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Valutazione e Riduzione del Rischio
Modulo 3
MATERIALE ad USO INTERNOMATERIALE ad USO INTERNO
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Dipartimentodella Protezione Civile
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Cos’è il rischio sismico
PERICOLOSITA’probabilità di osservare un certo valore di
scuotimento (accelerazione, intensità, ecc.) in un fissato periodo di tempo
VULNERABILITA’propensione di un oggetto (edificio, sistema complesso, ecc.) a subire danni o alterazioni
VALORE ESPOSTO quantificazione (economica, sociale, ecc.) dell’oggetto esposto a rischio
RISCHIOprobabilità di osservare un certo livello di danno
o una certa perdita di funzionamento in un fissato periodo di tempo
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- sismicità diffusa su tutto il territorio nazionale, tranne il Salento e la Sardegna;
- maggiore concentrazione di forti terremoti in Friuli e in Italia centro-meridionale
SISMICITA’
Distribuzione degli epicentri dei principali terremoti negli ultimi 2000 anni
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I maggiori terremoti dell’ultimo secolo
_____________________________________________________________________
Data area intensità (MCS) vittime feriti__________________________________________________________
1905 9 8 Calabria X 557 2.000 c. *1907 10 23 Calabria IX 167 90 c.1908 12 28 Calabria XI 85.926 14.138 *1910 6 7 Irpinia IX 50 c. molti1911 10 15 Monte Etna X 13 481914 5 8 Monte Etna X 69 1151915 1 13 Fucino XI 32.610 molti *1917 4 26 Val Tiberina IX-X 20 c. 30 c.1919 6 29 Mugello IX 100 c. 400 c.1919 9 10 Monte Amiata IX 1 20 c.1920 9 7 Lunigiana-Garfagnana X 171 650 c. *1928 3 27 Friuli IX 11 40 c.1930 7 23 Irpinia X 1.778 4.264 *1930 10 30 Anconetano IX 18 vari1933 9 26 Maiella IX 12 150 c.1936 10 18 Veneto-Friuli IX 19 vari1962 8 21 Irpinia IX 17 vari1968 1 15 Belice X 231 6231976 5 6 Friuli IX-X 965 3.000 c. *1980 11 23 Irpinia-Basilicata IX-X 2.914 10.000 c. *_____________________________________________________________________
[ * Mw > 6.4 ]
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Magnitudo simili conseguenze
diverse data area vittime magnitudo
1976.02.04 Guatemala 22.000 7.5
1976.07.27 Tangshan (Cina) 250.000 7.6
1980.10.10 Algeria 3500 7.6
1980.11.23 Irpinia 2914 6.9
1982.12.13 Yemen 2800 6.0
1985.09.19 Messico 9500 7.0
1988.12.07 Turchia 25.000 7.0
1989.10.17 Loma Prieta 62 7.1
1990.06.20 Iran 50.000 7.7
1994.01.17 Northridge 57 6.7
1995.01.17 Kobe 5466 7.2
1999.08.17 Izmit 17.000 7.8
1999.11.12 Duzce 1000 7.4
2001.01.26 India > 100.000 7.9
25 anni di terremoti nel mondo
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Cosa trasforma un fenomeno fisico naturale in
una catastrofe?
Esposizione
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cemento cemento armato armato
muratura muratura
Tipologie strutturali:
• età di costruzione/adeguamento;
• numero piani;
• aggregato o no;
• stato di manutenzione.
Ulteriori parametri che possono influenzare la vulnerabilità:
legno legno
Vulnerabilità
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Golcuk (Tuchia), Agosto 1999
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VulnerabilitàStato di manutenzione
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Pericolosità x Vulnerabilità x Esposizione
Rischio sismicoRischio sismico
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Ridurre il rischio sismico?
Lo Stato come ha affrontato il problema della riduzione degli effetti di un terremoto?
Terremoto di Reggio Calabria e Messina28 dicembre 1908 ore 5.20I (MCS): XI gradomagnitudo: 7.2morti: circa 86.000
A seguito di questo disastroso evento lo Stato unitario avvia l’azione di prevenzione degli effetti del terremoto
attraverso
la classificazione sismica e la normativa
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RD n.193/1909 RD n. 573/1915
La classificazione del territorio ha seguito negli anni il verificarsi dei terremoti…
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RD n. 431/1927 RD n. 640/1935
Garfagnana1920 Mugello
1919
Rimini 1916
Monte Amiata1919
Ancona1930
Vulture 1930
… trasformandosi da strumento di prevenzione in strumento di sovvenzione
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“Dentro e fuori” la classificazione sismica
Cancellazione di alcuni Comuni dall'elenco nei quali è obbligatoria l'osservanza delle speciali norme sismiche.
“…l'assoggettamento delle norme del decreto citato costituisce un notevole intralcio allo sviluppo edilizio di quella zona, di cui vari
centri sono importanti stazioni balneari”
DECRETO MINISTERIALE 27 luglio 1938, n.1193 Rimini
Comuni della Provincia di Pesaro Urbino, in 2^ categoria, ad eccezione di Cartoceto
DECRETO MINISTERIALE 7 Agosto 1941, n. 287
DECRETO MINISTERIALE 18 Novembre 1938, n. 33
Cattolica, Misano in Villa Vittoria, Riccione, S. Clemente, S. Giovanni in Marignano, Mercato
Saraceno, Sarsina, Sogliano al Rubicone
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Nel Novembre 1980, un forte terremoto colpisce l’Italia meridionale, causando circa 3.000 vittime ed oltre 10.000 feriti. Si comprende, anche sollecitati dal monito del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che l’avvio di una efficace politica di prevenzione del rischio sismico non è più rinviabile.
Il Ministero dei Lavori Pubblici adotta la proposta di riclassificazione sismica predisposta dal Progetto Finalizzato Geodinamica del CNR.
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Prima del 19841600 comuni
2960 comuni
Dopo
CLASSIFICAZIONE 1984
45% del territorio nazionale70% del territorio dell' Italia
centro-meridionale
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Il sistema di protezione civile
Il terremoto irpino del 23 novembre 1980 segna la nascita del sistema di Protezione Civile in Italia.
Negli anni, la riduzione dei rischi del territorio non era stata mai seriamente affrontata, salvo intervenire, in modo spesso poco efficace a disastro avvenuto (come nel 1980)
Nel 1982 nasce il Dipartimento della Protezione Civile, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, autorità unica e sopra le parti per il coordinamento delle attività in emergenza.
Per la prima volta si parla anche di prevenzione e le strutture di ricerca scientifica divengono componenti fondamentali di un “sistema” per la riduzione dei rischi.
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Compiti istituzionali:
“Tutela l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi o da altri eventi calamitosi.”
Nel 1992 (legge n. 225) viene istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile.
Attività:
Le attività sono indirizzate alla previsione e prevenzione dei vari tipi di rischio, al soccorso delle popolazioni colpite ed ogni attività connessa a tali problematiche.
Previsione e prevenzione: studio dei fenomeni, strategie di controllo, informazione e formazione, pianificazione dell’emergenza.
Emergenza: coordinamento delle strutture operative per il soccorso ed il ripristino delle condizioni di normalità.
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La riduzione del rischio sismico
I. miglioramento della conoscenza della sismicità del territorio, attraverso reti di monitoraggio e studi di sismicità;
II. aggiornamento della classificazione sismica e della normativa;
III. riduzione della vulnerabilità dell’edilizia più antica, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio;
IV. migliore utilizzo degli strumenti ordinari di pianificazione per conseguire, nel tempo, un riassetto del territorio che tenga conto del rischio sismico;
V. intervento sulla popolazione con azioni di informazione e sensibilizzazione;
VI. miglioramento dell’operatività e dello standard di gestione dell’emergenza post-terremoto.
Si attua attraverso:
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Il monitoraggio del territorio
RETE ACCELEROMETRICA
DPC
Riduzione del rischio sismico: I- Conoscere la sismicità
INGV
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CLASSIFICAZIONE SISMICAClassificazione 1984-2003
Riduzione del rischio sismico: II- Classificazione e normativa
Nuova classificazione (2003)
CATEGORIA ZONA
1a 2a 3a n.c.5% 31% 1% 63% comuni
1 2 3 4
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La “riclassificazione”
Riduzione del rischio sismico: II- Classificazione e normativa
Alla base della proposta di classificazione 2003 ci sono le Carte di pericolosità sismicaCarte di pericolosità sismica
Il deficit di Il deficit di protezione sismicaprotezione sismica
(valori delle azioni(valori delle azionisismiche delle aree non sismiche delle aree non classificate prima del classificate prima del 2003 )2003 )
Variazioni operate dalle singole Regioni
Provincia di Trento (63 comuni) Regione Basilicata (4 comuni) Regione Campania (9 comuni) Regione Lazio (14 comuni) Regione Sicilia (97 comuni)
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Le novità della classificazione sismica 2003Le novità della classificazione sismica 2003
1) TUTTA l’Italia è sismica;
2) è previsto l’adeguamento sismico degli edifici strategici per la P.C. e di quelli ad alto affollamento;
3) classificazione e norme tecniche sono collegate;
4) le norme tecniche considerano edifici e infrastrutture;
5) la classificazione è soggetta a periodiche revisioni;
Non sono declassati comuni precedentemente attribuiti a categorie più cautelative.
Non viene adottata (non ancora) una forma assicurativa obbligatoria per la copertura economica dei danni dei prossimi terremoti.
Riduzione del rischio sismico: II- Classificazione e normativa
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Caserme
Municipi, Ospedali
Chiese
Scuole
Ponti
Verifica di sicurezza di opere
strategiche rilevanti
Riduzione del rischio sismico: III- Riduzione vulnerabilità
La struttura subisce spinte orizzontali Edificio in muratura
sismicamenteben organizzato
solai rigidi e resistenti nel proprio piano ammorsamenti tra muri ortogonali presenza di catene presenza di cordoli ai piani coperture non spingenti
Effetto scatola
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catene
cerchiatura
Ridurre il rischioRidurre il rischio di case e scuole: di case e scuole:
adeguamento antisismico adeguamento antisismico “leggero”“leggero”
Riduzione del rischio sismico: III- Riduzione vulnerabilità
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Ridurre il rischio di case e scuole:Ridurre il rischio di case e scuole: ancoraggio di oggetti che possono cadereancoraggio di oggetti che possono cadere
Riduzione del rischio sismico: V- Riduzione vulnerabilità
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Danno 0
1
2
3
4
5
Ospedale
Area emergenza
Scuola
Riduzione del rischio sismico: IV- Pianificazione del territorio
Prevenzionemitigare le conseguenze di un evento migliorando la capacità di fornire una risposta pronta ed efficace in fase di emergenza
Pianificazione e Scenari
possibilità di predire gli effetti di un evento
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CONSAPEVOLEZZA = SICUREZZA
Riduzione del rischio sismico: V- Informazione e sensibilizzazione
…essere pronti ad
affrontare il prossimo terremoto
Come la Come la famiglia famiglia
intelligente intelligente sopravvive allo sopravvive allo
tsunamitsunami
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Pianificazione e Gestione dell’Emergenza Sismica
Il ritardo nella messa in atto delle operazioni di soccorso si riflette negativamente sull’efficacia dell’andamento dell’intero intervento.
Riduzione del rischio sismico: V- Gestione dell’emergenza
Pianificazione dell’emergenzaLo scenario Pre-eventoPre-evento simula gli effetti sul territorio e sulla popolazione di eventi “tipici” (selezionati in accordo agli obiettivi del piano), allo scopo di dimensionare le risorse umane, i materiali da utilizzare e la loro allocazione
Pianificazione dell’emergenzaLo scenario Pre-eventoPre-evento simula gli effetti sul territorio e sulla popolazione di eventi “tipici” (selezionati in accordo agli obiettivi del piano), allo scopo di dimensionare le risorse umane, i materiali da utilizzare e la loro allocazione
Gestione dell’emergenzaLo scenario Post-eventoPost-evento fornisce nell’immediato una descrizione dell’evento reale appena accaduto e consente una stima approssimata del suo impatto sul territorio e sulla popolazione, a supporto delle attività per la gestione dell’emergenza, prima dell’inizio delle ricognizioni effettive in sito.
Gestione dell’emergenzaLo scenario Post-eventoPost-evento fornisce nell’immediato una descrizione dell’evento reale appena accaduto e consente una stima approssimata del suo impatto sul territorio e sulla popolazione, a supporto delle attività per la gestione dell’emergenza, prima dell’inizio delle ricognizioni effettive in sito.
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Strumenti della Protezione Civileper la gestione dell’emergenza
Le Strutture Operative Nazionali:Le Strutture Operative Nazionali:(art. 11 L. 225 /92)(art. 11 L. 225 /92)
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco; Forze Armate; Forze di Polizia; Corpo Forestale dello Stato; Servizi Tecnici Nazionali (ISPRA); Gruppi Nazionali di Ricerca Scientifica
(Centri di competenza); Croce Rossa Italiana; Strutture del Serv. Sanitario Nazionale; Organizzazioni di Volontariato; Corpo Nazionale Soccorso Alpino.
Amministrazioni Amministrazioni Componenti di P.C.:Componenti di P.C.:(art. 6 L. 225 /92)(art. 6 L. 225 /92)
Regioni;Regioni;Province;Province;Prefetture;Prefetture;Comuni;Comuni;Comunità Comunità Montane.Montane.
Riduzione del rischio sismico: VI – Gestione dell’emergenza
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Strumenti della Protezione Civile:il modello di intervento
Riduzione del rischio sismico: VI – Gestione dell’emergenza
Insieme delle risposte operativerisposte operative da attuarsi in caso di calamitàCosa è
Individuazione preliminare delle- sedi dei Centri OperativiCentri Operativi e dei responsabiliresponsabili - aree di emergenzaaree di emergenza
Cosa richiede
Prima AutoritàPrima Autorità di Protezione Civile
Ha l’obbligo di informareinformare la popolazione
Il piano comunalepiano comunale di PC deve contenere le procedure per l’informazione alla popolazione che vive nelle aree a rischio
Attivitàdel Sindaco
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Al verificarsi di un evento sismico il Sindaco deve effettuare immediatamente le seguenti operazioni:
1. Attivare il C.O.C. nella sede individuata preventivamente anche in strutture che ordinariamente sono adibite ad altre attività (palestre, scuole, etc..) purché antisismiche;
2. Disporre l'utilizzo delle aree di emergenza preventivamente individuate:- aree di attesa (piazze sicure)- aree di ricovero per la popolazione (in cui disporre tende, roulottes, etc..); - area di ammassamento (solo per i Sindaci che ospitano il C.O.M.).
3. Informare continuamente la popolazione nelle aree di attesa;
4. Predisporre la perimetrazione delle zone con edifici pericolanti e l'invio di squadre tecniche per le prime verifiche di agibilità;
5. Predisporre la riattivazione della viabilità principale con la segnalazione di percorsi alternativi;
6. Predisporre l’assistenza sanitaria ai feriti e l’assistenza alla popolazione confluita nelle aree di attesa;
7. Predisporre l'allestimento di tendopoli e/o roulottopoli nelle aree di ricovero per ospitare i senzatetto.
Riduzione del rischio sismico: VI – Gestione dell’emergenza
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2. RISPETTARE LE REGOLE2. RISPETTARE LE REGOLE
1. INFORMARSI!1. INFORMARSI!
3. RISPETTARE L’ABC3. RISPETTARE L’ABC
4. SAPERE COMPORTARSI4. SAPERE COMPORTARSI
5. PREPARARSI5. PREPARARSI
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1. INFORMARSI!1. INFORMARSI!
www.ingv.itwww.ingv.it www.protezionecivile.itwww.protezionecivile.it
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Classificazione sismica
proposta nel 1998
Classificazione sismica 1984 (fino al maggio
2003)
2. RISPETTARE LE REGOLE2. RISPETTARE LE REGOLE
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S. Giuliano di Puglia, 31 Ottobre 2002
3. RISPETTARE L’ABC3. RISPETTARE L’ABC
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3. RISPETTARE L’ABC3. RISPETTARE L’ABC
S. Giuliano di Puglia, 31 Ottobre 2002
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S. Giuliano di Puglia, 31 Ottobre 2002
Le tecnologie costruttive antisismiche sono molto avanzate Le tecnologie costruttive antisismiche sono molto avanzate (vedi ad es. le tecniche di “isolamento sismico”)(vedi ad es. le tecniche di “isolamento sismico”)..
Ma l’essenziale, sia per le costruzioni in c.a. che in muratura, è Ma l’essenziale, sia per le costruzioni in c.a. che in muratura, è rispettare sempre l’ABC (l’arte del ben costruire).rispettare sempre l’ABC (l’arte del ben costruire).
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4. SAPERE COMPORTARSI4. SAPERE COMPORTARSI
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5. PREPARARSI5. PREPARARSI
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5. PREPARARSI5. PREPARARSI