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Laboratorio Animazione Sociale
Acireale - 5 febbraio 2010
Progettare iniziative
di Agricoltura Sociale
Alfonso Pascale
Presidente Rete Fattorie Sociali
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Una definizione Una definizione di Agricoltura Sociale (AS)di Agricoltura Sociale (AS)
E’ l’insieme di E’ l’insieme di pratichepratiche che vedono che vedono protagonisteprotagoniste persone provate da diverse persone provate da diverse forme di forme di disagiodisagio, le quali trovano nelle , le quali trovano nelle attività agricoleattività agricole una una chancechance per dare per dare un un significato alla propria vitasignificato alla propria vita e un e un senso senso alle proprie capacitàalle proprie capacità
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Finalità principali dell’AS
promuovere inclusione lavorativa
organizzare servizi terapeutici e riabilitativi
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Altri servizi ricompresi Altri servizi ricompresi nelle politiche sociali che nelle politiche sociali che
una fattoria sociale può svolgereuna fattoria sociale può svolgere
attività educative rivolte alla fascia di età prescolare (agrinidiagrinidi e agriasili) attività educative rivolte a minori in difficoltà attività sociali che vedono protagonisti gli anziani attività con gli istituti penitenziari
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La specificità del processo produttivo in una fattoria sociale
RivitalizzareRivitalizzare modalità di produzione
che in una logica“industrialista”
sono ritenute inefficienti
ma in una logica che pone al centro la persona
sono più inclusive e più rispettose
dei cicli naturali e della biodiversità
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Il carattere multifunzionale della fattoria sociale
Il processo produttivo agricolo quando viene adattato all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate esplica sempre almeno tre funzioni:
produrre alimenti di qualità (contenuto etico) assicurare un servizio sociale alla comunità locale tutelare l’ambiente e la biodiversità
Quando viene adattato per organizzare l’erogazione di servizi alla persona esplica un’ulteriore funzione
diversificare le attività aziendali (attività sociali) diversificare le attività aziendali (attività sociali)
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Beni di mercato e beni relazionali
Beni di mercato (privati o pubblici) =
la produzione è tecnicamente e
logicamente distinta dal consumo
Beni relazionali =
vengono co-prodotti e co-consumati
sumultaneamente dai soggetti coinvolti
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Differenza tra beni pubblici e privati
Beni privati =
escludibili nei confronti di altri consumatori
rivali nel consumo (se qualcuno consuma
quello stesso bene con me, la mia utilità
diminuisce)
Beni pubblici =
né escludibili né rivali
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Altre peculiarità dei beni relazionali
dipendono dalle modalità delle interazioni con altre persone
non possono essere né prodotti né consumati da un solo individuo
possono essere goduti
solo se condivisi nella reciprocità
sono diversi dalle merci (il loro valore consiste nel soddisfare un bisogno attraverso il donodono)
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La fattoria sociale è sempre un centro di
accoglienza aperto al territorio
organizzazione di eventi punto vendita dei prodotti collegato ai GAS raccolta dei prodotti da parte degli ospitipunto ristoro
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L’AS è un percorso implicito di Responsabilità Sociale d’Impresa
comportamenti socialmente responsabili
promuovere inclusione sociale e lavorativa di persone con svantaggi o disagi
organizzare servizi sociali per la comunità salvaguardare la qualità ambientale e gli equilibri
ecologici promuovere la salute e il benessere animale qualificare i prodotti offrire fruizione e “godimento” dello spazio rurale
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Alcuni strumenti che rendono esplicito l’approccio di RSI nel
settore agricolo e agroalimentare
Agricoltura biologica Sistemi di qualità e ambientali Certificazioni etico-sociali (SA 8000) Marchi collettivi Carta dei valori Bilancio di sostenibilità Fare rete (es. distretti rurali di economia
solidale)
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Fare rete: uno strumento di RSI
che non può mancare all’AS
Nell’AS opera sempre una pluralità di attori pubblici, privati, privato-sociali (Agricoltura, Servizio Sociale, ecc.)
L’AS è un percorso specifico diSviluppo Rurale e nel contempo di Welfare Locale che si realizza in una logica distrettuale
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Fare rete: con chi?
con soggetti che partecipano al processo produttivo (es. fornitori, destinatari, tecnici) o all’organizzazione dei servizi (es.utenti, operatori sociali, educatori)
con altre fattorie socialicon altri soggetti del territorio (es. terzo
settore, agriturismo, turismo rurale, artigianato rurale, enti locali, enti parco, ospedali, università, centri di ricerca)
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Fare rete: un processo partecipativo come
autoapprendimento collettivo costituire un partenariato che sottoscrive un protocollo di
intesa definendo i bisogni e gli obiettivi
improntare le relazioni ai principi di trasparenza e capacità di ascolto
gestire progetti integrati territoriali indipendentemente dagli incentivi pubblici
valutare e rendicontare i risultati delle attività in termini di benefici per la comunità
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Riflettere per progettare
“progettare” (proĭcere = “gettare avanti”): provare a costruire il futuro
avere un’idea da realizzare e fornirle spessore e concretezza
prima però “riflettere” (reflèctere = “piegarsi indietro”):ripiegarsi su se stessi per considerare tutto
attentamente
ci vuole in sostanza un doppio movimento: volgersi indietro per inventariare tutte le risorse e proiettarle – rivitalizzandole - verso il domani
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Progettare in AS
non ci sono ricette ma solo ingredienti
si progettano relazioni tra soggetti diversi di un
territoriopercorsi di sviluppo locale
si può solo proporre un metodo facendo tesoro delle buone pratiche
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AS: incontro tra “mondi” diversi
“mondi” agricoli e rurali
“mondi” del servizio sociale
disponibili all’innovazione
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Chi sono gli agricoltori innovatori?
Quelli che introducono innovazioni di
processo e organizzative integrando:
• relazioni informali
• saperi tradizionali, tecnici e scientifici
• patrimonio naturale
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Chi sono gli operatori sociali innovatori?
quelli che:
• promuovono l’empowerment e la liberazione delle persone al fine di migliorarne il benessere
• intervengono nelle situazioni in cui le
persone interagiscono con il loro ambiente per modificarlo
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Dove si incontrano gli agricoltori e gli operatori sociali innovatori?
Nel contesto dello sviluppo locale
per promuovere con altri soggetti nuovi modelli di welfare capaci di migliorare: • la qualità della vita• l’attrattività dei territori
e di creare nuove opportunità di occupazione e di reddito
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Analisi del contesto territoriale
• individuare i bisogni esistenti nell’ambito territoriale• indicare le soluzioni già in atto e le carenze• rilevare le opportunità e i problemi• definire gli obiettivi identificando gli ambiti di
intervento
non solo uno studio descrittivo di tipo quantitativo (es.: numero dei disabili, tipologia, ecc.), ma deve poter fornire anche indicazioni qualitative (es.: distribuzione nel territorio, concentrazione, caratteristiche, ecc.)
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Analisi come ricerca-azione
• attingere a fonti statistiche e utilizzare le interviste a persone in difficoltà, famiglie, associazioni, Comuni, Asl, istituti penitenziari, ecc.
• pianificare le azioni del progetto sulla base delle informazioni provenienti dalla ricerca, sulle relazioni che si svilupperanno e sulle potenzialità che da essa emergeranno
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La valutazione
va predisposta nella fase iniziale della ricerca
si tratta di dare voce alla pluralità dei punti di vista dei soggetti implicati
si potrà così monitorare la ricerca e consentire azioni correttive in corso d’opera
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La scelta delle attività
deve scaturire da un’attenta analisi delle
attività agricole già svolte, delle possibili
conversioni e degli aggiustamenti da
apportare per renderle eco-compatibili e a
ridotta meccanizzazione, recuperando la
memoria di processi produttivi tradizionali
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Il coinvolgimento delle persone con difficoltà
informarle sulle diverse opzioni e formarle, alternando formazione teorica e quella in campo
coinvolgere le famiglie e le loro associazioni sugli aspetti riguardanti le normative contrattuali e quelle per la sicurezza nei posti di lavoro
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Progettare la flessibilità
progettare le attività per moduli, riproducibili eampliabili per apportare modifiche, testare le scelte e gli investimenti e programmare dove investire in futuro
costruire la flessibilità in funzione delle esigenze dei portatori di bisogni speciali e delle tipologie aziendali
la flessibilità delle aziende permette l’adattamento continuo
anche la progettazione delle loro attività deve essere duttile
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La funzione centrale del pasto
la tavola è il luogo privilegiato per imparare, ascoltare, umanizzarsi (Enzo Bianchi)
mangiare è un atto agricolo ed ecologico (Wendell Berry)
Una Fattoria Sociale deve sempre prevedere la pausa pranzo come momento della giornata in cui si assume tutti insieme il cibo preparato per lo più coi prodotti aziendali
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La lezione di Danilo Dolci
“La difficoltà di fondo, prima di essere di denaro, è di uomini (…) occorre formare negli individui, nei gruppi, nelle esigenze delle popolazioni, l’attitudine al lavoro generoso che veda, oltre l’interesse dell’ora, la necessità della pianificazione, della collaborazione, della lotta coraggiosa per fini enucleati esattamente (…) occorrono dunque uomini con una preparazioneprecisa, capace di mettere in modo le iniziative locali”
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Roberto Finuola e Alfonso Pascale
Reperibili gratuitamente a:
www.fattoriesociali.comwww.inea.it