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8/18/2019 La celebrazione del Giubileo Domenicano
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San Domenico – Dipinto che si venera nel Corino del Monastero
Questa piccola pubblicazione – omaggio ai nostri affezionati amici e
benefattori – vuole ricordare due eventi molto importanti per noi:
La celebrazione del
Giubileo DomenicanoNel ricordo degli 800 anni dalla fondazione dell’Ordine di San Domenico;
La conclusione del Processo diocesano per la Beatificazione di sr. MariaPetra Giordano. Il Giubileo Domenicano, che stiamo celebrando dal 7
novembre 2015, si concluderà il 21 gennaio 2017; il Processo diocesano per
la Beatificazione di sr. Petra si concluderà nel prossimo mese di giugno.
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San Domenico trascorre dieci anni nella Linguadoca e nelle lunghe
notti spese ai piedi dell’altare Dio gli rivela la sua missione:Fondare un Ordine di Predicatori, che attingendo dai santi esercizi
del chiostro della preghiera dello studio, e della scienza lo zelo ad
evangelizzare le masse cristiane che vivevano nell’ignoranza.
L’Ordine fu approvato da Onorio III nel 1216. E così dopo la bella
fioritura del Monachesimo si iniziava lo sviluppo delle Istituzioni
apostoliche tutte consone ai nuovi tempi e a ben ragione il nostro
glorioso Padre può dirsi il Fondatore della Predicazione dopo gli
Apostoli. A soli cinquantuno anni Domenico, mentre assiste umile
al rapido fiorire dell’opera è colpito da un morbo repentino che lo
conduce alla tomba. Sul letto dell’agonia circondato dai suoi figli
piangenti egli rivela loro d’essere arrivato a quel punto per grazia
di Dio, ancora candido della veste battesimale. Lasciò loro il suo
testamento: “Abbiate la carità, conservate l’umiltà e possedete la
povertà volontaria.” Come in vita così dopo morte fu illustre per
miracoli.
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Cinque anni dopo la morte nel 1221, l’Ordine fu diviso in otto
Provincie, che racchiudevano sessanta conventi. Così nella Chiesa
Cattolica venne la divisione dei tre grandi rami. I Vescovi con il
loro clero, rimasero incaricati dell’insegnamento pastorale e di
tutte le annesse funzioni: gli ordini Religiosi diventarono i Ministri
Ordinari dell’Apostolato e della scienza divina sotto la
giurisdizione del Vescovo. Ai frati Predicatori si unirono i Frati
Minori di San Francesco, in seguito da altre congregazioni secondo
i tempi e i bisogni. La storia ha raccontato le loro fatiche. Ogni
sponda ha raccontato le loro lacrime. L’Indiano perseguitato ha
trovato un asilo sotto il loro mantello; il negro ha ancora sul collo i
segni dei loro abbracciamenti, il Giapponese e il Cinese, separati
dal resto della terra, si sono assisi per ascoltare questi meravigliosi
stranieri. Quali arene, quali foreste non li hanno riconosciuti? E
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mentre facevano e rifacevano il giro del mondo sotto ogni
bandiera, molti di loro morivano martiri e bagnavano quelle terre
del loro sangue per far fiorire la carità portata da Gesù.»
Chi era veramente San Domenico di Guzman?
Il Beato Giordano di Sassonia, primo Successore dell’Ordine,
scrive: “Vi era in lui qualcosa di ben più splendente e meraviglioso
dei miracoli. Era tale la perfezione morale dei suoi costumi, tale lo
slancio del fervore divino che lo trasportava, da non potersi
minimamente dubitare ch’egli fosse un vaso d’onore e di grazia,
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un vaso ornato d’ogni specie di pietre preziose. Aveva una volontà
ferma e sempre lineare eccetto quando si lasciava prendere dalla
compassione e dalla misericordia. E poiché un cuore lieto rende
un volto lieto, l’equilibrio sereno del suo interno si manifesta al difuori nella bontà e nella gaiezza. E poiché la testimonianza della
sua coscienza, come s’è detto, rischiarava continuamente d’una
grande gioia il volto, lo splendore del suo viso non veniva
offuscato dalle cose terrene. Ovunque si manifestava un uomo
evangelico, nelle parole e nelle opere. Era molto socievole. Di
notte, nessuno più di lui era assiduo nel vegliare in preghiera. Il
giorno lo dedicava al prossimo, la notte a Dio. Piangeva spesso, lelacrime erano il suo pane giorno e notte quando pensava ai
peccatori ed esclamava: “Che ne sarà di loro?”. Vero amante della
povertà usava abiti di poco valore. Nel mangiare e nel bere era
parco. Traboccante di pietà si spendeva tutto per accogliere tutti
nell’ampio seno della sua carità e perché tutti amava, era da tutti
amato. Imitiamo perciò o fratelli come possiamo le orme del
Padre e nello stesso tempo ringraziamo per aver dato a noi suoi
servi, un tale condottiero per mezzo del quale egli ci ha rigenerati
alla luce di questa nostra forma religiosa.
(Beato Giordano di Sassonia)
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La Serva di Dio a 14 anni.
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L’Arancio fiorisce ancora.
Si racconta che San Domenico abbia piantato con le sue
mani un arancio nel chiostro di Santa Sabina e questo arancio si
può tuttora vedere - rinnovato nel corso dei secoli nello stesso
luogo, tra le tracce che ci ha lasciato. Albero vigoroso, è icona
della famiglia (monache, frati, suore e laici) che si è sviluppata
intorno a San Domenico che ancora vive sulla scia della sua
santità. Domenico luce di comunione attira ancora le anime che
sull’albero fanno ancora luce: ne abbiamo la conferma in questa
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piccola e grande monaca che nel nascondimento, nella preghiera
e nella sofferenza ha seguito il santo Fondatore innamorata del
suo ideale: La salvezza delle anime.
La Serva di Dio Suor Petra Giordano partecipò con molto
fervore al Giubileo del 1975, lasciando a noi vari pensieri
edificanti.
Suor Petra scrive nel suo Diario: “Riguardo alla famiglia
religiosa di cui avrei fatto parte ero ben decisa. Dagli scritti
del B. Bartolo Longo insieme all’amore per la Vergine e per il
suo Rosario e per il Suo Glorioso Fondatore sarei diventata
domenicana claustrale. Ora che penetravo meglio le cose
spirituali, il suo Ideale mi parve ancora più bello e piùconfacente al mio spirito. Salire a Dio con la preghiera e lo
studio della Divina Parola per poi farne parte alle anime e
condurle a Dio. Io avrei attuato tutto questo nel silenzio di
una stretta clausura. Il beato Padre Domenico fondò le
sorelle, le figlie, le quali ritirate nel silenzio del chiostro come
i loro fratelli avrebbero contemplato Gesù e nella fiduciosa
preghiera avrebbero implorato fecondità per la salvezza
delle anime, anelito cocente tramandato dal comune Padre.
Mio dolce Padre quanto ti amo!”
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Santi esercizi in preparazione per l’Anno Santo 1975
(Suor Petra era in monastero dal 1935.)
È per me una grande grazia trovarmi in monastero e
prepararmi per ricevere le molte grazie che l’Anno Santo
dona a chi si pente con tutto il cuore. Concedi o Signore perintercessione di Maria Regina della pace che quest’anno sia
davvero un anno di riconciliazione e di pace e anch’io porti il
Ecco che io sto alla porta e picchio: chi udirà la mia
voce e mi aprirà la porta, entrerò da lui, e cenerò
con Lui, ed Egli con me.
APOCALISSE (CAP. 20 ver. 3)
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mio tenue contributo a questa ricostruzione cristiana di
tutto l’universo. Santo padre Domenico prega per me.
Iniziando gli esercizi, il Predicatore ci esorta ad umiliarci
davanti a Dio per avere il perdono dei peccati e della pena,
perdono anche della pena dovuta ai nostri peccati per mezzo
del Giubileo. Siamo tutti peccatori (così il predicatore). Ci
esortava anche di cambiare vita perché il dolore non viene
dal sentimento ma parte dalla volontà e dal cuore per aver
offeso Dio, Sommo Bene. Ma se Gesù ha offerto Se Stesso
come Vittima dei nostri peccati non basta? Certo Gesù comeVittima ha soddisfatto in modo infinito. Come insegna la
Chiesa Gesù ha compiuto la Sua offerta come Capo,
affidando alla Sua Chiesa il tesoro della sua Passione e
Morte. Come ci inseriamo nella Passione di Cristo?
Soprattutto attraverso i Sacramenti, principalmente la Santa
Messa e la Confessione. Rimesse le colpe con l’assoluzione,
rimane la pena temporale per la quale dobbiamo chiedere a
Gesù di toccarci nell’anima per essere guariti da ogni male.
L’Anno Santo ci dona questa possibilità se siamo veramente
pentiti di toglierci anche la pena. Ma come si toglie questa
pena? Offrendo a Gesù tutte le sofferenze, la Sua Passione, i
disagi e amando i nostri fratelli.
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Ecco alcuni propositi della Serva di Dio suor Petra Giordano
Propositi Per l’Anno Santo
Molti lumi sulla carità fraterna Mio Dio, che abisso senza
fondo! O Gesù dammi il tuo Cuore per amare le anime che
mi circondano, per amarle come Tu le ami, col sacrificio di
tutta me stessa senza che il mio slancio rallenti davanti
all’incomprensione e alla freddezza. Voglio amarle perché Tu
le ami, perché sono Tue, per ognuna di loro hai sparso il Tuo
Sangue preziosissimo. Riandando col pensiero ai miei immensi
desideri di penitenza non sempre tradotti in pratica, vedo
che ora il mio essere è penitenza: nel corpo, nell’anima,
nello spirito, nelle aspirazioni, nei rapporti con gli altri, e ne
godo, ma di una gioia pacata e contenuta, in quella cellainteriore dove entra meno la natura. Ma siamo creature
decadute e la natura non è del tutto decaduta. Il contrasto
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esteriore, le mille cose da fare, le richieste incessanti da cui
sono assediata è una lima, uno stillicidio che mi consuma.
Alle volte mi sembra di dover soccombere, allora mi sembra
impossibile proseguire. Ma la volontà non si dà per vinta.
No! Gesù voglio umiliarmi e proseguire; andare avanti, a
costo di qualunque sacrificio. Ecco il mio essere in olocausto,
in Te, con Te e per Te. Vorrei essere una goccia di dolore davanti a
Te mio Dio: per le anime vorrei sempre, ma specialmente in
questo Giubileo 1975, che fiorissero nella mia anima tra le spine
sempre rose per riparare le pene dovute ai miei peccati.Vorrei che la mia morte fosse un Giubileo.
Santo Padre Domenico Vergine Santa aiutatemi.
Chiusura del Processo Diocesano della Serva di Dio
Suor Petra Giordano Domenicana contemplativa
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