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Rotary Distretto 2080 N. 6 - Ottobre 2016 NUOVA VOCE DEL ROTARY MAI PIÙ SOLI MAI PIÙ SOLI Anno II - Numero 6 - Ottobre 2016 - Poste Italiane SpA - Spedizione in A.P. 70% Roma - DCB Roma - Registrazione Tribunale di Roma 8/9/2015, n. 165/2015

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RotaryDistretto 2080 N. 6 - Ottobre 2016

NUOVA

VOCE DEL ROTARY MAIPIÙSOLI

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Ottobre 2016

RotaryDistretto 2080

Emergenza terremoto: “Mai più soli”EditorialeInsieme ce la faremo 5

Un giorno ad Amatrice tra macerie e speranze 6Protezione Civile chiama, Rotary risponde 8Rotary e Protezione Civile in pillole 12

HistoryLa mia strada verso il Rotary 14

Speciale AssembleaRompere gli schemi per creare il futuro 16

In viaggioDal Canada: Microcredito, liberi dalla povertà 22Vi racconto il “mio” Rotary 28

SviluppoAcqua pulita in Africa 30Uniti per il Benin 32

L’analisiBrexit, sono gli inglesi a condurre il gioco 34

Nuovi rotarianiMissione nelle zone di guerra 36

NUOVA

VOCE DEL ROTARY

In viaggio

DAL CANADA ESPERIENZE A CONFRONTO 22

AI LETTORI

Ed eccoci nuovamente insie-me, in una nuova avventura.La Nuova Voce del Rotary, larivista del Distretto 2080 delRotary International, debut-ta nel primo numero dell’an-no sociale 2016-2017. Il com-pito che quest’anno ci è statoassegnato è quello di testimo-niare IL ROTARY AL SER-VIZIO DELL’UMANITÀ.Nelle pagine che seguono rac-contiamo le attività compiu-te dopo il sisma del 24 ago-sto, le iniziative umanitarierealizzate nel mondo, le testi-monianze che arrivano da Clubesteri e affrontiamo argomen-ti di portata generale. Il no-stro obiettivo è quello di farconoscere il Rotary. Tra Lazioe Sardegna abbiamo 3200 so-ci che non sono chiusi tra lemura di un Club ma si impe-gnano a sviluppare la com-prensione tra i popoli, la pa-ce, l’eliminazione delle dispa-rità, la crescita delle nuove ge-nerazioni. I soci testimonia-no la condivisione degli obiet-tivi non limitandosi a fornirecontribuzioni in denaro, maoffrendo la propria opera per-sonale e professionale gratui-tamente. Si tratta di un’assun-zione di responsabilità che im-plica sensibilità, progettuali-tà, correttezza gestionale e ca-pacità di adeguamento all’evo-luzione delle nostre società,di cui con questa rivista ten-teremo di rendere conto.Intendiamo farci conoscere eapprezzare per quello che fac-ciamo, non per quello che di-ciamo: il Rotary dei fatti, nonil Rotary delle parole.

Sommario

NUOVA VOCE DEL ROTARYMagazine del Distretto 2080 Rotary International

Piazza Cola di Rienzo 69, RomaEmail: [email protected]. 063242271

Direttore responsabileDésirée Ragazzi

ProprietàClaudio De FeliceGovernatore 2016-2017

RedazioneDomenico Apolloni, responsabile area LazioMarco Aresu, responsabile area Sardegna

Hanno collaborato a questo numeroGiada Gibilaro, Renata Pancini, Giovan Battista Verderame,Costanza von Feuerbach

Testata registrata al Tribunale di Roma l’8 settembre 2015con il n. 165/2015. Variazione della proprietà e della stam-pa in corso di registrazione

Distribuzione gratuita

Anno II - Numero 6Ottobre 2016

Poste Italiane SpA. Spedizione in A.P. 70%Roma - DCBRoma

Impaginazione e stampaBorgia s.r.l. - Roma

Numero chiuso in redazione il 26.10.2016

Il terremoto che ha flagellato il Centro Italia ha provocato un drammatico bilancio di vittime e distruzione.I distretti del Rotary International, Distretto 2080 (Lazio e Sardegna) e Distretto 2090 (Abruzzo, Marche, Molise e Umbria) simobilitano per sostenere le famiglie e gli sfollati colpiti dal sisma e chiamano a raccolta tutti, rotariani e non, per realizzareinsieme una raccolta di fondi che consentirà la ricostruzione di una o più opere di utilità sociale nei Comuni più colpiti dalsisma.Chiediamo a tutti uno sforzo di solidarietà: ogni donazione, anche piccola, ci permetterà di raggiungere l’obiettivo!PERCHÉ DONARE ATTRAVERSO IL ROTARY: perché in tutte le occasioni precedenti il Rotary ha DIMOSTRATO– EFFICACIA: opere iniziate ed ultimate con largo anticipo rispetto agli altri interventi.– EFFICIENZA: opere realizzate di valore molto superiore alla raccolta, in quanto TUTTI i progettisti hanno lavorato gratuitamen-

te e le imprese e fornitori dei materiali, rotariani, hanno praticato prezzi realmente molto favorevoli rispetto al mercato.– SERIETÀ: il risultato della raccolta è stato INTEGRALMENTE utilizzato per le opere previste, nemmeno un euro viene impiega-

to per usi diversi, come costi amministrativi, rimborsi e simili.– TRASPARENZA: sono sempre state ampiamente documentate e pubblicate tutte le fasi delle attività, burocratiche, amministra-

tive e realizzative.Un grazie di cuore, ancora e sempre IL ROTARY AL SERVIZIO DELL’UMANITÀ.

* * *The earthquake that has scourged the center of Italy has caused a dramatic death toll and destruction.Districts of Rotary International, District 2080 (Lazio and Sardinia) and District 2090 (Abruzzo, Marche, Molise and Umbria) are mobilizing to support thefamilies and displaced persons affected by the earthquake and is calling upon everyone, Rotarians and others, to achieve together a fundraiser that willallow the reconstruction of one or more works of social utility in the municipalities most affected by the earthquake.We ask all a solidarity effort: every donation, however small, will allow us to achieve the goal!

WHY ‘DONATE THROUGH THE ROTARY: because in all previous occasions Rotary has PROVEN– EFFECTIVENESS: works started and completed well in advance to other interventions– EFFICIENCY: works of much greater value to the collection, as ALL the designers have worked for free and companies and materials suppliers, Rotarians,

have practiced prices actually very favorable compared to the market– SERIOUS’: the result of the collection has been FULLY used for planned works, not a single euro is used for various uses, such as administrative costs,

reimbursements and similar– TRANSPARENCY: As always been extensively documented and published in all phases of the activities, bureaucratic, administrative and operational

A still and always thank you, with ROTARY SERVING HUMANITY

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EMERGENZA TERREMOTO

4 5Ottobre 2016 Ottobre 2016

EDITORIALEdi Claudio De Felice

INSIEME CE LA FAREMOuando il Centro Italia è stato colpito dal terribile sisma, che ha spazzatovia interi paesi, non eravamo pronti ad affrontare un’emergenza di taleportata. La nostra Unità di Protezione Civile era nata sulla carta da appe-na un mese e mezzo. Era ancora una neonata. Non sapevamo come agiree come indirizzare i nostri aiuti. Ma non ci siamo scoraggiati. In queimomenti tutto era utile, ma paradossalmente senza coordinamentorischiavamo di trasformare il nostro aiuto in qualcosa di inutile. E, forse,anche di dannoso. Ecco perché abbiamo dato direttive ai Club del nostroDistretto di attenersi a quanto ci veniva richiesto dalla Protezione Civile.Ci siamo riusciti. Abbiamo organizzato raccolte di sangue, fornito gene-ri di prima necessità nella misura e con le qualità che ci sono state indi-cate. Le consegne sono state dirette al campo di Accumoli. Adesso stia-

mo per fornire cappotti e scarpe invernali che ci sono stati richiesti sempre per i cittadi-ni di Accumoli. Con la nostra équipe di psichiatri e psicologi stiamo verificando la pos-sibilità di una collaborazione di consulenza psicologica ad Amatrice, in partnership conTelefono Azzurro, possibilmente fornendo un locale prefabbricato riscaldato da utilizza-re come polo di aggregazione e anche come “sala di ascolto”. In questo momento è in ela-borazione il piano di fattibilità del progetto.

In contemporanea, in collaborazione con il Distretto 2090 e i rispettivi Interact eRotarct Club e con l’ausilio del Inner Wheel, abbiamo anche aperto una sottoscrizionesul sito della Rete del Dono. Abbiamo, inoltre, ricevuto già sin dalle prime ore post ter-remoto la disponibilità del Distretto 7070, del Sud Ontario in Canada, a partecipare atti-vamente ai nostri progetti. Il governatore Jim Louttit ha avviato la campagna Help forItaly. Infine, intendiamo essere inseriti nella lista delle organizzazioni che sponsorizze-ranno la ricostruzione di un’opera pubblica, curandola direttamente e stiamo valutandoiniziative per i giovani per coinvolgerli nella creazione di nuove aziende, soprattutto nelcampo delle nuove tecnologie. A garanzia della corretta utilizzazione dei fondi, con inostri avvocati stiamo riflettendo sulla possibilità di costituire un Trust Rotary over ear-thquake, in modo da blindare i fondi raccolti.

Il momento è triste: 298 morti, bambini disorientati, paesi interi rasi al suolo e miglia-ia di cittadini senza casa sono un peso molto forte per i nostri cuori!

Ma ce la faremo e, soprattutto, non li lasceremo soli.Rotary serving Humanity.

QF

oto

D.R

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EMERGENZA TERREMOTO

Sembra di essere a Beirut o a New York dopo l’esplo-sione delle Torri gemelle. Il silenzio è lacerante, ladevastazione è totale. Case sgretolate, mattoni e

sassi sbriciolati, metalli accartocciati, detriti e tanta pol-vere. Arriviamo ad Amatrice quindici giorni dopo quelmaledetto sisma che, il 24 agosto alle 3.36, con un boatosi è portato via centinaia di persone, cancellando in uncolpo solo storie, famiglie e passioni. L’emergenza deiprimi giorni, quando si scavava disperatamente tra lemacerie nella speranza di trovare uomini, donne, bambi-ni ancora in vita, è passata. Ora c’è dolore e lo leggi negliocchi persi di chi incontri per strada. Di chi si ferma aguardare la sua casa distrutta. Di chi vigila per paura chei pochi oggetti “salvati” siano rubati dagli sciacalli. Di chicerca, con l’aiuto dei vigili del fuoco, di portare con séun oggetto di famiglia, una foto, un libro.

In quattro, (assieme a Domenico Apolloni, MassimoBrancaccio, Pier Luigi Marconi, componenti della dele-gazione della Commissione Comunicazione del Rotary2080), siamo andati ad Amatrice per raccogliere testi-monianze dai cittadini, dai vigili del fuoco e dai volon-tari della Protezione Civile, per cercare di capire comepoter essere utili senza sovrapposizioni o protagonismi.E abbiamo cercato di farlo senza invadenza e rispettan-do il silenzio che avevamo attorno. Per essere discretibisognerebbe chiudere gli occhi e non guardare, perchébasta poco per violare l’intimità di una quotidianità cheè stata brutalmente interrotta, ma che aleggia ancoranell’aria. Basta sollevare di poco gli occhi e guardaredentro quelle che una volta erano case abitate, e orasono solo case squarciate, per rendersi conto che la

discrezione è impossibile. Quelle case prive di murimostrano, man mano che si procede, un angolo di cuci-na con un tavolo, uno studio con alcuni quadri ancoramiracolosamente appesi. E poi camere da letto, armadiin bilico che si affacciano sul nulla. E un divano borde-au di velluto. Se non fosse per la drammaticità del con-testo in cui sono inserite sembrerebbero assurde casettegiganti per le bambole. Ma è Corso Umberto, una voltail salotto di Amatrice e ora solo cumuli di detriti. Difronte a noi c’è la Torre Civica con l’orologio fermo alle3.36. Davanti a quella che una volta doveva essere unatrattoria, miracolosamente intatto c’è un vasetto con unmazzetto di girasoli.

I vigili del fuoco ci accompagnano in questo mestoviaggio e con loro entriamo nella zona rossa. Procediamo

con cautela. Ci spiegano che dopo la fase di ricerca dellepersone sotto le macerie, si è passati prima a salvare glianimali e poi alle verifiche sulla stabilità degli immobili.Non tutti i luoghi sono accessibili. Ci sono zone nellearee colpite dal sisma che possono essere raggiunte sol-tanto con un drone che viene utilizzato per verificare lastabilità degli edifici da prospettive e altezze difficilmen-te raggiungibili. Mentre procediamo ce n’è uno che giraattorno alla Torre. Camminiamo fin dove è possibile.Poi, ci avviamo verso l’Hotel Roma, cento anni di storiae attività legate all’ospitalità e all’amatriciana. Anchel’hotel mostra le sue ferite. Non possiamo andare oltre.E si torna indietro. Accanto alle rovine si scorgono casescampate alla furia del sisma. Alcune hanno soltantodelle crepe, altre sembrano intatte.

Usciamo dalla zona rossa e ci avviamo verso il parcocomunale. Qui si sono accampati i volontari di TelefonoAzzurro. Ci raccontano le loro esperienze, la disperazio-ne dei bambini, la paura, i lutti. Vogliono stringere unpatto col Rotary per aiutare chi ha perso tutto a ritrova-re la serenità. La sfida è quella di non far spopolareAmatrice. Serve una struttura modulare dove poter farealloggiare i volontari, perché già a fine novembre qui cisarà la neve. E non hanno alcuna intenzione di abbando-nare il campo. Un po’ più in là ci sono due francescani,hanno gonfiato dei palloncini colorati per far giocare ungruppo di bambini. Ci sono tende un po’ dovunque, congente che va e viene. Molti sono volontari. La terza eultima tappa è la visita al campo di accoglienzadell’Anpas, (Associazione nazionale pubbliche assisten-ze). Il campo con le tende azzurre è collocato alla perife-ria di Amatrice e ospita 170 persone con 60 volontari.C’è una struttura protetta per l’infanzia, una lavanderia,un’area dove i ragazzi possono leggere o giocare a scacchi.E c’è anche un campo di bocce. Mentre giriamo fra letende, un gruppo di anziani e ragazzi si sfida in una par-tita. Una sfida che diventa simbolo di una Amatrice chenon si arrende e vuole tornare a vivere. Mercoledì, 26ottobre, è tornata la paura: ci sono stati nuovi crolli. Mai cittadini di Amatrice sanno che non sono più soli.

6 7Ottobre 2016 Ottobre 2016

Nelle due pagineimmagini di

Amatrice: dallemacerie ai frati

che giocano, dalcampo che

ospita TelefonoAzzurro a quello

dell’AnpasFoto D.R.

UN GIORNO AD AMATRICETRA MACERIE E SPERANZEUna delegazione del Rotary 2080 in visita nella cittadina colpita dal sisma

di Désirée Ragazzi

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di Costanza von Feuerbach

Promuovere la conoscenza dei rischi e, più in genera-le, dei temi di protezione civile e collaborare con leistituzioni alle attività di formazione e informazione

di cittadini e operatori. È stato l’obiettivo del protocollod’intesa, sottoscritto a Roma nella sede operativa delDipartimento della Protezione Civile, fra i Distretti italia-ni del Rotary International e il Dipartimento dellaProtezione Civile. In base all’accordo il Rotary si impegnaa istituire, in ogni Distretto, “Unità Rotary di ProtezioneCivile”. Queste Unità assicura-no – in raccordo con Regioni eComuni – supporto alla Prote-zione Civile nei diversi ambitiprofessionali, sia in “tempo dipace” sia in emergenza. In parti-colare, possono collaborare alleattività di comunicazione e diinformazione a favore dellapopolazione e all’opera di diffu-sione delle conoscenze di protezione civile in ambito sco-lastico. Il Dipartimento di Protezione Civile, dal suocanto, favorisce la partecipazione del Rotary alle attivitàindividuate e promuove, al contempo, una partecipazioneattiva dei soci anche attraverso iniziative formative dedica-te. Il protocollo è stato siglato l’8 luglio. All’indomani delterremoto del 24 agosto la macchina del Rotary si è subi-to messa in moto.

«In un primo momento – ha spiegato AlessandroSestili, coordinatore dell’Unità Rotary di Protezione Civiledel Distretto 2080 – siamo rimasti un po’ spiazzati. Noneravamo pronti a una tale tragedia. La nostra Unità sulla“carta” era nata a luglio e al momento del sisma si trovavaancora in stato embrionale. Comunque, abbiamo subitoseguito una sola linea basata su tre punti sostanziali: esserepresenti, ascoltare le necessità, intervenire».

8 Ottobre 2016

EMERGENZA TERREMOTO

PROTEZIONE CIVILECHIAMA, ROTARY RISP ONDE:

“CI SIAMO”

Intervista ad Alessandro Sestili, coordinatore dell’Unità Rotary 2080:«Sulla carta siamo nati a luglio. Ce la stiamo mettendo tutta»

Nasce unaunità di

intervento inogni Distretto

italiano

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EMERGENZA TERREMOTO

Quindi qual è stata lavostra strategia d’inter-vento?

Si poteva essere pre-senti come organizzazio-ne tenendo conto di unalinea di congiunzioneche abbraccia comunquetutte le singolarità deidiversi Club, ovvero ser-vire al di sopra di ogniinteresse. Quindi, ci

siamo messi a “servizio” trasmettendo ladisponibilità ad ascoltare i bisogni di chicoordina l’emergenza, cioè la ProtezioneCivile, e spiegando a tutti che il nostromodus operandi è quello di fornire profes-sionalità elevate. Ascoltare le necessità maanche dare subito la disponibilità, dire“eccoci, siamo al vostro fianco e prontisecondo quanto da voi indicato per levostre esigenze”. Questo è un atteggiamen-to serio da organizzazione seria, che nonimpone la propria presenza. E abbiamoascoltato le esigenze che ci sono state pro-spettate con lo stesso interesse che avrem-mo avuto qualora ci avessero richiesto leprofessionalità presenti nei nostri Club.Per quanto riguarda gli interventi, a finesettembre avevamo concluso quanto ci erastato richiesto. Abbiamo consegnato benidi prima necessità ad Amatrice eAccumuli, per un totale di materiale di

circa 30 metri cubi, grazie al lavoro dei singoli Club e deiloro soci.

Qual è il rapporto che avete con la Protezione Civilenazionale?

Dando la nostra disponibilità, agendo secondo quantorichiestoci, non imponendo la nostra presenza, abbiamotrasmesso l’effettiva valenza e serietà del Rotary. Abbiamo,ed è ancora valida, dato la disponibilità dei nostri professio-nisti a intervenire. Grazie alle dichiarazioni di alti dirigentidella Protezione Civile, abbiamo raggiunto il primarioobiettivo di presentare questa nuova attività e di farci rico-

noscere per la nostra serietà e profes-sionalità.

Sottolinea sempre l’alta professiona-lità dei vostri professionisti…

Certo. Non intendiamo operaresemplicemente con la raccolta fondi,ma contribuire alle attività di proget-tazione, calcoli, direzione lavori, con-trattualistica utilizzando le nostreprofessionalità.

C’è una strategia per poter raggiun-gere gli obiettivi e mantenerli?

La ricetta è solo una: l’unione.Dobbiamo essere uniti, coordinati elavorare secondo un’unica linea pro-grammatica. Il Distretto ha l’onere diorganizzare e indicare linee program-matiche di massima, mentre i Clubhanno la possibilità di esercitare ipropri singolari carismi e le proprieparticolarità, nella loro preziosa auto-nomia, per portare al “successo” tuttigli 88 Club che fanno parte del 2080.Suona meglio un’orchestra che unsingolo strumento.

Quali sono le azioni che intendemettere in pratica l’Unità nel dopo-emergenza sisma?

Nella gestione di questo tragicoevento esistono due fasi. La prima

che riguarda la primissima emergenza e laseconda che è la fase di ricostruzione.Quest’ultima ci vedrà coinvolti, probabil-mente, nell’edificazione di un’opera. Sideve però tener conto che le opere da rico-struire non sono ancora definite e che perfare questo ci vorrà del tempo. Il Distrettoutilizzerà questo tempo per raccogliere ifondi necessari. Le donazioni verrannoconfluite, con molta probabilità, in unTrust specificatamente istituito per l’ope-ra che ci verrà assegnata.

Quali sono stati i rapporti fra i Club e ilDistretto durante questo tragico evento?

I rapporti sono stati corretti e recipro-camente mirati a un unico scopo.Inizialmente c’è stata l’abitudine dei

10 11Ottobre 2016 Ottobre 2016

Nelle due pagine immagini diraccolta di beni di prima

necessità da destinare alle zoneterremotate e vigili del fuoco

durante una perlustrazione

Alessandro Sestili

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EMERGENZA TERREMOTO

Club ad agire in modo autonomo, ma poi, compresa l’im-portanza dell’azione comune, si sono raggiunti i giustiruoli. Il Distretto ha organizzato per tutti e ricercato la col-laborazione di tutti. I Club hanno agito in accordo con lelinee proposte loro. Certo non sono mancati tentativi diespressioni isolate da parte di singoli Club, pochi fortuna-tamente, che in alcuni casi si sono purtroppo trasformatein un “mancato obiettivo”. Ciò deve far riflettere perchéanche un fallimento singolo può, purtroppo, essere erro-neamente compreso come un fallimento dell’intera orga-nizzazione Rotary. In tali casi, non ci si può che dispiaceree sperare che l’esperienza faccia virtù. I Club sono ilDistretto e di conseguenza ci deve essere uno scambio con-tinuo di dati, informazioni, suggerimenti e azioni. Tuttiinsieme uniti e coordinati per un unico fine, questa è lastrada rotariana da percorrere. Il protagonismo non serve.Siamo al servizio dell’Umanità non alla ricerca di persona-li soddisfazioni.

12 13Ottobre 2016 Ottobre 2016

ROTARY E PROTEZIONE CIVILE IN PILLOLE3300--0066--22001166 Costituzione dell’Unità Rotary di Protezione Civile del Distretto 2080 in attesa della sottoscri-

zione dell’accordo quadro con la Protezione Civile.

0088--0077--22001166 Sottoscrizione con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile dell’accordo quadro contutti i Distretti italiani.

0033--0088--22001166 Prima riunione al Distretto 2080 dei componenti della Commissione Pubblica Utilità-UnitàProtezione Civile. Per settembre pianificato il programma “Pillole di Protezione Civile”.

2244--0088--22001166 Ore 03.36 forte sisma nel Centro Italia.

Ore 10.40 l’Unità Rotary di Protezione Civile del Distretto 2080 trasmette via mail alla “SalaOperativa Emergenze della Protezione Civile-Regione Lazio” la disponibilità del Rotary aintervenire con i propri professionisti dove utile e necessario.

2255--0088--22001166 Il nucleo di Protezione Civile di Lanuvio (Roma) è segnalato come coordinamento responsabi-le di Accumuli. Vengono subito presi contatti e viene inviata una mail con la quale si offre ladisponibilità a collaborare del Rotary Distretto 2080.

2277--0088--22001166 Con la collaborazione del Rotary Club Rieti, i Club, consegnano tre pulmini pieni di materialedi prima necessità ad Amatrice. Viene indicata una specifica esigenza di donazione di beni diprima necessità per il campo di Accumuli.

3311--0088--22001166 Consegnato un tir carico di materiale alla Protezione Civile che gestisce il campo di Accumuli.I Club hanno donato circa trenta metri cubi di generi di prima necessità.

0077--0099--22001166 Pronti venti quintali di verdura fresca per consegnarla alla Protezione Civile di Cittaducale maproblematiche giuridiche (indipendenti dall’operato dei Club) hanno fatto sì che la consegnanon potesse avvenire così come prevista. La verdura è stata pertanto restituita al donatore.

1100--0099--22001166 Aperta la “Rete del Dono” finalizzata alla raccolta fondi in collaborazione con il Distretto 2090.

1155--0099--22001166 Il lavoro e gli sforzi dei Rotary Club del Lazio e della Sardegna – coordinati dal Distretto – ven-gono riconosciuti da Marco Beccarini della Protezione Civile durante una riunione dell’AnciLazio: «Abbiamo avuto modo di collaborare in questa emergenza con il Rotary: è un interlo-cutore credibile e affidabile».

1188--0099--22001166 Il Distretto ha inviato una lettera al direttore del Dipartimento Nazionale della ProtezioneCivile, Francesco Curcio. Si offre la disponibilità di professionisti e di una Clinica Mobile.

2222--0099--22001166 Il Rotary Club di Rieti ha organizzato una conviviale finalizzata alla raccolta fondi. Era presen-te il direttore Ufficio Relazioni Istituzionali della Protezione Civile, Paolo Molinari, il quale haespresso soddisfazione per ladisponibilità del Rotary e perquanto fino a oggi fatto.

2200--1100--22001166 Firmato con il Comune di QuartuS. Elena un protocollo di impresacon il quale il locale Rotary Clubprovvederà alla revisione delPiano di Sicurezza Comunale.

2200--1100--22001166 Conviviale al Rotary Club Olgiata.Presente il direttore UfficioEmergenza del Dipartimentodella Protezione Civile, RobertoOttomicini e 11 Rotary Club. I governatori del R.I. all’incontro con Francesco Curcio

Volontari della Protezione Civile egiovani di Amatrice scaricano i materiali

raccolti dal Rotary Distretto 2080

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HISTORY

14 Ottobre 2016

La mia strada verso il Rotary è il libro autobiografico diPaul Harris, che racconta la sua vita e il cammino che lo hacondotto a fondare il Rotary a Chicago nel 1905.

Nel suo libro Paul Harris, avvocato di successo, scrive:«Che cosa è il Rotary? A migliaia hannocercato di rispondere, ognuno a propriomodo. È più semplice enumerare tutto ciòche il Rotary fa, piuttosto che dire cos’è».

Nel suo racconto parla della prima riu-nione di quelli che sarebbero stati i futurirotariani: «Nel febbraio del 1905 organiz-zai un incontro con tre uomini d’affari eproposi loro un piano molto semplice dicooperazione reciproca e amicizia informa-le, come quella che noi tutti avevamo vissu-to nei nostri villaggi d’origine. Furono tuttid’accordo con me».

Poiché le riunioni si svolsero sempre inluoghi differenti, rispettando una certarotazione, al gruppo fu asse-gnato il nome Rotary.

Attualmente l’organizzazio-ne conta più di un 1.200.000soci nel mondo e oltre 35.000Club, che hanno l’obiettivo diportare avanti l’idea originariadel socio fondatore, attualiz-zandola costantemente, ade-guandosi ai cambiamenti dellasocietà.

Oggi lo scopo principaledel Rotary è quello di promuovere e incoraggiare l’idea delservice, cioè del servire, inteso come la base per la realizza-zione di iniziative benefiche. In particolare i principi guidasu cui si basa il Rotary sono:1) lo sviluppo di rapporti interpersonali da intendere come

opportunità di servizio;2) elevati principi morali nello svolgimento delle attività

professionali e nei rapporti di lavoro. Il riconoscimentodell’importanza e del valore di tutte le attività utili. Ilsignificato dell’occupazione di ogni rotariano comeopportunità di essere al servizio della società;

3) l’applicazione dell’ideale rotariano in ambito personale,professionale e sociale;

4) la comprensione, la buona volontà e la pace tra i popoli

mediante una rete internazionale di professionisti eimprenditori di entrambi i sessi, accomunati dall’idealedel servire.Da questi principi nascono le “Vie d’azione”, intese co-

me i pilastri delle attività del Rotary e deisuoi Club: Azione interna, Azione profes-sionale, Azione di interesse pubblico, Azioneinternazionale e Azione nuove generazioni.L’Azione interna si concentra sul rafforza-mento dell’affiatamento e mira ad assicura-re l’efficiente funzionamento del Club. L’Azioneprofessionale incoraggia i rotariani a serviregli altri attraverso la loro professione e a pra-ticare elevati standard etici. L’Azione d’inte-resse pubblico si occupa dei progetti e delleiniziative avviati dal Club per migliorare lecondizioni di vita della comunità che lo cir-conda. L’Azione internazionale ingloba leazioni intraprese per allargare la portata del-

le attività umanitarie del Rotarynel mondo e per promuovere lacomprensione e la pace tra i po-poli. L’Azione Nuove Generazioniriconosce il cambiamento posi-tivo attuato dai ragazzi e dai gio-vani attraverso le attività di svi-luppo delle doti di leadership,progetti d’azione e programmidi scambio.

Il Rotary, grazie alla sua pre-senza mondiale e grazie all’inte-

razione tra soci di diverse culture e professioni, permette aisuoi associati di guardare la realtà tramite diversi punti divista.

Quello che accomuna l’agire dei rotariani di tutto ilmondo è il “voler fare la differenza”, voler lasciare un segnoimportante con la realizzazione di progetti significativi, chepossano dare un contributo rilevante alla realtà in cui sivive. I progetti vengono scelti in base allo studio dei biso-gni rilevanti della propria comunità, mettendo a disposizio-ne per la loro ideazione e il loro svolgimento le competen-ze e il tempo dei rotariani, il cui impegno è teso a promuo-vere la pace, combattere le malattie, fornire acqua pulita,proteggere madri e bambini, sostenere l’istruzione e svilup-pare l’economia locale.

La mia strada verso il Rotarydi Giada Gibilaro

Paul Harris

SPECIALEASSEMBLEA

Cagliari 18 giugno 2016

«Che cosa è il Rotary?A migliaia hanno cercato di

rispondere, ognuno a propriomodo. È più semplice enumerare

tutto ciò che il Rotary fa,piuttosto che dire cos’è»

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16 17Ottobre 2016 Ottobre 2016

Felice, ci si muoverà seguendo alcuni punti guida:1) La rivista distrettuale (bimestrale) sarà diretta almondo esterno; sarà on-line e avrà 1.500/2.000 copiecartacee.2) Il sito distrettuale sarà interattivo e quelli dei Clubavranno, con lo stesso, un collegamento diretto.3) Attenzione particolare sull’effettivo, per conoscerele cause di “cessazione”, per lavorare sui giovani, perevitare litigiosità e “distinguo”.4) Rotaract: occorrerà aumentare la presenza nelLazio, lavorare sullo Scambio Giovani e gestire i Rylain collaborazione con università e imprese.5) La Fondazione Rotary, al Centenario dalla nascita,avrà un evento speciale. Ci sarà la possibilità di parte-cipare al Congresso di Atlanta, con invito, per chiversa la quota entro il 30 novembre. Per il settore“Polio” (affidato a un Pdg esperto) sarà fatta una rac-colta fondi con metodi moderni. Il sogno è di avere,per tanti Club, progetti finanziati dalla Fondazione(«Silvio Piccioni è in posizione alta: facciamo bellafigura con lui e per lui»).6) L’Azione Professionale e di Pubblico Interesse sup-porterà i Club aiutandoli nella realizzazione dei pro-

getti. Andremo nelle scuole a far vedere i filmati suquello che facciamo (ad esempio sul “Bullismo”).7) Per la campagna “Stop-Hpv” ci sarà un depliantdisponibile nei Club. Servono medici che elenchinoalle famiglie i vantaggi della vaccinazione.8) La Protezione Civile tiene molto alla collaborazio-ne con il Rotary: si lavora a un protocollo d’intesa.9) Per la Commissione Relazioni Internazionali cisono collaborazioni con la Fao ed è attivo un Clubnella città di Roma.10) I costi distrettuali dovranno essere ridotti perdestinare risorse ai Club.

ASSEMBLEA 2016

«Fare in prima persona e non limitarsi a par-lare di ciò che gli “altri” devono fare; condi-visione e conoscenza delle regole da rispet-

tare (intelligentemente) e apertura verso il nuovo. Epoi, sapete che vi dico? Basta con i formalismi ottusi.E, soprattutto, esportiamo all’esterno il nostro mondoper mostrare ciò che abbiamo realizzato, per valorizza-re le nostre professionalità, per sostenere, convinti, unnuovo modo di comunicare». Claudio De Felice,governatore del Distretto 2080, ha le idee chiare suquella che sarà la sua annata di governatore: pochecose, ma tutte all’insegna del motto La vera rivoluzio-ne è nel “servire”. Quella che si è tenuta il 18 e 19 giu-gno a Cagliari è stata un’assemblea che, con forza, hafatto il punto su luci e ombre del Rotary, sul suo ruoloe impegno nella realtà sociale. Dialogo e capacità didire cose scomode sono leve importanti nel nuovoanno. Innovazione anche nell’organigramma chediventa snello, con la presenza di giovani e donne. Leposizioni raggiunte sono a termine e c’è rotazionenegli incarichi affinché ognuno trasferisca nel Club leconoscenze acquisite. In definitiva, ha chiarito De

La missione, verso leNuove Generazioni, è tra lepiù importanti in casaRotary. Articolata neiprogrammi, permette dilavorare “con e per” iragazzi, al fine di farcrescere tra loro l’impegnonel service e la capacità diaprirsi al mondo, in ambitoprofessionale e dicomprensioneinternazionale.

Gabriele

Andria

presidenteCommissioneNuoveGenerazioni

RROOMMPPEERREEGGLLII SSCCHHEEMMIIPPEERR CCRREEAARREEIILLFFUUTTUURROO

Con la “cravatta simbolo” il nuovoanno rotariano è “a colori”

Il governatore Claudio De Felice con Federica Vizioli, Gabriele Andria e Matteo Licari

di Domenico Apolloni

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ASSEMBLEA 2016

18 19Ottobre 2016 Ottobre 2016

Rotary sta investendo a livelloglobale nel rinnovo della sua im-magine. Cambiare è, infatti, unimportante fattore di crescita. Eper cambiare bisogna comuni-care, aprendosi ancora di più al-l’esterno, comprendendo al me-glio le necessità interne e utiliz-zando i mezzi che la nostra con-temporaneità ci offre. Nessunrotariano può essere esente daquesto processo. Non ci si puòpiù basare sul si è fatto sempre co-sì, poiché si rimarrebbe ancora-ti a un passo che non esiste più».Luigi Schiffino ha affrontato iltema dell’Effettivo e ha parlatodel calo numerico degli iscritti(sensibile, soprattutto, su Roma).Seguito da un’analisi di CatelloMasullo. Cecchini, dal cantosuo, ha ricordato che il Rotarypuò attingere dal serbatoio del-le “nuove professioni”. GabrieleAndria ha aperto il discorso sul-le Nuove Generazioni, precisan-do che l’obiettivo dello ScambioGiovani è di mantenere il trendin Sardegna e raddoppiare i nu-

11) La Biblioteca rotarianaavrà nuovo impulso: agiràcome “Centro Culturale”.Punti fermi e impegni di lavo-ro, per i quali il governatore haaffermato: «Occorrerà trovaretempo ed entusiasmo, quandoil gioco si fa duro… i duricominciano a giocare e, noi, cela metteremo tutta… per dire,al termine, è stato uno deimigliori anni della nostra vita».Dopo De Felice, che ha ringra-ziato tutti i presenti (anche lasua famiglia «che respira aria diRotary dal ‘92»), sono arrivatele testimonianze, per il nuovoanno, di Giuseppe Perrone (go-vernatore uscente), Salvina Deianae Patrizia Cardone (prossimi go-vernatori), Franco Cabras eMichele Patanè, mentre AlbertoCecchini ha ricordato i lavoripreparatori del nuovo anno (Sipeecc.) e i temi (leadership nelRotary e team-building).

Le CommissioniCi si è interrogati sul futuro del Rotary. Stefano Epifani,presidente della Commissione Comunicazione, ha evi-denziato l’enorme differenza tra ieri e oggi mostrando(con slide e numeri alla mano) come il sopravvento del-la tecnologia e dei social abbia cambiato gli scenari: «Il

La Commissione intendeaiutare i Club nellosviluppare progetti inprogrammi strutturati chepossano assolvere lenecessità effettive delterritorio in cui si opera. Iprogetti, che dovrannorispettare le cinque normeS.M.A.R.T., devono esseressppeecciiffiiccii (nei contenuti),mmiissuurraabbiillii (nelle quantità,con capitolati), aacccceettttaabbiilliidunque, realizzabili econcreti, rriilleevvaannttii,importanti e impattanti perla vita del territorio e infine,tteemmppoorraanneeii ossia cherispettino scrupolosamenteun cronoprogramma. Tutti ipresidenti hanno ricevutouna scheda in cuidescrivere (per punti) i loroprogetti che sarannocatalogati nelle sei Aree

Patrizia

Cardone

presidenteCommissioneProgrammi eAzioneProfessionale

d’azione previste. LaCommissione si prefigge didare valore alla nostrarisorsa più grande: laprogettazione frutto dellanostra professionalità. Al18 giugno 2016, sono 30 iClub che hanno risposto,con un totale di 71 progetti(di cui 26 in interclub), perun impegno economicostimato di 225.000 euro eil coinvolgimento di 533rotariani (con quasi 8.050ore-lavoro). Auspichiamo dipresentare i nostri progettialla società civile ma,soprattutto, alle istituzionicon cui ci piacerebbecondividere un percorso asostegno di tutti quei valoriche caratterizzano, dasempre, il nostro sodalizio(culturali, etici, sociali,professionali e formativi).

In concomitanza delcentenario dalla nascitadella Rotary Foundation,quest’anno sono richiesti:una particolareconsapevolezza sullaFondazione e uno sforzocontributivo adeguato.IIll ggrraaddoo ddii ccoonnssaappeevvoolleezzzzaa(e la conoscenza deglistrumenti per finanziare iprogetti) si ottiene conl’oculata nomina e ilcorretto avvicendamentonella Commissione RF diClub, l’organizzazioned’incontri formativi di Club(o di più Club insieme) e conla partecipazione agli eventidistrettuali (Seminario RF,SIPE, Assemblea). Esso, poi,trae beneficio dallapartecipazione dei Club aibandi per le sovvenzioni,alle borse di studio e aglialtri programmi della RF.Quest’anno, il Distrettodarà, ai Club, la possibilità(con minimo impegnofinanziario) di partecipare aun Global Grant peracquisire le capacità

Bruno

Nigro

presidenteCommissioneRotary Foundation

operative necessarie asponsorizzarne altri incompleta autonomia. Per lloo ssffoorrzzoo ccoonnttrriibbuuttiivvoo(consente di accumulare lesomme per finanziareprogetti), ai Club è richiestodi predisporre un correttopiano in linea con le propriecapacità, organizzare eventidi raccolta fondi checonsentano di non fareesclusivo affidamento sullefinanze interne,sensibilizzare i soci sulla RFe sulle opportunitàindividuali di finanziarla. Airotariani è richiesto ditestimoniare l’adesione aiprincipi del Rotary; unversamento personale di$26,50 consentirà (ai Clubd’appartenenza) diraggiungere uno degliobiettivi per l’attestatopresidenziale. Per informazioni:http://www.slideshare.net/brunonigro397/rotary-foundation-d2080-assemblea-cagliari-2016-63226667)

Il passaggio del collare col governatoreGiuseppe Perrone (in alto a sinistra) sancisce

l’inizio del nuovo anno rotariano…… e in tema di futuro ecco l’abbraccio di

Claudio De Felice con il governatorenominato Patrizia Cardone (nella foto a

destra) e il governatore eletto Salvina Deiana.

(Foto dell’Assemblea di Massimo Brancaccio)

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ASSEMBLEA 2016

meri su Roma e Lazio. Luciano De Martino, quest’an-no anche con l’incarico di vicegovernatore, ha presen-tato l’incontro Eema di Helsinki, indicando il ruolodei giovani per una pace vera e duratura ha citatoSant’Agostino Il mondo è un libro e chi non viaggia, nelegge solo poche pagine. Federica Vizioli (rappresentanteRotaract) e Matteo Licari (per l’Interact) hanno offer-to la disponibilità dei rispettivi sodalizi e riconosciutol’importanza di essere ascoltati e seguiti. GiovambattistaMollicone, dal canto suo, lamentando la scarsa presen-za dei rotariani ai convegni dei giovani, ha insistito sul-la presenza nelle scuole. Ha poi chiuso il suo interven-to con la frase di Harvey Mackay: Nessuno ha detto chesarebbe stato facile, hanno solo promesso che ne sarebbevalsa la pena. Lia Puggioni, parlan-do dei Ryla, ha presentato il te-ma “Cooperazione Internazionaleallo Sviluppo”. Poi, la parola èpassata a Bruno Nigro, respon-sabile della Fondazione Rotarye a Patrizia Cardone, responsa-bile dei Programmi e AzioneProfessionale. Articolato l’inter-vento di Alessandro Sestili sul-la Protezione Civile. Mentre insala si discuteva del nuovo annorotariano, in un’altra saletta, PaolaSorrentini (moglie del governa-tore) e Guido Franceschetti (ma-rito della Pdg Daniela Tranquil-li) intrattenevano i familiari deirotariani impegnati nell’assem-blea raccontando aneddoti, sto-rie e il loro modo di condivide-re il Rotary. A fine lavori la ri-flessione di Claudio De Felice èstata sul Rotary, visto come amo-re, entusiasmo, amicizia (non“burocrazia”).Ricordando fatti avvenuti nelpassato, anche personali, DeFelice ha puntato l’indicesull’Amicizia, quella con la “A”maiuscola e sul turnover chepermette ai rotariani di rientra-re nei ranghi (come personenormali) dopo aver svoltocompiti anche grandi: «Proprioper questo potremmo essereadditati come esempio».

20 21Ottobre 2016 Ottobre 2016

Fornire un percorso formativo perdare strumenti, competenze emetodi per organizzareprogrammi-progetti volti amigliorare le condizioniambientali e sociali nei territoribeneficiari. Questa è la finalitàper meglio servire le comunità; ipartecipanti al Rylaaccresceranno le doti dileadership, faranno amicizia peroffrire esperienza e competenzanelle aree d’intervento (l’esempiodeve venire dall’interno).

Lia Puggioni

coordinatriceSottocommissioneRyla

John F. Germ ci ricorda che «il primo degli obiettividell’anno è l’aumento dell’effettivo». Dobbiamooccuparcene. I dirigenti dei Club, presi a fare “bella figura”(con oratori di prestigio e progetti importanti), dovrebbero(anche) dedicare tempo all’effettivo. Altrimenti, tutto ilresto potrebbe vanificarsi. Il Distretto spinge a lavorare suigiovani, a parlare con loro in modo adatto. Magari, tenendoconto dei pensieri economici o familiari, presenti nell’avviodella professione e del lavoro. Grande attenzione è dariversare sui rotaractiani, favorendone l’ingresso nei ClubRotary “padrini”, senza “quota d’ingresso” (quest’anno, c’èla possibilità di quote distrettuali ridotte). In prospettiva,occorre promuovere la creazione di Club Interact,soprattutto in ambito scolastico. Infine, c’è da recuperareaalluummnnii, bboorrssiissttii, eexx--rroottaarraaccttiiaannii. Parliamo, nei Club, deiproblemi veri della gente, diamo il contributo delle nostrecompetenze. Proponiamo cose reali e facciamo sapere chece ne occupiamo. A San Diego è stata affermata “la regoladell’elasticità”. Non smontiamo le vecchie abitudini maaffianchiamone altre. Accogliamo, senza pregiudizio, nuoveforme d’incontro (anche per via telematica). Favoriamo lacreazione di nuovi Club con quote abbordabili e cerchiamodi abbassare le vecchie quote, riducendo le convivialitradizionali a favore di programmi alternativi, per rendercipiù attrattivi. Muoviamoci sul territorio e facciamo in modoche le persone si sentano utili (solo così riusciremo acoinvolgerle). Ci sono nuove professionalità: andiamo aprenderle perché ci aprono scenari che non conosciamo.Facciamo ricerche, azioni promozionali presso ordiniprofessionali, associazioni di categoria. Trasmettiamo, inmodo comprensibile, un messaggio: i nostri valori sonoforti, condivisi e meritevoli di sostegno. Favoriamol’utilizzazione di My Rotary e di Rotary Central. Ilcambiamento ci consentirà di servire meglio. L’obiettivodell’anno è un aumento netto del 3% ma il Distretto se l’èdato più ambizioso: il 10%! Se facciamo gioco di squadra,sarà facile… Usate la Commissione Distrettuale“Espansione Effettivo”.

Catello

Masullo

presidenteCommissioneEffettivo-Sviluppo

Stefano Epifani: «Cambiare è unimportante fattore di crescita.

E per cambiare bisognacomunicare aprendosi ancora di

più all’esterno»

Alcune immagini di momentidell’Assemblea con interventi,taglio della torta e abbracciotra Claudio De Felice e lamoglie Paola Sorrentini

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IN VIAGGIO

Latina nella divisione internazionaleBanking di Scotiabank. In Perù ha rico-perto il ruolo di Country Head perScotiabank e mentre in El Salvador, èstato vicepresidente di rami e RetailBanking per Scotiabank El Savador. Èattivo anche in diverse altre organizza-zioni come il Toronto InternationalMicrofinance Summit ed è stato presi-dente della Camera di CommercioPerù-Canada. Una professionalitàmaturata tutta nel campo economicofinanziaro che gli ha permesso di poterrealizzare progetti mirati di microcredi-to per lo sviluppo di numerose popola-zioni in difficoltà. Ed è quello che daanni sta facendo con il Rotary. La suacarriera rotariana è stata velocissima: è iniziata nel 2005come socio fondatore e vicepresidente del Rotary ClubLima Sunrise nel Distretto 4450. Nel 2007 dopo averlasciato il Perù si è trasferito in Canada nel Club TorontoSunrise del quale è stato presidente nell’annata 2011-2012e ora è governatore del Distretto 7070. È anche un mem-bro della Paul Harris Society e un Grande donatore e sociodella Compagnia internazionalerotariana di motociclismo. Lesue passioni? I suoi sei nipoti,due figli, golf e chiaramente lamicrofinanza. Ama l’Italia.Subito dopo il terremoto del 24agosto, che ha colpito il CentroItalia, ha avviato una campagnaHelp for Italy per sensibilizzaretutti i rotariani del Canada nellaraccolta fondi da destinare allaricostruzione: «Non siamo statitra i primi soccorritori delle popolazioni colpite dal terre-moto, ma ci stiamo adoperando per dare il nostro aiuto».

Che cosa significa per lei essere un rotariano?Nella mia attività professionale ho avuto modo di cono-

scere intere comunità con grande voglia di riscatto, maimpossibilitate ad avere credito e a creare, quindi, sviluppo.Volevo aiutarle e mettere le mie competenze al loro servi-zio. Sono riuscito a farlo grazie al Rotary.

Quali sono i progetti principali su cui vi state impegnan-do?

Nel nostro distretto abbiamo cinquantaquattro RotaryClub e abbiamo sei progetti quasi uguali che ricalcano le seivie d’azione del Rotary. A livello locale puntiamo allo svi-luppo economico della comunità del Sud Ontario. Per

esempio, alcuni club organizzano il RibFest, una quattrogiorni di festa nei parchi in cui i rotariani aprono le porte atutti i cittadini. Le attrazioni sono tante: c’è musica, cibo,attrazioni varie e area kids. Tutto il ricavato è destinato afinanziare un progetto. A livello internazionale i progettipiù importanti distrettuali riguardano l’acqua e struttureigienico sanitarie in Sud America, Africa, Asia, India. Io

stesso sono andato due volte inBangladesh. La nostra arma vin-cente è il microcredito.

Ce ne parli, come intervenite?La microfinanza è uno stru-

mento che serve a lottare lapovertà ed è indirizzato a sogget-ti che non hanno sicurezza finan-ziaria. Il più delle volte a benefi-ciarne sono le donne. È un aiuto,ma non è la soluzione.

L’obiettivo è quello di creare comunità che si possano soste-nere da sole. Rappresentavo e dirigevo lo sviluppo economi-co della microfinanza del Rotary International. Adesso stolavorando benissimo negli ultimi tre anni con un progettodi microcredito in Honduras. Un progetto che è stato avvia-to dal Distretto 5360 nella provincia di Alberta, nel Canadadell’Ovest, e che ha raccolto fino ad ora più di un milionedi dollari. Il progetto si chiama sviluppo economicodell’Honduras ed è una sovvenzione globale del Rotary.

In che cosa consiste?L’Honduras è il paese più povero in America Latina

dopo Haiti e Nicaragua e ha una popolazione di otto milio-ni di persone. Incredibilmente, il 60% della sua popolazio-ne vive al di sotto della soglia di povertà. Ci sono circamezzo milione di honduregni che hanno avviato piccole

23

DAL CANADA ESPERIENZE A CONFRONTO, L’ESEMPIO DEL DISTRETTO 7070

«Q uando il presidente John Germ, citando PaulHarris, ha detto che servire l’umanità è la cosapiù utile che una persona possa fare e che esse-

re rotariani è una grande opportunità per realizzare questoobiettivo, ho pensato che i rotariani di tutto il mondohanno realmente cambiato, nel corso del secolo scorso, lavita di milioni di persone. Essere rotariani è una sfida glo-bale contro la fame, la povertà, le malattie, le guerre. Una

sfida che non ci ha mai messo paura, ma dobbiamo faresempre di più…». James Louttit, Jim per gli amici e i rota-riani, è il governatore del Distretto 7070 che raggruppa icinquantaquattro club del Sud Ontario in Canada. La suacarriera si è sviluppata nel campo dell’alta finanza: è presi-dente della JVL Global Corp, una società di servizi finan-ziari di consulenza specializzata nella microfinanza. In pre-cedenza è stato vicepresidente e vicecapo per l’America

22 Ottobre 2016 Ottobre 2016

MicrocreditoLiberi dalla povertà

Il caso Honduras raccontato dal governatore Jim Louttitdi Désirée Ragazzi

I bambini di una scuola in Honduras festeggiano la delegazione del Rotary

Il Microcredito è unostrumento di sviluppo

economico che permette allepersone in condizioni di

povertà ed emarginazione diaccedere ai servizi finanziari

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IN VIAGGIO

imprese in casa o su strada, al fine di generare reddito perprovvedere alle loro famiglie. Gli studi dimostrano che il70% dei titolari di piccole e medie imprese non hanno mairicevuto credito. Stiamo dando il nostro sostegno per aiu-tare le famiglie più povere a realizzare i loro sogni.Forniamo prestiti, assistenza tecnica ed educazione finan-ziaria.

Quali sono i progetti locali che riguardano la comunitàcanadese?

Nella comunità canadese ci sono bambini disagiati chehanno difficoltà scolastiche. Interveniamo con progetti adhoc inviando a scuola volontari rotariani affinché possanoaiutare gli studenti nella lingua, nella letteratura o in mate-matica. Perlopiù, è un sostegno che si dà alle famiglie emi-grate da poco in Canada. Questo aiuto può avvenire ancheal di fuori delle ore scolastiche. I volontari fanno anchelezioni gratuite a domicilio per aiutare i bambini a com-prendere meglio la lingua. Questo modo di intervenire èfrequente in tutti i distretti del Canada. Un altro esempio:nel nord del Canada vivono gli indiani canadesi, general-mente non sono comunità economicamente forti. I nostrivolontari intervengono per aiutare e sviluppare le loro

scuole. Non diamo solo lezioni, ma anche aiuti alimenta-ri. In una scuola di Toronto, per esempio, inviamo la mat-tina pane, pasta per i bambini che a casa vivono situazionidi disagio economico.

Come vivete il Rotary, dove vi incontrate, quante riunio-ni mensili fate?

Qualche Club continua a mantenere una certa forma-lità negli incontri. Ma generalmente cerchiamo di esserepiù operativi e di guardare alla sostanza. Qualcuno siincontra a mezzogiorno, altri la sera e si cena insieme, altriancora la mattina alle sette e fanno la colazione insieme eparlano dei progetti. La regola era quella di incontrarsi unavolta settimana, ma adesso c’è molta flessibilità perché lepersone lavorano e incontrasi così frequentemente è un po’troppo impegnativo. In genere ci si incontra due volte almese.

Qual è il ruolo delle famiglie nella vita di un rotariano?Non c’è una regola generale, ma in molti Club c’è la

prassi che marito e moglie sono soci. Io ho due figli chenon sono rotariani, quindi non posso condividere con lorola mia passione per il Rotary. Mi muovo sempre da solo equando vado nei Club sono accolto da tutti con moltoaffetto. E questo accadeva anche quando non ero governa-tore.

Secondo le classifiche disegnate dal G20 Women, ilCanada è in pole position per quanto riguarda la condi-zione femminile. Il suo Distretto mantiene questo altostandard?

Nel Distretto 7070 il 70% dei soci sono uomini e il30% donne. La mia aspirazione è quella di aumentare lapartecipazione delle donne. L’esperienza, la professionalitàe la sensibilità delle donne rappresentano un valore aggiun-to per la società e quindi anche per il Rotary. Sono rotaria-no dal 2005, il presidente che mi ha accolto era una donna.Durante la mia presidenza del Club, il governatore era unadonna. I Club rotariani devono aprirsi di più alle donne.Nel mio primo Club, circa il 40% dei membri eranodonne.

E per quanto riguarda le professioni, i Club sono aperti atutti?

Nel 1989 il Rotary International ha aperto le porte atutti, ciò significa che i soci non necessariamente devonoessere professionisti. In Canada non c’è nessuna distinzio-ne, possono far parte del Rotary una maestra, un dottore,un macellaio o un conducente d’autobus. L’importante èche paghino la quota. Le quote possono essere pagate seme-

stralmente o mensilmente, lo decide il presidente. Se il pre-sidente si accorge che un socio è in difficoltà e non puòpagare la sua quota abbassa l’importo o per un periodo lasospende. Chiaramente si deve trattare di persone che lavo-rano e si impegnano per il Rotary. Anche questo è un mododi servire il Rotary…

Qual è l’importo delle quote annuali?Ogni sei mesi un socio paga in genere dai 250 ai 275

dollari. Non sono incluse nella quota le colazioni o le cene.Per le cene generalmente paghiamo intorno ai 20 dollaricanadesi.

Anche il Canada ha un problema di effettivo?Sì, ma il mio distretto piano piano sta cominciando a

risalire. Attualmente siamo duemila. Abbiamo capito cheper essere più attrattivi dobbiamo essere elastici. Il Distretto7070 sta mostrando un trend di crescita positivo nel corsodegli ultimi due anni, uno dei miei obiettivi è quello dicontinuare questo aumento di appartenenza, chiudendol’anno con cinquanta nuovi soci.

24 25Ottobre 2016 Ottobre 2016

Il governatore del Distretto 7070, Jim Louttit

La comunità locale ringrazia i rotariani per la realizzazione del progetto acqua

Una donna mentre impasta la farina per preparare dolci

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IN VIAGGIO

Com’è organizzato il settore giovanile…Abbiamo tre gruppi di rotariani giovani: gli Earlyact che

vanno dalla prima elementare alla terza media. Poil’Interact che comprende i ragazzi del liceo e, infine, ilRotaract. I ragazzi dell’Interact e del Rotaract li incontria-mo a scuola e nelle università e andiamo a trovarli almenouna volta al mese nei loro istituti. Li seguiamo nei progettie nella raccolta fondi. Tra noi c’è collaborazione e sinergia.

26 27Ottobre 2016 Ottobre 2016

Nella foto grande, una conceria. In alto, alcunedonne mentre preparano frittelle da vendere al

mercato; in basso, il governatore Louttit con alcunipiccoli imprenditori dell’Honduras

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IN VIAGGIO

Il Rotary è una “dottrina di vita”, “un modo di vive-re”. Un’occasione per “servire” la propria comunitàgrazie alla propria professione. Ci sono tanti modiper definire il Rotary, però la base è sempre quellache richiama al “servire” mantenendo quell’etica

professionale che riesce a garantire un equilibrio tra il pro-fitto e la condivisione sociale. Sono sempre stata nelmondo degli affari, ho gestito per anni la mia azienda con-ciliando, non sempre facilmente, la vita familiare con leesigenze lavorative.

Il Rotary è arrivato nel 2004 quando sono diventatasocia del Club di Earlscourt a Toronto. Subito al lavoro inun Club troppo piccolo ma con grandi vedute, ho iniziatola mia carriera di rotariana con la posizione di InternationalChair impegnandomi nella raccolta fondi per l’apertura diun Centro Palliativo per la casa di cura del “ColumbusCentre”. Poi, mi sono trasferita al Rotary Club diWoodbridge, nella zona, dove vivo. Dopo aver ricoperto levarie posizioni offerte dal Club, ho accettato la posizione dipresidente nel 2011 per poi riprenderla nel 2015 e nel 2016.

La mia missione è stata ed è quella di portare il Club diWoodbridge a mantenere la sua importante presenza nellacomunità di Vaughan. Le nostre iniziative? Abbiamo inizia-to con concerti di musica classica destinati soprattutto aicittadini che pur amando Beethoven o Mozart non hannola disponibilità per andare a teatro. Stiamo realizzando ilprogetto di aprire un “Summer Camp” entro il 2017 chepermetterà alla scuola pubblica di Woodbridge di essereautosufficiente nel mantenimento del programma di cola-zioni e pranzo per i bambini di famiglie bisognose. Inoltre,manteniamo contatti con i vari Club internazionali e stia-mo allargando il numero dei soci di Interact e di EarlyActClub. Alle nostre riunioni settimanali prendono parte daidieci ai dodici soci. Ci riuniamo ogni lunedì alle 19. Adessosiamo ventidue soci.

Il nostro Club è stato fondato nel 1955, a suo tempo erauno dei Club del Distretto con il più alto numero di soci efino al 2009 era molto “inglese”. Io e un altro socio italia-no, benché già rotariani, abbiamo dovuto attendere ben seimesi per farne parte. Ora, il 50% di noi è italiano e, per ilresto, di diverse nazionalità. Siamo pochi, ma molto attivi;infatti, ognuno di noi ha un progetto che segue personal-mente. Apriamo le riunioni con il suono della campana eun brindisi al Rotary. Null’altro. Ci atteniamo alle regole diRotary International, rispettiamo il regolamento, però nonapplichiamo formalità non necessarie. Nell’anno 2015-2016, ho ricevuto la “Gold Presidential Citation” e, dalDistretto, i seguenti riconoscimenti: Rotary Central Award,Foundation Citation, Leadership Recognition, LiteracyAward with Distinction. Il nostro Club Interact Club haricevuto “The Presidential Citation 2015-16” dal RotaryInternational.

Credo nella filosofia del Rotary ma rimango una perso-na con un forte senso criticoalla quale piace analizzare evalutare le varie decisioni e icambiamenti proposti daEvanston. Tanto che, nel2013, insieme ad altri rotaria-ni di diverse parti del mondo,abbiamo presentato una pro-posta di cambiamento sullacondizione femminile nelRotary intitolata “Women,still a Challenge for Rotary”.La proposta destò, a suo tempo, molto scalpore in sedeinternazionale. Le proposte di cambiamenti ufficiali devonoessere prima presentate al Distretto e poi, da lì, passate alCouncil of Legislation.

Bene, nessun Distretto o Club avrebbe mai approvato lanostra proposta, perché nonostante il grande parlare di

aggiornamenti e aperture mentali quando vai a toccare tastidelicati tutti (e, dico, “tutti”) si tirano indietro. Quindi, peravere almeno una piccola possibilità di farcela abbiamooptato per il passaggio della proposta con l’appoggio di unodei Club di cui il gruppo faceva parte. Abbiamo chiestol’appoggio del Rotary di New York: la proposta è stata boc-

ciata. Poi abbiamo interpellatoil Rotary di Barcellona. Ilrisultato è stato lo stesso: boc-ciata. Insomma, l’unico Clubche ci ha dato una mano èstato il mio. Dopo la presenta-zione della proposta, Evanstonsi è dimostrato molto attentoalle nostre richieste. Nel frat-tempo avevamo aperto unadiscussione su RotaryLinkedin, dove avevamo

messo copia della proposta. Al forum hanno partecipatopiù di cinquemila persone. Il risultato? È stato immediato.Da lì a poco, infatti, è stata nominata Anne Matthews,prima donna vicepresidente del Rotary International.

28 29Ottobre 2016 Ottobre 2016

VI RACCONTO IL “MIO” ROTARYE LA BATTAGLIA PER IL RUOLO DELLE DONNEdi Renata Pancini*

* Presidente del Club Woodbridge in Canada, Distretto 7070

Nel 2013, 14 rotariani hannopresentato al Rotary

International una proposta dicambiamento sulla condizionefemminile intitolata “Women,still a Challenge for Rotary”

Ecco chi sono i rotariani che hanno presentato la propostaper una maggiore partecipazione delle donne

Renata Pancini durante una manifestazione rotariana a Vaughan

TRE VOLTE PRESIDENTE DI UN CLUB A NORD DI TORONTO

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intervenuto il Rotary con progetti mirati, efficaci e chehanno portato benessere alla popolazione.

Il team del Distretto 2080, partner internazionale, èstato composto da Lia Puggioni (Rotary Club Ogliastra),coordinatrice e contatto principale per la RotaryFoundation, Leonetto Conti (Rotary Club Porto Torres),Giulia Vacca (Rotary Club Cagliari). «Sono stati necessariquattro anni dal concepimento del progetto alla sua con-clusione e non sono mancati momenti di difficoltà e osta-coli da superare – ha aggiunto Puggioni – tuttavia l’amici-zia solidale con la piena condivisione creatasi tra i partner ela consapevolezza delle grandi necessità della popolazionebeneficiaria, hanno rafforzato la volontà di andare avanticon la ferma convinzione di far del bene. Così finalmente

il 3 marzo 2015 la delegazione italiana costituita da me e daLeonetto Conti, con la moglie Antonia, del Rotary ClubPorto Torres, è arrivata a Cotonou in Benin. Ad accogliercicome sempre in aeroporto i rotariani del Club D’Abomey-Calavi. Tanti i saluti e gli abbracci tra rotariani che hannocondiviso un sogno con lo stesso entusiasmo e spirito diservizio e ora finalmente concretizzato».

Festosa accoglienza delle popolazioni localiSuccessivamente all’arrivo, in previsione della cerimonia

di inaugurazione, la delegazione italiana e i responsabilirotariani del Rotary locale si sono recati al villaggio diPaouignan (a circa otto ore di viaggio) per il collaudo delleopere. «Abbiamo constatato – ha raccontato Lia Puggioni –che tutti i lavori relativi al progetto erano stati eseguiti aregola d’arte. E che l’impegno profuso ha consentito di rag-giungere l’obiettivo prefissato: la preziosa “sorella acqua”scorre finalmente nei rubinetti delle fontane strategicamen-te posizionate all’interno del villaggio». La cerimonia diinaugurazione si è svolta con una partecipata e festosa acco-glienza della popolazione del villaggio, soprattutto le donnee i bambini che hanno manifestato grande gioia e gratitu-dine verso il Rotary. Il Club di D’Abomey-Calavi è stato ilpartner locale e ha dimostrato efficienza e determinazione:

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SVILUPPO

«La mia Africa? Il sorriso delle donne,degli uomini e dei bambini che mihanno accolto, ricchi di gratitudine perquanto il Rotary ha fatto per loro». LiaPuggioni, del Rotary Club Ogliastra,

coordinatrice del progetto che nel Benin ha portato in alcu-ni villaggi l’acqua ma anche ambulanze e servizi essenziali,racconta la sua esperienza e il suo impegno. Nel 2010 si èconcluso il primo progetto di acqua potabile a Dessah, unvillaggio di circa seimila abitanti. Nel 2011, dopo il succes-so del primo, è stato avviato il secondo progetto sempre nelBenin, nel villaggio di Paouignan, 17mila abitanti, a quasiduecento chilometri a nord di Cotonou, scelto per la suasituazione altamente critica per la carenza di acqua potabi-le. Il progetto “Acqua in Benin”, ora, è stato selezionato trai venti “programmi” più significativi nell’ambito delle cele-brazioni per il centenario della Rotary Foundation. I crite-ri di selezione sono stati: impatto sulla comunità, sostenibi-lità, coinvolgimento dei rotariani, replicabilità.

«La scarsa igiene, la mancanza di acqua, l’assenza di unsistema fognario e la scarsa alimentazione fanno sì che lemalattie infettive siano le patologie più frequenti e deva-stanti – ha sottolineato Puggioni, che lavora come medicoginecologo in Ogliastra, spiegando come è stata individua-ta l’area di intervento – Gli abitanti dei villaggi sonocostretti a faticose e pericolose camminate di chilometri perpoter portare a casa un po’ d’acqua e sono soprattutto ledonne e i bambini a occuparsi di approvvigionare d’acquale famiglie».

L’acqua è vita e paceIl progetto realizzato, ha tenuto comunque a precisare,

«non è un’attività isolata e può costituire un modulo ripro-ducibile per affrontare il problema dell’accesso in altri vil-laggi anche in situazioni non agevoli. Senza acqua non sipuò vivere, non si può coltivare, è impossibile l’igiene ed èproblematica la cura delle malattie. Insomma, l’acqua è vitae pace. Dal 2007 a oggi è stato faticosamente costruito unponte di amicizia e di solidarietà con il Benin che ha reso

possibile la buona riuscita dei progetti, un ponte che vacustodito e che dimostra come il Rotary lavora per la paceattraverso il servizio».

La Repubblica del Benin è situata nell’Africa occidenta-le, sulla costa a sud-ovest della regione sub-sahariana inpiena zona intertropicale. L’economia del Paese, uno deipiù poveri dell’Africa e del mondo, si basa essenzialmentesul settore agricolo e sugli scambi commerciali con i Paesilimitrofi, in particolare con la Nigeria. Paludi e piccolifiumi costituiscono le fonti principali di approvvigiona-mento idrico e la contaminazione dell’acqua per uso pota-bile rappresenta un importante fattore di rischio per la tra-smissione di malattie con un elevato tasso di mortalità,soprattutto tra i bambini. Ecco, in queste condizioni è

30 Ottobre 2016 Ottobre 2016

Il Rotary, per migliorare le condizioni di vita, costruisce

ACQUA PULITA IN AFRICARiconosciuto tra i venti “programmi” più significativi nell’ambito

di Marco Aresu

L’acqua scorre nelle fontane di Paouignan;a sinistra, la popolazione in festa

ponti di solidarietà e amicizia che restano nel tempo

CON IL PROGETTO BENINdelle celebrazioni per il centenario della Rotary Foundation

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«Ha garantito la supervisio-ne dei lavori con visiteperiodiche al cantiere egestendo molto bene – haprecisato Puggioni – i rap-porti con l’impresa localeche ha eseguito le opere,con il villaggio, con le auto-rità locali e nazionali delBenin sopratutto quellepreposte all’acqua. Mentreil partner internazionale si èoccupato della programma-zione delle attività, diseguirne lo svolgimento efare tutte le scelte relative alprogetto in collaborazione con il Rotary Club locale.Attraverso uno scambio continuo di informazioni e di con-tatti via mail o per telefono fra i partner del progetto si ècreato un clima di fattiva amicizia e condivisione».

Donate due ambulanzeDopo la cerimonia di inaugurazione la delegazione ita-

liana ha voluto visitare il villaggio di Dessah, beneficiariodel primo progetto, e «ha con gioia constatato a distanza dicinque anni – ha continuato Lia – la piena efficienza delleopere realizzate e l’ottimo stato di manutenzione; la presen-za dell’acqua ha trasformato positivamente la vita dellapopolazione del villaggio. Inoltre, i delegati italiani accom-pagnati dai rotariani beninesi hanno visitato i due ospedaliai quali nel 2009 erano state donate due ambulanze daparte dei Club della Sardegna: hanno potuto così constata-re che le ambulanze sono ancora efficienti, in ottime con-dizioni e ben custodite. Questi sopralluoghi a distanza ditanti anni hanno dimostrato la sostenibilità e la grande uti-lità delle precedenti iniziative. Una verifica rincuorante emotivante, un messaggio di incoraggiamento e di stimoloper le azioni future».

Clima di condivisioneIl racconto di queste

straordinarie esperienzerotariane sottolinea l’im-portanza di conoscere lereali condizioni di vita dellepopolazioni beneficiarie diun progetto per capire iloro bisogni e realizzareinterventi appropriati.«Essere consapevoli dellenecessità – ha sottolineatoancora la coordinatricePuggioni – è indispensabileper creare intorno al pro-getto un sereno e gioioso

clima di condivisione, mentre capire la cultura e la menta-lità del paese beneficiario è fondamentale per valutare lasostenibilità del progetto nel tempo».

Nell’agosto 2015, sempre legate al Progetto dell’acquasono state completate e inaugurate, inoltre, le toilette pub-bliche nel Centro della salute e nelle due scuole del villag-gio di Paouignan. «Un’iniziativa separata dalla sovvenzioneglobale, ma che costituisce un’importante implementazio-ne del progetto realizzato nell’area di intervento dellaRotary Foundation – ha puntualizzato Lia Puggioni – eattuata grazie alla rete idrica funzionante e a una donazio-ne (resa possibile da un avanzo di bilancio della sua anna-ta) da parte del nostro Pdg, Daniela Tranquilli».

Infine, nel febbraio 2016 è stato finanziato l’invio nelBenin di una autoemoteca che verrà attrezzata come ambu-latorio itinerante per raggiungere i villaggi più lontani e piùpoveri. «Il ponte con l’Africa è più che mai presente e per-corribile», ha ribadito Puggioni.

“Lavoro eccezionale”Dopo la rendicontazione presentata nell’ottobre scor-

so, la Fondazione Rotary ha chiuso con grande soddisfa-zione la sovvenzione globale e ha definito il progetto un«lavoro eccezionale». In una comunicazione la RotaryFoundation ha ringraziato anche ufficialmente i «rotarianiche hanno donato tempo, opera e sostegno al progetto».Un «grazie a tutti coloro che – ha aggiunto Lia Puggioni –hanno reso possibile la buona riuscita di questi progetti. Ilservizio non è un’occasione di distratto filantropismo opeggio di spreco superfluo, tanto per far qualcosa – haconcluso la coordinatrice del progetto “Acqua in Benin” –ma un impegno preciso fatto di scelte concrete e di sem-plicità, di paziente e umile impegno che, passo dopopasso, mette in gioco la premura e la gioia di rendersi utilie venire incontro a chi è meno fortunato».

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SVILUPPO

32 Ottobre 2016 Ottobre 2016

UNITI PER IL BENINPRIMO PROGETTOIniziato nel 2007 e concluso nel 2010. Beneficiario il villaggio di Dessah, circa 6.000 abitanti, nelBenin, uno dei Paesi più poveri del mondo con una situazione altamente critica per l’assenzad’acqua potabile. Tra le finalità del progetto migliorare le condizioni di vita con la fornitura diacqua potabile alla popolazione e la conseguente riduzione delle malattie derivanti da contami-nazione dell’acqua. Partner del progetto Internazionali: tutti i 27 Rotary Club della SardegnaDistretto 2080, responsabile Lia Puggioni; Partner locale Rotary Club D’Abomey Calavi Distretto9100 Benin, responsabile Cyrille Adda. La Fondazione Rotary ha finanziato il progetto con un mat-ching-grant: capofila Rotary Club. Ogliastra. Sostenitori non rotariani del progetto: la ProvinciaOgliastra, il Comune di Tortolì; l’artista Maria Lai; le Associazioni di volontariato “Croce Verde” diTortolì e “Croce Bianca” di Baunei. Opere realizzate: un pozzo della profondità di circa 97 metri;un serbatoio d’acqua sopraelevato di 20 metri cubi; una canalizzazione di 3.500 metri lineari cheporta l’acqua a cinque fontane con due rubinetti ognuna, strategicamente posizionate nel villag-gio; un locale tecnico con gruppo elettrogeno e quadri elettrici; una pompa sommersa alimenta-ta dal gruppo elettrogeno. Costo del progetto 81.700 dollari.

SECONDO PROGETTOIniziato nel 2011 e concluso nel 2015.Beneficiario del progetto il villaggio diPaouignan, con circa 17.000 abitanti, e conuna situazione di alta criticità per l’accessodella popolazione all’acqua potabile. Il pro-getto ha conseguito l’obiettivo di miglioraredurevolmente le condizioni di vita del villag-gio garantendo la fornitura di acqua potabi-le con la conseguente riduzione dellemalattie derivanti dall’uso di acqua contaminata. Opere realizzate: un pozzo a grande portata; unserbatoio d’accumulo in cemento armato di 30 metri cubi; una rete di adduzione di circa di 6.000metri lineari; installazione una pompa immersa di potenza adeguata; una cabina di controllo incemento armato con gruppo elettrogeno; riabilitazione di dieci vecchie fontane non più funzio-nanti; sette nuove fontane in punti strategici del villaggio; un corso di formazione tecnica per imanutentori dell’impianto; istruzione e sensibilizzazione della popolazione e nelle scuole sul-l’igiene, nutrizione e corretto uso dell’acqua potabile. Partner del progetto Distretto 2080 con 42Rotary Club Italia (27 Club sardi e 15 di Roma e Lazio), responsabile Lia Puggioni. Partner loca-le: Rotary Club d’Abomey Calavi Distretto 9102 Benin, responsabile Cyrille Adda. La FondazioneRotary ha finanziato questo progetto. Costo 159.000 dollari.

L’ambulanza donata al Benin

Abitanti del villaggio di Paouignan

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contrario di quanto sarebbe oggi necessario. In ogni caso,quando il negoziato sulle condizioni del recesso potrà par-tire (auspicabilmente presto) bisognerà condurlo con moltafermezza: se vorranno recuperare parte dei molti vantaggiche essi ricavavano dall’appartenenza al mercato interno,dovranno accettarne tutte le componenti, a partire dallalibertà di circolazione delle persone, non più appesantitadalle irresponsabili concessioni che il Consiglio Europeoera pronto a fare loro purché rimanessero nell’Unione. Equesto anche come profilassi per eventuali tentazioni ana-loghe da parte di altri Paesi.

Ma soprattutto, che fare oggi dell’Europa? È ormaichiaro che l’attuale sistema non produce i risultati voluticon la rapidità necessaria. Oggi parlare di rilancio e di rin-novamento dell’Europa significa ancora una volta girareattorno al vero problema: nessuno dei fattori che hanno sinqui reso impossibile la condivisione dei flussi migratori, oche hanno alimentato la diversità di approccio alla maggiorparte dei problemi che si pongono all’azione comune spa-rirà per incanto dopo che la Gran Bretagna sarà uscitadall’Unione. E questo vale anche per la mistica dei “fonda-tori”. Bisogna ormai ripensare il rapporto fra gli Stati nazio-nali e la struttura sovranazionale, riducendo al massimo il

peso dell’intergovernativo e accrescendo la partecipazionepopolare all’azione delle istituzioni non mediata dai canalinazionali di rappresentanza.

Si riprende a parlare di unione politica, ed è questo unodegli effetti positivi del risultato del referendum inglese.Ma un’unione politica nella quale continuasse ad esserepresente lo stesso tasso di intergovernatività che caratteriz-za la struttura attuale dell’Unione sarebbe una contraddi-zione in termini, che o si tradurrebbe nell’imposizione dellavolontà del più forte o sarebbe destinata ad essere bloccata,se non dai veti incrociati, certamente dalle resistenze e dalleambiguità degli uni o degli altri. Quanti oggi, anche tra i“fondatori”, sono veramente consapevoli delle implicazioniistituzionali dell’unione politica e sono disposti ad usciredal paradigma attuale per intraprendere un cammino insenso veramente federale? E quanti sono consapevoli dellanecessità di “disintossicare” le nostre società dal tasso diimprovvisazione e di pressappochismo che sta rischiando disoffocarle? Le società complesse hanno bisogno di meccani-smi di intermediazione capaci di mediare lo scontro fra gliinteressi convergenti e, soprattutto, di recuperare un climaculturale che ci attrezzi a fare i conti con l’estrema comples-sità del reale.

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L’ANALISI

La prima osservazione che vorrei fare riguarda la Brexitnon tanto come episodio in sé, quanto come spiadella evoluzione in atto nelle nostre società verso una

lettura sempre più semplificata della realtà. Attraverso que-sta lente può essere letto non solo il risultato del referen-dum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’UnioneEuropea, ma anche tutti i principali sviluppi politici che sistanno svolgendo in molti paesi europei. In altri termini,nella vita politica e culturale dei nostri Paesi si sta perden-do la consapevolezza della complessità del reale. E la vitti-ma di questo processo è proprio chi ne viene additato stru-mentalmente come il protagonista principale, e cioè ilpopolo. Si fa sempre più spesso appello al popolo comedecisore ultimo e definitivo, ma nei fatti lo si condizionapesantemente attraverso una presentazione semplificatadella realtà, amplificata dall’uso spregiudicato dei nuovimezzi di informazione di massa. Il nesso ineludibile frascelta e conoscenza si va sempre più allentando, e le conse-guenze si vedono. C’è solo da sperare che lo scarto incom-mensurabile fra questo atteggiamento e le conseguenze cheproduce, di cui gli inglesi già stanno cominciando a render-si conto (un tempo si sarebbe parlato delle “dure replichedella storia”), riporti tutti ad un maggior senso di responsa-bilità nella lettura della realtà che ci circonda.

Immediatamente dopo che sono stati resi noti i risulta-ti del referendum bri-tannico si è intensifi-cata la caccia al colpe-vole della disaffezionedei cittadini europeiverso il processo diintegrazione che quelrisultato sembra con-fermare. Come spessoavviene, la responsa-bilità viene ricercatain qualcosa di impal-pabile. In questo casol’Europa. Ma cosa èl’Europa se non quel-lo che i leader deiPaesi europei hanno

voluto che fosse? Chi è responsabile della sindrome da inva-sione che si è diffusa nei nostri Paesi e che ha pesantemen-te condizionato l’esito del referendum britannico? Chi hafinora impedito qualunque tentativo di ridistribuzione deimigranti a livello europeo, rendendo ingestibile il fenome-no da parte degli Stati di prima linea e suscitando le reazio-ni delle popolazioni coinvolte? Chi ha imposto sinora unalettura grettamente ragionieristica dei criteri di Maastricht?Chi è responsabile del clima di sfiducia che grava sulle pro-spettive di completamento dell’Unione Monetaria? A chideve essere attribuita la responsabilità della paralisi di ogniprospettiva sovranazionale nella conduzione del processo diintegrazione? C’è una profonda slealtà nelle accuse chealcuni leader europei rivolgono oggi alla Commissione edal suo presidente. Se c’è un organismo, a parte la Bce, cheper fortuna agisce in un quadro compiutamente federale,che ha dimostrato di saper interpretare politicamente l’eu-ro e le sue regole, quello è la Commissione, e non certa-mente il Consiglio Europeo. Ma la colpa di tutto vieneaddossata oggi a Junker, mentre i membri del ConsiglioEuropeo continuano caparbiamente a rivendicare la guidadel processo.

Che fare oggi con gli inglesi? Purtroppo in questa fasesono loro a condurre il gioco. Non abbiamo alcuna possi-bilità di intervenire sulla procedura attraverso la quale la

Gran Bretagna dovràtrarre le conseguenzedegli esiti del referen-dum. I tempi di presen-tazione della richiestadi uscire dall’Unionesaranno quelli che leistituzioni britannichedecideranno, e perquanto preoccupati noisi possa essere per laprospettiva che l’attualesituazione di sospensio-ne si prolunghi ancoraper qualche mese, nonpotremo fare altro chesubirla. Esattamente il

34 Ottobre 2016 Ottobre 2016

Brexit, una beffa per l’Europa:sono gli inglesi a condurre il giocoAmbasciatore Giovan Battista Verderame

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nosciuto con marchio Igp) e perdover gestire un ingente flusso dimigranti provenenti dalla Siria.A fine agosto fu teatro di unastrage compiuta da un ragazzinodi dodici anni che si fece esplo-dere durante una festa di matri-monio. «A Gaziantep – spiegaReiter – vivono duecentomilasiriani, sono intere famiglie fug-gite dalla guerra che si sono sta-bilite lì in attesa che la situazio-ne nel loro Paese migliori. Nonvogliono andare in nessun altroposto. È una situazione moltodifficile resa ancora più pesante dalla possibilità che tratanti migranti possano infiltrarsi anche kamikaze dell’Isis».Concretamente Liz Reiter quando si trova a Gazianteplavora a fianco delle donne e dei bambini: «Le supportiamosu diritti, leadership e insegniamo loro come fare progetti.Sono donne molto determinate, hanno tante idee, voglio-no essere incoraggiate, molte sono sole con bambini, per-ché i loro mariti o sono morti in guerra o sono detenuti dalregime di Assad. Lavorano come donne delle pulizie, neicampi o si dedicano ad attività artigianali. Hanno realizza-to dei particolari orecchini in filo con i colori della Siria e aforma di lacrima. Per esorcizzare la paura dicono: Drop ear-rings not bombs. Altre vogliono partecipare attivamente allocal council, perché non vogliono che siano solo gli uomi-

ni a prendere le decisioni».Non è difficile creare relazio-

ni con le donne siriane: «Mimostro umile, perché rispetto laloro storia e il loro dramma.Non ho soluzioni pronte. Primadi tutto ascolto e poi cerco didare i consigli che mi vengonochiesti. E se mi invitano a pran-zo vado perché è importanteconoscerle nella loro vita privatae quotidiana».

Sono tante le donne sirianeche ha incontrato: le ha vistepiangere, ridere, pregare, lottare

e non piegarsi. Ognuna ha una storia da raccontare. Ma cen’è una che ha colpito particolarmente Liz Reiter ed è quel-la di Ahlam, una giovane donna divorziata. «Essere divor-ziate in Siria – sottolinea – è una condizione poco onorevo-le. Ahlam è un’eroina, era sposata e quando è iniziata larivoluzione voleva anche lei essere parte di quella protesta.Ma il marito non accettava l’idea che una donna potesseessere un’attivista e l’ha lasciata dopo che lei aveva parteci-pato a una manifestazione. È stata così costretta ad abban-donare la Siria, si è trasferita in Turchia e ora lavora a fian-co di molte altre donne. Ha fatto scelte molto coraggiose eha costituito un’organizzazione che lotta per i impedire imatrimoni delle “spose bambine”. Mi hanno colpito il suoorgoglio e la sua dignità…”.

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NUOVI ROTARIANI

Da Washington a Tripoli, a Tunisi, pas-sando tra un giro e l’altro per Haiti eAnkara. Elizabeth Reiter, americana

di nascita e italiana d’adozione, quando non èin trasferta all’estero, vive a Celleno, un borgodella Tuscia che risale al 1200. «Qui – raccon-ta – con mio marito abbiamo trovato la pace,Celleno è il nostro rifugio. E qui nei momentidi pausa, ho avuto modo di incontrare alcunirotariani. Mi sono innamorata del Rotary e orasono socia del Club Satellite Roma Sud-EstQuirinale. Per me è importante conoscere efrequentare persone che hanno il mio stessosentire. E il Rotary mi piace perché è un’orga-nizzazione che si apre all’umanità». Vulcanica,piena di entusiasmo e con la valigia semprepronta per un nuovo viaggio che la porterà inzone di guerra o del Terzo Mondo, Elizabeth Reiter, conuna collega, ha fondato nel 2015 MainSpring Inter-national, un’azienda che collabora con organizzazioni loca-li di Paesi in via di sviluppo: «Non diamo finanziamenti,ma aiutiamo le popolazioni in difficoltà a capire quali sonole loro reali necessità. In sostanza, creiamo progetti di svi-luppo. Siamo intervenuti in Tunisia, Liberia, Zimbawe».Da anni è anche consulente di Ifes (International

Foundation for Electoral Systems), un’organizzazione nongovernativa fondata nel 1987.

L’Ifes ha sede a Washington e fornisce assistenza e soste-gno per le elezioni alle nuove ed emergenti democrazie. Dalmomento della sua costituzione ha fornito assistenza a 135Paesi e ha attualmente programmi in oltre trenta paesidell’Asia, Africa, Europa e America. «Forniamo aiuto – diceElizabeth Reiter – a costruire società democratiche nei Paesi

che escono da dittature o si trovano in situazionipost-belliche. Sono specialista in governance dellasocietà civile e anche in progetti che favoriscono idiritti delle donne». Un lavoro impegnativo cheattualmente svolge nel Sud della Turchia con i pro-fughi siriani e che nel 2012-13 aveva effettuato inLibia.

«Ho vissuto per quattordici mesi a Tripoli nelperiodo post-Gheddafi. Mi sono trovata lì per leprime elezioni dopo la caduta del regime del Raìs».La sua organizzazione è presente anche in Siria e leiopera a Gaziantep, una città che si trova nel sud-estdella Turchia a quaranta chilometri dal confine conla Siria. L’antica città ottomana è famosa per ilbaklava, un dolce tipico a base di pistacchio (rico-

36 Ottobre 2016 Ottobre 2016

MISSIONENELLE ZONE DI GUERRA

Liz Reiter, in viaggio da Washington a Tripoli e ad Ankaradi Désirée Ragazzi

Da destra, Liz Reiter durante un incontro con due siriane

Studenti siriani in un bar a Gaziantep in Turchia

Ragazze siriane durante un incontro di formazione

«Divorziare in Siria per le donneè poco “onorevole”. Ho

conosciuto una donna che hasubito il divorzio perché volevapartecipare attivamente a unamanifestazione. Ora vive in

Turchia e lotta contro la praticadelle “spose bambine”»

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“Non dobbiamo vivere in modo egoistico, ma con la gioiadi fare del bene agli altri”

Arch Klumph, fondatore della Fondazione Rotary

CENTO ANNI DELLA FONDAZIONE ROTARYNell’anno rotariano 2016-2017 la Fondazione Rotary compie centoanni. In un secolo i soci del Rotary hanno cambiato la vita delle per-sone e migliorato le comunità in tutto il mondo. E questo è senz’al-tro qualcosa che merita di essere celebrato. Attraverso la Fondazione irotariani hanno finanziato migliaia di progetti per fornire acqua puli-

ta, combattere le malattie, pro-muovere la pace, fornire l’istru-zione di base e far crescere l’eco-nomia locale. Inoltre, i rotarianisono in prima fila nello sforzo di eradicare la polio in tutto il mondo. Ilcentenario è l’occasione perfetta per condividere con il resto del mondoquesto ragguardevole risultato e sarà celebrato con una serie di attivitànel corso dell’intero anno che si concluderà al Congresso di Atlanta.

Standout Woman Award 2016Il riconoscimento alla Dgn del Distretto 2080, Patrizia Cardone

Il Premio alle “Donne eccellenti”, StandoutWoman Award 2016, durante una cerimonia(che si è tenuta nell’aula dei gruppi parlamen-tari a Roma), è stato assegnato anche a PatriziaCardone, past president del Club Roma Est egovernatore del Distretto 2080 per l’anno 2018-2019.Durante la manifestazione, alla presenza dinumerose autorità sono state ascoltate coninteresse sia le motivazioni del riconoscimento, sia le successive dichiarazioni di ogni “premiata”.Patrizia Cardone, architetto e scenografa della Rai, attiva particolarmente nell’associazionismo e nellenote battaglie per la legalità e contro il bullismo, ha voluto dedicare il Premio al suo Club Rotary d’ap-partenenza: «Sono orgogliosa d’essere rotariana».

38 Ottobre 2016

VORRESTI FARE DOMANDA PER UNA BORSA DISTUDIO E PENSI DI AVERNE LE QUALIFICHE?

Il Rotary ti offre numerose possibilità: dalla partecipazione a un campo musicaleestivo a una borsa di studio per il diploma di Master.

Molti Rotary Club offrono borse di studio a livello di laurea breve, diploma di Mastere specializzazione internazionale. Queste borse si rivolgono a giovani con spiccatedoti di leadership, che condividono i nostri ideali nel servire al di sopra di ogni inte-resse personale.

Giovani laureati e giovani professionisti con un profondo interesse per le questionidella pace possono presentare domanda per i programmi di specializzazione post-universitaria presso uno dei Centri della pace del Rotary.

Borsista della pace del Rotary aiuta il suo Paese nella ricostruzione

Per Path Heang l’impegno per la pace è strettamente legato allasua storia personale. Costretto a fuggire con la sua famigliasotto i bombardamenti dal villaggio cambogiano in cui viveva,Heang ha trascorso parte della sua infanzia lavorando nelle risa-ie di un campo di concentramento dei Khmer Rossi.Spinto dal desiderio di aiutare il suo Paese a risollevarsi dopoanni di brutalità, Path si è iscritto alla University of Queensland,Australia, con il sussidio di una borsa della pace del Rotary. Oggi,

a capo di un ufficio dell’Unicef in Cambogia, dirige sei programmi rivolti a milioni di donne e bam-bini tra i più poveri della nazione. Nel periodo trascorso come borsista, Heang ha potuto appro-fondire le questioni inerenti al Tribunale speciale per i Khmer Rossi e alla sicurezza pressol’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico.«Se mi trovo in questa posizione di responsabilità, lo devo alle competenze e alle capacità ana-litiche che ho sviluppato come borsista della pace – afferma Heang – Oggi posso contribuire aorientare le politiche sociali a favore dei poveri in Cambogia».

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MARATONA DI ROMA

Domenica 2 aprile 2017

Partecipa alla Roma

Fun, camminata non

competitiva, nelle

strade della Capitale e

sostieni la campagna di

eradicazione della Polio

#ENDPOLIONOW