disturbi età scolare

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1 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRENTO - POLO DI ROVERETO - Corso di Laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva Applicata ELABORATO FINALE I DISTURBI DELLA LETTURA E DELLA SCRITTURA IN ETÀ SCOLARE RELATORE: CH.MA PROF.SSA PAOLA VENUTI LAUREANDA: Anna Romeri Matr.108474 ANNO ACCADEMICO 2005-2006

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRENTO

- POLO DI ROVERETO -

Corso di Laurea in

Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva Applicata

ELABORATO FINALE

I DISTURBI DELLA LETTURA E DELLA

SCRITTURA IN ETÀ SCOLARE

RELATORE:

CH.MA PROF.SSA PAOLA VENUTI

LAUREANDA: Anna Romeri Matr.108474

ANNO ACCADEMICO 2005-2006

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INDICE

Introduzione……………..……………………………………………………………………… 4

PARTE 1: CENNI TEORICI

1. L’apprendimento della lettura e i suoi disturbi……………..……………………….. 5

1.1. Fasi di apprendimento della lettura e della scrittura……………………….. 5

1.2. Classificazione dei disturbi di lettura……………………………………..... 8

1.3. I processi cognitivi implicati nell’apprendimento della lettura e della

scrittura…………………………………………………………………….. 9

2. I disturbi specifici dell’apprendimento………………………..…………………..… 11

2.1. Introduzione………………………………………………………………… 11

2.2. I criteri diagnostici………………………………………………………….. 11

2.3. Dislessia…………………………………………………………………….. 15

2.4. Disgrafia e Disortografia……………………………………………………. 16

PARTE 2: LA RICERCA

3. Procedura………………………….……………………………………………………. 18

3.1. Introduzione………………………………………………………………… 18

3.2. Obiettivi…………………………………………………………………… 18

3.3. Metodo...…………………………………………………………………... 19

3.4. Campione...………………………………………………………………... 19

4. Strumenti…………………………………………………………………..…………… 20

4.1 Introduzione……………………………………………………………….. 20

4.2. Le matrici progressive di Raven…………………………………………… 21

4.3. Test of Everyday Attention for Children (T.E.A.Ch)................................... 23

4.4. Prove di prerequisito per la diagnosi delle difficoltà di apprendimento di

lettura e scrittura (PRCR-2)……………………………………………… 26

4.5... Visual motor Integration Test (non motor) (VMI)………………………… 28

4.6... Bender Visuo Motor Gestalt Test................................................................. 29

4.7... Prove MT...................................................................................................... 30

Page 3: disturbi età scolare

3

4.8... Batteria per la valutazione della Dislessia e Disortografia in Età

Evolutiva…………………………………………………………………... 31

5. Analisi dei dati…………………………………………………………………………. 32

5.1. Introduzione………………………………………………………..……….. 32

5.2. Analisi dei prerequisiti…………………………………………..…………. 32

5.3. Individuazione dei Bambini a rischio………………………………………. 35

5.4. Risultati seconda elementare……………………………………………….. 39

5.5. Analisi degli errori………………………………………………………….. 41

5.6. Evoluzione delle abilità di scrittura e di lettura…………………………….. 43

6. Conclusioni…………………………………………………………………………….. 44

Bibliografia………………………………………………………………………………... 46

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INTRODUZIONE

Il presente elaborato è il risultato dell’attività di ricerca svolta durante il periodo di

tirocinio formativo presso il Laboratorio di Osservazione e Diagnostica Funzionale del

Dipartimento di Scienze Cognitive e della Formazione (DiSCoF) di Rovereto (TN).

L’importanza di ricerche rivolte allo studio dello sviluppo dei processi cognitivi nei

bambini, risiede nell’opportunità di operare in un contesto in cui la diagnosi funzionale

possa divenire un processo di conoscenza che miri alla comprensione del funzionamento

di aspetti diversi della personalità di un soggetto, stabilendo quanto del quadro

riscontrato possa essere attribuito ad un deficit nell’organizzazione cerebrale, a un

mancato sviluppo di questo, oppure quanto questo sia l’espressione di una normale fase

evolutiva o di un disturbo legato alla sfera emotivo-relazionale (Venuti, 2001).

Lo scopo di questa ricerca è la valutazione delle funzioni di base implicate nei processi

di apprendimento scolastico per poter individuare in modo precoce i possibili fattori di

rischio delle difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura.

A tale scopo è stato effettuato un percorso di valutazione in 7 classi delle scuole

elementari di Rovereto, monitorate all’inizio della prima elementare, per valutare i

prerequisiti dei processi di apprendimento di lettura e scrittura e, successivamente,

all’inizio della seconda elementare per verificare il livello di maturazione delle abilità

di lettura e scrittura.

Nella prima parte di questo elaborato verrà presentata una sezione dedicata alla

descrizione del modello di Uta Frith (1985), che rappresenta lo sviluppo

dell’apprendimento della lettura e della scrittura, la classificazione della dislessia di

Seymour (1985) e alla spiegazione dei Disturbi dell’Apprendimento della Lettura e della

Scrittura.

La seconda parte illustra la ricerca condotta presso le scuole elementari di Rovereto, la

descrizione del campione, della metodologia adottata e le relative all’analisi dei dati.

Nella parte finale saranno commentati i risultati ottenuti.

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PARTE 1. CENNI TEORICI

Capitolo I

L’APPRENDIMENTO DELLA LETTURA E I SUOI DISTURBI

1.1 Fasi di apprendimento della lettura e della scrittura

L’acquisizione della letto-scrittura è il principale obiettivo dei primi mesi di

scolarizzazione tanto che dopo tre mesi di frequenza del primo anno della scuola

elementare la maggior parte dei bambini è in grado di scrivere alcune frasi con l’aiuto di

un adulto (Stella, 2004). Questo processo di acquisizione della lingua scritta procede

comunque per i primi due anni di scuola, come previsto dai programmi scolastici

ufficiali.

Per molto tempo lo studio dell’acquisizione della lingua scritta è stato ignorato dai

ricercatori, fino agli anni Settanta, quando Emilia Ferreiro, psicologa piagetiana, inizia

nuovi studi in questo ambito, applicando una prospettiva psicogenetica alla comparsa

del codice scritto. L’attenzione della psicologa era posta più sullo sviluppo dei processi

che sull’acquisizione delle abilità. Ferreiro si è dedicata in modo particolare allo studio

della scrittura spontanea dei bimbi e del loro modo di imitare gli adulti. Infatti nella

nostra cultura il bambino viene esposto precocemente al codice scritto, per questo non

possiamo ignorare l’ipotesi che cominci presto a produrre concettualizzazioni sui segni

scritti che incontra. Il bambino si costruisce una vera e propria teoria linguistica che

evolve nel corso del tempo attraverso il costante confronto con il sistema

convenzionale. Attraverso questa analisi l’autrice ha individuato le costanti che i

bambini acquisiscono tramite l’osservazione e l’imitazione degli adulti e che applicano

regolarmente nella riproduzione della scrittura (Stella e Pippo, 1987).

Le osservazioni delle varie abilità dei bambini ha portato ad una sistematizzazione

dell’intero percorso di acquisizione della letto-scrittura da parte di vari ricercatori.

La rappresentazione migliore e schematizzata dei processi cosiddetti “strumentali”

implicati nella lettura e nella scrittura di singole parole e delle relative tappe di

apprendimento è stato messo appunto da Frith (1985) e Seymour (1985).

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6

Il modello descritto da Uta Frith prevede l’evolversi della scrittura e della lettura in 4

fasi tra loro dipendenti, ciascun stadio è caratterizzato dall’acquisizione di nuove

procedure e dal consolidamento e automatizzazione delle competenze già acquisite:

- fase logografica

- fase alfabetica

- fase ortografica

- fase lessicale

Nella fase logografica (età prescolare) il bambino considera la scrittura come un

processo di produzione del ‘logo’; egli infatti non è ancora consapevole della relazione

tra grafema e fonema. In questa fase il bambino cerca di imitare il comportamento

motorio dell’adulto mentre scrive, imita il carattere visibile, proprio come quando, agli

esordi del linguaggio, imita il genitore. La strategia adottata non è fonologica, ma

grafica e la differenza con il disegno consiste nel fatto che non vengono riprodotte

caratteristiche fisiche del rappresentato, ma vengono utilizzati segni convenzionali che

il bambino ha scoperto come tipici di quell’attività denominata scrittura.

In questa fase possono essere individuate diverse sottofasi che corrispondono a diverse

concettualizzazioni della scrittura:

- ‘imitazione del gesto di scrivere’: in questa fase il bambino riproduce il

comportamento motorio dello scrittore, imitando l’atto continuo dello scrivere. Le

parole non vengono differenziate e il bambino possiede pochi segni a disposizione che

ripete. Il bambino quindi coglie e riproduce il carattere visibile di una attività.

- ‘Comparsa di lettere o pseudolettere’: il bambino cerca di riprodurre i segni che

vengono usati nel linguaggio scritto, non più come imitazione del comportamento. I vari

segni sono però visti ancora come icone, piuttosto che come elementi simbolici

- ‘la scrittura preconvenzionale standard’ rappresenta un’ulteriore evoluzione della

fase logografica. Il bambino cerca di manipolare i segni grafici (lettere) che sa

riprodurre autonomamente, ma senza conoscerne il valore sonoro convenzionale. Il

bambino inizia a combinare i vari simboli in modo diverso che, anche se non hanno

stretta pertinenza con il sistema di scrittura convenzionale, indicano la presenza di

un’attività costruttiva guidata da una teoria (ingenua) implicita della letto-scrittura.

Verso la fine della scuola materna e con l’ingresso alla scuola elementare, il

bambino accede alla fase alfabetica, nella quale inizia a comprendere la relazione tra

fonema e grafema, ovvero il valore sonoro convenzionale delle lettere. Secondo Uta

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7

Frith il bimbo utilizza una strategia di scomposizione fonetica della parola che gli

permette di riprodurla per iscritto applicando le regole di conversione fonema-grafema.

In questo modo il bambino è capace di scrivere le parole in cui vi è una corrispondenza

biunivoca fra suono e segno ma non di scrivere parole che contengono fonemi che

hanno corrispondenze grafemiche più complesse.

Nella fase ortografica vengono sviluppate le varie capacità acquisite nella fase

precedente, e si assume una maggior padronanza del sistema di codifica della parola

orale, poiché si richiede un superamento della strategia di analisi fonologica che si

rivela inefficiente per produrre molte delle parole del nostro lessico ortografico. La fase

ortografica richiede quindi una modificazione nella strategia di processamento

dell’informazione. I bambini comprendono alcune regole essenziali per la lettura,

procedendo così per sillabe e non più per singole lettere. La continua esposizione alle

parole permette al bimbo di memorizzare la forma grafica delle parole, riconoscendole

così in maniera automatica e globale.

Si passa così alla fase lessicale, nella quale la lettura di parole di uso comune diviene

veloce, mentre la lettura di non-parole e di parole nuove viene realizzata utilizzando le

strategie apprese nella fase precedente. Questa fase consente al bambino di

rappresentare in modo corretto elementi omofoni che devono essere rappresentati in

modo diverso a seconda del loro significato all’interno della frase (Ad esempio; a

oppure ha, che rivestono diverso ruolo grammaticale di preposizione o di ausiliare;).

Questo livello consente quindi una corretta segmentazione degli elementi della frase e

introduce una nuova strategia (lessicale) indispensabile per trascrivere una frase

pronunciata in parlato continuo (Cornoldi, 1991 e Frith, 1985).

Il modello della Frith, essendo un modello a stadi, ipotizza un andamento gerarchico

dell’apprendimento della lettura, questo implica che se il bambino non ha raggiunto le

acquisizioni dello stadio logografico, non sarà in grado di acquisire competenze relative

allo stadio successivo.

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1.2 Classificazione dei disturbi di lettura

Seymour (1987) utilizza un suo schema (vedi Fig.1), molto simile a quello della Frith,

per ottenere una classificazione dei diversi disturbi di lettura in base al tipo di

compromissione individuata nei soggetti lungo le diverse fasi di sviluppo della lettura.

L’autore evidenzia diversi tipi di dislessia evolutiva:

- mista (MIX): in questo caso il disturbo della lettura si verifica in conseguenza ad un

arresto nelle prime fasi di sviluppo dello stadio alfabetico,

- fonologica (F): la dislessia fonologica è dovuta ad un arresto nello sviluppo dello

stadio alfabetico, è caratterizzata da una difficoltà nella lettura delle non parole (parole

prive di significato, come proca), e non delle parole meno frequenti o irregolari, ovvero

quelle dove vengono violate le regole di conversione grafema-fonema o le regole di

accentazione, come per la parola infimo;

- superficiale (S): in questo caso il disturbo della lettura è dovuta ad un arresto nello

sviluppo dallo stadio ortografico a quello lessicale. Sintomi di tale deficit sono una

difficoltà nella lettura delle parole irregolari (e non nelle non- parole) e nella

discriminazione delle parole omofone, come l’ametta-lametta o l’uva-luva.

Non si deve dimenticare che questi modelli si riferiscono all’apprendimento della lingua

inglese, lingua con un rapporto tra ortografia e fonologia molto irregolare e che richiede

una memoria di riconoscimento diretto di parole molto più elevato che nelle lingue con

un rapporto più regolare, come ad esempio quelle neolatine (italiano e spagnolo). Lo

stesso Seymour (1987) suggerisce di non basarsi su una classificazione così rigida delle

dislessie, ma di analizzare le difficoltà di lettura e di scrittura caso per caso.

Inoltre, negli studi sui bambini italiani non è ancora stato individuato un soggetto con

dislessia tipica, ad esempio fonologica o superficiale. Infatti, sia il caso di dislessia

superficiale, documentato da Job, Sartori e Coltheart (1984) che quello di dislessia

fonologica documentato da Sartori e Job (1983) non presentano una dissociazione netta

tra i sintomi che dovrebbero indicare un danno ad una via di lettura, ma solo una

relativa superiorità di un sistema di lettura sull’altro. (Cornoldi.1991)

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Figura1. Modello di apprendimento della lettura e della scrittura tratto da Cornoldi

(1991).

(Le frecce indicano gli effetti che le diverse fasi producono tra loro come ipotizzato

dall’autrice Frith. Le lettere riproducono l’origine dei sintomi della dislessia e

disortografia mista MIX, fonologica F e superficiale S segnalate da Seymour)

1.3 I processi cognitivi implicati nell’apprendimento della lettura e scrittura.

L’accuratezza e la rapidità del processo di lettura e di scrittura è reso possibile

dall’integrità e dall’integrazione di diverse componenti di base. Con il termine funzioni

di base facciamo riferimento a quell’insieme di abilità strettamente correlate agli aspetti

cognitivi, percettivi e motori che durante il corso dello sviluppo raggiungono livelli di

complessità sempre maggiori e la cui attivazione diviene sempre più automatica e

quindi meno vincolata al controllo della volontà cosciente (Venuti, 2001).

Le componenti di base indagate sono:

S

F

MIX

S

F

MIX

SCRITTURA LETTURA

Stadio logografico

Stadio logografico

Stadio alfabetico

Stadio alfabetico

Stadio ortografico

Stadio ortografico

Stadio lessicale

Stadio lessicale

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a) scansione visiva: la capacità di analisi graduale dei singoli grafemi procedendo in

maniera sequenziale da sinistra verso destra. Ciò implica un corretto funzionamento

delle abilità attentive. Spesso nei casi di dislessia il lettore non riesce ad effettuare

un processo di analisi visiva ordinato con il risultato di una lettura imprecisa con

omissioni di parole o di righe.

b) analisi e discriminazione visiva: l’abilità di analizzare e discriminare in maniera

accurata i tratti distintivi, ovvero orientamento e forma, dei singoli grafemi in modo

da discriminarli tra loro e riconoscerli. Questa capacità è molto importante nei testi

scritti in stampato minuscolo (“p”,”q”,”b”,”d”) .

c) competenza fonologica: ovvero la capacità di analizzare separatamente i suoni. La

maggior parte dei bambini di 6 anni arriva spontaneamente a segmentare le parole

in sillabe, ma non ad analizzare distintamente tutti i suoni delle parole. Tuttavia la

maggioranza dei bambini, all’inizio della 1°elementare è in grado di riconoscere

suoni uguali in parole diverse, soprattutto quelli che si trovano all’inizio delle

parole. Tale abilità può essere sviluppata con l’esercizio ed è un passaggio

obbligato per giungere alla rappresentazione del valore sonoro convenzionale.

d) competenza fonografica: ovvero la capacità di far corrispondere correttamente i

segni ai suoni, e viceversa. Comporta non solo l’apprendimento mnemonico delle

lettere, ma anche la capacità di manipolare le strutture fonologiche trattenendole in

memoria il tempo necessario per trovare i segni corrispondenti e mantenendone

inalterata la sequenza. Anche questa competenza, come quella fonografica, si

acquista gradualmente (Stella e Pippo, 1987).

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Capitolo II

I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

2.1 Introduzione

La dislessia, la disortografia, la discalculia sono deficit dello sviluppo che determinano

una difficoltà nell’acquisizione della abilità scolastiche (lettura, scrittura e calcolo),

abilità molto importanti nei primi anni di scolarizzazione e che costituiscono il nucleo

principale dell’istruzione.

Solitamente questi disturbi si manifestano in individui che hanno avuto un ritardo

nell’acquisizione del linguaggio verbale, ma possono comunque verificarsi anche in

soggetti che non hanno manifestato alcun genere di problema fino al momento

dell’ingresso a scuola (Vicari S. e Caselli M.C., 2002).

I disturbi di lettura e di scrittura, presenti sempre in numero maggiore nei soggetti

frequentanti la scuola dell’obbligo, consistono nella difficoltà ad automatizzare alcuni

processi di decodificazione del linguaggio scritto in quello verbale, per quanto riguarda

la lettura; mentre per la scrittura è indispensabile la capacità di automatizzare le regole

di trasformazione del linguaggio verbale in quello scritto.

Per definire queste difficoltà si usano i termini dislessia per la lettura, e disgrafia o

disortografia per quanto riguarda la scrittura, con particolare attenzione a non riferirsi

alla difficoltà di calligrafia (Cornoldi,1991).

Importante sottolineare due aspetti: per prima cosa, i bambini con disturbi di

apprendimento sono intelligenti, e presentano un quoziente intellettivo nella norma, per

secondo, determinati deficit non si possono considerare conseguenza di problemi

comportamentali, e spesso causano ansia, scarsa autostima e stati depressivi.

2.2 I criteri diagnostici

Il manuale diagnostico DSM-IV (1999) comprende nella sezione dei Disturbi

dell’Apprendimento, il Disturbo della Lettura, il Disturbo del Calcolo, il Disturbo

dell’Espressione Scritta e il Disturbo dell’Apprendimento Non Altrimenti Specificato.

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In tale manuale i Disturbi dell’Apprendimento vengono diagnosticati ‘quando i risultati

ottenuti dal soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura,

calcolo, o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto

in base all’età, all’istruzione, e al livello di intelligenza. Per valutare i risultati ottenuti e

considerare se il divario è significativo, si utilizzano diversi metodi statistici, ma

solitamente viene definito inferiore un divario maggiore di 2 deviazioni standard tra i

risultati ed il QI. Nei casi in cui la prestazione del soggetto nel test del QI potrebbe

essere stata compromessa da un disturbo associato dell’elaborazione cognitiva, da un

disturbo mentale o da una condizione medica generale concomitante o dal retroterra

etnico o culturale del soggetto, si utilizza un divario minore tra i risultati e il QI. Nel

manuale viene specificato che i Disturbi dell’Apprendimento possono persistere

nell’età. Secondo il manuale una diagnosi di Disturbo specifico dell’Apprendimento

viene effettuato in soggetti che presentano un’intelligenza nella norma e in assenza di

deficit sensoriali.

Nel manuale DSM-IV viene specificata la necessità di differenziare i Disturbi

dell’Apprendimento da: (a) normali variazioni dei risultati scolastici e da difficoltà

scolastiche dovute a mancanza di opportunità, insegnamento scadente o fattori culturali;

(b) una compromissione visiva o uditiva che può essere la causa di un danneggiamento

alle capacità di apprendimento e dovrebbe essere studiata con test di screening

audiometrico o visivo; (c) un ritardo mentale, dove le difficoltà di apprendimento sono

proporzionate alla compromissione generale del funzionamento intellettivo.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento includono tre categorie diagnostiche: il

Disturbo della Lettura, il Disturbo del Calcolo e il Disturbo dell’Espressione Scritta.

La caratteristica diagnostica fondamentale, indicate dal manuale, per il Disturbo di

Lettura ‘è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto, cioè precisione,

velocità e comprensione della lettura misurate da test standardizzati somministrati

individualmente, si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data

l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’intelligenza, e un

istruzione adeguata all’ età’. I soggetti con tale disturbo presentano una lettura orale

caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni, mentre sia la lettura orale che

quella a mente sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione.

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13

(tratto dal manuale DSM-IV, 1999)

Il Disturbo del Calcolo viene descritto come ‘una capacità di calcolo (misurata con test

standardizzati individualmente sul calcolo o sul ragionamento matematico) che si situa

sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto,

alla valutazione psicometria dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età. Nel

Disturbo del Calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse le capacità

“linguistiche” (per esempio, comprendere o nominare i termini, le operazioni, o i

concetti matematici, e decodificare problemi scritti in simboli matematici), capacità

“percettive” (per esempio, riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici o

raggruppare oggetti in gruppi), capacità “attentive” (per esempio, copiare attentamente

numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali) e

capacità “matematiche” (per esempio,seguire sequenze di passaggi matematici, contare

oggetti, e imparare le tabelline)’.

La discalculia riguarda l’apprendimento matematico e può essere descritta come una

difficoltà nel calcolo, nella comprensione-manipolazione dei numeri, nella risoluzione

dei problemi. Un bambino con discalculia può avere difficoltà nello scrivere

correttamente i numeri, nell’eseguire semplici operazioni scritte, nel ricordare e nel

leggere numeri. L’apprendimento delle tabelline è sicuramente uno dei compiti più

inaccessibili per un bambino con tale deficit. Nelle prove di lettura di cifre, i bimbi con

discalculia riescono a leggere abbastanza bene e velocemente in avanti, ma nella lettura

indietro rallentano molto e compiono errori (Biancardi A. e Milano G.,1999).

Criteri diagnostici del Disturbo della Lettura

A. Il livello raggiunto nella lettura, come misurato da test standardizzati

somministrati individualmente sulla precisione o sulla comprensione della

lettura, è sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età

cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a

un’istruzione adeguata all’età.

B. L’anomalia descritta al punto A interferisce in modo significativo con

l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che

richiedono capacità di lettura.

C. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura vanno al di là di

quelle di solito associate con esso.

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(tratto dal manuale DSM-IV, 1999)

La caratteristica del Disturbo dell’Espressione Scritta viene indicata come una ‘capacità

di scrittura (misurata con un test standardizzato somministrato individualmente o con

una valutazione funzionale delle capacità di scrittura) che si situa sostanzialmente al di

sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione

psicometrica dell’intelligenza, e ad un’istruzione adeguata all’età.

(tratto dal manuale DSM-IV, 1999)

Criteri diagnostici del Disturbo del Calcolo

A. La capacità di calcolo, misurata con test standardizzati somministrati

individualmente, è sostanzialmente inferiore a quanto previsto in base all’età

cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a

un’istruzione adeguata all’età.

B. L’anomalia descritta al punto A interferisce in modo significativo con

l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che

richiedono capacità di calcolo.

C. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di calcolo

vanno al di là di quelle di solito associate con esso.

Criteri diagnostici dell’Espressione Scritta

A. Le capacità di scrittura, misurate con test standardizzati somministrati

individualmente (o con valutazione funzionale delle capacità di scrittura)

sono sostanzialmente inferiori rispetto a quanto previsto in base all’età

cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza, e

all’istruzione adeguata all’età.

B. L’anomalia descritta al punto A interferisce notevolmente con

l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che

richiedono la composizione di testi scritti (per es., scrivere frasi

grammaticalmente corrette e paragrafi organizzati).

C. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di scrittura

vanno al di là di quelle di solito associate con esso.in odo significativo con

l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che

richiedono capacità di lettura.

Page 15: disturbi età scolare

15

2.3 Dislessia

La dislessia è una difficoltà nel processo di lettura dovuta ad alterazioni

neuropsicologiche congenite o acquisite presenti in soggetti che non hanno altri deficit

intellettivi, sensoriali, psico-sociali o culturali.

Alcuni bambini affetti da dislessia hanno difficoltà nelle capacità fonetiche, cioè non

riescono ad associare ai simboli grafici i suoni che essi rappresentano. Tuttavia, essi

riescono a comprendere altri segnali o simboli di comunicazione, come per esempio i

segnali stradali o parole che hanno un aspetto particolare.

Alcuni bambini dislessici tendono a leggere le parole da destra verso sinistra, a

confondere parole come osso e asso e mostrano una particolare difficoltà ad identificare

lettere nelle quali è importante l’orientamento (per esempio, ‘p’ e ‘q’). I pazienti

commettono questi tipi di errori sia nella lettura che nella scrittura (Kandel el al, 1988).

Nella Tabella 1 sono elencati alcuni esempi di errori lettura.

Lo studio sui bambini con dislessia evolutiva ha sottolineato come questo deficit abbia

una certa familiarità: bambini dislessici hanno almeno un genitore che in passato ha

presentato gli stessi problemi.

Le ipotesi sulle basi biologiche della dislessia sono molteplici: molti ritengono che essa

sia un deficit di natura ereditaria (nonostante non sia ancora comprensibile il

meccanismo di trasmissione), altri ritengono tale disturbo una conseguenza di un deficit

percettivo visivo, altri parlano di mascheramento percettivo, e altri imputano il disturbo

ad un qualche disfunzionamento parieto-occipitale o temporale posteriore. Tutte queste

diverse teorie sulla dislessia non hanno però avuto definitiva conferma, per questo

rimane ancora aperto il quesito.

Secondo Stella (2004), l’avvento delle tecniche di neuroimagine dinamiche (PET e della

risonanza magnetica funzionale) hanno permesso di evidenziare le variazioni di

attivazione delle aree cerebrali durante l’esecuzione di determinati compiti, sia in

soggetti normali sia in pazienti affetti da dislessia. Tali studi hanno mostrato che i

pazienti non presentavano lesioni, ma ‘peculiarità’ nello sviluppo del cervello. Le cause

di tale differente architettura neuronale sono prevalentemente di natura eredo-familiare.

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16

Tabella 1. Errori di lettura di un bimbo dislessico di quarta elementare

(Biancardi A. e Milano G.,1999)

Pando Prondo

Gnoba Groda

Gnaro Groro

Docaro Docoto

Reduve Raduve

Canimedo Contimendo

Tambilina Sambiliana

Chirurgo Crisurlo

Piume Piane

Ostacolo Orstacollo

Cassetto Casetto

Pensiero Prensione

Segno Sogno

Simbolo Sindolo

2.4 Disgrafia e Disortografia

La disgrafia è una disturbo legato al linguaggio scritto e coinvolge le capacità esecutive

della scrittura. Molto spesso questo deficit e associato alla dislessia. Un bimbo affetto

da tale disturbo ha una scrittura incerta, con forma e dimensioni inadeguate e scostanti.

La diagnosi di disgrafia viene effettuata utilizzando determinati protocolli di

osservazione che si basano su specifici parametri, come ad esempio la velocità di

scrittura, la tendenza alla macro o micrografia e la direzionalità della scrittura

(Biancardi A. e Milano G.,1999).

La disortografia riguarda il contenuto del testo scritto e non la forma. Tale disturbo può

essere diagnosticato quando il numero di errori ortografici compiuti è significativamente

superiore alla media standardizzata. Le cause di tali errori possono essere molteplici,

poiché nella scrittura sono coinvolte molte operazione attentive, mestiche e linguistiche.

Page 17: disturbi età scolare

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Una classificazione utilizzata frequentemente per classificare gli errori, suddivide questi

in fonologici e non fonologici. I primi sono una errata identificazione di suoni

all’interno della parola (pezzo pesso), mentre i secondi sono una inesatta

rappresentazione ortografica della parola. Esistono inoltre gli errori semantico-lessicali,

che indicano una non conoscenza del significato della parola all’interno della frase

(l’ente lente) (Biancardi A. e Milano G.,1999).

Queste carenze nella capacità di espressione scritta, nell’ortografia e sul piano motorio

possono essere dovute a differenti disfunzioni di aree corticali specifiche (Cornoldi C,

1991).

Page 18: disturbi età scolare

18

PARTE SECONDA. LA RICERCA

Capitolo III

PROCEDURA

3.1 Introduzione

Come dimostrato in alcuni studi (Stella, 2001) negli ultimi anni si è verificato un

discreto aumento dei bambini che presentano difficoltà nei processi di apprendimento

scolastico.

Una diagnosi precoce di tali deficit può sicuramente aiutare la scuola e gli insegnanti ad

adottare metodi di insegnamento adeguato e può rendere più comprensibili ai genitore le

difficoltà del figlio.

Lo screening è una metodologia di rilevazione che consente di individuare difficoltà

specifiche, permettendo di predire eventuali disturbi, sulla base dei risultati del test che

possono indicare situazioni di rischio. Sulla base di ciò è possibile realizzare uno studio

già indirizzato. I test di screening devono essere veloci e semplici da somministrare, per

una facile impiegabilità e replicabilità negli anni.

Secondo il modello di Uta Frith, visto in precedenza, in prima elementare i bambini

entrano nella fase alfabetica, dove apprendono la corrispondenza suono-segno,

riuscendo così a leggere e scrivere in modo più veloce. Diagnosticare un eventuale

deficit nelle capacità di analisi fonologica permetterebbe di predire eventuali disturbi di

lettura e scrittura.

3.2 Obiettivi

L’obiettivo principale di questa ricerca è l’individuazione in prima elementare dei

bambini a rischio rispetto all’apprendimento della lettura e della scrittura e la

valutazione di quale processo cognitivo sembra essere principalmente collegato a tali

difficoltà.

Page 19: disturbi età scolare

19

3.3 Metodo

La ricerca si è articolata in due fasi. In un primo momento, con l’inserimento in prima

elementare, sono stati valutati i prerequisiti dei processi di apprendimento di lettura e

scrittura. Con il passaggio alla seconda elementare si è provveduto alla misurazione del

livello di maturazione delle abilità di lettura e scrittura mediante test standardizzati.

3.4 Campione

La ricerca è stata svolta su un campione di 124 soggetti (63 maschi e 61 femmine), con

un età compresa tra i 71 e 84 mesi, frequentanti 7 classi della prima elementare di

Rovereto.

ETÁ

Media 77.4

Deviazione Standard 3.3

Val.Minimo 71

Val.Massimo 84

Tabella 2. Analisi dell’età del campioneGrafico 1. Distribuzione variabile ‘sesso’

60

61

62

63

64

65

MASCHI FEMMINE

Page 20: disturbi età scolare

20

Capitolo IV

STRUMENTI

4.1 Introduzione

In prima elementare sono stati somministrati i test che valutano i prerequisiti

indispensabili per i processi di apprendimento della lettura e della scrittura (tabella 2),

mentre in seconda elementare quelli che indagano il livello di maturazione delle abilità

della lettura e della scrittura (tabella 3).

Di seguito descriveremo i vari strumenti utilizzati nel corso della nostra ricerca.

Tabella 2. Test somministrati in prima elementare

Area Strumento

Intelligenza Matrici Progressive di Raven, forma colorata (Raven,1984)

Attenzione Subtest Sky Search del Test of Everyday Attention for

Children ( Anderson et al., 1999)

Percezione -Il Visual-motor Integration Test (VMI, Beery et al.,

1997) -prova di Riconoscimento Lettere tratta dalla PRCR-2

(Cornoldi,1985)

Abilità

metafonologiche

Prove di fusione fonetica, segmentazione fonetica e memoria fonologica tratte dalla batteria

PRCR-2 (Cornoldi et.al.,1985).

Integrazione

Visuo-motoria Bender Visuo Motor Gestalt Test

Page 21: disturbi età scolare

21

Tabella 3. Test somministrati in seconda elementare

Lettura

- prova MT di comprensione del brano;

- prova MT di rapidità e accuratezza;

- lettura parole, (lista 4) Batteria per la Valutazione

della Dislessia e Disortografia in Età Evolutiva

Scrittura Dettato di parole, (lista 5) Batteria per la Valutazione

della Dislessia e Disortografia in Età Evolutiva

4.2 Le matrici Progressive di Raven

Le matrici progressive di Raven (Raven 1938) sono un test per la misurazione delle

abilità mentali non legate alle capacità verbali. Tale test è stato elaborato per poter

essere somministrato: (a) a persone di qualsiasi età, indipendentemente dal livello

culturale; (b) a persone con gravi deficit cognitivi (ritardo mentale e demenze); (c) a

persone che presentano deficit di comprensione e produzione verbale (sordi, afasici,

stranieri,…).

In base all’età ed alle capacità cognitive del soggetto, si può scegliere tra 3 versioni

delle CPM:

1. Matrici Progressive Forma Colorata (bambini dai 3 ½ anni agli 11 anni);

2. Matrici Progressive Standard (adolescenti ed adulti)

3. Matrici Progressive avanzate

Le Matrici Progressive nella forma colorata (CPM) sono state utilizzate nella nostra

ricerca. Tali matrici indicano con precisione se un soggetto possiede o meno le capacità

di fare dei confronti e di ragionare per analogia, e permettono di stimare l’attitudine

attuale del soggetto al ragionamento astratto e le possibilità di sviluppo.

Tale test è suddiviso in tre serie, ognuna di 12 item (serie A, Ab, B) Per ogni item il

somministratore segna sul foglio di notazione la risposta del bambino.

Il compito consiste nello scegliere tra sei disegni quello che conclude o completa

logicamente il modello presentato (figura 3).

Al bambino viene presentato il primo problema e gli si dice “Guarda bene qui (mostra

la figura in alto), c’è un disegno a cui manca una parte. Ciascuno di questi pezzi (si

Page 22: disturbi età scolare

22

mostrano indicandoli) ha la forma esatta per riempire questo spazio vuoto, ma non tutti

completano il disegno, soltanto uno tra essi ha il disegno che serve. Uno solo di questi

pezzi va bene. Mostrami il pezzo che è esatto” (Raven, 1884).

Le figure modello comprendono dei motivi grafici che si modificano da destra verso

sinistra secondo una certa logica, e dall’alto verso il basso secondo un’altra; il soggetto

deve comprendere queste logiche e farsi guidare da esse per giungere alla conclusione

scegliendo l’alternativa corretta. Si tratta di “un test delle capacità della persona, al

momento della prova, di comprendere figure prive di significato presentate alla sua

osservazione, vedere le relazioni tra di esse, concettualizzare la natura della figura

completando ogni sistema di relazioni presentate, così facendo, elaborare un metodo

sistematico di ragionamento” (Raven 1977).

Al termine della prova si calcola il numero di risposte corrette e si cerca nell’apposita

tabella di conversione il percentile corrispondente (da inferiore al 5° percentile a

superiore al 95° percentile).

Si può effettuare anche un’analisi qualitativa delle prove, valutando le singole risposte e

gli errori che sono stati commessi per individuare in quale area il soggetto presenta

maggiori difficoltà (percezione, capacità di integrazione della parti con il tutto,

ragionamento concreto di tipo visuo-spaziale, ragionamento astratto visuo-spaziale).

Fig.3 Matrici Progressive di Raven (esempio)

Page 23: disturbi età scolare

23

4.3 Test of Everyday Attention for Children ( T.E.A.Ch)

Il T.E.A.Ch. è un test standardizzato che permette di indagare le capacità attentive dei

bambini tra i 6 e i 16 anni. Questo test, composto da 9 subtest, esamina i diversi tipi di

attenzione: l’azione selettiva, l’attenzione sostenuta e la capacità di spostamento

dell’attenzione (switch attention).

I 9 subtest possono anche essere denominati “giochi-test” poiché durante l’esecuzione

dei vari compiti ai soggetti viene di svolgere dei giochi che richiedono diverse risposte

attentive ma minimizzano il bisogno di altre funzioni cognitive come la memoria o il

linguaggio

I subtest che compongono il T.E.A-Ch sono:

1) Sky Search: attenzione selettiva. Questo è un test a tempo in cui i bambini devono

trovare il maggior numero di astronavi target su un foglio dove sono presenti molte navi

distrattori.

2) Score!: attenzione sostenuta. I bambino devono tenere il conto dei suoni

“punteggio” che sentono da una cassetta.

3) Creature Counting: “switching attention”. I bambini hanno il compito di contare

degli alieni nei loro nascondigli. Nel momento in cui si presentano delle frecce al

bambino è chiesto di cambiare il senso in cui sta contando (da crescente in decrescente

eviceversa).

4) Sky Search DT: attenzione divisa. In questo sub-test il compito che i bambini

devono eseguire è cercare le astronavi mentre mantengono il conteggio dei suoni.

5) Map Mission: attenzione selettiva. Il compito dei bambini consiste nello cercare il

maggior numero di simboli target possibili in un minuto.

6) Score TD: attenzione sostenuta. I bambini mentre effettuano il compito di conteggio

dei suoni devono ascoltare il nome di un animale che viene pronunciato durante un

notiziario. Poiché capire il senso del discorso è relativamente semplice, ai bambini è

richiesto di dedicare maggiormente la loro attenzione al conteggio dei suoni.

7) Wolk, Don’t wolk: attenzione sostenuta. Usando una penna ai bambini è richiesto di

fare un passo lungo un percorso di carta dopo ogni tono che sentono da una cassetta.

Senza alcun avviso, un tono finisce in modo differente dagli altri e ciò significa che non

devono effettuare il passo successivo.

8) Opposite Worlds: “switching attention”. Nella parte del test denominata “stesso

mondo” i bambini camminano lungo un sentiero nominando i numeri 1 e 2 che sono

Page 24: disturbi età scolare

24

disseminati per tutto il percorso. Nel “mondo opposto” il compito è lo stesso ad

eccezione che questa volta devono dire 1 quando vedono 2 e dire 2 quando vedono 1.

9) Code Trasmission: attenzione sostenuta. I bambini devono prestare attenzione

durante l’ascolto di una serie di numeri che vengono pronunciati –“la trasmissione del

codice”- cercando di captare i due numeri 5 all’interno della serie. Il codice è composto

da 40 elementi.

Nella nostra ricerca abbiamo somministrato solo il subtest denominato Sky Search, un

compito di ricerca visiva in cui è chiesto di selezionare un’informazione e di inibire la

risposta per informazioni non pertinenti.

In questo test gli stimoli presentati ai soggetti sono delle coppie di navicelle spaziali che

possono essere formare da due navicelle uguali (target) o da due navicelle diverse

(distrattori).

Questo subtest è diviso in tre parti:

- la prima prova “Sky Search – subtest 1” che svolge principalmente la funzione di far

comprendere al bambino la consegna e di farlo familiarizzare col compito. Viene

presentato al soggetto un foglio A4 dove sono presenti 8 stimoli target circondati da 22

distrattori. Al soggetto viene detto: “Guarda bene questo foglio, vedi è un cielo pieno di

coppie di navicelle spaziali. Alcune di queste coppie sono formate da due navicelle

uguali (si indica una coppia di stimoli target) e altre sono composte da coppie di

navicelle diverse (si indica una coppia di stimoli distrattori). Il tuo compito è quello di

trovare e cerchiare tutte le coppie di navicelle uguali nel minor tempo possibile, ma fai

attenzione a non dimenticarne nessuna.”

- la seconda parte chiamata Sky Search è composto da un foglio A3 sul quale sono

presenti 20 stimoli target circondati da 128 stimoli distrattori, La consegna data al

soggetto è la stessa della prima prova.

- la terza parte denominata Motor Control invece è composta da un foglio A3 dove

sono presenti solo i 20 stimoli target dello Sky Search senza distrattori e in questo caso

al bambino viene detto: “Guarda bene questo foglio, vedi che non ci sono più tutte le

coppie di navicelle ma solo quelle formate dalle navicelle uguali. Cerca di essere il più

veloce possibile a cerchiare tutte le coppie”.

Le variabili che vengono considerate nell’esecuzione di questo compito sono: il tempo

di esecuzione misurato in secondi e il numero di target corretti trovati.

Page 25: disturbi età scolare

25

La prestazione del soggetto viene valutata utilizzando la tabella con i dati normativi

appropriata per età e sesso del bambino. Una volta calcolato il numero di risposte

corrette si calcola il percentile e i punteggi equivalenti corrispondenti. Un altro

parametro calcolato è il tempo impiegato nella rilevazione di un singolo stimolo (Time

per Target, TT) che si ottiene con una semplice operazione matematica, dividendo il

tempo che il bambino ha impiegato per effettuare l’intero compito per il numero di

target corretti rilevati. Il punteggio ottenuto viene successivamente trasformato in

punteggio equivalente e nel percentile corrispondente.

Per avere una misura relativa alla reale capacità attentiva non viziata da una possibile

lentezza del movimento motorio dello cerchiare le navicelle si utilizza un altro indice

definito Sky Search Attentional Score (SASS).

Il SASS è il risultato di una semplice sottrazione tra il tempo impiegato per rilevare ogni

singolo target nello Sky Search (TT Sky Search) e il tempo impiegato per rilevare ogni

singolo target nel Motor Control (TT Motor Control) (Tabella 3). Il valore che si ottiene

viene successivamente trasformato in punteggio equivalente e nel percentile

corrispondente. Questi valori ci offrono un’indicazione sulla reale capacità attentiva del

soggetto.

Tabella 3. Esempio del calcolo del SASS

Sky Search

Tempo utilizzato (secondi) 86 (A)

Numero di target corretti trovati 17 (B)

Time per target = A/B 5,06 (C)

Sky Search (Motor Control)

Tempo utilizzato (secondi) 29 (D)

Numero di target corretti trovati 20 (E)

Motor control Time per target = D/E 1,45 (F)

Sky Search Attentional Score = C-F 3,61

(tratto dal Manuale “Test of Everyday Attentional for Children”)

Page 26: disturbi età scolare

26

4.4 Prove di prerequisito per la diagnosi delle difficoltà di apprendimento di

lettura e scrittura (PRCR-2)

Le prove di prerequisito per la diagnosi delle difficoltà di lettura e scrittura (PRCR-2)

costituiscono una versione aggiornata e standardizzata delle prove PRCR ideate da

Cornoldi, Miato, Molin e Poli (1985).

Le prove sono state ideate per poter esaminare tutti i bambini della scuola materna e

dei primi due anni della scuola elementare e per poter diagnosticare i bambini con

difficoltà di apprendimento fino alla quinta elementare.

Le prove possono essere somministrate anche dall’insegnante, privo di particolare

competenza.

Le prove vengono raggruppate in sei aree in base alle capacità che vanno ad

esaminare:

- area A: che comprende compiti di riconoscimento lettere e prove dei semicerchi per

la valutazione dell’analisi visiva;

- area B: dove sono presenti compiti di denominazione di oggetti, di ricerca di due

lettere o di sequenze di lettere per l’analisi del lavoro seriale da sinistra a destra;

- area C: costituita da compiti di ripetizione di parole senza senso e di analisi e

segmentazione fonetica per valutare la capacità di discriminazione uditiva e ritmo;

- area D: utilizzata per l’analisi della memoria uditiva sequenziale e la fusione

uditiva, ed è composta da compiti di fusione di sillabe e fonemi;

- area E: che comprende compiti di ricerca di lettera scritta in modi diversi e la lettura

di non parole per analizzare l’integrazione visivo-uditiva;

- area F: che per valutare la globalità visiva è costituita da compiti di lettura di parole

e ricerca di parola.

Nel nostro studio abbiamo utilizzato il compito di “ripetizione di parole senza senso”,

“analisi e segmentazione fonetica”, “fusione di sillabe” e “ricerca di parole”.

Il primo test richiede la capacità di discriminazione fonetica e la memoria immediata

di fonemi e parole prive di senso. Tale abilità è collegata al successo

nell’apprendimento dell’uso del linguaggio orale, della lettura e della scrittura. In

questa prova, il soggetto deve ripetere, una alla volta, parole senza senso, presentategli

prima dallo sperimentatore. Queste parole-item hanno un’alta probabilità di

assomigliare a parole frequenti nella lingua italiana.

Page 27: disturbi età scolare

27

La prova di “analisi e segmentazione fonologica”, anch’essa compresa nell’area C

(discriminazione uditiva e ritmo) si suddivide in tre fasi:

- 1° fase di identificazione dell’ultimo fonema della parola. Lo sperimentatore chiede

al bambino di ripetere l’ultimo fonema della parola che gli viene presentata. (esempio:

“NIDO” “O”)

- 2° fase di identificazione del primo fonema della parola. Al bambino viene chiesto

di pronunciare il primo fonema della parola presentata dallo sperimentatore. (esempio:

“TORTA” “T”)

- 3° fase di segmentazione fonetica. Al bambino viene presentata la parola in modo

chiaro, senza pause fra i fonemi, mentre lui dovrà segmentarla. (esempio: “NAVE”

“N…A…V…E”).

Il test “fusione di sillabe” analizza la capacità del soggetto di percepire dei suoni,

mantenerli in memoria e fonderli, ovvero indaga il controllo del soggetto sulle

informazioni conservate nella memoria sensoriale e nella memoria a breve termine.

La prova “ricerca di parole” indaga la capacità del bambino di individuare una parola

scritta in stampatello maiuscolo fra altre parole. La variabile critica è il tempo, per

questo motivo è molto importante che il soggetto sappia usare un approccio globale

alla parola.

Questo test si suddivide in 4 prove ( più 2 facoltative):

1° subtest utilizza come target una parola inconfondibile per caratteristiche percettive e

semantiche (esempio: “elefante”); 2° subtest propone la ricerca di una parola la cui

scrittura a stampatello minuscolo è meno differenziata (“cane”); 3° subtest richede di

cercare la parola “cane” tra altre parole simili per scrittura (e per relazione semantica);

nel 4°subtest la distinzione semantica è diminuita ulteriormente dalla presenza di

parole composte dalle stesse lettere di “cane”.

Per ogni fase del test si mostra al bambino la parola che deve cercare e dove la deve

cercare, dicendogli: “Bene, adesso, procedendo più rapidamente che puoi, cercami

questa parola e quando la trovi facci una croce sopra”. Vengono contati gli errori, le

omissioni ed il tempo impiegato per la ricerca in ogni prova.

Le fasi facoltative presentano la parola “elefante” una in un contesto linguistico

sensato, l’altra in uno privo di senso.

Page 28: disturbi età scolare

28

4.5 Visual-motor Integration Test (non motor) (VMI)

Il visual-motor integration test (VMI) di K.E. Beery e N.A. Buktenica si fonda sulla

teoria che lo sviluppo dell’intelligenza e dell’apprendimento abbia una base

sensomotoria: i più alti livelli di pensiero e di comportamento avrebbero richiesto,

secondo questi autori, l’integrazione tra gli input sensoriali e le azioni motorie. Il test è

stato creato per la valutazione del modo in cui gli individui integrano le loro capacità

visive e motorie. Le prestazioni di un bambino, ad esempio, potrebbero essere scarse

perché, pur avendo adeguate abilità di percezione visiva e coordinazione motoria,

potrebbe non ancora aver imparato a coordinare e integrare i due aspetti. Oppure può

essere che le abilità visive e motorie siano deficitarie. Il test permette, attraverso

indagini preventive, l’identificazione dei soggetti che possono aver bisogno di

assistenza particolare e la prevenzione di difficoltà future tramite interventi didattico-

pedagogici o medici. In alcuni casi i risultati di questo test aiutano ad identificare il

bisogno di servizi di vario tipo per soggetti che sembrano a rischio.

Il VMI costituisce una valida batteria di test visuomotori finalizzata all’indagine per

soggetti dalla scuola materna fino all’età adulta.

In questo test sono previste tre sezioni: una che esplora la capacità Visuo-motoria, una

indica la capacità di Coordinazione Motoria e quella da noi utilizzata che valuta le

capacità di Percezione Visiva.

Il VMI nella sezione Visuo-motoria è in test “carta e matita” in cui si richiede al

soggetto di copiare una sequenza evolutiva di forme geometriche per un totale di 27

item.

Nella parte della Coordinazione Motoria il compito che deve essere svolto consiste nel

tracciare le forme stimolo, sono le stesse figure geometriche della sezione visuo-

motoria, con una matita senza uscire dai margini di uno spazio stampato.

Come detto in precedenza, la parte che è stata utilizzata nella ricerca è quella della

Percezione Visiva, ritenendo il Bender Visuo Motor Gestalt Test più adatto per

valutare le abilità visuomotorie.

Nell’area della Percezione Visiva hai soggetti vengono presentate 27 figure

geometriche modello e il soggetto deve scegliere, una per volta, la figura uguale a

quella modello tra alte che differiscono per qualche aspetto. Infatti al soggetto vengono

presentati dei fogli con la batteria di figure modello poste singolarmente in un

Page 29: disturbi età scolare

29

quadrato, e sotto ad ognuna ci sono le figure tra cui scegliere e gli viene detto:

“Guarda bene la figura posta nel quadrato (si indica la figura modello), il tuo compito

è quello di individuare e segnare con una croce la figura uguale a quella nel quadrato

tra le varie figure poste sotto alla figura modello ( si indicano le figure di scelta). La

difficoltà in questa sezione è rappresentata sia dall’aumento della complessità delle

figure modello che dall’aumento del numero delle figure tra cui il soggetto deve

scegliere e inoltre vi è un aumento della somiglianza tra le figure di scelta e tra queste

con la figura modello. La variabile che viene misurata è il numero di riposte corrette

intese come il numero corretto di scelte che il soggetto compie. Conoscendo l’età del

soggetto, attraverso delle tabelle normative, è possibile trasformare questo valore

ottenuto in un valore che è indice del quoziente percettivo del soggetto, ossia della sua

capacità percettiva.

4.6 Bender Visuo Motor Gestalt Test

Il Bender Test è composto da nove disegni geometrici (Fig.4), molto semplici, che il

soggetto deve riprodurre. Alcuni di questi disegni sono stati tratti dalle figure che

Wertheimer (1923) utilizzò per individuare i criteri che regolano la percezione visiva

delle forme secondo la teoria della gestalt. Le figura A, 1, 2 e 3, si basano sul principio

della vicinanza delle parti; le figure 4, 5 su principio di continuità delle organizzazioni

geometriche; la figura 6 sul principio della figura precedente; la figura 7 si riferisce al

principio della buona forma, mentre la figura 8 riguarda quello di continuità della forma

geometrica.

Dopo la monografia della Bender, sono stati elaborati molte interpretazioni cliniche ed

intuitive dei test e vari sistemi di punteggio obiettivi. Nel nostro studio ci siamo riferiti

allo studio della Koppitz del 1963. Questa autrice propone un nuovo metodo di

attribuzione del punteggio per bambini dai 5 agli 11 anni che dovrebbe distinguere,

all’interno della produzione, ciò che può essere attribuito allo sviluppo della funzione

della gestalt percettivo-motoria e o all’influenza di problemi emotivi. La Koppitz

propone due scale : il Developmente Bender Scoring System (DBSS), per lo studio dello

sviluppo e della maturazione della gestalt visuomotoria ed il Punteggio di Indicatori

Emotivi (IE) per individuare caratteristiche personali e problemi emozionali.

Page 30: disturbi età scolare

30

Fig.4 Figure stimolo del Bender Test

4.7 Prove MT .

Questa batteria di prove per una valutazione approfondita della lettura si articola in 12

fasce (intermedia e finale per la 1a elementare; d’ingresso, intermedia e finale per 2a e

3a; d’ingresso e finale per 4a e 5a) e 2 prove specifiche (comprensione e correttezza-

rapidità), per un totale di 29 prove, alle quali si aggiunge, dalla 2a alla 5a elementare,

una coppia (8 prove) di brani di comprensione con maggiore capacità discriminativa dei

punteggi per i livelli di abilità medio-alti.

Prova di comprensione nella lettura: Al soggetto viene presentato un brano da leggere

con, di seguito, delle domande a risposta multipla alle quali dovrà rispondere. I bambini

possono rileggere il testo tutte le volte che vogliono, poiché ciò permette di minimizzare

il peso della memoria e di valutare anche le capacità di ‘navigazione del testo’. Non

esiste limite prefissato di tempo, ma la prova verrà ritirata quando circa il 9/10 della

classe hanno terminato di rispondere alle domande. La valutazione avviene assegnando

un punto per ogni risposta esatta.

Prova individuale di correttezza e rapidità nella lettura: La prova di lettura ad alta voce

permette di riconoscere il livello di automatismo di lettura. Cattivi valori di correttezza e

Page 31: disturbi età scolare

31

rapidità sono indici di un cattivo apprendimento della lettura e della carenza dei

complessi meccanismi sottostanti. Anche per le prove di correttezza e rapidità sono stati

scelti dei brani veri e propri, in modo da poter verificare, in maniera globale e completa,

i processi implicati nella lettura di materiale significativo. In queste prove si valutano

gli errori, per capire quale sia il più frequente e per poter intervenire in modo mirato, e il

tempo che il bambino impiega a leggere tutto il brano. La prova può venir sospesa se

dopo quattro minuti il bambino non ha concluso la lettura del brano. Per la valutazione

della rapidità, basta dividere il numero complessivo di secondi per il numero di sillabe

di cui è composto il brano. L’indice della correttezza, invece, è l’unico che si espone

alla soggettività del valutatore, poiché persone diverse adottano criteri più o meno

severi che rendono meno accurato il punteggio assegnato (Cornoldi C. e Colpo G.).

4.8 Batteria per la Valutazione della Dislessia e Disortografia in Età Evolutiva

La batteria di G. Sartori, R. Job, P.E. Tressoldi (1995) permette contemporaneamente la

valutazione della lettura e della scrittura. Per queste abilità, ci si riferisce solo agli

aspetti di decodifica e non a quelli relativi alla comprensione e produzione del testo.

Permette di analizzare le fasi principali dei processi di lettura e scrittura, cioè di stabilire

non solo se la prestazione sia o meno nella norma, ma anche di verificare qual è lo stato

di sviluppo delle diverse fasi, dalle più elementari alle più evolute. Non dà, invece,

risposte sulle cause del mancato sviluppo di queste capacità cognitive.

La batteria è composta di 12 prove, di cui: 9 per l'analisi del processo di lettura e 3 per

l'analisi del processo di scrittura. Inoltre è incluso uno spazio per confrontare i risultati

della prova MT, che permette un confronto diretto con la lettura di brano.

Le prove 1 e 2 servono per valutare la conversione grafema-fonema; la 1-b per

verificare l' efficienza dell' utilizzo di informazioni verbali; la 3 per valutare il lessico

posseduto; la 4 per il processo di lettura senza contesto semantico; la 5 per valutare l'

efficienza del modo di lettura indiretto; la 6 per la lettura di parole accentate

irregolarmente; la 7, la 8, la 9 servono a valutare lo sviluppo del modo diretto di lettura.

Per la valutazione delle prove dalla 1 alla 6 si osservano sia tempi di lettura, sia numero

di errori; per le altre, solo il numero di errori.

Page 32: disturbi età scolare

32

Capitolo V

ANALISI DEI DATI

5.1 Introduzione

Come detto in precedenza, scopo del presente lavoro è identificare i bambini a rischio

negli apprendimenti della lettura e scrittura in prima elementare seguendone il loro

sviluppo con l’inserimento nella seconda classe.

Al fine di valutare i bambini che non hanno ancora raggiunto un livello di abilità

adeguato in relazione ai prerequisiti di lettura e scrittura rispetto all’età cronologica,

come previsto dai manuali, abbiamo considerato come bambini a rischio quelli i cui

punteggi si collocano al di sotto della seconda deviazione standard o al di sotto del

venticinquesimo percentile.

Prima di procedere all’identificazione dei bambini a rischio di apprendimento della

lettura saranno presentati i dati descrittivi rilevati su tutto il campione in tutte le aree

indagate. A tal fine la variabile considerata è l’accuratezza della prestazione espressa

dal numero di risposte corrette fornite ad ogni prova e i rispettivi percentili o deviazioni

standard.

Per una maggiore chiarezza espositiva presenteremo in maniera separata i dati rilevati

durante la somministrazione in prima elementare (analisi dei prerequisiti) e i dati rilevati

durante la somministrazione in seconda elementare (abilità di lettura e scrittura).

5.2 Analisi dei prerequisiti.

Nella tabella 4 riportiamo le analisi descrittive relative ai punteggi grezzi rilevati nelle

singole prove.

Page 33: disturbi età scolare

33

Tabella 4. Punteggi grezzi delle singole prove

CPM

R

aven

TE

AC

h T

av. 1

TE

AC

h T

av. 2

TE

AC

h T

av. 3

VM

I

Ric

onos

ci-

Men

to

Let

tere

Mem

oria

fo

nolo

gica

Segm

en-

tazi

one

Fusi

one

Ben

der

Media 20.27 7.38 16.34 19.74 18,54 10.25 38.25 40.82 18.54 6.67

Dev.St. 4.71 1.31 4.28 1.67 3,22 1.84 5.86 17.03 4.56 3.07

Punteggi grezzi

05

1015202530354045

CPM

TEACh-tav

1

TEACh-tav

2

TEACh-tav

3VMI

Ricono

s.Lett

.

M.Fonolo

g.

Segmen

taz.

Fusion

e

Bende

r

MediaDev.St.

Per confrontare tra loro le prestazioni rilevate in ogni prova sono state calcolate le

frequenze percentuali i cui dati descrittivi sono riportati nella tabella 5.

Tabella 5. Frequenze percentuali delle singole prove

CPM

R

aven

TE

AC

h T

av. 1

TE

AC

h T

av. 2

TE

AC

h T

av. 3

VM

I

Ric

onos

ci-

Men

to

Let

tere

Mem

oria

fo

nolo

gica

Segm

en-

tazi

one

Fusi

one

Ben

der

Media 58.67 92.21 83.06 97.55 19.11 84.85 91.23 75.31 95.84

Dev.st. 12.10 18.78 20.99 13.15 2.78 13.64 7.08 27.79 15.37

Page 34: disturbi età scolare

34

Frequenze percentuali

020406080

100120

CPM

TEACh-1

TEACh-2

TEACh-3 VMI

Ricono

scim

ento

Memori

a Fon

olog.

Segmen

tazion

e

Fusion

e

mediadev.st

Come si può notare dal grafico, la prova che in media ha avuto punteggio più alto

coinvolge l’area della ricerca attentiva, ovvero il TEACh–tav.3, seguita dalla prova di

fusione e dal test TEACh-tav1. Risultati più bassi si sono verificati per la prova di

percezione visiva, VMI.

Nella tabella 6 sono presentate le misure di tendenza centrale relative ai punteggi

percentili ottenuti alle singole prove. Per le prove che misurano le abilità attentive

abbiamo inserito solo i valori ottenuti alla tavola 2 del TEACh in quanto è risultata

essere la prova che discrimina meglio i diversi livelli di abilità dei soggetti.

Tabella 6. Tendenza centrale dei punteggi percentili nelle singole prove

CPM Raven VMI Riconoscimento

lettere TEAChTav.2

Memoria fonologica

Segmen-tazione Fusione

Media 75 75.58 84.95 63.86 56.02 72.23 85.61

Dev.st. 30.19 27.44 20.09 33.34 25.66 30.55 9.78

Page 35: disturbi età scolare

35

Distribuzione percentili

0102030405060708090

CPM VMI

Ricono

s.Lett

ere

TEACh-2

Memori

a fon

olog.

Segmen

tazion

e

Fusion

e

media

dev.st.

5.3 Individuazione dei Bambini a rischio.

A questo punto possiamo passare all’identificazione dei bambini a rischio. Nella tabella

7 sono presentati il numero di soggetti identificati a rischio per ogni singola prova.

Come detto in precedenza abbiamo considerato a rischio i bambini le cui prestazioni si

collocano al di sotto della seconda deviazione standard o al di sotto del venticinquesimo

percentile. I dati si riferiscono alla variabile accuratezza espressa dal numero di risposte

corrette.

Tabella 7. Soggetti a rischio per ogni prova

CPM

Raven VMI

TEACh

Tav.2

Riconoscimento

Lettere

Memoria

Fonolog.

Segmen-

tazione Fusione

Criterio

inclusione

<25°

percentile

Quoziente

< 85

<25°

percentile- 2 ds - 2 ds - 2 ds - 2 ds

N° sogg. 7 5 22 2 9 0 7

Page 36: disturbi età scolare

36

Soggetti a rischio

05

10152025

CPMVMI

TEACh-Tv.2

Ricono

s.Lett

ere

M.Fonolo

gica

Segmen

taz.

Fusion

e

Per il Raven e il TEACh-tav.2 sono stati segnalati tutti i soggetti con un punteggio

inferiore al 25° percentile; per il VMI quelli con un quoziente percettivo inferiore a 85;

mentre per i vari subtest del PRCR dedicati alle abilità metafonologiche si considerano

a rischio i bambini che hanno ottenuto un punteggio inferiore alle 2 deviazioni standard.

Come si può notare dal grafico la frequenza maggiore la ritroviamo nelle prove di

attenzione selettiva, seguito dalle prove PRCR di memoria fonologica, dalle matrici

progressive di Raven (intelligenza non verbale) e dalle prove PRCR di fusione. Il

numero minore di soggetti con difficoltà è stato rilevato nella prova PRCR di

segmentazione.

Per avere un’idea rispetto al numero dei soggetti a rischio nelle singole aree cognitive le

prove che misurano le stesse funzioni sono state raggruppate in un'unica categoria. In

particolare la categoria percezione include il numero di soggetti che presentano

difficoltà nelle prove di identificazione di figure (VMI) e lettere (PRCR-2), nelle abilità

metafonologiche sono stati inseriti i bambini con deficit nelle abilità di memoria

fonologica, segmentazione e fusione valutate dal test PRCR, mentre nella categoria

intelligenza sono stati inseriti i bambini che hanno mostrato delle difficoltà nella

risoluzione delle matrici di Raven. Per quanto riguarda la categoria attenzione saranno

riportati solo i soggetti che hanno mostrato difficoltà nella prova più complessa ossia il

Teach (tavola numero 2) rispetto sia alla variabile accuratezza (numero RC) sia il tempo

impiegato per individuare il singolo target (TT).

Nella tabella 8 sono presentati il numero di soggetti identificati a rischio rispetto alle

diverse aree cognitive.

Page 37: disturbi età scolare

37

Tabella 8. Soggetti a rischio nelle diverse aree cognitive

Intelligenza Percezione Attenzione Abilità Metafonoligiche

Compito

Form

a

Let

tere

Risp. corrette

Tempo per

target

Memoria fonologica

Segmen-tazione Fusione

N°sogg parziale 8 5 2 22 63 9 0 7

N° sogg totale 8 7 69 16

Soggetti a rischio

01020304050607080

Intelligenza Percez. Attenzione Ab.metafon.

Come si può notare dal grafico la frequenza maggiore la ritroviamo nell’area

dell’attenzione selettiva seguita dall’area metafonologica, dalla categoria intelligenza e,

per ultima, dalla categoria percezione.

Infine, per avere un’idea più precisa sul livello di difficoltà generale presentato dai

bambini abbiamo raggruppato i soggetti in due categorie “rischio” e “non rischio”.

Abbiamo considerato come soggetti a rischio quei bambini che presentavano difficoltà

in più di due aree. Come si può notare, 33 bambini sono stati classificati come soggetti a

rischio e 8 di questi hanno mostrato difficoltà in 3 o 4 aree.

Page 38: disturbi età scolare

38

Tabella 9. Soggetti a rischio e non a rischio in I°elementare

soggetti 1°elementare

0

20

40

60

80

100

s. non a rischio s. a rischio

SOGGETTI NON A

RISCHIO

SOGGETTI A RISCHIO

81 33

Page 39: disturbi età scolare

39

5.4 Risultati seconda elementare

In seconda elementare il campione della ricerca non è più di 124 bambini, ma di 114,

poiché alcuni di essi hanno cambiato istituto.

Di seguito verranno presentati i risultati ottenuti alle prove di lettura e scrittura. In

particolare, per la lettura sono stati somministrate le prove MT - comprensione del

brano, le prove MT - rapidità e accuratezza e la lista di parole n° 4 tratta dalla Batteria

per la Valutazione della Dislessia e Disortografia in Età Evolutiva (Sartori G., Job R.,

Tressoldi P.E., 1995); mentre per la scrittura è stato somministrato il test di parole (lista

n°5) tratto dalla Batteria per la Valutazione della Dislessia e Disortografia in Età

Evolutiva (Sartori G.,Job R.,Tressoldi P.E.,1995).

Nella tabella 10 sono riportati le analisi descrittive relative ai punteggi grezzi rilevati

nelle singole prove.

Tabella 10. Punteggi grezzi delle singole prove

LETTURA SCRITTURA Prove MT

Comprensione (RC)

Prove MT Accuratezza

(errori)

Lettura Parole (errori)

Dettato Parole (errori)

Media 8.36 9.94 15.99 12.68 Dev.St. 1.64 8.29 9.97 7.85

Distribuzione punteggi grezzi

02468

1012141618

MT-Com

prens

ione

MT-Acc

uratez

za

Lettu

ra Paro

le

Dettato

Paro

le

MediaDev.St.

Per quanto riguarda la prova di comprensione è stato analizzato il numero di risposte

corrette, come si può notare dal grafico in media il campione fornisce 8 risposte corrette

su 10 mostrando un livello adeguato di comprensione del testo. Per le prove di

accuratezza, lettura di parole e dettato di parole è stato valutato il numero di errori

Page 40: disturbi età scolare

40

compiuti dal bambino. Come si può notare dai dati riportati, il campione commette in

media 10 errori nelle prove di accuratezza, 16 nella lettura di parole e 13 nel dettato. Ciò

indica una maggiore difficoltà nella lettura di parole ed un livello basso dell’abilità di

scrittura di parole.

Per identificare i bambini che presentano difficoltà nella lettura e nella scrittura sono

stati individuati i soggetti che hanno ottenuto una prestazione inadeguata rispetto ai

risultati attesi per la loro età cronologica. In particolare per le prove MT si sono

considerati a rischio i bambini con un punteggio corrispondente ad un criterio uguale a

1, ovvero ‘richiesta di intervento immediato’. Per la lettura e il dettato di parole sono

stati segnalati i bambini con un punteggio che si colloca al di sotto della seconda

deviazione standard.

Nella tabella 11 vengono indicati i soggetti a rischio nelle varie aree della lettura e nella

scrittura.

Tabella 11. Soggetti a rischio

SCRITTURA LETTURA

Abilità indagata Comprensione

brano Correttezza

Brano Lettura parole

N°bambini a rischio 62 5 13 32

Difficoltà di lettura e scrittura

0

10

20

30

40

50

60

70

Dettato Comprensione Correttezza Lettura parole

Page 41: disturbi età scolare

41

Come si può notare dal grafico le difficoltà più evidenti le ritroviamo nella scrittura, più

precisamente il 54% dei soggetti valutati hanno avuto un punteggio basso nel dettato di

parole. Nelle abilità di lettura, il 28% del campione presenta difficoltà nella lettura di

parole, l’11% nell’accuratezza della lettura, mentre il 4% nella comprensione del testo.

Grafico1. Distribuzione difficoltà in 2° elementare

Difficoltà in 2°elementare

05

1015202530354045

lettura o scrittura lettura e scrittura

Complessivamente, 39 bambini, ovvero il 34% del campione, presenta difficoltà in una

delle due abilità, mentre 30 bambini (26%) hanno difficoltà sia nella lettura che nella

scrittura.

5.5 Analisi degli errori

Infine, è stata condotta un’analisi qualitativa degli errori commessi per rilevare il tipo di

difficoltà più frequente rispetto alla lettura e scrittura.

A tal fine è stata creato un sistema di codifica che divide gli errori in omissione (ad

esempio, minuto minto), inversione (ad esempio, minuto miunto), inserzione (ad

esempio minuto miniuto), e sostituzione (ad esempio minuto minuti)e altro.

Nella tabella 12 sono descritte le medie e deviazioni standard rispetto ai tipi di errore

compiuto nel compito di lettura, mentre nella tabella 13 sono riportati i dati relativi alla

prove di scrittura, entrambe ricavate dalla Batteria per la Valutazione della Dislessia e

Disortografia in Età Evolutiva (Sartori G., Job R.,Tressoldi P.E., 1995) come spiegato in

precedenza.

Page 42: disturbi età scolare

42

Tabella 12. Classificazione errori nella prova di lettura

Lettura Parole

Errore Omissione Sostituzione Inversione Inserzione Altro Media 3.46 7.55 0.56 3.06 0.96 Dev.St. 2.96 5.67 0.89 2.68 1.29

Classificazione errori

012345678

Omissione Sostituzione Inversione Inserzione Altro

MediaDev.St.

Tabella 13. Classificazione errori nella prova di scrittura

Dettato Parole

Errore Omissione Sostituzione Inversione Inserzione Altro Media 7.34 3.68 0.18 1.14 0.35 Dev.St. 4.77 3.13 0.71 1.25 1.16

Classificazione errori

012345678

Omission

e

Sostitu

zione

Invers

ione

Inserz

ione

Altro

MediaDev.St.

Page 43: disturbi età scolare

43

5.6 Evoluzione delle abilità scrittura e lettura.

Abbiamo infine focalizzato la nostra attenzione sui 33 bambini classificati a rischio in

1°elementare per indagare la loro evoluzione a distanza di un anno con l’inserimento in

seconda elementare.

Dei 33 bambini, 2 hanno ancora problemi nella lettura, 7 nella scrittura e 12 in entrambe

le abilità. (Tabella 14).

Mentre gli altri 12 bambini che originariamente presentavano difficoltà nelle prove di

prerequisito dell’apprendimento con il passaggio alla seconda elementare non sembrano

evidenziare alcuna difficoltà significativa nei processi di lettura e scrittura.

Tabella 14. Confronto 1° elementare e 2° elementare

Classe I°ELEMENTARE II°ELEMENTARE

Competenza indagata Lettura Scrittura Lettura+Scrittura

N°soggetti a rischio 33 2 7 12

Page 44: disturbi età scolare

44

Capitolo V

CONCLUSIONI

Lo scopo della nostra ricerca, come detto in precedenza, è quello di indagare bambini a rischio

nell’area dell’apprendimento della lettura e scrittura, misurando la presenza di eventuali difficoltà

nei prerequisiti valutati in prima elementare e monitorando la loro evoluzione con l’inserimento

nella seconda classe.

Focalizzando la nostra attenzione sui risultati ottenuti nella prima somministrazione sui prerequisiti

dell’apprendimento della lettura e scrittura abbiamo potuto evidenziare quale difficoltà si presenta

con maggior frequenza nel nostro campione. Dall’osservazione dei dati appare chiaro che l’area

dell’attenzione selettiva è quella che presenta maggiori difficoltà, come evidenziato dai risultati

ottenuti al test che indaga tale abilità (il TEACh).

Questo dato è in linea con diverse ricerche che sottolineano il ruolo dei processi di attenzione ed in

particolare dell’acquisizione di un’efficiente strategia di ricerca visiva che consenta al bambino di

seguire il giusto orientamento delle lettere e delle parole presenti in un testo.

L’altra area che risulta destare maggiori difficoltà è quella delle abilità metafonologiche, anche in

questo caso diversi sono gli studi che dimostrano il ruolo di queste abilità nei processi di

apprendimento della lettura e scrittura.

In generale, il nostro studio ha sottolineato come all’ingresso in prima elementare diversi bambini

mostrano una discreta difficoltà nei processi di base.

Passando all’analisi delle abilità in seconda elementare e al loro sviluppo, notiamo un maggior

numero di soggetti a rischio nei compiti di scrittura, mentre per le prove che valutano le capacità di

lettura abbiamo un numero maggiore di soggetti a rischio nella lettura di parole. La presenza di un

numero così elevato di bambini con difficoltà in questi processi ci ha sorpreso notevolmente. Di

fronte a questo dato è possibile avanzare due ipotesi: da una parte si può pensare che con l’inizio

della seconda elementare tali abilità non siano ancora completamente maturate e, dall’altro, che

esso sia il risultato di un percorso scolastico i cui contenuti di insegnamento non sono adeguati al

reale livello di sviluppo dei bambini. Entrambe le ipotesi non si escludono a vicenda anzi sembrano

in realtà completarsi, introducendo a questo punto l’eventuale presenza di un ulteriore fattore legato

maggiormente agli aspetti emotivi, ossia l’ansia.

Infatti, la spiegazione che a nostro avviso sembra essere più vicina alla realtà osservata è che il

dover stare al passo con un percorso didattico che non tiene conto dei ritmi individuali di

Page 45: disturbi età scolare

45

apprendimento possa nel tempo generare ansia nel bambino. L’ansia, come è risaputo, interferisce

negativamente sui processi di apprendimento alimentando spesso insicurezza e scarsa stima di sé,

ulteriori fattori che influenzano a loro volta il percorso di acquisizione di competenze e conoscenze.

Di fatti se teniamo conto dei dati riportati nel paragrafo 4.5 in cui abbiamo presentato l’evoluzione

delle abilità di lettura e scrittura nel nostro campione, dei 33 bambini segnalati in prima elementare,

solamente 21 mantengono il loro deficit anche in seconda elementare. Tale miglioramento può

essere dovuto ad un’evoluzione spontanea delle difficoltà, poiché ogni soggetto ha i suoi tempi di

apprendimento. L’attivazione precoce di accorgimenti didattici, come le attività di recupero

organizzate, ha aiutato alcuni soggetti a migliorare le proprie capacità.

Nonostante i miglioramenti riscontrati in seconda elementare la frequenza di soggetti a rischio è

comunque elevata. Se si considera il modello di Uta Frith, spiegato in precedenza, tale frequenza

può risultare giustificata, poiché i bambini a quest’età si trovano nella fase ortografica dello

sviluppo delle abilità di lettura e scrittura, in cui il processamento di codifica dell’informazione

viene modificato e si procede nella lettura per sillabe e non più per singole lettere. Il passaggio da

una fase all’altra è gerarchico, di conseguenza un ritardo nell’acquisizione delle competenze in una

fase, non permette di accedere puntualmente alla fase successiva.

In conclusione, risulta molto importante il monitoraggio costante della classi, che permette un

intervento precoce a sostegno dei bambini con deficit nello sviluppo delle abilità di lettura e

scrittura. Non si deve comunque sottovalutare l’importanza del metodo di insegnamento, poiché è

fondamentale che le insegnanti abbiamo tempi adeguati al reale livello di sviluppo del bambino e

favoriscano, soprattutto in prima elementare, la maturazione dei prerequisiti e dell’apprendimento

di strategia.

Page 46: disturbi età scolare

46

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Page 48: disturbi età scolare

48

Un sincero ‘GRAZIE’…

Ai miei Genitori e a mio Fratello,

per avermi sempre aiutata e per aver creduto in me;

Alla Professoressa Paola Venuti, per avermi dato l’opportunità di crescere e migliorare;

Alla Dottoressa Floriana La Femina,

per avermi seguita e incoraggiata con grande pazienza;

Alla Dottoressa Emanuela Paris, neuropsichiatria dell’Istituto Arcivescovile per Sordi di Trento, alla logopedista Anna Espen e a tutte le dottoresse del centro,

per la disponibilità e per la gentilezza con la quale mi hanno accolta, rendendomi partecipe del loro lavoro;

Alla mia Amica Veronica,

per aver condiviso con me gioie e dolori, e a tutti i miei Amici, i miei migliori fans.