CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE
SEDUTA DEL 19 OTTOBRE 2012
RESOCONTO INTEGRALE DEFINITIVO
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
ELENCO DEGLI ATTI E DEGLI INTERVENTI
Atto n. 212 – APERTURA DELLA SEDUTA. APPROVAZIONE DEL PROCESSO
VERBALE DELLA SEDUTA PRECEDENTE E COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA.
PAG. 6
Atto n. 213 – INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO 17-BIS DELLA
LEGGE REGIONALE 24 OTTOBRE 2005, N. 36, COME INTEGRATA E MODIFICATA
DALLA LEGGE REGIONALE 30 MARZO 2012, N. 7, CONCERNENTE: <<MODIFICHE
ALLO STATUTO DELLA REGIONE MOLISE, APPROVATO CON PRIMA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON
SECONDA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO
2011>>” PRIMA DELIBERAZIONE. APPROVAZIONE. PAG. 26
BIZZARRO PAG. 27
DE BERNARDO “ 31 – 68 – 78
CHIERCHIA “ 34 – 35 – 63 – 68 – 78 – 83 –
90
MONACO “ 37
PETRAROIA “ 38 – 64 – 65 – 72 – 80 – 83 –
84 – 88 – 90
DI DONATO “ 41 – 45 – 75
CIOCCA “ 45 – 72
PARPIGLIA “ 46 – 79
NIRO “ 47 – 48 – 52 – 60 – 67 – 80
IORIO “ 35 – 53 – 83
SABUSCO “ 52 – 63
CAVALIERE “ 52 – 61 – 77
LEVA “ 62 – 70 – 81
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TAMBURRO PAG. 63
ROMANO “ 65 – 66 – 69 – 80 – 84
DI PIETRO “ 71
TEDESCHI “ 74
SCASSERRA “ 76
Atto n. 214 – ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON PRIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO
17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOBRE 2005, N. 36, COME INTEGRATA E
MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 30 MARZO 2012, N. 7, CONCERNENTE:
<<MODIFICHE ALLO STATUTO DELLA REGIONE MOLISE, APPROVATO CON PRIMA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON
SECONDA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO
2011>>, CHE FA VOTI AFFINCHÈ NEL REGOLAMENTO INTERNO VENGA PREVISTA
ESPRESSA NORMA CHE GARANTISCA LA COSTITUZIONE DI GRUPPI CONSILIARI
PER CIASCUNA LISTA CHE ABBIA ELETTO RAPPRESENTANTI IN CONSIGLIO.
APPROVAZIONE. PAG. 93
Atto n. 215 – ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON PRIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO
17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOBRE 2005, N. 36, COME INTEGRATA E
MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 30 MARZO 2012, N. 7, CONCERNENTE:
<<MODIFICHE ALLO STATUTO DELLA REGIONE MOLISE, APPROVATO CON PRIMA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON
SECONDA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO
2011>>, CHE INVITA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE A NON METTERE
IN ESSERE IN QUESTA FASE ALCUNA INIZIATIVA RELATIVA ALL’INDIZIONE DEL
REFERENDUM CONFERMATIVO. APPROVAZIONE. PAG. 95
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Atto n. 216 – ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON PRIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO
17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOBRE 2005, N. 36, COME INTEGRATA E
MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 30 MARZO 2012, N. 7, CONCERNENTE:
<<MODIFICHE ALLO STATUTO DELLA REGIONE MOLISE, APPROVATO CON PRIMA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON
SECONDA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO
2011>>, CHE IMPEGNA IL CONSIGLIO REGIONALE A VARARE LE NORME
ATTUATIVE DEI REFERENDUM ABROGATIVO E CONSULTIVO PREVISTI DAL
NUOVO STATUTO, PARTENDO DALLA PROPOSTA DI LEGGE “DISCIPLINA DEGLI
ISTITUTI DI PARTECIPAZIONE ALLE FUNZIONI DELLE ISTITUZIONI REGIONALI
(INIZIATIVA LEGISLATIVA E REFERENDARIA, DIRITTO DI PETIZIONE E
CONSULTAZIONE). APPROVAZIONE. PAG. 96
DI PIETRO PAG. 96
Atto n. 217 – ISCRIZIONE DI NUOVO ARGOMENTO ALL’ORDINE DEL GIORNO DEI
LAVORI DELL’ASSEMBLEA. APPROVAZIONE. PAG. 98
Atto n. 218 – PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI DELL’ASSEMBLEA -
AGGIORNAMENTO DEI LAVORI E CHIUSURA DELLA SEDUTA.
PAG. 99
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X LEGISLATURA
SEDUTA DEL 19 OTTOBRE 2012
PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE MARINELLI
- Ore 10:10 -
VICE PRESIDENTE MARINELLI:
Il Consiglio regionale è aggiornato alle ore 12:00.
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RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 12:08 -
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIETRACUPA
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Il Consiglio è aggiornato alle ore 12:15.
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RIPRESA DELLA SEDUTA
- ORE 12:28 -
APERTURA DELLA SEDUTA. APPROVAZIONE DEL PROCESSO VE RBALE DELLA
SEDUTA PRECEDENTE E COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENZA.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Dichiaro aperta la seduta. Sottopongo all’Assemblea, per l’approvazione, il processo verbale
della seduta del 13 ottobre 2012; chiedo che il citato processo verbale sia dato per letto.
Ai sensi dell’articolo 38 del regolamento interno, il processo verbale della seduta del 13 ottobre
2012 – che si dà per letto – si intende approvato.
Comunico che è pervenuta la proposta di legge n. 53, d’iniziativa del Consigliere d’Aimmo,
concernente: <<Riorganizzazione del sistema dei Consorzi per lo sviluppo industriale>>.
Comunico, inoltre, che sono pervenute:
- interrogazione, con risposta orale e scritta, a firma del Consigliere Di Pietro, registrata in
partenza al protocollo del Consiglio regionale con il n. 6818 del 22 agosto 2012, pervenuta a
conoscenza del Servizio Assistenza all’Assemblea in data 15 ottobre 2012, riguardante la
collocazione del debito in derivati; senza polemizzare, c’è stato un disguido per la trasmissione
perché è la prima volta che si verifica da quando siamo qui;
- interrogazione con risposta orale e scritta, a firma dei Consiglieri Di Laura Frattura,
Ciocca, Di Pietro e Parpiglia per avere chiarimenti sull’operato dell’Azienda Sanitaria Regione
Molise relativamente a contratti di attribuzione incarichi, comandi, compensi forfettari per la
triade aziendale, incentivi all’esodo;
- interrogazione, con risposta orale e scritta, a firma del Consigliere Petraroia, sul settore
della forestazione, della cantieristica e dei vivai e sulle prospettive occupazionali 2014 – 2020
per gli addetti impegnati;
- risposta scritta del Presidente della Giunta, Iorio, all’interrogazione con risposta scritta, a
firma dei Consiglieri Di Laura Frattura e Ciocca, relativa alla determinazione del direttore
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generale dell’Agenzia regionale di Protezione Civile del 2 maggio 2012 n. 1/PS concernente i
contratti di consulenza stipulati il 12 giugno 2012 e i contratti a tempo determinato stipulati il 21
giugno 2012;
(segue documento)
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- risposta scritta del Presidente della Giunta, Iorio, all’interrogazione con risposta orale e
scritta, a firma del Consigliere Romano, riferita alla rassegna stampa della Giunta regionale del 4
settembre 2012;
(segue documento)
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- risposta scritta dell’Assessore Velardi all’interrogazione con risposta scritta, a firma del
Consigliere Di Pietro, sul Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in
locazione;
(segue documento)
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- risposta scritta del Presidente della Giunta, Iorio, all’interrogazione, con risposta orale e
scritta, a firma del Consigliere Di Pietro, riguardante la collocazione del debito in derivati;
(segue documento)
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- mozione, a firma del Consigliere Romano, per impegnare il Presidente della Giunta
regionale e la Giunta regionale a procedere, ove ricorrano i presupposti, al recupero di
finanziamenti pubblici erogati.
Comunico, infine, che hanno chiesto congedo per la seduta odierna il Consigliere Di Laura
Frattura per motivi istituzionali, i Consiglieri d’Aimmo e Totaro per motivi di salute, il
Consigliere Niro ha comunicato che, per motivi istituzionali, parteciperà con un po’ di ritardo al
Consiglio. Devo fare una comunicazione importante: il rinvio, come avete potuto capire, si è
determinato perché era necessario riunire il CAL. Il Presidente mi ha chiesto di poterlo fare qui
in Consiglio proprio per accelerare i tempi, quindi il rinvio tecnico è stato determinato
dall’insediamento del Comitato delle Autonomie Locali in considerazione di quello che sarà il
ruolo importante che poi dovrà svolgere nel prosieguo.
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INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENSI DELL’ARTICOLO 17-B IS DELLA LEGGE
REGIONALE 24 OTTOBRE 2005, N. 36, COME INTEGRATA E MODIFICATA
DALLA LEGGE REGIONALE 30 MARZO 2012, N. 7, CONCERNE NTE:
<<MODIFICHE ALLO STATUTO DELLA REGIONE MOLISE, APPR OVATO CON
PRIMA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO
2010 E CON SECONDA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGI ONALE N. 35 DEL
22 FEBBRAIO 2011>>” PRIMA DELIBERAZIONE. APPROVAZI ONE.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
All’ordine del giorno abbiamo, di comune accordo, iscritto una serie di argomenti per poter
essere pronti anche negli eventuali aggiornamenti, ma anche nell’intesa che oggi l’obiettivo era
quello di discutere il primo punto all’ordine del giorno che è la proposta di legge numero 47
avente a oggetto “Proposta di intervento modificativo ai sensi dell’articolo 17 bis della legge
regionale 24 ottobre 2005”, quindi modifica allo Statuto così come approvato in prima
deliberazione. È relatore il Consigliere Bizzarro. Il Presidente mi ha chiesto di voler essere
presente alla relazione perché sta sottoscrivendo gli atti formali del CAL.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 12:37).
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RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 12:41 -
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Il Presidente conferma che è in arrivo. Ribadisco che la seduta oggi, come era stato concordato, è
focalizzata sul primo punto all’ordine del giorno, il resto dell’ordine del giorno è stato in effetti
predisposto anche per i successivi aggiornamenti. Siccome ci sono alcuni ordini del giorno
collegati, qualche mozione anche abbastanza urgente, (a fine seduta la valuteremo ed
eventualmente la iscriveremo per trovarla già pronta), tutto ciò che non è relativo alla
discussione, per il momento non viene preso in considerazione. Il Presidente ha completato tutti
gli adempimenti amministrativi, sta arrivando, quindi possiamo iniziare l’illustrazione. Prego,
Consigliere Bizzarro, può esporre la relazione.
CONSIGLIERE BIZZARRO:
La legge che noi oggi discutiamo e che è stata presentata da Lei, Presidente, introduce un
procedimento di modificazione del nuovo Statuto regionale nel testo già approvato dal Consiglio
secondo le modalità previste dall’articolo 123 della Costituzione, Statuto che non è ancora
promulgato. La fattispecie procedurale che si andrebbe ad attuare, è stata introdotta nella legge
regionale numero 36 del 2005 mediante le modifiche e le integrazioni recentemente apportate
dalla legge regionale numero 7 del 2012. Essa consente di intervenire a modifica della legge
statutaria già approvata anche dopo la sua pubblicazione notiziale e, ovviamente, prima della sua
promulgazione e pubblicazione ai fini dell’entrata in vigore. Nelle attuali circostanze il ricorso a
tale modalità di intervento appare più che opportuno in quanto consentirebbe di allineare le
nuove disposizioni a quelle dello Stato intervenute medio termine, contenenti principi vincolanti
per le Regioni, evitando di dover procedere agli ineludibili adeguamenti quando ormai lo Statuto
fosse già entrato in vigore. Inoltre, sempre ai sensi della legge 36 del 2005, come modificata
dalla legge 7 del 2012, l’intervento renderebbe “nuova legge” la legge statutaria già approvata
con l’effetto che si determinerebbe una nuova pubblicazione notiziale e la cessazione del
procedimento referendario attualmente in corso. L’iniziativa presente muove esclusivamente
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dalle considerazioni che precedono e, pertanto, è libera da ogni finalità o intonazione politica. La
celerità della sua concretizzazione in un atto statutario che possa diventare tempestivamente
operativo è l’unico suo obiettivo, tant’è vero che si è rinunciato al progetto di revisione profonda
del testo statutario che è alla base della proposta di legge regionale numero 15/2012, sulla quale
sicuramente si accenderebbe un dibattito politico complesso e di lunga durata. Viceversa, nel
testo che noi oggi esaminiamo sono contemplate principalmente le modifiche occorrenti a
rendere lo Statuto compatibile con l’articolo 14 del Decreto Legge numero 138 del 2011 nelle
parti in cui questo dispone in ordine al numero massimo dei Consiglieri regionali e dei
componenti della Giunta regionale nonché in ordine all’obbligo di istituzione del Collegio dei
revisori dei conti a composizione tecnica e con la soppressione di parte delle Province, disposta
dal decreto legge numero 95 del 2012, che per il Molise comporterebbe la malaugurata perdita
della Provincia di Isernia, nonché la soppressione delle Comunità Montane. Con l’occasione è
sembrato doveroso proporre altre essenziali disposizioni che mirano a predisporre le norme
statutarie alla compatibilità con il nuovo ordinamento della contabilità e della finanza pubblica.
Brevemente riassumo cosa prevedono gli 11 articoli che compongono la legge: l’articolo 1 della
proposta modifica l’articolo 1 dello Statuto nella disposizione che, tra gli elementi identificativi
della Regione Molise, annovera la comunità e il territorio della Provincia di Isernia e ha adottato
una formulazione più generica evitando la menzione espressa delle singole attuali Province.
L’articolo 2 modifica l’articolo 15 dello Statuto riducendo il numero dei Consiglieri da 31 a 20.
L’articolo 3 modifica l’articolo 33 dello Statuto abrogandone il comma 3 che istituisce la figura
del Sottosegretario. L’articolo 4 modifica in due sue parti l’articolo 34 dello Statuto, riducendo
il numero massimo dei componenti della Giunta regionale da otto a quattro ed eliminando i
riferimenti al Sottosegretario. L’articolo 5 sostituisce l’articolo 54 dello Statuto e riformula i
principi in materia di autonomia finanziaria della Regione rendendoli più funzionali
all’armonizzazione con i nuovi principi costituzionali in materia di equilibrio dei bilanci e di
sostenibilità del debito pubblico. L’articolo 6 sostituisce l’articolo 56 dello Statuto limitando
l’individuazione espressa degli strumenti di programmazione finanziaria al solo bilancio annuale
e pluriennale, così che con la nuova legge di contabilità regionale si potrà, senza vincoli statutari
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possibilmente dissonanti, completare la disciplina di settore conformemente alle indicazioni della
legge dello Stato numero 196 del 2009. Conseguentemente alla riformulazione dell’articolo 56
dello Statuto, negli articoli 7 e 8 della proposta è disposta l’abrogazione degli articoli 57 e 58
dello Statuto stesso che continuano a prevedere, quali strumenti della programmazione, il DPEF
e la legge finanziaria annuale secondo eccezioni ormai superate dalla riforma della contabilità
pubblica. L’articolo 9 sostituisce l’articolo 61 dello Statuto introducendo la previsione del
Collegio dei revisori dei conti a composizione tecnica, quindi non ci saranno più i revisori dei
conti nominati dal Consiglio regionale, secondo i principi enunciati dall’articolo 14 del decreto
legge numero 138/2009 e rinviando a successiva legge attuativa che dovrà disciplinare
l’esercizio delle funzioni dell’organo, i requisiti dei Revisori e le modalità della loro nomina,
ovviamente sempre in conformità con la legge dello Stato. L’articolo 10, modificando l’articolo
66 dello Statuto e considerando l’intervenuta soppressione delle Comunità montane, introduce
un aggiornato schema compositivo del Consiglio delle Autonomie Locali, orientato a valorizzare
le componenti rappresentative dei Comuni e delle loro forme associative. Quanto alla necessaria
presenza nell’organo del livello di governo provinciale, nella nuova formulazione si fa
riferimento in forma generica ai Presidenti delle Province, senza indicare i nomi delle Province,
che in fase attuativa della norma, potranno anche risultare ridotti a uno. L’articolo 11, infine,
modifica le disposizioni transitorie di cui all’articolo 71 del testo statutario meglio adeguandole
alle nuove disposizioni sugli organi regionali ed endoconsiliari. La presente legge è stata
discussa molto ampiamente in due sedute della Prima Commissione ed è stata poi approvata
nell’insieme all’unanimità. La Commissione si è dissociata soltanto su due articoli: su un
emendamento del Consigliere Cavaliere e del Consigliere De Bernardo che prevedeva di
aggiungere al testo che prevedeva che gli Assessori sono quattro, che gli Assessori devono essere
solo Consiglieri regionali. La proposta è stata bocciata con il voto contrario di tutti gli altri
componenti della Commissione ed ognuno ha fatto una dichiarazione di espressione del voto
contrario. Il secondo punto che ci ha diviso è stata la proposta presentata bipartisan da
Consiglieri di maggioranza e di minoranza per quanto riguarda la soppressione di una parte
dell’articolo 2 bis - io mi sono astenuto su questa proposta - che prevede la soppressione al
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comma 2 dell’articolo 2 bis delle parole “garantendo comunque il diritto di costituire un Gruppo
per ciascuna lista che abbia espresso almeno un Consigliere alle elezioni regionali”. Su questa
proposta presentata sia dai Consiglieri di maggioranza che dai Consiglieri di minoranza,
precisamente da Leva, Di Laura Frattura, Cavaliere, Sabusco e Marinelli, ci siamo astenuti io, il
Consigliere De Bernardo e il Consigliere Romano, ma comunque la proposta è passata a
maggioranza. Nel suo complesso la legge è stata approvata all’unanimità di tutti i Consiglieri.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ringrazio innanzitutto il Consigliere Bizzarro e l’intera Commissione e devo dire tutti i
Consiglieri perché hanno partecipato non solo i componenti della Commissione, ma tutti hanno
partecipato proficuamente licenziando rapidamente questa proposta. Se mi consentite vorrei
dare, però, un contributo che poi è dettato dalle ultime novità, infatti il Presidente faceva
riferimento a qualcosa che sta avvenendo. La proposta di Statuto è una proposta neutra, non
politica, una proposta tecnica, io nel rispetto di tutti gli emendamenti che dovessero pervenire, vi
inviterei a riflettere su qualcosa. La prossima settimana noi non potremo essere impegnati in
Consiglio, ve lo anticipo già da ora, perché da martedì per tutta la settimana ci saranno le
Conferenze dei Presidenti delle Giunte e dei Consigli riuniti per determinare quelli che sono i
cosiddetti tagli da apportare sulla base del decreto legge e della delega conferita dal Governo alla
Conferenza dei Presidenti, perché entro il 30 ottobre le Conferenze riunite dovranno individuare
i percorsi applicativi del decreto legge di taglio. Allora io vi inviterei, avendo apprezzato anche
questo grande senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto tutti in quest’ultimo periodo,
ad essere attenti ad inserire norme che se diventano statutarie e dovessero andare in contrasto con
quanto si stabilirà nel decreto, comporteranno un’ulteriore revisione dello Statuto, il che
significherebbe - oltre al danno la beffa - dopo dieci anni rimettere in discussione tutto, perché il
decreto prevede che l’applicazione delle norme dovrà poi essere attuata attraverso regolamenti o
norme statutarie. Quanto più è neutro, è un vantaggio per noi perché eventuali richiami che
vengono in qualche maniera sollecitati… Per esempio il discorso del Gruppo monocellulare: il
problema del Gruppo monocellulare nello stesso decreto non è stato mai messo in discussione,
cioè i Gruppi monocellulari derivanti dalle elezioni, non sono stati mai messi in discussione. Il
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problema probabilmente è quello relativo al costo degli stessi, ma anche noi - lo diciamo anche
alla stampa perché ne ho sentito parlare molto poco - questa norma l’abbiamo sterilizzata
completamente nella finanziaria del 2010 dove il riferimento era al numero dei Consiglieri. Da
una prima bozza che è circolata e molto anche secretata, vorrei anche dire che per quanto
riguarda il costo dei Gruppi - è opportuno che si sappia -: “Attenzione, molti dati sono
mistificati”, ed è vero. Nelle Conferenze dei Presidenti è venuto fuori questo perché chi ha
fornito tutto quanto il dato del costo ha individuato quello che era il costo complessivo, molte
Regioni hanno fornito il dato del contributo concesso senza fare riferimento al personale
impegnato nei Gruppi, che comunque è costo. Infatti, nella tabella riepilogativa quello che
dovrebbe essere il punto di riferimento sembra che si avvicini molto al costo attuale, anche se poi
quello dovrà essere tagliato secondo il principio del 50%, ma il nostro - vi assicuro - è in media
con la situazione nazionale considerando l’incidenza dei costi del personale che qui non si è mai
nascosta, ma si è sempre chiarita con tutti, sia con la stampa e anche con la Conferenza che ha
pubblicato i dati ufficiali. Perdonatemi questo intervento, era doveroso perché dobbiamo fare
attenzione se vogliamo arrivare a compimento. Riflettiamoci se c’è qualcosa che può vanificare
il percorso che stiamo mettendo in atto. Ha chiesto la parola il Consigliere De Bernardo. Ne ha
facoltà.
CONSIGLIERE DE BERNARDO:
Innanzitutto mi volevo congratulare per la tempestività con la quale lei stesso ha presentato
questa proposta di legge e colgo anche l’occasione per complimentarmi con il sostituto del
Presidente della Prima Commissione perché ha saputo ben tenere l’argomento e portarlo a
conclusione in breve durata. Quindi, un plauso anche ai Commissari della Prima Commissione.
Detto questo, io sono stato uno di quelli favorevoli a tante cose che il Presidente Pietracupa ha
proposto, quale la riduzione del numero dei Consiglieri da 30 a 20, la composizione tecnica del
Collegio dei revisori, la composizione delle Autonomie Locali, qualche perplessità, onestamente,
io l’ho avuta relativamente all’abrogazione della figura del Sottosegretario. Credo, per quella
breve esperienza che sto facendo in questi mesi, che questa figura sia necessaria come figura di
raccordo tra la Giunta, tra l’Esecutivo e il Consiglio. Si poteva in qualche maniera continuare a
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tenere questa figura, casomai specificando che l’aspetto economico rispetto ad un Consigliere, a
un Presidente, non portava variazioni nel bilancio regionale, ma la figura io ritengo ancora che
sia necessario inserirla. Comunque, su questo, mi sono attenuto, per dovere di maggioranza, a
quello che gli altri miei colleghi hanno proposto e così ho votato a favore. Sono stato favorevole
anche alla riduzione del numero degli Assessori da otto a quattro. Mi trovo molto, ma molto
contrario sulla possibilità di nomina dei quattro Assessori come degli esterni. Intanto voglio
sgomberare subito il campo perché mi aspetto che qualcuno possa giustificare questa presa di
posizione dicendo che ci sia un problema di incostituzionalità: è una bufala, non diciamo
fesserie, diciamo le verità, quindi se c’è un problema di incostituzionalità si dimostri questa cosa.
Io credo che non sia così. Così pure ho sentito parlare da parte delle opposizioni di opportunità
politica per nominare degli Assessori esterni: sinceramente questo termine, “opportunità
politica”, non mi appartiene e non riesco nemmeno a decifrarlo. Ho cercato anche di fare degli
approfondimenti su internet, su Google, non ho trovato un significato che corrispondesse a
qualcosa che mi appartiene, cioè alla concretezza, alle risposte che noi vogliamo dare ai cittadini.
L’opportunità politica che cosa significa, poi me lo spiegheranno quelli dell’opposizione, è un
argomento che io non capisco e non condivido. Come pure qualcun altro ha parlato di coerenza
istituzionale, volendo dire che i Sindaci, i Presidenti delle Province, il Governo stesso può
nominare gli Assessori esterni. Io credo, invece, che noi ci dobbiamo differenziare da tutto
quello che c’è in questo momento e che c’è stato. Abbiamo intrapreso un percorso virtuoso in
questa Regione, grazie all’impegno del Presidente del Consiglio, grazie al Presidente della
Giunta, degli Assessori e di tutti i Consiglieri, di maggioranza e di opposizione. L’abbiamo
intrapreso anche con le difficoltà che ci sono quando si propongono determinati argomenti che
vanno a toccare un po’ tutti quanti noi, ma l’abbiamo fatto con schiettezza, con forza, con
determinazione e con una volontà precisa di dare un segnale ai cittadini che ci stanno osservando
in tutte le nostre manifestazioni e allora, se abbiamo intrapreso questo percorso virtuoso, perché
a un certo punto del nostro percorso vogliamo mettere la freccia e ritornare su strade tortuose e
che sono facilmente attaccabili? Sapete benissimo, quanti di voi mi conoscono, non faccio
demagogia, non faccio populismo, non alimento l’antipolitica. Sono una persona, come del resto
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tutti quanti voi, leale, corretta, coerente e mi piace seguire questo percorso. Quello che ci deve
illuminare sono le cose che noi abbiamo detto e abbiamo fatto soprattutto in questo ultimo
periodo: aver ridotto il numero dei Consiglieri da 30 a 20, aver abolito i vitalizi, aver ridotto del
10 – 20% quelle che sono le indennità…
Intervento fuori microfono del Consigliere Tedeschi.
CONSIGLIERE DE BERNARDO:
Non credo che sia importante in questo momento stare a rivendicare se i neo eletti subiscono un
danno economico maggiore rispetto a coloro che ci hanno preceduto, il dato di fatto è che questa
maggioranza all’unanimità, se non erro, ha approvato l’abolizione dei vitalizi, quindi va dato atto
a tutti coloro i quali hanno inteso percorrere questa strada. Questo percorso virtuoso l’abbiamo
intrapreso e quindi io mi appello soprattutto a coloro i quali rappresentano i maggiori partiti
affinché loro possano rivedere questa posizione precostituita, cioè quella della nomina degli
Assessori esterni. Io sono contrario anche perché le esperienze che ci sono state in questa
Regione di Assessori esterni, non sono state proprio esaltanti. Soprattutto in alcuni particolari
settori quali quello della sanità, abbiamo avuto persone, e non mi riferisco al Senatore Di
Giacomo - assolutamente non a lui - però abbiamo avuto Assessori persone di cultura, persone
nobili, gentiluomini, tutte le caratteristiche immaginabili che possiamo dire, ma che non hanno
lasciato alcuna traccia nei documenti presso l’Assessorato alla Sanità. Se poi queste cose servono
per compensare altri equilibri, io personalmente non ci sto e il mio voto non lo do, lo dico a
chiare lettere e invito le persone libere e di buon senso a fare la stessa cosa. Questo io sentivo di
dirlo, l’ho detto, lo ribadisco e aggiungo ancora qualche altra cosa. Tale possibilità, cioè la
nomina di Assessori esterni, è innanzitutto in controtendenza rispetto ai dettami di austerità verso
cui il Governo ci indirizza, ma che ancor prima la nostra moralità ci impone. Dobbiamo
rispondere alla nostra moralità, alla nostra etica. Facciamolo, siamo nelle condizioni di farlo. Gli
elettori ci hanno votato per fare questo e aspettano segnali anche da queste cose. La scelta di un
Assessore esterno è da escludere, inoltre, perché trascende la volontà degli elettori che già nelle
urne hanno indicato il loro rappresentante. Un giusto principio di collegialità verrebbe così
sopraffatto da decisioni di casta – quindi ve ne assumete le responsabilità - e partitiche, logiche
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oggi quanto mai anacronistiche e che fino al più recente passato sono state alla base di un
impoverimento del senso più alto della politica. I tempi che viviamo ci impongono un
cambiamento: lo chiedono i cittadini, la gente che quotidianamente ci partecipa le proprie
difficoltà. È per tutti loro che il senso del dovere ci impone un vero segnale di rinnovamento.
Dopo i proclami sul taglio dei componenti di questo Consiglio, giustamente condiviso dalla
quasi totalità dei Consiglieri, non è ammissibile derubricare tale atto meritorio, sottolineato come
tale anche dalla stampa nazionale, a un mero provvedimento di facciata. Prevedere l’ingresso in
Giunta di Assessori esterni potrebbe comportare un allargamento del Consiglio fino a 24
componenti e in definitiva determinare un significativo aumento dei costi della politica.
Ugualmente esecrabile è la motivazione che ci sarebbe alla base di tale eventuale allargamento,
vale a dire la collocazione delle giuste professionalità all’interno dell’Organo Esecutivo. Sono
convinto, invece, che la ricerca di intelligenze e di professionalità debba avvenire sin dal
momento della compilazione delle liste elettorali - mi riferisco soprattutto ai segretari di partito,
Danilo Leva, Massimo Romano, Frattura, Teresio Di Pietro - privilegiando finalmente le
capacità umane e professionali dei rappresentanti anziché scelte operate esclusivamente sulla
base delle capacità di catalizzare voti. Chiedo pertanto ai colleghi Consiglieri di condividere
l’emendamento presentato a titolo personale dal sottoscritto, da Nicola Cavaliere, da Felice Di
Donato, da Monaco e Chierchia - ripeto a titolo personale da parte del Consigliere Cavaliere e a
titolo personale dal sottoscritto - segnando così, con una tangibile svolta, la storia politica di
questa legislatura. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie. Ha chiesto la parola il Consigliere Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Voglio fare un appello al Presidente della Giunta, al Presidente del Consiglio e a tutti i colleghi:
l’appello è quello di scrivere delle regole che siano espressione della volontà del popolo, non ce
ne dimentichiamo. Il mio è un appello accorato. Viviamo un momento particolare e stiamo
scrivendo la Carta costituzionale. Devo fare i complimenti al Presidente della Giunta che io
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spesso pubblicamente ho criticato, però pochi giorni fa ho letto una sua frase stupenda. Questa
frase, non so se poi lei ce la confermerà…
PRESIDENTE DELLA GIUNTA IORIO (interloquisce fuori microfono):
Speriamo che è interpretata bene.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Io ho letto quello che ha battuto una agenzia nel sottotitolo che scorreva, può darsi che mi sia
sbagliato, però il Presidente della Giunta ha dichiarato qualche giorno fa: “Da oggi nulla sarà
come prima, comunque vada il ricorso al Consiglio di Stato”. Vorrei sapere se poi confermerà
questa frase. Il Presidente ha detto: “Nulla sarà come prima”. Lei conferma questa dichiarazione?
È una frase bellissima detta dall’uomo che ha il potere della Regione e io la interpreto come un
segnale di cambiamento forte, per questo le faccio i complimenti. Io non sono psicologo, però la
interpreto anche come un piccolo esame di coscienza, poi ce lo confermerà lei, su qualche errore
perché una persona che ha tante responsabilità, per tanti anni in maniera continuativa, e che ha
avuto tante collaborazioni, può darsi che a volte si sia circondata di qualche persona sbagliata,
l’uomo nero o chi altro, oppure può darsi che anche qualche consiglio dato in buona fede poi si
sia rilevato inappropriato. L’appello che faccio al Presidente del Consiglio e ai colleghi è quello
di rispettare la volontà popolare e su una cosa mi soffermo in particolare, sugli Assessori esterni,
come diceva il collega De Bernardo. Io non voglio neanche parlare dei Gruppi monocellulari
perché se viene eletta una sola persona che è del Movimento Sociale Italiano, un fascista duro e
puro, non credo perché lo si debba obbligare a confluire nel Gruppo dei Comunisti che ne hanno
eletti sette. Per me è una cosa assurda che viola tutte le norme costituzionali, ma la volontà
popolare sugli Assessori esterni - Presidente della Giunta, io faccio un appello a lei - è un fatto
gravissimo. Chiedetevi se l’Assessore esterno rispetta o no la volontà popolare: a mio giudizio e
a giudizio dei colleghi che hanno firmato l’emendamento, assolutamente no e spiego il perché.
La prego, Presidente, lei confermi che nulla è più come prima. Lei ha nominato nella scorsa
legislatura diversi Assessori esterni, oggi non si può fare più perché il popolo gli Assessori
esterni non li vuole. Perché non li vuole gli Assessori esterni? Ci sono quattro motivi principali.
Il primo: siamo in un momento di tagli alla spesa, ben diceva il Presidente del Consiglio, si
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riuniscono i Presidenti dei Consigli regionali e i Presidenti delle Giunte di tutta Italia per tagliare
i costi, ed è giusto, e noi l’abbiamo dimostrato in questa Aula, che vengano tagliati i costi della
politica e noi sullo Statuto ufficializziamo un aumento dei costi della politica. Attenzione
colleghi, è un’offesa al popolo, stiamo attenti. Vi invito a riflettere. Secondo: mi si fa l’esempio
delle Province e dei Comuni che per legge hanno gli Assessori esterni, cioè il Consigliere
comunale o il Consigliere provinciale che viene nominato Assessore, si deve dimettere perché
per legge nazionale diventa esterno. Io la rispetto quella legge, ma sono anni che critico quella
legge, perché non è giusto ed è successo al Comune di Campobasso, al Comune di Termoli, alla
Provincia di Isernia e succede in tutta Italia, Giunte di destra, di sinistra, “Grillini” o quant’altro,
che il primo degli eletti Consigliere comunale, il primo rispetto alla volontà popolare, viene
nominato in Giunta e il giorno dopo l’uomo solo al comando dice: “Grazie tante, te ne puoi
andare a casa”. È un’offesa alla volontà popolare perché il popolo ha scelto quella persona e
l’uomo solo al comando, chiunque esso sia, di destra o di sinistra, è sempre pericoloso. Io che
sono nato e morirò antifascista e antimussoliniano, dico che l’uomo solo al comando, di destra,
di sinistra, di centro, è pericoloso perché è un’offesa alla volontà del popolo. Terzo motivo
fondamentale: sulla nomina degli Assessori esterni c’è il vincolo della parentela. Non si possono
nominare parenti in Giunta entro il quarto grado. Secondo voi perché c’è quella norma? Perché
l’Assessore esterno è pericolosissimo, si vieta di nominare il figlio, il nipote, il cugino, però la
norma nulla dice e nulla può contro le 'comparizie, commare e commarelle', come si dice in
dialetto campobassano, non c’è scritto che non può essere nominato il compare e noi sullo
Statuto andiamo a scrivere che il Presidente eletto, prossimo - qui non stiamo parlando di
Michele Iorio - si può nominare il proprio testimone di nozze come Assessore. Attenzione prima
di scrivere una cosa di questo tipo, è pericolosissima! E chi viene difeso così? Certamente non
viene difeso con l’Assessore esterno il popolo, soprattutto quelle fasce più deboli che io mi
onoro di rappresentare, perché io mi batto sempre per le fasce più deboli della popolazione. Chi
tutela gli interessi delle fasce più deboli della popolazione? Non l’Assessore esterno perché il
disoccupato, l’anziano ha una sola arma: un voto ogni cinque anni e basta, dopo di che il
disoccupato, l’anziano viene preso e viene relegato lì. Quel voto che il disoccupato, l’anziano o
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altre categorie, il disabile, dà ogni cinque anni, deve essere tutelato e noi se mettiamo gli
Assessori esterni rischiamo di mandarlo al macero. Ultimo motivo: qualcuno mi dice “ma ci
potrebbe essere il grande professore, il grande esperto che risolve tutti i problemi di Governo e
quello deve essere nominato come Assessore esterno”. Prima di tutto è stato smentito dai fatti:
abbiamo avuto anche Ministri della Repubblica esterni, addirittura i Ministri attuali non sono
politici, non sono eletti, mi sembra che sono tutti quanti esterni, è stato Ministro della Salute
Veronesi, non c’è stata alcuna differenza tra i Ministri che erano deputati eletti con le preferenze,
non nominati come ora, e gli esperti. Quando è stato nominato lo scienziato, il professore, le cose
sono andate come prima, anzi la nostra esperienza qui nella Regione Molise, ci dice che gli
Assessori esterni piuttosto hanno fatto danni e ancora continuano a farne, perché qualcuno per
essere ricompensato della mancata nomina assessorile, cioè non gli è stata rinnovata la delega, è
stato gratificato con posti di primo tipo, di prima qualità: Direttore Molise Cultura, Direttore là,
Commissario là, etc. Questa veramente è una vergogna sulla vergogna. Faccio appello al
Presidente della Giunta perché è l’unico che può cercare di riunire la maggioranza e orientare un
voto in tal senso e faccio appello alle coscienze, alla sua, Presidente, e a quelle dei colleghi,
anche quelli di minoranza perché so che anche molti colleghi di minoranza non si trovano
d’accordo su questo. Vi anticipo che su questo io farò una battaglia anche fuori perché scrivere
l’Assessorato esterno sullo Statuto lo ritengo vergognoso. Presidente, tenga fede a quella frase
che Lei ha detto: “Nulla sarà come prima”, per la quale ha avuto i miei complimenti e le anticipo
già da ora che sarò al suo fianco, quindi mi espongo pubblicamente, anche in questo momento di
difficoltà se Lei dimostrerà con i fatti che nulla sarà più come prima. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Monaco. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE MONACO:
Grazie, Presidente. Soltanto per ribadire il concetto che i miei colleghi hanno illustrato in
maniera egregia, sia il collega De Bernardo che il collega Chierchia. Noi siamo convinti che gli
Assessori debbano essere necessariamente interni. Siamo in un momento difficilissimo, abbiamo
iniziato a dare dei segnali importanti e credo che questi segnali debbano continuare ad essere
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dati. Voglio entrare anche nello specifico: io non credo che si possa delegare una persona,
seppure un professionista, una persona di una certa levatura culturale per gestire un mandato
elettorale, per avere una delega. Le deleghe vanno assegnate a chi è stato demandato dal popolo,
perché deve rispondere necessariamente al popolo. Io credo che i Governi tecnici lasciano il
tempo che trovano e possono fare soltanto gli interventi quando c’è un momento di particolare
criticità. In questo momento io credo che nella Regione Molise il segnale che bisogna dare è
quello dell’Assessorato interno, perché la delega deve essere data dal popolo. Se serve il tecnico,
io credo che il tecnico possa essere assunto come dirigente per supportare l’indirizzo politico che
l’Assessore e il Consiglio debbono necessariamente dare. È ora che la politica riprenda la dignità
di cui ha bisogno in questo momento e che ha perso, per cui sono estremamente contrario agli
Assessori esterni.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie per l’intervento. Il Consigliere Ciocca chiedeva di sospendere l’ordine del giorno che
aveva presentato sugli esodati per le iniziative legislative. Ne prendiamo atto al punto cinque. Ha
chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Grazie. Semplicemente per esplicitare un concetto e una preoccupazione. Bene ha fatto l’Ufficio
di Presidenza, la Conferenza dei Capigruppo, la Prima Commissione a licenziare con rapidità
questo testo e credo che sia estremamente utile e importante approvarlo in prima lettura e
adoperarsi per approvarlo anche in seconda lettura in modo tale che come Regione Molise
possiamo stare al passo con le variazioni che sono intervenute con la legge 148 e possiamo anche
anticipare parte delle norme che sono contenute nell’ultimo decreto legge 174 del 10 ottobre,
quello che sarà oggetto dei confronti della prossima settimana nelle Conferenze dei Presidenti
delle Regioni, dei Presidenti delle assemblee regionali. Su questo aspetto c’è stata anche una
confusione a livello di comunicazione, perché la materia è complessa: noi abbiamo approvato il
primo ottobre il recepimento della legge 148 - lo dico anche a chi sta seguendo questi aspetti
come stampa - che riduce a venti il numero dei Consiglieri e quel recepimento di per sé è un
indirizzo che serve ad evitare anche eventuali contestazioni da parte del Governo sul taglio delle
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attribuzioni delle risorse. Voi sapete che Tremonti aveva inserito come sanzione quella che nel
momento in cui non ci fosse stato il recepimento, si poteva andare anche incontro, per le Regioni
inadempienti, al taglio delle risorse. Altra cosa è il disposto statutario. Il disposto statutario è
l’operazione che stiamo facendo adesso: lo dico perché ci sia contezza, è una fase turbolenta, ma
anche per i giornalisti che comunicano le attività che fa il Consiglio, se noi inseriremo la
modifica sulla riduzione dei Consiglieri all’interno del nuovo Statuto, si andrà a votare con venti
Consiglieri, altrimenti sussiste un dubbio interpretativo. Poi, è chiaro che il Governo con il
decreto legge 174, andando anche oltre la 148 del 2011, è stato più chiaro, più fermo e anche
rispetto ad altre Regioni, ad esempio il Lazio, dove si deve tornare a votare, sta dando l’indirizzo
di votare già con il numero più basso contemplato all’interno della legge 148, ma per stare sereni
ed evitare sorprese… Lo dico altrimenti sembrerebbe che l’impegno della Commissione
consiliare e l’adozione di questo provvedimento che stiamo facendo rappresenti un esercizio
accademico in attesa della sentenza che deve arrivare dal Consiglio di Stato. Non stiamo riuniti
qua per fare un esercizio accademico, stiamo qui per eliminare ogni dubbio interpretativo e ogni
eventuale ostacolo a che nella prossima tornata si voti con venti Consiglieri e poiché questa
norma è una norma che deve essere inserita all’interno dello Statuto, l’operazione che si sta
facendo stamattina in prima lettura è di inserirla all’interno dello Statuto. Dico questo in maniera
inequivoca perché ciascuno poi si assume le proprie responsabilità nel senso che, dovendo
adottare queste modifiche perché siano valide anche in seconda lettura a distanza di due mesi,
noi siamo, anche in caso di scioglimento, nella condizione di poter rispettare questa tempistica.
Lo dico perché tra persone leali e tra persone corrette, al di là degli schieramenti o di chi opera
negli organi di stampa, dobbiamo distinguere la tifoseria dalla verità. Allora la verità è che
soltanto con la legge di recepimento era una legge ordinaria, c’è un decreto legge che va
convertito, c’è una modifica statutaria che è in capo al Consiglio regionale che, qualora venisse
sciolto dalla sentenza del Consiglio di Stato, continua ad operare in base alla legge 2 del 2002 e
che nell’arco temporale dei due mesi, che comunque rientra nella tempistica che è propedeutica
alle nuove elezioni regionali, se ci saranno, noi possiamo mettere a posto lo Statuto, non solo per
la parte che riguarda il numero dei Consiglieri, degli Assessori, eliminando il Sottosegretario ed
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adeguando anche alcuni principi contabili che sono inseriti all’interno del decreto legge 174 del
10 ottobre nella parte in cui il Collegio dei revisori non è più rappresentato da Consiglieri
regionali, ma da professionisti esterni. Ho voluto ricondurre il confronto in maniera puntuale su
quello che stiamo facendo con l’auspicio che l’Assemblea dei Presidenti del Consiglio, la
Conferenza Stato - Regione in qualche modo possano contemperare quello che stiamo facendo
oggi. Mi pare che questo elemento di affinamento tecnico e giuridico sia stato già attenzionato:
io do per scontato, non faccio parte della Prima Commissione, che i colleghi insieme alla
struttura dell’ufficio legislativo abbiano verificato il rapporto tra il decreto legge 174 e la bozza
che noi stiamo votando stamattina, questo lavoro lo do per acquisito in modo tale che non ci
troviamo di fronte all’eventuale sorpresa di cui parlava il Presidente Pietracupa. Se facciamo
questa operazione, la facciamo anche in maniera rapida e agevole, a mio avviso facciamo
un’opera utile per le istituzioni e va al di là delle appartenenze e dei schieramenti. Per quello che
mi riguarda, al di là di quella che sarà l’evoluzione, ho presentato semplicemente due
emendamenti: il primo, al di là di chi sarà maggioranza e minoranza, l’ho fatto semplicemente
come interpretazione, è all’articolo 53 dello Statuto laddove la vigilanza degli enti sub regionali,
agenzie e istituti, io reputo che debba rimanere nelle mani del Consiglio e non della Giunta.
Il secondo emendamento è alla composizione del Consiglio delle Autonomie Locali
immaginando di inserire nel Consiglio di Autonomie Locali i Sindaci di Campobasso, Isernia e
Termoli. Per come sta scritta quella proposta, c’è il rischio che i Sindaci dei Comuni più grandi
si ritrovino fuori dal Consiglio delle Autonomie Locali che è l’organo di pianificazione e
programmazione. Con tutto il rispetto per gli altri Comuni di questo territorio, immaginare che
va a compimento la cancellazione della Provincia di Isernia e il Sindaco di Isernia non è
nemmeno componente del Consiglio delle Autonomie Locali perché tre Sindaci di piccoli
Comuni di un qualsiasi luogo sono più numerosi, perché il voto è uno, di quelli dei Comuni più
grandi, a mio avviso priverebbe in quel caso la città di Isernia, ma vale per la città di
Campobasso e per la città di Termoli, della rappresentanza in un organo perché i Sindaci di
queste tre città rappresentano un terzo degli abitanti del Molise ed è giusto, specie se resti una
sola Provincia, che nel Consiglio delle Autonomie Locali possano portare la voce di un terzo dei
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cittadini molisani. Questa cosa non danneggia gli altri Sindaci perché io ho tolto 5, 5, ho detto 4
con meno di mille abitanti e 4 etc., in modo tale che ci sia una presenza dei Comuni con meno di
mille abitanti che sono circa la metà di quelli totali, 4 con più di mille abitanti, dopo di che il
Presidente della Provincia e i Sindaci di Campobasso, Termoli e Isernia. Questi sono gli unici
due emendamenti che ho presentato con l’auspicio che possano essere accolti.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie. Per poter poi essere certi che lo Statuto vada a compimento, chiaramente in seconda
lettura non devono esserci modifiche. Allora se qualche riflessione deve essere fatta, questa mi
sembra una riflessione sulle quale credo che sia importante soffermarci, dobbiamo essere sereni
su questo percorso, perché dopo dieci anni produrre uno Statuto che poi andiamo a modificare
tra due mesi, non ci qualificherebbe, quindi confrontiamoci anche sulle situazioni controverse.
Inoltre inviterei tutti a trovare una sintesi, insieme, tutti insieme, non faccio nessuna differenza.
Questa riflessione mi sembra una riflessione importante perché è stato approntato in un momento
in cui non c’era nemmeno certezza delle Province, oggi che, invece, sembra che si delinei
sempre più, purtroppo, questa strada, è bene garantire alcune rappresentanze. Grazie Consigliere
Petraroia. Ha chiesto la parola il Consigliere Di Donato. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DI DONATO:
Come ribadivo nel precedente intervento che ha riguardato l’excursus storico, oggi siamo riuniti
in una seduta che sicuramente è di grandissima importanza storica perché si va a riscrivere lo
Statuto di una autonomia regionale. Visto che ci sono tutta una serie di situazioni o di voci, ma
anche forse di qualche atto più che concreto che sta arrivando dal potere centrale che va a minare
la nostra autonomia regionale, credo che in questa situazione bisogna fare un atto non solo di
coraggio, ma anche avere la possibilità di esprimere fino in fondo quali sono le capacità e quali
sono le risorse che questa terra ha e quali sono le proposte serie che può fare per dare degli
indirizzi anche a livello nazionale. Dobbiamo smetterla di essere solo effettori o bracci di
situazioni che vengono dal potere centrale. Dobbiamo, a mio giudizio, riprendere un po’ quella
che è la nostra autonomia statutaria del vecchio Statuto, ma cercare di innovarlo al passo con i
tempi. Per innovarlo al passo con i tempi, dobbiamo fare non solo un atto di revisione di tutte
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quelle che sono state le situazioni che poi ci hanno portato a questa perdita di dignità anche di
autonomia a livello nazionale - io penso che questo sia un dato molto negativo - e partendo dal
primo punto che è quello da cui poi scaturiscono gli altri interventi, il primo passo forte è la
presa d’atto della diminuzione del numero dei Consiglieri. Io ho votato favorevolmente in
maniera convinta, però nel mio intervento c’era un passaggio molto importante che riguardava lo
Statuto e la conseguente legge elettorale. Questi sono i passaggi fondamentali per una Regione e
se della diminuzione del numero dei Consiglieri regionali che riguarda soprattutto delle norme
economiche - finanziarie che pervadono e attraversano tutta l’Italia, noi ne prendiamo atto e
siamo convinti che la riduzione sia importante per questa Regione, però a questo si devono
aggiungere anche delle situazioni che devono metterci in condizioni di collimare questa scelta e
di renderla successiva ed ecco che lo Statuto è l’elemento importante, portante di come
amministrare nei prossimi anni la Regione. Io vorrei dire due cose importanti in questo mio
primo intervento: io ho sottoscritto convintamente che gli Assessori non fossero assolutamente
esterni. Le motivazioni le hanno dette in maniera egregia anche i colleghi che mi hanno
preceduto: penso che gli Assessori debbano essere eletti dal popolo, in questo modo riusciremo a
colmare quella che è una sorta di gap, una sorta di distacco che c’è tra il Paese reale e la
cosiddetta casta a cui penso che né io né i colleghi che sono in quest’Aula appartengono. In
questa ultima fase si è generalizzato molto, si è buttato fango sulle istituzioni, su coloro che
rappresentano le istituzioni, ma io penso che dei distinguo bisogna farli in maniera molto chiara,
altrimenti restiamo impantanati in questa situazione che ci mette in grande difficoltà e noi
dobbiamo dare, come diceva Lei nel suo intervento, delle notizie certe. Anche gli organi di
stampa, a mio avviso, hanno dato notizie distorte che sono legate a faziosità o a situazioni che
non appartengono alla realtà, ma detto questo, ci sono poi i modi e i tempi perché queste cose
che dico possono essere verificate. Io nel passato ho avuto da semplice osservatore la possibilità
di verificare quello che prima diceva anche il collega Chierchia: non penso che la presenza di
Assessori esterni possa essere qualificante per il nostro Consiglio regionale, a meno che, come si
diceva, ci siano delle persone di grande statura dal punto di vista culturale, ma a quel punto
coloro i quali saranno i prossimi Assessori regionali, possono avvalersi della loro consulenza non
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facendo cassa sui soldi della collettività, ma se uno ha un impegno istituzionale, sa che deve
affrontare un problema, perché poi dobbiamo avere anche la capacità di non essere dei tuttologi,
coloro i quali pensano di sapere tutto di tutto, ma poi alla fine vanno naufragando. Se questo è il
concetto, se c’è bisogno di persone che hanno una statura dal punto di vista professionale in un
determinato campo, a quel punto l’Assessore o coloro i quali vorranno, potranno avvalersi della
sua consulenza, ma pagandoli di persona, non gravando sulle casse della Regione Molise. Su
questo poi potremo fare qualsiasi altro tipo considerazione, anche perché le esperienze passate ci
hanno dato dal punto di vista personale delle persone per bene che sicuramente hanno cercato di
fare il loro dovere come Assessori esterni, ma poi si sono rilevati dei boomerang, perché alla fine
è successo che queste persone, dopo che hanno finito il loro impegno dal punto di vista
assessorile, sono stati riciclati in posti che tuttora ricoprono, ma non danno nessun segnale né di
innovazione né di novità, ma soprattutto di proposte serie in quei campi in cui sono stati relegati.
Allora il problema è questo: se la nomina di un Assessore esterno deve essere relegata solamente
a persone di alto profilo, io penso che non ce ne sia bisogno e probabilmente coloro i quali
pensano che bisogna avvalersi degli Assessori esterni, pensano verosimilmente – io penso di
interpretare il loro pensiero - a quello che può essere il funzionamento del Consiglio regionale,
cioè nel momento in cui c’è la nomina solo di quattro Assessori, allora è verosimile che le
Commissioni e il funzionamento del Consiglio regionale possa risentirne. A quel punto una
proposta potrebbe essere quella di diminuire il numero dei componenti delle Commissioni in
modo tale da dare giusta rappresentanza alla maggioranza e all’opposizione e in modo tale da
consentire il funzionamento delle Commissioni, quindi evitando il numero che tuttora è da
Statuto e quindi dando la possibilità all’intero Consiglio regionale a una rappresentanza nelle
Commissioni permanenti regionali. Sono d’accordo, anche questo volevo dire, mi ha anticipato il
collega Petraroia nel suo intervento molto puntuale e preciso anche dal punto di vista dei
riferimenti giuridici, che nel Consiglio delle Autonomie Locali manca - penso e mi auguro che
sia stato fatto in buona fede - la rappresentanza delle città più grandi o delle città che
rappresentano un punto di riferimento nel territorio, per cui io penso che i Sindaci di Isernia, di
Termoli e di Campobasso debbano essere a giusto titolo rappresentativi del territorio e nel
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momento in cui ci si avvia, almeno da tutto quello che si sta muovendo a livello nazionale, alla
scomparsa della Provincia di Isernia - questo è un dato molto negativo - penso che una
rappresentanza giusta ci debba essere e chi lo può fare meglio dei Sindaci di queste città che
hanno un maggior numero di abitanti e che quindi rappresentano anche in termini di consenso,
ma anche in termini locali, i giusti riferimenti? Ci devono essere anche i Sindaci rappresentativi
di realtà che hanno un numero di abitanti minore per dare pluralismo dal punto di vista del
Consiglio delle Autonomie Locali e anche su questo invito l’Aula ed i colleghi Consiglieri a fare
una forte riflessione. Su queste cose, ma anche su altre cose, io penso che una maggiore
attenzione e una maggiore riflessione ci debba essere in modo tale che abbiamo la possibilità,
come diceva Lei, non solo di dare uno Statuto che sia degno dei tempi di questa nostra Regione,
ma che poi abbia la possibilità di essere uno Statuto che sia attuativo in tutte le sue parti, quindi
già in questa fase di prima lettura ci deve essere un maggior approfondimento. La Commissione
sicuramente ha svolto un lavoro egregio, probabilmente non ha approfondito, ma come è giusto
che sia, in maniera esaustiva tutti i termini che sono in campo, ma io penso che la sede è quella
del Consiglio, qui ci deve essere una maggiore discussione, un maggiore approfondimento su
argomenti che poi saranno la linea portante, la colonna vertebrale di tutto quello che poi ci sarà
nei futuri Consigli regionali. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie a lei. Un contributo per quanto riguarda la valutazione sulle città che devono essere
rappresentate: tenete conto che questa è una modifica che viene da lontano, da gennaio quando
ancora si davano per scontati alcuni passaggi. Posso assicurare perfetta buona fede, anzi devo
dire che personalmente sono assolutamente favorevole a quella modifica perché non è che ci
cambia la vita il numero dei rappresentanti, ma credo che sia importante in una regione dove tre
città rappresentano un terzo del territorio e forse qualcosa in più, che siano rappresentate, perché
c’è il rischio oggi, più di prima, della soppressione della Provincia. Prima lo vedevamo un po’
difficile, oggi sembra che si stia andando molto avanti e non so che cosa succederà, quindi anche
su quello non ci sono problemi. Ha chiesto la parola il Consigliere Ciocca. Ne ha facoltà.
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CONSIGLIERE CIOCCA:
Grazie, Presidente. Purtroppo devo ripetere quanto già detto l’altra volta e non perché voglio
sminuire questo…
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Mi perdoni, una precisazione che volevo fare al Consigliere Di Donato: il suo richiamo alle
norme da attuare dopo, mi sembra più che corretto perché è chiaro che diventerebbe un atto
monco questo, ma per quanto riguarda le Commissioni dove la valutazione è obiettiva e va fatta,
è comunque altra competenza, riguarda il regolamento. Sicuramente le Commissioni con quei
numeri non potranno essere quattro, altrimenti si rischierebbe di avere davvero tre persone.
CONSIGLIERE DI DONATO (interloquisce fuori microfon o):
È consequenziale.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Assolutamente consequenziale. Mi perdoni, Consigliere Ciocca.
CONSIGLIERE CIOCCA:
Non è che voglio fare il salmone che va contro corrente, però devo ribadire quanto già espresso:
io non voterò questa riduzione numerica semplicemente perché, come già detto, è una riduzione,
a parer mio, di rappresentanza e democrazia. Indipendentemente da ogni scelta del Governo,
indipendentemente da ogni buon proposito, indipendentemente da tutto quello che si vuole, è
demagogico il fatto che di colpo sembra che abbiano avvelenato i pozzi, quindi se ridurre le
spese, significa ridurre la partecipazione e la democrazia, noi non ci stiamo a questa cosa.
Ribadisco: si poteva lasciare un numero diverso, ma farlo costare molto bene. Non è che voglio
apparire come quello che per forza vuole restare qui, non è importante il nominativo di chi sta
qui dentro, ma è importante che ci siano le idee di tutti e le idee di tutti non ci saranno più nel
momento in cui questo numero diventerà così esiguo. Io confermo il mio voto contrario che non
è solo il mio personale, ma è il voto conseguente a ragionamenti fatti da partiti come il mio, i
Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista. Mi dispiace che si sia arrivati a questa conclusione
semplicemente perché c’è un’imposizione legislativa da parte del Governo e non è frutto di un
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ragionamento che, invece, doveva nascere prima e andava a vagliare altre possibilità. Quindi,
anche come dichiarazione di voto, preannuncio il voto contrario.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Parpiglia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PARPIGLIA:
Io personalmente, parlando naturalmente anche a nome dei miei colleghi dell’Italia dei Valori,
sono favorevole alle modifiche dello Statuto, perché vogliamo allineare le nuove disposizioni
statutarie ai principi emanati dallo Stato che sono vincolanti per le Regioni e fanno riferimento in
modo particolare all’articolo 14 del decreto legge 38 del 2011. Vogliamo andare anche incontro
a quelle indicazioni, a quei suggerimenti con i quali il Prefetto di Campobasso, attraverso una
nota pervenuta a tutti noi Consiglieri, ci invitava a provvedere attraverso un atto urgente e
indifferibile a modificare lo Statuto soprattutto per quanto riguarda la riduzione dei costi della
politica e quindi, per recepire questo invito, ritengo che questo atto, questo provvedimento di
modifica dello Statuto sia necessario, dovuto e con grande tempestività portato all’attenzione
prima della Commissione e poi del Consiglio regionale da parte del Presidente del Consiglio.
Noi siamo favorevoli soprattutto perché si va a ridurre ancora una volta il costo della politica. Si
riduce da trenta a venti il numero dei Consiglieri e da otto a quattro quello degli Assessori. Io su
questo punto volevo soffermarmi: questo Consiglio in pochi mesi di consiliatura ha già preso dei
provvedimenti che vanno in questa direzione. C’è molta enfasi in questi giorni a livello di
stampa nazionale e anche locale sulla spesa folle, spregiudicata, in alcuni casi delinquenziale da
parte di Consiglieri regionali, molta enfasi soprattutto sulla situazione dei Gruppi, sulle pezze di
appoggio, su storie strane che probabilmente non ci riguardano, almeno per quanto riguarda il
nostro Gruppo, ma probabilmente l’intero Consiglio regionale, però poca enfasi è stata data ad
alcuni atti importanti che questo Consiglio ha preso. L’aveva già accennato un collega, lo
ribadisco io: dodici Consiglieri in modo trasversale, di centro - destra e di centro – sinistra,
hanno eliminato il vitalizio e l’abbiamo fatto da subito, anzi da ieri, contrariamente a tutte le altre
Regioni, di destra, di sinistra, dove risiedono anche i “Grillini” per essere chiari, che non sono
andate incontro a questa decisione. Non voglio enfasi, ma quantomeno che questo
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provvedimento reale, vero in qualche modo venga anche evidenziato. Ci sono altri punti
importanti, come quello che riguarda i Revisori dei Conti che sono finalmente esterni
all’Amministrazione e alla politica, per garantire in questo modo la bontà del bilancio o
comunque delle azioni che riguardano aspetti economici - finanziari della nostra Regione, quindi
penso che sia un provvedimento necessario, dovuto ed importante. Ci sono alcune norme che
rendono ancora più stringenti i vincoli in materia di pareggio di bilancio, di sostenibilità del
debito, sempre rispettando l’autonomia finanziaria delle Regione. Anche questo penso che sia un
provvedimento molto importante. Un altro aspetto che va incontro alla riduzione così sentita,
così giusta dei costi della politica riguarda l’eliminazione dell’istituto del Sottosegretario alla
Presidenza. Inoltre è anche importante il fatto di valorizzare le Autonomie Locali. C’è un nuovo
schema che riguarda le Autonomie Locali dopo la soppressione delle Comunità montane e della
Provincia di Isernia e su questo punto sono favorevole all’emendamento che il Consigliere
Petraroia presenterà e che riguarda la possibilità che i Comuni più importanti e quindi i Sindaci
dei Comuni più importanti possano partecipare all’interno del Consiglio delle Autonomie Locali,
quindi esprimo già da adesso il voto favorevole mio personale e dei miei colleghi.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie. Ribadisco che quel passaggio è pienamente condiviso perché partiva da altri presupposti
che avrebbero garantito a Termoli di essere presente e i due capoluoghi di Provincia, quindi è
preferibile, essendo una norma statutaria, riflettere, anzi un apprezzamento a chi ha fatto questa
considerazione. Riteniamo chiusa la fase degli emendamenti, perché poi dobbiamo fermarci per
valutare che incidenza abbiano gli stessi. Gli ordini del giorno collegati non incidono sul testo,
per cui l’ordine del giorno è acquisito, comunque è iscritto, lo discutiamo dopo l’approvazione
della legge anche perché, se non si approva la legge, non finisce il Consiglio. Ha chiesto la
parola il Consigliere Niro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE NIRO:
Cercherò di essere breve e nella mia brevità voglio innanzitutto ringraziare tutti i colleghi della
Prima Commissione che hanno inteso accelerare quanto più possibile…
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PRESIDENTE PIETRACUPA:
Mi scusi, Consigliere Niro. Lo Statuto va approvato a maggioranza assoluta e se ne prende atto,
ci sono altre valutazioni sugli emendamenti che stanno facendo i colleghi fuori, ma hanno la
linea in diretta, quindi ci ascoltano, non è che l’Aula è vuota.
CONSIGLIERE NIRO:
Ringrazio i colleghi della Prima Commissione che hanno dato un ulteriore impulso di velocità ad
approvare queste modifiche statutarie di ordine tecnico. Tali modifiche statutarie che ci
accingiamo ad approvare oggi, a mio avviso, rappresentano un altro tassello che questa
legislatura appone proprio nell’ambito di un processo di adeguamento, di adattamento
dell’ordinamento politico, io aggiungerei istituzionale e amministrativo regionale, proprio a quei
dictat che ci sono stati imposti per buona parte dallo Stato centrale. Si tratta di correttivi di
natura tecnica quanto mai opportuni in questo momento in quanto strumentali ad evitare di dover
nuovamente intervenire sullo Statuto quando ormai lo stesso, allo scadere del termine per la
richiesta di referendum, fosse già definitivamente entrato in vigore. Questa occasione, però, ci
consente di fare delle riflessioni sull’intero sistema regionale che sta subendo un cambiamento
che definirei epocale. Certamente la famigerata riduzione del numero dei Consiglieri regionali,
quello degli Assessori benché abbia, a mio avviso, rappresentato una cassa di risonanza
mediatica di queste riforme, non può essere considerata la chiave di volta di questa stagione
riformatrice. I correttivi apportati oggi sono da un lato necessari a rendere lo Statuto compatibile
con l’articolo 14 del decreto legge 138 del 2011 e dall’altro lato sono anche urgenti come
rimarcato nella nota prefettizia dello scorso settembre, in considerazione del possibile ritorno alle
urne. Così come degne di approvazione sono le disposizioni relative alla previsione statutaria dei
nuovi principi sull’ordinamento contabile e dei principi costituzionali in materia di pareggio di
bilancio. Tuttavia, cari colleghi, è mia premura rimarcare in questa sede oggi un concetto che io
ho già espresso proprio in fase di discussione in Commissione e poi successivamente, della
famigerata proposta di legge regionale numero 30 e cioè che occorre concentrare tutti gli sforzi
per mettere mano ad una rivisitazione organica dell’intera impalcatura istituzionale regionale.
Non basta, a mio avviso, intervenire soltanto per ridurre il numero dei Consiglieri; non basta, a
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mio avviso, intervenire soltanto per ridurre il numero degli Assessori, ma occorre intervenire
nella globalità di tutto quanto è previsto all’interno di quell’articolo 14 del decreto legge 138 del
2011. Bisogna, quindi, intervenire su tutta l’impalcatura istituzionale della nostra Regione,
perché la definizione di questa Carta fondamentale della nostra comunità regionale, a mio
avviso, rappresenta solo un segmento di percorso che sicuramente è molto più complesso e che è
lungi proprio dall’essersi concluso con alcuni di questi passaggi fondamentali, che sono sì
considerati fondamentali, ma io credo che bisogna ampliare il cerchio ed arrivare ad una
complessiva rivisitazione di tutta la macchina istituzionale regionale. Per noi è un onore e anche
un onere che abbiamo di portarlo a compimento pur in questa fase particolare della legislatura.
Lo dico come Consigliere regionale, ma lo dico anche come Presidente della Prima
Commissione in quanto è la sede deputata ad affrontare molte delle materie specifiche da
trattare. Da Consigliere preannuncio, facendo anche una dichiarazione di voto, il mio voto
favorevole, salvo, come dirò in conclusione, un mio emendamento, il numero 5 che ha
modificato l’articolo 21. Alle modifiche statutarie che stiamo discutendo oggi io sono fortemente
favorevole, sostenendo ancora una volta, e qui sottolineo per coerenza morale, uno Statuto
rispetto al quale tuttora nutro qualche riserva mentale circa la parte relativa alla forma di
Governo prescelta come sistema elettorale. È noto a tutti che la mia posizione in fase sia di
preparazione della riforma statutaria e sia in fase di approvazione è stata una posizione di volontà
assembleare, di elezione assembleare, di gestione assembleare di questa assemblea. Ma noi
dobbiamo andare oltre, dobbiamo cercare di dare di più e quanto più in fretta possibile, ma con la
qualità del lavoro che ci contraddistingue, dobbiamo completare il mosaico. Mi riferisco alla
legge elettorale e al regolamento interno del Consiglio regionale. Da parte mia c’è stato tutto
l’impegno possibile e necessario anche se da qualcuno è stato equivocato come salto in avanti,
come corsa in avanti. Io ho inteso come partito proporre all’attenzione degli organi di
informazione e all’attenzione dei partiti e dei movimenti presenti in questa Regione, ai quali ho
notificato ai segretari di partito e ho notificato ai Capigruppo presenti in questo Consiglio
regionale, una mia proposta di legge elettorale regionale con un mio modello, mio nel senso
come partito, che non è esaustiva perché debba essere approvata così come presentata. È un
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elemento di partenza, deve essere discussa, di fatti agli atti del Consiglio regionale non risulta
nemmeno presentata, perché è un atto politico che va discusso come atto politico. Su quella base
la mia volontà come partito è stata quella di presentare una proposta che sia considerata come
base di lavoro, come modello di inizio di una discussione, perché credo che la semplice
approvazione della riduzione del numero dei Consiglieri e le altre modifiche tecniche resterebbe
un percorso monco. Questo, proprio per i nostri elettori, lo dobbiamo fare il più in fretta possibile
perché a loro deve essere dato un Governo che sia posto nelle condizioni di lavorare nel migliore
dei modi: anche questo è un modo per riaccendere quella fiducia nella classe dirigente che la
gente oggi sembra aver perso. È una possibilità - mi piace ricordarlo - che noi abbiamo proprio
grazie a quel bistrattato articolo 32 del nostro Statuto che proroga sino alla prima riunione del
nuovo Consiglio, i poteri del Consiglio regionale in carica anche nei casi di scioglimento
anticipato come previsto dal primo comma dell’articolo 126 della Costituzione, compreso il caso
di annullamento delle elezioni, benché con poteri un po’ limitati, agli adempimenti urgenti ed
indifferibili. Questo è stato rimarcato più volte all’interno di quest’Aula, per cui noi abbiamo il
dovere di camminare spediti per completare questo mosaico di riforma istituzionale. Io credo che
possano, anzi debbano senz’altro essere considerati urgenti e indifferibili tutti quegli
adempimenti finalizzati a dare quelle risposte concrete ai bisogni di riassetto e razionalizzazione
degli apparati pubblici. Del resto noi abbiamo una buona base di partenza: abbiamo un nuovo
Statuto regionale che ha concluso positivamente il suo iter procedurale e a seguito di
impugnativa ministeriale è stato esaminato e ritenuto legittimo dalla Corte Costituzionale e
questa è stata la prima vittoria di quest’Aula. Lo Statuto è stato emendato nei punti necessari a
renderlo compatibile con l’articolo 14 del decreto legge 138 del 2011, ora si deve andare oltre e
lavorare, a mio avviso, senza indugio con priorità per la legge elettorale. Concludo con l’invito
rivolto a tutti i miei colleghi a puntare all’unico vero interesse: quello dell’intera comunità
regionale guardando oltre il voto di oggi. Un’ultima considerazione e un ultimo minuto voglio
rubare a quest’Aula solo per esprimere una condivisione all’emendamento presentato dai
colleghi De Bernardo, Cavaliere e altri per quanto attiene gli Assessori esterni. Io sono contrario,
l’ho già dichiarato nelle diverse sedute sulla materia dello Statuto che abbiamo affrontato, agli
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Assessori esterni perché ritengo che chi si presenta all’elettorato abbia tutti i requisiti e le qualità
necessarie per poter rivestire quel ruolo. Un ultimissimo minuto solo per dare una delucidazione
in merito al mio voto contrario, anche se non l’ho potuto esprimere, ma alla mia considerazione
in negativo all’emendamento approvato in Commissione che elimina la previsione statutaria
della possibilità per le liste che abbiano almeno espresso un Consigliere regionale di costituirsi in
Gruppo. Questo argomento, che è stato discusso più volte nella precedente legislatura prima
dell’approvazione in seconda lettura, fu demandato al regolamento, ma non veniva cancellata la
possibilità, qualora un Gruppo, una lista o un movimento si fosse presentato all’attenzione degli
elettori e avesse avuto un numero tale da poter avere riconosciuta l’elezione di un rappresentante
in Consiglio regionale, di poter vedere quel simbolo rappresentato all’interno del Consiglio
regionale. Mi sembra veramente una cosa poco democratica aver cancellato questa previsione: su
questo aspetto mi dichiaro profondamente contrario perché si cancella la possibilità di poter
vedere quel simbolo rappresentato all’interno del Consiglio regionale in una nuova elezione
soprattutto con una riduzione del numero dei Consiglieri da trenta a venti, il che significa che il
rischio di avere la possibilità che qualche partito o movimento possa avere un solo eletto è molto
più alta rispetto ad oggi e allora, cari colleghi, io voglio aprire un altro punto di riflessione sulle
diverse norme, sulle diverse leggi che sono state approvate in quest’Aula a partire proprio dalle
modifiche di quell’articolo della legge istitutiva e di funzionamento dei Gruppi consiliari, la
numero 20 del ’91. Il primo intervento è stato fatto con la numero 4 del 2005 e da ultimo credo
che sia intervenuta la 19 del 2009 laddove la costituzione di un Gruppo che viene fuori
dall’elezione di un monocellulare, come vogliamo definirlo, non porta assolutamente nessun tipo
di aggravio di costi perché ad ogni Consigliere gli è stata disciplinata, credo con l’ultima legge,
la possibilità, laddove non si riconosce in quel Gruppo, di aderire al Gruppo misto e all’interno
del Gruppo misto essere trattato come fosse un Gruppo monocellulare. Allora la domanda che
faccio all’Aula è: qual è la differenza se si cancella la possibilità per un Gruppo che prende dieci
mila preferenze di veder rappresentato quel simbolo all’interno di una assemblea legislativa?
Qual è il danno? È diverso dal danno che uno cerca di fare all’indomani delle elezioni – qui sì
che va messo il divieto – costituendo altri nuovi Gruppi monocellulari. Laddove è intervenuta
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una elezione e un partito o un movimento elegge un solo rappresentante, ha il diritto di vedersi
rappresentato in Consiglio regionale. Diverso, invece, è costituire nuovi Gruppi all’indomani di
una elezione, allora lì dobbiamo mettere il vincolo che non si possono costituire nuovi Gruppi se
non partecipano almeno due componenti o tre componenti, tre rappresentanti. Ma non ha senso
cancellare una rappresentanza democratica molto significativa proprio nella considerazione delle
nuove percentuali che occorre prendere in una riduzione così forte del numero dei Consiglieri
regionali. Perdonatemi questo accalorato sfogo, ma credo e sono convinto che oggi…
CONSIGLIERE SABUSCO (interloquisce fuori microfono):
L’emendamento che abbiamo fatto è in quest’ottica.
CONSIGLIERE NIRO:
No, l’emendamento ha cancellato la possibilità di poter disciplinare con regolamento, che è una
cosa ben diversa.
CONSIGLIERE CAVALIERE (interloquisce fuori microfon o):
È proprio il contrario. Demanda al regolamento.
CONSIGLIERE NIRO:
L’importante è che sia chiara questa mia posizione che sono fortemente determinato a portare
avanti, come porto avanti in maniera determinata il voto favorevole al negare la possibilità di
poter fare nomine esterne per gli Assessori della Giunta. Quindi, cari colleghi, mi auguro che il
tutto sia un rinvio al regolamento interno al Consiglio regionale che va a disciplinare
specificatamente in ordine alla previsione del numero minimo per la costituzione dei Gruppi.
Ritengo che sia comunque necessario garantire la rappresentanza, vietare però la costituzione di
nuovi Gruppi monocellulari. Si tratta di principi sacrosanti della nostra democrazia che
garantiscono la rappresentanza di ogni minoranza ove regolarmente eletta. Ricordo a tutti che è
proprio attraverso i Gruppi che i partiti si fanno istituzione, partecipano alla formazione del
lavoro delle Commissioni ed è attraverso la consultazione dei Gruppi che il Presidente del
Consiglio e il Presidente della Regione comunica con i partiti e ne conosce anche gli umori
politici. È attraverso i Gruppi che i partiti possono difendere le proprie prerogative contro
eventuali invadenze di una maggioranza o una minoranza di Governo. Quasi tutte le Regioni nei
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propri Statuti hanno tutelato questa prerogativa di equità, credo che sia giusto che anche noi
tuteliamo la prerogativa della rappresentanza del Gruppo monocellulare. Io credo di non dover
aggiungere altro se non ringraziare l’Aula per l’attenzione che ha prestato e soprattutto
ringraziare tutti perché questo argomento sia oggi licenziato, approvato, ringraziando di nuovo la
Commissione e l’Ufficio legislativo che con il suo lavoro ha molto contribuito alla stesura di
queste modifiche tecniche. Mi auguro che da subito e qui dichiaro la mia più ampia disponibilità,
anzi preannuncio che nella prossima settimana, vorrò fare un incontro - ovviamente prima con i
rappresentanti dei partiti a livello di segreterie regionali e poi a cascata, così anche con il
coinvolgimento di tutti i Gruppi consiliari - sulla mia proposta di legge elettorale che renderò
pubblica, condivisa o non condivisa, ma noi abbiamo un obiettivo che è quello di collegare a
questa riforma statutaria - che è una delle riforme epocali che mi auguro vada a compimento
proprio al fine di evitare l’avvio di un referendum che costerebbe alle casse regionali non meno
di tre milioni di euro, soprattutto in questo particolare momento delicato - la legge elettorale.
Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Se non ci sono altri interventi, il Presidente ha chiesto la parola. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE DELLA GIUNTA IORIO:
Io intervengo su alcune questioni che ritengo di fondamentale importanza, ma la cosa più
importante è sottolineare che noi siamo in una fase di revisione dello Statuto veramente
determinata da situazioni contingenti, non ultimo il ricorso presso il Consiglio di Stato che ha
accelerato la necessità di alcune decisioni che sicuramente ci consentirebbero di operare meglio e
di inserire delle variazioni rispetto, per esempio, al numero dei Consiglieri che darebbero più
forza alla decisione che questo Consiglio ha già assunto. Dico questo perché dobbiamo essere
tutti consapevoli del fatto che stiamo approvando in prima lettura lo Statuto tenendo ben presente
che di fronte a noi ci sono delle scadenze precise e soprattutto tenendo ben presente che è
incombente, anzi direi è già in atto o dovrebbe essere già in atto, la consultazione referendaria
come conseguenza della vicenda positiva della validità del nostro Statuto in sede di Corte
Costituzionale. Ci troviamo, quindi, in un ingorgo legislativo importante che può determinare
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delle disfunzioni economiche e anche democratiche molto particolari. Intanto è necessario
approvare con rapidità questa prima lettura dello Statuto con alcune correzioni tecniche e non
andrei a rivedere, invece, il concetto sulla base del quale è stato approvato lo Statuto perché
indubbiamente meriterebbe una riflessione politica di più vasta portata, per esempio gli Assessori
esterni, per esempio il sistema di Governo e quant’altro. Io credo che tutto questo possa essere
rinviato ad un momento diverso, perché su questo abbiamo delle idee diverse. Sicuramente
avremo e avrete anche voi delle idee diverse che meritano riflessione, che non devono essere
determinate né sotto la spinta della necessità temporale di intervenire con rapidità per via del
referendum che è incombente né sotto la spinta della necessità temporale che questo Consiglio
regionale ha ancora fino a questo momento, per cui io non credo ci siano spazi per dibattiti
culturali e politici di grandi dimensioni. Personalmente ritengo che la fase politica che stiamo
attraversando meriti anch’essa di essere giudicata secondo una tipologia dei parametri che
sicuramente sono diversi da prima e questo riguarda il sistema dei partiti, riguarda il sistema
delle elezioni, le funzioni di Governo, riguardano tanti argomenti che sarebbe molto più
opportuno rinviare a una discussione più complessiva. Per quanto mi riguarda, e lo anticipo più
per cronaca che per altro, io credo che perfino il numero dei Consiglieri sia un numero
determinato sull’onda della riduzione delle spese che ha poco a che vedere con la funzionalità
delle istituzioni, però abbiamo l’obbligo e la necessità giuridica di farlo in questa fase storica che
potrebbe non essere la stessa fase storica del prossimo anno, per esempio, e degli anni futuri. Io
sono perfettamente convinto del fatto che c’è la necessità di ridurre le spese della politica e sono
tanto convinto per aver portato avanti, e lo farò anche a livello nazionale, una proposta che
riduca alla base la questione dei costi della politica e non la abbandoni o la releghi a cronaca
scandalistica dei vari quotidiani diversamente interessati nel nostro Paese. Voi avrete visto che
c’è stata una fase in cui il Parlamento era al centro di questa attenzione, poi c’è stata l’esigenza
della riduzione della spesa e soprattutto della problematicità che riguardava le Regioni e allora
l’onda nazionale si è spostata sulle Regioni fino a determinare un dibattito che ne prevede
addirittura l’abolizione. In questa logica io credo che sia difficile ragionare in termini politici
reali: io ho sentito molti interventi, alcuni condivisibili, altri no, ma comunque interventi che
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meriterebbero un dibattito molto più approfondito. Ho dei dubbi rispetto al fatto che
un’Assemblea legislativa, e lo ripeto legislativa, sia pure di una piccola regione, possa essere
paragonata a quella di un Comune o a quella di una Provincia perché il sistema democratico ha
bisogno di una rappresentatività più diffusa e direi anche più numerosa di singole persone per
esprimere delle iniziative di carattere legislativo. Parliamo di leggi che determinano delle
ricadute sul territorio e sul popolo amministrato di notevole interesse, leggi che dovrebbero
essere decise in un’Assemblea di venti, tolti gli Assessori, soprattutto se obbligatoriamente scelti
tra i Consiglieri regionali e tolta qualche assenza giustificata, qui ci sarà un’Assemblea dove
basta un solo Consigliere - non è solo l’Assessore o il Presidente portatore di ipotesi di interessi
poco obiettivi o poco condivisibili - e non ha importanza se è maggioranza o opposizione, per
determinare una scelta anziché un’altra, se poi sono due, diventano addirittura condizionanti per
tutte le scelte che si devono fare. Non credo che questo sia il concetto di un’Assemblea
legislativa. Allora si potrebbe tranquillamente affrontare, definiti i parametri dei costi
condivisibili della politica, il discorso che agli stessi costi vale la pena di avere un’assemblea che
sia più garantita dal punto di vista della maggioranza e della sua funzionalità, ma tutto questo
oggi non è possibile realizzarlo sia per i tempi - parlo del numero dei Consiglieri - sia per la
situazione contingente che abbiamo noi e sia, perché no, per il dibattito politico che sta
avvenendo nel nostro Paese piuttosto confuso e piuttosto non inerente l’approfondimento di
questi discorsi che oggi obiettivamente l’opinione pubblica, la gente, come si dice di solito, in
genere non vuole ascoltare. Io per esempio sono del parere che si potrebbero benissimo eliminare
le indennità in senso assoluto e, invece, sul piano del rimborso dell’attività politica e sul piano
della partecipazione democratica garantita a tutti i cittadini si potrebbe arrivare a una forma che
abolisca l’idea della politica intesa come lavoro e che l’indennità diventi l’occasione o lo
strumento per delegittimare anche le funzioni istituzionali. Credo che questo discorso ci
porterebbe molto lontano e andrebbe riservato ad altri momenti e ad altre sedi. Io sono dell’idea
che, invece, la via che abbiamo scelto, quella cioè di attuare dal punto di vista statutario la
riforma che vogliamo fare sul numero dei Consiglieri regionali, sia quella che mette tranquilli
noi, la politica e soprattutto i cittadini sulla reale volontà che si ha di rispettare questo impegno e
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la possibilità che io come Presidente sia messo nelle condizioni di non dover promulgare un
referendum, è un’altra possibilità importante che finora ho garantito solo per senso di
responsabilità e, come al solito, assumendomene anche le responsabilità, perché avrei già dovuto
promulgare il referendum, ma ritengo che la ragione, la logica, la responsabilità, quella vera, mi
abbia suggerito di prendere del tempo e soprattutto contare sulla volontà del Consiglio regionale
di modificare rapidamente lo Statuto, perché fare un referendum del costo di due o tre milioni di
euro in una fase come questa in cui c’è in ballo persino il ritorno al voto del Consiglio regionale,
ci sono le elezioni politiche, ci sono le prossime elezioni amministrative, significava davvero
fare un danno reale a questa Regione. Ho preso atto anche che, a proposito di questo, c’è un
ordine del giorno che successivamente possiamo sicuramente condividere dopo aver approvato la
modifica statutaria. Per cui io pregherei di non insistere sui campi del modello statutario perché,
condiviso o no, il fatto della previsione costituzionale che affida al Presidente della Regione il
compito di nominare gli Assessori, è una norma pesante nel nostro Statuto che è difficilmente
anche modificabile attraverso l’approvazione dello stesso perché va ad incidere su un modello di
Regione costituzionalmente previsto che viene, peraltro, molto avvalorato dal sistema elettorale
in corso. Ricordiamo che il sistema elettorale che noi abbiamo, è un sistema elettorale con il voto
disgiunto, voi lo sapete meglio di me. Il voto disgiunto è un sistema elettorale che è il massimo
della democrazia diretta possibile, non mediata né da partiti né da altri ragionamenti, che realizza
due elezioni: una il Presidente e l’altra il Consiglio regionale, non si possono poi a valle di
questo discorso ricongiungere le due questioni come se nulla fosse, quanto meno si deve
ragionare e si deve discutere sull’opportunità. Se fosse stato eletto in prima battuta Frattura,
sicuramente Frattura sarebbe stato portatore di interessi elettorali che riguardavano una larga
parte del centro - destra che lui rappresentava attraverso il voto disgiunto, cioè il voto avuto
insieme al voto di un Consigliere regionale eletto in maggioranza e con una espressione di voto
nei confronti del Presidente di un’altra coalizione, quindi lui avrebbe dovuto rispondere a questa
delega ricevuta e non alla delega della propria maggioranza. Se non ci fosse il voto disgiunto,
sicuramente tutto il ragionamento della forma di Governo sarebbe adeguato al ragionamento del
voto che si deve dare e della rispondenza tra il Presidente che è eletto insieme alla sua
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maggioranza, non indipendentemente dalla sua maggioranza. Sono ragionamenti che andrebbero
calati all’interno di uno Statuto che in qualche modo tenga presente tutta una serie di fattori.
Voler discutere con un’idea una questione, gli Assessori esterni, rinunciando a non guardare tutto
il resto in maniera consequenziale, significa mettere delle toppe a dei problemi che rischiano di
complicare ancor di più le cose. Per non farla lunga perché su questo ci sarebbe molto da
discutere, per quanto mi riguarda – credo di parlare a nome della maggioranza che su queste cose
ha presentato anche degli emendamenti - con una ulteriore dose, chiamiamola così, di
disponibilità ad affrontare questa questione come una questione enucleata dal dibattito generale,
nulla toglie a questo Consiglio regionale, questo o quale altro ci sarà, di riaffrontare con
tranquillità il tema, magari io dico anche il tema del numero, perché io sono convinto,
intimamente convinto - do ragione a Ciocca e a chi ha sostenuto queste cose - che una assemblea
legislativa di venti persone non sia un’assemblea che ha l’autorevolezza necessaria per poter
garantire una decisione realmente democratica, ma voi immaginate se oggi il Consiglio regionale
approvasse uno Statuto che prevede l’aumento da venti a trenta, ci sarebbe proprio il linciaggio
fisico. Rendiamoci conto di quello che stiamo facendo oggi: stiamo portando i venti Consiglieri
dentro lo Statuto - e questo credo che vada a vantaggio di questo Consiglio regionale - per
rendere quanto più efficace possibile, anche se già lo è dal punto di vista legislativo, ma questa
volta nessuno può avere il dubbio che qualcuno ha voluto giocare per chissà quali ragioni, che le
prossime elezioni quando ci saranno, saranno di venti Consiglieri regionali. Credo che questa
Regione possa portare con sé il merito di aver ridotto notevolmente comunque da subito, da
quando ci saranno le elezioni, il costo della politica insieme a tutte le altre cose che dovremo fare
successivamente. Poi ci sono degli emendamenti tecnici: quello delle Autonomie Locali mi
sembra che sia condivisibile. Il fatto che partecipino i Comuni maggiori, aggiunge un valore di
rappresentatività, soprattutto calato in un momento in cui non sappiamo se saranno due le
Province, se sarà una, anzi con l’occasione voglio chiedere al Presidente del Consiglio di
prevedere comunque una seduta prima della scadenza del 24 e quindi non più tardi del 23 - sarà
il Presidente con i Capigruppo a definire quando può esserci questo Consiglio - perché il CAL si
è riunito, ha elaborato una sua proposta e credo che questo Consiglio ne debba prendere atto,
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discuterla, approvarla o meno, per poterla inviare rapidamente al Governo prima del 24, al
massimo entro il 23, anche se mi sono preoccupato di inviare in pre-lettura il risultato del CAL
al Ministro perché ci sia la possibilità almeno di leggere le nostre o le loro ragioni e quindi
definire in Consiglio regionale la proposta per quanto riguarda le Province, però obiettivamente
siamo nella condizione di poter immaginare che ci sarà una sola Provincia se le cose andranno in
un certo verso, quindi aggiungere la rappresentanza dei Comuni mi sembra assolutamente logico.
Se poi saranno due, nulla toglie alla presenza dei Sindaci dei Comuni maggiori. Così se ci sono
altri aspetti tecnici che riguardano alcune funzioni da chiarire meglio, non ci sono ostacoli a mio
giudizio da parte di nessuno a recepirli. Sulla questione degli Assessori esterni, credo che il
dibattito vada rinviato a momenti migliori in cui si potrà definire meglio la questione e si potrà
riaffrontare questo ragionamento. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie, Presidente. Per procedere in maniera ordinata, io proporrei, se siete d’accordo, visto che
gli emendamenti sono quattro, di consentire ai proponenti di illustrarli brevemente e poi
procediamo alla votazione. Dichiaro chiusa la discussione. Gli emendamenti sono già proposti.
C’è un emendamento tecnico del Consigliere Tamburro che elimina il riferimento all’entrata in
vigore della prossima legislatura, ma è l’esatto contrario di quello che pensiamo. In effetti, cioè,
almeno dalle valutazioni giuridiche che sono state fatte, in riferimento alla prossima legislatura,
in caso di annullamento di questo, vanificherebbe le modifiche che noi abbiamo apportato.
È ovvio che non si può modificare, nella legislatura in corso non può esserci una modifica. Noi
siamo stati eletti, mi sembra evidente, non è che entra in vigore uno Statuto e modifica una
situazione già conclamata. Se invece scriviamo che entra dalla prossima, l’eventuale
annullamento annulla questa legislatura, quindi significherebbe che la prossima, ovvero quella
dove si rivota, è la scorsa, non è la prossima. E’ la decima, non è l’undicesima, già si è verificato,
infatti noi siamo indietro di una legislatura. Quando si è annullata la nona legislatura, non si è
votato per la decima, si è votato per la nona.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 14:35)
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 14:45 -
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Per evitare di mettere in atto comunque situazioni contingenti, ragionando in maniera anche
lucida, credo che debba esserci a momenti la sentenza che chiarisce il percorso di questa
legislatura. Se si scioglie, il problema non si pone perché è evidente che si applica dalla
successiva; resta il dubbio se, invece, non si scioglie il Consiglio e resta in carica. Noi abbiamo
tempo nella seconda lettura eventualmente di poter apportare la modifica, ovvero ci conviene
porre agli atti una richiesta, specifica eventualmente, per quanto riguarda l’applicabilità della
norma, visto che ci è venuto il dubbio, in modo che abbiamo il tempo di poterla risolvere da qui
alla seconda lettura. Sulle norme statutarie io credo che bisogna essere attenti. Il fatto
dell’applicazione della norma non lo indichiamo proprio perché è automatica l’applicazione,
però poniamo un quesito. Non inseriamola, se dovessimo commettere l’errore, ma credo che non
sia un errore. Convinciamoci che è così, però anche convincendocene, io dico, a garanzia
dell’Assemblea, comunque di porre un quesito su questo passaggio. Procediamo con
l’approvazione della legge di modifica. Articolo 1 non ci sono emendamenti. Pongo ai voti
l’articolo 1.
(Il Consiglio approva)
Con il solo voto contrario del Consigliere Ciocca è approvato l’articolo 1. Pongo ai voti
l’articolo 2.
(Il Consiglio approva)
Con il solo voto contrario del Consigliere Ciocca è approvato l’articolo 2. All’articolo 2 bis, il
Consigliere Niro aveva fatto una osservazione: nel decreto legge 174 è garantito il principio dei
Gruppi. Il problema si poneva per i monocellulari. L’articolo 2 bis garantisce comunque di
costituire un Gruppo. Ha chiesto la parola il Consigliere Niro. Ne ha facoltà.
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
CONSIGLIERE NIRO:
Io non vorrei essere ripetitivo, Presidente, però vorrei richiamare l’attenzione dell’Aula sulla
seconda lettura…
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Chiedo scusa. In effetti questo problema si è posto in un momento temporale in cui non si capiva
nel decreto legge che cosa si volesse disciplinare. C’era un riferimento, un attacco ai Gruppi
monocellulari, però poi, nel leggere il testo del decreto, è venuto fuori che in effetti il problema
dei Gruppi monocellulari si poneva per quelli non presenti… anzi addirittura nel decreto legge è
ribadito: “E’ possibile la costituzione di Gruppi monocellulari soltanto se conseguenti alle
elezioni”. Il problema più serio non è tanto quello, ma è quello del finanziamento.
CONSIGLIERE NIRO:
Presidente, io capisco che i partiti maggiori tentano invece a sopprimere, a far scomparire questo
principio perché probabilmente pensano di trarne un beneficio, ma ne avevamo già discusso in
questa Aula, è una discussione che ci portavamo dietro da nove anni, oggi che abbiamo
raggiunto un risultato dove la garanzia di rappresentanza, una volta eletto dal popolo, non si può
cassare con un colpo. Io credo che invece vada mantenuta la possibilità di garantire la
rappresentanza al Gruppo monocellulare purché sia scaturente dal risultato elettorale. Va vietata
probabilmente la costituzione successiva, come in tanti altri Enti locali e in tante altre Assemblee
legislative hanno disciplinato questo effetto, l’effetto della costituzione del dopo elezione dei
Gruppi monocellulari perché è lì che si va in abuso nei confronti del popolo - corpo elettorale.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Siamo in dichiarazioni di voto, lei propone praticamente di...
CONSIGLIERE NIRO:
Io chiedo all’Aula di far rimanere il testo come era nella sua versione della seconda lettura. Sono
contro l’articolo 2 bis. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere. Ne ha facoltà.
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
CONSIGLIERE CAVALIERE:
Grazie, Presidente, io non volevo intervenire, ma sull’intervento del collega Niro credo che, oltre
a rispondere, sia necessario far rimanere agli atti di questa Aula quello che effettivamente la
Commissione ha votato e quindi di non creare un probabile incidente di percorso nei confronti
del collega Niro o di altri colleghi. Non c’è stato nessun cattivo pensiero o strumentalizzazione,
da parte di chi rappresenta i partiti grandi in Commissione, di cassare o di creare situazioni di
limitazione a coloro i quali rappresentano i piccoli partiti. Rispetto a questa situazione, abbiamo
deciso, in maniera leale e sul piano anche politico, di cassare la seconda parte, come diceva il
collega Niro, dal punto in poi alla frase, ma di rinviare l’argomento al regolamento per poi
confrontarci e ragionare in maniera serena. Questa è la verità dei fatti, è giusto che resti agli atti e
quindi io credo che sia opportuno votare il testo così come licenziato dalla Commissione, senza
nessuna riserva mentale e senza che si possa immaginare, già da oggi, quello che succederà
domani. Quello che succederà domani, lo stabiliranno, come sempre hanno fatto, la
Commissione e l’Aula.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Sospendiamo cinque minuti.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 14:55)
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 15:00 -
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Leva. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE LEVA:
Grazie, Presidente. Io volevo fare una considerazione stimolata dall’intervento del Consigliere
Niro. Credo che il problema della eccessiva frammentazione, che viviamo ormai da qualche
tempo in Consiglio regionale, sia molto più legato alla legge elettorale e non ad una norma
statutaria. Su questo mettiamoci d’accordo. Se ci stanno 17 Gruppi consiliari è perché c’è una
legge elettorale che in questo momento consente una eccessiva frammentazione. Quindi credo
che un ragionamento condiviso vada fatto nel momento in cui andremo a ragionare sulla legge
elettorale. Perché in Commissione è venuto fuori questo testo? Perché è un testo che non
preclude nulla. Da parte nostra c’è l’impegno, così come sancito durante la discussione in
Commissione, che in sede di regolamento riproporremo il problema. Io faccio un ragionamento
di tecnica legislativa pura. Credo che la consistenza numerica dei Gruppi sia più opportuno, da
un punto di vista di stesura dello Statuto, rimandarla al regolamento dove non c’è nessuna
difficoltà a legare la presenza di Gruppi alle liste e ai contrassegni elettorali. Facciamolo nel
regolamento ed affrontiamo un dibattito molto più stringente. Io sono contrario ai Gruppi
monocellulari, credo che vadano rispettate le sensibilità di tutti. Si sta discutendo delle regole e
queste sono le regole del gioco. Anche in Parlamento, se non c’è un numero minimo, non si
formano i Gruppi. Non significa negare la rappresentanza democratica; si potrebbero benissimo
disciplinare le componenti politiche del Gruppo misto, come già avviene anche in altre Regioni.
Mi rendo conto che questa posizione potrebbe, in sede di discussione dello Statuto, non mettere
tutti d’accordo. Per questo vi dico di rimandare al regolamento. Consentiamoci una formula dello
Statuto, che è figlio sempre di mediazioni nel momento in cui si condivide un percorso, e
rimandiamo il dibattito e la discussione in sede di regolamento. Poi là ci confronteremo. Magari
a quell’epoca ci sarà anche in corso una discussione sulla legge elettorale, ma credo che oggi,
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
rispettando le sensibilità di tutti, possiamo semplicemente procrastinare il dibattito e la
discussione sulla consistenza numerica dei Gruppi consiliari.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Poi magari vi do la mia interpretazione procedurale. Ha chiesto la parola il Consigliere
Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Grazie, Presidente. Ricordo che non stiamo scrivendo uno Statuto per noi. Stiamo scrivendo uno
Statuto per quelli che verranno. Noi passiamo; le idee restano. Ma perché volete costringere da
oggi le idee di quelli che verranno? Ma se fra dieci anni il PD elegge un solo Consigliere
regionale, voi oggi, su una Carta di principio, state scrivendo che il PD dovrà confluire in un
altro Gruppo! È una vergogna! È assurdo. Rispondo al collega Leva che nello Statuto vanno i
principi, nel regolamento vanno le norme di funzionamento. Noi oggi stiamo approvando la
Carta delle idee, dei principi e delle libertà. State forzando, obbligando, chi ha una idea, fra dieci
anni, ad essere di un altro. È uno scempio. Io voto contro.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Io vorrei invece proporre una cosa, se siete d’accordo: considerando che stiamo approvando uno
Statuto e che oggi il problema dei Gruppi comunque è sulla bocca di tutti, a prescindere dalle
ragioni dell’uno o dell’altro, vi inviterei a fermarci cinque minuti perché su questa norma non
vorrei che ci dividessimo, ma che trovassimo un raccordo per uscirne fuori.
CONSIGLIERE SABUSCO (interloquisce fuori microfono):
L’abbiamo già trovato un accordo, siamo tutti d’accordo, ritiriamo l’articolo 2 bis.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Non mi sembra che ci sia questo accordo. Completiamo la discussione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tamburro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE TAMBURRO:
Grazie, Presidente. Senza appassionarmi più di tanto a chi è favorevole o non favorevole
all’articolo così come è stato predisposto, direi che i momenti da considerare sono due: il primo,
immediatamente a valle delle elezioni, in cui può succedere che una lista abbia eletto un
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rappresentante, un Consigliere, per cui sembra naturale la costituzione di quel Gruppo politico
consiliare che si riferisce alla lista che ha partecipato alle elezioni. E questo è un primo diritto
che è all’interno dello Statuto vigente e rimane nello Statuto anche se noi approviamo il 2 bis.
Che cosa escluderebbe il 2 bis? Escluderebbe la formazione, in un momento successivo, di un
Gruppo che alle elezioni abbia eletto un Consigliere. Mi spiego meglio: un partito, a valle delle
elezioni, elegge un Consigliere, forma un Gruppo monocellulare; in un momento successivo
capitano tante cose, il Gruppo viene sciolto perché magari quel Consigliere intende aderire a
qualche altra formazione. Questo Gruppo, se noi cancelliamo il 2 bis, non può più rivivere in un
secondo momento perché qualcun altro decide di farlo rivivere. Questa è l’unica differenza, ma il
diritto a costituire un Gruppo a valle delle elezioni, è un diritto che viene mantenuto. Poi ci
dobbiamo ricordare che stiamo modificando l’articolo 21. L’articolo 21 dice che la disciplina è
rimandata al regolamento regionale. E’ un diritto costituzionale. Se una lista ha partecipato ad
una competizione, è chiaro…
Interloquisce fuori microfono il Consigliere Niro.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Come è scritto attualmente l’articolo, non consente di costituire una lista se non viene fuori dalle
elezioni. Questo l’abbiamo già affrontato nella scorsa legislatura abbondantemente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Credo che noi dobbiamo fare una distinzione. Poiché sono stati invocati anche gli ideali, i
principi, la Carta costituzionale, nel 1971 è stato approvato uno Statuto in cui, all’articolo 11,
non si menzionano i Gruppi monocellulari. Sono 41 anni che qui ci sono i Gruppi monocellulari.
Dopo di che è stato portato nel regolamento l’articolo 16 e non si menzionano i Gruppi
monocellulari. Sono 41 anni che ci sono i Gruppi monocellulari. Se prendiamo lo Statuto, non
potremmo avere 17 Gruppi di cui una decina monocellulari. Posto che non stiamo discutendo né
della salvaguardia delle idee, né degli schieramenti, né dei partiti, stiamo semplicemente
cercando di approntare un modulo che possa andare bene, che non violi i diritti di nessuno e che
si inserisca anche nella logica del decreto legge 174, tenendo conto che in questo momento c’è
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
una discussione che travalica i nostri confini. Quindi non inserire questo elemento, quando
questo elemento non c’è già in questo Statuto vigente, non toglie nulla.
PRESIDENTE PIETRACUPA
Leggo l’articolo 11: “I Consiglieri si costituiscono in Gruppi, ognuno dei quali è formato dagli
eletti delle liste aventi…”, può essere anche un eletto.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Infatti non lo nega. Nell’articolo 21 dello Statuto che stiamo approvando si può riportare una
dicitura esattamente identica, se volete, se c’è necessità di questa ulteriore puntualizzazione, ma
a me sembrava, non appassionandomi, che già il comma 1 dell’articolo 21, laddove demandava
all’eventuale regolamento, esercitasse una garanzia sufficiente. Se la si vuole consolidare,
riportiamo la dicitura dell’articolo 11 vigente, ma non stiamo ad accapigliarci su un aspetto che
di ideale ha molto poco.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Romano. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ROMANO:
Voglio solo accogliere un invito o formularlo - poi decidano i colleghi - a non soffermarci, a
fossilizzarci su una parte che è oggettivamente marginale nell’assetto normativo di uno Statuto
regionale. E’ un dibattito che risente di altri problemi che nulla hanno a che vedere con la
cosiddetta “dignità” del Gruppo consiliare. Le motivazioni sono due, gli argomenti che si
portano sono due: l’uno è quello che fa riferimento alle dotazioni finanziarie dei Gruppi perché
credo che non scandalizzi nessuno che esista un Gruppo rappresentativo di un componente
laddove viene eletto alle elezioni un solo componente. Il problema può essere la dotazione
finanziaria. Ma il problema della dotazione finanziaria, per lo meno a legislazione vigente, è
stato superato dalla normativa regionale che è stata modificata nel 2009, nella parte in cui ha
assegnato le risorse non più in funzione del numero dei componenti, ma in funzione
dell’assegnazione procapite...
PRESIDENTE PIETRACUPA:
… E sarà ulteriormente modificata da quella che verrà attuata.
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
CONSIGLIERE ROMANO:
Posto questo, io capisco anche l’ansia di quanti oggi vogliono scaricare, su questa norma
statutaria dei monocellulari, la pressione per modificare la legge elettorale in senso
maggioritario. E questo evidentemente risponde ad una logica che con lo Statuto non ha nulla a
che spartire. Ma si sta dicendo, traducendo dai paroloni aulici: “Mettiamo in discussione la
dignità del Gruppo monocellulare al fine di creare una legge elettorale che contempla una soglia
di sbarramento alta da sterilizzare la rappresentanza eventuale di quei partiti o movimenti che
esprimono un solo componente”. Posto che a mio avviso sbaglia indirizzo chi pensa di
indirizzare il dibattito in questa direzione, non perché lo dica io ma perché, con i tempi che
corrono, credo che ci sia un errore concettuale nel pensare che ci siano delle posizioni di rendita
più o meno simili a quello che è accaduto sei mesi fa o a un anno fa, e che quindi è del tutto
sbagliato, lo è sempre, ma lo è tanto più oggi, pensare di orientare il dibattito sullo Statuto su
delle contingenze politiche elettorali immediate. La mia proposta è quella di fare come è stato
detto in sede di Commissione e cioè rinviare la trattazione alla norma regolamentare in modo tale
che poi sarà il regolamento a disporre. Precludere la possibilità che il regolamento preveda i
monocellulari probabilmente è una forzatura; scriverlo già nello Statuto potrebbe esserlo
altrettanto. Rinviamolo a norma regolamentare e fondamentalmente credo che possiamo
procedere speditamente ad approvare lo Statuto e non a soffermarci su una micro questione
all’interno di un macro argomento.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Potremmo formulare un ordine del giorno che impegna a prevedere, o che rimanda al
regolamento interno, di non ledere il diritto alla costituzione dei Gruppi monocellulari.
Sospendiamo due minuti.
(Il Consiglio è sospeso alle ore 15:15).
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
RIPRESA DEL CONSIGLIO
- ORE 15:34 -
PRESIDENTE PIETRACUPA:
C’è la dichiarazione di voto del Consigliere Niro. Sono intervenuti tutti i Consiglieri. Non vorrei
che non si fosse capito che procediamo alla votazione e non alla discussione. Avevamo sospeso
per cercare di trovare una soluzione, ma non perché ci appassionasse più di tanto l’argomento.
Intanto vorrei preannunciare il mio voto di astensione proprio per evitare qualsiasi tipo di
influenza su questo articolo, avendo dichiarato che il mio era un intervento tecnico all’origine,
essendoci stata una modifica, ma senza per questo condizionare alcuno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Niro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE NIRO:
Presidente grazie, colleghi grazie. Su questo argomento, che non ci appassiona, mi pare che con
tutti i colleghi che siedono in questa Aula e che oggi sono portatori di rappresentanza del popolo
molisano, che ha scelto un simbolo e ha scelto di eleggere queste persone, partiti o movimenti
che sono, c’è una condivisione di poter approvare il testo così come è scaturito dalla
Commissione, magari con qualche precisazione che farò appena mi concederà i due minuti di
sospensione che le sto chiedendo. Nel frattempo si sta scrivendo l’ordine del giorno. Ma mi pare
che c’è una condivisione, anche a sentire l’espressione del rappresentante del Partito
Democratico. C’è una volontà di voler assicurare la partecipazione democratica, in una futura
assemblea legislativa, in future elezioni, del Gruppo che elegge almeno un Consigliere regionale.
E credo che questa sia una garanzia. Come lo possiamo fare? Lo dobbiamo rimandare, non è da
stabilire all’interno dello Statuto perché credo che lo Statuto affronta materie di principio. Lo
affronteremo in una materia regolamentare, ma purché questa Aula si faccia carico di voler
assicurare, nella scrittura del regolamento, in termini di funzionamento e di rappresentanza, il
ruolo dell’eletto che scaturisce dalle elezioni. È chiaro che dovremmo evitare, magari nello
stesso ordine del giorno, il proliferare della costituzione di Gruppi monocellulari all’indomani
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
del risultato elettorale. Quindi due minuti di sospensione, se è consentito, così completiamo la
scrittura dell’ordine del giorno.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Io partirei dal testo. Le premesse non ci interessano tanto, ci interessa il testo. Le premesse le
articoliamo dopo, ci interessa capire la soluzione così facciamo prima e poi le riempiamo di
contenuti. Se il Consigliere Tamburro ha già predisposto il dispositivo… essendo un ordine del
giorno, va discusso dopo l’approvazione della legge. Quindi c’è una proposta che prevede un
ordine del giorno che garantisca questo principio. A questo punto si ritorna sulla discussione
della legge. Lei ritira la sua richiesta. Bisogna votare a favore o contro l’articolo 2 bis. Pongo ai
voti l’articolo 2 bis.
(Il Consiglio approva)
E’ contrario il Consigliere Ciocca; astenuti i Consiglieri Romano e Pietracupa.
Pongo ai voti l’articolo 3.
(Il Consiglio approva)
E’ contrario il Consigliere Ciocca.
Sull’emendamento all’articolo 4, ha chiesto la parola il Consigliere De Bernardo. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DE BERNARDO:
Soltanto per inserire le parole “gli Assessori sono Consiglieri regionali”. Ho già spiegato le
motivazioni.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Nell’annunciare il mio voto favorevole all’emendamento, qualora non venisse approvato,
preannuncio che voterò contro l’articolo 4, contro lo Statuto e mi farò promotore di una
iniziativa referendaria per l’aumento mascherato dei Consiglieri da 20 a 24.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Romano. Ne ha facoltà.
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
CONSIGLIERE ROMANO:
Come ho dichiarato in sede di Commissione, invece sono favorevole a non precludere la
possibilità che il Presidente della Regione nomini degli Assessori esterni, con tutto il rispetto per
la posizione di quanti colleghi ritengono che gli Assessori debbano essere Consiglieri. Io credo
che, per come è impostato il sistema elettorale dell’elezione diretta del Presidente della Regione,
sia giusto lasciare la facoltà al Presidente della Regione di potersi avvalere, anche all’interno
della Giunta, di componenti che non siano legittimati dal voto popolare, proprio in base ad un
principio cardine dell’ordinamento costituzionale italiano, e regionale in particolare, in base al
quale la rappresentatività democratica è rappresentata dall’assemblea legislativa, e quindi chi si
candida e ha il consenso popolare è giusto che rappresenti la collettività e i cittadini all’interno
dell’Aula istituzionale dotata delle potestà e delle prerogative legislative e di controllo. Per
quanto riguarda invece l’esecutivo, non ha peculiarità rappresentative della volontà popolare
perché le funzioni che la Costituzione e la legge attribuiscono alla Giunta regionale non
contemplano anche quelle della rappresentatività, ma contemplano o dovrebbero contemplare
quelle di essere in possesso di qualità tecniche, professionali, comunque di competenze, tali per
cui il soggetto nominato debba essere all’altezza della delega che ricopre. Ed allora ci possono
essere, e probabilmente sono più i casi in cui lo sono che quelli in cui non lo siano, non sempre
chi è dotato di un consenso elettorale ampio ha anche quelle prerogative di competenze tali da
poter gestire la delega assessorile e quindi da poter governare un assessorato dal punto di vista
amministrativo. Lo dico perché, proprio in quanto lo Statuto deve avere un respiro più alto della
contingenza, io credo che in questi anni, in particolare in Molise ma anche in altre realtà,
l’utilizzo degli Assessori esterni è stato utilizzato – ha ragione il collega Chierchia - per
mascherare e quindi per consentire un aumento del numero di “stipendi” o per garantire una serie
di assetti e di equilibri di carattere politico che nulla avevano a che vedere con il principio della
rappresentatività, ovvero del principio della competenza e della tecnicalità. Ti garantisci,
esercitando con la schiena dritta, il potere di Consigliere regionale. Sono convinto che se il
Consiglio regionale, invece, esercitasse nei confronti del Presidente della Regione una forma di
controllo diverso da quello che la prassi ci ha consegnato, o la storia ci ha consegnato, se un
Consiglio Regionale del Molise
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Presidente di Regione si circonda o nomina degli Assessori che non sono graditi al Consiglio, il
Consiglio lo minaccia fino addirittura al punto dell’invocare le dimissioni perché il peso e il
contrappeso, che è comunque già presente oggi in Costituzione e nello Statuto che approviamo,
attribuisce al Consiglio regionale il potere di mandare a casa il Governatore, esattamente come
consente al Governatore di dimettersi mandando a casa il Consiglio. Se ci fosse un rapporto
paritario non tra i singoli componenti del Consiglio, ma tra l’organo Consiglio e l’organo
Presidente della Regione, probabilmente questo rapporto potrebbe riequilibrarsi. Se poi
evidentemente i Consiglieri regionali o il Consiglio regionale è debolissimo nei confronti del
Presidente della Regione, vuoi per capacità del Presidente della Regione, vuoi per pavidità, in
senso politico, del Consiglio regionale, è chiaro che questo rapporto si sfalsa. Ma sarebbe,
secondo me, controproducente e anche proprio incoerente dal punto di vista delle regole, se un
Sindaco di un Comune può nominare un Assessore esterno e il Presidente della Regione, magari
su comparti strategici e delicatissimi come il bilancio o come le partecipate o come la stessa
sanità, dovrebbe attenersi esclusivamente a ciò che la rappresentatività democratica gli
attribuisce. Quindi, da questo punto di vista io credo che sia sbagliato vietare la possibilità di
nominarlo e sia invece corretto lasciarla come facoltà, ma attribuirla alla dialettica politica e non
invece ad una preclusione di carattere statutario, fermo restando che sono convinto della buona
fede dei colleghi che hanno proposto questo emendamento e sono anche convinto del fatto che
questo principio ha subito tali distorsioni da pregiudicare anche il principio sano che c’era alla
base.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Leva. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE LEVA:
Molto rapidamente, fermo restando il rispetto per i colleghi che hanno presentato
l’emendamento, io credo e penso che non possiamo confondere una scelta politica con quelle che
sono le regole del gioco. Scegliere un Assessore interno o esterno credo debba essere una facoltà
del Presidente eletto direttamente dalla Giunta regionale. È una scelta politica. Io sono contrario
agli Assessori esterni e chiederò alla mia coalizione, nel caso di ritorno alle urne o quando si
Consiglio Regionale del Molise
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
andrà a votare, di non ricorrere agli Assessori esterni. È un elemento cardine, dovrà essere un
elemento cardine della mia coalizione, ma è una scelta politica. Consacrare quella che è una
scelta politica in un impianto istituzionale come quello dello Statuto, credo che sia un errore, alla
luce anche delle normative nazionali, costituzionali, elettorali che ci sono in questo momento nel
nostro Paese. Lo Statuto, così come è venuto fuori questo articolo dalla Commissione, ancora
una volta non preclude nulla. Non è che determina, con tutto il rispetto, Consigliere Chierchia,
l’aumento da 20 a 24, non è così. Io sono d’accordo con il Presidente Iorio di fare una legge
regionale in cui si vanno a rimodulare le indennità dei Consiglieri, degli Assessori e del
Presidente. Insieme al collega Romano e ad altri colleghi, nella scorsa legislatura, siamo stati
promotori di una proposta di legge, che è rimasta però nel cassetto, che andava a rimodulare il
trattamento indennitario dei Consiglieri regionali. Non confondiamo i piani perché se no non
arriviamo più. Oggi si parla dello Statuto. Lo Statuto fondamentalmente consacra quelli che sono
i principi, anche la forma di governo. Se siamo, come noi siamo, e il Partito Democratico è per la
elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, è ovvio che all’interno dello Statuto non si
possono scrivere delle aberrazioni. Dopo di che rimane alla scelta e alla volontà politica. Io ho
detto come la penso. Quindi è su questo che ci si confronta davanti agli elettori, su grandi
opzioni politiche. Questo Statuto non dice che devono essere per forza esterni, così come non
dice che devono essere per forza interni. Rimanda alla volontà e alla politica. Se lasciamo le cose
così come sono uscite dalla Commissione, anche per questo articolo, non sbaglieremo.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Di Pietro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DI PIETRO:
Grazie, Presidente. Sarò breve perché i miei colleghi sono stati più che esaustivi anche a livello
tecnico. Anche noi dell’Italia dei Valori riteniamo che un Presidente debba avere la facoltà di
poter scegliere gli Assessori, esterni o interni; non gli va precluso nessun percorso. Possono
esserci dei momenti storici in cui un Presidente decide di prendere persone con profilo diverso da
quelle che ci sono all’interno del Consiglio. A venti Consiglieri può darsi che saremo tutti e venti
uomini qui dentro. Adesso abbiamo la fortuna di avere la collega Fusco che ci rappresenta in
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
Giunta anche come quota rosa, ma su venti Consiglieri, se siamo venti uomini, visto che siamo
una Regione così innovativa, bruciamo tutti sul tempo, è vero che è prevista la quota rosa
solamente per i Comuni e per le Province, ma credo che anche noi in Giunta, se tenessimo
sempre presente anche una donna tra i quattro Assessori, sarebbe la cosa migliore. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Grazie Consigliere Di Pietro. Ha chiesto la parola il Consigliere Ciocca. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CIOCCA:
Grazie, Presidente. Chiaramente resta immutato il mio approccio, a livello sostanziale, sull’intero
provvedimento per i motivi già detti più volte, però io personalmente sono contrario allorquando
si chiudono delle porte che magari potrebbero avere uno sbocco diverso. Perché precludere la
possibilità, non l’obbligo, di utilizzare professionalità anche esterne? Immaginiamo che i
prossimi venti, se saranno venti, sono tutti medici; magari avremo tutti potenziali Assessori alla
Sanità, ma di bilancio o di altro chi se ne potrebbe occupare? Io ritengo, per quanto sia valida la
mia posizione, che non precludere non significa che poi le scelte non siano in quell’altra
direzione; poi la coscienza, la professionalità ed anche la contingenza, come ha detto bene Di
Pietro, potrebbe determinare momento per momento quelle che sono le necessità.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
È proprio vero che la politica ha una capacità di cambiamento di posizione che è straordinaria.
Nella precedente legislatura tutto il centro - sinistra ha presentato un emendamento allo Statuto
per chiedere che gli Assessori fossero interni. Dovevano essere sei e tutti e sei interni. Io
ovviamente non intendo mettermi in contrasto né con il centro - sinistra né con il Segretario del
mio partito, per questa ragione mi asterrò su questo articolo, però non sono abituato a
rimodificare delle valutazioni che stavano dentro una impostazione di che cosa è la democrazia
rappresentativa. La democrazia rappresentativa presuppone che ci sono dei cittadini che si
presentano al vaglio della popolazione ed hanno la delega per governare perché hanno delle
competenze che gli vengono riconosciute attraverso il voto per governare, per amministrare. Ciò
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non toglie che la Bassanini, che ha prodotto tanti guasti, già da quindici anni, stabilisce, anche in
questo nuovo meccanismo di governo delle autonomie regionali, di potersi avvalere, a livello
tecnico, di staff, di esperti, di dirigenti. Nessuno impedisce né al Presidente della Giunta né al
singolo Assessore… che deve avere una validazione popolare, è uno che deve rendere conto e
deve essere una persona che deve avere anche una capacità di contrattazione. Io sto
semplicemente riproponendo gli argomenti che nella precedente legislatura portarono tutto il
centro - sinistra a stare su questa posizione. Praticamente eravamo sostenitori di questa tesi: se
l’Assessore è esterno, il Presidente lo può revocare in qualsiasi momento; se l’Assessore è un
Consigliere che si è dimesso, il suo potere di negoziazione sui singoli provvedimenti scompare.
La Giunta non è più un organo ma diventa uno staff del Presidente. Lo staff del Presidente è cosa
diversa. Allora se si vuole coinvolgere competenze e saperi tecnici che sulle materie della sanità,
anziché altre materie, possono dare un contributo, noi abbiamo sia la selezione dei dirigenti, sia
la individuazione di consulenti ed esperti che potrebbero aiutare chi governa nel cercare di
offrire delle risposte. Altra cosa è che si rimane con questa impostazione di una Giunta che
sostanzialmente ha un potere molto modesto. Se invece l’Assessore è anche Consigliere, nella
eventualità che nasca una diversità di opinione con il Presidente, il Presidente gli può revocare la
carica di Assessore, ma non la carica di Consigliere. E quindi in termini di battaglia politica,
specie quando i numeri non saranno poca cosa, 20, quella persona avrà… perché il Presidente
non vorrà mettere a repentaglio gli equilibri fragili perché saremo 12 a 8. 12 a 8 significa che se
un Assessore viene revocato ed entra in un clima di contenzioso, automaticamente là anche uno
o due voti possono determinare la maggioranza o la minoranza in Consiglio. Attraverso questo
espediente, si potrebbe restituire valenza a tutti gli eletti e all’organo Consiglio come vero
contrappeso nei confronti di una legge che ha concentrato il 90% dei poteri nelle mani del solo
Presidente della Giunta, se noi praticamente vogliamo fare una ricostruzione. Riprendo parte
delle elaborazioni dell’Assessore Chieffo che, nella precedente legislatura, è ripetutamente
intervenuto su questi argomenti anche nel dibattito sullo Statuto e l’ha fatto con onestà e lealtà,
anche rispetto alla sua collocazione in maggioranza. A dire la verità sarei un po’ più prudente,
cioè confermare un impianto tutto quanto giocato sul maggioritario spinto e sulla funzione di un
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organo monocratico che è il Presidente che concentra nelle proprie mani il 90% del potere, a mio
avviso è un errore di democrazia perché svuota il Consiglio e svilisce le funzioni della Giunta.
Ribadisco, nella mia dichiarazione di voto, di astenermi perché non intendo né mettermi in
contrasto con il segretario del mio partito e né tanto meno con il centro - sinistra, ma ho voluto
ricordare che su questo noi abbiamo fatto l’emendamento dove dicemmo sei Assessori e non otto
e tutti e sei interni.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Tedeschi. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE TEDESCHI:
Grazie, Presidente. Io in questa situazione in effetti ho voluto chiarire e quindi esplicitare anche
una posizione mia personale che si allinea a quella del Gruppo dell’Italia dei Valori, ma ho il
dovere in questa Aula di chiarire alcuni aspetti. Intanto, la materia è molto delicata, e mi rifaccio
a quello che è successo nella passata legislatura. Nella passata legislatura abbiamo, con giuste
cause, condannato l’esborso di denaro pubblico che c’è stato in più rispetto agli otto Assessori
esterni, otto Assessori rispetto alle dimissioni dei Consiglieri interni. Siamo arrivati, nella passata
legislatura, ad avere 40 o 38 persone che stavano in questa Aula. Effettivamente, Presidente, mi
sono sembrati una cifra, rispetto alla crisi economica, non giustificabile perché poi la quantizzai,
in parecchi comunicati stampa, in 12 milioni e mezzo di euro. 12 milioni e mezzo di euro erano
una cifra astronomica ed una cifra non giustificabile né allora e né adesso. Nell’allinearmi in una
posizione politica e nel non voler danneggiare la mia regione perché oggi mi trovo, e condivido
le parole che in precedenza sono state dette, a dover decidere in un momento difficile della vita
politica ed economica della Regione, prendere una decisione adesso in cinque minuti oppure
averla ragionata in pochi giorni, non è corretto per le persone, per le menti e le professionalità
che potrebbero arrivare successivamente. Nel momento in cui noi ci troviamo, per forza di cose,
a dover esprimere con un voto rispetto a questa situazione, la difficoltà sicuramente c’è, ma mi
voglio tranquillamente comportare nel rispetto di quello che il nostro partito ha deciso per non
danneggiare la regione e quindi votare a favore di una eventuale professionalità che potrebbe
essere chiamata all’esterno per dare una mano a questa Regione. Non voglio creare un danno nel
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momento in cui, per esempio, abbiamo bisogno nella sanità, nelle finanze, in un settore
particolare, nel momento in cui non viene eletto un Consigliere regionale che ha determinate
competenze, come si va ad affrontare un problema del genere, non lo so! Ma voglio riportarlo
anche a livello governativo e nazionale perché la nostra nazione ne ha fatto tanto uso e devo dire
con giustissime ragioni perché i Governi tante volte hanno preso alcune personalità per far fronte
a delle emergenze oppure a dei settori dove i parlamentari non erano presenti. E con questi
risultati l’Italia negli anni passati ha avuto grossi risultati. Con queste motivazioni, voglio
ricordare che noi comunque saremo attenti alle spese che questa Regione potrà affrontare nel
momento in cui voglia nominare eventuali professionalità esterne. Questo può essere fatto
tranquillamente con delle proposte che successivamente vanno nella direzione di dire che se
dovessimo aumentare una unità, due unità, per avere professionalità che ci devono aiutare, gli
stipendi rimarranno uguali, le spese per la politica rimarranno uguali, dovendole poi dividere per
tutti i presenti in questo Consiglio. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Di Donato. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DI DONATO:
Io non volevo intervenire per la seconda volta su questo argomento, ma sono costretto a farlo
anche perché ho sentito i colleghi ed ho sentito delle parole aberranti. Ho sentito il Consigliere
Leva che parla di aberrazione. Aberrante significa al di fuori della norma. Il problema è che nel
corso degli ultimi anni, non me ne voglia il Presidente Iorio, la Regione Molise si è avvalsa di
Assessori esterni. Se la norma è stata quella, se questa è una norma aberrante, allora il
problema… voglio chiarire questo passaggio. Nel momento in cui si vanno a nominare quattro
Assessori esterni, il Consigliere Tedeschi diceva prima: “Ma se sono delle professionalità”, se
sono delle professionalità, coloro i quali stanno in Giunta si nominano i consulenti, se li pagano
di tasca propria, non vanno ad aggravare sul bilancio regionale e continuano a fare il loro
compito istituzionale. Bisogna richiamare alla memoria, anche a qualche collega presente in
Aula: probabilmente qualche anno fa c’era la scelta degli Assessori, fatti anche in altri Enti
istituzionali, addirittura per concorso; si portava la domanda e poi si vedevano quali erano gli
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aspiranti che avevano maggiore capacità per essere nominati in Giunta. Io penso che stiamo
facendo delle discussioni che, a mio giudizio, devono avere maggiore senso logico. In una
situazione come questa attuale in cui ci sono delle situazioni contingenti, andare a fare la nomina
di Assessori esterni, secondo me, non ha nessun senso logico. Io preannuncio fin d’ora il mio
voto favorevole a questo emendamento, ringrazio il primo proponente Consigliere De Bernardo
di non averlo ritirato e chiaramente dal voto che ci sarà in Aula prenderò anche le opportune
decisioni.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola l’Assessore Scasserra. Ne ha facoltà.
ASSESSORE SCASSERRA:
Grazie, Presidente. Voglio soltanto sottolineare piccoli argomenti ma di fondamentale
importanza. Innanzitutto mi sembra che il dibattito di quest’oggi su questo articolo, su questa
norma che, come ha ricordato qualcuno, credo il Consigliere Leva, va a decidere quelle che
saranno le sorti dei prossimi Consigli regionali, non di quello di oggi, quindi è importante che il
Consiglio si esprima, che ogni Consigliere esprima la propria valutazione al di là di
schieramenti, di appartenenze o di altro; non riguarda un atto del momento, riguarda un atto che
dovrà generare il Governo della nostra Regione nelle legislature a venire, sperando che ce ne
saranno e ce ne saranno tante. Personalmente credo nella buona fede e nella convinzione,
nell’alta convinzione di ognuno di noi al di là di quelle che siano le tesi sostenute. Sono
pienamente consapevole e convinto che il collega De Bernardo abbia delle motivazioni
importanti, delle motivazioni di cui è fortemente convinto, così come gli altri e così come io
personalmente ho le mie. Ci tenevo a precisarle. Io credo che la possibilità degli Assessori
esterni non debba e non possa essere preclusa andando con un Consiglio regionale a venti, è stato
l’uso distorto, probabilmente, che nel passato, in alcuni casi, c’è stato degli Assessorati esterni
che servivano a far dimettere per far entrare altri in Consiglio regionale. Questa era la realtà
precedente dove per Assessore esterno non si deve intendere la nomina di un Assessore eletto
che poi si dimette per far posto al primo dei non eletti. Se è successo, è stata – questa -
probabilmente una stortura, ma noi dobbiamo pensare al futuro e non al presente o al passato. Il
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presente è una legislatura composta da Assessori interni, a nessuno è stato chiesto di dimettersi,
non sappiamo quello che succederà domani. Personalmente credo che la norma che abbia
favorito un utilizzo anche distorto di questo sia stata l’equiparazione, anche in termini di
stipendio e di status, tra l’Assessore e il Consigliere, al di là del fatto che l’Assessore fosse stato
o meno eletto dal popolo. Se noi limitassimo l’indennità assessorile, oltre a ridurre quella dei
Consiglieri regionali laddove si dovesse rendere necessario, credo che sia opportuno ed
importante non precludere, soprattutto con una Giunta contenuta a quattro Assessori più il
Presidente, la possibilità di scegliere e di far ricadere la scelta su materie tecniche strategiche su
persone anche esterne al Consiglio, anche esterne alla politica, anche persone non candidate che
potrebbero prestare la propria professionalità al riguardo. Credo che sia giusto e soprattutto credo
che parlando del futuro sia più corretto lasciare la possibilità di scelta anziché precluderla oggi.
Se noi andassimo a votare questo emendamento, andremo a precludere questa possibilità. Un
domani, invece, lasciando la possibilità degli Assessori esterni, starà alla sensibilità del
Presidente eletto e alla sensibilità della maggioranza che lo sostiene, oltre che dell’intero
Consiglio, condividere o meno questa scelta, cercando poi di trarre le opportune conclusioni.
Non è una questione di stare da una parte o dall’altra, di pensarla diversamente in maniera netta,
è soltanto una espressione personale, come ognuno di noi bene ha fatto a fare, nella piena
consapevolezza che ognuno ha delle giuste argomentazioni, dei giusti convincimenti, soprattutto
una buona ed un’ottima fede nel mantenere ferma la propria idea. Questa era la mia, ci tenevo a
dirla e sono convinto che la possibilità vada mantenuta.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Cavaliere. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CAVALIERE:
Grazie, Presidente. Io sono uno dei firmatari dell’emendamento. Resto convinto che in un
momento del genere doveva essere dato un segnale forte, ma mi trovo nella stessa situazione del
collega Petraroia. Essendo appartenente ad un Gruppo della maggioranza ed essendo io anche il
Capogruppo, comunico il mio voto di astensione alla votazione.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
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Ha chiesto la parola il Consigliere De Bernardo. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DE BERNARDO:
Per dichiarazione di voto: a questo punto mi ritengo fortunato a non appartenere ad un partito
politico, ma, essendo un uomo libero, confermo quanto già detto al momento della presentazione
dell’emendamento. Abbiamo imboccato un percorso virtuoso tutti quanti insieme ed io intendo
proseguirlo. Si assume la responsabilità chi vota sapendo che sta dando la possibilità di
aumentare di quattro Consiglieri regionali che graveranno sul bilancio regionale prossimo.
Io questa responsabilità non me la prendo, sono rispettoso della maggioranza e dei miei colleghi,
però non rinuncio alle mie idee.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Se non ci sono altri interventi, possiamo procedere alla votazione. Pongo ai voti l’emendamento
proposto dal primo firmatario Consigliere De Bernardo.
(Il Consiglio non approva)
È respinto l’emendamento, con il voto favorevole dei Consiglieri De Bernardo, Niro, Chierchia,
Di Donato, e l’astensione dei Consiglieri Cavaliere, Petraroia, Pietracupa.
Articolo 4. Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Grazie, Presidente. Ho visto la scelta, che io rispetto e non condivido, del Consiglio regionale di
camuffare l’aumento mascherato dei costi della politica da 20 a 24. Io sono il primo che cambia
idea, molte volte cambio idea, lo riconosco perché secondo me solo gli stupidi non cambiano
idea. Mi fa piacere che gli amici dell’Italia dei Valori hanno cambiato idea questa volta perché
l’altra volta hanno fatto una battaglia contraria agli Assessori esterni. Io da domani comincerò
una campagna tra la gente e, qualora lo Statuto venga approvato in seconda lettura così, mi farò
portavoce - lo ribadisco - di un’iniziativa referendaria perché la gente deve sapere che sono stati
aumentati i costi della politica perché non lo faranno gratis i quattro Assessori esterni. E ben
diceva il Consigliere Petraroia che, se non ci sono le professionalità, non Michele Iorio, perché
qui non stiamo parlando di Iorio o di Frattura, stiamo parlando delle generazioni dei Molisani
futuri, chi sarà il Presidente tra dieci o venti anni nominerà i consulenti che vuole e avrà tutti gli
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scienziati che vuole come collaboratori. Quindi, annuncio il mio voto contrario all’articolo 4, a
tutti gli articoli seguenti dello Statuto e voto contro lo Statuto.
Mi dispiace perché io sono un mediatore nato e volevo condividere con voi l’approvazione dello
Statuto, ma così non si può. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Parpiglia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PARPIGLIA:
Onestamente non avevo proprio intenzione di parlare, però alcune dichiarazioni mi fanno
scattare, quindi non posso non partecipare alla discussione e alla riflessione. Non ce la faccio più
con questi populismi da parte di destra, di sinistra, delle strumentalizzazioni. Sono proprio al
limite. Orgogliosamente voto contro quell’emendamento, spiego anche la motivazione con un
aneddoto: io sono stato eletto la prima volta al Consiglio comunale con il sindaco Augusto
Massa; ha messo sei Assessori esterni, quindi c’è stata una mortificazione personale
assolutamente alta perché evidentemente avevo avuto il consenso del popolo, della gente, ma
non solo io, anche gli altri esponenti. Evidentemente là è chiaro che c’è un abuso, naturalmente
non dal punto di vista penale o altro. Dal punto di vista politico c’è stato un abuso evidente di
Assessori esterni. Però, al contrario non si può precludere la possibilità al Presidente, ad una
maggioranza di poter scegliere delle personalità di alto profilo che possono essere determinanti,
che possono far bene alla Regione, ai Comuni, alle Province o alla nostra nazione. Per
concludere, non mi sembra di aver cambiato assolutamente idea. Quando uno parla, deve stare
attento ad utilizzare anche i termini giusti ed adeguati. Né io né i miei colleghi dell’Italia dei
Valori abbiamo mai cambiato idea. Siamo convinti di questo non perché bisogna aumentare i
costi, anche perché, in modo chiaro, non sono assolutamente favorevole eventualmente che un
Presidente della Regione o una maggioranza possa inserire quattro Assessori esterni. Rispetto
alla mia sensibilità non vorrei che fosse così. E’ evidente, però, che qualche personalità, anche
qualche donna, a cui ha fatto riferimento Di Pietro… Se non dovesse essere eletta alcuna donna,
che facciamo? In Giunta la quota rosa non deve essere rispettata? Non si può precludere una
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possibilità ed una scelta che va nell’indirizzo della qualità, della professionalità e della
competenza. Quindi, basta con questi populismi perché non ce la faccio più.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Niro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE NIRO:
Presidente, io ho fatto già l’intervento per dichiarazione di voto, quindi la mia dichiarazione resta
la stessa. Per quanto riguarda le quote rosa, potrebbero essere le quote celesti. Non parliamo di
quote rose e quote celesti perché nella competizione elettorale ci sono mille modi per poter
scrivere… la preferenza di genere assicura ad entrambi i sessi la rappresentanza, non assicura
solo ad un sesso la rappresentanza. Io volevo far rimanere agli atti una mia comunicazione: per
motivi personali mi devo assentare dall’Aula, purtroppo devo andare via, quindi voglio che resti
agli atti che alle ore 16:20 io esco dall’Aula.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Confermo il voto di astensione su tutto l’articolo 4 e per rivendicare, con grande rispetto nei
confronti delle opinioni di ciascuno, che, come centro - sinistra abbiamo fatto cinque anni di
campagna elettorale contro Michele Iorio e contro gli Assessori esterni. Io credo che nella vita e
in politica la coerenza debba tornare ad essere un valore.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Romano. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ROMANO:
Grazie, Presidente. Io confermo il voto favorevole sull’articolo 4 in questione. Per quanto
riguarda la coerenza, personalmente non ho partecipato al voto dello Statuto precedente e,
avendo ricoperto, avendo avuto l’onere di ricoprire il ruolo di Presidente della Commissione
Statuto per i primi cinque mesi di vigenza di quella Commissione, cioè da gennaio 2007 fino a
luglio del 2007, ricordo bene il dibattito che caratterizzò quella fase anche molto edificante, sia
come esperienza culturale personale e sia come momento istituzionale. E si disse che per tutti
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coloro i quali legittimamente rivendicavano una maggiore dignità del Consiglio regionale portata
alle estreme conseguenze, l’ordinamento consentiva di optare per il modello assembleare, cioè di
elezione del Presidente della Regione tra i Consiglieri regionali in seconda battuta rispetto
all’elezione del Consiglio regionale. Si disse ancora, coadiuvati e supportati anche da ben più
autorevoli di me opinionisti e giuristi, che per il caso in cui si acceda al meccanismo
dell’elezione diretta, per ragioni di logica e di coerenza, fondamentalmente non si può precludere
al Presidente della Regione la possibilità di avvalersi anche di Assessori esterni, fermo restando
che il contrappeso istituzionale sta nel fatto che il Consiglio regionale ben può imporre, in via
politica, le dimissioni di Assessori sgraditi o non all’altezza, ovvero dello stesso Presidente. Non
vorrei che anche questa volta si scambiassero lucciole per lanterne, confondendo quello che è un
piano di dialettica istituzionale con piani che attengono più alla dialettica politica. Sicuramente
non si può prendere a modello la scelta che è stata fatta nella scorsa legislatura di “imporre” le
dimissioni degli Assessori dalla carica di Consiglieri al momento di entrare in Giunta con un
principio che è valido e non può essere messo in discussione dalla contingenza. Dico questo
perché rispetto le opinioni di chi ritiene e di chi in qualche modo legittimamente propone che gli
Assessori siano anche Consiglieri, ma non credo che sia una operazione corretta quella di
attribuire ad altri di aver cambiato idea allorquando probabilmente non è così e allorquando
addirittura, se oggi ci troviamo a votare per 20 Consiglieri, ci sono Consiglieri regionali che non
più tardi di un anno fa hanno votato per l’estensione a 32 Consiglieri regionali. Questo lo dico
giusto per ripristinare la verità anche nei confronti di chi non perde occasione per manifestare
opinioni diametralmente opposte. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Leva. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE LEVA:
Preannuncio il voto favorevole all’articolo in discussione. Rivendico la coerenza sia in questa
fase che nella fase precedente dove noi approvammo un articolo simile con il voto favorevole del
Partito Democratico. Io sono contrario agli Assessori esterni. Rivendico, con un po’ di orgoglio,
un po’ di competenze giuridiche perché altrimenti sembra che stiamo discutendo di altro. Un
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conto è la politica, e politicamente uno può essere d’accordo o contrario agli Assessori esterni, se
n’è fatto un abuso nella scorsa legislatura; quella battaglia l’abbiamo condotta, la ricondurrei
oggi e la ricondurrei domani. Però un conto è la battaglia politica ed un conto è quando uno
scrive le regole. Siamo in Italia dove alla Provincia è consentito, al Comune è consentito,
sarebbe una forzatura giuridica unica in Italia, unica nel Paese, farlo per Statuto ed imporre per
Statuto che un Presidente della Giunta, eletto direttamente dai cittadini, non può scegliere un
Assessore esterno. Di questo stiamo ragionando. Non consento a nessuno strumentalizzazioni
politiche in un momento come questo che lasciano lo spazio alla demagogia che fa male alla
politica tutta e si continua sempre su questo crinale perché c’è sempre qualcuno che deve fare il
primo della classe. Non funziona! Siamo classe dirigente tutti, né chi più né chi meno. E quando
si parla delle regole del gioco, sono regole che non vanno piegate a logiche di parte o a logiche
di bottega perché siamo alla vigilia della campagna elettorale. O siamo capaci tutti di fare uno
scatto di orgoglio o è meglio che ce ne andiamo tutti quanti a casa perché così non funziona e il
sistema non regge. E allora, scusate, di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di uno Statuto
che lascia al Presidente della Giunta regionale l’opzione di farli interni o di farli esterni. E’ la
politica che poi sceglie. Se vinciamo le elezioni noi, se vince il centro - sinistra, li farà tutti
quanti interni, tutti. Mi assumo la responsabilità come Segretario della principale forza politica,
l’ho detto nell’intervento di prima e lo ribadisco adesso. Lo Statuto, che lascia questa porta
aperta, non fa altro che confermare un orientamento giuridico, un orientamento anche se volete
giurisprudenziale che negli anni si è venuto a creare. Dobbiamo tornare ad assumere una veste di
legislatori perché altrimenti sembra che qui veniamo forse per giocare a carte. Siccome siamo dei
legislatori, siccome stiamo per approvare uno Statuto dopo anni, e questo è un passaggio
fondamentale nella vita di una comunità, dobbiamo metterci tutti in questi panni, non in quelli di
chi invece tira la corda e la tira a favore della propria parte politica, altrimenti siamo tutti quanti
bravi a fare così. Confermo il voto favorevole a questo articolo per le ragioni che ho esposto.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Non ci sono altri interventi. Pongo ai voti l’articolo 4.
(Il Consiglio approva)
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Con il voto contrario del Consigliere Chierchia e l’astensione dei Consiglieri Ciocca, Petraroia e
Cavaliere, è approvato l’articolo 4.
Dopo l’articolo 4 c’è un emendamento del Consigliere Petraroia che chiede all’articolo 53,
comma 3, dello Statuto di sostituire la parola “Giunta” con la parola “Consiglio”, riguarda il
controllo sulle società partecipate. Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
L’articolo 53 dello Statuto contempla la possibilità che la vigilanza sugli organi sub regionali,
che oggi è nelle mani del Consiglio, possa essere avocata nelle mani della Giunta. Con
l’emendamento si ripristina che il ruolo di vigilanza sugli enti strumentali, sulle agenzie e gli
istituti resti di competenza del Consiglio regionale. Quindi, chi vota a favore dell’emendamento
vota a favore di un ruolo del Consiglio regionale.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Bravo Petraroia.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Presidente Iorio. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE DELLA GIUNTA IORIO:
Io non sono d’accordo su questo perché credo che nello Statuto questa questione non è proprio…
potrebbe avere anche ragione di entrare, però allontana la capacità di controllo e anche di
immediatezza per quanto riguarda la questione delle società partecipate e quanto altro che è una
competenza gestionale ed è anche, purtroppo, una responsabilità gestionale. Io credo che una
Assemblea come quella del Consiglio regionale non potrebbe dedicarsi ad attività di controllo se
non dotarsi degli strumenti necessari per poterlo fare, ma con una individuazione di
responsabilità tanto diffuse da rimanere anche molto confuse sulla reale possibilità che il
Consiglio ha di controllare l’attività delle società partecipate o quanto altro. Diverso è il
controllo generale sui bilanci, come già avviene, ed altre questioni. Ritengo che questo sarebbe
di difficile applicazione e potrebbe comportare anche una deresponsabilizzazione complessiva
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del sistema rispetto ad una attività che può essere una prerogativa della Giunta, ma ne costituisce
anche la sua specifica responsabilità.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Romano. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE ROMANO:
Presidente, proprio in termini istituzionali, io invece credo che sia corretta l’impostazione dei
proponenti dell’emendamento di ricondurre al Consiglio il potere su quella partita di potere
pubblico. E vorrei ricordare al Presidente, brevemente e senza polemica, che intanto oggi è
annoverata sotto il controllo del Presidente della Giunta regionale la gestione delle partecipate
per una scelta che non è statutaria e non è legislativa, ma è una scelta in qualche modo politica,
che io contesto, che è da attribuire al Presidente della Regione, cioè quella di attribuirsi il potere
di effettuare le nomine degli organi sociali di governo delle società partecipate, contravvenendo
anche ad una tradizione precedente che voleva che fosse il Consiglio regionale a nominare, con
criterio paritario, i rappresentanti all’interno degli organi sociali. Quindi, mi verrebbe da dire
“chi è causa del suo mal pianga se stesso”, ma visto che siamo in un dibattito più ampio a livello
statutario, aggiungerei che, secondo me, questa è l’occasione per rimediare anche al sovraccarico
di responsabilità in capo ad una sola persona.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Io sono rammaricato della posizione della Giunta perché l’articolo 53 svuota completamente le
funzioni del Consiglio. Stabilisce al comma 3: “La Giunta regionale approva gli atti
fondamentali degli enti, esercita l’indirizzo e la vigilanza e, quando la legge lo prevede, ne
nomina e ne revoca gli organi”. Dopo di che al comma 5 dice che le agenzie sono tutte strutture
regionali che si muovono nell’ambito degli indirizzi definiti dalla Giunta regionale. In pratica,
qui c’è una confusione di attribuzioni perché un conto è la programmazione, il ruolo di
pianificazione e controllo anche dei bilanci che sono propri del Consiglio regionale - sto facendo
un ragionamento che vale evidentemente per le future legislature, mi spiace che su questo
Consiglio Regionale del Molise
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emendamento non ci sia lo stesso calore e la passione di quelli dove si tratta di allargare i numeri
- qui parliamo di competenze degli organi istituzionali, se si vuole ragionare di competenze
istituzionali. Se il Consiglio regionale, in quanto Organo, viene sostanzialmente messo da parte,
anche in occasione della valutazione sui bilanci degli enti sub regionali, è evidente che il
Consiglio regionale a quel punto ha un ruolo monco perché quando dovrà misurarsi sul bilancio
della Regione mancheranno i bilanci di tutti gli enti, di tutte le società partecipate. Le
Commissioni consiliari che oggi assolvono alcune funzioni - penso in particolare alla
Commissione bilancio che ha la possibilità di convocare audizioni, di chiedere conto
dell’andamento anche della gestione degli enti, istituti, agenzie e delle società partecipate - nel
momento in cui lo Statuto assegna questa funzione alla Giunta, che è un Organo Esecutivo e che
dovrebbe curare la parte attuativa, cioè approvati i bilanci degli enti che sono di competenza del
Consiglio, è evidente che poi la gestione materiale degli enti e il raccordo non può che
intervenire con il Governo regionale. Ma se si stabilisce che anche competenze che sono del
Consiglio vengono esercitate dalla Giunta, il Consiglio viene tagliato fuori in maniera definitiva
ed in maniera istituzionale da ogni possibilità di sapere quello che accade nelle società
partecipate, nelle agenzie, negli istituti, nei consorzi, etc. Questo ci andrà ad indebolire
complessivamente come macchina Regione perché noi stiamo immaginando un assetto con un
Presidente, quattro Assessori che dovranno non soltanto assicurare la gestione delle attività che
sono deputate all’Esecutivo, alla Giunta, ma dovranno concentrare su di sé tutti i controlli, le
azioni di vigilanza, di tutte le società partecipate e di tutti gli enti sub regionali, con una sorta di
dicotomia perché dall’altra parte il Consiglio, su gran parte di quella che è la necessità, quello
che accade anche oggi, si troverebbe statutariamente esautorato. Tu per Statuto non potresti poi
chiedere che cosa succede all’Arsiam, cosa succede all’altra agenzia. C’è scritto, Presidente,
articolo 3: “La Giunta approva gli atti fondamentali degli enti”, gli atti fondamentali sono i
bilanci; “esercita l’indirizzo e la vigilanza e, quando la legge lo prevede, ne nomina e ne
revoca…”. Tutti gli atti di tutti gli enti…
Interloquisce fuori microfono il Presidente Iorio.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
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Ma non c’è scritto da nessuna parte. Presidente, l’articolo 53 della bozza di Statuto su cui noi
siamo chiamati a votare è composto da cinque commi. In nessuno dei cinque commi viene
richiamata mezza funzione in capo al Consiglio regionale, mentre nell’attuale Statuto ci sono una
serie di rimandi, di articoli dove alcune competenze si prefigurano che siano del Consiglio
regionale. Oggi noi quando agiamo, agiamo perché nello Statuto per quelle funzioni c’è una
competenza formale del Consiglio e delle Commissioni. Oggi l’articolo 53 parla di enti, agenzie,
aziende e società regionali composto da cinque commi, in nessuno comma è riportato un solo
compito assegnato al Consiglio regionale. Quindi significa che il futuro Consiglio regionale, al di
là delle collocazioni, al di là di chi sarà amministratore, sarà impossibilitato per Statuto di
svolgere una funzione perché la funzione non è ricondotta a competenze. In precedenza c’era una
separazione. I rendiconti si approvano insieme al bilancio della Regione e c’è una competenza.
Quella competenza ti permette di esercitare anche il controllo in corso d’anno rispetto
all’esercizio delle attività che fanno le società partecipate. Se invece la competenza del bilancio
viene ricondotta nelle mani della Giunta, il Consiglio in base a quale appiglio giuridico potrebbe
sollecitare di svolgere una funzione di vigilanza, se anche gli atti fondamentali… qua non stiamo
parlando di gestione, non stiamo parlando che una società o un Presidente di un ente, di una
agenzia si deve raccordare con l’Assessore che ha quella delega. Questo è dato per scontato, è
acquisito. Ma qui vengono spuntate tutte le possibilità per il ruolo del Consiglio regionale.
Reputo, in generale, che questa sia una cosa sbagliata al di là di chi sta da una parte e di chi sta
dall’altra perché materialmente noi avremo il Consiglio che non ha gli strumenti e la Giunta che
si ritroverebbe sovraccaricata di responsabilità. Pensiamo a tutte le società partecipate che ci
stanno oggi. Le società partecipate di oggi fanno per davvero tremare i polsi. Ammesso e non
concesso che c’è un provvedimento da portare in Consiglio, in base a quale articolo dello Statuto
della Regione, il Consiglio verrebbe coinvolto rispetto ad una scelta che fa una società
partecipata se lo Statuto esautora il Consiglio e non ne attribuisce nemmeno in maniera indiretta
e nemmeno sugli atti fondamentali alcuna tipologia di competenza? Alcune cose che sono state
fatte nel corso degli anni passati e che hanno visto, almeno a livello informale e qualche volta
anche in termini sostanziali, con un pronunciamento del Consiglio… il Consiglio ha potuto
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almeno dare gli indirizzi, penso alla filiera del tessile, la filiera alimentare, il Consiglio ha dato
un indirizzo e la Giunta l’ha messo in esecuzione. Le società partecipate hanno potuto fare
determinate scelte. In questo modo il Consiglio nell’articolo 53 non viene menzionato. Siamo
completamente esautorati, anzi saranno coloro che faranno i Consiglieri regionali completamente
esautorati. Mi permetto di chiedere, se si ritiene di prestare attenzione a questo problema, anche
un minuto di sospensione per immaginare, su qualcuno dei cinque commi, almeno sugli atti
fondamentali, che ci sia un ruolo del Consiglio regionale.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Leggo il comma 3: “La Giunta regionale approva gli atti fondamentali degli enti, esercita
l’indirizzo e la vigilanza e, quando la legge lo prevede, nomina e revoca gli organi degli enti”.
L’articolo genericamente fa riferimento a enti, agenzie, aziende e società, però sul discorso
dell’esercizio dell’indirizzo e della vigilanza è riferito, per come lo leggo io, se non leggo male,
agli enti, non alle società. Non vorrei sbagliare. Stiamo parlando dello Statuto approvato già in
doppia lettura, non è che ci sia una modifica attualmente. Solo per rileggerlo: “La Giunta
approva gli atti fondamentali degli enti”, atti degli enti che vengono istituiti con legge regionale.
Quindi, è sugli enti che esercita l’attività di indirizzo e vigilanza, quelli che la legge regionale
prevede, istituisce e ne determina anche le competenze per quanto riguarda le nomine, se sono
previste dalla legge. Non mi sembra che faccia riferimento alle società… forse era stato già
affrontato l’altra volta. Io apprezzo l’indicazione, però credo che sulle società regionali
l’esercizio di controllo del Consiglio resti immutato, almeno come è espresso. Mi sembra solo
sugli enti, lo stavo rileggendo perché all’inizio mi ero posto lo stesso problema, in effetti era
molto ampio il passaggio. “La Regione può istituire”, la Regione quindi il Consiglio regionale e
“la legge regionale autorizza la partecipazione a società costituite. Le aziende sono enti pubblici
economici e quindi godono di autonomia imprenditoriale… per questo la Giunta approva gli atti
fondamentali degli enti”, non delle società, non sono citati e non fa riferimento in nessun altro
passaggio… perché poi l’istituzione di enti, aziende, agenzie e società… “tenuto conto dei
principi di sussidiarietà e proporzionalità”, cosa che avviene attraverso il Consiglio. Io credo che
forse si sia andato un po’… se non ricordo male questa valutazione era stata già fatta nella lettura
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dell’altro Statuto. Io credo che sia abbastanza chiaro, possiamo procedere, se lei intende ritirare
l’emendamento…
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Io ho controllato anche l’articolo del bilancio. Non c’è nell’articolo del bilancio, come è scritto
oggi, che quando la Regione approva il bilancio lo approva compresi i rendiconti degli enti, etc.
E’ stato tolto.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ma è stato tolto già all’epoca.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Ho capito che è stato tolto, ma significa sostanzialmente che noi, che oggi abbiamo un quadro
d’insieme come Consiglio e come Commissione bilancio… mi dispiace che non c’è il Presidente
Niro…
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ma c’è l’obbligo addirittura di allegare il rendiconto attualmente ai Gruppi.
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Adesso c’è perché c’è lo Statuto e dallo Statuto poi c’è la legge di contabilità. Con questa nuova
norma, il Consiglio non potrà più nemmeno esaminare i bilanci degli enti collegati.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Non credo sia così. “…comprensivo dei bilanci degli enti” è la nuova norma di contabilità. Lei
propone la votazione dell’emendamento. Pongo ai voti l’emendamento. del Consigliere
Petraroia.
(Il Consiglio non approva)
È respinto l’emendamento.
Pongo ai voti l’articolo 5.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato l’articolo 5 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia
Pongo ai voti l’articolo 6.
(Il Consiglio approva)
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E’ approvato l’articolo 6 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia e con
l’astensione del Consigliere Petraroia.
Pongo ai voti l’articolo 7.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato l’articolo 7 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia, astenuto il
Consigliere Petraroia.
Pongo ai voti l’articolo 8.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato l’articolo 8 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia, astenuto il
Consigliere Petraroia.
Pongo ai voti l’articolo 9.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato l’articolo 9 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia, astenuto il
Consigliere Petraroia.
All’articolo 10 c’è un emendamento per quanto riguarda la partecipazione del Consiglio alle
autonomie locali. Mi sembra che su questo è stato chiarito che siamo d’accordo tutti quanti,
abbiamo già trovato condivisione. Pongo ai voti l’emendamento.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato con l’astensione del Consigliere Chierchia.
Pongo ai voti l’articolo 10 così come emendato.
(Il Consiglio approva)
E’ approvato l’articolo 10 con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia.
All’articolo 11 c’è un emendamento sostitutivo, era quella discussione che abbiamo fatto
all’inizio sugli emendamenti, abbiamo già chiarito, emendamento di Tamburro dove noi
chiederemo anche il conforto di una interpretazione legislativa. Quindi l’articolo 11 diventa
quello emendato dal Consigliere Tamburro. Pongo ai voti l’articolo sostituivo.
(Il Consiglio approva)
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E’ approvato con il voto contrario dei Consiglieri Ciocca e Chierchia, astenuto il Consigliere
Petraroia.
Procediamo con lo Statuto. Ha chiesto la parola il Consigliere Chierchia. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE CHIERCHIA:
Per dichiarazione di voto, dico soltanto che abbiamo “ingoiato tanti rospi in silenzio”, io ed il
collega Niro che adesso non c’è, siamo degli assemblearisti, abbiamo votato per rispetto e per
l’unanimità all’Aula una forma di governo che non condividiamo e che è quella presidenziale.
Abbiamo ingoiato un rospo, abbiamo ingoiato un rospo sul maggioritario falso. Personalmente
ricordo che ho cambiato idea, proprio per rispetto, quindi di fatto ho votato in modo favorevole
all’articolo 2 bis. Presenterò un emendamento al regolamento per abolire i Gruppi monocellulari,
però l’ultimo rospo sugli Assessori esterni è quello che ci è arrivato fin sopra l’esofago. E’ un
aumento camuffato da 20 a 24. Questo proprio non ce l’abbiamo fatto ad ingoiarlo e quindi il
mio voto è contrario.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Ha chiesto la parola il Consigliere Petraroia. Ne ha facoltà
CONSIGLIERE PETRAROIA:
Preannuncio un voto di astensione sullo Statuto perché ritengo che l’articolo 53 è stato
sottovalutato dai colleghi, dalla Giunta e me ne dispiaccio perché, nello spirito di costruire, per la
prospettiva, un assetto istituzionale anche in linea con le innovazioni che stanno emergendo a
livello nazionale dove si sta ipotizzando una sorta di riconsiderazione del potere assegnato alle
Assemblee legislative, per temperare quello che è stato fatto nel corso di questi 20 anni con un
eccesso di potere consegnato nelle mani degli Organi monocratici, immaginare di esautorare
l’organo Consiglio regionale che viene eletto alla pari del Presidente della Giunta regionale da
ogni attività di vigilanza e controllo che attiene al sistema Regione in termini più ampi,
rappresenti un vulnus per quello che mi riguarda. Io ho esplicitato la mia opinione anche sugli
altri temi e probabilmente sarebbe stato opportuno dare un segnale anche di contenimento della
spesa pubblica. Ma quello che mi rattrista, d in qualche modo mi fa stare preoccupato, è che se il
futuro Consiglio regionale dovrà approvare un bilancio di 200 o 300 milioni di euro, che è il
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margine, e non si può occupare di centinaia di milioni di euro e di tutte le società e tutto ciò che
ruota intorno alla Regione Molise, io credo che una amputazione di competenze che non ha fatto
nessun Consiglio regionale di Italia… guardate che questa è una cosa grave. Io mi appello al
vostro senso di responsabilità se riusciamo ancora a riprendere un filo di ragionamento su questo
aspetto. In nessun Consiglio regionale di Italia ci si è privati della possibilità di controllare quello
che accade negli enti che nascono per volontà della Regione, enti, agenzie, istituti. Ho letto
anche l’articolo del bilancio. Se prendiamo l’articolo del bilancio della Regione, non c’è scritto
che gli enti devono dare i rendiconti al Consiglio regionale. La legge finanziaria è una legge
ordinaria. La legge ordinaria non può prevaricare… qui ci sono autorevolissimi studiosi, io sono
un modestissimo apprendista perché sono circondato da docenti, avvocati e soggetti brillanti, ma
secondo la gerarchia delle fonti lo Statuto, che viene approvato non per nulla in doppia lettura e
deve essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha una preminenza rispetto ad una legge
regionale ordinaria. Quindi, se per legge regionale ordinaria decidiamo o abbiamo deciso in
passato che su una società partecipata o su una agenzia, un istituto o un consorzio c’era un
vigilanza esercitata dal Consiglio, nel momento in cui nella Carta fondamentale andiamo a
stabilire che le competenze sono attribuite alla Giunta e non c’è alcun cenno, alcun riferimento al
ruolo del Consiglio nemmeno sugli atti fondamentali, io vorrei capire come fa un domani il
Consiglio ad approvare una legge che va contro lo Statuto di quella Regione. Ci mettiamo a
rischio di impugnativa in qualsiasi momento. Basterebbe semplicemente che in uno dei cinque
commi dell’articolo 53, almeno sugli atti fondamentali che sono il bilancio preventivo e il
bilancio consuntivo, si facesse cenno ad una potestà statutaria del Consiglio. Lo dico anche come
ausilio all’attività che dovrà svolgere la futura Giunta regionale.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Procediamo alla votazione. Pongo ai voti la proposta di legge numero 47 avente ad oggetto:
“Proposta di intervento modificativo ai sensi dell’articolo 17 bis della legge regionale 24 ottobre
2005 n. 36, come integrata e modificata dalla legge regionale 30 marzo 2012 n. 7, concernente:
<<Modifiche allo Statuto della Regione Molise approvato con prima deliberazione del Consiglio
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regionale n. 184 del 19 luglio 2010 e con seconda deliberazione del Consiglio regionale n. 35 del
22 febbraio 2011>>.
(Il Consiglio approva)
Con due voti contrari e tre astenuti, la proposta di legge è approvata a maggioranza assoluta.
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ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON P RIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENS I
DELL’ARTICOLO 17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOB RE 2005, N. 36,
COME INTEGRATA E MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 3 0 MARZO
2012, N. 7, CONCERNENTE: <<MODIFICHE ALLO STATUTO D ELLA REGIONE
MOLISE, APPROVATO CON PRIMA DELIBERAZIONE DEL CONSI GLIO
REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON SECONDA DELIBERAZIONE DEL
CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO 2011>>, CHE FA VOTI
AFFINCHÈ NEL REGOLAMENTO INTERNO VENGA PREVISTA ESP RESSA
NORMA CHE GARANTISCA LA COSTITUZIONE DI GRUPPI CONS ILIARI PER
CIASCUNA LISTA CHE ABBIA ELETTO RAPPRESENTANTI IN C ONSIGLIO.
APPROVAZIONE.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Abbiamo tre ordini del giorno collegati.
Il Presidente ci chiedeva la disponibilità a discutere sul deliberato del CAL perché c’è una
emergenza proprio su tempi che sono ristrettissimi. Credo che sia possibile fare il Consiglio
lunedì, altrimenti negli altri giorni ci sono le Commissioni dei Presidenti impegnati tutti a Roma.
L’Assessore ha già dato disposizione di fotocopiare il deliberato, il documento approvato dal
CAL, così lo leggiamo nel fine settimana. Penso che sia interesse di tutti doverne discutere. C’è
il lavoro delle Commissioni, delle Conferenze dei Presidenti in settimana proprio per lavorare sul
decreto legge. Martedì siamo impegnati, non solo io, il Presidente Iorio, l’Assessore Vitagliano e
probabilmente servirà l’apporto di qualche Assessore perché c’è una Conferenza congiunta,
allargata anche agli Assessori proprio per il discorso dei tagli. Quindi, è convocato lunedì il
Consiglio.
Abbiamo un ordine del giorno condiviso, conseguente alla rettifica fatta all’articolo 2 bis, che fa
voti stabilendo che nel Regolamento interno venga prevista espressa norma che garantisca la
costituzione di Gruppi consiliari per ciascuna lista che abbia eletto rappresentanti in Consiglio.
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Pongo ai voti l’ordine del giorno.
Favorevoli all’ordine del giorno? Contrari? Astenuti?
Contrari… nessuno; astenuti… nessuno. È approvato l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
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ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON P RIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENS I
DELL’ARTICOLO 17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOB RE 2005, N. 36,
COME INTEGRATA E MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 3 0 MARZO
2012, N. 7, CONCERNENTE: <<MODIFICHE ALLO STATUTO D ELLA REGIONE
MOLISE, APPROVATO CON PRIMA DELIBERAZIONE DEL CONSI GLIO
REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON SECONDA DELIBERAZIONE DEL
CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO 2011>>, CHE INVITA IL
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE A NON METTERE IN ESSERE IN
QUESTA FASE ALCUNA INIZIATIVA RELATIVA ALL’INDIZION E DEL
REFERENDUM CONFERMATIVO. APPROVAZIONE.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Abbiamo un altro ordine del giorno con più firme, che concerne l’eventualità del referendum,
quindi, questo ordine del giorno, in considerazione del fatto che è stata approvata la legge di
modifica dello Statuto, invita il signor Presidente della Giunta regionale a non mettere in essere
la fase referendaria perché quelle che erano le criticità sono state superate di fatto
dall’approvazione di questa legge.
Pongo ai voti l’ordine del giorno.
Favorevoli all’ordine del giorno? Contrari… Astenuti… Nessuno.
(Il Consiglio approva)
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
ORDINE DEL GIORNO COLLEGATO ALL’APPROVAZIONE, CON P RIMA
DELIBERAZIONE, DELL’INTERVENTO MODIFICATIVO AI SENS I
DELL’ARTICOLO 17-BIS DELLA LEGGE REGIONALE 24 OTTOB RE 2005, N. 36,
COME INTEGRATA E MODIFICATA DALLA LEGGE REGIONALE 3 0 MARZO
2012, N. 7, CONCERNENTE: <<MODIFICHE ALLO STATUTO D ELLA REGIONE
MOLISE, APPROVATO CON PRIMA DELIBERAZIONE DEL CONSI GLIO
REGIONALE N. 184 DEL 19 LUGLIO 2010 E CON SECONDA DELIBERAZIONE DEL
CONSIGLIO REGIONALE N. 35 DEL 22 FEBBRAIO 2011>>, CHE IMPEGNA IL
CONSIGLIO REGIONALE A VARARE LE NORME ATTUATIVE DEI REFERENDUM
ABROGATIVO E CONSULTIVO PREVISTI DAL NUOVO STATUTO, PARTENDO
DALLA PROPOSTA DI LEGGE “DISCIPLINA DEGLI ISTITUTI DI
PARTECIPAZIONE ALLE FUNZIONI DELLE ISTITUZIONI REGI ONALI
(INIZIATIVA LEGISLATIVA E REFERENDARIA, DIRITTO DI PETIZIONE E
CONSULTAZIONE). APPROVAZIONE.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
C’è un ordine del giorno dell’Italia dei Valori che fa riferimento all’istituto referendario, legge
attuativa dell’istituto referendario. E’ previsto dallo Statuto il referendum, ma non disciplinato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Di Pietro. Ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DI PIETRO:
E’ perfetto quello che ha detto, anche per dare la possibilità al collega Chierchia di poter fare il
referendum su ciò che abbiamo approvato. Noi abbiamo previsto nello Statuto il referendum, ma
non abbiamo le norme attuative, allora impegnare tutti gli Organi competenti che entro trenta
giorni dalla divulgazione dello Statuto si approvino le norme attuative, partendo da una base
presentata in Prima Commissione. Grazie.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Soltanto sul termine. “Entro sessanta”, “trenta” mi sembrano pochi.
CONSIGLIERE DI PIETRO:
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
Sì, va bene.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
Pongo ai voti l’ordine del giorno.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
(Il Consiglio approva)
Il Consiglio è aggiornato alle ore 10:00 di lunedì.
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
ISCRIZIONE DI NUOVO ARGOMENTO ALL’ORDINE DEL GIORNO DEI LAVORI
DELL’ASSEMBLEA. APPROVAZIONE.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
C’è una mozione relativa all’ambiente firmata dai Consiglieri Izzi, Romano e diversi Consiglieri
e un ordine del giorno consegnato dal Consigliere Petraroia, ma ho detto che oggi era una seduta
monotematica. Chiedete l’iscrizione di quell’ordine del giorno, resta residuale tutto ciò che è
previsto in seduta, in coda l’ordine del giorno proposto dal Consigliere Petraroia.
Pongo ai voti l’iscrizione.
Favorevoli? Contrari… Astenuti…Nessuno!
(Il Consiglio approva)
È iscritto in coda.
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Seduta del 19 ottobre 2012 Coop. C.I.STE.RE.MO.
PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI DELL’ASSEMBLEA - AGGIORNA MENTO DEI
LAVORI E CHIUSURA DELLA SEDUTA.
PRESIDENTE PIETRACUPA:
E’ iscritta in coda anche la mozione finalizzata a rimuovere l’attuazione di quanto previsto dalla
legge 16/2011 in materia di zonizzazione del territorio e classificazione delle zone in funzione
dei livelli di inquinamento riscontrati. Poiché mi era stato chiesto di sottoporlo all’attenzione di
tutti i Consiglieri per vedere chi voleva sottoscriverla, io ve la mando via e-email. Chi vuole
sottoscriverla, poiché l’originale viene trattenuto in segreteria, va a firmarlo, poi eventualmente
la iscriviamo al prossimo Consiglio. Valutatela prima e poi vedremo l’iscrizione.
Le mozioni vengono inviate tutte quante all’assistenza per la Conferenza dei Capigruppo, poi chi
vorrà eventualmente alla prossima seduta ne chiederà l’iscrizione e si discuterà in Consiglio.
Il Consiglio è aggiornato a lunedì ore 10:00, è monotematico, unico argomento è “Ordinamento
delle Province di Campobasso e Isernia”.
(La seduta è sciolta alle ore 17:04)