Gruppo Bancario Carichieti Pillar 3 Informativa al Pubblico al 31 dicembre 2008
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Sommario
Introduzione ...............................................................................................................................................3
Tavola 1. Requisito informativo generale.............................................................................................3 Informativa qualitativa ............................................................................................................................3 1.1. Organizzazione della Funzione di Gestione del Rischio ............................................................5 1.2. Rischio di Credito e di controparte ...............................................................................................9 1.3. Rischio Operativo............................................................................................................................12 1.4. Rischi di Mercato .............................................................................................................................13 1.4.1 Rischio generico ............................................................................................................................16 1.4.2 Rischio specifico ............................................................................................................................16 1.4.3 Rischio di prezzo ............................................................................................................................16 1.4.4 Rischio di cambio..........................................................................................................................17 1.4.5 Backtesting .....................................................................................................................................17 1.5 Rischio di tasso di interesse.............................................................................................................17 1.6 Rischio liquidità..................................................................................................................................18
Tavola 2. Ambito di Applicazione........................................................................................................19 Area e metodi di consolidamento..................................................................................................19
Tavola 3. Composizione del Patrimonio di Vigilanza.......................................................................20 Patrimonio supplementare...................................................................................................................21
Tavola 4. Adeguatezza Patrimoniale..................................................................................................22 4.1. Informativa qualitativa...................................................................................................................22
Tavola 5. Rischio di Credito: Informazioni Generali Riguardanti tutte le Banche......................24 Informativa qualitativa ..........................................................................................................................24
Tavola 6. Rischio di credito: Informazioni Relative ai Portafogli Assoggettati al Metodo Standardizzato e alle Esposizioni Creditizie Specializzate e in Strumenti di Capitale nell’Ambito dei Metodi IRB .............................................................................................................................................32
Tavola 7. Rischio di credito: Informativa sui Portafogli cui si Applicano gli Approcci IRB........32
Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio ...............................................................................32 Informativa qualitativa ..........................................................................................................................32
Tavola 9. Rischio di Controparte ..........................................................................................................34
Tavola 10. Operazioni di Cartolarizzazione......................................................................................35
Tavola 12. Rischio Operativo ..............................................................................................................36
Tavola 13. Esposizioni in Strumenti di Capitale: Informazioni sulle Posizioni Incluse nel Portafoglio Bancario ..................................................................................................................................37
Informativa qualitativa ..........................................................................................................................37 Informativa quantitativa .......................................................................................................................38
Tavola 14. Rischio di tasso di Interesse sulle Posizioni Incluse nel Portafoglio Bancario..........39 Glossario....................................................................................................................................................42
Elenco delle Tabelle...................................................................................................................................44
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Introduzione
Allo scopo di rafforzare la disciplina di mercato, la Circolare 263 di Banca d’Italia ha
introdotto alcuni obblighi di pubblicazione di informazioni riguardanti l’adeguatezza
patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti
all’identificazione, misurazione e gestione di tali rischi. Le informazioni, pubblicate in
ottemperanza alla suddetta disciplina, sono di natura qualitativa e quantitativa e seguono la
suddivisione in quadri sinottici definita nell’Allegato A, Titolo IV, Capitolo 1 della Circolare 263
del 27/12/2006.
Il Gruppo Carichieti rende disponibile questa informativa al pubblico (Risk Report Pillar 3) ed i
successivi aggiornamenti sui propri siti Internet agli indirizzi:
- www.carichieti.it
- www.flashbank.eu.
Tavola 1. Requisito informativo generale
Informativa qualitativa
I principi base che caratterizzano il processo di risk management all’interno del Gruppo
Carichieti si fondano su di una chiara e netta distinzione di ruoli e responsabilità tra le funzioni
di controllo di primo, secondo e terzo livello per le strategie di gestione dei rischi, la loro
misurazione e controllo ed infine per la verifica complessiva della adeguatezza del sistema di
misurazione e gestione dei rischi.
In sintesi il modello organizzativo prevede la seguente struttura:
- il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo definisce gli orientamenti strategici e
le politiche di gestione dei rischi con frequenza almeno annuale, approva le policy in
materia di risk management e verifica il complessivo rispetto dei limiti assegnati ai vari
livelli di operatività;
- il Collegio Sindacale ha invece la responsabilità di valutare il grado di efficienza e di
adeguatezza del sistema dei controlli interni, con particolare riguardo al controllo dei
rischi;
- il Direttore Generale garantisce il rispetto delle politiche e delle procedure in materia
di rischi, propone al Consiglio di Amministrazione la pianificazione del funding di
Gruppo e l’allocazione del capitale, individuando le iniziative da adottare per
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ottimizzare i profili di rischio rendimento dell’Asset & Liability Management e definendo
le azioni di Capital Management;
- il Servizio Audit/Ispettorato della Capogruppo ha il compito di definire le regole
inerenti il sistema di controlli interni verificandone l’effettiva applicazione e il rispetto
dello stesso;
- il Risk Management della Capogruppo definisce le metodologie integrate di analisi
per la misurazione del complesso dei rischi ai quali la banca può incorrere, al fine di
garantire un’accurata misurazione ed un costante monitoraggio dei rischi, e
quantifica il capitale economico. Sulla base dei modelli interni sviluppati per la
quantificazione del VaR e della sensibilità del valore economico delle esposizioni ai
diversi fattori di rischio considerati, il Risk Management produce la reportistica
periodica di controllo e verifica giornalmente il rispetto dei limiti operativi stabiliti dal
Consiglio di Amministrazione.
Il presidio del rischio è un obiettivo fondamentale per il Gruppo Bancario Carichieti al fine di
garantire:
- la salvaguardia del patrimonio aziendale, assicurando una congrua redditività del
capitale ed un efficacia ed efficienza del processo di creazione del valore;
- la coerenza dei processi operativi con le strategie, le politiche ed i regolamenti interni.
Il Gruppo Carichieti nel corso della sua operatività sui mercati incorre in varie tipologie di
rischio che possono schematicamente essere ricondotte alle seguenti:
- Rischio di Credito;
- Rischi di Mercato relativi al portafoglio di negoziazione;
- Rischi di Tasso del Banking Book (Asset & Liability Management);
- Rischio di Liquidità;
- Rischio di Controparte ed Emittente;
- Rischi Operativi;
- Rischio di Business (ovvero il rischio di perdite originato dalla volatilità della struttura dei costi
e dei ricavi);
- Rischi Reputazionali (ovvero l’eventualità di un deterioramento del rapporto fiduciario tra
cliente e banca).
Per quelli esplicitamente richiamati dal Primo Pilastro della normativa Banca d’Italia
sull’adeguatezza patrimoniale in precedenza citata nonché per taluni altri come ad esempio
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il rischio di concentrazione il Gruppo Carichieti utilizza per la quantificazione del capitale
interno il modello standard della Banca d’Italia. Per il rischio di tasso di Banking Book invece il
gruppo ha sviluppato un proprio modello interno di misurazione che viene utilizzato ai fini
della determinazione del capitale interno complessivo previsto dal Pillar II. Infine,
relativamente ai rischi di liquidità, è stato approntato un modello di misurazione secondo una
visione condivisa dalle strutture operative della banca. Questi fattori di rischio, che hanno un
impatto diretto sul patrimonio del Gruppo, sono oggetto di sistematica misurazione da parte
del Risk Management della Capogruppo Bancaria il quale provvede a predisporre la
documentazione nei tempi stabiliti per l’Alta Direzione e per il Consiglio di Amministrazione.
Nell’ambito della costante attività di indirizzo strategico il CdA definisce la propria
propensione al rischio delineando, per i rischi rilevanti, i livelli massimi entro i quali gestire
l’operatività, le modalità per contenere la crescita dei rischi (risk mitigation) ed eventuali
azioni in grado di fronteggiare situazioni contingenti di repentina crescita del grado di rischio
(contingency plan). La normativa relativa all’operatività e la struttura dei livelli di delega,
costantemente sottoposta a verifica nell’ambito del sistema dei controlli interni, assicurano
un valido presidio per il contenimento del rischio e per una sana e prudente gestione.
1.1. Organizzazione della Funzione di Gestione del Rischio
Il Risk Management presiede il funzionamento del sistema di gestione del rischio del Gruppo,
verificandone il rispetto e l’adeguatezza delle misure di mitigazione. Progetta e implementa il
sistema di misurazione e controllo dei rischi per la determinazione del capitale economico e
regolamentare, per le diverse tipologie di rischio e garantisce l’informativa attraverso
opportuni sistemi di reporting alle funzioni di business, agli Organi di Vertice e all’Alta
Direzione. Il Risk Management è una funzione con il compito di:
- validare/determinare le metodologie/criteri di pricing degli strumenti finanziari utilizzati
dal Gruppo;
- definire, sviluppare ed aggiornare i modelli gestionali per la misurazione dei rischi di
mercato;
- presidiare la formalizzazione dei limiti di esposizione ai rischi di mercato delegati dal
Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, verificando la coerenza
metodologica della struttura complessiva degli stessi;
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- presidiare le misurazioni di VaR a livello di singoli portafogli e di portafoglio
complessivo;
- eseguire il monitoraggio sul livello della capienza dei limiti stabiliti in riferimento alle
connesse misure di VaR, di Stop Loss (VaR e P&L) ed eventuali ulteriori metriche di
misurazione inerenti ai rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a livello delle
singole unità di business e del Gruppo complessivamente;
- verificare l’applicazione delle linee correttive deliberate a fronte di superamento dei
limiti o di altre situazioni di vulnerabilità rilevate in sede di monitoraggio dei rischi;
- presidiare le misurazioni del Rischio Controparte a livello capogruppo e complessivo di
Gruppo;
- eseguire il monitoraggio sul livello della capienza dei limiti stabiliti in riferimento alle
connesse misure di rischio di controparte, a livello di capogruppo e di Gruppo
complessivamente;
- sviluppare ed aggiornare i modelli per la misurazione dei rischi operativi;
- definire, sviluppare ed aggiornare i modelli per la misurazione dei rischi inerenti al
profilo di rischio tasso d’interesse e di liquidità del Gruppo (ALM Banking Book);
- misurare le esposizioni di rischio di tasso d’interesse e di liquidità, controllare il rispetto
delle eventuali soglie di attenzione dei limiti stabiliti e attivare le opportune iniziative
finalizzate alla complessiva ottimizzazione, anche sulla base di opportune analisi di
scenario;
- sviluppare e manutenere le metodologie tese all’identificazione e mappatura dei
rischi del Gruppo, sia per unità operative che per entità legale;
- definire, sviluppare ed aggiornare i modelli di stima e valutazione dei rischi aziendali
rilevanti e non, così come definiti nella normativa di vigilanza;
- sviluppare, mantenere e implementare operativamente le metodologie di stress
testing su tutti i fattori di rischio, finalizzate alla determinazione del capitale interno
complessivo.
- redigere, per la parte relativa alla gestione dei rischi e del capitale interno
complessivo, il commento alla relazione di bilancio semestrale ed annuale per la
Capogruppo e per il Gruppo;
- determinare la misura di capitale interno e redigere il resoconto ICAAP al fine di
illustrare le evidenze del processo che il Gruppo Bancario Carichieti, nell’ottica del
processo di adeguamento ai requisiti regolamentari del Secondo Pilastro, ha
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sviluppato per la valutazione della propria adeguatezza patrimoniale, alla luce di
quanto disposto dalla circolare Banca d’Italia 263 del 27 Dicembre 2006, Titolo III,
“Processo di Controllo Prudenziale”. Il calcolo del capitale complessivo avviene
mediante una compiuta valutazione di tutti i rischi a cui la banca è o potrebbe essere
esposta, sia di quelli considerati ai fini del calcolo del requisito patrimoniale minimo sia
di quelli in esso non contemplati.
Nella tabella che segue si riporta il quadro di risk mapping relativo al gruppo Carichieti
con le metodologie utilizzate per la misurazione ai fini regolamentari:
Risk Map Metodologia calcolo Capitale Interno Complessivo
Credito-Controparte Standard
Mercato Standard
I pila
stro
Operativi Base
Concentrazione GA adjustement –
metodologia Bankit
Tasso di interesse Modello interno
? Capitale Interno
Liquidità Metodologia Bankit
Residuo N/A
Cartolarizzazione N/A
Strategico N/A
II p
ilast
ro
Reputazionale N/A
Valutazione qualitativa
Il Gruppo determina il capitale interno complessivo quale sommatoria “building block”
dei requisiti patrimoniali di primo pilastro, e dei capitali interni relativi al rischio di
concentrazione e rischio di tasso di interesse di secondo pilastro. Vengono inoltre
definite le componenti patrimoniali a copertura del capitale interno complessivo e il
buffer disponibile rispetto al livello di patrimonializzazione. A questo punto vengono
identificate le aree di miglioramento e pianificati gli interventi, il tutto sotto la
supervisione dell’Audit il quale procede con una autovalutazione interna dell’ICAAP;
- predisporre la redazione della seguente informativa obbligatoria definita dalla
normativa di Vigilanza, sub Pillar 3;
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- produrre, con le periodicità stabilite, la reportistica operativa a supporto del business
della Capogruppo;
- predisporre, per la materia di competenza, il materiale per gli incontri con le società di
rating e produrre la connessa reportistica di dettaglio per l’Alta Direzione e per le altre
Funzioni della Banca e del Gruppo Carichieti;
Rischi di Pillar 1
Tipologia di rischio Misurazione rischi vigilanza Modelli gestionali in essere o a tendere
Credito Modello Standard
Mercato (trading) Modello Standard Modello interno Var
Operativo BIA (Basic Indicator Approach) Metodo standardizzato (TSA)
Rischi di Pillar 2
Tipologia di rischio Misurazione rischi vigilanza Attività in essere o a tendere
Concentrazione Modello standard Modello di concentrazione settoriale
Mercato (ALM) Modello interno Alm-Prometeia
Liquidità Mitigazione e controllo in base alla Policy di
gestione dei rischi
In occasione delle periodiche riunioni del Consiglio di Amministrazione della Capogruppo
viene redatto un “risk management report” per l’analisi e la misurazione del complesso dei
rischi. L’elaborato mensile contiene le seguenti evidenze:
- volumi e composizione del portafoglio
- report rischio cambio
- report rischio paese
- report rischio di controparte
- backtesting Var e report Var
- requisiti patriomoniali e ratios di vigilanza
- performance voce 80
- prospetti relativi agli strumenti finanziari derivati
- andamento indice di concentrazione H-H
- reportistica Alm
- Stress test (periodicità trimestrale)
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Per quanto riguarda l’ALM, le principali analisi svolte sono relative a valutare:
o l’ impatto sul valore economico;
o l’impatto sul Margine di Interesse a Rischio con e senza effetto vischiosità delle poste a
vista.
Per quanto riguarda il rischio di mercato, le principali analisi svolte sono relative a:
o l’andamento del profilo di rischio di mercato del Portafoglio di Negoziazione di Gruppo:
Var gestionale.
1.2. Rischio di Credito e di controparte
Il rischio di credito si riferisce all’inatteso conseguimento di una perdita o di una qualsiasi
riduzione di valore o di utili per inadempienza del debitore (default), ossia il “Rischio che
deriva da una esposizione creditizia nei confronti di un determinato soggetto a seguito di
una modificazione non prevista del merito creditizio che determini una variazione di valore
della esposizione stessa”.
La metodologia di misurazione del rischio di credito adottata dal Gruppo a fini regolamentari
segue le disposizioni previste dal modello Standard.
Il Gruppo ha predisposto un sistema di controllo gestionale del rischio di credito al fine di
garantire un’affidabile e sostenibile generazione di valore in un contesto di rischio
controllato, di proteggere la solidità finanziaria e la reputazione del Gruppo, nonché di
consentire una trasparente rappresentazione della rischiosità dei propri portafogli. Viene
attribuita una forte rilevanza alla gestione e al controllo dei rischi creditizi, che si fondano su
alcuni principi chiave:
1. chiara individuazione delle responsabilità di assunzione dei rischi;
2. separatezza organizzativa tra funzioni dedicate alla gestione e funzioni addette al
controllo dei rischi;
3. passaggio da una logica “tradizionale”, fondata su giudizi dicotomici del merito
creditizio ad una logica di “misurazione del rischio”, basata su modelli quantitativi di
stima del rischio di insolvenza e sullo sviluppo di modelli di portafoglio.
Le attività di definizione delle metodologie di misurazione, gestione e controllo dei rischi
creditizi sono accentrate nella Capogruppo; i rischi assunti dalle società del Gruppo sono
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misurati utilizzando le medesime metodologie e lo stesso apparato tecnologico. Sono
oggetto di misurazione tutte le esposizioni creditizie, in bilancio e fuori bilancio.
I sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio di credito, di seguito presentati,
consentono analisi a livello individuale e di portafoglio:
- AAR e CPC: l’Analisi Automatica del Rischio (AAR) e il Credit Position Control (CPC)
sono strumenti che consentono di monitorare tutti i clienti della Banca aventi
un’esposizione diretta e/o indiretta nei confronti della stessa. Il monitoraggio della
clientela è effettuato sulla base di modelli di analisi, che utilizzano la globalità delle
informazioni interne ed esterne all’Istituto. L’attendibilità delle informazioni e dei risultati
ottenuti nei modelli di analisi (AAR, CPC, SARA) è verificata a livello consortile
dall’outsourcer informatico sulla base della documentazione metodologica fornita.
- Matrice Y: al fine di un controllo periodico e sistematico di tutte le posizioni affidate dal
Gruppo che superano il 10% del Patrimonio di Vigilanza.
- Modello gestionale di rating interno, denominato “S.A.Ra”: strumento utilizzato per:
o l’analisi di tipo puntuale/andamentale e revisionale da proporre all’attenzione
dell’Alta Direzione;
o il monitoraggio della clientela affidata;
o il supporto nella valutazione del merito per posizioni affidate in sede di nuova
concessione o revisione degli affidamenti.
Il processo di misurazione del rischio di controparte a fini regolamentari rientra nel modello
standard adottato dal Gruppo per la rilevazione del rischio di credito. A fini gestionali viene
misurata e monitorata l’esposizione della banca al rischio di controparte attraverso la
procedura Master Finance.
Per la determinazione e il monitoraggio del rischio di controparte su derivati OTC, la
procedura utilizza un valore dato dalla sommatoria del valore di sostituzione (replacement)
aggiunto ad una percentuale (add-on) del nominale sottostante, determinata in funzione
dello strumento finanziario, della sua durata originaria e della controparte, in linea con le
indicazioni date dalle Istruzioni di Vigilanza, Tit. IV, Cap. 2, Allegato B, Paragrafo 2.2 in cui si
evidenzia nel calcolo dell’equivalente creditizio la metodologia per valutare la rischiosità in
base alla specifiche caratteristiche dello strumento finanziario e alla sua durata.
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A ciascuna controparte (emittente/cliente) viene assegnata una linea di credito operativa; il
sistema Master Finance elabora le operazioni effettuate dalla controparte e calcola il
relativo valore d’utilizzo rispetto alla linea di credito.
Il processo di determinazione del rischio di controparte prevede che l’utilizzo venga
calcolato considerando esclusivamente il valore di replacement in combinazione con quello
di add-on in funzione della suddivisione innanzi specificata.
Sono accentrate nella Capogruppo la responsabilità di sviluppare e definire le metodologie
di misurazione dei rischi, l’attività di controllo dei rischi assunti a livello consolidato e la
gestione strategica degli stessi. Alle società del Gruppo permane la responsabilità dei presidi
di primo livello (Servizio Crediti), con particolare riferimento alla verifica della compatibilità
del livello di rischiosità individuale con le indicazioni della Capogruppo, con la dotazione
patrimoniale e con le regole di vigilanza prudenziale.
Periodicamente, con la predisposizione del resoconto ICAAP, viene effettuato lo stress test
con analisi di sensitività che prevedono l’accentuarsi di alcuni fenomeni di criticità, quali il
tiraggio delle linee di credito o l’incremento delle posizioni in sofferenza.
L’iter della concessione del credito e della corretta individuazione del prenditore di denaro è
regolato da apposito manuale operativo, integrato da specifiche circolari riguardanti
l’erogazione di credito, l’acquisizione di garanzie e di tutti gli aspetti riguardanti la specifica
operatività di gestione creditizia.
Il processo di erogazione del credito è disciplinato dal documento sui poteri delegati,
prevedendo diversi livelli di autonomia sia presso le strutture decentrate della Rete, sia presso
la Direzione Generale.
Nelle strategie di erogazione assume particolare importanza la definizione delle regole
(policy) di accettazione della clientela, incentrate sulle caratteristiche di analisi della
solvibilità prospettica del cliente. Solo dopo aver individuato il cliente con i requisiti di merito
di credito stabiliti sono presi in considerazione altri fattori di attenuazione del rischio di credito
(garanzie). Le informazioni sulle qualità del cliente e sulle caratteristiche di rischio
dell’operazione determinano l’individuazione dell’organo deliberante competente per la
concessione creditizia. Le strategie di monitoraggio sono invece composte da tutti i sistemi di
rilevazione delle mutate caratteristiche del cliente. La rilevazione di eventi in grado di
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modificare il rischio di credito innesca una serie di adempimenti da parte della rete
commerciale, a cui viene assegnato l’importante compito di mantenere aperto il canale di
comunicazione con il cliente e reperire tutte le informazioni utili alla verifica della variazione
del rischio di credito. Le politiche in ambito di attenuazione del rischio sono riferite a tre
insiemi di garanzie che rispettano i requisiti di mitigazione: Personali, Reali Finanziarie, Reali
Ipotecarie. Altri tipi di garanzia a protezione del credito non producono alcun effetto di
attenuazione del rischio di credito. In particolare, per le garanzie reali è in fase di
realizzazione un sistema di monitoraggio del valore del bene in garanzia, basato sulla
rilevazione del valore di mercato, giornaliero per i titoli (già attivo) e annuale per gli immobili.
Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio si
utilizza il concetto dello scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore puntuale
della garanzia offerta, che è in funzione della tipologia di titolo. In fase di delibera viene
considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al
netto dello scarto. Nelle fasi di monitoraggio viene richiesto l’adeguamento delle garanzie
per le quali il valore di mercato risulti inferiore al valore di delibera al netto dello scarto; la
notifica di tale adempimento viene canalizzata nei processi realizzativi delle strategie di
monitoraggio del credito.
1.3. Rischio Operativo
La rilevazione del capitale interno ai fini del rischio operativo viene effettuata secondo il
modello BIA (Basic Indicator Approach) che determina il requisito patrimoniale applicando
un coefficiente del 15% alla media triennale del Margine di intermediazione, se risultato
positivo.
Nell’ambito della rilevazione dei rischi operativi il Gruppo sta avviando un progetto teso alla
misurazione e alla gestione integrata degli stessi, attraverso il software gestionale OL
(Operational Losses), gestito a livello consortile dall’outsourcer CSE. Attività propedeutica
all’avvio del processo di rilevazione e di monitoraggio dei rischi operativi è la mappatura di
tutti i processi aziendali; in tal senso è in corso di implementazione la procedura PRM (Process
and Risk Mapping), che interagisce con il modulo OL e valuta i rischi operativi partendo dal
singolo processo aziendale. Questa procedura consentirà quindi di impostare il processo di
raccolta dei dati di perdita operativa (loss data collection) e di quantificare correttamente i
rischi operativi. Inoltre, come sviluppo successivo, verrà implementato un ulteriore modulo
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che attraverso l’elaborazione delle informazioni recepite da OL, sarà in grado di fornire una
misura del Capitale a Rischio (Operational VaR). Tale modello genera distribuzioni statistiche
relative alle stime di perdita per ogni Area di business integrando le informazioni rivenienti da:
- dati interni sulle perdite operative;
- dati sulle perdite potenziali (Self Assessment, analisi di scenario);
- fattori rappresentativi del contesto aziendale e del sistema dei controlli interni;
- dati di perdita di sistema (ottenuti da fonti esterne).
L’esame delle informazioni sugli eventi di perdita registrati, sulle perdite potenziali, sui fattori di
rischio e sul sistema dei controlli nelle Aree di business consentirà inoltre di ottenere
indicazioni di natura gestionale utili per:
- quantificare i rischi operativi delle varie aree di business;
- predisporre interventi di mitigazione delle perdite, rafforzamento dei controlli, riduzione
dei rischi;
- rendere più efficiente il trasferimento dei rischi operativi attraverso l’ottimizzazione del
ricorso al mercato assicurativo.
1.4. Rischi di Mercato
Il Portafoglio di Negoziazione del Gruppo Carichieti risulta costituito dall’insieme dei Portafogli
di Negoziazione di Vigilanza gestiti dalla Capogruppo ed in misura residuale da Flashbank. I
Rischi di Mercato del Portafoglio di Negoziazione rappresentano la perdita finanziaria
potenziale che potrebbe verificarsi sulle posizioni detenute dal Gruppo Carichieti, a seguito
di variazioni sfavorevoli nei parametri di mercato (risk factor). I risk factor alla cui variazione il
portafoglio è soggetto sono:
- tassi di interesse
- tassi di cambio
- prezzi di azioni
- indici
- valore di merci
- credit spread
- volatilità
I Rischi di Mercato del trading book vengono determinati, ai fini delle segnalazioni di
vigilanza, secondo la metodologia standard, che prevede una approccio “building block”.
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Tale modalità determina l’assorbimento patrimoniale come sommatoria delle risultanze delle
valutazioni di singoli risk factor. Per consentire un monitoraggio più efficiente del rischio di
mercato, ai fini gestionali vengono valutati in termini di ValueatRisk (VaR), sia per quanto
concerne la Capogruppo sia per Flashbank. In particolare con riferimento al Portafoglio di
Negoziazione della Capogruppo, si precisa che l’aggregato monitorato con metodologie
integrate VaR è più ampio di quello rilevante a fini di Vigilanza, poiché ricomprende anche
alcune posizioni del Portafoglio Bancario che dal punto di vista gestionale sono sotto la
responsabilità operativa delle Aree di Business che svolgono attività di negoziazione. Si tratta
sostanzialmente di posizioni di natura direzionale, assunte direttamente sulla base di
disposizioni del Consiglio di Amministrazione o di posizioni gestionalmente riconducibili
all’Area Finanza della Capogruppo, non aventi i requisiti per poter essere considerate nel
Portafoglio di Negoziazione di Vigilanza (es. titoli azionari ed obbligazionari di tipo AFS).
I rischi di mercato sono misurati giornalmente utilizzando il calcolo del VaR (Value at risk). Il
VaR si definisce come la massima perdita potenziale che il portafoglio può incorrere con un
determinato livello di probabilità (intervallo di confidenza) ed un prefissato orizzonte di
detenzione delle posizioni (holding period). Le metodologie di calcolo adottate sono
varianza-covarianza per gli strumenti finanziari lineari e delta plus per quelli derivati, sulla base
delle quali viene determinata, sia per ciascun fattore di rischio sia in modo aggregato, la
massima perdita potenziale (VaR) con un intervallo di confidenza del 99% e con un holding
period di 1 giorno e di 10 gg (Basilea II). La metodologia utilizzata permette di valutare la
vulnerabilità dei portafogli di trading a movimenti avversi di mercato, relativamente alle
variazioni dei seguenti fattori di rischio: tassi di interesse ed indici azionari, tassi di cambio,
volatilità implicite. Le performance del modello vengono valutate attraverso una regolare
confronto con le misure giornaliere di profitti/perdite effettivamente realizzati dalle unità di
trading per consentire il backtesting del modello.
Il calcolo del Var viene effettuato tramite la procedura Master Finance ed il Risk
Management provvede con periodicità annuale alla verifica dei parametri di pricing e delle
relative risultanze. Con periodicità trimestrale vengono effettuate analisi di stress test che
evidenziano l’impatto sul portafoglio determinato da variazioni di alcuni fattori,
singolarmente presi. In particolare gli stress vengono applicati ai tassi di interesse, con
variazioni positive e negative della curva, alle volatilità e ai prezzi di mercato.
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Il CdA ha definito una struttura di limiti operativi in termini di VaR per Il portafoglio Held for
trading ed Avaible for Sale, coerentemente con una serie di margini di operatività che
permettono una misurazione rigorosa e tempestiva dei rischi di mercato, dei rischi di tasso e
di cambio, del rischio paese e di controparte, e regolamenta in modo uniforme e globale
l’intera attività di trading. Giornalmente viene effettuato un controllo del rispetto di tali limiti e
di tale verifica viene data periodica informativa agli organi amministrativi.
Il Portafoglio di Negoziazione del Gruppo Carichieti è oggetto di monitoraggio e reporting
giornaliero da parte dell’Area Risk Management della Capogruppo, sulla base di sistemi
proprietari. Il VaR gestionale viene calcolato in maniera autonoma rispetto alle funzioni
operative, servendosi del modello interno di misurazione dei rischi implementato dalla
funzione di Risk Management stessa, in linea con le principali best practices internazionali. I
limiti operativi all’attività di negoziazione, sono espressi per ciascun livello di delega in termini
di VaR diversificato tra fattori di rischio e portafogli e di Stop Loss mensile ed annuo. In
particolare per il rischio di credito del trading book, oltre ad essere ricompreso nelle
elaborazioni VaR e nei rispettivi limiti per la parte di rischio credit spread, viene assoggettato
anche a specifici limiti operativi di rischio emittente e concentrazione obbligazionaria, che
prevedono massimali nozionali per macrotipologie di controparti e classi di rating.
Periodicamente, il flusso di reporting sui Rischi di Mercato viene portato all’attenzione del
Consiglio di Amministrazione della Capogruppo all’interno del Risk Management Report. Le
macrotipologie di fattori di rischio considerate all’interno del Report Var per i Rischi di
Mercato sono le seguenti:
- IR: tassi di interesse su tutte le curve rilevanti e relative volatilità;
- EQ: prezzi azionari, indici, basket e relative volatilità;
- FX: tassi di cambio e relative volatilità.
Il VaR (o VaR diversificato, o Net VaR, cioè al netto di tutti gli effetti di diversificazione)
comunque calcolato come misura unica ed integrata, viene tuttavia disaggregato
quotidianamente almeno lungo due dimensioni principali di analisi:
- per Portafogli Gestionali;
- per fattori di rischio.
Nel corso del 2008 il valore medio del VaR a 10 giorni (intervallo di confidenza 99%) è stato di
832 mgl, con una punta massima di 1.297 mgl ed un valore minimo di 698 mgl.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Il grafico seguente riporta l’andamento del VaR nel corso dell’anno 2008.
Var a 10 gg
600.000
900.000
1.200.000
Vengono infine condotte regolarmente analisi di stress sui vari fattori di rischio con frequenza
trimestrale che ipotizzano situazioni di variazioni della volatilità, dei tassi di interesse o dei
prezzi in relazione al portafoglio strumenti finanziari oggetto di analisi.
1.4.1 Rischio generico
Il rischio generico è il rischio di incorrere in perdite causate da un andamento sfavorevole dei
prezzi della generalità degli strumenti finanziari negoziati. Per i titoli di debito questo rischio
dipende da una avversa variazione del livello dei tassi di interesse; per i titoli di capitale da
uno sfavorevole movimento generale del mercato.
1.4.2 Rischio specifico
Il rischio specifico è il rischio di perdite causate da una sfavorevole variazione del prezzo degli
strumenti finanziari negoziati dovuta a fattori connessi con la situazione dell’emittente.
Il rischio specifico viene calcolato sulla base delle ponderazioni di vigilanza.
1.4.3 Rischio di prezzo
Nell’ambito del “portafoglio di negoziazione di vigilanza” la principale fonte di rischio di
prezzo è costituita dai titoli azionari, fondi e dai relativi strumenti derivati.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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L’attività svolta sui mercati azionari, che attualmente riveste carattere marginale, prevede
l’assunzione di posizioni gestite e controllate tramite massimali di posizione.
Nell’ambito del portafoglio bancario, il rischio di prezzo è legato essenzialmente alla
presenza di partecipazioni e titoli presenti all’interno del portafoglio “disponibili per la
vendita”. Con riferimento alle partecipazioni quotate in mercati regolamentati, il rischio viene
monitorato giornalmente attraverso il calcolo del Value at Risk.
1.4.4 Rischio di cambio
L’attività svolta sui mercati dei cambi prevede l’assunzione di posizioni gestite e controllate
tramite massimali di posizione e massimali di concentrazione per divisa.
Il rischio di mercato “currency” viene calcolato con la stessa frequenza e metodologia
indicata per il rischio tasso ed equity.
1.4.5 Backtesting
A livello di unità di trading i dati di VaR daily ex-ante (al tempo t-1) vengono giornalmente
confrontati con i P&L effettivamente conseguiti ex-post (al tempo t), per una verifica
dell’efficacia dei modelli di VaR.
1.5 Rischio di tasso di interesse
Il rischio di tasso di interesse nel portafoglio bancario è generato dagli sbilanci rivenienti
dall’attività caratteristica come conseguenza di differenza nelle scadenze e dei periodi di
ridefinizione delle condizioni di tasso di interesse delle poste attive e passive e viene
monitorato tramite l’ALM.
Il rischio tasso di interesse nel portafoglio di negoziazione di vigilanza è generato dall’attività
svolta sui mercati obbligazionari e derivati su tasso a medio-lungo termine tramite
l’assunzione di posizioni direzionali, di spread di curva e spread di base su titoli e strumenti
derivati. Di conseguenza il rischio di mercato generato da tale attività è gestito e controllato
tramite massimali di rischio tasso e di posizione.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Il Risk Management produce report di rischio con frequenza giornaliera, mensile e trimestrale
in relazione alla funzione indirizzataria, indicando gli eventuali sconfini rispetto ai massimali
assegnati dal regolamento.
1.6 Rischio liquidità
Il rischio di liquidità può essere suddiviso fra:
- gestione della liquidità di breve termine: il cui obiettivo è quello di garantire che i flussi
di liquidità in uscita siano fronteggiabili attraverso i flussi di liquidità in entrata nell’ottica
di sostenere la normale continuità operativa dell’attività bancaria;
- gestione della liquidità strutturale: il cui obiettivo è quello di mantenere un equilibrio tra
passività complessive e attività a medio-lungo termine finalizzato a garantire un
adeguato livello di liquidità in ottica di medio lungo periodo.
L’attività di gestione della liquidità a breve e del funding strutturale è svolta dall’Area Finanza
della Capogruppo di concerto con l’Alta Direzione, che complessivamente:
- gestisce i flussi di liquidità infragruppo rivenienti dai fabbisogni/surplus di liquidità netti
delle Società del Gruppo;
- coordina ed effettua la raccolta sul mercato interbancario al fine di mantenere
condizioni adeguate di liquidità per il Gruppo;
- determina periodicamente gli interventi finanziari utili per conseguire gli equilibri nel
medio e lungo termine, la sostenibilità della crescita e la maggior efficienza della
provvista.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tavola 2. Ambito di Applicazione
Quanto riportato nel presente documento di Informativa al Pubblico è riferito al Gruppo
Bancario Carichieti. Si precisa che all’interno del Gruppo non vi sono impedimenti che
ostacolino il rapido trasferimento di risorse patrimoniali o di fondi.
In ottemperanza a quanto previsto dal regolatore, le banche del gruppo, non presentando
deficienze patrimoniali a livello consolidato, riducono il loro requisito patrimoniale individuale
del 25%.
GRUPPO BANCARIO CARICHIETI
Carichieti Real Estate
100%
Creso 1 Srl70%
Teti IAM SA99%
Genesi SpA100%FlashBank Spa
100%CARICHIETI SpA
Capogruppo
Area e metodi di consolidamento
Il bilancio consolidato comprende il bilancio di Carichieti Spa e delle società da questa
direttamente controllate; la società Genesi Spa non è inclusa nel perimetro di
consolidamento, come previsto dai principi contabili internazionali, in quanto opera in un
settore di attività dissimile da quello di appartenenza della Consolidante.
Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Capogruppo, direttamente o
indirettamente, possiede più della metà dei diritti di voto o quando, pur con una quota di
diritti di voto inferiore, la Capogruppo ha il potere di nominare la maggioranza degli
amministratori della partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della
stessa. Nella valutazione dei diritti di voto si tiene conto anche dei diritti “potenziali” che siano
correntemente esercitabili o convertibili in diritti di voto effettivi in qualsiasi momento.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 1 Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e collegate
Consolidamento Società Denominazione imprese Sede
Tipo di
rapporto Bilancio Prudenziali
FlashBank SpA Milano 1 Integrale Integrale
Teti IAM SA Lussemburgo 1 Integrale Integrale
Carichieti Real Estate Chieti 1 Integrale Integrale
Creso 1 Srl Chieti 1 Controllo congiunto Controllo congiunto
Genesi SpA Chieti 1 Integrale Escluso
1 = Maggioranza diritti di voto
Tavola 3. Composizione del Patrimonio di Vigilanza
La gestione del patrimonio riguarda l’insieme delle politiche e delle scelte necessarie per
definire la dimensione del patrimonio stesso, nonché la combinazione ottimale tra i diversi
strumenti alternativi di capitalizzazione, in modo da assicurare che il patrimonio ed i ratios del
Gruppo siano coerenti con il profilo di rischio assunto e rispettino i requisiti di vigilanza. Sotto
questo profilo sempre più fondamentale e strategica è divenuta la gestione del patrimonio a
livello Consolidato di Gruppo. La qualità ed il dimensionamento delle risorse patrimoniali delle
singole aziende del Gruppo sono definite di conseguenza nell’ambito degli obiettivi più
generali di Gruppo.
Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono calcolati sulla base dei valori
patrimoniali e del risultato economico determinati con l’applicazione dei principi contabili
internazionali IAS/IFRS e tenendo conto delle istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca
d’Italia con la Circolare n. 263 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”. Il
patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma di componenti positive e negative, in
base alla loro qualità patrimoniale. Le componenti positive devono essere nella piena
disponibilità della banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti
patrimoniali. Il patrimonio di vigilanza del gruppo bancario Carichieti è costituito dal
patrimonio di base e dal patrimonio supplementare al netto di alcune deduzioni; in
particolare:
- il patrimonio di base comprende il capitale versato, il sovrapprezzo di emissione, le
riserve di utili e di capitale, l’utile di periodo al netto di eventuali azioni proprie in
portafoglio, delle attività immateriali compresi gli avviamenti, e di altre correzioni
minori;
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- il patrimonio supplementare include le riserve da valutazione, le passività subordinate
di secondo livello, al netto di altri elementi negativi.
Le disposizioni previste dalla citata Circolare sono finalizzate ad armonizzare i criteri di
determinazione del patrimonio di vigilanza e dei coefficienti con i principi contabili
internazionali. In particolare esse prevedono dei cosiddetti “filtri prudenziali” indicati dal
Comitato di Basilea nel disciplinare i criteri a cui gli organismi di vigilanza nazionali devono
attenersi per l’armonizzazione delle norme regolamentari con i nuovi criteri di bilancio.
I filtri prudenziali, che hanno lo scopo di salvaguardare la qualità del patrimonio di vigilanza e
di ridurne la potenziale volatilità indotta dall’applicazione dei nuovi principi, si sostanziano in
alcune correzioni dei dati contabili prima del loro utilizzo ai fini di vigilanza.
In base alla Istruzioni di Vigilanza, il patrimonio del Gruppo deve rappresentare almeno l’8%
del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio
creditizio, valutato in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata, al rischio
paese ed alle garanzie ricevute. Il Gruppo è inoltre tenuto a rispettare i requisiti patrimoniali
connessi all’attività di intermediazione: tali rischi di mercato sono calcolati sull’intero
portafoglio di negoziazione di Vigilanza distintamente per i diversi tipi di rischio: rischio di
posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento, rischio di controparte e
rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio, vengono inoltre determinati il
rischio cambio ed il rischio di posizione su merci. Si riportano nella seguente tabella, le
caratteristiche delle passività subordinate di 2° livello, che contribuiscono alla formazione del
patrimonio supplementare.
Tab. 2 Caratteristiche delle passività subordinate di 2° livello
Denominazione Tasso di interesse Data di emissione Data di scadenza Nominale
Carichieti subordinate t.v. Euribor 3m + 0,48% 30/09/2008 30/09/2013 30 mln di euro
Carichieti subordinate t.v Euribor 3m + 0,48% 20/11/2008 20/11/2013 20 mln di euro
Patrimonio supplementare
Di seguito si riportano sotto forma tabellare le principali caratteristiche degli strumenti che
entrano nel calcolo del patrimonio supplementare ed in particolare, quindi, delle passività
subordinate.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 3 Composizione del Patrimonio di Vigilanza
Elementi positivi del patrimonio di base Capitale 52.000.000 Sovrapprezzo di emissione 32.536.785 Riserve 58.133.962 Utile del periodo 6.462.742 Totale elementi positivi del patrimonio di base 149.134.739
Elementi negativi del patrimonio di base Avviamento 1.375.204 Altre immobilizzazioni immateriali 1.495.938 Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base 1.052.935 Totale elementi negativi del patrimonio di base 3.924.078 Patrimonio di base a lordo degli elementi da dedurre 145.210.661
Deduzioni del patrimonio di base Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o superiori al 20% del capitale dell'ente partecipato
78
Totale elementi da dedurre 78 PATRIMONIO DI BASE 145.210.583
Elementi positivi del patrimonio supplementare Riserve da valutazione 37.759.258 Passività subordinate 49.072.000 Totale elementi positivi del patrimonio supplementare 86.831.258 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE 86.831.258
PATRIMONIO DI VIGILANZA 232.041.841
Tavola 4. Adeguatezza Patrimoniale
4.1. Informativa qualitativa
L’adeguatezza del capitale interno è oggetto di costante monitoraggio da parte della
Capogruppo sia nelle fasi di rendicontazione degli andamenti gestionali (verifiche di budget
e documenti contabili annuali e infrannuali) sia nell’ambito del processo di Pianificazione che
si esplica con l’approvazione del Budget annuale e del Piano Industriale in arco triennale. I
momenti di verifica di rendicontazione e di programmazione sono tra loro strettamente
connessi in quanto la fase previsionale non può prescindere dalla conoscenza della
situazione in essere per quanto attiene in particolare alla misurazione dei Risk Weighted Asset
(RWA), dei rischi di mercato e operativi e delle poste patrimoniali.
La funzione di Risk Management gestisce il processo interno di valutazione dell’adeguatezza
patrimoniale (processo ICAAP) e definisce le metodologie per le proposte di capital
allocation. Periodicamente vengono determinati i requisiti regolamentari calcolati su base
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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individuale e consolidata e gli assorbimenti patrimoniali che generano le medesime
esposizioni, il patrimonio di vigilanza ed il patrimonio effettivamente disponibile a copertura di
tutti i rischi. L’analisi viene portata all’attenzione dell’Alta Direzione e del CdA.
Il Gruppo Carichieti, facendo utilizzo di strumenti simulativi realizza apposite stime di capitale
interno complessivo e assorbimento regolamentare, valutando anche gli impatti sul
patrimonio di vigilanza, relativamente ai piani di sviluppo indicati in piano industriale o inseriti
in ulteriori operazioni di carattere strategico o di business che dovessero intervenire nel
tempo. Tale modalità consente di poter determinare gli aggregati assoluti ed i connessi ratios
patrimoniali target nonché di procedere all’analisi degli scostamenti che protempore
dovessero verificarsi rispetto ai dati di consuntivo, consentendo così l’attivazione di
opportune policy di correzione delle dinamiche in corso di realizzazione.
Il processo di autovalutazione, gestito dalla Capogruppo, è composto da quattro fasi
distinte:
1. individuazione dei rischi da sottoporre a valutazione;
2. misurazione/valutazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno;
3. misurazione del capitale interno complessivo;
4. determinazione del capitale complessivo e riconciliazione con il patrimonio di vigilanza.
5.
Tab. 4 Adeguatezza patrimoniale
REQUISITI PATRIMONIALI RISCHIO DI CREDITO
Metodologia Standard 145.033.000 Esposizioni verso amministrazioni e banche centrali - Esposizioni verso enti territoriali 299.000 Esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 716.000 Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo - Esposizioni verso organizzazioni internazionali - Esposizioni verso intermediari vigilati 6.194.000 Esposizioni verso imprese 56.788.000 Esposizioni al dettaglio 32.284.000 Esposizioni garantite da immobili 22.410.000 Esposizioni scadute 14.172.000 Esposizioni appartenenti a categorie ad alto rischio per fini regolamentati - Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - Esposizioni a breve termine verso imprese - Esposizioni verso organismi i investimento collettivo del risparmio (OICR) 801.000 Altre esposizioni 9.480.000 Esposizioni verso cartolarizzazioni 1.468.000 Operazioni fuori bilancio 421.000 TOTALE RISCHIO DI CREDITO 145.033.000
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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RISCHIO DI MERCATO
Metodologia Standardizzata 3.808.000 Rischio generico 2.351.000 Rischio specifico 1.456.000 Rischio di posizione dei certificati di partecipazioni a OICR - Opzioni 1.000 Rischio di cambio - Rischio di posizione in merci - TOTALE RISCHI DI MERCATO 3.808.000
RISCHIO OPERATIVO Rischi operativi
metodo Base 14.007.000 TOTALE RISCHI OPERATIVI 14.007.000 REQUISITO PATRIMONIALE COMPLESSIVO 162.848.000 Coefficiente patrimoniale di base (Tier 1 ratio) 7,13% Coefficiente patrimoniale totale (Total capital ratio) 11,40%
Tavola 5. Rischio di Credito: Informazioni Generali Riguardanti tutte le Banche
Informativa qualitativa
Per la classificazione delle esposizioni deteriorate nelle diverse categorie di rischio il Gruppo
fa riferimento alla normativa emanata dalla Banca D’Italia, integrata con disposizioni interne
che fissano criteri e regole automatiche per il passaggio dei crediti nell’ambito delle distinte
categorie di rischio. Per crediti deteriorati, in analogia con la definizione di vigilanza, si
intendono:
• Crediti definiti in Past due da oltre 180 giorni;
• Crediti ristrutturati o in corso di ristrutturazione;
• Crediti incagliati;
• Crediti in sofferenza.
La classificazione viene effettuata dalle strutture in autonomia, ad eccezione dei crediti
scaduti e/o sconfinanti da oltre 180 giorni per i quali la rilevazione avviene mediante l’utilizzo
di procedure automatizzate. Le altre sono oggetto di un processo puntuale di classificazione
e di valutazione analitica. Al momento della classificazione ad incaglio o sofferenza, viene
determinata, sulla base degli elementi di giudizio a propria disposizione, una misura attesa di
mancato recupero, distinta per la parte di esposizione dovuta al credito e per la parte
dovuta ad interessi e competenze. Successivamente le strutture accentrate specializzate
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nella gestione del credito anomalo monitorano e rivedono periodicamente le posizioni
problematiche e le relative stime di mancato recupero, inserendo eventuali variazioni di
stime di perdita. Queste stime costituiscono la base di calcolo per la valutazione analitica e
per la successiva determinazione delle rettifiche ai valori di bilancio. Per quanto riguarda gli
accantonamenti effettuati a fronte delle garanzie rilasciate e gli impegni assunti nei confronti
di terzi, se questi sono classificati come posizioni in default, si seguono le medesime modalità
indicate precedentemente.
Ai fini della determinazione delle rettifiche da apportare ai valori di bilancio dei crediti, si
procede, tenendo conto del diverso livello di deterioramento, alla valutazione analitica o
collettiva, come di seguito riportato. Sono oggetto di valutazione analitica le sofferenze, le
esposizioni incagliate, le esposizioni ristrutturate e le esposizioni scadute e/o sconfinanti da
oltre 180 giorni, mentre sono oggetto di valutazione collettiva le esposizioni soggette al rischio
paese e le esposizioni in bonis. Per i crediti oggetto di valutazione analitica l’ammontare
della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello
stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti
flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di
cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo
delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero
dell’esposizione creditizia. La rettifica di valore è iscritta a conto economico nella voce 130
rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento. La componente della rettifica
riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il
meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore. Qualora la
qualità del credito deteriorato risulti migliorata a tal punto che esiste una ragionevole
certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, il valore originario dei crediti
viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne
hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un
evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel
conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito
avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.
I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita
sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene
per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di
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perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla
data della valutazione, che consentono di stimare il valore della perdita latente in ciascuna
categoria di crediti.
Il modello, per tale tipo di valutazione prevede i seguenti passaggi:
- segmentazione del portafoglio crediti in funzione del settore economico di attività;
- determinazione del tasso di perdita dei singoli segmenti di portafoglio, assumendo
come riferimento l’esperienza storica del Gruppo. Le rettifiche di valore determinate
collettivamente sono imputate nel conto economico. Ad ogni data di chiusura del
bilancio e delle situazioni infrannuali le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di
valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio
di crediti in bonis alla stessa data.
Tab. 5 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia
Gruppo Bancario Altre imprese
Portafogli/qualità
Soff
ere
nze
Inc
ag
li
Esp
osiz
ioni
ris
trut
tura
te
Esp
osiz
ioni
sc
ad
ute
Risc
hio
p
ae
se
Altr
e a
ttiv
ità
De
terio
rate
Altr
e
Totale
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
1 120.627 120.628 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
103.619 103.619 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
4. Crediti verso banche
135.101 135.101 5. Crediti verso clientela
29.155 44.532
66.622 1.502 2.022.410 2.164.221 6. Attività finanziarie valutate al fair value
18.000 18.000 7. Attività finanziarie in corso di dismissione
8. Derivati di copertura
Totale 31/12/2008 29.155 44.532 66.622 1.502 2.399.757 2.541.569
Totale 31/12/2007 29.190 13.871 22.448 6 2.457.078 2.522.593
Valori medi di periodo 29.173 29.202 44.535 754 2.428.418 2.532.081
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Tab. 6 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela
Italia
Altri Paesi Europei America Asia
Resto del Mondo
Esposizioni/Aree geografiche Esposiz. lorda
Esposiz. netta
Esposiz. lorda
Esposiz. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze 76.469 29.155
A.2 Incagli 51.210 44.530
A.3 Esposizioni ristrutturate
A.4 Esposizioni scadute 69.302 66.622
A.5 Altre esposizioni 2.167.865 2.161.432 2.285 2.284 59 59 1 1 8.158 8.158
Totale A 2.364.846 2.301.739 2.285 2.284 59 59 1 1 8.158 8.158
B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 119 119
B.2 Incagli 2.697 2.697
B.3 Altre attività deteriorate 77 77
B.4 Altre esposizioni 91.027 91.027 14.783 14.783
Totale B 93.920 93.920 14.783 14.783
Totale (A+B) 31/12/2008 2.458.766 2.395.659 17.068 17.067 59 59 1 1 8.158 8.158
Totale (A+B) 31/12/2007 2.151.526 2.102.457 2.913 2.913 18 18 1 1 8.042 8.042
Tab. 7 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso banche
Italia
Altri Paesi Europei America Asia Resto del
Mondo Esposizioni/Aree geografiche
Esposiz. lorda
Esposiz. netta
Esposiz. lorda
Esposiz. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
Espos.. lorda
Espos. netta
A. Esposizioni per cassa
A.1 Sofferenze
A.2 Incagli
A.3 Esposizioni ristrutturate
A.4 Esposizioni scadute
A.5 Altre esposizioni 315.579 315.579 8.260 8.260 458 458 105 105 1.070 1.070
Totale A 315.579 315.579 8.260 8.260 458 458 105 105 1.070 1.070
B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze
B.2 Incagli
B.3 Altre attività deteriorate
B.4 Altre esposizioni 35.690 35.690 6.927 6.927
Totale B 35.690 35.690 6.927 6.927
Totale (A+B) 31/12/2008 351.269 351.269 15.187 15.187 458 458 105 105 1.070 1.070 Totale (A+B) 31/12/2007 411.960 411.960 22.459 22.459 1.660 1.660 258 258 2.883 2.883
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 8 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela
Esposizione netta
3.87
5
19.0
87
13.7
73
732.
456
769.
191
1.93
1
1.93
1
771.
122
609.
650
Rettifiche valore di portafoglio
490
490
490
2.20
4
Rettifiche valore specifiche
5.31
1
3061
518
8.89
0
8.89
0
5.50
2
Altr
i so
gg
ett
i
Esposizione lorda
9.18
6
22.1
48
14.2
91
732.
946
778.
571
1.93
1
1.93
1
780.
502
617.
356
Esposizione netta
25.2
02
24.9
79
52.7
70
1.24
2.71
2
1.34
5.66
3
119
189 77
47.2
63
47.6
48
1.39
3.31
1
1.20
0.21
7
Rettifiche valore di portafoglio
6.45
8
6.45
8
6.45
8
6.40
8
Rettifiche valore specifiche
41.9
54
3581
2.15
5
47.6
90
47.6
90
34.9
34
Imp
rese
no
n fin
anz
iarie
Esposizione lorda
67.1
56
28.5
60
54.9
25
1.24
9.17
0
1.39
9.81
1
119
189 77
47.2
63
47.6
48
1.44
7.45
9
1.24
1.55
9
Esposizione netta
10.9
18
10.9
18
10.9
18
10.7
41
Rettifiche valore di portafoglio
Rettifiche valore specifiche
Imp
rese
di
ass
icur
azi
one
Esposizione lorda
10.9
18
10.9
18
10.9
18
10.7
41
Esposizione netta
78
172
80
56.1
34
56.4
64 8
492
500
56.9
64
50.5
23
Rettifiche valore di portafoglio
9 9 9 5
Rettifiche valore specifiche
49
37 5
91
91
12
Soc
ietà
fina
nzia
rie
Esposizione lorda
127
209
85
56.1
43
56.5
64 8
492
500
57.0
64
50.5
40
Esposizione netta
293
16.8
12
17.1
05
2.50
0
41.1
99
43.6
99
60.8
04
68.7
40
Rettifiche valore di portafoglio
1 1 1 1
Rettifiche valore specifiche
2
Altr
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Esposizione lorda
293
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13
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68.7
43
Esposizione netta
112.
481
112.
481
14.7
95
14.7
95
127.
276
173.
351
Rettifiche valore di portafoglio
Rettifiche valore specifiche
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Esposizione lorda
112.
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173.
351
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A+B
) 31
/12/
2008
TOTA
LE (
A+B
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/12/
2007
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 9 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie
Voci/Scaglioni temporali
a vista
da oltre 1 giorno
a 7 giorni
da oltre 7 giorni
a 15 giorni
da oltre 15 giorni a
1 mese
da oltre 1 mese fino a 3 mesi
da oltre 3 mesi
fino a 6 mesi
da oltre 6 mesi fino a
1 anno
da oltre 1 anno fino a 5 anni
Oltre 5 anni
Durata indeterminata
Attività per cassa 532.358 19.448 17.597 45.032 112.734 110.127 176.040 634.376 809.560 173.452
A.1 Titoli di Stato 75 15.978 49.942 46.374 107 A.2 Titoli di debito quotati 974 636 10.817 18.866 13.412
A.3 Altri titoli di debito 5.190 21 464 4.078 22.573 71.260 18.478
A.4 Quote di O.I.C.R. 10.010
A.5 Finanziamenti 517.158 19.448 17.597 44.936 111.296 89.435 92.708 497.876 777.563 173.452 - banche 124.711 17.882 9.428 32.795
- clientela 392.447 1.566 8.169 44.936 111.296 89.435 92.708 497.876 777.563 140.657
Operazioni "fuori bilancio"
117.682 62.476 2.228 6.037 10.275 49.581 36.848 16.697 6.082
C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale
33.406 2.228
6.037 10.275 49.581 36.848 16.697
- posizioni lunghe 17.561 1.113 3.019 5.141 24.793 18.499 7.409
- posizioni corte 15.845 1.115 3.018 5.134 24.788 18.349 9.288
C.2 Depositi e finanziamenti da ricevere
190
- posizioni lunghe 95
- posizioni corte 95
C.3 Impegni irrevocabili a erogare fondi 117.682
28.880 6.082
- posizioni lunghe 44.401 28.880 3.041
- posizioni corte 73.281 3.041
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 10 Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessivo
Causali/categorie Sofferenze Incagli Esposizioni
ristrutturate
Esposizioni
scadute
Rischio
Paese Totale
A. Rettifiche complessive iniziali 36.116 3.835 1.627 0 41.578 - di cui: esposizioni cedute non cancellate
B. Variazioni in aumento 13.821 4.618 2.681 1 21.121 B.1 rettifiche di valore 13.007 3.931 2.537 1 19.476 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
755 532 3 1.290
B.3 altre variazioni in aumento 59 155 141 355 C. Variazioni in diminuzione 2.623 1.774 1.628 6.025 C.1 riprese di valore da valutazione
1.212 673 181 2.066 C.2 riprese di valore da incasso 568 117 265 950 C.3 cancellazioni 743 743 C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
760 530 1.290
C.5 altre variazioni in diminuzione
100 224 652 976
D. Rettifiche complessive finali 47.314 6.679 2.680 1 56.674 - di cui: esposizioni cedute non cancellate
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 11 Esposizioni verso banche e verso clientela garantite
Garanzie personali (2) Garanzie reali
(1) Derivati su crediti
Crediti di firma
Va
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Totale (1) + (2)
Esposizioni per cassa
1. Esposizioni verso banche garantite:
1.1 totalmente garantite
1.2 parzialmente garantite
2. Esposizioni verso clientela garantite:
1.667.802 1.148.740 28.383 52.691 416.295 1.646.109 2.1 totalmente
garantite 1.610.671 1.148.493 20.891 51.694 389.757 1.610.835. 2.2 parzialmente
garantite 57.131 247 7.492 997 26.538 35.274 Esposizioni fuori bilancio
1. Esposizioni verso banche garantite:
1.1 totalmente garantite
1.2 parzialmente garantite
2. Esposizioni verso clientela garantite:
26.196 5.153 3.786 12.784 21.723
2.1 totalmente garantite 18.703 2.221 3.770 12.712 18.703
2.2 parzialmente garantite 7.493 2.932 16 72 3.020
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tavola 6. Rischio di credito: Informazioni Relative ai Portafogli Assoggettati al Metodo Standardizzato e alle Esposizioni Creditizie Specializzate e in Strumenti di Capitale nell’Ambito dei Metodi IRB
La nuova disciplina prudenziale per le banche e i gruppi bancari prevede di utilizzare il
metodo Standardizzato. Questo criterio contempla, inoltre:
- la suddivisione delle esposizioni in diverse classi (“portafogli”), a seconda della
natura della controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle
modalità di svolgimento di quest’ultimo;
- l’applicazione a ciascun portafoglio di coefficienti di ponderazione diversificati,
eventualmente anche in funzione di valutazioni del merito creditizio rilasciate da
un soggetto terzo riconosciuto dalla Banca d’Italia (External Credit Assesment
Institution – ECAI) ovvero da agenzie di credito alle esportazioni (Export Credit
Agency – ECA) riconosciute dalla Banca d’Italia o da un’autorità competente di
un altro Stato comunitario.
Ove le banche non intendano avvalersi delle valutazioni delle agenzie di rating riconosciute,
applicano in via generale alle esposizioni creditizie un fattore di ponderazione del 100%, fatte
salve specifiche eccezioni, previste dalla già citata normativa di riferimento.
Il Gruppo Carichieti applica il metodo Standardizzato senza avvalersi delle agenzie di rating
riconosciute.
Tavola 7. Rischio di credito: Informativa sui Portafogli cui si Applicano gli Approcci IRB
Informazioni non esposte in quanto il Gruppo bancario non si avvale di sistemi di rating
avanzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito ed
operativi.
Tavola 8. Tecniche di Attenuazione del Rischio
Informativa qualitativa
Il Gruppo Carichieti non applica processi di compensazione delle esposizioni a rischio di
credito con partite di segno opposto in ambito di bilancio o “fuori bilancio”, per quanto
concerne il portafoglio commerciale.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Il Gruppo Carichieti ha posto in essere i requisiti previsti dalle Nuove Disposizioni di Vigilanza
Prudenziale ai fini del riconoscimento degli effetti di attenuazione del rischio prodotti dalla
presenza di garanzie reali a protezione del credito.
L’erogazione del credito con acquisizione di garanzie reali è soggetta a specifiche misure di
controllo, differenziate per la tipologia di garanzia, applicate in sede di erogazione e di
monitoraggio. Si possono individuare due tipologie di garanzie principali, sia per volumi di
credito sia per numerosità della clientela, soggette a normative differenti: Ipoteca e Pegno
(denaro e titoli).
In merito al rispetto dei requisiti organizzativi principali per l’attenuazione del rischio sono stati
assicurati:
- la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della
garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, escussione);
- la formulazione di politiche di gestione delle garanzie (principi, modalità, processi)
normate e disponibili per gli utenti;
- la presenza di procedure documentate di gestione delle garanzie (principi, modalità,
processi) normate e disponibili per gli utenti;
- nel caso di garanzia ipotecaria, l’acquisizione del diritto accompagnata dalla
sottoscrizione di polizze assicurative sul bene oggetto della garanzia e perizia
effettuata da tecnici di fiducia;
- nel caso di pegno, in presenza di svalutazione del bene in pegno la ricostituzione del
valore originario (garantendo la continuità della garanzia attraverso documenti
modificativi della garanzia originaria), mentre in caso di estinzione del titolo è richiesta
la canalizzazione del rimborso presso la Banca (riscossione).
È attivo un sistema di monitoraggio del valore delle garanzie reali in base ai valori di mercato.
Per le operazioni di pegno tale monitoraggio avviene giornalmente per i titoli quotati e
mensilmente per quelli non quotati, mentre per le ipoteche è in fase di predisposizione l’iter
procedurale per la verifica del valore degli immobili che deve avvenire con periodicità
annuale per gli immobili industriali e triennale per quelli civili e rivalutazione in base ai valori
medi di mercato.
Il Gruppo Carichieti accetta le seguenti categorie di strumenti a protezione del credito:
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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• OICR;
• Obbligazioni Gruppo CariChieti;
• Obbligazioni altri Istituti bancari con rating emittente = BBB-, indipendentemente se
quotate o meno;
• Titoli di Stato;
• Titoli di debito di Organismi Internazionali e Banche multilaterali di sviluppo;
• Polizze assicurative (previste nel tit. II cap. II sez. III punto 4.2-Circ. Bankit).
Nel caso in cui le misure di monitoraggio sulle garanzie reali evidenzino eventuali
inadeguatezze/perdite dei valori ricevuti in pegno vengono alimentati eventi appartenenti
alle policy di monitoraggio del credito che innescano adempimenti operativi di valutazione
del rischio di credito.
Tavola 9. Rischio di Controparte
Il Gruppo Carichieti pone attenzione al monitoraggio del rischio di controparte inteso come il
rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti
finanziari (quali derivati OTC, operazioni SFT e operazioni con regolamento a termine), risulti
inadempiente prima del regolamento della transazione.
Sul modello delle disposizioni normative, il Gruppo Carichieti basa la propria modalità di
rilevazione secondo la metodologia “del valore corrente”. Tale metodo, in estrema sintesi,
consiste nella determinazione dell’esposizione corrente e potenziale attraverso la modalità
standard regolamentare, utilizzando il valore di mercato (mark to market) come esposizione
attuale dello strumento e l’add-on per rappresentare, in modo semplificato, proprio
l’esposizione potenziale futura.
La banca non ha in essere operazioni in derivati che prevedono accordi di compensazione.
Relativamente all’operatività caratteristica di finanza, posta in essere con istituzioni
finanziarie, il monitoraggio giornaliero dell’esposizione per rischio controparte viene
effettuata dal Risk Management.
Nelle tabelle di seguito riportate viene rappresentata l’esposizione del Gruppo al rischio di
controparte per gli strumenti derivati negoziati OTC.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tab. 12 Rischio di controparte: derivati
Fair value lordo
positivo
(valori di bilancio)
Fair value netto
compensato
Esposizione
Derivati portafoglio di negoziazione 12.656 - 12.656
Tab. 13 Distribuzione del fair value positivo per tipo di sottostante
Tassi
d’interesse
Valute e
oro
Titoli di
capitale
Crediti Altro Totale
Derivati 9.834 2.822 - - - 12.656
Valori in migliaia di euro.
Tavola 10. Operazioni di Cartolarizzazione
Il Gruppo ha effettuato un’unica operazione di cartolarizzazione nel 1999, anteriormente
all’entrata in vigore dei principi contabili internazionali. I crediti sottostanti sono stati
cancellati dal bilancio del cedente, nel quale sono state rilevate soltanto le eventuali forme
di credit enhancement da questo sottoscritte. L’eventuale consolidamento della Special
Purpose Entity (SPE) relativa a questa operazione ha riguardato soltanto il capitale di
funzionamento dei medesimi; i crediti ceduti, iscritti “sotto la riga” nel bilancio della
medesima SPE, non sono stati oggetto di consolidamento nel bilancio del Gruppo. In sede di
prima applicazione dei principi contabili internazionali, il Gruppo si è avvalso della facoltà di
non iscrivere in bilancio gli attivi sottostanti alle operazioni effettuate prima del 1° gennaio
2004, cancellati in base ai precedenti principi nazionali; tali attivi, pertanto, non figurano mai
nel bilancio consolidato, anche nei casi in cui essi non sarebbero stati cancellati dal bilancio
se fossero state applicate le regole previste dallo IAS 39 per la derecognition.
L’operazione di cartolarizzazione è stata strutturata con l’obiettivo di conseguire vantaggi
economici riguardanti l’ottimizzazione della gestione del portafoglio crediti, la diversificazione
delle fonti di finanziamento e la riduzione del loro costo. Di seguito riassumiamo la principale
operazione di cartolarizzazione del Gruppo, effettuata nel 1999:
• le cartolarizzazioni di crediti performing;
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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• le cartolarizzazioni di crediti non performing.
Con l’operazione di securitisation del ’99 la banca ha proceduto alla trasformazione ed allo
smobilizzo di crediti performing (in bonis) e non performing (su posizioni in sofferenza)
contabilizzati al 31.12.1999.
La gestione del portafoglio e delle relative procedure di recupero è stata affidata alla
Carichieti dalla Creso 1 Srl, la special purpouse vehicle appositamente costituita e di cui la
banca detiene, a tutt’oggi, il 70% del Capitale Sociale. I dati economici ed andamentali
hanno dimostrato la validità e l’efficacia della strategia operativa perseguita e realizzata nel
corso degli ultimi anni.
Nel 2005 l’operazione performing è stata estinta anticipatamente con il riacquisto da parte
della banca dei residui crediti in precedenza cartolarizzati e l’estinzione delle obbligazioni
subordinate.
Relativamente all’operazione non performing, nel corso del 2008 si è proseguito nell’attività di
riscossione dei crediti, senza particolari problemi di gestione.
Nel corso del 2008 è stato effettuato il rimborso della 16ª e 17ª cedola relativa al comparto
non performing; il rimborso delle spese legali e degli interessi sul titolo junior sono stati
integralmente effettuati rispettivamente per 0,72 mln e 0,78 mln.
Nel mese di marzo 2009, con la scadenza della 18ª cedola è stato eseguito anche il
pagamento della V tranche del titolo per 0,4 mln di euro; pertanto il valore residuo da
rimborsare ammonta a 12,2 mln.
Tavola 12. Rischio Operativo
Nell’ambito della rilevazione dei rischi operativi la Banca determina il capitale interno con il
metodo BIA (Basic Indicator Approach). Secondo il metodo Base il calcolo del requisito
patrimoniale complessivo è determinato applicando un coefficiente del 15% alla media
triennale del Margine di Intermediazione.
La media triennale è calcolata in base alle tre ultime osservazioni su base annuale effettuate
alla fine dell’esercizio. Qualora l’indicatore utilizzato in un dato anno risulti negativo o nullo,
tale dato non viene preso in considerazione nel calcolo del requisito patrimoniale
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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complessivo. In tale caso, il requisito viene determinato come media delle osservazioni
annuali aventi risultato positivo.
Al 31 dicembre 2008 il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi, calcolati secondo il
metodo BIA, è pari a14 mln di euro.
Tavola 13. Esposizioni in Strumenti di Capitale: Informazioni sulle Posizioni Incluse nel Portafoglio Bancario
Informativa qualitativa
Nell’ambito del portafoglio bancario, il rischio di prezzo è legato essenzialmente alla
presenza di titoli di capitale e quote di OICR presenti all’interno del portafoglio “disponibili
per la vendita”. Con riferimento ai titoli quotati in mercati regolamentati, il rischio viene
monitorato giornalmente attraverso il calcolo del Value at Risk.
Successivamente alla rilevazione iniziale, i titoli di capitale inclusi nel portafoglio bancario,
contabilizzati nel portafoglio “Attività disponibili per la vendita”, sono valutati al fair value.
Il processo di acquisizione delle informazioni relative al pricing prevede nel caso di strumenti
quotati su mercati regolamentati l’utilizzo del valore ufficiale registrato in detti mercati.
I titoli di capitale non quotati, la cui esposizione risulta non significativa, sono mantenuti al
costo.
La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni
chiusura di bilancio o di situazione infrannuale.
Gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica
Riserva di patrimonio netto sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene
rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita
di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono contabilizzati a conto economico.
Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi
successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di
valore con imputazione a conto economico, nel caso di crediti o titoli di debito, ed a
patrimonio netto nel caso di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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superare il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti
rettifiche.
Informativa quantitativa
Esposizioni in strumenti di capitale classificati nel portafoglio “attività disponibili per la
vendita”
Tab. 14 Attività disponibili per la vendita
Voci/Valori Quotati Non quotati
Titoli di capitale 6.716
Valutati al fair value 6.716
Valutati al costo
Quote di O.I.C.R. 10.010
Totale 16.726
I titoli di capitale classificati nelle attività finanziarie “disponibili per la vendita” sono
principalmente rappresentati da partecipazioni non qualificate.
Gli investimenti azionari classificati nella categoria “Attività disponibili per la vendita” sono
valutati al fair value. Alcuni titoli di capitale non quotati, per i quali il fair value non risulta
verificabile, sono iscritti al costo, rettificato a fronte dell’accertamento di perdite per
riduzione di valore.
Nel portafoglio bancario sono ricomprese anche le partecipazioni non gestite con finalità di
negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento o controllo congiunto.
Ammontare delle plus/minus totali non realizzate incluse nel patrimonio di base ovvero in
quello supplementare
L’ammontare complessivo delle minusvalenze non realizzate sui titoli di capitale, al netto
della fiscalità differita, è pari a 1.053 mila euro ed è stato iscritto in una riserva di patrimonio
netto. Tale riserva negativa concorre alla formazione degli elementi negatiivi del patrimonio
di base.
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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Tavola 14. Rischio di tasso di Interesse sulle Posizioni Incluse nel Portafoglio Bancario
La metodologia di misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book a fini
regolamentari adottata dal Gruppo è quella del modello interno AlmPro di Prometeia,
società leader del settore delle previsioni ed elaborazioni economiche relative al mondo
bancario, così da determinare una misura di capitale interno relativo al rischio di tasso di
interesse sul Banking Book. L’elaborazione dei dati di Asset Liability Management viene
effettuata mensilmente tramite il suddetto applicativo; il modello è stato adottato da
numerose aziende di credito e la Carichieti ha prodotto le prime elaborazioni nel dicembre
2006, con i risultati mensilmente portati all’attenzione del CdA da gennaio 2007 e validati
dalla funzione di Internal/Auditing.
La Banca utilizza tecniche di Gap Management che permettono di analizzare l’impatto che
mutamenti inattesi nelle condizioni esterne del mercato determinano sulla profittabilità della
Banca.
L’obiettivo delle tecniche di Gap Management consiste nel valutare l’impatto che variazioni
inattese dei tassi di interesse determinano sui profitti correnti e sul valore del patrimonio netto,
al fine di individuare opportune azioni di gestione che consentano di controllare l’esposizione
della banca a questa tipologia di rischio.
Le tecniche che misurano la sensibilità dei profitti correnti (precisamente del margine di
interesse) sono rappresentate dai modelli di maturity gap, mentre la sensibilità del valore
economico delle attività e passività in bilancio nonché delle posizioni fuori bilancio è
misurata attraverso analisi di sensitivity.
La pianificazione dell’esposizione al rischio di tasso di interesse viene effettuata in funzione
del budget annuale e del piano strategico aziendale. Tale prospettiva è strettamente legata
alle previsioni di crescita sui vari comparti del banking book. Infatti attraverso il modulo
dinamico di ALMPro è possibile effettuare elaborazioni che tengano in considerazione
l’effetto di produzione prospettica simulata sui vari comparti. Il software determina il
decalage delle poste dell’attivo e del passivo dalla data di valutazione fino alla scadenza di
tutte le poste, in particolare dei prodotti di raccolta e impieghi. Le prospettive di nuova
produzione definite nel rispetto dei budget previsionali e degli scenari di variazione delle
Informativa al pubblico al 31/12/2008
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curve di tasso di interesse, sviluppano i flussi futuri rettificati di tutte le poste. In tal modo è
possibile simulare l’impatto delle ipotesi di crescita sul valore patrimoniale (sensitivity analysis)
e sui risultati economici correnti (maturity gap).
L’attività di controllo del rischio di tasso di interesse viene effettuata con periodicità mensile
attraverso il Risk Management Reports. La suddetta reportistica comprende:
- analisi di sensitività (escluso il portafoglio trading) simulando l’effetto di uno shift
immediato della curva di ± 100 e 200 bp sul patrimonio netto,
- maturity gap dove viene simulato l’effetto di una variazione dei tassi sul margine di
interesse della Banca.
Nel corso del 2007 il Gruppo Carichieti si è dotato di un modello di valutazione delle poste a
vista o “core deposits”, le cui caratteristiche di stabilità e parziale insensibilità alla variazione
dei tassi di interesse sono state descritte nei sistemi con un modello statistico/predittivo
(replicating portfolio) che incorpora, attraverso l’utilizzo di serie storiche di adeguata
profondità, gli aspetti comportamentali registrati in passato dalla clientela. La duration delle
poste a vista attive, al cui interno è modellizzato il “replicating portfolio”, attualmente per la
Capogruppo supera un anno e mezzo e quella delle poste passive è di circa 2 anni.
La sensitivity del Gruppo Carichieti, nel primo semestre 2008, presenta un profilo di
esposizione al rischio di tasso in crescita. L’entità del valore economico a rischio risulta in ogni
caso perfettamente compatibile sia con l’ammontare del Tier 1 sia con il Patrimonio di
Viglianza ed al di sotto del livello considerato come soglia di attenzione (fissato al 20% per
uno shock di tassi pari a 200 bp) dal Nuovo Accordo sul Capitale.
Nel corso del secondo semestre 2008 sono state adottate politiche di riduzione del rischio di
tasso di interesse che porteranno nel 2009 ad una progressiva inversione del fenomeno in
crescita per l’intero esercizio. Per consentire la mitigazione del fenomeno rischio di tasso sono
stati esaminati e sviluppati tecnicamente e contabilmente tutti gli aspetti inerenti una
eventuale operazione di copertura di macrohedging. Tuttavia gli interventi operativi attuati
hanno consentito di determinare a fine esercizio una inversione del trend di incremento del
rischio riportando il dato nei primi mesi del 2009, entro valori sensibilmente più contenuti. Ciò
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ha permesso di evitare il ricorso a tale operazione che avrebbe potuto incidere sulla
immediata redditività della banca.
In particolare la scelta è stata effettuata in base alle seguenti considerazioni:
- nel quarto trimestre 2008 sono state drasticamente ridotte le erogazioni di mutui a
tasso fisso in previsione di uno scenario dei tassi di interesse in calo. La politica
adottata è stata apprezzata dalla nostra clientela, che già a fine anno ha beneficiato
di una consistente riduzione delle rate di mutuo;
- nel 2009 il decalage dei mutui a tasso fisso, non sostituito da nuovi mutui con
medesime caratteristiche, contribuirà ad una ulteriore riduzione dell’assorbimento
patrimoniale;
- l’incremento del capitale complessivo, determinato oltre che dall’emissione avvenuta
nel quarto trimestre 2008 di prestiti subordinati per 50 mln, anche dalla
patrimonializzazione delle quote di utili non distribuiti, ha creato una maggiore
disponibilità per la copertura del capitale interno complessivo.
Le rilevazioni dell’assorbimento patrimoniale effettuate nella prima parte dell’anno 2009
evidenzia valori già ampiamente in calo.
A fine dicembre 2008 i risultati delle analisi sul modulo statico evidenziano un’esposizione al
rischio di tasso di interesse che rientra nei parametri stabiliti dall’organo di vigilanza.
L’impatto di uno shift di ± 200 basis point sul valore del patrimonio netto evidenzia il seguente
risultato:
Shock +2% Impatto sul valore del
Patrimonio Netto
rispetto al Patrimonio di
Vigilanza -39.475.155 17,01%
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Glossario
Add on
Esposizione creditizia futura, determinata come percentuale del valore nominale del
contratto.
ALM – Asset and Liability Management
Procedura per la gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata al controllo del rischio
di tasso di interesse.
BIA – Basic Indicator Approach
Metodologia di calcolo del requisito a fronte del rischio operativo, che lo determina nella
misura del 15% della media del margine di intermediazione rilevato negli ultimi 3 esercizi.
Core Tier 1 Ratio
Rapporto tra patrimonio di base al netto delle preference shares e totale delle attività a
rischio ponderate.
Duration
Durata media finanziaria.
Duration Analysis
Analisi della durata media finanziaria per l’analisi di sensitività al rischio di tasso del patrimonio
netto.
Fair value
Corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata o una passività estinta in una
transazione libera tra parti consapevoli e indipendenti.
Fair value option
Facoltà, introdotta dai principi contabili internazionali IAS/IFRS, di valutare al fair value attività
e passività finanziarie che soddisfino determinate caratteristiche.
Gap analysis
Analisi degli sbilanci per l’analisi di sensitività al rischio di tasso del margine di interesse.
ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process
Processo interno di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale, che, sulla base della
disciplina di “secondo Pilastro”, le banche sono tenute a realizzare per determinare il livello di
capitale interno adeguato a fronteggiare, pure in ottica prospettica, ogni tipologia di rischio.
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Impairment
Situazione in cui un’attività finanziaria presenta un valore superiore alla stima dell’ammontare
recuperabile dalla stessa.
IRB – Internal Ratings Based approach
Sistema di calcolo del requisito a fronte del rischio di credito basato su rating interni.
Mark to market
Processo di valutazione di strumenti finanziari sulla base dei prezzi di mercato.
OICR
Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio.
OTC – Over The Counter
Attributo proprio delle operazioni concluse direttamente tra le parti senza l’utilizzo di un
mercato organizzato.
PCT
Operazione di Pronti Contro Termine.
PD – Probability of Default
Probabilità di insolvenza.
PV
Patrimonio di Vigilanza.
Rating
Valutazione del merito di credito di una società o delle sue emissioni rilasciata, sulla base di
aspetti quali solidità patrimoniale e prospettive di sviluppo, da agenzie specializzate (agenzie
di rating) o dalla banca (rating interno).
SFT – Securities Financing Transactions
Operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o
assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini.
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Elenco delle Tabelle Tab. 1 Partecipazioni in società controllate in via esclusiva e collegate....................................................20 Tab. 2 Caratteristiche delle passività subordinate di 2° livello.......................................................................21 Tab. 3 Composizione del Patrimonio di Vigilanza ............................................................................................22 Tab. 4 Adeguatezza patrimoniale.......................................................................................................................23 Tab. 5 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia..26 Tab. 6 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela.................27 Tab. 7 Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso banche ..................27 Tab. 8 Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso clientela...................28 Tab. 9 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie ......................29 Tab. 10 Esposizioni per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessivo ...............30 Tab. 11 Esposizioni verso banche e verso clientela garantite .........................................................................31 Tab. 12 Rischio di controparte: derivati ................................................................................................................35 Tab. 13 Distribuzione del fair value positivo per tipo di sottostante ................................................................35 Tab. 14 Attività disponibili per la vendita .............................................................................................................38