Download - 02. Lalbero
-
04/10/2013
1
LALBERO:
caratteristiche della chioma, del
fusto e degli apparati radicali
Piante legnose ed alberi
Per piante legnose si intendono quelle in cui il fusto lignificato
Con alberi si indicano le piante legnose con fusto indiviso fino ad una certa altezza
-
04/10/2013
2
Albero
Pianta legnosa perenne con un
singolo fusto o, nel
caso dei cedui, con
diversi fusti dotati di
una chioma pi o
meno distinta (European Forest Institute)
Dal punto di vista biologico, lalbero una pianta legnosa dotata di accrescimento
acrotono
Negli arbusti laccrescimento basitono
-
04/10/2013
3
La struttura spaziale dellecosistema forestale e le varie caratteristiche dei processi che lo
caratterizzano derivano dalle dimensioni, dal
portamento e dalla posizione reciproca dei
singoli alberi
Le dimensioni sono il risultato del processo di accrescimento (longitudinale e diametrale)
Un elemento determinante l'altezza
Questo carattere rappresenta un vantaggio nei riguardi della competizione e della predazione
ma comporta un costo per lalbero che deve investire una elevata quantit delle sostanze
fissate con la fotosintesi nella costruzione di
tessuti legnosi di sostegno e di conduzione che,
per, non fotosintetizzano
-
04/10/2013
4
Sequoia sempervirens (D. Don)
Endlicher con 122 m
Il portamento e le dimensioni degli alberi vengono interpretati come un compromesso tra
la tendenza a raggiungere altezze sempre
maggiori per affermarsi di fronte ad altri alberi e
lostacolo costituito dalla forza di gravit che rende progressivamente pi arduo il trasporto
dellacqua (McDowell et al. 2002; Ryan e Yoder 1997)
Il limite allaccrescimento longitudinale viene per anche interpretato come il punto in cui i
prodotti della fotosintesi vengono spesi
totalmente per la respirazione di foglie e radici
-
04/10/2013
5
Forma degli alberi
Il portamento dellalbero (fenotipo) pu essere considerato la realizzazione di un modello
architetturale, di tipo ereditario e comune a
tutti gli individui di una specie (genotipo), che
possiede uno specifico significato adattativo
filtrato attraverso l'azione dell'ambiente
-
04/10/2013
6
Modello di crescita aperto risultante dall'attivit continua dei centri di crescita meristematici
Gli alberi sono caratterizzati da una struttura modulare (Harper, 1977)
il modulo elementare (o fitomero) rappresentato da una foglia, dalla sua gemma ascellare e
dall'internodo sottostante
Il modello si realizza una volta conclusasi la fase di semenzale, ossia quando ha inizio la formazione di
rami che segue uno schema ereditario. In questo
senso, sono stati descritti (Hall et al., 1978) vari
modelli caratteristici di singole specie o gruppi di
specie
-
04/10/2013
7
Il termine "modello" non ha un significato matematico
Il portamento non descrive solo il modo con cui lalbero occupa lo spazio ma anche come stabilisce un rapporto con lambiente fisico circostante e con gli organismi che crescono
nelle sue vicinanze
La fase di conformit al modello pu essere brevissima o durare tutta la vita
La forma tipica si
osserva negli alberi
cresciuti isolati
-
04/10/2013
8
La forma reale influenzata dalle condizioni ambientali e di concorrenza
In bosco quindi si parla di forma forestale
-
04/10/2013
9
Piante legnose
Gli organi vegetativi delle piante superiori sono:
Le radici
Il fusto
Le foglie
-
04/10/2013
10
Le radici
Funzioni delle radici:
ancoraggio meccanico
assorbimento (radichette concentrate normalmente nei primi 15-30 cm di terreno)
escrezione di metaboliti
accumulo di sostanze di riserva
propagazione vegetativa (alcune specie)
Costituiscono circa il 15-30% della biomassa totale dellalbero (di pi nelle zone aride)
Il portamento dell'apparato radicale determinato dalle due direzioni di accrescimento degli assi
principali:
una direzione verticale (geotropismo positivo
una direzione orizzontale, in genere quasi superficiale (Drenou 2006)
Per quanto riguarda la profondit raggiunta dalle radici, si sono rinvenute radici di picea a 3-4 m di
profondit (Vater 1927 in Susmel 1968) ed il pino
silvestre a 5-6 m (Hilf, 1927, in Susmel 1968)
-
04/10/2013
11
Le radici
A seconda della loro morfologia ed orientamento, le radici assumono varie
denominazioni:
radici a fittone (la radice principale permane per tutta la vita della pianta ed ha un
andamento verticale)
radici fascicolate o afastellate (radici laterali molto sviluppate)
Tipi di apparato radicale
-
04/10/2013
12
Nelle specie arboree della foresta temperata la maggior parte delle radici compresa entro i primi
50-60 cm di profondit.
Le radici assorbenti si concentrano, nella quasi totalit, nei primi 15 cm
Le radichette di 2-3 mm di diametro, che costituiscono il 14-60% della biomassa e l' 85-90%
dello sviluppo in lunghezza, sono caratterizzate
spesso da una vita breve
-
04/10/2013
13
Radici colonnari Ficus magnolioides
Radici colonnari sono radici avventizie che partono
da un ramo e scendono sul terreno formando una
specie di colonna.
Pneumatofori Taxodium distichum
Radici respiratorie o pneumatofori, proprie dei terreni fangosi e acquitrinosi,
asfittici con penuria di ossigeno, che per poter rifornire di ossigeno le cellule
radicali hanno dovuto fornirsi di particolari organi, e risalire dal substrato, con
geotropismo negativo, verso le ramificazioni aeree della pianta. (Taxodium -
Mangrovie)
-
04/10/2013
14
Ricacci radicali
-
04/10/2013
15
Simbiosi radicali
Micorrize (simbiosi con funghi del terreno): favoriscono lassorbimento del fosforo, dello zinco, del rame e del manganese e di sostanze organiche
complesse
Simbiosi con batteri azotofissatori (leguminose, ma non solo [ per es.,
Alnus]) in particolare in specie
colonizzatrici
-
04/10/2013
16
Ceppaia e colletto
Linsieme dellapparato radicale di un albero
detto ceppaia
Il limite tra ceppaia e fusto prende il nome di
colletto
La chioma
La chioma comprende le ramificazioni primarie e quelle di ordine superiore su cui
si innestano le foglie
La ramificazione monopodiale quando il fusto di sviluppa in altezza
La ramificazione simpodiale quando il fusto cessa di accrescersi ed favorito
laccrescimento dei rami di primo ordine
-
04/10/2013
17
CONIFERA (monopodiale)
LATIFOGLIA (simpodiale)
Forme della chioma monopodiale
Chioma colonnare: rami brevi, di piccolo
diametro inseriti ad
angolo molto aperto
(> 90) rispetto
allasse del cimale
Araucaria cookii
-
04/10/2013
18
Forme della chioma monopodiale
Chioma fastigiata: rami di diametro
variabile sono
inseriti con un
angolo molto acuto
rispetto al cimale
Cupressus sempervirens var. stricta
Forme della chioma monopodiale
Chioma conica a palchi: i rami si
susseguono in
verticilli regolari
formando dei palchi.
Langolo di inserzione prossimo
o supera I 90.
Larix decidua
-
04/10/2013
19
Forme della chioma monopodiale
Chioma subconica a distribuzione irregolare:
i rami, pur essendo pi
lunghi e di maggior
diametro, non
determinano un
aspetto regolare come
il caso precedente
Cupressus sempervirens var.
horizontalis
Forme della chioma simpodiale
Chioma espansa o globosa: due o pi rami
di 1 ordine
raggiungono notevoli
dimensioni e da essi se
ne dipartono molti di
ordine superiore
Fagus sylvatica
-
04/10/2013
20
Forme della chioma simpodiale
Chioma tabulare: i rami costituiscono una
piramide rovesciata la
cui base, rivolta verso
lalto, ha uniforme altezza. Le inserzioni
dei rami sono
prevalentemente ad
angolo acuto Araucana angustifolia
Forme della chioma simpodiale
Chioma ricadente: rami di non grande
dimensione, inseriti con
angoli molto aperti e
ricadenti verso il basso
Salix babylonica (Salice piangente)
-
04/10/2013
21
Forme della chioma
Pur essendo la forma della chioma un carattere peculiare di ogni specie legnosa,
sono notevoli le influenze dellambiente esterno e dellintervento antropico
Forma della chioma
Fattori genetici Genotipo
Accrescimento longitudinale
Fattori ambientali Densit soprassuolo
Fattori climatici
Fattori topografici
-
04/10/2013
22
Azione del vento e degli eventi atmosferici
Potature
-
04/10/2013
23
I rami
possibile distinguere due tipi di rami:
Macroblasti: (rami lunghi) presentano un internodo in genere allungato e le cui gemme
laterali possono dare origine ad altri rami e
foglie
Brachiblasti: (rami corti) hanno internodi ravvicinati, non producono rami laterali e solo
la gemma terminale visibile. Su di essi le
foglie sono inserite per lo pi a rosetta.
-
04/10/2013
24
Le foglie
Nella chioma possibile distinguere due zone:
la zona superiore ed esterna, occupata dalla chioma viva, fotosintetizzante, con foglie
prevalentemente di luce allesterno e foglie dombra (se presenti) in basso e verso linterno
la zona inferiore ed interna, occupata dalla parte pi interna dei rami vivi e da rami ormai
secchi
Morfologia delle foglie
-
04/10/2013
25
Ik = punto di compensazione
Is = punto di saturazione
Foglie ed attivit fotosintetica
Light saturation point
Attivit fotosintetica:
foglie di luce e foglie dombra
-
04/10/2013
26
Foglie di luce
valori alti di Ik e Is
dimensioni pi piccole con pi carotenoidi
disposizione spesso spiralata
maggiore respirazione e traspirazione
Foglie dombra
bassi valori di Ik e Is
sono pi sottili
hanno disposizione spesso distica su un medesimo piano
-
04/10/2013
27
Ik Is
fattori
genetici condizioni
ambientali
et della
pianta
et delle
foglie
le piante sciafile hanno sia foglie di luce che foglie dombra
le piante eliofile hanno solo foglie di luce
i semenzali hanno o solo foglie di luce o solo foglie dombra
fototemperamenti intermedi e variabilit con let
Alcune caratteristiche:
-
04/10/2013
28
IL FUSTO
la porzione legnosa dellalbero derivante dallaccrescimento del getto principale, esclusi i rami
La forma varia da specie a specie
spesso il principale obiettivo della coltivazione forestale
Diverse funzioni:
Meccanica
Fisiologica
-
04/10/2013
29
Forma del fusto
Si possono identificare tre zone lungo il fusto:
la parte basale (colletto): il fusto tende ad allargarsi, formando delle costolature
la parte mediana: il fusto tende ad essere cilindrico
la parte terminale: si rastrema rapidamente (conifere) o si divide in branche (latifoglie)
-
04/10/2013
30
Le principali caratteristiche geometriche del fusto sono:
Altezza
Diametro alla base (1,30)
Rastremazione (riduzione del diametro al crescere dellaltezza)
Forma della sezione
Asimmetria rispetto allasse verticale
Calcolo del
volume
Qualit del
legname
ASIMMETRIA RISPETTTO ALLASSE VERTICALE
-
04/10/2013
31
-
04/10/2013
32
Il legno
Il legno linsieme dei tessuti conduttori, di sostegno e meristematici del fusto e dei rami
Il cambio cribrovascolare si trova sotto la corteccia e produce verso lesterno i tessuti conduttori della linfa elaborata (elementi cribrosi costituiti da cellule vive la cui funzionalit dura 1 o pochi anni) e verso linterno i tessuti conduttori della linfa grezza (vasi o trachee e tracheidi)
La porzione interna al cambio detta legno o xilema, quella esterna libro o floema
Esternamente al libro vi un altro tessuto meristematico (cambio suberofellodermico) che
produce il ritidoma (tessuto suberificato di
protezione della pianta)
Tutto ci che esterno al cambio cribrovascolare detto corteccia e viene scartato nelle utilizzazioni
legnose
La corteccia viene spinta allesterno durante la crescita e spesso si lacera
-
04/10/2013
33
-
04/10/2013
34
Durame ed alburno
Lalburno la parte dello xilema costituito sia da cellule lignificate e morte che da cellule ancora
vive (parenchimatiche)
Il durame costituito da cellule lignificate e morte che hanno subito un processo di
duramificazione (accumulo di sostanze quali olii,
gomme, resine, tannini e chiusura dei vasi
attraverso tille) che ne aumenta la resistenza e
durabilit
DURAME
ALBURNO
-
04/10/2013
35
Le sezioni fondamentali
Lo xilema
Costituisce la gran parte del volume del fusto
Gli anelli sono spesso visibili a causa della differenza dimensionale tra gli elementi conduttori
del legno primaticcio e del legno tardivo
Radialmente vi sono dei tessuti parenchimatici (raggi midollari) che collegano le diverse cerchie
annuali ed il floema, con funzione di riserva e
traslocazione di sostanze e di acqua
-
04/10/2013
36
Terminologia
Fibratura: disposizione delle cellule del tessuto meccanico fondamentale nella loro successione spaziale. La fibratura normale quella diritta e parallela allasse del fusto.
Tessitura: grandezza degli elementi cellulari che costituiscono i tessuti
Venatura: aspetto con cui appaiono sulle sezioni longitudinali gli anelli di accrescimento
VENATURA
-
04/10/2013
37
Elementi costituenti il legno
Vasi o trachee (cellule morte con funzione di trasporto)
Tracheidi (cellule morte con funzione di trasporto e sostegno)
Fibre (cellule morte con funzione di sostegno)
Cellule parenchimatiche (cellule vive con funzione di riserva, trasporto e duramificazione)
Cellule secretrici (cellule vive con funzione di secrezione di resine, gomme, ecc.)
Accrescimento
Laccrescimento primario o longitudinale provoca l'allungamento del fusto e dei rami ed
determinato dai meristemi apicali
L'accrescimento secondario o diametrale provoca l'ingrossamento del fusto e deriva dallattivit del cambio
L'accrescimento negli alberi un fenomeno che si protrae durante tutta la vita della pianta
-
04/10/2013
38
Accrescimento longitudinale
Molti alberi completano l'accrescimento longitudinale in corrispondenza di giorni lunghi, quando le condizioni di temperatura e di rifornimento idrico sono
favorevoli
E' pure importante l'influenza esercitata dall'et mentre non chiaro l'effetto della concorrenza
L'accrescimento anche funzione
dellorigine della pianta: nei polloni massimo durante il
primo anno di vita e decresce
negli anni successivi. Ci
presumibilmente dovuto al fatto
che in quel momento sono
disponibili in maggior misura le
riserve di carboidrati accumulate
nel sistema radicale ed il
rapporto tra parte aerea e radici
molto favorevole per il
rifornimento idrico
nelle piante da seme minimo allinizio e poi aumenta con let
-
04/10/2013
39
corteccia
Sezione trasversale di un fusto
di conifera
floema
Cambio
cribrovascolare
Anello
annuale
Legno
tardivo
Legno
primaverile
Midollo
Accrescimento
diametrale:
cosa sono gli anelli
legnosi e come si
formano?
Gli anelli legnosi
Le diversit strutturali derivanti dai cicli stagionali appaiono nelle sezioni
trasversali come una successione di anelli
Lesame di questi anelli consente di determinare, sulla sezione di base, let e come si accresciuta la pianta
Esistono correlazioni tra clima ed accrescimento
-
04/10/2013
40
struttura relativamente semplice ( chiamato omoxilo), poich costituito essenzialmente da
tracheidi (fino al 90-95 % del volume) con
cellule parenchimatiche per il 7-8 %.
Il lume delle tracheidi diverso tra legno primaverile e legno tardivo.
Le conifere presentano cellule secretrici di resina.
Legno delle conifere
-
04/10/2013
41
Legno primaverile
Legno tardivo
-
04/10/2013
42
legno pi complesso, formato da vasi, fibre, cellule parenchimatiche (per oltre il 20 % del
volume) e cellule secretrici.
I vasi per alcune specie possiedono una fortissima differenza dimensionale (anello
poroso).
Di solito nelle latifoglie la porosit diffusa rende difficile distinguere gli anelli ad occhio
nudo.
Legno delle latifoglie
-
04/10/2013
43
-
04/10/2013
44
Perch lo spessore degli anelli varia
nel tempo ?
Et della pianta
Concorrenza intra- ed inter-specifica
Fattori ambientali (pioggia, temperatura,
eruzioni vulcaniche,
terremoti, ecc.)
Fattori biologici (insetti, attacchi fungini, ecc.)
Attivit antropiche (selvicoltura)
Effetto della concorrenza tra le piante e
delle attivit umane
-
04/10/2013
45
Effetto della competizione
Oldeman, 1990
Let reale o fisica o anagrafica rappresentata dall'effettivo numero di anni
intercorsi dalla nascita
Let stadiale rappresentata dalla fase di sviluppo in cui una pianta si trova
-
04/10/2013
46
Effetto delle condizioni climatiche
Relationships between regional tree
growth and climate. Simple correlations
between regional growth pattern (PC1)
and monthly temperature (red bars)
and precipitation (blue bars) from
October of previous year to September
of current year during 19332005 are shown in (A).
The relationship of regional basal area
increment (BAIregion) and Palmer
drought severity index (PDSI) of early
spring during 19332005
Wu et al, 2013, Environ. Research Letters
Effetto della posizione lungo il fusto
Gli accrescimenti diametrali non sono uguali alle varie altezze
lungo il fusto: in genere, i valori
maggiori si hanno in prossimit
della base e al di sopra del
punto in cui si registra il
diametro massimo della chioma
Spessore degli anelli (1) ed area basimetrica (2) alle diverse
altezze del fusto di un albero. La lunghezza dei tratti orizzontali (-o)
proporzionale allentit della massa fogliare presente
-
04/10/2013
47
Costituenti chimici del legno
CELLULOSA (40-50%), polissaccaride con forte resistenza alla trazione longitudinale, forma
lossatura delle pareti cellulari
LIGNINA (18-25% nelle latifoglie, 25-30% nelle conifere), polimero di origine fenolica con elevata
resistenza a compressione, impregna le pareti
cellulari
ALTRE SOSTANZE (olii, resine, gomme, tannini )
-
04/10/2013
48
LIGNINA
Propriet del legno
Il legno un materiale:
Igroscopico e poroso, cio presenta una forte affinit per lacqua
Anisotropo, cio presenta caratteristiche diverse nelle tre direzioni fondamentali
-
04/10/2013
49
Caratteristiche fisiche del legno
Colore: dipende dalle caratteristiche intrinseche della specie legnosa (colore
pareti cellulari, estrattivi, ecc.) e
dallumidit del legno. Attacchi fungini possono modificare il colore del legno
FAGGIO
ABETE ROSSO PINO CEMBRO
-
04/10/2013
50
Caratteristiche fisiche del legno
Odore e sapore: le cellule legnose non hanno odore e sapore. La presenza di
particolari estrattivi (resine, olii, zuccheri,
ecc.) pu dar luogo ad odori o sapori
particolari.
Rapporti massa/volume
Ampia variabilit nella massa a causa dei costituenti del legno stesso
Variazioni di massa e di volume in funzione dellumidit del legno
Il volume misurato attraverso le dimensioni esterne non tutto costituito da legno
(volume apparente)
-
04/10/2013
51
Rapporti massa/volume
La massa volumica della sostanza legnosa che costituisce le pareti cellulari pressoch
la stessa per tutte le specie ed pari a 1530
kg m-3
Nessun legno pu raggiungere tale densit.
Il legno pi leggero la Balsa (Ochroma lagopus) 50 kg m-3
Il legno pi pesante il legno di ferro (Krugiodendron ferreum) 1350 kg m-3
Ochroma lagopus
50 kg m-3
Krugiodendron ferreum
1350 kg m-3
-
04/10/2013
52
Rapporti massa/volume
Nei manuali tecnici, la massa volumica espressa allo stato fresco (>30%), ad
umidit normale (12%) ed allo stato anidro
La massa volumica varia con lumidit e con i fattori ambientali (clima, esposizione,
pendenza, ecc.)
Densit basale: rapporto tra massa anidra e volume fresco (u>30%)
Umidit del legno
o
f
P
PPU
0(%)
Tronchi appena tagliati u>50%
Legno stagionato a 20C e 65% UR 12%
-
04/10/2013
53
Lacqua nel legno
Acqua di imbibizione: acqua libera nelle cellule (u>30%)
Acqua di saturazione: acqua legata ai costituenti le pareti cellulari
Acqua chimica: acqua facente parte dei costituenti della cellula
Microfibrille di cellulosa
-
04/10/2013
54
Legno: materiale igroscopico
Umidit del legno 30%
Vo
lum
e
SOLO VARIAZIONE PESO
PUNTO DI SATURAZIONE DELLE PARETI CELLULARI
Adsorbimento
L'adsorbimento consiste nell'attrazione di molecole d'acqua da parte di gruppi ossidrilici OH presenti nelle catene di cellulosa ed emicellulosa.
L'attrazione ed il bloccaggio avviene grazie a legami "a ponte di idrogeno
Si forma dapprima uno strato monomolecolare d'acqua che va a saturare tutti gli ossidrili OH disponibili con un allontanamento reciproco delle catene cellulosiche
Il maggiore spazio disponibile permette l'adsorbimento di altre molecole d'acqua fmo a formare strati plurimolecolari ed un conseguente ulteriore rigonfiamento della struttura
-
04/10/2013
55
Desorbimento
Il desorbimento il processo inverso dell'adsorbimento e si verifica ogni volta che legno relativamente umido permane in aria relativamente asciutta
La perdita netta di acqua negli strati superficiali del legno porta alla formazione di un gradiente che induce l'umidit a muoversi dagli strati pi interni verso la superficie
La natura polare del legame idrogeno rende facilmente reversibili i meccanismi igroscopici del legno
possibile portare il materiale ad equilibrarsi all'umidit desiderata controllando l'umidit relativa e la temperatura dell'aria
Adsorbimento,
desorbimento ed
isteresi igroscopica
-
04/10/2013
56
Valori di umidit di
equilibrio tipiche del legno
in funzione dell'umidit
relativa e della temperatura
dell'aria
Ritiri
I ritiri sono diversi nelle tre direzioni fondamentali:
Ritiro assiale: 1%
Ritiro radiale: 3-6%
Ritiro tangenziale: 5-12%
Il legno in equilibrio igrometrico con laria ambiente non mai allo stato anidro
I fenomeni di ritiro non sono irreversibili
-
04/10/2013
57
Fattori che influenzano i ritiri
la massa volumica: pi un legno denso e pesante, e pi elevato sar tendenzialmente il suo ritiro
gli estrattivi duramificanti insolubili in acqua: mantengono la parete in stato di parziale rigonfiamento anche allo stato anidro inserendosi tra una microfibrilla e l'altra, dall'altro incrostano le pareti cellulari ed occupano una parte dei gruppi OH, i quali non possono perci contribuire a legare molecole di acqua di saturazione;
-
04/10/2013
58
Fattori che influenzano i ritiri
la composizione chimica percentuale della sostanza legnosa: gi stato ricordato che ad un incremento percentuale di lignina corrisponde una riduzione del ritiro e viceversa;
la presenza di sollecitazioni meccaniche, sia dovute a tensioni interne, sia dovute a forze esterne applicate al legno pu indurre nelle cellule deformazioni permanenti, tali da sommarsi e sottrarsi ai ritiri/rigonfiamenti di origine igroscopica.
Conseguenze dei ritiri
variazioni dimensionali;
deformazioni;
sviluppo di tensioni interne al materiale;
-
04/10/2013
59
Conseguenze dei ritiri
falcatura: su un bordo della tavola si trova una striscia di legno di reazione, che con il suo abnorme ritiro assiale tende ad incurvare longitudinalmente la tavola a "lama di falce" (la curvatura contenuta in un piano longitudinale parallelo alle facce delle tavole); la concavit rivolta verso la zona anomala se il legno in fase di desorbimento, oppure in direzione opposta se il legno sta assorbendo umidit
svergolamento: corrisponde ad una torsione dell'intera tavola intorno al suo asse longitudinale e si manifesta in seguito al ritiro quando una striscia di legno di reazione occupa la zona centrale della tavola, oppure quando la tavola proviene da un tronco con fibratura elicoidale;
arcuatura: si tratta di una deformazione causata dalla presenza di legno di reazione su una delle due facce della tavola, con conseguente incurvamento del semilavorato a "doga di botte" (la curvatura contenuta in un piano perpendicolare alla faccia della tavola).
Conseguenze dei ritiri: tavole
-
04/10/2013
60
Principali difetti del legno
Tutte le anomalie di accrescimento, della struttura e del colore che diminuiscono il
valore commerciale e la qualit del legno,
ricadono nella denominazione di difetti del
legname:
Difetti strutturali
Lesioni
Attacchi parassitari o fungini
Legno con struttura anomala:
legno di reazione
Si forma quando il fusto cresce inclinato
La sezione trasversale eccentrica
Nelle conifere si forma nella zona sottoposta a compressione (legno di compressione o canastro) ed
ha un colore rossiccio scuro
Nelle latifoglie si forma nella zona sottoposta a trazione (legno di tensione) ed ha un aspetto bianco
sericeo
Dal punto di vista meccanico, a causa della diversa disposizione delle fibre di cellulosa nella parete
cellulare si ha un maggiore ritiro longitudinale
-
04/10/2013
61
-
04/10/2013
62
-
04/10/2013
63
Legno con struttura anomala:
midollo e legno giovanile
E la parte centrale del tronco intorno alla quale si accresce la pianta;
riduce sensibilmente il pregio dei semilavorati, in quanto nella zona del midollo si concentrano
numerosi difetti quali nodi, fessurazioni,
marciumi, tensioni interne ecc.
Il midollo formato da cellule aventi modesta resistenza e durabilit.
-
04/10/2013
64
Anomalie di forma
Fusto non rettilineo
Sezione irregolare
Eccessiva rastremazione
Nodi
Tensioni
interne
-
04/10/2013
65
Deviazione della fibratura
Anomalie dovute a lesioni
Cretti da gelo Fulmini
-
04/10/2013
66
Anomalie dovute esseri viventi
Funghi
Insetti