disprassia... · 1. disprassia ideativa. difficoltà a pianificare una sequenza di movimenti...
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-2015 vuole essere da supporto a tutti i colleghi curricolari e di sostegno che sempre più spesso devono confrontarsi con alunni che hanno questo disturbo molto complesso e delicato al tempo stesso.
Per la stesura del presente lavoro i componenti del gruppo hanno partecipato ad incontri di aggiornamento- formazione promossi dal CTS di Pavia nel mese di Aprile 2015 e hanno fatto riferimento a pubblicazioni di Erickson e al sito di AIDEE
La Commissione
Magnani Sara
Mariotti Laura
Polani Davide
Lanfranchi Orietta
La disprassia è classificata dal DSM-IV (Diagnostic and Statical Manual of Mental Disorders) come
disturbo evolutivo della coordinazione motoria (DCD).
T re sono i cr iter i indicati per la diagnosi della disprassia:
1. presenza di una marcata difficoltà o di un r itardo nello sviluppo della coordinazione motoria.
2. difficoltà di coordinazione non dovute a condizioni patologiche mediche (quali ad esempio, paralisi
cerebrali infantili, distrofia muscolare); se il ritardo di sviluppo cognitivo è presente, le difficoltà motorie
devono essere preponderanti rispetto ad altre associate.
3. queste difficoltà interfer iscono con e con le attività della vita quotidiana.
La disprassia può manifestarsi tramite un ritardo nel raggiungimento delle tappe di sviluppo
motorio, goffaggine nei movimenti, scarse capacità sportive o disgrafia.
Perché si possa porre la diagnosi, occorre che queste prestazioni inadeguate interferiscano in
maniera significativa con i risultati scolastici o le Attività della V ita Quotidiana.
Attività della V ita Quotidiana le scarpe,
Inoltre, veri e propri deficit durante le attività scolastiche: difficoltà di scrittura, disgrafia o di
lettura (spesso per lentezza e difficoltà di decodifica a causa di deficit della coordinazione dei
movimenti di sguardo).
I soggetti colpiti da questi disturbi non riescono a compiere movimenti intenzionali in serie o in
pensare a pianificare i movimenti che hanno difficoltà ad automatizzare.
Le difficoltà gestuali sono spesso correlate a difficoltà nel separare ed utilizzare adeguatamente le
di ipotonia degli arti super iori, che risulta
Spesso sono associati disturbi percettivi e visuospaziali, problemi di attenzione e di
comportamento e problemi di apprendimento.
Prima di tutto, la disprassia è quindi un disturbo della coordinazione motoria. Sono quindi le
difficoltà che il bambino incontra nelle attività che richiedono coordinazione motoria, e non il
quoziente intellettivo, a permettere di porre tale diagnosi.
Il bambino disprassico anche quando ha imparato ad eseguire determinate azioni, necessita di
tempi più lunghi e manifesta lentezza esecutiva, sia in attività della vita quotidiana, che nelle
attività scolastiche.
Va ricordato che nei casi di il livello cognitivo è nella norma e spesso il carico
di frustrazione è tale da portare questi soggetti verso disturbi comportamentali o della condotta.
Importante quindi un tempestivo riconoscimento del problema per attivare un intervento
V A RI T IPI D I D ISPR ASSI A
Si può riscontrare nella clinica:
Disprassia primaria o pura (non associata ad altra patologia e che non presenta segni neurologici
evidenti).
Disprassia secondaria (associata ad altra patologie e sindromi: PCI (paralisi cerebrale infantile),
Sindrome di Williams, Sindrome di Down, Disturbi pervasivi dello Sviluppo, ADD, ADHD, ossia
zione con o senza Iperattività).
Spesso può capitare che nello stesso bambino si riscontrino uno o più tipi di disprassia, di cui una
tipologia è preminente, rispetto ad altri segnali più sfumati della disprassia.
Le principali tipologie di deficit dell sono le seguenti:
1. Disprassia ideativa. Difficoltà a pianificare una sequenza di movimenti coordinati: ad esempio le
2. Disprassia ideomotoria. Il soggetto sa cosa fare, ma non riesce a passare dal piano ideativo a
quello motorio esecutivo .
3. Disprassia costruttiva e grafo-motoria. Comporta difficoltà nella pianificazione di compiti
costruttivi (ad esempio giochi di costruzione, bricolage), grafo-motori (disegno, scrittura) e nelle
attività che richiedono abilità visuo-spaziali (giochi di squadra).
4. Disgrafia. Disturbo specifico della scrittura manuale (grave irregolarità dei caratteri e/o estrema
lentezza esecutiva).
5. Disprassia orale. Interessa le labbra, la lingua, il velo pendulo. I lattanti non riescono a succhiare e
presentano problemi di alimentazione o il bambino, ad esempio, non riesce a soffiare e a spegnere
6. Disprassia dello sguardo
negli occhi gli interlocutori e spesso ha uno sguardo apparentemente assente. Di frequente
C O M O RBID
I disordini della coordinazione motoria sono spesso frequentemente associati ad altri problemi
In base al tipo di azione che il bambino ha difficoltà ha compiere automaticamente possiamo
distinguere una disprassia:
Verbale: si riferisce alla ridotta capacità di elaborare frasi, di mettere in ordine corretto le
generale, di elab
Motoria: coinvolge le azioni legate al movimento, come per esempio camminare, scrivere,
automatizzati.
Oculare: chiamata anche oculomotoria, è legata ad una minore capacità di controllare i
righe del quaderno muovendo solo gli occhi, per compiere questa azione il bambino (con
disprassia) deve muovere tutta la testa.
La suddivisione clinica riprende le tipologie sopra elencate, ma entra più nello specifico e distingue una
disprassia:
M elocinetica: riguarda una ridotta capacità di eseguire movimenti in rapida successione, come per
esempio camminare, saltare, correre.
Ideativa
dopo averla pensata a metterla in pratica.
Espressiva: il soggetto ha una ridotta capacità di esprimere le emozioni mediante la mimica facciale.
Non riesce quindi a correlare lo stato emozionale, per esempio paura, rabbia, tristezza, felicità, ai corretti
ozione.
Deambulatoria: il soggetto non riesce ad adattare il proprio modo di camminare in base a ciò che viene
punta di piedi o camminata sui talloni.
Costruttiva: la difficoltà
percepire lo spazio, sia bidimensionale che tridimensionale, in maniera adeguata.
: il soggetto ha difficoltà a rapportare i vari capi di vestiario alle varie parti del corpo
iniziare con la biancheria intima e di finire con le scarpe, il bambino potrà compiere i movimenti al
contrario).
C OSA O C C O RR E RI C O RD A R E
La disprassia è in primo luogo un disturbo della coordinazione motoria.
teressa almeno il 3 - 6% dei bambini in età
evolutiva (compresa tra 5 e 11 anni) e si verifica maggiormente nei maschi rispetto alle
femmine.
Conoscere il funzionamento del cervello normale permette di evitare le situazioni di
sovraccarico cognitivo.
La disprassia è talvolta difficile da diagnosticare poiché i sintomi si possono sovrapporre con quelli di
altre patologie.
Tra le varie ipotesi, si pensa che la disprassia possa avere cause:
ereditarie (la disprassia si manifesta in figli di genitori che hanno sofferto di disprassia)
congenite (mutazione del gene FOXP2, gene coinvolto nello sviluppo verbale)
legate alla gravidanza
legate al parto.
L A DI A G N OSI
La diagnosi richiede una valutazione multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali:
psicomotricista, psicologo clinico); accanto a queste figure tradizionali, tuttavia, non si dovrebbe
trascurare la necessità di un approfondimento della funzione visiva (oculista e ortottista).
diagnosi, che di un progetto mirato di terapia.
Purtroppo, per la diagnosi, non vi sono linee chiare e condivise a livello internazionale.
Il DSM-I V-T R (2000) prevede i seguenti criteri principali per la diagnosi di disturbo della coordinazione
motoria:
1.
compiti quotidiani inferiori a quanto atteso per età e QI).
2. Le difficoltà di coordinazione non sono dovute a condizioni patologiche, quali paralisi cerebrale infantile,
distrofia muscolare o altro.
3. Se il ritardo di sviluppo è evidente, le difficoltà motorie sono prevalenti rispetto ad altre generalmente
associate.
4. e attività della vita quotidiana.
I due principali cr iteri di esclusione: assenza di danni neurologici e di disabilità intellettiva: QI > 70.
per la certificazione della diagnosi clinica solo dopo i 5 anni.
Questo è giustificato dalle necessità di considerare le variabili correlate allo sviluppo individuale e alle
caratteristiche ambientali e culturali (diverse possibilità di esperienze).
Tale scelta, se da
preziosi interventi riabilitativi in età prescolare.
Il logopedista e/o lo psicologo o il pedagogista clinico potranno analizzare in dettaglio le abilità grafo-
motorie e di scrittura, per la valutazione clinica delle abilità visuo-percettive, grafo- motorie e della
scrittura.
Un semplice criterio guida per gli insegnanti
tività e oppone resistenze sistematiche, segnala una propria
Nel definire un percorso di riabilitazione e rieducazione psicomotoria è necessario pertanto considerare
Non bisogna trascurare gli aspetti emotivo-relazionali che condizionano la motivazio
I l bambino disprassico e la scuola
Difficoltà legate alla motricità fine (disegnare, infilare perle, ritagliare) Difficoltà di grafismo e scrittura (il bambino riesce a malapena a scrivere il suo nome nonostante
un grande sforzo per riprodurre qualsiasi segno grafico (disegna a livello di scarabocchi). Difficoltà delle attività di conteggio di oggetti (la coordinazione fra dito e occhio, essenziale per fissare
gli oggetti, è assente) Il bambino è in continuo movimento Necessita di tempi lunghi per svolgere qualsiasi compito e rinuncia se trova qualche difficoltà Non segue i ritmi Ha difficoltà di socializzazione Ha un repertorio limitato di gesti Non riesce ad utilizzare le forbici
Difficoltà nella Scuola Primaria e Secondaria
Difficoltà nella scrittura (riproduzione non corretta delle lettere; nonostante gli sforzi investiti, il risultato è insoddisfacente: lettere troppo grandi e non riescono a stare dentro le righe del quaderno, il tracciato è insicuro, ecc..)
Facile distraibilità e tempi di attenzione molto brevi. La copiatura è imprecisa (dovuta a una difficoltà nella coordinazione oculo-manuale) e questo porta a
tanti errori ortografici. Lentezza esecutiva Nel primo ciclo elementare ancora la dominanza non è acquisita Difficoltà nella lettura dovuta a una ridotta capacità del controllo del movimento oculare. Aritmetica: problemi in enumerazione; difficoltà di rappresentazione che possono portare ad esempio a
allineare le cifre in colonna.
Cosa occorre r icordare
1. I bambini disprassici non sono in grado di apprendere attraverso la scrittura manuale 2. Se i materiali proposti sono visivamente troppo carichi, i loro problemi di percezione ostacolano
3.
contare 4. -spaziali 5. Alla disprassia è legato un deficit di organizzazione
La Disprassia Evolutiva, essendo un disturbo multisistemico che coinvolge diversi aspetti dello sviluppo, rientra nella grande area dei BES e spesso si trova in comorbidità con disturbi specifici di apprendimento o altri disturbi evolutivi. In ambito scolastico, nei casi più severi, specie se presenta una compromissione cognitiva (Disprassie secondarie a quadri clinici complessi) è possibile fare riferimento alla Legge 104 per il sostegno scolastico. Nei casi più lievi di disprassia evolutiva occorre individuare le spec ifiche difficoltà di apprendimento inquadrabili come DSA e fare riferimento alla recente legge 170 (8-10-2010). Gli enti competenti per le certificazioni sono i servizi territoriali ASL, ma se vi sono difficoltà organizzative e/o di tempi per la valutazione diagnostica è possibile ricorrere a specialisti privati e portare la documentazione al servizio territoriale di competenza che potrà accoglierla o proporre una propria valutazione di verifica in tempi accettabili.
Lo studente disprassico ha diritto:
alla personalizzazione del percorso scolastico (legge 53/2003) alla compilazione di un PDP a misure dispensative per aiutare a ridurre gli effetti predisponendo una modalità più adatta alle caratteristiche del bambino a misure compensative per compensaautomatici
Si consiglia di evitare:
la scrittura sotto veloce dettatura di prendere appunti la copiatura dalla lavagna la scrittura in corsivo il disegno geometrico su foglio bianco lettura delle note e il contemporaneo uso di uno strumento musicale esercizi di educazione motoria che richiedano doti di equilibrio o co
In base alla diagnosi e alla classe frequentata si potrebbero fornire una serie di strumenti compensativi:
-matite, pastelli e temperini ergonomici
-quaderni con righe colorate
-quaderni per lo stampato maiuscolo/corsivo con guide direzionali di movimento
-quaderni per imparare la corretta scrittura dei numeri con guida direzionale del movimento
Strumenti per contare:
-linea del 20,100,1000
-griglie per incolonnare i numeri
-striscia del tempo
-striscia del sistema metrico decimale
-tavola pitagorica
Strumenti per il disegno: - Foglio formato A4 con quadretto da 1cm - Tecnigrafo con squadrette incorporate - Compasso con perno di rotazione ergonomico
Strumenti per orientarsi nello spazio e nel tempo - Linea del tempo (con scansione per anni, mesi, giorni) - Calendario - Diario per annotare le attività del giorno - Orologio digitale e a lancette di cartoncino - Atlante geografico semplificato
Strumenti per studiare ed organizzare i contenuti
- Formulari - Schemi e mappe concettuali - Tabelle delle misure e formule geometriche - Computer con sintesi vocale - Registratore o penna per registrare - Vocabolario multimediale
ALTRI SEMPLICI ACCORGIMENTI
Uso di un astuccio facile da aprire (che non richieda troppa abilità con le prassie fini) Matite e pastelli ergonomici e contrassegnati con un simbolo per il riconoscimento Segnalibro da inserire nel diario per trovare immediatamente la pagina del giorno Posizionare forbici e colla in un astuccio separato dai colori in modo da facilitare la ricerca dei materiali Abituare il bambino a tirare fuori dallo zaino solo i materiali necessari per la specifica lezione e poi riporli in cartella in modo da non accumulare tutto sotto al banco.
Il bambino disprassico dovrà indossare a scuola indumenti pratici e funzionali
Pantaloni con elastico in modo che il bambino eviti di rimanere bloccato in bagno perché non riesce ad abbottonare o sbottonare Scarpe con il velcro Magliette con cerniera anziché i bottoni
E IL CIBO?
per un bambino disprassico soprattutto nei primi anni di scuola.
Uso di porta bicchieri di plastica Posate in metallo Piatti in materiale non deformabile
problema molto presente nella vita di un bambino disprassico.