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DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE

UNITÀ TEMATICA B: POLITICA STRUTTURALE E DI COESIONE

AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE

L'AGRICOLTURA DELLE ISOLE CANARIE

NOTA

Il presente documento è stato richiesto dalla commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo. AUTORE E AMMINISTRATORE RESPONSABILE Albert MASSOT Unità tematica B: politica strutturale e di Coesione Parlamento europeo E-mail: [email protected] ASSISTENZA REDAZIONALE Catherine MORVAN VERSIONI LINGUISTICHE Originale: ES. Traduzioni: DE, EL, EN, IT, PL, PT, RO. INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE È possibile contattare l'Unità tematica o abbonarsi alla newsletter mensile pubblicata dalla stessa scrivendo al seguente indirizzo: [email protected] Manoscritto ultimato a giugno 2011. Bruxelles, © Parlamento europeo, 2011 Il presente documento è disponibile al seguente indirizzo Internet: http://www.europarl.europa.eu/studies LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÁ Le opinioni espresse nel presente documento sono di responsabilità esclusiva dell'autore e non riflettono necessariamente la posizione ufficiale del Parlamento europeo. Riproduzione e traduzione autorizzate, salvo a fini commerciali, con menzione della fonte, previa informazione dell'editore e invio di una copia a quest'ultimo.

DIREZIONE GENERALE DELLE POLITICHE INTERNE

UNITÀ TEMATICA B: POLITICA STRUTTURALE E DI COESIONE

AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE

L'AGRICOLTURA DELLE ISOLE CANARIE

NOTA

Contenuto: La presente nota è stata elaborata come documento informativo per la delegazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, che si recherà in visita nelle isole Canarie ad agosto 2011. La nota contiene: 1) una parte introduttiva, che presenta i principali dati fisici e una serie di cenni storici; 2) un capitolo specifico dedicato al quadro politico ed economico delle Canarie; e 3) un terzo capitolo che analizza l'agricoltura delle Canarie nell'ambito dell'Unione europea, le sue principali fonti di finanziamento e, infine, i fattori di rischio per i suoi prodotti principali (e, più specificamente, l'impatto del panel dell'OMC sulle banane e del rinnovo del protocollo agricolo dell'accordo di associazione con il Marocco).

IP/B/AGRI/NT/2011_09 27/06/2011 PE 460.050 IT

L'agricoltura delle isole Canarie ____________________________________________________________________________________________

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INDICE INDICE DEI QUADRI E DELLE MAPPE 5

1. INTRODUZIONE 7

1.1. Dati fisici 7

1.2. Cenni storici e culturali 9

2. QUADRO POLITICO ED ECONOMICO 13

2.1. Una Comunità autonoma spagnola con caratteristiche proprie 13

2.2. L'adesione della Spagna alle Comunità europee e la progressiva integrazione dell'agricoltura delle Canarie nella politica agricola comune (PAC) 14

2.3. Le Canarie, regione ultraperiferica nell'Unione europea 16

2.4. L'economia delle isole Canarie: indicatori di base 17

3. L'AGRICOLTURA E IL SETTORE ALIMENTARE DELLE ISOLE CANARIE 21

3.1. Il ruolo economico, ambientale e territoriale dell'agricoltura delle Canarie 21

3.2. Profilo strutturale dell'agricoltura delle Canarie 22

3.3. Il commercio agroalimentare 24

3.4. L'agricoltura delle Canarie e l'Unione europea 26

3.4.1. IL programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità delle isole canarie (POSEICAN) 27

3.4.2. Il programma di sviluppo rurale 2007/2013 30

3.4.3. La politica di coesione 30

3.5. Fattori istituzionali di rischio per il futuro dell'agricoltura delle Canarie 31

3.5.1. Il nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 31

3.5.2. Le riforme della PAC e dei POSEI ai fini della loro applicazione nel periodo 2014-2020 32

3.5.3. Il panel dell'OMC sulle banane 32

3.5.4. Il rinnovo del protocollo agricolo dell'accordo di associazione con il Marocco 33

3.6. Situazione agricola: il difficile momento che attraversano i settori del pomodoro e della banana 34

BIBLIOGRAFIA 35

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INFORMAZIONI SULLE ISOLE VISITATE DALLA DELEGAZIONE DEL PARLAMENTO 37

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INDICE DEI QUADRI, DELLE MAPPE E DEI GRAFICI MAPPE MAPPA 1 L'arcipelago delle isole Canarie 7 MAPPA 2 Rete delle aree protette delle isole Canarie 9 MAPPA 3 Densità di popolazione per isole e comuni 14 QUADRI QUADRO 1 Indicatori di base delle Canarie per isole 8 QUADRO 2 Indicatori di base delle isole Canarie, della Spagna e dell'UE a 27 10 QUADRO 3 Composizione settoriale del PIL delle isole Canarie in rapporto al PIL della Spagna 18 QUADRO 4 Dati strutturali di base del settore agroalimentare delle isole Canarie 23 QUADRO 5 Commercio estero agroalimentare del totale degli scambi delle isole Canarie e rispettivi saldi (anno 2010, in migliaia di euro) 25 QUADRO 6 Aiuti dell'Unione europea all'agricoltura delle Canarie (2010) 27 QUADRO 7 Piano finanziario del programma di sviluppo rurale delle Canarie (2007 - 2013)(in euro) 29 GRAFICI GRAFICO 1 Logo dei Posei per la promozione dei prodotti agricoli delle Canarie 28

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1. INTRODUZIONE

1.1. Dati fisici Le isole Canarie, con una superficie totale di 7 447 km2 (QUADRO 1), formano un arcipelago atlantico con sette isole principali (da ovest a est) (MAPPA 1): El Hierro (268,7 km²), La Palma (708,3 km²), La Gomera (369,7 km²), Tenerife (2034,3 km²), Gran Canaria (1.560,1 km²), Fuerteventura (1.659 km²) e Lanzarote (845,9 km²) (QUADRO 1). A queste isole si aggiungono una serie di territori minori: l'arcipelago Chinijo (con le isole di Alegranza, La Graciosa, Montaña Clara, Roque del Este e Roque del Oeste, tutte accorpate amministrativamente a Lanzarote) e l'isola di Lobos (che appartiene a Fuerteventura).

MAPPA 1: L'ARCIPELAGO DELLE ISOLE CANARIE

Fonte: www.alasislas.com/islas-canarias-mapa/ Di natura vulcanica, l'arcipelago presenta un'orografia molto particolare con grandi scogliere, gole, montagne e aree vulcaniche (alcune ancora attive). Nonostante la ridotta superficie della Canarie, il 32% della stessa è situata a un'altezza superiore ai 600 metri, con il 21% oltre i 1 000 metri e picchi assai elevati in quasi tutte le isole: il Teide a Tenerife (3 718 metri, la montagna più alta della Spagna), il Roque de los Muchachos a La Palma (2 426 metri), il Pico de las Nieves a Gran Canaria (1 949 metri), il Pico de Malpaso a El Hierro (1 500 metri) e Garajonay a La Gomera (1 487 metri). Il clima è di tipo subtropicale oceanico, con una temperatura media compresa tra i 20° e i 30° C durante tutto l'anno. Tuttavia, si registrano importanti variazioni locali in funzione dell'altitudine, della vicinanza alla costa africana e del versante (settentrionale o meridionale) di ogni isola. La presenza di alti contrafforti fa sì che le masse d'aria si condensino e che si mantenga l'umidità, soprattutto nella parte settentrionale delle isole, a beneficio della vegetazione. L'indice di precipitazioni varia grandemente in funzione dell'influenza oceanica e del rilievo. Nelle zone montuose si raggiungono i 700 mm annuali, mentre in alcune isole occidentali come La Palma si arriva ai 1 200 mm. Le precipitazioni hanno spesso carattere torrenziale,

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il che incide gravemente sui processi erosivi. Di contro, nelle isole più orientali (Fuerteventura e Lanzarote), dove predomina un clima arido semidesertico, le piogge sono scarse (con 100 mm/anno sulla costa e 300 mm nell'interno). QUADRO 1. INDICATORI DI BASE DELLE CANARIE PER ISOLE

SUPERFICIE POPOLAZIONE CAMBIAMENTI DEMOGRAFICI 2001/07

(MEDIA ANNUALE X 1000 AB.)

AREE NATURA

2000

QUALIFICAZIONE (NUTS - 3) E TERRITORIO

(ISOLA) km²

(2010) n. di abitanti

(2010) Saldo netto migratorio

Cambiamenti rispetto alla popolazione complessiva

% del territorio terrestre

Regione ultraperiferica dell'UE CANARIE 7.447,0 2.118.519 348.039 Ha

(100%) Isole prevalentemente rurali El Hierro 268,7 10.960 9,14 8,21 58% Fuerteventura 1.659,0 103.492 55,39 63,55 43% La Gomera 369,7 22.776 21,13 20,63 48% Isole intermedie La Palma 708,3 87.324 6,97 6,30 52% Lanzarote 845,9 141.437 39,63 48,03 54% Isole prevalentemente urbane Gran Canaria 1.560,1 845.676 9,87 13,20 42% Tenerife 2.034,4 906.854 21,63 25,17 48% UE 27 4.325.272,00 499,7 M 2,9 3,6 11% Fonte: Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, 2010. In tali circostanze, la gestione delle risorse idriche rappresenta una grande sfida nell'ottica di soddisfare le necessità del settore agrario (da cui proviene la maggiore domanda di acqua) e di una popolazione in aumento. A essere predominante è l'approvvigionamento delle falde acquifere sotterranee (mediante pozzi e gallerie), sebbene alcune isole (Gran Canaria, Gomera) dispongano anche di dighe che accumulano l'acqua piovana. Il ricorso all'irrigazione localizzata in agricoltura è molto esteso, dato che costituisce un mezzo per fare economia delle scarse risorse idriche esistenti. Da ultimo, poi, si rileva l'installazione di impianti di desalinizzazione per il consumo urbano. Di fatto, oggi, le due isole più aride (Fuerteventura e Lanzarote) già si riforniscono esclusivamente mediante l'acqua di mare. Di contro, però, la desalinizzazione comporta elevati costi energetici per l'arcipelago. La grande varietà di microclimi, che vanno dai boschi umidi al semideserto, dà luogo a un'ampia varietà biologica e paesaggistica, con numerosi endemismi nella flora e nella fauna. L'UNESCO ha dichiarato riserve della biosfera tre intere isole (El Hierro, La Palma e Lanzarote) e parte di Gran Canaria. La rete delle aree protette delle isole Canarie (Red Canaria de Espacios Protegidos) consta di 146 zone caratterizzate da una grande diversità di figure di protezione ambientale, che possono sovrapporsi o integrarsi (MAPPA 2). La dichiarazione di uno spazio ai fini della protezione all'interno della rete delle Canarie è precedente alla corrispondente designazione di altre reti come la rete Natura 2000 o la convenzione di Ramsar (zone umide) e include, oltre allo specifico spazio naturale da salvaguardare, un'area di sensibilità ecologica e un'area di impatto socioeconomico. La principale figura di protezione è il parco nazionale. Nelle Canarie, quattro isole ne occupano 32 773 ettari in totale: la Caldera de Taburiente a La Palma, il Garajonay a La

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Gomera, il Teide a Tenerife e il Timanfaya a Lanzarote. Ci sono inoltre tre parchi naturali: Jandía, Pilancones e Las Nieves. A livello dell'Unione europea, la metà della superficie terrestre delle isole (348 039 ettari) è catalogata come area Natura 2000 (QUADRO 1), alla quale si aggiungono 184 348 ettari dell'ambiente marino. Le isole Canarie sono la Comunità autonoma spagnola con il maggior territorio in questa Rete, superando di molto le percentuali della Spagna (27,1%) e dell'UE a 27 (11%) (QUADRO 1). Inoltre, vi è una zona umida che è parte integrante della convenzione di Ramsar. Va altresì sottolineato che il governo autonomo delle Canarie ha dichiarato le isole zona "libera da transgenici".

MAPPA 2. RETE DELLE AREE PROTETTE DELLE ISOLE CANARIE

Fonte: Programma di sviluppo rurale delle Canarie 2007/2013. In virtù delle loro specifiche condizioni fisiche ed economiche, le Canarie sono state riconosciute come regione ultraperiferica dall'UE (cfr. §2.3). Inoltre, tre delle sue isole (El Hierro, Fuerteventura e La Gomera) sono state qualificate come zone prevalentemente rurali secondo la metodologia dell'OCSE, assunta dalla Commissione, mentre due sono zone intermedie (La Palma e Lanzarote). Infine, altre due isole (Gran Canaria e Tenerife) sono catalogate come zone prevalentemente urbane (QUADRO 1). Nel suo insieme, il 16,4% della popolazione delle Canarie vive in comuni rurali (con meno di 150 abitanti per Km2), che occupano il 67% del territorio.

1.2. Cenni storici e culturali Le isole Canarie, anticamente, erano abitate dai guanci, un'etnia di origine berbera. Nel corso del XIV secolo, si successero i primi contatti con le spedizioni europee, ed ebbe inizio la conquista delle isole da parte del Regno di Castilla, al quale furono pienamente annesse nel XV secolo dopo il definitivo asservimento della popolazione autoctona dell'ultima isola,

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Tenerife. Da allora, l'arcipelago si ripopolò con ondate successive di coloni e commercianti di origine europea, dando luogo a un accentuato processo di meticciato etnico e culturale. Al sottostrato culturale guancio (oggi ancora presente nella toponimia, nel lessico, nella gastronomia e in determinate attività artigianali, espressioni folcloristiche e sportive) si sovrappose progressivamente l'impronta culturale, linguistica e religiosa di conio europeo, imputabile fondamentalmente alla metropoli castigliana ma anche a importanti contribuiti dei portoghesi, britannici, fiamminghi, francesi o degli italiani, per citare solo alcune delle numerose origini. A partire dalla colonizzazione americana, alle influenze europee si aggiunse il contributo latinoamericano.

QUADRO 2. INDICATORI DI BASE DELLE ISOLE CANARIE, DELLA SPAGNA E DELL'UE A 27

ISOLE CANARIE

SPAGNA

UE 27

1. TERRITORIO Superficie totale (in km²) (2009) 7.447 505.365 4.325.272Superficie agraria utile (SAU) (000 ha) (2007) 58,2 23.105 178.4432. DEMOGRAFIA Popolazione totale (1 000 ab.) (2010) 2.118 47.021 499.700Densità demografica 2009 (abitanti/km²) 284,5 93,1 115,5Crescita demografica 2000/2007 (% media annuale) 2,4 1,6 0,4% di popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni nata fuori dall'UE (2008)

16,28% --- 6,6%

% di popolazione di età compresa tra 0 e 14 anni (2007) 15,6 14,6 15,8% di popolazione di età superiore ai 65 anni (2007) 12,5 16,6 16,9Mortalità infantile 2006/2007 (per 1 000 nascite) 4,1 --- 4,7Aspettativa di vita delle donne 2007 (in anni) 83,6 --- 82,0Aspettativa di vita degli uomini 2007 (in anni) 77,2 --- 75,83. ECONOMIA PIL/GDP (in milioni di euro) (2008) 42.934 1.088.124 12.494.369PIL/GDP pro capite (in euro) (2008) 20.800 23.900 25.100PIL/GDP pro capite 2008 (in PPA – PPS) 22.600 25.900 25.100PIL/GDP pro capite 2008 (indice UE 27 = 100) (in PPA) 90 103 100Crescita del PIL 2000/2007 (% media annuale) 3,3 3,3 2,2Crescita del PIL pro capite 2000/07 in valore reale (in %) 0,83 --- 1,80Spesa in R&S in % del PIL (2007) 0,64 1,3 1,85% di popolazione attiva in agricoltura (2007) 3,2 4,3 5,6% di popolazione attiva nel settore industriale (2007) 7,1 15,9 19,4% di popolazione attiva nell'edilizia (2007) 12,5 11,9 8,2% di popolazione attiva disoccupata (2008) 17,4 11,3 7,0Disoccupazione giovanile 2008 (% di popolazione attiva di età compresa tra i 15 e i 24 anni)

32,1 24,6 15,6

Indice di sviluppo umano 2007 (0= basso; 100= alto) 52,4 --- 62Fonti: Dati 2008, 2009 e 2010: Eurostat, Istituto nazionale di Statistica (INE) e Istituto di statistica delle Canarie (ISTAC). Dati 2007: Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, 2010. Occorre tener presente che dalle Canarie partì la prima spedizione di Cristoforo Colombo per le Americhe e che, con il tempo, queste isole divennero la base di transito per le rotte verso il nuovo continente. Così, le relazioni culturali e commerciali tra le Canarie e il Nuovo Mondo continuarono a intensificarsi, in entrambe le direzioni. Gli emigranti delle Canarie contribuirono in modo decisivo alla fondazione delle colonie americane, e ancora oggi esistono importanti comunità nei Caraibi (Venezuela, Cuba, Puerto Rico) e nell'America del

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Sud. Allo stesso tempo, il ritorno dei discendenti dell'emigrazione dalle Canarie ("indiani") e di altri colonizzatori dell'altra riva dell'Atlantico ha comportato il consolidamento delle influenze americane nelle isole, particolarmente evidenti nel parlato, nell'architettura, nella musica e in alcuni piatti tipici. Attualmente, la comunità straniera di origine latinoamericana è la seconda per importanza dopo i residenti europei. In tale contesto, prodotti agricoli di grande importanza per la colonizzazione americana come lo zucchero e il rum si tramandarono all'America dalle piantagioni di canna dell'arcipelago. Viceversa, prodotti oggi tipici delle isole come la patata, il pomodoro e i sigari cubani ebbero origine dal commercio transatlantico. Gli scambi con l'America, con il continente europeo e con le isole britanniche plasmarono l'economia delle isole, basata sostanzialmente sull'esportazione di prodotti primari: zucchero di canna e rum per i primi tempi, vino e cocciniglia (1) più tardi e, infine (a partire dal XIX secolo), pomodoro, banana e pesce. Le successive crisi delle esportazioni agrarie e la loro conseguente sostituzione con altri prodotti hanno influito sullo sviluppo economico dell'arcipelago. Alla metà del XIX secolo risale l'instaurazione del regime di libero scambio per le isole Canarie, che ha dato origine allo speciale regime economico e fiscale di cui attualmente beneficiano le isole dello Stato spagnolo.

1 Insetto del ficodindia da cui si estrae una tinta naturale molto apprezzata dall'industria tessile sino alla

comparsa dei coloranti artificiali.

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2. QUADRO POLITICO ED ECONOMICO

2.1. Una Comunità autonoma spagnola con caratteristiche proprie Dal 1982, le Canarie sono una delle Comunità autonome del Regno di Spagna il cui statuto di autonomia fu parzialmente riformato nel 1996, quando fu loro riconosciuto il rango di nazionalità storica. La Comunità autonoma ha due capoluoghi: Las Palmas de Gran Canaria (383 308 ab.) e Santa Cruz de Tenerife (222 643 ab.). Dopo le ultime elezioni di maggio 2011 si è costituito un nuovo parlamento autonomo e un nuovo governo regionale. L'assemblea parlamentare delle Canarie, con un totale di 60 seggi (2), è composta da 21 deputati del Partito popolare (Partido Popular, PP), 21 deputati della Coalizione canaria (Coalición Canaria, CC), 15 deputati del Partito socialista delle Canarie – PSOE e 3 deputati del partito Nueva Canarias. Il nuovo governo regionale è formato da una coalizione tra Coalición Canaria (nazionalisti) e il Partito socialista, sotto la presidenza di Paulino Rivero Baute (CC). Dal punto di vista amministrativo, la Comunità autonoma è composta da due province: 1) la Provincia de Santa Cruz de Tenerife, a occidente, con le isole di El Hierro, La Palma, La Gomera e Tenerife; e 2) la Provincia de Las Palmas, a oriente, con le isole di Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote, l'arcipelago Chinijo e l'isola di Lobos. Ogni isola principale ha, a sua volta, un organo di governo locale denominato "consiglio intercomunale insulare" (cabildo insular), i cui membri sono eletti a suffragio universale. Con la popolazione del suo arcipelago (2,1 milioni di abitanti nel 2010) (QUADRO 2.2), le Canarie sono l'ottava Comunità autonoma spagnola in termini demografici. Tale popolazione si concentra nelle due isole capoluogo, che sono anche quelle con le maggiori dimensioni: Tenerife (con il 43% del totale) e Gran Canaria (con il 40%) (QUADRO 1). In altre parole: oltre l'80% della popolazione vive nelle due isole principali qualificate, come si è detto (cfr. §1.1), come zone prevalentemente urbane. Data la sua scarsa superficie, l'arcipelago mostra un'elevata densità demografica (284,5 ab./km²), il triplo della media spagnola (93 ab./km²) e 2,5 volte superiore alla media dell'UE (115, 5ab./km²) (QUADRO 2.2). Tale densità è maggiore nelle due isole più popolose, ossia Gran Canaria (542 ab./km²) e Tenerife (445,7 ab./km²). Degli 87 comuni delle isole, 48 presentano una densità superiore a 150 ab./km² e sono considerati comuni urbani (MAPPA 3): qui si concentra l'83% della popolazione. I restanti nuclei sono invece considerati comuni rurali. Come già accennato (cfr. §1.2), la Comunità autonoma delle isole Canarie gode di un regime economico e fiscale speciale in ragione della sua storia e dei suoi vincoli geografici. Tra le sue specificità fiscali vi è la riserva per gli investimenti nelle Canarie (RIC, Reserva para Inversiones en Canarias), che riduce la base imponibile dell'imposta sul reddito delle società. Questa Comunità gode inoltre della cosiddetta zona speciale canaria (ZEC, Zona Especial Canaria), che la rende una zona franca in cui le imprese stabilite sul suo territorio godono di una considerevole riduzione dell'imposta sul reddito delle società.

2 Il parlamento autonomo delle Canarie consacra una tripla parità: parità di seggi tra le due province, tra le due

isole maggiori e tra isole grandi e isole piccole. Tale parità mira a equilibrare i criteri di popolazione e territorio.

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MAPPA 3. DENSITÀ DI POPOLAZIONE PER ISOLE E COMUNI

Fonte: Programma di sviluppo rurale delle Canarie 2007/2013.

2.2. L'adesione della Spagna alle Comunità europee e la progressiva integrazione dell'agricoltura delle Canarie nella politica agricola comune (PAC)

Nel 1986, l'adesione della Spagna alle Comunità europee ha portato con sé una forte discussione sul modello di integrazione da applicare alle isole Canarie. La società delle Canarie optò, allora, per un regime specifico che consentiva di preservare lo statuto fiscale e commerciale dell'arcipelago: ciò comportava la non integrazione nell'unione doganale né

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nella PAC, come pure l'esenzione dall'IVA. Questo regime fu inserito nell'atto di adesione (3). Di conseguenza, in un primo momento le disposizioni relative alla PAC non si applicarono alle isole, eccetto quelle di carattere sociostrutturale. Parimenti, i prodotti agricoli e della pesca non beneficiarono del libero accesso al resto del territorio comunitario: furono infatti applicati contingenti tariffari e, in taluni casi, prezzi di riferimento. Si applicò inoltre lo smantellamento tariffario previsto per le produzioni spagnole della penisola nell'ambito dei contingenti approvati e in relazione ai prezzi di riferimento eventualmente prestabiliti. Allo stesso tempo si mantennero, a titolo transitorio (1993) e per alcuni prodotti, determinati contributi nei confronti della Comunità (imposta denominata "Arbitrio insular - tarifa especial"). Tra l'altro, non essendo applicata la PAC, le importazioni agricole provenienti dalla Comunità europea continuarono a beneficiare delle restituzioni all'esportazione. Infine, si mantennero le normative di settore vigenti per il pomodoro e il cetriolo per quattro anni (1.1.1990) e la riserva del mercato spagnolo per la banana delle Canarie per un periodo di dieci anni (1.1.1996) sino alla creazione di un'organizzazione comune dei mercati (OCM) per tale prodotto (all'epoca ancora inesistente). Tuttavia, non si placò il dibattito politico e sociale nelle isole sulla convenienza di una piena integrazione nell'unione doganale e nella politica agricola comune, alimentato dalle preoccupazioni delle isole prevalentemente agricole circa il futuro delle loro esportazioni. Diverse circostanze concorrevano a favore di una revisione del modello d'integrazione concordato nel 1986:

- da un lato, l'adozione dell'Atto unico europeo nel 1987 e la conseguente creazione del mercato interno nel 1992; ciò, a sua volta, comportava la creazione di un'OCM per la banana per eliminare la frammentazione esistente nel mercato comunitario a seconda dell'origine (banana "dollaro", proveniente dall'America latina; banana dei paesi ACP; produzioni europee di Madeira, dei dipartimenti francesi d'oltremare e delle isole Canarie) (4);

- inoltre, anche la fine (nel 1996) del periodo transitorio accordato all'agricoltura

spagnola nell'atto di adesione, e la sua possibile riduzione in ragione della costituzione del mercato interno, incidevano a favore di una revisione dello status di integrazione;

- in terzo luogo, l'accelerazione delle riforme della PAC spingeva per una maggiore

integrazione dell'agricoltura delle Canarie. Il processo di cambiamenti nei meccanismi di quest'ultima ebbe inizio alla metà degli anni Ottanta e terminò con la presentazione, a luglio 1991, di una proposta di riforma radicale con la quale lo strumento dei prezzi di garanzia veniva progressivamente sostituito con aiuti diretti ai produttori (riforma McSharry del 1992);

- inoltre, l'applicazione di una "politica mediterranea rinnovata" a partire dal 1992

rischiava a sua volta di favorire le esportazioni dei paesi terzi del Mediterraneo a scapito delle produzioni delle Canarie;

3 Articoli 25, 155, 186 e 187 dell'atto di adesione e protocollo n. 2, con i relativi allegati A e B (GUCE L 302 del

15.11.1985). 4 L'OCM della banana fu infine istituita mediante il regolamento (CE) n. 404/1993 (GU L 47 del 25.2.1993).

Successivamente, il regolamento (CE) n. 2013/2006 2006 (GU L 384 del 29.12.2006) adattò gli aiuti diretti per la banana al regime di pagamento unico, e il regolamento (CE) n. 1234/2007 (GU L 299 del 16.11.2007) integrò la regolamentazione del mercato della banana nell'OCM unica. Come si legge nel paragrafo 3.4, il settore della banana è attualmente integrato nei POSEI.

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- da ultimo, nel 1986 iniziò a Punta del Este una nuova tornata di negoziati dell'accordo

generale sulle tariffe e il commercio (GATT, General Agreement on Tariffs and Trade), finalizzata alla liberalizzazione del commercio agricolo mondiale e alla riduzione degli aiuti pubblici alle produzioni agrarie.

Infine, nel 1991, si modificò lo status di integrazione (5), che si concretizzò: nell'integrazione graduale delle isole Canarie nell'unione doganale (che si sarebbe conclusa a dicembre del 2000); nella creazione di un regime speciale di approvvigionamento di prodotti agrari destinati al consumo o alla trasformazione nell'arcipelago, integrato da un imposta sull'entrata di merci (APIM, "Arbitrio sobre la producción y sobre las importaciones"); nell'applicazione di un'IVA ridotta (IGIC, "Impuesto General Indirecto Canario"); e nella piena integrazione dell'agricoltura delle Canarie nella PAC. Tale nuovo quadro giuridico fu completato lo stesso anno (1991) con il riconoscimento (per le Canarie) dello status di regione ultraperiferica (POSEICAN) e con la conseguente adozione del programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità delle isole Canarie (Poseican) (6).

2.3. Le Canarie, regione ultraperiferica nell'Unione europea Il primo testo europeo relativo ai programmi specifici per le regioni ultraperiferiche è una risoluzione del Parlamento europeo del 1987 sui dipartimenti francesi d'oltremare. La decisione 89/687/CE, del 22 dicembre 1989, istituì il primo programma a favore dei dipartimenti francesi d'oltremare, vero punto di partenza dei POSEI. Nel 1991 si fece un ulteriore passo in avanti e, oltre all'aggiornamento del Poseidom, si istituirono programmi a favore di Madeira e delle Azzorre (Poseima) e delle isole Canarie (Poseican) (cfr. nota 6). Nel 1991, il trattato di Amsterdam codificò la nozione di regione ultraperiferica all'articolo 299, menzionando esplicitamente le isole Canarie. Infine, con la firma del trattato di Lisbona, gli articoli 349 e 355 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) hanno ripreso la definizione di regione ultraperiferica del trattato di Amsterdam e le sue misure specifiche per quanto riguarda l'unione doganale, la politica commerciale comune, la politica fiscale, le zone franche, la politica agricola comune, la politica comune della pesca, l'approvvigionamento di materie prime e di beni di prima necessità, gli aiuti di Stato e le condizioni di accesso ai Fondi strutturali. Secondo il trattato, il concetto di "regione ultraperiferica" trova il suo fondamento nelle peculiari strutture socioeconomiche di una determinata regione, accentuate da fattori quali la lontananza, l'insularità, la ridotta superficie, il rilievo, il clima e la dipendenza economica rispetto a un ridotto numero di prodotti. Tali fattori condizionano in maniera decisiva lo sviluppo della regione; le Canarie rispecchiano chiaramente queste condizioni:

- geograficamente si situano nell'oceano Atlantico, a 1 050 km dalla penisola iberica e a 3 054 km da Bruxelles, soddisfacendo quindi i requisiti di insularità e lontananza dei loro mercati più rappresentativi, con i costi supplementari che ciò comporta in

5 Regolamento (CE) n. 1911/1991, GU L 171 del 29.6.1991. 6 Decisione 91/314/CE (GU L 171 del 29.6.1991). Tale decisione fu integrata dal regolamento (CE) n. 1601/92

GU L 173 del 27.6.1992) relativo a misure specifiche in favore delle isole Canarie per taluni prodotti agricoli nel quadro del Poseican, successivamente modificato dal regolamento (CE) n. 2826/2000 (GU L 328 del 23.12.2000). Come illustrato in seguito (§3.4), il regolamento (CE) n. 1601/92 fu abrogato dal regolamento (CE) n. 1454/2001 (GU L 198 del 21.7.2001) il quale, a sua volta, fu sostituito dal regolamento (CE) n. 247/2006 (GU L 42 del 14.2.2006), base giuridica vigente del regime dei POSEI.

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termini di logistica e trasporto. Tra l'altro, la frammentazione geografica fa sì che si configuri la cosiddetta "doppia insularità", dove le isole non capoluogo si contrappongono a Tenerife e a Gran Canaria in cui sono concentrate le attività amministrative ed economiche;

- le Canarie hanno altresì una ridotta superficie utile, specialmente agricola, a sua

volta fortemente esposta al rischio di erosione (7), particolarmente grave a Fuerteventura e a Gran Canaria, con oltre il 50% del suo territorio esposto a tale fenomeno. A causa delle sue accidentate condizioni orografiche, con forti pendenze e ampie zone montuose e vulcaniche, solo il 7,26% della superficie è costituito da terreni coltivabili; il 20,4% circa è qualificato come terreno forestale, il 4,02% circa come prati e pascoli, lo 0,43% circa come fiumi e laghi e il resto (67,89%) risulta destinato ad "altri usi". Come già visto (§1.1), la maggior parte del territorio è sottoposto a regimi di produzione ambientale;

- la mancanza di suolo utile è poi aggravata dalla penuria d'acqua per il consumo

urbano e agricolo: non è un caso che il prezzo dell'acqua nelle Canarie sia il più alto di tutta la Spagna (1,74 euro/m³ rispetto a una media statale di 1,08 euro nel 2006). Ciononostante, il consumo continua ad aumentare. Nel periodo 2000/2007, il consumo medio delle abitazioni (litri/ab./giorno) è aumentato del 10,8% circa, fondamentalmente a causa del turismo. Anche la salinizzazione, poi, è un fenomeno di cui tener conto;

- dal punto di vista sociodemografico, le Canarie (come già detto) risultano

caratterizzate da un'alta densità di popolazione (285 ab./km²) (cfr. §1.1.). A ciò si aggiunge un tasso elevato di disoccupazione strutturale (il 28,5% della popolazione attiva nel 2011) e una forte pressione migratoria, facilitata dalla vicinanza delle isole al continente africano: si pensi che l'isola di Fuerteventura dista appena 95 km dalle coste del Sahara;

- l'arcipelago risalta inoltre per la sua fragilità economica, dovuta all'elevata

dipendenza dall'estero e al ridotto numero di attività (turismo) e di beni di produzione propria (prodotti agricoli di esportazione). Basti menzionare, al riguardo, il fatto che le importazioni di beni nel 2010 sono state dell'ordine di 14,104 miliardi di euro mentre le esportazioni hanno raggiunto i 3,189 miliardi (QUADRO 5), con un disavanzo di 10,916 miliardi (cfr. §3.3);

- da ultimo, non si possono non citare i rischi naturali specifici dell'arcipelago come i

venti impetuosi e gli incendi forestali. A ciò si aggiungono sporadiche eruzioni vulcaniche; le ultime sono state registrate nell'isola di La Palma, nel 1949 (Nambroque e San Juan) e nel 1971 (Teneguía).

2.4. L'economia delle isole Canarie: indicatori di base Negli anni Sessanta, l'agricoltura contribuiva al PIL regionale nella misura del 32% circa; oggi, invece, rappresenta appena l'1,3% (cfr. §3.1). A causa di questa profonda trasformazione, l'economia delle Canarie è oggi fondamentalmente terziaria. Il contributo del valore aggiunto lordo (VAL) del settore dei servizi al PIL raggiunge l'83% (QUADRO 3). 7 Le perdite medie annuali di suolo, nel 2008, ammontavano a 9,72 t/ha. Il 69,25% della superficie del suolo è

interessata da moderati processi erosivi (da 0 a 10 t/ha annuali); il 21,86% registra invece un'erosione di carattere medio (da 10 a 25 t/ha annuali). Infine, l'8,89% del territorio è sottoposto a un processo erosivo classificato come elevato (più di 25 t/ha annuali). Fonte: Ministero spagnolo dell'Ambiente, dell'ambiente rurale e marino (MARM), "Perfil Ambiental de España" ("Profilo ambientale della Spagna"), 2009.

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La sua componente principale è il turismo e le attività a esso correlate, che durano tutto l'anno grazie alle eccellenti condizioni climatiche delle isole (§1.1). Con poco meno di 10 milioni di visitatori stranieri ogni anno, le Canarie costituiscono la terza regione turistica della Spagna dopo la Catalogna e le isole Baleari.

QUADRO 3. COMPOSIZIONE SETTORIALE DEL PIL DELLE ISOLE CANARIE IN RAPPORTO AL PIL DELLA SPAGNA

DATI 2010 (*) (IN MILIONI DI €)

CANARIE % SPAGNA % % CANARIE/SP

AGNA VALORE AGGIUNTO LORDO (VAL) TOTALE 37.783,7

100 972.403,0

100

3,9%

VAL dell'agricoltura, dell'allevamento e della pesca

489,0

1,3% 26.062,0

2,7%

1,9%

VAL del settore energetico 1.040,1

2,8% 29.684,0

3,0%

3,5%

VAL del settore industriale, di cui:

VAL dell'industria di prodotti alimentari, bevande e tabacco

1.384,2

594,9

3,7%

1,6%

122.132,0

20.245,0

12,6%

2,0%

1,1%

2,9%

VAL del settore edile 3.483,8

9,2% 97.791,0

10,0%

3,6%

VAL del settore dei servizi 31.386,3

83,0% 696.734,0

71,7%

4,5%

(*) Dati della composizione settoriale del PIL calcolati in base al contributo di ogni settore al VAL totale, escluso il valore delle imposte nette sui prodotti. Dati provvisori dell'esercizio 2010. Fonti: Istituto di statistica delle Canarie (ISTAC), contabilità regionale spagnola ed elaborazione propria. L'industria riveste un ruolo economico scarsamente rilevante e contribuisce al PIL regionale in una percentuale inferiore al 4%, assai al di sotto degli standard continentali (QUADRO 3). In tale contesto, l'industria agroalimentare occupa una posizione consistente, con il 43% del VAL industriale regionale, un contributo al PIL delle Canarie dell'1,6% (QUADRO 3) e con il 29,6% circa della popolazione globale occupata dall'industria (QUADRO 4 – IV). Anche il sottosettore energetico riveste una certa importanza (2,8% del PIL) (QUADRO 3), e si basa sostanzialmente sull'attività di raffinazione del petrolio. La maggior parte dell'energia elettrica è di origine termica; tuttavia, va sottolineato il progressivo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, dovuto al favorevole clima delle isole. A fronte del crescente consumo di energia elettrica (4,2 Mw./ab. nel 2008), e senza alcuna capacità di produzione di energia idrica, si stanno consolidando l'energia eolica (oggi con 142 Mw. di potenza installata) e l'energia solare (con 95 Mw.). Complessivamente, le energie rinnovabili registrano attualmente una potenza installata pari a 277 Mw., ancora distanti dalla loro capacità di crescita teorica. Anche l'energia geotermica associata all'attività dei vulcani attivi potrebbe subire sviluppi in futuro. Strettamente connessa allo sviluppo turistico, l'edilizia è il secondo settore in termini di importanza, con un peso nel PIL pari al 9,2% nel 2010 (QUADRO 3): questo settore mantiene dunque la sua rilevanza nonostante il forte crollo provocato dall'attuale crisi

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economica in tale ramo di attività. Il crollo del consumo interno e la diminuzione vertiginosa delle attività turistiche (dovuti alla crisi) sono sfociati nell'esplosione della bolla immobiliare in Spagna, in generale, e delle Canarie, in particolare. In tale contesto, il deterioramento dell'attività edilizia che nel 2007, prima della crisi, dava lavoro al 12,5% circa della popolazione attiva (QUADRO 1.3), ha contribuito in maniera decisiva al forte incremento della disoccupazione, tradizionalmente già molto elevata. Nel 2008, la popolazione disoccupata dell'arcipelago era pari al 17,4% circa della popolazione attiva (QUADRO 2.3). Secondo gli ultimi dati pubblicati, nel primo trimestre del 2011 la disoccupazione regionale interessa il 28,5% della popolazione attiva. L'elevata crescita demografica delle Canarie, pari al 2,4% circa annuale nel periodo 2000/2007 e di molto superiore al dato spagnolo (1,6%) o al dato dell'UE a 27 (0,4%) (QUADRO 2.2), contribuisce a sua volta a tale disoccupazione strutturale e spiega perché la disoccupazione giovanile sia il doppio della media europea (QUADRO 2.3). Nonostante una riduzione del tasso di fertilità, e benché la percentuale di minori di 14 anni sia oggi simile a quella europea (15,6%) (QUADRO 2.2), la piramide globale della popolazione è più giovane di quella della penisola e di buona parte del continente europeo. Tale situazione risulta ulteriormente aggravata dal recente picco migratorio: nel 2008, il 16,28% della popolazione delle Canarie di età compresa tra i 15 e i 64 anni risultava nato fuori dall'UE (dato che contrasta con il 6,6% registrato dall'UE a 27 nel suo insieme) (QUADRO 2.2). Attualmente, nell'arcipelago vivono circa 250 000 stranieri. La metà è di origine europea, mentre l'altra metà è di origine latinoamericana e africana. Negli ultimi tempi, particolarmente rilevanti sono stati i movimenti migratori provenienti dai paesi africani, soprattutto nelle isole più vicine al continente (Fuerteventura e Lanzarote). Nel QUADRO 1 è possibile osservare i saldi netti migratori e i cambiamenti che hanno interessato la popolazione totale delle isole in rapporto ai dati dell'UE: mentre l'UE a 27 (nel periodo 2001/2007) ha registrato un saldo migratorio medio di 2,6 per mille abitanti, a Fuerteventura si è registrato un indice del 55,39, a Lanzarote del 39,63, a Tenerife del 21,63 e a La Gomera del 21,13. Tutte le isole hanno sperimentato un notevole incremento della popolazione complessiva, assai al di sopra della media dell'UE riferibile allo stesso periodo (QUADRO 1).

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3. L'AGRICOLTURA E IL SETTORE ALIMENTARE DELLE ISOLE CANARIE

3.1. Il ruolo economico, ambientale e territoriale dell'agricoltura delle Canarie

Il settore primario riveste un'importanza relativa nel PIL dell'arcipelago: con un VAL di 589 milioni di euro, equivale ad appena l'1,3%: si tratta di una percentuale simile al dato dell'UE, ossia l'1,1%, ma inferiore al totale spagnolo, pari invece al 2,7% (QUADRO 3). Nonostante lo scarso peso dell'agroalimentazione rispetto ai restanti settori economici (e in modo particolare al settore dei servizi) (QUADRO 3), essa svolge comunque un ruolo importante nell'equilibrio socioeconomico della regione:

- l'agricoltura, infatti, sostiene un quinto delle esportazioni delle Canarie (QUADRO 5 – I.1) con le banane, i prodotti ortofrutticoli, i prodotti della pesca, il tabacco, i fiori e le piante, per citare i più importanti;

- occupa 24 500 persone su un totale di 771 200, ossia rispetto tutti gli occupati

nell'economia delle Canarie (3,1%) (Dati dell'ultimo trimestre 2010 - QUADRO 4 – I), ed è particolarmente importante in isole come El Hierro, La Palma e La Gomera. In un contesto di crisi come quello attuale, è importante notare che il settore agricolo delle Canarie concentra attività che possono essere a forte intensità di manodopera e che hanno un evidente capacità di assorbimento da parte della popolazione attiva scarsamente qualificata, rimasta disoccupata con il crollo dell'edilizia;

- agli occupati diretti del settore primario vanno aggiunte altre 10 832 persone

dell'industria alimentare, delle bevande e del tabacco (QUADRO 4 – IV), ossia il 29,6% del totale degli occupati nell'industria delle Canarie;

- l'agricoltura consente inoltre di mantenere un tessuto rurale di base in una regione

con forti squilibri e processi accelerati di spopolamento in alcune zone dell'interno delle isole. Essa è dunque una pietra angolare dell'ambiente rurale, che si estende per 3 865 km² e in cui vivono 196 164 persone (8);

- l'agricoltura genera altresì una lunga serie di attività connesse, che vanno dal

confezionamento dei prodotti agricoli alle operazioni di carico e scarico nei porti. La specializzazione in prodotti freschi non ha consentito, finora, il consolidamento delle grandi industrie di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli. Tuttavia, il sottosettore dei prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco ha un peso economico superiore a quello dello stesso settore agrario (1,6%): orientato all'approvvigionamento del mercato delle Canarie e, in maniera particolare, al rifornimento di ogni isola, ha una cifra d'affari di 1 668,7 milioni di euro (QUADRO 4 – IV), rappresentando il 22,2% del totale del settore industriale regionale. Risaltano i rami delle industrie lattiero-casearie (294,8 milioni di euro di fatturato nel 2008), delle industrie di acqua e bevande analcoliche (293,5 milioni) e delle industrie di pane, pasticceria e pasta (201,27 milioni). Altri rami di una certa importanza sono la classificazione e il confezionamento di uova, la manipolazione e il condizionamento di prodotti della carne e di prodotti vitivinicoli;

8 Dati dei comuni classificati come rurali dalla legge 45/2007 sullo sviluppo sostenibile dell'ambiente rurale, con

una popolazione inferiore ai 30 000 abitanti e una densità inferiore a 100 ab./km².

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- infine, l'agricoltura costituisce anche un efficace strumento di protezione per un ambiente straordinariamente interessante dal punto di vista ecologico (cfr. §1.1), caratterizzato dalla scarsità di risorse naturali (terra e acqua), da gravi problemi di salinizzazione ed erosione (cfr. §2.3) e soggetto a una forte pressione demografica, accentuata dal turismo e dalle correnti migratorie provenienti dal continente africano (cfr. §2.4).

3.2. Profilo strutturale dell'agricoltura delle Canarie Il principale tratto distintivo dell'agricoltura delle Canarie è la penuria d'acqua e di suolo coltivabile. Quest'ultimo, infatti, rappresenta il 7,6% soltanto della superficie totale: ciò spiega il fatto che gli ettari di terreno coltivabile delle Canarie siano in realtà la maschera della Spagna. Le restrizioni che caratterizzano i fattori produttivi, tuttavia, risultano compensate da una serie di vantaggi climatici che consentono lo sviluppo di produzioni tropicali e subtropicali e l'esportazione verso i mercati esteri di un'ampia gamma di prodotti ortofrutticoli "fuori stagione" (§3.3). Inoltre, con costi elevati in termini di sforzo umano, il 40% della superficie agraria utile (SAU) è irrigata (23 384 ha): il 76,1% di tale superficie è poi sottoposto a irrigazione localizzata per poter sfruttare al massimo le scarse risorse idriche esistenti. Nelle Canarie vi sono 14 416 aziende agrarie (QUADRO 4 – I), per lo più di piccole dimensioni, con 4 ettari di SAU (il livello più basso in Spagna) e 18,2 unità di bestiame in media (9) (QUADRO 4 - I). Di contro, hanno una dimensione economica maggiore, con 33 UDE per azienda (10), più del doppio della media spagnola (15,6). Questa elevata redditività economica consente di sostenere una media di 2,2 ULA (11) per ogni azienda (QUADRO 4 - I). Tuttavia, al di là delle medie statistiche, il settore agricolo delle Canarie risalta per il suo dualismo: un sottosettore agricolo di esportazione altamente specializzato (frutta, ortaggi, piante e fiori), che rappresenta il 67% del VAL agrario, coesiste con un'agricoltura orientata all'approvvigionamento interno (vino, prodotti zootecnici) particolarmente importante per il suo ruolo sociale e ambientale. Tale dualismo produttivo ha poi un riflesso strutturale. L'85% delle aziende non arriva a 5 ettari, e il 55% di queste non raggiungono le 8 UDE. In tali aziende marginali risiede il nocciolo duro della produzione agraria destinata al mercato delle Canarie. All'altro estremo, la maggior parte delle esportazioni si concentra in aziende con più di 50 ettari o con serre di grandi dimensioni. In questo stesso segmento rientra il 5% delle aziende con oltre 40 UDE. Sono tre le produzioni che impegnano la parte più consistente della superficie coltivabile (QUADRO 4 – II): vigneti (18 932 ettari), coltivazione particolarmente importante dato il numero consistente di piccole aziende su cui si basa; banane (con 9 113 ettari ubicati, fondamentalmente, nelle isole di Tenerife e La Palma), con una produzione in aumento che nel 2010 ha raggiunto le 420 700 tonnellate e un valore equivalente a quasi un quarto della PFA (produzione finale agraria); e patate, che sono poco rilevanti in termini di esportazioni ma che occupano 4 134 ettari. 9 Le unità di bestiame equivalgono al numero di capi di un'azienda moltiplicato per un coefficiente che varia a

seconda della specie e del tipo. Pertanto, raggruppano diverse consistenze di bestiame in un unico indicatore. 10 UDE: Unità di dimensione economica (1 UDE= 1 200 euro di reddito lordo standard). 11 ULA: Unità lavoro-anno. 1 ULA equivale al lavoro svolto da una persona a tempo pieno nel corso di un anno

(1 826 ore).

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Altre produzioni vegetali rilevanti dal punto di vista economico sono: il pomodoro (concentrato a Gran Canaria, Tenerife e Fuerteventura, con 1 819 ettari in serra e una produzione di 119 800 tonnellate nel 2010, con un valore pari al 9% della PFA, seppur in diminuzione); i fiori e le piante ornamentali (711 ettari), in forte crescita e attualmente pari al 7% della PFA delle Canarie; e il cetriolo, il peperone e i fagiolini, tutte produzioni con scarsa superficie ma di grande importanza nell'esportazione. Tra le produzioni di origine animale risaltano l'allevamento di caprini (per la produzione di latte e carne) con 305 320 capi (che equivalgono al 10,5% del totale spagnolo) e l'allevamento di pollame ovaiolo (con 2,2 milioni di unità che rappresentano il 5,2% del totale spagnolo) (QUADRO 4 – III). Quanto alla politica di qualità alimentare, le Canarie hanno 14 alimenti e bevande con denominazione di origine protetta (DOP) o indicazione geografica protetta (IGP), tra cui il "Queso Majorero", il "Queso de Guía", il "Ronmiel" e i vini di "Tacoronte-Acentejo" e "Lanzarote". Le ultime qualificazioni, della metà del 2011 e ancora transitorie, corrispondono alla DOP "Papas Antiguas de Canarias" e all'IGP "Plátano de Canarias". Le Canarie hanno inoltre 5 009 ettari dedicati all'agricoltura ecologica (QUADRO 4 – II).

QUADRO 4. DATI STRUTTURALI DI BASE DEL SETTORE AGROALIMENTARE DELLE ISOLE CANARIE

Numero totale delle

aziende

SAU media (ha) per azienda

Media di unità di

bestiame (UB)

Media di ULA per azienda

Media di UDE per azienda

Totale degli

occupati nel settore

agrario

I.

AZIENDE (2010)

14.416

4,0

18,2

2,2

33,4

24.500

Vigneti Banane Patate Ortaggi in

generale Pomodoro da serra

Agricoltura ecologica

II. SUPERFICIE COLTIVATA

(in ettari) (2008)

18.932

9.113

4.134

6.545

1.819

5.009

Galline ovaiole

Galline da carne

Caprini Ovini Suini Vacche (nutrici e da latte)

III.

ALLEVAMENTO (n. di capi)

(2010)

2.279.128

1.448.411

305.320

88.128

68.877

18.890

Totale delle

persone occupate

% degli occupati

industriali

% di variazione

degli occupati

2009/2008

Cifra d'affari

(in milioni di euro)

% della cifra d'affari

del totale industriale

% di variazione 2009/2008

IV.

INDUSTRIA DI PRODOTTI

ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO

(2009)

10.832

29,6%

-1,9%

1.668,7

22,2%

-3,7%

Note illustrative: SAU: superficie agraria utile; ULA: unità lavoro-anno; UDE: Unità di dimensione economica (si vedano le definizioni nelle note a piè di pagina da 9 a 11). Fonti: Ministero spagnolo dell'Ambiente, dell'ambiente rurale e marno (MARM), Annuario di statistica agraria (2009), Istituto nazionale di statistica (Inchiesta industriale delle imprese) ed elaborazione propria.

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3.3. Il commercio agroalimentare Gli scambi commerciali di prodotti agrari e alimentari sono particolarmente rilevanti per le Canarie: ciò è dovuto all'insularità e alla scarsa capacità di garantire l'approvvigionamento della sua popolazione, residente o stagionale (turismo). Tra l'altro, il già menzionato dualismo della produzione agraria delle Canarie (§3.2) si riflette nelle relazioni commerciali: settori tradizionalmente dediti all'esportazione coesistono con altri orientati al consumo interno, soggetti a loro volta a una forte concorrenza esterna in ragione dello specifico regime fiscale e commerciale delle isole. Da ultimo, le consistenti importazioni agrarie dell'arcipelago riforniscono una parte sostanziale dell'industria agroalimentare per la loro successiva trasformazione a livello locale (§3.1). Il risultato di tali circostanze è un saldo commerciale agrario e alimentare in forte disavanzo (2,179 miliardi di euro nel 2010) (QUADRO 5); il tasso di copertura (esportazioni/importazioni) è del 23,5% appena. La maggior parte degli scambi agroalimentari avviene con la penisola (70,5%) (QUADRO 5 – I.1 e II.1.). L'UE a 27 (Spagna esclusa) rappresenta il secondo partner commerciale, al quale è destinato il 20,7% delle esportazioni agrarie e dal quale proviene il 17,4% delle importazioni di questo capitolo (QUADRO 5 - I.1 e II.1.). In virtù della sua vicinanza, il continente africano è la terza zona in termini commerciali, seppur lontana dalle prime due. Le esportazioni agroalimentari rappresentano il 21% del totale delle esportazioni, a fedele riprova del dinamismo di un'agricoltura che, come già detto, rappresenta l'1,3% appena del PIL regionale (§3.1). Il primo capitolo di vendite all'estero riguarda la frutta (inclusa la banana), per un valore di 223,2 milioni di euro nel 2010 (ossia un terzo delle esportazioni agroalimentari e il 7% circa del totale delle vendite delle Canarie all'estero) (QUADRO 5 – I.1). Seguono i prodotti della pesca, i tabacchi lavorati (per un valore di 129,6 milioni) e gli ortaggi (per 87,4 milioni) (QUADRO 5 – I.1). Va sottolineato che le esportazioni dell'industria del tabacco dipendono dalle importazioni della foglia di tabacco. Una simile dinamica interessa le esportazioni di pesce congelato e conserve di pesce, avvantaggiate dal fatto che le isole Canarie costituiscano la base operativa di numerose flotte di diverse nazionalità che operano a largo delle coste africane. Vista la marcata specializzazione ortofrutticola fresca delle isole, i principali prodotti agricoli di esportazione sono la banana, il pomodoro, il cetriolo e il peperone. Va poi sottolineato che la quasi totalità della frutta è diretta in Spagna (QUADRO 5 – I.1), in ragione delle tradizionali correnti commerciali stabilite con la riserva nazionale delle banane (§2.2). Nei restanti capitoli tariffari, il territorio della penisola occupa a sua volta un ruolo preponderante nell'esportazione agricola delle Canarie. Spagna a parte, i principali paesi destinatari per capitoli agricoli e alimentari sono (dati del 2010):

- per gli ortaggi (capitolo 07), il Regno Unito e i Paesi Bassi (con vendite di 44 milioni e 31 milioni di euro, rispettivamente);

- per i prodotti della pesca (capitolo 03), l'Italia (per 11,7 milioni di euro), i Paesi Bassi (6,1 milioni), la Nigeria (4 milioni) e la Francia, gli Stati Uniti e Capo Verde (con un milione di euro ognuno).

L'agricoltura delle isole Canarie ____________________________________________________________________________________________

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QUADRO 5. COMMERCIO ESTERO AGROALIMENTARE DEL TOTALE DEGLI SCAMBI DELLE ISOLE CANARIE E RISPETTIVI SALDI

(ANNO 2010, in migliaia di euro)

TOTALE

SPAGNA UE-27

(SENZA LA SPAGNA)

AFRICA

ALTRE ZONE

ZONA GEOGRAFICA DI DESTINAZIONE O

ORIGINE /

CAPITOLO TARIFFARIO

(% del totale)

(% del capitolo)

(% del capitolo)

(% del capitolo)

(% del capitolo)

I. TOTALE DELLE

ESPORTAZIONI (% del totale)

3.189.117

(100%)

1.335.278

(42%)

885.788

(28%)

187.165

(6%)

780.886

(24%)

I.1. Totale delle esportazioni

agroalimentari (*), di cui:

672.782,4 (21,0%)

473.698,4 (70,4%)

139.078,4 (20,7%)

29.223,4 (4,3%)

30.782,2 (4,6%)

08. Frutta (incluse le banane)

223.211,4 (7,0%)

221.922,6 (99,4%)

321,7 (0,1%)

966,8 (0,5%)

0,3 (0,0%)

03. Prodotti della pesca

154.546,9 (4,8%)

94.248,6 (61%)

25.659,5 (16,6%)

18.693,7 (12,1%)

15.945,1 (10,3%)

24. Tabacco 129.597,9 (4,0%)

114.107,9 (88,0%)

10.770,5 (8,3%)

106,4 (0,1%)

4.613,1 (3,6%)

07. Ortaggi 87.452,0 (2,7%)

10.971,0 (12,6%)

76.183,3 (87,2%)

207,4 (0,2%)

90,3 (0,0)

22. Bevande 21.704,7 (0,7%)

10.629,4 (49,0%)

7.932,0 (36,5%)

934,6 (4,3%)

2.208,7 (10,2%)

06. Piante vive 14.634,5 (0,5%)

5.384,0 (36,8%)

7.424,8 (50,7%)

500,5 (3,4%)

1.325,2 (9,1%)

II. TOTALE DELLE

IMPORTAZIONI (% del totale)

14.104.928

(100%)

9.463.716

(67,0%)

2.014.034

(14,3%)

1.092.992

(7,7%)

1.534.186

(10,8%)

II.1. Totale delle importazioni

agroalimentari (*), di cui:

2.852.515,3

(20,2%)

2.008.787,1

(70,5%)

496.247,5 (17,4%)

43.207,9 (1,5%)

304.272,8 (10,6%)

16. Preparati della carne e del pesce

422.451,3 (3,0%)

391.555,0 (92,7%)

24.210,1 (5,7%)

589,5 (0,1%)

6.096,7 (1,5%)

02. Carni 322.871,1 (2,3%)

174.262,5 (54,0%)

20.839,3 (6,5%)

8,5 (0,0%)

127.760,8 (39,5%)

22. Bevande 319.969,4 (2,3%)

262.698,9 (82%)

51.507,5 (16,0%)

2.664,9 (1,0%)

3.098,1 (1,0%)

04. Prodotti lattiero-caseari

275.711,3 (1,9%)

178.121,2 (65%)

97.437,9 (35%)

0,00 (0,0%)

152.2 (0,0%)

SALDO COMMERCIALE

TOTALE (I-II)

-10.915.811

-8.128.438

-1128246

-905.827

-753.300

SALDO AGRARIO E ALIMENTARE

(I.1 - II.1)

-2.179.733

-1.535.089

-357.169

-13.984

-273.490

(*) Commercio agroalimentare: capitoli da 01 a 24 della nomenclatura tariffaria. Fonte: Istituto di statistica delle Canarie (ISTAC) 2011 ed elaborazione propria.

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- per le piante vive (capitolo 06), i Paesi Bassi (3,9 milioni) e la Germania (2,3 milioni); - per i preparati a base di cereali (capitolo 19), i Paesi Bassi (1,4 milioni di euro); - infine, per i prodotti vari di origine animale (esclusi i prodotti lattiero caseari e le

carni) (capitolo 05), la Germania (per un milione di euro). Le importazioni agrarie e alimentari corrispondono al 20,2% degli scambi provenienti dall'estero (QUADRO 5 – II.1). Il primo capitolo d'importazione sono i preparati della carne e del pesce (pari al 14% degli acquisti agroalimentari e al 3% delle importazioni totali delle isole), provenienti soprattutto dalla Spagna. Seguono le carni (il 11,3% delle importazioni agroalimentari e il 2,3% del totale proveniente dall'estero), le bevande (11,2% dei flussi agroalimentari e il 2,3% delle importazioni totali) e i prodotti lattiero-caseari (9,6% delle importazioni agroalimentari e l'1,9% del totale proveniente dall'estero). Come per le esportazioni, la Spagna è il principale fornitore di prodotti agroalimentari delle isole (per il 70,5% circa del totale) (QUADRO 5 – II.1). Penisola a parte, i principali paesi di origine delle importazioni agricole e alimentari sono (dati del 2010):

- per le carni (capitolo 02), il Brasile (con 70,2 milioni di euro in acquisti) e i Paesi Bassi (8,9 milioni); in questo capitolo si sottolinea che i prodotti acquistati dai paesi terzi superano le importazioni totali provenienti dall'UE a 27;

- per i prodotti della pesca (capitolo 03), la Cina (con 44 milioni), i Paesi Bassi (20,1

milioni) e il Regno Unito (per 13,9 milioni); - per i prodotti lattiero-caseari (capitolo 04), i Paesi Bassi (34,6 milioni) e la Germania

(33,6 milioni); - per gli ortaggi (capitolo 07), il Regno Unito (per 25,5 milioni); - per le bevande (capitolo 22), il Regno Unito (per 22,8 milioni);

3.4. L'agricoltura delle Canarie e l'Unione europea Il quadro dell'UE per l'agricoltura delle isole Canarie si basa su due regimi (QUADRO 6):

- il programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità (POSEI), in virtù del quale le Canarie percepiscono un finanziamento annuale costante a titolo del Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia (FEAOG) pari a 268,4 milioni di euro (§3.4.1);

- il programma di sviluppo rurale delle Canarie 2007/2013, a carico del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) in collaborazione con le autorità statali e delle autonomie e a titolo del quale, nel 2010, sono stati percepiti 19,3 milioni (§3.4.2).

A tali programmi specifici si aggiungono le misure che, indirettamente, contribuiscono allo sviluppo dell'agricoltura e al mondo rurale delle isole. Dette misure sono riconducibili alla politica di coesione, in modo particolare al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) (§3.4.3).

L'agricoltura delle isole Canarie ____________________________________________________________________________________________

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3.4.1. Il programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità delle Isole Canarie (POSEICAN) Dal 1992 le isole Canarie fanno parte dei POSEI (§2.3). Il primo POSEICAN fu introdotto dal regolamento (CE) n. 1601/92 (GU L 173 del 27.6.1992). Le misure specifiche a favore dell'agricoltura delle Canarie hanno poi trovato un seguito nel regolamento (CE) n. 1454/2001 (GU L 198 del 21.7.2001), che ha riunito in un unico testo i programmi Poseidom, Poseima e Poseican esistenti all'epoca. Attualmente le politiche agrarie a favore dei prodotti agricoli delle regioni ultraperiferiche sono alla terza tappa, formalizzata dal regolamento (CE) n. 247/2006 del Consiglio (GU L 42 del 14.2.2006) (12) e dal regolamento (CE) n. 793/2006 della Commissione (GU L 145 del 31.5.2006). La principale novità della riforma dei POSEI del 2006 è stata l'introduzione di un programma pluriannuale che dovrebbe essere definito e gestito dalle autorità interne, similmente ai programmi di sviluppo regionale in vigore. Su tale base, nel 2010 è stato approvato il programma comunitario di sostegno ai prodotti agricoli delle Canarie (13) mediante le decisioni della Commissione del 25 marzo e del 29 settembre. Tale programma consta di tre grandi capitoli: a) Il regime specifico di approvvigionamento per le isole Canarie Tale regime è finalizzato a compensare i costi supplementari dell'approvvigionamento derivanti dall'insularità e dalla lontananza delle isole Canarie. Per la sua applicazione si definisce, in via preventiva, un bilancio previsionale di approvvigionamento e un registro di operatori beneficiari. Gli strumenti di compensazione dei costi sono di due tipi: 1) i contingenti di ingresso per determinati prodotti agrari provenienti da paesi terzi e 2) gli aiuti per la fornitura di prodotti immagazzinati dell'Unione europea. Nel 2010, detti aiuti sono stati pari a 72,7 milioni di euro (QUADRO 6). QUADRO 6. AIUTI DELL'UNIONE EUROPEA ALL'AGRICOLTURA DELLE

CANARIE (2010) AIUTI DIRETTI 2010

(IN MIGLIAIA DI EURO) CANARIE SPAGNA %

% CANARIE/SPAG

NA Totale pagamenti a titolo del FEAOG (*), di cui:

Totale aiuti Poseican,di cui:

- regime di approvvigionamento- aiuti alla produzione vegetale

- aiuti alla banana- aiuti alla produzione animale

268.400

268.400

72.700 34.600 141.100 20.000

6.426.400

-- -- -- -- -- --

4,18%

-- -- -- -- -- --

Programmi di sviluppo rurale (**) 19.300 1.562.500 1,24%

12 È in attesa di approvazione una proposta di rifusione del regolamento (CE) n. 247/2006 che include

l'adattamento alle disposizioni del trattato di Lisbona per quanto riguarda gli atti delegati e di esecuzione (COM (2010) 498 del 24.9.2010).

13 Disponibile nella sua versione consolidata di settembre 2010 sul sito web del governo delle Canarie: http://www.gobcan.es/agricultura/doc/otros/posei/POSEI_Canarias_Consolidado_27-09-2010.pdf (disponibile in ES)

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(*) Pagamenti senza modulazione. La dotazione finanziaria annuale del Poseican è definita ex ante dall'articolo 23 del regolamento (CE) n. 247/2006. (**) Per i programmi di sviluppo rurale delle Canarie e della Spagna: FEASR + spesa nazionale + spesa della Comunità autonoma. Fonte: Fondo spagnolo di garanzia agraria (FEGA, Fondo Español de Garantía Agraria). b) Le misure a favore delle produzioni locali Il secondo grande capitolo del programma è costituito dalle misure a favore del mantenimento e dello sviluppo delle produzioni agrarie locali. Nell'ambito dello stesso è possibile identificare tre tipologie di strumenti:

pagamenti di aiuti per superficie alla produzione vegetale, con una dotazione finanziaria annuale di 34,6 milioni di euro a carico del FEAOG (QUADRO 6); le principali azioni sono gli aiuti alla commercializzazione di frutta e ortaggi destinati al mercato locale (13,8 milioni) e al mercato estero (10,1 milioni).

GRAFICO 1. LOGO DEI POSEI PER LA

PROMOZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI DELLE CANARIE

Fonte: Allegato VII del regolamento (CE) n. 793/2006 (GU L 145 del 31.5.2006) (pag. 41 e seguenti).

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Gli aiuti ai produttori di banane, per un totale di 141,1 milioni di euro annuali, lungi dall'essere il principale capitolo di sostegno finanziario dell'UE alle isole Canarie (QUADRO 6). Le misure di sostegno diretto alle banane, tradizionalmente collocate in seno alla PAC, dal 2006 sono parte integrante dei POSEI (regolamento (CE) n. 2013/2006, GU L 384 del 29.12.2006). Si è così riusciti a mantenere gli aiuti fortefari in funzione dei riferimenti storici e a escluderli dal processo di dissociazione totale rispetto alla produzione, applicato a tutti gli aiuti della PAC dal 2003 (14). Come contropartita alla riscossione di tali aiuti, si fissa un tetto massimo di spesa e si chiede ai beneficiari di aderire a organizzazioni di produttori e di impegnarsi a raggiungere determinati volumi di produzione.

Gli aiuti alla produzione animale, con una dotazione finanziaria annuale di 20

milioni di euro a carico del FEAOG (QUADRO 6). Le principali misure in tale ambito sono gli aiuti al settore ovino e caprino (7,1 milioni annuali) e al consumo di latte vaccino di origine locale (5,5 milioni).

c) Le misure di accompagnamento L'ultimo capitolo dei POSEI include una gamma eterogenea di azioni. Tra queste: un logo specifico che consenta al consumatore di identificare i prodotti agricoli provenienti dalle Canarie (GRAFICO 1); un insieme di deroghe ed esenzioni rispetto alle regole generali relative allo sviluppo rurale, agli aiuti di Stato (15), e a determinate normative settoriali incluse dell'OCM unica (vino, latte, prodotti zootecnici e tabacco).

QUADRO 7. PIANO FINANZIARIO DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLE CANARIE (2007 - 2013)(IN EURO)

Contributo pubblico (in euro)

ASSE Spesa

pubblica totale

(I+II+III)

% asse sul

totale

Parte del FEASR

% sulla

spesa totale dell'as

se

II. Parte dell'amm. dello Stato

III. Parte del governo

delle Canarie

Asse 1. Aumento della competitività

210.681.844 62,9 74.062.154 35,1 54.735.240 81.884.450

Asse 2. Miglioramento dell'ambiente e dell'ambiente rurale delle Canarie

63.867.356

19,0 47.958.748

75,1

7.954.304 7.954.304

Asse 3. Qualità di vita e diversificazione dell'economia rurale

37.214.640

11,1 16.746.588

45,0

10.010.738 10.457.314

Asse 4. LEADER 18.233.079 5,5 15.498.117 85,0 1.367.481 1.367.481

Assistenza tecnica 4.858.485 1,5 3.199.798 65,8 212.237 1.446.450

TOTALE 334.855.404 100 157.465.405 47,0 74.280.000 103.109.999

14 Possibilità già contemplata dall'articolo 70 del regolamento (CE) n. 1782/2003 per tutti i prodotti agricoli delle

regioni ultraperiferiche. 15 Il regolamento (CE) n. 247/2006 consente di erogare un finanziamento aggiuntivo ai prodotti vegetali e animali

di carattere locale a titolo dei fondi regionali; tale finanziamento è considerato aiuto di Stato. Le isole Canarie hanno programmato un finanziamento supplementare per i prodotti vegetali pari a 38,1 milioni di euro annuali e uno per i prodotti animali di 8,3 milioni.

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Fonte: Piano di sviluppo rurale delle Canarie 2007/2013, aggiornato nel 2009 in seguito all'applicazione del piano europeo di ripresa economica e alla revisione dello stato di salute della PAC. 3.4.2. Il programma di sviluppo rurale 2007/2013 La Comunità autonoma delle Canarie è inclusa dell'obiettivo Competitività regionale e occupazione della politica di coesione dell'UE in regime di "phasing-in" (introduzione graduale). Detto regime include le regioni che rientrano nell'obiettivo 1 nel periodo 2000-2006 e non contemplate dal nuovo obiettivo di convergenza per il periodo 2007-2013. Ciò comporta una riduzione del grado di cofinanziamento da parte di tutti i Fondi strutturali (incluso il FEASR – Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). In tale quadro, il secondo grande programma dell'UE a favore dell'agricoltura delle Canarie è il programma di sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. La spesa pubblica totale del programma ammonta a 334,8 milioni di euro, con un cofinanziamento medio a carico del FEASR pari al 47% (QUADRO 7) (16). Il resto è ripartito tra l'amministrazione generale dello Stato e il governo regionale. L'asse prioritario del programma è il numero 1, che raggruppa le misure per il miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale pari al 63% della spesa totale, nonostante lo scarso contributo del FEASR (35,1% della spesa totale). L'azione principale è il sostegno all'ammodernamento delle aziende, seguita dalle misure di incremento del valore aggiunto dei prodotti agricoli. Il secondo asse, dedicato al miglioramento dell'ambiente e dell'ambiente rurale delle Canarie, beneficia di una maggiore percentuale di cofinanziamento a titolo del FEASR (75,1% circa). Occupa la seconda posizione nelle priorità del governo delle Canarie, con il 19% circa della spesa totale (QUADRO 7). Le misure più importanti di questo asse sono gli aiuti agroambientali. L'asse 3, a favore della qualità di vita nelle zone rurali e della diversificazione dell'economia rurale, è terzo anche in termini finanziari, con l'11,1% della spesa totale e un contributo del FEASR del 45% (QUADRO 7). La sua misura più rappresentativa è la conservazione del patrimonio rurale. Da ultimo, l'iniziativa comunitaria LEADER a favore dello sviluppo locale equivale all'1,5% della spesa totale, con un cofinanziamento del FEASR pari all'85% (QUADRO 7). Per la gestione delle misure, è stato istituito un gruppo di azione locale in ognuna delle isole principali (17). 3.4.3. La politica di coesione A titolo supplementare rispetto alle misure del Poseican e del FEASR, il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) contribuisce, con i suoi investimenti nelle infrastrutture, a strutturare l'economia delle Canarie nel suo insieme, con effetti indiretti sulla capacità di esportazione dell'agricoltura e sullo sviluppo del mondo rurale. In seno al regime di

16 Questo bilancio include le misure derivanti dal piano europeo di ripresa economica per il periodo 2009/2013,

che ammontano a 1,9 milioni di euro di spesa totale di cui 1,6 corrispondenti al FEASR. 17 In base alla legge sullo sviluppo sostenibile dell'ambiente rurale del 2007, la Spagna ha al suo attivo un

programma di sviluppo rurale sostenibile parallelo ai piani di sviluppo rurale presentati alla Commissione. Ai fini dell'applicazione, il ministero centrale e le Comunità autonome devono sottoscrivere un protocollo generale che indichi in modo circostanziato nelle modalità di collaborazione amministrativa. Le Canarie hanno sottoscritto il loro protocollo nel 2010. Stando alle previsioni del programma di sviluppo rurale sostenibile 2010-2014, le Canarie avranno un bilancio complessivo di 113,5 milioni di euro (da finanziare al 50% tra Stato e regione). Il contributo statale rappresenta il 4,4% del totale previsto per tutta la Spagna.

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"phasing-in" per il periodo 2007 – 2013, tale Fondo assegna all'arcipelago 112,4 milioni di euro. A tale importo vanno aggiunte una parte dei programmi multiregionali a favore della Spagna e le misure specifiche a titolo del Fondo sociale europeo (FSE), di minore entità.

3.5. Fattori istituzionali di rischio per il futuro dell'agricoltura delle Canarie

3.5.1. Il nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 Dal punto di vista istituzionale, la principale incognita per il futuro dell'agricoltura delle Canarie riguarda il bilancio. Occorrerà valutare in che misura il nuovo quadro finanziario pluriennale 2014-2020 inciderà sui programmi delle regioni ultraperiferiche e sul FEASR come fonte di finanziamento dell'UE di nuovo piano di sviluppo regionale. Il forte impatto della crisi economica sulle isole (vessate attualmente da una disoccupazione che colpisce fino al 28,5% della popolazione attiva) e i problemi di mercato cui vanno incontro i principali prodotti agricoli di esportazione (cfr. §3.6) concorrono al mantenimento dello sforzo finanziario dell'UE a favore dell'arcipelago. La strategia 2020, che inquadrerà il nuovo periodo di programmazione, dovrà offrire una risposta specifica alla difficile situazione socioeconomica delle regioni ultraperiferiche in generale e delle Canarie in particolare. 3.5.2. Le riforme della PAC e dei POSEI ai fini della loro applicazione nel periodo

2014-2020 A parte i fondi disponibili per il periodo 2014-2020, è interessante sapere in che modo i futuri cambiamenti nell'approccio e nel contenuto incideranno sui nuovi POSEI e sulla nuova politica di sviluppo rurale post-2013. Occorrerà seguire con particolare attenzione l'impatto, sulle isole, dell'applicazione dell'approccio territoriale integrato tra i Fondi strutturali cui fa riferimento la comunicazione della Commissione del 17 novembre 2010 sulla PAC 2020 (COM(2010)672). In tale contesto, vanno sottolineati i bassi livelli di esecuzione dei crediti assegnati allo sviluppo rurale nelle Canarie, come emerge dalla relazione di valutazione intermedia del programma di sviluppo rurale di dicembre 2010 e come conferma il comitato di sorveglianza di giugno 2011. Attualmente, il livello medio di esecuzione del programma di sviluppo rurale delle Canarie si attesta intorno al 15%, sebbene l'asse 3 (diversificazione) non raggiunga il 6% e l'asse 4 (LEADER) non sia ancora stato inaugurato. In assenza di un rapido miglioramento nelle dichiarazioni di pagamento delle autorità delle Canarie, vi è dunque un rischio certo di perdita di fondi del FEASR nel 2011(18). L'aspetto più significativo è che questi problemi di esecuzione costituiscono un pericoloso precedente in vista del nuovo periodo di programmazione 2014 – 2020: quest'ultimo, infatti, includerà una riserva di efficienza che sarà alimentata dai fondi del FEASR non eseguiti, per essere poi riassegnata alle autorità interne che hanno dato prova di una maggiore capacità di gestione. Un altro aspetto che potrebbe avere ripercussioni sui futuri POSEI è la loro maggiore articolazione strumentale con altre politiche comuni come la politica di vicinato, la politica di cooperazione e sviluppo (a carico del FSE, il Fondo di sviluppo europeo) o le infrastrutture dei trasporti (programma Marco Polo).

18 Si veda la pagina 9 della sintesi esecutiva della relazione di valutazione intermedia del programma di sviluppo

rurale delle Canarie di dicembre 2010 (http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/countries/es/mte-rep-es-canary-islands_es.pdf).

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3.5.3. Il panel dell'OMC sulle banane Le isole Canarie, con una produzione annuale pari a circa 420 000 tonnellate, sono tra i maggiori produttori di banane del mondo. Tale produzione è quasi totalmente assorbita dal mercato spagnolo su cui, fino alla creazione dell'OCM nel 1993, le isole detenevano il monopolio della fornitura ("riserva nazionale") (§2.2). L'UE è il principale consumatore e importatore mondiale di banane. Il 72% delle banane commercializzate proviene dall'America latina (principalmente da Ecuador e Colombia), il 17% circa dai paesi ACP (Camerun, Costa d'Avorio, Repubblica dominicana ecc.) e il restante 11% è di produzione propria (fondamentalmente di Canarie, Azzorre, Madeira, territori francesi d'oltremare e, in misura minore, anche di Grecia e Cipro). A gennaio 2006 l'Unione europea ha istituito un nuovo regime tariffario per la banana, con un dazio doganale unico di 176 euro/tonnellata sulle importazioni provenienti da paesi terzi (principalmente dell'America latina) che beneficiano della clausola della nazione più favorita dell'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) (19). Le banane dei paesi ACP hanno continuato a entrare liberamente nel territorio comunitario come parte integrante delle preferenze commerciali riconosciute dall'UE a questi paesi. A complemento al nuovo regime tariffario, a dicembre 2006 si è modificato il sistema di aiuti ai produttori europei di banane, sistema successivamente integrato nei POSEI (§3.4.1). L'Ecuador ha presentato un ricorso all'OMC perché riteneva che il regime di importazioni dell'UE fosse contrario alle norme commerciali allora vigenti e che esso violasse il principio della nazione più favorita, in quanto discriminava le banane a seconda della loro origine. Nel 2008 il panel si è espresso a favore dell'Ecuador e dei paesi che lo avevano sostenuto (tra cui gli Stati Uniti). Sono seguiti ardui negoziati tra la Commissione e i paesi richiedenti. A dicembre 2009 è stato infine sottoscritto un accordo a Ginevra che ha messo fine alla disputa commerciale; tale accordo è stato poi ratificato dal Parlamento europeo in seduta plenaria a febbraio 2010, seguendo le proposte della commissione per il commercio internazionale (INTA) (20). L'accordo prevede che l'UE riduca progressivamente i dazi sulle banane latinoamericane da 176 euro/tonnellata fino a 114 euro/tonnellata. Il periodo di applicazione terminerà all'inizio del 2017 o, al più tardi, nel 2019. Una prima riduzione tariffaria si applicherebbe immediatamente dopo la firma dell'accordo per un importo di 28 euro/tonnellata (lasciando il dazio a 148 euro). In cambio, i paesi latinoamericani si sono impegnati a ritirare le denuncie e a non esigere ulteriori tagli nel quadro dei negoziati del round di Doha. Indirettamente, l'accordo di Ginevra si è ripercosso sul trattamento preferenziale di cui beneficiavano le banane dei paesi APC anche se tali prodotti continueranno a entrare nell'UE esenti da dazi e contingenti. La risoluzione del Parlamento europeo di febbraio 2011, che avalla l'accordo, riconosce comunque l'impatto che esso avrà sui redditi dei produttori dell'UE. Ha quindi chiesto di adattare il pacchetto di aiuti per i produttori delle regioni ultraperiferiche in seno ai POSEI. L'accordo di riduzione dei dazi doganali è attualmente al suo secondo anno di applicazione. È logico pensare che, man mano che questo sarà attuato e che diminuiscono i prezzi di mercato, la scheda finanziaria nei POSEI dovrà essere incrementata. Di fatto, gli aiuti alle banane a titolo dei POSEI sono diventati uno strumento chiave per il mantenimento delle

19 Regolamento (CE) n. 1964/2005, GU L 316 del 2.12.2005. 20 P7_TA-PROV (2011) 0030 del 3 febbraio 2011 (http://www.europarl.europa.eu/oeil/file.jsp?id=5848082).

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rendite dei produttori di banana. Nelle Canarie, gli aiuti del Poseican (QUADRO 6) rappresentano oggi la metà dei redditi complessivi del settore. Sono già stati avviati negoziati in tal senso tra la Commissione e i governi di Spagna, Francia e Portogallo. A titolo supplementare, e per le produzioni delle Canarie, è in corso di negoziato anche l'applicazione di aiuti nazionali ai trasporti, già contemplati nella normativa generale sulle sovvenzioni al trasporti di merci dalle Canarie alla penisola. 3.5.4. Il rinnovo del protocollo agricolo dell'accordo di associazione con il

Marocco Un ultimo fattore istituzionale che turba l'agricoltura delle Canarie è il rinnovo del protocollo agricolo dell'accordo di associazione tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Regno del Marocco, dall'altra. A dicembre 2010 il Consiglio dei ministri dell'UE ha ratificato il nuovo protocollo agricolo proposto dalla Commissione (COM (2010) 485 del 16.9.2010). Conformemente alle disposizioni del trattato di Lisbona, l'ultima parola spetta comunque al Parlamento europeo (procedura di parere conforme). Il Parlamento europeo dovrebbe formalizzare il suo parere a luglio 2011, una volta approvate le tre relazioni delle commissioni parlamentari responsabili per il caso in specie, ossia la commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, la commissione per la pesca e la commissione per il commercio internazionale. Il protocollo prevede la liberalizzazione pressoché totale per la frutta e gli ortaggi provenienti dal Marocco; fanno eccezione sei prodotti, soggetti invece ai contingenti: pomodoro, zucchina, cetriolo, aglio, clementina e fragola. Per i restanti prodotti, si stabilisce un'esenzione totale dai dazi doganali ad valorem e si riduce del 30% il prezzo di entrata per la quasi totalità della frutta con nocciolo, per l'uva da tavola e per gli agrumi. I sei contingenti per i prodotti considerati sensibili hanno subito un sostanziale incremento. La maggiore concessione riguarda il pomodoro, che passa da un contingente base di 185 000 tonnellate a un altro di 257 000 tonnellate nel 2013. Il contingente addizionale si attesta a 28 000 tonnellate. Il settore agricolo delle Canarie, più specificamente i produttori di pomodori, si è dimostrato fortemente contrario al protocollo, lamentando i bassi prezzi di entrata stabiliti, la coincidenza dei calendari di produzione, l'assenza di reciprocità nelle condizioni di produzione esatte al Marocco e, infine, gli insufficienti controlli doganali alla frontiera, che porteranno a una maggiore concentrazione dei prodotti in un mercato già squilibrato, unitamente a una svalutazione dei prezzi nazionali all'origine. Si adduce, a fondamento delle rivendicazioni, il fatto che dal 1995 (data in cui fu firmato il primo accordo di associazione con il Marocco) a oggi, si è registrata una continua diminuzione della superficie coltivata di pomodoro, è scomparsa la metà delle sue aziende e si è ridotta la produzione (passata da 450 000 tonnellate ad appena 126 000 nel 2009 e a 119 800 nel 2010 (21).

21 Su richiesta del settore, le autorità pubbliche interne hanno stabilito una serie di misure specifiche di sostegno

alla produzione di pomodori da serra onde arginare tali tendenze negative. Tali misure si inseriscono all'interno del programma di sviluppo rurale mediante aiuti nazionali, ossia senza cofinanziamento del FEASR: il loro bilancio è infatti a carico del ministero centrale e del governo delle Canarie, in parti uguali (50%). A luglio 2010 il ministero ha erogato alle Canarie i primi 10,4 milioni di euro per tale voce. A dicembre 2010 sono stati poi stanziati ulteriori 3,5 milioni. Le misure si configurano come aiuti di ammodernamento e miglioramento dell'efficienza energetica delle serre, e coprono un massimo del 75% dell'investimento totale. Ai fini di una migliore gestione del mercato dell'UE, esiste anche un gruppo di contatto franco-spagnolo sul pomodoro, istituito nel quadro del comitato misto franco-spagnolo per la frutta e gli ortaggi del 1997.

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3.6. Situazione agricola: il difficile momento che attraversano i settori del pomodoro e della banana

Gli ortaggi di esportazione delle isole Canarie hanno di recente subito gli effetti della crisi scatenato dal batterio E. Coli nell'Europa centrale, che ha aggravato la già delicata situazione che i dati di produzione, esportazione e prezzi annunciavano per il 2011. Non va dimenticato che il principale ortaggio di esportazione è il pomodoro. Già prima dello scoppio della crisi, il settore registrava un crollo di produzione che si sommava ai due anni precedenti, nonostante il mantenimento della superficie (1 500 ha) (§3.5.4). Una simile situazione interessa il settore dell'uva da vino, al ribasso negli ultimi anni (16 000 t. Nel 2009 e 11 700 nel 2010). Quanto all'allevamento, diminuisce il numero di bovini macellati e aumenta quello di suini e soprattutto di caprini. Va inoltre sottolineato che il 25% dei caprini abbattuti in Spagna è macellato nelle Canarie. Per quanto riguarda i prezzi agricoli della campagna 2011, risalta il relativo aumento dei prezzi della patata. Di contro, all'inizio dell'anno si è registrato un forte crollo dei prezzi delle banane dovuto al continuo aumento dell'offerta (359 000 t. nel 2009 e 420 700 t. nel 2010) e alla saturazione del mercato spagnolo dovuta alle importazioni latinoamericane. Tale situazione ha motivato la distruzione di parte del raccolto onde riequilibrare il mercato e provocare un rialzo dei prezzi. Proseguiva dunque la tendenza dell'anno precedente, in cui già si era registrata una sovrapproduzione di 40 000 tonnellate in seguito alla quale furono distrutte 38 000 tonnellate e fu venduta una parte della produzione di banane a prezzo di costo. Sembra che, negli ultimi mesi, i prezzi si siano stabilizzati. In tale contesto, il settore delle banane insiste sull'aggiornamento degli aiuti a titolo del POSEI, come ha già fatto il Parlamento europeo in seduta plenaria a febbraio di quest'anno (§3.5.3), così da compensare le concessioni tariffarie a favore dei paesi terzi produttori di banane e garantire la sopravvivenza delle piantagioni delle Canarie.

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INFORMAZIONI SULLE ISOLE VISITATE DALLA DELEGAZIONE DEL PARLAMENTO LA PALMA: http://www.turismodecanarias.com/canary-islands-spain/tourism-office/la-palma-island/index.html TENERIFE: http://www.turismodecanarias.com/canary-islands-spain/tourism-office/tenerife-island/index.html GRAN CANARIA: http://www.turismodecanarias.com/canary-islands-spain/tourism-office/gran-canaria-island/index.html