� GEO - PLANETGEO - PLANETGEO - PLANETGEO - PLANET � Studio di Geologia Tecnica - Ambientale
Progettazione di cave e discariche
St. Via Bruno Buozzi, 192 - 89015 Palmi (RC) dr. Domenico Putrino
P.I. 01300210802 - C.F. PTR DNC 67P22F537V - geologo -_________________________________________________________________________________________________________________________________
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04
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RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA
COMMITTENTE: M.F. CENTRO POLIVALENTE DEL MEDITERRANEO di
Demetrio Mercurio s.a.s. con sede in Mortara di
Pellaro LOCALITA’: MORTARA di PELLARO FOGLIO E PART.: Particelle 79-81-96-865-968-1036 del foglio di mappa
numero 2 Reggio Calabria Pellaro. In particolare le
particelle 865-968 derivano dalla particella 82. La
particella 1036 (fabbricato rurale) deriva dalla 80.
VINCOLI ESISTENTI
Vengono qui di seguito riportati i nullaosta, le autorizzazioni, ed i pareri da acquisire ai fini della realizzazione e dell’esercizio dell’attività di cava in progetto. Per completezza saranno quindi indicate le informazioni relative ad altri vincoli, e le procedure da attivare prima dell’inizio dei lavori. I dati relativi ai vincoli sono stati estrapolati dal certificato rilasciato dal Comune di Reggio Calabria
Elenco autorizzazioni, nulla osta e pareri da ottenere:
1. L’area è soggetta a Vincolo Paesaggistico per cui necessita di ottenere il parere ai sensi dell’art. 8 della L.R. 3/95 per le attività estrattive
2. L’area è soggetta a Vincolo Aeroportuale ai sensi della L. 58/63
3. Verifica di assoggettabilità ai sensi degli artt. 6 e ss. del DGR 04.08.2008 Dipartimento Ambiente Nucleo Via - Regione Calabria Via Isonzo – Santa Maria di Catanzaro
4. Permesso di costruire, ai sensi della L.R. 23/90 da acquisire dal Comune di Reggio Calabria tramite lo Sportello Unico per le Attività Produttive
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Prima dell’inizio dei lavori la Ditta dovrà, inoltre, procedere:
a) Stipula di Cauzione o Polizza Fidejussoria a favore del Comune di Reggio Calabria a garanzia degli obblighi per il ripristino dell’area di cava.
b) Denuncia di Esercizio comunicata al Comune di Reggio Calabria ed alla Regione Calabria – Assessorato Attività Produttive - Ufficio Cave e Torbiere Acque Minerali e Termali Catanzaro.
c) Relazione sui fronti di scavo, comunicata al Comune di Canolo ed alla Regione Calabria – Assessorato Attività Produttive - Ufficio Cave e Torbiere Acque Minerali e Termali Catanzaro.
d) Redazione del DSS ai sensi del D.lgs 626/94 e s.m.i.
Ulteriori vincoli presi in esame:
1. L’area non è soggetta a Vincolo Idrogeologico ai sensi del R.D 3267/23
Ente: Regione Calabria - Dipartimento Agricoltura – Servizio Area Territoriale Meridionale – Reggio Calabria.
• L’area non rientra all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte
• L’area non rientra tra quelle perimetrate dall’Autorità di Bacino nell’ambito del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico della Calabria). L. Legge 18 Maggio 1989, n. 183.
• L’area non rientra all’interno dei SIC, siti di importanza comunitaria ai sensi della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE e tra i ZPS (Zone di protezione speciale)
• L’area non rientra nelle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche.
• L’area non rientra tra quelle di cui alla Legge 11.12.2000, n°365 (Decreto Legge Soverato).
• L’area non rientra tra quelle ad interesse archeologico di cui alla Legge 01/06/1939 n°1089.
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RELAZIONE TECNICA Il presente studio si pone come obiettivo quello di progettare la coltivazione di una cava di sabbia e ghiaia, in banchi arenaceo-conglomeratici, e recupero paesistico ambientale. L’area nella quale si intende procedere alla realizzazione dell’attività estrattiva da utilizzare per la formazione di calcestruzzi, per riempimenti, per rilevati e per scopi similari, si colloca all’interno del bacino idrografico del Vallone Trapezio Mariani (oggi Via Mariani). In particolare l’area è compresa tra lo stesso Vallone Trapezi Mariani e la Fiumara di Valanidi II° che dista oltre 500 in linea d’area.
La coltivazione del giacimento, così come le attività di recupero, avverranno nei modi e nei tempi descritti dettagliatamente nel piano di coltivazione e di recupero allegato al progetto.
L’idea di intraprendere un’attività estrattiva nel suolo di proprietà o comunque concesso in uso alla società nasce dalla richiesta continua del mercato di prodotti di qualità da indirizzare agli impianti per la produzione di calcestruzzo in un contesto spazio-temporale che vede la realizzazione di nuove ed importanti infrastrutture stradali (ammodernamento della A3 Sa-Rc - Attraversamento Bovalino Bagnara Calabra – S.S. 106 Ionica ecc) che richiedono una quantità di
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materia prima lavorata di gran lunga superiore a quella normalmente necessaria per il territorio. Trattasi, quindi, di un attività temporanea di durata pari all’attività estrattiva (3 anni circa) e si esaurirà con la coltivazione del giacimento senza che da questa scaturisca un esercizio più duraturo. Tale condizione implica di per se, come si avrà modo di dire nello studio preliminare ambientale, un impatto temporaneo e localizzato.
Lo studio è stato suddiviso in due fasi: � La prima fase finalizzata alla progettazione di un piano di coltivazione idoneo, che tenesse conto delle caratteristiche dell’ambiente fisico oltre che di quelle dei materiali estratti. Sono quindi state individuate le modalità ed i tempi di coltivazione della cava, le aree interessate dalla coltivazione e le potenzialità del giacimento attraverso il calcolo dei volumi potenzialmente estraibili. In questa stessa fase sono stati illustrati i vincoli che regolano la fattibilità dell’intervento e definite tutte quelle operazioni preliminari che dovranno essere realizzate prima di procedere alla cavatura del materiale.
� Nella seconda fase, nonché la più importante ai fini della fattibilità dell'intervento, si sono esposte le modalità di recupero dell’area e la sua sistemazione finale. Sono quindi stati scanditi i tempi ed i modi di recupero dell’area di cava, le caratteristiche chimico-fisiche e litologiche dei materiali utilizzabili per il suo recupero. Si è stabilita la sistemazione conclusiva dell’area, che prevede la messa in opera di alberi di ulivo sulle superfici pianeggianti e sui gradoni e di semina sulle scarpate di raccordo interposte fra tali superfici. Infine è stato predisposto un calcolo estimativo dei costi dell’intervento di recupero al fine di poter predisporre polizza fidejussoria o cauzione a favore del Comune di Reggio Calabria, a garanzia degli obblighi spettanti alla Ditta esecutrice dei lavori.
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In sintesi:
Pur con tutte le problematiche che possono investire il settore, la Calabria sta attraversando un periodo importante di innovazione della rete stradale e ferroviaria, oltre che di crescita industriale, per cui la richiesta di materia prima è notevolmente aumentata negli ultimi 4-5 anni e tale dato è messo in evidenza dalla maggiore richiesta di cave autorizzate da parte degli imprenditori del settore. La crescente domanda, in un contesto dove da sempre questa attività è stata intrapresa in modo abusivo o semi-abusivo, è dovuto in maniera ridotta ad un senso di responsabilità e di rispetto della normativa e dell’ambiente da parte della nuova classe imprenditoriale, ma più largamente legata a due fattori:
a) gran parte delle Imprese appaltatrici dei lavori di ammodernamento della rete stradale, possono prelevare la materia prima solo ed esclusivamente da cave autorizzate dagli organi competenti;
b) deve essere dimostrata la provenienza del materiale utilizzato; c) la materia prima utilizzata dai titolari degli impianti per la
produzione di cls, deve avere la marcatura CE, per cui deve essere certo il luogo di provenienza, certa la qualità della materia, autorizzato il sito di estrazione (le marcatura CE degli inerti è obbligatoria dal 24 Ottobre 2005 nella produzione di conglomerati cementiti).
d) Gli organi di controllo sono sempre più attenti all’aspetto ambientale per cui attività estrattive non autorizzate sono immediatamente oggetto di denuncia e sequestro
o LA SOCIETA’: l’esercizio di cava rientra tra le attività già svolte dalla M.F.
CENTRO POLIVALENTE DEL MEDITERRANEO di Demetrio Mercurio s.a.s.
società che da diversi decenni è nell’ambito dell’edilizia e delle costruzioni in
genere.
o TITOLARITA’ DELL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA: l’area interessata dalla cava è di
proprietà e/o concessa in uso alla Ditta M.F. Centro Polivalente del
Metiderraneo di Demetrio Mercurio s.a.s. con titoli di possesso che si allegano
al progetto.
o PARTICELLE INTERESSATE DALL’ATTIVITA’ ESTRATTIVA: La coltivazione si
snoderà all’interno delle particelle 79-81-96-865-968-1036 del foglio di
mappa numero 2 Reggio Calabria Pellaro. In particolare le particelle 865-968
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derivano dalla particella 82. La particella 1036 (fabbricato rurale) deriva dalla
80.
o DESTINAZIONE D’USO DELLE AREE (ATTUALE E FUTURA): il sito si colloca nelle
aree di retrocosta che si snoda a monte dell’abitato di Pellaro in loc. Mortara.
La destinazione d’uso dell’area, come si evince dal certificato di destinazione
urbanistica allegato al progetto, è: in parte Aree verde pubblico ed in parte
aree per attività secondarie. La realizzazione della cava non inficerà l’attuale
destinazione d’uso dell’area anzi ne migliorerà le condizioni sia per le porzioni
destinate a verde pubblico (le aree totalmente incolte e brulle saranno
piantumate così come previsto dal piano di recupero) sia per le porzioni di
aree destinate ad attività secondarie (riprofilatura del versante e spianamento
con riduzione dell’altezza originaria e ottenimento di superfici pianeggianti in
quota con quelle già esistenti, dove risulterà facile un eventuale utilizzo delle
aree per i fini preposti). Qualora la destinazione d’uso dell’area variasse nel
tempo per scelte urbanistiche, ci si ritroverà, comunque, un sito recuperato
sotto il profilo morfologico e paesaggistico oltre che dal punto di vista
agronomico a fronte di un’area oggi totalmente incolta, dalla morfologia
irregolare, difficilmente utilizzabile se non dopo un rimodellamento della
topografia.
o MOTIVAZIONI DELLA SCELTA DEL SITO: Considerato che da tempo nei corsi
d’acqua è vietato il prelievo, anche controllato, di materia prima da indirizzare
al mercato dei calcestruzzi, i depositi sedimentari di retrocosta rappresentano
i luoghi dove attingere la materia prima. La scelta di questi luoghi è dettata da
varie motivazione:
a) l’impossibilità, come suddetto, di prelevare la materia prima dai corsi
d’acqua, anche perché il prelievo indiscriminato ha ridotto o annullato
l’apporto solido alla foce provocando un arretramento della linea di
costa con interessamento delle aree antropizzate.
b) la necessità di individuare aree collocate in contesti non vincolati e dove
ci sia la presenza di giacimenti economicamente sfruttabili;
c) la necessità di identificare una materia prima che, alla luce delle nuove
normative comunitarie, sia idonea per gli scopi prefissati;
d) la forte richiesta di materia prima da parte dell’indotto in un periodo
storico dove è in atto l’adeguamento o la realizzazione di infrastrutture
viarie di particolare interesse pubblico;
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o CONFINI DELL’AREA DI CAVA: la stessa confina da tutti i lati con terreni di
proprietà o concessi in uso alla ditta in quanto si manterrà sempre una
fascia di rispetto mai inferiore a metri 5 così come si evince dall’ortofoto che
segue. Le fasce in verde rappresentano le distanze che si mantengono dai
limiti.
Segnaletica luminosa
AREA DI CAVA
PERIMETRO IN USO
ALLA SOCIETA'
FASCIA DI RISPETTO NON INTERESSATA DA
ATTIVITA' ESTRATTIVA
o SISTEMA TERRITORIALE DEI TRASPORTI: Per ciò che attiene al sistema territoriale dei trasporti l’area in studio si colloca a breve distanza (750m circa) dalla S.S. Jonica 106, ed è collegata a quest’ultima da strade di ordine inferiore. Altra strada, la via Mortara San Leo si colloca a circa 100 metri. Si comprende, dunque, come la rete stradale che si sviluppa intorno al sito di progetto risulti idonea allo smaltimento del surplus di traffico pesante che, ad ogni modo, una simile attività, genera. La collocazione del sito di cava (in rosso), unitamente a quella delle arterie stradali (SS 106-via Mortara di Pellaro) e a quella del centro urbano di S. Leo e S. Gregorio è riportata nello schema che segue.
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o I MATERIALI OGGETTO DI COLTIVAZIONE: sono sabbie e ghiaie in facies
marina appartenenti alla formazione pliocenica delle arenarie sabbiose,
molto diffuse nell’immediato retrocosta calabrese nel tratto che corre tra
Reggio Calabria e Bova Marina. Trattasi di depositi semicoerenti per la
presenza di un cemento siliceo che agisce da legante e conferisce alla
formazione un aspetto massivo, tanto da consentire una certa stabilità
anche in condizioni clivometriche prossime a 90° Nell’area in studio sono
presenti con spessori che superano i 100 metri per cui non è prevedibile un
depauperamento della risorsa anche in relazione ai numerosi affioramenti
presenti.
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o LA TIPOLOGIA DI CAVA: prevede lo sbancamento dell’intera superficie di
cava per fette orizzontali e gradoni discendenti fino al raggiungimento di
quota 65 metri s.l.m. quota che coincide con le superfici pianeggianti già
estesamente presenti , ed il raccordo tra il pianoro sovrastante e quello
finale di estrazione attraverso una scarpata gradonata disposta
parallelamente al perimetro orientale della cava e quindi in direzione N-S e
parzialmente lungo il confine sud-occidentale. Il tutto consentirà la
realizzazione di ampie superfici pianeggianti in continuazione di quelle già
esistenti. Altre gradonature, di durata comunque temporanea,
permetteranno di espletare le fasi di avanzamento; l’abbattimento del fronte
avverrà attraverso l’ausilio di gradoni atti a garantire condizioni di sicurezza
durante le fasi di coltivazione.
o LA SUPERFICE DI CAVA: è pari a 31.160,0 mq inferiore alla superficie
totale di proprietà e/o concessa in uso alla ditta.
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o IL VOLUME COLTIVABILE: è pari a 387.383,90 m3 che verrà coltivato
nell’arco di tre trienni (3 anni). Il volume medio annuo è pari a: 129.127,96
mc
o LE CARATTERISTICHE MORFOMETRICHE PRE E POST-OPERA E LE
CONDIZIONI DI STABILITA’: il tratto di rilievo che si intende sottoporre a
coltivazione risulta tale da consentire una gestione operativa della stesso
non vincolata a particolari problematiche. La cava si snoderà tra la quota
massima di 90 m s.l.m. e la quota minima di 65 m s.l.m. con un dislivello
di circa 25 metri. Le verifiche di stabilità che sono allegate al progetto
hanno accertato l’adeguatezza dell’intervento proposto; i coefficienti di
sicurezza previsti dalla normativa vigente (Fs =>1,3) sono infatti più elevati
rispetto alle condizioni attuali soprattutto con riferimento al versante
occidentale il quale si presenta, allo stato attuale, particolarmente acclive
con angoli di declivio superiori a 80°. La nuova gradonatura prevede
scarpate con angoli mai superiori a 45° ampiamente compatibili con le
caratteristiche geomeccaniche dei depositi arenacei oggetto di estrazione.
o IL PIANO DI RECUPERO: è previsto, contestualmente all'estrazione del
materiale sabbioso ghiaioso, un piano di recupero morfologico e
vegetazionale; il primo consiste nella sistemazione a gradoni del versante
orientale per raccordare le superfici poste a quota differente e nella
riprofilatura e sagomatura del piano finale di cava; il secondo prevede la
messa in posto, nei gradoni e nel pianoro, di terreno organico, costituito da
humus preventivamente stoccato; questo favorirà lo sviluppo dell’apparato
radicale degli alberi di ulivo che si intende impiantare. Sulle scarpate che
separano i vari gradoni si procederà con operazioni di inerbimento. Il tutto
contribuirà a dare una continuità spaziale all'intero territorio, reinserendo
armonicamente nel paesaggio la zona di cava, e restituendola pienamente
al contesto naturale originario. La sistemazione a gradoni del pendio, la
leggera contropendenza con cui gli stessi saranno realizzati con lo scopo di
raccogliere le acque all’interno di ogni singolo gradone ed evitare fenomeni
di erosione lineare o processi di dilavamento, la messa in posto contestuale
di specie agronomiche tipiche di questo contesto ambientale e la
realizzazione delle opere di drenaggio così come previste nel progetto,
migliorerà le condizioni generali di stabilità dell’intero ambito in studio. Le
verifiche di stabilità hanno confermato quanto appena detto.
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Nel suo insieme l’aspetto attuale dell’area, quello che si prospetta a fine
coltivazione e a recupero ultimato è riproposto nelle tre orotofoto tridimensionali
che seguono:
VISTA DALL'ALTO STATO DI FATTO
Versante settentrionale
gradonato
Versante meridionale
gradonato
Scarpata sub-verticale
lungo il quadrante
occidentale
90 m s.l.m. 65 m s.l.m.
60 m s.l.m.
90 m s.l.m.
65 m s.l.m.
60 m s.l.m.
85 m s.l.m.
85 m s.l.m.
VISTA FOTOREALISTICA DELLE AREE A COLTIVAZIONE ULTIMATA
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Un’attività così organizzata consentirà inoltre:
- Di limitare eventuali possibili implicazioni di carattere microclimatico e
pluviometrico. La messa a dimora dell’impianto di uliveto definitivo già in
corso di coltivazione, eviterà perturbazioni atmosferiche legate a possibili
variazioni locali del tasso di umidità, anche se circoscritte alla sola fase di
esercizio.
- Di migliorare le caratteristiche vegetazionali dell’area interessata dalle
operazioni di cava. L’area è totalmente incolta. La sistemazione finale
dell’area di coltivazione prevede la messa a dimora di specie che ben si
adattano all’ambiente circostante e che garantiranno la riqualificazione
ambientale del territorio. Tali piante potranno godere di un nuovo substrato
più ricco di sostanze nutritive e di maggiori quantità d’acqua che
raggiungeranno, in relazione ai nuovi gradienti topografici indotti, gli
apparati radicali delle stesse.
- Di produrre economie a piccola scala e incrementare l’occupazione. L’attività
consentirà di ridurre le richieste esterne di materia prima e quindi i costi di
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trasporto a favore di uno sviluppo locale e sull’indotto circostante. Grazie
all’esercizio della cava in oggetto, parte dei prodotti finiti proveniente da
aree esterne, saranno ora prelevati dai cantieri del posto con buone ricadute
economiche sul territorio e sull’attività occupazionale diretta ed indiretta.
In definitiva l’esercizio temporaneo della cava non comporta significative
penalizzazioni sull’ambiente circostante proprio in relazione alle modalità di
coltivazione e recupero del territorio previste in progetto.
In considerazione di quanto riportato nel Piano di coltivazione e dalle risultanze
dello Studio Preliminare di Impatto Ambientale non si ravvisano limitazioni
alcune per la coltivazione dell’area in progetto, mentre si renderanno necessarie
visite periodiche da parte del responsabile e del D.L., al fine di vigilare sulle
operazioni legate all’intervento in atto, confrontando, di volta in volta, lo stato di
fatto con quanto previsto in progetto e/o con quanto approvato dagli organi
competenti.
Il Tecnico
Geol. Dott. Domenico Putrino