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MANUALE PBLSD
A cura del personale della Centrale Operativa 118 Tigullio Soccorso
e-mail: [email protected]
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PAEDIATRIC BASIC LIFE SUPPORT & DEFIBRILLATION
PRESENTAZIONE
Nessun tipo di emergenza crea tanta ansia quanto affrontare bambini in condizioni critiche. L’impatto emotivo
può condizionare le fasi della rianimazione cardio-polmonare e la stabilizzazione.
Caratteristica peculiare dell’età pediatrica è la rapidità di evoluzione dei quadri clinici sia in aggravamento che
in miglioramento: è quindi fondamentale organizzare le idee e coordinare gli sforzi.
La natura dell’emergenza pediatrica è “progressiva”, ossia non si manifesta da subito nelle sua gravità: ciò
comporta spesso una iniziale sottovalutazione.
In questo corso vi proponiamo una linea guida per il trattamento dell’arresto cardiaco nel bambino.
ARRESTO CARDIACO
L’eziologia e la patogenesi dell’arresto cardiaco sono diverse nell’età evolutiva rispetto al paziente adulto.
Nella maggior parte dei casi l’arresto respiratorio e cardiocircolatorio non sono improvvisi ma sono la
conseguenza di una progressiva carenza di ossigenazione sanguigna causata da un trauma o da una patologia
acuta, respiratoria, neurologica od infettiva, iniziata spesso già da ore o giorni e progredita nello scompenso
respiratorio e/o nella fase dello shock.
L’arresto cardiaco causato da patologie primarie del cuore in età pediatrica è un evento assai raro.
L’arresto cardiaco causato dall’asistolia o da una marcata bradicardia è la fase terminale di un precedente arresto
respiratorio e/o di un progressivo calo pressorio e rallentamento della frequenza cardiaca
LA CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA PEDIATRICA
L’immediata attivazione del Sistema di Emergenza non deve procrastinare l’intervento BLS pediatrico visto
che la sopravvivenza senza danni neurologici di un bambino in condizioni critiche dipende dalla corretta
esecuzione di una serie di manovre collegate tra loro come gli anelli di una catena
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• 1° ANELLO: PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI
Eventi che possono far precipitare il bambino in arresto cardiorespiratorio (traumi, incidenti domestici,
patologie in atto)
La prevenzione degli incidenti, domestici e non, è fondamentale per ridurre il rischio di ARRESTO
CARDIORESPIRATORIO.
• 2° ANELLO: RCP PRECOCE
É una tecnica, qualora effettuata precocemente ed in maniera adeguata, che garantisce la perfusione cerebrale
e quindi l’ossigenazione di emergenza, contrastando l’evoluzione dell’evento (ad esempio che un arresto
respiratorio divenga cardio-respiratorio).
NE È AUSPICABILE LA PIÙ AMPIA DIFFUSIONE E CONOSCENZA.
• 3° ANELLO: ALLARME PRECOCE
La corretta attivazione del Sistema Interno di Emergenza o del 118, se ci si trova all'esterno dell'ambiente
ospedaliero, è un passaggio fondamentale per poter garantire alla vittima un soccorso medico avanzato
adeguato.
• 4° ANELLO: DEFIBRILLAZIONE PRECOCE
Risulta efficace l’utilizzo precoce del D.A.E. nei casi in cui l’arresto cardiorespiratorio sia causato da
un’alterazione del ritmo cardiaco suscettibile di reversibilità tramite scarica elettrica adeguata.
• 5° ANELLO: ACCESSO PRIORITARIO AL TRATTAMENTO PEDIARICO AVANZATO
L’attivazione corretta del soccorso medico avanzato, è la fase finale della catena necessaria per l’ottimale
gestione della procedura di soccorso in caso di ARRESTO CARDIORESPIRATORIO.
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SOCCORSO A UN PAZIENTE PEDIATRICO IN ARRESTO
CARDIOCIRCOLATORIO
Lattante da 0 a 1 anno (da 0 a 8 kg di peso) Bambino da 1 anno a 8 anni (da 8 a 25 kg di peso) Ogni valutazione (accurata) deve essere seguita da una adeguata azione correttiva
• VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE E DELLA SICUREZZA DELLA SCENA
La valutazione della sicurezza per il soccorritore e la vittima devono precedere qualsiasi tappa della sequenza
di rianimazione cardiopolmonare. Il soccorritore deve valutare sempre che l’area in cui presterà il soccorso sia
sicura per sé e per la vittima.
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AZIONE
La presenza di un pericolo reale o potenziale impone lo SPOSTAMENTO IMMEDIATO DEL PAZIENTE
PRIMA DI INIZIARE QUALSIASI MANOVRA.
Va da sé che, in assenza di pericolo, la rianimazione cardiopolmonare dovrà essere iniziata immediatamente
sul posto. E’ obbligatorio, durante qualsiasi tipo di soccorso, utilizzare dispositivi di protezione
individuali quali, ad esempio, guanti e sistemi di protezione per volto ed occhi.
• VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA CON STIMOLO VERBALE
TATTILE Lo stato di coscienza e la reattività del lattante-bambino si stabiliscono chiamandolo ad alta voce e, in caso di
mancata reazione, applicando uno stimolo doloroso quale un pizzicotto sulle due spalle.
Sono da evitare movimenti bruschi e scuotimento del bambino. AZIONE
Se il lattante-bambino é cosciente ma dispnoico, deve essere mantenuto nella posizione in cui si trova.
Mettendolo forzatamente in una posizione diversa, la ventilazione potrebbe peggiorare rapidamente sino
all’arresto respiratorio
In caso di incoscienza:
1. si chiede aiuto e si fa attivare rapidamente il Servizio di Emergenza Interno o il “118”, si richiede inoltre
che venga portato un defibrillatore semiautomatico (DAE)..
2. il lattante/bambino deve essere posizionato supino su un piano rigido (tavolo, pavimento o terreno); il
capo, gli arti e il tronco devono essere allineati e il torace scoperto.
3. il soccorritore si posiziona sul lato (sinistro) della vittima e inizia le valutazioni per determinare se il
bambino è in arresto cardiocircolatorio
• FASE A: VALUTAZIONE DELLA PERVIETA’ DELLE VIE AEREE
L’ostruzione delle vie aeree è comune durante la rianimazione pediatrica. Può essere la causa primaria di
insufficienza cardiorespiratoria (ad esempio inalazione di un corpo estraneo) o conseguenza del processo
patologico sottostante (ad esempio ipossia, trauma) che porta alla compromissione dello stato di coscienza. Nei
bambini provo di coscienza, infatti, la lingua può cadere indietro e provocare l’occlusione delle vie aeree.
L’ostruzione delle vie aeree deve essere riconosciuta e gestita immediatamente per evitare danni anossici
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AZIONE
• Instaurare e mantenere la pervietà delle vie aeree.
La pervietà delle vie aeree è ottenuta in maniera differente a seconda che la vittima sia un lattante o un
bambino.
Nel lattante (posizione neutra): sollevare il mento con due dita di una mano poste sotto alla mandibola
e spingere delicatamente all’indietro la testa con l’altra mano posizionata sulla fronte.
Evitare l’estensione perché la trachea del lattante, piccola e deformabile, potrebbe collassare
impedendo il passaggio dell’aria.
Nel bambino (lieve estensione del capo): praticare una modica estensione del capo sollevando la
mandibola, posizionando una mano sulla fronte e due dita sotto il mento.
In caso di trauma mantenere la pervietà delle vie aeree con la manovra di “sub-lussazione della
mandibola” .
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spezionare velocemente con lo sguardo il cavo orale.
Estrarre il corpo estraneo solo se ben visibile e facilmente afferrabile con le dita.
Non approfondire le dita nel cavo orale nel tentativo di raggiungere un oggetto situato in profondità
nelle vie aeree; ciò potrebbe causare l’ostruzione delle vie aeree per spostamento del corpo estraneo.
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• FASE B+C: VALUTAZIONE DEL RESPIRO E DEI SEGNI DI CIRCOLO
La valutazione della presenza di attività cardiorespiratoria si ottiene mantenendo le vie aeree pervie e va
eseguita per un tempo non superiore ai 10 secondi.
La valutazione del respiro si effettua con la manovra “GAS” Guardo se il torace si alza Ascolto se ci sono dei rumori respiratori Per NON PIU’ di 10 secondi Sento se percepisco dell’aria sulla guancia RICORDA: Un’attività respiratoria irregolare e superficiale o boccheggiante corrisponde ad una attività
inefficace della muscolatura respiratoria e va pertanto interpretata come UN’ASSENZA DI RESPIRO
In questi 10 sec. si ricerca inoltre la presenza di segni vitali ricercando con lo sguardo:
MOvimenti del corpo (esempio deglutizione)
MO-TO-RE TOsse
REspiro (inteso come attività respiratoria regolare)
AZIONE
Se il paziente NON respira e NON ci sono segni di circolo effettuare 5 ventilazioni di soccorso.
Le 5 ventilazioni iniziali devono essere effettuate mantenendo le vie aeree pervie, allo scopo di fornire ossigeno
ai polmoni del bambino. Ogni ventilazione deve essere somministrata lentamente, nell’arco di circa 1 secondo.
L’efficacia delle ventilazioni di soccorso si valuta verificando il sollevamento e l’abbassamento del torace. Se
le ventilazioni non sono efficaci riposizionare la testa e garantire un adeguato sigillo tra la maschera e il viso
del bambino.
Dopo l’erogazione delle ventilazioni di soccorso, valutare rapidamente se sono comparsi nuovamente segni di
circolo.
Se i segni vitali sono assenti il paziente è in ARRESTO CARDIO-RESPIRATORIO per cui si iniziano le
compressioni toraciche; quando il DAE sarà disponibile si posizioneranno le placche e verrà avviata la
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procedura DAE, dopo ogni scarica o comunque dopo ogni analisi (nel caso in cui la scarica non verrà
consigliata) si continuerà l’RCP alternando compressioni e ventilazioni con un rapporto pari a 15:2
MASCHERA E PALLONE AUTOESPANSIBILE
Il pallone auto-espansibile con valvole unidirezionali permette di ventilare molto efficacemente il paziente.
L’insufflazione deve essere arricchita di ossigeno; è indicato l’uso del “reservoir” connesso con la parte
posteriore del pallone e collegato con la sorgente di ossigeno. I
palloni autoespansibili sono diffusamente disponibili e facili da maneggiare. Il principio di funzionamento è
semplice: mentre la mano del soccorritore esercita la pressione sul pallone, l’aria passa attraverso una valvola
unidirezionale alla maschera e quindi al paziente. Senza reservoir è quasi impossibile fornire una
concentrazione di ossigeno >50-60%.
I palloni autoespansibili sono disponibili in 3 formati: 250 ml, 450-500 ml e 1600-2000 ml. Il più piccolo è in
genere inefficace nella rianimazione del neonato a termine, in quanto è richiesta una pressione relativamente
alta per i primi atti respiratori. E’ comunque utilizzabile nei lattanti fino a 7 kg. Nel bambino dai 7 ai 30 kg si
preferisce la misura intermedia; oltre i 30 kg è necessario il più grande.
Percentuali di ossigeno nella ventilazione con pallone-maschera:
• Pallone 21%
• Pallone + ossigeno 40-60%
• Pallone + ossigeno + reservoir 80-90%
1600 ml
500 ml
240 ml
2600 ml
2600 ml
600 ml
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VENTILAZIONI INEFFICACI E COMPLICANZE
Una ventilazione inefficace può essere causata da una insufficiente apertura delle vie aeree, da un’incompleta
aderenza della maschera o da un corpo estraneo. Una insufflazione troppo rapida o brusca può provocare
distensione gastrica (aria nello stomaco attraverso l’esofago)
COMPRESSIONI TORACICHE ESTERNE
LATTANTE
• TECNICA A DUE DITA: si comprime il torace posizionando i polpastrelli di due dita al centro del
torace del lattante, nel terzo inferiore dello sterno, perpendicolari al torace del paziente. La profondità
della compressione è 1/3 del diametro antero-posteriore del torace del lattante
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• TECNICA A DUE MANI (E DUE SOCCORRITORI): un operatore sta alla testa del lattante e si
occupa della pervietà delle vie aeree e della ventilazione, mentre un altro, posizionato dalla parte dei
piedi del neonato, esegue le compressioni. E’ il metodo preferito, perché genera un miglior picco
sistolico e una migliore perfusione coronarica
BAMBINO
• TECNICA A 1 O 2 MANI: nel bambino si comprime il torace con una o due mani nel terzo inferiore
dello sterno, sempre con una profondità di compressione pari a 1/3 del diametro antero-posteriore del
torace del bambino (circa 5 cm).
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CARATTERISTICHE DELLE COMPRESSIONI TORACICHE ESTERNE
Rapporto compressioni:ventilazioni 15:2
Deprimere il torace di 1/3 del suo diametro antero-posteriore
Rilasciare completamente la pressione tra una compressione e l’altra
Tempo di compressione/rilasciamento 1:1
Mantenere frequenza di 100-120 compressioni al minuto
COMPRESSIONI TORACICHE INEFFICACI E COMPLICANZE
Per compressioni troppo intense o brusche o effettuate in sede scorretta: rischio di fratture costali o lesioni
agli organi interni.
Per compressioni troppo superficiali: rischio di insufficienza di circolo.
Per una buona efficacia del massaggio cardiaco è importante ridurre al minimo le interruzioni delle
compressioni toraciche durante tutto il ciclo di RCP.
• FASE D: UTILIZZO DEL DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO
ESTERNO (DAE)
La Fibrillazione Ventricolare (FV) e la Tachicardia Ventricolare (TV) sono alterazioni del ritmo cardiaco
caratterizzate da caos elettrico che si traduce nell'assenza di attività di pompa del cuore; il polso è quindi
assente. Nella Tachicardia Ventricolare, che spesso evolve in FV, gli impulsi elettrici cardiaci, a partenza
ventricolare, si succedono invece ritmicamente ma con frequenza talmente elevata da non consentire
contrazioni cardiache efficaci; anche in questo caso il polso è assente.
In entrambi i casi (TV e FV) l'unico trattamento "salvavita" è costituito dalla defibrillazione che consiste
nel far attraversare il cuore per brevissimo tempo (pochi millisecondi) da una adeguata scarica di corrente
continua. Lo shock elettrico azzera i potenziali del muscolo cardiaco, interrompendo la FV; allo stato di
refrattarietà provocato dallo shock, in genere subentra il risveglio del segnapassi naturale che ristabilisce
l’ordine elettrico ed un ritmo organizzato, con ripristino di una circolazione spontanea. Gli apparecchi che
consentono questo intervento sono i defibrillatori: essi possono essere manuali, automatici e semiautomatici.
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Nel lattante e nel bambino da 1 a 8 anni il DAE si utilizza se dotato di pads (placche) pediatriche. Se sprovvisto
di questi dispositivi, può essere utilizzato il defibrillatore semiautomatico da adulto. Studi su pazienti in età
pediatrica hanno dimostrato che l’arresto cardiaco trattato con una defibrillazione precoce ha una buona
sopravvivenza. Il DAE è ritenuto adeguato nel riconoscere le aritmie del bambino e nell’indicare in quali
situazioni è necessario lo shock.
AZIONE
SEQUENZA OPERATIVA DAE
Se ritmo defibrillabile :
erogare una scarica come consigliato dal DAE, riprendere rianimazione cardiopolmonare per 2 minuti senza
valutazione dei Segni Vitali.
Ogni 2 minuti il DAE effettua l’analisi del ritmo.
Se ritmo non defibrillabile :
rianimazione cardiopolmonare sino all’arrivo del Soccorso avanzato.
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POSIZIONE DELLE PIASTRE
• POSIZIONE ANTERO-LATERALE: una placca elettrodo viene posta in regione sottoclaveare destra
e l’altra sulla linea ascellare media di sinistra, con il bordo superiore all’altezza del capezzolo come
per l’adulto. La posizione ideale delle placche è quella verticale, tuttavia in caso le placche dovessero
raggiungere l’addome sarà preferibile la posizione orizzontale.
• POSIZIONE ANTERO-POSTERIORE: una placca viene posizionata anteriormente a sinistra dello
streno e l’altra posteriormente sotto lamscapola sinistra. Questa posizione è da preferirsi in caso di
elettrodi grandi rispetto al torace del bambino (rischio di far toccare i due elettrodi posizionati
anteriormente) o quando il bambino sia portatore di Pace-Maker (poiché il dispositivo non deve essere
attraversato da una corrente esterna)..
ATTENZIONE: ridurre al minimo le interruzioni. Per questo motivo, le compressioni toraciche devono essere
continuate anche durante l’applicazione delle piastre ed interrotte solo per l’analisi del ritmo quando richiesto
dal DAE.
ALGORITMO PBLSD
1° SOCCORRRITORE:
VALUTAZIONE DEL RISCHIO AMBIENTALE : si posiziona sul lato sinistro del paziente
• VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA: chiama ad alta voce il bambino; se non
risponde somministra uno stimolo doloroso evitando scuotimenti.
Se il bambino è incosciente
• fa allertare il 118 e richiede il DAE al 2° soccorritore
• posiziona il paziente
• INSTAURA LA PERVIETA’ DELLE VIE AEREE (modica estensione del capo o posizione neutra;
sublussazione mandibolare o sollevamento del mento)
• VALUTA IL RESPIRO (GAS) E LA PRESENZA DEI SEGNI DI CIRCOLO (MOTORE) PER 10
SECONDI
Se il bambino non respira o presenta atti respiratori insufficienti o respiro boccheggiante e non ha segni
vitali:
• somministra le 5 ventilazioni di soccorso
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• valuta con una rapida osservazione l’eventuale ricomparsa di segni di circolo e se questi ultimi
continuano ad essere assenti
• inizia le compressioni toraciche senza interruzioni fino all’arrivo del DAE
2°SOCCORRITORE:
• allerta il Sistema Interno di Emergenza (SIE) o il 118 se ci si trova in ambiente non ospedaliero
• porta il DAE posizionandolo dal lato sinistro della vittima vicino al 1° soccorritore, successivamente
si sposta sul lato destro della vittima pronto a continuare le compressioni toraciche.
1°SOCCORRITORE:
• interrompe le compressioni toraciche, assicuratosi che l'altro soccorritore sia pronto per continuarle
• accende il DAE
• applica le placche
• inserisce il connettore
• non appena il DAE inizia l’analisi fa sicurezza e fa allertare il 118 dell’inizio della procedura DAE
• riprende immediatamente le compressioni una volta erogata la scarica o terminata l’analisi se la
scarica non è consigliata
2° SOCCORRITORE:
• appena il DAE va in analisi interrompe le compressioni toraciche e, su indicazione dell'altro
soccorritore, avvisa il S.I.E., o il 118 se fuori struttura ospedaliera, dell'inizio della procedura DAE,
successivamente prepara il pallone autoespansibile (AMBU) con fonte di ossigeno e reservoir e si
posiziona vicino alla testa del paziente, FACENDO ATTENZIONE A NON TOCCARLO.
• Quando il 1° soccorritore avrà erogato lo shock o in caso di "scarica non consigliata" si posizionerà
alla testa del paziente tenendo il capo dello stesso in modo da assicurare la pervietà delle vie aeree
(capo neutro nel lattante e capo lievemente esteso nel bambino) e facendo aderire correttamente la
maschera (della misura adeguata) al viso del bambino
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1° SOCCORRITORE:
• terminate le 15 compressioni eroga due ventilazioni della durata di 1-1,5 secondi l’una comprimendo
in maniera corretta il pallone auto-espansibile mentre il secondo soccorritore tiene la maschera adesa
al viso del bambino e controlla l’efficacia delle ventilazioni stesse.
• procede con sequenza 15 COMPRESSIONI 2 VENTILAZIONI (15:2) fino che il DAE va
nuovamente in analisi (2 min.) o alla ricomparsa di segni di circolo
ATTENZIONE:
RICORDARSI DI EFFETTUARE IL CAMBIONELL’ESEGUIRE LE VENTILAZIONI E LE
COMPRESSIONI TORACICHE AD OGNI ANALISI DEL DAE
Nel caso in cui in DAE non sia disponibile immediatamente: si continua l’RCP sino all’arrivo del DAE o alla
ricomparsa dei segni vitali o al sopraggiungere dell’equipe ALS
AVVERTENZE SPECIALI
OSSIGENO: una eventuale fonte di ossigeno dovrà essere allontanata di almeno 1 metro a meno che il
paziente sia intubato.
ACQUA: adagiare i pazienti su superfici asciutte, rimuovere eventuali vestiti bagnati, asciugare torace e
addome SENZA PERDERE TEMPO.
ELETTRODI: Gli elettrodi non devono toccarsi e non devono essere in contatto con oggetti metallici. Non
posizionare gli elettrodi sopra ad un Pace Maker, se necessario utilizzare la sede antero-posteriore.
I soccorritori non devono toccare il paziente mentre il DAE analizza il ritmo e mentre si eroga lo shock.
RICORDA: continuare le compressioni toraciche fino alla partenza dell’analisi da parte del DAE.
L’operatore che utilizza il defibrillatore è responsabile della sicurezza.
Durante le fasi di analisi e prima di erogare la scarica il soccorritore deve assicurarsi che nessuno si avvicini,
richiedendo ad alta voce che ciascuno dei presenti si allontani dal paziente.
PRIMA di EROGARE LA SCARICA l'operatore deve sempre enunciare ad alta voce il messaggio:
"ALLONTANARSI DAL PAZIENTE", dicendo ad esempio "VIA IO", "VIA VOI", "VIA TUTTI", e deve
accertarsi che ciò stia effettivamente avvenendo.
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POSIZIONE LATERALE di SICUREZZA
Nel caso il bambino o lattante si trovi in stato di incoscienza, se non si sospetta un trauma e il respiro è presente,
se necessario, può essere posizionato in Posizione Laterale di Sicurezza (P.L.S.) .
Il soccorritore, qualora non lo abbia ancora fatto, dovrà chiamare il 118 abbandonando la vittima, se necessario,
ma ritornerà immediatamente e controllando frequentemente le condizioni.
RICORDA: Per favorire la circolazione del sangue, cambiare ogni 30 minuti la posizione del paziente
Un bambino ed anche un lattante incosciente, con le vie aeree libere e in respiro spontaneo, può essere posto,
in caso di necessità, in posizione laterale di sicurezza.
Importante seguire queste regole: posizionare il bambino in una posizione il più possibile vicina a quella
laterale, con la testa estesa e la bocca verso il basso per favorire la libera fuoriuscita del liquidi.
La posizione deve essere stabile. In un lattante potrebbe essere necessario il supporto di un piccolo cuscino o
di un asciugamano arrotolato posto dietro la schiena, per mantenere la posizione.
Evitare qualsiasi pressione del torace che possa contrastare la respirazione.
Dovrebbe essere possibile girare il bambino su un lato e riportarlo sul dorso con rapidità e sicurezza, prendendo
in considerazione la possibilità di lesioni della colonna cervicale.
Assicurarsi di potere osservare e accedere facilmente alle vie aeree.
La posizione di sicurezza dell’adulto è attuabile nel bambino.
Posizione Laterale di Sicurezza
BAMBINO - LATTANTE INCOSCIENTE CHE RESPIRA NON TRAUMATIZZATO
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IN SINTESI:
• SE IL PAZIENTE E’INCOSCIENTE MA RESPIRA
AZIONE: posizione laterale di sicurezza (in assenza di traumi) e periodica rivalutazione
• SE IL PAZIENTE E’ INCOSCIENTE, NON RESPIRA MA HA SEGNI VITALI
AZIONE: sostenere l’attività respiratoria (20 atti respiratori/minuto)
• SE IL PAZIENTE E’ INCOSCIENTE, NON RESPIRA E NON HA SEGNI DI CIRCOLO
AZIONE: iniziare RCP
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OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA CORPO ESTRANEO
Incidenza massima 6 mesi – 2 anni
Oggetto: giocattoli – cibo
Grado di ostruzione Incompleta: il paziente riesce a TOSSIRE
Completa: il paziente NON riesce a TOSSIRE
Un corpo estraneo può provocare un'ostruzione parziale o completa delle vie aeree. Il corpo estraneo è
rappresentato spesso nel bambino da una piccola parte di giocattolo o da materiale alimentare, come una
nocciolina. L'incidenza maggiore si verifica tra i 6 mesi e i 2 anni
La diagnosi può essere ovvia se il soccorritore è presente all'evento o si sospetta dalla descrizione di un accesso
di tosse convulsa o dallo stridore respiratorio che l'inalazione provoca.
Il corpo estraneo può ostruire solo in parte le vie aeree: OSTRUZIONE PARZIALE O INCOMPLETA
oppure le può ostruire completamente: OSTRUZIONE TOTALE O COMPLETA.
NELL’OSTRUZIONE PARZIALE O INCOMPLETA una certa quantità di aria riesce ancora a passare nelle
vie aeree e quindi avremo un lattante che riesce a piangere e a tossire con vigore e un bambino che oltre a tossire
può anche parlare. Il paziente può avere tosse e difficoltà respiratoria con fischi e sibili.
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NELL’OSTRUZIONE TOTALE O COMPLETA il lattante non piange e non tossisce, il bambino non parla e
compare una rapida cianosi (colorito bluastro al volto e alle mani).
In questo caso vanno effettuate le MANOVRE DI DISOSTRUZIONE: queste creando un brusco aumento
della pressione all’interno delle vie respiratorie (una tosse artificiale) permettono di espellere il corpo estra
OSTRUZIONE COMPLETA DELLE VIE AEREE
LATTANTE COSCIENTE: alternare 5 pacche dosali con 5 compressioni toraciche
• COLPI INTERSCAPOLARI: posizionare il lattante prono (pancia in giù) sull’avambraccio.
Posizionare a sua volta l’avambraccio sulla coscia dello stesso lato, per garantire la stabilità.
Con la mano assicurare il capo del lattante fissando la mandibola tra pollice indice posizionati a ‘C’.
Posizionare la testa del lattante in posizione più declive rispetto al tronco.
Assestare con il palmo della mano 5 colpi interscapolari (al centro della schiena) con via di fuga
laterale (non verso la testa del lattante).
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RICORDA: il braccio non da stabilità, ma serve unicamente a garantire la pervietà delle vie aeree e
l’allineamento del paziente, la stabilità viene garantita dalla coscia. L’errore che più frequentemente si
compie, soprattutto nel lattante, è quello di tenerlo solo con il braccio. In questo modo, tuttavia, il peso
e la mancanza di stabilità disperdono l’energia della pacca nel vuoto invece che sul torace del bambino
rendendo la manovra inefficace.
• COMPRESSIONI TORACICHE: Posizionare il lattante in posizione supina sull’avambraccio al fine
di garantirgli un appoggio il più possibile stabile. Posizionare a sua volta l’avambraccio sulla coscia
dello stesso lato, per favorire ulteriormente la stabilità. Con la mano assicurare il capo del lattante
fissando la nuca, posizionare la testa del lattante in posizione più declive rispetto al tronco. Visualizzare
una linea immaginaria tra i due capezzoli del lattante. Posizionare due dita (indice e medio)
perpendicolari allo sterno subito sotto tale linea ed eseguire 5 compressioni lente e profonde in modo
da determinare un aumento della pressione intratoracica (tosse artificiale).
Continuare fino alla disostruzione o fino a quando il lattante diventa incosciente
BAMBINO COSCIENTE: alternare 5 pacche dorsali con 5 compressiono subdiaframmatiche (manovra di
Heimlich)
• COLPI INTERSCAPOLARI: posizionare il bambino prono sulle cosce del soccorritore a sua volta
inginocchiato a terra al fine di garantirgli un appoggio il più possibile stabile. Con la mano assicurare
il capo del bambino fissando la mandibola tra pollice indice (o medio) posizionati a ‘C’. Posizionare la
testa del bambino in posizione più declive rispetto al tronco. Assestare con il palmo della mano 5 colpi
interscapolari (al centro della schiena) con via di fuga laterale (non verso la testa). Se il bambino ha
una corporatura di difficile gestione per il soccorritore i colpi interscapolari possono essere effettuati
anche a bambino seduto o in posizione eretta.
• MANOVRA DI HEIMLICH: consiste in una compressione addominale a livello dell'epigastrio, in
direzione del diaframma. L'aumento della pressione diaframmatica si propaga al torace e produce una
spinta verso le vie aeree superiori che può dislocare e talora fare espellere il corpo estraneo. Si esegue
solo al di sopra di un anno di età. Se il bambino è in piedi o seduto: posizionarsi alle spalle del
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bambino, abbracciare il bambino da dietro, attorno alla vita, porre una mano stretta a pugno tra
l'ombelico e l'estremità inferiore dello sterno e stringere con l'altra mano la prima, quindi esercitare
delle pressioni energiche verso l'alto dall’esterno all’interno
Continuare fino alla disostruzione o fino a quando il bambino diventa incosciente
LATTANTE O BAMBINO INCOSCIENTE: iniziare RCP e avvisare immediatamente il 118.
Prima di ogni ventilazione verificare la presenza di corpi estranei in bocca e nel caso rimuoverli.
AVVERTENZE
In caso di trauma:
• evitare movimenti bruschi in tutte le fasi del PBLS
• posizionare il collare se disponibile
• utilizzare la manovra di sublussazione della mandibola e non l’estensione del capo per rendere pervie
le vie aeree
• non utilizzare mai la posizione laterale di sicurezza