro.
Insegnaci l’umiltà
che è sempre stata la tua finalità,
insegnaci a volerci bene,
anche se la catene
del successo
ci hanno messo
di traverso
e qualcuno si è perso.
Insegnaci a essere imprenditori
con i cuori
aperti
nei grandi concerti
del mondo attuale,
dove ci sia filiale
conversazione
con tutte le persone
e nei panni
dei tuoi novant’anni
dacci la benedizione,
questa è la nostra congratulazione.»
[1 ottobre 1994]
181
«Io sonoil tuo donoe non perdonoquelli che si perdono.
Nella tristezzae nell’amarezza,fierezzae tenerezza
dunque,chiunquee comunque.Acque
puree niente paure,sicurecinture
e avantia fare impianti.Tra tantiimportanti
lavori,corrifuorinon temere onori:
ai varchiaspetta i vecchi,non sprechise gli echi
fannoun pannoper una manoa chi non è sano.
182
Niente dubbi,
niente connubi,
attento che non si rubi,
smaschera i furbi.
Alla tua
prua,
nulla
culla
ma prudente,
dolcemente
ridente,
niente
di intentato.
Il patentato
ti ha dato,
questo lato
dice tanto,
un pianto
e un impianto.
E accanto?
Hai
operai,
guai
se non vai,
organizza,
divinizza,
izza
e lottizza
i reparti,
aggiusta arti,
abbellisci le arti
e non temere di restare ai tre quarti.
Domanda spesso
dove sei messo
nel complesso
dell’amplesso
183
di Dio;iosono al tuo servizioe mi delizio
che mi interpellino,e come uno scalpellino,lavora pietra e linoe cammino
accantoal piantoe non mi vantose faccio tanto.»
[27 febbraio 1995]
184
MERCENARIO
Pesal’offesa
fattae graduata
alla tua maniera.Era
necessarioun mercenario
essere,per il benessere
dell’azienda.Farne ammenda,
non pensarci,se marci
alla mia manieranon conoscerai sera.
[7 giugno 1995]
185
UN RIMPROVERO
«Grande è il compitoa te adibito,
grande è il debitoche mi ha afflitto,
grande è la responsabilitàper questa società,
grande è la precarietàin tutta la varietà
d’intenti.Se voi fare tutti contenti
e ti cimenti in conventie in emolumenti, stenti
a farcela; ce la faremose, il gemo
è nel tuo interesse.Espresse
in parole povere,non lasciare piovere
in fabbrica.La carica
che le puoi dare,dovrebbe bastare,
per riuscirea capire
che questaonesta
attivitànon è una novità,
186
è il tuo compitoa te adibito
il conflittoche ti rende afflitto.
Con la preghieratrovi la maniera
per soddisfarel’altare
e il socialee, vincere il male
che in te si annida.Diffida,
dalle attivitàin conflittualità;
con questi interessi,commessi
ed operai,guai se non guarderai
ai loro interessi.Se ti dessi
un compito più difficile,andresti in briciole
ma, non pretendo,tendo
al necessarioper non essere precario
questo edificioè il tuo ufficio.»
[28 settembre 1995]
187
Sotto questo tettoc’è un letto
vuotoa tutti è noto,
non so perchéci sono ancora tanti perché.
Il mestiereè un piacere
e lo deve essere per tuttie anche i suoi frutti.
Questa divisioneha diviso le persone;
perciò, ciò non va bene.A me preme
che nessunonon sia nessuno.
Dillo apertamenteanche se la mente
si ribellaa questa novella.
Dilloche brillo
d’iraper la lira
mal spartita,frutto delle dita
di Dioe non del proprio io.
188
Se indietreggio temporeggi,
non te la perdonoperché perdono
la vitadi uno della Ditta.
[2 maggio 1996]
189
IL LAVORO
Mi onoro di aver sempre lavorato,e sono soddisfatto.
Atto dopo atto sotto il ditodi Dio abbiamo costruito
un impero,prospero
e importante,con sante
iniziative,proclive
ad aiutarechi da solo non lo può fare.
Partito poverosenza rimprovero
per nessunoriassumo
di aver perso il papàancora all’età
di cinque anni.Nei panni
di uno dei cinque orfanelli,sotto i fardelli
della guerra,trovammo la maniera
di uscirne,senza le firme
di nessuno.Fummo
190
intraprendenti;
a denti
stretti
fummo costretti
a mangiare alla mensa del comune
e a tirar assieme la fune.
Quando diventammo più grandicelli
aprimmo i cancelli,
assieme alla mamma
che ne dirigeva la trama,
ad una attività
di estrema vitalità.
Il commercio,
lo smercio
di filo, bottoni,
berretti e cotoni
nel ricettario.
Non c’era orario
ma c’era una vera volontà
di uscire dalla fatalità.
Ora il mestiere di è fatto grosso
e posso
dire che le lire non mancano.
Nel baccano
di questo mondo,
senza fare il vagabondo,
ho conservato la morale
e ho alleviato tanto male.»
[giugno 1998]
191
OH IMPRENDITORE
«Mi diletta
la tua fretta
di riscuotere amore
da ogni lavoratore,
riscrivi
quel che vivi
e quel che pensi
per i compensi.
Oh imprenditori,
siate dottori,
basate la vostra ricchezza
su quanto l’operaio vi apprezza,
se gli date sicurezza
sarà la vostra fierezza,
se gli causate tristezza
tremerà la vostra fortezza
e se non trovate tenerezza
sarà una nefandezza.
Questo è onesto pensare
quando si deve lavorare
per un Paradiso
condiviso
con tutti,
in mezzo ai flutti
di questo mondo,
che dovrebbe essere rotondo,
e invece è a sbalzi,
perché ci sono gli scalzi
192
e i vellutatiche si dicono fortunati.
Invece è pericoloso,perché se uno non è generoso,
corre il rischiodi perdere lo spicchio
di Paradisoarriso
ai poverio ai veri
amatoridei dolori,
perché non si va in carrozzae il diavolo strozza
chi nella corsa,si lascia vincere dalla morsa
del denaroe non trova riparo
né qua né là.La verità per chi non fa carità
è che viene sommersoed è perso
né troppo, né troppo poco,qui sta il giuoco
della salvezzae della tenerezza
di Dio,per tutti c’è spazio.»
[13 maggio 1999]
193
«Sia che sia terrenao eterna
tutto si imperniain una quaterna,
ossial’economia
della Provvidenza,la cui conoscenza
è immensae non può fare senza,
essa da pacee non è fugace,
essa si professa divinae cammina
al passocon il mazzo
della necessitàed è bontà.
Chi possiedela fede
è una veritàritta
sull’esperienza,non faccio conferenza.
L’ho constatatoquesto stato
di cosecosì generose.
194
La nostra dittaè rifiorita
in sessant’anniai piani
internazionali,non sono cose banali;
le grazie piovvero a millee fecero faville.
Dilla in parole poverefu un piovere
di iniziative,tutte attive.
E con questosi fa presto
a dire di capire la fedeche richiede
preghierae una maniera
di fratellanzaper una speranza
che supera tempie gli esempi,
in armoniacon chicchessia.
la veritàentra in conflittualità
tra bontàe avidità.»
[26 novembre 2000]
195
«Papà, dona ai tuoi figliuoliche non si sentano soli
ad affrontare la vita:ma che sia una cosa unita.
Papà, tu che sai cosa è la Provvidenzascuoti la coscienza
di chi ne è senza.Tu che sei a conoscenza
della provenienzadi questa potenza.
Qualcuno se ne burla, urla vittoria,e si mette sullo scagno della gloria;
e c’è chi piange,si sente nella falange
degli esclusidopo tanti abusi.
L’amoreno ha più il sapore
del tempo passato.Si è pensato
a se stessicon o senza permessi.
Gesù, getta le basiche siano persuasi
che è tutto Tuoe nessuno può
vantarseneper cose oscene.
196
Mamma, chiama a raccolta
ancora una volta
la famiglia Campagnolo:
che sia uno stuolo
di cristiani
dalla mani
solerti
e dai cuori aperti.
Oh nipoti!
Siate dotti
che il mondo noti
che non ci siano dei vuoti
non coperti
dai più esperti.
Parla Tu, che sai
i disegni che hai
in questa famiglia;
piglia
la parola
anche se una sola.»
«Ed è questa:
se resta
unita
avrà vita,
se ci rimarrà concorrenza
rimarrò senza
denaro
e riparo.»
[19 aprile 2002]
197
AI LAVORATORI
«Oh voi che lavorate
a volte non vi amareggiate
se vi fanno un’osservazione,
giratela a Dio con buona intenzione.
Lui state certi che vi comprenderà
e di certo vi benedirà,
e con cuore puro dite
tutti assieme il lavoro offrite,
e nel crepitio sonoro
dite: “Oh Dio ti adoro”,
e il sacrificio indoro
del Tuo alloro
che è più dell’oro
e dite: ”Noi amiamo anche costoro”,
a chi ci procura
una vita oscura,
perché quando così direte
l’amore di Dio meriterete
e il lavoro non sarà più pesante
e le occasioni di offrire a Dio qualcosa sono tante
e il lavoro non sarà una cosa che duole
ma la vita sarà bella come il sole,
chiara come la luna
e tutto vi porterà fortuna,
gaia
e non più pietraia,
fatta d’amore
e di tanto candore.»
[2 luglio 2002]
198
PER GLI SPOSI
La Ditta Campagnoloaugura che come dell’usignolo
l’armoniasia la vostra compagnia.
Che come la note di una canzonesia la vostra unione,
e che il ciel vi benedicanella gioia e nella fatica.
E che il Signore vi faccia conoscere le Sue vieper cantar le Sue melodie
e che nel vostro visorisplenda sempre il sorriso
e vi sia sereno il domanie la gioia a piene mani.
[in onore di uno sposalizio]
CAPITOLO 3
Temi socialie fatti storici
201
A PAPA PAOLO VI
Al nostro papa Paolo,smascheratore del diavolo,
nostro dono di Dio,di animo pio,
di straordinaria mansuetudineforgiato al sacrificio dell’incudine.
Nostro fiore,vicario del Signore,
nostra deliziache Dio ci diede come primizia,
porto sicuro di speranza,portatore di fragranza,
porto sicurodi ogni animo puro,
nostra sicurezzaanche se qualcuno lo disprezza,
a lui un grazie perennealla sua vita solenne,
un augurio sincerodi esserne fiero
di rappresentare il Signore,in questa vita di dolore e di amore.
[1 gennaio 1972]
202
L’ABORTO
Lo scottante problema della maternitàcon tutta la sua gravitàe responsabilità
ci invita a meditaresu ciò che si deve fareper bene operare,
per non sentirsi un peso sulla coscienza,di ogni anticoncezionale bisogna far senza,perché c’è del veleno nella presenza.
La vita è un dono del Creatore,che lo passò all’uomo perché ne fosse cooperatoredi tanto vigore.
Essa è il prolungamentodel buon sentimentoe chi nulla rifiuta sarà contento,
a patto che, oltre, alla vita esserne autore,sappia formare ai figli un puro cuoreche sappiano lodare Lui, il Signore;
i figli sono di pesoa chi l’aiuto di Dio non ha atteso,perché il sacrificio sia ben speso.
Uno sciame attorno a Dio si è formato,il Suo amore va contraccambiato,così voi aiutatelo ad essere lodato.
Perché il papà, la mamma e Dio devono fare un solocerchio,
dove l’amore non è mai soverchio,del paradiso fare un solo coperchio,
non copritevi d’infamia,perché se si risparmiala vostra e la mia
20�
famiglia ci pensala Provvidenzaa procurare a tutti la mensa.
Oh mammed’amore, prime fiamme,il dolore non consideratelo delle condanne.
Esso vi fa apprezzarequello che avete saputo creare,perché il vostro amore possa continuare
con il merito dei vostri dolori,formate puri cuoriche di buone azioni siano autori.
Il vostro sacrificio non sarà sprecato,ma sarà tutto contatose Iddio è lodato.
[12 gennaio 1972]
20�
IL SACRIFICIO PARTIGIANO
Il sacrificio partigianonon fu vano
assieme a quello americano,si è potuto fare un libero piano,
dove però molti hanno dimenticatoil monito del passato
e hanno sotterratoil sacrificio del fucilato.
Se pensassero al dolore delle madrisi sentirebbero ladri
a tradire i padri,sfuggendo ai loro quadri
è l’unica via sicuraper salvare l’Italia dall’avventura;
e non si può dire: “Così sia”,ma stare attenti ai totalitari che di guerra hanno la mania,
li si può conosceredalle loro opere,
sono vipere,marce come pere,
portano a tutti odio,non ascoltano Dio,
e ve lo dico ioche cercano di far tacere il pensiero, vostro e mio.
[1 dicembre 1972]
20�
SENTITEVI CONSERVATORI
Sentitevi conservatoridelle cose che hanno costato sudoriagli operai ed imprenditori.
Evolvete il denaro risparmiatoall’invalido e al disoccupato,che la fortuna l’ha dimenticato
per causa della malattia,che ha rovinato la sua economia,o perché la sua capacità non gli ha permesso di
cambiare via.
È l’unico modoper sciogliere il nodoe levarlo dall’incomodo,
per non sentirsi, della società, un pesoe non ne sarà offeso,se non con la mano, anche l’amore di Dio ne sarà esteso.
Oppure impiegateli in cose fruttuose,che ne facciano di voi persone operose,così sollevate situazioni pietose.
Sarà un modo di fareche vi farà apprezzare,e così farvi amare.
Perché il Regno di Dio è fatto di queste cose,non occorre che siano costosema leali e pietose.
[20 dicembre 1972]
20�
LA MORALE CRISTIANA
Essa si eleva,quando su Dio fa leva.
Essa si chiarisce,man mano che il male sparisce.
Essa si distingue,quando l’odio si estingue.
Essa raggiunge la perfezione,quanto meglio si compie una buona azione.
Non c’è una misura umanaessa sarebbe una cosa vana,
la meta è solo il Creatoreche ne è l’artefice e il curatore,
tutte le altre morali con questa non cordialisono impastate dai cattivi ricordi sociali
le cui conseguenzecausarono queste divergenze.
La morale,che è la materia del bene e del male,
non è una imposizione,ma è la guida per la giusta direzione.
perché l’esigenza interiore,continuamente, cerca il Signore;
da dove è venutae nonostante si sia perduta
continua a speraredi incontrare
Dio, e più è unitapiù gioiosa diventa la vita.
20�
Perché da Lui si può avere tuttoquello che con il peccato si era perduto,
ad obbedire a Dio non si perde la libertà,perché Lui è un amico tutta bontà.
Perché l’amore eleva il pensiero,mentre l’ingratitudine non fa nessuno fiero.
La pluralità di vedute,a volte buone a volte perdute,
la potete misurarequanto più sapete amare.
Quanto più uno ha peccato,tanto più si sente autorizzato
nelle proprie azioni,causa di grandi confusioni.
Questo il giusto castigoper chi la vita la pensa un intrigo.
La morale correntedi verità dice poco o niente,
e chi non si vuol distaccarefinisce per peccare,
perché si vergognanoe una vita pura non sognano,
perché il premio se lo aspettano dalla gentee non da Dio, comportandosi umilmente.
Tanti si chiedono quale sia la strada giusta,chi vive bene la trova e la gusta.
[13 aprile 1973]
20�
A PAPA GIOVANNI
Era un tempo feliceper la gente semplice…
quello di papa Giovanni.Erano anni
che la sua generositàinfuse su tutti bontà.
Si era commosso anche Iddioa quel cuore pio.
Si era addolcito anche il Cremlinoper merito di quel vecchio bambino,
sempre sorridenteper far le persone contente.
Scosse anche lo Spirito Santocon il suo vivere santo
che gli diede la confermaavrebbe avuto una mano ferma.
Per chiarire,a chi lo vuol seguire,
non la diede alla sua persona,non perché non sia stata buona,
ma per far capire a chi è coltodi quanto la grandezza può trasformarlo in stolto.
Iddio ha sempre fatto cosìparlò solo a chi si rimpicciolì.
[22 novembre 1973]
2��
AI GIUDICI
Oh giudici, grande è la vostra responsabilitàin questa società,
siate di principi semplici nell’agireche sono di mai infierire,
dovete la società custodire.Fatele capire
che le siete di sostegnose loro ci mettono impegno.
Se vi si presentan casi di politica,anche se vi costerà fatica,
devono capireche niente si può costruire
con imposizione,perché ogni buona intenzione
invece di portar beneporterà delle pene.
Devono capireche nessuno gli vuol impedire
di formarsi tra loro un’economia,sulla base della loro ideologia,
ma che devono rispettarechi ha saputo, lavorando, anche risparmiare.
E che non è roba di suo dirittocambiare quello che la maggioranza ha decretato
come diritto.
E che no possono impedire,per le loro mire,
di non lasciare lavorareperché sarebbe restaurare
21�
una dittatura, sarebbe imporrecosa non giusta, perciò usurpatore.
Perché i padronisono operai belli e buoni,
che oltre al lavoroci hanno messo anche il loro tesoro,
il loro ingegnoe il loro impegno.
Che hanno risparmiatoe studiato,
e se ce ne sono che sprecanoci sono anche operai che si ubriacano.
E se hanno fatto un capitale,vuol dire che avevano anche una morale,
perché altrimenti avrebbero mangiato tuttoe non sarebbe rimasto nessun frutto.
[1973]
21�
IL VESTITO
S’è vistoun mistodi tristo
affarista,di poca vistaper la conquista
di una morale,segue la normaledecadenza industriale…
Pensa solo che valgaciò che fa saldala falda
acquifera,basta essere nella sferadi essere all’era…
quella del progresso,fine a se stesso,dove vien messo
il buon costumesotto a un volumeai commercianti comune.
Per una partita della rivalità,per dimostrare la propria superioritàmettendo a tacere la moralità.
Bisogna sapereanche perdere,di vendere
purché non si diffondauna moda immondainvereconda,
quando cade questa virtùtutti i rapporti umani diventano tabùe non ci si capisce più.
21�
Questa leggerezzaoscura la chiarezzadella purezza!
È già pesantevoler essere elegante,in questa corsa dilagante,
se poi si fadella nudità,o della ironicità,
tutto cadee accededi trovarsi distante anche sulle strade
dei rapporti sociali,perché gli idealipersonali
sono lontanidai pianidi unirsi le mani
con chi tutto non può averee deve tacere…e chi le fa vedere.
Tanti vestitie tanti pensieri ottimisti,perché gli acquisti,
per loro, non sono una difficoltà,ma che lui non ha facoltàdi far vedere la propria personalità.
Da queste valutazioninascono le opinionidi sentirsi veri uomini,
basati più che su vestiti e stivalisugli idealispirituali,
21�
tutti all’oppostodi farsi vedere al primo posto.Un costo
troppo strano e vago,per uno spagodi un mago
che veste manichini,per ricevere e far ricevere inchinida cuori meschini.
Sì, perché la vera personalitànon si ferma qua…ma va là
dove la genteguarda al conveniente,e si ama seriamente.
E per farlobisogna escludere il tarlodi cui sopra parlo,
perché per fare un bel donobisogna sì essere buono,ma anche possedere questo tono.
[9 gennaio 1975]
21�
IL CONCORDATO
Abbia lo statola preoccupazione di rimanere tanto,
in armonia con fedee legge.
Dia lo stato: scuole e asilie la Chiesa: infermieri, suore, preti e consigli.
Dia lo stato: case e lavoroe la Chiesa ci metterà: onestà e decoro.
Dia lo stato libertà religiosae la Chiesa ne sarà orgogliosa.
La Chiesa non vuole imporrema porre
nelle personeil buon nome
di gente,onestamente
intraprendente,che non ha niente
da conservaredi quanto di materiale possa sembrare.
Rinunci la Chiesa Cattolicaalla ricchezza che è un bevanda alcolica,
rinunci ai privilegicome vecchi aggeggi,
si metta allo scopertosotto un cielo aperto,
deve divenir poveracome è paupera
2��
l’anima della gente,che discute su niente,
perché nulla le è rimasto,perché tutto è guasto.
Un concordatonon amato
va cambiato,deve essere portato
a far capire ad ogni cittadinoche anche se è lontano dal Divino,
c’è un sacerdoteche ha una dote
con un idealediverso da quello statale,
sul quale se lo statonon si è misurato
si troverà senza fondamento,se pensa di annullare il giuramento
per togliere alla Chiesatutta una esperienza, tutta spesa
per dare una morale,che è tale
solo se uno è cristiano.Uno che si crede più sano
non è la realtàe sotto c’è della disonestà,
perché di fronte all’amoredel Signore
non si può rimanere indifferenti,se non si vuol essere parenti
2��
del Diavolo,con tutto il pericolo
che ne segue,perché langue
una libertà illusoriache è notoria,
perché l’uomo rubao non tuba
disonestamente,e vive umilmente
aspettando la luce di Dio,e non da uno stato che di crede dio.
[4 marzo 1975]
2��
L’INCOMPRENSIONE TRA PADRE E FIGLI
Viene naturalela differenza di ideale
tra una generazioneche ha conosciuto la privazione
e una gioventùche si crede più
all’altezza,perché dispone di ricchezza,
una ricchezzache dà una sicurezza,
un po’ troppo eleganteper dirsi trionfante.
A lungo andarequando non si sa risparmiare,
un po’ fatta propriada questi di poca memoria,
lo vedremo presto cosa restadi questa festa.
Le civiltà sulla mollezza dei costumisono andate tutte in frantumi,
misurare il presentesenza la componente:
“Da dove è venuta tutta questa ricchezza”,è svogliatezza
o ignoranza,che scaturisce dall’eleganza.
Non certo senza callisi fabbricano fabbriche e viali,
2��
non certo con la “spreconeria”ha fondamento una economia,
non certo ballandosi va meditando,
perché presoda chi gli ha reso,
non solo la preghiera,ma anche una miniera
di mezziricucendo i pezzi
di altre generazionidalle cattive inclinazioni.
[30 marzo 1975]
2��
IL COMIZIO
Siamo all’iniziodi un tremo propizioper debellare il vizio,
quello che causa tutti i malisacrali,spirituali,morali
ed è la prostituzioneche oggi è in piena azione,che porta la nazionealla disperazione.
In un giovaneo in una giovane,quando le idee si fanno profane,sanno solo parlar di sottane,
non a tortosi dicon atei per fare l’aborto,con la scusa che il futuro mortonon può arrivare in porto.
Chiamare questa libertàè volgarità,perché ogni vita deve avere la dignitàdata dalla società,
poi, chiamarla conquistavuol dire che si è nella listadella gente disfattista,dall’oscura vista.
Perché se pesanon fu da lui dipesaed è un’offesaspegnere una luce accesa,
allora anche i vecchi pesanoma per ora non ci pensanoun problema insano,ma pian piano
2��
quando il maligno entra finoa uccidere un bambino,non sarà diverso il destinoper qualch’uno creduto cretino.
E non pensanoche il dannoè tutto loro, perché dannoal mondo l’affanno
che solo Dio può perdonaree risollevare,quello che fa tremarequesto agitato mare.
[13 giugno 1975]
22�
UN DISOCCUPATO
Un disoccupato,preoccupatodel suo stato,va osservato.
Chi non lo pensa,non ha la dispensadi sedersi a mensa,senza
che pesi sul suo tettoun verdettomaledettoal suo fare abietto:
scaricare la colpasu chi non ha trovato polpasulla sua idea non folta,vuol dire aver sepolta
la veritàcon la caritàdi cui deve rispondere la sua responsabilitànei riguardi della società.
Cantare vittoriaperché si è raggiunta la gloriae fare baldoria,equivale a una moria
finché ci sarà un disoccupatopreoccupatodel suo stato,non sarà perdonato
chi fa festa,senza pensare alla mestavita di una mente non desta,incapace di aver qualcosa nella cesta.
[8 luglio 1975]
22�
I PALESTINESI
I palestinesi,quanti malintesi,
quanta possibilitàe invece quanta conflittualità!
Se la terra, che c’è, fosse di tutti,sarebbero risolti molti
dei problemi,anche quelli estremi.
Con il denaro sparso,in questo problema arso,
avrebbe fatto spariretutte queste ire,
ma l’odio è ciecoe per questo c’è lo spreco,
per questo c’è la morte,perché si vuol chiudere le porte
a dei fratelli venuti dall’altra partee manca l’arte
del saper collaboraree la gioia del saper donare.
[17 luglio 1975]
22�
LA MENTALITÀ’ POPOLARE E’DI CHI VUOL GUIDARE
Tutti ugualisono i pali
di sostegnodi questo regno.
La felicità,ecco la finalità
che coloriscele bisce.
La libertàsenza limiti e priorità,
una cosa attuale,un ideale
ottimo,senza cottimo
ma giàdi proprietà
della plebeecco la nuova fede.
E c’è chi ci crede,ed è già sul piede
di guerra,invece che felicità sarà una bufera
e tutto perchéimperante c’è
l’idea di essere ugualinelle doti personali.
Invece l’uomo non è completo,ne perfetto,
22�
ha molti limitiche si scontrano con i miti
di un’idea elaborataa seconda che si stata corroborata
con la Grazia di Dio.C’è un continuo ronzio
che passa per la mentee chiede dolcemente:
“Non ti aizzarea voler giudicare
chi ti rende triste,sono piste
un po’ pericolosee portano a dolorose
conclusioni,perché le deformazioni
personalisi scontrano con i rivali
su questoonesto
pensiero”.Si può costruire per intero
l’uomo con tutto il contorno,che lo rende adorno
di tante virtùche vanno più su
dell’idea di essere uguali,nei diritti sociali
ma un anellodell’immenso cielo
2��
che ci vuole fratellisenza i fardelli
di una vita di dirittiche sfornano partiti,
ma nel sogno della caritàl’uomo trova la sua bontà
che lo elevasopra quel che sapeva
quando voleva essere compagnoma il cuore rimaneva stagno!
“Ultimi nel mondoprimi per un cuore mondo”
ecco lo sloganche legan
popoli di tuttii venuti
da Dioper riempire di gioia ogni spazio.
[2 luglio 1976]
2��
I DISORDINI DI MILANO
Il pensiero dei saggie i disagi
di un cittadino…trattato da burattino.
In nome della libertàsi chiede l’autorità
a uccidere i figlie gli stessi puntigli
si adattanonei problemi che scottano.
Sopprimere,ecco il modo che hanno di esprimere
la democrazia laicae hanno la pretesa di dichiarare arcaica
la morale cristiana,che si richiama
al diritto alla vitae invita
tutti a concorrereper soccorrere:
l’emarginato,l’arginato,
il depresso,lo sconfesso,
il peccatore,il truffatore,
l’oppositore,il contestatore.
2��
Chiede solo comprensionenon oppressione.
La democraziatollera anche l’ipocrisia
di certa gente,assente
dai problemi socialiche vive tra guanciali
e un male sempre minoredel fetore
di questi dottrinatisquattrinati,
di un pensiero amoroso,che non sa darsi riposo,
le lotte socialialtri ideali,
tanto dibattutie sempre più creduti,
ma tenuti nascostinei posti
che son arrivatiquesti affamati;
parolierialtri mestieri
non fannoo non sanno
tante belle moineo tante rovine,
il diavolo è fatto cosìdice sempre sì
2��
quando l’uomo nega Dio,ma se rifiuta è un calpestio
un bel sorrisointriso
di odio,sempre un nuovo esordio.
L’uomo si allettae per una tavoletta
di cioccolatafa la serenata
a questi criminali,che portano la società nei crinali
dell’inferno…con l’illusione di aver fatto terno.
[9 dicembre 1976]
2��
MORTE DI UN DITTATORE
Ho visto la fine di Mussolinisu uno di quei filmini
o documentariin onda nei momenti cari
alla popolazionein occasione
della liberazionedella nostra nazione.
Sembra stranoma mi sono sentito cristiano,
ossia senza odio,dalla parte di Dio,
quando un uomo è disarmato,debole e invecchiato,
anche se ha fattoil disgraziato
o il criminale.Si sta male
a veder la gente,che dalla prepotente
sottomissione,si erga a plotone
di esecuzione.Ogni rivoluzione
se non si basa sulla comprensione,senza infiammazione,
volendo metter drittoil diritto
23�
con esecuzioni sommarie,sono storie
che ritorneranno da capo.Chi ha il capo
attaccato al collodai primi del secolo
sache la società
inneggiò a Mussoliniche prometteva confini
più larghiribellandosi agli embarghi
usandotutte le armi, sparando
non solo con le pistolema con le parole.
Promettevache si poteva
vincere il comunismoma il fatalismo
di ogni dottrinaè destinato alla rovina,
quando si basa sull’odiosia o non sia in nome di Dio.
Quante sfilate,bene affilate
e molto affollate,si sono protratte
davanti agli occhidi pochi
23�
gerarchi,che alla vista di tanti archi
e inneggiamentisi credevano potenti.
Che grande illusionequella rivoluzione,
che desolazionene rimase di quella ambizione.
Ora si son rifatte le bandiere,non son più nere
ma si è rifatta l’ambizione,e vorrei dire più grande la confusione.
La storia girae la gente sospira,
finché la superioritànon si trasformerà in bontà.
[25 aprile 1977]
23�
IL DRAMMA DELLE PRIGIONI
Il dramma delle prigionie le ragioni
che non comprendonocoloro che spendono
la vitaa farla colorita
di tanti gialli,tra tanti cristalli
ingarbugliati,tra amori mancati.
Tanti spettatorinon comprendono i dolori
che prendono formaquando si scopre chi ha lasciato l’orma,
ma cosa che raggelachi conosce tutta la tela
del dramma umano,con senso cristiano.
Vadano in prigionea vedere queste persone,
con tutti i loro problemi,per non essere più sereni
davanti al televisorequando i supervisore
mettele manette
a qualche criminale,ritenuto tale.
23�
L’uomo non è nato delinquente,anche se deliberatamente
commettecose maledette,
quando si sente soloe quando l’ira è scritta su un protocollo.
Allora leggetutto ciò che non regge
a una coscienzadi una giusta sentenza.
Quanti cuorimigliori
si trovano nelle carcerivolute da certi arceri,
fatti per comprimerepiù che di lasciar esprimere
un ravvedimento,che è più di un monumento.
Quanti cappellanisanno che questi non sono villani,
ma gente con una infinità di problemitutti estremi.
Il tribunalefa male,
misurare in annii danni
arrecatidagli spregiudicati
è una misura umana,ma più cristiana
23�
sarebbe la sentenzasulla potenza
di ravvedimentosul cedimento.
Allora come fare,non far mancare
un atto di fiduciaa chi ammuffisce o brucia
la vita tra le sbarre,pare
più opportunofarlo sentire qualcuno;
non vuoleparole,
ma una compagniaper rompere la monotonia
dei giornidisadorni,
troppo lunghida fare i funghi,
spesi per niente,se non gli si dà niente.
[15 maggio 1977]
2��
GLI ANZIANI
I miei vecchietti:questi perfetti
costruttori di sentimenti,mi tracciano i lineamenti
di un mondo migliore,sin quando non si corre
con la testapiù di quanto non si calpesta.
Si elaborano datidimenticati
a vent’anni,in vani
discorsi,per porsi
in evidenzaper convenienza.
Sembra un gioco di parole,ma a volte la prole
non li comprendee non apprende
quei dati,nati
da una lunga meditazione,che non è altro che una giusta collocazione
di ogni persona che si curaa farsi matura.
L’esuberanza fisicarosica
2��
il pensiero sull’aldilà,se non porta generosità.
Sì, se negli anni in cui si può donare,ti perdi a ragionare
solo su economia,l’armonia
dell’eternitànon troverà maturità.
I passi pesano,quando gli anni pesano,
e c’è facilitàdi non trovare felicità,
sì, ci si può trovare soli due volte,perché molte
personedimenticano il tuo nome
e la tua presenza,e c’è la coscienza
della propria infermitàfornita,
da tutto un corredo,freddo
di prospettive,di iniziative,
e i pensiero si sbilanciae si lancia
con affanno,e pensare al danno
subito,allibito
2��
e costernato,si trova dal lato
di un pensiero tante volte represso,ma che ora si è fatto appresso,
anzi tutt’uno.Un autunno
gelido,un grido
scuote le ossa,che non si possa
far qualcosa,pensa senza posa
ma è coscienteche non c’è niente
da fare,non può bastare
un anno in più,poi ci si ritroverà a tu per tu
con la stessa realtà,convien cercare la solidarietà
con Gesù,e non peserà più.
[3 dicembre 1977]
2��
LA LIBERTA’
La liberazionee l’invenzione
della libertàsenza responsabilità
è una trovataun po’ matta,
ma attuale,così con rituale
demagogiasi nasconde la bolgia
in attosu tutto il mercato,
volere gloriae baldoria
nello stesso istante;anche il più ignorante
se non è un criminalesa che non c’è sale.
Eppure quanti contornitristi rivelano questi giorni
si vuole tranquillitàma si tocca l’assurdo della cosa illecita,
si esige concordiasenza chiedere misericordia,
anzi si pensa a cose più grosse,si fanno le mosse
per destituirel’avvenire.
2��
Quante cosepericolose
sono sull’orizzonte,una fonte
immensadi una Mensa
che chiama a raccoltaper una svolta,
che salvi l’uomoe il Duomo
di questa civiltà,per evitare la viltà
di non dare rettaa questa cosa benedetta.
Scrivo tutti i giorni,senza pormi
in evidenzaper questa Provvidenza,
sono anch’ioservo povero del mio Dio,
cerco spazio tra la genteche guarda e non sente
tutta la preoccupazioneper la redenzione,
a volte son sereno,a volte tremo…
così passa il tempoe penso quale sia il momento
in cui arriverà la luce.Ora ci sono troppe cartucce:
240
quelle militarie quelle di miseri dignitari.
La forza morale è diminuita,si è affievolita
tra comoditàe libertà
di far tuttoil voluto.
Gran parola la libertà,ma la vita è erta
e se non si praticala fatica
diventiamo vecchi,secchi,
solo buoni a fingerecol dipingere
le buone azionidi quando eravamo garzoni
o partigiani,nei verdi anni.
Ma ora abbiamo l’automobilee la fatica non è più nobile.
[25 aprile 1978]
241
IL TERRORISMO
Il terrorismo: il sommo risultatodi uno stato
di libertà.La verità
viene a gallae porge una spalla
al dominiodel demonio,
non è questaun’onesta
manieradi alzar la bandiera
della giustizia.Quando si vizia
la gioventùsi ha questa servitù,
non sono le idee le fondamenta,è l’onestà che manca, che spaventa:
una è frutto dell’altra ma anche predicarlae non ascoltarla
o soverchiarla,è una ciarla.
Son state dette tante cose,a volte dolorose
conclusionifomentano passioni
adirantida briganti.
242
Non è cristiano,stiamo
in un mondo che bruciae ogni buccia
gettata nel bracierepotrebbe esplodere,
si porta il peso fino in fondo,anche se profondo
è il vorticedi questo erpice.
Gesù ci sei fratello e maestro,sei il braccio destro
di questa matassa,una massa
ondeggiantepoco vigilante
sul suo destino,un mastino
è in agguato,lodato
da tanti mammalucchifanno buchi,
sulla barca,c’è l’arca
di Dio.Io aspettoe metto
tutto me stesso,perché lo scopo sia spesso.
[25 settembre 1979]
243
LE VOCAZIONI
La vocazionee la dimensione
umanasi chiama
volontà di Dio,con ciò
voglio direche ogni fare o dire
deve seguirele mire
del Creatore,l’unico indicatore
del bene sommoper l’uomo.
Tanti progetticontengono difetti,
perché non misuratio ideati
in modo conformecon le norme
dell’universale,sommo ideale,
quello del bene comune.L’umanità deve essere una fune,
dove la gente, in cordata,fa la scalata
alla vettadella vita perfetta.
244
C’è chi suda più o meno,ma l’arcobaleno
apparese si sa superare
tutti assiemecreste e catene,
per ammirar orizzonti,da alti monti.
Solo allora apparequanto vale l’altare
che si è costruitonell’infinito
disegno di Dio, che ci da la soddisfazionedi capire il valore della nostra missione.
Solo una obbedienza cieca, che si chiama fede,ci fa posare il piede
su posto sicuro,un costo duro
ma puro,perché assicura il futuro.
Quantigiganti
nella storiahanno sbagliato vita,
hanno fatto di propria testa,gesta
apparseimportanti, ma erano solo farse,
lontaneda dare il Pane
245
di vita.La collettività
annegase non prega,
la collettivitàcerca novità
ed emotività,cerca anche creatività;
ma solo nell’obbedienzala scienza
esprime tutta se stessa,anche se spessa
è la strada che dipanala fiumana,
in cui le righesono spighe
di frumento,per fare ognuno contento.
[2 agosto 1981]
246
ENCICLICA DIVES IN MISERICORDIA
La via dalla misericordiaè l’unica che ci sia
per risalire a Dio.Pio
e riverente va il mio pensieroal magistero
del Papa,nella sua mappa
Dives in Misericordia,un’armonia
di valori,tutti autori
per portare l’uomo a Dioper un sommo desiderio
che ci sia pace, gioiae gloria
di Dio e degli uomini,i cui confini
varcano il terrenoe sfociano nell’eterno,
dove tutto è perfettosia nell’affetto
che nel fisico.Ricco
il corpo della luce di Dio,niente di tutto ciò
che compone l’uomodi decompone se portato al trono
247
della purezza,che si trasforma in certezza
di una fedeche non lede
la libertàma la completa e la trasforma in bontà,
allora non si è solo signorima si diventa anche donatori.
Cioèaltri Re,
altriscaltri
inventori,altri salvatori.
Tutto questonel contesto
di una enciclica,ricca
di significati,dove sono indicati:
nomi,pronomi,
e aggettivi;giulivi
all’uomo e a Dio.Un andare e venire in un pio
esercizio,che da inizio
alla redenzione universale.Questo sale
248
che il Papa ci ha rivelatoè dato
per Bontà di Dio,per superare il logorio
della vita moderna,che sembra una torre e invece è una cisterna,
sempre buia.Voglia Maria
illuminarequesto mare
agitato,dove pare tutto fatto
e invecec’è tanta pece,
dove il materialesupera il morale,
ma dove il maledeve scontrarsi con l’universale
misericordiadi Gesù e Maria.
[26 giugno 1983]
249
La spiritualità dell’Anno Santo,vissuta non tanto
come perdonoma come dono
per un cammino nuovo.Così provo
a proporrea chi corre
di portar la loro gioiaper le vie della gloria
di una economia tutta diversadi quella della la gente, immersa
nel materiale,che l’ha concepita tutta feriale.
Bisogna fermarsi,bisogna domandarsi
dove Dio ci ha messie anche se siamo perplessi
sul grande disegno di Dioper salvare questo mondo, in pendio,
non ne dobbiamo dubitare.È venuto il momento di potare,
araree seminare,
liberare la vignadalla gramigna,
separare le capre dalle pecore,preparare gente pronta all’amore.
250
Perché così vuole Gesùsu
Lui dobbiamo contaree cantare
l’inno della vittoria,Maria
ci sarà d’aiuto,perché è venuto
il momentoche il comandamento
di Dio sarà rispettato.Ogni atto
buonosarà un dono,
buonoper ogni uomo,
anche per il più peccatore.Persone stanche e senza amore
cercano luce e speranza,una mano gliela dobbiamo dare noi, con la
nostra costanza.
Gesù farà il restoe questo buio pesto
svaniràe dirà
quanto è buono il Signore,che non porta rancore
per nessuno,e tutto questo fumo
dell’odio e dell’egoismonon vi porti al pessimismo;
251
bisogna aver fiducia in Dionon chiudendosi nel proprio io.
Una grande scienzaè il trattare con confidenza,
Lui non cerca di meglioe così sarà sveglio
il colloquio che vi impartisce;non preferisce
che facciate grandi cose,ma che sappiate le cose
che dovete fare.L’altare
di Dio è completo,se c’è il sacerdote e il chierichetto,
nessuno meno importante,ci sono santi e sante
che hanno rassettato solo la cucinaper sostenere chi cammina
a portare il Vangelo,per fare della terra un cielo.
[25 settembre 1983]
252
L’ABORTO
«Il mio cuore piange,s’infrange
contro gli scoglispogli.
Partiamo.Portiamo
assiemeil seme
della redenzione,sarà l’occasione
unicacontro la scomunica
dell’aborto.Il torto
fattoal creato
è tremendo…è orrendo.
[14 agosto 1994]
253
IL PIANTO DI GERUSALEMME
Con rammarico,ricco
di speranza,avanza
la vita,colorita
di dolore;non so cosa pensa il Signore.
Il pianto di Gerusalemme,questa “emme”
così lungachissà che giunga
la “m” di Maria.La mia
è una speranzama non un’esultanza.
La presenzadi tanta abbondanza,
e tanta ignoranzanella sostanza,
mi lasciauna fascia
stretta al cuoree, senza fare rumore,
prego,anche se annego
per la struttura,che è un’avventura
254
contro Dio.Io traccio…
faccio silenzio,non sentenzio
condanneora che mi trovo in panne.
Cambierò mestiere,andrò a dividere
i rifiutie, che Dio m’aiuti…
Io non decido,grido,
aiuto,perché il mondo non vada perduto.
C’è in giro quella bestia nerache rende gli uomini simili a una pantera.
[30 agosto 1995]
255
LA FIEREZZA UMANA
La fierezza umanaha la fama
di avere ricostruito l’Europae ora c’è troppa
frettadi prendere una fetta
o addirittura tutta,come fosse frutta.
Essa è proprietà di Dioma ora è diventata spazio
di contesa,l’ha presa
il diavoloperché il popolo
dormelasciando le orme
del peccato.Ora il povero è affaticato,
non trovala prova
dell’affettoed è gettato in un ghetto.
E questo poveretto,che ha perso scarpe, berretto e tetto,
è giudicatoda uno stato
sordo e ribellealle belle
256
promesse del Signore,che vuole portare l’amore
e la compassionetra le persone.
Cento sono i motiviper essere giulivi,
ma prima di tuttodare aiuto
ai poveri,doveri
inalienabiliper gli abili
di salutee di valute.
Se no, le bombefaranno un’ecatombe
di morti, per torti accumulati,per non aver difeso gli umiliati.
Si vende la libertàa qualsiasi età,
senza capiredove si va a finire,
in braccioallo spaccio
di drogae così si affoga
la vita,ateisticamente concepita.
[marzo 1998]
257
LA GUERRA
Una voceatroce
si alzadalla balza
della guerrae distrugge la terra.
Produce odio,e lo strazio
si allargae pare sparga
sordi,dai bordi
si fa rifornimentoed è un rifinire che fa spavento;
attento popolo offeso,che il peso
della colleranon faccia colera.
La terrarinserra
sangue e bombe,langue un’ecatombe.
Fermatevi,perdonatevi
primache la cima
dei valorisia messa fuori.
258
Venite incontroa tanto affronto,
chiedete la vita,su, invita:
“Qui in occidentenon manca niente!”
Ci sono braccia buonee non occorre carne da cannone,
ci facciamo su le manichee lasciamo che le nazioni nemiche
si rodano nella loro cattiveriae miseria.
Tutti uniti,infiniti
sono gli sbocchiche diventano ginocchi,
vi troverete un po’ quaun po’ là,
ma la veritàè che la carità
trionfa e fa primavera,non una terra
bruciata,e una manciata
di sopravvissutiirsuti
dall’odioe senza Dio.
[12 aprile 1999]
259
«Ho la netta sensazioneche la nazione
sia in pericolo,in un vicolo
cieco,lo spreco
è enormee le orme
sono pesantie tanti
sono ansanti.Davanti
a questi problemi,ci vogliono estremi
rimedi,se vedi
degli sprechie i vecchi
soffrire,devi partire
e farti carico.T’incarico
su ciò che verte il fabbisogno,agogno
una preghierada questa miniera
di sofferenza,la cui presenza
260
commuove Dio,che dà spazio
alla misericordia.La madia
pienae una vita serena
saranno il tuo conforto,anche se ti daranno torto.
Adornae sforna
attività,che è vita.
Lavorae adora
Dio per ciò che ti dà,per questa attività.
Ogni buona azionebenedice la nazione,
ogni invocazioneè una nozione
di causa,non darti pausa.
La carità supremaè di estrema
necessità,insita
nella vita,fa che sia custodita.»
[5 gennaio 2000]
261
GLI EXTRACOMUNITARI
«Gli extracomunitariti siano cari,
essi sono i punti avanzati,per essere collocati
nel Cristianesimo,in questo bellissimo
atto di caritàci sta tutta bontà
di Dioal servizio
dei bisognosi.La diagnosi
è una sola:consola
tutti,se li aiuti
i fruttisaranno tutti
a tuo meritoe per questo mondo smarrito.»
[10 ottobre 2000]
262
I GIOVANI
Getto in campolo stampo
di vitada te concepita;
ora tutto precipita,ma tu incita
i giovania esser giovani
non drogati,non invecchiati
nel fisicoo nell’intrico
della vitae farla finita.
La vita è un valoresolo se c’è amore
e un sostegnodegno
dei figli di Dio,e uno spazio
che non ti faccia diventare pazzoquando sei ancora ragazzo.
Dio chiede un piede fermosu un principio eterno:
la vitava concepita
nella purezza dei costumi,per non lasciare i figli implumi;
263
non siamo degli animali,ma abbiamo degli ideali
ed è onesto diredi obbedire
al Padre Nostroche non è un mostro
né un giudice severo,ma un Papà tenero;
e ci vuolenon nelle nuvole
e neanche nella discoteca,che spreca
nel rumorel’amore.
Bisogna domare gli istinti,vinti
questisi è onesti.
La felicitàsta nell’onestà.
Il vizioè un inizio
di degrado,che di grado
in grado,diventa un ladro,
ti avvinghiae ti invecchia
[6 gennaio 2001]
264
I COSTUMI
La lieta sortitadi questa partita,
che è la vita,invita
tuttia dare i propri frutti;
se gli aiutirimangono muti,
il dannoè un affanno
che vienee porta pene.
Le sirenesi fanno balene,
i buontemponidemoni,
i padroniscendono dai troni,
la gente gridache non c’è più chi li giuda,
la burocraziarimane senza economia
e i vecchirimangon stecchi.
Bisogna cambiare,bisogna amare
non divorziare,premiare
265
gli oziosie i viziosi
non va.Chi ha la buona volontà
va premiato,va dato fiato
alla virtù,non la si chiama tabù.
Il valoreè ancora l’amore,
e l’essenzaè ancora la presenza
della fedeche chiede
onestà;qui sta la felicità.
Questa disonestàgrava sulla società
e il marcio su se stesso non si regge,questa è la dura legge
che non proteggee non regge.
[7 gennaio 2001]
266
IL LAVORO
«Pregami, ma con amore;mi sta a cuore ogni lavoratore,
ed è per questoche mi presto
a mettere in lucetutte le bucce
che esistonoe non sono
a vantaggiodi chi è saggio.
E il saggioè un raggio
di luceper chi produce.
Tutto quase c’è carità
se poi ci sonodelle pecche in trono
di aviditànon c’è felicità,
ma povertàper chi ha
e per chi le subiscequeste bisce.
La vera ricchezzaapprezza
il debolee il valevole.
267
Questa componenteè nella mente
di Dioche ama il pio
e il dotato,e li mette nello stesso stato,
in un’unica famiglia;li piglia
a modelloche ognuno sia fratello.
Se poicomandano gli avvoltoi,
la miseriasi fa seria
e affaticala pratica
quotidianae la liana
si spezzae diventa una pezza.
E così arriva il fallimento,sgomento
sia per i farabuttisia per i giusti…
questo non va,perché intacca la libertà
d’offerta,anche se è una cosa erta.»
[febbraio 2001]
268
LE TASSE
La questioneche è un bastone
che ferisce,ma unisce
i ricchie i poveri
nella torta comune,è un fiume
di diceriesulle miserie
che ci sonodopo tanto dono.
Prega,ma
rimaninei panni
dei poveri,anche se ricevi rimproveri;
malati,incappati
nell’incapacitàsenza possibilità
di un ricavo,dove nel cavo
della manonon hanno
uno spicciolo;è ridicolo
269
che ci siaun rifiuto di cortesia.
Se poiavvoltoi,
specializzatia sottrarre i piatti,
fanno piazza pulita,la ditta
si ribellae la storia è bella
che finita,perché t’invita
a rubareper stare
in piedi;se cedi
tuttol’avuto,
tuttoè perduto
perché bisogna investire,vestire
di nuovo,perché l’uovo
va rinnovatose no sei rovinato;
il macchinario invecchiae non si specchia
con la tecnicae la dinamica
270
del progresso;se poi il denaro viene messo
nelle mani di chi adoperarlo non sa,o per pietà,
il fallimento è completosotto ogni aspetto.
[febbraio 2001]
271
IL SERVIZIO CIVILE
Il servizio civileè un abile
strumentoin questo momento
di povertà moralee sociale;
valecome ideale
di patriae di famiglia;
in un’economiadove la burocrazia
è allo sfaceloper il gelo
socialee morale
senza princìpie tanti prìncipi;
solo uno spiritoimpreziosito
di valoripuò tirarci fuori
da una societàsenza entità,
dove ad ognuno sembra di valere qualcosaper render più felice la sua giornata operosa.
Non si può pretenderedi rendere
272
tutti ugualiquesti ideali,
hanno fallitol’invito
di Marx,però il marcio
non sta qui, in questa eguaglianza,sta nell’intolleranza
di non ammettereun potere
Divinoe un destino
eternodove ogni pensiero fa perno;
vorrei dirvidi unirvi
in una societàsenza rivalità
perché ognuno ha qualcosa di buonodi cui può fare dono;
tanti donipossono farci buoni,
e vivere benesenza pene
senza veleni,ma sereni;
tutto quaper una società,
così varia,ma in avaria.
273
La sostanzanon sta nella baldanza,
ma nell’accettarele tare
che ognuno porta con sé,per poter diventare anche Re.
[febbraio 2001]
274
RERUM NOVARUM:FAMIGLIA E STATO
«Ed è questoche Mi presto
a chiarire:sul dire
tra stato e famiglia;se si piglia
singolarmentela mente
umanae cristiana
non basta,perché la pasta
è sociale,e deve avere un ideale
che valeper sentirsi protetti alle spalle,
perché occorreil dottore,
il muratore,il coltivatore,
il maestroe chi sa adoperare il minestro…
che sarebbe il ministrodestro o sinistro.
Questa è la societànella sua totalità.
Il rappresentantedelle cose sante
275
è il Papa,ma la pappa
è cosa di terraed è per una persona ragioniera.
L’uomoè il duomo
di Dio, fatto di materialitàe di spiritualità.
Fuso santo,ma ruppe l’incanto…
arrivò al pianto,e l’impianto
del socialesi trovò male:
in confusione,e in compassione,
a volte in espansione…la cui dimensione
proponecose buone
o cose cattive,perché l’uomo è proclive
al male,se rifiuta l’ideale
cristiano.Non bastiamo
a noi stessi.Gli interessi
materialinon sono uguali
276
a quelli spirituali,sono conflittuali.
Il bene propone,il male impone
con la forzae non resta che una sporca scorza.»
[20 marzo 2004]
277
RERUM NOVARUM:L’OPERA DELLA PERSONA UMANA
«Ed è questoche Mi presto
a dire:sull’agire
della persona umanase vuole essere cristiana;
non è la carità,ma la dignità
dell’uomoil principio sommo.
La personadella sofferenza dona
e non escludeche venga solo dall’uomo rude,
a volte vieneda ciò che scorre nelle proprie vene
di una vita naturale,che una materiale
non conosce l’idealedi sopportare anche il male.
Da qui nascela differenziazione delle fasce
del pensaree di giudicare.
Tutto ciò che è onestoè detto presto,
se fa lieto il fratello,rende bello
278
l’animoe io lo stimo.
Ciò che divide,contro Dio, stride
rende amarol’animo avaro,
e il suo capitaleporta male.
Sono i poverii veri
amici di Dio,perché portano il peso meritorio
per salvare tuttianche i bruti.
Nel giudizio universalesale
una domanda,granda
è la provache ogni giorno si rinnova,
e chiede: dov’è tuo fratello?Hai fatto quello
che era necessarioper il suo salario?
E non è solo una questione di soldima anche di modi!
L’amore sarà il dottore,di questa pratica il giudicatore…»
[21 marzo 2004]
279
RERUM NOVARUM:L’OPERA DELLO STATO
«L’organizzazionee la moltiplicazione
dei beninon hanno fatto giorni sereni;
che valeè la morale
e come taleè l’ideale
cristiano.Vano
sarebbe ogni sforzose non si fa ricorso
all’aiuto di Dioprincipio
e finedi ogni cosa sublime.
Parisono i missionari,
faritra tanti precari,
eroitra tanti avvoltoi.
Una vita consacrata,alleata
della povertà,per la dignità
della persona;dona
280
scienzae conoscenza
pagando di personaogni cosa buona.
Lo statoalleato
del poterenon può tenere
schiavigiovani e avi;
se non ha l’improntadi quel che conta
la fedeogni cosa si lede,
e diventa mortaleogni ideale.
La mente umanao è di Cristo o è di Satana.
Il bene fatto da Satanainganna
e impantanala brama
del tuttoe subito.
I desideri del demoniosono avere il dominio
delle mentiperciò niente sacramenti;
e in tantisi fanno avanti
281
come se il numerosia un vero
dirittoa loro ascritto,
ma il fattoè un artefatto.»
[21 marzo 2004]
282
RERUM NOVARUM:L’OPERA DELLE ASSOCIAZIONI
«Ed è questoche Mi presto
a dire:di unire
in societàtutta la comunità,
allora la bontàfarà fraternità
e il premiodi Dio
sarà immensoe la vita avrà senso.
Più è unitae più vita
c’è,perché
il beneviene
da Dioe Dio
ne godee la lode
a chi con buona volontàmostra la bontà
dell’intentoperché ognuno sia contento.
Ci fu il fascismo,ci fu il comunismo,
283
tutti e due convintidi essere attenti
nel fare il bene,ma entrambi finirono in pene.
Se si esclude Dioentra l’odio
e con esso la miseriarivoluzionaria.
Chi dice di credere in Dioe pratica l’egoismo porta odio.
L’uno e l’altro sono ugualie i mali
si moltiplicano,e il baccano
salee porta male.
Un malemicidiale
sia materialeche spirituale.
Se l’uomo fosse perfettoognuno avrebbe il suo tetto,
se regnasse l’affettoognuno sarebbe protetto
e anche se costrettoa letto
l’assistenzagli darebbe credenza.
Tutto sarebbe merito,e anche lo smarrito
284
troverebbe la viadi Gesù e Maria.
Con tutta la buona volontàla contabilità
non basta,perché ci vuole il dolore per fare un’anima casta.»
[22 marzo 2004]
285
UNA RELIGIONE SOLA
Una politicaricca
di umanitàla trovi solo nella cattolicità,
perché possiede la veritàdata della luce della Divinità.
Combattutaper la terra tutta;
da millenni il male la combatte,a schiere compatte,
perché nel malenon si può aver lo stesso ideale
della cattolica,apostolica
Romana,che emana
la sicurezzadella certezza
lasciata dal Creatore,dal pastore
della Chiesa.Ad altri pesa
questo connubio tesoe forte, perché preso
come umiliazionedi dover cambiare ogni nazione.
Ma la veritàmerita
286
questa obbedienza,in coscienza
bisogna chiederlo allo Spirito Santoper fare questo passo tanto.
Ne vale la pena,uscire dalla tortura piena
dell’inferno,non può rimanere tutto fermo.
Cercate la luce,quella che conduce
alla verità…troverete la novità.
Se manca il dialogodiventa un giogo
senza scuse,perché tutte le religioni devono esser fuse
in una sola,con la parola
e la preghierache si avvera…
Un solo Pastoree un solo gregge.
L’inganno lo hannogli altri, esasperati dal danno
di una convinzioneche sia Dio e non un demone
che trascinaalla rovina chi su quella strada cammina.
[22 aprile 2004]
287
NAPOLEONE
Napoleoneun altro buffone;
per grandezzaperse la purezza.
Conquistò imperidimenticò doveri.
Per le donnefece crollare le colonne
della Chiesa…che triste pretesa!
Finì tra i topisenza scopi…
che cosa è rimastodi questo guasto?
Tante parolee qualche mole
di pietra,e neanche una cetra
che cantii suoi vanti.
[---]
288
CAPITOLO 4
Preghiere
289
290
PREGHIERA ALLA MADONNA
Oh Maria,compagna della vita miavoglio che tu sia,
in ogni azione,per portarti in ogni nazione,per dare la soddisfazione
che io hoquando ti vòimplorando.
Oh Maria,ora che sono in tua compagnia
non dovrei mai direho sbagliato mire
se penso poco a tee perdo tanti perché,
ho tanti risultatida te amorevolmente ideati,
non più farò di testa miama tutto per te sarò o Maria.
[9 maggio 1975]
291
LA PREGHIERA DELLA SERA
È bello concludere il giornocon tutto un contorno
di attivitàe di pietà,
una giornata tutta spesain una luce accesa
dal Signore,accompagnatore,
e nella confusione generalecon lui si può evitare il male…
Ti ringrazioo Dio,
ti ringrazio mio Signore,per la pace che ho nel cuore,
così staccato dal mondomi sento mondo!
Perciò con una felicitàche non è di qua
ma Tua,perciò perpetua,
non faccio tantoma spero di non rompere l’incanto
di uno scenario del Tuo amore,che il peccatore
freme per un baglioreaiutato dal Tuo amore.
[7 luglio 1975]
292
UNO E TRINO
Tre uguali,ma un solo Dio.
Tre triangoli uguali,ma un solo cerchio…
dove tutto è uno.
[23 novembre 1975]
293
Un inno a Maria,nella vigilia
dell’Immacolata,innalzata
alle vertiginifin dalle origini.
Quanta pace dispensaa chi la pensa.
Quanta fiduciaa chi pronuncia
questo nome,tenendolo per timone.
Quanto percorsoper chi ne fa ricorso.
Quanta luceproduce
chi umilmentela tiene presente,
che mistero di bontàtrova chi fa la sua volontà.
La mamma dei semplici,compagna dei giorni felici,
il sostegno dei tempi difficili,la potenza che fa tacere i fucili,
dà uno scopo ad ogni sofferenzafacendole sentire la sua presenza.
Nelle confusioni socialiapre i suoi viali
294
della comune concordia,che irradia
dolcezzacon una tenerezza
da tramutare i peccatoriin dolci pastori.
Un’Osanna ci spiana la via,in sintonia
con i cuori beati,non più reati,
ma un amore immensoe un incenso
a proclamarela gioia d’amare.
Perché sparare,se si può sperare
in giorni migliori, senza i baglioridistruttori di tanti lavori.
La Madonna è sulla strada,va in contro a chi non la bada:
sono i suo figlicaduti negli artigli
del demonio,che li ha riempiti di odio,
sono ciechi,sono cuori secchi,
non vuol bruciarlima vuol baciarli.
[30 novembre 1976]
295
Gesù, parliamone del Natalee non dell’arsenale
in cui il mondo è immerso!Dille che c’è un altro verso:
non con mine,ma con rime
melodiose,tutt’altro che pericolose.
La gioia dell’amore,di un pittore
o di un poeta,che profeta
la Tua venutaall’insaputa
dell’orgogliodel mondo spoglio.
Parte da zeroe si farà perfetto il cielo intero,
partedopo esser stato messo in disparte,
parte e arrivafino all’evviva.
La bocca della veritàscritta con novità
in modo,per un approdo
del genere umano.Divento profano,
���
il mondo si battee si dibatte,
è avvinghiatonon trova fiato,
e in questo sforzomatura un rimorso
e con essoviene messo
a dura prova.Si rinnova
la menteperché sente
che il suo volerenon sopporta le galere,
torna indietro,medita lo spettro
di tante cadutenon propriamente volute,
ma subitee assorbite
un po’ alla volta,ma l’anima ne è rimasta sepolta.
Esplode una luce:è Gesù che la produce!
Ci ama davveroperché è un vero
amorenon Gli piace essere un controllore,
e tanto meno un giudice…lo è fin troppo il mondo, ma non è felice!
2��
�Bisogna ricostruire,non imbastire
storiedi porcherie.
E invecec’è
il Signore,di uno splendore
che illumineràanche l’anima più nera.
Questa è ricostruzionenon la marmorizzazione.
Questa è la vita,tutta colorita
di perdonoe di dono
di se stessi,con splendidi riflessi.
[21 dicembre 1976]
���
PREGHIERA A MARIA
La mamma dei miracoli,la mamma dei piccoli,
la mamma dei sereni,la mamma degli arcobaleni,
la mamma dell’umanitàe dell’unità,
sì, parlo della Madonna di Fatima,mia cima
che spaziae che sazia.
Vorrei scrivere parolepiù grandi delle parole.
Vorrei che fosse l’anima a scriveree vivere
di questa effusione,io, che ne ho avuta l’occasione
di gustare le gioie celesti,vorrei prendere i mesti
e spostarli,per piantarli
di fronte a Maria,anima pia.
Tutti i problemi socialisono ideali,
effimeri,quando si gustano questi piaceri.
La fame,per tanti infame,
���
o la morte,considerata una sorte
tragica,invece è una magica
occasioneper la fusione
di noi stessi con gli interessi,da Dio espressi.
Calma e fiducia,forma di rinuncia
non pubblica,ma biblica.
Serenitàsull’eternità,
e così la fedeprende il piede
della sicurezzae della bellezza
dei valori,degli albori
del Paradiso terrestre,l’unico che sa rivestire
la terradell’atmosfera
divinae non trarne rovina,
ma figli beati,elevati
a rango di figli di Dio,eredi del suo stesso spazio,
30�
in virtù del Redentoree dell’amore
della Madonna,una colonna
ancor salda,che riscalda
i cuoricoprendoli di fiori.
Bella Maria,bella l’armonia
che sa diffonderee infondere
nei cuoriquesti valori,
l’unico retaggioche ognuno si trova a suo agio.
[2 maggio 1978]
30�
LA PREGHIERA DELLA SERA
Grazie, oh Dio,del risveglio
di questa mattina,e del dono della Tua dottrina.
Grazie perché ho potuto godereil piacere
di sentirmi cristiano,io lo chiamo
il dono più grandee più entusiasmante.
Grazie per l’affettoche mi fa sentire più perfetto.
Grazie del paneche mi rimane.
Grazie per la salutee per le valute.
Grazie per il lavorodi cui mi onoro.
Grazie per i parentie i conoscenti.
Grazie che conservi le mentidei potenti,
ci doni giorni serenie non ci areni
in acque paludose,anche se una gran dose
di maleè nel nostro viale.
30�
Grazie di tante speranzee scusa delle lagnanze,
fa che porti paceanche se fugace
è la preghieradi questa sera.
Mi affidoal grido
del Tuo abbandono al Padree all’immenso amore di Tua Madre,
fa che io vi sia devotocon l’aiuto
di questa preghieradella sera.
Vado a riposarenon senza pensare
a chi non ha né lettoné casa, metto
tutto nelle Tue mani,spero domani
di esser di Te degnocon il mio sostegno
ai bisognosi,che gloriosi
sarannose Ti aiuteranno.
[31 agosto 1979]
30�
PREGHIERA DEI LAVORATORI
Dai pori il nostro sudoresi eleva con atto d’amore,
per Nostro Signore.Il dolore
ci accomunasotto la stessa luna,
ma vuol esser pienae serena,
anche se la cenaa volte è una pena.
Tutti assiemeraccogliamo il seme
che l’amoredel Signore
ci donae ci sprona
a cose sempre più belle,sino sopra le stelle.
Piace la pace,piace se tace
la coscienza.La convenienza
ci rende fratelli,dai sentimenti più belli,
che questo piantosi trasformi in un canto
di resurrezionee di unione.
[8 aprile 1980]
30�
VENERDI’ SANTO
Signore illuminaciperché possiamo capirci.
Signore facci capire il valoredell’amore,
e la grandezzadella purezza.
Signore fa che l’umanitàsia più unita
e la superioritàsi trasformi in bontà.
Signore fa che questo piantosi trasformi in un canto
di redenzionee di resurrezione.
[1 aprile 1981]
30�
UNA PREGHIERA
Signore,senza il Tuo amore
tutto muore,eppure il mio cuore
ne misura il valoree corre
con il pensieroa questo mistero
che a me pare neroe timidamente spero.
Maria,così sia
non la mia volontà,ma la tua bontà
m’aiuti,che sono a te risaputi
i miei bisognie che sogni
un cielo terso,immenso
nella veritàe nella carità.
Gesù, pietàper questa umanità
l’etàha passato la metà,
ma confido ancora…dona un’aurora,
3��
dona pace e speranza,dona luce e costanza.
[5 agosto 1982]
3��
Nell’intimo di questa sera,Ti rivolgo una preghiera.
Sarà,quel che vorrà
la Provvidenza,che usi clemenza.
Sono stancoormai imbianco,
ma questonon mi fa mesto.
Mando il pensieroal mistero
e all’arcano disegno divino.Cammino
titubante,come viandante,
confuso,faccio uso
della preghierae si spera
che facciala faccia
illuminata.Balenata
l’ideadi una rea
responsabilità,cerco stabilità.
3��
Lascio a Dioil mio servizio;
ed è questo.Presto
sarà lo stesso,con il permesso,
di adempiereil compiere
la grazie dal Signoresotto questa torre.
Cammino lesto,il resto
lo fala Trinità.
Tu concentrati,niente artefici,
ma specificiuffici
come la caritàe la specificità
della missionedell’orazione.
[14 settembre 1995]
3��
ALLA VERGINE
«Oh Maria che trionfi in cieloper il tuo immenso zelo,
non per mia volontà,ma per Tua somma bontà
posso ancora cantare,poiché posso ancora amare.
La riconoscenza infinitaperché la mia anima, a Te unita,
non può dimenticarequel che Tu hai saputo fare.
Hai saputo la mia anima rinverdire,per ringraziarti non so cosa dire.
Quel che è certo,quel che hai sofferto
non lo posso dimenticaree il Tuo nome cercherò di onorare
e a tutti far conosceree se occorre anche scuotere,
perché a Te possano ritornaree il Tuo nome invocare,
perché ognuno sia felicecome a Tuo figlio si addice
e tutti possano ammiraretutto il Tuo brillare.»
[4 aprile 1998]
31�
PREGHIERA DELL’AUTISTA
«Signore, alla mia manieraTi rivolgo una preghiera
e lungo la viaTi voglio avere per compagnia.
I pericoli sono tanti,aiutami a guardare avanti,
che non debba sbagliarea guidare.
I miei cari mi aspettanoe se mi fai ritornare si dilettano.
Tutto il giorno sono in pericolonel guidare questo veicolo.
Questo è il mio lavoro,non è tutto oro,
ma bello è se Ti ho per compagniaassieme a Tua madre Maria.
Essa sa dell’affetto dei miei carie che altra gioia non ha pari.
Fammi ritornaree Ti farò da tutti amare.
Noi che viaggiamoin Te confidiamo,
questo è il nostro pensieroche per Te va fiero,
perché Tu sei la luceche a casa ci conduce.»
[6 aprile 1998]
31�
OH MADRE DELL’UMANITA’
«In umiltà e fervorecontiamo le ore
perché Tu ci dicache ci sei amica,
in questa fatica,nella pratica
quotidianaperché sia sana
nel corpo e nella menteper un’anima splendente.
Convintiche ci vuoi contenti,
ti affidiamotutto quello che siamo
con i nostri problemie tanti dilemmi,
ma soprattuttoil frutto
del nostro iosia di Dio.
Vergine Santapianta
qui le tue radicirendici
forti in fedeltà,per dar pace all’umanità
povera e ammalata.Tu che l’hai amata
31�
e sorrettain questa stretta
valle di lacrime.Tu madre sublime
fa che la gente si fermie vermi
quali siamo,cantiamo,
Ave Mariamadre mia,
donaci Gesùe virtù.
Donaci bontàe buona volontà
che il mestieresia un piacere
da goderedel Tuo potere
e un aiutoa chi si sente perduto.
Pregoperché leggo
nel Tuo cuoreun amore
che ci invadee da tutte le strade
verranno annodopo anno per avere pane e panno
[27 luglio 2003]
31�
LA MADONNA
«Io sono ogni personacattiva o buona
che incontri nella tua vita,da me impari o muti vita.
Da me trai forzaper aumentare la corsa;
da me impari a soffrireper non far soffrire.
Sorridi sempre,perché sempre
a Dio piacise tutti baci.
Lavora,ma prima ancora
pregaperché regga
tutta la strutturadella tua altura.
Non giudicare…lascialo fare
a chi non ama,prega e chiama
il Mio nomee farò del tuo nome
quello che son capace di fare Ioassieme a tuo Dio.»
[---]