disiounari ousitan - diccionari occitan de robilant e rocavion - parte introduttiva
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Di Lorenzo Artusio, Piermarco Audisio, Gianni Giraudo, Eliano MacarioTRANSCRIPT
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Presentazione
L’idea di raccogliere in un vocabolario la nostra lingua madre
si è concretizzata in quest’opera nell’arco di circa vent’anni.
Il nostro scopo è stato quello di ricercare, ordinare e classificare le
parole e le locuzioni in uso , in questo momento, nelle parlate di
Robilante e Roccavione che, presentando una similitudine
sorprendente (se si considerano altre realtà linguistiche limitrofe),
hanno permesso l’accorpamento sotto un unico titolo.
Nel corso degli anni, con umiltà, meticolosità ed entusiasmo,
abbiamo coltivato e perseguito l’ambizioso fine di realizzare
un’opera di salvaguardia e studio di una regione culturalmente di
passaggio tra la pianura e la montagna, nella fattispecie le Valli
Vermenagna e Gesso (destra orografica).
Abbiamo effettuato un utile ed interessante raffronto etimologico sia
consultando numerosi dizionari e testi pubblicati in Italia ed Oltralpe
sia confrontando le parlate di Vernante e di Roaschia.
Questi due paesi confinanti, di media ed alta valle, hanno
effettivamente mantenuto un’ottima dizione occitana, a conferma
dell’esistenza delle cosiddette “isoglosse”, ossia fasce altimetriche
virtuali che accomunano gli idiomi in senso trasversale dividendo,
consequenzialmente, le pertinenti aree vallive idealmente in “alte” (“
medie”) e “basse”.
Da quanto detto si evince che la nostra è la lingua di una regione di
bassa valle, dove già si respira l’influenza del Piemontese ma forti si
percepiscono ancora le radici Occitane.
Queste conferiscono una apprezzabile identità linguistica a coloro
che ne fanno uso comune.
Interessanti e notevoli corrispondenze si trovano, in situazioni
analoghe, nei paesi viciniori, come Boves e Peveragno, così come in
paesi ubicati a maggior distanza come Vignolo, Cervasca, Bernezzo
ed altri con un particolare riferimento a Roccasparvera, ove è elevato
il grado di comunanza terminologica.
Il nostro lavoro registra oltre 13.000 tra voci, locuzioni ed espressioni
lessicali che caratterizzano il nostro dialetto e lo elevano a dignità di
lingua.
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Per snellire la consultazione abbiamo volutamente tralasciato molti
neologismi non peculiari o caratterizzanti e, quindi, non
rappresentativi.
La grafia che meglio ci è parsa interpretare ed esprimere le molteplici
e talora complesse problematiche fonetiche è quella consigliata dall’
“Escolo dòou Po” nata con l'Associazione il 14 Agosto 1961 a
Crissolo.
Abbiamo voluto affiancare un’ulteriore trascrizione dei lemmi
secondo i dettami della grafia etimologica “normalizzata”
(Alibertina) , per rispondere e contribuire ad una crescente e sentita
esigenza di uniformità grafica nel vasto e variegato panorama della
lingua occitana.
Un doveroso e riconoscente ringraziamento a tutte quelle persone
che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione di questo
vocabolario per la loro disponibilità e competenza.
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Grafia detta dell’ “Escolo dòou Po”
Vocali: a, e, i, o = alle corrispondenti italiane;
ou = u italiana;
u = u francese;
œ = eu francese di fleur o œuf;
ë = e semimuta francese di le (il);
I dittonghi composti da a, o, œ + ou si scrivono aou, oou, œou.
Le consonanti si scrivono come in italiano, tranne le seguenti: ch = c(i) italiana, come in cena, si usa davanti a tutte le vocali ed in posizione finale;
c = c(h) italiana, come in cane, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale;
qu = c(h) italiana, si usa davanti ad e, ë, i;
j = g(i) italiana, come in gene, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale;
g = g(i) italiana, si usa davanti ad e, ë, i;
g = g(h) italiana, come in gatto, si usa davanti ad a, o, œ, ou, u ed in posizione finale;
gu = g(h) italiana, si usa davanti ad e, ë, i;
s = s aspra italiana, come in sole, può essere semplice o doppia;
z = s dolce italiana, come in rosa, può essere semplice o doppia;
ts = z aspra italiana, come in azione;
dz = z dolce italiana, come in zaino;
sh = sc(i) italiana, come in scena;
nh = gn italiana, come in gnomo;
lh = gl(i) italiana, come in aglio;
zh = j francese, come in jeu;
nn = n apicale, in posizione finale;
h = indica che due vocali devono essere pronunciate distintamente; ..
= dieresi: indica che due vocali devono essere pronunciate distintamente (come con
l’utilizzo di h);
� = accento grave: indica una vocale aperta;
� = accento acuto: indica una vocale chiusa;
^ = accento circonflesso: indica una vocale lunga;
' = apostrofo: indica la perdita di una vocale o di una sillaba;
La lunghezza delle consonanti si indica con il raddoppiamento del segno, come in italiano.
Nei digrammi (ch, nh, ecc.) si raddoppia soltanto il primo elemento.
Per la ‘e’ è stato usato l'accento circonflesso per indicare l'allungamento della vocale aperta ‘ê’
= ‘èè’, mentre per l'allungamento della vocale chiusa è stato utilizzato ‘ée’.
L'accento tonico cade di norma sull'ultima sillaba se la parola termina con consonante e sulla
penultima sillaba se la parola termina con vocale. In questi casi non è stata indicata
l'accentazione se non per evidenziare l'apertura della ‘è’.
Per le parole terminanti con ‘s’ (preceduta da vocale) si è proceduto con l'accentazione come se
la ‘s’ non ci fosse.
La 'i' e la 'u' vicine ad altre vocali normalmente non sono toniche. In caso contrario sono state
accentate.
La ‘œ’ è sempre tonica.
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Grafia classica
Pronuncia delle vocali
o/ó = u italiana
ò = o italiana
u = u francese
a (finale) si pronuncia di solito o italiana
a,è, è, í i come in italiano
Pronuncia delle consonanti
Viene pronunciato Esempi
c = c(h) italiana davanti: a, ò, o, u calinhar, còire
qu = c(h) italiana davanti: e, i querre c = s italiana davanti: e, i ceba, cinc
ch = c(i) italiana in tutte le posizioni
g = g(h) italiana davanti: a, ò, o, u gaire, magon
gu = g(h) italiana davanti: e, i guèrs, guinchar
g, tg = g(i) italiana davanti: e,i gent, viatge
j, tj = g(i) italiana davanti: a, ò, o, u minjar, viatjar, jorn
s = s sorda all’inizio ed alla fine di parola,
all’interno di parola
accanto ad una consonante solelh, tres, escòla
s = s sonora intervocalica ase, maison
ss = s sorda intervocalica caissa
ç = s sorda davanti: a, ò, o, u ed in fine di parola
dança, chançon, braç
z = s sonora zoològic, azur, realizacion
x = s sorda exemple, exercici
lh = gl(i) italiana/i/g(i) italiana palha
nh = gn italiana anhèl
Altre regole di pronuncia dell’occitano cisalpino
(tenendo conto delle differenti pronunce sul territorio)
Viene pronunciato Esempi
-as (finale) as/es/os/e/aa vachas
ai (non tonico) ai/ei/i maison
aü aü/eu/ei aüra, maüra
ao (tonica) òu muraor (da murador)
ao (atona) au/u Draonier
aoi òi rata volaoira
ae ei paela, chaena (da chadena)
au (atona) au/u auberge ea ea/ia beal, leam
eè eè/ie veèl
ble, cle, ple (finale) ble/bi, cle/qui, ple/pi estable, cercle, exemple bl, cl, fl, gl, pl bl/bi, cl/qui, fl/fi, gl/gui, pl/pi blanc, clau, flor, glèisa, plòu
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Note per la consultazione
el presente dizionario le voci sono indicate singolarmente e non raggruppate in lemmi.
Sono riportati anche i nomi propri, in sequenza con gli altri termini e non in un elenco a parte.
Pure i modi di dire sono riportati con una voce a sé stante e non all'interno della parola chiave.
Per la lingua locale la grafia adottata è quella dell' ‘Escolo dòou Po’.
Nella prima parte le voci sono ordinate nella lingua locale e nella seconda parte in italiano.
Per la prima parte la struttura di ogni termine comprende:
- la forma locale,
- la relativa qualifica grammaticale,
- l'ambito di uso,
- l'eventuale territorio di uso, Robilante o Roccavione, quando il termine non è diffuso in entrambi i
paesi,
- la traduzione in italiano,
- il nome scientifico per animali e vegetali;
- la qualifica grammaticale italiana,
- eventuali annotazioni sull'uso del termine, su femminili, su plurali irregolari, su contrari e la prima
persona dell'indicativo presente per i verbi irregolari;
- esempi, proverbi, modi di dire;
- la trascrizione in grafia classica.
Per la seconda parte la struttura di ogni termine comprende:
- la forma italiana,
- la relativa qualifica grammaticale,
- la forma locale,
- la trascrizione in grafia classica.
e parole in italiano sono scritte in corsivo, le rimanenti in caratteri normali con tipo di carattere Times
New Roman.
Le parole in grafia classica sono state scritte con caratteri senza grazie con tipo di carattere Arial.
I nomi scientifici sono stati racchiusi tra ‘<>‘.
l dizionario è frutto di un lavoro di raccolta dei termini nella parlata locale e della relativa traduzione in
italiano. Quando non si è riusciti a tradurre con singoli termini, o quando il termine italiano poteva
essere ambiguo, si è fatto ricorso a descrizioni nelle quali le parole chiave/più significative sono state
scritte in neretto lasciando la parte rimanente in chiaro.
Anche nelle espressioni locali, costituite da più termini, si sono evidenziate le parole chiave lasciando
quelle che precedono in chiaro.
Diversi significati in italiano sono stati tra loro separati da sbarre oblique ‘/’.
Per la seconda parte, dall'italiano al locale, si sono raggruppati i termini aventi uguale significato.
Anche qui si è adottata la stessa convenzione tipografica del neretto.
elle parole in grafia classica, quando l’evoluzione della forma locale presenta una forte
differenziazione dalla forma occitana, sono state riportate due versioni: la prima che rispecchia la
parlata locale e la seconda avente una più ampia area di diffusione.
Nei casi di forme occitane equivalenti, in particolare per l'iniziale ar / re, sono state riportate entrambe le
forme.
Per le parole che nella parlata locale hanno una ‘v’ alla quale corrisponde una ‘b’ nella maggior parte
dell’Occitania corrisponde, sono state riportate entrambe le forme.
er le parole locali che iniziano con ‘s’ impura, si è scelto di indicare la ‘ë’ che precede la ‘s’. Negli
esempi tale ‘ë’, quando è scarsamente percepibile, è stata sostituita con un apostrofo.
Sono state riportate tra parentesi tonde, dopo il termine, le particelle dei verbi pronominali scritti in
grafia classica.
Nell'appendice sono stati riportati tra parentesi tonde i suoni che non sono generalizzati: la 'i' finale della
prima persona al futuro, che non è presente a Roccavione, e 'is' nei verbi che hanno l'infinito in 'î'.
N
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Abbreviazioni
abb. abbigliamento
agg. aggettivo
agr. agricoltura
alim. alimentazione
all. allevamento
anat. parti anatomiche
anim. di animale
art. articolo
ausil. ausiliario
avv. avverbio
bot. botanica
cfr. confronta
cfr.> confronta (forma
preferibile)
cntr. contrario
cong. congiunzione
cost. costruzioni
difett. difettivo
disp. dispregiativo
es. esempio
escl. esclamazione
f. femminile
fig. senso figurato
geo. geologia / geografia
impers. impersonale
ind.pres. indicativo presente
indef. indefinito
inft. voce infantile
interr. interrogativo
intr. intransitivo
loc. locuzione
m. maschile
med. medicina
mes. mestieri
met. meteorologia
mil. militare
n.c. numerale cardinale
n.o. numerale ordinale
n.p. nome proprio
pers. persona / personale
pl. plurale
prep. preposizione
pron. pronome /
pronominale
pvb. proverbio
rel. religione
rifl. riflessivo
s. sostantivo
s.f. sostantivo femminile
s.m. sostantivo maschile
scol. scuola / sapere
scrz. scherzoso
spec. specialmente
suff. suffisso
top. toponimo
tr. transitivo
v. verbo
zool. zoologia