Il DDAI (Di t b d d fi itIl DDAI (Disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività) o ADHD:
natura ed eziologia in prospettiva evolutivaevolutiva
Prof.ssa Chiara D’Alessio
“Non ille ire vult, sed non potest stare” (Seneca)(Non è lui che vuole andare il fatto è che non può(Non è lui che vuole andare, il fatto è che non puòrestare fermo)
OBIETTIVO GENERALE
Fornire le conoscenze di base per l’identificazione di strategie e metodologie g g
didattiche in grado di supportare il processo di insegnamento-apprendimentoprocesso di insegnamento-apprendimento
in presenza di studenti che presentano di t bi d l t tdisturbi del comportamento
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OBIETTIVI SPECIFICI
Acquisire le conoscenze di base relative:Acquisire le conoscenze di base relative:
ai principali disturbi di comportamento
alle procedure diagnostiche e valutative alle procedure diagnostiche e valutative
alle ipotesi eziologiche relative ai disturbi dicomportamentop
alle possibilità di intervento nell’ADHD
ad alcuni interventi educativi e psico-educativi da ad alcuni interventi educativi e psico educativi damettere in atto in presenza di studenti con disturbi dicomportamento
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Non so come sarei e chi sarei senza ADHD.Non dipende solo dalla storia passata.
Le cose che amo o che odio sarebbero diverse. Così quello che so o che non so fare.
So solo che sono felice quando c’è un po’ di movimento.Quando i miei occhi, le mie gambe, la mia bocca hanno qualcosa da fare.
Che per me non è mai abbastanza. Che sto sospesa nel tempo come un bambino.
Tutto questo è l’ADHD e io sono questo. Anche le mie frustrazioni, le mie idiosincrasie, le mie inclinazioni,
la mia disperazione, i miei ricordi.Tutto deve essere colorato e accecante.Amo l’autostrada. Odio andare in treno.
Devo mettere sempre in moto qualcosa, questo è l’ADHD e questa sono io.Ho solo questa vita. Non posso cambiare granché.
Solo la mia consapevolezza pe in ogni modo la speranza di non mettermi più i bastoni tra le ruote da sola
e di non pestare più i piedi agli altri, di dire quel che voglio dire e non sempre quello che sul momento mi viene in mente.
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p qMara, 30 anni
1. DEFINIZIONE DEL DDAI
Con l’etichetta diagnostica, disturbo da deficitd’attenzione/iperattività (ADHD), si fa riferimento ad una
l i i hi i d di i à l i hpatologia neuropsichiatrica ad esordio in età evolutiva chepresenta 18 comportamenti tipici (sintomi) divisi in tresottocategorie:
DDAI
Disattenzione Iperattività Impulsività
Tale disturbo determina una significativa i i f i l d l tt
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compromissione funzionale del soggetto.
1) Disattenzione)
1. Non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori didistrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività
2. Ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti e sulle attività digioco
3 Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente3. Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
4. Non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici oi propri doveri, non per opposizione alle regole sociali o incapacitànel capire le istruzioni
5. Ha difficoltà nell’organizzarsi nei compiti e nelle attività
6 Evita di impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale6. Evita di impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentaleprolungato
7. Perde gli oggetti necessari per i compiti e le attività quotidiane (es.giocattoli, matite, libri, strumenti)
8. E’ facilmente distratto da stimoli estranei
9 E’ sbadato nelle attività quotidiane
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9. E’ sbadato nelle attività quotidiane
2) Iperattività) p
10. Muove con irrequietezza mani e piedi o si dimenall disulla sedia
11. Lascia il proprio posto quando ci si aspetta che restisedutoseduto
12. Scorazza e salta dovunque in modo eccessivo (negliadolescenti e negli adulti: sentimenti digirrequietezza)
13. Ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti ind t nq illmodo tranquillo
14. Si muove come se fosse guidato da un motorino15 Parla eccessivamente15. Parla eccessivamente
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3) Impulsività) p
16. “Spara” le risposte prima che le domande siano6 p p p d dstate completate
17. Ha difficoltà ad attendere il proprio turno18. Interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti
E’ importante ricordare che:pTali comportamenti non sonointenzionalmente pianificati e
coscientemente attuaticoscientemente attuati(diversamente dai disturbi della condotta)
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CONCENTRAZIONE
GESTIONE DELLE
PIANIFICAZIONEE SOLUZIONE
CONCENTRAZIONEE ATTENZIONE
SOSTENUTA
DELLEEMOZIONI
E SOLUZIONEDI PROBLEMI
IMPULSIVITA’ AUTOSTIMA
DIFFICOLTA’ DIFFICOLTA’ DIFFICOLTA’ DIDIDI
AUTOREGOLAZIONEAUTOREGOLAZIONEAUTOREGOLAZIONEIMPULSIVITA’ AUTOSTIMANEL SOGGETTO NEL SOGGETTO NEL SOGGETTO ADHD ADHD ADHD
MOTIVAZIONE E FIDUCIA
NELL’IMPEGNO COMPORTAMENTO NELL IMPEGNO E
NELLO SFORZOCOMPORTAMENTO
MOTORIO
Problematiche interpersonali connesse al DDAI
1) L’agitazione continua, la mancanza di attenzione per gli oggetti altrui conconseguente, anche se involontario, danneggiamento, l’impulsività el’invadenza sono comportamenti altamente disturbanti che compromettono al invadenza sono comportamenti altamente disturbanti che compromettono alungo andare, la qualità delle relazioni con gli altri
2) I soggetti con DDAI non riescono a creare relazioni stabili di amicizia perché,) gg p ,dopo una iniziale fase positiva nei rapporti (che l’estroversione e l’affettività diquesti soggetti facilitano) essi si deteriorano a causa dei comportamenti cheabbiamo sopraelencato
3) Pur mostrandosi sinceramente pentiti dei gesti scorretti nei confronti di altri edecisi a non ripeterli, puntualmente essi si verificano nuovamente dopo qualchetempo poiché sono al di fuori del controllo del soggetto
4) Trascurare un eventuale trattamento del disturbo pregiudica inmaniera definitiva l’inserimento sociale di questi soggetti chevengono stigmatizzati isolati rifiutati: ciò incide negativamentevengono stigmatizzati, isolati, rifiutati: ciò incide negativamentesulla loro autostima poiché viene meno, con il diminuire dei contattisociali, la fiducia nel cambiamento e nella guarigione dai sintomi;nel soggetto si forma la convinzione di essere “ cattivo o pazzo o
2. CRITERI DIAGNOSTICI PER IL DDAI
I sintomi devono presentarsi in maniera frequente, peralmeno sei mesi, ed essere interferenti con la normalevita della persona
La persona deve manifestare un rendimento scolastico,professionale o sociale non adeguato in base all’etàprofessionale o sociale non adeguato in base all età,all’intelligenza ed alle condizioni socio-affettive
Possibilità di prevalenza di uno dei sottotipip p
Età di insorgenza:Per le difficoltà di inibizione comportamentale el’iperattività: 3-4 anniP l diffi l à di di i 5 7 i (iPer le difficoltà di disattenzione: 5-7 anni (ingressonella scuola)
2.1 Modalità per la diagnosip g
Utilizzare informazioni anamnestiche ottenuted i f ili i d d ’ i i idai familiari corredate da un’ampia e sistematicaintervista
Valutare le informazioni degli insegnanti relativeal comportamento del soggetto durante leal comportamento del soggetto durante leattività scolastiche
Strutturare modalità di osservazione piùecologiche possibili sia a casa che a scuola( ll’ li i b i id i il(nell’esame clinico breve non si evidenzia ildisturbo)
2.1 Modalità per la diagnosi
La diagnosi di ADHD è clinica e si basa sulla raccolta diinformazioni da fonti multiple ( in particolare i genitori e gli
p g
informazioni da fonti multiple ( in particolare i genitori e gliinsegnanti ) e sull’osservazione diretta.
TABELLA DI REGISTRAZIONE DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA
Nome : ……………………………..
Settimana: ………………… Compilata da: …………………..
Comportamento osservato: …………………… Periodo di osservazione: …………………
DATADATA FREQUENZAFREQUENZA DURATADURATA INTENSITA’INTENSITA’ ANTECEDENTEANTECEDENTE CONSEGUENZECONSEGUENZE
2.2 Disturbi comorbili e diagnosi differenziale
C bili à i di bi ll’ di
g
Comorbilità con i disturbi ell’apprendimento
Comorbilità con altri disturbi del comportamentop
Comorbilità con i disturbi dell’umore
Comorbilità con i disturbi d’ansia
2.3 Possibili evoluzioni del disturbo
Essere adolescenti con ADHD
Rid zi n d l mp rt m ntRiduzione del comportamento iperattivo
Disturbi comportamentali diadattamento sociale
Sensazione soggettiva di instabilità
Disturbi depressivo/ansiosi
Relazioni intense e problematiche
Difficoltà di organizzazionedella vita quotidianap
Condotte pericolose
2.4 IL DDAI in eta’ adulta –possibili evoluzioni negativep g
Disturbi psichici costanti
Condotte rischiose
Bassa autostima
Tendenza all’isolamento sociale
V l bilità i t l i Vulnerabilità psicopatologica
2.4 Aspetti positivi in età adulta
Alta motivazione, lucidità;
Grande energia e resistenza allo sforzo fisico;
Iperfocalizzazione con ottime capacità di rendimento;
Estremo senso della giustizia per se e per gli altri;
Assenza di rancore in caso di conflitti;;
Tenacia nel superamento delle difficoltà dell’esistenza;
F t i ti ità Fantasia e creatività;
Amore intenso per gli animali e per la natura;
Spontanea disponibilità a prestare aiuto;
3. EZIOLOGIA DEL DDAI
EZIOLOGIAADHD - Disturbo biopsicosociale
CAUSE BIOLOGICHE SOTTOSTANTIStrettamente correlate all’assetto psicologico personale
dell’ambiente e delle esperienze della persona
DIVERSE IPOTESI
ALIMENTAZIONE ?
GENETICA NEUROANATOMIAGENETICA NEUROANATOMIA
3.1 Ipotesi neuroanatomicap
Livelli inferiori di attività cerebrale nel circuito che collega le regioniprefrontali con il sistema limbico attraverso il corpo striatop p
Dimensioni ridotte di alcune aree cerebrali (cervelletto motivazione;globo pallido, nucleo caudato interruzione delle risposteg p pautomatiche che consente il controllo degli impulsi e decisioni piùaccurate da parte della corteccia prefrontale destra) dove sono presentii circuiti della dopamina e della noradrenalina, neurotrasmettitoripresenti in quantità inferiori in questi soggettipresenti in quantità inferiori in questi soggetti
Sottoattivazione della corteccia prefrontale dedotta anche da un minorconsumo di glucosio disinibizione del comportamento incapacità diconsumo di glucosio disinibizione del comportamento, incapacità diritardare risposte impulsive e cadute attentive
Complicazioni durante la gravidanza ed il parto Complicazioni durante la gravidanza ed il parto
4. I TRATTAMENTI PER IL DDAI
Trattamento farmacologico
Trattamento psicoeducativo cognitivo-comportamentale: training sull’autoregolazione cognitiva e autogestione del comportamento; utilizzo del rinforzo verbale edel comportamento; utilizzo del rinforzo verbale e materiale
Possibilità di trattamento con altri soggetti rispetto al soggetto con ADHD: parent-training, lavoro con la scuolascuola
4.1 La terapia farmacologicap g
Con metilfenidato (Ritalin): aumento dei neurotrasmettitori (dopamina) nelle fessuresinaptiche; assunzione (2-3 volte al giorno) durante il periodo scolasticop ( g ) p
70-80% dei soggetti mostrano una riduzione dei sintomi uguale o superiore al 50%(maggiori capacità di autocontrollo e auotmonitoraggio, di gestione della rabbia e dellerelazioni interpersonali)p )
Terapia di durata almeno annuale
Eff i ll li ( i) l d ll’ i d l ( i i i d l Effetti collaterali (rari): calo dell’appetito e del sonno (eccessiva attivazione delsimpatico), riduzione della crescita, variazioni del tono dell’umore (ansia, euforia,irritabilità, tristezza)
N i l i l’ b di ll’ à d lNon esiste correlazione con l’abuso di sostanze nell’età adulta
Altro farmaco (Strattera) in via di sperimentazione
Effetto circolare sulle relazioni genitore-figlio: tra i genitori dei soggettiche rispondono positivamente al trattamento farmacologico siregistrano toni più affettuosi, maggior calore materno, minori critiche
4.1 Indicazioni e strategie terapeutiche
L’intervento farmacologico va sempre discusso con i familiari e spiegato alsoggetto in maniera adeguata al suo livello cognitivo, presentandolo comesupporto agli sforzi intrapresi e non come soluzione “automatica” dei problemi,
g p
pp g p p ,con attenta valutazione delle implicazioni psicologiche della somministrazionedel farmaco
L i ilf id d i i i d l lLa terapia con metilfenidato deve essere iniziata dopo aver valutato tutte leinformazioni disponibili e sentiti gli altri operatori sociali e sanitari che siprendono cura della salute del soggetto e della sua famiglia
Un intervento esclusivamente farmacologico può provocare stigmatizzazione deldisturbo come “malattia”, deresponsabilizzando chi interagisce con il soggetto efavorendo una serie di attribuzioni “esterne” da parte di genitori ed educatori;invece sia il soggetto che gli educatori devono attribuire ad un “locus ofinvece, sia il soggetto che gli educatori devono attribuire ad un locus ofcontrol” interno le cause dei propri comportamenti perché solo così può nascerela motivazione al cambiamento
Il ritenere di stare così male da aver bisogno di un farmacopuò minare la già fragile autostima di questi soggetti,peggiorando l’eventuale quadro depressivo: per questo
4.2 I trattamenti cognitivo-comportamentalig p
Autoistruzione verbale
Guidare il soggetto ad acquisire un dialogo internomodellato sulle fasi del problem-solving (riconoscere il
bl l i i lt ti l tproblema, generare soluzioni alternative, valutarel’efficacia di ogni soluzione, pianificare la risoluzione delproblema ed il risultato ottenuto)
Stress inoculation training
Insegnare ad autosservare il proprio vissuto e leproprie emozioni in presenza di situazioni stressanti
Aiutare il soggetto a generare una serie di rispostealternative adeguate al contesto ed in grado di
4.2 Dieci passi sequenziali Far capire la necessità di riconoscere un’emozione particolare
Mostrare le espressioni facciali che la caratterizzano
p q
Mostrare le espressioni facciali che la caratterizzano
Darle un nome
Definirne le caratteristiche
Presentare un esempio personale Presentare un esempio personale
Ripetere la definizione
Mostrare un figura. Cosa potrebbe aver provocato l’emozione?
Che cosa si potrebbe dire o fare per diminuirla o intensificarla? Che cosa si potrebbe dire o fare per diminuirla o intensificarla?
Passare al mantenimento ripetendo la definizione più volte
4.3 Il trattamento multimodale
Maggiori percentuali di successo: integrazione di vari tipi ditrattamento (farmacologico, psicologico, familiare, scolastico)
Parent training: indicazioni per i genitori
Genitori “coterapeuti”, operatori a tempo pieno nell’applicare le adeguate tecniche psicologiche
Incrementare il numero di interazioni positive con il figlio(trascorrere del tempo insieme in cui non lo si critica, né si fannorimproveri e prediche
Guardarlo in viso mentre gli si parla
Dispensare rinforzi sociali e materiali in risposta a comportamentipositivi del soggetto
4.3 Il trattamento multimodale
Aumentare la collaborazione del figlio usando comandi più diretti,precisi e semplici in modo da essere facilmente compresi, fare unai hi ll l d il di irichiesta alla volta, dare il tempo di agire
Prima di affrontare una situazione potenzialmente scatenante dirglii i tt d l i d ffid li i l bilitàcosa ci si aspetta da lui ed affidargli piccole responsabilità
Prendere provvedimenti coerenti per i comportamenti inappropriati( ti t) it d di i bbi d tt(es. timeout) evitando di esprimere rabbia o vendetta
Creare un ambiente silenzioso per lo svolgimento dei compitil ti i di id li i i l ti f ti iti iscolastici, dividerli in piccole parti, fare spesso commenti positivi
sul buon andamento del lavoro
4.3 Il trattamento multimodaleIMPORTANTE:
Evitare di esporre il soggetto a scene di violenza o a contenuti chep ggpossono agitarlo o provocargli tensione (es.: ascolto di musiche tropporitmate, visione di pubblicità , cartoni animati o film dalle sequenze e dalle tramefrenetiche)
Permettere di guardare solo trasmissioni televisive o ascoltare musichecon contenuti pacati, rilassanti o moderatamente vivaci
Gli t i p i ipi l p l f i i d ll pl t ti d li lt i i hi Gli stessi principi valgono per la fruizione della playstation e degli altri giochielettronici, il cui tempo totale di fruizione, unitamente a quello della TV nondeve superare le due ore al giorno
Predisporre attività alternative (passeggiate nei parchi, giochi di costruzione,giochi motori, carte, disegno, lettura) tenendo presente che occorre insistere inquanto, in un primo momento, il soggetto si ribellerà, non essendo queste attivitàq , p , gg , qaltrettanto attraenti quanto la televisione o la playstation; accompagnarsi alui in giochi e letture
5. SCUOLA E APPRENDIMENTO
Difficoltà nell’attenzione
Scarsa tolleranza alle frustrazioni e agli sbagli
Poca resistenza nello sforzo intellettuale
I l i ià i Insuccesso scolastico già preventivato
5.1 Linee guida nella pianificazione e nello svolgimento delle attività
I principi:
BREVITA’- VARIETA’- STRUTTURA
1 O i i i di l1. Organizzazione e tempi di lavoro Tenere il soggetto di fronte per non perdere il contatto
visivo La sala dev’essere cromaticamente stimolante ma con
poche fonti di distrazione (giochi o materiale vario,finestre porta cestino orologio armadi librerie ecc )finestre, porta, cestino, orologio, armadi, librerie ecc.)
Non collocare il soggetto in una zona completamentepriva di stimolazione Favorire la socializzazione all’interno di un piccolo
gruppo (2-3) con regole precise; moderare i contatti
5.1 Routine e regole da stabilire
Ricordare: attività routinarie e strutturate e tempi di lavoro prestabiliti
Possibilmente avere giorni/orari fissi di ingresso Possibilmente avere giorni/orari fissi di ingresso Predisporre una routine di inizio lavoro (saluto, breve conversazione
ecc.) Presentare al soggetto le attività che dovrà svolgere scandendone i Presentare al soggetto le attività che dovrà svolgere scandendone i
tempi Concordare le pause prima , possibilmente sempre negli stessi
momenti Se ci sono attività da eseguire a casa fare un elenco scritto, farlo
leggere al soggetto verificando se ha capito tempi e modalità Routine di saluto e di uscita a fine lavoro (es. battere le mani, dare un(
piccolo premio ecc.)
Le regole Devono essere discusse e condivise dal soggetto Devono essere discusse e condivise dal soggetto Sotto forma di proposizioni positive e non divieti (elencare
prima quello che si può fare)
5.1 Tempi di lavoro e uso dei materiali Stabilire e prevedere i tempi di lavoro Valutare i tempi e le difficoltà di svolgimento di un esercizio insieme
verificandone la corretta comprensioneverificandone la corretta comprensione Dividere gli esercizi più complessi in piccole fasi più semplici
U d i i liUso dei materiali Spiegare la funzione degli attrezzi utilizzati (aiutandosi con
cartelloni murali) Far spiegare al soggetto oralmente la funzione di ogni attrezzo
prima di usarlo Lasciare il tempo necessario per riordinare il materiale usato
Da tenere presente: Eventuali tempi vuoti o situazioni di transizione sono Eventuali tempi vuoti o situazioni di transizione sono
momenti ad alto rischio (il soggetto si agita perchè non sonochiari ruoli e regole): occorre pianificare precedentemente le
5.1 Quando si lavora in gruppo
Dividere in sottogruppi di 2-3 soggettiDividere in sottogruppi di 2 3 soggetti
Assegnare a ciascuno un ruolo fisso per almeno unasettimana
Lodare verbalmente o premiare ogni comportamentoLodare verbalmente o premiare ogni comportamentocorretto
Nel passaggio da un luogo ad un altro in grupposistemare i soggetti in fila mettendo il soggetto conDDAI come capofilap
5.1 Strutturazione delle attività
Le attività devono essere presentate sotto forma di giochi cheabbiano un significato per la struttura motivazionale del soggettog p gg(utilizzare storie, situazioni e personaggi da lui preferiti ocomunque appartenenti al suo vissuto)Ogni esercizio deve essere strutturato in poche e sempliciOgni esercizio deve essere strutturato in poche e semplicisequenze, facendo in modo che nella fase iniziale il soggetto abbiaun’elevata percentuale di riuscita (ciò lo motiva ad affrontareesercizi più complicati)esercizi più complicati)Evitare esercizi troppo complessi per i quali sarebbe necessariauna concentrazione che il soggetto stenta a raggiungere
Prevedere attività anche molto movimentate (salti, corsaveloce, tuffi, gare, punching ball ecc.), in cui il soggetto abbiala possibilità di “esplodere” in una situazione controllatap pper scaricare energie e tensioni, alternandole ad attività didecompressione e rilassamento
5.1 Strategie di gestione della situazione scolastica
•Scrivere testi al computer;
•Leggere e ripetere un argomento a voce alta e liberamente;Leggere e ripetere un argomento a voce alta e liberamente;
•Coinvolgere tutti i sensi del soggetto;
•Cambiare argomento ogni mezz’ora ;
•Dare la possibilità di leggere scorrendo il testo con il dito;
•Sottolineare i dati importanti in problemi complessi e scomporre i medesimi;
Effettuare lo studio in un posto dove è presente solamente il materiale•Effettuare lo studio in un posto dove è presente solamente il materialenecessario per svolgere i compiti;
•Strutturare le condizioni di lavoro in modo semplice e chiaro;
•Insegnare strategie di apprendimento mostrando i passi di un compito dalprincipio al risultato;
•Sintetizzare e schematizzare i contenuti glossandoli con colori;
•Far ripetere gli argomenti ponendo domande;
•Evitare il sovraccarico cognitivo.
5.1 Gestire gli attacchi di agitazione o rabbia Prima di bloccare il soggetto attendere che si scarichi da solo
controllando che non si ferisca o che non danneggi altri, fornendoglimateriale che lo aiuti a liberare l’energia in modo non dannosog(es.picchiare su di un tamburo; lanciare un pallone, colpire uncuscino…) essendo pronti ad intervenire
Permettere al soggetto di urlare per qualche secondo se questo lo Permettere al soggetto di urlare per qualche secondo se questo loscarica
Quando è indispensabile bloccarlo fisicamente
Non gridare, mostrarsi agitati, nervosi o preoccupati
Tenerlo fermo in maniera decisa ma non rabbiosa, parlandogli conmolta tranquillità anche se grida si ribella o si divincola (può esseremolta tranquillità anche se grida, si ribella o si divincola (può esserenecessario farsi aiutare)
Aspettare il tempo necessario senza affrettare
Alla fine far parlare il soggetto di come si è sentito, spiegandogli (inmaniera ferma ma non minacciosa e con linguaggio adatto al suo livello
Ulteriori indicazioni sull’approccio al lavoro e la struttura degli esercizi
Spiegare chiaramente e con calma l’esercizio ripetendolopiù di una volta , in modo chiaro e con parole alla portatap , p pdel soggetto
Verificare che il soggetto abbia capito chiedendogli di Verificare che il soggetto abbia capito chiedendogli diripetere
Stabilire un contratto di gratificazioni con premi eprivilegi concordati, assegnando punti per ogni eserciziosvolto correttamentesvolto correttamente
Predisporre un diario o un quaderno sul quale scriverenote positive per la famiglia
5.1 Potenziare l’efficacia del lavoro…in sintesi
Stabilire a priori la sequenza degli esercizi, per non lasciare tempivuoti o apparire incerti sul da farsipp
Accorciare i tempi di lavoro facendo brevi e frequenti pause Rendere gli esercizi sempre nuovi e stimolanti variandone le
modalità di proposta ed i materialip p Ricorrere a segnali gestuali o visivi concordati con il soggetto per
esprimere approvazione o disapprovazione Adottare un tono variato e non monotono della voce, ripetendop
spesso le indicazioni più importanti ed incitando nei momentichiave degli esercizi
Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente con ilsoggetto
Costruire situazioni di gioco per aumentare l’interesse Utilizzare i giochi di ruolo Alternare compiti attivi e passivi Fare in modo che gli esercizi non siano troppo lunghi e ripetitivi
5.1 Cautele particolari
Non creare situazioni di competizione marcata con icompagni
Nella fase iniziale non focalizzarsi sugli errori mal i li i i i i li d i ivalorizzare gli aspetti positivi sottolineando i progressi
raggiunti volta per volta
Non punire il soggetto impedendogli di muoversi perlungo tempo (se rimane fermo per molto tempo dopo saràancora più ingestibile)
E f i i l i i i i d l d l Enfatizzare i lati positivi del comportamento del soggetto(intuito,creatività, affettuosità, estroversione sono
5.2 Aiuti concreti per gestire il rapporto con gli adolescenti con il DDAI
• Stabilire il comportamento richiesto con un tono pacato, fermo mafondamentalmente gentile
• Dare una breve lista con le diverse attività da svolgere durante la giornata
• Non dare spazio a discussioni , il malumore deve essere affrontato fin dall’inizio
• In una critica o nella discussione di un problema non debordare
• Esigere solo ciò che è essenziale
• Non lodare esageratamente e neanche punire esageratamente
• Quando la tensione sale interrompere il contatto visivo e abbassare la voce
• Evitare prescrizioni comportamentali e appelli morali
• Provare con comunicazioni scritte
• Riuscire a tirar fuori quanto più humour possibile in tutto ciò che è tipico dellasindrome.