Download - GRECI di Baroni, Caimi, Maruelli, Merola
GRECIA
IERI OGGI
CAOS
DIVINITÀ GRECHE E ROMANE
CAMPANIA
BASILICATA
SICILIA
CALABRIA
PUGLIAMAGNA GRECIA
MITOLOGIA
COMMERCIO TURISMOCOLONIE
ATENESPARTAGENEALOGIA
POLIS
GIOCHIOLIMPICI
GRANDI DEI
TEMPLI
Lo Stato greco comprende oggi la
Grecia vera e propria, parte del
territorio dell'antica Macedonia e gran
parte delle isole del mare Egeo.
È uno Stato divenuto indipendente
lottando per liberarsi dal dominio
turco. Anche internamente ha subìto
profondi mutamenti passando dalla
monarchia alla repubblica.
Oggi è una repubblica parlamentare.
LA GRECIA OGGI
IL COMMERCIO
La sua principale attività è
costituita dal commercio marittimo
che trasporta merci in tutto il
mondo. Le navi però sono
proprietà di pochi, ricchi armatori
ed il popolo non ricava benefici da
questo traffico.
Considerando che il territorio non
offre grandi possibilità di lavoro in
campo agricolo o in altri settori, è
logico pensare che parecchi degli
abitanti siano costretti, ancor oggi,
ad emigrare.
IL TURISMO
In questo Stato è molto praticato il turismo, poiché la Grecia
conserva meravigliosi resti della sua passata civiltà.
LA GRECIA ANTICA
LA SITUAZIONE
La Grecia è una penisola che si protende nel Mediterraneo; le
numerose catene di monti che l’attraversano formano delle valli
assai strette. Le coste sono frastagliate e le insenature favoriscono
la navigazione, resa più facile anche da numerose isole sparse
lungo il litorale.
LE REGIONI
Fin dall’antichità, la Grecia è stata suddivisa in tante regioni; la
difficoltà di comunicazione e la diversità fra un popolo e l’altro sono
all’origine della caratteristica organizzazione greca, formata da
tante unità politiche indipendenti: le città-stato.
Ben presto, si avviò la rinascita e si crearono organismi politici nuovi:
le città-stato che governavano ciascuna una parte del territorio
circostante ed avevano a capo prima un re (monarchia), poi un gruppo
di nobili (aristocrazia). Le città più importanti furono: Sparta e Atene.
SPARTA
Sparta, al centro della regione montuosa
chiamata Lacònia, fu l'esempio dello
Stato aristocratico, conservatore, fondato
sulla forza militare e sulla divisione delle
classi sociali.
A capo del governo c'erano due re
controllati da un consiglio di 28 anziani
chiamati senatori (gherusìa) e da 5
ispettori o éfori.
Gli abitanti di Sparta divennero schiavi
delle armi perché dovevano sempre
vivere sul piede di guerra. Il lavoro dei
campi veniva svolto da una classe sociale
considerata inferiore, gli ilòti.
Le leggi che governavano Sparta erano estremamente rigide.
Per esempio, si prevedeva che fin da piccoli i bambini dovessero
imparare a sopportare le fatiche senza lamentarsi. Essi impara-
vano anche la lotta corpo a corpo con la spada, scagliavano
giavellotti, dormivano sulla nuda terra, dovevano procurarsi il cibo
anche rubando e vivere lontani dalle famiglie. La vita militare
durava dai 20 ai 60 anni.
Le donne dovevano essere madri di uomini forti e combattivi; per
questo, la loro educazione era molto severa.
ATENE
La città, sorta poco lontano dal mare
presso cui fu costruito il porto del Pirèo,
fu spinta al commercio dalle caratteristi-
che geografiche e si servì del mare via di
comunicazione, raggiungendo il benesse-
re. In un primo tempo, Atene fu una mo-
narchia; più tardi, passò ad un governo
aristocratico retto da 9 nobili chiamati
arconti. Infine, attraverso varie riforme, si
creò uno Stato in cui tutti i cittadini
potevano ricoprire le massime cariche
pubbliche: nacque così la democrazia.
COME VIVEVANO GLI ATENIESI
Gli uomini si dedicavano alla politica e allo studio e trascorre-
vano la maggior parte del loro tempo nella piazza o nei luoghi
pubblici di ritrovo.
Le donne invece si dedicavano alla casa e all'educazione dei
figli fino a che questi compivano sette anni. Dopo questa età i
bambini erano educati dal pedagogo, il primo maestro che
insegnava a leggere, scrivere, fare i conti. Imparavano la musica
e frequentavano le palestre.
LA TERRA E IL MARE
Il terreno, oggi come allora, è scarsamente coltivabile, povero
d’acqua e di ricchezze del sottosuolo.
I contadini di allora dovevano lavorare rudemente, ma accontentarsi
di poco. La povertà del territorio spinse gli antichi Greci verso il
mare anche perché, per loro, era facile costruire le navi con il
legname fornito dalle foreste: si sviluppò così il commercio e
l’emigrazione portò alla fondazione delle colonie.
LE COLONIE
Le continue lotte fra le città-stato non
favorirono il lavoro e chi si trovava in
difficoltà preferiva emigrare.
I Greci, animati anche da spirito di
avventura, iniziarono così ad allontanarsi
dalla patria, dopo aver consultato
“l'oracolo” di Delfi per avere l'amicizia e il
favore degli dèi. I greci divennero abili
marinai e commercianti. Navigarono tra le
isole della Grecia e in tutto il Mar
Mediterraneo, raggiungendo l’Asia, l’Italia,
la Spagna e le coste dell’Africa.
Alle popolazioni di queste regioni vendevano vino, olio e vasi in
ceramica che scambiavano con frumento, tessuti, minerali e metalli,
diffondendo ovunque l’uso della moneta.
Lungo le coste del Mediterraneo fondevano numerose colonie: vere e
proprie città simili a quelle della loro patria, abbellita con templi, teatri
e palazzi.
Le colonie greche, nell’Italia meridionale erano così numerose e
popolate che la regione fu chiamata Magna Grecia (grande Grecia).
L’EMIGRAZIONE
Prima di scegliere la meta dei
viaggi, i Greci chiedevano
informazioni ai mercanti che
gettavano l'ancora nei loro
porti.
Per fondare le nuove colonie,
sceglievano alture adatte
lungo le coste, luoghi sicuri
alla foce dei fiumi e non
lontani da terreni coltivabili,
per avere facilità di
commercio e comunicazioni.
Per questo, le colonie greche
sorsero tutte lungo le sponde
del Mediterraneo.
LA MAGNA GRECIA
L'insediamento di coloni greci nel territorio
dell'Italia meridionale definito Magna Grecia era
già iniziato nel XV e nel XIV secolo a.C.. La ricerca
di nuovi territori a scopi commerciali, l'incremento
demografico e i rivolgimenti politici che avevano
interessato le città greche causarono una serie di
flussi migratori di popolazioni greche verso la
penisola italiana: iniziarono i calcidesi, che si
insediarono in Campania e nella zona dello stretto
di Messina fondando colonie come Cuma, Velia e
Reggio tra le altre; i dori colonizzarono la Sicilia
(Siracusa e Agrigento), gli achei del Peloponneso
la costa ionica della Calabria (Sibari, Crotone) e
della Basilicata (Metaponto), gli spartani il golfo di
Taranto in Puglia.
Sottomesse o assimilate le popolazioni indigene, i greci fondarono
colonie e subcolonie che furono rette da regimi oligarchici e in seguito
da tirannie. L'apice della potenza e dello splendore artistico e culturale
(testimoniato da grandiosi templi come quelli di Agrigento, Selinunte,
Segesta, e dalle scuole filosofiche che fiorirono in Magna Grecia) fu
raggiunto tra il VI e il V secolo, dopodiché iniziò il declino delle colonie
greche, in lotta tra loro per la supremazia e perennemente in guerra
con cartaginesi e italici e infine con Roma, che nel corso del III secolo
portò a termine la sua progressiva conquista dell'Italia meridionale.
SAGRE E FESTE: Castrovillari, il Carnevale è diventato l’occasione per far rivivere le tradizioni del passato. Per le strade sfilano perso-naggi con costumi tradizionali, si ascoltano gli antichi strumenti musi-cali e si può assistere ad alcune danze. LA CULTURA: Dal punto di vista culturale, la Calabria possiede im-portanti siti archeologici, che risalgo-no ai tempi della Magna Grecia. Alcuni di questi sono organizzati co-me Parchi Archeologici, come a Sibari, a Capo Colonna (Crotone) e a Locri Cheggio Calabria. A Reggio Calabria si trova poi il Museo Nazio-nale della Magna Grecia, che ospita tra gli altri reperti, le due statue dei BRONZI DI RIACE.
Le possenti colonne scanalate, realiz-
zate con il travertino estratto nella re-
gione, costituiscono un significativo
esempio di ordine dorico. Alte 8,9
metri, hanno diametro alla base di cir-
ca 2,7 metri e all'estremità superiore di
circa 1,46 metri. A metà dello sviluppo
verticale presentano il tipico
rigonfiamento, detto éntasi, atto a
correggere l'illusione ottica di uno
"snellimento" centrale nelle colonne
disposte in fila.
Colonne doriche, Paestum
Il tempio di Nettuno (o Posei-
dònion), a Paestum, risale
alla metà del V secolo a. C.
Dedicato in realtà a Hera Ar-
giva, dea della fecondità, co-
stituisce uno splendido esem-
pio di architettura templare di
ordine dorico. Le 36 colonne
scanalate del portico, con ac-
centuato rigonfiamento a circa
metà del fusto (detto éntasi),
sono coronate da capitelli
quasi integri. Notevoli per il
buono stato di conservazione
sono inoltre i frontoni triango-
lari, sui lati corti nel tempio.
Fronte del tempio di Nettuno, Paestum
Tempio di Cerere, Paestum
Dedicato ad Atena, in base ai più recenti rinvenimenti archeologici, l'edificio magnogreco generalmente indicato come tempio di Cerere, a Paestum, fu eretto alla fine del VI secolo a.C. Del complesso originario si sono conservati il portico di 34 colonne doriche, l'architrave della trabeazione e parte dei frontoni.
Tempio di Era, Paestum
Noto anche come Basilica, il tempio di Era a Paestum risale alla metà circa del VI secolo a.C. Caduto il tetto e i frontoni, il monumento conserva quasi integro il porticato, composto di 50 colonne doriche fortemente rastremate nella parte superiore.
Antro della sibilla, Cuma
La galleria scavata nella roccia che conduce alla grotta della leggendaria sibilla cumana. Fondata intorno al 730 a.C. sulla costa campana, Cuma è la più antica colonia greca in Italia.
Scavi di Velia, Cilento
Preziose testimonianze della civiltà ellenica sul territorio campano, le rovine dell’antica Elea documentano l’esistenza di una città prospera, di cui sono state individuate l’acropoli e due distinti quartieri collegati da un ampio tratto viario. Notevoli in particolare i resti del tempio probabilmente dedicato ad Atena.
Teatro greco di Segesta
Fondata da una popolazione indigena, l'antica città siciliana di Segesta divenne presto uno dei principali centri della Magna Grecia. Il teatro risale al III secolo a.C.
Tempio di Segesta
Monumento tra i più significativi della Magna Grecia, il tempio di Segesta risale al V secolo a.C. Lasciato incompiuto, sorge su una collina a ovest della città. Le sue pure forme doriche testimoniano dell'avvenuta ellenizzazione degli Elimi, la popolazione locale, che pure aveva opposto resistenza alla colonizzazione greca.
DIVINITÀ GRECHE E ROMANE
Per gli uomini dell'antichità non ancora in grado di spiegarsi il perché
delle cose, i fenomeni della natura dovettero apparire come qualcosa
di potente e di misterioso insieme.
Nasceva così la religione (dal latino religare, legare) il sentimento di
venerazione che lega l'uomo alla divinità.
Anche i Greci più antichi adorarono le forze della natura sotto forma
di divinità.
Essi però, per sentirli più vicini alla loro vita, dettero loro figura e
qualità umane.
Intorno a queste divinità, gli artisti greci si sbizzarrirono a comporre le
più straordinarie leggende, che formarono poi la cosiddetta mitologia.
GENEALOGIA DEGLI DÈI
CAOS
Dopo Caos nacque Gea (Gaia), la Terra.
Ella concepì le montagne e Urano, cioè il Cielo.
Si unì poi a quest’ultimo e generò, Crono, il Tempo, che diede inizio
alla seconda generazione divina, quella di Zeus e dei grandi dèi che
regnano sul mondo.
Gli dei avevano la loro sede sui picchi dell'Olimpo, il monte più alto
della Grecia.
Si credeva che si cibassero di nèttare e ambrosia, due sostanze che
avevano il potere di dare l'immortalità.
Afrodite - Venere: Dea dell’amore; era la più bella tra le dee.
Apollo - Apollo: Dio della luce, della medicina e della poesia.
Ares - Marte: Dio della guerra, sanguinario e brutale, era antipatico a
tutti gli dèi, compreso suo padre Zeus.
Artemide - Diana: Dea della caccia e sorella di Apollo. Il suo tempio
più famoso è nella città di Efesto.
Asclepio - Esculapio: Dio della medicina.
Atena - Minerva: Dea delle arti, della guerra e della saggezza.
Crono - Saturno: Per i greci, padre di Zeus.
Nella mitologia romana, anche dio dell’agricoltura.
Demetra - Cerere: Dea delle messi.
Dioniso - Bacco: Dio del vino, della fertilità e della sfrenatezza.
Efesto - Vulcano: Fabbro degli dei e dio del fuoco e della lavorazione
dei metalli. Nelle sue fucine fabbricava armi invinci-
bili per gli “dèi” e per gli “eroi”
Era - Giunone: Protettrice del matrimonio, sorella e moglie di Zeus.
Ermete - Mercurio: Dio della scienza; protettore dei viaggiatori, dei
ladri e dei vagabondi.
Eros - Cupido: Dio dell’amore.
Estia - Vesta: Dea del focolare domestico.
Gea - Tellus: Simbolo della Terra e madre e moglie di Urano.
Hipnos - Sonno: Dio del sonno
Plutone/Ade - Dite: Dio degli inferi.
Poseidone - Nettuno: Dio del mare. Nella mitologia anche dio dei
terremoti e dei cavalli.
Rea - Opi: Sposa e sorella di Crono.
Urano - Urano: Figlio e sposo di Gea e padre dei Titani.
Zeus - Giove: Sovrano degli dei, regna sull’Olimpo.
Molte volte anche le divinità come ogni
qualunque mortale soffrono di molti dolori
come il gran dolore provato da Zeus, gran
padre degli dei, alla testa alla nascita di
Atena, questa dea divenne anche la
protettrice di Atene; dopo poco tempo
divenne molto famosa per la sua saggezza
e la sua conoscenza delle armi. Atena era
anche molto abile a tessere la tela tanto
che era decise di farle tessere la sua
tunica nuziale per il matrimonio con Zeus.
Come tutte le dee, Atena aveva un difetto:
credeva che non esistesse nessuno più
brava di lei a tessere.
ATENA ED ARACNE
Ma molto sfortunatamente c’era una donna
mortale che non la pensava cosi. Questa si
chiamava Aracne e veniva da un piccolo
villaggio chiamato Colofone. Quando Atena
sentì che Aracne aveva detto che era più
brava persino della grande dea Atena a
tessere la tela, decise di organizzare una
gara contro lei. Quando Atena annunciò la
sfida ad Aracne ella accettò e quando il
lavoro fu finito la tela di Aracne era molto
più bella di quella di Atena. Atena essendo
gelosa di Aracne la trasformò in un ragno
cosicché potesse tessere la tela per sempre
senza essere ammirata da nessuno perché
si rompeva subito.
I greci eressero splendidi templi in onore degli
dei.
Alcuni erano grandi santuari a cui giungevano in
pellegrinaggio persone da tutta la Grecia e dalle
colonie.
Il santuario di Delfi, costruito in onore dio Apollo,
era famoso per il suo oracolo, un sacerdote che
parlava a nome del dio e sosteneva di saper
prevedere il futuro.
Governanti, generali e semplici cittadini
andavano da lui a chiedere consigli.
A Olimpia si trovava un santuario dedicato a
Zeus.
In suo onore si svolgevano i giochi olimpici (i
primi della storia).
Erano gare a cui partecipavano tutti i cittadini
maschi delle polis.
Per l’occasione tutte le guerre cessavano e
veniva rispettata una tregua sacra.
I GIOCHI OLIMPICI
Ed ecco i giochi di Olimpia, di importanza superiore a tutti gli
altri.
Le loro origini storiche non sono ben note; la tradizione vuole
che siano stati istituiti da Ercole. Furono diverse volte interrotti
e poi ripristinati. La loro celebrazione regolare iniziò con l’anno
776 a.C.; da allora furono regolarmente celebrati ogni quattro
anni, nel periodo compreso fra il solstizio d’estate e il plenilunio
(ossia fra la fine di giugno e la prima metà di luglio; un mese più
tardi negli anni bisestili).
Questo periodo era detto “mese sacro”.
OLIMPIADI
Le Olimpiadi sono un complesso di
gare che, al tempo dell’antica Grecia,
si disputavano ogni 4 anni presso il
santuario di Olimpia, da cui presero il
nome. Questi giochi decaddero verso
la fine del IV secolo dopo cristo.
Alla fine del XIX secolo furono ripresi e
da allora, salvo le interruzioni imposte
delle due guerre mondiali, si celebrano
ogni quattro anni, in una diversa città
della Terra.
Durante il tempo dei Giochi Olimpici, si verificava un fatto
straordinario: in tutto il Peloponneso cessavano le guerre fra le
varie città e gli stessi che fino a pochi giorni erano stati nemici si
recavano assieme ad assistere ai giochi di Olimpia.
All’inizio, ai giochi, erano ammessi solo i Greci nati nel Pelopon-
neso; poi fu concessa la partecipazione anche ai cittadini di altri
Stati greci e, dalla quarantesima Olimpiade in avanti vi poterono
partecipare anche tutti i nati nelle colonie della Magna Grecia,
purché potessero provare che il loro padre era greco.
LO SVOLGIMENTO DEI GIOCHI
I giochi si svolgevano in cinque giorni:
• Il primo giorno si celebravano i riti religiosi davanti all’altare di
Zeus, con una solenne processione a cui partecipavano i
sacerdoti, i giudici, gli atleti, i parenti e la massa degli spettatori.
Alla fine del sacrificio propiziatorio, gli atleti e i giudici compivano
il loro giuramento; i primi giuravano di combattere con lealtà, i
secondi di giudicare equamente;
• Il secondo giorno si disputavano le gare dei giovani dai
diciassette ai vent’anni;
• Il terzo giorno cominciavano le competizioni degli adulti: la
corsa, nelle sue tre specialità, la lotta, il pugilato e il
pancrazio;
• Il quarto giorno si svolgevano le corse dei cavalli e delle
bighe, il pentathlon e l’oplitòdromo;
• Il quinto giorno venivano premiati i vincitori, annunciandone il
nome e quello della città a cui appartenevano. L’atleta
vincitore veniva incoronato con una corona d’olivo selvatico e
il suo nome veniva scritto su un apposito registro. Alla fine si
tenevano le processioni di ringraziamento agli dèi.
STADIO: gara di velocità, disputata sulla distanza di uno "stadio", che
era una misura di lunghezza dei Greci, pari a circa 192 metri. Fino alla
14° Olimpiade fu questa l'unica gara in programma.
DIÀULO: gara di velocità compiuta sulla distanza di due "stadi".
DÒLICO: corsa di resistenza su una lunghezza da sette a ventiquattro
"stadi". Si facevano delle specie di eliminatorie fra gruppi di quattro o
cinque atleti.
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
PENTATHLON: competizione che compren-
deva cinque prove: salto, corsa, lotta, lancio
del disco e lancio del giavellotto, o pugilato.
Si crede che fosse considerato il vincitore chi
usciva primo in almeno tre prove.
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
LOTTA: la tecnica di questa competizione
era abbastanza simile a quella odierna.
Veniva dichiarato vincitore chi riusciva a
gettare a terra tre volte il rivale o a
costringerlo a dichiararsi vinto.
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
PANCRAZIO: la più dura
delle competizioni olimpiche
consisteva in un misto di lotta
e di pugilato.
Veniva disputata con i pugni
nudi ed erano ammessi tutti i
colpi tranne i morsi.
COMPETIZIONI EQUESTRI:
consistevano in corse a cavallo, con
bighe o quadrighe. Le corse si
svolgevano su un percorso pari a 12
giri dello stadio, cioè circa 4600
metri.
La vittoria era valida anche se il
fantino veniva disarcionato, purché il
cavallo raggiungesse il traguardo.
La palma della vittoria non spettava
all’auriga (il conducente della biga)
ma al proprietario.
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
PUGILATO: i pugilatori antichi si fasciavano le mani e l’avambraccio
con delle strisce di cuoio guarnite di piombo, chiamate “cesti”. Il
combattimento proseguiva finché uno dei due rivali veniva abbattuto
o rinunciava alla lotta.
LE COMPETIZIONI OLIMPICHE
OPLITÒDROMO: corsa in cui gli atleti indossavano l’armatura,
l’elmo.
OLIMPIADI ANTICHE
I greci usavano le Olimpiadi come uno dei loro metodi per
contare gli anni.
I giochi persero gradualmente importanza con l'aumentare
del potere Romano in Grecia.
Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale
dell'Impero Romano, i Giochi Olimpici vennero visti come
una festa “pagana", e nel 393, l'imperatore Teodosio li vietò,
ponendo fine a una storia durata 1000 anni.
RINASCITA DEI GIOCHI OLIMPICI
I Giochi Olimpici non morirono. Già nel XVII secolo un festival
sportivo che prendeva il nome dalle Olimpiadi si teneva in Inghilterra.
Nei secoli seguenti eventi simili vennero organizzati in Francia e in
Grecia, ma si trattava di manifestazione su piccola scala e
sicuramente non internazionali.
LA RINASCITA DELLE OLIMPIADI
Oltre 1500 anni dopo gli ultimi Giochi Olimpici
dell'antica Grecia, il barone francese Pierre De
Coubertin concepì l'idea di riportare in vita questo
grande evento e ne propose il progetto alla
conferenza internazionale sullo sport che si tenne a
Parigi nel 1894.
La proposta fu accolta con entusiasmo e subito
seguita dall'istituzione del Comitato Internazionale
Olimpico (CIO), di cui faceva parte lo stesso De
Coubertin.
Dopo soli due anni, nell'aprile del 1896, il re di
Grecia inaugurava ad Atene le prime Olimpiadi
dell'età moderna. Nei cento anni successivi i Giochi
si sono gradualmente sviluppati nella favolosa
manifestazione sportiva che oggi tutti conosciamo.