direttore: franco oddo • vicedirettore: marina de …

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PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO“MARIO FRANCESE 2012” • QUINDICINALE DI FATTI E OPINIONI • REG. TRIB. DI SIRACUSA N.1509 DEL 25/08/2009 • DIRETTORE: FRANCO ODDO • VICEDIRETTORE: MARINA DE MICHELE domenica 31 marzo 2013 prossima uscita: 14 aprile 2013 Anno V n.7 € 0,70 e-mail: [email protected] CI SCRIVONO IL SINDACO DI AVOLA E UNA EX SOCIA DELLA VAL DI NOTO ENERGY SRL. LE NOSTRE DOMANDE ATTENDONO ANCORA RISPOSTE Fotovoltaico, repliche che non chiariscono RISERVA CIANE Undici trasferiti Restano in quattro a gestire tutto senza turni pag.7 LYDIA ALFONSI L’attrice merita la cittadinanza onoraria Alcuni amarcord pag.15 (Formosa) ANTICHI MULINI Sui sentieri iblei d’improvviso un cancello “20€ a persona” pag.13 (Midolo) Simona Bertoli: “Il vostro articolo si addentra in un dedalo di insinuazioni infamanti e chiaramente prive, non solo di con- tenuto, ma anche di un sostrato normativo che possa in qualche modo corroborare una tesi che non appare per nulla chiara nelle conclusioni”. Il sindaco di Avola, Luca Cannata: “In ogni sede ho tempestivamente ri- sposto in maniera esau- stiva sia ai rilievi, sia alle domande poste dai consi- glieri comunali e tutti gli atti sono stati visionabili da chiunque”. Queste, in sintesi, le obie- zioni pervenute. La Civetta conferma tutto ciò che ha scritto e incalza con que- siti che non hanno ancora ottenuto chiarezza, nono- stante siano fondamentali per capire come sia stato possibile non ottenere pa- reri ed effettuare controlli previsti dai regolamenti e ancor più com’è possibile che Val di Noto abbia ven- duto ad un prezzo inferiore a quanto speso, pur essen- dosi aggiudicato un appal- to milionario. Pagg.9-12 (La Leggia) ISTITUTO NAUTICO La Regione decide corso di 24 mesi professionalizzante Stage a bordo pag.18 (Totis) Augusta, la mafia sapeva in anticipo gli affari lucrosi DURISSIMA LA RELAZIONE DEGLI ISPETTORI MINISTERIALI Le siracusane non si fidano di Ostetricia IL 26% EMIGRA ALTROVE. TROPPI I CASI DI MALASANITÀ E ALTISSIMA PERCENTUALE DI CESAREI Come si evince dal pia- no attuativo 2012/2014 (mobilità per reparto di dimissione, pag. 18) pub- blicato on line sul sito www.asp.sr.it, il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ Umberto I di Siracu- sa diretto dal dott. Anto- nino Bucolo non sembra riuscire ad arginare l’e- sodo delle donne siracu- sane. Il 26% dei residenti della provincia si rivolge a strutture sanitarie ex- tra provinciali, evidente- mente non ritenendo tale reparto luogo di cura ide- ale, e preferisce emigrare in altre città con notevole sforzo economico; peral- tro una percentuale per difetto ove si consideri che la mobilità è con- tenuta dalla forte crisi economica. In un setto- re che potremmo defini- re la fabbrica del futuro, dove la donna dovrebbe sentirsi sicura e protet- ta, tutto questo appare inaccettabile. Ci sono an- che dei comitati cittadini che stanno raccogliendo firme su petizione per evidenziare le carenze di questo reparto e per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica. Chi è interessato può visiona- re il sito internet: http:// www.change.org/it/peti- zioni/ospedale-di-siracu- sa-libere-dalla-paura-e- dagli-affari. Pag. 2 (Morale) “L’uso distorto della cosa pubblica si è concretizza- to, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese colle- gati direttamente od in- direttamente ad ambienti malavitosi, per l’esistenza di una fitta ed intrica- ta rete di amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali con- sorterie criminali”. Pag. 5 (Di Mauro) “La mia rinunzia alla re- tribuzione (110 mila euro l’anno, ndr) avrà valore solo dal momento in cui l’ultimo dei consiglieri comunali e di quartiere ri- nuncerà - volontariamen- te - a qualunque forma di emolumento”. Pag. 7 (De Michele) LETTERA AUTOGRAFA DEL COMANDANTE VV.UU. “Lavoro gratis se lo fanno i politici” Si ricrea il sistema delle vasche digradanti pag. 20 (De Michele) Si ricrea il sistema delle vasche digradanti pag. 20 (De Michele)

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PREMIO NAZIONALE DI GIORNALISMO“MARIO FRANCESE 2012”

• QUINDICINALE DI FATTI E OPINIONI • REG. TRIB. DI SIRACUSA N.1509 DEL 25/08/2009• DIRETTORE: FRANCO ODDO • VICEDIRETTORE: MARINA DE MICHELE

domenica 31 marzo 2013prossima uscita: 14 aprile 2013

Anno V n.7 € 0,70e-mail: [email protected]

CI SCRIVONO IL SINDACO DI AVOLA E UNA EX SOCIA DELLA VAL DI NOTO ENERGY SRL. LE NOSTRE DOMANDE ATTENDONO ANCORA RISPOSTE

Fotovoltaico, repliche che non chiariscono

RISERVA CIANEUndici trasferiti

Restano in quattroa gestire tutto

senza turni pag.7

LYDIA ALFONSIL’attrice meritala cittadinanza

onorariaAlcuni amarcord

pag.15 (Formosa)

ANTICHI MULINISui sentieri iblei

d’improvvisoun cancello

“20€ a persona”pag.13 (Midolo)

Simona Bertoli: “Il vostro articolo si addentra in un dedalo di insinuazioni infamanti e chiaramente prive, non solo di con-tenuto, ma anche di un sostrato normativo che possa in qualche modo corroborare una tesi che non appare per nulla chiara nelle conclusioni”.Il sindaco di Avola, Luca Cannata: “In ogni sede ho tempestivamente ri-sposto in maniera esau-stiva sia ai rilievi, sia alle domande poste dai consi-glieri comunali e tutti gli atti sono stati visionabili

da chiunque”.Queste, in sintesi, le obie-zioni pervenute. La Civetta conferma tutto ciò che ha scritto e incalza con que-siti che non hanno ancora ottenuto chiarezza, nono-stante siano fondamentali per capire come sia stato possibile non ottenere pa-reri ed effettuare controlli previsti dai regolamenti e ancor più com’è possibile che Val di Noto abbia ven-duto ad un prezzo inferiore a quanto speso, pur essen-dosi aggiudicato un appal-to milionario.

Pagg.9-12 (La Leggia)

ISTITUTO NAUTICOLa Regione decidecorso di 24 mesi

professionalizzanteStage a bordo

pag.18 (Totis)

Augusta, la mafia sapevain anticipo gli affari lucrosi

DURISSIMA LA RELAZIONE DEGLI ISPETTORI MINISTERIALI

Le siracusane non si fidano di OstetriciaIL 26% EMIGRA ALTROVE. TROPPI I CASI DI MALASANITÀ E ALTISSIMA PERCENTUALE DI CESAREI

Come si evince dal pia-no attuativo 2012/2014 (mobilità per reparto di dimissione, pag. 18) pub-blicato on line sul sito www.asp.sr.it, il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ Umberto I di Siracu-sa diretto dal dott. Anto-nino Bucolo non sembra riuscire ad arginare l’e-sodo delle donne siracu-sane. Il 26% dei residenti della provincia si rivolge a strutture sanitarie ex-tra provinciali, evidente-mente non ritenendo tale reparto luogo di cura ide-ale, e preferisce emigrare in altre città con notevole sforzo economico; peral-tro una percentuale per difetto ove si consideri

che la mobilità è con-tenuta dalla forte crisi economica. In un setto-re che potremmo defini-re la fabbrica del futuro, dove la donna dovrebbe sentirsi sicura e protet-ta, tutto questo appare inaccettabile. Ci sono an-che dei comitati cittadini che stanno raccogliendo firme su petizione per evidenziare le carenze di questo reparto e per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica. Chi è interessato può visiona-re il sito internet: http://www.change.org/it/peti-zioni/ospedale-di-siracu-sa-libere-dalla-paura-e-dagli-affari.

Pag. 2 (Morale)

“L’uso distorto della cosa pubblica si è concretizza-to, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese colle-gati direttamente od in-direttamente ad ambienti malavitosi, per l’esistenza di una fitta ed intrica-ta rete di amicizie e frequentazioni, che lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali con-sorterie criminali”.

Pag. 5 (Di Mauro)

“La mia rinunzia alla re-tribuzione (110 mila euro l’anno, ndr) avrà valore solo dal momento in cui l’ultimo dei consiglieri

comunali e di quartiere ri-nuncerà - volontariamen-te - a qualunque forma di emolumento”.

Pag. 7 (De Michele)

LETTERA AUTOGRAFA DEL COMANDANTE VV.UU.

“Lavoro gratis selo fanno i politici”

Si ricrea il sistemadelle vasche digradanti

pag. 20 (De Michele)

Si ricrea il sistemadelle vasche digradanti

pag. 20 (De Michele)

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

2La solitaria lotta per la giustizia di S.F. Due medici del reparto rinviati a giudizio per il modus operandi

Un quarto dei siracusani non si fida di Ostetricia e Ginecologia dell’Umberto I°ed emigra altrove, per i casi di malasanità e per i troppi parti cesarei (43,94%)

Come si evince dal piano attuativo 2012/2014 (mobilità per reparto di di-missione, pag. 18) pubblicato on line sul sito www.asp.sr.it, il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ Umberto I di Siracusa diretto dal dott. Antonino Bucolo non sembra riuscire ad arginare l’esodo del-le donne siracusane. Il 26% dei residenti della provincia si rivolge a strutture sa-nitarie extra provinciali, evidentemente non ritenendo tale reparto luogo di cura ideale, e preferisce emigrare in altre città con notevole sforzo economico; peraltro una percentuale per difetto ove si conside-ri che la mobilità è contenuta dalla forte crisi economica. In un settore che potrem-mo definire la fabbrica del futuro, dove la donna dovrebbe sentirsi sicura e protetta, tutto questo appare inaccettabile. Ci sono anche dei comitati cittadini che stanno raccogliendo firme su petizione per evi-denziare le carenze di questo reparto e per cercare di sensibilizzare l’opinione pubbli-ca. Chi è interessato può visionare il sito internet: http://www.change.org/it/petizio-ni/ospedale-di-siracusa-libere-dalla-pau-ra-e-dagli-affari.Un primario dovrebbe spendere tutte le sue energie, esprimere al massimo le sue capacità umane e professionali per otte-nere risultati economici favorevoli all’a-zienda, ma soprattutto per dare risposte alle aspettative dei cittadini, ed è per il raggiungimento di questi obbiettivi che gli viene elargito un lauto compenso, che per un primario si aggira in media comples-sivamente sui 120.000 euro annui lordi, che è la media delle retribuzioni di questi professionisti a Catania. A proposito de-gli stipendi dei dirigenti, c’è da segnalare che l’ASP di Siracusa non pubblica sul

sito gli importi degli stipendi percepiti, non rispettando i principi della legge sulla trasparenza nella Pubblica Amministra-zione. Il dott.Bucolo, oltre ai suoi impegni professionali con l’ASP di Siracusa, eser-cita la libera professione, attività legale, nulla da eccepire, ma che forse potrebbe andare in conflitto d’ interessi con l’attivi-tà pubblica e che gli fa lievitare notevol-mente il reddito, ma toglie energie a lui necessarie per affrontare le criticità rileva-te in reparto. Un notevole contributo negativo lo han-no dato i tanti casi di malasanità che si sono verificati periodicamente, alcuni finiti nelle cronache televisive nazionali, altri, pur essendo di notevole gravità, non evidenziati dalla stampa: come nel caso dei medici ginecologi Sebastiano Man-giafico ed Erasmo Merendino che, sotto la sua direzione, hanno avuto in cura la signora S.F. ricoverata all’ottavo mese di gravidanza per algie pelviche e che, per il loro modus operandi, sono stati rinviati a giudizio per ipotesi di colpa consistita in negligenza, imprudenza e violazione delle regole dell’arte medica e delle disci-pline specifiche dettate nelle linee guida descritte dal primario e per la morte del feto, accusa supportata anche dalla peri-zia medico legale disposta dal PM. Il pri-mario del reparto aveva prima sporto de-nuncia contro i medici responsabili perchè riteneva assurdo quello che era successo, ma stranamente in seguito decide di riti-rarla perdendo la possibilità di opporsi per propria etica professionale a un siste-ma inefficiente e che spesso viene depo-tenziato da operatori scelti con criteri che - ove il rinvio a giudizio si concluda con una condanna - nulla hanno a che vedere

di ALESSANDRO MORALE

con la meritocrazia. Peraltro, il ritiro della denuncia abbandona S.F. nella lotta per avere giustizia, finanziariamente onerosa e tanto più improbabile se si tiene conto che il 99,1 % dei processi contro i medici si conclude con la prescrizione per decor-renza dei termini, come si può leggere su www.aida.it. Nel reparto diretto dal dott. Bucolo nessu-na procedura è stata, inoltre, adottata per determinare un abbassamento dei parti cesarei che, più che una tecnica utilizzata nei casi critici per risolvere parti a rischio, danno l’ impressione di essere la normali-tà. Una forte critica in ambito medico ritie-ne che questo metodo chirurgico, se non eseguito per giusta causa, sia una scorcia-toia praticata per non spendersi professio-nalmente: non incoraggiare la partoriente verso un parto naturale può diventare un potenziale affare economico che specula sul dolore e sulla sofferenza della donna. E’ importante sapere che il cesareo è la maggiore tra le cause che assegna al sud Italia la maglia nera per mortalità infan-

tile. Il dato riportato nelle tabelle www.focus.it ospedali 2012 indica una percen-tuale di parti cesarei praticati all’Umberto I di Siracusa pari al 43,94%, peggiore in provincia solo la clinica villa Rizzo dove la percentuale è del 63,55%, mentre il pia-no attuativo aziendale 2012/2014 indica il 54,3% su base provinciale. Il dato del-la media nazionale è del 27%, a sua volta uno dei più elevati in Europa. Oggi il Drg in Italia è di 2.400 euro per il cesareo e di 1.400 per il fisiologico; per fa-vorire un’ inversione di marcia in Sicilia è già stato unificato a 1.900 euro, con un ul-teriore incentivo di 300 euro per l’analge-sia e per il parto naturale nelle donne già cesarizzate, ma il problema consiste anche nei costi per le giornate di ricovero. Una riflessione è doverosa sulle prestazioni erogate in intra moenia extra moenia, che sembrano beneficiare dalle disfunzioni ospedaliere; molti pazienti percepiscono la sensazione di sentirsi come obbligati a questo passaggio per assicurarsi maggiori attenzioni durante il ricovero.

Un Comitato chiede all’Asp l’adeguamento dei locali di Ginecologia, mediatrici culturali più ostetriche e infermiere, personale femminile, spazi, aggiornamento del personale

Nel 1985 L’Oms, Organizzazione Mon-diale della Sanità, ha definito in 15 ‘rac-comandazioni’ i diritti della partoriente, dalla gravidanza al travaglio, che sono stati recepiti nel 2006 dalla legge italiana “Sulla tutela dei diritti della partoriente” e dalla legge regionale n°5 del 2009. Queste ottime leggi individuano il parto come un evento fisiologico per il corpo femminile e che non deve essere vissuto in maniera ‘a-normale’, ovvero per il quale l’interven-to medico è richiesto laddove ci si trova effettivamente in presenza di una patolo-gia. Ad esempio l’induzione del travaglio tramite la somministrazione di medicine, il cesareo al posto del parto vaginale, la rottura artificiale delle membrane, il mo-nitoraggio elettronico fetale, la sommi-nistrazione routinaria di farmaci dopo il parto sono tutte azioni che andrebbero riservate a specifiche situazioni patologi-che, mentre sappiamo tutti che la Sicilia è regione con il maggiore tasso di cesarei (il 35% dei parti) in Italia. Tra le indicazioni dell’Oms evidenziamo invece: la pianifica-

zione di tutti i momenti del parto e del tra-vaglio da parte della donna con la figura di riferimento (ostetrica, equipe medica, ginecologo, o altro), assicurare la presenza durante il parto di una persona di fiducia a scelta della partoriente, il rispetto dei valori e della cultura di provenienza della partoriente, che il neonato in salute non dovrebbe esser separato dalla madre dopo il parto, promuovere l’allattamento mater-no evitando i complementi artificiali. Ep-pure la prassi sperimentata ancora oggi da molte donne sul loro corpo è lontanissima da questi parametri, soprattutto nel Sud Italia. Per non parlare dell’esperienza del parto in acqua, o condiviso con il padre, o del parto in casa seguito da nuove figu-re (o antichissime?) di levatrici chiamate “Doula”. Dalla distanza tra le leggi e la pratica con-creta è nata a Siracusa un’esperienza del tutto nuova. Un gruppo di donne e uo-mini ha lanciato una petizione su Inter-net (http://www.change.org/ospedale-di-siracusa-libere-dalla-paura-e-dagli-affari)

per migliorare la qualità del servizio ot-tenendo su alcuni punti essenziali un’in-terlocuzione con l’Azienda Ospedaliera “Umberto I” di Siracusa, dove si sono rac-colte diverse lamentele da parte delle don-ne e alcune storie di parti “infelici”. Alla petizione hanno aderito l’Arci, la rete dei centri antiviolenza, Amnesty Siracusa, La Civetta, la Lega italiana contro l’AIDS, e alcuni rappresentanti politici regionali (Marika di Marco per il Pd e Stefano Zito per il M5S).L’11 Marzo 2013 è stata convocata la pri-ma riunione del Comitato che in forma assembleare ha delineato i punti di lavoro: la visione degli atti dell’azienda ospedalie-ra, la formazione di un gruppo di raffor-zamento della consapevolezza delle donne sul corpo femminile in gravidanza, sulle leggi ed i diritti esigibili, e sulla distinzione tra ciò che è patologico e ciò che è naturale. Inoltre all’azienda le richieste più urgenti sono: l’adeguamento dei locali (una stan-za con non più di letti e bagno in camera con doccia), la presenza di mediatrici cul-

turali, di un maggior numero di ostetriche ed infermiere, di personale femminile, di spazi per l’informazione sull’allattamento al seno e sui parti in casa, l’aggiornamento ed il controllo del personale del reparto, la necessità che la partoriente sia seguita prima e dopo il parto da una stessa figura di riferimento che deve esser ammessa in sala parto.Le questioni che aleggiano sono moltis-sime: dal privilegiare la parola femminile sull’esperienza del parto, invece di quella maschile e medica, al rafforzare soprat-tutto nelle giovani donne una sessualità consapevole, all’evidenziare le discrimina-zioni che quotidianamente avvengono nei confronti di donne portatrici di differen-ze culturali o di patologie mediche, come l’Aids.In Autunno, dopo aver raccolto una serie di testimonianze femminili, il Comita-to intende inoltre promuovere uno o più eventi pubblici con la presenza di specia-listi di formazioni diverse sul parto, la na-scita, la maternità e l’allattamento al seno.

Hanno aderito Arci, rete centri antiviolenza, Amnesty, La Civetta, Lega anti AIDS, due deputati

Anno V n.7 - 31 marzo 2013

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e-mail: [email protected]

La segretaria del Comune sui chiarimenti chiesti dalla Corte dei Conti: “Ci stiamo lavorando”

Il presidente del Consorzio San Lorenzo: “Mica ci occupiamo solo della strada?”Il prof. Aprile: “Potrebbe dover rispondere di distrazione di danaro pubblico”

di MARINA DE MICHELE

Dobbiamo ritenere che la riunione svol-tasi a Noto tra i presidenti dei consorzi stradali del Comune, l’assessore Cor-rado Bianca e la segretaria comunale, non abbia sortito alcun risultato certo. L’incontro avrebbe dovuto chiarire se andare finalmente allo scioglimento di consorzi che alcuni utenti, i cui ricorsi sono stati favorevolmente accolti dalla Commissione Tributaria Provinciale, ri-tengono privi di capacità impositiva da quando la legge regionale n.9 dell’86 ne ha trasferito le funzioni alla Provincia. L’assenza in questa occasione del legale del Comune ha certamente pesato ed è suonata per molti come espressione di una insuperabile difficoltà, come tacita volontà di rimuovere il problema piut-tosto che affrontarlo, e risolverlo. Dalle notizie raccolte sembra che in sostanza l’iniziativa e la responsabilità di decidere sul possibile scioglimento dei consorzi sia stata riconosciuta come in capo solo ai presidenti stessi, ai cda e alle assem-blee dal momento che lo stesso comune riveste negli enti ruolo di semplice usua-rio, e maggiore contribuente (circa il 40%).“Un positivo e pacato confronto – ha detto l’assessore Bianca -. Si è consape-voli che non tutte le lamentele sono im-motivate e che la materia è complessa. Ci si è lasciati con l’impegno di un ap-profondimento anche perché non tutte le situazioni sono eguali. Alcuni dei 9 consorzi hanno bilanci da 1500 euro ma in nessun caso si riscontra dolo o malafe-de. Occorre valutare l’opportunità dello scioglimento da parte degli associati”.Ma intanto pende come una spada di Damocle la richiesta di chiarimenti in-viata qualche tempo fa all’amministra-zione netina dalla Corte dei Conti. Quale sia l’esatto contenuto della istanza non è dato sapere. La gentilissima dottoressa Cartelli, la segretaria comunale, ha det-to che “ci sta lavorando, che sta cercan-do di acquisire la documentazione e che ci farà sapere quanto prima”, un modo cortese per non dire quale tipo di docu-mentazione stia cercando, dunque cosa la Corte voglia sapere. Ovviamente la preoccupazione dei presidenti è che si-ano chiamati essi stessi a rispondere di somme forse indebitamente percepite da enti che la commissione tributaria non una sola volta ha ritenuto privi di capa-cità impositiva. O, altra ipotesi, che si voglia accertare la legittimità di alcuni onerosi interventi per i quali forse non si era legittimati. Un esempio per tutti: l’impianto di illuminazione appaltato a seguito di un verbale di accordo ai sen-si della L. 241/1990 dei rappresentanti dell’amministrazione comunale e il sig. Runza Giuseppe all’epoca vice presiden-te ma non coperto da mandato specifico dell’assemblea e quindi in mancanza di rappresentanza legale, nel 1999. 100 mi-lioni di lire a carico del Consorzio e 25 milioni del Comune entro il 31/07/1999, 35 milioni entro il 30/06/2000 e il resto (?) entro il 31/12/2000, a quanto pare con qualche pendenza non ancora risolta. Un verbale di accordo di dubbia legalità e che lascia indefinita la somma finale da

spendere ma che certamente obbliga il consorzio a raccogliere i fondi necessari non più per la manutenzione della sede stradale ma per opere di urbanizzazione non aderenti alle finalità statutarie del consorzio. Dunque la prospettiva è che si accerti la sussistenza di un qualche danno erariale. Gli ultimi ricorsi presentati da utenti ormai esasperati restano invece in sta-to limbotico. “Mentre sull’ennesimo ricorso alla CTP, presentato a gennaio del 2012 per una cartella del 2010, il con-sorzio si è costituito con controdeduzio-ni nel febbraio successivo, sull’ulteriore ricorso presentato a novembre 2012 per la cartella del 2011, il consorzio ancora oggi non si è neanche costituito. Inoltre su un diverso ricorso dell’ottobre 2011 e depositato a marzo 2012, deciso anch’es-so favorevolmente dalla CTP (“inesisten-za giuridica dell’atto impositivo perché proveniente da un ente di fatto soppres-so dall’art. 13 della l.r.s. n.9/86”), ad oggi non è stato ancora proposto appello (termine ultimo 30/04/2013)” ci aggiorna il professore Aprile. Come si comprende una serie intermina-bile di ricorsi complica la vita in parti-colare del Consorzio San Lorenzo chia-mato a gestire strade che non servono più pochi appezzamenti agricoli come in origine (l’anno di costituzione del con-sorzio è il 1951) bensì un territorio ormai altamente urbanizzato, affollatissimo in estate, disseminato da case e ville di

villeggiatura i cui proprietari, loro mal-grado, sono di fatto diventati “soci” di un consorzio che ha la pretesa di sosti-tuirsi all’assenza dell’amministrazione comunale nella realizzazione delle opere di urbanizzazione e nell’erogazione di servizi compresa la pulizia della spiag-gia, e quindi sottoposti a un tributo che, già da quest’anno, ha subito un notevole aumento (ma, per statuto, non doveva essere una ripartizione di spese?) e non si sa se realmente dovuto. Tra le voci di ge-stione del consorzio (1700 euro all’anno le spese di amministrazione) quella per le spese legali è pressoché costante, circa 3000 euro all’anno (questo ci è stato ri-ferito), una cifra modica ma comunque destinata a lievitare poiché si parla di gradi di giudizio arrivati anche in Cas-sazione. A occuparsene l’ex sindaco del comune Raffaele Leone.Anche il presidente del Consorzio San Lorenzo, G. Cavarra, tramite mail, ha chiarito il proprio punto di vista dopo aver ricordato le funzioni dell’ente se-condo statuto – “supplisce di fatto l’as-senza del Comune” – ed evidenziato che né lui né gli altri componenti del consi-glio di amministrazione percepiscono un qualche compenso: “Il tutto è fatto a titolo gratuito rimettendoci tempo e spese di trasporto e spesse volte anche calunnie”. Secondo Cavarra la funzione del consorzio, sulla cui legittimità non ha dubbi, non si limiterebbe alle man-sioni definite dallo statuto: “ha anche

un compito di tutela e salvaguardia del territorio: segnala gli inconvenienti - “il controllo della viabilità da parte della polizia municipale si può considerare un avvenimento” -, funge da pungolo per l’amministrazione comunale per quanto riguarda spazzatura, igiene, pulizia, an-che delle spiagge - “il comune non la fa sempre neanche il sabato e la domenica quando gli spetterebbe” -, disinfestazio-ne, segnaletica stradale. Non sempre le amministrazioni succedutesi nel tem-po hanno mostrato sensibilità a queste problematiche anche se, a onor del vero, quest’ultima sta mostrando maggiore attenzione: segnaletica verticale, inter-ramento cavi elettrici, contributo versa-to seppur con ritardo, apertura di una discussione sull’illuminazione pubblica. La contrada manca ancora dei servizi primari (elettrificazione, acqua, fogna-tura), nonostante i residenti abbiano ver-sato oneri di urbanizzazione primaria e oneri concessori. Ogni servizio viene concesso con il contagocce e quindi se il consorzio si sciogliesse forse la situa-zione peggiorerebbe. Tuttavia sentendo le lamentele che provengono da più par-ti converrebbe buttare la spugna (argo-mento da affrontare al prossimo cda) e poi osservare l’evolversi della situazio-ne” conclude Cavarra. Caustico il professore Aprile: “Ma cosa c’entra il Consorzio Stradale con la pu-lizia della spiaggia, l’igiene, la tutela e salvaguardia del territorio, il controllo della viabilità, l’elettrificazione, l’acqua e la fognatura? Ma non è che l’attuale presidente Cavarra abbia letto qualche altro statuto, forse quello comunale, non rendendosi conto che è presidente solo di un consorzio stradale che ha come uni-co scopo quello previsto all’art. 4 dello statuto che prevede la sola manutenzione delle strade e che è tenuto ad osservare pena la violazione dello Statuto e la di-strazione di danaro pubblico? Visti gli aumenti notevoli dei contributi richiesti a partire dall’anno 2012, non è che l’attuale presidente si è messo in testa di sostituirsi all’amministrazione del co-mune di Noto, assumendo personale da adibire a vigili urbani, appaltare opere di urbanizzazione, provvedere alla pulizia della spiaggia e alla raccolta della spaz-zatura, il tutto, raccogliendo illegalmen-te somme dalle tasche dei proprietari? E’ consapevole il presidente pro tempore che così facendo potrebbe rispondere di distrazione di denaro pubblico coinvol-gendo anche l’amministrazione comu-nale? Sarà la documentazione contabile degli interventi attuati a dircelo. Si ricordi il presidente pro tempore del consorzio che, comunque la pensi, il con-sorzio è soggetto al d.lgt. 1446 del 1918 e succ. i. e m. e solo per questo, e fino al 1986, ha avuto la capacità impositiva di raccogliere coattivamente i fondi neces-sari a coprire le spese di manutenzione della strada consortile. Presto, e questa è una mia riserva, assie-me all’amministrazione comunale, po-trebbe essere chiamato a rispondere di violazione dello Statuto e distrazione di danaro pubblico”.

L’assessore al Comune di Noto Corrado Bianca

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

4“Non accettiamo il tentativo che le imprese fanno di scaricare sui lavoratori il costo della crisi”

Il segretario Paolo Zappulla: “Raccontare la storia della CGIL a Siracusa significa raccontare anche la storia della nostra città e dell’intera provincia”

di CONCETTA LA LEGGIA

Segretario Zappulla, il sindacato è attrezzato per affronta-re i cambiamenti che attraversano il mondo del lavoro e le modalità della rappresentanza degli interessi sociali, inclusi quelli dei nuovi lavori e dei potenziali lavoratori?“Oggi occorre un Sindacato in grado di dare rappresen-tanza alla parte del paese che sta peggio e che non ha voce, in grado di cambiare la scaletta delle sue priorità, assumendo il tema del lavoro come fondamentale del suo impegno. Un sindacato che continui a tutelare quelli che il lavoro lo hanno, ma che assuma il tema dell’inclusio-ne nel mondo del lavoro delle nuove generazioni come priorità assoluta. Per realizzare tutto questo occorre un cambio culturale da parte del sindacato, che il Sindaca-to si dia una organizzazione interna diversa rispetto al passato, che faccia crescere la sua presenza nel territorio, che sia presente non solo nelle grandi fabbriche e nei luo-ghi di grande concentrazione di lavoratori, ma che arrivi nei luoghi meno accessibili, dove i lavoratori sono meno protetti e garantiti. Quei luoghi dove i lavoratori affronta-no il rapporto con il datore di lavoro in solitudine e nelle condizioni peggiori, senza contratti che li tutelano, spesso ignorando o non potendo utilizzare le tutele contrattuali”. E’ giusto pensare che un sindacato moderno abbia interesse a tutelare i diritti dei lavoratori ma possa contribuire ad uno sviluppo competitivo dell’impresa che occupa i lavoratori?“L’impresa non è nemica dei lavoratori e del sindacato. Insieme concorriamo a fare crescere il paese e le condi-zioni di vita delle persone. Nel nostro territorio insieme alle imprese, ma anche insieme ai lavoratori autonomi, abbiamo portato avanti una piattaforma rivendicativa che aveva come obiettivo il lavoro, per le imprese e per i lavoratori. Ma, così come condividiamo con loro alcuni obiettivi generali, diciamo con chiarezza che non accet-tiamo il tentativo che le imprese fanno di scaricare sui la-voratori il costo della crisi, licenziando, riducendo i diritti

contrattuali e abbassando i livelli di salvaguardia della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il recupero della competitività delle imprese non può avvenire a scapito dei lavoratori. Su questo le imprese troveranno la CGIL pronta alla mobilitazione e alla lotta”.Il 2013 è l’anno nel quale la Camera del Lavoro di Siracusa celebra il suo Centenario ed avete messo in campo una serie di iniziative nell’arco temporale di 10 mesi entro cui rimane incardinata la data di anniversario, il 15 marzo. Perché un periodo così ampio per celebrare l’avvenimento di un giorno?“In un periodo storico in cui tutto si consuma con una velocità impressionante ci pare importante celebrare un Sindacato che ha compiuto cento anni e che è ancora un punto di riferimento del mondo del lavoro e delle fasce più deboli della popolazione. Raccontare la storia della

CGIL significa raccontare anche la storia della nostra cit-tà e dell’intera provincia, l’evoluzione dal punto di vista sociale, economico e politico di un’intera comunità. Si-gnifica anche avviare una riflessione che parte dalla sto-ria del lavoro e dei lavoratori di questa provincia, dalle lotte, dalle conquiste e dalle sconfitte, per trarne un’utile esperienza per il futuro. I prossimi mesi ci serviranno per completare il lavoro di ricerca storica, per andare in tut-te le scuole e mettere a disposizione dei giovani studenti questo straordinario patrimonio storico e culturale, e per portare in tutti i comuni della provincia la mostra itine-rante, che stiamo allestendo, che costituirà l’occasione per un arricchimento ulteriore alla luce delle mille storie di uomini e donne che nella nostra provincia hanno contri-buito a scrivere la storia del movimento dei lavoratori e della CGIL”.Cosa resterà di questa celebrazione a voi dirigenti sindaca-li ed all’opinione pubblica della nostra realtà provinciale?t“Di questo anno di ricerche storiche e di eventi rimar-rà un archivio storico, che metteremo a disposizione dell’intera comunità e delle nuove generazioni, rimarrà anche una pubblicazione che raccoglierà gli atti prodotti da tutte le iniziative svolte nel corso dell’anno, a partire dal convegno del 15 Marzo. Ci auguriamo che rimanga anche, nell’opinione pubblica e nei giovani che riuscire-mo ad avvicinare, la curiosità e la disponibilità ad ac-costarsi al sindacato senza pregiudizi, con la voglia di conoscerlo meglio e il piacere di contribuire a farlo cre-scere per renderlo sempre più aderente ai bisogni e alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori. Per i mili-tanti è l’occasione per conoscere meglio la nostra storia, per rafforzare le ragioni di un legame profondo che ci porta all’impegno nella CGIL. Sono certo che in tutti c’è l’orgoglio e la soddisfazione di poter raccontare questo Centenario dicendo: Io c’ero”.

Grillo deve rinsavire prima che sia troppo tardi. O devono rinsavire i cittadini eletti nel Movimento

Se i grillini non permetteranno il varo del governo a guida PDrischiano di favorire sviluppi inciucisti e bloccano la legislaturaGrillo non può permettersi di insultare i liberi elettori che stiamo invitando il Mo-vimento a consentire il varo del governo Bersani. Io ho votato il Movimento per una Camera e il PD per l’altra; e ritengo che anche tanti altri liberi elettori come me abbiano potuto fare la stessa scelta. Credevo di poter favorire una oppor-tuna e logica collaborazione tra le due rappresentanze politiche e l’affermazio-ne consistente di Grillo era per me una garanzia che potesse trainare il PD (den-tro il quale si annidano anche personag-gi berlusconizzati) verso una politica di deciso cambiamento. I due rappresentanti del M5S autoriz-zati ad aprire bocca hanno detto e ripe-tuto che non daranno la fiducia e che si riservano di votare favorevolmente solo sui singoli provvedimenti di legge. Ma se non permettono il varo del governo a guida PD, rischiano di favorire sviluppi inciucisti. Bloccano l’avvio dell’attuale legislatura. Dando una mano a Bersani (consentendogli di insediarsi con l’asten-sione o con un sì strumentale e condizio-nato) avrebbero l’opportunità di rivendi-care al legislativo l’iniziativa delle leggi. Potrebbero dire: “Caro Bersani, niente più alluvioni di decreti legge. Le leggi le faremo correttamente, come vuole la

Costituzione, in Parlamento e non sare-mo al servizio del governo. Non tenta-re nemmeno di costringerci, ricorrendo alla questione di fiducia. E ti preavvisia-mo che passeranno solo le leggi che non ci dispiaceranno o quelle che proporre-mo noi e che vi convinceranno.”Sarebbe un discorso di chiarezza. E solo così potremmo avere una vera riforma della giustizia che non sia condizionata da ricatti del cavallerizzo o dei suoi scu-dieri. E solo così potremmo avere giuste leggi contro il finanziamento truffaldino dei partiti, contro le mafie, contro l’eva-sione, contro la corruzione… Ma tutto questo svanisce, se il Movimento si ar-rocca sulle posizioni di Grillo che non lascia insediarsi il governo Bersani (o al-tro esponente scelto dal partito vincitore delle elezioni), con cui potrebbe collabo-rare e rispetto al quale potrebbe svolgere una funzione di stimolo o addirittura di traino (oltre che di veto). La mia incazzatura di cittadino contro l’ostinato rifiuto di Grillo è legittima e motivata. Non sopporto che Grillo vo-glia spingere all’inciucio il PD per cer-care di lucrare voti in una prossima tornata. E non mi pare che possa darmi garanzie di cambiamento un governo di tregua imposto dal Colle, che subireb-

be certamente i ricatti del cavallerizzo, che già mira troppo in alto. Un ometto politicamente defunto (cioè senza pro-spettive e senza credibilità) rischia di essere rimesso in gioco non solo dai suoi servili scudieri ma anche da Grillo. Per i capricci di Grillo dovremmo soppor-tare l’onta di vedere leggi condizionate dagli interessi dell’impresentabile? O dovremmo correre il rischio di vederlo intronato sulla poltrona del Colle? Ma come ragiona Grillo? Oggi c’è la possi-bilità per l’Italia di non correre rischi di tal genere. Grillo deve rinsavire e dare un segnale. Prima che sia troppo tardi. O devono rinsavire i cittadini eletti in

quel Movimento. Una cosa è certa: se Grillo dovesse dar modo ai rischi sopra accennati di ma-terializzarsi, non potrà mai più contare sul mio libero voto. Da me riceverà solo un sonoro vaffa…!Gli amici del Movimento riflettano. O costringono Grillo a ragionare o non avranno mai più un suffragio da me. E forse neanche da tanti liberi cittadini indignati come me. Oggi indignati an-che per l’assurdo diniego di Grillo a un sì (sia pure strumentale, condizionato, strategico… ) al cambiamento possibile e necessario.

Concetto Rossitto

Anno V n.7 - 31 marzo 2013

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Al centro degli illeciti affari un consigliere arrestato nel 2006 e il direttore generale appartenente al clan

La relazione del ministro Cancellieri: “Le indagini hanno fatto emergereil collegamento del sindaco e di un assessore di Augusta con capi della mafia”

di CARMELO DI MAURO

La firma è proprio quella di Giorgio Na-politano. Il tratto è fermo, sicuro, de-terminato, degno di un Presidente della Repubblica a fine mandato e di un atto di rilevante gravità, quello che decreta lo scioglimento per mafia del comune di Au-gusta. L’inchiesta, lunga mesi e condotta da funzionari della Prefettura di Siracusa e dalle forze dell’ordine, si conclude quindi con la firma del Presidente posta ad un do-cumento di appena 7 pagine, quale suggel-lo che ne certifichi la validità. La relazione del ministro dell’interno Cancellieri, che accompagna il decreto di scioglimento, non ammette alcun preambolo e va subito al dunque. “Nel comune di Augusta (Sira-cusa) – si legge – sono state riscontrate for-me di ingerenza da parte della criminalità organizzata che hanno compromesso la libera determinazione e l’imparzialità de-gli organi eletti nelle consultazioni ammi-nistrative del 15 e 16 giugno 2008, nonché il buon andamento dell’amministrazione ed il funzionamento dei servizi”. La prosa è ancora cruda quando si sottolinea come le indagini abbiano “fatto emergere il colle-gamento del sindaco e di un assessore del comune di Augusta con esponenti apicali dell’organizzazione mafiosa”.L’accusa contenuta nella relazione del mi-nistro dell’interno appare evidente quando sottolinea che “i suddetti amministratori, in occasione delle elezioni amministrati-ve del giugno 2008, si sarebbero accordati con i citati esponenti della criminalità or-ganizzata per ottenerne l’appoggio nella competizione elettorale, fornendo loro, in cambio, un collegamento extra istituziona-le costituito da rapporti personali e tale da garantire l’accesso ad informazioni relati-ve a programmi e lavori pubblici da ef-fettuarsi per conto dell’amministrazione.”L’analisi svolta dalla commissione d’in-chiesta, ripresa da quella del ministro, ha riguardato anche il contesto in cui ope-ravano tali amministratori, evidenziando che “l’uso distorto della cosa pubblica si sia concretizzato, nel tempo, nel favorire soggetti o imprese collegati direttamente od indirettamente ad ambienti malavito-si, per l’esistenza di una fitta ed intricata rete di amicizie e frequentazioni, che

lega alcuni amministratori ad esponenti delle locali consorterie criminali od a sog-getti ad esse contigui”. Come se non ba-stasse, la relazione “ha messo in rilievo che un consistente numero di consiglieri, assessori nonché componenti dell’appara-to burocratico è trasversalmente collegato ed intrattiene rapporti con esponenti della criminalità organizzata o con imprendi-tori locali, a loro volta legati alle suddette organizzazioni, e come tali rapporti ab-biano condizionato l’attività amministra-tiva determinando uno sviamento della stessa dai principi di legalità e buon anda-mento.”Oltre agli amministratori di cui si è detto, la relazione del Ministro Cancellieri, ri-prendendo la relazione della commissio-ne d’inchiesta, sottolinea il ruolo di altri due protagonisti della vicenda. Il primo è un consigliere comunale “condannato nel 2006 per il reato di associazione di stampo mafioso, affiliato alla locale or-ganizzazione mafiosa fino a diventarne referente per la città di Augusta” del quale pare rilevante l’influenza “nella vita am-ministrativa dell’ente oltre alla capacità di incidere su tutti gli schieramenti politici come avvenuto in occasione delle elezioni amministrative del 2008, nel corso delle quali ha favorito la rielezione del sindaco uscente.”Il secondo, cui si attribuisce “un ruolo pre-ponderante all’interno dell’amministra-zione comunale”, è il direttore generale dell’ente “in ciò agevolato dall’appartene-re al citato gruppo affaristico mafioso

che ha appoggiato la candidatura del sin-daco e che, negli anni precedenti, è stato preposto a uffici strategici dell’ente quali quello dell’urbanistica, quello tecnico e quello dello sviluppo economico. Il men-zionato direttore generale è stato in grado di orientare le scelte dell’amministrazione anche in forza di acclarate responsabilità dell’apparato politico che non ha di fatto esercitato il potere - dovere di controllo allo stesso conferito. Dette scelte si sono risolte a vantaggio delle molteplici attività imprenditoriali del citato dirigente, alcu-ne operanti proprio nei settori dallo stesso curati per conto dell’ente.”Tra gli eventi che sottolineano la “pene-trante forza prevaricatrice delle locali organizzazioni” la relazione cita espli-citamente “l’aggiudicazione di lavori, avvenuta nell’ottobre del 2008, per l’ade-guamento di vie di fuga sul lungomare, affidati ad una società la cui titolare è coniugata con un soggetto indagato per associazione per delinquere” e “le moda-lità di gestione del servizio trasporto di soggetti sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio che sin dal 2007 viene ef-fettuato attraverso l’affidamento diretto, senza gara, prevalentemente a due coope-rative sociali.”Un capitolo a parte, nella relazione mini-steriale, merita l’annosa questione relativa all’assenza di un piano regolatore generale aggiornato e delle frequenti violazioni di quello vigente “con la conseguenza che lo sviluppo del tessuto urbano e degli in-sediamenti produttivi è stato per lo più

determinato dai privati mediante piani attuativi di dettaglio e piani di lottizzazio-ne.” Cosa che avrebbe prodotto “un gene-rale contesto di illegalità, testimoniato da numerosi abusi edilizi presenti nel centro abitato, favorito dall’assenza o comunque da una scarsa e poco incisiva attività di prevenzione e vigilanza da parte dell’uffi-cio di polizia municipale del comune, ca-renze che hanno nel contempo permesso un controllo del territorio da parte delle organizzazioni mafiose.” Non viene ri-sparmiato il settore della ricostruzione post terremoto, infatti, “la relazione della commissione d’indagine ha posto in rilievo come i criteri e le modalità di conduzione dell’ufficio ricostruzione siano stati stru-mentali agli illeciti interessi dell’organizza-zione mafiosa della quale è referente il ci-tato ex consigliere comunale nuovamente tratto in arresto nel dicembre 2012, il quale si è potuto avvalere per i suddetti fini del-la collaborazione di uno stretto congiunto appositamente assegnato in tale ufficio. Le indagini esperite hanno posto in rilievo che la somma complessivamente gestita per le predette finalità di ricostruzione è superiore a 64 milioni di euro dei quali cir-ca il 35% è stata gestita direttamente dal congiunto del citato ex consigliere.”Nella relazione si fa anche riferimento“ all’amministrazione dei servizi cimite-riali direttamente riconducibile a un as-sessore che ha ricoperto tale incarico per oltre dieci anni e destinatario dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di associazione di tipo mafio-so emesso il 5 dicembre u.s. dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania.” Tale assessore sarebbe “il soggetto politico di riferimento per la gestione degli interessi economici relativi all’ampliamento dell’a-rea cimiteriale, alla bonifica dei suoli, alla realizzazione di loculi e cappelle. In tale settore gli appalti di lavori si sono caratte-rizzati per l’usuale affidamento attraverso l’indizione di gare informali per cottimo fiduciario, metodologia che ha agevolato la ricorrente aggiudicazione dei lavori alle medesime ditte i cui titolari sono tutti, di-rettamente o indirettamente, riconducibili al citato ex consigliere comunale.”

Attraverso il duro lavoro nei campi della contrada di Noto, l’infanzia di Paolo tra natura e mestieri

L’ultimo affascinante lavoro di Rossitto: “Terra di sole e acqua salata” Con struggente nostalgia, il mondo di Castelluccio ricco di 4000 anni

In “Terra di sole e acqua salata”, Giu-seppe Rossitto rievoca il tempo della sua infanzia, vissuta a Castelluccio, una frazione di Noto, la capitale del barocco siciliano, nella casa colonica dei nonni, quando i genitori si sepa-rarono. In un turbinio di cari ricordi e di sen-timenti contrastanti, il libro parla di luoghi incontaminati, di usanze ora-mai sconosciute, di mestieri scompar-si, di attrezzi che non si vedono se non nei musei etnoantropologici.Ma, soprattutto, parla di uomini e

donne che hanno accompagnato Pa-olo (questo il nome che Rossitto ha dato al protagonista della storia) per tutti gli anni dell’adolescenza, che non ci sono più, e quei pochi che sono ri-masti hanno raggiunto non da poco il tempo del tramonto.Un racconto, dunque, carico di quella enantiodro-mia dei sentimenti contrari che intri-de la memoria di un tempo che non tornerà mai più di gioie e di dolori, di nostalgia e di rimpianti, e anche di in-nocenti rimorsi, per non aver saputo amare i nonni come meritavano per

l’amore che loro hanno saputo invece dare a lui.E, al fondo di tutto questo nostalgico ripercorrere le tappe di un’adolescen-za travagliata, vi è soprattutto il se-greto desiderio di un “Nostos”, come direbbero i Greci, cioè del “ritorno a casa”, attraverso le peripezie di una vita piena di imprevisti, di ostacoli e di dolori, per strappare all’oblio gli anni che, nonostante tutto, nella vita di ciascun uomo rappresentano il solo e irripetibile momento in cui i sogni sono realtà.

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

6 Una voce contro il potere: il cinema di Giuseppe Favasei documentari proposti a Rai 3 e trasmessi nel 1980

di *GIUSEPPE SPINA

A colpirci profondamente sono stati sei film che gli amici del coordinamento Fava di Palazzolo Acreide ci hanno mostrato esattamente un anno fa, sei film a noi pri-ma sconosciuti nonostante da tempo sia-mo vicini alle opere di Fava.   Lavoriamo fuori dai confini di un ambien-te cinematografico caratterizzato da forti rapporti di potere, seguendo la nostra pra-tica quotidiana di resistenza: la diffusione di film non visibili, in molti casi realizzati a bassi budget, che spesso non sono regie in senso classico, ma testimonianze, sforzi narrativi che tirano dall’oblio spaccati di realtà, portandola su un piano parallelo, quello del cinema appunto. Dopo aver co-nosciuto questi aspetti del lavoro di Fava, così vicini al lavoro che facciamo, abbiamo sentito la necessità di trovare il modo di diffondere queste opere, convinti che sia-no, oggi ancor più di ieri, dei documenti illuminanti, utili, originali, tanto nei con-tenuti che nelle forme. Un veicolo contem-poraneo per portare il pensiero di Fava tra la gente. Tutta l’opera di Fava sviluppa nel tem-po un percorso complesso di analisi e di consapevolezza della società  (siciliana/italiana/europea), creando - nel tempo - un’intricata trama creativa che dovrebbe essere analizzata come su un unico banco di lavoro. Ripassando tutta la produzione di Fava ne idealizziamo il lavoro come una pratica di scrittura e ri-scrittura, ascolto e ri-ascolto, visione foto e cinematografica, e poi analisi continue, di tutto il vissuto e il conseguente immaginario: aule giudizia-rie, procuratori, poveri, mafiosi, puttane, sporchi imprenditori, borghesi, preti, gior-nalisti, piccoli politicanti, contadini, immi-grati, mantelli neri, lupare, ragazzi di stra-da, cemento, sangue. In romanzi, teatro, inchieste, racconti, disegni, pitture, e nel ritrovato lavoro col cinema, con la televi-sione: in tutte queste forme i numerosi sog-getti, le storie, i personaggi, ma anche certi luoghi, i temi, le costruzioni narrative, la dovizia di particolari, si ripresentano negli anni, avanzando in una grande partitura in cui si ripetono, ampliano e trasformano, temi e strutture melodiche.   L’interesse di Fava per il cinema si avverte già dai primi scritti (e continuo a riferirmi a tutte le forme di scrittura da lui pratica-te che siano direttamente legate alla real-tà o totalmente alla fantasia, che siano inchieste, favole o opere teatrali), segni evidenti e continui di note, particolari e di-dascalie che esprimono un rapporto con il frammento narrativo e scenico sempre in tensione, come se la spinta descrittiva in-terna a questi lavori fosse trasportata da un movimento teso e continuo verso un rapporto diretto con i personaggi e con l’attenta osservazione della realtà  (per quanto immaginata, inventata, ripresa e/o rimodellata).  “Prima che vi uccidano”  - primo romanzo del 1967 ma pubblicato da Bompiani solo nel 1977, dopo il successo di “Gente di rispetto” - possiede già  pie-namente questo linguaggio e qualcuno ha fatto notare (nella seconda di copertina dell’edizione citata) la relazione con alcu-ni tratti tipici dei kolossal cinematografici, tanto per l’epopea che vi si racconta quan-to per la quantità di personaggi che si muo-

vono tra le storie. Ma è importante notare come Fava spoglia  questa dimensione dal divismo e dall’esagerazione romantica a cui la mente subito corre: non ci sono eroi, le scene di povertà, di violenza, di potere sono spesso dure e impressionanti a causa della loro crudezza e di quei primi piani lu-cidi e atroci che solo un racconto minu-zioso (o una sequenza ben costruita) è in grado di generare......Mario Giusti viene nominato direttore della Terza Rete siciliana della Rai. Giusti non è solo un amico di Fava, ma anche uno stretto collaboratore: è direttore del teatro Stabile di Catania, ha lavorato su diverse opere di Fava, dunque accetta la richiesta di quest’ultimo e approva il progetto per una serie di episodi televisivi che raccon-tino gli aspetti più agghiaccianti dell’isola (da un articolo ritrovato su ufficiostampa.rai.it).         Si arriva così alla serie televisiva Siciliani - un misto tra documentario, film d’inchie-sta, teatro filmato e girata in 16 mm, che verrà trasmessa sulla rete nazionale un’u-nica volta nel 1980 (vedi filmografia).Vogliamo proporre al resto degli italiani un’immagine dei siciliani diversa da quella stereotipata che si sono fatti ancor prima dell’unità  d’Italia, questa la dichiarazio-ne che Fava e Sindoni rilasciano a Giu-seppe Bocconetti. Da quest’articolo dal titolo  “Una voce che arrivi al potere”, si capisce qual è l’intenzione del capo della struttura Mario Giusti, cioè dare a milioni di persone dei punti di vista reali e duri dei problemi dell’isola. Scrive Bocconetti: “...la sfiducia verso lo Stato e le sue istituzioni è assai diffusa. E la RAI per i siciliani non è che una delle tante rappresentazioni del potere che celebra se stesso”. Qui, dunque, più che altrove la scommessa di cui parla-no i dirigenti centrali della Terza Rete s’è fatta sfida. Chissà se i dirigenti centrali del-

la Terza Rete sapevano che a programmi già avviati l’80% del territorio non riceveva ancora il segnale.Giuseppe Fava propone quindi il progetto dei 6 documentari a Mario Giusti, che lo accoglie, la Rai ne affida la regia a Vittorio Sindoni ed è quest’ultimo che chiama Riz Ortolani per la colonna sonora. Il viaggio di Fava e Sindoni lungo l’isola dura circa un mese, il montaggio è rapido (il ragazzo che montava, nella sede Rai di Palermo, era felicissimo di lavorare ininterrotta-mente su questo materiale, ci racconta Sin-doni), le riprese vengono effettuate subito dopo il film con Schroeter (alcuni bambi-ni di Palma di Montechiaro sono presenti tanto nel film del regista tedesco quanto in uno degli episodi).            Il risultato sono 6 film dalle caratteristiche molto diverse tra loro ma con una precisa coerenza nella ripresa e ricostruzione del-la realtà, tra improvvisazione e finzione. I temi sono diversi: la lucida sintesi storica dalla vecchia alla nuova mafia (Da Villal-ba a Palermo), lo scandalo dei terremotati della Valle del Belice (L’occasione man-cata), la miseria in cui i bambini vengono fatti emigranti (La rivoluzione mancata), i paesi buoni senza criminalità  ma morti (La conversazione mai interrotta), la deva-stazione delle industrie e la beffa delle mi-niere (Opere Buffe), l’emigrazione forzata (Gaetano Falsaperla, emigrante). Al cam-biare dei temi cambiano i registri narrati-vi, il linguaggio che si dà  è a volte freddo e serrato altre volte triste e malinconico. La regia di Sindoni è semplice, si limita a seguire la voce e l’intrecciarsi dei testi, mentre la voce-off, dello stesso Fava, è a tratti onnisciente a tratti talmente umana da confondersi con quella della gente, per strada: in  “Da Villalba a Palermo”  Fava chiede a un ragazzo: “Ma se vedessi am-mazzare una persona per strada, andresti alla polizia?”, e il ragazzo risponde: “E se io le chiedessi la stessa cosa? Lei cosa fareb-be?”. La voce-off rende esaltante e amplifi-ca la presenza fisica di Fava che intervista, sta dietro la camera, entra in relazione con i personaggi, recita, con la leggerezza di chi sa parlare con le persone (di teatro o di strada che siano), con la sicurezza di chi conosce altrettanto a fondo quell’intricata situazione sociale dominante.Fava intervista uomini, donne, bambini, vecchi, che sono minatori, disoccupati, casalinghe col marito all’estero, migranti, mafiosi, professori, poeti, artisti. Si serve di fotografie, ricostruisce scene di omicidi,

di viaggi in treno, si cala dentro le minie-re dell’entroterra, tira fuori testi di teatro, di romanzi, di inchieste. Alcuni di questi incontri sono fortuiti, fatti lungo il viag-gio, altri sono scritti e recitati da attori come Ida Di Benedetto, i catanesi Pippo Pattavina, Tuccio Musumeci, Mariella Lo Giudice, Leo Gullotta, altri ancora sono interventi di artisti come Bruno Caruso, Ignazio Buttitta.Dietro questi lavori c’è una struttura cre-ata a Catania da Fava per il teatro, la Co-operativa Alpha, che inizia a occuparsi di produzione cinematografica, lavorando con giovani tecnici della Sicilia orientale. Dopo la serie  “Siciliani”, la Cooperativa produce per RaiTre le serie  “Minoranze etniche in Sicilia”, dell’allora sconosciuto Giuseppe Tornatore;  “Le feste popolari”, di Orazio Torrisi (che era stato aiuto regia nel film di Schroeter e organizzatore di produzione per Siciliani); e andrà  coi conti in rosso per “Effetto luna sulla Sicilia elle-nica”, le quattro regie di Fava.In uno di questi quattro film si parla di una Medea siciliana - lo stiamo ancora cer-cando, ma scoprire le tre regie realizzate interamente da Fava (con l’aiuto di Orazio Torrisi), con una troupe leggerissima è sta-ta una grossa emozione, soprattutto per la totale libertà  di espressione che risulta subito evidente. Certo da un punto di vi-sta tecnico questi film sono disastrosi, ma Fava è finalmente svincolato dai linguaggi che in un modo o nell’altro i suoi collabo-ratori hanno apportato nei film precedenti e si sente libero di sperimentare: “Il tem-po, la bellezza, il silenzio” è una poesia per immagini, in  “Clowns del teatro antico ovvero il Miles siciliano”  riadatta Plau-to, in “Anonimo Siciliano” riprende la sua unica regia teatrale, “Foemina Ridens”, e la impressiona su pellicola. L’ultimo con-tatto con la televisione Giuseppe Fava lo ha con Enzo Biagi, in un’intervista man-data in onda il 28 dicembre del 1983. E’ an-cora la sua presenza fisica, la sua voce, a colpire con esattezza, con racconti precisi e lucidi che sembrano uscire fuori dalla re-altà  e svilupparsi in quel mondo parallelo nel quale riesce, ancora e per l’ultima vol-ta, a sviluppare il nuovo immaginario a cui la società intera sarebbe arrivata diversi anni dopo, quello che ci porta alle ruberie e agli incastri politico-mafiosi degli ultimi vent’anni, alle trattative Stato-Mafia, che ci porta di fronte alla verità  che ha cercato per tutta la vita e che in vari modi può farci ancora vedere... *Nomadica

In estate la mostra di tutti i quadri di FavaL’omaggio al cinema di Giuseppe Fava, che ha visto la proiezione di alcuni suoi lavori nel paese natio Palazzolo Acreide, il 22 e 23 scorso, è stato un vero successo; nelle proiezioni mattutine hanno partecipato più di 200 ragazzi delle scuole superiori acrensi manifestando attenzione e grande interesse: domande, applausi e un gradito arrive-derci al cineforum estivo, in cui proietteremo tutte le opere di G. Fava, che il Coordinamento Fava Palazzolo, la Fon-dazione Fava e Nomadica 

vogliono organizzare contemporaneamente a una mostra dei quadri di Fava, per scoprire sempre più l’eclettismo di questo grande giornalista e intellettuale, tra i più grandi del 900 siciliano.Qui di seguito una sintesi da Giuseppe Spina di Nomadi-ca, che ha scritto in occasione di queste proiezioni itine-ranti del cinema di Fava che stanno toccando molte città  italiane  (Catania, Palazzolo, Roma, Torino, Scampia, Bo-logna eccetera). Nuccio Gibilisco

Il giornalista intervista uomini, donne, bambini, vecchi, disoccupati, donne con marito all’estero, mafiosi e poeti

Anno V n.7 - 31 marzo 2013

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Non si è mai capito perché Correnti è stato trasferito al commercio creando una nuova funzione dirigenziale

Monterosso, comandante dei VV.UU. (110mila euro l’anno): “Lavorerò gratissolo quando l’ultimo dei consiglieri rinuncerà a qualsiasi gettone o rimborso”

di MARINA DE MICHELE

Il dirigente della polizia municipale, Giovanni Monteros-so, rinuncia alla propria retribuzione per devolverla alle casse comunali. Una decisione presa dopo aver letto sulla stampa e su alcuni social network delle proteste di alcuni cittadini per lo stipendio “elargitogli” dall’amministrazio-ne comunale. Un atto di generosità e se si vuole anche di affetto nei confronti del sindaco Visentin, la lettera di co-municazione è del novembre dello scorso anno quando Vi-sentin era ancora in carica, per evitare al primo cittadino critiche “anche le più sciocche” e “ancor prima, per servire ove possibile la mia città”. In effetti è da tempo che si ad-densano su Monterosso, anzi più correttamente sulla sua gestione del servizio, malumori e accuse, come evidenzia il signor Spataro Mariano in una lettera inviata alla redazio-ne. Secondo il signor Spataro i vigili urbani sono stati in-dotti dal dirigente a forme di “repressione” delle violazioni al codice stradale che vanno al di là del normale, che si traducono nei confronti degli automobilisti indisciplinati in una sorta di feroce accanimento dai toni minacciosi e intimidatori, anche perché i vigili urbani sarebbero in que-sto indotti dalla consapevolezza che, in mancanza di un adeguato numero giornaliero di contravvenzioni elevate, sarebbero a rischio le personali indennità come comunica-to dallo stesso Monterosso. Una necessità di far cassa che sarebbe collegata non solo al rimpinguamento delle casse comunali ma anche all’esosa retribuzione del comandan-te stesso. Il ragionamento di Spataro è che tra l’altro le contravvenzioni, per la fretta, sono anche state redatte in maniera sbagliata così da determinarne poi l’annullamen-to. “Dal 24 ottobre 2012 al 7 febbraio 2013, 56 ricorsi per multe al CdS, vinti dai cittadini, sono costati al Comune di Siracusa quasi 19mila euro. Se ognuno di questi cittadini avesse pagato una media di 80 euro a multa (se non vi fos-sero stati errori) il comune avrebbe incassato 4.500 euro che sommati all’esborso dei 19.000 euro avrebbero portato

introiti superiori ai 23mila euro”. Un capitolo vecchio questo della gestione della viabilità comunale, basti pensare alla debacle della ztl in Orti-gia nel primo mandato dell’amministrazione Bufardeci. Danni per le casse comunali, e quindi per i cittadini tutti, che ancora nessuno è riuscito a quantificare correttamen-te. Sprechi dell’amministrazione che troverebbero mi-nimo ristoro nella rinuncia alla propria retribuzione da parte di Monterosso. Che “troverebbero” perché in realtà la lettera, scritta a mano, che il comandante ha inviato a novembre al sindaco, e per conoscenza al presidente del consiglio comunale nonché al segretario generale, ogget-to: “Rinunzia agli emolumenti”, ha una conclusione ina-spettata, ad effetto, proprio come se si seguisse lo sche-ma strutturale delle barzellette, con la chiusa a sorpresa. Scrive infatti Monterosso: “Ovviamente tale mia assoluta disponibilità (alla rinuncia della retribuzione ndr) avrà valore solo dal momento in cui l’ultimo dei consiglieri, comunali e di quartiere, rinuncerà – volontariamente – a qualunque forma di emolumento, stipendio, rimborso

o prebenda da parte dell’Ente comunale, così decidendo di espletare il nobile, pubblico compito (rectius: dovere) a titolo di assoluta gratuità, come gratuito dovrebbe esse-re qualunque servizio reso nell’esercizio della nobile arte della politica”.Una goliardia di un mattacchione quindi, ma che fa poco sorridere. Intanto perché i 110mila euro percepiti da Mon-terosso rappresentano una cifra davvero smodata e poi perché nessuno ha mai compreso il motivo per cui il co-mandante Correnti sia stato trasferito al commercio e sia stata così creata con Monterosso, tramite convenzione, una nuova funzione dirigenziale. Una macchina ammi-nistrativa che continua a erogare pubbliche risorse come un flusso senza fine con un costo mensile del consiglio comunale di oltre 50mila euro (59mila euro a novembre 2012, 52 a dicembre) dato il gettone di presenza dal 2008 a 65,55 euro (67,15 dal 2001, 60,44 dal 2006), e indennità di presenza per alcuni consiglieri che si attestano su per giù dagli oltre 3.700 ai 2.500 al mese, queste le retribuzioni delle società, cooperative, ditte, enti presso cui lavorano.

Indagine in corso sull’ordine dato dal “direttore” ad alcuni detenuti di gettare nel fiume gli arbusti potati

Dopo il chiacchierato trasferimento di 11 operatori in servizio al Cianerestano solo in quattro, senza turnazione, a dover gestire l’intera riserva

Fiumi di inchiostro sono stati scritti sulla riser-va naturale orientata Ciane e Saline, non ulti-ma la polemica, a colpi di comunicati stampa, fra alcune associazioni ambientaliste e l’asses-sore provinciale al ramo, Sebastiano Zocco. In alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale circa un mese fa, tre associazioni ambientali-ste, Natura Sicula, Acquanuvena-Avola e Le-gambiente Siracusa circolo Chico Mendez, denunciavano per l’ennesima volta l’incapacità dell’amministrazione provinciale nel contra-stare gli annosi problemi legati alla RNO, vale a dire la caccia, l’uccellagione, i prelievi abusi-vi di acqua, il pascolo in zona A e il rischio di incendi dovuti alla scarsa manutenzione. Alla denuncia rispondeva l’assessore Zocco, l’8 febbraio, respingendo le accuse di medio-crità rivolte al personale dell’U.O.A. e menzionando tutte le attività di prevenzione e manutenzione svolte all’interno della riserva. Non vogliamo qui entrare nel merito delle competenze e delle professionalità degli operatori della RNO, pur riconoscendo la situazione precaria in cui versa la riserva stessa, ma nutriamo forti dubbi sul fatto che adesso si possa mantenere lo status quo né tanto meno che la situazione possa essere migliorata. Infatti, in data 14 febbraio, 11 dei 15 operatori che prestano servizio presso la riserva ricevevano una lettera di trasferimento, a firma dell’ing. Morello, presso altri servizi sempre all’interno del X° settore della Provincia regionale di Siracusa. Questo trasferimento sembra essere più di natura punitiva che dettata da bisogni organizzativi, una ritorsione nei confronti di questi lavoratori da parte di un loro collega. Qualche mese fa, infatti, il sig. Corrado Campisi, dipendente dell’ente, che per tre anni ha rivestito ‘abusivamente’ l’incarico di direttore del servizio parchi e riserve, aveva stipulato una convenzione con la dott.sa Corsico che prevedeva l’impiego di un gruppo di detenuti per svolgere alcune man-sioni all’interno della RNO.

Sennonché, a queste persone venne affidato il compito di potare degli arbusti in prossimità del ristorante Dafne e, non essendo provvisti di mezzi per rimuovere i rami tagliati e non essen-do stato ritenendo opportuno appaltare il ser-vizio di rimozione a qualche altra ditta, venne comunicato loro di gettarli nel fiume. Sfortu-natamente, mentre i detenuti erano impegnati a svolgere queste operazioni di ‘pulizia’, si tro-vava a passare da quelle parti una pattuglia della guardia forestale che, constatando la con-travvenzione, si è fermata presso il manipolo di persone chiedendo chi li avesse autorizzate a gettare i rifiuti nel fiume. La risposta è stata unanime: il sig. Campisi. Risposta confermata

poi dagli undici operatori che, casualmente, sono successivamente stati trasferiti presso altri servizi, mentre il sig. Campisi ha ricevuto una denuncia penale dal Corpo forestale. Una coincidenza? O una ritorsione? Saranno gli organi di competenza ad accertare la verità, anche perché in questi giorni non è insolito vedere personale delle forze dell’or-dine ‘frequentare’ gli uffici del servizio parchi e riserve del X settore. Nel frattempo, una domanda sorge spontanea: come faranno quattro operatori, tra l’altro senza neanche turnazione e quindi con orari di ufficio, a gestire l’intera riserva in un periodo in cui le risorse umane andrebbero, semmai, aumentate? È con l’arrivo della primavera che il numero dei visitatori della riserva naturale aumenta sensibilmen-te, senza considerare il rischio incendi che diventa più consistente con l’approssimarsi dell’estate. Come si pensa, quindi, di garantire “[…] l’assiduità e regolarità della vigi-lanza nei sentieri da parte del personale di sorveglianza?”, così come affermato nella nota dall’assessore Zocco? Quello che possiamo augurarci è che, se proprio dovesse scoppiare un incendio o si dovesse commettere un’infrazione, che il tutto avvenga dalle otto alle due dal lunedì al venerdì, o eventualmente il lunedì o giovedì pomeriggio, ma non dopo le sei.

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

8Siracusa è una delle province che in percentuale ha il numero più alto di co.co.co nelle scuole (150)

Pippo Leone (Nidil): “Abbiamo chiesto la convocazione di consigli straordinariper i 125 Lsu Asu del Comune di Avola e i 13 di Palazzolo, per impegni unitari”

di CONCETTA LA LEGGIA

L’anno scorso Susanna Camusso ha avviato una fase nuova nella Cgil dicendo chiaramente che il tema del lavoro deve essere fondamentale nell’impegno del sin-dacato e che tutela del lavoratori, dei precari e di tutte le forme di lavoro atipiche, a cui aggiungere i disoc-cupati, devono camminare di pari passo.“Proprio per questo nasce il Nidil (nuova identità lavorativa) – ci spiega Pippo Leone segretario provinciale. La nostra organizzazione sta investendo sul variegato mondo del precariato e il Nidil è la categoria che guarda con in-teresse a tutte le figure atipiche del mondo socio-eco-nomico. Per molto tempo abbiamo disatteso questo mondo ma oggi la Cgil e il Nidil vogliono diventare essi stessi punti di riferimento per i lavoratori precari”. Il sindacato si rinnova e si muove su orizzonti più ampi spinto anche dalla necessità di porre un argine allo scempio causato dalla ministra Elsa Fornero sul mercato del lavoro. “Sapevamo da subito - prosegue Leone – che la riforma Fornero avrebbe danneggiato ulteriormente il mercato del lavoro senza dare alcun input positivo ma determinando un’ulteriore contra-zione occupazionale e una forte penalizzazione dei lavoratori e delle aziende che ovviamente incide in modo pesante anche nella nostra realtà provinciale”. Un territorio che vede l’industria espellere manodope-ra, lo Stato ridurre i fondi per la regione e per gli enti locali, amministrazioni che non riescono a rimodulare l’attività amministrativa e un numero di precari di cir-ca 6.000 unità tra lavoratori del pubblico e del privato. “Tra queste unità - ci spiega il segretario Nidil - rien-trano i 125 Lsu Asu del comune di Avola e i 13 di Palaz-zolo, per i quali sarebbe corretto avviare le procedure di contrattualizzazione con contratto di diritto privato come è accaduto in altri comuni negli anni trascorsi”. Molti di loro lavorano per gli enti con contratti che si rinnovano ogni cinque anni da almeno due decenni per circa 570 euro e tali contratti, quasi tutti part-time, sono in scadenza. È un dato di fatto che i lavorato-ri Lsu-Asu sono per gli Enti locali una risorsa e che col sussidio di disoccupazione che percepiscono non possono assicurare a sé né ad altri un’esistenza di-gnitosa. “La regione - continua Leone - ha dichiarato l’impossibilità dei rinnovi dei contratti di utilizzo per

i lavoratori Lsu-Asu per assenza di fondi ed ha cari-cato sulle amministrazioni locali l’onere nella gestio-ne di tali figure professionali. Le amministrazioni non hanno risorse economiche per avviare le procedure di contrattualizzazione con contratto di diritto privato. Per questi motivi abbiamo chiesto la convocazione di consigli comunali straordinari affinché il rinnovo dei contratti dei lavoratori LSU-ASU venga assunto da tutte le forze politiche presenti nei Consigli comunali come tema prioritario da porre al governo regionale”. Un circolo poco virtuoso dunque nel quale ai comuni viene affidato il compito di contrattualizzare i lavo-ratori con una integrazione stipendiale a carico della Regione ma le difficoltà economiche degli enti loca-li impediscono il processo perchè diverrebbe a cari-co del comune. “Come Nidil Cgil – aggiunge Leone - abbiamo presentato al comune di Avola un piano di fuoriuscita che prevede l’impiego di questi lavoratori Lsu-Asu in attività che fino ad oggi sono state ester-nalizzate quali la gestione del verde pubblico, l’ordina-ria manutenzione del territorio, le mense scolastiche, l’ausilio per il traffico, la pulizia spiagge. Tra l’altro non sarebbe la prima volta che si opera in tal modo visto che ad esempio l’amministrazione comunale di Avola ha ristrutturato il palazzo del Municipio senza spendere un centesimo ed utilizzando 2 lavoratori Lsu-Asu che hanno realizzato la ristrutturazione artistica e decorativa del palazzo. Gli operai avrebbero potuto anche avanzare richiesta di integrazione salariale ma non è successo. Stesso esempio su Palazzolo dove gli Lsu hanno tenuto aperto il museo e il front office”. Dunque utilizzare gli attuali LSU (incentivandoli con un’integrazione economica) e risparmiare sulle ester-nalizzate sarebbe certamente utile per tutti: ammini-strazione e lavoratori.”L’altra anomalia italiana – con-tinua Pippo Leone - è quella dei 2500 lavoratori co.co.co. che operano nel mondo della scuola. 950 di questi sono ex lsu utilizzati come ata nelle scuole dal lontano 2001. Siracusa è una delle province che in percentuale ha il numero più alto di co.co.co utilizzati (150 unità). Il passaggio dagli enti provinciali al mondo scolastico fu realizzato col preciso obiettivo di stabilizzare tale personale nel mondo della scuola entro 5 anni tramite

un accordo sottoscritto tra Miur e governi di allora. Nel 2006 Prodi aveva già preparato il decreto di sta-bilizzazione che non riuscì a divenire esecutivo per la caduta del governo. Il Miur ha riservato ai co.co.co. fondi specifici che stanzia annualmente evitando così di caricare tali lavoratori sul fondo scolastico. Perché non si procede alla stabilizzazione di questi la-voratori sapendo che ciò non comporterà costi aggiun-tivi per lo Stato dato che i fondi sono già stanziati sino al 2014 e che il Miur ormai da anni ha una voce spe-cifica da dover annualmente ritagliare e rimpinguare? Tra l’altro questi lavoratori vengono spesso utilizzati in mansioni diverse e superiori ed è per questo motivo che da Siracusa è partita la prima vertenza legale per 75 unità al fine di ottenere la trasformazione del contratto da parasubordinato a subordinato. Il Nidil di Siracu-sa, assieme ai lavoratori, ha aperto questa vertenza per la regolare applicazione delle norme del mercato del lavoro”. Ma vi è ancora un aspetto che con Pippo Leone non abbiamo trattato: quello di chi presta il proprio tem-po per Italia Lavoro. “Uno degli obiettivi della rifor-ma Fornero – conclude il segretario Nidil - era quello di utilizzare i giovani con varie tipologie di contratti stabilendo a monte delle regolamentazioni e criteri che gli istituti ispettivi avrebbero dovuto far rispet-tare. Ma la prima a mal utilizzare le norme è proprio il ministro del lavoro. Il dicastero utilizza da diversi anni, attraverso la società Italia Lavoro, un alto nu-mero di lavoratori a progetto: i co.co.pro. che dovreb-bero essere utilizzati in casi straordinari o per proget-ti diversi da quello che è il core business dell’azienda. Italia Lavoro invece utilizza queste figure in attività che si svolgono normalmente mistificando così la nor-ma. Ben 800 lavoratori sono a progetto mentre 400 a contratto tipico ( subordinati) in tutta Italia e ne abbiamo 3 a Siracusa. Questi lavoratori svolgono un’azione importante poiché sono i conoscitori delle applicazioni normative del mercato attivo del lavoro ed è per questo che la sede presso la quale recarsi per trovarli è negli uffici provinciali del lavoro”. Eppure anche loro che per la Fornero lavorano sono stati for-nerizzati.

Non avevo voglia neppure di accendere la tv o di mettermi a cazzeggiare su fb

PENSIERI E PAROLEdi LUCIO DI BATTISTI

Non avevo voglia neppure di accendere la tv o di mettermi a cazzeggiare su fb. Mi ero persino dimenticato di cenare. Una giornata da schifo, da dimentica-re. Quello che volevo era solo togliermi le scarpe e ficcarmi nel letto. Manco il tempo di pensarlo che squillò il cell: “Presto vieni… ti offro uno scoop che è una bomba”.La voce di Jack lo Spiffero era davvero convincente. Altre volte mi aveva dato delle soffiate che si erano rivelate at-tendibili e a me, che non avevo ancora pensato al pezzo da mandare al settima-nale Il Corvo di Apollo, mi sembrò una manna dal cielo. Fu così che mi rimisi le scarpe, mi allacciai la cintura e mi pre-cipitai dove Jack mi aspettava.L’appuntamento era al chiosco di Anto-nio il Perdente, la panineria ambulante subito dopo il ponte. Trovai Jack al ta-volo che tracannava una birra Mascu-dera. Senza parlare gli chiesi di dirmi tutto. Jack staccò la bottiglia e si pulì

la bocca con il polso. Dopo un ruttino da Simpson mi fece cenno di guardare dall’altra parte della riva. L’insegna del ristorante L’olio e l’Aceto, della famosa famiglia Di Frumento, si rifletteva sul mare nero. Le vetrine illuminate lascia-vano intravedere tre figure attorno al tavolo che confabulavano. Cercammo la posizione più sicura e indisturbata e tirai fuori la mia vecchia Leika M9 con teleobiettivo truccato, infilai le cuffie, accesi il microfono direzionale e mi se-detti a tavola con loro.I miei commensali erano l’onorevole Titta Buffardodici, l’onorevole Fulvio Granita e l’onorevole Marzio Venusi-no. Dai modi e dai toni i tre non sem-bravano per nulla avversari politici ma affiatati compagni di merende. Quello che ascoltai era più che uno scoop. A quel tavolo si stava decidendo il futuro sindaco della Città. E la cosa pazzesca era che a deciderlo fossero tre politici tra di loro avversari. Appresi che l’on.

Granita aveva fatto finta di appoggiare il candidato Mangiapane per poi mol-larlo a metà strada; l’on. Buffardodici aveva ufficialmente aderito al Movimen-to L’Altoparlante ma in realtà era tutta una farsa per depistare la stampa; l’on. Venusino aveva appena lanciato il suo candidato Cancelliere ma era una mossa di facciata. I tre avevano alzato il calice e brindato per sancire una santa allean-za che li vedeva impegnati a sostenere di nascosto il candidato sindaco Pietro Ezechiele Regina. A brindisi ultimato giunse anche il fedelissimo braccio si-nistro dell’on. Buffardodici, Gianmarco Scorfano, al quale fu dato l’incarico di comunicare al candidato Regina, leader della lista civica Progetto Vigata, che il Patto era stato siglato così come voluto dai fratelli muratori della loggia paler-mitana e dall’Opus Day di Canterbury.Cacchio. Avevo appena assistito ad un evento storico. Lo scoop del secolo. E già gustavo il titolone in prima pagi-

na e la promozione a vice direttore del mio burbero capo Franco De Michelis. Non feci in tempo a chiudere gli occhi per immaginarmi la scena che squillò di nuovo il cellulare: “Pronto, sono Fran-co….”. “Franco?”, risposi mentre aprii gli occhi e cercavo di resettare la mente. “Sì, proprio io. E sto ancora aspettando il tuo pezzo. È quasi l’una e devo chiude-re il giornale. Me lo mandi o no?”Il neon del ristorante di fronte filtrava dalle persiane semichiuse, allungai la mano sul comodino per accendere la luce e mi ritrovai sbracato sul mio letto ancora vestito. Nessun chiosco di panini attorno a me e manco l’ombra di Jack né degli onorevoli.Avevo dormito si e no una mezzoretta, tanto quanto era durata la conversazio-ne segreta al ristorante L’Olio e l’Aceto. Vidi svanire la mia promozione a vice direttore, ma quella notte non fui del tutto convinto di avere soltanto sognato. Mi alzai e mi misi al pc.

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“Prima di scrivere su un investimento commerciale si deve saper leggere almeno una visura camerale”

Simona Bertoli, ex socia della Val di Noto Energy srl, ribatte“Il vostro articolo diffamatorio può allontanare gli investitori”

Facendo seguito all’articolo pubblicato dalla Vostra testata giornalistica in data 17 marzo 2013 e relativo agli impianti fotovoltaici su lastrici solari di enti pubblici, poste le numerose inesattezze correlate pare opportuno se non doveroso precisare quanto segue.Per dissipare ogni dubbio in merito è preliminarmente necessario precisare che le operazioni contestate, contrariamente a quanto da Voi affermato, non riguardano appalti pubblici. Gli Enti cioè non hanno investito un solo centesimo. L’iniziativa pro-mana esclusivamente da investimenti privati. Gli Enti, da questi investimenti, han-no ricevuto conseguentemente grandi benefici anche in tennini di liquidità di cassa ricevendo quale controprestazione per la concessione del diritto a costruire piccoli impianti in bassa tensione, una royalty pari al 10% circa non solo della produzione ma anche dell’incentivo.Detto questo il Vostro articolo si addentra in un dedalo di insinuazioni infamanti e chiaramente prive, non solo di contenuto, ma anche di un sostrato normativo che possa in qualche modo corroborare una tesi che non appare per nulla chiara nelle conclusioni. Non si capisce cioè quale genere di atti illeciti siano stati commessi dalle società ivi menzionate.Per tentare di eliminare gli effetti lesivi delle Vostre insinuazioni provo quindi a spie-garvi lo schema societario con il quale si sono portate a termine queste operazioni commerciali.Prendiamo due societa: la X srl e la Y srl. La societa X di nuova costituzione (New co.) agisce quale mandataria di una più solida e strutturata società Y (siciliana) che ha sia i mezzi economici che le qualifiche tecniche per investire e costruire. Il rapporto di mandato con rappresentanza non è celato ai terzi in quanto le società agiscono in forma di A.T.I. (Associazione temporanea di Imprese). Le A.T.|., costituite in forma pubblica, servono proprio a portare a termine affari aventi durata limitata nel tempo. La societa X e la societa Y possono anche essere fomate dagli stessi soci o essere re-ciprocamente partecipate in quanto, comunque, sono due persone giuridiche distinte.Ma torniamo alla società X: questa è dotata di un capitale sociale di euro 10.000,00 ma versato per il suo 25% cosi come previsto dalla Legge (oggi è addirittura possibile portare a conclusione queste operazioni con srl aventi 1 solo euro di capitale). Per i non esperti si deve dire che il capitale sociale rappresenta il valore NOMINALE di partecipazione dei soci al capitale sociale. Il valore REALE della società può essere cioè di gran lunga superiore o inferiore, nei limiti consentiti, al suo valore nominale.Nei rapporti interni la società X conferisce in appalto alla societa Y (dicevamo più solida e strutturata) la costruzione dei detti impianti. La societa X, cioè, si indebita con la società Y e conseguentemente, il suo valore Reale, per semplificare, si riduce rispetto al suo valore nominale.Terminate le costruzioni abbiamo una società mandataria e titolare delle conces-sioni, la società X appunto, indebitata nei confronti della societa Y la mandante ed appaltatrice. Solo a questo punto intervengono gli investitori internazionali che sono disposti ad acquistare l’impianto “chiavi in mano”. Titolare dell’impianto, in virtù del rapporto di mandato, è la societa X. Gli investitori, pertanto, non potran-no che acquistare dalla detta società per acquistare la titolarità dell’impianto già produttivo e capace di una redditività propria. Il valore della societa X, dicevamo indebitata nei confronti della Y, risulta, pertanto, notevolmente inferiore al valore nominale. La societa Z che acquista le quote della X il cui valore reale è inferiore addirittura al valore nominale in virtù dei debiti contratti con la Y, non potrà che farlo al valore nominale, cioe al valore che rappresenta l’intero capitale sociale di euro 10.000,00 e cioè quei famosi 2.500 euro da voi menzionati in articolo (il va-lore reale delle quote è inferiore comunque al valore nominale delle stesse). I nuovi soci della X provvederanno, poi, anche a mezzo rimessa, a pagare i debiti della stessa nei confronti della Y. La società Y, società con sede in Sicilia che produce redditi ed offre lavoro in Sicilia avrà, pertanto, in maniera assolutamente lecita e limpida, portato a termine un lavoro il cui appalto è stato pagato da società terze

interessate all’affare. ln tale maniera si crea un circolo economico, virtuoso che porta benefici agli Enti pubblici e al territorio, che genera alti livelli occupazionali e che consente all’erario di ricevere forti introiti [si pensi all’I.V.A. all’imposta di registro, catastale e ipotecaria, che si versano quando si portano a termine opera-zioni commerciali di tale genere).Gli investitori internazionali hanno forti timori ad investire nel nostro territorio. Sono disposti a farlo solo a determinate condizioni ed il Vostro articolo dal contenuto diffa-matorio non puo che allontanare tali investitori. La scelta di investire in Comuni della Sicilia orientale non è legata a motivi di geopolitica, per come fareste Voi intendere, ma è legata al valore aggiunto della nostra terra. Semplicemente a quelle latitudini si ottimizza il rendimento dell’impianto e l’investimento avrà un periodo di ammor-tamento inferiore.In ultimo, ma solo a tutela dei professionisti menzionati in seno all’articolo, si deve aggiungere che la cessione delle quote della società X e avvenuta presso un notaio di Bergamo per il semplice fatto che lì si trovava il notaio di fiducia degli investitori non certo perchè non esistessero notai anche in Sicilia.Quanto agli aspetti “amministrativi” occorre ripercorrere l’iter dell’intera vicenda. Seppur il fotovoltaico sia un settore da Voi stessi definito “strategico” gli enti e gli imprenditori si sono mostrati poco attenti e/o interessati, gli uni non predisponendo gli appositi bandi, gli atri facendo andare deserti i pochi bandi comunali e provinciali relativi allo sfruttamento delle fonti rinnovabili.Abbiamo, pertanto, ritenuto di avanzare noi stessi una manifestazione di interesse allo sfruttamento delle fonti da energia solare in modo da non far decorrere inutilmente i termini del IV conto energia che, sapevamo essere di interesse per gli investitori.I Comuni, poi, in forza dei loro regolamenti interni hanno provveduto a pubblicare i detti bandi, per lo sfruttamento dell’energia solare con concessione di suoli pubblici per l’installazione degli impianti. L’oggetto, pertanto, non era la costruzione, con denaro pubblico di impianti fotovoltaici ma la concessione di diritto a costruire per lo sfruttamento del suolo su iniziativa privata.I Comuni cioè hanno deciso di rendere fruttifere superfici altrimenti destinate al de-grado. In tali maniere i Comuni hanno realizzato una utilità propria avendo, tra le altre cose, l’agio della manutenzione delle superfici, i lastrici solari, a totale cura e spese del privato investitore.Quanto all’insinuato pericolo alla salute derivante dalla installazione dei detti im-pianti basta dire che gli stessi sono tutti allacciati in bassa tensione. Si tratta, cioè, di impianti di modesta entità del tutto assimilabili a quelli che si trovano negli appar-tamenti delle nostre case. Si esclude, pertanto, anche per le modalità professionali di installazione e coibentazione qualunque tipo pericolo.Altra non trascurabile inesattezza è il riferimento che si fà alla sig.ra Bertoli Simona, dichiarandola erroneamente socia della Elios Sicilia s.r.l. e facendone pressupporre una non chiara partecipazione in altre società.Questi sono i fatti. Ogni altro commento è pura supposizione o, peggio ancora, in-famante insinuazione. Prima di pensare di poter leggere tra le “righe” di un inve-stimento commerciale si deve avere la capacità di saper leggere anche una semplice visura camerale.In un Paese normale la stessa iniziativa, pensata e voluta da giovani siciliani, sarebbe stata premiata per la capacità di aver strutturato un sistema giuridico ed economi-co efficiente, improntato alla trasparenza ed al rendimento con un calcolato rischio di impresa. I giornalisti, a maggior ragione se non dotati dei necessari strumenti culturali per comprendere il valore dell’iniziativa economica, dovrebbero, prima di scrivere illazioni, verificare le fonti e chiedere chiarimenti ai diretti interessati che personalmente o per mezzo dei qualificati professionisti che li assistono, provvede-rebbero ai dovuti chiarimenti. Purtroppo, però, il “getto del fango” è diventato lo sport nazionale che noi non intendiamo praticare e che lotteremo con ogni strumento previsto dalla Legge.

Esercizio del diritto di replica ex 8 della legge sulla stampa 47/1948

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Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

10Una sola svista nelle cose che abbiamo scritto (e chiediamo scusa). Per il resto confermiamo i dubbi

X mandataria della mandante Y che cede a Z: superlativo! Ma perchè Xsi fa carico di tanti oneri per cedere poi le proprie quote senza alcun utile?

LA REDAZIONE

Spettabile società Val di Noto Energy, accogliamo con piacere la Vostra richiesta di “diritto di replica” che ci offre la possibilità di meglio specificare il nostro punto di vista e chiarire ciò che Voi definite “numerose inesattezze” e addirittura “insinua-zioni infamanti”.1) Affermate che “le operazioni contestate non riguardano appalti pubblici”. Sap-piamo bene che si tratta di mera concessione di lastrici solari di proprietà del Co-mune di Avola ma ci piace ricordarVi, come già evidenziato nel nostro servizio, che sia il Decreto Legislativo 28 del 03/03/2011 all’art. 12 comma 2 sia la Determi-nazione n. 6 del 26 ottobre 2011 dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici impongono, per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici, la pro-cedura con gara ad evidenza pubblica. Come sicuramente non Vi sfugge, data la vostra perfetta conoscenza del “sostrato normativo”, i regolamenti comunali sono fonte di diritto secondaria rispetto alle leggi nazionali e pertanto non possono in alcun modo derogarvi. In ogni caso, data la nostra “ignoranza” nel settore, non avrete alcuna difficoltà a chiedere il parere di legittimità all’autorità di vigilanza sui contratti pubblici (AVCP) per chiarire, una volta per tutte, se l’amministrazione che Vi ha affidato un appalto plurimilionario sia dalla parte della ragione o del torto e quindi se l’accordo è valido o meno.2) Sostenete altresì che “gli enti hanno ricevuto grandi benefici in termini di li-quidità di cassa e una royalty pari al 10% della produzione e dell’incentivo”. Cer-to, ma ricordiamo anche ai nostri lettori che la Vostra proposta iniziale giocava, come dire, più al ribasso (periodo di concessione delle aree pubbliche per 25 anni e royalty pari al 5% energia prodotta) e che solo a seguito della proposta Sky Energy Italia srl, avvalendovi di un provvidenziale diritto di prelazione appena introdotto nel nuovo regolamento comunale, avete pareggiato l’offerta portando il periodo di concessione a 20 anni e la royalty al 10%. Ci scuserete se riteniamo ben altri i pro-fitti, naturalmente del tutto legittimi, degli investitori tant’è che proprio sulle scelte dell’amministrazione comunale si sono addensate le critiche, non su imprenditori privati che a differenza degli enti pubblici non hanno altro scopo che il guadagno.3) Vorremmo ora sintetizzare su altri passaggi della Vostra replica che in verità hanno suscitato le nostre perplessità non trovando alcun riscontro in quanto da noi scritto. Dove avremmo sostenuto che “la scelta di investire in comuni della Si-cilia orientale è legata a motivi di geopolitica”? Le dissertazioni sulla geopolitica ci affascinano ma non ci siamo mai avventurati nel settore, e d’altra parte riteniamo un’ovvietà il vantaggio in termini di sfruttamento energetico degli impianti fotovol-taici collocati nel nostro territorio dato l’altissimo indice di solarizzazione della Si-cilia. E dove poi abbiamo parlato, pardon “insinuato pericolo alla salute derivante dall’installazione dei detti impianti”? Si è per caso paventato un qualche rischio da scossa elettrica per gli installatori? Suvvia, si tratta del controllo statico di edifici già un po’ vecchiotti, di autorizzazioni indispensabili che secondo noi, in ogni caso, sarebbero da acquisire preventivamente dal sindaco Cannata, custode della pubbli-

ca incolumità. 4) Ma un errore c’è (l’unico tra gli innumerevoli!), lo abbiamo commesso e ce ne scu-siamo con l’interessata, la signora Bertoli Simona, che è vero, non è socia della Elios Sicilia srl ma solamente amministratore unico della Insenga green power energie rinnovabili srl e socia dal 19/9/2012 della Val di Noto Energy srl. Una svista nata forse dal fatto che anche la Elios Sicilia srl è ubicata in via Stresa 4 come le altre e che anch’essa si occupa di fotovoltaico. 5) Ma veniamo infine al cuore della Vostra replica, alla Vostra spiegazione, graditis-sima, algoritmica, sulla costituzione di un’Ati e sulla natura delle società a respon-sabilità limitata. Valore nominale, valore reale delle azioni, previsioni di legge. Una spiegazione che aprirebbe gli occhi anche a un bambino per la sua “semplicità”. Ma un ma c’è, una lacuna, pur se con difficoltà in tale stringente sillogismo, l’ab-biamo individuata: l’aspetto patrimoniale delle srl. Con quale patrimonio risponde dei propri investimenti la Val di Noto Energy costituitasi a ridosso dell’operazione fotovoltaico? Le visure camerali non ci illuminano in questo e sarebbe gradito un vostro chiarimento in tal senso. Per la stessa trasparenza, chiarezza, precisione da Voi richiamati. E poi X mandataria della mandante Y che cede a Z: superlativo! Tutto a norma di legge, non c’è alcun dubbio, e noi infatti non ne abbiamo avanzati. Piuttosto qualche banale domanda: perché X si fa carico di tali e tanti oneri e fastidi per cedere poi le proprie quote azionarie senza alcun utile? Perché si indebita? Per-ché non porta essa stessa avanti l’investimento per recuperare l’inevitabile iniziale indebitamento (come noto del tutto funzionale all’attività di impresa) e introitare anche i guadagni di un affare così appetibile da sollecitare i soci di Hong Kong? Per-ché non recupera neanche le spese (in questo senso il nostro riferimento al viaggio a Bergamo)? Forse perché ha voluto supportare un’amministrazione che rischiava di perdere i fondi del conto energia? Per creare un “circolo economico virtuoso che porta benefici agli enti pubblici e genera alti livelli occupazionali”? O per sempli-cemente agevolare ditte straniere a districarsi nella complessa burocrazia italiana? Su, non scherziamo. Ma poi la mandante, più solida e strutturata società Edil group che “ha sia i mezzi economici che le qualifiche tecniche per investire e costruire”, ha il sito ufficiale non aggiornato oppure proprio non possiede la certificazione OG 9, unica qualifica che consente la progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia elettrica rilasciata dalla Soatech, l’organismo di attestazione di qualifiche alla esecuzione di lavori pubblici? Siamo certi che sappiate che la certificazione OG 4 rilasciata nel 2012 alla Edil group riguarda ben altro. Quindi? Un’ultima notazione ce la consentirete. La Vostra replica contiene una serie di af-fermazioni poco benevole nei confronti di questa redazione: ognuno è libero di pen-sarla come vuole. Ma sia chiaro che come noi ci assumiamo la responsabilità di ciò che affermiamo e scriviamo, non v’è dubbio che la stessa responsabilità gravi su di Voi.

“L’edificio scolastico è di proprietà dell’Amministrazione che si assume in toto la responsabilità”

Alfio Petrone (dirigente del Capuana) e Carmela Rubino (Vittorini)“Il Comune ci ha solo comunicato l’autorizzazione alla ditta, null’altro”

Il tema è già noto: l’amministrazione ha individuato i 19 siti “strategici” e tra questi 3 che occorrevano del parere della Soprintendenza; poiché la società Val di Noto non ha inoltrato alcuna richiesta, l’amministrazione aveva l’obbligo di non autorizzare i lavori o di bloccarli quando ha appurato che tali pareri non c’erano perché non erano neppure stati richiesti all’ente preposto. E perché non chiedere anche il parere dei dirigenti delle istitu-zioni scolastiche che si sono visti impian-tare i pannelli sui tetti delle scuole che dirigono e quello delle Rspp ( responsa-bili servizio prevenzione e protezione)? “Abbiamo solo ricevuto una comunica-zione da parte dell’amministrazione co-munale – ci dice Alfio Petrone, dirigente dell’istituto Capuana di Avola – nella quale è scritto che la ditta Val di Noto era autorizzata a procedere ai lavori per l’installazione dei pannelli sui tetti. Non ho idea se prima dell’estate 2012 l’amministrazione abbia inviato tecnici

(Petrone si è insediato a settembre 2012 nell’istituto Capuana), di certo in questi mesi non mi risulta sia venuto nessuno. Né io dirigente né le Rspp siamo stati coinvolti dall’amministrazione in questo percorso che ha portato all’installazione dei pannelli, ma ciò probabilmente è do-vuto al fatto che l’edificio scolastico è di proprietà del comune che si assume così in toto la responsabilità”. “Il 19 novembre 2012 – aggiunge la di-rigente dell’istituto Vittorini, Carmela Rubino – è giunto un documento fir-

mato dal dirigente Brex attraverso il quale venivamo informati di un accor-do di collaborazione per l’installazione dei pannelli fotovoltaici tra una ditta e l’amministrazione comunale. Non pos-so negare che di tanto in tanto i tecnici comunali si vedano nei nostri edifici ma oggettivamente non so per quali lavori. Poiché l’amministrazione ha firmato un documento nella figura del suo respon-sabile, essa risponde delle scelte effet-tuate e dunque noi dirigenti non possia-mo assumerci responsabilità che non ci

competono”. Poche parole, come si può rilevare, ma chiare: l’amministrazione ha solo comu-nicato ai dirigenti un dato di fatto con-sentendo l’inizio dei lavori senza avere in-terpellato chi nelle scuole opera e lavora. Ineccepibile dal punto di vista burocra-tico ma molto discutibile sotto l’aspetto del coinvolgimento e delle rassicurazioni a docenti, ata, famiglie ed allievi. Non abbiamo poi voluto chiedere ai dirigen-ti se possiedono, come dice la legge, la copia del collaudo statico dell’edificio o certificato di staticità (che va rilasciato dall’Ente proprietario dell’immobile, nel nostro caso il comune di Avola) visto che il 60% delle scuole italiane non lo possie-de e chissà come sono combinate le scuole di Avola. Ci piacerebbe poi sapere se sono state effettuate delle prove di carico sui solai (compito del comune) delle scuo-le prima di iniziare i lavori ma questo è tema che affronteremo la prossima volta.

Concetta La Leggia

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Inchiesta fotovoltaico: “Il parere della Sovrintendenza, su 3 edifici, doveva chiederlo la srl”

Il sindaco di Avola: “Ho invitato il PD a un confronto pubblico in tvLa documentazione è stata sempre visionabile da qualunque soggetto”

Risposta agli articoli a firma Concetta La Leggia apparsi sui nn. 5 del 3/3/2013 e 6 del 17/3/2013, riguardanti l’installa-zione di pannelli fotovoltaici sugli edifici pubblici di Avola. Il sottoscritto Dr. Giovanni Luca Can-nata, nella qualità di Sindaco del Comu-ne di Avola, ritiene necessario ed urgente intervenire tra le pagine del Suo giornale dal quale, nelle sue due ultime edizioni, sono state mosse accese critiche sulla procedura pubblica di assegnazione del-la concessione e, soprattutto, richiamato ad una sorta di responsabilità dello scri-vente il quale sarebbe rimasto silente o sordo ai rilievi mossi da una parte poli-tica presente nel consiglio comunale di Avola. Tali affermazioni sono assolutamente gratuite e non veritiere dal momento che questo Sindaco, che ha fatto della trasparenza degli atti e del rispetto della legalità l’asse portante di tutta l’attività della propria amministrazione, ha in ogni sede, tempestivamente ed maniera esaustiva risposto, sia ai rilievi, sia alle domande poste in consiglio comunale in

merito al contestato avviso pubblico; In occasione del dibattito organizzato dal PD di Avola, al quale il sottoscrit-to non ha partecipato, si è avuto cura di spiegarne i motivi agli stessi organizza-tori e, dopo qualche giorno, lo scrivente ha rilasciato sull’argomento una intervi-sta alla TV locale “Canale 8”, andata in onda il 14/2/2013 e visionabile in qualun-que momento. In tale occasione, il sotto-scritto ha invitato il PD ad un confronto pubblico presso detta emittente così da consentire all’intera cittadinanza di se-guire e sentire l’intero dibattito e potersi formare un’opinione dal contradditto-rio. Nel merito delle assente criticità mosse alla procedura di cui all’avviso pubbli-co del 12/10/2012, avverso la quale non risulta che sia stato presentato alcun ri-corso giurisdizionale, si fa presente che, contrariamente a quanto affermato in uno degli articoli in oggetto, tutta la do-cumentazione è sempre stata visionabile ed estraibile in copia da parte di qualun-que soggetto interessato. Peraltro, giova precisare che i consiglieri

comunali, nell’esercizio delle loro pre-rogative, hanno, nella fattispecie, preso visione ed estratto copia degli atti, senza che sia mai stato opposto alcun rifiuto o ritardo da parte dei competenti uffici. Sempre nel merito e riguardo al parere

della Soprintendenza che sarebbe man-cante per l’installazione dei pannelli su-gli edifici pubblici comunali, si precisa, per quanto riferito dagli uffici, che dei 19 siti interessati, il parere sarebbe necessa-rio per tre edifici e che l’onere di richiesta ed acquisizione grava sulla società con-cessionaria della proposta progettuale. Per completezza, appare utile evidenzia-re che sul sito del Comune sono pubbli-cati e, perciò, visionabili altri due avvisi pubblici per la ricerca di sponsor in ma-teria di promozione, educazione e mi-glioramento della raccolta differenziata ed in materia di cura del verde pubblico comunale secondo la medesima discipli-na regolamentare sulle sponsorizzazioni ed accordi di collaborazione, nell’ottica della realizzazione delle finalità di inte-resse pubblico con esse perseguite. Per quanto sopra, in nome della libertà di stampa e di informazione, fondamen-tali allo svolgimento della vita demo-cratica nel rispetto del contraddittorio, si rimane, come sempre, a disposizione per ogni altro chiarimento e si porgono cordiali saluti.

“Noi siamo pronti a chiedere il parere di legittimità all’AVCP, confido che lo sia anche Cannata”

Santuccio (PD): “Mai ricevuto un invito al confronto né dal sindaconé dalla televisione privata. Anzi, da tre mesi stiamo ancora aspettando”

Della vicenda fotovoltaico parliamo con Corrado Santuccio, segretario del PD di Avola, il quale peraltro ci ha fornito alcuni documenti a sostegno di quanto ci ha dichiarato, che siamo pronti a pubblicare ove necessario.I Giovani Democratici hanno richiesto formalmente, con una richiesta proto-collata ed indirizzata alla giunta, al presidente del Consiglio Comunale ed ai consiglieri, un consiglio comunale aper-to per poter discutere dell’appalto? La richiesta è stata accolta? “Confermo che la richiesta è stata pro-tocollata dal segretario dei Giovani Democratici Andrea Sangregorio e che purtroppo l’istanza, di cui allego copia per opportuna conoscenza vostra e dei lettori, non è stata accolta. Dal man-cato accoglimento della richiesta di un consiglio comunale aperto è scaturita l’organizzazione di un dibattito pub-blico per un confronto ampio e parte-cipato sull’argomento fotovoltaico ad Avola”.E’ vero che il sindaco ha pubblicamente invitato il Pd a un confronto pubblico su un’emittente televisiva locale così da consentire all’intera cittadinanza di se-guire e sentire l’intero dibattito e potersi formare un’opinione dal contraddittorio? E voi non ci siete andati?“Nel corso di un’intervista televisiva il sindaco si è detto disposto a un con-fronto pubblico anche in televisione, ma a questa disponibilità di massima non è mai seguito alcun invito né da

di CONCETTA LA LEGGIA

parte del sindaco, né dall’emittente televisiva. Va da sé che, non essendoci stata alcuna trasmissione sull’argo-mento, non è possibile dire che noi ci saremmo sottratti. Anzi, stiamo anco-ra aspettando”. L’assemblea da voi realizzata era rivol-ta, come sostiene il sindaco, solo ai tes-serati del vostro partito? “Assolutamente no. Anche in questo caso vi allego copia della locandina in cui c’è scritto espressamente che si trat-tava di un “Dibattito Pubblico”. A ul-teriore conferma basta aggiungere che all’incontro hanno partecipato tanti cittadini, associazioni, professionisti interessati all’argomento ed esponenti

politici di altri partiti. L’assemblea era talmente “aperta” che con l’aiuto del sito cittadiavola.it abbiamo realizzato una diretta streaming seguita proba-bilmente anche a Palazzo di Città”.Siete disposti ad un confronto pubblico adesso?“Certamente, è da tre mesi che chie-diamo questo confronto”.Siete disposti assieme all’amministra-zione Cannata a chiedere il parere di legittimità all’autorità di vigilanza sui contratti pubblici (AVCP), ente terzo il cui compito è di vigilare sui contrat-ti pubblici di lavori, servizi e forniture, sull’osservanza delle norme del Codice nonché sulla regolarità delle gare sui

contratti pubblici?“Sì, a questo punto credo che sia nell’interesse di tutti gli avolesi che maggioranza e opposizione si uni-scano in questa iniziativa per la tra-sparenza. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e a firmare la richiesta all’Autorità. Sento di ritenere che per il sindaco sarà lo stesso”.Perché tanta attenzione da parte vostra sul fotovoltaico?“Perché se fatto meglio si sarebbero potuti evitare alcuni aumenti di tas-se, perché vogliamo essere sicuri che i nostri bambini siano sicuri a scuola, e perché l’interesse più importante da tutelare è quello degli avolesi”.

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12Sono state fatte delle prove di carico sui solai soprattutto delle scuole prima di iniziare i lavori?

Caro sindaco, cinque domande su questa vicenda sono ancora senza rispostaSi è accertato che Edil group avesse le qualifiche richieste quali SOA OG9?

di CONCETTA LA LEGGIA

Egregio Sindaco Cannata del comune di Avola in questi giorni abbiamo con molta attenzione riletto la sua lettera e abbiamo deciso di rispondere a quelle che lei defi-nisce “accese critiche” mosse dal nostro giornale sulla questione pannelli fotovol-taici nel suo comune. Nessuna affermazio-ne gratuita da parte nostra, nessuna bugia visto che il nostro giornale considera la legalità e la trasparenza gli assi portanti della propria attività giornalistica. E a ri-guardo le rispondiamo punto su punto di modo da poterla rassicurare sulla attendi-bilità dei nostri documenti e sul percorso che voi, come amministrazione, avete se-guito ed avreste dovuto seguire.1) Nella sua missiva da noi pubblicata lei sostiene di aver sempre risposto alle do-mande poste in consiglio comunale. Ha forse trovato una frase che dicesse il con-trario sui nostri articoli? Ma lei ha solo risposto “ai rilievi mossi da una parte po-litica presente nel consiglio comunale di Avola”, come Lei stesso afferma, dimenti-cando che chi vota i consiglieri comunali e ha reso possibile la sua elezione a sindaco è il cittadino comune che vuole capire, come noi, il perché di una scelta tanto affretta-ta sul fotovoltaico e così poco attenta alle reali istanze ed esigenze degli avolesi. Ab-biamo forse mentito nel sostenere che il re-golamento comunale sia stato modificato dal consiglio il 27/9/2012 all’art 14 comma 6 con l’introduzione del diritto di prela-zione ed al regolamento sono stati aggiunti ben 8 nuovi articoli tutti relativi agli spazi pubblicitari sul sito internet istituzionale, trampolino di lancio per il fotovoltaico? Perché? Abbiamo forse mentito quando scriviamo che I Giovani Democratici Le hanno richiesto con una domanda proto-collata un consiglio comunale aperto per poter discutere dell’appalto in questione e che la richiesta non è stata accolta? Che lei, invitato e chiamato in causa, in un’as-semblea pubblica realizzata dal Sel, Pd e giovani democratici, non solo non ha par-tecipato all’incontro (sostenendo che fosse un’assemblea di iscritti) ma non si è nep-pure premurato di inviare un responsabi-le degli uffici preposti per chiarire i dubbi di quella parte dell’opinione pubblica che si era presentata al dibattito? Mentiamo forse nell’affermare che tutte le domande poste a lei da questo giornale non hanno ricevuto risposta? Sono dati oggettivi ed inequivocabili. E che dire dell’intervista rilasciata a un’emittente locale? Non una sola parola, una sola frase che affrontasse i veri nodi del tema! Nessun chiarimento alle domande presentate né in assemblea né sulla nostra testata giornalistica. Ci dice per favore a quali domande ha rispo-sto, quali dubbi ha divelto, quali temi riso-lutivi ha centrato?2) Nella sua missiva ancora, signor sin-daco, lei sostiene che, contrariamente a quanto scritto, tutta la documentazione è sempre stata visionabile ed estraibile in co-pia da parte di qualunque soggetto interes-sato. Qualcuno ha mai scritto che i docu-menti non sono estraibili o non visionabili? Forse con una lettura più seria ed attenta, visto che l’italiano non è un optional ma un elemento indiscutibile della comunica-zione, avrebbe meglio letto che la frase da

lei incriminata era “i documenti ci sono tutti e sono tutti in regola?” e la risposta manca sempre a lei e la diamo noi. Sia il Decreto Legislativo 28 del 03/03/2011, art. 12 comma 2, sia la Determinazione n. 6 del 26 ottobre 2011 dell’Autorità di Vigi-lanza sui Contratti Pubblici (Linee guida per l’affidamento della realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici - paragrafo realizzazione degli impianti su superfici appartenenti al demanio pubblico) dico-no chiaramente che per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici pubblici occorre procedere con le gare pubbliche (pubblici incanti). La scelta di procede-re con il regolamento per i contratti di sponsorizzazione è ritenuta dal legislatore contraria ai principi comunitari di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e  pubblicità. Perché pro-cedere con il regolamento per i contratti di sponsorizzazione quando il legislatore considera tale procedimento scorretto? “I documenti ci sono tutti e sono tutti in re-gola?” era la frase inoltre che introduceva un dubbio che lei, signor sindaco, non ha mai fugato: avete appurato se l’impresa aggiudicataria possiede i requisiti tecnici previsti dal Codice dei Contratti (Decreto legislativo n. 163/2006) all’art. 26 ? Sinda-co, si è accertato che la ditta Edil group possedesse le qualifiche specifiche richie-

ste quali la SOA OG9 per la progettazio-ne, la realizzazione e la gestione di impian-ti per la produzione di energia elettrica? Bene, la aiutiamo noi, signor sindaco, in-formandola che o il sito della Edil group non è aggiornato (grave vulnus per un’a-zienda che installa pannelli sulle scuole e sugli edifici pubblici) oppure non possiede tale certificazione e che la Soatech, l’or-ganismo di attestazione di qualifiche alla esecuzione di lavori pubblici, ha rilasciato nel 2012 alla Edil group la certificazione OG 4, che è ben altra cosa.3) Altro punto da lei sollevato è che l’one-re di richiesta ed acquisizione del parere della soprintendenza su tre edifici comu-nali grava sulla società concessionaria della proposta progettuale. Caro sindaco Cannata, l’errore è a monte: voi come am-ministrazione comunale avete individuato i 19 siti e tra questi 3 che richiedevano pa-rere della Soprintendenza. Voi avete scelto dove allocare i pannelli fotovoltaici per 20 anni. Voi avete indicato alla Val di Noto Energy i luoghi “strategici”. Ed era vostro interesse ricevere comunicazione dalla soprintendenza per i tre siti specifici, due dei quali sono scuole dentro le quali stan-no alunni veri, in carne ed ossa, e poiché il 94% delle scuole siciliane sono a rischio sismico, vostro era l’interesse nel ricevere tali pareri. Anche se il parere di acquisi-

zione fosse di competenza dell’azienda avevate l’obbligo di non autorizzare i lavori o di bloccarli quando avete appurato che tali pareri non c’erano perché non erano neppure stati richiesti all’ente preposto! Perché si è proceduto allora? La soprinten-denza non ha mai ricevuto nulla, nessun documento, né al settore beni paesaggistici né a quello architettonici ed urbanistici ri-sultano protocollati o ricevuti all’inizio dei lavori! E poi, sono state fatte delle prove di carico sui solai soprattutto delle scuole prima di iniziare i lavori?4) Infine, sindaco, in merito alla ricerca di sponsorizzazioni e/o accordi di collabora-zione per attività legate alla promozione, all’educazione e al miglioramento della raccolta differenziata nel territorio di Avo-la e ricerca di sponsorizzazioni per attività legate alla cura del verde pubblico comu-nale, le vorremmo ricordare che si tratta di due settori che rispondono ai regolamenti del comune ma che nulla hanno a che ve-dere con il fotovoltaico regolamentato dal decreto legislativo 28 del 03/03/2011.

5) Continuiamo a pensare che il default dell’amministrazione comunale stia nel non aver saputo adeguatamente commisu-rare i vantaggi che sarebbero potuti venire da una gestione in house e dall’aver scelto nel percorso privato una strada che non ha garantito alla città le migliori condizioni. Non vi è alcun documento ufficiale da par-te dell’amministrazione sui reali proventi che l’operazione porterà alle casse comu-nali! Perché il Comune di Avola non ha provveduto direttamente a realizzare gli impianti? quanto guadagneranno le casse avolesi dall’accordo con l’ATI, Val di Noto Energy srl – Edilgroup srl?6) A questo punto, signor sindaco, siamo noi a proporle un passaggio risolutivo del tema: è lei disposto, anche assieme a chi ha sollevato il problema (forze politiche e stampa), a chiedere il parere di legittimità all’autorità di vigilanza sui contratti pub-blici (AVCP), ente terzo il cui compito è di vigilare sui contratti pubblici di lavori, ser-vizi e forniture, sull’osservanza delle nor-me del Codice nonché sulla regolarità delle gare sui contratti pubblici?

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Le famiglie, pur di dare un avvenire ai figli, si sobbarcano spesso costi per 10 mila euro l’anno

Un diplomato siciliano su quattro si iscrive nelle università da Roma in suL’ass. Scilabra: “Dovremo arginare il fenomeno o perderemo i migliori talenti”

Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Istruzione, sono circa 36.000 gli universitari siciliani fuorisede, quasi il 25 per cento dei 167.000 residenti dell’Isola che attualmente proseguono gli studi dopo il diploma. E sono il 38 per cento in più rispetto al 2007. Per convincerli a restare non basta-no nemmeno le tasse, secondo Federconsumatori più basse quelle degli atenei siciliani di quasi il 70 per cento rispetto al Nord per le fasce più alte di reddito. Un esempio? Per iscriversi all’Università di Parma gli stu-denti devono pagare una retta annua di 1005 euro per le facoltà scientifiche e di 890 per quelle umanistiche. Una tas-sa che a Palermo varia in media dai 150 ai 300 euro. Poco importa. L’esercito di siciliani in fuga non bada a spese e lascia ogni anno nelle casse di due tra le più prestigiose uni-versità private, come la Luiss e la Bocconi, quasi 12 milioni

di euro. Un dato impressionante se si pensa che nel 2011 i fondi statali destinati alla ricerca dell’Università di Paler-mo erano di appena 1,2 milioni.Nelli Scilabra, il neo-assessore alla formazione, studentessa classe ‘83, da tanti anni in prima linea nella rappresentan-za degli universitari, parla di “vero e proprio dramma che impoverisce anno dopo anno la Sicilia. Stiamo lavorando a una legge sulla ricerca scientifica. Dobbiamo arginare il fenomeno o perderemo i nostri migliori talenti”.La meta più battuta è il Lazio con 10.000 studenti. Qui, la Sapienza di Roma conta circa 3000 iscritti provenienti dall’Isola. L’università con il maggior numero di siciliani è Pisa (3350). Bologna ne ha 1948, Torino 1363. Padova ne conta 829 e la Bocconi di Milano 800. Sono invece 200 gli immatricolati alla Bicocca e 555 quelli della Luiss.

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Dopo un anno è ancora lì a sbarrare l’accesso: anzi ne è stato costruito un altro, un po’ più a monte

Andando per antichi mulini sulle colline iblee, d’improvviso un cancello Niente accesso al fiume, “da qui non si passa se non pagate venti euro!”

di TANINO MIDOLO

Nella primavera dello scorso anno, dopo il lungo letargo invernale, alcuni amici, desi-derosi di immergersi nel verde prorompen-te delle colline iblee, decidono di effettuare una escursione lungo un vecchio tracciato storico attorno al fiume Manghisi. Appro-fittando di una giornata solare, partono alla volta di Villa Vela, borgo rurale del Comune di Noto. Liberatisi delle auto-vetture, iniziano a camminare lungo una regia trazzera che li porta prima ad attra-versare alcune cave di pietra - “pirrere” - abbandonate (segni indelebili delle profon-de ferite inferte al territorio senza tentare almeno di rimarginarle) e poi a scendere nella Valle - “Cava” - del Manghisi in con-trada Petracca. Qui si apre uno spettacolo eccezionale: un fiume in piena con rapide spumeggianti che ricordano tanto i fiumi alpini durante il disgelo.Ci rendiamo conto che le abbondanti piog-ge invernali hanno modificato di molto l’ambiente e là dove si guadava facilmente sopra i sassi, adesso bisogna immergersi nella furia dell’acqua. Ma l’emozione per tanto ammirare è così forte che basta uno sguardo per trasformare il tentennamento in piacere di tuffarsi in quelle gelide acque.Superato il Manghisi si va alla ricerca del vecchio Mulino Petracca. Qui invece la de-lusione è tanta perché ritroviamo solo un piccolo rudere che non riesce a testimonia-re l’antica arte molinaria esercitata in quei luoghi magici in un passato non tanto re-moto. Peccato! Ma proseguiamo risalendo il fiume, ora costeggiandolo ora sfiorando-lo, alla ricerca di altri mulini.Dopo aver percorso stradelle, attraversato boschi ed esserci arrampicati su costoni rocciosi, scendiamo sul fiume e con sor-presa ci imbattiamo in un altro mulino, anch’esso abbastanza rudere, nascosto però da una fitta boscaglia che lo avvolge quasi a proteggerlo. Ci facciamo strada tra i rovi e all’interno veniamo premiati per-chè è ancora visibile la condotta dell’acqua

- “saia” - che con la sola forza della caduta faceva girare le possenti ruote di pietra che macinavano il grano. Una sosta d’ammi-razione è doverosa.Riprendendo il cammino, discendiamo lungo il fiume guadandolo più volte e am-mirando quest’anno la formazione di nu-merosi piccoli ma splendidi laghetti. La natura è generosamente rigogliosa: il verde intenso dei prati si sposa bene con il giallo, il viola e il blu dei vari fiori che fanno ca-polino; le chiome rinnovate di maestosi al-beri ospitano numerosi uccelli, il cui canto viene accompagnato dal suono del vento tra i rami… basta! troppo romanticume: ma sembra di stare in paradiso!Continuiamo a discendere il fiume seguen-do la stradella che presto ci porta al Muli-no Papa, ossia l’unico mulino che sia stato recuperato unitamente all’area circostante e che non a caso viene chiamato “Mulino Incantato“. Qui salutiamo festosamente il proprietario che ci accoglie con squisita cortesia e ci permette di ammirare le ope-

re di risanamento, realizzate con grande passione, che testimoniano al meglio il loro splendido e florido passato.Dopo esserci complimentati, proseguia-mo in questo viaggio quasi fiabesco alla ricerca di un altro mulino: il Mulino Pom-pa. Ma percorsi pochi metri, un cancello ci sbarra la strada! Un brusco risveglio ci riporta ad una cruda realtà: l’accesso al fiume ci viene impedito!Anche qui incontriamo il proprietario del cancello - anzi a suo dire il Signore di tutto - che, millantando la proprietà esclu-siva della stradella, non solo non ci acco-glie come poveri pellegrini, ma ci intima di tornare indietro... a meno che, a meno che, se si vuole proprio proseguire, non si paghi un pedaggio che viene realmente ri-chiesto e quantificato in... € 20! Sembra di rivedere una famosa scena del film “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troi-si! Tralasciamo, per lo squallore della vi-cenda, di raccontare il finale di una storia surreale, ma una cosa è certa: lo splendido

cammino intrapreso è stato bruscamente interrotto e non ci è stato consentito di completare l’Anello dei Mulini della Cava del Manghisi, ossia un percorso storico dei nostri Iblei di notevole interesse paesaggi-stico, archeologico e antropologico.Dopo un anno il cancello è ancora lì a sbarrare l’accesso al fiume: anzi ne è sta-to costruito un altro, un po’ più a mon-te, che impedisce di percorrere il vecchio tracciato della statale 287 che conduceva al magnifico Ponte in pietra sul Manghisi, sostituito ora dal nuovo Ponte con arcate in ferro. Cosa aggiungere? Ogni parola di commen-to apparirebbe superflua se l’episodio non fosse l’ennesima dimostrazione di mali antichi che affliggono la nostra terra; mali prodotti da un micidiale miscuglio di ille-galità, grettezza morale, miopia e presun-zione. Certo qualcuno dovrà pur tutelare l’interesse comune, nel quale ci ostiniamo a credere.

Nel progetto di Slow Food Siracusa spazi, cibo vario e pasti equilibrati; filiera corta, cucina di qualità

Mensa nelle scuole materne, numerose lamentele dei genitoririguardo alla scelta in sè e alla tipologia dei piatti proposti

Si susseguono da mesi proteste dei sira-cusani sul servizio mensa nelle scuole materne di competenza comunale. Prima lunghi periodi di sospensione, ora la scel-ta del piatto unico con numerose lamen-tele dei genitori sia riguardo alla scelta in sé sia riguardo alla tipologia di piatti proposti. Inoltre, sono rimaste fuori dal servizio le classi della scuola primaria che avevano avviato il tempo pieno in base alle promesse del Comune di prov-vedere ai pasti. Poco si è detto però sulla qualità del cibo che i bambini ricevono o, meglio ancora, sulle scelte educative e di salute alla base delle decisioni sul servi-zio di mensa.Sia come genitore sia come componente della Condotta Slow Food di Siracusa vorrei porre l’attenzione su alcune que-stioni. Innanzitutto, l’ora di mensa è il

momento ideale per educare al gusto e prendersi una pausa dai tempi di appren-dimento per ritrovare concentrazione nelle ore pomeridiane. È anche il luogo ideale dove iniziare a pensare e sperimen-tare un modo diverso di scegliere gli ali-menti e di preparare un pasto, più attento alla provenienza dei prodotti, all’impatto ambientale e alla qualità delle produzio-ni.Slow food ha elaborato già da anni un progetto che riguarda la qualità delle mense (non solo scolastiche) “Pensa che mensa!”, un progetto che cerca di creare una mensa di filiera corta ed ecosostenbi-le. Il progetto parte dall’idea che la filiera corta di cui tanto si parla è un concetto che riguarda la distanza percorsa dal cibo per arrivare sulle nostre tavole: minore è il tragitto minore è l’inquinamento, mag-

giore la freschezza e la bontà dei prodot-ti. Filiera corta vuol dire anche riduzione dei passaggi tra produttori e consumato-ri: meno passaggi significa prodotti meno cari, meno imballaggi, maggiore espres-sione della cultura gastronomica di terri-torio nei piatti.Importanti anche gli spazi in cui i pasti si consumano e che nelle nostre scuole sono molto spesso le aule e i banchi su cui i bambini studiano vanificando l’effetto pausa e lasciando più di un dubbio sul versante igienico. Riepiloghiamo: spazi adeguati e puliti; cibo vario e pasti equi-librati; filiera corta ed ecosostenibile; cucina di qualità e di territorio. Questi e altri principi devono guidare le scelte sul servizio di mensa perché sono in grado di mettere insieme vincoli di bilancio e salu-te dei bambini.

Vorremmo quindi un confronto con il Commissario ed il Consiglio comunale per la redazione del prossimo bando per le mense scolastiche in modo che diventi un volano di rilancio del diritto al cibo come principio educativo e di piacere e non di mera sussistenza.

Sabina ZuccaroResp. didattica Slow food – Siracusa

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14Spetta all’Amministrazione il compito di mettere in “rete sistemica” le molteplici competenze del settore

Tracce di “politica culturale” per il prossimo Sindaco di SiracusaSolo una vera apertura è la strada per una nuova “identità culturale”

Se volessimo individuare una “cifra” che possa sintetizza-re la profonda crisi che vive Siracusa, potremmo dire che questa riguarda essenzialmente la sua “identità cultura-le”. Ne sono segni sia le vicende che coinvolgono l’Inda (la più importante istituzione culturale del Mezzogiorno, “icona” di Siracusa per il mondo intero), incartata nelle incertezze sul suo ruolo, sia le forti perplessità che am-bienti Unesco iniziano a manifestare – a quasi 10 anni dall’inserimento della città nel “Patrimonio dell’Umani-tà” – per l’incapacità del “cervello collettivo” di Siracusa di valorizzare le sue “bellezze d’arte”, pur così “produtti-ve di ricchezza” e tali da poter garantire una diffusa cre-scita economica.“L’identità culturale” della città è pertanto strettamente intrecciata al tema di una qualificata “politica culturale”, su cui vorrei indicare alcune “tracce”, non già dal punto di vista dei “contenuti”, bensì da suo “presupposto meto-dologico”. Una “Politica culturale” finalizzata a: A) Im-primere un’iniezione di “fiducia collettiva” alla città, ri-costruendo forme “comunitarie” per superare il distacco tra “centro urbano” e “periferie” mortificate dall’incuria; B) Dar vita ad iniziative culturali che mirino all’accresci-mento del punto medio di competenza intellettuale dei cittadini.“Politica Culturale” non vuol dire immaginare una sor-ta di “dirigismo culturale”, quasi che l’Amministrazione debba dettare, paternalisticamente, le linee di un artico-lato progetto culturale “sulla testa” della città. Al con-trario, spetta all’Amministrazione il compito di mettere in “rete sistemica” le molteplici competenze culturali: associazioni, artisti, Librerie, Gallerie d’arte, il siste-ma bibliotecario provinciale, insegnanti, intellettuali ed “operatori”, ricchi di competenze e di un patrimonio di saperi nei diversi “linguaggi”, coinvolgendoli in un quali-ficato progetto culturale, disseminato nel tessuto urbano. Compresa la “decisione” sulla gestione degli Spazi per la cultura (Antico Mercato, Sala Randone, Villa Reimann, Teatro Comunale, Cinema Verga, ruolo non “museale” delle Biblioteche, ecc..).

Inoltre, uscir fuori dalla sterile contrapposizione tra “Eventi Culturali”, da una parte, e “Uso delle Strutture e degli spazi-servizi culturali”, dall’altra. Nel senso che, così come gli “Eventi” non rappresentano il superficiale ed episodico terreno dell’effimero, le strutture e gli spazi non sono l’unico campo d’intervento del Comune. En-trambi – eventi e spazi/servizi culturali – sono il punto di giuntura su cui coinvolgere tutte le competenze, per fare della produzione culturale il vettore di una città ac-cogliente e sensibile a tutti i linguaggi culturali. Si tratta di assumere come centrale l’obiettivo di una vi-sione che sappia coniugare “Locale/Globale”: solo così potremo immettere Siracusa in un circuito di attenzione regionale o nazionale, con evidenti ricadute turistiche. Scavare e far affiorare il genius loci della città nella ide-azione di eventi culturali. Se davvero s’intende fare della Cultura il “vettore” principale della città, occorre uscire dal pressappochismo ideativo e dall’individualismo ste-rile, visibili nei “fallimenti” di recenti esperienze. Due esempi: l’approssimazione, mista a enfatica pretesa, del percorso di candidatura di Siracusa a Capitale Europea della Cultura per il 2019, costruito senza un ampio pro-getto pubblicamente condiviso; il triste epilogo – un vero e proprio fallimento, di cui anche l’U.E. chiede conto – che ha connotato la pluriennale iniziativa “Luci a Siracu-sa”, che pur ha goduto di straordinarie risorse dall’U.E.Ad eccezione delle Rappresentazioni Classiche (e ci au-guriamo che l’INDA in vista del suo Centenario – 2014 – realizzi un anno intero di manifestazioni di profilo na-zionale), per tutto il resto, le iniziative culturali della città si sono attestate su un mero profilo localistico. Al contrario, la città ha saputo apprezzare alcune inizia-tive, spesso spontanee, ideate da singoli operatori e da gruppi sociali: mi riferisco alle edizioni della “Festa della Musica”, nei vicoli di Ortigia, o quella “Chiamata Alle Arti”, coinvolgendo migliaia di cittadini. A ciò va aggiun-ta la vitalità delle iniziative di Associazioni di volontaria-to culturale: dalla Galleria Roma, al Collegio siciliano di Filosofia, alla “Dante Alighieri”, alla Libreria Biblios, ai

giovani di Hub Sicilia, alla Scuola Comunale di Musica, alla diverse Gallerie d’Arte della città o a gruppi di musi-cisti o di teatro amatoriale – spesso costretti a sobbarcar-si spese in assenza di forme di sostegno nei vari servizi: informazione, sedi, pubblicità. Altro tema, quello del rapporto tra scuola e Amministra-zione, per costruire: A) Un piano per un uso razionale delle scuole pubbliche, per ridurre gli affitti di edifici pri-vati; il potenziamento dei servizi del Comune a sostegno degli studenti delle scuole dell’obbligo; B) Un inedito ruo-lo del Comune per valorizzare le iniziative di carattere didattico-culturale con cui le scuole si proiettano nel tes-suto cittadino (feste del Libro, Settimana mondiale della Lettura, incontro con gli Autori, ecc..). Per ultimo, il rapporto tra “cultura” e “lavoro”. Lega-me che, contrariamente alle sciocche considerazioni del Ministro Tremonti – “con la cultura non si mangia” –, merita di essere messo a fuoco, per trovare un nesso pro-duttivo. Si pensi alla costruzione di Eventi culturali di alto profilo e alla loro proiezione turistica, o alla gestione di alcuni spazi per la cultura, stimolando la creazione di cooperative di servizi per la gestione permanente o sta-gionale di fatti culturali. Ad esempio, Villa Reimann, nel periodo estivo – con rassegne di Film, teatro, incontri, musica, winebar, ecc.. –, potrebbe diventare un luogo suggestivo del tempo libero, assegnando la gestione a co-operative di giovani. Perché, ad esempio, il Museo “Paolo Orsi” non prova ad arricchire il suo ampio e suggestivo giardino di uno “spazio bar” (gestito in concessione), che, tra primavera ed estate, potrebbe costituire una piacevole sosta per visitatori e turisti, così come accade nei Musei italiani e stranieri, facilitando le condizioni di visite serali allo stesso Museo? Cosa impedisce al Comune di asse-gnare a coop. di giovani spazi e luoghi pubblici in Ortigia al fine di promuovere iniziative ed attività culturali nella stagione estiva che, per la presenza diffusa di turisti, si presta ad opportunità economico-produttive – rassegne cinematografiche, incontri culturali, musicali, Feste te-matiche, ecc?

di ROBERTO FAI

La Simenza di Emiliano ColomasiL’ I R O N I A C H E R E S TA T R A I D E N T I …

Cominciano a scricchiolare le fondamenta dell’apparato del Partito Democratico siracusano. Pare infatti che si sia consumata una frattura in-sanabile all’interno dei Giovani Democratici. Dei tre iscritti, uno passa con Giancarlo Garozzo che dichiara: “Adesso la vittoria delle primarie è più vicina e il voto in blocco della Cgil fa meno paura”.

Viale Tisia dichiara indipendenza e proclama la nascita dello Stato Autonomo. L’assemblea cos-tituente dei cittadini si è riunita per redigere la Carta Costituzionale. In esclusiva per alcuni prin-cipi fondamentali: Art 1. Viale Tisia è una repub-blica fondata sul rifiuto del divieto di sosta. Art 11. Viale Tisia ripudia le multe come strumento di offesa alla libertà degli automobilisti e come mezzo di risoluzione delle controversie del codice della strada.

Consumata la frattura con Fabio Granata e il Movimento civico 734, Michele Mangiafico non si tira indietro per la corsa a Palazzo Vermexio. In esclusiva presentiamo la nuova immagine del candidato Sindaco e il claim che recita: “Michele Mangiafico più che un Sindaco un Arcangelo”.

Quentin Tarantino seguirà la comunicazione del candidato sindaco di Progetto Siracusa. In antep-rima lo slogan e l’immagine dei nuovissimi 6x3 realizzati dal regista statunitense. Ezechia 25.17. “Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità del PRG e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome di un assessorato tecnico e della Giunta Bufardeci conduce i deboli attraverso la valle di Tremmilia. E tu saprai che il mio nome è quello di Ezechia Paolo Reale quando farò calare la mia amministrazione sopra di te”.

Prende corpo la “santa alleanza” per il governo della città. Prima ventilata, adesso data per certa la super alleanza tra Vinciullo, Gianni e Gennuso. Un dream team che rischia di spac-care l’intero arco costituzionale. In anteprima il “simpolo” della lista inviatoci con un “facchissi” da Gennuso.

Comune di Siracusa, Ministero dell’Ambiente e Area Marina Protetta indicono bando di concorso per n. 8 figure di Bummarolo! Iscrizione online sul portale bummarolisostenibili.it

Dopo lo scarico di responsabilità di Visentin, Reale e Bufardeci ecco la verità sul PRG. Ambientalisti e sinistroidi potranno scagliarsi contro il sig. Michel-angelo Cugno, reo di aver firmato il documento. Pare infatti che il malcapitato cittadino, trovatosi a passeggiare per una desolata Piazza Duomo un lontano martedì del 2007, sia stato convinto ad en-trare a Palazzo Vermexio da due loschi figuri del Pdl che, con la scusa di crodini, anacardi e donne di facili costumi, lo convincevano ad intestarsi la responsabilità del piano regolatore…

Torna a far parlare di se Friedrich Nicita, can-didato a Sindaco del capoluogo aretuseo con l’appoggio delle liste Siracusa allo Sprofondo e Nichilisti per Siracusa. “Stimo e rispetto l’amico Edy Bandiera ma la sua proposta sulle sanzioni elevate dalla Polizia Municipale per il lavaggio notturno delle strade non è efficace”. “Propon-go – prosegue Nicita – di sanzionare con una multa di valore doppio i vigili urbani che si mac-chieranno di questo crimine”. ”Ricordo – con-clude Friedrich Nicita – che il mio programma prevede sgravi fiscali e agevolazioni per gli automobilisti indisciplinati”.

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La danzatrice: “La mia base è lo stile tribal americano, poi lo yoga per la preparazione fisica”

Al Paso loco di via Italia impazza la Tribal Fusion BellydanceBarbara Lamia: “Io e Violet Scrap andiamo più sul teatro-danza”

di STEFANIA FESTA

Contaminazione e fusione di danza orien-tale, yoga, danza indiana, flamenco, hip-hop, in una continua evoluzione nel ri-spetto della tradizione. È questa la Tribal Fusion Bellydance, disciplina che affonda le sue radici nell’America degli anni ’80 e che sta prendendo piede un po’ ovunque per la sua visione libera della danza, per la possibilità di sperimentare, di contami-nare, di esprimere il femminile e il sé. Seb-bene a Siracusa questa danza sia ancora poco diffusa, è la nostra città ad aver dato i natali ad una danzatrice di Tribal Fusion famosa in tutta Europa, Lamia Barbara, alias Barbara Esposito.Tu insegni Tribal Fusion e yoga in diverse città della Sicilia, fra cui Palermo e Cata-nia. E Siracusa, che tipo di ‘piazza’ è?“Rispetto a Catania, Siracusa è ancora legata al vecchio preconcetto della danza orientale come forma di intrattenimento per un pubblico maschile, una forma di danza folkloristica. Non è insolito, infatti, trovare una danzatrice di danza del ventre in un ristorante arabo. Ma questo genere di danza è qualcosa di diverso: si tratta sempre di danza orientale, ma è più mo-derna, per non dire contemporanea”.Come mai, secondo te, a Siracusa è ancora così forte questo preconcetto? “Probabilmente perché non è molto diffu-sa. Io sono l’unica ad occuparmene, non c’è neanche una grande pubblicità anche perché non ci sono abbastanza posti dove proporla. Questo tipo di danza è un po’ più legata al teatro, quindi servono delle location adeguate”.Ci sono delle scuole di danza orientale, an-che di tipo tradizionale, nella nostra città?“No, anche per questo a Siracusa c’è un’ot-tica un po’ ristretta. A Catania ci sono tan-te scuole specializzate in danza orientale, come una delle scuole dove insegno”.E chi volesse avvicinarsi alla Tribal Fusion a Siracusa? “In questo momento sto facendo un corso per principianti presso la palestra “Il paso loco” in via Italia”. Età media?“Molto variegata, dalle ragazze di 16 anni alle donne sui 40, anche 50 anni”.Richiede una preparazione fisica partico-lare?“No, non richiede nessuna particolare pre-parazione fisica ma offre una forte prepa-razione. Si procede sempre per livelli, nel senso che ognuno deve rispettare il proprio corpo. Bisogna procedere piano piano, cercare di spostare il limite ma senza for-zare il corpo. Per questo motivo facciamo molto yoga, stretching ispirato al pilates o alle danze occidentali”. Prima hai parlato di danza ispirata al tea-tro. Lo spettacolo “Lilith” che ti ha recente-mente vista protagonista alla Sala Randone insieme ad altre attrici ne è un esempio. Ne vogliamo parlare?“Lilith nasce dalla collaborazione con Giannella D’Izzia, che già da tempo lavora con il teatro e il concetto di corpo teatrale. In quest’opera tutto è incentrato su questa figura femminile, ma in realtà è come se fosse una poesia del corpo, del corpo del-la donna che è da sempre visto in maniera negativa, etichettato, sottomesso. Questa piéce teatrale vuole esprimere l’idea che

il corpo femminile, se lasciato libero di esprimersi, può insegnare tantissimo e può dare un senso di libertà”.Il tema delle tue performance lo scegli tu op-pure è determinato dal tipo di manifestazio-ne a cui partecipi?“Cerco di rientrare nel tema in base al contesto. Ad esempio, quando sono stata a Budapest, lo spettacolo era basato sui segni zodiacali, quindi dovevamo creare qualcosa ispirato ad un segno zodiacale. Quando abbiamo organizzato lo spetta-colo a Catania, invece, che ha registrato anche la presenza di Mardi Love (una del-le più famose danzatrici di tribal fusion a livello internazionale, n.d.r.) lo spettacolo era ispirato ai tarocchi e agli arcani mag-giori, per cui ognuna doveva interpretare una figura. Se l’evento non rientra in nes-suna tematica, io vado libera”.Ho visto che molto spesso lavori o ti esibisci con Violet Scrap. Il vostro è un sodalizio o si tratta di semplice coincidenza?“Spesso capita che ci ‘ritroviamo’ agli stes-si eventi, altre volte ci chiamano insieme. Con lei adesso abbiamo realizzato un pro-getto, Vio.La, in cui cerchiamo di mettere insieme le nostre tendenze, verso la musi-ca, verso scelte di movimento”.Ma non esiste una vera e propria scuola, giusto?“No, ognuno si crea il proprio stile, anche se secondo me bisogna avere comunque una base. La mia base è lo stile tribal ame-ricano di cui Mardi Love è una delle prime figlie, poi lo yoga per la preparazione fisi-ca. Per il resto è tutto molto libero: Mardi è molto stile anni ’20, io e Violet andiamo più sul teatro-danza. Si tratta di una disci-plina che lascia spazio all’espressività indi-viduale”.E che a Siracusa ancora non riesce a de-collare…“Il problema è che qua non esistono in ge-nerale scuole di danza per adulti. La danza è qualcosa per le ragazzine: si fa il corso e poi il saggio finale. A Catania c’è molto più caos creativo, anche perché ci sono tante scuole di danza per adulti”.

Legatissima a Siracusa, spesso da Parma telefona non tacendo la nostalgia e il suo grande amore

Lydia Alfonsi merita la cittadinanza onoraria siracusanaAlcuni amarcord della grande interprete di Pirandello

Il succedersi degli anni e l’inarrestabile procedere di quell’artifizio che chia-miamo tempo possono essere immor-talati soltanto da un flash, da una im-magine, da un ricordo. Come in questo caso. Da Parma la signora Lydia Alfonsi Messina (grande attrice dai mille successi e grande ami-ca di Siracusa) mi manda un “amarcord” che rievoca un momento particolare del suo soggiorno siracusano. Un soggiorno che avrebbe potuto essere definitivo se il destino non avesse, in modo tragico e tremendamente doloroso, disposto al-trimenti. Ma Lydia Alfonsi è stata sempre lega-ta a Siracusa attraverso incancellabili ricordi. Uno su tutti: quello della sua vita felice accanto al marito Enzo Messina. L’amarcord di oggi si riferi-sce ad un recital pirandelliano tenu-to, nel corso di una elegante serata di gala, da Lydia Alfonsi su invito della signora D’Albergo, presidente di una associazione culturale, per un folto e plaudente pubblico. In quella occasio-ne la signora Alfonsi volle che fossi io, in apertura, a tenere una conferenza introduttiva su Pirandello e la sua pro-duzione letteraria e teatrale.Ho avuto ancora il privilegio di altre prestigiose occasioni di collaborazione teatrale con la signora Alfonsi. Tra tut-te ricordo uno spettacolo al teatro Ma-noel di Malta, organizzato da Maria Luisa Palermo, per conto dell’Istituto Italiano di Cultura di La Valletta.E un altro al Teatro Antico di Taormina con la collaborazione musicale di Carlo Muratori su mio incarico.Spesso con Lydia Alfonsi ci sentiamo telefonicamente e sempre dalle sue pa-

role traspare la nostalgia per Siracusa e per il grande amore della sua vita. L’andirivieni della politica, col succe-dersi di sindaci e assessori, ha messo in lista d’attesa un progetto riguardante il conferimento della cittadinanza ono-raria alla signora Alfonsi. È auspicabi-

le che a breve, nell’agenda del nuovo sindaco, questo pro-getto venga ripreso e portato a felice compimento.Sarebbe una iniziativa meritoria, che incontrerebbe un vasto con-senso cittadino, in special modo negli ambienti artistici

e culturali. Intanto da un trascorso nu-mero del “Corriere della Sera”citiamo: “Lydia Alfonsi a New York per due recital pirandelliani”. Dopo il tito-lo, dall’articolo estrapoliamo: “New York - L’attrice italiana Lydia Alfonsi è a New York per due recital intitolati “Pirandello e il suo tempo” organizzati nell’ambito del Convegno dedicato al grande scrittore e autore drammati-co siciliano, che si svolgerà alla “Sto-ny Brook State University” di New York, col patrocinio della direzione per gli scambi culturali del ministero della Pubblica Istruzione e dell’Istitu-to Italiano di Cultura di New York. La signora Alfonsi interpreterà brani tratti dall’epistolario tra Pirandello ed Eleonora Duse, alcune celebri poesie, monologhi tratti dalle più importanti commedie pirandelliane, e un passo del testamento dello scrittore agrigen-tino. La partecipazione della signora Alfonsi si inquadra nell’ambito delle tournée internazionali, accolte con notevole successo di pubblico e di criti-ca, di alcune commedie del repertorio dusiano, che vengono così rivalutate e riportate all’attenzione soprattutto dei giovani.” Aldo Formosa

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PREMIO “MARIO FRANCESE 2012”

Composta da 7 membri, fa parte dell’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso

L’équipe diocesana dei Nuovi Stili di Vita: “Propugniamo l’adozionedi modelli che attingono forza da un tempo trascorso valido per il futuro”

di *SILVIA CAFFARELLI

Spesso mi viene chiesto: “Cosa sono i nuovi stili di vita?”. Ecco, forse è più facile adottarli e viverli che non spiegare cosa siano, ma ci proverò. Tutto ebbe inizio nella primavera del 2011, grazie a una serie di incontri con un “mis-sionario del Creato”, p. Adriano Sella del-la diocesi di Padova, fondatore della Rete Nazionale Interdiocesana dei Nuovi Stili (consiglio di visitare i siti: http://nuovisti-lidivitapadova.wordpress.com/ http://reteinterdiocesana.wordpress.com/).I concetti di “consumo critico” o di “boi-cottaggio” non ci erano nuovi, ma quello di cui padre Adriano ci parlava andava oltre: ci trovavamo davanti a qualcosa di nuovo, e non ci veniva raccontato da una cattedra. Era vissuto. Era accaduto, già messo in atto, già realizzato. Lì co-minciammo a sentire familiari espressio-ni quali “sobrietà felice” e, per la prima volta, comprendemmo che a questa non andava associato, necessariamente, il concetto di sacrificio. Si trattava piuttosto di una scelta consapevole, motivata, co-raggiosa, profetica e infine felice. È stato grazie a tali incontri che abbiamo tratto la consapevolezza di come pratica-re i nuovi stili fosse non solo possibile, ma alla portata di tutti. Perché il seme di un nuovo stile di vita nasce nel quotidiano di noi, gente comune, dalla pratica di picco-le azioni consapevoli che non pretendono grandi sacrifici o atti di eroismo. Siamo noi nella vita di ogni giorno che lo costru-iamo, senza doverci travestire “né da san-ti né da eroi”.

Fu una vera rivoluzione… e ci provammo gusto! Da quel seme nacque l’équipe dio-cesana dei Nuovi Stili di Vita, a Siracusa. Il nostro intento è quello di promuovere appunto i “nuovi stili di vita”: dei com-portamenti “consapevoli”, l’adozione di modelli di vita responsabile e solidale che, a dispetto della definizione stessa di “nuo-vi”, si ispira in realtà a un recupero del passato, attinge alla forza, alla bellezza e all’autenticità di un tempo trascorso ma ancora rispendibile in termini di futuro. La “novità” vera dunque sta in noi: per-ché dobbiamo essere noi a guardare con occhi nuovi, a praticare scelte nuove che comportano inevitabilmente conseguen-ze nuove!I nuovi stili di vita possono abbracciare ogni aspetto del nostro stare nel mondo, spingendoci a stabilire un nuovo rappor-to con le cose, con le persone, con la natu-ra, con la mondialità. Rivoluzionando il nostro modo di esserci, responsabilmente.La nostra équipe lavora quindi con dedi-zione per rintracciare nella vita di ogni giorno le scelte possibili, le azioni fattibili che si possono suddividere in base ai livel-li sui quali principalmente incidono: per-sonale, comunitario e istituzionale. Il nostro obiettivo primo è diffondere la conoscenza dei Nuovi Stili, la coscien-za della loro realizzabilità nella vita di ciascuno di noi. La conoscenza e la con-sapevolezza ci mostrano che non solo è possibile ma anche naturale e necessario mettere in pratica quanto si è appreso: è allora che “conoscere” equivale a diven-

tare “cittadini consapevoli e cristiani re-sponsabili”. L’équipe fa parte oggi dell’Ufficio dioce-sano per l’Ecumenismo e il Dialogo inter-religioso. È composta da sette membri che si impegnano appunto a cercare con-sapevolmente uno stile di vita nuovo nel proprio quotidiano, e a promuovere i nuo-vi stili nelle proprie famiglie, tra gli ami-ci, nel lavoro, nei momenti di festa e nello sport. Ma sempre in punta di piedi, senza far troppo rumore, senza alcuna violenza o imposizioni: gli stili di vita non si im-provvisano e non si impongono. Possono

essere adottati solo se ci si lascia, consape-volmente e volontariamente, contagiare.E allora proveremo anche qui, passo dopo passo, a costruire un percorso insieme, a proporvi piccoli suggerimenti perché il nuovo vi contagi. Perché insieme pos-siamo cominciare a guardare con occhi nuovi il mondo che abitiamo, perché “Il rispetto per il Creato in tutta la sua va-rietà costituisce la base per una migliore qualità di vita.”. E giacché oggi è Pasqua, l’équipe vi augura che sia davvero un pas-saggio al nuovo, liberante e… in stile!

*Équipe NSdV – Siracusa

Amici dell’Inda ai siracusani: “Devolvete il 5 per mille a favore dell’Istituto del Dramma Antico”

Scampato pericolo, dall’11 maggio tornano le Rappresentazioni ClassicheEnrico Di Luciano: “Quest’anno una politica di assoluto rigore economico”

Dopo il grave pericolo corso di recen-te, ora sembra che il ciclo 2013 delle Rappresentazioni Classiche sia in di-rittura d’arrivo. Lo afferma Enrico Di Luciano, presidente dall’Associa-zione Amici dell’INDA in una lettera spedita ai soci. La fervida, inesausta, meritoria e appassionata cura con cui l’Associazione vigila ed opera a difesa dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico (e della sua siracusanità) testi-monia che a Siracusa c’è chi si spende a favore della città e delle sue tradizioni.Di Luciano lancia un appello che ogni siracusano dovrebbe (deve?) raccoglie-re: nella prossima dichiarazione dei redditi devolvere il 5 per mille a favore dell’Istituto del Dramma Antico, fon-dazione Onlus, viale Regina Marghe-rita 306, 00198 Roma, CF 8000530891.Ed ecco il cast delle opere che andran-no in scena a partire dell’11 maggio con “Edipo Re” di Sofocle (traduttore Gui-do Paduano, scene e costumi Maurizio Balò, Regia Daniele Salvo, musiche Marco Podda). Interpreti principali: Daniele Pecci, Laura Marinoni, Ugo Pagliai, Maurizio Donadoni, Melania Giglio, Graziano Piazza, Francesco

Biscione.Dal 12 maggio “Antigone” di Sofocle (traduttore Anna Beltrametti, impian-to scenico Maurizio Balò, scene e co-stumi Nanà Grechi, regia Cristiana Pezzoli, musiche Stefano Bollani). Attori principali: Maurizio Donadoni, Ilenia Maccarrone, Isa Danieli, Va-lentina Cenni, Matteo Cremon, Elena Polic Greco, Gianluca Gobbi, Paolo Li Volsi. 13 maggio “Donne in Parlamen-to” di Aristofane (traduttore Andrea Capra, impianto scenico Maurizio Balò, costumi Giuseppina Maurizi, regia Vincenzo Pirrotta, musiche Luca Mauceri). Attori principali: Anna Bo-naiuto, Vincenzo Pirrotta, Antonio Alveario, Alessandro Romano. Enrico Di Luciano sottolinea: “Come è a tutti noto, la gravissima crisi eco-nomica che attraversa il nostro Paese ha comportato anche una falcidie nei contributi statali e regionali per lo spettacolo. La Fondazione, quindi, sta attuando una politica di assoluto rigo-re economico fondando le proprie pro-spettive principalmente sul successo degli spettacoli”.

A.F.

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Orologiaio, bar, pizzeria, centro estetico… storie di ordinaria evasione con mille alibi

Come si fa a chiedere e ottenere lo scontrino senza rischiare di avere un caffè con lo sputo o la rottura di decennali conoscenze

di MONICA LANAIA

Commerciante uno, luogo Catania; atti-vità: riparazione orologi; importo pagato: 20€. Nessuno scontrino emesso, perché “sa, guadagniamo davvero poco, non ab-biamo nemmeno commessi”. Commer-ciante due, luogo Roma; attività: pizza da asporto; importo pagato: poco più di 10€. Nessuno scontrino emesso, i carto-ni di pizza sono ingombranti, con quale “terza mano” prendi quell’inutile pezzet-tino di carta? Commerciante numero tre; luogo, ancora una volta, Catania; attività: centro estetico; importo pagato: 60€ e rot-ti. Nessuna ricevuta perché “è giorno di chiusura, lavoriamo lo stesso, ma senza essere tenuti a dichiarare nulla”.Storie di ordinaria amministrazione in questi tempi di crisi in cui l’evasione sem-bra l’unica boccata d’ossigeno per i com-mercianti al dettaglio. In questo nostro piccolo “esperimento”, abbiamo notato che i commercianti più grandi (quelli ubi-cati nei centri commerciali e non nelle vie cittadine sempre più deserte, per inten-derci) sono soliti emettere ricevuta senza “formale richiesta” da parte del cliente; negli altri casi, su richiesta esplicita, lo scontrino ci è stato, pur di malavoglia, rilasciato. Sembra emergere, dunque, che siano i piccoli commercianti a eva-dere maggiormente, anche se per piccoli importi. Sarà più frequente, ad esempio, che un bar non vi rilasci lo scontrino se ordinate solo un caffè (soprattutto se sie-te clienti abituali) e sia, invece, solerte a stamparlo se ordinate due tazze di ciocco-lata calda con biscotti (anche la cioccola-ta calda faceva parte dell’esperimento, sì).Ci sono poi altri tipi di evasione. Quelli

dei grandi studi (anche medici che opera-no privatamente, ahinoi), grandi negozi o grandi attività commerciali che pongono spesso degli aut-aut: il totale maggiorato dell’IVA è, di regola, più elevato del totale senza IVA, quindi con evasione. Il cliente ha lo sconto, l’esercente ha un vantaggio (sembra un do ut des, ma, in realtà, non è così). Infine, l’evasione più divertente, anche questa monitorata durante l’espe-rimento (esperimento, peraltro, replica-bile da ciascuno di voi che faccia caso e annoti cosa capita nei negozi). Piccolo bar, luogo Napoli (come si vede, tutto il mondo è paese, ogni città ha le sue catti-ve abitudini), ressa di clienti, gli importi pagati sono minimi (vanno da 0.70€ a 5€ in media). In circa quindici minuti di fila, transita almeno una cinquantina di clien-ti. La commessa fa lo scontrino solo a noi. L’importo è di 0,70€.Eppure, abbiamo trovato un sito - una pagina Facebook, per la precisione - che spiega efficacemente cosa accade quando lo scontrino o la ricevuta non vengono

emesse (e il cliente non li richiede), con una descrizione dei possibili scenari, che rende la tematica comprensibile anche a chi non è ferrato in materia tributaria.La premessa posta è che, dei soldi che noi materialmente paghiamo, il 21% va allo Stato sotto forma di imposta sul valore aggiunto (applicabile, peraltro, solo in alcuni casi); circa il 30% viene versato dal commerciante in tasse; la quantità restante (salvi ulteriori versamenti all’E-rario) spetta al commerciante.Se non si ottiene lo scontrino, per lo Stato l’operazione non è stata mai effettuata, è come se il rapporto passasse solo tra ac-quirente e compratore (in nero, appunto); lo Stato perde sia l’IVA (se applicabile), sia le tasse e la differenza è finita nelle tasche del commerciante. Se, in cambio della complicità nel reato (di questo si tratta, tant’è vero che se, appena usciti da un negozio, vi beccano senza ricevuta, la sanzione la pagate anche voi), il commer-ciante propone uno “sconto” pari all’im-porto dell’IVA (che grava indirettamente sui compratori, in quanto comporta l’au-mento del prezzo delle merci) o, comun-que, propone uno sconto di altro impor-to in cambio della vostra connivenza, il cliente “guadagna” qualcosa (cioè paga di meno), il commerciante fatturerà di più, mentre lo Stato perde sempre quan-to, legalmente, gli spetterebbe.Ma chi è lo “Stato”? No, non è solo quel-la massa di soggetti che occupa gli scran-ni di Montecitorio e Palazzo Madama. Lo Stato siamo noi, tutti noi. E quando noi non chiediamo lo scontrino, magari “guadagnandoci” uno sconto, lo Stato -

cioè sempre noi - perdiamo molto più di quanto abbiamo guadagnato. Vero è che anche i commercianti sono “lo Stato” e anche loro si sentono soffocati dalle tas-se, dalla crisi e sembra che sia impossibi-le sollevarsi da questa situazione critica auto-colpendosi con le tasse. Però, se la si considera da un altro punto di vista, meno tasse riceve l’Erario, nelle forme che gli spettano, più nuove tasse verran-no introdotte (certo, oltre a ciò, si dovreb-bero tagliare gli sprechi, ridurre il nume-ro dei parlamentari, abolire le ingiustizie, ma facciamocene una ragione: le tasse si devono pagare comunque). Mettiamo-la così, chiedendo lo scontrino noi non paghiamo nulla in più di quanto ci toc-cherebbe (o, al massimo, il 21% di IVA se applicabile) e contribuiamo al funzio-namento dello Stato sociale (che presup-pone, nella sua attuazione ideale, che il cittadino paghi e, in cambio, ottenga sva-riati sevizi pubblici). C’è la crisi, è vero. I problemi non si risolveranno, probabil-mente, chiedendo una ricevuta in più, ma magari questo ci servirà ad educarci alla legalità. In sostanza, se davvero voglia-mo il cambiamento, facciamolo partire da noi, nel nostro piccolo, ogni giorno. Il sito web suggerisce, infine, qualche picco-lo accorgimento per chiedere lo scontrino senza rischiare di ottenere uno sputo nel caffè o la rottura di decennali conoscen-ze: si potrebbe dire che lo scontrino è sta-to richiesto dal commercialista, che serve per provare al datore di lavoro quanto si è speso, che serve perché l’acquisto è fatto per conto di altri dai quali si deve ottene-re un rimborso. Eccetera, eccetera.

Dopo il convegno regionale, verso la costituzione del Comitato Iblei Val d’Anapo “Rifiuti Zero”

Il seminario di Palazzolo: “Il recupero spinto dei materiali post-consumolede gli interessi consolidati della lobby delle discariche e degli inceneritori”

Sabato 16 Marzo a Palazzolo Acreide, presso la Sala Verde del Comune, si è tenuto un seminario di approfondimen-to per la Campagna Nazionale Legge di iniziativa popolare (L.I.P.) “Rifiuti zero”, organizzato dal Comitato Ibleo per l’Acqua e i Beni Comuni con il pa-trocinio del Comune di Palazzolo Acrei-de. L’iniziativa era volta a far prendere coscienza e conoscenza ai cittadini asso-ciazioni, movimenti e partiti politici che la strategia “Rifiuti Zero” serve all’inte-ra economia mondiale per non sperpe-rare e distruggere le risorse limitate del Pianeta, a difendere l’ambiente, la tasca del cittadino-utente ed è occasione di crescita eco-sostenibile ed occupazio-nale. Sono, ad oggi, oltre 150 le associa-zioni che promuovono l’iniziativa di cui una ventina solo in Sicilia.In una sala gremita da cittadini ed an-che da esponenti istituzionali e politici, Beniamino Ginatempo (Rete Rifiuti Zero Messina e Comitato scientifico na-zionale della L.I.P.) e Sebastiano Spina (Rifiuti Zero Catania e comitato opera-

tivo regionale) hanno illustrato la neces-sità della strategia rifiuti zero; Paolo Tut-toilmondo (Legambiente) ha illustrato i punti cruciali dell’articolato della L.I.P.; Paolo Garelli,  responsabile territoriale per la provincia di Siracusa, ha illustrato il metodo Carretta caretta per una rac-colta differenziata spinta, e il sindaco di Palazzolo Acreide Carlo Scibetta ha illustrato le difficoltà amministrative e legislative che una amministrazione vo-lenterosa trova quando vuole attuare un recupero spinto dei materiali post-con-sumo. Il sindaco di Palazzolo e quello di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, si sono impegnati ad approvare la delibe-ra per l’adesione dei comuni di Palazzo-lo Acreide e Ferla alla Strategia Rifiuti Zero 2020 ed a discuterne con i colleghi dei comuni della Zona Montana.È seguito un partecipato dibattito e in numerosi interventi i partecipanti han-no manifestato il proprio impegno a so-stenere la campagna per la LIP; è stato evidenziato come un recupero spinto dei materiali lede gli interessi consolidati

della lobby delle discariche e degli ince-neritori, principali avversari di una ge-stione sostenibile dei rifiuti, anche a sca-pito del futuro delle giovani generazioni. In particolare, sono intervenuti Vincen-zo Parisi di Legambiente Sicilia che ha illustrato, in un appassionato interven-to, alcune emergenze della zona indu-striale tracciando le colpe della cattiva politica che permette, con il suo silenzio e lo scarso impegno, di avvelenare e di-

struggere un intero territorio. Alessan-dro Acquaviva (consigliere provinciale di SEL) ed altri esponenti della società civile hanno evidenziato la problemati-ca dei rifiuti nella provincia e ribadito il loro impegno nella campagna “Rifiuti Zero”. Il prossimo passo, oltre a segui-re la discussione e l’approvazione della delibera, sarà quello di costituire il Co-mitato Iblei Val d’Anapo “Rifiuti Zero”.

A.P.

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

18Per ovviare al ridimensionamento attuale. Si ipotizza la nascita in Sicilia dell’Accademia del Mare

All’esame della Regione la proposta dell’Istituto Nautico di Siracusa di istituire nel POF un corso di formazione di 18/24 mesi e stage a bordo

di GIAMBATTISTA TOTIS

Il recente riordino degli istituti tecnici ha, di fatto, abo-lito gli Isti tuti Nautici così come li conoscevamo, si è avuto un ridimensionamento delle ore di insegnamento anche nelle materie professionalizzanti: eliminazione delle esercitazioni marinaresche e riduzione delle ore di meccanica ed impianti e di navigazione senza con-siderare la riduzione delle ore della docente di madre-lingua, fatto che diminuirà la già scarse competenze linguistiche degli alunni. Tutto ciò determinerà una riduzione nella capacità della scuola di rispondere alle esigenze formative richieste dal mercato del lavoro per i futuri ufficiali della Marina Mercantile.La situazione precedente, già, non era sufficiente poi-chè le prescrizioni internazionali stabilite da S.T.C.W ‘95 e le censure operate dall’E.M.S.A. (European Ma-ritime Safety Agency) al governo italiano sulla forma-zione dei giovani evidenziavano un deficit formativo che poneva seri problemi. Con il riordino, la situazione è peggiorata poichè la riforma, che risponde ai bisogni posti nelle competenze dello stato (istruzione), inciderà sui contenuti professionalizzanti, settore di esclusiva competenza regionale (formazione professionale).Ci troviamo, dunque, in una situazione in cui la scuo-la non garantirà, sotto l’aspetto della formazione, una adeguata preparazione nè i titoli richiesti (corsi di preimbarco) per l’avviamento al lavoro dal settore della Gente di Mare; infine, resta irrisolto il problema dell’allievo spesso considerato un peso per l’armatore e la necessità dell’anno di navigazione necessario per entrare nei ruoli degli ufficiali di bordo. Questo deficit formativo costituirà un problema serio per la spendibi-lità lavorativa del diploma; Ciò premesso dal Nautico di Siracusa si è avanzata una proposta alla Regione: istituzionalizzare un corso di formazione da inserire nel piano Regionale dell’offerta Formativa di durata 18-24 mesi da gestire all’interno degli istituti nautici che implementi il corso di ordina-mento con segmenti formativi professionalizzanti al fine di acquisire tutte le certificazioni previste dal codi-ce della navigazione e preveda stage formativi a bordo fortemente caratterizzati da esperienze di alternanza scuola-lavoro che consentano il loro immediato impie-go nel settore. La proposta è, in questi giorni, all’esame dell’Assessorato regionale alla pubblica istruzione e sta coinvolgendo in un dibattito positivo tutti i nautici del-

la Regione al punto di ipotizzare la nascita in Sicilia dell’Accademia del Mare che affronti le problematiche di tutta la filiera del settore e costruire professionalità realmente utilizzabili dal Mercato del lavoro, compre-so il segmento del diporto nautico, segmento che è in rapida evoluzione.Quanto è stato proposto è in linea con: il Documento Italia 2020 secondo il quale i giovani italiani “incon-trano il lavoro in età troppo avanzata rispetto ai coe-tanei di altri Paesi e, per di più, con conoscenze poco spendibili anche per l’assenza di un vero contatto con il mondo del lavoro, in ragione del noto pregiudizio che vuole che chi studia non lavori e che chi lavora non stu-di.” (cfr. Rapporto OCSE 2010); le indicazioni dell’U-nione Europea che invita gli stati membri “a sviluppare i partenariati tra il settore dell’istruzione/formazione e il mondo del lavoro, in particolare associando le parti sociali alla pianificazione dell’istruzione e della forma-zione” per fare in modo “che le competenze necessa-rie per il proseguimento della formazione e l’ingresso nel mercato del lavoro siano acquisite e riconosciute in tutti i sistemi di insegnamento generale, professionale, superiore e per adulti, compreso l’apprendimento non formale ed informale” (Europa 2020). La proposta prevede di: individuare all’interno della struttura organizzativa dell’assessorato lavoro o pub-

blica istruzione e formazione professionale, un refe-rente per la formazione della gente di mare; istituire un tavolo di confronto con Confitarma per individuare percorsi di inserimento dei diplomati nautici siciliani negli organici della marina mercantile e strutturare accordi che favoriscano percorsi di alternanza scuola/lavoro a bordo; istituire un gruppo di lavoro che indi-vidui figure professionali necessarie al diporto nautico da formare in percorsi strutturati e riconosciuti che as-sicurino l’inserimento nel mercato del lavoro e raffor-zino la filiera degli operatori di servizio al diporto in special modo nelle province dove la Regione sta soste-nendo la nascita ed il potenziamento dei porti turistici.La originalità della proposta sta nel fatto che la Regio-ne si avvarrà della collaborazione degli ex Istituti nau-tici e delle realtà istituzionali e imprenditoriali marit-time esistenti sul proprio territorio, senza la creazione di carrozzoni clientelari, né di intermediazioni fittizie il cui risultato è solo un aumento della spesa. Il coor-dinamento assicurato da una cabina di regia interna alla regione consentirà di affrontare il problema dell’u-so della risorsa mare come fonte di occupazione e di costruire una specifica politica di settore nella regione.Che si sia ad una svolta nella politica regionale della formazione al di là delle denunce e delle dichiarazioni di principio?

Sarebbe più saggio che il Consiglio comunale deleghi la decisione a quello che verrà fuori dalle urne

Una “sola” domanda a tutti i candidati a Sindaco di SiracusaSiete favorevoli o contrari alla nuova espansione edilizia a Tremmilia?C’è da augurarsi che l’attuale Consiglio comunale di Siracusa – oramai alla fine del suo mandato, visto che il 9-10 giugno si vota per il suo rinnovo e il nuovo Sin-daco –, che si appresta a deliberare su un tema di delicatezza estrema – la “decisio-ne” o meno sul piano di lottizzazione del-la c.d. “Siracusa 2”, cioè l’insediamento residenziale nella zona di “Tremmilia” di un numero di abitazioni/villette (con prevista residenza di circa 1.600 perso-ne), che dovrebbe impegnare circa 21 et-tari di suolo – assuma la responsabilità di rinviare tale scelta al civico consesso che uscirà dalle urne. Siamo alla fine della legislatura, e di fronte alle spregiudicate operazioni ur-banistiche di questi anni, con un P.R.G. della città che ha violato, cementifican-dole (con il colpevole contributo del precedente Cons. Comunale supino alle

lusinghe e ai favori della rendita urba-na – e con gravi responsabilità di certi “silenzi-assenzi” della Soprintendenza), aree significative della città, che avreb-bero meritato una piena tutela, questo Cons. Comunale farebbe bene a uscire di scena senza produrre ulteriori danni. Ma, intanto, di fronte a tutti i papabili candidati – in singolar tenzone o in com-

petizione di “primarie” – che hanno già manifestato all’opinione pubblica il loro intento di candidarsi a Sindaco di Si-racusa, vorremmo porre una domanda semplice e diretta. E da loro, da ciascu-no di loro, vorremmo, senza infingimen-ti e incertezze, una risposta chiara, pre-cisa ed univoca. Cosa pensate di questo progetto di megaespansione urbanistica

a Tremmilia? Siete a favore o contrari? Ritenete davvero – tutti voi candidati a Sindaco di Siracusa – che, nell’attuale stato di già ampia cementificazione del territorio di Siracusa; di fronte all’e-sigenza di apportare modifiche a quel P.R.G., su cui gravano critiche anche da chi aveva contribuito a realizzarlo; di fronte all’esigenza oramai molto dif-fusa e condivisa di una diversa cultura urbanistica, più sensibile al recupero del patrimonio edilizio esistente, sia oppor-tuno approvare questa nuova espansione edilizia a Tremmilia?Spero che a questa semplice domanda, i candidati a Sindaco di ogni schiera-mento, di gruppi di partiti, dei vari mo-vimenti civici, rispondano con nettezza davanti all’opinione pubblica che dovrà eleggerli.

Roberto Fai

di Alessandra PriviteraCREATIVITÀ, MODE, CONTAMINAZIONI

Una personale al Central Point di Milano nel 2008. “Disegno sentimento”. Un’installazione che, nel 2009, dalle coste siracusane di Contrada Isola è arrivata alla Galleria di Piazza di Spagna, pulsando di luce. “Mi batte il cuore”. Il laboratorio paterno diventa la stanza dei giochi: pezzi di risulta come lego, la materia – in ogni sua composizione – prende forma dalle sue mani. Enzo Bauso è Vulcano: metonimia, personificazione, trasposizione di sensi, emozioni e sentimenti. Lamiere corrose, chiodi, plex. Ferro, smalto e cristallo con pizzo annegato. Pedane zincate, tute da la-voro e neon. Il suo laboratorio diventa incubatore di vita per ogni materiale. A Siracusa, in via Eumelo 55.

“… e si recò presso i suoi mantici;

li volse verso il fuoco

e comandò loro di lavorare.

E i mantici soffiarono sulle fornaci,

emettendo soffi forti e variati

per alimentare la fiamma,

ora per adeguarsi alla sua fretta,

ora in altro modo,

così come Efesto voleva

e richiedeva il lavoro.

Egli gettò nel fuoco

duro bronzo e stagno,

oro prezioso e argento;

poi subito dopo pose

sul ceppo la grande incudine,

con una mano strinse

il pesante martello

e con l’altra afferrò le tenaglie”.

Iliade XVIII, vv. 468 - 477

Installazioni. L’opera d’arte non esiste senza lo spettatore che ne fruisca l’essenza. Enzo Bauso lo sa. Per questo è alla costante ricerca di nuovi modi di comunicare: arti visive, grafiche e musicali. Parole, segni, suoni. Progetti artistici e imprenditoriali: senza confini di spazio e di tempo.Che cos’è la creatività?È la traccia che lasci di te nel ricordo di chi ap-prezza le tue opere: è la bellezza imperitura di queste ultime.Cos’è la moda?È concetto che non mi appartiene: qualcuno la pensa, altri la seguono in massa. È fenomeno collettivo che porta alla omologazione.Cos’è la tendenza?È positiva influenza quando viene infusa dai grandi artisti attraverso le loro opere d’arte: per emozionare e appassionare.Hai lavorato in città, poi all’estero. Infine hai deciso di tornare a Siracusa: perché?Ho capito che la mia passione sarebbe stato forgiare qualsiasi materia già all’età di cinque anni. Ma, stufo del solito tran tran, intorno ai vent’anni ho deciso di sposare altri progetti: ho gestito un negozio di abbigliamento usato e, per ciò stesso, sacro. Ho partecipato agli allestimenti scenografici di artisti e stilisti di fama mondiale. E, proprio mentre stavo lontano dal laboratorio che mio padre ha messo in piedi 52 anni fa, ho scoperto che il mio vero talento stava nell’unire la mia esperienza da fabbro all’estro, alla fantasia, alle emozioni.Sta in questo il successo della tua at-tività imprenditoriale?Credo che si tratti, piuttosto, di uno stile di vita: fare in modo che ogni hobby, qualsiasi interesse, ciascuna passione portino frutto. Non solo e non tanto come ritorno economico, piuttosto in

Materia e genio: la fucina di Enzo Bauso

quanto gratificazione personale: l’arte, la musica, la capacità comunicativa che mi viene riconosciuta dai più diventano, allora, anche opportunità profes-sionali. È così, ad esempio, che sono finito con l’organizzare eventi. Insomma sei in continua sperimentazione.È innanzitutto un progetto su me stesso: un con-tinuo work in progress, uno scoprirmi costantemente

desideroso di esperienze nuove e tra di loro diverse. Non riuscirei a definire, ad esempio, quale materia preferisco lavorare con le mani, né quale delle mie attività prediligo rispetto alle altre. Mi dedico a tutte con la stessa passione, con uguale entusiasmo, con immutata curiosità.Come convivono la creazione materica, la musica, la comunicazione nella stessa giornata?Si avvicendano e si compenetrano: senza una dis-tribuzione precisa né necessariamente equilibrata. Quando lavoro il metallo non ascolto mai musica: perché il contatto con le macchine e gli utensili che mi sono necessari producono di per sé un suono armonico impensabile a coprirsi. È già musica, rudimentale, ma pur sempre musica. Quale potrebbe essere l’espressione simultanea di così tanti interessi?

Penso spesso alla possibilità di una retrospettiva per “buttare fuori” tutte le mie creazioni. Non un’occasione per metterle in vendita nè alcuna vel-leità di fare conoscere le mie opere; semplicemente ho spesso il desiderio di non tenermi dentro quello che provo. Esporre, dunque, tutto ciò che custodisco gelosamente potrebbe significare esternare un’altra parte di me, o forse la più profonda.

E tra i tuoi numerosi progetti in cantiere di quale vuoi darci un’anticipazione?Sto lavorando a un’installazione che coinvolgerà le abitazioni siracusane: in tanti hanno deciso di appog-giare questo progetto di luci e luminarie che si ispira alla tradizione tutta siciliana del “gira, vota e furrìa”.

Anno V n.7 - 31 marzo 2013e-mail: [email protected]

20Progetto ideato dall’Ordine degli ingegneri di Siracusa e da Italia Nostra con una Commissione Ambiente

L’ing. Nino Di Guardo: “Nella Latomia dei Cappuccini riportiamo in funzione l’antico sistema di vasche digradanti per la captazione dell’acqua meteorica”

di MARINA DE MICHELE

Immaginare la latomia dei Cap-puccini non più soltanto come una delle più grandi tra le 8 cave di pietra che seguono la linea di faglia che dal mare arriva al Tea-tro Greco, non solo come quella inclusa quale tappa obbligato-ria dei Grand Tour in Italia dal ‘700 in poi, non solo per la sua bellezza naturale ma anche per il suo complesso e affascinante percorso storico, bensì, tutta in-sieme, come un sofisticato siste-ma idraulico. Percorrere in lun-go e in largo uno dei luoghi più suggestivi e preziosi di Siracusa (rammaricandosi per quanto poco sia stato valorizzato no-nostante l’opera egregia di Italia Nostra) con la guida straordi-naria dell’ingegnere Nino Di Guardo significa scoprire aspet-ti che neppure lontanamente si potrebbero immaginare. “Collabora con il nostro ordine degli ingegneri una commissione ambiente aperta anche a giova-ni laureati, purtroppo ancora in cerca di lavoro, di diversa pro-fessionalità. Muovendoci tutti insieme, per giorni, tra queste rocce, siamo riusciti a cogliere ogni segno della cava e a rintrac-ciarne l’eccezionale funzionalità, la segreta natura”. La complessa stratificazione della roccia, che alterna quasi a sandwich strati di duro calca-re (la pietra con cui tanti edifici nell’antichità sono stati costruiti) a conglomerati marini (le con-chiglie fossili sono ovunque), è

stata osservata e studiata dai nostri avi greci per sfruttarne ogni possibilità di rifornimento idrico. Le rocce più permeabi-li, “rocce serbatoio” spiega Di Guardo, erano in grado di rila-sciare l’umidità in esse raccolta nelle vasche che i Greci realizza-vano non appena incontravano lo strato roccioso impermeabile. “A partire dalla parte più alta, dall’ingresso delle latomie, è possibile individuare questo complesso sistema di vasche di-gradanti, a diverse altezze, per la captazione dell’acqua meteorica e le canalette che trasportavano le acque in più ampi serbatoi naturali. Vasche oggi colme di detriti e vegetazione ma che non sarebbe difficile rendere nuova-mente visibili”. Il progetto ideato dall’Ordine degli ingegneri di Siracusa e Italia Nostra è quello di trasfor-mare la latomia in un laborato-rio educativo didattico dove sia possibile recuperare quel patri-monio di conoscenze e abilità che rendeva i Greci eccezionali ingegneri idraulici e costrut-tori, come attestato dall’opera ingegnosa del Canale Galermi

(altro gioiello misconosciuto dall’ignoranza e grettezza dei nostri tempi). Non solo libera-re le vasche per far sì che se ne percepisca la continuità por-tata a sistema funzionale, ma anche ricreare quel laghetto, raffigurato in alcuni schizzi dei viaggiatori del Grand Tour, che si presuppone esistesse in una parte più bassa della latomia, oggi almeno a 8-10 metri dal fondo naturale nascosto e riem-pito negli anni anche dal crollo delle volte che un tempo ne co-privano gli spazi e i sentieri ren-dendo la latomia “abitabile”. Ma il cuore del progetto è il recupero della senia, un ma-nufatto, utilizzato ancor prima che dagli Arabi, per la raccolta delle acque sotterranee. Sebbe-ne le colonne su cui poggiava la copertura siano in parte crolla-te e in parte attaccate dalla ve-getazione infestante, è ancora possibile individuare le tre aree principali: quella pseudo circo-lare in cui vi era l’asino che gi-rava attorno ad un pianoro at-tivando una serie di ruote che, collegate tra di loro, davano il movimento alla ruota princi-

pale del pozzo; l’area del pozzo vera e propria in cui la ruota “principale”, situata su un pia-no rialzato, girava portando su e giù i secchi pieni d’acqua attraverso due fori quadrati posti sul piano di appoggio; un sistema di vasche di raccolta delle acque e di canalette che ne permettevano la gestione e di-stribuzione per l’irrigazione del giardino circostante. Ma il progetto “Siracusa, l’ac-qua e la pietra” non prevede semplicemente il recupero del manufatto bensì di rimetterlo in funzione, anche avvalendosi delle invenzioni di Archimede, realizzando le ruote dentate e sostituendo all’asino un picco-lo impianto che faccia muove-re l’intero meccanismo. Una pompa installata in una piccola cisterna, tramite un canale sot-terraneo, riporterà l’acqua nel pozzo con un circuito chiuso. Nell’anfratto vicino alla senia è prevista una sala espositiva con tavole esplicative del progetto e degli interventi effettuati sul sito, nonché altre di approfon-dimento sui luoghi circostanti: pannelli dedicati allo studio

Quello che accade in città Eventi• Galleria - Spazio Trenta - via Roma, 30. Mostra Personale di Angelo Cassia“Mito e realtà” dal 23 marzo al 7 aprile 2013.• Galleria – Quadrifoglio - via Santi Coronati, 13. Opere in permanenza di artisti siracusani: Bertrand – Ciacciofera – Pravato – Sgarlata - Tranchino.• Not’Art Galleria - Piazza San Giuseppe, 31, Mostra Personale di Aldo Taranto dal 30 marzo al 14 aprile 2013 ore 18.00.• Galleria Roma - Piazza San Giuseppe, “Viaggio itinerante tra le pagine del nuovo romanzo di Massimo Maugeri”. Inaugurazione 14 aprile ore 18.00.• Galleria Spazio Vitale - Via Milano, 20 Catania - Mostra Personale di Salvo Bonnici fino al 9 aprile.

alberto b.

della pietra (tecniche di scavo, prelievi, strumenti utilizzati, interventi di recupero), allo stu-dio storico ed archeologico del-le latomie e degli ipogei, e anche della flora e delle specie arboree presenti nella cava, e infine un modellino esplicativo della Se-nia e proiezione sui luoghi (im-magini, date, eventi) dall’anti-chità ad oggi. L’obiettivo è dunque di riscoprire in tutto e per tutto un microabi-tat unico nel suo genere, autosuf-ficiente anche a livello energetico perché si sta studiando la pos-sibilità di sfruttare come ener-gia eolica le correnti d’aria che si generano nel passaggio tra le varie camere in ombra e le pareti riscaldate dal sole. Un progetto possibile, secondo l’ingegnere Di Guardo e i giovani componenti della Commissione Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri di Siracusa, figure professionali che coprono i diversi temi tecnici analizzati, grazie a un bando eu-ropeo gestito dalla Regione per 100mila euro, un tassello di un più ampio ambizioso program-ma che in tutto il territorio, a Cassibile come a Floridia e al-trove, individui la via dell’acqua: sistemi di captazione dell’acqua piovana come sotterranea uguali a quello presente nella latomia dei Cappuccini. Il gruppo di lavoro è forse ri-uscito a realizzare un sogno, quello di far collaborare diverse professionalità su un unico pro-getto consentendo un più rapido approfondimento dei temi af-frontati e un reciproco scambio di conoscenze professionali su un bene ambientale di cui ognu-no di loro è diventato custode per la vita. Un esempio di quan-to si possa fare per rilanciare Siracusa e la sua storia in uno scenario non solo nazionale.

Ac-cade• Appello di Alberto B.: Cari “cittadini” grillini ve lo dico in dialetto siracusano: “A vulemu finiri, uora!?”• Fuggire: cazzi vostri, io domani vado in Svizzera• Mi piace. FRANCESCO PAPA “Non lasciatevi rubare la speranza”• Siracusa default-uta: la città che non c’è• Lo scienziato salta convegno a Siracusa: Crocetta anticipa Archimede e brucia Zichichi• Ultimi arrivi: in bocca al lupo a Mariarita Sgarlata, assessore regionale• Siracusa a Montecitorio: non poteva andare meglio dalla A(moddio) alla Z(appulla)• Sindaco: primarie nel PD. Sfida all’ultimo voto/volto fra Firenze, Garozzo, Lo Giudice. In bocca al lupo a tutti.