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IN CERCA DI LAVORO IN CERCA DI DESTATE LA FESTA 2013 DOSSIER APPROFONDIMENTI OSPITI PROGRAMMA P P P P P P

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Opuscolo cultura di Destate La Festa 2013

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1IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

IN CERCA DI LAVORO IN CERCA DI SÉ

DESTATE LA FESTA 2013

DOSSIERAPPROFONDIMENTIOSPITIPROGRAMMA

P P P P P P

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VOLONTARI 2013 [[[[[[

A L E S S A N D R O 5 _ A L E S S I A 5 _ A L E X 2 _ A L I C E 4 ANDREA 4_ANGELICA 3_ANNA_ANNACLAUDIAA N N A M A R I A _ A R I A N N A 2 _ A S I A 2 _ A U R O R A 2

BEATRICE5_BENEDETTA2_BIANCA2_CALUDIA2

C A M I L L A 2_ C A R L O 5_ C A T E R I N A 4_ C E C I L I A 2

C H I A R A 7_ C L A U D I A 6_ C R I S T I N A 2_ D A M I A N ODANIELE6_DAVIDE_DEBORA2_DENISE3_DIEGOEDOARDO2_ELENA3_ELEONORA4_ELISA2_EMMAE M M A 2 _ E N E A _ E N R I C O _ E R I C A 4 _ E U G E N I AE V A 2 _ F E D E R I C A 2 _ F E D E R I C O 3 _ F I L I P P O 3

FLAVIANO_FRANCESCA5_FRANCESCO 5_GAIAG E S S I C A _ G I A C O M O 6 _ G I A D A 2 _ G I A N L U C AG I A M M A R C O 5_ G I A N M A R I A _ G I O E L E 2_ G I O I AGIORGIA 5_GIOVANNA 2_GIOVANNI 2_GIULIA 17

G I U L I A N O _ G I U S E P P E 2 _ I L A R I A 5 _ I R E N E 4

J E S S I C A 3_ J U R G E N _ J U R I _ L A U R A _ L E T I Z I ALORENZA 2_LORENZO 4_LUCA 2_LUCIA 4_LUIGIMADDALENA_MARCO4_MARGHERITA_MARIA3

MARIAENRICA_MARIANNA_MARIKA 2_MARIOM A R T A 2 _ M A R T I N A 4 _ M A R Y U R I _ M A T I L D E 4

M A T T E O 4 _ M A T T I A 4 _ M I C H E L A 2 _ M I R C OM I R K O _ M O N I C A _ N A T A S C I A _ N I C O L A 3

NOEMI 2_NONPERVENUTO N_NWNO_RACHELE 4

REBECCA_ROBERTA_SARA4_SERENA_SILVIA3

SIMONE3_SOFIA5_SONIA_STEFANO2_STELLA2

TAMARA_TEODORA_VALENTINA10_VALENTINOV A L E R I A _ V A N E S S A 2_ V I R G I N A 5_ V I T T O R I A 4

IN CERCA DI LAVORO IN CERCA DI SÉ

DESTATE LA FESTA 2013

DOSSIERAPPROFONDIMENTIOSPITIPROGRAMMA

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PROGETTO GRAFICO: + CROCEVIA | GIANLUCA ROCCHETTI

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4 5DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

LA MIA GIOIA MI COSTA SUDOREDiciamocelo: Dio, l’onnipotente e l’onnisciente, il Signore del cielo e della terra, non aveva bisogno di giardinieri! Semplicemente Dio dona all’uomo il giardino di Eden, perché l’uomo non abbandoni il mondo a se stesso ma ne abbia cura. Dio crea il mondo e lo regala all’uomo; si fida di lui e lo fa suo collaboratore nella continuazione della creazione.

La nostra dignità di uomini inizia da qui. E da qui vuole iniziare anche questo opuscolo.«La dignità non ce la dà il potere, o il denaro, o la cultura: il lavoro ci dà la dignità» (Papa Fran-cesco) e ogni uomo si deve sentire correspon-sabile di chi un lavoro lo ha perso, o forse non lo ha mai trovato, o nel lavoro è schiacciato da logiche arriviste e non vive la sua professione nell’ottica di adesione alla vocazione creativa a cui Dio ci chiama.

Ci piace ragionare e confrontarci su questo tema perché siamo convinti che la crisi econo-mica non può spezzare sogni e desideri per il

Non bastano queste poche pagine per esauri-re il tema. Ma noi non abbiamo la presunzione di essere esaustivi. A noi basta essere custodi della bellezza della realtà che ci circonda. A noi basta riaccendere la speranza nel cuore degli uomini. A noi basta promuovere la dignità.

Questo fascicolo integra e completa la mostra esposta in Piazza del Duca che abbiamo acqui-stato da Meeting Mostre di Comunione e Libe-razione.La mostra, mette sotto i riflettori una fase cru-ciale della vita del nostro Paese, quella in cui si mostra la sua capacità di progettare il futuro: il percorso che i giovani compiono dagli studi all’avviamento dell’attività professionale. Il tema viene affrontato attraverso la documen-tazione di esperienze che meglio sembrano af-frontare i bisogni e le difficoltà. Di fronte all’at-tuale crisi non basta, a nessun livello, imparare a gestire meglio dei meccanismi, ma occorre saper cogliere e valorizzare quegli “impreve-dibili istanti” in cui creatività, desideri, spirito di iniziativa diventano motore di sviluppo e di equilibrio sociale. Le esperienze virtuose do-cumentate nella mostra sottolineano il valore di due grandi direttrici culturali, sussidiarietà e solidarietà, che sottendono una nuova idea di esperienza umana. Non quella dell’io egoista concepito da molti intellettuali come motore della vita economica e politica; né quella dell’io deresponsabilizzato che aspetta dalla politica la risoluzione dei suoi problemi; piuttosto quel-la della persona nella sua unicità e grandezza, irriducibile a ogni circostanza avversa perché mossa da un desiderio infinito che non può mai spegnersi.

futuro e non vogliamo farci rubare la verità da chi, deluso e affaticato, ha perso la speranza.Consapevoli delle difficoltà che attraversano il mondo del lavoro (noi giovani per primi le spe-rimentiamo sulla nostra pelle) vogliamo con-frontarci con la crisi e con chi, in questa crisi, ci sta dentro ogni giorno. Questo opuscolo quindi ascolta voci di esperienze diverse: dall’impren-ditore al dipendente, dal professore all’agri-coltore… vite diverse ma uguali per dignità e preziosità.

Ad ognuno abbiamo rivolto le stesse domande con l’idea di condividere, comunicare, ascoltare, capire. Le risposte sono state davvero preziose e siamo certi lo saranno anche per voi.Insieme a questi contributi abbiamo cercato di evidenziare le radici del contenuto attraverso alcuni estratti del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa e abbiamo proposto alcu-ne risposte della Chiesa stessa all’attuale crisi.

“Che la fatica è un investimentoce lo dice anche Jovanotti...ma non è stato il primo.Partiamo dall’inizio. Ma dall’inizio, inizio!”

«Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse» (Gen 2,15)

E se davvero la nostra creatività è il valore ag-giunto a ciò che facciamo, il lavoro ci permette di scoprire noi stessi, i nostri talenti e i nostri doni da mettere in gioco per noi e per gli altri. Per questo la mostra è integrata da una sezione fotografica, frutto della selezione delle foto per-venute da chi ha partecipato al concorso che abbiamo promosso e attraverso il quale ogni partecipante ha cercato di esprimere come nel lavoro si ha la possibilità di trovare se stessi.“In cerca di lavoro, in cerca di sé. Mi piace quel-lo che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi (J. Conrad)” con questo titolo abbiamo promosso il concorso fotografico spinti dal desiderio di stimolare la creatività dei parteci-panti nel fotografare prima di tutto loro stessi: le qualità, i talenti, i doni di ciascuno sarebbero sprecati se tenuti stretti senza essere condivisi e messi a servizio degli altri.

Sì, tutto questo è difficile. Ma ci vuole coraggio e tenacia perché non possiamo permetterci che il futuro perda il gusto della speranza.Oggi ci viene chiesto un sforzo in più. Faccia-molo. Tutti. Insieme.

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6 7DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

NON DI SOLO PANE

CENTRO PER L’IMPIEGO

Il compito di coltivare e custodire la terraL’Antico Testamento presenta Dio come Creatore onnipotente, che plasma l’uomo a Sua immagine, lo invita a lavorare la terra e a custodire il giardi-no dell’Eden in cui lo ha posto. Alla prima coppia umana Dio affida il compito di soggiogare la terra e di dominare su ogni essere vivente. Il dominio dell’uomo sugli altri esseri viventi, tuttavia, non deve essere dispotico e dissennato; al contrario, egli deve « coltivare e custodire » i beni creati da Dio.

Il lavoro appartiene alla condizione originaria dell’uomo e precede la sua caduta; non è per-ciò né punizione né maledizione. Esso diventa fatica e pena a causa del peccato di Adamo ed Eva, che spezzano il loro rapporto fiducioso ed armonioso con Dio

Il lavoro va onorato perché fonte di ricchezza o almeno di condizioni di vita decorose e, in gene-re, è strumento efficace contro la povertà (cfr. Pr 10,4), ma non si deve cedere alla tentazione di idolatrarlo, perché in esso non si può trovare il senso ultimo e definitivo della vita. Il lavoro è es-

Per rendere l’idea, alcune cifre...Cresce considerevolmente il numero delle per-sone in stato di disoccupazione. Alla data del 31 dicembre 2012 risultano iscritti al CIOF come disoccupati 6.011 soggetti di cui 3.407 donne. Al 31 dicembre 2011 le persone in stato di di-soccupazione erano 5.717, si è quindi registrato unincremento di 294 unità (+5,14). L’incre-mento è particolarmente sensibile per i maschi: +260 unità (+11,09%). Rispetto al 2011, tutta-via, in cui si era registrano un aumento record del numero dei disoccupati (+39,9% rispetto al 2010) il trend sembra essere rallentato. In ogni caso si tratta di un dato che ci parla di una crisi economica ancora in pieno svolgimento che, da un lato, produce nuove espulsioni dal mercato del lavoro e, dall’altro, rende ancora più difficile la ricollocazione di coloro che già versavano in stato di disoccupazione.

Aumenta considerevolmente anche il numero dei soggetti che nel corso dell’anno acquisi-scono lo stato di disoccupazione. Nel 2012 il numero delle autocertificazioni dello stato di di-soccupazione è infatti salito a 3.562 (+19,93% rispetto all’anno precedente). Se si osserva

senziale, ma è Dio, non il lavoro, la fonte della vita e il fine dell’uomo.

Gesù uomo del lavoroNella Sua predicazione Gesù insegna ad apprez-zare il lavoro. Egli stesso, « divenuto simile a noi in tutto, dedicò la maggior parte degli anni della sua vita sulla terra al lavoro manuale, presso un ban-co di carpentiere »,573 nella bottega di Giuseppe (cfr. Mt 13,55; Mc 6,3), al quale stava sottomesso.

Il dovere di lavorareCon il suo lavoro e la sua laboriosità, l’uomo, par-tecipe dell’arte e della saggezza divina, rende più bello il creato, il cosmo già ordinato dal Padre; 580 suscita quelle energie sociali e comunitarie che alimentano il bene comune,581 a vantaggio soprattutto dei più bisognosi. Il lavoro umano, finalizzato alla carità, diventa occasione di con-templazione, si trasforma in devota preghiera, in vigile ascesi e in trepida speranza del giorno senza tramonto.

il trend degli ultimi anni si rileva che dopo il drammatico incremento registrato nel 2009 (2.606 autorcertificazioni dello stato di disoc-cupazione pari ad un +38,9% rispetto al 2008), il 2010 e il 2011 avevano fatto registrare incre-menti più contenuti (rispettivamente, +8,94% e +4,61%). Nel 2012 invece si registra una nuo-va preoccupante impennata (+19,93% rispetto al 2011). A determinare tale risultato sono so-prattutto i maschi (con 1.667 autocertificazioni pari ad un +26,29% rispetto al 2011, contro un incremento del 14,85% delle autocertificazioni rese da donne.

I numeri non hanno bisogno di essere commentati.Una cosa ci colpisce: molti soggetti, ormai scoraggiati, rinuncino all’iscri-zione al CIOF andando così ad incre-mentare il numero degli inattivi.Speriamo davvero che il messaggio che ci proponiamo di promuovere at-traverso questo opuscolo, attraverso mostra, il concorso e la sera culturale siano davvero seme di speranza e co-raggio.

I contenuti di questo opuscolo, la mostra, la serata con Costanza Miriano, le interviste, le foto, e tutto il resto sono semplici contributi raccolti e riordinati.Le radici di questo lavoro, umile ma coraggioso, si trovano nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, al capitolo sesto. Di seguito alcuni estratti tra i più significativi.

Attraverso il Centro perl’Impiego l’Orientamento ela Formazione di Senigalliaabbiamo cercato difotografare la situazionedel mercato del lavoro delnostro territorio.

IL LAVORO QUI E ORA

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8 9DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

APPROFONDIMENTO XXXXXX

10 SEMPLICI PASSI PER TROVARE LAVORO

1 / METTI IN DISCUSSIONE LE TUE CONVINZIONI SUL LAVOROIl mercato del lavoro è molto più complesso di quello che raccontano i mass-media. Non lasciarti fuorviare da affermazioni generiche e negative (tipo “Il lavoro non c’è”) ma abbraccia convinzioni positive (tipo “Troverò il lavoro che fa per me”).

2 / DEFINISCI UN OBIETTIVO PROFESSIONALE PRECISO E MIRATODefinisci la professione che ti interessa, non rimanere con obiettivi vaghi (es. “cerco un lavoro qualsiasi”). Questo ti permetterà di focalizzare la ricerca ed evitare sprechi di energia e di tempo.

3 / FAI UN ACCURATO BILANCIO DELLE COMPETENZEParti da te stesso. Analizza le tue aspirazioni, le tue capacità, la tua personalità, i tuoi limiti e ciò che ti piace e ti riesce bene. È il modo migliore per scoprire la professione che si ritaglia su di te.

4 / DOCUMENTATI SULLE PROFESSIONI, SUI SETTORI E SULLE AZIENDESii curioso. Naviga in internet alla ricerca di tutte le informazioni che ti permettono di dare un nome alla professione che ti interessa, e scoprire dove puoi andarla a cercare.

Ecco qui di seguito dieci consigli da mettere in pratica per trovare lavoro, rivolti in particolare ai giovani e a chi desidera orientarsi nel vasto mondo del lavoro. Gli spunti ci sono offerti da Gianluca Antoni.

5 / PARLA CON CHI FA QUEL LAVORO, ALLARGA LA TUA RETE DI CONOSCENZEConfrontati con i professionisti, chiedi consigli, suggerimenti e contatti. È il modo migliore per farti conoscere e avere informazioni chiave.

6 / CANDIDATI SPONTANEAMENTE A TUTTE LE AZIENDE CHE TI INTERESSANONon aspettare che un’azienda sia alla ricerca di personale, presentati prima. Cerca di ottenere un appuntamento conoscitivo per proporre la tua candidatura con il datore di lavoro.

7 / PREPARA UN BUON CURRICULUM E SCRIVI LETTERE MIRATECura la stesura del tuo curriculum e soprattutto la lettera di presentazione. Inviala a chi ha il potere di assumerti (nome e cognome) e scrivi in fondo che lo chiamerai nei giorni successivi per fissare un breve colloquio conoscitivo.

8 / ISCRIVITI ALLE BANCHE DATI, RISPONDI AGLI ANNUNCI, PARTECIPA AI CONCORSIInserisci i tuoi dati al Centro per l’impiego, alle agenzie per il lavoro, nei portali internet, in ogni luogo a cui un’azienda può rivolgersi per cercare personale; segui gli annunci di lavoro e partecipa ai concorsi pubblici che ti interessano.

9 / PREPARATI ACCURATAMENTE PER AFFRONTARE LA SELEZIONEPrima di ogni selezione preparati le risposte alle domande del colloquio (la maggior parte sono prevedibili) e scopri i “trucchi” per affrontare al meglio i test psicoattitudinali, i questionari di personalità e le prove di gruppo.

10 / SII PERSISTENTE… NON TI ABBATTERE DI FRONTE AI “NO”, IL TUO OBIETTIVO È OTTENERE UN SOLO “SÌ!”Quando cerchi lavoro la risposta più probabile che sentirai è “No”. È normale che sia così. Trovare lavoro è come la battaglia navale: sta pur certo che quando colpirai e affonderai l’ultimo sommergibile, ti dimenticherai di tutti i colpi andati a vuoto!

GIANLUCA ANTONI, psicologo psicoterapeuta consulente d’orientamento. È autore delle guide Trova il tuo lavoro e Realizza i tuoi sogni pubblicate da Il Sole24Ore e dei romanzi Cassonetti e Il peso specifico dell’Amore pubblicate da Italic.

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QUALE LAVORO ?

In bocca al lupo!

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10 11DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

3 DOMANDE SUL LAVORO

INTERVISTE A LAVORATORI DEL NOSTRO TERRITORIO IMPEGNATI IN AMBITI DIVERSI

PH. RUBEN BISOGNIN / “PESCATORI”

1. Il settore in cui opera: un mare in cui si annega oppure un oceano attraverso cui scoprire nuovi orizzonti?Quali sono le potenzialità e quali criticità rileva invece?

2. La crisi contingente coinvolge tutti e tutto. Come non perdere la dignità nel lavoro che spesso oggi ci delude? Come costruire qui e ora un futuro che abbia ancora sapore di speranza?

3. “Il lavoro è qualcosa di più che guadagnarsi il pane: il lavoro ci dà la dignità” (Papa Francesco). Come si è realizzato e ha realizzato la sua vita nel lavoro?

Per provare a far chiarezza su questo tema così ampio abbiamo chiesto l’opinione di alcune persone del nostro territorio, che si impegnano in diversi contesti lavorativi. Ecco le domande a cui hanno risposto con la loro esperienza umana e professionale.

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Paolo Manoni Giorgia Fabriffffff ffffff

1. Come potrete comprendere, il settore in cui ope-ro è spesso paragonabile ad un mare dove molte aziende e famiglie stanno annegando: il compor-tamento scellerato di molte grandi banche che hanno messo al primo posto la massimizzazione del profitto e concesso mega-stipendi e bonus ai manager, ora le porta a dover coprire perdite sia su operazioni speculative (derivati) che su finan-ziamenti a settori “scoppiati” (immobiliare, auto, ecc.). In questo mare però riescono ancora a navi-gare realtà come Banca Etica, che pur finanziando solo determinate realtà (coop. sociale, coop. in-ternazionale, agricoltura bio, rinnovabili, cultura e associazionismo) riescono a crescere sia nella rac-colta che negli impieghi: questa “piccola barca” in mezzo all’oceano mi auguro possa indicare la rotta a tutto il resto del sistema bancario affinché tutte le banche tornino ad essere etiche, come erano in origine.

2. Avere il coraggio di seguire il proprio cuore usando il cervello: potrei riassumere così il mio consiglio. Non avere fretta di trovare la propria strada, ma essere curioso di conoscere percorsi alternativi all’economia “classica” (economia soli-dale, sociale, green economy ecc.), entrarne a far parte anche solo come volontario, se poi ciò ti fa star bene, iniziare a pensare a come farlo diventa-re il tuo “mestiere”. Pensare che oggi si possa far da soli è impensabile, quindi trovare compagni di

1. Il mio impegno a servizio della mia città inizia poco più di un anno fa, mi divido con passione tra cultura, scuola, giovani e pari opportunità. Emotivamente ogni giorno è fatto di volti, si-tuazioni, storie, successi e fallimenti, un mare insomma! Ho imparato però che per scoprire nuovi orizzonti l’unica soluzione è quella di buttare il cuore oltre la siepe e andargli dietro; abbiamo a disposizione un’intelligenza per cercare di prendere le decisioni più giuste per l’intera comunità. Le criticità, in questa Italia che sembra essere sempre più avvitata su se stessa,non manca-no: si perdono posti di lavoro, i tagli riducono i contributi a disposizione degli enti locali e le tasse aumentano , i consumi si contraggono e aumenta la paura dell’incertezza ma non dob-biamo mai farci mancare un sano e ostinato ottimismo. E’ necessario fare appiglio alla re-sponsabilita’ individuale di tutti, ai giovani e infine sono convinta che l’altra grande risorsa sia l’italia stessa. Credo fortemente che debba essere rilanciato il turismo, grande potenzialità di questo paese.

2. Nel leggere il numero dei licenziamenti, dei cas-saintegrati, dei disoccupati, dei giovani in cerca di lavoro, non possiamo non sentire in noi stessi, pri-ma di tutto come cristiani, il dramma umano che ciascuna di queste situazioni nasconde.

strada per costituire una cooperativa (vedi espe-rienza di Quanto Basta, nata all’interno del G.A.S.), un ufficio condiviso (co-working), fino a pensare ad un’abitazione “generatrice di lavoro” (co-hou-sing dove condividere auto, spazi comuni e offrire servizi di assistenza ad anziani e bambini, gestire orti comunitari).

3. A 45 anni si può anche fare un primo bilancio: vengo da una famiglia che per i nostri “standard” potremmo definire povera, perciò da giovane per me era prioritario guadagnare tanto (portare a casa più pane possibile). Casa, mutuo, auto costose, sono cose che mi sono potuto permettere grazie ad un lavoro che in quel periodo “tirava”: eppure la soddisfazione di raggiungere queste ricchezze ma-teriali finiva presto, ogni volta l’obiettivo si spostava in avanti (sognavo la casa in montagna, una nuova auto più grande e potente ecc.).Solo grazie all’amore per la famiglia (e alle “pre-diche ad personam” del mio ex parroco) che ho iniziato a pensare che la vera felicità sta nel potersi dedicare agli altri anziché pensare solo alla propria soddisfazione personale: la scoperta della finanza etica è stata la naturale conseguenza della mia vo-glia di cambiamento: oggi non vado al lavoro per far soldi (mi basta il pane quotidiano, che il Padre mi concede sempre in abbondanza), ma per per-mettere che un mondo migliore si realizzi anche attraverso il mio contributo.

Spesso, purtroppo, ascolto vicende di questo tipo. A volte le ascolto impotente, ma mi porto nel cuore le loro storie e la speranza viva che i rapporti umani siano tornati al centro di tutto.Ecco il sapore della speranza: chi non si chiude in se stesso ma tenta una soluzione facendo sistema e mettendo al centro i bisogni dell’in-dividuo. Rapporti umani e professionali che riescono anche a far nascere progetti politici capaci di dare risposte concrete.Due parole chiave: solidarietà e collaborazione.

3. Il lavoro non è solo un posto in cambio di un salario, il lavoro è “per l’uomo”! Esso ci consen-te di poter esprimere i talenti che il Creatore ci ha dato e coinvolge il singolo in un rapporto sinergico con la comunità in cui vive.Il mondo e la realtà di oggi sono complessi e ogni persona ha la sua storia; a volte ci è chie-sto di vendere tutto e di andare a soccorrere l’ammalato ma a volte siamo semplicemente chiamati a essere noi stessi in quel momento storico e in quel luogo tentando di soddisfare quel desiderio profondo di aiutare l’altro; ecco la mia definizione di politica, gesti e sguardi che diano, a chi ti sta accanto, il coraggio di essere semplicemente quello che è!

SONO PAOLO MANONI, BANCHIERE AMBULANTE (PROMOTORE FINANZIARIO) PER CONTO DI BANCA POPOLARE ETICA, VIVO AD OSTRA CON MIA MOGLIE E I NOSTRI 3 FIGLI.

MI CHIAMO GIORGIA FABRI, HO 33 ANNI, SONO SPOSATA CON ALESSANDRO E MADRE DI DUE BAMBINI, NICOLE E CRISTIAN. SONO ASSESSORE CON DELEGA PER CULTURA, GIOVANI, PARI OPPORTUNITÀ DEL COMUNE DI CORINALDO.

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14 15DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

Giacomo Pucci Giorgio Filipponiffffff ffffff

1. A mio parere l’agricoltura sta risentendo meno di altri settori della crisi attuale, non perché sia un segmento particolarmente fortunato o poco esposto a speculazione, anzi, anche in agricoltu-ra esistono potenti lobby che stabiliscono a priori i prezzi delle merci, ma piuttosto perché il setto-re agricolo da decenni riveste un ruolo marginale nel sistema socio-economico del nostro paese e forse per questo attrae meno le speculazioni finanziarie (chi ha grandi capitali difficilmente li investe in ambito agricolo). In altre parole, la po-sizione marginale dell’ agricoltura è stata forse la sua difesa e l’ha resa, almeno per ora, meno esposta rispetto ad altri settori economici.

2. L’agricoltura, da sempre, risponde ad un biso-gno di sostentamento da parte dell’ uomo. Que-sta esigenza si realizza nell’ adoperarsi dignito-samente tramite la fatica ed il sudore per poter godere di ciò che il pianeta ci offre. Ogni giorno trovo la dignità in un lavoro che mi permette di essere a contatto diretto con la natura pla-smandola in modo rispettoso e assecondandone pazientemente i cicli produttivi. Un lavoro che richiede attenzione e dedizione per far sì che non vengano stravolti determinati equilibri naturali.

1./2. Ad oggi questo panorama si è allargato in quanto per agricoltura si intende anche alleva-mento, agriturismo, agri asilo, fattorie didatti-che, vendita diretta.Proprio grazie all’ampliamento degli orizzonti, alla capacità di reinventarsi si può dire che la crisi nei primi 6 mesi dell’anno 2013 non abbia toccato questo settore. Grazie alla legge di orientamento e la buona volontà degli agricoltori (compresi i numerosi giovani che si iscrivono e intraprendono questa attività, quasi 10.000 nelle Marche) possiamo affermare con coraggio che la crisi non ci ha spaventato! Per questo, è stato importante il crescere del buon senso delle persone nel rico-noscere i veri valori della terra, frutto del tanto lavoro di chi ogni giorno si sporca le mani e si “spacca” la schiena.

3. Papa Francesco parla bene. Ho l’onore di es-sere ogni giorno a contatto con chi crede nel fu-turo (l’attesa è una priorità del coltivatore: getta il seme oggi e deve aspettare per raccogliere). E’ un orgoglio dare il mio piccolo e sincero contri-buto alla realizzazione dei loro progetti. Progetto che, da parola, diventa sostanza: PANE, pane materiale e segno semplice di dignità.

3. Io oggi sento di essermi realizzato scegliendo a trent’anni di abbandonare la sicurezza e la co-modità di un posto fisso statale per occuparmi dell’ azienda agricola di famiglia, scegliendo di lavorare direttamente “sul campo”… nel vero senso della parola.

MI CHIAMO GIACOMO PUCCI, FELICEMENTE SPOSATO, PADRE DI FAMIGLIA (CHE SI STA ALLARGANDO) E SONO RESPONSABILE PROVINCIALE EPACA PRESSO LA COLDIRETTI DI PESARO.

MI CHIAMO GIORGIO FILIPPONI, HO 60 ANNI E CONDUCO IN TERZA GENERAZIONE L’AZIENDA AGRICOLA DI FAMIGLIA A BELVEDERE OSTRENSE (AN). MI SONO LAUREATO IN SCIENZE AGRARIE ORMAI TRENTACINQUE ANNI FA E GRAZIE AGLI STUDI COMPIUTI HO VOLUTO INTRODURRE INNOVAZIONE E SVILUPPO IN ALCUNE COLTIVAZIONI DELL’AZIENDA CONCENTRANDO UNA PARTE DELL’ ATTIVITÀ NELLA PRODUZIONE DI OLIO EXTRAVERGINE DI ALTA QUALITÀ.

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16 17DESTATE LA FESTA 2013 IN CERCA DI LAVORO > IN CERCA DI SÉ

Giacomo Antonelli ffffff

1. l settore è molto particolare e di nicchia, richie-de molte conoscenze specifiche, dall’elettronica alla chimica fino alla pneumatica.È sicuramente ricco di potenzialità e si potrebbe potenziare all’infinito visto che ormai le aziende in Italia, sono giustamente “costrette” dalla nor-mativa vigente ad avere sistemi che controllino cosa stanno immettendo e quanto stanno inqui-nando questo nostro pianeta.

2. Dignità nel lavoro è un’espressione che non so se abbia più senso in questa nostra società. Credo che la dignità sia calpestata dai datori di lavoro ma anche molte volte dagli stessi lavo-ratori (pensiamo per esempio lo scandalo dei dipendenti pubblici che abbandonano ingiustifi-catamente il posto di lavoro per compiere le loro commissioni o addirittura hobby). Secondo me per rispondere a questa domanda bisogna tirare in ballo la costituzione:

Art. 4La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che con-corra al progresso materiale o spirituale del-la società.Con il lavoro nobilitiamo noi e tutta la so-cietà, tutti dovremmo tener bene in mente questo articolo: Stato, sindacati, datori di lavori e lavoratori. Tirate voi le conclusioni.

3. Io amo il mio lavoro e sono disposto a fare enormi sacrifici anche se a volte mi rendo conto che questo rapporto rimane univoco. Comunque darsi degli obiettivi lavorativi e la soddisfazione che consegue al loro raggiungi-mento sono quelle cose che mi fanno capire che il mio lavoro mi realizza.

SONO GIACOMO ANTONELLI E LAVORO IN UNA DITTA DI AUTOMAZIONE INDUSTRIALE CHE SI OCCUPA DI SISTEMI DI MONITORAGGIO AMBIENTALE.

Enrico Giacomelli ffffff

1. L’informatica è da sempre un mare inesplora-to , quindi per forza chi fa questo mestiere cerca nuovi orizzonti.La potenza di calcolo si evolve in progressione geometrica così come la nostra professione che è fatta di cervelli pensanti. I migliori in questo campo sono i visionari o come li chiamo io quelli che sanno leggere il futuro … l’unico proble-ma che non si rimane visionari per tutta la vita e quindi con l’andare degli anni si perde il dono della visione ma si guadagna esperienza, altra dote fondamentale nel lavoro!

2. Il vero grande problema è proprio la speranza, la grande colpa di chi ci governa è proprio que-sta. Aver tolto la speranza e se l’imprenditore non ha speranza di un futuro migliore muore come imprenditore e se non c’è l’imprenditore non c’è chi produce il lavoro e se non c’è lavoro non c’è speranza.È un vortice negativo pericolosissimo e le derive possono addirittura diventare drammatiche.Il lavoro è parte fondamentale della nostra vita non solo per il reddito, ma perché è la maggior parte del tempo che viviamo da svegli; sul lavoro si socializza, il lavoro ti permette di crescere come persona, senza il lavoro non si può vivere in maniera completa.

3. Papa Francesco conosce intimamente le per-sone e come Cristo conosce meglio di tutti gli ultimi, gli ultimi (molto spesso) hanno fame di lavoro è quasi sempre si diventa ultimi perché manca il lavoro.Il lavoro da dignità e produce persone degne.Personalmente il lavoro mi è servito, oltre che per sostenere la mia famiglia e quella delle persone con cui collaboro, per superare anche momenti molto difficili dove la necessità di re-lazionarti con altre persone affievolisce anche i grandi dolori dell’anima nei momenti difficili. Il lavoro è parte integrante ed irrinunciabile della mia vita.

SONO ENRICO GIACOMELLI, COMPROPRIETARIO DELLA NAMIRIAL SPA DI SENIGALLIA CHE NEGLI ANNI È DIVENTATA UNA REALTÀ IMPORTANTE NEL PANORAMA DELLE AZIENDE INFORMATICHE ITALIANE CON ALTRE 160 DIPENDENTI DIRETTI, SONO UN IMPRENDITORE DI PRIMA GENERAZIONE, NEL SENSO CHE NON HO EREDITATO L’AZIENDA DAI MIEI GENITORI, MA L’HO COSTITUITA CON QUEL “VISIONARIO” DEL MIO SOCIO CLAUDIO.

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Stefania Sbriscia ffffff

1. La scuola, almeno così come io la vivo e spe-rimento ogni giorno, è un mare tempestoso ma con infinite possibilità di pace. E’ in tempesta perché nel nostro Paese purtroppo non mi pare si stia comprendendo quanto la scuola incida sulla crescita umana, culturale, civile e quindi anche economica di un Paese. Eppure, nono-stante navighi in acque molto agitate e popola-te di squali (leggi: tagli di risorse e mancanza di investimenti) la scuola “resiste”, a scuola si cre-sce, si impara la vita, lo stare con gli altri, il valore della conoscenza, il rispetto delle persone e delle cose, il senso del lavoro e del sacrificio che poi si trasformano in soddisfazione e pace, appunto.

2. Per chi lavora e crede nella scuola, cioè nell’e-ducazione e nella formazione, la speranza è il pane quotidiano. Insegna, educa, accompagna nella crescita solo chi crede profondamente nella dignità di ogni essere umano, anche se pic-colo all’anagrafe e insignificante agli occhi delle agenzie internazionali di rating. Sono convinta che nel nostro Paese la scuola continui ad esse-re laboratorio di futuro nonostante le continue e scoraggianti mortificazioni proprio grazie ai tanti (insegnanti, dirigenti, genitori,,,) che scommet-tono e lavorano sulle potenzialità dei ragazzi e dei giovani, non limitandosi alla sterile lamenta-zione, ma mettendo in campo preziose compe-tenze umane, educative, professionali.

3. Non può non sentirsi realizzato nel lavoro – nonostante le numerose e sempre nuove diffi-coltà – chi tocca con mano ogni giorno quante possibilità di sviluppo e di crescita ci siano nei bambini, nei ragazzi e in chi si mette al loro fian-co con autenticità e responsabilità. La scuola è l’istituzione pubblica con le porte aperte a tutti, che si mette al fianco di ogni famiglia e delle altre realtà educanti del territorio per aiutare a cre-scere la singola persona, i bambini, i ragazzi e i giovani, una intera società… Cosa ci può essere di più realizzante di questo?

SONO STEFANIA SBRISCIA, VIVO A SENIGALLIA E DAL 2007 LAVORO COME DIRIGENTE SCOLASTICA NELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “DON MAURO COSTANTINI” DI SERRA SAN QUIRICO. IL MONDO DELLA SCUOLA MI ACCOMPAGNA QUINDI DA UNA VITA: ALUNNA PRIMA, INSEGNANTE POI E ORA DIRIGENTE DI DIECI SCUOLE (DALL’INFANZIA ALLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO) INCASTONATE COME GEMME NEL BELLISSIMO PAESAGGIO DELLA COMUNITÀ MONTANA DELL’ESINO-FRASASSI.

Andrea Ippoliti ffffff

1. Un mare in cui si annega? Difficile annegare in un mare che si è ormai quasi prosciugato: il settore in cui opero accusa sia la crisi economica generale che una crisi culturale, che penalizza in particolar modo il mondo dell’antiquariato in tut-te le sue fasce medio basse di mercato. Questa crisi/cambio culturale sposta il denaro disponi-bile su altri campi .Le potenzialità: stanno nel mio patrimonio ar-tistico personale che si è sempre potenziato in circa 30 anni. Già una volta ho trasformato la mia attività, ed anche ora sto procedendo verso nuovi orizzonti, sempre con la stessa vitalità che deve contraddistinguere l’imprenditoreLe criticità: stanno in noi stessi e quindi in chi ci rappresenta e ci governa che non sono meglio o peggio di noi. Quando ci saremo tolti di dosso questa aria da funerale ripartiremo.

2. Oggi ci sono datori di lavoro che si tolgono la vita perché non riescono a far fronte alle ne-cessità dei loro dipendenti ; ma ci sono anche imprenditori che con la scusa della crisi fanno le più porche cose verso i loro dipendenti.All’interno di questi due estremi sta il cuore dell’uomo che può essere avido di denaro o feli-ce nel dare lavoro ad altri uomini che così posso-no far crescere le loro famiglie.

Cosa vuol dire dignità del lavoro? Essere trattati come uomini? Anche davanti a una rotativa a 35 gradi ? La dignità non sta nel tipo di lavoro che si esegue, ma nel come ce lo fanno eseguire, qua-lunque esso sia.Sapore di speranza? Sperare in cosa? Che gua-dagneremo sempre di più? La speranza sta nel guadagnarsi il pane quotidiano, ma ponendo già oggi il lievito nella farina per il pane di domani. Chi ha il dono di sentirsi imprenditore di se stes-so e per gli altri non venga ostacolato da una ot-tusa burocrazia parassita.

3. Si può essere disposti a lavorare anche senza essere pagati, perché lavorare ci fa sentire vivi, utili, partecipi e partecipati. Ce lo insegnano i pensionati, anche se ci sono pensionati di men-talità in età lavorativa.Per me lavoro e vita coincidono, visto che la mia passione è divenuta il mio lavoro. Sono stato for-tunato ma non mi è stato regalato nulla. Impe-gno e passione sono gli ingredienti base dei vari aspetti della vita e quindi anche del lavoro. Solo con essi miglioriamo la nostra e l’altrui vita

MI CHIAMO ANDREA IPPOLITI, NATO A SENIGALLIA IL 1961. DOPO LA MATURITÀ SCIENTIFICA E L’ACCADEMIA DI BELLE ARTI INIZIO L’ATTIVITÀ PRIMA DI CERAMI-STA E POI DI RESTAURATORE D’ARTE. POSSIEDO ( MALATO DI) PARTITA IVA DAL 1985, CON TUTTI GLI ONERI ED “ONORI” .

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Giovanni Spinozzi ffffff

1. Il settore in cui opero risente della attuale crisi soprattutto per i prodotti professionali per comunità destinati alle strutture turistiche, che risentono in tutto il territorio nazionale di calo di presenze e di consumi. I nuovi orizzonti per noi sono il mercato della green economy, la cor-rettezza professionale nella ricerca di prodotti meno inquinanti e più sicuri.Vedo delle forti ombre su tutto il mercato tradi-zionale ed in quello turistico;Abbiamo un sistema politico economico che ha tutelato e tutela chi delocalizza all’estero non chi produce ed esporta. E questo non lo dico in senso protezionistico ma la dico in riferimento alla tutela dei lavoratori e degli standard etici ed ambientali minimi di cui l’Europa si è dotata ma che di fatto con il favorire l’import calpesta tutti i giorni.

2. Il lavoro costruisce un pezzo della dignità dell’uomo (poiché non è tutto) se ci si impegna al massimo per contribuire a costruire una par-te di società più giusta, con prodotti più equi e con una nuova armonia con il creato, reale e produttiva, non solo a parole. Per far questo il lavoro deve essere per tutti e non si può avere un sistema che tutela solo la parte del lavoratori che sono già “dentro” il sistema produttivo.La speranza c’è ancora in chi prende la sua vita

in mano, sceglie un punto critico del sistema e da quel punto inizia il cambiamento che vuole vedere.

3. E’ necessario vedere se il proprio lavoro serve veramente alla società, se lo stipendio è giusto, in senso di equità, se i fornitori sono scelti solo per il prezzo. Se i prodotti sono realizzati solo perché si vendono senza pensare alle conse-guenze dello smaltimento e allo stile di vita che inevitabilmente comunicano.Quando ho iniziato a farmi tutte queste doman-de ed ho iniziato a fare dei cambiamenti nella azienda di famiglia grazie anche a tutti coloro che lavorano con me, allora è cresciuta la spe-ranza e la dignità.Ho pensato sempre alla tutela della vita e della prima infanzia … ma quando sono riuscito con delle amiche a realizzare una asilo nido in coo-perativa sociale e dare facilitazioni alle dipen-denti che lavorano con me. Allora la speranza è diventata gioia, questa gioia ti spinge a sperare in un altro cambiamento nel tuo lavoro che forse riuscirai a realizzare. Penso che se si scelgono i valori giusti, ed ogni giorno dobbiamo chiederce-lo soprattutto con la preghiera per chi crede, la vita può diventare una alternanza di speranza e gioia. Anche quando la strada è molto in salita.

SONO GIOVANNI SPINOZZI, DIRETTORE GENERALE E CONTITOLARE DELLA AZIENDA PIERPAOLI SRL DI SENIGALLIA, CHE OPERA NEL SETTORE DETERSIVI PROFESSIONALI, COSMETICI PER HOTEL E DETERGENTI PER LA CASA E PER LA PERSONA ECO BIOLOGICI.

LA RISPOSTA DELLA CHIESA NAZIONALE E LOCALE

PH. GIULIA BRENNA / “MESTIERE DI IERI GENTE DI OGGI”

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IL

MLACCosa è?Nato nel 1936 il Movimento Lavoratori è l’Azione Cattolica dei lavoratori. Costituisce l’espressione missionaria dell’AC nel mondo del lavoro.È strutturato a livello diocesano, regionale, nazio-nale.È rivolto a tutti, giovani e adulti che, appassionati per il mondo concreto del lavoro, amano lo Stato e desiderano migliorarlo.Il MLAC si ispira e si radica in Cristo, persona che ha vissuto sulla terra e che ha segnato la sua bre-ve vita con il lavoro concreto, quotidiano, senza privilegi né illusioni, per più di trent’anni.Il “fondatore” è dunque un lavoratore, è una per-sona che si è misurata con la propria idealità e con la fatica della vita, e dentro la sua vita ha scavato amore grande al Padre e a tutta l’umanità. Lì si è forgiata la sua persona, per poter annunciare la bellezza del Regno di Dio.

Qual è il suo fine?A partire dalla situazione di vita vissuta nel mondo del lavoro, nella professione e all’interno della so-cietà civile, essere strumento di evangelizzazione e di formazione cristiana e promotore di pastorale d’ambiente.

ALCUNE IDEE FORZA…

- Spiritualità:La coscienza che il lavoro umano sia una parte-cipazione all’opera di Dio deve permeare - come insegna il Concilio - anche «le ordinarie attività quotidiane. Gli uomini e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé e per la fami-glia, esercitano le proprie attività così da prestare anche conveniente servizio alla società, possono a buon diritto ritenere che col loro lavoro essi pro-lungano l’opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e danno un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia» (GS 34).

- Formazione:Cura la formazione dei propri membri attraverso l’incontro con la Parola di Dio, lo studio della Dot-trina Sociale della Chiesa e l’attenzione ai muta-menti culturali e sociali.

- Pastorale:Assume il Progetto pastorale diocesano attra-verso l’AC diocesana e l’Ufficio di pastorale per i problemi sociali e il lavoro, per una pastorale inte-grata e progettuale in sinergia con le altre forme di aggregazioni laicali e della società civile

- Metodo:Assume il discernimento comunitario come espressione dinamica della comunione ecclesia-le, metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale.

IL LAVORO E L’OPERA CREATRICE DI DIO

“NON ESISTONO FORMULE MAGICHE PER CREARE LAVORO. OCCORRE INVESTIRE NELL’INTELLIGENZA E NEL CUORE DELLE PERSONE” DON MARIO OPERTI

IL PROGETTO POLICORO, NUOVE STRADE DA PERCORRERE

Il Progetto Policoro è il sogno di don Mario Operti per i giovani disoccupati del Sud. Nella convinzione di «stare dentro la storia con amore», l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e la Caritas Italiana si incontrano a Policoro (MT) il 14 dicembre del 1995 con i rappresentanti diocesani di Calabria, Basilicata e Puglia per riflettere sulla disoccupazione giovanile nella sicura speranza che «Il Paese non crescerà se non insieme». Nasce così il Progetto Policoro espressione del sogno di don Mario Operti, responsabile in que-gli anni dell’ufficio Cei per la pastorale sociale, ma soprattutto iniziativa ecclesiale fondata sulla presenza ai vari livelli dei tre uffici promo-tori, che assieme alle associazioni e con l’ap-porto competente degli animatori di comunità agiscono in sinergia per evangelizzare, educa-re, esprimere gesti concreti.

Da allora la Chiesa italiana ha rinnovato più volte la sua fiducia verso il Progetto Policoro, «spazio di evangelizzazione, formazione e promozione umana dove si mettono alla prova, con la neces-saria umiltà, strade nuove e soluzioni inedite in-torno al grave problema della disoccupazione».L’intuizione fondamentale del Progetto è la col-laborazione tra soggetti diversi per un unico im-pegno: l’evangelizzazione. La Chiesa continua a dare ai giovani la stessa risposta data da Pietro allo storpio seduto alla Porta Bella del Tempio di Gerusalemme: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!» (At 3,6). La Chiesa offre la sua ricchezza che è Gesù, ric-chezza che cambia la vita, perché nell’annuncio della salvezza aiuta le persone a rialzarsi dalla strada della rassegnazione, del mendicare as-sistenza, per camminare insieme con un cuore nuovo, ricco di speranza. Dal cuore rinnovato, nasce “una nuova fantasia della carità” che intui-sce e costruisce strade nuove per una nuova cul-tura del lavoro, non da soli, ma nella reciprocità.Il metodo di lavoro elaborato ed utilizzato dal Pro-getto Policoro è infatti quello di imparare a lavora-

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re insieme, a livello nazionale, regionale, diocesa-no, intorno ad un progetto comune, curando uno stile di rispetto reciproco delle specificità e delle competenze, di solidarietà e di comunione. rispetto reciproco delle specificità e delle com-petenze, di solidarietà e di comunione. Il Progetto Policoro procede attraverso un me-todo globale che investe la persona nella sua interezza e la società nelle diverse realtà (ec-clesiale, istituzionale, associativa): dal cuore, alla mente, alle braccia. Punto di partenza è l’impegno ad evangelizzare la vita e il lavoro, per annunciare il vangelo che ridona dignità e libertà, dona senso al lavoro e fa germogliare la speranza nel cuore di ogni giovane. Da questo scaturiscono le iniziative di forma-zione e di educazione al lavoro dignitoso, per superare la disoccupazione, il lavoro nero o precario: esse sostengono la necessità di un radicale cambiamento di mentalità e di cultura che porti il giovane ad attivare le sue potenzia-lità in un’ottica di imprenditorialità personale. A tale scopo, si realizzano corsi formativi e in-formativi per diffondere una nuova mentalità verso il lavoro, ispirata ai valori umani e cri-stiani della solidarietà e della cooperazione. Ai corsi collaborano le associazioni di ispirazione cristiana, che operano nel settore cooperativo,

della formazione professionale, dell’imprendi-torialità giovanile e del terzo settore.Tale percorso sviluppa nel giovane la capacità di innestare nella propria vita un processo vir-tuoso, che partendo dall’annuncio del Vangelo, passando attraverso un impegno di formazione culturale, culmina nella capacità di mettersi insieme per realizzare  gesti concreti di solida-rietà e rapporti di reciprocità, capaci di far ger-mogliare speranza e sviluppo, cioè possibilità lavorative per i giovani, che consentano loro di progettare e costruire il proprio futuro e quello della comunità in cui sono inseriti. Afferma la Gaudium et Spes, costituzione del Concilio Vaticano II che il futuro è «riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza (Gaudium et Spes, n.31)»: il Progetto Policoro, attraverso la filiera che porta alla na-scita di gesti concreti, non pretende affatto di di risolvere problemi che non sono di com-petenza specifica della Chiesa, ma intende porre dei segni autentici da intraprendere per giungere a soluzioni corrette, e stimoli adatti a risvegliare nella coscienza di tutti gli uomini la responsabilità e le capacità al servizio della collettività per un futuro di speranza.

“Meglio essere in due che uno solo, perché otterranno migliore compenso per la loro fatica. Infatti, se cadono, l’uno rialza l’altro. Guai invece a chi è solo: se cade, non ha nessuno che lo rialzi” (Qoèlet 4,9-10).

Proprio da questa attenzione della Chiesa al mondo del lavoro, tramite il Progetto Policoro, nasce a Senigallia un gesto concreto: la MASTAI librideeoggetti.

S S

P

PH. ALICE MANONI / “RITORNO ALLE ORIGINI”

FOCUS

IL PROGETTO POLICORO A SENIGALLIA E LA LIBRERIA

“MASTAI LIBRIDEEOGGETTI”“MASTA librideeoggetti” è la nuova libreria che aprirà il 3 settembre in via Cavallotti 15, a Seni-gallia.Il progetto della libreria nasce grazie alla real-tà presente nella nostra diocesi del Progetto Policoro. Già da qualche tempo si parlava della necessità di un punto vendita che fosse a ser-vizio delle realtà diocesane, non solo dei singoli lettori, ovviamente soprattutto quelli, ma an-che delle parrocchie, dei gruppi. Così, quando abbiamo saputo della cessione di attività della Libreria Mastai, tramite il Progetto Policoro ci siamo subito mossi per capire se e come era possibile concretizzare questo lavoro.La libreria, così come ce la sogniamo, è un’op-portunità per tutta la diocesi, per promuovere occasioni culturali, di approfondimento e for-mative. Il Progetto Policoro, che nasce dalla collaborazione tra Pastorale Giovanile, Pasto-rale Sociale e Caritas, ha raccolto queste idee, ne ha valutata la fattibilità e nell’ultima fase ha condiviso il progetto con la cooperativa socia-le Undicesimaora, cooperativa nata proprio nell’ambito della Caritas diocesana e che si oc-cupa di inserimenti lavorativi.La sfida è grande. Si tratta di offrire innanzitutto un servizio: alla comunità, alla città, alla diocesi. Vorremmo intercettare le esigenze di quelli che saranno i clienti della libreria, semplici lettori, ma

anche parrocchie, uffici pastorali, gruppi e as-sociazioni. Vorremmo anche, in collaborazione con l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali della nostra diocesi, promuovere occasioni culturali, percorsi tematici, eventi culturali, convegni e quant’altro. L’obiettivo non è solo quello di ave-re tutti i libri che cercate, ma di stimolarvi e incu-riosirvi, e permettervi di approfondire tematiche e argomenti culturalmente interessanti. Inoltre la sfida è grande perché, pur essendo una libre-ria cattolica, quindi di settore, ci rendiamo conto che ci sono diversi aspetti spirituali e religiosi che possiamo trattare. Insomma, la clientela che abbiamo in mente è più variegata e diversifi-cata di quanto potevamo immaginare.Inoltre, avremo anche un angolo ben riforni-to di narrativa classica e moderna. Esistono numerosi scrittori di narrativa che nei loro ro-manzi trasmettono valori attenti alla vita, alla persona, insomma trasmettono una cultura che è quella vicina alla nostra sensibilità e che vorremmo proporre.Vorremmo far incontrare questo tesoro della nostra cultura cattolica con le esigenze delle persone che entreranno nella nostra libreria. Non è uno scherzo scommettere sulla cultura, non è una avventura incosciente. Di fondo c’è la certezza di scommettere sulla profondità dell’uomo e di ogni singola persona.

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LA RISPOSTA DELLA CHIESA DI SENIGALLIA

La Cooperativa sociale Undicesimaora Onlus nasce nel dicembre 2011 per volontà di alcune realtà del territorio di Senigallia per far fronte alla crisi economica, prima fra tutte la Caritas diocesana di Senigallia (AN). Nasce con l’obiettivo di fornire una risposta so-ciale ad un’emergenza sociale ormai vissuta in tutto il Paese.Obiettivo della cooperativa Undicesimaora è ridare dignità alle persone attraverso il coinvol-gimento lavorativo temporaneo in luoghi pro-tetti partendo dalla promozione dell’ambiente e dell’artigianato. Si intende cioè superare, nella realizzazione di interventi sociali, le dinamiche assistenziali utilizzando il lavoro, per affiancare all’aiuto economico il recupero della dignità. Il pensiero che ha ispirato la costituzione della cooperativa è quello di realizzare una sorta di occupazione temporanea come risposta sociale.

Un ulteriore aspetto della cooperativa è quella di avviare una moderna visione del welfare, ora più che mai in forte crisi di risorse, affiancando a settori produttivi (es. agricoltura) nei quali l’aspetto principale è l’inserimento lavorativo, altri settori (es. turismo) dai quali realizzare le risorse economiche da reinvestire nel lavoro. Per raggiungere questi obiettivi sociali è impor-tante sottolineare come la Diocesi abbia messo a disposizione strutture e terreni di proprietà.Dall’avvio delle attività (risalente a febbraio 2012) ad oggi, la cooperativa ha coinvolto e dato lavoro a 48 soggetti, instaurando con essi

64 rapporti contrattuali distinti. Il tutto è stato reso possibile anche grazie al supporto di 11 volontari attivi nei vari settori, molti dei quali ritirati dal lavoro con enormi competenze tecnico-professionali.

La cooperativa sociale Undicesimaora Onlus ha avviato diversi settori di attività nel tentativo di individuare situazioni di lavoro adeguate alle caratteristiche sociali degli utenti destinatari degli interventi.

AGRICOLTURALa cooperativa gestisce 12 ha di terreno. Col-tivazioni: ortaggi, frutteto, piante aromatiche, orticole da seme. Terreni in conversione al bio-logico.Ha un punto vendita dei prodotti adiacente ai terreni coltivati. Dal mese di giugno 2013 i prodotti orto-frutticoli coltivati vengono venduti pres-so i due centri commerciali gestiti da Coop Adriatica presenti a Senigallia. TURISMODa maggio 2013 la cooperativa gestisce ilcampeggio “Domus”, ubicato a Senigallia. FA-LEGNAMERIA La cooperativa, con l’ausilio di volontari com-petenti nel settore, ha avviato un laboratorio di restauro infissi, persiane e finestreMOBILI La cooperativa gestisce un servizio di ritiro mo-bili usati, restauro e rivendita degli stessi.

FOCUS xxxxxx

UNDICESIMAORA E

L’ORTO SOLIDALEIl progetto Orto Solidale si situa nell’ambito delle attività agricole avviate dalla cooperativa Undicesimaora Onlus. Attraverso l’utilizzo di diversi appezzamenti di terreno collocati presso il Comune di Senigallia (AN), è stato possibile formulare un progetto innovativo per il territorio della città, creando un orto i cui lavoratori fossero soggetti colpiti dalla crisi economica in corso ed in momentaneo stato di inattività lavorativa. Il progetto crea in tal senso diverse opportunità: da un lato apre possibilità di inserimento lavorativo a favore di un’utenza abile, ma senza fonte di reddito a causa del precario contesto produttivo; dall’altro, seguendo i criteri della coltivazione biologica, non solo porta i prodotti direttamente coltivati sulle tavole di chi già usufruisce dei pasti erogati presso le strutture gestite dalla Fondazione Caritas Senigallia Onlus, ma offre la possibilità a privati cittadini di acquistare prodotti ortofrutticoli da una cooperativa, Undicesimaora, il cui unico scopo è quello di creare lavoro a carattere di intervento sociale.

Obiettivo principale del progetto è quello di garantire il miglioramento della qualità della vita di persone che versano in stato di povertà, tramite la creazione di luoghi di lavoro, formazione e accompagnamento al reinserimento sociale e lavorativo. Pertanto attraverso il percorso Orto Solidale si vuole:

1. ripartire dalla terra: valorizzare il fatto di poter coltivare direttamente i prodotti quotidianamente consumati presso le strutture gestite dalla Fondazione Caritas Senigallia Onlus, distribuiti nei locali punti vendita e venduti a privati cittadini

2. offrire a persone temporaneamente senza reddito la possibilità di imparare un mestiere utile per una propria indipendenza economica e lavorativa futura

3. coltivare un orto secondo criteri biologici oltre che sociali, conferendo agli abitanti del territorio l’opportunità di acquistare prodotti a Km 0, salutari e socialmente sensibili.

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15 AGOSTO 21.45 \\\\\\

Pubblicano nel 2000 il loro album d’esordio dal titolo Don’t Waste Time. Nel 2001 la band vie-ne scelta come supporter degli Offspring, per il loro tour italiano. Successivamente, negli anni, condividono il palco con artisti come The Cure, Muse, Misfits, AFI, Nofx, Pennywise, Ska-P, The Vandals, Ok Go e Deep Purple. E’ del 2004 il ri-conoscimento al M.E.I. come “miglior punk rock band italiana nel mondo”.La scelta coraggiosa di comporre in italiano no-nostante il successo ottenuto risale al 2008, ed è una decisione e insieme una svolta, dovuta alla volontà dei componenti della band di dare un taglio più spirituale, solare e diretto alla musica che, a sua volta, vira da sonorità hard-rock-punk a un nuovo sound più immediato e che trova la sua naturale espressione nella madrelingua della band. Il 22 Giugno 2010 la band pubblica “Spiri-ti del Sole” che entra subito nella Top Ten degli album più venduti in digitale. Al primo fortunato singolo “1972”, fa seguito in autunno il secondo estratto “Non ho paura” in cui i The Sun raccon-tano la conversione che li ha portati alla svolta di questi ultimi anni. Più concreti e decisi a condividere apertamente con il pubblico il loro approccio positivo e solare nei confronti della vita, Lorenzi & Co escono il 12 giugno 2012 con il nuovo album “LUCE” su eti-

THE SUNSONO UNA ROCK BAND ITALIANA, EVOLUZIONE ARTISTICA DEI VICENTINI SUN EATS HOURS, FORMATASI NEL 1997 E COMPOSTA DA FRANCESCO LORENZI (VOCE E CHITARRA), RICCARDO ROSSI (BATTERIA), MATTEO REGHELIN (BASSO), GIANLUCA MENEGOZZO (CHITARRA).

chetta Sony Music, anticipato dal primo singolo “Onda Perfetta”, che vede la collaborazione arti-stica di Federico Poggipollini, storico chitarrista di Ligabue e Litfiba. L’album tratta tematiche im-portanti: la vita dopo la vita, la sessualità vissuta con amore, il coraggio, l’immortalità dell’anima, la gratitudine, l’unicità custodita in ogni indivi-duo, l’amore per Dio e per l’umanità, la famiglia, la fede e la ricerca della felicità.

La tournée di “Luce” conta già oltre 50 concerti con decine di migliaia di partecipanti in pochi mesi tra Italia e Terra Santa, dove la band è tornata su invito del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Su invito del Card. Gianfranco Ravasi e del Ponti-ficio Consiglio per la Cultura, il 6 Febbraio 2013 i The Sun hanno aperto l’Assemblea Plenaria sulle culture giovanili emergenti, esibendosi di fronte a cardinali, vescovi, ambasciatori ed esponenti della cultura provenienti da tutto il mondo riuniti in Vaticano..

La band attualmente rappresenta una realtà professionistica e artistica unica in Italia e nel mondo, in quanto coniuga in modo del assolu-tamente nuovo la musica rock e la formazione, l’incontro personale e la Fede.

14 AGOSTO 21.30 \\\\\\

Un inizio “col botto”: le radici bibliche nel rock di Bruce “The Boss” Springsteen.Durante la prima serata di Destate la Festa 2013, avremo come ospiti sul palco della rocca Andrea Monda e Antonio Zirilli.

Monda, insegnante e giornalista, autore di nu-merosi saggi sulla narrativa di Tolkien e Lewis e del saggio su Papa Benedetto XVI “Benedetta Umiltà”, è anche presidente dell’ associazione “BombaCarta”(http://bombacarta.com), un’e-sperienza di esercizio e riflessione artistica e cre-ativa, oltre ad essere autore di un blog dal titolo RI-PENSANDO-CI (http://andreamonda.it).Zirilli invece è un musicista, cantante e chitarri-sta della band “Antonio Zirilli & theBlastwaves”(https://myspace.com/blastwaves) che trova tra le proprie figure ispiratrici proprio quella del “Boss” Springsteen.

I 2 romani intratterranno il pubblico di Desta-te la Festa con uno spettacolo dalla grande caratura culturale. Si cercherà di ripercorrere in chiave simbolica la carriera della storica rockstar statunitense, analizzando alcuni brani presentati dal vivo con chitarra o pianoforte, ed individuando alcuni temi-chiave ricorrenti nei testi del “Boss” attraverso i quali notare come.

PROMISED LAND LE RADICI BIBLICHE DEL ROCK DI BRUCE SPRINGSTEEN

“il testo biblico è, con le sue immagini forti e vivide e le sue storie così “umane”, fonte co-stante e sottostante tutta l’opera narrativa di questo grande “scrittore” americano contem-poraneo. … Attraverso l’analisi di alcune canzoni, che verranno eseguite dal vivo, al piano o alla chi-tarra, dal musicista Antonio Zirilli (tra cui, solo per citare qualche titolo:Across the border, Badlands, The Promised Land, The price you pay, Walk like a man, Jesus was an only sun, My Father’s House, The Rising, Thunder Road, Hungry Heart..) proveremo a riassumere la carriera di Bruce Springsteen, impresa prati-camente impossibile ma che cercheremo di fare ruotando intorno ad alcuni temi e parole-chiave, come: Casa; Terra; Strada; Frontiera e quindi il viaggio, il camminare, da una casa, dal-le radici, verso fuori, verso il confine, il riscatto e la redenzione” Con queste parole, Andrea Monda vuole pre-sentare questo progetto, che si preannuncia quindi un bellissimo viaggio attraverso la sto-ria e le radici di una delle più grandi figure che il rock mondiale abbia mai conosciuto, e che dopo 40 anni di attività riesce ancora a fare appassionare ed entusiasmare persone di ogni età e cultura.

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30 DESTATE LA FESTA 2013

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Hotel Cristallo

16 AGOSTO 21.30 vvvvvv

Costanza Miriano è nata 42 anni fa a Perugia e vive a Roma.È sposata, sottomessa – almeno così le piace dire - e mamma di quattro bambini, due maschi e due femmine.Aspirante casalinga, attualmente è giornalista alla RAI, tg3 nazionale (ma collabora anche con Avvenire, Il Timone e Credere).Ha scritto due libri: “Sposati e sii sottomessa – pratica estrema per donne senza paura” (2011) e “Sposala e muori per lei – uomini veri per don-ne senza paura” (2012), in cui parla di amore, fa-miglia e matrimonio in uno stile inedito, brillante e divertente.

Nel primo libro afferma che sposare un uomo, che appartiene irrimediabilmente a un’altra razza, e vivere con lui, è un’impresa. Ma è un’av-ventura meravigliosa. È la sfida dell’impegno, di giocarsi tutto, di accogliere e accompagnare nuove vite. Una sfida che si può affrontare solo se ognuno fa la sua parte. L’uomo deve incarna-re la guida, la regola, l’autorevolezza. La donna deve uscire dalla logica dell’emancipazione e riabbracciare con gioia il ruolo dell’accoglienza e del servizio. Sta alle donne, è scritto dentro di loro, accogliere la vita, e continuare a farlo ogni giorno. Anche quando la visione della camera dei figli dopo un pomeriggio di gioco fa venire voglia di prendere a testate la loro scrivania. In questa raccolta di lettere originali ed esilaranti Costanza Miriano scrive di amore, matrimonio e famiglia in uno stile inedito: se fosse per lei produrrebbe

COSTANZAMIRIANO

delle encicliche, ma siccome non è il Papa me-scola i padri della Chiesa e lo smalto Chanel, la teologia e Il grande Lebowski, sostenendo con ferrea convinzione la dottrina cristiana del ma-trimonio senza perdere d’occhio l’ultima uscita di Philip Roth. D’altra parte, come scriveva Che-sterton, «non c’è niente di più eccitante dell’or-todossia».Nel secondo libro l’autrice affronta il tema del ruolo dell’uomo all’interno della famiglia e nella società in generale, approfondendo in ogni capi-tolo una tematica attraverso il racconto di diver-se realtà familiari di suoi conoscenti o amici. La Miriano pensa che stia alla donna aiutare l’uomo a ritrovare il suo ruolo virile, paterno e autore-vole: ruolo che si e’ perso per strada, tant’è che ci ritroviamo troppo spesso in casa dei maschi disorientati, poco preparati a prendere in mano le situazioni più delicate e a dare regole sicure e amorevoli. Ma aggiunge anche che ai difetti degli uomini spesso corrispondono i difetti delle don-ne che li affiancano: si alimentano a vicenda. E si può spezzare questa perversa complicità solo con un tocco di saggezza, esperienza e tanta ironia.

E’ cattolica fervente e per questo felice. Convin-ta che in cielo si vada solo per raccomandazione, cerca sempre dei canali preferenziali per arriva-re al Capo Supremo. Trova che la messa e il rosa-rio siano quelli che funzionano meglio.La potete seguire sul blog: http://costanzamiriano.com/

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