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MYRIAM MYRIAM ANNO LIX - N° 1 DEL 2010 - RIVISTA BIMESTRALE - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB - ROMA Madonna del Divino Amore

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Madonna del Divino Amore

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MYRIAMMYRIAMSantuario N.S. di Fatima, Via Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma

Tel. 06 22.66.016 - 06 22.66.024 - E-mail: [email protected]

La rivista MYRIAMsi sostiene unicamente

con le offerte dei lettori.MYRIAM è una pubblicazione

a carattere religioso.Mettila a disposizione della tua famiglia,

in mezzo a tanti giornali, riviste e libri

NON PUÒ FARE CHE DEL BENE!

La rivista Myriam ècollegata

alle attività dei Santuari,Parrocchie e Centri

di Spiritualità degli Oblatidi Maria Vergine in Italia

ed in Nigeria:

Sacro Cuore

Pinerolo (TO), Chiavari (GE)

N. S. delle Grazie

Carignano (TO)

Madonna della Salette

Viù

Maria Regina della Pace

Torino

S. Maria del Pianto

Roma

N. Signora di Fatima

S. Vittorino - Roma

S. Caterina di Aless.

Sassari

Convitto Ecclesiastico

S. Elena

Roma

S. Giorgio

Rovereto (TN)

Ss. Iacopo e Filippo

Pisa

S. Berardo

Teramo

Centro Mondo Migliore

Rocca di Papa (Roma)

Pensionato Lanteri

Pisa

Lanteri House

Suleja - Nigeria

Sommario

In relazione alla normativa sulla tutela delle persone e dialtri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali (legge31/12/1966 n.675), ci è gradito comunicarLe che il Suo nomeè stato inserito nel nostro indirizzario esclusivamente allo scopodi inviarLe la rivista Myriam e garantiamo che tali dati sonoutilizzati esclusivamente per l’invio di comunicazioni inerentialle opere della Congregazione degli Oblati di Maria Vergine esono trattati con la massima riservatezza.Qualora queste comunicazioni non fossero di Suo gradimentoè Sua facoltà richiedere la cancellazione dei dati relativi alla

Sua persona dal nostro indirizzario.

Rivista degli Oblati di Maria Vergine

Direttore responsabile:Giovanni Mannini, omv

Segretaria di redazione:Mariarosa Scalcon, omvf

Per la fotografia:Luciano Marchesin, omv

Hanno collaborato a questo numero: Carlo Rossi, omv

Silvano Porta, omvGiovanni Mannini,omv

Sabrina Bavaglio

Autorizzazione Tribunale di Roma, n. 85del 11/03/2009

Con approvazione ecclesiasticaStampa:

Arti Grafiche s.r.l.Via Vaccareccia, 57 - 00040 Pomezia (RM)

Tel. 06 91.62.981 - Fax 06 91.14.16.58E-mail: [email protected]

Non inviare soldi per lettera ma usare solo ilConto Corrente Postale N° 439018

indirizzato a: SANTUARIO N.S. DI FATIMAISTITUTO OBLATI DI MARIA VERGINE,

00132 San Vittorino - Roma

Questo numero è stato consegnatoall’ufficio postale di Roma

Attenzione: per richiedere informazioni, segnalare di-

sguidi e ritardi nella consegna della posta, rivolgetevi

alla direzione compartimentale delle Poste della vostra

città.

Copertina: Santuario Madonna del Divino Amore

Foto ultima pagina: Visita del gruppo scout "Agesci" di S. Croce in Gerusalemme, Roma

24/01/2010tiratura 10.000 copie

LA MADONNA DEL DIVINO AMORE.......3

IL PAPA BENEDETTO XVI AL DIVINOAMORE.............................................................................4

UNA STORIA DIVERSA...............................................6

PREGHIERE.................................................................16

QUATTRO INDIMENTICABILIGIORNI.........................................................18

LANTERIHUMANITAS..............................22

IL NUOVO RETTOREDEL SANTUARIO.......................................27

ORDINAZIONI AL DIACONATO..............28

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La Madonnadel Divino Amore

La Madonnadel Divino Amore

Carissimi Abbonati e lettori di Miriam, .I mesi appena trascorsi sono stati ricchi di grandi avvenimenti per il nostroIstituto degli Oblati di Maria Vergine. Come già sapete il Redattore della

rivista, P. Sergio Zirattu, è stato chiamato a ricoprire il delicato compito di RettorMaggiore della nostra famiglia religiosa. Per cui il P. Provinciale, P. Carlo Rossi,ha pensato di formare sotto la sua supervisione un nuovo gruppo di redazione dellarivista, con sede presso il Santuario della Madonna di Fatima in S. Vittorino. Come

avrete notato in questi ultimi numeri vi ab-biamo accompagnato a visitare i più illustrisantuari mariani, Lourdes, Fatima, Loreto,Pompei e altri, con voi abbiamo contemplatola meravigliosa presenza di Maria nellaChiesa e nel mondo. In questo numero ci èsembrato doveroso evidenziare un santuariomariano vicino al nostro, qui in Roma. Nella città eterna sono tanti i santuari Mariani,che hanno segnato nei secoli la protezione diMaria per questa città scelta dalla Provvidenzacome cuore pulsante della Chiesa Cattolica ecome sede del Vicario di Cristo. Già nelle ca-tacombe, al tempo dei primi cristiani, apparela presenza della Madre del Salvatore. Le Ca-tacombe di Priscilla sulla via Salaria infatti

mostrano la più antica immagine di Maria col Bambino (III° secolo). Delle cen-tinaia di Chiese e Parrocchie dedicate a Maria la prima nel tempo e nell’impor-tanza resta certamente la Patriarcale Basilica di S. Maria Maggiore, giustamentericonosciuta come il primo tempio mariano della Chiesa. Ad essa anche il nostroSantuario della B. V. di Fatima in S. Vittorino è stato affiliato con un “particolarevincolo spirituale” di comunione, per offrire ai fedeli che vengono come pelle-grini il beneficio della indulgenza plenaria. .Ma il popolo Romano in questi ultimi due secoli ha sempre più volto lo sguardoa un Santuario Mariano dell’Agro Romano, sito a 15 Km dal centro di Roma, sullavia Ardeatina, e diventato il Santuario Mariano della Diocesi del Papa, la Madonnadel Divino Amore. Questo centro della devozione mariana, ormai noto in tutto ilmondo, è oggi animato da due comunità, i Sacerdoti del Divino Amore e le Suore

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Il Papa BENEDETTO XVI

al Divino Amore

( …. dalle parole di saluto rivolte al termine della sua visita al Santuarioi il 1° maggio 2006)

Cari fratelli e sorelle, è per memotivo di conforto essereoggi con voi per recitare il

Santo Rosario, in questo Santuariodella Madonna del Divino Amore, incui si esprime il devoto af-fetto per la VergineMaria, radicato nel-l'animo e nella sto-ria del popolo diRoma…Cari fratelli esorelle, in que-sto Santuario ve-neriamo MariaSantissima con iltitolo di Madonnadel Divino Amore.È posto così in pienaluce il legame che uni-sce Maria allo SpiritoSanto, fin dall'inizio della sua esi-stenza, quando nella sua concezionelo Spirito, l'Amore eterno del Padre

e del Figlio, prese dimora in Lei e lapreservò da ogni ombra di peccato;poi, quando il medesimo Spirito fecenascere nel suo grembo il Figlio diDio; poi ancora per tutto l'arco della

sua vita, lungo la quale, con lagrazia dello Spirito, si è

compiuta in pienezza laparola di Maria: "Ec-

comi, sono la servadel Signore"; e final-mente quando, nellapotenza dello Spi-rito Santo, Maria èstata assunta contutta la sua umanità

concreta accanto alFiglio nella gloria di

Dio Padre. "Maria - ho scritto nell'En-

ciclica Deus caritas est - è unadonna che ama ... in quanto credenteche nella fede pensa con i pensieri diDio e vuole con la volontà di Dio,

del Divino Amore. Il Santuario, che è anche Parrocchia, è guidato dal Rettore,Mons. Pasquale Silla. .Il nostro vuole essere soltanto un semplice sguardo riassuntivo della storia di que-sto Santuario e insieme una contemplazione di un disegno umano e divino, evi-denziando come Maria sceglie di preferenza i luoghi umili e le persone sempliciper cantare anche nel mondo di oggi il suo Magnificat alla misericordia di Dio.

P. GIOVANNI MANNINI, OMV

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Ella non può essere che una donnache ama" (n. 41). Sì, cari fratelli esorelle, Maria è il frutto e il segnodell'amore che Dio ha per noi, dellasua tenerezza e della sua misericor-dia. Per questo, insieme ai nostri fra-telli nella fede di ogni tempo e diogni luogo, ci rivolgiamo a Lei nellenostre necessità e speranze, nelle vi-cende liete e dolorose della vita.….Sempre più numerosi sono co-loro che dalle parrocchie di Romama anche da tante altre contrade,vengono qui pellegrini, per pregaree anche per godere della bellezza edella serenità riposante di questi luo-ghi. Da qui, da questo Santuario delDivino Amore, attendiamo dunqueun forte aiuto e sostegno spiritualeper la Diocesi di Roma, per me suoVescovo e per gli altri Vescovi mieicollaboratori, per i sacerdoti, per lefamiglie, per levocazioni, per ipoveri, i soffe-renti, gli amma-lati, per ibambini e pergli anziani, pertutta l'amata na-zione italiana.Attendiamospecialmentel'energia inte-riore per adem-piere il voto fatto dai romani il 4 giugno1944, quando chiesero solenne-mente alla Madonna del DivinoAmore che questa Città fosse pre-

servata dagli orrori della guerra e fu-rono esauditi: il voto e la promessacioè di correggere e migliorare lapropria condotta morale, per ren-derla più conforme a quella del Si-gnore Gesù.

Cari fratelli e sorelle,da questo Santuariodella Madonna delDivino Amore rin-novo dunque l'invitoche ho formulatone l l 'Enc i c l i caDeus caritas est (n.39): viviamol'amoree così facciamo en-trare la luce di Dionel mondo.

Amen!

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UNA STORIA

La storia del Santuario è davvero inconsueta. Non è legata ad una apparizionedella Madonna, ma ad una antica immagine della Vergine in trono con inbraccio Gesù Bambino, sovrastati entrambi dalla colomba, simbolo dello

Spirito Santo (di qui il titolo di Madonna del Di-vino Amore). Il dipinto era posto su una delle

torri di cinta di un antico castello, il ca-stello dei Leoni (da cui la degenerazione

in Castel di Leva), della famiglia deiSavelli e viene fatto risalire a un autoredella scuola romana di Pietro Caval-lini.In quell’epoca, un po’ tutta la campa-

gna romana, ma in particolare queltratto, era arida e abbandonata. Solo d’in-

verno vi si spingeva qualche pastore per farpascolare il gregge di pecore. In tanta desola-

zione, l’unico segno di vita e di conforto era appuntoil dipinto della Madonna, ai piedi della quale la sera i pastori si riunivano per re-citare il rosario.

IL MIRACOLO DEL 1740

È un giorno di primavera del 1740. Un viandante, probabilmente un pellegrinodiretto a San Pietro, si smarrisce per quegli squallidi e deserti sentieri di campagnanei pressi di Castel di Leva, una dozzina di chilometri a sud dell’Urbe. Nell’ariasi avverte intenso l’odore della camomilla e del finocchio selvatico. Ma a queltempo l’agro romano non doveva apparire particolarmente attraente. Alla faticadel cammino e all’asprezza delle intemperie cui si era esposti, si aggiungeva il ri-schio di cadere vittima in qualche imboscata tesa da briganti e banditi. Avendoperò scorto alcuni casali e un castello diroccato in cima ad una collina, il viandantevi si dirige di buon passo nella speranza di ottenere qualche informazione utileper rimettersi sulla giusta strada. Ma proprio mentre sta per fare ingresso nel castello viene assalito da una muta dicani rabbiosi. Le belve inferocite lo circondano e sembrano non offrirgli via di

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DIVERSA

scampo. Impaurito, anzi letteralmenteterrorizzato, il poveretto alza losguardo e si accorge che sulla torre,c’è un’immagine sacra. È la Verginecon il Bambino, sovrastata dalla co-lomba dello Spirito Santo, che è il Di-vino Amore. Come un naufrago che siaggrappa alla sua scialuppa, con tuttala forza di cui è capace, urla: «Ma-donna mia, grazia!». È un attimo. Le bestie, che ormai glisono addosso, di colpo si fermano.Sembra quasi che obbediscano mansuete ad un ordine misterioso. Al richiamo diquell’urlo disperato i pastori che sono nei pressi accorrono e, dopo avere ascoltatoquell’incredibile racconto, rimettono il pellegrino sulla strada per Roma. Di quel-l’uomo non si saprà mai il nome. Sappiamo con certezza, invece, che non stettezitto, ma raccontò per filo e per segno tutto quello che gli era accaduto a chiunqueincontrasse o dovunque andasse. Tanto che quel luogo, Castel di Leva, come ri-portano le cronache del tempo, divenne assai famoso: «Non si distingueva più ilgiorno dalla notte e continuamente era un accorrere di pellegrini sempre più de-voti e numerosi, che ricevevano numerose grazie».

LA PRIMA CHIESA

L’eco di quanto era accaduto e, soprattutto, il concorso di pellegrini, furono tantovasti da spingere ben presto la gerarchia ecclesiastica a volerci vedere chiaro. IlCardinale Vicario, il carmelitano scalzo Giovanni Antonio Guadagni, si recò invisita a Castel di Leva. Si decise così di trovare subito un tetto alla Madonna. L’im-magine fu staccata dall’antica torre e trasportata nella chiesetta di Santa Maria adMagos, a due chilometri da Castel di Leva, in località Falcognana. Il distacco dell’affresco dal muro portò a danni non più riparabili, e anzi aggravatida incauti e numerosi restauri successivi. In breve si pose mano ai lavori, per iquali si incaricò l’architetto campano Filippo Raguzzini. In poco meno di un annola nuova chiesa, edificata sul luogo del miracolo, era pronta per ospitare l’imma-gine della Madonna. Il 19 aprile, lunedì di Pasqua 1745, si procedette al trasferi-

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mento. Le cronache del tempo anno-tano una gigantesca folla di romani e diabitanti dei Castelli, con tanto di gon-faloni e di confraternite, che fece da co-rona al carro che trasportò la prodigiosaeffigie dalla chiesetta di Santa Maria adMagos al Santuario appena eretto. Du-rante l’Anno Santo del 1750, il 31 mag-gio, si procedette alla solenne dedicazionedella chiesa e dell’altare maggiore alDivino Amore, che è poi il titolo chemeglio di ogni altro spiega chi è Maria:una ragazza che accettò di diventareMadre del Salvatore perché ripienadello Spirito Santo, cioè del DivinoAmore. La celebrazione fu presiedutadal Vescovo di Padova, il CardinaleCarlo Rezzonico, che otto anni più tardisalirà al soglio pontificio, con il nomedi Clemente XIII.

PELLEGRINI E “MADONNARE”

Il Santuario divenne rapidamente il centro di una fervente pietà popolare equindi meta di numerosi pellegrinaggi. Ma non fu facile trovare l’assistenzaspirituale per un posto così isolato ed esposto continuamente alle malefatte deibanditi.. Il Santuario otterrà così il suo primoviceparroco, con l’obbligo della resi-denza, soltanto nel 1802. I fedeli si re-cavano al Divino Amore soltanto inoccasione delle festività maggiori edei grandi pellegrinaggi. A ripor-tare l’attenzione sul Santuario fu-rono, nel 1840, i festeggiamentiper il centenario del primo mira-colo. I festeggiamenti iniziati il 7giugno 1840, domenica di Pentecoste,si protrassero per una settimana. Alle cele-brazioni, narrano le cronache del tempo, parte-cipò anche il re Michele di Portogallo. Lentamente al fenomeno di autentica devozione popolare, se ne sovrappose un

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altro: quello delle cosiddette «madonnare». Si trattava di popolane romane, per lopiù erbivendole e lavandaie, che festeggiavano la loro particolare festa annualeproprio nel lunedì di Pentecoste presso i vicini Castelli Romani. Siccome la festadella Madonna del Divino Amore avveniva il giorno di Pentecoste, esse avevanodi rito una sosta davanti al Santuario, dove provocavano un gran baccano, per poiripartire all’alba del giorno successivo. A tale consuetudine si aggiunse la presenza di venditori di cibi che si sistemaronostabilmente al Divino Amore: le bancarelle di porchetta, di pecorino, di fave e divino vennero sistemate proprio a ridosso della chiesetta. Il pellegrinaggio al San-tuario di Castel di Leva diventava l’occasione, quando non il sinonimo, di gita«fuori porta». Ma la Madonna, madre misericordiosa di tutti i suoi figli, anche inquegli anni, continuò ad elargire grazie a quanti l’invocavano con fede.

QUELL’INCIDENTE… E DON UMBERTO TERENZI

Il 22 giugno del 1930 i ladri «visita-rono» il Santuario, spogliando la Ma-donna dei monili preziosi donati inringraziamento dai fedeli.

Proprio quelfurto, sebbenerimasto impu-nito, ebbe peròil merito di ri-svegliare l’at-tenzione perl’antico San-tuario. Appenainformato delfurto, il Cardi-nale Vicario

decise che un sacerdote dimorasse sta-bilmente al Divino Amore con il titolodi rettore. La scelta cadde proprio suDon Terenzi, il quale, inizialmente, ac-colse l’invito con una certa titubanza.Non se la sentiva proprio, il giovane sa-cerdote, di stare solo laggiù in quellache era una vera e propria topaia, cir-condato da venditori di paccottiglie ed

esposto alle sortite di ladri e malinten-zionati. Don Terenzi voleva rinunciarealla missione che gli era stata affidata.Da soli quindici giorni si era stabilito alSantuario di Castel di Leva e già duevolte i banditi avevano tentato di am-mazzarlo. La prima notte aveva dor-mito circondato dai topi. «Madonnamia che paura! – ricorderà. – Avevomesso il letto su quattro mattoni perstare un po’ più sollevato, non pen-sando che i sorci scavalcassero pure illetto». Nel Santuario non era rimastopiù niente, i ladri si erano portati viatutto, «mancava anche il purificatoioper dire Messa». È con questi sentimenti che Don Um-berto si mette alla guida della sua auto,acquistata appositamente, a costo di pe-santi debiti, per poter andare a fare ilprete a Castel di Leva, deciso a presen-tare al Cardinal Vicario le sue dimis-sioni. Percorso appena un chilometro,svoltata la curva che chiude l’orizzonteal Santuario, l’auto però sbanda pauro-

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samente, esce fuori strada, si capovolge. La scena è drammatica. L’automobile èridotta ad un ammasso di ferro contorto. Don Umberto invece ne esce illeso, pra-ticamente senza nemmeno un graffio. «È stata la Madonna a salvarmi la vita», af-ferma subito Don Umberto. Ma che fare nel frattempo? «Vado dal CardinaleVicario a dire che ci vada lui con la sua macchina, perché io non ce l’avevo piùormai, o ritorno al Divino Amore?».Prima di prendere una decisione, Don Umberto prova a sentire il parere di qualcheamico. Don Umberto si reca infatti da Don Orione, che ascoltatolo lo apostrofadecisamente: «Siete vivo sì? E voi vi state a domandare che cosa dovete fare. Do-mani mattina, subito, ritornate al Divino Amore. V’impongo che vi ritiriate al Di-vino Amore», dirà con la consueta schiettezza l’intrepido Don Orione. «E guai seci pensate un’altra volta ad allontanarvi. Vi succederà sul serio il pericolo da cuila Madonna ha voluto liberarvi». Don Umberto obbedì: tornò al Santuario e mantenne l’incarico di parroco peroltre 40 anni, fino al giorno della sua morte, il 3 gennaio del 1974.

E VENNERO GLI ANNI DI PIOMBO…

A seguito dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, con il rapido «trasferimento»a Brindisi del re Vittorio Emanuele III e del governo Badoglio, padroni della cittàerano i tedeschi. Come scrisse il premio Nobel Salvatore Quasimodo, si viveva«con il piede straniero sopra il cuore». I tedeschi arrestavano, torturavano, depor-tavano, fucilavano. E dal cielo pioveva il fuoco dei bombardamenti delle forze al-leate. Nella primavera del 1944 gli abitanti della capitale sono allo stremo. I romani im-parano tragicamente a convivere con bombardamenti aerei quasi quotidiani.Quello al quartiere San Lorenzo, del 19 luglio del 1943, con diverse centinaia divittime, è soltanto il primo di numerosissimi raid aerei alleati. Il 13 agosto ne seguìun altro altrettanto devastante. E poi altri e altri ancora. Proprio in quel 13 Agostofra le tante vittime vogliamo ricordare un eroico sacerdote, Oblato di Maria Ver-gine, il Servo di Dio P. Raffaele Melis, Parroco di S. Elena sulla via Casilina, fal-ciato dal bombardamento mentre stava sui binari della ferrovia a dare soccorso aiferiti e ad amministrare la santa unzione ai moribondi.In un crescendo di violenza e di orrore si arriva alle 14.30 del 23 marzo 1944. Unastrada tragicamente destinata a passare alla storia: via Rasella. Il reparto tedesco,composto da uomini non giovanissimi e per lo più impiegati nella guardia a mini-steri e uffici, è diretto alla propria caserma. Segue sempre lo stesso percorso, allastessa ora. Lungo via Rasella, quel giorno, c’è un carretto per la raccolta dellaspazzatura carico di esplosivo, collegato ad una miccia. Dal carretto esce un filodi fumo, ma i soldati non fanno a tempo ad accorgersene: un’esplosione violentadevasta la strada. Muoiono 33 militari e numerosi civili, tra i quali un bambino.

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Immediatamente scattano i rastrellamenti da parte degli uomini del generale Mel-tzer del comando tedesco di Roma.Da Berlino un Adolf Hitler furioso ordina la rappresaglia. È ormai il 24 marzo. Ilfedermaresciallo Albert Kesserling, comandante di tutte le forze armate tedeschein Italia, ordina la repressione: dieci italiani dovranno morire per ogni vittima na-zista. Nel pomeriggio la polizia, agli ordini del colonnello Herbert Kappler, prelevadalle carceri 335 persone, cinque più del previsto per un errore nella compilazionedella lista. Gli uomini vengono portati nelle vecchie cave di tufo che si trovanosulla via Ardeatina e qui uccise ad una ad una, con un colpo alla testa. Alla fine inazisti cercano di far saltare in aria le volte delle gallerie nella speranza di cancel-lare ogni traccia. Ma le mine non esplodono. Così la strage delle Fosse Ardeatineverrà scoperta con l’ingresso degli americani a Roma.

IL PAPA PIO XII E LA MADONNADEL DIVINO AMORE

Nella latitanza totale delle istituzioniitaliane e nello smarrimento generale,la Chiesa rimane l’unico punto di rife-rimento. Non solo papa Pio XII, chenella coscienza popolare diventa un po’il simbolo stesso della pace, ma le isti-tuzioni ecclesiastiche (vicariato,parrocchie, ordini re-ligiosi, curia) ri-cevono le piùdisparatedomandedi aiuto,di soli-darietà. Le chiesed i v e n t a n ocosì rifugi an-tiaerei, i conventi e iseminari danno ospitalità aebrei e rifugiati politici. Gli eventi coinvolgono anche la Ma-donna del Divino Amore. Fu lo stessoPio XII a sollecitarne il trasferimento.

All’indomani dell’8 settembre del 1943una bufera di ferro e di fuoco si era in-fatti abbattuta sul Santuario scambiatoper una fortificazione. La Madonna delDivino Amore prese dunque la via diRoma, accolta trionfalmente dal po-

polo. Nel frattempo, Pio XIIsi è reso conto che

gli alleati vo-gliono che

lo scon-tro coni tede-schiav-venga

proprionella capi-

tale.Con la battaglia alle

porte, istintivamente il popologuarda al Pontefice che non li ha abban-donati.Pio XII comprende che occorre imme-diatamente affrettarsi ai ripari: ormai

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con le sole armi della fede. Si sta avvicinando il giorno di Pentecoste, la festa titolare del Santuario di Casteldi Leva: quale momento più propizio per implorare solennemente la salvezza dellacittà? Il 28 maggio ha così inizio l’ottavario della Pentecoste e la novena dellaMadonna del Divino Amore. I romani accolgono l’invito immediatamente. L’im-magine della Madonna viene quindi trasferita nella più ampia chiesa di Sant’Igna-zio. Il 4 giugno 1944, lo stesso giorno in cui termina l’ottavario, si decide la sorte diRoma. Tutto sembra preludere ad un’aspra battaglia «casa per casa». I tedeschi,determinati ad una forte resistenza, presidiano la città e hanno già minato i pontidel Tevere per coprirsi l’eventuale ritirata. Dall’altra parte, il generale alleato Ha-rold George Alexander ha deciso che i suoi duemila carri armati avrebbero inse-guito il nemico fino alla distruzione di Roma. Alle 18 nella chiesa gremitissima, rispondendo all’invito di Pio XII, viene letto iltesto del voto dei romani alla Vergine perché alla città vengano risparmiati gli or-rori della guerra. Per contro, i fedeli promettono di correggere la propria condottamorale, di rinnovare il Santuario e di realizzare un’opera di carità a Castel di Leva. Il voto viene espresso in gran fretta, per via del coprifuoco che sarebbe scattatoalle 19. Quasi contemporaneamente, l’ordine di resistenza viene revocato. I tede-schi lasciano la città e le truppe alleate vi fanno il loro ingresso, alle 19.45, senzacolpo ferire. Il prodigio della salvezza di Roma, tanto implorato, si è compiuto.La Vergine illuminò la mente e toccò il cuore dei belligeranti. Come «miracolo-samente», le parti avverse si resero conto del danno irreparabile che sarebbe rica-duto su tutta l’umanità se Roma avesse subito gli effetti di uno scontro armato oanche di una parziale distruzione del suo patrimonio di fede e di civiltà. E il giornoseguente migliaia di romani in un moto spontaneo di riconoscenza, si ritrovaronoin piazza San Pietro, per ringraziare anche Pio XII, il «defensor civitatis». Lostesso Pio XII si recò nella chiesa di Sant’Ignazio ed elevò la sua preghiera di rin-graziamento ai piedi della Madonna del Divino Amore. Attorno al Papa si strin-sero, come scrisse L’Osservatore Romano, decine di migliaia di persone, di cuimolte a piedi scalzi. «Noi oggi siamo qui – disse allora Pio XII – non solo perchiedere i suoi celesti favori, ma innanzitutto per ringraziarla di ciò che è acca-duto, contro le umane previsioni nel supremo interesse della Città eterna e deisuoi abitanti... La nostra Madre Immacolata ancora una volta ha salvato Romada gravissimi imminenti pericoli... ha ispirato, a chi ne aveva in mano la sorte,particolari sensi di reverenza e di moderazione».La Madonna del Divin Amore, tornata alla sua Chiesetta di Castel di Leva, restòil punto luminoso del popolo romano nel tumultuoso cammino del dopo-guerra.Nobile e plebeo, come la città alla quale è strettamente legato, il Santuario del Di-vino Amore è il Santuario di tutti, ma in particolare dei più semplici, degli abitantidelle grandi e desolate periferie della capitale e delle vivaci cittadine dei CastelliRomani.

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IL NUOVO

SANTUARIORimaneva ancora in sospeso la realiz-zazione del voto fatto il 4 giugno 1944da Papa Pio XII e dal popolo romano:la promessa della costruzione di unnuovo Santuario per la Madonna delDivino Amore. La progettazione delNuovo Santuario, tuttavia, si rivelò dinon facile attuazione per un suo armo-nioso inserimento nell’ambiente, no-nostante fosse vivo il desideriodi esaudire il voto e si av-vertisse la necessità diun tempio più ri-spondente alle esi-genze pastorali.F i n a l m e n t e ,nell’anno mariano1987, il CardinalUgo Poletti affidòl’incarico all’artistafrancescano P. Co-stantino Ruggeri che,nella costruzione di moltesue chiese insieme all’architettoLeoni, aveva dimostrato una parti-colare sensibilità nel rispetto e nella va-lorizzazione del loro habitat. Il 19febbraio 1991 si ebbe la concessioneedilizia. I lavori iniziarono con il fervore, il ri-gore e la tenacia che contraddistin-guono le opere di P. Costantino edell’architetto Leoni, sostenuti dall’in-traprendenza e dal coraggio del Rettoredel Santuario, Don Pasquale Silla, che,conquistato da quell’ardua ed esaltanteimpresa, vi dedicò tutto se stesso. Con

la sua incrollabi1e fiducia nell’aiutodella Vergine, coinvolse nella preghierae in lodevoli iniziative tutta la comunitàdel Divino Amore, che, dopo tanta at-tesa, finalmente vedeva realizzarsi il

suo sogno.Dopo circa dieci anni di in-

tenso e appassionato lavorol’opera era compiuta e

si giunse finalmentealla solenne cerimo-

nia del 4 luglio

1999. .Giovanni Paolo II

consacrò il nuovoSantuario circon-

dato da tutti i Ve-scovi del Lazio e da

una imponente parteci-pazione di fedeli. Da quel

giorno radioso, al DivinoAmore è sempre costante l’af-

fluenza dei pellegrini e la chiesa acco-glie a volte anche di notte le loropreghiere e i loro voti.Il Santuario del Divino Amore oggi èuna realtà completa e sempre nuova perogni pellegrino che lo visita per la effi-cenza dei servizi di accoglienza comeper le celebrazioni religiose. Tutto partedalla dolce immagine della Madonnacol Bambino e tutto porta ad essa per unincontro di fede e di pace con Dio e conse stessi.

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Sin dal 1740, anno del primo miracolo, i romani più devoti percorrono apiedi i quattordici chilometri che separano la città da quell’immagine mira-colosa. L’appuntamento, ogni sabato sera dalla Pasqua sino alla fine di ot-tobre, è da decenni nello spiazzo antistante l’edificio che ospita la Fao, neipressi delle Terme di Caracalla. Ancora oggi, dopo la mezzanotte, è facileincontrare la lunga fila di pellegrini con le torce accese che si incamminanoverso Porta San Sebastiano lungo la via Appia Antica. Alternando il cantoalla preghiera, alle litanie, alla recita del rosario, il corteo dei fedeli sfiladinnanzi alla chiesetta del «Quo vadis», alle catacombe, al mausoleo delleFosse Ardeatine, in un suggestivo itinerario di fede e di memoria che si con-clude, quando è ormai l’alba, al Santuario di Castel di Leva. Oltre ai pelle-grinaggi del sabato ne sono previsti due straordinari: il 14 agosto, vigiliadell'Assunzione di Maria SS.ma, ed il 7 dicembre, vigilia dell'ImmacolataConcezione.

IL PELLEGRINAGGIO NOTTURNO

ALLA MADONNA DEL DIVINO AMORE

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COS’È IL PELLEGRINAGGIO?IL PELLEGRINAGGIO È IL PARADIGMA DELLA VITA CRI-

STIANA. L’ESSERE CIOÈ L’IMMAGINE DI UNA UMANITÀ

NUOVA CHE È COSCIENTE DEL PROPRIO DESTINO, CHE SA

CHE LA PROPRIA VITA NON SFOCIA IN UN NULLA INDEFI-

NITO. UNA UMANITÀ CHE SA CHE IL CAMMINARE – COSÌ

COME IL VIVERE QUOTIDIANO, IL SUDARE, IL LAVORARE,

L’AMARE, IL LOTTARE, IL MORIRE – HA UN SIGNIFICATO, HA

UNA META. UNA UMANITÀ, INFINE, CHE SA CHE QUESTA

META SI È FATTA INCONTRO, SI È RESA COMPAGNIA STA-

BILE, HA PRESO DIMORA SULLA TERRA INCARNANDOSI

NEL SENO DELLA VERGINE MARIA ED È PRESENTE OGNI

GIORNO NELLA VITA DELLA CHIESA.

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PREGHIEREO MARIA DILETTA SPOSA DEL DIVINO AMORE

O Maria, diletta Sposa del Divino Amore,con la tua materna presenza benedici semprequesto luogo e i pellegrini che vi giungono.

Ottieni alla città di Roma, all'Italia, al mondo il dono della pace che il tuo Figlio Gesù,

ha lasciato in eredità a quanti credono in Lui. Fa', o Madre nostra,

che nessuno passi mai da questo Santuario senza ricevere nel cuore

la consolante certezza del Divino Amore. Amen.

Giovanni Paolo IIAngelus

Domenica, 4 luglio 1999

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SALVE O MADRE, REGINA DEL MONDO

Tu sei la Madre del bell’Amore,Tu sei la Madre di Gesù fonte di ogni grazia,

il profumo di ogni virtù, lo specchio di ogni purezza.

Tu sei gioia nel pianto,vittoria nella battaglia, speranza nella morte.

Quale dolce sapore il tuo nome nella nostra bocca,quale soave armonia nelle nostre orecchie,

quale ebbrezza nel nostro cuore!Tu sei la felicità dei sofferenti,

la corona dei martiri,la bellezza delle vergini.

Ti supplichiamo, guidaci dopo questo esilioal possesso del tuo Figlio, Gesù.

Amen.

Omelia di Giovanni Paolo IIDomenica, 1 maggio 1979

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QUATTROINDIMENTICABILI

GIORNI:27 - 30 AGOSTO

Sono felice di avere l’opportu-nità di condividere la bellaesperienza vissuta in questo

viaggio “Sui passi del Fondatore”. È impossibile trascrivere tutte le belleemozioni e soprattuttoquello che è rimastonell’anima dopo.Sono statiq u a t t r og i o r n imolto in-tensi, siaper tutte letappevisitatesia per tutte leemozioni vissute.Alcuni di noi hannosimpaticamente ribat-tezzato questa occasione con ilnome di “Maratona del Lanteri”,ma tutti eravamo così pieni di entu-siasmo e desiderosi di scoprire queiluoghi dove il Fondatore era stato eaveva vissuto, che eravamo ben fe-

lici di correre un po’. . Siamo partiti da San Vittorino alle08.30 del 27 agosto: una cinquan-tina; a Pisa poi, dove ci siamo fer-mati per il pranzo, si è aggiunto a noi

un altro piccolo gruppo diamici, per cui alla fine

eravamo una ses-santina circa. .

Dopo una de-cina di ore div i a g g i o ,siamo arrivatialla nostra

meta dove cidovevamo ap-

poggiare durantequesti giorni, e cioè la

Villa Schiari di Viù (To-rino), casa di ritiri spirituali gestitadai nostri Padri OMV e ci siamo su-bito sistemati nelle camere e prepa-rati per la cena. Il posto, stupendo,ha come cornice e panorama monti,vallate e fiumi. Siamo stati accolti in

di Sabrina Bavaglio

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maniera veramente calorosa dal P. AndreaBrustolon responsabile della Casa, e dallacomunità di laici lanteriani che lì collabo-rano con lui e che ringraziamo ancora perl’ospitalità. . . In questa splendida Casa c’è anche un pic-colo Santuario dedicato alla Madonna di LaSalette dove si è celebrata la Messa e dovealcuni di noi hanno portato le proprie in-tenzioni e speranze alla Nostra DolceMadre. Così, un po’ stanchi, siamo andatisubito a riposare per essere carichi e prontiper il giorno dopo. .È stato bello la mattina dopo, essere a co-lazione tutti insieme pieni di energie e di gioia.Così siamo partiti per Cuneo, città dove P. Lanteri è nato il 12 maggio 1759e dove ha vissuto l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza. Abbiamo cam-minato lungo quelle vie, immaginando le varie fasi della vita del Fondatore,accompagnati dalle dotte e ricche spiegazioni e informazioni di cui il P. An-drea di volta in volta ci ha nutriti. . Una tappa fondamentale di questa giornata è stata senz’altro quella a Santa

Maria della Pieve dove tuttora vi èil fonte battesimale del Venera-bile. .Abbiamo avuto modo di vedereil libro nel quale è registratol’atto di battesimo e il quadrodella Madonna con il Bambino,probabilmente proprio quellaMadonnina a cui il padre, PietroLanteri, aveva consegnato e af-

fidato il proprio figlio di appenaquattro anni dopo la morte della mamma. .Nel pomeriggio invece siamo stati a Carignano, a visitare la casa e la Chiesa,Santa Maria delle Grazie, dove si sono uniti i primi Padri dando vita allaCongregazione degli Oblati di Maria Vergine. .Così il primo giorno è stato ricco ed intenso e il ritorno a Viù è avvenutonella preghiera, nella gioia e nei canti. Il giorno seguente, il nostro itinerariosi è svolto tutto a Torino, nella visita delle varie Chiese di cui la città è ricca

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e di tutti quei luoghi che si sonointrecciati con la storia del Fon-datore e degli Oblati. Abbiamoavuto l’opportunità anche di vi-sitare i luoghi di alcuni Santi chesono vissuti in quello stesso pe-riodo e che hanno avuto contatticon gli OMV, come ad es. SanGiovanni Bosco. .Adesso è impossibile poter scri-

vere tutto quello che si è visto, percui cercherò di raccontarvi solo le cose principali o che più mi hanno colpito,lasciando a voi quella piccola curiosità in fondo al cuore, che magari vi faràsentire il desiderio di poter vivere la stessa stupenda esperienza. Così è arrivata l’ultima cena insieme che è stata veramente clamorosa…c’era così tanta allegria che si è terminato con risate, canti, ringraziamenti, unclima di vera fraternità e amicizia. E come poteva concludersi un così belviaggio se non con la visita alla Tomba del Venerabile Padre Lanteri!? Ul-timo giorno prima di rientrare a Roma, a Pinerolo nella casa dei Padri. .

Pinerolo è una località veramente caratteristica: sipresenta come collina e le vie sono tutte di sam-

pietrini, ma la cosa più particolare è che inquasi tutte le case, su almeno uno dei muri,vi è un affresco della Madonna con il Bam-bino. Anche qui abbiamo visitato le varieChiese che ovviamente sono state teatrodella vita del Lanteri e dei primi Oblati.Importante l’Istituto delle Suore di SanGiuseppe, dove per la prima volta si sono

predicati gli Esercizi Spirituali alle donnelaiche e la Chiesa di S. Chiara con la casa

dove vivevano il Fondatore con i primi OMV. A S. Chiara furono anche sepolti il Fondatore e

diversi Oblati; in seguito le loro tombe furono tra-slate e il corpo del P. Lanteri fu portato dove si trova attualmente, nel San-tuario del Sacro Cuore, a qualche centinaio di metri da lì. Dopo aver passatola mattina tra i vicoli di questo paese, ci siamo finalmente recati nella casadei Padri per la tappa finale. Così abbiamo avuto questa grande grazia dipoter pregare sulla tomba del Fondatore e di sentirci immersi in quella spi-

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ritualità che, con tanta passione e tenerezza, ha diffuso. È stata veramenteuna grande emozione poter celebrare la Messa lì vicino a lui. Si è concluso così il nostro viaggio, con un pranzo eccezionale e con l’alle-gria e la gioia di un gruppo di persone che ha condiviso qualcosa di stu-pendo. Prima della partenza abbiamo salutato il caro P. Lanteri e alcuniamici che si sono distaccati da noi, tornando per conto loro a casa. Poi sulpullman, e via per Roma... …Concludendo, vorrei ringraziare prima di tutto i Padri OMV ed in particolareil Provinciale, P. Carlo Rossi, soprattutto per le splendide barzellette con cuici ha divertiti sul pullman, e P. Andrea per la sua dedizione totale e per ildono che ci ha fatto della sua conoscenza del P. Lanteri. Fondamentale èstata poi la presenza delle Suore OMVF che hanno animato la Liturgia e lenostre giornate con la loro gioia e i loro canti. Un grazie particolare a EttoreSalvioni che, insieme con P. Carlo, ha organizzato il viaggio con grandecura nei minimi dettagli. Vi lascio confessandovi che questo viaggio mi halasciato dentro un’immensa gioia e augurandovi di poter fare la stessa espe-rienza. .

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LANTERIHUMANITASI PROGETTI MISSIONARI DEGLI

OBLATI DI MARIA VERGINE

DA VARI ANNI LA CONGREGAZIONE DEGLI OBLATI DI MARIA

VERGINE È IMPEGNATA NELL’ANIMAZIONE DI DIVERSI PRO-

GETTI MISSIONARI NELLA PARTE PIÙ POVERA DEL MONDO.

COME VI AVEVAMO GIÀ ANNUNCIATO NEL N. 3 DELLA NOSTRA

RIVISTA, IN QUESTO ANNO DEL 250MO ANNIVERSARIO DELLA

NASCITA DEL NOSTRO FONDATORE, P. PIO BRUNO LANTERI,

ABBIAMO FONDATO L’ASSOCIAZIONE LANTERIHUMANITAS

CHE HA LO SCOPO DI COORDINARE LA COLLABORAZIONE CON

I NOSTRI CENTRI MISSIONARI. ESSI DIPENDONO IN GRANDIS-

SIMA PARTE, PER LA LORO SUSSISTENZA, DAI CONTRIBUTI

DELL’ISTITUTO E DALLE OFFERTE DEI BENEFATTORI.

VI RICORDIAMO BREVEMENTE LE LORO ATTIVITÀ.

BRASILE

Nel territorio della nostra parrocchia, S. Giovanni Battista, aJundiaì (a cinquanta chilometri da San Paulo) si sonosviluppate nel corso degli anni parecchie favelas (bi-donville). L’Associazione “Pio Lanteri” ha orga-nizzato vari centri sociali per l’integrazionescolare dei bambini. Essa anima, inoltre, di-verse attività di formazione umana e s’impe-gna a sostenere moralmente ed economicamentele famiglie bisognose. Il progetto si occupaattualmente di 370 famiglie, cioè circa 2.000persone. Tutto è realizzato con la collabora-zione di alcuni laici della parrocchia e delle SuoreOblate di Maria Vergine di Fatima.

JUNDIAÌ

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AMAZZONIA

Da quasi trenta anni gli Oblati sonopresenti al Castanho, un piccolovillaggio di 7.000 abitanti, a 100 Kmall’interno della regione amazzonica.Oltre alla pastorale di evangelizza-zione, i nostri confratelli sono impe-gnati in quattro progetti di sostegno per lepersone più povere.La “LanteriAma” è una scuola di falegnameria e di agri-

coltura che accoglie una cinquantina di giovani,provenienti da tutta la regione.

Il “Progetto canoe” si occupa della co-struzione di barche e barconi per i pe-

scatori del villaggio e anche per iltrasporto degli scolari e dei malati.Fino ad ora sono state approntate piùdi cento imbarcazioni.

Il “Progetto educativo” riunisce i bam-bini e i ragazzi del paese e, oltre alla for-

mazione, fornisce i pasti quotidiani emomenti di svago e di gioco.

Infine, la “Radio Castanho”, diffusa in tutta la regione(60 Km) è certamente un prezioso strumento di evangelizzazione, di informazionee di formazione umana e cristiana.

FILIPPINE CEBU

Dal 1997 la Congregazione degli Oblati è presente a Cebu, una città di 800.000abitanti, situata al centro di una delle isole dell’arcipelago delle Filippine. Il pro-getto principale è la formazione dei nostri giovani seminaristi. Infatti, nelle Fi-lippine vi è un estremo bisogno di sacerdoti (attualmente vi è un prete ogni 10.000cattolici) e una forte domanda di formazione spirituale per i laici. Fin dall’inizio,gli Oblati hanno cercato di rispondere a tali esigenze, consacrando i loro sforzialla formazione dei giovani che si sentono chiamati alla vita religiosa e organiz-zando corsi di esercizi spirituali e di predicazione per i laici. La comunità è im-pegnata inoltre nel progetto di diffusione della buona stampa, con la distribuzionedi libri religiosi e di sussidi catechistici, specie fra i giovani.

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ARGENTINA

PROGETTO “DOLCE NOME DI MARIA”

A causa della crisi economica della finedegli anni ’90 e dei flussi migratoriverso la città di Buenos Aires che nesono seguiti, il nostro progetto missio-nario “Dolce nome diMaria” è più chemai necessario per ilsostegno degli im-migrati in situa-zione di povertà.Una prima partedell’opera consistenel fornire ai bam-bini bisognosi l’assi-stenza medica e ilsostegno scolastico. La seconda parte èrivolta agli adulti: si tratta di aiutare lepersone a creare delle piccole impresefamiliari e delle cooperative comunita-

rie, attraverso finanziamenti con micro-crediti e sostenendo il loro lavoro conla collaborazione di volontari specializ-zati nel settore delle attività specifiche.

Si organizzano, inol-tre, iniziative cultu-rali e religiose chemirano alla forma-zione integrale dellapersona.Attualmente il Pro-getto incorporacinque Centri diPastorale Sociale:

due nella città diBuenos Aires, uno nella Villa Udaondo,uno in Tabay (1.200 Km a nordest diBuenos Aires) e un altro nella città diCordoba.

NIGERIA SULEJA

Gli Oblati sono presenti in Nigeria dal 1997, con la fondazione nell’anno succes-sivo di un seminario a Suleja, città dello Stato del Niger, nella parte centro-norddel Paese, non molto distante dalla capitale federale, Abuja. Si tratta di un territorio

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molto vasto, abitato da circa 130.000persone, gente molto povera e a mag-gioranza di fede musulmana. Il nostro seminario è dedicato alla for-mazione dei giovani nigeriani candidatialla vita religiosa e sacerdotale. Attual-mente sono una ventina, provengono davari Stati della Nigeria e ogni giornofrequentano l’Università di Saint Paulche dista 70 km da Suleja. Dal settem-bre dell’anno scorso abbiamo aperto

una nuova comunità dedicata al Novi-ziato, che è formata, al momento, da seiseminaristi più due padri formatori.Entrambe le comunità dipendono per laquasi totalità della loro sussistenza daifondi inviati dalla Provincia italianadegli Oblati.Approfittiamo di queste pagine, per rin-graziare i Lettori di Myriam, che, attra-verso le borse di studio, hannocontribuito alla nostra opera. In questiultimi tre anni, infatti, grazie anche alla

vostra generosità,abbiamo avuto lagioia di assistereall’ordinazione sa-cerdotale di sei no-stri giovani e altritre sono previstiper questo anno.Essi attualmente

stanno completando i loro studi teolo-gici (alcuni anche a Roma) per dedi-carsi in maniera competente all’opera dievangelizzazione.Le due comunità sono impegnate, oltreche nelle attività pastorali a favore deifedeli, anche nella pubblicazione didue riviste di formazione cristiana:“Catholic Encounter” e “LanterianVoice” che stanno ottenendo un di-screto successo in tutta la nazione.Attraverso il progetto “Acqua vi-vente”, poi, è stato costruito ed è man-tenuto in attività un pozzo comunitarioper l’approvvigionamento dell’acquapotabile alla gente del quartiere dove èsituato il seminario.Attualmente è in via di attuazione ilprogetto di un “ospedale mobile”, perdare i primi soccorsi alla gente delluogo.

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•Sottoscrizione di borse di studio per i nostri seminaristi della Nigeria, del

Brasile, dell’Argentina e delle Filippine.

Ogni borsa di studio, del valore di 500,00 Euro, può essere completata a poco apoco, intitolandola ad una persona cara o a un Santo.

•Impegno di contribuire al sostentamento annuale di un bambino, negli asili

o nei doposcuola.

Ogni contributo, del valore di 300,00 Euro, può essere completato a poco a poco.

•Contributo libero per il mantenimento dei vari progetti indicati nelle pa-

gine precedenti, compresi quelli orientati all’evangelizzazione.

I contributi possono essere inviati usando l’allegato bollettino di CCP spe-

cificandone la destinazione nell’apposita causale

Il Signore benedica e ricompensi la generosità di ciascuno, prendendosi curaEgli stesso di quanti, pur desiderandolo, non hanno la possibilità di inviare

alcun contributo!

Come collaborare ai progetti

LANTERIHUMANITAS

LANTERIHUMANITAS

Resoconto per il MYRIAM n. 1/2010BORSE DI STUDIO e quote per Suleja

Fernando Avv. Catenazzi da Morbio InferioreCH€ 500 per 4^ BORSA DI STUDIO“Sant’Audito di Braga”Luciano Valerio da Zagarolo (RM)€ 50 per 9^ e ultima quota BORSA DI STU-DIO“in memoria di don Luigi Bono”Maria Teresa Oberti da Tivoli (RM)€ 100 per 5^ e ultima quota BORSA DI STU-DIO“Maria Teresa Oberti”Gianluca Parise da Carignano (TO)€ 87,50 per 4^ quota BORSA DI STUDIO“Santa RitaSalvatore Rizzello e Roberta Rosati da Roma€ 500 per BORSA DI STUDIO“Salvatore Rizzello e Roberta Rosati”

BORSA DI STUDIO Missioni Brasiliane

Saverio e Lina Mondini da Tesserete CH€ 500 per BORSA DI STUDIO“in memoria del diacono Fratel Alcide Maz-zoldi omv”

Hanno offerto per le MISSIONI:

Tina Pisani Scartocci da S. Maria d. Mole(RM) € 10Rosina Midena da Roma € 30Margherita Boero da Torino € 30Giuseppe Ornati da Massa € 30Michele Ciardola da Pinerolo (TO) € 15Costanza Agnese Bellone Nallo da Fondi (LT)€ 20Mario Pinci da Palestrina (RM) € 50Addonisio Pasquale da Roccamonfina (CE) €5Antonio Muolo da Terracina (LT) € 10 (per ibambini)

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Cari fedeli del Santuario, mi èstato chiesto di presentarmi avoi: niente di più difficile...par-

lare di sè...Giungo al Santuario alle soglie dei 25anni di ministero pastorale, connegli occhi e nel cuore tanteesperienze di vita pasto-rale.I primi anni di sacerdo-zio (cinque), passatinella comunità oblatadi Chiavari: un impe-gno educativo nel se-minario minore e unanno come maestrodei novizi fratellicoadiutori, con tantebelle esperienze con gliammalati (Unitalsi), coni giovani (Scout Agesci).Ho in seguito iniziato il cam-mino della vita parrocchiale du-rato ben 20 anni (a Teramo - S.Cuore, aTorino, a Pantelleria).Non nascondo che avrei continuato vo-lentieri nell'impegno pastorale parroc-chiale, ma i superiori hanno insistitoche avrei lavorato bene al Santuario eallora... ho obbedito. Sono qui dopo 32anni dalla mia entrata in questo che al-lora era anche Seminario per gli Oblati P. SILVANO PORTA, OMV

di M.V. : vi ho passato due anni di vitagiovanile e fu anche luogo della mia or-dinazione sacerdotale nell'aprile del1985.Sono qui per imparare: ho passato

queste prime settimane a guar-dare, a rifletttere, a chiedere

consiglio ai miei confra-telli per capire qualedeve essere il mioruolo e quali prospet-tive il Signore, attra-verso Maria, vuoleindicare agli Oblatiper il futuro dellapresenza a S.Vitto-rino; tutto questo in-

sieme alla care SuoreOblate di M.V.F. Vi

chiedo di unirvi alla miapreghiera, insieme agli

amici delle altre parrocchiecon cui ho condiviso questi anni,

perchè possa essere segno dell'Amoredi Dio soprattutto per i poveri (gli Ana-wim della Bibbia) e per coloro che cer-cano speranza.Maria, Madonna di Fatima, i Beati Pa-storelli ,Giacinta e Francesco, interce-dano per tutti noi.

IL NUOVO RETTORE

DEL SANTUARIO

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Ordinazioni al DiaconatoIl Diaconato nella Chiesa Cattolica è il primo grado del Sacramento dell’Ordinee rappresenta una realtà fondamentale della persona e della missione di Cristo,che si è fatto servo obbediente e servo sofferente per la nostra salvezza. “Il Figliodell’uomo, dice di sé stesso Gesù, non è venuto per essere servito , ma per serviree dare la vita”…. Per questo la Chiesa vuole che chiunque si sente chiamato alministero sacerdotale entri in questa mentalità di Cristo, considerarsi un servo,servo del Signore e dei suoi fratelli, anche se diventasse Papa. Infatti il Papa si di-chiara “servus servorum, servo dei servi del Signore”.In quest’anno 2010 la nostra Congregazione degli Oblati di Maria Vergine si pre-para ad offrire al Signore nuovi ministri di Dio e in particolar la provincia Italianaha presentato al Signore tre nuovi Diaconi, uno di nome Cristoforo nella comunitàdi Suleja in Nigeria e altri due, Lorenzo e Vittorio nella comunità di S. Elena inRoma. Lorenzo e Vittorio, anch’essi della Nigeria, sono stati ordinati al NostroSantuario di N. S. di Fatima il 25 Gennaio 2010 dal Vescovo di Tivoli, Mons.Mauro Parmeggiani.

VictorVictor Chuks Nwabueze è nato il 18 giugno 1979 e proviene da Akumazi nellazona di Agbor Ika dello stato di Delta (Nigeria). È il secondo dei quattro figli delsig. Paul Joseph Nwabueze (morto) e della sig.ra FlorenceNwabueze. Entrato nel Seminario degli Oblati in ottobre,2001, ha iniziato gli studi di Filosofia nel Seminario na-zionale dei Missionari di San Paolo, GwagwaladaAbuja, tra il 2001 e il 2005. Terminati gli studi di fi-losofia il nostro Victor è stato ammesso al noviziato il12 settembre 2005. Il 21 ottobre 2006, ha fatto i votitemporanei di castità, di povertà e di obbedienza nellemani del Provinciale, P. Carlo Rossi, OMV.Dopo la professione religiosa, ha continuato gli studi di teologia nello stesso Se-minario dal 2006 al 2009. Il 12 settembre 2009 ha professato i suoi voti perpetuie ora è stato chiamato a Roma per fare la licenza in teologia biblica alla PontificiaUniversità Gregoriana. Con il cuore pieno di gioia ringrazia tutti coloro che lo hanno aiutato ad arrivarea questo punto del suo cammino nella vita religiosa e del sacerdozio. Egli prega einvita a pregare per le vocazioni e per le persone di buona volontà perché, comehanno aiutato lui, così vogliano continuare a pregare e ad aiutare i giovani cheDio chiama a far parte del carisma di P. Lanteri, per annunciare il regno di Dio at-traverso le mani di Maria, vera Madre e Fondatrice della nostra Congregazione.

LawrenceLawrence Bayo Alle è il più anziano dei due Diaconi. Ottavo di tredici figli delsig. e della sig.ra Thomas John Alle, proviene dalla Nigeria e precisamente daOsoso in Akoko-Edo, una regione dello stato di Edo ed è nato il 6 luglio 1978 inIgarra (sempre nella zona di Akoko-Edo). Nel 2001, a 23 anni, nella città di Sulejaun seminarista diocesano, a cui ha espresso il suo desiderio di diventare un reli-

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gioso, lo presentò al Superiore degli Oblati di M.V., che ave-vano la casa vicino alla stessa parrocchia. La sua ammis-sione nel Seminario degli Oblati, in Suleja avvienenell'ottobre 2001, per iniziare i suoi studi filosoficinel Seminario Nazionale dei Missionari di SanPaolo, Gwagwalada, Abuja. Il 12 Settembre 2005 fuammesso al noviziato. Il 21 ottobre 2006 e ha fatto lasua prima professione dei voti religiosi e ha iniziatogli studi teologici, terminati con un lodevole risultato. Il12 settembre 2009 ha fatto la sua Professione perpetua nellemani del P. Provinciale, P. Carlo Rossi, che lo ha chiamato a Roma per la specia-lizzazione e la licenza nella Dottrina Sociale della Chiesa. Il 25 gennaio 2010,sempre a Roma, nel Santuario di N. S. di Fatima in S. Vittorino, ha ricevuto ilprimo grado del Sacramento dell’Ordine, il Diaconato.Il suo ringraziamento oggi va prima di tutto a Dio, ma anche a coloro che hannocontribuito spiritualmente e materialmente per aiutarlo a rispondere a questa chia-mata. Il suo desiderio è che tante persone di buona volontà aiutino la nostra Con-gregazione a fare ciò che hanno fatto per lui, e prega perchè tanti giovani voglianooffrirsi al servizio di Dio tramite il carisma di P. Lanteri nella Famiglia degli Oblatidi Maria Vergine.

Servi e Inviati di CristoLa celebrazione della S. Messa col conferimento dell’Ordine del Diaconato, è av-venuta nel giorno della Festa della Conversione di S. Paolo, trasformato da perse-cutore in Apostolo nell’incontro folgorante di Cristo. “Ebbene lo stesso Signoreche incontrò Paolo sulla via di Damasco, affermava con forza il Vescovo nellasua omelia,… questa sera, in questa Santa Messa, desidera farsi incontrare sa-cramentalmente attraverso la sua Parola e l’Eucaristia e, tramite l’ordine sacrodel Diaconato che tra poco vi conferirò, non solo desidera incontrarvi ma confi-gurarvi a Lui, il Cristo Servo, abilitandovi alla Diaconia della catechesi, della li-turgia e della carità nella Chiesa e per il mondo intero”.

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Concludiamo con l’augurio stesso del nostro amato Vescovo, Mons. Mauro Par-meggiani, il quale non manca di mostrarci in ogni occasione stima e fiducia. ALui vada anche attraverso il giornalino del Santuario la nostra profonda gratitudinee la preghiera. “ Carissimi Lawrence e Victor, partite dunque per la missione che il Signore vi af-fida…Vi siano Maestri e intercedano per voi in questo cammino, l’Apostolo Paolo ed inparticolare la Santissima Vergine Maria, di cui siete Oblati nella Congregazionedel Beato Lanteri, che tanto amò la Madonna, donna perfetta nell’obbedire e rea-lizzare la Parola del Signore e alla Quale, questa sera, anch’io con fiducia vi af-fido. Amen”.

Il Vescovo che, con l’imposizione dellemani e la preghiera di consacrazione,aveva invocato su di loro l’effusionedello Spirito Santo, “ che li fortifichicon i sette doni della sua grazia, perchécompiano fedelmente l’opera del mini-stero”, ha ricordato loro il mandato diCristo, proclamato nel Vangelo delgiorno: “Andate in tutto il mondo e pre-dicate il Vangelo ad ogni creatura”(Mc16,15).“E’ questo un mandatoche viene affidato achi è disposto a la-sciare case, fratelli,campi, madri... .tutto per il Si-gnore… E’ un man-dato che vi costeràqualche difficoltà,qualche persecuzione,qualche incomprensioneproveniente dall’esterno e a

volte, purtroppo, anchedall’interno dellaChiesa… Ma è unmandato che vi faràsperimentare lagioia di quanti si

pongono al serviziogeneroso e disinteres-

sato del Vangelo”.

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HANNO MANDATO OFFERTE: Anna D’A. Frascati; Angelina M. Vicchio; Gerarda M. Avellino; AureliaC. Noicattaro; Pietrina C. Ortonovo; Giuseppa G. Gallicano Nel Lazio; Angela G. Prosto; Iolanda V. Bene-vento; Salvatore R. Trapani; N.N.; Mirella T. Crotone; Rosalia C. Trabia; Marco R. San Vittorino Roma;Elsa C. Roma; Anna D. Palestrina; Francesco G. Crotone; Giuseppe I. Roma; Silvia M. Lurago d’Erba;Massimiliano P. Roma; Maria Antonietta C. Torino; Maria Soccorsa B. Roma –borg. Finocchio; Maria L.Centobuchi; Alessandrina B. Inverigo; Sergio M. Sacile; Umberto C. Genova Pegli; Rosa P. Cava dei Tirreni;Anteo S. Porto d’Ercole; Anna C. Sassari; Regina C. Gaeta; Lina L.M. Roma; Luisa R. Travesio; GiuseppeO. Massa; Fam. C. Diamante; Celsa B. Norma; Renata M.G. Pinerolo; Celide N. Prato; Bruna P. Bagno aRipoli; Santina Z. Marinaro; Nicoletta R. Guidonia; Ione D. Sezze; Mario D.S. Roma; Laura C. S. Gimi-gnano; Alberto D.M. Vagliagli; Anna B. Pantelleria; Maria L.S. Carbonia; Liana P. Roma; Giancarlo C.Ivrea; Margherita B. Torino; Rita F. Roma; Clelia B. Ozzano Monf.to; Marsino S. Cerasa S. Costanzo; Gior-gio P. Prato; Odette G. Gabbro; Massimo S. Fossano; Egidio e Carla V. Marostica; Maria M. Milano; LuiginaT.B. Gambassi Terme; Paolo C. Inverigo; Monache V. S. Vito al Tagliamento; Tina A.S. Roma; PrassedeM.L. Limbiate; Alvaro P. Roma; Clotilde C.B. Roma; Giovanni R. Roma; Francesco V. Nave Fontanafredda;Mina R. Mandello del Lario; Maria A. Acciaroli; Carmela M.C. Grumo Nevano; Gabriella M. Livorno;Emilia R. Paderno Dugnano; Fam. B. Roma; Nunzio L. Afragola; Ulderico C. Carmiano; Silvia P. Ferentino;Carlo P. Pesaro; Annalisa D.G. Roma; Clelia P. Z. Falconara M.; Domenica D. Avezzano; N.N.; Fam. S. DeP. Roma; Alberto S. Benevento; Maria Antonietta B. S. Egidio; Graziano L. Fonte Nuova Mentana; Pelle-grino P. Ostia Lido; Alberto G. Modena; Iolanda O. Roma; Agnese A. Morimondo – Fallavecchia; Maria S.Abbadia S.S.; Damiana V. Marina di Minturno; Calogera F. Montaperto; Franca P. Guidonia; Silvia P. Ma-sone; Luigi e Anna G. Ostia Lido; Daniele V. Roma; Emanuele C. Isola Sacra Fiumicino; Giovanni L. Padru;Titina R. Benevento; Ivaldina R. Terni; Lina G. Recanati; Francesco C. Roma; Mario V. Castelchiodato;Ottavina R. Roma; Vittoria B.G. Massa; Sara M. Monza; Francesco S. Villa S. Giovanni; Isia S. GaioleChianti; Erna P. Biella; Camilla P. Cavallermaggiore; Ida R. Corbetta; Addonisio P. Roccamonfina; PierinoC. Villalba di Guidonia; Maurizio e Lucia B. Riccione; Ezio R. Ponzano Romano; Adalgisa C. Roma; LiberoL. Senigallia; Luana P. Gambassi Terme;Arnaldo e Anna P. Torino; Anna C. Nocera Inf.; Renato B. S. Ca-sciano Val di Pesa; Rosa C. Roma; Adele B. Roma; Nerina B. Labico; Maria R. Giais; Gina C. Santa Giu-stina; Antonio N. Martina Franca; Evelina G. Agropoli; Silvana P. Roma; Roberto D.S. Roma T.B.M.; EmiliaL. Roma; Edvige R.P. Lamezia T.; Giuseppe C. Milano; Anna G. Napoli; Bianca M. Gangi; Rosa I. Latina;Rossana F. Rieti; Stefano C. Gattatico; Maria C. Serra S. Abbondio; Tosca L. Firenze; Sauro I. ChiesinaUzz.se; Amneris P.R. Certaldo; Giorgio T. Roma; Elena C.C. Salsomaggiore; Luigi R. Firenze; Alberto C.Livorno; Jole V. Prato; Giuseppina C. Camnago; Marta A. Castelchiodato; Francesco M. Roma; Raffaele S.Guidonia Montecelio; Liliana C. Imperia; Rita D.P. Pescia; d.Salvatore R. Sant’Antonio Abate; GabriellaG. Roma; N.N.; Carolina A. Roma; Franca V. Isola Liri Sup.; Girolama S. Massa; Maria B. Australia.

HANNO CHIESTO PREGHIERE: Caterina C. Casaletto Vaprio; Rosa D’A. Tremensuoli; Anna MariaS. Todi; Maria D.S. Palombara Sabina; Raffaella D.V. Rho; Margherita B. Torino; Orsola G. Milano; MariaM. S. Bonifacio; Luisa R. Senigallia; Emilio Z. Subiaco; Mauro P. Cattolica; Giorgio S. Roma; Teresa D.M.Torino; Lisalba P. Empoli; Teresa T. Empoli; Vincenza e Rita P. Mistretta; Yvonne A.G. Crotone; ClementeO. Roma; Maria Teresa M. Cagliari; Benedetta Maria P. Sciacca; Girolama S. Massa; Anna G. Napoli;Franca V. Isola Liri Sup.; Maria B. Australia, la sua salute, la sua famiglia e i nipotini; inoltre pregare per:Angelina e alcune persone a lei care; Domenico; Liliana e le sue intenzioni; Roberta e la sua famiglia; Mar-gherita e la sua famiglia; Anna e la sua famiglia, specie i figli; Angelina e la sua salute; Maria e la sua salute;Grazia, Mauro e Alberto, per la famiglia e la salute; Brunella; la fam. di Carola; Serena e la sua salute; Ro-berta, la sua famiglia e il lavoro; Angela; Gabriele e Federica, la loro famiglia e il lavoro; Ornella e Barbara;Anna e la sua salute; Nadia e la sua salute; Silvia, Davide, Eleonora, i loro genitori; la famiglia di Marion;Irene T. e la famiglia;

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Redazione Myriam - Santuario N. S. di Fatima

Via Ponte Terra, 8 - 00132 S. Vittorino - Roma

Tel. 06/22.66.016/22.66.024 - E-mail: [email protected]

www.oblatidimariavergine.it

Casa di spiritualità P. Lanteri

San Vittorino - Roma

Esercizi Spirituali Ignazianicon colloqui personali quotidiani per sacerdoti, religiosi/e e laici

diretti da P. Armando Santoro, omv

4 - 13 marzo 201010 - 19 giugno 2010**

15 - 24 luglio 20103 - 19 agosto 2010

(minimese ignaziano)9 - 18 settembre 2010

Iniziano il pomeriggio del primo giorno e terminano con il pranzo dell’ultimo.

Esercizi Spirituali Predicatiper religiose e laici

diretti da P. Vincenzo Voccia, omv

2 - 7 luglio 2010Iniziano la sera del 2 e terminano la sera del 7

**Questo corso si terrà pressoCASA LANTERI di Foligno (PG)

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