PROCEEDINGS of the International Conference on Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast
FORTMED 2017
DEFENSIVE ARCHITECTURE OF THE MEDITERRANEAN XV TO XVIII CENTURIES
Vol. V
Editor
Víctor Echarri Iribarren
Universidad de Alicante. Spain
EDITORIAL
PUBLICACIONS UNIVERSITAT D’ALACANT
FORTMED 2017
Colección Congresos UA
Los contenidos de esta publicación han sido evaluados por el Comité Científico que en ella se
relaciona y según el procedimiento de la ``revisión por pares´´.
© editor
Víctor Echarri Iribarren
© de los textos: los autores
© 2017, de la presente edición: Editorial Publicacions Universitat d’Alacant.
www.publicaciones.ua.es/
Imprime:
ISBN: 978-84-16724-75-8 (Vol. V)
Depósito legal: A 493-2017
FORTMED – Modern Age Fortifications of the Mediterranean Coast, Alicante, October 26th, 27th, 28th
2017
255
Defensive Architecture of the Mediterranean. XV to XVIII centuries / Vol V / Echarri Iribarren (Ed.)
© 2017 Editorial Publicacions Universitat d’Alacant
Study on distribution of fortified centers of Basilicata reported in
the Atlante (1781-1812) of Rizzi Zannoni. Toponymy, census and
Gis analysis Antonio Peccia a Consiglio Nazionale Delle Ricerche - Istituto Per I Beni Archeologici e Monumentali, IBAM-CNR, TITO SCALO
(PZ), ITALY; [email protected]
Abstract
Examining the region of Basilicata (South Italy) represented in the Atlante Geografico del Regno di
Napoli of Giovanni Antonio Rizzi Zannoni we can note the existence of a large number of place names
related to a military field (Torre, Guardia, Castello, etc.). Although some of these are related to fortified
sites abandoned or no longer exist at the time of the measurements of geographers, and after a first
comparison with a census of the sites still active at the end of eighteenth century, we can note a high and
uniform distribution of center of defense and observation. In addition to a direct defense in case of
attack, the majority of fortified site were also intended to ensure the functioning of a network of sighting
and signaling from the coast to the internal zones. What was the average distance between sites? What
are those with greater visibility? What was the average time for any visual signals from the coast to
inland areas? There were more protected than other centers? The whole site was connected to the main
road site? In this paper, we will attempt to answer the question after a first comparison of the place
names and the still active site at the time of the atlas and through the use of GIS applications.
Keywords: Historical Cartography; Fortified Sites; GIS
1. Introduzione
Negli anni sono stati numerosi i contributi
scientifici incentrati sullo studio dell’Atlante di
Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736-1814)
(sulla vita e le opera del cartografo padovano
cfr. Brancaccio 1991; Principe 1993; Valerio
1993b; Valerio 2014), considerato da sempre
un’opera cartografica di eccezionale valore e una
vera e propria miniera di informazioni da cui
attingere dati relativi alla storia, all’ambiente e
alla viabilità del Meridione italiano tra la fine del
settecento e la prima decade del secolo
successivo. Nuovi e importanti dati relativi alla
cartografia storica zannoniana possono essere
ottenuti mediante l’utilizzo delle piattaforme
GIS e attraverso alcune relative applicazioni di
calcolo spaziale (Gregory 2002; Henderson e
Berman, 2003; Berman, 2005; Gregory e Healey
2007; Schlichting 2008). Nel presente lavoro si
mostrerà tale tipo di approccio di ricerca
applicato allo studio dei centri fortificati della
Basilicata in epoca borbonica e della potenzialità
di tale metodologia di indagine, innovativa e mai
adottata prima nell’analisi dell’opera
cartografica di Rizzi Zannoni.
Gli obiettivi prefissati, a monte della ricerca,
sono stati diversi, e vanno dall’individuazione
dei comparti territoriali più protetti militarmente
alla ricerca dei siti con maggiore controllo visivo
sul territorio circostante, dal censimento dei siti
con strutture militari simboleggiate o meno da
256
relativo segno ai toponimi ascrivibili ad ambito
militare e strategico. Da un’attenta osservazione
autoptica dei Fogli dell’Atlante, relativi alla
Basilicata, sono stati estrapolati diversi dati
relativi ai toponimi, ai centri fortificati e alle
simbologie adottate. Queste informazioni sono
confluite all’interno di tabelle, inglobate in una
piattaforma GIS e interrogate attraverso delle
applicazioni di tipo spaziale.
2. La Basilicata nell’Atlante di Rizzi Zannoni
L’Atlante Geografico del Regno di Napoli fu
commissionato, nel 1781, a Giovanni Antonio
Rizzi Zannoni, dal Re Ferdinando IV di Napoli,
ed è una delle più rinomate e importanti opere
cartografiche realizzate nel settecento in Europa.
L’Atlante, terminato nel 1812, si compone di
trentadue carte geografiche numerate, la scala è
1:114.545 (Valerio 1993a, p. 126), databili tra il
1788 e il 1811 ed incise tutte da Giuseppe
Guerra. Il nome completo dell’opera è “Atlante
Geografico del Regno di Napoli Delineato per
Ordine di Ferdinando IV Re delle Due Sicilie &
C. & C. da Gio. Antonio Rizzi – Zannoni
Geografo di Sua Maestà e Terminato nel 1808.
Napoli, s.n., 1788-1812”.
Fig. 1- La città di Miglionico nel Foglio 20
dell’Atlante.
La versione consultata nel presente lavoro è
quella a cura di Ilario Principe (Principe 1994).
La Basilicata moderna, territorio oggetto di
studio del seguente lavoro, ricade nei seguenti
Fogli dell’Atlante: il n. 15 (Principato Ultra:
Avellino, inciso nel 1807), il n. 16 (Terra di
Bari, inciso nel 1806), il n. 19 (Principato Citra,
inciso nel 1809), il n. 20 (Basilicata: Potenza,
inciso nel 1812), il n. 21 (Terra d’Otranto,
inciso nel 1811), il n.24 (Principato Citra verso
il Golfo di Policastro, inciso nel 1788) e il n. 25
(Principato di Citra, inciso nel 1811).
La Basilicata è riprodotta quasi tutta nel foglio
n° 20, l’idrografia è molto articolata e
rappresentata da tre grandi fiumi e dai relativi
affluenti: l’Agri, il Basento e il Bradano. Lungo
questi corsi d’acqua e soprattutto verso le foci
sono presenti paludi e pantani. Nella parte
occidentale del foglio sono localizzate le alture
dell’Appenino Lucano e nella parte orientale le
pianure fluviali dei fiumi lucani. In quest’ultima
zona si segnala la presenza di campi coltivati e
divisioni agrarie. La viabilità è più articolata
nella zona dei grandi fiumi e di meno nella zona
appenninica. Nel Foglio 15 è rappresentata parte
della Basilicata nord-occidentale. L’orografia
dei luoghi è molto articolata (spicca su tutti il
Monte Vulture) e l’idrografia è caratterizzata
principalmente dalla presenza del fiume Ofanto
e dei suoi affluenti, dell’Olivento, dei laghi di
Monticchio e del Lago di Pesole (a NE di Castel
Lagopesole). La presenza dei boschi è molto
elevate a S di Melfi, mentre a nord della città
federiciana si notano terre coltivate e divisioni
agrarie. Nel foglio 16, invece, ricade una piccola
parte della Basilicata settentrionale, compresa tra
Lavello a N e il fiume Bradano a S.
Quest’ultimo, insieme all’Ofanto sono i
maggiori due fiumi rappresentati. I rilievi
montuosi disegnati sono molto più dolci rispetto
al Foglio precedente e si registra la cospicua
presenza di boschi e di diverse aree soggette a
coltivazioni (principalmente nell’area orientale a
ridosso delle murge). Il reticolo stradale appare
più articolato a N, dove è anche presente un
lungo tratturo proveniente dalla Daunia. Parte
della Basilicata occidentale, dominata dalle
alture dell’Appenino Lucano e a ridosso della
piana del Sele e del Vallo di Diano, rientra nel
Foglio n.19. I fiumi principali rappresentati sono
il Marmo e il Platano e colpisce la presenza dei
loro numerosi affluenti. Nel foglio n. 21 ricade
una parte della costa ionica lucana compresa tra
il fiume Bradano a N e il Basento a S, mentre nel
Foglio n. 24 è rappresentato un piccolo lembo di
257
Basilicata relativo alla costa tirrenica lucana. Nel
foglio 25 ricade la parte meridionale della
Basilicata. La costa orientale è stata
rappresentata piatta e in diversi punti paludosa. I
corsi d’acqua sono maggiori verso la costa
ionica e provengono dalle sorgenti del Pollino,
di meno sono verso la zona tirrenica. Il fiume
più grande disegnato è il Sinni, il quale percorre
la regione da O a E, mentre compaiono piccolo
tratti dei fiumi Laos e Agri. Il territorio
rappresentato è occupato quasi del tutto
dall’orografia e il monte più grande è il
massiccio del Pollino. Lo schema viario non è
molto dettagliato ma si riscontra la presenza di
due vie importanti: una via costiera ionica e la
“Strada delle Calabrie”. Si registra, inoltre, la
presenza di diverse aree lasciate a bosco, di
pantani e campi coltivati. Nell’Atlante vengono
indicati tutti i centri urbani della Basilicata con il
loro nome al tempo dei rilevamenti del
cartografo padovano (Favale=Valsinni;
Bollita=Nova Siri; Saponara=Grumento Nova,
etc.). I centri urbani più grandi e meglio
rappresentati sono Potenza, Matera, Melfi,
Ferrandina, Tricarico, Montescaglioso, Irsina,
Pisticci, Acerenza e Albano. Non è presente una
viabilità a lunga percorrenza e tutti i centri sono
collegati tra loro attraverso percorsi di breve
lunghezza. Vengono riportati alcuni centri
abbandonati come Città dir.(uita) T. di Satriano
(l’attuale sito archeologico di Torre di Satriano
ricadente nel territorio attuale del comune di
Tito in provincia di Potenza), Uggiano dir.
(Ferrandina, Mt), Ant. Metaponto (Metaponto,
Mt). Lungo la fascia ionica i centri sono molto
piccoli, basti pensare alla rappresentazione della
città di Policoro, di Scanzano o di Metaponto.
Molto probabilmente, a causa delle cattive
condizioni ambientali e sanitarie (pericolo della
malaria in primis). Infatti, lungo la parte bassa
dei grandi fiumi lucani e a ridosso delle foci,
nell’Atlante si nota un’abbondante quantità di
stagni, paludi e laghi costieri.
3. Metodologia di ricerca
La prima fase della ricerca ha previsto una
attenta osservazione dei vari Fogli dell’Atlante
relativi alla Basilicata. Sono stati individuati tutti
i centri urbani e classificati in base alla presenza
o meno di simboli (cfr. Surra – Carbone 1993) di
carattere militare: città con castello, città con
cinta muraria, città con castello e cinta muraria,
città senza strutture difensive segnalate.
Successivamente, si è proceduto
all’individuazione e alla relativa classificazione
in base alla presenza o meno di relativa
simbologia delle torri, dei castelli fuori dai centri
urbani e dei toponimi collegabili a strutture
militari o strategiche (Difesa, Guardia,
Castelluccio, ad esempio) presenti nel territorio
della Basilicata. Per i toponimi, la ricerca ha
previsto anche lo spoglio delle carte geografiche
successive all’Atlante (Carta Delle Province
Continentali Dell'ex Regno Di Napoli; Carta
Delle Province Napolitane In Fogli 25
Fotoincisa Col Procedimento Del Generale Avet
Alla Scala Di 1:250.000 Copia Completa
Riveduta Dal 1882 Al 1884 Pubblicata
Dall'istituto Topografico Militare, 1874;
Cartografia di base - IGM 25.000, etc.); tale
operazione ha permesso di individuarli e
ritrovarli quasi sempre nella cartografia attuale.
Tutte le informazioni raccolte sono state inserite
all’interno di un Gis (il software utilizzato è
Qgis), il quale ha permesso l’elaborazione dei
dati per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
4. Risultati
I risultati ottenuti dal censimento effettuato (tab.
1 e 2; fig. 4 e 5), dall’utilizzo della piattaforma
GIS (fig. 3) e dalle relative applicazioni sono
diversi e interessanti. Sono solamente 3 i centri
urbani con castello e cinta muraria segnalata:
Melfi, Rapolla e Miglionico (fig.1), il 2,34% del
totale. Mentre quelli con il simbolo del castello
sono 25, il 19,53%, e quelli con la
rappresentazione grafica della cinta muraria
sono 9, il 7,03%. I 91 restanti paesi, il 71,09%
del totale, è privo di una cinta muraria o di un
castello. Quindi, circa un centro urbano su tre è
dotato di una protezione militare ancora attiva.
Di conseguenza, si deduce che sono tantissime le
strutture fortificate che versano in abbandono o
che non siano ritenute militarmente valide da
essere rappresentate con opportuna simbologia.
Infatti, pochissimi sono i castelli della Basilicata
258
che vengono segnalati sull’Atlante con apposita
simbologia rispetto all’elevatissimo numero di
strutture ivi presenti, non c’è traccia, ad esempio
del castello di Brindisi di Montagna o di
Calvello. Stesso discorso di mancata
segnalazione per le cinte murarie di alcuni centri
abitati (Ferrandina o Pietragalla ad esempio) e
per diverse torri collocate nel territorio
(Altojanni ad es.) o nei paesi (San Mauro Forte
ad es.). La motivazione, di una scelta del genere
nella rappresentazione, è da intravedere, secondo
me, nell’intenzione del cartografo padovano di
segnalare solamente quelle strutture difensive
che, al tempo delle sue misurazioni, erano
ancora utilizzabili per fini militari, in ottimo o
buono stato di conservazione. Tra l’altro, non
dobbiamo dimenticare una delle funzioni (se non
la principale!) dell’Atlante: quella militare e
strategica. I centri urbani con il simbolo delle
cinte murarie e/o dei castelli sono dislocati
soprattutto lungo le valli fluviali dei grandi fiumi
della Basilicata (Bradano, Basento, Cavone,
Agri, Sinni e Ofanto), a protezione e controllo,
ancora in età borbonica, delle grandi vallate e
delle vie di transito da esse rappresentate. Tra
tutte le micro-aree della Basilicata, quella con
una più alta concentrazione di siti fortificati e
protetta da castelli è il Vulture-Melfese.
Purtroppo, dalla sola lettura dell’Atlante, risulta
difficile capire quali erano le strutture militari
che in età borbonica potevano essere utilizzate
come punti di avvistamento e di segnalazione, in
quanto, dovremmo comprendere anche le
strutture non segnalate da relativa simbologia.
Questo è un limite di questa ricerca e che può
essere superato solamente effettuando una
profonda e capillare ricerca d’archivio. Quindi,
risulta impossibile, allo stato attuale delle
conoscenze, calcolare il tempo per coprire la
distanza da una parte all’altra della regione per
poter comunicare un messaggio. Possiamo
dedurre, però, prendendo in considerazione tutti
i paesi della Basilicata, i castelli e le torri
presenti nell’Atlante e riportate all’interno del
nostro Sistema Geografico Informativo, che
siamo di fronte ad un territorio eterogeneamente
occupato e controllato. Da ogni sito individuato,
grazie alle applicazioni GIS, è stato possibile
calcolare che da ogni sito segnalato si riescono
ad osservare la media di 6-7 siti. Tra tutti questi,
i centri con maggiore visibilità sono Anzi,
Acerenza, Melfi, Miglionico e Tursi.
Volgendo lo sguardo oltre i centri urbani, si nota
un’alta presenza di toponimi relativi a strutture o
a funzioni militari e strategiche (purtroppo, di
non tutte le torri e i toponimi si è riusciti a
risalire alla relativa posizione e a riportarla sul
GIS). Solamente 3, il 6,38%, sono i castelli
rappresentati al di fuori dei centri urbani: Castel
Lagopesole, il Castello di Monte Serico e il
Castello di Castrocucco. Le torri dislocate in
tutta la Basilicata e rappresentate da relativo
simbolo sono 22, il 46,8 %. Stesso numero e
stessa percentuale per le aree con toponimo
legato ad ambiti militari ma prive di simbologia.
Aree che conservano, spesso, i resti di strutture
militari, come nel caso di Difesa della Retagna
(Ferrandina) ad esempio (Fig.2).
Fig. 2- I resti di una torretta d’avvistamento.
Difesa della Retagna, Ferrandina.
Si delinea così un quadro in cui si evince, tra la
fine del settecento e la prima decade
dell’ottocento, la fortissima riduzione nel
numero dei centri fortificati attivi nei secoli
passati, il cui eco riemerge non solo nei castelli e
delle torri urbane, ma anche nei tanti toponimi di
carattere militare dislocati su tutto il territorio
lucano.
5. Conclusioni
Per anni l’Atlante è stato utilizzato dagli studiosi
come una fonte da cui attingere un gran numero
di informazioni e di dati riguardanti il meridione
in epoca borbonica. Con un moderno approccio
259
metodologico, basato sull’avvento delle nuove
tecnologie come il GIS, è possibile estrapolare
altri dati dall’analisi dei Fogli e ottenere altre
informazioni. Mediante questa metodologia
d’indagine è stato possibile definire un quadro
molto più completo sui siti fortificati della
Basilicata tra la fine del settecento e l’inizio
dell’ottocento. Tale approccio d’indagine si
configura come uno strumento in più, in
possesso dello studioso, da affiancare ai classici
metodi di analisi come la ricerca sul campo e le
indagini d’archivio.
Fig. 3- Distribuzione dei centri fortificati, delle
città prive di simbologie e dei toponimi
ascrivibili ad ambito militare riportati
nell’Atlante.
260
1. Melfi-Melfi-15-Sì-Sì-Sì
2. Rapolla-Rapolla-15-Sì-Sì-Sì
3. Barile-Barile-15-No-No-No
4. Rionero-Rionero in Vulture-15-No-No-No
5. Atella-Atella-15-No-No-No
6. Bella-Bella-15-No-No-No
7. S. Fele-San Fele-15-Sì-No-No
8. Ruvo-Ruvo Del Monte-15-No-Sì-No
9. Ginestra-Ginestra-15-No-Sì-No
10. Ripacandida-Ripacandida-15-No-Sì-No
11. Muro-Muro Lucano-15-Sì-No-No
12. Rapone-Rapone-15-No-No-No
13. Castelgrandine-Castelgrande-15-No-No-No
14. Pescopagano-Pescopagano-15-No-No-No
15. Lavello-Lavello-16-No-No-No
16. Venosa-Venosa-16-Sì-No-No
17. Banzi-Banzi-16-No-No-No
18. Maschito-Maschito-16-Sì-No-No
19. Forenza-Forenza-16-No-Sì-No
20. Acerenza-Acerenza-16-No-Sì-No
21. Montemilone-Montemilone-16-No-No-No
22. Palazzo-Palazzo San Gervasio-16-No-No-No
23. Genzano-Genzano di Lucania-16-No-No-No
24. Avigliano-Avigliano-19-Sì-No-No
25. Ruoti-Ruoti-19-No-No-No
26. Picerno-Picerno-19-No-No-No
27. Il Tito-Tito-19-No-No-No
28. Pietrafesa-Satriano-19-No-No-No
29. Sasso-Sasso di Castalda-19-No-No-No
30. Brienza-Brienza-19-Sì-No-No
31. Marsico N.vo-Marsico Nuovo-19-No-No-No
32. S. Angelo delle Fratte-S. Angelo Le Fratte-19-
No-No-No
33. Salvia-Savoia di Lucania-19-No-No-No
34. Baragiano-Baragiano-19-No-No-No
35. Vietri-Vietri-19-No-No-No
36. Balvano-Balvano-19-No-No-No
37. Matera-Matera-20-Sì-No-No
38. Montescaglioso-Montescaglioso-20-Sì-No-No
39. Bernalda-Bernalda-20-Sì-No-No
40. Montalbano-Montalbano-20-No-Sì-No
41. Pisticcio-Pisticci-20-Sì-No-No
42. Pomarico-Pomarico-20-No-No-No
43. Miglionico-Miglionico-20-Sì-Sì-No
44. Grottole-Grottole-20-Sì-No-No
45. Ferrandina-Ferrandina-20-No-No-No
46. Craco-Craco-20-Sì-No-No
47. Salandra-Salandra-20-No-No-No
48. Grassano-Grassano-20-No-No-No
49. Montepeloso-Irsina-20-No-Sì-No
50. Calciano-Calciano-20-No-No-No
51. Garaguso-Garaguso-20-No-No-No
52. Oliveto Lucano-Oliveto Lucano-20-No-No-No
53. Accettura-Accettura-20-No-No-No
54. San Mauro-San Mauro Forte-20-No-No-No
55. Stigliano-Stigliano-20-Sì-No-No
56. Cirigliano-Cirigliano-20-No-No-No
57. Gorgoglione-Gorgoglione-20-No-No-No
58. Aliano-Aliano-20-No-No-No
59. Armento-Armento-20-No-No-No
60. Gallicchio-Gallicchio-20-No-No-No
61. Missanello-Missanello-20-No-No-No
62. Guardia Perticara-Guardia Perticara-20-No-No-
No
63. Corleto Perticara-Corleto Perticara-20-No-No-
No
64. Anzi-Anzi-20-No-No-No
65. Laurenzana-Laurenzana-20-Sì-No-No
66. Montemurro-Montemurro-20-No-No-No
67. Marsicovetere-Marsicovetere-20-Sì-No-No
68. Saponara-Grumento Nova-20-No-No-No
69. Viggiano-Viggiano-20-No-No-No
70. Calvello-Calvello-20-No-No-No
71. San Chirico-San Chirico Nuovo-20-No-No-No
72. Tolve-Tolve-20-No-No-No
73. Oppido-Oppido Lucano-20-No-No-No
74. Vaglio-Vaglio Basilicata-20-No-No-No
75. Brindisi-Brindisi di Montagna-20-No-No-No
76. Abriola-Abriola-20-No-No-No
77. Cancellara-Cancellara-20-No-No-No
78. Pietragalla-Pietragalla-20-No-No-No
79. Pietrapertosa-Pietrapertosa-20-Sì-No-No
80. Castelmezzano-Castelmezzano-20-No-No-No
81. Trivigno-Trivigno-20-No-No-No
82. Albano-Albano-20-No-Sì-No
83. Campomaggiore-Campomaggiore-20-No-No-No
84. Tricarico-Tricarico-20-No-Sì-No
85. Vignola-Pignola-20-No-No-No
86. Potenza-Potenza-20-No-No-No
87. Paterno-Paterno-20-No-No-No
88. Maratea-Maratea-24-No-No-No
89. Rivello-Rivello-24-No-No-No
90. Bosco-Nemoli-24-No-No-No
91. Lagonegro-Lagonegro-24-No-No-No
92. Policoro-Policoro-25-No-No-No
93. Scanzana-Scanzano-25-No-No-No
94. Rotondella-Rotondella-25-No-No-No
95. Tursi-Tursi-25-No-No-No
96. Colobraro-Colobraro-25-No-No-No
97. Favale-Valsinni-25-Sì-No-No
98. S. Giorgio-San Giorgio Lucano-25-No-No-No
99. Senise-Senise-25-No-No-No
100. S. Arcangelo-Sant’Arcangelo-25-No-No-No
101. Noja-Noepoli-25-No-No-No
102. Cersosimo-Cersosimo-25-No-No-No
103. S. Costantino-San Costantino Albanese-25-No-
No-No
104. Casalnuovo-San Paolo Albanese-25-No-No-No
105. Terranova-Terranova di Pollino-25-No-No-No
106. Francavilla-Francavilla in Sinni-25-Sì-No-No
107. Chiaromonte-Chiaromonte-25-Sì-No-No
108. Roccanova-Roccanova-25-No-No-No
109. Castronuovo-Castronuovo di Sant’Andrea-25-
No-No-No
110. Fardella-Fardella-25-No-No-No
111. Teana-Teana-25-Sì-No-No
112. Calvera-Calvera-25-No-No-No
113. Episcopia-Episcopia-25-Sì-No-No
114. S. Severino-San Severino Lucano-25-No-No-No
115. Viggianello-Viggianello-25-No-No-No
116. Rotonda-Rotonda-25-Sì-No-No
117. Latronico-Latronico-25-No-No-No
261
118. Carbone-Carbone-25-No-No-No
119. S. Chirico-San Chirico Raparo-25-Sì-No-No
120. S. Martino Raparo-San Martino d’Agri-25-No-
No-No
121. Spinoso-Spinoso-25-No-No-No
122. Sarconi-Sarconi-25-No-No-No
123. Castel Saraceno-Castelsaraceno-25-No-No-No
124. Castelluccio-Castelluccio Inferiore e
Castelluccio Superiore-25-No-No-No
125. Lauria-Lauria-25-Sì-No-No
126. Moliterno-Moliterno-25-Sì-No-No
127. Trecchina-Trecchina-25-No-No-No
128. Bollita-Nova Siri-25-No-No-No
Tab.1 Per ogni città è riportato il toponimo dell’Atlante, il nome attuale, il numero del Foglio in cui
ricade, se presenta il simbolo del castello, della cinta muraria o di entrambi.
129. Cast. Di L. Pesole-Castel Lagopesole (fraz.
Avigliano)-15-C--
130. T. della Cisterna-Torre della Cisterna-15--
T-
131. C.lo di M.te Serico-Castello di Monte Serico-
16-C--
132. T. di Satriano-Torre di Satriano-19--T-
133. Difesa di Balvano-?-19---A
134. Difesa di Castro Cicurio-?-20---A
135. Castro Cicurio-Pomarico Vecchio-20--T-
136. Il Castelluccio-Castelluccio-20---A
137. Tempa della Guardia-Tempa della Guardia-
20---A
138. Bosco di Guardia Maura-Pietra Maura-20--
-A
139. La Difesa della Mattina Sottana-Difesa
della Matina Sottana-20---A
140. Difesa delle Coste-?-20---A
141. Difesa della Retagna-La Cretagna-20---A
142. Difesa di Sicignano-?-20---A
143. La Torre-La Torre-20---A
144. Tempone della Torre-?-20---A
145. Difesa del Moltone-M. Moltone-20---A
146. La Difesa da Piedi-Difesa da Piedi-20---A
147. Difesa del Capo-Difesa da capo-20---A
148. Scarone del Castellaro-Castellaro----A
149. Torricella-Torricella-20---A
150. T. Perticara-Torre di Perticara-20--T-
151. Castel Bellotto-Castelbellotto-20---A
152. Difesa di San Marco-?-20---A
153. Le Torrette-Le Torrette-20--T-
154. Castello a Fosso-Castello a Fosso-20---A
155. T. Oppido-Torre d’Oppido-20--T-
156. T. Spagnola-Masseria Torre Spagnola-20--
T-
157. Difesa di Gales-?-21---A
158. T. di Mattoni-Torre Mattoni-21--T-
159. T. D’Achille-?-21--T-
160. T. di Pantano-?-21--T-
161. T. Santa Venere-Torre Santa Venere-24--T-
162. T. d’Acqua Fredda-Acquafredda-24--T-
163. T. delle Grive-Torre dei Crivi-24--T-
164. T. di Scialandro-Torre di Scialandro-24--T-
165. T. di Caja-Torre Caina-24--T-
166. Torre del Porto-Torre del Porto-24--T-
167. T. Bollita-Torre Bollita-25--T-
168. T. Mozza-Vacch.cia Torre Mozza-25--T-
169. Torretta dell’Aria-I.zo Torretta-25--T-
170. T. della Scanzana-Faro Torre Scanzano-25-
-T-
171. T. della Vena-?-25--T-
172. T. del Sinno-?-25--T-
173. Difesa de Polledri-Difesa dei Polledri-25---
A
174. La Difesa-La Difesa-25---A
175. Castro Cuccaro-Castello di Castrocucco-
25-C--
Tab.2 Per ogni toponimo è riportato il nome nell’Atlante, quello attuale, il numero del Foglio in cui
ricade, e se presenta il simbolo del castello (C), della torre (T) o nessuno (A).
262
Fig. 4 e 5- Grafici a torta relativi, rispettivamente, alle tabelle 1 e 2.
References
Berman L. M. (2005). Boundaries or networks in Historical GIS: Concepts of measuring space and
administrative geography in Chinese History. Historical Geography, vol. 33, Special issue:
Emerging trends in Historical GIS. Baton Rouge.
Brancaccio G (1991). Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno. Napoli. Guida Editori.
Gregory I. e Healey R. (2007). Historical GIS: Structuring, mapping and analysing geographies of the
past. In Progress in Human Geography 31, pp. 638-653.
Gregory I. N. (2002). A Place in History: A guide to using GIS in historical research. Oxbow. Oxford.
Henderson M. e Berman L. M. (2003). Methods for spacetime analysis: Examples from the China
Historical GIS. In ESRI Users’ Conference. 7-11 luglio 2003, San Diego.
Principe I. (1993). Giovanni Antonio Rizzi Zannoni. Atlante geografico del Regno di Napoli. con la
collaborazione dell’Istituto Geografico Militare Italiano di Firenze. a cura della Biblioteca
Nazionale di Cosenza e del Laboratorio di Cartografia Storica dell’Università della Calabria,
Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino.
Smurra R. e Carbone A. (1993). Segni e sistemi di segni nell'Atlante zannoniano. in L'Atlante del Regno
di Napoli di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, a cura di I. Principe. Soveria Mannelli. pp. 81-97.
Schlichting K. (2008). Historical GIS: New ways of doing history. In Historical Methods 41, pp. 191-
196.
Valerio V. (1993a). Astronomia e cartografia nella Napoli Aragonese. in Rivista Geografica Italiana,
100. no. 1. pp. 291–303.
Valerio V. (1993b). Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d’Italia. Firenze. Istituto
Geografico Militare.
Valerio V. (2014). Giovanni Antonio Rizzi Zannoni Scienziato del Settecento Europeo. in Bilancioni B.
e Trippini S. (a cura di). L’Italia del Cavaliere Rizzi Zannoni Carte a stampa dei territori italiani.
Associazione Roberto Almagià, Roma.