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mensile d’informazione critica anno XXIII n. 221 novembre 2016 distribuzione gratuita www.konradnews.org Fermare il Global warming Verso la Conferenza sul clima di Marrakesh Risalendo il Volga in motonave Astrakhan, Nizhny Novgorod e Mosca Un ricordo di Alfredo Lacosegliaz Musica, pace, incontro Come andrà a finire l’agricoltura biologica? Una riflessione critica

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Page 1: sommario€¦ · Dagli integratori di alta qualità per un be-neficio organico duraturo, alle essenze e rimedi floreali per un sostegno immediato. La migliore cosmesi naturale certificata

mensile d’informazione critica anno XXIII n. 221 novembre 2016distribuzione gratuitawww.konradnews.org

Fermare ilGlobal warmingVerso la Conferenza sul climadi Marrakesh

Risalendo il Volgain motonaveAstrakhan, Nizhny Novgorod e Mosca

Un ricordodi Alfredo LacosegliazMusica, pace, incontro

Come andràa finire l’agricolturabiologica?Una riflessione critica

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2 | www.konradnews.org | | konrad 221 | novembre 2016 |

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numero 221novembre 2016

sommario

Le dediche

Il 13 ottobre è morto Dario Fo, attore, regista,drammaturgo da Premio Nobel (ricevuto nel1997), satirico fustigatore del potere e anchescenografo e pittore. Maestro di teatro, ci halasciato un capolavoro assoluto come Misterobuffo e una vita fatta di libertà, arte e impegnopolitico e sociale. Ora Dario Fo is blowing in thewind. Ci manca già. (S. C.)

Referendum istituzionaleTre ragioni per il NOdi Marco Cucchini

Žižek: più alienazione,per favore?di Stefano Crisafulli

Mais e lenticchiedi Nadia e Giacomo Bo9 13 27

Al compositore, polistrumentista e cantautorefolk triestino Alfredo Lacosegliaz (11.10.53-28.09.16), che dell’antico crocevia balcanico emediterraneo faceva vibrare i suoni, i colori ele parole, dedichiamo questo numero diKonrad, nella speranza che continui acoinvolgere e spronare gli animi verso una vitadi pace. (R. R.)

scrivici in [email protected]

contatti per la pubblicità[email protected] 329 222 31 33 / 338 500 2574

la lettura continua suwww.konradnews.org

seguici su

5EDITORIALEDecorodi Simonetta Lorigliola

6AMBIENTE DIRITTI SOCIETÀSiamo tutti intelligentidi Giorgio DendiGreen PicsSguardi di ecologia sociale

7 Post itdi Lino SantoroPer fermare il Global Warming

8 International rightsdi Giuliano PrandiniIn viaggio risalendo il Volga

10 Il mercato delle vettureelettriche in Italiadi Alessandro Redivo

12 Il mese delle Finanza eticadi Paola Machetta

14

CULTUREStorie dall’artedi Fabiana SalvadorDante’s Barge

15 La biblioteca domesticadi Sergio Franco

17 Trieste incontra la Multivisionedi Diego Masiello

18 Trebisondadi Cristina RovereUna voce come l’Egitto

20 Dialogo tra Ariella ed Aurora

22 I Laibach nel tunnel Panovecdi Chiara Bruschina e Luca Meneghesso

23 Alfredo Lacosegliazdi Riccardo Redivo

25VINI, CIBI, CULTURA MATERIALELa bottiglia giustadi Simonetta LorigliolaTour eno-critico lombardo

26 Zolledi Marco ValečičCome andrà a finirequesta storia del biologico?

29

SALUTE E BENESSEREArti marzialidi Muzio BobbioKungfu wushu

31 L’erborista consigliaL’osteopata risponde

32 Fisioterapia ortopedicaLa pubalgia

33 APPUNTAMENTIdi novembre

editoriaLe

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Costruire il futuro di Konrad. Con voi.Il nostro sogno è quello di potercontinuare a raccontare i vostri sogni.

il nostro sogno è continuare ad essere uno spazio aperto e condiviso,nutrimento di un’informazione libera, indipendente, e soprattutto critica.

Essere critici non significa criticare.Ma ricercare, sviscerare, mettere in luce e raccontare in modo comprensibile e noncondizionato le cose del mondo e della vita.Significa anche denunciare, se c’è bisogno.Non voler farsi mettere in un angolo. Saper parlare a voce alta.

Difendere questo nostro pianeta, la sua longevità, il contesto ecologico e le relazionisociali. La cultura. Le diversità. I diritti e la loro crescita.

Significa, infine, cercare la bellezza e il piacere condiviso, che sono viaticoindispensabile della felicità. Ma anche la sostenibilità.

Per questo stiamo pensando a un momento di incontro aperto con i lettori e gliamici di Konrad.

Un momento felicemente condiviso nella nostra sede per conoscerci, raccontarvidel giornale e dei suoi progetti.

E soprattutto per condividere con voi un cantiere di raccolta idee e proposte.

Dove, quando e come, ve lo raccontiamo nel prossimo numero, quello di fine anno. Stay tuned!

novembre 2016numero 221anno XXIIIDirettore responsabilee Copy EditorSimonetta LorigliolaDirettore editorialeRoberto ValerioRedazioneNadia e Giacomo BoMuzio Bobbio Stefano CrisafulliRaffaella DelbelloGiorgio DendiLuca MeneghessoAnnalisa MetusEleonora MoleaGiuliano PrandiniRiccardo RavalliAlessandro RedivoRiccardo RedivoCristina RovereFabiana SalvadorLino SantoroGianni UrsiniA questo numero hanno collaboratoBarbara Bellinati ZazzeronAurora BobbioChiara BruschinaMarco CucchiniGiovanna Augusta de’ ManzanoGiuseppe GenesioDiego MasielloMarco SeginaMarco ValečicManuela ZippoIn copertina illustrazione diGiuliano ComelliImpaginazioneMassimiliano Schiozzi, ComunicarteStampaLa Tipografica, UdinePubblicità (raccolta in proprio)[email protected]. 338 5002574 - 329 2223133Konrad mensile di informazione diNaturalcubo s.n.credatto dall’Associazione KonradAut. Trib. di Udine n 485 del 5/9/80 Aut.Fil. di TriesteRedazione e sede legalevia Corti 2a 34123 [email protected] non è responsabile della mancatapubblicazione e di eventuali inesattezze degliannunci. Non si assume la responsabilità deicontenuti di annunci e spazi pubblicitari.Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzatinon è di responsabilità dell’Editore. È vietata lariproduzione e l’utilizzazione esterna del materialepubblicato, salvo autorizzazione scritta dell’Editore.In conformità al DL 196 del 2003 sarà nostra curainserire nell’archivio informatico della redazioneeventuali dati personali forniti, garantendone lamassima riservatezza. I dati potranno esserecancellati su semplice richiesta.

❱❱ Konrad è distribuito in 300 punti in Regione

Foto di Camila Mael

editoriaLe

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Per chi non è triestino doc e a Trieste si trasferiscearrivando da un’altra città colpisce, tra le molte cose, chesia qui ancora diffusa la desueta parola DECORO.

In questi mesi il sostantivo è divenutoquasi un must del lessico politico.

Ma cos’è il DECORO?La lingua italiana ha storie edetimologia rivelatorie.Scegliamo un testo sbilanciato versouna visione classica e tradizionale,l’Enciclopedia Treccani. Fu fondata nel1925, durante il fascismo, dal filosofo diregime Giovanni Gentile. Non unafonte progressista, dunque.

“decoroNell’estetica del Rinascimento(L.B. Alberti, Leonardo) e nell’esteticaclassicista, l’obbligatoria rispondenzain un’opera d’arte della forma alcaratteredel soggetto da rappresentare, ossia alcontenuto.La Controriforma identificò il d. con laconvenienza formale e morale.”

Traduciamo. Il termine DECORO, natoin ambito estetico ed artistico, mutò dicontesto e fu “politicizzato” da unadelle più importanti vicende dellamodernità, la Controriforma (o Riforma cattolica) ovveroquel processo storico-culturale che iniziò opponendo ladottrina cattolica a quella protestante e sfociò, nello zelodi difendere Idea e Verità, nella creazione dei Tribunalidell’Inquisizione e nell’oscurantismo culturale controllatodal potere (anche temporale) dei papi.

Il DECORO da corrispondenza estetica tra idea e formadivenne “convenienza formale e morale” ove la morale era

quella integralista, ideologica e settaria figlia dellaControriforma. Rivista radicalmente solo dal ConcilioVaticano II.

DECORO non è quindi una parolaneutra, non centra nulla con unavaga difesa di buona educazionecivile. Porta dentro di sè un valoreideologico forte: è accettabile ebello solo quello che corrispondealle idee preformate e imposte diordine, pulizia, rigore, disciplina everità.

Che però sono le parole d’ordine diogni integralismo, cattolico o meno.

Il loro contrario etico sono le parole:casualità (la vita non può essere unsusseguirsi di programmazioni),indulgenza (una delle basievangeliche), libertà (la disciplinaferrea appartiene solo alle caserme ealle guerre) e pluralità.

In quanto alla pulizia ci sarebbe dadiscutere.Cos’è una città pulita?Una città senza poche personedisperate che alla notte si arrangianoa dormire dove possono?

Oppure una città in cui l’aria sia respirabile in cui ci sia unserio impegno contro emissioni inquinanti di ogni tipo,traffico in primis?

DECORO. Che parola da lugubre brivido.Un appello: aboliamola insieme alle sue tetreconseguenze etiche e politiche.Adottiamo invece un lessico libero, gioioso ed evolutivo.Indirizziamo la città alla felicità comune.

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EDITORIALE

DecoroPiccolo viaggio alle origini di una parola pericolosa

di Simonetta Lorigliola

❝ decoroNell’esteticadel Rinascimento(L.B. Alberti, Leonardo)e nell’esteticaclassicista,l’obbligatoriarispondenza inun’opera d’arte dellaforma al caratteredel soggetto darappresentare,ossia al contenuto.La Controriformaidentificò il d. conla convenienza formalee morale. ❞

Foto di roberto Ziccardi

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Green Picssguardi di ecologia sociale

Questa rubrica ospitafotografie e immaginiche raccontino l’ambiente,nelle sue bellezzema anche nelle suecontraddizioni, problemi,situazioni critiche.

Invia la tua foto!si accettano fotoin alta risoluzione- almeno 300 dpi, base 21 cm -e breve descrizione:[email protected]

Un grifone in volo.

il mitico uccello vive presso il Lago di Cornino, oasi naturalistica

che ospita questa specie protetta.

i grifoni a volte attraversano il Lago e si dirigono verso l’isola di

Cherso, ove ha sede un’altra importante area protetta a loro dedicata

presso beli (Caisole), recentemente riaperta dopo anni di abbandono.

www.riservacornino.it

La foto è stata scattata nell’agosto 2016 da Giuseppe Genesio, appassionato fotografo

naturalista.

SIAMO TUTTI INTELLIGENTI

Matematici maschie matematiche femminedi Giorgio Dendi

Ho partecipato a Trieste al Festival Finda piccoli, edizione 2016. Una manife-stazione veramente interessante.Tutte le conferenze mi sono sembrateazzeccate. Tranne una. Spesso mi in-terrogo sul ruolo degli psicologi. Equalche volta penso che si facciano pa-gare per risolverci problemi che nonesisterebbero, se non ci fossero gli psi-cologi stessi a crearli. Forse mi sbaglio.Questa idea ha continuato a girarmi intesta dopo una conferenza dal titolo“Esiste davvero una differenza fra ma-schi e femmine nell’apprendimentodella matematica? “. Per farci capire cheviviamo in un mondo di pregiudizi neiconfronti delle donne, ci sono state

mostrate alcune foto di uomini e poi didonne. Tutti siamo stati in grado di ri-conoscere Einstein, Galileo… mentrenessuno ha riconosciuto Maryam Mir-zakhani, donna, che è stata premiatacon la Medaglia Fields nel 2014, pre-mio importante, dal momento che laMedaglia Fields è il corrispondentedel Premio Nobel in campo matema-tico, e viene assegnata ogni quattroanni. La conferenziera si lamentavadel fatto che gli uomini sono ricono-sciuti da tutti, mentre una donna no.Da questo fatto è partito l’impiantoaccusatorio verso la nostra società,che crea delle discriminazioni, e ledonne hanno sempre meno risaltodegli uomini su stampa e media. Labrava insegnante di psicologia ci hateso però una trappoletta, falsando idati. Infatti non è che la Mirzakhanisia stata “la medaglia Fields 2014”, ma“una delle quattro medaglie Fields2014”, premiata assieme ad altri tre

matematici, maschi, e tutti regolar-mente sconosciuti come lei. Chi in-fatti riconoscerebbe il volto di ArturAvila, Manjul Bhargava o Martin Hai-rer? Nessuno, e quindi se non ricono-sciamo la Mirzakhani è unaquestione non legata al suo esserefemmina. Non sappiamo neppure chisia Enrico Bombieri, che è statol’unico italiano a vincere il medesimopremio, eppure ha anche il nome piùfacile da pronunciare. Purtroppoquello che è vergognoso è che neppurenessuno sa chi sia Massimiliano Fo-schi, un mio allievo delle medie che haappena vinto una competizione inter-nazionale di matematica a Parigi. Questo ragazzo dovrebbe esser indi-cato in tutte le scuole come esempio dicome ci si può divertire con la matema-tica, ed ottenere grandi successi. Equesto possono farlo maschi e fem-mine, a meno che qualcuno vogliacreare problemi che forse non esistono.

aMbiente soCietà e diritti

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il 4 ottobre il Parlamento del-l’Unione Europea ha ratificato l’Ac-cordo di Parigi. Lo hanno già fatto

74 nazioni su 194 rispetto al minimo di55, così l’insieme delle emissioni di gasclimalteranti è diventato il 58,82% deltotale planetario (la soglia previstadall’accordo era il 55%). Il 4 novembre il Trattato entrerà in vi-gore. Una bella notizia, ma il climatologoJames Hansen ritiene, in un articolopubblicato su Earth System DynamicsJournal, che non si stia facendo abba-stanza e che sarebbero necessarieemissioni negative, cioè un riassorbi-mento dei gas serra. Gli scenari che i mo-delli numerici del clima (disponibiliattualmente per regionalizzare i se-gnali climatici di larga scala dei modelliglobali atmosfera-oceano AOGCM)sono in grado di calcolare, indicanoimportanti incrementi delle tempera-ture medie stagionali che nell’ultimosecolo sono aumentate di circa 0,8gradi. La velocità di crescita media èstata di 0,13 gradi per decennio a livelloplanetario. In Italia addirittura di 0,28gradi. La temperatura degli oceani èaumentata fino alla profondità di3000 metri con espansione termicadelle acque e innalzamento del livellomedio marino, negli ultimi 50 anni, di2 millimetri all’anno. Dal 1970 sono quintuplicate le emis-sioni di CO2 da fonti fossili. Con il trend attuale il quinto rapportodell’IPCC (Intergovernamental Panel on

riduzione delle emissioni dei gas serra,sviluppo delle fonti rinnovabili, miglio-ramento dell’efficienza energetica,estensione delle aree verdi e amplia-mento delle foreste. È uno strumentoglobale attuabile attraverso accordi epolitiche internazionali, ma i suoi ef-fetti sono a lungo termine e quindi nonpercepiti immediatamente dalla popo-lazione. Per attuarlo sarebbe necessa-rio un cambiamento del paradigmapolitico economico attuale. L’Adattamento interviene sugli effettigià percepiti: è l’insieme di azioni, pianie interventi volti a preparare il territo-rio per ridurre gli impatti dei cambia-menti climatici, prevenendo econtenendo i danni e limitandone leconseguenze socio economiche: inter-venti protettivi delle coste, estensionedelle aree golenali, consolidamentodei versanti montani, interventi sui ba-cini idrografici, scelte di varietà agri-cole adatte alle mutazioni climaticheetc.. Si tratta di interventi specifici megliopercepibili poichè attuabili in tempipiù brevi, ma è necessario un impegnointernazionale per sostenere le comu-nità più povere. Mitigazione e adattamento sono stru-menti strategici integrati e interdipen-denti necessari per attivare politichereali di contenimento e di riduzionedegli impatti dei cambiamenti clima-tici.

Climate Change), uscito nel 2014, pre-vede entro il 2100 un aumento dellatemperatura media globale da 2,3 a 4,1gradi. Altre conseguenze saranno l’acidifica-zione degli oceani, l’aumento del-l’ozono nelle zone urbane e rurali, loscioglimento dei ghiacciai, l’incre-mento del livello del mare fino a 80centimetri, la scomparsa della calottaartica, lo scioglimento del permafroste degli idrati di metano con immissioniin atmosfera di enormi quantità delgas che è 20 volte più potente dellaCO2, l’indebolimento della circolazioneglobale oceanica, impatti sulla biodi-versità con estinzione di specie e mi-grazione di altre con pesanticonseguenze sanitarie, migrazioni inmassa di popolazioni per la riduzionedi disponibilità di acqua e di alimenti. Con il riscaldamento aumenta l’ener-gia dell’atmosfera e diventa maggiorela probabilità di eventi meteorologiciestremi (intensità delle precipitazioni,siccità, ondate di calore, tifoni e ura-gani, devastazioni del territorio provo-cate da inondazioni e da frane). I ghiacciai si sono già ridotti del 50% ri-spetto alla metà dell’Ottocento.

Mitigazione e adattamento sono duestrumenti essenziali per conteneregli effetti negativi del global warming.

La Mitigazione è l’insieme delle strate-gie che intervengono sulle cause, ral-lentando il riscaldamento globale:

POST IT

Per fermareil Global warmingVerso la Conferenza sul clima di Marrakesh.Riflessione su Mitigazione e Adattamento, strategie di tentato arresto del riscaldamento globale

di Lino Santoro

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La motonave Konstantin Korot-kov è all’ancora sul Volga adAstrakhan; toccherà Volgograd,

Saratov, Samara, Kazan, Cheboksary,Nizhny Novgorod e da qui in bus fino aVladimir e Mosca. I passeggeri sono inmaggioranza russi, nel gruppo italianoun focoso comunista “livornese di sco-glio” esibisce la maglietta con l’imma-gine di Dzeržinskij, il primo direttoredella Čeka, la polizia segreta sovietica.Ha sempre un libro con sè: Dzeržinskij“il giacobino proletario di Lenin” una vitaper il comunismo di A.V. Tiskov. Saràl’anima inquieta del viaggio alla ricercadel passato sovietico.In un’ area semidesertica, su diverseisole con canali e ponti, non lontanodalla foce del Volga nel mar Caspio,Astrakhan è una città multiculturaleabitata da russi, calmucchi, tatari, co-sacchi.Conquistata da Ivan il Terribile nel1556, all’inizio del settecento, duranteil regno di Pietro il Grande, fu la basedelle spedizioni contro la Persia. Nel bellissimo, ampio Cremlino (inrusso corrisponde all’italiano fortezza)le torri di difesa e le mura proteggonochiese e palazzi. Vi trovò brevementerifugio in fuga da Mosca con il figlio nel1613, durante il Periodo dei Torbidi, un’epoca di violenze, crisi dinastiche e in-vasioni straniere, la moglie del FalsoDmitry I, la zarina Marina Mnishek,raccontata nel dramma Boris Godunovdi Alexander Puškin e nell’opera dallostesso titolo di Modest Mussorgsky.

Alla costruzione del tempio di San Vla-dimir dell’inizio del ventesimo secolo,parteciparono anche tatari. Quando,dopo la rivoluzione, le autorità volleroabbatterlo, si racconta che gli operaimusulmani lo circondarono, la distru-zione fu fermata dal muro umano.Inizia la tranquilla navigazione di unasettimana fino a Nizhny Novgorod. Iboschi scorrono lenti, hanno le diversetonalità autunnali di verde e giallo e altramonto il fiume si tinge di rosa. Fondata nel sedicesimo secolo, Volvo-grad fu occupata dai cosacchi ribelli diSten’ka Razin nel secolo successivo e diEmel’jan Pugačëv contro la zarina Ca-terina II nel 1774. Dopo la guerra civile,quando la Brigata d’Acciaio inviata daStalin la liberò dalle forze contorivolu-zionarie di Anton Denikin, la città fu ri-nominata in onore del dittatore.Volgograd (Stalingrado dal 1925 al 1991)è un memoriale alla grande battagliache segnò l’inizio del crollo della Ger-mania nazista. Il Mamaev Kurgan, lacollina conquistata e ripresa più volte,con l’immensa Statua della MadreRussia; tra le tombe degli eroi del-l’Unione Sovietica quella del cecchinoVasilij Zajcev reso popolare in occi-dente dal film di Jean-Jacques AnnaudIl Nemico alle Porte; la statua di Alexan-der Nevsky, protettore della città, chesettecento anni prima aveva fermato iCavalieri dell’Ordine Teutonico nellaBattaglia del lago ghiacciato, immor-talata dal Sergej Ejzenštejn nel filmAlexander Nevsky.

La città fu completamente distrutta, èrimasto solo lo spettrale Mulino a Va-pore vicino al Museo Panoramico conricostruzioni della battaglia, numerosicimeli e la Casa di Pavlov in mattoni; fudifesa per 58 giorni da venticinque sol-dati (per tre giorni da solo tre) coman-dati dal sergente Jakov Pavlov controsoverchianti forze nemiche. Ne parlaVasilij Grossman in Vita e Destino.La Korotkov riprende la navigazione,fatte poche centinaia di metri si ferma,dagli altoparlanti canzoni patriottichee discorsi celebrativi. Di fronte alla Sta-tua della Madre Russia, il capitanodella m/n Alexander Silantiev getta perprimo in acqua due garofani, è il ri-tuale omaggio agli eroi della GuerraPatriottica. Alcune donne anzianepiangono.Nel 2004 un attacco terrorista suicidafece esplodere un Tupolev in volo daMosca a Volvograd, non si salvò nes-suno. Alla fine di dicembre 2013, pochesettimane prima dell’inizio delle Olim-piadi invernali di Soci, due attentatisuicidi uccisero decine di passeggeri ditreni e di autobus a Volgograd. Nelmarzo 2014 le Pussy Riot NadezhdaTolokonnikova e Maria Alyokhina, incittà per una visita d’ispezione a unacolonia penale, furono attaccate e fe-rite in un McDonald’s. Sulla nave nonse ne parla. (continua)

INTERNATIONAL RIGHTS

In viaggio,risalendo il VolgaDa Astrakhan a Nizhny Novgorod…e poi Mosca!

di Giuliano Prandini

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Per quanto riguarda il metodo,non posso non misurare la diver-sità del clima politico che carat-

terizzò i lavori dell’AssembleaCostituente con la lotta tra galli che haportato alla riscrittura della II Partedella Costituzione. La Costituente con-tinuò a lavorare in modo coeso anchequando emerse – nella primavera del1947 – la rottura politico-ideologica trasinistra marxista e partiti di centro el’emergere della divisione ideologica,della “Guerra Civile Fredda” nel Paese.L’opera di revisione condotta dall’at-tuale Parlamento, invece, non è statacaratterizzata da spirito costituenteunitario, ma da risse, ricatti, imbrogliprocedurali, minacce e in questo conte-sto tutte le forze politiche hanno mo-strato il peggio. Una Costituzione nonsi cambia così, tra le urla.Sul merito, la contrarietà è profonda. Siabbandona una Costituzione che – coni suoi limiti – ha servito nobilmentel’Italia per 70 anni per un testo con-traddittorio e pasticciato. Un Se-nato partitocratico di nominati,ben lontano da quella effettivarappresentanza dei territori pro-pria del Bundesrat tedesco o del Se-nato francese. Un Senato il cuiruolo è ambiguo: perde moltadella propria funzione legislativama mantiene una funzione di ri-chiamo delle leggi che – nei fatti –non cambia molto della navettaparlamentare che conosciamo. UnSenato “dei territori” che non avrà

mai l’ultima parola sulle questioni atti-nenti il governo locale ma invece rico-prirà rilevanti funzioni di valutazionedelle politiche pubbliche, non sappiamocon quale efficacia e con quali effetti si-stemici. La riforma imprime inoltre una svoltacentralista. Lo Stato si riappropria dimolte delle competenze legislative de-legate alle Regioni nel 2001 e sulle resi-due si mantiene il diritto di sottrarle inseguito grazie alla c.d. “clausola di su-premazia” contenuta nel nuovo art. 117,4. Un processo di riaccentramento nonnegoziato con le comunità locali, benlontano dallo spirito dell’art. 5 della Co-stituzione che stabilisce tra i principi

fondamentali l’autonomia e il decentra-mento.Anche la partecipazione ne esce inde-bolita: il cittadino perde due schedeelettorali (Senato e Province), mentre lapossibilità di presentare referendumabrogativi e proposte di legge è resa piùgravosa per l’incremento delle firme ne-cessarie, che nasconde il fastidio per“l’intromissione” del popolo nei processidecisionali.Questo porta alla contrarietà anche diordine politico. La riforma chiude lastagione della valorizzazione dei corpiintermedi (partiti, associazioni, sinda-cati) - modello democratico forse lento,ma aperto e inclusivo - in favore di unavisione meramente elettorale: tutto ilgioco democratico si risolverà nell’ele-zione di un “capo” (per usare il lessicodell’Italicum) e sull’altare della stabilità sisacrificano partecipazione e coinvolgi-mento dei corpi vivi della società. Que-sto avviene attraverso un processo

decisionale strettamente maggio-ritario, malgrado la Storia insegniche sono le costituzioni adottatecon un vasto coinvolgimento poli-tico e sociale quelle più vitali, comefu quella del 1947.

❱❱ *Marco Cucchiniè consulente politico e legislativo,ha insegnato Diritto Costituzio-nale Italiano e Comparato all’Uni-versità di Trieste e oggi insegnaall’European Political Systemspresso l’Università di Udine.

REFERENDUM ISTITUZIONALE

Tre ragioni per il NOIl clima da Giorno del Giudizio sul Referendum del prossimo 4 dicembre è esagerato,ma chiunque vinca dovrà fare i conti con un Paese diviso in due sulle “regole del gioco” dellacompetizione democratica. Una scelta è d’obbligo e la mia personale e libera è per il NO.Per ragioni di metodo, di merito e di opportunità politica.

di Marco Cucchini*

Nota per i lettoriTenendo conto delle richieste dei lettori a farchiarezza sui due quesiti, l’intenzione era diospitare anche un intervento a favore del SI chenon è pronto al momento di andare in stampa everrà pubblicato on line.

La vignetta di Colucci

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Come sta andando il mercatodei veicoli elettrici in Italia?Quanto sono disponibili i con-

sumatori all’acquisto di beni legati allamobilità sostenibile? A parole, il consu-matore italiano sembra essere interes-sato alla mobilità elettrica e a tutte ledinamiche legate al mondo “green”; nu-merose inchieste infatti, lo ritraggonocome interessato, coinvolto e conosci-tore del settore. Spostando però la ri-flessione dalle parole ai fatti, le cosecambiano.

I dati di vendita dei primi sette mesi del2016 (fonte UNRAE) testimoniano undeciso calo delle vetture elettriche: -20% rispetto allo stesso periodo del2015. Di questo, l’83% è venduto nel ca-nale business (noleggio a lungo omedio termine, soprattutto, e partiteiva) e solo il 10% da clienti privati; com-portamento d’acquisto che evidenziacome l’automobilista privato, oggi,non sia disposto a investire nell’inno-vazione tecnologica elettrica.

Nello stesso periodo preso in conside-razione, le vetture ibride registranoinvece una crescita del 50%, in que-sto caso però i privati contribuiscono

per il 60% dei volumi di vendita. A trai-nare il comparto ibrido ci sono soprat-tutto i marchi giapponesi: tra questi,un solo marchio rappresenta l’80%delle vendite, non a caso il primo checoraggiosamente ha proposto l’ibridosu scala mondiale fin dal lontano 1998.

Il parco circolante italiano è di circa 31milioni di vetture. In un mercato ita-liano la cui anzianità media è di circa 8anni, per superare le dinamiche che at-tualmente governano il processo di ac-quisto del consumatore, è necessarioche si verifichino tutti insieme unaserie di fattori. Prima di tutto, il consu-matore deve conoscere e saper inter-pretare la nuova tecnologia, insecondo luogo si devono instaurare leessenziali condizioni di fiducia (si pensial limite di percorrenza di una vetturaelettrica); infine, bisogna consideraregli investimenti utili alla costruzionedelle infrastrutture conformi allanuova tecnologia, e questo sembra es-sere il paradigma più difficile da supe-rare. Passare dal carburante fossileall’elettrico è in questo momento, unsalto troppo lungo. Il passaggio inter-medio sembra essere rappresentatodall’ibrido, una tecnologia che gli ita-

liani dimostrano di apprezzare, sem-pre di più.

Attenzione però a parlare di rivolu-zione sostenibile in atto, considerarel’attuale trend come testimonianzadi una rinnovata coscienza ecolo-gica, è una pure illusione. L’elettricità,teniamolo sempre a mente, non puòessere stoccata. Per produrla l’uomo ècostretto a continui ingegni (eolico,idrico, geotermico, solare, nucleare,ecc..), non solo, per “catturarla” oc-corre una tecnologia che passa per lecelle delle batterie, la cui produzionepone diverse problematiche, prima fratutte lo smaltimento a fine ciclo. Danon trascurare la questione della ma-nutenzione a supporto della tecnolo-gia, che dovrà avvalersi di nuovi tecnicispecializzati, nuove attrezzature econseguentemente, ulteriori investi-menti nell’intera filiera (dalla fabbricaal punto vendita). Prima di catalogarel’elettrico come valida soluzione per lamobilità sostenibile, riflettiamocibene, e nel dubbio, attendiamo chel’effetto “moda” svanisca e passi a unafase più matura.

Il mercatodelle vettureelettrichein Italiadi Alessandro Redivo

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sapevate che i pipistrelli, ognianno, danno un contributo al-l’economia degli Stati Uniti pa-

ragonabile al fatturato dellaMicrosoft? E che il deserto del Saharafertilizza la foresta Amazzonica? Cosahanno in comune gli astronauti dellaNASA e gli antichi asceti indù? È vero,c’è un legame strettissimo fra ecologiaed economia. Anche cose che sem-brano veramente lontane, in realtà sitoccano. È possibile dirlo ridendoci su?Riscoprendo esempi positivi?Per fare questo, le socie e i soci diBanca Etica presentano 100 iniziativein tutta Italia: la finanza etica funzionae cresce, coniugando insieme econo-mia, solidarietà e sostenibilità. Nellanostra regione ne parleranno con unospettacolo visionario, fatto di para-dossi, personaggi stralunati, storie co-miche e spiazzanti, ma basato su datirigorosamente scientifici: “Noi siamo il

suolo, noi siamo la Terra - monologoper una cittadinanza planetaria”, delpoeta parlante Roberto Mercadini. Lo spettacolo è partito il 15 ottobre daTrieste. Prossime tappe: 3 novembre,Gemona del Friuli, ore 20:30, Sala delPriorato, località Ospedaletto. Replica:4 novembre, Spilimbergo, ore 20:45,Teatro Cinema Castello, piazzaDuomo. Chiusura in bellezza a Monfal-cone: 14 novembre, ore 21.00, Ricrea-torio “Foschian” della Parrocchia di S.Giuseppe, Largo Isonzo 49, in collabo-razione con Benkadì. E ci sono novità. L’Associazione cultu-rale Benkadì, Commercio equo e soli-dale, è nata a Staranzano nel 2004,con l’intento di promuovere l’economiasolidale sul territorio, con progettieducativi su temi come: i rapporti eco-nomici fra i paesi del nord e sud delmondo, pacifica convivenza fra i po-poli, problematiche ambientali, eco-

nomiche e sociali, educazione al con-sumo critico e alla finanza etica. Oral’Associazione amplia il suo progetto eapre una nuova Bottega del Mondo,che sarà inaugurata il 12 novembre inCorso del Popolo 40, appunto a Mon-falcone. Questi esempi parlano dell’unione trabuone pratiche di impegno civile, e unsano uso degli strumenti economici. Avolte, sono proprio le connessioni tra gliattori coinvolti, a giocare un ruolochiave. In fondo, “Noi siamo il Suolo, noisiamo la Terra” è proprio il titolo di unodel capitoli di TERRA VIVA, il manifestofirmato dall’organizzazione NavdanyaInternational di Vandana Shiva. EBanca Popolare Etica lo ha sottoscritto.

❱❱ *Paola Machettacoordinatrice Gruppo di IniziativaTerritoriale (GIT) dei socidi Banca Etica di Trieste e Gorizia

IL NOSTRO SALUTO AL GRANDE DARIO FO

Farò DioSalutiamo con immensa stima, ammirazione e affetto Dario Fo, spentosi a Milano il 13ottobre scorso.Il nostro collaboratore Giorgio Dendi gli ha dedicato l’anagramma che titola questo ricordo:FARÒ DIO.Ci sembrava che nessuna commemorazione potesse essere più vicina allo stile tagliente,irriverente e sempre libero che ha caratterizzato la sua esistenza di uomo e di poeta.

In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze,di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa. Dario Fo

Buon viaggio, Maestro. Resterai sempre con noi. La Redazione di Konrad

Il mese della Finanza eticaA novembre numerose le iniziative dedicate all’economia alternativa

di Paola Machetta*

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Quando arriva sul palco, nellabella cornice di Piazza SanMarco, a Pordenone, Slavoj

Žižek è già un fiume in piena. Più volteospite della manifestazione Pordeno-nelegge, è stato invitato anche perquesta XVII edizione (che, scaramanti-camente, ha un logo a forma di gattonero) per presentare il suo ultimo sag-gio dedicato a Hegel, Il contraccolpo as-soluto. Ma la sua lectio magistralis daltitolo: “More alienation please! A pleafor politely ignoring others” (Più aliena-zione, per favore! Un’istanza per igno-rare cortesemente gli altri) prometteben di più.E in effetti è così: davanti a un foltopubblico, Žižek ci tiene a dire subito lasua sulla situazione politica interna-zionale, che è “molto paradossale”. “Dauna parte vi sono proteste anche vio-lente, dall’altra la sinistra fa fatica atradurre questa rabbia in un pro-gramma positivo di cambiamento”. Perillustrare meglio questo paradosso, si

richiama alla trasformazione di Syrizain Grecia da partito contrario alle dra-coniane misure europee a partito sot-tomesso, citando anche il film V pervendetta: “Lo avete visto? La gentevince, occupa il Parlamento e poi? Fini-sce il film. Venderei mia madre all’Isisper sapere ciò che accade dopo”. Già,perché nessuno sa cosa succede themorning after, il mattino dopo che si èconsumata l’ubriacatura rivoluziona-ria, tanto meno una sinistra radicaletroppo innamorata dell’entusiasmodelle piazze e che, secondo Žižek, nonha un’idea valida di cambiamento delloStato.A questo punto, però, c’è un sussultodi speranza, perché per il filosofo slo-veno vi sono una serie di antagonismiche potrebbero portare ad una crisi delcapitalismo e della sua logica del pro-fitto, sempre più cinica e dannosa.Una logica nuova e diversa può forsegiungere dall’etica della collaborazionee degli spazi comuni, da quelli reali

delle cooperative a quelli virtuali di in-ternet. Il guaio è che gli spazi realifanno fatica ad emergere, mentre glispazi comuni su internet sono ormaistati già privatizzati dalle grandi multi-nazionali come Google o Microsoft.Inoltre, per quanto riguarda i secondi,vi è un pericolo ancora maggiore: lamicidiale combinazione tra internet ela biogenetica. Le macchine ci control-leranno ventiquattr’ore al giorno e fini-ranno col conoscerci meglio di quantoconosciamo noi stessi. Il peggio è chesaranno controllate da esseri umaniselezionati, una nuova classe socialegeneticamente modificata. La solu-zione? Paradossalmente: more aliena-tion, ovvero più alienazione, non nelsenso negativo del concetto marxistache dall’Ottocento continua, pur-troppo, ad essere valido anche oggi,ma nel senso positivo di permettereagli altri di essere imprevedibili e in-controllabili. E, quindi, di essereumani… Una bella ingiustizia!

Žižek: più alienazione,per favore?Le provocazionidel filosofo sloveno ospitea Pordenoneleggedi Stefano Crisafulli

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Pensa con i sensi e senti con lamente. Un titolo che raccoglievain sé una nuova concezione del

fare arte e del significato dell’operanella contemporaneità. Era la 52°Esposizione Internazionale d’Arte diVenezia nel 2007. L’inversione della per-cezione, l’allusione al nonsense. Artecontemporanea che ingloba, arte alpresente e continuamente in progress.Arte emergente, complessa, non facil-mente percepibile, arte per un pub-blico non frettoloso. La Biennaleveneziana, un luogo di incontri dimondi artistici disparati, di conver-genze e di intersezioni, di sovrapposi-zioni e di diverse prospettive. Un luogodove gli artisti in primis si mettono in

discussione e si confrontano con unalto grado di incertezza.Georgy Frangulyan, scultore russo diorigine armena. Una sua opera instal-lata in quell’occasione non è stata mairimossa e gode del consenso dei vene-ziani. È Dante’s Barge, la Chiatta diDante, un gruppo bronzeo posto suuna piattaforma galleggiante (unicanel suo genere), lungo il canale nel per-corso del vaporetto fra FondamenteNove e Murano, a poche decine dimetri dall’isola di San Michele, dove èlocalizzato il cimitero monumentale diVenezia. La composizione trae spuntoda un episodio della Divina Commedia,Inferno, Canto III. Virgilio, attraver-sando l’Acheronte su una barca, si

volta verso Dantestendendo il braccioenfatico nella dire-zione opposta a in-dicargli il mondo deimorti. Nell’atteggia-mento forte e deter-minato si coglie lasfida, Dante rimaneimpavido. Il mes-saggio è immediato.L’equilibrio è co-struito con volumiessenziali e saldi.L’iconografia stereo-tipata viene rivisi-tata alla lucedell’arte contempo-ranea. Simili nella fi-

sionomia quasi arcaica, i due perso-naggi sono vagamente caratterizzatidalle corone d’alloro, il mantello concappuccio per il pellegrino, la toga peril sommo poeta. Gli studiosi concordano che Dantefosse passato a Venezia fra il 1304 e il1305, anni della stesura dell’Inferno. Unricordo è riscontrabile nella descri-zione delle Malebolge, dove sono pu-niti i fraudolenti, ispirato alla peceribollente vista nell’arsenale. Frangulyan visitò la città lagunare inoccasione del suo cinquantesimo com-pleanno e recandosi al cimitero dovesono sepolti suoi celebri compatrioti,come Igor Stravinsky, Sergei Dyagilev,Joseph Brodsky, racconta di aver avutouna visione vivida e potente della fu-tura opera, da guardarsi attorno pre-occupato che qualcuno potesse spiarei suoi pensieri. Sperava di realizzarlaper il millennio, impiegò 12 lunghi anniper concretizzarla. Edita a Mosca,viaggiò per mare fino a Venezia. Fugrazie all’interessamento del celebrecollezionista di arte russa Alberto San-dretti, che poté finalmente essere in-stallata.Ora suggestiona turisti e abitanti, intutte le stagioni, con tutte le intempe-rie, sole cuocente e nebbia. Ci si passadavanti lentamente via mare, e losguardo si sposta inevitabilmente al ci-mitero e oltre. Un’opera nella lagunanord, un pensiero intimo e sospeso adogni passaggio. Un pensiero poetico.

STORIE DALL’ARTE

Dante’s BargeUn’opera di Frangulyannella laguna di Venezia

di Fabiana Salvador

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Voglio parlare della mia biblio-teca o, ancor meglio, della bi-blioteca domestica.

Quasi ogni famiglia ne possiede una,piccola o grande, generica o specializ-zata, acquistata o ereditata. Ordinatao disordinata, frequentata o abbando-nata. Letta o non letta.Esiste anche la biblioteca finta,consi-stente soltanto nei dorsi di libri inesi-stenti, allineati negli scaffali a simulareuna raccolta di libri che non esiste. Unmobile che fa parte dell’arredamento.Supponiamo che una biblioteca dome-stica conti almeno un migliaio di vo-lumi. Quanti di questi saranno stati letti? E,tra quelli letti, quale sarà il numero diquelli dimenticati? Il loro numero con-sente di fare scoperte spesso interes-santi. A me capita spesso di imbattermi inlibri che possiedo da anni, ma che mi sipresentano come novità.

Posso dire che la biblioteca non èsemplicemente una raccolta di libri,ma una specie di organismo vivente,con il quale instaurare un rapporto,una frequentazione pressoché quoti-diana. Scrive in proposito il giornalista Ber-nardo Valli “Una biblioteca vive. Cono-sce nascite e decessi come una

famiglia. Un uomo senza libri è orfano”(L’Espresso, 7 agosto 2016).

Ma è anche un po’ la storia della tuavita nello scoprire date, dediche, ap-punti che riguardano anche i tuoiamici, ancora vivi o scomparsi, nel rie-vocare fatti e persone altrimenti se-polti nell’oblio. La tua biblioteca sta lì a ricordare i fattidella tua vita e anche gli interessi di-versi verso la cultura a seconda delleepoche e, perché no? anche dellemode.Poi non mancano i libri di altri, ricevutiin prestito e dimenticati. O anche in-fine, pochi a dir il vero, rubati. Rubati,sì, perché sfido qualsiasi bibliofilo anon aver commesso mai, dico mai, ilfurto di un libro. Secondo la defini-zione non priva di umorismo di unnoto bibliotecario triestino - l’indimen-ticabile Stelio Crise - il furto è una mo-dalità di circolazione del libro e, quindi,di diffusione della cultura! Per quanto mi riguarda ricordo conmolta precisione i luoghi di commis-sione del reato: dalla sede di un conve-gno culturale ad una bibliotecaospedaliera, da una stazione ferrovia-ria a una pizzeria.

Qualunque sia il valore e l’uso che si fadella biblioteca di famiglia, essa rap-

presenta un problema nella gestionedomestica in primo luogo di spazio.Per fortuna i mobili libreria si svilup-pano in verticale! Non parliamo poi deitraslochi. Un mio amico non può cam-biare città, come sarebbe suo deside-rio, perché la sua enorme bibliotecanon glielo consentirebbe.E se vogliamo sbarazzarci dei libri chenon ci interessano più sorge l’imbaraz-zante dilemma: vendere o regalare ilibri ritenuti superflui? La verità è che i libri non hanno mer-cato: tanto vale regalarli. E a chi? Cer-tamente non a privati, ma a qualcheistituzione, quando si tratta di qualchecentinaio di volumi.

Personalmente ricordo di averlo fattoin favore di una biblioteca pubblica. Sitrattava di un insieme di opere di sto-ria cittadina.

E infine consentitemi un consiglio, cherivolgo anche a me stesso: evitiamo diaccrescere la nostra biblioteca concontinui acquisti e ricorriamo piutto-sto al prestito presso le fornitissime bi-blioteche pubbliche. Risparmieremospazio e denaro e soddisferemo ancormeglio la nostra inesauribile sete di sa-pere.

La biblioteca domesticaPiccolo breviario su senso e utilizzo dei libri in casa propria

di Sergio Franco

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mercoledì 9 novembre ore 20.00Cinema della rivoluzione. Rivoluzione del cinemaS. M. Ėjsenštein, La corazzata Potëmkin(1925, 75 minuti)

mercoledì 16 novembre ore 20.00Cinema della rivoluzione. Rivoluzione del cinemaVsevolod Pudovkin, La fine di San Pietroburgo(1927, 91 minuti)

mercoledì 18 novembre ore 18.30Presentazione del libro “Srečko Kosovel. TraCarso e caos” con 13 composizioni di EduardStepančič. Intervengono Darja Betocchie Poljanka Dolhar.In collaborazione con Comunicarte Edizioni

mercoledì 23 novembre ore 20.00Cinema della rivoluzione. Rivoluzione del cinemaAleksandr P. Dovženko, Arsenale(1928, 65 minuti)

mercoledì 30 novembre ore 20.00Cinema della rivoluzione. Rivoluzione del cinemaDziga Vertov, Tre canti su Lenin(1934, 59 minuti)

Tra cinema, arte,letteratura e societàLe iniziative dell’Associazione Tina Modotti a Trieste

Nota per i lettoriLa rubrica Al cinema con Gianni Ursini,che il nostro collaboratore tiene su Konradda molti anni, per la prima volta manca l’uscitaa causa di un ricovero ospedaliero dell’autore.La redazione tutta gli augura una prontissimaguarigione. Forza Gianni!

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❱❱ Tutti gli incontri si svolgerannopresso: Casa del popolovia Ponziana 14 - I piano - Trieste

eduard stepančič,Composizione costruttivista(dett.) dalla copertina

di Tra Carso e caos

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ritorna puntuale anche que-st’anno al Teatro dei Salesianidi via dell’Istria la rassegna

“Trieste incontra la Multivisione” ideataed organizzata dall’ Associazione Cul-turale Merlino Multivisioni. Una propo-sta di Franco Toso e Cristina Carboni,che nasce nel 2002 con il preciso in-tento di avvicinare il pubblico a unaforma di comunicazione e di espres-sione artistica molto emozionale. Inqueste 15 edizioni di suoni, immagini eculture provenienti da tutto il mondo,sono stati presentati più di 155 autorinazionali ed internazionali, proposteoltre 250 produzioni di audiovisivi e re-gistrato la presenza di oltre 18.300spettatori. Negli ultimi anni la ca-piente sala di via dell’Istria ha regi-strato sempre il “tutto esaurito”confermando la validità dell’eventoquale veicolo di aggregazione di unpubblico variegato proveniente, oltreche dai diversi comuni della provin-cia, da altri centri della regione, dal Ve-neto e dalla Slovenia. Un territorio che,per i suoi trascorsi geopolitici e com-merciali, ha nel suo DNA la passione el’abitudine per il viaggio e dell’incontrocon il diverso. Per festeggiare il quindi-cesimo compleanno gli organizzatoripropongono, sempre a entrata gra-tuita (nonostante la carenza di spon-

sor finanziari), ben quattro serate atema: venerdì 18 “Sapore di mare”, sabato19 “Terra madre”, venerdi 25 “Supernatura”e sabato 26 “Incroci visivi” con inizio sem-pre alle 20.45. Sabato 26 ci sarà ancheuna pre-serata alle 17.30 dedicata all’in-contro con uno dei fotografi della ma-nifestazione. Durante le giornate dirappresentazione sarà possibile visio-nare la mostra fotografica “Alpi Giulie”proposta dal naturalista e alpinistatriestino Roberto Valenti.

Un programma molto ricco, con sette -otto proposte a serata, che spazie-ranno dai reportage di viaggio alla foto-

grafia subacquea, da tematiche natu-ralistiche e sociali a quelle di costumee di innovazione. Il “viaggio” alla sco-perta del mondo, nella sua sempre piùminacciata complessità, resta comun-que l’anima del messaggio multivisivo.È poi il fotografo a confezionare at-torno, con le sue personali sensibilità,un particolare racconto. Il programmaprevede reportage dalle Galapagosall’Antardide, dall’Orinoco al Ladakh,dall’Islanda al Bangladesh. Willy Fas-sio, patron di una delle più apprezzateagenzie di tour e ricerca italiane, consi-dera il viaggio “un vero e proprio investi-mento in termini di conoscenza, diarricchimento culturale e umano e un’in-sieme di emozioni non ripetibili ”. Cono-scendo altri fotografi triestini autori dimultivisioni, credo che il loro viaggiarevoglia, sì approfondire la conoscenzadi culture ed esplorare le diversità, maanche ricercare se stessi, per rinforzarele proprie radici. Una ricerca validaanche per chi, comodamente sedutosulla poltroncina, potrà scoprire nellavarie immagini qualcosa che, moltospesso, è solo nell’aria o nel cuore.

Trieste incontrala MultivisioneSuoni, immagini, culture: XV edizione

di Diego Masiello

❱❱ info:www.merlinomultivisioni.it

Foto di roberto Valenti

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alaa Wardi nel video“Evolution ofArabic Music” (è su YouTube) ri-percorre la storia della musica

araba degli ultimi cento anni; almenoun paio di canzoni appartengono al re-pertorio di colei che è stata la più cari-smatica e famosa cantantemediorientale di sempre: Umm Kul-thum. Definita “l’astro d’Oriente”, UmmKulthum è stata la diva par excellencelasciando un segno non solo nella mu-sica, ma anche nel costume, nella so-cietà e nella politica egiziana. Nata ainizio Novecento in un piccolo villaggiodel Delta del Nilo, fin da bambinavenne istruita dal padre nel salmodiareil Corano, e dopo le prime esibizionipubbliche in cui, travestita da ragazzo,eseguiva canti religiosi, venne notataper la potenza della sua voce e le stra-ordinarie doti di interprete, cose che lepermisero di approdare al Cairo neglianni Venti. Qui attirò l’attenzione deimigliori poeti, compositori e musicistidel suo tempo, come il poeta AhmedRami che la amò segretamente pertutta la vita e scrisse per lei decine dipoemi/canzoni, tra cui “Se io perdono”che fu il primo disco da lei inciso. Umm Kulthum, nel corso della suapluridecennale carriera, ha registratopiù di trecento canzoni, e ha attraver-

sato la storia dell’Egitto. Nel 1934 fu leiad aprire le trasmissioni per la neonataradio di stato, Radio Cairo; fu insignitada re Faruk con una delle massimeonorificenze dello Stato, e fu amica esostenitrice di Gamal Abd el-Naser.Durante il turbolento periodo seguitoalla cacciata di re Faruk e alla presa delpotere dei Liberi Ufficiali, Kulthumcantò canzoni dai forti toni nazionali-stici e politici, che racchiudevano le

speranze e le aspirazioni degli egizianie di tutti i popoli arabi. Nonostante ilsuo supporto al nuovo governo, venneallontanata da Radio Cairo perchévista come troppo contigua a re Faruk.Leggenda vuole che fu lo stesso Nasera imporre il suo ritorno in radio te-mendo le proteste dell’intero popolo

egiziano. Così, per più di dieci anni,ogni primo martedì del mese i suoiconcerti furono trasmessi alla radio; ilCairo diventava una città deserta, tuttisi riunivano nei caffè o nei ristorantiper sentirla cantare. E, siccome RadioCairo era diventata la prima radio atrasmettere dal Marocco all’Iraq, inquel giorno milioni di arabi si ferma-vano per ascoltarla. Dopo la sconfittaegiziana nella guerra del 1967, comin-ciò a dare concerti in tutto il mondo –anche all’Olympia di Parigi – per racco-gliere fondi per il proprio paese, e dopoun esibizione a Tunisi fu lei a ricucire lostrappo tra il presidente tunisino Bour-guiba e Naser. Il 4 febbraio 1975 la radionazionale interruppe la normale pro-grammazione inserendo dei versettidel Corano: Umm Kulthum era morta.Ai suoi funerali parteciparono più diquattro milioni di persone. Ancoraoggi è frequente salire in un taxi alCairo e venire avvolti dalla voce diUmm Kulthum, così come alla suaicona si sono ispirati artisti e scrittori.La pittrice Chant Avedissian le ha dedi-cato una serie di quadri intitolati“Diva”, mentre lo scrittore Selim Nassibha scritto una biografia romanzatasulla sua vita: Ti ho amata per la tuavoce.

TREBISONDA

Una voce come l’EgittoUmm Kulthum, l’astro d’Oriente

di Cristina Rovere ritratto di umm Kulthum,opera di Chant avedissian

dal titolo “You are love”

Foto di umm Kulthum da una raccolta cddi tutte le sue canzoni

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alla ricerca dell’identità perduta.L’identità biologica, civile edemotiva della persona. Saper

guardare i nostri desideri, sfidare le no-stre paure, sono le premesse per un in-tenso e efficace lavoro pluriennale cheaccompagna e dà linfa vitale a MarcelaSerli, autrice e regista dello spettacoloVariabili umane, vincitore della VII Edi-zione del Premio Tuttoteatro.com allearti sceniche “Dante Cappelletti”. Lospettacolo, proposto dalla CompagniaAtopos, fondata da Marcela Serli e daIrene Serini, viene presentato al pub-blico triestino il 26 novembre al TeatroMiela nell’ambito di S/paesati. In scena15 persone con diverse identità di ge-nere. Donne, uomini e transgender chehanno affrontato o stanno affrontandouna transizione verso il maschile, il

femminile o un genere non definito.Parlano, danzano, cantano la propriadiversità, il proprio sguardo sulla so-cietà, sugli altri, su di sé. Professionistidello spettacolo. Professionisti in altrisettori. Di certo professionisti della vitae della lotta per la vita. Una ricerca indiretta su internet, a proposito delledefinizioni che ci danno, che ci diamo.Una definizione a partire dai suoi con-trari, deformando e deformandosi finoa giungere al caos. Una scena spoglia.Uno spazio vuoto nel quale muoversi eraccontarsi. Storie vere. Storie comi-che, grottesche, surreali, perché questesono le “variabili umane”. Un urlo divita. Un urlo indigesto. Una danza dicorpi buffi e belli che chiedono di essereamati. Il teatro diventa luogo di visibi-lità per una biopolitica e una condi-

zione umana che non avrebbe altri-menti luoghi in cui manifestarsi. Unospettacolo da non perdere. Control’ignoranza. Un elettroschok per le vo-stre menti. La ricerca continua. Mar-cela Serli nei giorni 2,3,4,5 dicembreproporrà laboratori teatrali per un’inda-gine sulla propria identità e in partico-lare sulle proprie componenti maschilie femminili, attraverso il confronto trapersone di diverse identità di genere,indagando le potenzialità espressivedel proprio corpo e degli stati emotivi.Per giungere a teatralizzare il sé. Perchétutti noi siamo in via di definizionesempre. A volte senza saperlo.In collaborazione con Arcigay ArcobalenoTrieste e Gorizia.

❱❱ info: www.spaesati.org

Variabili umaneScene di ironico strazio,d’odio e d’amore

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aurora Bobbio ha 17 anni e si avvi-cina con curiosità al teatro. Il suospeciale dialogo con la decana e

maestra della prosa e del teatro italiano,Ariella Reggio, costituisce un omaggio al-l’ottantesimo compleanno dell’attrice tantoamata, che è nata a Trieste il 6 settembre1936.

Grazie Ariella e tanti auguri!

Come hai cominciato e com’era ilmondo del teatro in quel periodo?Ho cominciato alla fine degli anni Cin-quanta, dopo il liceo, appassionandomialle commedie sentite recitare allaradio. Allora la RAI, che non si chia-mava così, dava molto spazio allaprosa. Dopo aver provato a cimentarmiin alcuni provini, ho capito che dovevostudiare se volevo tentare quel lavoro.Mi sono iscritta a una scuola direcitazione a Trieste. Ho parlato di la-voro, non di divertimento: ho capitosubito che mi sarebbe piaciuto farlodavvero, ma senza pensare alguadagno e alla notorietà. Per fortunaallora non era così diffusa la Tv e nonc’era il computer. Dico “per fortuna” per-ché non avevamo continuamente da-vanti agli occhi le immaginiaccattivanti (ma false) che ora danno atutti (ma proprio a tutti) l’illusione dipoter apparire in qualche modo.Il teatro era una cosa seria, lo studiodella recitazione pure, e i provini eranoveri. Perciò il talento, quando c’era,veniva premiato. Era molto diverso daoggi, almeno in Italia.Che cosa mi potrò (o dovrò) as-pettare se oggi volessi intraprenderequesto percorso di vita?

Tanta fatica, di tutti i tipi. Affrontare ledelusioni è molto più duro che faticarecol corpo. E poi con la concorrenzasleale e la superficialità di questomondo “artistico” le delusioni sonosempre in agguato. L’importante ècapire che notorietà e lavoro non vannosempre di pari passo, e, con quel po’ diumiltà che ci vuole, scegliere la stradagiusta. Non siamo tutti fatti per ilmondo dello “spettacolo”. Dico “spetta-colo” ma non è una parola che mi piacemolto. Il teatro non è solo luci e pail-lettes, deve essere anche un mezzo perdire poeticamente qualcosa che serveagli altri e a se stessi.Quando la passione per il teatro di-venta mestiere, si rischia che il fas-cino iniziale svanisca?Il fascino c’è sempre, se la passione èvera. Ma non è nel denaro (il teatro èpoverissimo, la TV è un po’ più ricca, ilcinema, dipende dalla produzione) nénella notorietà, anche se fa piacere atutti essere famosi.In quanto al talento sta agli altri dirlo,ai veri maestri, anche se un po’ severi, enon a parenti, amici e conoscenti che tiincensano e sono affettivamente coin-volti. E poi per la TV e il cinema ci vuoleun agente, possibilmente a Roma o Mi-lano. Complicato?Sì. Non tutti sono bravi e non tutti tiprendono! Tieni ancora presente che inteatro non servono solo attori. Dietrole quinte ci sono un mucchio di lavoriinteressanti (e spesso meglio remu-nerati): scenografi, costruttori, sarte,costumisti, fonici, elettricisti, organiz-zatori…La fortuna, intesa come insieme diesperienze anche di lavoro ma non

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solo, è importante quanto il talentodi base?La fortuna serve sempre, in ogni im-presa della vita, ma non arriva se nonstudi e se non cerchi di incontrare chi èpiù bravo di te.Una cosa che mi meraviglia di voiragazzi è che volete fare teatro, ma nonandate quasi mai a vederlo. A parte inqualche raro musical non vi vedo nu-merosi alla prosa, per esempio. Ènoiosa? È vecchia? Non importa.Guardando si impara molto, io lo faccioancora, quando posso. E ogni tantotrovo dei giovani pieni di idee e di tal-ento che mi danno speranza. E poi,visto che ammirate tanto gli attoriamericani o inglesi, ricordatevi chequelli fanno sempre teatro, non solocinema o TV. A Londra o a New York c’èsempre qualche attore notissimo chefa teatro. Un motivo ci sarà, no?Ci sarebbero un mucchio di cose da direancora, anche perché noi, vecchie gen-erazioni teatrali, avremmo piacere cheil teatro continuasse, così come è so-pravvissuto negli anni e nei secoli.Quindi contiamo molto sulle nuoveleve per tramandare questo mezzo dicomunicazione diretto, pieno diemozioni e anche, forse, di noia, ma as-solutamente vitale e poetico rispetto atutte le altre forme di comunicazionemoderne. Ma dev’essere un vero amore!Perciò se hai dubbi rivolgiti intanto aqualche brava compagnia amatoriale,per capire qualcosina di più sulle tueambizioni, poi studia, informati sututto quello che di teatro c’è in giro. Ericorda che ogni generazione ha avutole sue battaglie, perciò coraggio!

I GIOVANI E IL TEATRO

Dialogo tra Ariella ed Aurora“Il teatro è un mezzo per dire poeticamente qualcosa che serve agli altri e a se stessi” (A. Reggio)

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La Contrada a Trieste proponeun calendario che si presentatradizionale, ma con alcune no-

vità tra gli spettacoli fuori abbona-mento, come Slurp di e con MarcoTravaglio (3 e 4 dicembre) e Non c’èacqua più fresca di e con Giuseppe Bat-tiston, con le musiche originali di PieroSidoti, spettacolo basato su testi e

poesie di Pasolini in scena al TeatroBobbio il 17 e 18 febbraio e al TeatroComunale di Monfalcone il 21 feb-braio. A Monfalcone Marco Paoliniporta il suo Studio per un nuovo album il4 e il 5 aprile. Per la stagione del Teatro Contatto(CSS) di Udine al Teatro San Giorgio il 3febbraio La parola padre di Gabriele

Vacis e al Teatro Palamostre (11 feb-braio) Viaggio al termine della notte conElio Germano e Theo Theardo. Ancoraa Trieste al Teatro Miela segnaliamo lospeciale (tutto!) su Jack London dal 22al 24 novembre, tra cinema e teatro.(S.C.)

INSTABILMENTE INSTABILE

SATIE – II partemartedì 8 novembre, ore 21.00

concerto di Aleksander Rojc.Composizioni di Erik Satie, Lord Berners, W.A. Mozart

venerdì 11 novembre, ore 21.00

Concerto di Alessandra Celletti

martedì 15 novembre, ore 21.00

Autoepita�o postumo di Erik SatieSpettacolo multidisciplinare di Cecilia Binello,Gaia Marlino, Fausto Villa e Marina Zaia con la collaborazione di Giuseppe Criscuolo.Compagnia “Perché no?”

Teatro Miela / Bonawentura Piazza Duca degli Abruzzi 3 Trieste tel. 040 365119 [email protected]

JACK LONDON TRIBUTE

martedì 22 novembreore 18.30: JACK LONDON DRINKAperitivo e reading.ore 21.00: PROIEZIONI DEDICATE A JACK LONDONcon interventi di Massimo Navone e Davide Sapienza

mercoledì 23 novembre

ore 18.30: JACK LONDON DRINKAperitivo e reading.Davide Sapienza e Massimo Navone conversano col pubblico sui temi delle opere a cui è ispirato lospettacolo della serata.ore 21.00: COME IL CANE SONO ANCH’IO UN ANIMALE SOCIEVOLEliberamente ispirato ai racconti “La peste scarlatta” e “La forza dei forti” di Jack London, su un progetto di spettacolo di Massimo Navone.

giovedì 24 novembre

ore 18.30: JACK LONDON DRINKAperitivo e reading.Davide Sapienza e Massimo Navone conversano col pubblico sui temi delle opere a cui è ispirato lospettacolo della serata.ore 21.00: IL RICHIAMO DI ZANNA BIANCAtesti di Jack London; testo italiano di Davide Sapienza; con Davide Sapienza; regia di Umberto Zanoletti. Compagnia “Perché no?”

TEATRI DI CONFINE

Nuove stagioni a teatroAlcuni appuntamenti teatrali della nuova stagione,oltre a quelli nominati nel numero scorsodel Teatro Stabile regionale Rossetti.

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anche quest’anno, per una set-timana (dal 9 al 17 settembre),Nova Gorica si è trasformata

nella Città dei giovani. Mesto mladih ilnome della manifestazione: wor-kshop, tornei sportivi, laboratori perragazzi di ogni età, proiezioni cinema-tografiche e concerti in ogni angolodella città. Questo lo slogan dellafesta: “Prendete il vostro tempo, que-sto è il vostro tempo, tempo per i gio-vani”. La kermesse è stata organizzata dallalocale Associazione Studentesca “KlubGoriških Študentov” (KGŠ). Un vero eproprio evento ha chiuso in bellezza la“Città dei giovani 2016”: il ritorno aNova Gorica dello storico gruppo deiLaibach dopo la data sold out di no-vembre 2014, quando la band slovenasi esibì per ben due volte sul palcosce-nico del teatro cittadino in due con-certi, a tre ore di distanza l’unodall’altro. Anche stavolta i Laibach sidimostrano amatissimi dal pubblicosloveno, ma non solo: le targhe delleautomobili che si affollano subitodopo il confine italiano denotano laprovenienza eterogenea del pubblico. ILaibach, la sera del 17 settembre, si im-possessano letteralmente di un pezzo

di città, scegliendo come location perla loro esibizione il tunnel che passasotto il suggestivo bosco del Panovec.La galleria, chiusa al traffico e oppor-

tunamente attrezzata, diventa bun-ker, rifugio antiatomico, scarnoambiente in cui mettere in scena lostravagante spettacolo dei Laibach:

un’autentica e magnifica follia. Questa scelta bizzarra e inusuale, as-solutamente in linea con lo spiritodella band industrial slovena, si rive-lerà determinante per rendere memo-rabile la performance. Il gruppo portain tour a Nova Gorica l’ultimo album“Spectre”, dal quale esegue dal vivo, tragli altri pezzi, la surreale marcetta mili-tare fischiettata “Whistblowers” e iritmi dance di “Eat Liver”, con la pre-senza della cantante Mina Špiler a do-minare il palco. Ma è con i pezzi storicidella band che il pubblico si infiamma:le potenti “Now You Will Pay” e “TheGreat Divide”, e l’immancabile “Tanzmit Laibach”, mentre sullo sfondo ven-gono proiettate immagini in linea conla controversa estetica del gruppo diTrbovlje: danze macabre e grottescheparate militari. Gran finale con la rivisi-tazione del pezzo degli Opus “Live isLife” (guai a chiamarla cover. Si rischiadi incorrere nelle ire del nerborutofrontman Milan Fras). Si canta tutti incoro ripetendo come un mantra “Lebenheisst Leben! Leben heisst Leben!” suun ritmo cadenzato da inno militareche si fa via via più ipnotico e distorto,e che continuerà a risuonare nellatesta per i due giorni successivi.

I Laibachnel tunnel PanovecNova Gorica è ancora una volta “Città dei giovani”

di Chiara Bruschina e Luca Meneghesso

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Ecco, a refoli, alcuni versi dalle suecanzoni (omettendo quelli dei poeti dalui cantati, Cergoly in primis, ma ancheKosovel, Pasolini, Rilke Sofocle …):

La piccola fiammiferaia(da Il nonno di Jonni, 1979)mi spiace signori,io vengo dai libri,zolfanelli bianchicome la neve e il ghiaccio […]Fiammiferi! Fiammiferi!Gridava la bimba

da La fortezza (da Il nonno di Jonni, 1979)Quelli erano tempi che il poterecammina a tacchi alti per le strade.Scostano le tende nelle case di Berlinoe dicono non va poi tanto male.Certo se qualcosa ci doveva capitare,ce ne saremmo accorti, non ti pare?

Big Bang (da Dom taty Tomka, 1997)Nati in un eclisse dove il senno non c’è!Si accoppiano le vostre madri conasini, dromedari e cani!Le vostre vite mute, cieche e sorde,polvere nell’eternità!La moneta e i suoi spasimanti, il pen-siero in povertàtrascinandoci a fatica resti di una di-gnità.Chi la fa l’aspetti (e tanta!) prima o poiarriverà.

Ballata dell’invettiva (da Hypnos, 2011)Voi di seraingozzatevi il mangimenon vi turbate per sangue distanteDemocrazia esporta la paceMattanze già viste,altro canale.[…]

non capiterà più, mai più cheTrieste generi un composi-tore folk così, temo. La con-

tingenza, la congiuntura si è esaurita,Trieste ha perso la voce di uno dei suoilati più belli, fondanti. La rappresen-tanza artistica di un confine multiet-nico è orfana: Alfredo Lacosegliaz èmorto. Il musicista folk (non voce echitarra, all’americana, ma tambura,tamburica, tischklaver, kanun, bala-laika, mandolino, chitarra, flauto etc.)non è più in quell’est e in quel Mediter-raneo di cui era specchio e che cantavanella ricerca di migliorarli, eticamentee socialmente.La città (un certo tipo di città, la menogenuina ma ahimè la più vistosa, la piùchiassosa) lo ha sempre mal accettatoe alle volte boicottato, non permet-tendogli lo spazio che si meritava - micapitò che i suoi placcati venissero ri-mossi subito dopo averli affissi - e pre-ferendo un piacere più vernacolare,localistico, miope dello spirito citta-dino (che così restava più sicuro, menoirrequieto, calmo). Ma alla fine Triesteper Alfredo era solo un punto di par-tenza per espandersi in una figura, inun’immagine più vasta (Yiddish, Mitte-leuropa, Marocco, Grecia, Bosnia, etc.)fra musica, teatro, cinema e poesia.Confido che chi l’abbia conosciuto con-tinui a parlare di lui, mentre quelli chel’oscuravano (la Trieste chiassosa chepoco dice) continuino a non parlare.A chi sa ascoltare auguro che le musi-che e le parole di Alfredo restino nel-l’aria e si diffondano per loro, perché neavranno ancora bisogno.Comunque sia, la bora avrà certa-mente meno musica, ora.

Io non sentocommozione ai funeraliquando la patria onora quei mortiSputo disprezzo sull’ipocrisiaSu industria di guerrache vende pace

Karakonžula (da Dom taty Tomka, 1997)Aj, žito oračima, vino vinogradarimaSveže mleko čobanimaDate il grano agli aratoriagli aratori e ai vangatoriai vignauoli date vinoe fresco latte ai pastori

Ritmo greco e passo turco (Reset, 1993)[…] meraviglia delle meraviglie alleluia,cerchio magico stasera, suoni della terra.Ritmo greco e passo turco,danza del serpente,ventre in alto e spalle a terrae occhi da gazzella.

L’orso (Reset, 1993)senza furia fin qua i xe rivaii musicanti dei boschi più in altoqua in baso per farse incantarde come sofia incazada la boraquando la far rabiar anche el mar,forsi se pol cantar in sti postisenza dover per forza scampare forsi se pol sonar per sta zentesenza eser ancora scazai.[…]zerca de taiar se te polsta cadena che me strenzie non me fa più sperar,dame solo la libertà,copime in tel boscoche xe meio per mi morir.

❱❱ Per discografia e attività:www.alfredolacosegliaz.it

Alfredo Lacosegliazdi Riccardo Redivo

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Siamo nel “cuore Verde d’Italia”, alleporte di Norcia e ai piedi dei Monti Si-billini, nei luoghi di produzione di unadelle famiglie di Norcini storiche in Ita-lia: i Renzini. Prima di esser al serviziodell’Impero Romano, la regione di Nor-cia e tutta la Valnerina, praticava l’artedella Norcineria, altamente specializ-zata e richiedente lunghi anni di pra-tica. L’aria salubre e le condizioniclimatiche ideali per la stagionatura e

la produzione dei salumi resero questazona punto di riferimento nei secoli. Riprendendo le tradizioni di famiglia,nel 1920 in una piccola bottega dipaese prende avvio l’avventura della fa-miglia Renzini con il nonno Dante. Il fi-glio Attilio alla fine della secondaguerra mondiale trasformò il piccololaboratorio in un’industria salumiera acarattere artigianale e il nipote Danteassieme alla moglie Tina, e ai figli, ge-stisce oggi un’azienda, quotata perl’eccezionale qualità dei prodotti. “Mastro Dante” con gli altri Mastri Nor-cini ogni giorno applica la sua Mae-stria, basando il proprio lavorointeramente sulla Materia Prima attra-verso il controllo diretto sulle filiere diproduzione locale. L’intero ciclo di alle-vamento avviene in questa regione,dove gli animali possono godere di ariabalsamica e fresca di bosco, essere la-sciati allo stato brado, nutriti con cibinaturali, OGM free e privi di siero di

latte. Possiamo, dunque, garantiresulla qualità di questo marchio. Non sipuò confondere con altri prosciutti,“lui”, il “Prosciutto di Norcia ” IGP, otte-nuto da suini di grande taglia, e sta-gionato per 18 o 24 mesi, in un anticomonastero a 1000 metri di quota(Abeto di Preci). Dodici kg di coscia conun gusto intenso, e un profumo deli-cato, dato dalla salamoia in aceto bal-samico e dalla suggestiva copertura alpepe rosa.Lo stesso tipo di coscia viene usato per“L’Umbriaco”, un prosciutto disossatolasciato a bagno per 15 giorni in vinorosso e vinacce, che ha particolarearoma e gusto deciso. “Il Francescano”prosciutto cotto, legato a mano comeuna volta, e “consumato” a vapore consedano carota e cipolla. Ha saporedolce, è morbidissimo al palato: asso-lutamente raccomandato! Come sonoraccomandati tutti i prodotti Renziniche trovate al nostro banco: salumi altartufo, prosciutti e salumi di cin-ghiale, ragù e specialità umbre, tuttebontà frutto di tanta passione e tradi-zione. Che come dice Mastro Dante “abbiamo lavorato tanto… per noncambiare nulla!” Barbara Bellinati Zazzeron

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L’Alta NorcineriaTradizionale di Renzini“Abbiamo lavorato tanto per… non cambiare nulla”

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Vignaioli indipendentia Piacenza

sarà come di consueto negli spazi di Piacenza Expo, laVi edizione del Mercato dei Vini dei VignaioliIndipendenti organizzato dalla FIVI (Federazione

Italiana Vignaioli Indipendenti) l’associazione che raccoglie erappresenta i vignaioli che seguono l’intera filiera produttivadel vino: coltivano le vigne, imbottigliano il vino, seguendo ecurando personalmente il proprio prodotto.400 i vignaioli, provenienti da tutta Italia, che incontrerannoil pubblico per far conoscere i propri vini e le proprie storie. Sipotranno assaggiare e acquistare i vini direttamente daiproduttori, custodi del vino come espressione diretta delterritorio e della sua cultura.

LA TERRA TREMA25, 26 e 27 novembreLeoncavallo - via Whatteau, Milanovenerdì e sabato dalle 15.00 alle 22.00domenica dalle 13.00 alle 20.00Ingresso € 10Organizzano Folletto25603 e Leoncavallo s.p.a.

❱❱ www.laterratrema.org

MERCATO DEI VINI E DEI VIGNAIOLI26 e 27 novembrePiacenza exposabato dalle 12.30 alle 19.30 e domenica dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15Biglietto per due giorni: € 25,00

❱❱ www.mercatodeivini.it

La bottiGLia Giusta di simonetta Lorigliola

TouR eno-CRiTiCo LoMBARDoDedicate un finesettimana alla visita di due manifestazioni in cui troverete vignaioli autenticiche sapranno raccontarvi i loro vini. Li assaggerete. E li potrete acquistare direttamente da loro.

La Terra Tremaa Milano

arriva al decimo anno la fiera più critica d’Italia, chenacque in seguito all’esperienza di Terra eLibertà/Critical wine, movimento eno-tellurico

capeggiato dall’anarcoenologo Luigi Veronelli.150 vignaioli critici, e 50 contadini e produttori di formaggi,verdure, salumi, pane… Dove contano la relazione sociale,l’autocertificazione, la trasparenza e la felicità dell’incontro.Assaggi, chiacchiere e riflessioni in contorno. Acquisti direttiin loco a prezzo sorgente. Da non perdere.

Sarà una fiera del tutto nuova; vi si assaggeranno i vini di ogniparte d’Italia. Festeggeremo la vita.Luigi Veronelli, prima edizione di Terrà e Libertà/CW alLeoncavallo, Dicembre 2003

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agricoltura Biologica. All’inizioc’era purezza. Ricordo ancora,una sera di tarda estate 1985,

da qualche parte attorno a Padova,Mercatino biologico, diceva il manife-stino. Quattro banchetti in un prato,pochi ortaggi e tanta onestà. Eromolto giovane, tutto ciò mi sembròl’inizio di qualcosa di grandioso.Un paio d’anni dopo, nel negozietto dibiologico della prima periferia trie-stina, dove avevi sempre la possibilitàdi fare conversazioni interessanti“...però vedrai, appena il biologico ini-zierà a far presa lo troverai anche neisupermercati e non sarà più la stessacosa”. Suonava come una malefica, in-concepibile profezia. Invece si è avverata. Ci sono stati deitradimenti, ci sono stati degli abusi eanche questa storia sembra stia per fi-nire male. Il Nome Biologico si sta sgre-tolando, perdendo di significato ecredibilità, viene meno la fiducia delconsumatore.

Cosa avrebbe dovuto essere l’agricol-tura biologica?Avrebbe dovuto fornire alimenti sani,freschi, nutrienti gustosi. Prodotti conpratiche garanti di sostenibilità am-bientale, sociale ed economica.Avrebbe dovuto occuparsi della ferti-lità del suolo, della salubrità e conser-vazione dell’acqua, dell’aria pulita.

Avrebbe dovuto preoccuparsi di conte-nere il consumo dei combustibili fossili.Qual è la sostenibilità di prodotti bioche provengono da molto lontano? Avrebbe dovuto occuparsi della biodi-versità coltivata e allevata: varietà e ti-picità.Avrebbe dovuto occuparsi della biodi-versità naturale (ambienti e specie)che sono la garanzia di efficienza ecompletezza delle funzioni ecosistemi-che, senza le quali la vita su questopianeta non è possibile.

Invece il biologico non è altro cheun’interessante segmento del mercatoil cui metodo agronomico consiste nelsostituire (in trattamenti, concima-zioni etc) il prodotto x, consentito, conil prodotto y, vietato. La garanzia di questo biologico è affi-data a enti qualificati, marchi bollini eabili narratori.Il consumatore si è fidato, il consuma-tore è stato tradito. Questo biologico ormai è solo un altromodo di fare agricoltura convenzio-nale. Nulla a che fare con il significato origi-nale.Il consumatore non dovrebbe più cer-care bollini o ascoltare racconti, maguardare negli occhi chi produce ilcibo, parlarci. Come a quel mercatinonella pianura padovana.

L’assicurazione della qualità do-vrebbe basarsi sulle relazioni, sullereti sociali, sulla fiducia nata dall’in-contro e dallo scambio di cono-scenze. Formando comunità con individualitàterritoriale, non masse globalmentestandardizzate e dai consumi prevedi-bili. Praticando l’economia di rela-zione, presente nei mercati contadinidove trovare concretizzata ciò che“avrebbe dovuto essere l’agricolturabiologica”. Dove forse non ci sarà sem-pre tutto ma ci sarà il territorio con lesue stagioni. Mercati dove non ci sa-ranno necessariamente eccellenze ali-mentari ma prodotti freschi e buoni.Dove forse non troverete sempre l’effi-cienza ma saranno sempre presenticoerenza e autenticità.

A garantire tutto ciò un insieme di pra-tiche che consumatori-critici informatiattivi- e produttori svolgono assieme.Definire i parametri della qualità, veri-ficarli durante visite e discussioni,comprendere le inadeguatezze e risol-verle. Fermezza nell’allontanare chi tradiscela buona fede, il requisito di partenza. Tutto ciò ha un nome, Sistema diGaranzia Partecipata. Esiste nelmondo, in Italia, anche a Trieste.Se ci credete, cercate. Cercate…

ZOLLE

Come andrà a finirequesta storia del biologico?Il ritorno possibile dei “nuovi” mercati contadini

di Marco Valečič

Vini, Cibi, CuLtura MateriaLe

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Questo mese approfondiamoun cereale e un legume en-trambi conosciuti ed utiliz-

zati sin dalla preistoria.

MaisLe prime coltivazioni di mais iniziaronoa diffondersi intorno al 2.500 a.C inCentro America. Olmechi e Maya eranogià in grado di lavorare il cereale inmodo da migliorarne il contenuto nu-trizionale. In seguito ai primi contatticon i popoli europei (XV-XVI secolod.C.), il mais raggiunse il Vecchio Con-tinente e successivamente l’Africa el’Asia.La parola mais deriva dalla traduzionespagnola del sostantivo Taino (popola-zione azteca ovvero messicana ar-caica) maiz. Negli Stati Uniti, nelCanada, in Australia e in Nuova Ze-landa, è diffuso come corn. In Italia,oltre al termine mais, è diffusa la termi-nologia (etimologicamente scorretta)di granoturco.I chicchi di mais sono ricchissimi diamido e di fibre. Seccati e macinatidanno origine ad una farina grezza (secotta con acqua diventa la famosa Po-lenta). Non contiene glutine e quindi èindicato per i celiaci. Esistono varietàdi mais più ricche di zuccheri sempliciche vengono chiamate “mais dolce”.Il mais è una fonte alimentare primariaper l’essere umano. In Messico è ali-mento ancestrale e ancora oggi il ce-

reale è presente in molte preparazioniculinaria. In Africa, è diventato il cereale colti-vato più importante. In Europa è il co-stituente basilare per la polenta inItalia, della Mamaliga in Romania ecc. Dal mais si ottengono anche i popcorn e i corn flakes. L’olio di mais, rica-vato dalla porzione “viva” dei semi, èricchissimo di acidi grassi polinsaturiω-6.Come tutti i cereali, ha una funzionenutrizionale prevalentemente energe-tica. I macronutrienti principali sono icarboidrati. Contiene poche proteine amedio valore biologico. I lipidi sono an-cora più scarsi, mentre la fibra alimen-tare è presente soprattutto nel chiccointero del seme grezzo. Il mais è privodi colesterolo. Contiene discrete quan-tità di potassio e buone porzioni diferro. Per le vitamine, spiccano le idro-solubili tiamina (vit B1) e la meno bio-disponibile niacina (vit PP). Piccoleconcentrazioni di retinolo equivalenti(vit. A), mentre l’olio di mais è ricco divitamina E.Essendo un cereale ‘povero’ dal puntodi vista nutrizionale, è importantecompensarlo con altri alimenti, e di-fatti la tradizione lo abbina spesso allacarne, ai formaggi, al pesce e ai le-gumi, tutti alimenti proteici che locompletano, anche se rendono ilpiatto decisamente meno digeribile.Tra i possibili abbinamenti i legumi

sono i più indicati. In particolare sonoottime le lenticchie, soprattutto con lapolenta.

LenticchieReperti fossili dimostrano che alle len-ticchie spetta il primato di essere i piùantichi legumi, tant’è che l’impiego diqueste “lenti” viene citato pure nellaBibbia. Ne esistono moltissime va-rietà, differenziate principalmente dalcolore. Essendo legumi rappresentanouna miniera in termini di proteine,fibre, ferro, magnesio e potassio. At-tenzione però che le proteine conte-nute sono carenti di alcuni aminoacidiessenziali (cisteina e metionina) ed èper questo che si associano ai cereali.Tra i componenti chimici di maggior ri-lievo, troviamo gli Isoflavoni, potentiantiossidanti, la Tiamina, utile per fa-vorire la memoria e la concentrazione,la Vitamina PP (vitamina B3), impor-tante per equilibrare il metabolismoenergetico e ridurre i trigliceridi nelsangue.Il consumo di lenticchie non dovrebbelimitarsi solamente alle festività di fineed inizio anno, come la tradizione in-segna, ma dovrebbe estendersi fino adivenire una sana abitudine se nonquotidiana almeno settimanale. E con l’arrivo dell’inverno e del freddo,un piatto di polenta morbida e fu-mante abbinato a saporite lenticchie èproprio quello che ci serve!

ALIMENTAZIONE SANA

Maise lenticchieL’oro dei Mayae la carne dei poveri

di nadia e Giacomo Bo

saLute e benessere

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tajiquan. La più elevata fra le artimarziali. La sola a includere lateoria dell’I Ching e le tecniche

di respirazione taoista. La mente e ilcorpo agiscono in simbiosi con la na-tura. L’armonia, la crescita interiore e ilmiglioramento dello stato di salutesono i suoi obiettivi. L’arte marziale èsolo conseguente. Esistono cinque stili. Il capostipite è lostile Chen, fondato verso la fine delladinastia Ming, all’inizio della primametà del Seicento. Alla base sono gli esercizi di respira-zione, il Qigong, ai quali fin dall’anti-chità (la tecnica risale al IV secolo a.C.)vengono riconosciuti i meriti della lon-gevità, prevenzione e cura delle malat-tie, rinforzamento del fisico, nonchéun ruolo sostanziale nella medicinariabilitativa. Si basa sul Qi, che non èsolo l’aria respirata ma corrispondeall’energia originale presente nell’orga-nismo umano. L’abbondanza di Qi è ilfattore energetico fondamentale perprevenire le malattie e godere di buonasalute. Il Qigong, oggi sistematica-mente studiato, risulta efficace nellacura dell’ipertensione arteriosa, neidisturbi delle coronarie, nelle ulceredello stomaco e al duodeno, degliesaurimenti nervosi e di moltemalattie croniche.A Trieste, a proporre l’insegnamentodel taijiquan stile Chen, è l’Associa-zione Mei-hua, fiore di pruno, il primo

fiore a sbocciare, usato nell’antica Cinaper rappresentare il primo mese del-l’anno, il tempo invernale, la perseve-ranza e la purezza. L’associazione, direcente fondazione, si avvale del mae-stro Zhao Ning Jun, medico ortope-dico, laureato anche in medicinatradizionale cinese, profondo conosci-tore dell’agopuntura, moxibustione efitoterapia. E soprattutto, con il patro-cinio del Ministero per la cultura e lo

sport della Repubblica Popolare Ci-nese e della Federazione Internazio-nale per lo studio, la ricerca e ladiffusione del Taijiquan stile Chen, fon-datore del primo centro in Italia di ad-destramento al Taijiquan stile Chen.Vive nel nostro Paese da quasi vent’anni.Lo abbiamo incontrato. Il maestroZhao, persona disponibile e attenta,propone una serie di esercizi e forme,unendo il Taijiquan, movimenti fluidi elenti, alla respirazione Qigong. Medi-

tazione in movimento. La respirazionemassaggia gli organi interni, favo-rendo il ricambio di liquidi ed elimi-nando le scorie, tutto l’organismo netrae grande beneficio, il sistema im-munitario si rinforza. La postura di-viene corretta e va a vantaggiosoprattutto dell’equilibrio mentale.Solo ad ascoltarlo, le tensioni si pla-cano. Nei suoi discorsi riecheggianoparole come armonia, corrispondenzacorpo/mente, salute ma soprattuttocoraggio, fiducia, amore e pace comeinevitabili e desiderabili effetti, la veraricchezza a cui tendere. Il suo impor-tante compito è quello di indicare taliobiettivi, di insegnare il metodo perconseguirli, la strada da percorrere.L’armonia con se stessi per giungereall’armonia con gli altri. L’importanzadel gruppo, ben esemplificata in undetto cinese che cita sorridendo “unchiodo, poco ferro”. E poi, per spiegarecosa auspica per i suoi allievi, la favoladel pippistrello, mammifero con le ali,un essere speciale, come devono esserei suoi allievi, speciali, e non bravi o bra-vissimi. Umili e in continua crescita.La pratica del Taijigigong è adatta atutti, senza limiti di età o condizione.Zhao è il maestro che almeno unavolta nella nostra vita vorremmo tuttiincontrare.

❱❱ info:www.taichitrieste-meihua.com

La ricerca dell’armoniaTaijiquan Chen e il maestro Zhao Ning Jun

I.P.

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se in un mondo isolato, comequello giapponese con 1300anni di storia e (attualmente) 127

milioni di abitanti, è stato realizzatoquel mondo delle Arti Marziali delquale stiamo scrivendo da più di unanno, che cosa può essere statoprodotto in Cina, durante i 3300 annitrascorsi dalla creazione della scritturaideogrammatica e con quasi 1,4 mil-iardi di abitanti? Iniziamo quindi, daquesto numero, a spostarci geografi-camente verso ovest nella terra madre(assieme all’India) di ogni filosofia ori-entale.

In questo viaggio vi sarà qualche diffi-coltà nella scelta dei termini. I prob-lemi sono due. Innanzitutto il cinesemandarino, parlato a Pechino ed intutto il nord del paese (e lingua uffi-ciale) ed il cinese cantonese, usato intutto il grande sud, si somiglianoquanto l’italiano e lo spagnolo. Un ulteriore problema è dato dai duesistemi di traslitterazione della lingua;il sistema più semplice per un occiden-tale è quello chiamato Wade-Giles,mentre quello riconosciuto nellastessa Cina è il pinyin. Cercheremo diusare i termini più comprensibili al-l’orecchio di un pubblico non specialis-tico.

Il termine wu-shu (usato per la primavolta nel VI secolo) è composto da due

caratteri e traducibile con “artimarziali”; condivide il primo caratterecon la parola giapponese bu-jutsu a cuiè accostabile per significato. La parolakung-fu è anch’essa composta da duecaratteri ed è un termine generico perindicare un “esercizio eseguito con abil-ità” e dove l’ambito marziale è sottin-teso; le due parole unite potrebberoessere tradotte e semplificate in “abil-ità marziale”.

Ci sono diversi modi per poter suddi-videre il mondo del kungfu wushu; qual-cuno distingue fra stili del nord e quellidel sud, con il confine posto sul FiumeAzzurro; quelli settentrionali sonobasati su posizioni ampie, molti calci,diversi salti, pugni solitamente richia-mati; diversamente gli stili meridionaliprevedono posizioni più alte e strette,minore uso delle gambe, pugni potentinon richiamati. Sembra che queste dif-ferenze possano provenire dall’ambi-ente nel quale si svolge ilcombattimento: terreno duro al nord,fango della risaia al sud, ma oggi tuttoquesto sembra mescolato e superato.

Una diversa suddivisione, ancora at-tuale e possibile (nonché molto più re-centemente ideata), è quella in stiliesterni ed interni. I primi prevalgonodecisamente per numero e si basanomolto più sull’aspetto fisico del com-battimento, impetuoso e travolgente,

i secondi tendono a dissimulare ilgesto marziale e si concentrano mag-giormente sugli aspetti psico-fisici edenergetici, dove la difesa prevale sul-l’attacco, con più proiezioni e studiodei punti vitali. Siccome fra il bianco edil nero si trovano infiniti toni di grigio,così il confine fra questi due modi diconcepire le arti marziali è sempregenerico e puramente indicativo.

Il più noto degli stili esterni è probabil-mente quello praticato dai monaci deltempio di shaolin, creato, secondo latradizione nel VI secolo, dal monacoindiano Bodhidharma (ribattezzatoTamo dai cinesi e successivamenteDaruma in Giappone), colui che ha por-tato il buddismo in Cina (chiamatobuddismo chan, e successivamente zenin Giappone).Lo stile interno più diffuso è sicura-mente il taichi chuan (frammentato inmolte e diverse scuole) che la leggendavuole ideato dall’immortale taoistaChang San Feng (XIII secolo).

Sarà dagli stili interni, ed in particolaredal taichi chuan, che torneremo sulprossimo numero, cominciando ilviaggio il vero e proprio nelle arti mar-ziali cinesi partiremo nella prossimapuntata per il tratto cinese del nostropercorso.

ARTI MARZIALI

Kungfu wushuInizia il percorso di conoscenzadelle arti marziali cinesi

di Muzio Bobbio

saLute e benessere

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Qual è lo scopo della “rieduca-zione” perineale (R.P.) e a chi èrivolta?

La R.P. è un insieme di tecniche riabili-tative mirate alla conservazione e/o alrecupero del tono muscolare del pavi-mento pelvico, zona che comprendequindi tutti i muscoli della regione pel-vica e che, anche per motivi culturali,raramente viene esercitata in modoconsapevole. La R.P. è rivolta a tutte ledonne, sia come prevenzione checome risoluzione di problematichequali l’incontinenza, dolore e senso dipeso al basso ventre, disfunzioni ses-suali, emorroidi e stipsi. Questi pro-blemi possono derivare da situazioniquali gravidanza o post-parto, po-stumi da interventi ma anche da pra-tica sportiva o da problemi legati allamenopausa.

Quali sono le tecniche riabilitative per ilpavimento pelvico?Si usano una serie di tecniche a se-

conda dei casi e delle necessità. L’obiet-tivo principale è insegnare alle donne a(far) fare ginnastica al pavimento pel-vico. Solitamente come primo passoc’è proprio la presa di coscienza delostesso; segue la “fisiokinesiterapia”,vale a dire gli esercizi motori. A “Pelvi-lab” abbiamo a disposizione anchetutte le apparecchiature per attuarel’elettrostimolazione e il “Biofeedback”,sistema di registrazione dell’attivitàmuscolare attraverso il quale la donnapuò visualizzare l’intensità e la duratadel lavoro muscolare che sta facendo.Ad ogni donna forniamo una scheda diesercizi da fare a casa per renderlaconsapevole e indipendente nella ge-stione di questa parte del corpo.

Il Suo lavoro sembra contenere anche unimpegno socio- culturale, lì dove il rap-porto tra sessualità, creatività e auto-af-fermazione sono ormai concettiintimamente connessi. Qual è il messag-gio che Lei porta nella R.P.?

È vero, vi è una componente anche le-gata alla sfera del piacere. Le nuovescoperte scientifiche affermano che viè una relazione profonda appunto trapiacere, tono del perineo e cervello:l’aumento di dopamina fa aumentarela motivazione, l’assertività e l’auto-stima e ciò vale sia per le donne cheper gli uomini. Il mio compito con ledonne è risolvere i problemi fisici delpavimento pelvico, pur consapevoleche la riabilitazione va al di là dei mu-scoli interessati perché spesso tocca ladignità della persona e il nucleo cen-trale della femminilità.

❱❱ La dott.ssa Cristina Sluga riceve presso:Istituto Fisioterapico Città di TriestePiazza San Giovanni 1, TriesteChiama per un incontro gratuito:informazioni, domandee valutazione funzionale perinealeTel. 040 36 25 48Cell. 327 32 80 464www.pelvilab.it

La riabilitazioneperinealeRiflessioni con la dott.ssa Cristina Sluga,ostetrica e esperta in riabilitazione perineale,fondatrice di Pelvilab, nuovo punto specializzatoa Trieste nella “rieducazione” della zona pelvica femminile

di Giovanna Augusta de’ Manzano

I.P.

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Da mesi sono in conflitto con mestessa al punto di provare ansia,paura, attacchi di panico e per-

dere peso. Con la reflessologia del piede eosteopatia mi potrebbe aiutare? Elena C.Oderzo

In primis le suggerirei un colloquio conun medico di competenza. Per quanto riguarda la mia visione, lainvito a venire perché andremo ad ana-lizzare l’origine di questa problema-tica. Ci potrebbero essere situazionibloccate nel tempo passato: lutti nonsuperati; traumi fisici o mentali non

superati; schemi trasmessi, anche in-volontari, dai genitori; abusi alimen-tari. O forti pressioni di vita alimentateda quelle classiche frasi: “Volere è po-tere” oppure “È una questione di nu-meri”, che rappresentano sempreun’arma a doppio taglio. Oggi giornola fisica quantica sta spopolando conmille corsi sul potere personale, ma honotato che parecchi corsi hanno comefondamento le 3 S, “Soldi”- “Successo”-“Sesso”: il famoso trio che ha contri-buito al declino di questo pianeta. Perquanto riguarda la Reflessologia delpiede si potrebbe usare la tecnica della

“metamorfica di St John”. Per quanto ri-guarda l’Osteopatia si andrà a lavorarecon la parte viscerale. Potremmo ag-giungere anche un lavoro di Kinesiolo-gia e psiche: rivisitare certe credenze ecambiarne il valore, molto spesso inquesto modo si riacquista molta forzainteriore. Si potranno sperimentare laPhytoterapia, Omeopatia, e Floritera-pia (Bush Flower ). Non si scordi disforzarsi nel praticare esercizio fisco,oppure un buono Yoga o del Tai Chi, èmolto importante riprendere il pos-sesso della propria mente. La saluto.

D.O Christian Boscariol

La ConsapevolezzaL’OSTEOPATA RISPONDE a cura di Christian Boscariol

L’ERBORISTA CONSIGLIA a cura di Manuela Zippo

Olio di Nardo L’olio del conforto

L’olio di Nardo (Nardostachysjatamansi) si ricava dalle sue radici;

ha un profumo speziato, dolce.Olio biblico usato da Maria

Maddalena per ungere i piedi a Cristo.È l’olio della morte che permette la rinascita, la resurrezione.

È l’ essenza che collega l’evento luttuoso alla rinascita.Odora di terra,radici e humus (putrefazione di piante che rende la

terra fertile). Offre intense rivelazioni durante la notte.È un olio che ispira devozione, pace e ricerca di serenità interiore.

Aiuta a trovare conforto dopo un evento grave.

Olio di RosaL’olio del divino

La Rosa è la guardiana del cuore.Il suo profumo fiorito, caldo e

avvolgente libera dalla sofferenzae dal dolore. Toglie il senso

di colpa e insegna l’amore verso se stessie verso gli altri. Apre alla compassione,

alla bellezza e alla solidarietà. Massaggiato sul cuorequesto olio aiuta nella depressione post parto

e in tutte le ferite dell’anima. Nell’enuresi infantilepuò essere utile massaggiare una goccia sul basso ventre.

Unica pecca: è un olio molto prezioso e quindi caro!

Come utilizzare questi olii essenzialiMettete alcune gocce di olio essenziale nel diffusore di essenze ponendo quest’ultimo sulla scrivania dove studiate o lavorate.

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La pubalgiaIl termine pubalgia viene usato per evidenziare la zona colpitadal sintomo (letteralmente “dolore nella zona pubica”)e di per sé non rappresenta una diagnosi clinica.

FISIOTERAPIA ORTOPEDICA

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il termine pubalgia viene usato perevidenziare la zona colpita dal sin-tomo (letteralmente “dolore nella

zona pubica”) e di per sé non rappre-senta una diagnosi clinica. Il dolore so-litamente ha insorgenza acuta, inseguito ad un evento “lesivo”: nellosportivo può essere un cambio di dire-zione o una torsione, oppure unosforzo eccessivo o non usuale. In unafase successiva il dolore può estendersianche all’inguine e nella parte medialedella coscia nel suo terzo superiore;tende a diventare cronico e se ignoratolimita molte attività fisiche e quoti-diane (scale, cammino in salita...).L’andamento è altalenante: durante leattività spesso “a freddo” si accusano imaggiori problemi, con un riscalda-mento lento e progressivo solitamentec’è una fase di benessere a cui segue unriacutizzarsi del sintomo. La porzione anteriore del pube, com-presa la sinfisi pubica, offre inserzionealla muscolatura adduttoria della co-scia (i muscoli grande, lungo e breveadduttore e il muscolo gracile): elon-gazioni o sovraccarico di questi mu-scoli possono portare ad unatendinopatia inserzionale con irradia-zione nella regione inguinale e supe-

riore della coscia. Limitare però la vi-sione al solo coinvolgimento tendineoe muscolare è riduttivo viste le moltestrutture che possono portare alla pu-balgia. Il pube infatti è un osso pari del bacinoche si articola con ileo e ischio nellasua porzione postero-laterale (costi-tuendo l’acetabolo , la parte concavache offre contenimento al femore for-

mando l’articolazione dell’anca). Ca-dute laterali sul femore, artrosi d’ancaanche iniziale o limitazioni genetichedella struttura acetabolare possono ir-radiare nella regione inguinale. In ag-giunta parti eutocici, cadute sul sacroo atterraggi monopodalici ed altera-zioni posturali da dismetria degli artiinferiori possono anch’essi alterare irapporti articolari della sinfisi irra-diando localmente.

Con una visione più ampia si possonocoinvolgere strutture distanti: sia lamuscolatura sopracitata che l’osso pu-bico stesso sono innervati dalla stessaradice nervosa lombare, L2. Discopatieo radicoliti a questo livello possonoportare a un dolore irradiato lungo lazona inguinale (esattamente comespesso si accusano dolori sciatalgicidal gluteo fino al polpaccio zona di in-nervazione di L5-S1), come anche alte-razioni strutturali quali scoliosiidiopatica o posture scorrette da se-duto o in stazione eretta.Una valutazione funzionale sarà ca-pace di indirizzare al meglio le terapie:l’anamnesi riguardo a traumi passati,alla natura del sintomo ed alla sua in-sorgenza, ed un’accurata analisi po-sturale con test specifici del rachidelombo-sacrale e di forza e lunghezzadegli adduttori possono individuare seè preferibile agire dapprima con tecar-terapia associata a terapie manuali estretching, trattamento con onded’urto localmente o se è meglio indiriz-zare l’attenzione verso manipolazionivertebrali, esercizi posturali, strategiedi riequilibrio miofasciale globale.

Dott.ft. Riccardo UgrinDott.ft. Marco Segina

saLute e benessere

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❱ TRIESTE

5 sabato ingresso libero

Armonia e equilibrio:vivere meglioIncontro sul Benessere, conSabrina Gregori (autrice libro“Semplicemente in equilibrio”)e Ornella Serafini (ProfessionalCounselor e Vocal Coach) alle ore18 al Knulp in via Madonna delMare 7a.

5 sabato ingresso libero

Gioca a pappamundiscopri i sapori del mondo esviluppa il tuo talento perl’ambiente! Laboratorio perbambini dai 7 ai 10 anniorganizzato dalla FondazioneELIC. Ore 17 presso la libreriaLovat, viale XX Settembre 20.Info 339 1026985.

7 lunedì ingresso libero

I primi passi nell’arteper chi vuole iniziare l’avventuracreativa. Conferenza dell’artistaLeonardo Calvo. Ore 17.30 pressola sede della Scuola d’ArteUNINT della Magna FraternitasUniversalis, via Mazzini 30 V p.Info 333 47842293.

8 martedì ingresso libero

Ciclo conferenzeassoc. AlabareOgni martedì dalle 18,30 alle21,00 inizio di 05 incontriconferenze sulla scienza Ayurvedatrattata filosofia, equilibrio deiDosha, conoscenza dei segni delviso e piedi, massaggio con SiroCannarella. Presso assoc. Alabarevia Gatteri 9 Info 3356500800

9 mercoledì ingresso libero

Più Belle e più Saneda MNEMOSINECome saresti più felice serisolvessi quelle macchie, rughee “bitorzoli” che da tanto tempoti disturbano affliggendo gliorgani ad essi connessi? Fatti unregalo e sublima la tua Bellezzasenza chirurgia! In omaggio unacremina viso personalizzata.Presentazione pratica alle ore18.30 presso Nat in via Corti 2.Info Michela 338 9308989.

11 venerdì ingresso libero

Alimentazione e benessereIncontro con Cristina Candiani,farmacista, esperta in medicinafunzionale, alle ore 20.30 pressol’Institute of Yogic Culture in viaSan Francesco 34. Info 040635718.

12 sabato"Voce, armonia,vibrazione"Liberare la voce, entrare invibrazione, armonizzare mente,corpo ed emozione. Seminario diToning, Ass. Espande, ore 17, v.Coroneo 15. Info 3286358931,www.trieste.espande.it.

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Analisi bioenergetica- bodyscannerEffettua gratuitamente il testbioenergetico e scopri,accompagnato dal nostrobiologo e naturopata, i rimedinaturali che possono aiutarti ariequilibrare il tuo organismo.Presso Parafarmacia allaStazione, prenota il tuoappuntamento allo 040 415277.

15 martedì ingresso libero

Visita AyurvedicaMartedì 15 novembre per tutta lagiornata a Trieste visitaAyurvedica dott. RajeshShrivastava . Per prenotazioni einformazione 392 3935973 ConCarmen Torrano.

16 mercoledì ingresso libero

Esame dell’irideIncontro individuale con laNaturopata per l’esamedell’iride. Presso Parafarmaciaalla Stazione, prenota il tuoappuntamento gratuito allo 040415277.

17 giovedì ingresso libero

Malattie invernali e rimediScopri come prevenire eaffrontare i disturbi invernali e lesoluzioni 100% naturali, peradulti e piccini, con la nostrafarmacista e consulente. Dalleore 17:00 presso la Parafarmaciaalla Stazione. Prenota il tuoposto allo 040 415277.

18 venerdìI linguaggi di altri mondiNelle altre dimensioni e pianisottili esempi d’identità, energia,colore dei suoni, parole elinguaggi, nei diversi stati dievoluzione e di coscienza; ondedi forma, Numeri e codici di luce;Come avvengono i contatti conle facoltà sottili, strumentinaturali e artificiali, il Dna e lafunzione del Cuore;Responsabilità e qualitàd’informazione. Conferenza edesempi pratici con Arleen Sidhe,ore 20.30, all’assoc. Lam, piazzaBenco 4. Info 347 2154583,[email protected]

19 sabato ingresso libero

Atma GitaSerata di Canti, Kirtan e Bahjancon Nirvanananda e i BahjanSisters & Brothers, alle ore 20.30presso l’Institute of Yogic Culturein via San Francesco 34.Info 040 635718.

19 sabatoIl coraggio dell’esserePratiche terapeutiche e giochi digruppo, meditazione, bellamusica, per attivare e liberare ilCoraggio in ogni sua formaarmoniosa e positiva nella vita,o in momenti critici, in rapportoagli altri e al mondo, attraversola luce del Cuore e la Presenzadel Sè. Seminario con ArleenSidhe, dalle ore 14 alle 19, pressoassoc. Lam in piazza Benco 4.Info iscrizioni 3472154583,[email protected]

23 mercoledì ingresso libero

Trattamento visoe prova truccoPrenota il tuo trattamento visogratuito: massaggiolinfodrenante, prova gratuita deiprodotti anti-età e applicazionedi un trucco leggero per le pellipiù delicate. Presso laParafarmacia alla Stazione,chiama lo 040 415277.

25 venerdì ingresso libero

L’abc dello yogaGinnastica psicofisica eorientamenti pre-yoga come

parte del Grathasta Yoga.Conferenza e dimostrazione alleore 19.30 nella sede del CentroCulturale di Yoga Jñanakanda invia Mazzini 30 III p.Info 339 1026985.

25 venerdì - 27 domenicaSlavy GehringConferenza e dimostrazionepubblica di medianità venerdì 25novembre 2016 dalle ore 20 alle21.30. Corso medianità sab edom 26 e 27 novembre ore 10-18.Conferenza 20€ Corso 220€posti limitati. Info e iscrizioniVera 389 1529959,[email protected]

26 sabato ingresso libero

Stress ed emozioni (se-conda parte)Paura, tristezza e lorosomatizzazioni (cistite, colite,infezioni ricorrenti, ansia,insonnia...). Incontro con ladott. S. Piscanec medicoterapia olistica, la dott.B. Torospsicologa psicoterapeuta,la dott. I. Bernardini psicologapsicoterapeuta alle ore 17.30 inCorso Italia, 21 a Trieste.

26 sabatoOperatore per un giornoSarai guidato ad entrare nelmondo della biodinamicacraniosacrale per sperimentarela nuova energia rigenerante chenasce dalla liberazione deicondizionamenti.Con Leonarda Majaron dalle ore10 alle 17 in Piazza Benco 4,aperto a tutti. Prenotazionitel.347 6910549, [email protected]

26 sabato ingresso libero

Arte e creativitàLaboratorio per bambini dai 6anni in poi a cura dellaFondazione ELIC. Ore 17 pressola Libreria Lovat, Viale XXsettembre 20.Info 333 4784293.

28 lunedìFusioncryoHai mai pensato di scolpire il tuocorpo con il freddo? Passa ochiama per avere informazioni e

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28 lunedì ingresso libero

I protagonistidell’impressionismoConferenza dell’artista LeonardoCalvo. Ore 19.30 presso la sededella Scuola d’Arte UNINT dellaMagna Fraternitas Universalis,via Mazzini 30 V p.Info 333 47842293.

❱ GORIZIA

2 mercoledìPalestra Corpo liberoorganizza Corsi di hatha - rajayoga i lunedi e i mercoledì dalle18 alle 19.30 e i giovedì dalle 9.30alle 11 presso la palestra Corpolibero a Ronchi dei Legionari invia Roma 15. Info 0481 777737,0481 550041 Anna.

3 giovedìAssociazione Spazioorganizza Corso qi gongterapeutico: il percorso ha cometema il movimento metallocollegato al polmone nel periododell’autunno. Tutti i giovedì dalleore 17.15 alle 18.15 nella palestraSpazio a Lucinico (GO). Info0481 550041 Anna.

7 lunedìAssociazione Spazioorganizza Corso di hatha -rajayoga i lunedì dalle 9 alle 10.30presso la palestra Spazio aLucinico (GO). Info 0481 550041Anna.

11 venerdì ingresso libero

Festa di San MartinoA partire dalle ore 15.30:Prelibatezze autunnali,mercatino, laboratorio dilanterne e passeggiataall’imbrunire. Scuola Waldorf diBorgnano (Cormons) - Piazzadella Repubblica 33. Info 048167496,[email protected]

11 venerdì ingresso libero

Analisi del capelloe del cuoioProblemi di caduta, diradamentoo forfora ed irritazioni? Conl’aiuto della microcamerasapremo trovare la causa e lasoluzione! Prenota il tuoappuntamento allo 040 415277presso la Parafarmacia allaStazione.

17 giovedì ingresso libero

"Bellezza e vulnerabilitàdei popoli indio delBrasile"Conferenza a cura di SurvivalItalia, nell'ambito della mostra"Hans Steiner Rio/Il segnoritrovato" a Palazzo AttemsPetzenstein, P.zza De Amicis 2,Gorizia - ore 17:30. Per info0481.547499 o 3298485886 -www.hsteiner.it -www.survival.it

27 domenica ingresso libero

Tradizionale festadell’AvventoApertura musicale alle ore 11. Aseguire laboratori per bambini eadulti, bazar, ricco buffet ecaffetteria. Scuola Waldorf diBorgnano (Cormons) - Piazzadella Repubblica 33. Info tel 048167496,[email protected]

❱ UDINE

9 mercoledì ingresso libero

Prova le costellazionifamiliarie rimarrai stupito di comequesto metodo porta alla luce ledinamiche personali inconsceche sono la vera causa deiproblemi di vita. Ore 20.30, viaS. Rocco 142 - info: Giacomo Bo -www.ricerchedivita.it

12 sabato - 13 domenicaKrishna Das a Udine!Seminario di Nada Yoga (lo Yogadel Suono) con il Maestro KrishnaDas. Appuntamento imperdibileaperto a tutti, non è necessarioessere praticanti Yoga, pressoSangha Udine. Info Gianna 3402233994, [email protected] www.sanghaudine.com -www.krishnadas.it

13 domenica"Mindfulness, l'artedi vivere bene"La Mindfulness Espandeaumenta la coscienza di sé eriduce lo stress. Vivere benesignifica saper affrontare conlucidità e sensibilità la propriaesistenza. Seminario con SauroTronconi a Latisana. Infowww.trieste.espande.it,3486090499.

16 mercoledì ingresso libero

Conosci le costellazionifamiliariProva in prima persona questometodo che risolve i problemidella vita, dona pace e serenità, e

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Tata offresiCome Tata sono disponibile adoccuparmi dei bambini. Sonoitaliana e sono una personamatura con esperienza ereferenze. Il mio numero dicellulare è 324 9016019 [email protected]

Incontri con LegambientePuoi trovarci ogni mercoledìdalle 18 alle 20 nella sede di viaDonizetti, 5/a (presso il puntoinformativo dei soci di Triestedella Banca Popolare Etica).Circolo Verdeazzurro diLegambiente Trieste. Info 3663430369, 366 5239111, fax 0409890553,[email protected] -Segui le nostre iniziative suFacebook e suwww.legambientetrieste.it

Alcolisti anonimiAlcolisti Anonimi ti può aiutare:ci trovi in via Pendice Scoglietto6 Tel.040 577388; in via dei Mille18 Tel. 334 3400231; in viaLorenzetti 60 Tel. 366 3433400;in via S. Anastasio 14/10 Tel. 3343961763.

Terapie essenee lettura dell’auraLe terapie essene sono unamedicina di luce completa e direlazione d’ aiuto;l’Aura con isuoi corpi di luce, memorie, etanti altri segnali ci rivela lenostre qualità, identità, cause eorigine di malattie, blocchi e lapresenza di Forme Pensiero; curerelative per ogni malessere edisturbi,riequilibri dei circuitisottili, chakra, emozioni, campiaurici. Trattamenti individuali,gruppi e conferenze con ArleenSidhe, terapeuta essena,formazione certificata con AnneGivaudan. Info 347 2154583,[email protected]

Canti, danze sacre,danzaterapiaDanzaterapia, Canti e danzedella tradizione sacra espirituale, sciamanica, celtica,etnica-popolare delle culture delmondo e di Findhorn; incontribimensili all’Assoc. Lam inpiazza Benco 4; si organizzanoanche per altre scuole,associazioni e per l’infanzia. ConArleen Sidhe. Info 347 2154583,[email protected]

Meditazionidiluceper la nuovaterraMeditazioni in cerchio di co-creazione e guarigione, e nelfacilitare la Transizione in atto eil salto quantico;seguono iMessaggi di luce in aiuto alcambio evolutivo di coscienzadella Terra: ogni incontrovalorizzato nelle energiespecifiche del momento, e concanti sacri e suoni di luce a ciòdedicato. Incontri e serate invarie date nell’ arco di ogni mesepresso sedi associative, usciteesterne, feste sacre e di lunapiena. Con Arleen Sidhe,operatrice olistica, terapeutaessena e del Suono. Info 3472154583,[email protected]

Yoga del suonoe canto armonicoRilevamento del proprio Suonofondamentale, note e sinfoniaindividuale; Ri-accordatura delSè, i suoni dei chakra, del corpofisico e dei corpi sottili; iMantram; Il Canto Armonico e isovratoni cristallini, ed altro.Sedute terapeutiche, lezioniindividuali; corsi, terapie digruppo, laboratori e seminaricollettivi anche a richiesta; conArleen Sidhe. Info 347 2154583,[email protected]

Corso di cucina veganaNatale vegan con lo chefMartino Beria, giovedì 1dicembre alla Locanda delFicchio in via Roma 19 a Ronchidei Legionari. Info e prenotazioni0481 474932.

❱ ESCURSIONI

20 domenicaYoga e naturaEscursione in ambiente carsico,alla “riscoperta” delle bellezzevicine a noi, a cura di FrancoSalvi dell’Institute of YogicCulture. Info e adesioni (perl’organizzazione!) tel.040635718.

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