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MEMORIAVIVA

Roncalli e Wojtyla santi il 27 aprileDI MATTEO LIUT

lla vigilia della Domenica della Divina Misericordia, il 2 apri-le 2005, Giovanni Paolo II si spegneva; proprio in quella festaliturgica da lui stesso istituita il 30 aprile 2000. Nella stessa ri-

correnza di nove anni dopo, il 27 aprile 2014, il suo nome sarà aggiuntoall’elenco dei testimoni che la Chiesa venera come santi. Assieme alui verrà canonizzato anche un altro Pontefice che ha fatto dellamisericordia un autentico programma di vita, Giovanni XXIII. L’uf-ficialità della data, la seconda Domenica di Pasqua, o «Domenicain albis», del 2014, è arrivata ieri nel corso del primo Concistoroordinario tenuto da papa Francesco. Prima che Bergoglio proclamasse la formula e annunciasse la datadella canonizzazione, il prefetto della Congregazione delle cause deisanti, il cardinale Angelo Amato, ha tracciato un breve profilo bio-

Agrafico dei due futuri santi. In particolare, il porporato ha ricordato «il lo-ro servizio alla pace» assimilandolo a quell’impegno a cui lo stesso papaFrancesco «ci sollecita». Amato ha anche citato la «mite fermezza» con laquale i due Papi santi hanno vissuto in «tempi di radicali trasformazioni»,promuovendo «con autenticità» la dignità dell’uomo.«Facendomi interprete dei sentimenti di gioia dell’intera comunità dio-cesana di Roma – scrive in una nota il cardinale vicario Agostino Vallini –, esprimo al Santo Padre commossa gratitudine e fin da ora invito tutti ifedeli dell’Urbe a vivere il periodo di preparazione a questo evento cometempo di speciale grazia del Signore per la santificazione di tutti noi e per

la pace nel mondo».La decisione di ieri segue l’ultimo atto ufficiale degli iter che hannoportato Karol Wojtyla e Angelo Giuseppe Roncalli agli altari, avvenu-to lo scorso 5 luglio. In quel giorno, infatti, papa Francesco autoriz-zava la pubblicazione di un decreto che riconosceva un miracolo av-venuto in Costa Rica il 1° maggio 2011, giorno della beatificazione diGiovanni Paolo II, per intercessione del Papa polacco, la guarigionedi una madre di famiglia. Bergoglio, poi, approvava i voti favorevolidella Sessione ordinaria dei padri cardinali e vescovi della Congre-gazione delle cause dei santi circa la canonizzazione di GiovanniXXIII. Per Roncalli, proclamato beato dallo stesso Wojtyla il 3 set-tembre 2000, non è stato necessario il riconoscimento di un secon-do miracolo (quello per la beatificazione, la guarigione di una suora,risaliva al 25 maggio 1966).

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l’ereditàGiovanni XXIII, autentico «faro»per il cammino della Chiesa di oggi

Giovanni Paolo IIRylko: quel grido «santo subito»è stato un’autentica profezia

DI STEFANIA FALASCA

lacet. La decisione è definiti-va. Il Concistoro convocato dapapa Francesco ieri sancisce

la volontà di procedere alla cano-nizzazione di Giovanni XXIII unitaa quella di Giovanni Paolo II nelladata indicata e riconosce definiti-vamente anche l’opportunità, peril tempo presente, di queste cano-nizzazioni. Opportunità che inte-ressa particolarmente il caso dellacanonizzazione «pro gratia» di Gio-vanni XXIII. Proprio sulla questio-ne «de opportunitate canonizatio-nis», alla luce delle ragioni che han-no permesso la dispensa dal se-condo miracolo, erano stati infattichiamati a pronunciarsi anche i ve-scovi e i cardinali nella sessione or-dinaria del 2 luglio scorso presso laCongregazione delle cause dei san-ti. E quali sono queste opportunità?Perché papa Francesco vuole Gio-vanni XXIII santo adesso? La testimonianza divita cristiana di Gio-vanni XXIII, nell’as-soluta coincidenzatra quanto egli inse-gnò e quanto vissecon fedeltà quoti-diana alla sua voca-zione, l’urgenza e-vangelica risveglia-ta nel corpo eccle-siale, le sue intui-zioni pastorali e l’ampiezza degli o-rizzonti da lui abbracciati e propo-sti con la convocazione del Conci-lio Vaticano II «sono un faro lumi-noso per il cammino che ci atten-de» ha detto Francesco.I motivi espressi a favore dell’op-portunità pastorale del «Papa buo-no» risiedono pertanto nell’attua-lità del suo esempio, del suo magi-stero e del suo messaggio.Principalmente in alcuni aspetti cheappaiono di essenziale importanzanel cammino presente e prossimodella vita della Chiesa: l’impegnoprofuso da Giovanni XXIII per la pa-ce, per il dialogo, per l’ecumenismo,per la missionarietà della Chiesa.Tutti aspetti nei quali si riflettono lelinee del magistero di Francesco.«Vorrei parlare anzitutto della paceperché questo è l’aspetto più evi-dente, quello che la gente ha per-cepito in papa Giovanni – ha affer-mato Bergoglio in occasione delcinquantesimo anniversario dellamorte del beato –. Era un uomo ca-pace di trasmettere pace... una pa-

Pce che con la sua elezione al ponti-ficato si manifestò al mondo interoe ricevette il nome della bontà... tra-smetteva pace perché aveva un a-nimo profondamente pacificato: luisi era lasciato pacificare dallo Spiri-to Santo».Il primo motivo di stringente at-tualità di Giovanni XXIII consistequindi nella predicazione della pa-ce, esposta in dottrina con l’enci-clica «Pacem in terris», che «ha por-tato in tutto il mondo l’eco delle ma-terne sollecitudini della Chiesa perla costruzione di una duratura in-tesa fra i popoli».Il secondo motivo è l’apertura aldialogo, con i cristiani di altre Chie-se, con esponenti del mondo ebrai-co e musulmano «e con molti altriuomini di buona volontà», nel qua-le egli si dimostrò efficace tessitoredi relazioni e un valido promotoredi unità, dentro e fuori la comunitàecclesiale, aprendo una fase nuovanei rapporti interreligiosi. Le espe-

rienze vissute comenunzio a Istanbul enella drammaticitàdell’Olocausto in-fluenzarono il pon-tificato di GiovanniXXIII e si riversaro-no in maniera deci-siva all’interno delConcilio, durante ilquale la «Nostra Ae-tate» abolì, come è

noto, l’accusa di deicidio agli ebrei.Allo stesso modo egli mostrò un ri-spetto profondo per il mondo isla-mico, che riconobbe e riconosce inlui uno degli artefici del dialogo.È evidente quindi che la canoniz-zazione di Giovanni XXIII non po-trà non essere salutata positiva-mente e incentivare il cammino didialogo e collaborazione sia con ilmondo ebraico che con quello isla-mico. Altro motivo di attualità delmessaggio del beato è dato dall’av-vio, da lui innescato, della pienapartecipazione della Chiesa catto-lica al movimento ecumenico: la co-stituzione del Segretariato per l’u-nione dei cristiani nel 1960, l’invitodei fratelli separati a partecipare alVaticano II, sono i primi atti ecu-menici compiuti personalmentedal Papa. I semi da lui gettati trova-rono sviluppo nell’approvazioneconciliare del decreto «Unitatis re-dintegratio» e comportarono un de-ciso ampliamento dell’azione pa-pale a promozione del dialogo ecu-menico. Papa Giovanni è alla base

Molti i motivi dellascelta di riconoscerela santità del Ponteficebergamasco anchesenza il riconoscimentodi un secondo miracolo

DA ROMA MIMMO MUOLO

anto subito. Quello che il gior-no dei funerali di GiovanniPaolo II era «un pio desiderio

del popolo di Dio» sta per diventare«una profezia». Non usa giri di paro-le il cardinale Stanislaw Rylko, pre-sidente del Pontificio Consiglio peri Laici. Ieri mattina ha partecipato alConcistoro e ora, quasi commosso,afferma: «Sì, è stata proprio una pro-fezia. Il Santo Padre fa spesso riferi-mento al fiuto del popolo di Dio, aquesto "senso dellafede" che anticipa ipronunciamenti uf-ficiali della Chiesa.Con il riconosci-mento della santitàdi Giovanni Paolo IIè avvenuto proprioquesto».Che cosa aggiungequesta canonizza-zione alla immensapersonalità di papaWojtyla?Sappiamo già quan-to egli fosse vicino alcuore delle persone.Ricordo che il suoinginocchiatoio erasempre pieno deifoglietti sui quali lesuore dell’apparta-mento scrivevano lerichieste di preghie-ra che gli giungevano. Penso dunqueche dal cielo il Papa continuerà a fa-re il suo "mestiere" di avvocato pernoi davanti al Padre. Tra l’altro, ognivolta che vado nella Basilica di SanPietro sono colpito da quella che o-so chiamare una "permanente u-dienza" che si svolge davanti all’al-tare con le sue reliquie, dove i fedelisostano in preghiera. Giovanni Pao-lo II è il Pontefice che la morte ha re-so ancor più vicino alla gente. E que-sta sua speciale "udienza" continuatutti i giorni.Lei è stato ordinato sacerdote e ve-scovo da papa Wojtyla e aveva conlui grande familiarità. Nel rapportoa tu per tu si percepiva la sua san-tità?Il Signore mi ha fatto un grande do-no, ponendomi accanto a un santo.Ma questa grazia è anche un’enormeresponsabilità, perché i santi sonomaestri e il loro insegnamento va ac-colto. Giovanni Paolo II è la provache anche nella nostra epoca mala-ta di secolarizzazione Dio ci offre deisanti, come segni della sua presen-

Sza nella nostra vita. Karol Wojtyla e-ra proprio questo. Quando lo si fre-quentava, si aveva la viva sensazio-ne che pur essendo sempre vicino edisponibile, viveva in un’altra di-mensione, a noi difficilmente acces-sibile.Sta dicendo che era un mistico?Sì, era un mistico, un contemplativoe come tutti i mistici viveva il rap-porto con Dio non di seconda ma-no. Totalmente uomo del Signore,perché tutto per l’uomo. Queste duepassioni della sua vita andavano

sempre insieme.Qual è stato il mo-mento più impor-tante del suo ponti-ficato?La chiave è il Gran-de Giubileo. Cono-sciamo la profeziadel cardinale Wy-szynski. GiovanniPaolo II aveva unaprofonda coscienzastorica e di quelgrande momentoha parlato la primagià negli esercizi spi-rituali predicatiquando era cardi-nale a Paolo VI. Eglivi vedeva un temponuovo, un tempo digrazia, una prima-vera dello Spirito, u-na nuova epoca di

evangelizzazione.Come far tesoro dei suoi insegna-menti?Papa Wojtyla ci dice che la santitànon è qualcosa di lontano, ma il li-vello alto della vita cristiana ordina-ria. Quindi la sua è una santità nonda monumento o da santino, machiede di essere vissuta e imitata, co-me del resto avviene già per molti.Ricordiamo a quanti giovani ha a-perto la strada verso Dio e a quantepersone ha permesso di ritrovare lafede.Wojtyla e Roncalli santi insieme. An-che questo è un messaggio?Sicuramente. Perché entrambi han-no in comune la grande umanità,hanno impresso grandi svolte alla vi-ta della Chiesa e sono legati al Con-cilio. Giovanni Paolo II diceva chetutti noi siamo debitori di quell’e-vento e che l’unico modo per sdebi-tarci è metterne in pratica gli inse-gnamenti. Questa contemporaneacanonizzazione è un ulteriore invi-to a farlo.

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Il cardinale presidentedel dicastero per i laici:ci dice che la santitànon è una cosa lontanama il livello alto dellavita cristiana ordinaria

Papa Francesco durante il Concistoro di ieri (Osservatore Romano)

MARTEDÌ1 OTTOBRE 2013 15

l’eventoNel Concistoro ordinariotenuto ieri da Francesco èstata annunciata la datain cui i nomi dei duePontefici verranno iscrittinell’Albo dei santi. Il ritoavverrà nella Domenicadella Divina Misericordia,la festa istituita proprioda Giovanni Paolo II il 30aprile 2000. La sera dellavigilia di questa stessaricorrenza, nel 2005, il Papa polacco moriva

di questo movimento irreversibiledella Chiesa, che oggi più che maiha bisogno di essere seguito e ap-profondito. Nell’orizzonte dell’at-tuale pontificato, l’ecumenismo èuna via essenziale ed è, per così di-re, insieme con la missione univer-sale, sua gemella, il cantiere del fu-turo con la Chiesa.Fare memoria di Giovanni XXIII nel-la pienezza della santità è un modoper richiamare l’ineludibile compi-to della Chiesa cattolica di prose-guire nel cammino intrapreso e rap-presenta anche un segnale impor-tante di attenzione e rispetto per leChiese separate, che hanno sempreamato questo Pontefice. La sua ca-nonizzazione ha dunque significa-to ecclesiale fondamentale, e ciò va-le non solo per l’Europa ma ancheper i Paesi delle Americhe, come perl’Asia e per l’Africa, dove le Chiesecristiane sono interpellate a uncammino condiviso in relazione an-che al comune impegno per la pro-mozione della dignità della perso-na umana. L’attenzione che papa GiovanniXXIII ebbe, in ogni istante del suoservizio ecclesiale, alla dimensionemissionaria è, infine, un altro mo-

tivo di attualità e quindi di oppor-tunità della sua canonizzazione. Di-mensione che è riscontrabile inquello che si può definire il suo «te-stamento spirituale», che egli ma-nifestò nel discorso fatto al Consi-glio generale delle Pontificie operemissionarie il 16 maggio 1963 a so-le tre settimane dalla sua morte,prendendo spunto dall’enciclica«Pacem in terris» da poco promul-gata e che egli trasformò, concreta-mente, anche nell’assunzione di u-na piena responsabilità del clero in-digeno nella guida delle Chiese lo-cali ed aprendo il Collegio cardina-lizio ad una dimensione autentica-mente universale.L’amore per la tradizione della Chie-sa e la consapevolezza del suo co-stante bisogno di aggiornamentorestano perciò un’eredità viva delsuo insegnamento, che può stimo-lare ancora i credenti a passare dauna concezione della Chiesa comedirimpettaia del mondo, chiusa sul-la difensiva come cittadella fortifi-cata contro i suoi avversari, a unaChiesa viva nella fede, amica degliuomini e desiderosa di contribuireal bene di tutti.

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LE INIZIATIVE

«NON ABBIATE PAURA» IN MUSICAL«Non abbiate paura» è il titolo del musical chesarà presentato in occasione della canonizzazionedi Giovanni Paolo. Il testo è stato scritto da donGiuseppe Spedicato, sacerdote dell’arcidiocesi diLecce, per la regia e il coordinamento artistico diGianluca Ferrato e Andrea Palotto. Una delleiniziative in via di definizione è la replica delmusical in Vaticano. Successivamente l’opera saràmessa a disposizione di tutte le diocesi italiane.

DAL PIME UN VIDEO SUL PAPA BUONOUn percorso multimediale, con tanto diologramma di papa Roncalli, per rilanciare il suomessaggio. È il senso di «PapaJ23», un video-racconto che il Pime sta allestendo alla casa nataledi Roncalli a Sotto il Monte (casa che lo stessoGiovanni XXIII donò nel 1958 ai missionari perfarne un luogo educativo). Verrà presentato il 19ottobre alla presenza del vescovo di BergamoFrancesco Beschi. Per informazioni è possibileconsultare il sito www.papaj23.it. (G.Ber.)

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Papa Giovanni XXIII Papa Giovanni Paolo II

Il cardinale Rylko

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