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Businessil FRIU LI
Mensile dell’econoMia - suppl. al n. 3 del settimanale il Friuli direttore Giovanni Bertoli - a cura di Rossano Cattivello - FEBBRAIO 2011
Gianpietro BenedettiServe lavorare tutti e di più, mentre la politica continua a ignorare la gravità del momento
alBerto Felice de tonidal decalogo del cavalier pittini, una lezione di vita per eSSere camion o rimorchio
UGo FrataSui cantieri pubblici gli enti predicano bene e razzolano male: devono riSpettare le regole
Etichetta di innovatori
Silvia e DiegoDi Tommaso
direttore
inchiesta - relazioni pericoloSe tra Sindacati e impreSe, come Sta cambiando il clima all’interno delle fabbriche
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Per la tua pubblicità Euronews Srlpiazza I Maggio, 4 33100 Udine
tel. 0432 512270
Supplemento al numero 3 del 28 gennaio 2011
del settimanale Il Friulidirettore Giovanni Bertoli
a cura di Rossano [email protected]
grafica: Vittorio Regattin
Sommario
società per la pubblicità
InchiesteElezioni o miracolo all’italianaL’uomo è camion o rimorchio Relazioni pericolose Il mercato cambia abito
5
Industria 27Grandi nomi messi a sedere Manifattura di montagna
Agroalimentare 31Vivaismo senza confiniRealtà sana come un pesce
Costruzioni 36Regole in primo pianoArmonia con la naturaCantiere a vele spiegateLa creatività cerca casa
Terziario 46Tecnologia a 360 gradiQuestione di brandAnche Udine batte l’arteQualità col bollinoL’evoluzione del catering
Rubriche 62DesignDiritto del lavoroFisco
27
Impresa e finanza 17Ottimismo da salvataggio Impegno sociale
33
41
54
Più semplice l’eccezionaleLogistica 44
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62
Sistemi produttivi 20Professione pacificatore Montagna certificata
Più dialogo di sistemaFormazione 59
Innovazione alla slovenaAlpe adria 60
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Tanta voglia di farsi apprezzare anche ‘in casa’. È questo uno degli obiettivi principali per il 2011
della Nuova ConTec, azienda di Montereale Val-cellina leader nel settore della produzione e com-mercializzazione di tecnologia per la manutenzione delle reti fognarie, tramite assistenza per la realiz-zazione di interventi manutentivi (videoispezione, pulizia, collaudi e riabilitazioni con tecnologie di-verse), ma non soltanto.Questa realtà vanta anche una spiccata vocazione scientifica e collabora, su scala internazionale, con imprese che si distinguono per qualità e tecnolo-gia. “Quest’anno - racconta però il titolare, Giovan-ni Gabelli - il nostro intento è di migliorare il rap-porto con il Friuli Venezia Giulia. È frustrante essere ritenuti dei punti di riferimento in Paesi come Gran Bretagna, Francia, Croazia, Marocco, Sudafrica, Russia, India, tanto per citare qualche esempio, ed essere praticamente sconosciuti nella nostra re-gione. Siamo la ditta del settore più organizzata e strutturata in Italia, e proprio per questo vorremmo essere più presenti e riconosciuti anche nella no-stra realtà regionale”.- Qual è il bilancio della Nuova ConTec per il 2010 appena concluso?“Per la prima volta, dopo un decennio di crescita e sviluppo, anche noi abbiamo risentito della crisi. La contrazione è dovuta a timori e preoccupazio-ni dei clienti a investire, ed ha pesato in particola-re il blocco della spesa da parte degli enti pubbli-ci, probabilmente giustificato e motivato da minori entrate . Si tende o si è costretti, a tagliare le manu-tenzioni ordinarie, dovendo comunque affrontare con sforzi economici molto più gravosi le situazioni in emergenza quando poi accadono sempre più di frequente eventi o calamità su un territorio che so-prattutto in questi ultimi anni dimostra tutta la sua criticità ed limiti Ma con un lavoro preventivo si po-trebbero ridurre i rischi e, di conseguenza, i disagi”.- Sul piano dei mercati, dove si è concentrata maggiormente la vostra attenzione?“Siamo un’azienda presente in tutto il mondo, e nel 2010 abbiamo ‘guardato’ in particolare al Mediter-raneo e al Far East. Mi riferisco a Stati quali Cina, India e Russia. Ma, ripeto, spiace un po’ non essere considerati in Friuli Venezia Giulia: operiamo in tut-ta Italia, ma qui in regione fatichiamo. È importan-te capire che le ‘cure’ non vanno riservate soltanto a ciò che si vede, come facciate degli edifici, tea-
tri, aree verdi e piazze: l’attenzione per la manuten-zione del sottosuolo deve rimanere alta, anche per evitare problemi. Il recente episodio della voragine in viale Duodo a Udine lo testimonia”.- L’azienda ha un’attività diversificata: qual è il settore che vi ha assicurato più soddisfazioni ne-gli scorsi 12 mesi?“Buonissimi riscontri sono arrivati dal settore degli utensili per la pulizia, soprattutto nell’export. Pur proponendo soluzioni molto tecnologiche, la cri-si ha purtroppo frenato lo sviluppo in tal senso, in virtù della minor propensione alla pianificazione di spesa, anche negli enti pubblici, secondo standard di efficienza che, in Paesi vicini come per esem-pio la Slovenia, sono invece ben radicati. Speria-mo che le cose possano cambiare anche da noi”.- E per il 2011, quali sono le prospettive?“Pensiamo che gli Ato, oppure le Istituzioni che assumeranno la responsabilità e la gestione del-le reti del sottosuolo, dovranno fare i conti con la redazione di un piano di investimenti. Il patrimo-nio fognario dovrebbe essere salvaguardato, an-che perché noi lo ‘abbiamo in prestito’ dalle ge-nerazioni future. Ci sarà una richiesta sempre maggiore di indagine e ricognizione del sottosuo-lo. Sarebbe opportuno si creasse un ‘Catasto’ del settore più aggiornato rispetto a quello cartaceo già esistente: ciò costituirebbe uno strumento ef-ficace, anche per conoscere i problemi e preveni-re i disagi futuri”.- Riguardo ai servizi, che cosa può annunciare?“Vorremmo prepararci per l’esecuzione di servizi di videoispezione e prova di tenuta con strumen-ti innovativi ad alta tecnologia. Non vogliamo fa-re concorrenza ad aziende che sono già nostre clienti, ma fungere da ‘apripista’ per stimolare il mercato e la domanda di queste attività”.- E intanto, guardate con attenzione anche al territorio dal quale venite…“Pur non essendo Montereale Valcellina la capi-tale della tecnologia in Italia, grazie al nostro pro-getto ‘Cellina Valley’ vogliamo recuperare e rivita-lizzare la vocazione idraulica del territorio. Siamo eredi di una tradizione che ha visto realizzate, tra mille difficoltà tecniche con la sola abbondan-za di uomini, straordinarie opere pubbliche gra-zie alle intuizioni dell’Ing. Zennari ed ing. Pitter. Una tradizione che intendiamo valorizzare e per-petuare”.
“Vogliamo farciapprezzare di piùanche in regione”
EURONEWS informa
E’ l’obiettivo 2011 di Nuova Contec, azienda leader nella tecnologia per le reti fognarie
Il mega trend economico prosegue, consolidando-si, come configurato nei
mesi scorsi. L’euro rimarrà altalenante sul dollaro e pro-babilmente anche su yen e franco svizzero, che saranno più stabili. È probabile che nella seconda metà dell’anno i tassi di interesse e il costo delle materie prime consoli-dino gli aumenti, risveglian-do l’inflazione.
In Europa permarrà il ri-schio del debito sovrano e, a parte Grecia, Portogallo, Ir-landa e Belgio che sono Paesi piccoli, l’incertezza che più preoccupa riguarda la Spa-gna e, in parte, l’Italia.
DEBITO PUBBLICO: UN FRENO
Irlanda, Grecia e forse Por-togallo, probabilmente, chie-deranno la ristrutturazione del debito, cosa che non in-debolirà più di tanto la sta-bilità finanziaria dell’Euro-pa, contrariamente a quanto potrebbero provocare il caso di Paesi più grandi come Spa-gna e Italia che, frenati nella crescita dal peso del debito pubblico e dalla scarsa com-petitività, rischiano un de-classamento del rating.
Per quanto concerne l’Ita-lia, il Governo e, in partico-lare, il ministro Giulio Tre-monti hanno sin qui evitato pesanti misure di austerity, attuate invece in Spagna.
Purtroppo, quanto fatto corre il rischio di essere va-nificato dalla situazione poli-
Elezioni, altrimenti un miracolo all’italianadi Gianpietro Benedetti
L ’ O P I N I O N E
tica, o meglio dal sistema Pa-ese che, ignorando la gravità del momento, è restio a cam-biare. Per non cambiare ci si confronta sul niente, igno-rando il tutto: un confronto scaduto in qualità.
La società italiana rimarrà schiava dell’associativismo-consociativismo e, di conse-guenza, con una liberalizza-zione insufficiente?
LAVORARE TUTTI E DI PIù
I cittadini italiani che s’impegnano e lavorano han no senz’altro recepito che il mondo è cambiato, che ser-virà lavorare tutti e di più, pena un’ulteriore perdita di competitività e un impove-rimento relativo. Hanno, al-tresì, capito che non si va da nessuna parte continuando a ignorare il cambiamento,
che prima o dopo saremo obbligati a implementare comunque e per il quale, più tardi sarà, più alti saranno i sacrifici da fare.
Quindi, se il panorama politico e del sistema nel suo insieme non muterà a breve, tanto vale andare alle elezio-ni per tentare di rilanciare il cambiamento. Andare alle urne oggi costerà molto, ap-pesantirà ulteriormente la situazione economica del Paese ritardando le riforme e comunque con il rischio che a vincere siano quelli che non hanno né voglia né idee per attuarle.
Credo, però, non ci siano molte altre soluzioni, a meno che non intervenga l’italia-nissimo miracolo.
Incrociamo le dita, conti-nuando comunque a fare, per essere più competitivi.
Benedetti auspica in tempi rapidi un cambiamento di rotta del sistema Paese
I cittadini che si impegnano e lavorano hanno senz’altro recepito che il mondo è cambiato
Confronto sCaduto in qualitàLa poLitica, ignorando La gravità deL momento, è restìa a cambiare e, per non farLo, si confronta suL niente
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Il deludente spettacolo delle risse in Parlamento
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La vera ricchezza di una azienda sono le persone che vi lavorano
Desidero sintetizzarvi il pensiero di Andrea Pittini, cavaliere del lavoro e titolare delle Ferriere
Nord di Osoppo, così come me lo ha comunicato in una recente intervista. Lo farò in modo telegrafico, per punti. Il contributo apportato è la sola attribu-zione di un titolo di sintesi a ciascuna affermazione.
La visione
L’imprenditore vive il domani pri-ma degli altri. L’imprenditore è un animale da lavoro, è uno che vive il do-mani prima degli altri.
Rubare con gli occhi per vedere la fabbrica di domani. Le relazioni sono fondamentali per arricchire il proprio patrimonio di conoscenze. I vecchi dicevano che bisogna “rubare con gli occhi”, cioè carpire i segreti degli altri. Non mi interessa la fabbrica di oggi, vo-glio vedere quella di domani!
Affascinati dal nuovo, terrorizza-ti dall’immobilismo. Sono solito af-fermare: siamo affascinati dal nuovo quanto siamo terrorizzati dall’immo-bilismo. Tutti i prodotti invecchiano; chi per primo, a forza di ricerche, di in-tuizione o di fortuna innova e crea un prodotto nuovo, ha un mercato che gli permette di venderlo al doppio del suo valore perché è l’unico che ha qualco-sa di innovativo. Le faccio un esempio:
are alleanze, trovando soci ‘di testa’, intelligenti.
Apprendimento on the road. Avevo anche trovato un aggancio in Germa-nia. Mentre andavo là in Topolino ca-ricavo sempre qualche autostoppista, a quel tempo andavano di moda, e così ho anche imparato il tedesco.
i propri vaLori
La famiglia come scuola d’impresa. Diventare imprenditori dipende mol-tissimo dal contesto in cui si nasce. Io provenivo da una famiglia benestante, di quelle che aveva il sale tutti i giorni e a Pasqua anche le banane. Nella mia famiglia c’erano mio papà e mio zio im-prenditori e tutto il giorno vedevo auti-sti, carradori e taglialegna che il sabato venivano a prendersi la paga. A sette anni andavo con la bicicletta a cercare i carradori, perché ne servivano centi-naia ogni giorno. In estate alle cinque del mattino c’era già lavoro; poi, a mez-zanotte, a volte venivano i contadini a pesare il maiale. A casa mia c’erano un centinaio di persone che ogni giorno entravano e uscivano, e la sera si par-lava di lavoro. I piccoli fino a tre quat-tro anni mangiavano in cucina, io poi sono andato a mangiare con i grandi. Lì si parlava di cambiali, di assegni, di affari. La mia prima scuola è stata la famiglia.
L’uomo è un camion o un rimor-chio. Io dico sempre una cosa: l’uomo è un camion o un rimorchio. Il camion è quello che trascina, mentre il rimor-chio viene appeso a esso e trascinato chissà dove. L’imprenditore è un ca-mion.
Bisogna parlare a dadi e non a bro-do. Bisogna parlare a dadi e non a bro-do. Le faccio un esempio: noi ci siamo dati due ore per l’intervista. Lei va velo-ce, io vado veloce: è un dialogo perfetto. Se lei fa un discorso con certi politici, va avanti 20 minuti, ma senza dire niente. Bisogna parlare a dadi, essere concreti. I brodi sono i discorsi tipici di certi po-litici, oppure di qualche presuntuoso.
La miseria come agente del cambia-mento. La necessità acuisce l’ingegno, ma la miseria ti costringe davvero a operarti per cambiare la tua situazione.
di alberto felice de toni
m e t a m a n a g e m e n t
Una lezione dal ‘Pittini Pensiero’ Secondo il decano dell’induStria friulana l’imprenditore è colui che vive il domani prima degli altri; alla baSe ci deve eSSere la paSSione per le novità e il cambiamento, voglia di imparare con umiltà e concretezza
L’uomo è camion o rimorchio
quando il caffè normale costava 140 lire, l’Hag ne costava 400. Adesso il de-caffeinato costa quasi come il normale.
Appagati dal creare. Provo più pia-cere nel sentire ‘cantare’ le fabbriche piuttosto che andare in barca a Ligna-no, soprattutto se le macchine sono prodotte da noi. Per me sentire il rumo-re dei macchinari della mia acciaieria è come sentire una grande orchestra diretta da Riccardo Muti. Non è im-portante solo il guadagno: la barca la si compra perché è uno status symbol. C’è una soddisfazione nel creare, è una soddisfazione che paga tutti i sacrifici.
reLazioni interne ed esterne
Le persone sono la nostra ricchez-za. Io affermo spesso: “Milioni di metri quadri la nostra realtà, 1.000 persone la nostra ricchezza”. Gli uomini che for-mano la mia impresa sono fondamen-tali. E mi riferisco a tutti i livelli.
L’orgoglio dell’appartenenza. Il di-rigente o l’operaio Pittini se vanno al bar entrano a testa alta dicendo: “Io lavoro alle Ferriere Nord”. C’è l’orgoglio di lavorare alle Ferriere Nord.
La voglia di imparare: pass-par-tout per l’assunzione. Smontandolo il motorino, i giovani aguzzano l’inge-gno. Quando li assumo io chiedo loro se hanno mai smontato il motorino: se dicono sì sono contento, perché hanno la voglia di imparare.
Trovare soci ‘di testa’. Bisogna cre-
La famiglia, secondo Pittini, rappresenta la prima scuola di vita e di impresa
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andreapittini
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Il sistema è caratterizzato da frammentazioni e da un elevato tasso di incertezza: servono nuove regole
Relazioni pericolose
Marina Brollo è docente di Diritto del Lavoro all’ateneo friulano
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RappoRti sindacali La ricerca di nuova competitività ha infranto aLcune certezze tra i rappresentanti dei Lavoratori e tra gLi stessi imprenditori
Il mondo del lavoro ha bi-sogno di nuove regole. Le vicende, seppur emblema-
tiche, della Fiat e delle fratture tra parti datoriali e all’interno delle stesse rappresentanze dei lavoratori hanno annun-ciato una nuova stagione delle relazioni sindacali. Cosa sta accadendo lo spiega Marina Brollo, docente di Diritto del Lavoro all’Università di Udine.
Quale direzione stanno assumendo le relazioni sindacali?
“Non c’è dubbio che gli ac-cordi Fiat di Pomigliano e di Mirafiori rappresentano un vero e proprio shock per le re-lazioni sindacali del nostro Paese. I contenuti degli accor-di ruotano attorno alla nuova organizzazione del lavoro, che determina un cambiamento delle condizioni materiali, con un’intensificazione d’uso del-la forza lavoro, allo scopo di aumentare la produttività e la competitività di una fabbrica ‘burocratizzata’, in cambio di investimenti in innovazione e, quindi, garanzie di manteni-mento dell’occupazione.
Il punto è che il nuovo modo di lavorare è imposto per un verso dal mercato, dalla crisi dell’auto e dalla competizione globale, per altro verso dall’in-novazione tecnologica. Così, il cambiamento non riguarda soltanto le condizioni di lavoro nella fabbrica napoletana o to-
rinese, ma diventa una vicenda emblematica, con implicazioni generali specie per le grandi imprese, per la centralità vuoi della Fiat, vuoi dei metalmec-canici, vuoi dei suoi sindacati.
Paradossalmente, il cambia-mento del capitalismo e, quindi, del paradigma socio-economi-co prende le mosse dalla vec-chia catena di montaggio della fabbrica industriale. Soltanto che la necessità di un adatta-mento del regime organizzati-vo, con le sue delicate ricadute sul lavoro, si scontra con un sistema di relazioni industriali caratterizzato da frammenta-zione e da un elevato tasso di incertezza. Questo ha alimen-tato lacerazioni sia sul fronte sindacale, non solo fra i diversi sindacati, Cgil contro Cisl e Uil, ma con tensioni anche interne fra Cgil e Fiom, sia sul fronte da-toriale, con la Federmeccanica costretta a inseguire la Fiat, ali-mentando divisioni nella stessa Confindustria”.
Come deve cambiare l’atteggia-mento dei sindacalisti e quello de-gli imprenditori?
“Mi pare che ancor prima di ragionare sull’atteggiamento dei protagonisti, sindacalisti e imprenditori, la questione di fondo sia quella di dare un minimo di certezza alle regole del gioco delle nostre relazioni industriali e del lavoro. A parti-re dalla stessa rappresentanza,
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chiarendo ‘chi negozia e per chi’, per conti-nuare con l’ambito di efficacia delle intese raggiunte, valide per i soli iscritti ai sinda-cati firmatari oppure per tutti i lavoratori dell’azienda. In altri termini, ritengo che i dilemmi di fondo sollevati dalla vicenda
Fiat non siano solo ‘economici’, e quindi gestibili su tale piano, ma siano innanzi-tutto ‘politici’ in quanto influiranno sulla forma della società del futuro e sulle sue leggi, in particolare del sistema nazionale di diritto del lavoro e di welfare”.
Proprio in questo momento è necessaria una strategia di investimento sulle risorse umane
Franco belci (Segretario generale Cgil)
Rilancio del lavoro giova-nile, ma senza regredire nei diritti e nelle tutele dei
lavoratori. È questo il paletto che pone il segretario regionale della Cgil, Franco Belci, lungo un per-corso che condivide debba essere di cambiamento.
Quale direzione stanno assumendo le relazioni sindacali?
“Lo strappo di Marchionne, purtroppo, sta facendo proseliti. Tra questi anche l’Ad di Fincan-tieri, Giuseppe Bono, le cui prese di posizione stanno, però, facen-do emergere sensibilità diverse all’interno della Confindustria regionale: in pochi, evidente-mente, se la sentono di governare la categoria rinunciando alle relazioni sindacali. Per quanto riguarda Fincantieri, da parte mia, mi auguro che sia possibile ridefinire un quadro stabile di relazioni stabili e non affidate all’emotività”.
Come deve cambiare l’atteggiamento dei sindacalisti?
“La grande sfida che abbiamo davanti è quella di rafforzare la nostra rappresentatività e il nostro impegno a favore delle giovani generazioni. Credo, infatti, che quello del lavoro giovanile sia il problema numero uno per la no-stra economia e la nostra società.
Giovani problema numero uno troppo facile dire che il sindacato difende chi è già garantito, quando sono per prime le aziende a proporre ai giovani contratti precari
È un problema anche di ricam-bio generazionale, ovviamente, che investe tanto il sindacato quanto le aziende. Il sindacato sbilanciato verso gli ‘ipertutelati’ e poco attento ai giovani? Un luogo comune: troppo facile dire che il sindacato difende chi è già garantito, quando sono per prime le aziende a proporre ai giovani contratti precari. Se c’è qualcosa da cambiare per essere più vicini ai giovani noi siamo pronti a farlo, ma non certo prendendo la strada della riduzione dei diritti e delle tutele”.
Come deve cambiare invece l’atteg-giamento degli imprenditori, in parti-colare delle Pmi?
“Come prima cosa vorrei pre-cisare che a livello regionale non colgo atteggiamenti di chiusura nei confronti della Cgil: c’è, quin-di, la consapevolezza che è neces-sario, tanto più in un momento di crisi, mantenere un quadro di relazioni sindacali corrette. Quello che deve cambiare è l’ap-proccio nei confronti del mondo del lavoro: la crescente diffusione del precariato, infatti, è l’esatto opposto di quella strategia di investimento sulle risorse umane che andrebbe, invece, adottata anche per garantire alle aziende quel ricambio generazionale di cui parlavamo prima”.
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Anche a livello locale, patti forti con le organizzazioni industriali fino a pochi anni fa sarebbero stati impensabili
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Giovanni Fania (Segretario generale Cisl)Giovanni Fania(Segretario generale Cisl)
Forte iniezione di modello partecipa-tivo e di contrattazione territoriale nei rapporti sindacali. La Cisl crede
in questo e anche in Friuli si richiama a un forte senso di responsabilità di tutte le parti sociali, come spiega il segretario regionale Giovanni Fania.
Quale direzione stanno assumendo le relazio-ni sindacali?
“Credo che, ormai, il quadro delle relazioni sindacali a livello nazionale e regionale sia abbastanza chiaro. Per quanto ci riguarda, come Cisl ribadiamo il nostro appello a quel
senso di responsabilità oggi più che neces-sario per uscire dalla crisi. Non sono certo, come taluno ritiene, i conflitti, gli scioperi indiscriminati e demagogici, il tirare il cap-pello più in alto la chiave per uscire dalle difficoltà e aiutare concretamente i lavora-tori: pensiamo che la strada sia, piuttosto, quella degli accordi, i migliori possibili, capaci di assicurare lavoro e prospettive in-dustriali e occupazionali in un’ottica anche di relazioni sindacali incentrate sul modello partecipativo. L’accordo di Pomigliano, ad esempio, va in tale direzione e per questo va difeso come risposta concreta e dinamica ai lavoratori. Lo stesso, a livello regionale, vale per il Comparto Unico”.
Come deve cambiare l’atteggiamento dei sin-dacalisti?
“Per quanto riguarda l’organizzazione che rappresento, la nostra azione sarà ancora più incisiva sul modello partecipativo: da sempre, infatti, per la Cisl un obiettivo prioritario è quello della partecipazione attiva dei lavo-ratori alla vita dell’impresa. Al tempo stesso credo che una delle leve da muovere con rin-
novata convinzione sia quella della concerta-zione territoriale, accanto alla contrattazione di secondo livello, ancora purtroppo scarsa-mente praticata, ma che può diventare uno strumento eccezionale e qualificante non solo delle relazioni industriali, ma anche un insostituibile perno di diritti per i lavoratori. Penso, per esempio, alla conciliazione della vita familiare e di quella professionale per le donne lavoratrici, che proprio dagli accordi aziendali potrebbe trovare concretezza; senza parlare di retribuzioni e produttività”.
Gli imprenditori, in particolare di Pmi, come devono invece cambiare?
“Credo che l’atteggiamento degli impren-ditori sia già molto cambiato: patti forti come quelli siglati tra organizzazioni sindacali e industriali a livello nazionale e regionale fino a pochi anni fa sarebbero stati impen-sabili. Senz’altro la necessità di fare fronte comune contro la crisi ha fatto il suo. Ora occorre continuare su questa strada, assu-mendo la condivisione di obiettivi e strategie di media-lunga gittata come una priorità as-soluta di tutti i soggetti economici e sociali”.
Modello partecipativo ObiettivO priOritariO è la partecipaziOne attiva dei lavOratOri alla vita dell’impresa
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Assieme, sindacati e imprese, possiamo pungolare la politica perchè sostenga strategie di investimento
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LUCA VISENTINI (Segretario regionale Uil)LUCA VISENTINI(Segretario regionale Uil)
Molti accordi sindacali di emergen-za per la crisi, ma pochi di rilancio strategico. Il segretario regionale
della Uil, Luca Visentini, lamenta un clima locale troppo impegnato in difesa: servono, invece, patti di attacco sui temi della pro-duttività e dell’efficienza delle imprese.
Quale direzione stanno assumendo le relazio-ni sindacali?
“La crisi economica ha avuto gravi effetti anche nella nostra regione e ha determinato un affievolirsi complessivo delle relazioni sindacali. O meglio, si è verificata una di-
vergenza un po’ schizofrenica: da una lato si sono intensificati, per necessità, gli accordi di ristrutturazione, di contenimento dei tagli occupazionali e di attivazione degli ammor-tizzatori sociali; dall’altro sono quasi scom-parsi gli accordi finalizzati a incrementare i salari legandoli alla produttività. Quando Cisl e Uil a livello nazionale riformarono il sistema contrattuale assieme alla Confindustria, i tempi non erano così bui e si sperava che il nuovo sistema avrebbe consentito di soste-nere i salari e i consumi, redistribuendo la ricchezza. Ciò in effetti è accaduto, perché si sono rinnovati positivamente molti contratti, anche con la firma della Cgil, ma poi è piom-bata la crisi e si è scatenato il si salvi chi può”.
Come deve cambiare l’atteggiamento dei sin-dacalisti?
“Non possiamo che lavorare in entrambe le direzioni che ci vengono imposte. Da un lato dobbiamo continuare a fare tutti gli accordi possibili per evitare i tagli e le delocalizza-zioni, per salvaguardare i lavoratori con gli ammortizzatori sociali, per salvare i posti di lavoro in attesa della ripresa. Al tempo
stesso dobbiamo utilizzare la contrattazio-ne, aziendale e territoriale, per rilanciare la produttività e l’efficienza delle imprese, per governare le riorganizzazioni e la flessibilità, scambiando maggiore efficienza con più salario per i lavoratori. Solo se si rilanciano la produttività e i consumi, infatti, le nostre imprese ridiventeranno competitive e l’eco-nomia si risolleverà”.
Come, invece, quello degli imprenditori, in par-ticolare di Pmi?
“Solo rilanciando la produttività e i consu-mi si esce dalla crisi. Questo rilancio passa attraverso accordi per riorganizzare le azien-de con la partecipazione dei lavoratori. A più efficienza deve corrispondere più salario. Le associazioni delle imprese, anche nella nostra regione, devono educare le aziende alla contrattazione. Assieme, imprenditori e sindacati, devono pungolare la politica perché sostenga il rilancio dell’economia con strategie di investimento, senza le quali la contrattazione non basta. Fino a oggi, purtroppo, dalla Regione di queste strategie se ne sono viste ben poche”.
Più efficienza, Più salario Dobbiamo utilizzare la contrattazione azienDale e territoriale per rilanciare la proDuttività e i consumi
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Diego 30 anni e Silvia 27 sono figli di Riccardo, scomparso un anno fa
all’età di 57 anni. Il loro cogno-me in Friuli è sinonimo di in-novazione e lungimiranza per gli affari. I fratelli Di Tommaso hanno, così, raccolto il testi-mone di uno dei più importan-ti gruppi italiani della grande distribuzione di abbigliamento, in una fase di profondo cambia-mento degli stili di consumo.
Dove sta andando oggi il settore del commercio?
“Stiamo vivendo una fase di ripresa, seppur ancora lenta. Le famiglie italiane, a fronte della riduzione del reddito disponibi-le, si sono dimostrate vitali e re-attive: meno sprechi, più atten-zione al rapporto qualità-prezzo e ricorso anche a quote di ri-sparmi hanno caratterizzato il comportamento di spesa adot-tato per contenere al massimo la perdita di benessere patita durante la crisi. I consumatori non hanno, cioè, subito passiva-mente la crisi, ma hanno colto le opportunità offerte dal mercato per ridurre al minimo gli effetti della recessione. Il mondo del commercio ha, quindi, di fronte a se una grande sfida: quella di saper interpretare al meglio le evoluzioni in atto per riuscire a
Il mercatocambia abito
offrire un servizio sempre più allineato a ciò che chiede il con-sumatore”.
Come è cambiato il modo di acqui-stare da parte dei consumatori nel settore dell’abbigliamento?
“Il settore del commercio è oggi caratterizzato da uno sce-nario altamente competitivo. Il consumatore si è abituato a moderarsi negli acquisti dettati dalle mode, slegandosi da com-portamenti consumistici oggi ri-conosciuti come inutili e super-flui. Si ravvisano, quindi, aspetti sociologicamente positivi negli effetti della crisi sul comporta-mento dei consumatori: l’arte di arrangiarsi ha fatto scoprire agli italiani un modo alternativo di consumare e all’uscita della cri-si questa nuova consapevolezza non sparirà. Avremo un consu-matore più selettivo, più esigen-te, più competente, più ‘nomade’ negli acquisti, in ultima analisi più difficile da soddisfare. Il con-sumismo compulsivo degli Anni ’80-90 è al tramonto sostituito da un consumismo più consapevo-le e competente. La sfida è ora di capire e interpretare questo nuo-vo consumatore, adattando il proprio lavoro ai nuovi profili di consumo, che stanno cambian-do profondamente le abitudini degli italiani”.
I L P E R S O N A G G I O
Le famiglie hanno colto tutte le opportunità offerte dal mercato per ridurre al minimo gli effetti della recessione
Come descrivete il vostro modello aziendale e per cosa si distingue?
“La nostra è, prima di tutto, un’azienda familiare, con radici ben radicate nel territorio, ma che ha sempre guardato e col-laborato con l’estero delocaliz-zando produzione e location.
È riuscita a raggiungere le sue dimensioni attraverso un team di collaboratori che hanno sempre fortemente creduto nel progetto di far divenire quella che era una bottega di paese in una delle prime tra le realtà di grande distribuzione dell’abbigliamento in Italia.
Diego e Silvia Di TommaSo - Il marchIo BernardI è sempre stato sInonImo dI InnovazIone e lungImIranza neglI affarI: ecco come I gIovanI fIglI del fondatore, prematuramente scomparso un anno fa, Intendono rImanere sulla cresta dell’onda
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Nuove collezioni, aggiornamento del format dei negozi e aumento della produzione all’estero tra i prossimi obiettivi
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I L P E R S O N A G G I O
Riteniamo che il no-stro brand sia rico-nosciuto come sino-
nimo di fiducia, accessibilità e concretezza nella mente del consumatore. Si distingue dai nostri competitor per la velocità con cui riusciamo a compiere cambiamenti, avendo una struttura estre-mamente snella e attenta alle evoluzioni del mercato. In più, sicuramente per l’ampia offerta che riusciamo a dare al cliente, un’offerta che spa-zia tra la donna, l’uomo, il bimbo, l’intimo e la casa”.
Bernardi subirà un’evoluzione nei prossimi anni?
“Ci sono diverse strategie sulle quali stiamo lavoran-do. È previsto l’aumento del-la produzione all’estero, nei Paesi dove già siamo presen-ti, quali Bangladesh, Cina, India e Pakistan, ma anche l’introduzione di nuove aree, quali Tunisia, Turchia, Egitto e Sri Lanka. Puntiamo, poi, su uno studio più approfon-dito delle tendenze moda e sulla creazione di nuove col-lezioni attraverso studi stili-stici e stilisti.
Abbiamo programma-to l’implementazione di un nuovo format del negozio per migliorare la shopping expe-rience del consumatore, una razionalizzazione degli spazi espositivi del punto vendita e una maggiore attenzione ai punti focali e alle vetrine del-lo stesso. Inoltre, pensiamo a un’immagine più coerente del brand e dei valori a esso correlati. Non da ultimo pun-tiamo sullo sviluppo di un progetto di franchising per la catena di negozi Go Kids, di cui due sono stati aperti re-
cano di idee, non si stancava mai di affrontare nuove sfide e di portare continue inno-vazioni in azienda: è questo quello che anche noi stiamo cercando ogni giorno di fare”.
Quale differenza c’è nella gestio-ne dell’azienda tra la vostra e la generazione di vostro padre?
“L’azienda ha ormai rag-giunto tali dimensioni per cui una gestione come quella di nostro padre, dove il proces-so decisionale era accentrato nelle sue mani, in questo mo-mento storico non è più pos-sibile. Non può basarsi più sull’esperienza, sull’intuito e sui ricordi dell’imprenditore, ma devono esistere procedu-re e un organigramma, dove sono definite responsabilità, funzioni e mansioni. Serve una pianificazione e un con-trollo di gestione attraverso strumenti manageriali”.
In chiave locale quale novità se-condo voi dovrebbe essere intro-dotta nella politica economica e, in particolare, nel settore del commercio e della grande distri-buzione?
“Le aperture domenicali dovrebbero essere libera-lizzate , per dare più scelta al consumatore. Questo ac-contenterebbe certamente tutti con la creazione anche di nuovi posti di lavoro. Per aumentare la competitivi-tà del nostro territorio, poi, sono necessari, secondo noi, l’implementazione delle in-frastrutture, un aeroporto più servito, treni che non ci mettano ore per attraversa-re la regione, autostrade con più corsie, sia per attirare tu-rismo, sia per agevolare gli spostamenti interni”.
centemente in Germania”.
Siete presenti all’estero, anche in mercati immaturi ed emergen-ti: quali valutazioni potete fare di cosa sta succedendo nel mondo?
“Siamo presenti in Roma-nia e in Iraq con tre negozi… una delle ultime ‘follie’ di nostro padre e, decisamente, come molte delle sue è stata una scelta azzeccata. Sono quelli i Paesi dove guardare, dove nei prossimi anni ci sarà lo sviluppo maggiore, dove ancora non tutti anno avuto il coraggio di andare”.
Come è stato l’ingresso in azien-da, dopo la prematura scomparsa di vostro padre?
“Ora possiamo dire che è stimolante, ma molto duro all’inizio. Negli anni scorsi ci eravamo timidamente av-vicinati all’azienda, ma non ci eravamo realmente mai resi conto della complessità di essa e dopo un anno dal nostro definitivo ingresso ci
rendiamo conto di avere an-cora moltissime cose da im-parare. Purtroppo, non c’è stato il tempo di effettuare un passaggio generazionale vero e proprio come ci saremmo aspettati, ma abbiamo trova-to dei collaboratori di fiducia di nostro padre che ci aiutano ogni giorno nella gestione”.
Avevate sempre pensato di fare gli imprenditori, o nel cassetto avevate qualche sogno diverso?
“Con una azienda di que-ste dimensioni il futuro per noi era quasi già scritto; e poi anche per noi, come lo era per nostro padre, l’azienda è come una famiglia: fin da piccoli abbiamo sempre baz-zicato negli uffici e nei ma-gazzini, era la nostra seconda casa”.
Quale insegnamento di vostro padre vi siete accorti di utilizza-re più spesso nell’impegno quoti-diano?
“Nostro padre era un vul-
Nostro padre era un vulcano di idee, non si stancava mai di affrontare nuove sfide: è questo che ora stiamo cercando di fare
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i m p r e s e & f i n a n z a
L’istituto intende rafforzare la presenza in regione e in Veneto orientale grazie all’apertura di nove nuove filiali, arrivando a 77 sportelli
Ottimismo da salvataggio
FVG in Borsa - Trend rialzisTa in TuTTi i fronTi sull’onda del poTenziamenTo degli sTrumenTi messi a disposizione dall’unione europea conTro la crisi debiToria di alcuni paesi
Il positivo esito dell’asta portoghe-se e la concreta ipotesi che il fon-do europeo di salvataggio possa
essere ampliato hanno consentito un maggiore ottimismo che si è tra-dotto in un forte trend rialzista dei listini azionari e un significativo ul-teriore restringimento degli spread fra governativi dei Paesi “core” e dei periferici. Il Beige Book della Fed ha rilevato timidi segnali di ripresa per il mercato del lavoro statunitense. Indici azionari in forte ripresa so-prattutto in Europa, rendimenti sui governativi tedeschi in rialzo, euro in forte recupero.
Forti rialzi sui listini, soprattutto europei, che si portano sui massimi degli ultimi 28 mesi grazie alla pos-sibilità di rafforzamento del fondo europeo di salvataggio. Bene anche Wall Street grazie a una stagione de-
Sono cinque le linee guida del piano strategico 2011-13 del gruppo Banca
Popolare di Cividale. “Crescita equilibrata – riassume il diret-
tore generale Luciano Di Bernardo - che preservi la solidità patrimoniale, sviluppo della produttività e della redditività, pre-sidio della qualità dell’attivo, recupero di efficienza-efficacia gestionale, valorizza-zione e formazione del personale”.
Il presidente, Lorenzo Pelizzo, dal can-to suo, parla di un piano di crescita che “tiene conto di uno scenario di lenta ri-presa e conferma la ‘mission’ di banca di territorio, autonoma e dinamica, attenta alle famiglie, alle Pmi e al tessuto sociale delle aree di operatività, cioè Friuli Vene-zia Giulia e Veneto orientale”.
Pelizzo esorta il management e tutti i dipendenti al “miglioramento dell’efficien-za operativa e alla costante attenzione alla qualità del credito”.
Coadiuvati dal responsabile del servizio pianificazione, Roberto Cassina, i vertici della Popolare di Cividale chiedono il fat-
CResCita Lungo Cinque Linee guiDa
conto di tutti i fattori prudenziali connessi anche alla critica congiuntura economica ancora in atto, ma punta decisamente a una crescita aziendale sensibile per il cui conseguimento è necessaria la piena con-divisione dell’intero personale”.
tivo coinvolgimento dell’intero personale del gruppo creditizio, oltre la capogruppo anche di Nord Est Banca, di Civileasig e della società immobiliare Tabogan, per raggiungere gli obiettivi prefissati. In par-ticolare, dall’attuale massa amministrata che sfiora i 7 miliardi, la crescita degli im-pieghi punta a raggiungere i 3,6 miliardi di euro; la raccolta complessiva supererà nelle previsioni i 5 miliardi, mentre gli obiettivi economici prefigurano un utile lordo in crescita del 35,5%, grazie anche a un contenimento dei costi e delle spese amministrative favorito da un supple-mento di efficienza operativa che porterà il cost-income a posizionarsi intorno al 60%, in flessione di 6 punti rispetto al 2010. Grazie all’attenzione sulla qualità dell’attivo il gruppo bancario cividalese mira a un Core Tier1 attestato a fine 2013 al 12 per cento. Infine, gli sportelli ope-rativi raggiungeranno quota 77, grazie e nove nuove aperture.
“Il piano triennale – precisa Di Bernar-do – nella fase di elaborazione ha tenuto
gli utili favorevole. Nuovo rialzo per le quotazioni delle materie prime, con l’indice Crb che chiude a 334 punti. Stabile l’oro che si conferma a 1.386 dollari l’oncia; a metà gennaio il greggio si è mantenuto al rialzo ed è scambiato in area 91,80 dollari al barile. Forte recupero dell’euro che tocca i massimi per effetto delle rico-perture dopo il buon esito delle aste portoghesi.
La divisa unica beneficia anche delle attese di ulteriori misure contro la crisi debitoria, vista la possibilità di un potenziamento del meccanismo europeo di salvataggio. Dal punto di vista grafico, il cross euro-dollaro si è riportato all’interno del trend late-rale di medio periodo compreso tra 1,30 e 1,35 punti. Analogo recupero della divisa unica contro lo yen con il cross che si porta sopra i 109 punti.
gRuPPo BanCa PoPoLaRe Di CiViDaLe
i RisuLtati in Piazza affaRi
soCieta’ cHIUSURA30-12-09
cHIUSURA14-01-11 VAR %
Danieli 17,42 24,33 39,67%
Danieli risp 9,20 13,56 47,39%
eurotech 2,85 1,94 -31,87%
generali 18,82 14,99 -20,35%
acegas 4,08 3,74 -8,33%
Banca generali 8,50 9,64 13,41%
ftMiB 23652 21969 -7,12%
Lorenzo Pelizzo e Luciano Di Bernardo
Rubrica realizzata in collaborazione con
obieTTivi sTraTegici del piano Triennale
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i m p r e s e & f i n a n z a
Impegno sociale nonostante la crisiFederazione Bcc - AccAnto Ai dAti finAnziAri, l’Attività bAncAriA hA risvolti Anche sul mondo del volontAriAto, dell’occupAzione e dellA formAzione delle risorse umAne
Oltre 4,4 milioni di euro di elargizioni, che hanno consentito di
finanziare complessivamen-te 3.300 progetti e iniziative. Ulteriori 2,1 milioni sono stati riservati, invece, alle spon-sorizzazioni. Sono i numeri del Bilancio sociale aggregato 2010 presentato dalla Federa-zione delle Bcc del Friuli Ve-nezia Giulia, che testimonia-no ancora una volta l’impegno del credito cooperativo regio-nale a favore del territorio.
“Anche in anni in cui il si-stema economico sta attra-versando momenti di grande crisi – commenta il presidente della Federazione, Giusep-pe Graffi Brunoro – le nostre banche non sono venute meno alla loro missione continuan-do, quindi, a sostenere impre-se, famiglie e comunità locali: le cifre risultano leggermente in calo in confronto con l’an-no precedente, conseguenza
della difficile congiuntura economica, ma si tratta co-munque di una diminuzione di gran lunga inferiore rispet-to a quella registrata dagli uti-li delle Bcc. A dimostrazione che le nostre banche, anche nei momenti più critici, resta-no al fianco del territorio”.
Scuola, mondo del lavoro, sanità, assistenza, sport, cul-tura, attività di volontariato, religione e istituzioni civili, gli ambiti principali verso i quali si è indirizzata l’attenzione del credito cooperativo, sia attra-verso iniziative coordinate a livello di sistema, sia median-te interventi realizzati dalle singole Bcc.
Al forte impegno a favore del territorio, si è affiancata anche nel 2010 l’attenzione nei confronti delle persone. Il numero dei collaboratori che lavorano nelle Bcc è cresciuto ancora, sfiorando la quota di 1.500, in grande maggioranza provenienti dalle comunità locali.
“Valorizzare le persone che risiedono nei nostri territori – sottolinea il direttore della Fe-derazione, Giorgio Minute – rappresenta un altro elemento distintivo rispetto alle grandi banche, che sempre più delo-calizzano all’estero le funzio-ni di back office. Valorizzare le persone significa anche inve-stire sulla loro preparazione: nel 2010, le ore di formazione fruite complessivamente sono state oltre 52mila”.
finreco pArlA il neopresidente dellA finAnziAriA cooperAtivA
Si apra una nuova Stagione di fuSioni tra confidi locali
Nuovo corso all’attività di Finreco: il Consorzio regionale di garanzia
fidi del movimento cooperativo ha da dicembre un nuovo presidente. Si trat-ta di franco Bosio, che è anche alla guida di Confcooperative Fvg.“In questi anni – afferma il neopresi-dente – Finreco non ha solo sviluppato una solida competenza nel sostegno finanziario alle cooperative, ma ha anche saputo accreditarsi come valido interlocutore partecipando a numerosi progetti regionali: il rilancio di questo consorzio è propedeutico a una nuova stagione di aggregazioni tra i Confidi locali, passo necessario per razionaliz-zare l’impiego delle risorse a supporto del sistema produttivo del Fvg”.
finreco, che ha oltre 35 anni di attività alle spalle, ha attualmente in essere quasi 6 milioni di euro di garanzie, il 60% delle quali erogate per operazioni a medio-lungo termine. Sono 208 le operazioni attivate; 88, invece, le co-operative che a oggi beneficiano delle iniziative di Finreco, che conta 270 soci ordinari, tutte cooperative regionali appartenenti a diversi settori.
Franco Bosio
Le elargizioni liberali hanno superato i 4,4 milioni di euro a favore di 3.300 progetti e iniziative
La nuova sede inserita nel “Parco Nord” di Udine, in cui da gennaio operano gli uffici della Federazione regionale delle Bcc e dei partner del credito cooperativo
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SiStemi Produttivi
I rapporti tra imprese e tra queste e i clienti, anche consumatori, stanno per
essere rivoluzionati. A mar-zo, infatti, diventerà opera-tiva la riforma delle conci-liazione. Accanto alle grandi aspettative, però, non man-cano problemi organizza-tivi. Curia Mercatorum è un’associazione costituita nel settembre del 1995 e che
ha quale principale fina-lità l’offerta del servizio di mediazione e arbitrato per la risoluzione stragiudizia-le delle controversie civili e commerciali. L’iniziativa na-sce su impulso della Camera di Commercio di Treviso e ha visto sin dai primi anni della costituzione l’adesione delle consorelle camerali di Porde-none, Belluno, Gorizia e Trie-
ste. A dirigere l’organizzazio-ne è Marco D’Eredità.
Dal prossimo 20 marzo assiste-remo a una rivoluzione nella riso-luzione delle controversie: quali vantaggi ci saranno per le impre-se e i cittadini?
“Il Decreto Legislativo 28 del 2010, che introduce la riforma della mediazione come strumento alternativo alla giurisdizione ordinaria per la risoluzione delle con-troversie, è destinato a muta-re radicalmente il panorama della giustizia nel nostro or-dinamento.
Con dichiarato intento de-flattivo del carico dei tribu-nali ordinari, il legislatore ha inteso individuare una nuova sede, al fianco di quella giu-risdizionale, ove tentare di dirimere conflitti di natura
civile e commerciale. Le Ca-mere di Commercio vengono indicate dal legislatore fra i principali enti di riferimento per l’offerta di tale servizio, e ciò in ragione della plurien-nale esperienza dalle stesse maturata nel settore della conciliazione stragiudiziale. Lo scorso decennio è stato, infatti, caratterizzato da una crescente investitura delle
Professione pacificatoreCuria MerCatoruMCon il tentativo obbligatorio di mediazione Si annunCia una vera rivoluzione nei rapporti tra impreSe e tra queSte e i ConSumatori: eCCo Come Si Sta appreStando un ente di ConCiliazione
ilFRIULI BUSINESS42 ilFRIULI BUSINESS 43 3 0 LU G L I O 2 0 1 0 3 0 LU G L I O 2 0 1 0
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Per l’elergia elettricaPer il riscaldamento e per l’acqua sanitaria Per il riscaldamento e per il condizionamento
Il sistema per risparmiaresulla bolletta esiste
La soluzione preposta è formata da caldaia a condensazione Aldomus e pannelli solari termici. Questi ultimi sono capaci di catturare l’energia del sole e produrre acqua calda conservata in un apposito serbatoio di stoccaggio integrato nella caldaia. L’acqua calda sanitaria è quindi disponibile acosto zero.La caldaia a condensazione è sviluppata con una tecnologia che consente la massima resa del combustibile utilizzato e un sensibile risparmio sul costo energetico del riscaldamento. Il tutto si quantifica in un risparmio medio di funzionamento di circa un 35% subito e per sempre.
Caldaia a condensazione Aldomuse pannelli solari Riello
Per un’abitazione mono familiare media il sistema è caratterizzato da:1» Caldaia a condensazione Aldomus completa di:• bollitore ad accumulo solare per la produzione di acqua calda sanitaria;• possibilità di gestire più zone a diversa temperatura (radiatori/imp. pavimento)• gestione integrata dell’impianto solare2» Pannelli solari Riello3» Impianto a pavimento 4» Radiatori
Impianto a pavimento
Finanziaria 2008 detrazione del
55%in minimo
tre anni
Investimento finanziamento,guadagno assicurato
Oggi è possibile trasformare l’energia del sole in energia elettrica, attraverso dei pennelli fotovoltaici posti dul tetto, sul terrazzo o in giardino. Riello ha sviluppato un accordo con il Monte dei Paschi di Siena per ottenere condizioni di finanziamento particolarmente interessanti anche per la realizzazione di impianti domestici. La restituzione del finanziamento bancario sarà coperta dal reddito del Conto Energia e dai risparmi sulla bolletta di energia elettrica. Questo è un valido sistema per evitare di anticipare i capitali iniziali per la realizzazione dell’impianto. Per maggiori informazioni su questa formula vi invitiamo a contattarci.
Pannelli Fotovoltaici RielloPer un’abitazione mono familiare media il sistema è caratterizzato da:1» Fino ad un massimo di 16-18 pannelli per rendere autosufficiente l’abitazione2» Inventer per trasformare l’energia elettrica continua in alternativa3» IContatori per conteggiare separatamente l’energia prodotta e quella consumata 4» Quadro elettrico di separazione
Clima e risparmio ideali
Questo sistema è particolarmente indicato in case singole come riscaldamento invernale e rinfrescamento estivo. La pompa di calore eroga calore nella stagione invernale e fresco in piena estate, i pannelli solari forniscono acqua calda tutto l’anno, che viene “immagazzinata” nel bollitore ad accumulo. Il sistema può essere inoltre ampliato con pannelli fotovoltaici che potranno alimentare con l’energia elettrica la pompa di calore.
Sistema di riscaldamento/condizionamento
Per un’abitazione mono familiare media il sistema è caratterizzato da:1» Pompa di calore Riello Sintesy HP2» Pannelli solari3» Bollitore ad accumulo Riello 7200/2 Plus4» ventilatore Riello Heliotem5» Impianto a pavimento6» Pannelli fotovoltaici (optional)
Finanziaria 2008 detrazione del
55%in minimo
tre anni
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Negli ultimi 10 anni le Camere di Commercio sono state investite di un ruolo terzo, imparziale e neutrale
visto che la procedura deve concludersi in 4 mesi, e a coesti contenuti e prevedibili, ricorrendo solo in via resieduale, per l’ipotesi in cui un accordo non venga raggiuneto, all’autorità giudiziaria”.
Il sistema di conciliazione in Friu-li e in particolare nelle zone dove operate è pronto per questa inno-vazione?
“L’Associazione ha comineciato, sin da marzo scorso, a riflettere sull’impatto che l’enetrata in vigore dell’obbligatoerietà importerà sulle nostre strutture, ragionando, conseeguentemente, sulle misure da adottare al fine di rispondere efficacemente all’incremento della domanda di servizio deerivante dall’entrata in vigore dell’obbliegatorietà.
minio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comoedato, affitto di aziende, risarecimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli, il tentativo di mediazione sarà obbligatorio come conedizione di procedibilità per l’eventuale accesso alla giuestizia ordinaria.
Secondo gli auspici del Mienistero della Giustizia, l’inetroduzione dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione sarà in grado di risolvere ‘a monte’ un elevato numero di contenziosi, con ciò, di rifleseso, riducendo notevolmente il carico di richiesta di giustiezia ai tribunali.
I cittadini e le imprese avranno, dunque, la possibielità di risolvere i contenziosi per tal via, in tempi brevi,
Camere quali sedi terze, imeparziali e neutrali, per tentaere di dirimere contenziosi in via alternativa alla ordinaria giurisdizione.
La nuova disciplina è appliecabile a tutte le controversie in materia di diritti dispoenibili e, dopo un anno dalla sua entrata in vigore, per una vastissima gamma di controeversie in materia di condoe
Il direttore della associazione Marco D’Eredità
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i dati del 2010
Metà delle istanze a Mezzo del legale
Nel corso del 2010, seguite da Curia Mercatorum, sono 144 le procedure av-
viate nel 2010 nelle province di Pordenone, Treviso, Belluno, Trieste e Gorizia, contro le 122 del 2009, le 109 del 2008 e le 73 del 2007. Si tratta, per la maggioranza (162), di procedure immobiliari o di locazione; al secondo posto si trovano le telecomuni-cazioni (135) e al terzo le compravendite (129), seguite da forniture di servizi, appal-ti, lavoro, subfornitura.Il 75% delle 943 procedure avviate nel periodo 1997-2010 concernono contro-versie tra imprese, mentre il restante 25% interessa imprese e consumatori; il 94% di esse, infine, è stata di tipo nazionale, e solo il 6% di carattere internazionale.Si aggira intorno ai 112mila euro il valore monetario medio di controversia, conside-rando che la maggior parte delle procedure (65,5%) ha avuto un valore inferiore o uguale ai 50mila euro, mentre solo il 5% ha riguardato valori oltre i 300mila euro.Per quanto riguarda l’esito delle procedure: il 10,3% di esse si è concluso con accordo, quindi con successo, e solo il 4% senza accordo tra le parti.Il 58% delle procedure, invece, si è chiuso per mancata adesione della controparte: considerata, infatti, la volontarietà della procedura, non sussiste alcun obbligo di presenziare all’incontro di mediazio-ne. Il numero di tali procedure chiuse è comunque destinato a diminuire, poiché il legislatore prevede la possibilità, per il giudice, di desumere argomenti di prova dalla mancata partecipazione di una parte al procedimento. Nello specifico delle procedure gestite dalla Camera di Commercio di Pordenone, esse hanno ad oggetto soprattutto controversie in materia di telecomunicazioni, seguite dalle controversie concernenti i diritti reali.Merita una particolare menzione, infine, il dato riguardante la provenienza delle domande presentate. A testimonianza della proficua collaborazione con l’Ordine degli avvocati della provincia, si registra infatti che il 50% delle istanze introduttive del procedimento di mediazione sono state depositate a mezzo di un legale.
SiStemi Produttivi
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Curia Mercatorum attualmente ammini-stra i procedimenti di mediazione e arbitrato
per le Camere associate di Tre-viso e Belluno, in Veneto, e per quelle di Pordenone e Gorizia in Friuli Venezia Giulia.
Per tali istituzioni Curia è im-pegnata nella predisposizione di un modello organizzativo volto a garantire, compatibil-mente con le risorse disponi-bili, la copertura del servizio di mediazione nelle province di riferimento. Dobbiamo, però, essere prudenti e flessibili, in quanto non abbiamo certezza sulla dimensione dell’impatto sulle nostre strutture”.
È auspicabile la nascita di altri orga-nismi di conciliazione?
“La riforma della mediazione riconosce ad altre entità, oltre enti camerali, la possibilità di costituire organismi di media-zione. In particolare, potranno istituire organismi deputati all’offerta di servizio i consigli degli Ordini degli avvocati e di altri Ordini professionali, oltre a enti di natura privatistica che
vantino determinati requisiti posti dalla disciplina. L’auspi-cio è che tutti i possibili attori che si presenteranno siano in grado di operare sinergicamen-te, offrendo il servizio in manie-ra uniforme, terza e imparziale,
Oggi, numerosi sono i casi in cui privati e imprese hanno deciso di devolvere una controversia che li coinvolge, presente o futura, tramite l’inserimento di apposita clausola contrattuale o statutaria, alla competenza di Curia Mercatorum
e ciò al fine consentire la pie-na realizzazione dei propositi della riforma. I numeri ipote-tici che si prospettano, infatti, inducono a ritenere che una pluralità di soggetti qualificati agevoli senz’altro la diffusione dello strumento e il suo apprez-zamento dal sistema socio-eco-nomico”.
Può fare un breve bilancio dell’atti-vità di Curia Mercatorum e dei pro-getti di sviluppo per i prossimi mesi?
“L’impegno profuso in que-sti anni di attività ha condotto a ottimi risultati in termini di procedure attivate, contribuen-do alla diffusione culturale di tali strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. Oggi, numerosi sono i casi in cui privati e imprese hanno deciso di devolvere una controversia che li coinvolge, presente o fu-tura tramite l’inserimento di apposita clausola contrattuale o statutaria, alla competenza di Curia Mercatorum, con ciò di-mostrando la crescente fiducia nella mediazione e, di riflesso, nell’istituzione che amministra il servizio.
Tali risultati, pur lusinghie-ri, al fianco della conseguen-te esperienza maturata, rap-presentano peraltro solo le fondamenta per il nuovo ruolo che le strutture camerali sono chiamate a ricoprire a seguito dell’entrata in vigore del tenta-tivo obbligatorio di mediazione.
Le Camere di Commercio e le loro strutture collegate do-vranno infatti, prima di tutto, essere in grado di organizzare i propri servizi di mediazione te-nendo conto del notevole incre-mento dei numeri di procedure da amministrare. Si ritiene sia questo il principale fattore cui prestare particolare attenzione e ciò nell’intento di riuscire a garantire ai fruitori del servizio un elevato standard qualitativo dello stesso.
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SiStemi Produttivi
Il mandato del neopresidente di Age-mont Roberto Venturini, che da poco ha raccolto il testimone da Al-
berto Felice De Toni, pur tra diverse ipotesi ventilate sul futuro dell’agenzia, ha debuttato nel segno della certifica-zione di prodotti, quale leva competiti-va per le aziende friulane, in particolar modo per le realtà montane al cui servi-zio l’agenzia regionale opera.
Perché ha posto in cima alla sua agenda il te-ma della certificazione?
“Diciamo subito che la certificazione dei prodotti e i marchi di qualità rappre-sentano una forte occasione per le azien-de, una possibilità per aprirsi a nuovi segmenti di mercato a livello territoriale. I laboratori presenti in Agemont, uno su
Montagna certificata
Agemontil cambio del vertice Si preSenta con una deciSa azione di formazione e aSSiStenza alle impreSe nella qualificazione dei propri prodotti
tutti Emilab organismo notificato in ma-teria di compatibilità elettromagnetica e laboratorio accreditato, sono deputati proprio alla certificazione dei prodotti. Si tratta di un aspetto determinante per lo sviluppo del mercato di un’azienda a livello internazionale, soprattutto nel campo elettrico e dell’elettronica. Per raggiungere e conquistare nuove fasce di mercato, mi riferisco in particolar modo a Paesi economicamente dinamici in questo momento, come il Sud America, il Giappone e gli Stati Uniti, è necessario certificare il proprio prodotto. Esso, in-fatti, deve avere caratteristica tali che ne attestino la congruità, riconosciuta an-che a livello internazionale, attraverso proprio l’accreditamento da parte di enti ed organismi preposti”.
Quali obiettivi si pone Agemont in fatto di cer-tificazione di prodotti e marchi che indicano la qualità?
“Agemont si pone alti obiettivi da questo punto di vista. Attraverso i suoi laboratori, come il già citato Emilab, o Imq Clima che offre alle aziende del settore della climatizzazione l’oppor-tunità di certificare i prodotti accre-ditando le prestazioni relative, garan-tendo così un servizio innovativo e rispondente alle esigenze di un numero sempre maggiore di aziende. A livello
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europeo, per la commercializzazione, è già obbligatoria la certificazione dei prodotti: ne consegue che il servizio di accreditamento offerto dai laboratori Agemont è essenziale in questo mo-mento storico e, ovviamente, anche nel prossimo futuro”.
Quante aziende della montagna friulana go-dono di certificazione dei prodotti?
“Sono già numerose. Ovviamente, le grandi aziende del settore industriale sono state le prime ad accreditarsi, per-
CurriCulum
Carriera in Comune
Roberto Venturini da gennaio è il
nuovo presidente dell’Agenzia per lo sviluppo economi-co della montagna. Nato nel 1959, ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco di Artegna ed è stato assessore alla Comunità Montana del Ge-monese, Canal del Ferro Valcanale. È stato responsabile dell’informatica, presso l’Ersa, e la Direzione regionale dell’Agricoltura.
ché i loro prodotti sono globali, appar-tengono a un territorio internazionale.
Proprio attraverso il work-shop che si è recentemente tenuto su questi temi nella sede di Amaro, si desidera sensibilizzare anche le piccole imprese a fare il passo e decidere di certificare i loro prodotti per approdare a nuovi mercati. Si servo-no attualmente dei nostri servizi alcune centinaia di aziende, non solo friulane, ma anche della Lombardia e dell’Emi-lia”.
la certificazione, quindi, può rilanciare l’eco-nomia montana?
“Non c’è alcun dubbio che la certifica-zione e il marchio di qualità rappresen-tano un’opportunità per le aziende. La missione della nostra Agenzia è proprio lo sviluppo economico della montagna oltre che essere un centro di innova-zione tecnologica, ne consegue che, da sempre, puntiamo a creare tutte le pre-rogative e a garantire i servizi che possa-no determinare tale obiettivo”.
Dei nostri servizi, in particolare i laboratori, si servono già centinaia di aziende, anche di fuori regione
l neo presidente dell’Agenzia, roberto Venturini
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La maggior parte del personale, composto interamente da donne, lavora al proprio domicilio con estrema flessibilità
Aziende IndustrIa
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Lavorazione artigiana-le, produzione di nic-chia, ma per primarie
firme mondiali del fashion e dell’italian style. Tutto que-sto è rappresentato dalla Meterc di Ialmicco, piccola realtà che ha saputo per tem-po evolvere la propria identi-tà di contoterzista nel settore delle sedute, diventando for-nitore ricercato da impor-tanti aziende nazionali.
“La mia azienda – spiega Riccardo Meterc - nasce nel 1988 rilevando l’attività di mia madre, che consisteva nella produzione di sedili im-pagliati meccanicamente per il settore delle sedie. Ad oggi, l’azienda conta 11 dipendenti tutte donne delle quali 8 la-voratrici a domicilio”.
dieci anni fa la svolta
La rivoluzione evolutiva dell’impresa, però, si compie esattamente dieci anni fa, quando la realtà di Ialmicco sviluppa nuovi prodotti per clienti di alto livello.
“Verso il 2001 – continua Meterc - ho capito che rea-lizzare solo questo tipo di prodotto non bastava e ho pensato di aggiungere qual-cosa di nuovo e più interes-sante alla mia produzione, affinché la concorrenza stra-niera non mi mettesse in dif-ficoltà, con le conseguenze che oggi incontra la maggior parte delle aziende. Ho, così, cercato materiali nuovi, non ancora utilizzati per queste lavorazioni e avvalendomi
Grandi nomimessi a sedere
Meterc L’AziendA di iALmicco hA conquistAto cLienti di prestigio con LA propriA produzione ArtigiAnALe cArAtterizzAtA dA mAteriALi innovAtivi
della collaborazione di alcu-ni designer ho creato nuovi articoli di sedute, presen-tando poi il tutto al Salone internazionale della Sedia dove ho ricevuto per tre edi-zioni, esattamente nel 2001, 2003 e 2004, riconoscimenti nell’ambito del concorso Top Ten per i migliori prodotti in gara”.
Premi al salone
Il palmares conquistato in quella che è stata per decen-ni la vetrina ‘nostrana’ più importante per il comparto del legno-arredo si è tradotto ben presto in contratti.
“Da li è partito il tutto – aggiunge l’imprenditore di Ialmicco – e alcuni clienti prestigiosi come Moroso,
Missoni e altri mi hanno contattato per sviluppare delle linee di sedute per loro interessanti”.
in anticiPo sulle mode
“Ad oggi - conclude Meterc - tutto questo impegno da parte mia e dei miei collabo-ratori mi permette di lavora-re con grande soddisfazione sotto tutti i punti di vista. Naturalmente, come tutti sappiamo il momento eco-nomico non è dei migliori, ma continuando nella ricer-ca e nello sviluppo di mate-riale innovativi che antici-pino i tempi sono convinto che il tutto mi permetterà di rimanere sempre sul merca-to in modo propositivo e sod-disfacente”.
1988Anno di
fondazione
11Numero di dipendenti
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La nuova sede si trova a Lauco, grazie al recupero di uno stabile dismesso
Flessibilità e capacità di cambiare per adeguar-si all’evoluzione eco-
nomica così da trovare una propria dimensione e iden-tità sostenibile nel mercato locale. È quanto ha fatto Op-tikarnia, una realtà coopera-tiva attiva nel cuore dell’area montana. La società era stata costituita a Paularo nel 2000 per produrre occhiali, pas-sando in seguito alla loro pulitura. Poi le tendenze di
Manifattura di montagna
mercato avevano suggerito ai soci di riqualificare l’attività aziendale orientandola ver-so le protesi medicali di alto livello, che tuttora produce in accordo con la Lima di An-duins.
Più in generale, esegue la-vori di pulitura, lucidatura, smerigliatura a nastro, sab-biatura, satinatura su qual-siasi tipo di materiale quali titanio, argento, ottone, allu-minio, monel, alpaca, accia-
io, il tutto in modo manuale e curan-do arti-gianalmen-te ogni singolo pezzo. Inoltre, si oc-cupa anche di trattamenti termici su particolari di pic-cole dimensioni e opera nel settore assemblaggi in gene-re, avvitature, microsaldatu-re, fresature, maschiature.
2000Anno di
fondazione
11Numero di dipendenti
280milaValore in eurodel fatturato
OptikarniaLa piccoLa società cooperativa ha saputo neL corso degLi anni evoLvere La propria attività in base aLLe esigenze deL mercato, caratterizzandosi sempre per L’aLta quaLità
aziende industria
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Più aziende sul web
C’è tempo fino al 30 marzo per presentare
domanda alla Regione e attingere a contributi, fino al 50% dell’investimento, per il commercio elettronico. Il fondo, illustrato dall’asses-sore Federica seganti, è di 1,7 milioni di euro ed è rivolto alle Pmi che, attra-verso Internet, intendono conquistare nuove fette di mercato. Le domande vanno inoltrate alla Camera di Commercio competente.
contributi
Attualmente il bilancio si attesta su 280mila euro an-nui.
“Non esiste una vera ricet-ta per uscire dalla crisi – ha commentato il presidente della Regione Renzo Tondo, intervenendo al taglio del nastro della nuova struttura - occorre seguire l’esempio di chi ha saputo rischiare la propria attività, e ha esaltato la propria imprenditorialità per ricercare e individuare nuovi spazi di mercato, privi-legiando la qualità delle pro-duzioni”.
Federica Seganti
La cerimonia di inaugurazione alla presenza delle autorità, mentre nelle altre foto lo staff aziendale
Un’ulteriore tappa del suo percorso evolutivo è stata tagliata recentemente, con l’inaugurazione della propria nuova struttura a Lauco. La particolarità è costituita dal fatto che si tratta di un ca-pannone di 400 metri qua-drati realizzato nel 1983 per
attività sportive e del tempo libero. Poi è seguito un lungo periodo di inutilizzo fino alla sua recente riconversione, che ha anche il vantaggio di dare nuove occasioni lavora-tive in loco.
“La Optikarnia – spiega la presidente Eva Adami - è una società cooperativa che al momento occupa sei per-sone, tra 22 e 50 anni, ma che in un prossimo futuro potrà offrire ulteriore sviluppo occupazionale a favore dei giovani dell’altopiano di Lauco”.
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Aziende AgroAlimentAre
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1971Anno di
fondazione
16Numero di soci
170milaValore in euro
di fatturato
L’anno di fondazione della società cooperativa agricola Friulviti di Perteole di Ruda è il 1971, ma le sue
origini sono ben più lontane. I principa-li che si è data sono quelli di coordina-re e curare la raccolta, manipolazione, conservazione, confezionamento, valo-rizzazione e commercializzazione dei prodotti della vivaistica e di tutto il ma-teriale di riproduzione della vite prove-niente dai soci.
Le origini sono lontane, appunto, per-ché tutto ebbe inizio con l’invasione fil-losserica di fine Ottocento. La fillossera, un temibile insetto, mise in ginocchio tutta la viticoltura europea distruggento le radici delle piante di vitis europea. Al tempo non si trovava alcun rimedio. La soluzione, alla fine, fu trovata nell’innesto della vite da vino europea su talea portin-nesto selvatica di origine americana, ori-ginaria cioè dello stesso continente da cui arrivava proprio la fillossera. Tutt’ora la principale produzione della Friulviti sono le talee portinnesto che la società vende ai vivaisti viticoli per la produzione di bar-batelle innestate di vite.
boom nel dopoguerra
All’inizio del ‘900, così, ricercatori e sperimentatori d’oltralpe scelsero la zona dell’allora provincia di Gorizia per i loro campi sperimentali di piante ma-dri portinnesto per ragioni logistiche e ambientali. Luigi Pinat di Perteole di-venne direttore del vivaio sperimentale di Begliano e così iniziò il vivaismo viti-colo in loco.
Vivaismo senza confini
Friulviti LA reALtà di PerteoLe dA oLtre un secoLo rifornisce iL mercAto tedesco e orA guArdA Ai PAesi emergenti deLL’est
Negli Anni ’30, poi, Bruno Busetti, es-sendo responsabile per il governo tede-sco, coordina dal suo ufficio di Gorizia tutta la produzione di talee e barbatelle che verranno commercializzate in Ger-mania e Austria.
Con la seconda Guerra Mondiale si verifica la distruzione della viticoltura germanica e, quindi, la necessità imme-diata di talee per ricostituirla. Nel dopo-guerra, così, si ha il boom della produ-zione per soddisfare il mercato tedesco. Trend che continua fino negli Anni ’60, per poi passare a una lenta discesa della domanda.
“Attualmente – spiega l’Ad Giuseppe Pinat - assistiamo a un mercato con alti e bassi. Il materiale Friulviti è di ottima
qualità, le selezioni di materia-le viticolo riprodotte sono sotto il controllo sanitario dei sevizi certificazioni regionale, nazio-nale italiano e tedesco”.
Sono sedici i soci impegnati nella realtà di Perteole, che re-gistra un fatturato medio an-nuo di 170mila euro.
“La cooperativa – continua Pinat - esporta il 90% della pro-
pria produzione, principalmente verso i vivaisti tedeschi. La viticoltura europea si è praticamente tutta rinnovata, men-tre il mercato del vino è in difficoltà. La Friulviti ha ridotto i suoi appezzamenti e negli ultimi anni si è rivolta anche ver-so mercati non tradizionali come i Paesi dell’Est Europa dove ci sono importanti progetti di rinnovamento e ampliamen-to della superficie viticola”.
Ennio Benedetti è stato riconfermato presidente della Cia del Friuli Venezia
Giulia. Nel suo discorso ai soci, ha sottoli-neato che di certo le sorti dell’agricoltura non si risollevano con il marketing del “tipicamente friulano” né tantomeno riscoprendo i mercatini dei tempi andati. L’assenza di un chiaro indiriz-zo di politica agraria si evince anche dal bilancio regionale per il 2011 che destina pochi spiccioli allo sviluppo agricolo: praticamente niente soldi per il Psr e per i giovani. In compenso sono garantiti i mezzi finanziari per il “fun-zionamento” degli enti con annessi e connessi. Inoltre, la spesa per l’assunzione dei forestali stagionali è stata fatta gravare interamente sull’agricoltura, pur trattandosi di un intervento a difesa dell’ambiente, bene collettivo. Il tanto decantato “sportel-lo avanzato“ Agea è come se non ci fosse. Sui nitrati, dopo avere detto peste e corna degli allevatori che inquinano, si scopre che l’azoto di origine zootecnica è il meno colpevole dell’inquinamento. Ora, chi paga i danni alle imprese zootecniche? È ora di rialzare la testa e di dire “basta!”, ha concluso Benedetti.
la regione sbaglia direzione
Cia FVg
riconfermAto ALLA guidA ennio Benedetti
Ennio Benedetti
Tutto è nato per dare una risposta alla grande crisi di inizio ’900 determinata dal parassita filossera
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La Falcomer Spa è espres-sione delle realtà nate a ridosso dell’attività di
pesca prettamente locale. Nel corso dei decenni di attività, però, ha saputo ampliare il proprio operato, cercando di incontrare le esigenze di una clientela sempre più attenta al valore reale del prodotto. Nata da una famiglia tipicamente maranese, con il capostipite Benito Falcomer che fon-
FalcomerL’azienda di San GiorGio di noGaro è Leader neL commercio ittico, ma è dotata anche di un proprio impianto di depurazione dei moLLuSchi
dò una ditta individuale, si è trasformata nel 1985 in Snc. Quindi, sull’onda della cresci-ta dell’attività si è trasformata in Spa. Oltre al commercio e alla trasformazione del pe-sce, per ampliare la propria offerta, nel 2004 ha aperto un impianto per la depurazione di molluschi di ogni gene-re, a circuito chiuso, unico in regione con una capacità produttiva giornaliera 25mila
chilogrammi e realizzato nel rispetto delle normative più recenti.
CERTIFICAZIONE ISO 9001
L’azienda oggi è ospitata in una recente struttura in comune di San Giorgio di Nogaro e può contare su uno stabilimento di duemila me-tri quadrati. La consolidata rete di reperimento, l’ampia
Realtà sana come un pesce
aziende agroalimentare
CONIglI
MIglIOR AllEvATORE
Al selezionatore goriziano Mario Portelli è stato
assegnato il premio quale migliore allevatore alla XII edizione della fiera Cunitaly, svoltasi a Cremona. La nostra regione, grazie all’As-sociazione allevatori, è stata ben rappresentata grazie a una squadra formata da nove allevatori per un totale di 66 esemplari. Il compar-to cunicolo friulano vanta un’alta qualità, ma rimane penalizzato per la mancanza di un macello in loco.
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Oltre che dal mercato locale, il prodotto viene importato dai cinque continenti
gamma di prodotto proveniente da tutti i continenti da forni-tori qualificati e sele-zionati fanno sì che la Falcomer sia oggi leader nel proprio settore. Il personale altamente qualificato e le pro-cedure applicate per la salva-guardia e tutela dell’igiene e del mantenimento del pro-dotto e dei siti produttivi ha permesso di essere certificati
Iso9001. Attualmen-te, sono impiegati 20
dipendenti, mentre il fatturato annuo si ag-
gira sui sette milioni di euro.“La Falcomer – spiegano i
vertici dell’azienda - ha sem-pre posto come primo obiet-tivo la qualità del prodotto, la serietà e la soddisfazione della clientela che, abbinato a un servizio puntuale e co-
stante, la pone come punto di riferimento per molti gros-sisti europei e numerosi det-taglianti. Naturalmente, in questo momento storico dove il prezzo va ha discapito della stessa qualità la Falcomer va contro corrente e continua a investire per perseguire uno standard qualitativo superio-re alla media, puntando su un riconoscimento della propria clientela”.
1985Anno di
fondazione
20Numero di dipendenti
7Milioni di euro
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Stabilità dei programmi e certezza del diritto. In que-sta fase ancora molto deli-
cata, il settore delle costruzioni ha bisogno di questi due paletti, che chiede in particolar modo all’amministrazione pubblica. “La recessione dell’economia globale coinvolge pesantemente il settore delle costruzioni con prospettive non certo favorevo-li. Il numero dei lavoratori iscrit-ti in Cassa Edile si è mantenuto anche nel corso del 2010 ai livelli minimi, né vi sono prospettive di pronto rilancio”. Il quadro è tratteggiato da Ugo Frata, alla guida delle delegazione udine-se dell’Associazione costruttori edili (Ance).
Gli investimenti in opere pubbliche su cui si è impegnata la Regione hanno portato una ‘boccata di ossi-geno’ alle imprese locali?
“Intanto va subito chiarito un concetto: il nostro settore soffre la crisi per un calo della doman-da sia pubblica, sia privata, per la fine di un ciclo produttivo e per un contesto economico sfa-vorevole che coinvolge presso-ché tutti i Paesi industrializzati. Ovviamente, questo è comune ad altri comparti produttivi, ma in aggiunta alle problematiche generali il settore è esposto più di altri agli effetti negativi del-le leggi finanziarie nazionali e
locali, del Patto di stabilità che limita le capacità di spesa degli enti locali, e agli effetti negativi dell’eccesso di burocrazia che ritarda le procedure, vanifican-do ogni sforzo della collettivi-tà. L’impegno della Regione si scontra, quindi, con tale realtà e deve ancora produrre gli effetti sperati”.
La burocrazia continua a rappresen-tare, quindi, un gravoso fardello per il settore?
“Sì, certamente, ma in questo caso la burocrazia va intesa in senso lato. Un’amministrazione moderna dovrebbe andare oltre la burocrazia, privilegiando i contenuti senza trincerarsi die-tro alla prassi o alle procedure desuete.
Grave sarebbe se a causa della burocrazia venissero vanificati gli sforzi di rilancio o venissero premiati gli operatori che non rispettano le regole e che met-tono a rischio la qualità delle opere. Ancor più grave sarebbe se grazie alla burocrazia venis-se sacrificata la sicurezza degli operatori e degli utenti finali, aggravando così una situazione di concorrenza sleale tra opera-tori economici”.
Quale l’auspicio fa per il nuovo an-no ?
“L’auspicio per il nuovo anno
Regole in primo pianoAnce UdineLe imprese, giustamente, devono rispettare Le Leggi in maniera miLLimetrica, mentre gLi enti pubbLici ritardano nei pagamenti, aLLungano Le procedure e rinviano finanziamenti per opere pubbLiche
Ugo Frata è alla guida dell’Ance della provincia di Udine, che rappresenta le aziende del settore costruzioni aderenti a Confindustria
è che ciascuno svolga il proprio compito senza invadere il cam-po altrui. In tempi di crisi, come nel gelo dell’inverno, i lupi si spingono a cercare il cibo sin dentro i centri abitati. Questo non deve avvenire. L’edilizia come tutti gli altri settori pro-duttivi, ha bisogno di stabilità, ovverosia una serie di punti fermi sui quali fondare le basi per uno sviluppo imprendito-riale sostenibile e per attuare la necessaria programmazio-ne aziendale. Senza program-mazione e senza prospettive le
aziende costrUzioni
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aziende chiudo-no.
Alla collettività chiediamo, quindi, il rispetto delle rego-le. Noi imprenditori dob-biamo sempre essere in regola su tutto, altrimenti scattano le inevitabili sanzioni. Altret-tanto, in termini di diligenza e di efficienza, dovrebbero fare le amministrazioni pubbliche attuando, ad esempio, nelle procedure di gara tutti gli stru-menti di cui la Regione si è do-tata.
L’auspicio per il nuovo anno è che tutti svolgano il proprio compito senza invadere il campo altrui
Inoltre, è i n a m m i s s i b i -
le che proprio lo Stato e le varie
a m m i n i s t r a z i o n i pubbliche possano de-
rogare alle regole: possono, cioè, ritardare senza un valido motivo i pagamenti delle opere già eseguite o possono ritardare le procedure già avviate, oppu-re ancora possono far scadere i finanziamenti già concessi per opere o progetti da realizzare e di cui la collettività ha estremo bisogno”.
Si riferisce in particolare alle gran-di opere?
“Certo, ma non solo. Basti pen-sare agli interventi per la manu-tenzione del territorio, alla mes-sa in sicurezza della strade, delle scuole, degli edifici pubblici, alla mai bastevole attività di preven-zione dai rischi di esondazione o di smottamento, e così via. Chie-diamo, quindi, un’assunzione di responsabilità a ogni livello, come è giusto che sia in un Paese moderno e in una Regione che si è sempre distinta per efficienza e operosità”.
Ugo Frata
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Magnificamente adagiato in una valle glaciale ai margini del Parco na-
zionale del Triglav, in un’eccel-lente posizione e in un ambiente naturale incontaminato vicino alle Alpi Giulie e in prossimità del meraviglioso Lago di Bohinj, il “Bohinj Park Hotel” si presenta con un biglietto da visita com-pletamente “verde”, grazie anche ai materiali realizzati dal gruppo friulano Fantoni. Il primo “Eco Resort” sloveno, certificato dal Green globe international sustai-nable tourism society, ha dovu-to rispondere a oltre 250 criteri di sostenibilità ambientale per fregiarsi di questa targhetta, e rappresenta uno degli hotel più avanzati dal punto di vista ener-getico nell’Europa centrale. Pom-pe di calore, cogenerazione e poz-zi per l’estrazione dell’acqua sono solo alcuni degli elementi che
Bohinj Park hotel - AllA reAlizzAzione del primo eco resort sloveno hA contribuito Anche il Gruppo friulAno fAntoni, fornendo Gli ormAi celebri pAnnelli fonoAssorbenti
mostrano lo sforzo progettuale in tema di efficienza energetica.
Turismo sosTenibile
Grande attenzione viene pre-stata alla vivibilità ambientale delle zone comuni, dall’area wel-lness alla lobby con caminetto, dal bowling al cinema, alle sale riunioni. In un contesto così ar-monioso e attento al benessere del cliente, la qualità acustica assume un rilievo tale da giusti-ficare un massiccio intervento di controllo dei parametri acustici.
Le aree principalmente inte-ressate sono la lobby e il risto-rante, notoriamente gli spazi in cui maggiormente si percepisce il fastidio del riverbero sonoro; il pannello Topakustik del Gruppo Fantoni risponde perfettamente alle esigenze di un prodotto al-tamente tecnologico, con elevati
coefficienti di fonoassorbimento, a basso impatto ambientale e con un aspetto gradevole che ben si integra con l’armonia dei mate-riali naturali utilizzati, dal legno alla pietra. Anche la sala meeting acquisisce qualità acustiche ele-vate con un intervento a soffitto.
A un pAsso dAl confine
Un aspetto più tecnico è confe-rito alla sala cinema dal rivesti-mento a parete StillWall, un si-stema fonoassorbente a pannelli modulari generalmente utilizza-to in quelle situazioni dove non è possibile intervenire a livello di soffitto.
Il risultato è un ambiente pia-cevole e particolarmente acco-gliente, facilmente raggiungibile a due passi dal confine italiano in un’oasi di pace dove ritrovare se stessi.
L’efficienza si abbina a una gradevolezza estetica che si adatta agli elementi di legno e pietra utilizzati nei locali dell’albergo
Armonia con la natura
Aziende Costruzioni
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Si tratta di uno dei più importanti progetti turistici in fase realizzativa in Italia: già venduta metà dei lotti
Aziende Costruzioni
Il progetto immobiliare “Por-topiccolo” di valorizzazione turistica della Baia di Sistia-
na ha superato la soglia del 50% degli immobili venduti. Recente-mente, inoltre, si è conclusa dopo mesi di lavoro e severe selezioni la procedura di gara che ha indi-viduato l’impresa di costruzioni che realizzerà il progetto, dando così avvio alla seconda fase ope-rativa dopo la già conclusa rea-lizzazione delle opere prelimina-ri legate alle infrastrutture. Per
la gestione del complesso bando di gara, il Gruppo Valdadige Spa, che ha il general management di Portopiccolo, ha voluto compie-re una scelta di qualità e massi-ma trasparenza, optando per un gestore esterno e di livello inter-nazionale, coerentemente alle caratteristiche di alta qualità e internazionalità dell’intero pro-getto. L’incarico è stato affidato alla società anglo-australiana leader del settore, la Bovis Land Lease. Si è trattato di una compe-
Cantiere a vele spiegaterizzani de eCCherL’AziendA friuLAnA protAgonistA deLLA reALizzAzione di “portopiccoLo”, L’investimento immobiLiAre neLLA bAiA di sistiAnA
tizione di altissimo livello.
PROPOSTE DI ALTISSIMO LIVELLO
L’impresa risultata vincitrice tra i competitor di assoluto valore presenti è la friulana Rizzani de Eccher, im-presa di costruzioni con sede a Udine e filiali in tutto il mondo, tra le più af-fermate del settore a livello nazionale e internazionale. Rizzani de Eccher, quindi, sarà il general contractor e avrà “l’onere e l’onore” di realizzare Portopiccolo, che prevede un investi-
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mento complessivo di 120 milioni di euro.
“Siamo orgogliosi – ha dichia-rato Luca Giacomelli, direttore generale di Serenissima Sgr, la società che gestisce il Fondo d’in-vestimento immobiliare Rilke, proprietario di Portopiccolo - di cominciare l’anno nel pieno ri-spetto della time-line del proget-to: i lavori cominceranno a breve. La gara d’appalto è stata molto approfondita: ringrazio tutte le imprese partecipanti che con le
loro proposte d’altissimo livello hanno contribuito a rafforzare il prestigio del nostro intervento, che continua a suscitare atten-zione e interesse.
RICADUTE SUL TERRITORIO
La Rizzani de Eccher, inoltre, è una realtà del territorio. Non pos-siamo che essere felici che sarà un’impresa locale a realizzare il progetto, che già a partire dalla sua costruzione, avrà ricadute di
Marco de Eccher è alla guida del general contractor selezionato a livello internazionale tra i maggiori player
sviluppo sul territorio del Friuli Venezia Giulia”.
Secondo il presidente della Riz-zani de Eccher, l’incarico di gene-ral contractor è il successo di una competizione portata avanti con grande determinazione. I lavo-ri, che si concluderanno entro la fine del 2013, prevedono l’edifica-zione di 325mila metri cubi.
“Come impresa – ha dichiarato Marco de Eccher - ci tenevamo moltissimo a svolgere un ruolo da protagonista in questo pro-getto, sia per la sua rilevanza e il respiro internazionale che ben si addice alla nostra impresa, sia per l’altissima qualità delle rea-lizzazioni che ci permetteranno di evidenziare le capacita tec-nico-costruttive maturate dalla nostra azienda. L’assegnazione di quest’opera, che tra quelle intera-mente private è sicuramente una delle più rilevanti, non solo a li-vello locale, ma probabilmente a livello nazionale, ci inorgoglisce anche perché le imprese con cui ci siamo confrontati erano estre-mamente qualificate”.
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Professione trasversale, mul-tidisciplinare e spesso na-scosta, anche quella de-
gli interior designer ha subito i marosi della crisi, del calo dei consumi, ma anche del cambio dei modelli e dei canali di ac-quisto dell’arredamento privato e dell’utilizzo degli spazi dome-stici. Non esiste un vero e pro-prio albo professionale, anche se a livello europeo è in dirittura d’arrivo una forma di riconosci-mento, come spiega Sara Dalle Pezze, delegata per il Nordest dell’Associazione italiana pro-gettisti d’interni.
Può fare una stima della presenza di interior design in Friuli Venezia Giu-lia)?
“Non sono in grado di stima-re il numero di interior designer della regione Friuli Venezia Giu-lia, poiché in Aipi abbiamo pochi iscritti friulani, ma, così come per il resto d’Italia, sono sicura che ci siano molti professionisti che esercitano la nostra attività o interior designer iscritti all’Or-dine degli architetti delle varie provincie, oppure senza avere iscrizione ad alcun albo profes-sionale. Ad oggi, infatti, per eser-citare la nostra specialità l’iscri-zione ancora non è obbligatoria”.
Sentite la mancanza di un proprio or-dine professionale?
“Non sentiamo la mancanza di alcun ordine professionale dal momento che Aipi è già una real-tà da 40 anni sul territorio che ci qualifica e ci da identità. Quello che oggi manca è il riconosci-mento della professione da parte delle istituzioni; riconoscimento
Aipi - I progettIstI d’InternI subIscono Il calo del mercato
prIvato, rIdImensIonato e pIù esIgente, ma
cresce l’Interesse per loro da parte dI azIende
In cerca dI nuove Idee per l’ItalIan desIgn
al quale stiamo lavorando, che l’Europa ci chiede e al raggiun-gimento del quale siamo molto vicini”.
Come è cambiato il mercato della consulenza d’arredamento con la cri-si economica?
“Tengo a risponderle come interior designer e non, quindi, come arredatore. Noi interior de-signer riscontriamo, come molti, il cambiamento economico e ci rendiamo conto che la specifi-cità della nostra professione e la nostra creatività suscitano in questo momento storico forte interesse da parte, in particola-re, delle aziende che vedono in questo una risorsa. Diverso è il discorso relativo al cliente priva-to, che si è fortemente ridimen-sionato ed è molto più attento ed esigente.
È interessante per noi la cre-sciuta richiesta da parte delle realtà internazionali di design
La creatività cerca casa
sIstema Costruzioni
La delegata dell’Aipi per il Nordest, Sara Dalle Pezze, ha il proprio studio a Verona
italiano, in particolare quelle emergenti”.
Quali segmenti commerciali sono in profonda crisi e quali, invece, re-sistono meglio?
“La crisi si sente a vari livelli. Diciamo che ora si lavora con chi il denaro ce l’ha disponibi-le e con le aziende che vedono nella nostra creatività una pos-sibilità”.
Come deve cambiare la vostra pro-fessione?
“La nostra professione dovrà cambiare ed essere più polie-drica e polifunzionale. Sarà importante sapersi confrontare con le sfide del mercato estero e fare squadra con altre figu-re professionali, creando delle vere e proprie strutture azien-dali che uniscano la creatività dell’interior designer con quel-le più commerciali della comu-nicazione e del marketing”.
La nostra professione deve diventare più poliedrica e polifunzionale, trovando alleanze sui fronti della comunicazione e del marketing
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SiStema Logistica
A servizio delle aziende di autotrasporto, ma più in ge-nerale, a favore di una mo-
bilità in sicurezza sulle strade del Friuli Venezia Giulia. Risponde a questa duplice esigenza il nuovo sistema on-line di Fvg Strade per la gestione delle autorizzazioni ai trasporti stradali eccezionali. Atti-vo da metà gennaio sul sito www.trasporti.fvgstrade.it, “Trasporti eccezionali” rappresenta la gestio-ne digitale completa per i traffici eccezionali lungo la viabilità non solo della regione, ma anche del vicino Veneto, con la possibilità di elaborare direttamente dalle sedi delle società di autotrasporto tutta
Fvg strade attivo il SiStema completamente on-line per la geStione dei traSporti Stradali di grandi dimenSioni lungo la rete regionale
la pratica di richiesta, pagamento e ricevimento dell’autorizzazione.
È stata, dunque, eliminata la procedura cartacea, con innega-bili risparmi di tempo per le im-prese e per chi deve autorizzare il trasporto.
modello collaudato
Il sistema scelto dalla società regionale che gestisce la rete ex statale è lo stesso adottato dalla Provincia di Venezia e da Veneto Strade, ed è già ampiamente col-laudato da diversi gestori che a loro fanno riferimento. L’azienda o l’agenzia possono, così, inserire
Anche il pagamento viene calcolato automaticamente e può essere liquidato con carta di credito
Più semplice l’eccezionale
Il direttore generale di Aeroporto Fvg Spa, Paolo Stradi, ha ricevuto la designazione di International airport professional (Iap). Si tratta del più elevato riconoscimento professionale messo a punto da Airport Council International e International Civil Aviation Orga-nisation, ovvero i più prestigiosi organismi aeronautici mondialiLa designazione di Stradi fa seguito a un percorso formativo articolato e particolarmente approfondito, che ha riguardato tutti gli aspetti della gestione di un aeroporto. I corsi, tenuti nell’ambito dell’Airport Management
Forte imPegno Su qualità e Sicurezza
aeroPorto FVg
Qualifica di preStigio per il direttore Stradi
presidente della società aeroportuale Sergio dressi.- è un motivo di orgoglio. Nonostante le dimensioni medio-piccole dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, grande attenzione viene prestata ai temi della qualità e della sicurezza, nonché ai sempre più scottanti temi ambientali. Il riconoscimento conseguito da Stradi rappresenta un segnale concreto e tangibile di questo impegno”.
Il presidente giorgio Santuz, la sua vice arianna dreossi e l’assessore riccardo riccardi
International airport professional (Iap). Si tratta del più elevato riconoscimento
via web la propria richiesta, fir-marla digitalmente e il sistema calcola automaticamente tutti gli importi dovuti, dando la possibi-lità di pagarli con carta di credito o bollettino postale. L’autorizza-zione viene emessa on-line e può essere scaricata in qualsiasi mo-mento da Internet.
“Un’importante risposta alla categoria dell’autotrasporto – hanno osservato l’assessore re-gionale Riccardo Riccardi e il presidente della società Giorgio Santuz - che darà la possibilità di rendere possibile un trasporto fino alla destinazione finale con un’unica procedura”.
Professional Accreditation Programme e rivol-ti esclusivamente a figure apicali del mondo aeronautico, si sono svolti sia in aula che on-line. Complessivamente, il percorso for-
mativo è durato oltre dodici mesi, con l’obbiettivo di migliorare la conoscen-za e la capacità di aspetti quali la
sicurezza, l’efficienza, la qualità e la responsabilità sociale e ambientale. Stradi è il primo dirigente aeropor-tuale italiano a raggiungere questo ambito traguardo.
“Il fatto che Paolo Stradi sia stato il primo dirigente aeroportuale italiano a conseguire questo riconoscimento – ha commentato il
Paolo Stradi
(foto Altran)
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Da quindici anni Qnet Srl di Codroipo opera nel settore informatico e tecnologico,
offrendo un’ampia gamma di servi-zi e prodotti pensati per risolvere le esigenze specifiche di ciascuno dei propri clienti, mediante l’aggiorna-mento costante e l’applicazione de-gli sviluppi tecnologici del settore. Così, le aree d’azione di Qnet si sono molto ampliate nel corso degli anni tanto da garantire un servizio a 360 gradi ai clienti, costituiti da ditte private ed enti pubblici, oltre che da multinazionali in Italia e all’estero.
Più precisamente, esiste l’area “assistenza” (corsi, consulenza, assistenza tecnica, disaster reco-very), l’area “reti” (intranet, extra-net, internet), l’area “servizi di data center” (hosting, housing, domini, asp), l’area “e-security”, l’area “web” (siti web, database on-line, portali), l’area “e-commerce” (soluzioni B2B e B2C), l’area “software” (per ana-lisi dati, applicazioni marketing e gestionali, gestione documentale e così via) e l’area “automazione industriale”. In quest’ultima sono particolarmente prestigiosi i siste-
Tecnologia a 360 gradiQnet - L’azienda di Codroipo garantisCe ai propri CLienti, imprese ed enti pubbLiCi, Lo sviLuppo di tutti i servizi informatiCi, studiando soLuzioni ad hoC
mi di monitoraggio remoto realiz-zati in tutta Europa e anche nel ter-ritorio friulano, come ad esempio il sistema di controllo della galleria stradale di Tors, tra Forni Avoltri e Rigolato, e il sistema di controllo e monitoraggio delle miniere di Cave del Predil.
La filosofia aziendale è da sempre improntata al continuo investimen-to nella ricerca e nel miglioramento degli strumenti e delle soluzioni da proporre. Per garantire la qualità delle proprie attività, l’azienda da diversi anni ha certificato i proprio
1996Anno di
fondazione
20Numero di dipendenti
2Milioni di euro
di fatturato
aziende terziario
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Fiore all’occhiello sono i sistemi di monitoraggio remoto, realizzati oltre che in Friuli, anche in tutta Europa
processi di progettazione e produ-zione e fornitura di servizi a norme Iso9001:2000. Considera, inoltre, prioritari l’aggiornamento, la for-mazione e la distribuzione della conoscenza tra gli addetti. Proprio per questo Qnet ha attivato un pro-prio laboratorio di ricerca, denomi-nato QLab, con sede a Trieste, dove vengono quotidianamente studiati e sperimentati, anche in collabora-zione con le Università, una serie di progetti volti a ottenere dei prodotti altamente innovativi da proporre al mercato. Il responsabile della ricer-
ca e sviluppo, nonché vicepresiden-te della società, Massimo Belluz, svela alcuni dettagli di questi pro-getti.
“Abbiamo – spiega - recentemen-te progettato e realizzato, per esem-pio, una stazione di saldatura laser robotizzata e completamente auto-matizzata di grande potenza e dimensioni per un prima-rio gruppo italiano che la utilizzerà per realiz-zazioni nel settore pe-trolchimico e nuclea-re. Tale soluzione, già in funzione, è appena uscita dal periodo di segretezza industriale e iniziano comparire gli ar-ticoli scientifici sulla innova-tività della nostra realizzazione. Un altro interessante esempio recente è stato l’incarico a progettare e realiz-zare un complesso sistema di moni-toraggio sotterraneo di un tratto cri-tico della miniera di Cave del Predil, dove, dato il difficilissimo contesto, abbiamo dovuto applicare soluzioni assolutamente innovative abbinate
I soci di Qnet all’interno di Qfarm, il data center realizzato nel 2005
a una progettazione molto attenta alle possibili difficoltà in cantiere”.
Nel corso degli anni Qnet ha re-alizzato importanti lavori a livello nazionale e internazionale, acqui-sendo una serie di referenze di tutto rispetto.
“Tra i progetti svolti - dichiara il presidente della società Dome-
nico Mangiacapra – pos-siamo citare alcuni siti
web di trasmissioni della Rai, il sistema di controllo dell’acque-dotto di Brcko in Bo-snia, il sistema di con-
nessione in fibra ottica degli uffici spiaggia di
Lignano Sabbiadoro per la prenotazione on-line dei
servizi balneari, sistemi di robotiz-zazione unici in Europa”.
“Comunque – conclude il diretto-re tecnico dell’azienda, Antonello Mangiacapra - la nostra migliore referenza è data dal rapporto quo-tidiano del nostro preparatissimo e qualificato personale con gli oltre 600 clienti serviti”.
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L’agenzia Boscolo Design na-sce nel 1990. Il fondatore e oggi socio di riferimento,
Ivano Boscolo ha iniziato il suo percorso professionale nel 1981 maturando negli anni un’ampia esperienza nella comunicazione aziendale e di prodotto.
“Per comunicare con successo con il consumatore – commenta - non basta più essere competitivi in termini di qualità del prodotto, innovazione, prezzo o servizio. Oggi è necessario essere in costan-te relazione con il nostro target e la marca è il trait d’union, il filo diretto con l’interlocutore scelto. La marca è l’entità dinamica che si muove al passo con il suo pubblico, anticipando le sue necessità, i suoi sogni e desideri”.
dai valori all’immagine
Boscolo Design Partners, van-ta una forte specializzazione nel packaging design per i settori del food e del beverage. Nel tempo ha maturato esperienze importanti anche in altri settori, affinando le proprie competenze nella co-struzione e gestione di sistemi di comunicazione di marca. È, così, brand consultant per diver-se aziende nazionali internazio-nali, rappresentando un’agenzia capace di affiancare la direzione dell’azienda, in termini strategici e creativi utili ad analizzare, in-terpretare e tradurre in immagini i valori che connotano in modo di-stintivo un’azienda o un prodotto,
Boscolo Design - L’agenzia udinese è speciaLizzata neLL’ideazione di soLuzioni per packaging e nei settori food e beverage, facendo consuLenza a marchi di LiveLLo nazionaLe
Questione di brand
il test dell’assaggio
L’attività dell’agenzia nutre una particolare attrazione per tutti quei prodotti o aziende dove in qualche
modo i cinque sensi sono maggiormente sollecitati. I suoi creativi, così, si trovano sempre più spesso a ‘pro-vare’ il prodotto, che sia un’acqua minerale, un caffè o un contenitore per la raccolta differenziata. Quest’ap-proccio, di tipo polisensoriale, aiuta il team a compren-dere meglio i bisogni da soddisfare e quali sensi andare a stimolare per creare più consenso emotivo.I servizi offerti dall’agenzia, forniti completamente dallo staff interno o con la collaborazione di professionisti esterni, comprendono: brand strategy e progetti di comunicazione integrata, naming, creazione di marchi e logotipi, coordinamento dell’immagine visiva, below the line, packaging, allestimenti, multimedia design, progettazione siti web, eventi e press office.
servizi a 360°
creatività stimoLata daLLa prova sensoriaLe
ivano Boscolo, titolare dell’agenzia, ha iniziato il suo percorso professionale nel 1981
1990Anno di
fondazione
e repertori segnici autentici. L’es-senza dell’attività di Boscolo De-sign Partners può essere riassun-ta sostanzialmente in tre parole: comprensione, scoperta, esecu-zione”.
Nonostante i generali grandi sbalzi economici degli ultimi tem-pi, il trend dell’agenzia infatti ha consolidato i suoi valori, con un fatturato in crescita.
“Per questo Boscolo Design Partners – conclude il suo titola-re - intende continuare lungo il percorso di una costante crescita culturale, professionale e tecnica, attraverso un continuo aggiorna-mento e studio e una particolare attenzione agli stimoli esterni del-la società e del mercato”.
un servizio specializzato per vin-cere le sfide competitive dei mer-cati, fondato sulla ricerca creativa e i rigorosi principi del design.
“Un’azienda o un prodotto – continua Boscolo - sono composti da valori, storia, passioni, sogni e ambizioni. È dall’anamnesi di questi elementi che parte il lavoro dell’agenzia per costruire quello scenario comunicativo, quel luogo privilegiato di dialogo, quel punto di contatto così importante e vita-le tra prodotto e consumatore. Il nostro lavoro consiste nel proget-tare queste relazioni, cercando di suscitare sempre la giusta dose di curiosità e attenzione, guidando la marca verso il successo, attra-verso l’uso di codici comunicativi
così e’ nata “vernice Fresca”
Recentemente Boscolo Design Part-ners ha inaugurato un nuovo spazio
dedicato all’arte e ai giovani talenti: “Vernice Fresca” è una sala mostre all’interno dell’agenzia aperta a esposi-zioni di artisti emergenti per supportare la cultura artistica contemporanea e lo sviluppo di idee a sostegno delle nuove generazioni. L’agenzia sarà anche partner del progetto Spac Fvg “Ma dici a me?” della neo associazio-ne culturale, curato da Paolo Toffolutti e sostenuto dai Comuni di Udine e Buttrio e dalla Regione.
giovani talenti
aLLestita una saLa mostre interna
aziende Terziario
Nonostante la crisi, il trend aziendale è di crescita costante
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Opere storiche del Gutai, dell’Azionismo, dell’Arte Povera, della Transavan-
guardia, del grande Informale Europeo, del Graffitismo ame-ricano, del Cinetismo-Optical Art, dell’Espressionismo astratto americano, del Nouveau Reali-sme, dell’Arte Contemporanea Cinese ed estremo-orientale, delle grandi avanguardie inter-nazionali che portano la firma di autori presenti nei più prestigio-si musei d’arte moderna e con-temporanea. Oggetti desiderati ardentemente dai collezionisti più raffinati, sempre a caccia del pezzo giusto per arricchire la propria collezione. Dove trovar-li? La risposta è semplice. Né da Sotheby’s, né da Christie’s e né tantomeno da Philips de Pury, bensì tra le mura di palazzo Scaini, nella casa d’aste e galleria udinese Artesegno.
Artisti di ieri e di oggi
Si tratta di una realtà friula-na che forse non tutti conosco-no, ma che sorprende per la sua complessità e ricchezza, per l’ampia proposta di opere d’ar-te capace di soddisfare persino l’esperto più informato e prepa-rato. Nata nel 1991 come galleria, nel tempo ha saputo sviluppare un programma che abbraccia sia artisti storicizzati, sia quelli più attuali nazionali e internaziona-li, soprattutto della nuova figura-zione degli Anni ’90 e Duemila. Una scelta che si è subito dimo-strata vincente e che ha condotto Artesegno verso una crescita co-stante, anche grazie alla preziosa collaborazione con musei, istitu-ti ed enti pubblici, sfociata poi
Anche Udine batte l’arte
Una sensibilità che ha sempre ricercato l’eccellenza e che ha spinto Artesegno a fornire pure servizi di consulenza speciali-stica nel settore per garantire all’appassionato d’arte le infor-mazioni e gli strumenti di lettura fondamentali per comprendere il valore effettivo e potenziale di un investimento in campo arti-stico che, attraverso una com-petente assistenza, può rivelarsi molto proficuo.
visione AnticipAtA
L’acquisto in asta, per chi non lo sapesse, può infatti rappresen-tare un ottimo affare visto che le cifre di partenza sono nettamen-te più contenute rispetto a quel-le di mercato. A ciò si aggiunge un’opportunità di scelta molto ampia, con circa 600 opere pre-sentate in ciascuna asta, e prez-zi che variano dai 50 ai 100mila euro, con la garanzia di poter vi-sionare in qualunque momento prima dell’asta ciò che si deside-ra acquistare.
Aziende Terziario
in numerose mostre realizzate con l’aiuto della Galleria d’Arte Moderna di Udine, della Bien-nale d’Arte di Venezia, dei Mu-sei Civici di Vicenza, del Museo d’Arte di Trento e Rovereto, della Mestna Galerija di Lubjana, dei Musei Civici di Palmanova, del Palazzo Frisacco di Tolmezzo e di molte altre istituzioni. È, però, nel 2008 che arriva la vera svolta e l’importante affermazione sul mercato. È questo, infatti, l’an-no in cui Artesegno diviene una vera e propria casa d’aste, con-quistandosi un ruolo da protago-
nista sia in Italia, sia nel resto del mondo e distinguendosi dalle altre realtà del settore per l’esem-plare offerta in-dirizzata verso le grandi avanguardie internazionali dal secondo dopoguer-
ra a oggi e per le molteplici pro-poste sull’arte del Novecento, provenienti spesso da note col-lezioni.
arTesegno - nAtA come gAlleriA, collAborAndo con importAnti istituzioni culturAli itAliAne ed estere, si è sviluppAtA diventAndo unA verA e propriA cAsA d’Aste
A ogni incanto proposte circa 600 opere di valore fino a 100mila euro
La sede della galleria è in via Gervasutta, nella periferia sud della città
Un’opera di Giuseppe Santomaso
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Puntare sulla qualità non ba-sta: per aggredire i mercati più progrediti è necessario
certificarla. La ‘patente’ può essere rilasciata anche da un importante istituto che ha sede proprio in Friuli e che, specializ-zatosi nel corso dei de-cenni nel settore legno-arredo, oggi può spaziare su molti altri settori, in particolare l’agroalimentare. Presieduto da Ro-berto Snaidero e guidato dall’Ad Angelo Speranza, il Catas di San Giovanni al Natisone è stato meta recentemente di visita da parte dei rappresentanti dell’amministrazio-ne regionale.
Insegnare a vendere
“Il prodotto c’è – ha commentato l’assessore alle Attività produttive, Federica Seganti - gli imprenditori bravi anche, ora si tratta di aggredire il mercato. Il Catas è una realtà che attesta la qualità della produzione regionale nel comparto del legno-arredo. Ora, però, occorre aiutare questo sistema a migliorare la pro-mocommercializzazione dei suoi manufatti all’estero con l’obiettivo
Qualità col bollino
Aziende Terziario
di recuperare così mercati già noti o conquistarne altri, in modo da agganciarsi alla ripresa derivan-te dall’incremento della domanda estera”.
All’attività di controllo sui mobi-li, che tra l’altro il Catas svolge da vent’anni per Ikea e, per quanto ri-guarda le emissioni di formaldeide e piombo, per la California e in gene-rale per gli Usa, si associa quella nel
settore agroalimentare.
busIness a tavola
“In questo settore – ha dichiarato l’as-
sessore all’Agricoltu-ra, Claudio Violino - le
prospettive sono buone e ci stiamo investendo, cercando di
arrivare a un marchio unico di qua-lità regionale attraverso il coordina-mento di tutti i laboratori coinvolti, dall’Università all’Ersa, al Catas stesso”.
Il Catas, che ha 42 dipendenti, ha sottoposto a controllo nel 2010 quasi 21mila campioni, di cui oltre ottomila nei settori dell’ambiente e dell’agroalimentare. Con l’obiettivo di razionalizzare i diversi interventi ha deciso la costruzione nella sede principale di San Giovanni al Nati-sone di un nuovo edificio di quasi tremila metri quadrati che ospiterà i laboratori e gli operatori che oggi si trovano a Pradamano, mentre un altro laboratorio ha sede a Lissone in Lombardia, mentre all’estero il Ca-tas ha contribuito a dar vita ad ana-loghe esperienze in Cile e in Egitto.
Il centro di San Giovanni al Natisone, che conta 42 dipendenti, sta investendo su nuovi spazi per i laboratori
Dalla specializzazione storica nel settore legno-arredo, il Catas ha sviluppato anche il settore agroalimentare e ambientale
CaTas - Per AggAnciAre lA riPresA nei mercAti Più Progrediti è necessArio gArAntire i ProPri Prodotti, mA Anche sAPerlo comunicAre il Progetto hA
coinvolto dodici Pmi
fIlIera CertIfICata
Si è concluso nel distretto della sedia
il progetto “Filiera Iso 9001” rivolto alle azien-de della subfornitura e proposto dall’Asdi. Le 12 imprese che hanno scelto di aderire, impe-gnandosi a effettuare un percorso virtuoso per ot-tenere in forma aggrega-ta la certificazione, han-no seguito in aula le 60 ore di formazione tenute dal consulente Mario Moretti. Il percorso della certificazione “multi-sito” terminerà a marzo 2011; il prossimo step sarà la visita dell’ente certifi-catore che, nell’arco di tre anni, ispezionerà sia l’Asdi, sia un campione di aziende.
“Pensavamo di perdere per strada un 20% delle adesioni - ammette Mo-retti - inizialmente, infatti, c’era scetticismo. Poi, a ogni lezione gli imprendi-tori diventavano sempre più partecipi e interes-sati, fino a coinvolgere anche i propri collabo-ratori nella partecipa-zione della formazione. Un’evoluzione che ci ha piacevolmente sorpre-so e che è sintomo di crescita culturale”.
asdI sedIa
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Il modello battezzato CaterHome è molto semplice, ma finora praticamente assente in regione
diventando a piccoli passi veri e pro-pri esperti del gusto; tra loro anche Egidio, papà di Pio Costantini, oggi titolare dell’impresa. Nel 1976 venne fondata la società Costanti Ristoran-ti Snc che prese in gestione anche il ristorante “Diana” e il “Fogolar” di Tricesimo. L’avventura di Pio inizia negli Anni ’80, a soli 19 anni, quan-do assieme al padre prese le redini della società. In un ottica di ascolto delle sempre nuove esigenze della clientela nasce in quegli anni il ser-vizio di catering, diventato oggi fon-damentale per l’azienda: nel 2009 è stata costituita, infatti, Cater–ring Srl con sede a Tarcento. Nell’88 i Co-stantini acquisiscono il ristorante, oggi conosciutissimo, di Collalto di
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L’evoluzione del catering
Il titolare Pio Costantini assieme allo chef Silvio Di Giusto
del catering
Aziende Terziario
Catering non solo alle cerimo-nie, alle convention o ai matri-moni, ma anche a casa propria
per una cena esclusiva e particolare. È quanto propone l’albergo ristorante “Costantini” di Collalto di Tarcento, che accanto alla tradizionale attività di ristorazione, nel corso degli anni ha saputo evolversi fino alla recente novità: il CaterHome.
Di cosa si tratta? È un’idea molto semplice ma allo stesso tempo stuz-zicante. Grazie a un menu creato ad hoc, i buongustai residenti nella provincia di Udine possono ordina-re comodamente da casa la cena per se, per gli amici, per la famiglia e un responsabile del ristorante la conse-gnerà spigando anche i segreti per scaldarla e impiattarla nel modo più giusto. È un servizio che desidera incontrare le esigenze di coloro che hanno poco tempo a disposizione da dedicare in cucina, ma che sono come si dice delle “buone forchette”.
mezzo SeColo Di Storia
La storia del ristorante Costanti-ni inizia nel secondo dopoguerra, quando quattro di undici fratelli ini-ziarono a operare nella ristorazione
Tarcento. Parola chiave per la fami-glia è sempre stata la ricerca verso gusti ricercati e nuovi con prodotti di qualità del territorio. Accanto al buon cibo, non manca inoltre il buon vino: la cantina vanta, infatti, 15mila bottiglie con 750 referenze diverse di cui molte a “km zero”, in quanto provenienti dalle aziende vitivinico-le del Tarcentino.
Lo staff è composto da 19 persone a tempo indeterminato e 15 con con-tratto a chiamata.
qui Si manGia friulano
Il piatto tipico per il quale il risto-rante è maggiormente conosciuto è la tartara, sia essa di verdure, di pe-sce, di carne o di frutta. L’azienda, inoltre, ha ricevuto sia nella prima edizione negli Anni ’80, sia in quel-la più recente di quest’anno, la targa della Camera di Commercio di Udine “Qui si mangia friulano”.
Anche il servizio CaterHome nasce, quindi, sotto i migliori auspici. Pio Costantini sottolinea, infatti, come sia in realtà un servizio molto sem-plice che, però, risulta praticamente assente in regione nell’ambito della ristorazione. In realtà con il giusto sa-per fare e i piatti più adatti è possibile rendere la cena a casa suggestiva e gustosa come in ristorante.
albergo risToranTe CosTanTiniL’AziendA di CoLLALto di tArCento, ACCAnto ALLA trAdizionALe ristorAzione e Ai servizi esterni per Cerimonie e Convention, LAnCiA LA “CenA A CAsA propriA”
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Se volete riscoprire i sapo-ri della tradizione, in un ambiente familiare e a
stretto contatto con la natura, la meta ideale è l’Agriturismo “Sot la napa” di Pesariis, che offre alloggio, ristoro e la pos-sibilità di acquistare i prodotti tipici di produzione propria.
“L’attività – racconta la tito-lare, Eliana Solari - è nata nel 1995 come azienda agricola. Fin dall’inizio, ci siamo dedi-cati alla coltivazione biologi-ca certificata Imc, vendendo frutta e ortaggi freschi o lavo-rati, sotto forma di confetture o conserve”. Nei primi tempi, il piccolo spaccio era all’inter-no della abitazione privata.
vecchia casa signorile
“Avevamo in mente – conti-nua Solari - un obiettivo pre-ciso: recuperare una vecchia casa signorile, chiusa ormai da almeno vent’anni e uti-lizzata come deposito. Dopo lunghe traversie, nel 2004 sia-mo riusciti a realizzare il no-stro sogno, dando vita all’agri-turismo, che dispone anche di quattro camere da letto”.
“La struttura è stata restau-rata cercando di mantenere
1995Anno di
fondazione
aggiunge Solari -. Per questo, su prenotazione, accompa-gniamo i clienti in passeggiate a tema. Tra le proposte, la ‘Fat-toria didattica’, impostata an-che sul riconoscimento delle piante spontanee, la raccolta e il loro utilizzo in cucina, op-pure il ‘Percorso degli orologi’, che caratterizzano la nostra realtà fin dal 1600”.
Dal 31 gennaio, l’azienda riapre dopo la pausa di inizio anno.
“Chi desidera venirci a tro-vare – conclude la titolare - ci trova tutti i fine settimana, quando è aperto anche lo spaccio dei nostri prodotti”.
Silvia De Michielis
Anche i palati più attenti non rimarranno delusi dall’offerta gastronomica dell’agritu-
rismo “Sot la napa” di Pesariis, che dal 2007 è inserito nell’elenco delle “Osterie d’Italia” di Slow Food Editore. “La nostra cucina – illustra la titolare eliana solari - è semplice, ma curata, in particolare per quanto concerne la scelta delle materie prime, la maggior parte delle quali biologiche e tipiche. Il menu varia a seconda delle stagioni, anche se cjarsons, blecs e frico non mancano mai. L’idea
antiche ricette in tavola
fatto in casa LocaLe segnaLato da sLow Food
le camere, abbiamo puntato al recupero di mobili antichi, mescolati con elementi nuovi per rendere ogni stanza diver-sa dalle altre”.
passeggiate a tema
Per chi desidera scoprire i segreti della Val Pesarina, poi, i titolari sono a disposizione per visite guidate.
“La nostra attività è stretta-mente radicata sul territorio –
I titolari sono a disposizione anche per visite guidate del borgo e della fattoria didattica
aziende Terziario
le caratteristiche architetto-niche originarie. Le fonda-menta dell’edificio – spiega la titolare – risalgono al ’500, a dimostrazione che questa è stata una delle prime costru-zioni del paese. Una parte del-la casa, poi, rispecchia la ti-pologia di abitazioni signorili della Carnia del ’700 in pietra e legno, ma non sfuggono gli influssi veneziani nei portali e nei dipinti. La zona del fo-golâr, infine, risale all’800. Per
Ospitalità senza tempo
SoT la napaa Pesariis, Paese degLi oroLogi, L’agriturismo oFFre aLLoggio e ristoro aLL’insegna deL bioLogico e deLLa tradizione
è quella di riscoprire vecchie ricette della tradizione, rivisitan-dole all’occorrenza con l’uso di erbe, fiori e frutti spontanei”. Sapori e profumi che i clienti possono anche portare a casa, sotto forma di conserve vegetali (crauti, zucchine con cipolla, antipasto in agrodolce e ‘radic di mont’), confet-ture dolci (di lamponi, fragole, mirtilli di bosco, prugne, mele, menta, zucca e zucchine), sciroppi di fiori o bacche di sambuco, tarassaco, menta, mirtilli di bosco e lamponi e succo di mela.
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Focus Formazione
La formazione è strategica per l’economia e per questo un dialogo costante consente di
affinare l’offerta di conoscenza, ri-uscendo a interpretare l’andamen-to del mercato. Molto si sta facendo in questa fase di crisi, ma alcuni elementi sono ancora migliorabili, come indica il direttore di uno degli enti di formazione in regione, Paola Stuparich, alla guida dell’Enaip.
Qual è il ruolo attuale degli istituti di for-mazione in Friuli Venezia Giulia?
“La mia può sembrare una rispo-sta di parte, ma sono convinta che il ruolo degli enti di formazione pro-fessionale nella nostra regione sia davvero importante per lo svilup-po del territorio e che gli enti stessi siano un patrimonio educativo e formativo indiscutibile. Contribui-scono, infatti, all’occupabilità delle persone in cerca di lavoro, sosten-gono la crescita formativa di coloro i quali sono esposti a rischio di esclu-sione sociale, migliorano l’accesso e la posizione all’interno del mercato del lavoro della cittadinanza, assol-vono, con i percorsi di istruzione e formazione, all’obbligo scolastico. Svolgono, infine, un significativo ruolo di orientamento e sostengono le persone in momenti comples-si della loro vita, consapevoli delle grandi aspettative che ogni persona ha quando, mettendosi in gioco, ini-zia un percorso formativo”.
L’offerta formativa riesce a stare al passo con i mutamenti economici e le richieste del tessuto imprenditoriale?
“È una sfida, non c’è dubbio. So-prattutto nel periodo di crisi che stia-mo vivendo. I profondi cambiamenti del mercato del lavoro impongono al sistema della formazione una capaci-tà di adeguamento immediata. Credo
Più dialogo di sistema
che il nocciolo della questione risieda, tra le altre cose, nella scarsa efficacia degli strumenti di analisi dei fabbi-sogni delle imprese. Credo anche, però, che scaricare sulla formazione la responsabilità di ciò sia un lasciar-si andare a comodi cliché. Siamo un po’ tutti responsabili di una generale debolezza del sistema di intercon-nessioni tra gli organismi che inter-vengono nel territorio, ma siamo an-che continuamente al lavoro per fare rete, per stringere partnership forti, per intessere relazioni profittevoli per il mercato locale: ne sono prova, ad esempio, le diverse associazioni temporanee di impresa e i diversi poli formativi in cui siamo presenti con un ruolo attivo, spesso di leadership operativa e manageriale”.
Come deve mutare il sistema formativo regionale?
“Credo che il sistema della for-mazione abbia intrapreso la strada giusta: il periodo difficile che stiamo attraversando richiede a tutti una responsabilità particolare. Niente autoreferenzialità, molto lavoro e molto impegno, più sinergie e col-laborazioni. Dobbiamo essere in grado di diversificare, di rispondere sempre meglio alle esigenze che il mercato richiede. Dobbiamo dialo-gare con tutti gli attori del territorio. Dobbiamo essere ‘più sistema’. Dob-biamo innovare le nostre metodo-logie didattiche ed essere sempre al passo con i tempi”.
Alla Regione cosa potete chiedere?“Quello con la Regione è un ot-
timo rapporto: serio, costruttivo e collaborativo. Lo attestano i risul-tati e penso prioritariamente all’ap-prendistato, ai percorsi di I e FP, alle attività rivolte alle persone in cassa integrazione in deroga o in mobilità.
Assieme alla Regione credo, però, sia oggi importante operare sul fron-te dell’innovazione degli strumenti di rilevazione dei fabbisogni forma-tivi, sulle politiche di orientamento, sul riconoscimento delle competen-ze e sulla valorizzazione delle certifi-cazioni. Senza tralasciare una strada già intrapresa di semplificazione ge-stionale e amministrativa, che ponga al centro soprattutto gli allievi”.
Per cosa si distingue l’Enaip?“Credo di poter affermare che le
competenze professionali presenti in Enaip ci rendano una realtà formati-va di grandissimo valore. Lavoriamo moltissimo sull’aggiornamento delle nostre risorse, non ci sottraiamo mai a nuove sfide, non scegliamo mai le soluzioni più semplici. Oggi siamo un ente che risponde a tutte le tipolo-gie formative, che interviene su tutto il territorio, che partecipa a interventi transnazionali”.
enaip FvgL’ente continua a rispondere aLLe esigenze deL sistema economico, anche in uno scenario di crisi, ma chiede che siano aFFinati gLi strumenti di anaLisi dei Fabbisogni deLLe imprese
Paola Stuparich dirige l’ente formativo presente in tutte le province della regione
Puntiamo adaggiornare con continuità le nostre risorse e non ci tiriamo indietro davanti a nuove sfide
Paola Stuparich
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La Slovenia ci ha abituato a vederla bruciare le tappe: dall’indipendenza, all’in-
gresso nell’Ue, all’introduzione dell’euro. I nostri vicini corrono anche sul percorso dell’innova-zione, in particolar modo quella applicata al business. Una dei poli di questa dinamica virtuosa è il Parco Tecnologico di Lubiana, che viene raccontato direttamen-te dal suo direttore Iztok Lesjak.
Quali sono oggi i principali numeri del vostro Parco tecnologico?
“Il parco, creato nel 1995, è un’isti-tuzione a supporto dell’economia. Si è dotato di un’organizzazione moderna per raggiungere diversi obiettivi: promuovere la cultura
imprenditoriale, sostenere inizia-tive imprenditoriali, accelerare la crescita dei marchi esistenti, fornire servizi di consulenza. Nel corso del 2010 ha rappresentato un ‘ombrello’ allo sviluppo per 263 imprese, delle quali 101 sono state qui incubate negli ultimi tre anni. Si tratta tutte di start-up, mentre 13 aziende sono spin-off di università e istituzioni di ricerca.
Attualmente il numero di occu-pati nelle aziende insediate nel parco ha raggiunto il numero di 1.200. Nel corso del 2010, infine, sono stati registrati 11 brevetti e ideati 134 nuovi prodotti”.
Quali sono i più importanti risulta-ti che avete ottenuto in questi ultimi anni?
“Le tappe del nostro percorso, partendo dal 1995, hanno riguar-dato nel 1999 la creazione di un nostro fondo finanziario per il credito alle imprese, nel 2003 l’ingresso del Comune di Lubiana nella compagine societaria, nel 2004 la redazione del progetto del-le strutture che ospitano il parco e nel 2007 l’inaugurazione dei primi quattro edifici, realizzati grazie anche al sostegno di fondi europei, per un investimento complessivo che ha raggiunto i 42 milioni di euro”.
Quali sono le vostre fonti di finanzia-mento?
“Il Parco Tecnologico di Lubiana è una società privata che reperisce sul mercato la maggior parte delle
a l p e a d r i a
Parco tecnologico di lubianaIn pochI annI è nato e crescIuto un polo dI rIcerca e servIzI al servIzIo dell’economIa e che oggI Impegna 1.200 persone
AustriAci buoni turisti
Secondo una recente ricerca condotta dalla compagnia di as-
sicurazioni triestina Generali, circa un giovane austriaco su tre avrebbe dichiarato di voler spendere più denaro durante le vacanze dell’anno appena cominciato. L’analisi si è basata su un campione di mille ragazzi e ragazze di età inferiore ai 30 anni, all’interno del quale solamente il 19% avrebbe affermato di voler spendere lo stesso ammontare del 2009.
scommessA sul mArketing
Grazie a una crescita degli arrivi turistici del 7% nel 2010, la
Croazia si colloca al quarto posto nel mondo delle mete turistiche, in coda a Corea del Sud, Cina e Germania. Il set-tore è strategico, quindi, per l’economia del vicino Paese e l’ente del turismo nazionale (Htz) ha annunciato per l’anno appena iniziato un piano di promozione da 30 milioni di euro.
montenegro Ai rAggi x
Grazie a un pro-getto di coopera-zione internazo-nale, cofinanziato
anche dalla nostra Regione, in Montenegro per la prima volta è stata fatta un’analisi satellita-re delle condizioni ambientali della zona costiera di Cattaro, per valutare la sostenibilità della maricoltura. Lo studio è stato realizzato dalla Dermap, azienda guidata da Daniele Gu-lic ad alto contenuto innovativo incubata nel Parco tecnologico di Udine. Secondo la respon-sabile scientifica dell’azienda, Romina Zamboni, la tecnica utilizzata, per la prima volta in Europa, consente di program-mare il corretto utilizzo delle risorse marine dell’area.
Grazie a una crescita degli arrivi turistici del 7% nel 2010, la
Dal 2007 operativi i primi edifici, grazie a un investimento di 42 milioni
iztok lesjak è il direttore della società privata che gestisce il Parco alle porte della capitale slovena
Innovazione alla slovena
rketing Grazie a una crescita degli arrivi turistici del 7% nel 2010, la
Croazia si colloca al quarto posto nel mondo delle mete turistiche, in coda a Corea del Sud, Cina e Germania. Il set-tore è strategico, quindi, per l’economia del vicino Paese e l’ente del turismo nazionale (Htz) ha annunciato per l’anno appena iniziato un piano di promozione da 30 milioni di
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proprie entrate. Queste derivano dalla vendita e affitto degli spazi alle imprese, dai progetti nazionali ed europei e dai servizi professio-nali che offriamo sul mercato”.
Quali sono, secondo lei, i maggiori problemi che dovete affrontare?
“I principali ostacoli che stiamo incontrando, nel fornire servizi di sostegno alle imprese, sono la mancanza o la disponibilità ridotta di risorse finanziarie per le start-up, soprattutto nel campo
del capitale di avviamento e nelle borsa di studio per futuri impren-ditori; strumenti che consentireb-bero, invece, di aumentare il nu-mero e la portata delle iniziative”.
Quali sono i vostri rapporti con il mon-do universitario?
“Lo spirito imprenditoriale in ambito accademico è necessario per migliorare il contesto impren-ditoriale e mettere i risultati della ricerca sul mercato. Pertanto, la necessità di una stretta relazione e collaborazione o la creazione di spin-off tra le attività accademi-che e di ricerca con potenzialità di business sono fondamentali per la crescita economica e il benessere della comunità locale”.
Quali obiettivi vi siete dati per il 2011?
“Puntiamo a un ulteriore raf-forzamento della cultura im-prenditoriale, fornendo servizi specializzati e meccanismi per alimentare il potenziale impren-ditoriale della regione in cui operiamo. I nostri servizi profes-sionali, poi, saranno aggiornati al mutato scenario economico. Inoltre, coltiveremo i rapporti con istituzioni nazionali ed estere, in particolare con l’International
Association of Science Parks, di cui abbiamo assunto la presiden-za della Divisione Europea, per la realizzazione di servizi e progetti per il trasferimento di buone pra-tiche da promuovere”.
Quali sono i vantaggi di fare ricerca e impresa oggi in Slovenia?
“Certamente, la bassa impo-sizione fiscale per le aziende, al 20%, rende molto interessante l’insediamento di nuove imprese ad alta tecnologia. Inoltre, c’è a disposizione un bacino di risor-se umane importante: Lubiana è una città universitaria con 70mila studenti che rendono il clima culturale molto innovativo e stimolante”.
a l p e a d r i a
Con maggiori risorse finanziarie per le start-up, le iniziative potrebbero essere ancora più numerose e di maggiore portata
Friuli europa
InIzIato Il semestre a guIda ungherese
l’unione Fa rotta verSo i partner orientali
Col primo gennaio 2011 ha avuto inizio il così det-to semestre europeo di presidenza dell’Ungheria,
la quale assume per la prima volta tale ruolo. La nuova presidenza ha subito posto, quali priorità, la stabilizzazione dell’economia europea, tramite un procedimento che renda permanente il meccanismo di stabilizzazione già utilizzato nei casi di Grecia e Irlanda, e ciò mediante revisione del trattato di Lisbona; l’allargamento dell’Unione, in particolare focalizzandosi sulla Croazia, Paese candidato dal 2004 e che vede ormai avvicinarsi il momento dell’effettiva adesione nelle fasi finali del nego-ziato; ma ha posto anche l’implementazione delle relazioni con gli altri Paesi limitrofi alla Ue, quali Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldavia, Ucraina e Bielorussia, anche in vista del vertice di maggio del “partenariato orientale”; l’energia, con la presidenza stessa impegnata al relativo vertice, nel quale si discuteranno le migliori strategie per ottimizzare l’approvvigionamento di fonti energetiche, prime tra tutte il gas naturale; infine, sul piano sociale la questione rom, mediante una maggiore utilizzazione delle risorse dei fondi comunitari atti a migliorare lo status qualitativo di vita di questa popolazione.Quindi, com’era prospettabile, l’Europa con la presidenza ungherese continua il proprio avvicina-mento a Est. Non a caso tutte le tematiche principe del semestre ungherese hanno a che vedere con lo sviluppo dell’area orientale dell’Unione, la parte cer-tamente con maggior potenziale, ma anche quella più fortemente bisognosa d’intervento.Ecco, quindi, che dopo la strategia danubiana e del mar Baltico, anche l’intera azione europea trova propulsione nei Paesi centro orientali. Scelta, da un lato, obbligata per migliorare l’integrazione econo-mica e sociale e per avviare nuovi negoziati al fine di allargare ulteriormente la sfera d’influenza di Bruxel-les a territori d’importanza geopolitica fondamentale, nella partita energetica che si dovrà affrontare, e che si sta già facendo, nei confronti di Russia e Medio Oriente. Sfida che vede, tra l’altro e ancora una volta, la nostra regione al centro della scacchiera. Il ruolo del Friuli Venezia Giulia, infatti, può essere di grande peso, quale reale rappresentante dell’Italia e della sua politica estera nell’area, anche alla luce delle nuove strategie di collaborazione volute da Bruxelles e che portano in auge e in prima linea le governance locali prima ancora di quelle statali.
Fabio Cattaruzzi
L’insediamento della presidenza ungherese
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È una moda a b b a s t a n z a recente, che però incontra il pubblico, quella degli alberghi di de-
sign. Bellissimi, sono arredati con pezzi di design prestigioso o eseguito su progetto di noti designer internazionali. Questi hotel escono da quelli che sono usualmente i canoni d’arredo alberghiero, acquisendo detta-gli e forme nel complesso molto avveniristiche o legate all’arte nel più senso ampio del termi-ne. Ce ne sono molti nel mon-
do, sparsi un po’ ovunque; ne ho scelti alcuni che vi presento, invitandovi, se siete interessati, a visionare le immagini sul sito loro Internet.
Il primo è l’Hotel Puerta America di Madrid (http://www.hoteles-si lken.com/hotel-puerta-america-madrid/) che rappresenta un’idea di liber-tà trasformata in realtà, uno spazio d’incontro dove si uni-scono diverse culture e forme di intendere l’architettura e il design. È un’opera che sveglia i sensi dell’ospite, che rompe schemi grazie all’uso di di-versi colori, materiali e forme. Si tratta di un progetto unico
che ha riunito diciannove tra i migliori studi di architetti e designer del mondo, di tredici nazionalità diverse. Originali-tà, lusso, innovazione e libertà formale definiscono un alber-go che stimola e risveglia i sen-si dell’ospite. Ognuna delle sue piante propone un concetto diverso di camera. Tutte gioca-no con diversi materiali, colo-ri e forme con il fine di creare spazi che riuniscono il meglio del design e dell’architettura d’avanguardia e dove la crea-tività e la libertà nello sviluppo
di ognuno degli spazi hanno marcato l’opera. L’Hotel Puer-ta América è, in sostanza, uno spazio eclettico ed audace che non rinuncia al confort.
Il secondo è il Nordic Light Hotel di Stoccolma (http://www.nor-diclighthotel.se/). Dal design particolarissimo, come si evin-ce dal nome, il suo punto di forza è l’esperienza visiva. Nel-le stanze si può personalizzare l’atmosfera luminosa sceglien-do diverse tonalità (come il blu o il verde per il riposo, oppure
Camere con (super) vista
Alberghi di designDa alcuni anni spopola in tutto il monDo la moDa Degli hotel con soluzioni D’arreDamento Di alto livello, uscenDo Dai canoni classici Della ospitalità turistica
di Fabio di bartolomei *
d e s i g n
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Sono diversi gli stili adottati dalle varie strutture, ma sempre utilizzando elementi di ultimissima tecnologia
zione: interni originali, nuovi colori e materiali innovativi. Degli architetti altamente qua-lificati hanno apportato design all’avanguardia ed eleganza in ogni angolo dell’hotel. Così semplice da togliere il fiato, l’hotel propone un’eleganza pratica e un lusso funzionale in un’atmosfera molto vivace e calda tipicamente design-italiana. 170 stanze e suite ampie e moderne pensate per ottimizzare lo spazio la luce e le comodità in un atmosfera trendy, ma amichevole. Tra i servizi vi sono un elegante bar, sala fitness e sale conferenze. L’obiettivo principale del per-sonale dell’albergo è quello di soddisfare ogni esigenza degli ospiti per garantire un soggior-no piacevole nella città eterna.
so quartiere Trastevere, uno dei più antichi rioni di Roma sulla riva destra del Tevere. Sin dalla sua ideazione il Ripa ha voluto differenziarsi dagli altri alberghi classici romani, dando ampia voce alla passio-ne per l’arte e per la cultura, osando proporre un stile mi-nimal e contemporaneo in una città classica. Questa struttura dall’affascinante essenzialità è pervasa da un’atmosfera di eleganza funzionale ed è ca-ratterizzata da una filosofia basata sul concetto dell’evolu-
il rosso per l’energia). Ha otte-nuto il Nordic Swan Ecolabel, etichetta prestigiosa conferi-ta ai prodotti che soddisfano determinati criteri per ridurre l’impatto ambientale. L’albergo vanta, infatti, bassi consumi, propone cibo biologico e ga-rantisce pulizie chemical free. Situato al centro della città, è progettato secondo nuovissimi criteri di design e fa parte assie-me ad altri due alberghi svede-si, della nota catena dei Design Hotel, 147 in tutto il mondo. Da segnalare che l’hotel, oltre
a essere ecologicamente cor-retto, è super cool. È, infatti, gemello con il bar più frequen-tato di Stoccolma, l’Ice Bar del Nordic Sea Hotel, interamente realizzato in ghiaccio; i clienti, all’ingresso vengono dotati di mantella e guanti per resistere al freddo polare!
L’ultimo che vi presento, solo cro-nologicamente, ma non certo per bellezza, è il Ripa Hotel di Roma (http://www.ripahotel.com/). Dall’esclusivo design, l’Hotel Ripa si trova nel famo-
*Industrial & Interior DesignerLibero professionista e docente di design presso la Facoltà di Architettura di Triestein fo@dibar to lome i . comw w w . d i b a r t o l o m e i . c o m
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l a v o r o
di alberto giorgiutti e daniele cattunar *
*Studio Giorgiutti Alberto & Associati
Voucher a llungati, ma non troppo
Buoni lavoroProlungata la sPerimentazione al 31 marzo, anziché come iPotizzato a tutto il 2011, del loro utilizzo in caso di lavoratori già con contratti Part-time e Persone che godono di ammortizzatori sociali
Il 31 dicembre, in base alla legge 191/2009, sarebbe dovuto scadere il periodo sperimentale di utilizzo dei buoni lavoro, più noti come voucher, per i soggetti in
possesso di un contratto di lavoro a tem-po parziale e per i lavoratori percettori di trattamenti di sostegno al reddito. Con il decreto “Milleproroghe” la scadenza della sperimentazione è stata spostata al pros-simo 31 marzo con grande sorpresa degli operatori del lavoro che, nelle bozze del provvedimento, avevano individuato la scadenza nella data del 31 dicembre 2011.
L’oggetto deLLa proroga
Abbiamo già ricordato in un prece-dente articolo come l’utilizzo di questo strumento sia stato esteso anche agli enti pubblici, che ne stanno facendo ampio uso, illustrando le novità che, per il 2010, riguardavano appunto la possibilità per i lavoratori part-time di rendere prestazioni occasionali di tipo accessorio nell’ambito di qualsiasi settore produttivo, con l’unica esclusione della possibilità di utilizzare i buoni lavoro presso il datore di lavoro tito-lare del contratto a tempo parziale.
Era già in vigore nel 2009 e prorogata fino al 2010 la possibilità per i cassinte-grati e i percettori di prestazioni connes-se con lo stato di disoccupazione ordi-naria, mobilità, contratti di solidarietà e trattamenti di disoccupazione, di rende-re prestazioni di lavoro accessorio in tutti i settori produttivi e nel limite massimo di 3.000 euro netti per anno solare. En-trambe le norme sono state prorogate al 31 marzo 2011.
Non è ben chiaro il motivo per cui il Governo abbia voluto estendere queste due fattispecie solo fino a marzo 2011. Di certo, il ricorso all’utilizzo dei voucher in questi due casi ha avuto uno sviluppo
notevole: grazie anche all’allargamento della platea dei committenti, anche Inps, Provincia e altre istituzioni risultano tra gli utilizzatori abituali.
Va ricordato sempre, però, che si tratta
di lavoro occasionale e, in caso di ispe-zione da parte degli organi preposti, può essere contestato come mascheramen-to di lavoro subordinato, nella migliore delle ipotesi a chiamata, con l’obbligo di pagamento della differenza contributiva e rischio per il lavoratore, specie se pen-sionato, di assoggettamento a tassazione ordinaria.
Chiarimenti deLL’inaiL
L’istituto, nel tentativo di colmare dei vuoti normativi, ha voluto intervenire
attraverso due semplici note a defini-re la libertà nella determinazione del compenso e il concetto di occasiona-lità. Ha escluso la possibilità di ricon-durre il buono lavoro a una retribu-zione minima oraria. Il buono da 7,50 euro sostanzialmente non è orario. La determinazione del compenso è, dun-que, lasciata alla libera contrattazione delle parti che potranno rapportarlo sia all’unità temporale, sia al raggiun-gimento di un determinato risultato. Sempre con lo stesso intento l’Inail ha stabilito che la durata massima di un contratto di lavoro accessorio è di 30 giorni. In quest’ultimo caso, peraltro, l’Inail è andata oltre le proprie compe-tenze. L’intento era sostanzialmente quello di equiparare la durata del la-voro occasionale autonomo, dove tale durata massima era stata prevista in 30 giorni, con il lavoro dipendente acces-sorio. In una nota successiva l’Inail ha smentito sé stessa.
L’Inps, invece, ha introdotto il limite dei 30 giorni nella procedura di comu-
nicazione telematica, ma come limite in realtà prorogabile con successiva comunicazione telematica. Pertanto, è stato lasciato un vuoto normativo molto pericoloso in fase di ispezione. Si ritie-ne cautelativamente corretto attenersi alle 30 giornate annue.
Resta da comprendere quale dipen-dente occasionale possa guadagnare 5.000 euro netti in 30 giorni di lavoro. Vista la crisi di mercato, ormai, Ruby e pochi altri.
La disCipLina in vigoreAmbito di ApplicAzione
dellA normAcAtegoriA di prestAtori
committenti note
prestazioni rese, in tutti i settori produttivi, da percettori di prestazioni integrative del salario o sostegno al reddito (ammortizzatori sociali)
lavoratori in cig, cigs, percettori di indennità di disoccupazione, mobilità, e altri ammortizzatori sociali
tutti
norma valida fino a marzo 2011 (fatta salva ulteriore proroga a tutto il 2011).e’ possibile cumulare i redditi derivanti dagli ammortizzatori sociali con le prestazioni in regime di lavoro accessorio fino a 3.000 euro netti per anno solare senza ulteriori prelievi (non 3.000 per ciascun committente ma 3.000 in assoluto)
lavoratori con contratto di lAVoro pArt time
tutti i lavoratori pArt time tutti
norma valida fino a marzo 2011 (fatta salva ulteriore proroga a tutto il 2011).e’ stata data la possibilità ai lavoratori part time di ricorrere la lavoro accessorio nell’ambito di qualsiasi settore produttivo. non è comunque possibile svolgere le prestazioni occasionali con il datore con il quale si ha in corso il contratto di lavoro part time
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E sa m i n ia mo le due possi-bilità che ha a d i s p o s i z ion e l’amministra-zione finan-
ziaria per riscuotere i propri crediti vantati nei confronti dei contribuenti: l’adozione di misure cautelari e la confisca per equivalente. La misura cautelare è prevista dal D.Lgs. n.472/97 ed è uno strumento che consiste nella possibilità di iscrivere ipoteca sugli im-mobili del trasgressore e pro-cedere al sequestro conserva-tivo dei cespiti di proprietà del
soggetto passivo della pretesa tributaria, compresa l’azien-da. L’adozione può essere richiesta dall’Agenzia delle Entrate al presidente della Commissione tributaria pro-vinciale quando vi sia fondato motivo di temere la perdita del proprio credito. La concessio-ne è subordinata all’attendi-bilità della pretesa erariale e al fondato timore di non poter soddisfare il proprio credito.
La confisca per equivalente, invece, già prevista dalle leggi penali comuni, è una novità legislativa introdotta nell’ordi-namento fiscale nel 2008 ed è molto utilizzata in questi ulti-mi periodi anche nella nostra
regione. La confisca per equi-valente è un istituto che mira, essenzialmente, a reprimere i reati commessi dalla crimi-nalità economica ed è fina-lizzata a sottrarre a colui che commette il reato il vantaggio economico che ha conseguito attraverso la sua condotta cri-minale. Può avvenire già du-rante le indagini preliminari attraverso il sequestro preven-tivo del denaro o della utilità conseguita per poi, all’esito del giudizio, tradursi nella sua
confisca. Questa norma si ap-plica nei confronti di tutte le violazioni aventi a oggetto la disciplina dei reati in mate-ria di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, e prevede la confisca del profitto ingiusto derivante dal mancato paga-mento dell’imposta dovuta. La nuova legge prevede, inoltre, che l’imposta sia dovuta anche in caso di patteggiamento.
Poiché è previsto che per questi reati vi sia la possibilità di procedere a sequestro per equivalente, per poi confiscar-lo, una volta stabilita la somma di denaro relativa al manca-to pagamento delle imposte, è data la facoltà agli operanti di sottoporre a sequestro pre-ventivo i beni (denaro o titoli di credito) nella disponibili-tà dell’evasore fiscale che ha commesso i reati anche se in-testati a prestanome e anche prima della condanna defini-tiva, in seguito alla quale i beni potranno essere confiscati.
Soldi e beni in manette
RecupeRo cReditiL’amministrazione finanziaria ha a disposizione L’adozione di misure cauteLari e La confisca per equivaLente: due strumenti moLto usati anche neLLa nostra regione
di karen garofalo
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