dermatoscopia e osservazione epidermide
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Introduzione all'osservazione dell'epidermide facendo uso della pratica dermatologica denominata dermatoscopia.TRANSCRIPT
DERMATOLOGIA: DERMATOSCOPIA E OSSERVAZIONE DELL’EPIDERMIDE
PER LA DIAGNOSI DELLE PATOLOGIE DELLA PELLE.
Dott. STEFANO LAUTIERIDott. STEFANO LAUTIERI
Specialista in DERMATOLOGIA e VENEREOLOGIASpecialista in DERMATOLOGIA e VENEREOLOGIA
È costituita da:È costituita da:
• EPIDERMIDEEPIDERMIDE
• DERMADERMA
• IPODERMAIPODERMA
EPIDERMIDEEPIDERMIDE
• È composta da 4 strati di cellule:È composta da 4 strati di cellule:– BASALEBASALE– SPINOSOSPINOSO– GRANULOSOGRANULOSO– CORNEOCORNEO
EPIDERMIDEEPIDERMIDE• Le cellule che la compongono si chiamano Le cellule che la compongono si chiamano
cheratinociticheratinociti• I 4 strati rappresentano le tappe del I 4 strati rappresentano le tappe del
processo di cheratinizzazione che dura 13 processo di cheratinizzazione che dura 13 – 14 giorni– 14 giorni
• Ha una funzione difensivaHa una funzione difensiva• Contiene altri due tipi cellulari:Contiene altri due tipi cellulari:
– MELANOCITIMELANOCITI– CELLULE DI LANGERHANSCELLULE DI LANGERHANS
MELANOCITIMELANOCITI
• Sono le cellule che producono la melaninaSono le cellule che producono la melanina• La melanina è il pigmento che colora la La melanina è il pigmento che colora la
cutecute• Hanno forma a stellaHanno forma a stella• Da queste cellule derivano:Da queste cellule derivano:
– I neviI nevi– Il melanomaIl melanoma
• È presente 1 melanocita ogni 10 cellule È presente 1 melanocita ogni 10 cellule basalibasali
CELLULE DI LANGERHANSCELLULE DI LANGERHANS
• Sono cellule con funzioni difensiveSono cellule con funzioni difensive
• Hanno forma di stellaHanno forma di stella
DERMADERMA• Sostiene e nutre lSostiene e nutre l’’epidermideepidermide• Contiene gli annessi cutaneiContiene gli annessi cutanei• È diviso in due porzioni:È diviso in due porzioni:
– Derma superficiale Derma superficiale
– Derma profondoDerma profondo
• Le cellule che lo compongono Le cellule che lo compongono sono i fibroblasti che sono i fibroblasti che producono:producono:– Fibre collageneFibre collagene
– Fibre elasticheFibre elastiche
DERMADERMA
• Sono presenti i vasi sanguigniSono presenti i vasi sanguigni• Contiene i capillari linfaticiContiene i capillari linfatici• Contiene le terminazioni nervose Contiene le terminazioni nervose
sensitive per le sensazioni:sensitive per le sensazioni:– Tattile Tattile – TermicaTermica– Dolorifica Dolorifica – Pressoria Pressoria
IPODERMAIPODERMA
• Contiene le cellule adiposeContiene le cellule adipose• Queste cellule si raggruppano in Queste cellule si raggruppano in
lobuli e lobilobuli e lobi• Sono cellule specializzate nella Sono cellule specializzate nella
produzione e nellproduzione e nell’’accumulo del accumulo del grassograsso
• Le funzioni di questo strato sono:Le funzioni di questo strato sono:– IsolamentoIsolamento
– AmmortizzazioneAmmortizzazione
– Scorrimento Scorrimento
– Risrva di energiaRisrva di energia
ANNESSI CUTANEIANNESSI CUTANEI
• PELIPELI
• UNGHIEUNGHIE
• GHIANDOLE:GHIANDOLE:– SEBACEESEBACEE– SUDORIPARE APOCRINESUDORIPARE APOCRINE– SUDORIPARE ECCRINESUDORIPARE ECCRINE
PELIPELI• Sono presenti ovunque tranne il palmo della Sono presenti ovunque tranne il palmo della
mano e la pianta del piede, il glande, le piccole mano e la pianta del piede, il glande, le piccole labbralabbra
• Sono inculisi in una invaginazione Sono inculisi in una invaginazione delldell’’epidermide chiamata FOLLICOLOepidermide chiamata FOLLICOLO
• Al follicolo si attaccano un muscolo chiamato Al follicolo si attaccano un muscolo chiamato muscolo erettore del pelo e lo sbocco delle muscolo erettore del pelo e lo sbocco delle ghiandole sebaceeghiandole sebacee
• Il pelo è libero in corrispondenza dello sbocco, Il pelo è libero in corrispondenza dello sbocco, mentre è aderente nella parte profondamentre è aderente nella parte profonda
PELIPELI• La parte più superficiale contenuta La parte più superficiale contenuta
nel follicolo si chiama radicenel follicolo si chiama radice
• La parte più profonda si chiama La parte più profonda si chiama bulbobulbo
• Nel bulbo sono presenti i Nel bulbo sono presenti i melanocitimelanociti
• La crescita del pelo avviene La crescita del pelo avviene secondo 3 fasi:secondo 3 fasi:
– Anagen Anagen crescita 3 annicrescita 3 anni
– Catagen Catagen transizione 3 transizione 3 settimanesettimane
– Telogen Telogen riposo 3 mesi riposo 3 mesi
• I capelli crescono circa 3 cm al I capelli crescono circa 3 cm al mesemese
MUSCOLO ERETTORE DEL MUSCOLO ERETTORE DEL PELOPELO
• È attaccato al follicoloÈ attaccato al follicolo
• Determina il fenomeno Determina il fenomeno delldell’’orripilazioneorripilazione
• Con la sua contrazione Con la sua contrazione svuota la ghiandola svuota la ghiandola sebaceasebacea
UNGHIAUNGHIA
• È formata di cheratinaÈ formata di cheratina
• È formata da una radice ed un corpoÈ formata da una radice ed un corpo
• La radice è cperta da una piega La radice è cperta da una piega delldell’’epidermideepidermide
• Il corpo poggia su un lettoIl corpo poggia su un letto
• Cresce di circa 0,1 mm al giornoCresce di circa 0,1 mm al giorno
GHIANDOLA SEBACEAGHIANDOLA SEBACEA
• In genere associate al In genere associate al follicolo piliferofollicolo pilifero
• Sono molto numerose Sono molto numerose sul viso e sui genitalisul viso e sui genitali
• Non sono presenti sui Non sono presenti sui palmi e sulle piantepalmi e sulle piante
• Producono il seboProducono il sebo
GHIANDOLE APOCRINEGHIANDOLE APOCRINE• Sono situate nei cavi ascellari, nelSono situate nei cavi ascellari, nel
ll’’areola mammaria, regioni areola mammaria, regioni periombelicali e regioni periombelicali e regioni anogenitalianogenitali
• Raggiungono la maturazione Raggiungono la maturazione nellnell’’adolescenzaadolescenza
• Sono fatte come un gomitoloSono fatte come un gomitolo
• Collegate alla superficie cutanea Collegate alla superficie cutanea con un lungo dottocon un lungo dotto
• Producono un fluido lattiginoso Producono un fluido lattiginoso ricco di componenti organici con ricco di componenti organici con odore pungenteodore pungente
GHIANDOLE ECCRINEGHIANDOLE ECCRINE
• Disseminate su tutta la Disseminate su tutta la superficie cutaneasuperficie cutanea
• Maggior concentrazione Maggior concentrazione su palme, piante, fronte su palme, piante, fronte e pettoe petto
• Struttura simile alle Struttura simile alle precedentiprecedenti
• Sono innervate da fibre Sono innervate da fibre nervose che ne stimolano nervose che ne stimolano la secrezionela secrezione
• Secernono un liquido Secernono un liquido salinosalino
FUNZIONI DELLA CUTEFUNZIONI DELLA CUTE
• Difesa dagli insulti meccaniciDifesa dagli insulti meccanici
• Difesa dalle infezioni microbiche e Difesa dalle infezioni microbiche e micotiche con il film idrolipidicomicotiche con il film idrolipidico
• Regolazione della temperatura corporeaRegolazione della temperatura corporea
• Regola la perdita dei liquidiRegola la perdita dei liquidi
• Seleziona le sostanze che cercano di Seleziona le sostanze che cercano di penetrare attraverso lpenetrare attraverso l’’epidermideepidermide
EPILUMUNESCENZA
• L'epiluminescenza è un'innovativa metodica diagnostica in vivo non invasiva per lo studio delle lesioni pigmentate melanocitarie (nevi) e non (tutte le altre neoformazioni localizzate sulla pelle).
• A differenza della semplice osservazione ad occhio nudo o con una lente d'ingrandimento che consente solo di apprezzare l'aspetto esterno di una lesione cutanea (la sua morfologia, il colore e il tipo di bordo) l'epiluminescenza consente l'osservazione delle strutture interne che caratterizzano la lesione.
• Se volessimo paragonare l'epiluminescenza ad un'altra metodica strumentale diagnostica potremmo paragonarla all'ecografia, sebbene i principi fisici siano decisamente differenti.
• L'ecografia, utilizza gli ultrasuoni con specifiche frequenze per osservare gli organi interni (es. fegato, milza...).
• L'epiluminescenza utilizza i raggi incidenti di una sorgente luminosa collegata ad un microscopio o ad una telecamera per illuminare e visualizzare le strutture interne di una neoformazione cutanea, localizzate sotto la superficie epidermica fino al confine dermo-epidermico.
• In particolare l'osservazione di tali strutture è possibile solo dopo aver applicato un mezzo di contrasto (un liquido) per annullare lo spazio virtuale tra la superficie cutanea e quella della lente della telecamera dotata della sorgente luminosa, che deve essere appoggiata sulla neoformazione da osservazione.
• Tale accorgimento è fondamentale per eliminare i raggi riflessi, che come è noto ci consentono di osservare e vedere il mondo che ci circonda.
• Per chi volesse provare la differenza tra una visione in «superficie», come siamo abituati quotidianamente e una in «profondità» consiglio un semplice gioco. – Dotatevi di una semplice maschera per le immersioni in
mare.
– Dapprima, dopo aver indossato la maschera rimanete in piedi in riva al mare. Così facendo per quanto vi sforziate riuscirete solo ad apprezzarne solo la superficie.
– Ora, appoggiate la superficie della maschera sulla superficie del mare e finalmente potrete apprezzare la bellezza che si cela al di sotto.
• nel primo caso i raggi incidenti del sole venivano riflessi dalla superficie
• nel secondo caso riescono a diffondere al di sotto, facendoci apprezzare un mondo completamente differente
• Allo stesso modo, il dermatologo che utilizza questa metodica d'indagine riesce ad osservare elementi e strutture non altrimenti visibili ad occhio nudo e solo una formazione adeguata e un training formativo specifico consentono allo specialista l'identificazione dei pattern strutturali tipici delle diverse neoformazioni cutanee che e l'impiego di specifici algoritmi diagnostici è fondamentale per la diagnosi precoce del melanoma ma anche degli atri tumori della pelle quale il basalioma, lo spinalioma, ecc.
• Tale tecnica diagnostica, è stata utilizzata per la prima volta nel 1949 dal dermatologo Leon Goldman, ma già nel seicento veniva sfruttato un principio simile per lo studio delle parassitosi cutanee.
• I continui studi di microscopia ad epiluminescenza hanno consentito di redigere una semeiotica dermatoscopica sempre più completa per lo studio di tutte le neoformazioni cutanee.
• La microscopia ad epiluminiscenza può essere eseguita sia con un microscopio per l'osservazione diretta, oppure utilizzando una telecamera, dotata di ingrandimenti variabili (da 10x fino a 70x ma anche oltre 200x e 500x), collegata ad un PC per l'osservazione a monitor della lesione cutanea.
• In quest'ultimo caso, software dedicati consento anche lo storaggio dei nevi per eseguire lo screening dei nevi o delle altre neoformazioni, oppure la mappatura dei nevi e il loro follow-up, per i quali il dermatologo ritiene opportuno seguirne l'evoluzione nel tempo.
• L'epiluminescenza si è rivelata una metodica importante per ridurre il numero di asportazioni chirurgiche inutili, data la sua elevata accuratezza diagnostica per il melanoma in fase iniziale, le neoformazioni pigmentate sospette o l'identificazione di tumori cutanei quali: basalioma, spinalioma, ecc.
• La dermoscopia. ha in pratica spalancato una nuova dimensione nella diagnostica per immagini dermatologica, che si pone tra la macroscopia e la microscopia vera e propria, creando una peculiare semeiotica dermoscopica.
• La comprensione e la valutazione dei quadri dermoscopici comporta la necessità di ricostruire mentalmente, partendo dall’osservazione di un’immagine bidimensionale in senso orizzontale, l’architettura tridimensionale sia della giunzione dermoepidermica che del derma e contemporaneamente di correlarla agli aspetti istologici delle sezioni verticali.
• La presenza/assenza e le eventuali caratteristiche dei principali criteri di riferimento configurano specifici patterns, ciascuno corrispondente ad un determinato quadro istopatologico.
• In accordo con il Consensus Net Meeting, (2000) nella valutazione dermoscopica delle lesioni pigmentate viene utilizzato un procedimento in due fasi:– 1. La prima fase consiste nella valutazione delle
caratteristiche globali, ossia nella visione d’insieme della lesione in esame;
– 2. La seconda fase consiste nella valutazione delle caratteristiche locali, quindi nell’analisi dei singoli criteri presenti.
• la validità del metodo è strettamente legata al livello di esperienza dell’osservatore; in caso di dermoscopisti competenti, il metodo analitico qualitativo si è sinora rivelato il procedimento che offre le più elevate garanzie di precisione diagnostica.
• Esiste una vasta semiologia dermatologica attraverso la quale il medico specialista è in grado di effettuare diagnosi visive molto accurate.
• Negli ultimi anni, oltre alla tecnica tradizionale di studio di pattern, sono stati sviluppati alcuni metodi definiti “algoritmi soggettivi”, quali il Seven-Point Checklist o la regola dell'ABCD, basati sull'interpretazione di caratteristiche dermoscopiche semplificate.
• La tecnica diagnostica tradizionale delle lesioni pigmentate prevede, attraverso l'esame dermoscopico, un'attenta disamina di aspetti morfologici generali e di criteri locali più specifici relativi alla pigmentazione ed alla vascolarizzazione presente nella formazione melanocitaria.
• La difficile applicabilità nella pratica quotidiana degli algoritmi soggettivi è dovuta prevalentemente alla lentezza della loro interpretazione rispetto al sistema tradizionale basato sulla cosiddetta “analisi di pattern”, il quale rimane validissimo nella diagnosi differenziale.
• I diversi criteri (o pattern) globali delle lesioni, adatti ad una rapida e preliminare classificazione delle lesioni, sono sostanzialmente:
• Pattern reticolare
• Pattern globulare
• Pattern a zolle o “a ciottolato”
• Pattern omogeneo
• Pattern starburst o “a stella che scoppia”
• Pattern parallelo
• Pattern polimorfo
• Pattern lacunare
• Pattern aspecifico
• Le caratteristiche locali costituiscono invece l'insieme gli elementi diagnostici caratteristici di ogni singola lesione e dipendono dal contenuto più o meno consistente di pigmento, dalle strutture superficiali quali i veli superficiali e dall'organizzazione vascolare associata e si possono riassumere in:
• Rete di pigmento
• Punti e globuli
• Globuli rossi
• Strie
• Velo blu-biancastro
• Pigmentazione
• Ipopigmentazione
• Strutture di regressione
• Strutture vascolari
• Pseudo cisti cornee
• Sbocchi simil-comedonici
• Strutture papillari esofitiche
• Lacune rosse
• Aree a foglia d'acero
• Chiazza bianca centrale
NEOPLASIANEOPLASIA• Gruppo di cellule che prolifera senza Gruppo di cellule che prolifera senza
controllocontrollo
• Benigna = la proliferazione è limitataBenigna = la proliferazione è limitata
• Maligna = la proliferazione non è limitata e Maligna = la proliferazione non è limitata e tende ad invadere i tessuti vicini, i vasi tende ad invadere i tessuti vicini, i vasi sanguigni ed i vasi linfatici dando metastasisanguigni ed i vasi linfatici dando metastasi
• Precancerosi = condizione che precede la Precancerosi = condizione che precede la probabile comparsa di una lesione tumoraleprobabile comparsa di una lesione tumorale
CENNI DI PATOLOGIACENNI DI PATOLOGIA
NEVINEVI
• Neoplasie benigne derivate dai melanocitiNeoplasie benigne derivate dai melanociti
• Ne esistono diversi tipi che assumono Ne esistono diversi tipi che assumono forme diverseforme diverse
• Possono interessare qualsiasi distretto Possono interessare qualsiasi distretto cutaneo o mucosocutaneo o mucoso
MELANOMA MALIGNOMELANOMA MALIGNO
• Neoplasia maligna derivante dai Neoplasia maligna derivante dai melanocitimelanociti
• Può colpire qualsiasi sede corporea Può colpire qualsiasi sede corporea comprese le mucose e la retinacomprese le mucose e la retina
• Non dà nessuna sintomatologiaNon dà nessuna sintomatologia
REGOLA DELLREGOLA DELL’’ABCDEABCDE
• A = ASIMMETRIAA = ASIMMETRIA
• B = BORDIB = BORDI
• C = COLOREC = COLORE
• D = DIMENSIONID = DIMENSIONI
• E = EVOLUZIONEE = EVOLUZIONE
CHERATOSI SEBORROICACHERATOSI SEBORROICA
• Neoplasia benigna derivata Neoplasia benigna derivata dalldall’’epidermideepidermide
• Su tutta la superficie cutaneaSu tutta la superficie cutanea
• Compare dopo i 20 anniCompare dopo i 20 anni
ANGIOMAANGIOMA
• Tumore benigno ad origine vascolare
CHERATOSI ATTINICACHERATOSI ATTINICA• Precancerosi a derivazione epidermicaPrecancerosi a derivazione epidermica
• Conseguente allConseguente all’’eccessiva esposizione solareeccessiva esposizione solare
CHERATOACANTOMACHERATOACANTOMA• Precancerosi ad origine epidermicaPrecancerosi ad origine epidermica
• Colpisce gli anzianiColpisce gli anziani
CARCINOMA CARCINOMA BASOCELLULAREBASOCELLULARE
• Neoplasia maligna a derivazione dallo Neoplasia maligna a derivazione dallo strato basalestrato basale
CARCINOMA CARCINOMA SPINOCELLULARESPINOCELLULARE
• Neoplasia maligna a derivazione dallo Neoplasia maligna a derivazione dallo strato spinosostrato spinoso
DERMATITE ALLERGICA DERMATITE ALLERGICA DA CONTATTODA CONTATTO
PSORIASIPSORIASI
DISIDROSIDISIDROSI
DERMATITE SEBORROICADERMATITE SEBORROICA
DERMATITE DA STASIDERMATITE DA STASI
COUPEROSECOUPEROSE
ROSACEAROSACEA
VERRUCHEVERRUCHE
VITILIGINEVITILIGINE
CONCLUSIONICONCLUSIONI• Le patologie dermatologiche sono una richiesta Le patologie dermatologiche sono una richiesta
frequente per il farmacistafrequente per il farmacista
• Spesso il farmacista è il primo sanitario ad essere Spesso il farmacista è il primo sanitario ad essere interpellatointerpellato
• Il cliente a volte sottovaluta la patologia e non ascolta Il cliente a volte sottovaluta la patologia e non ascolta l’eventuale consiglio del farmacista di recarsi a visita l’eventuale consiglio del farmacista di recarsi a visita specialisticaspecialistica
• La teledermatologia può essere:La teledermatologia può essere:– un valido supporto all’attività del farmacista un valido supporto all’attività del farmacista
– un utile mezzo di sensibilizzazione e prevenzioneun utile mezzo di sensibilizzazione e prevenzione
FINE!FINE!