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DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA AREA PROGRAMMAZIONE E SVILUPPO RURALE
Aprile 2013
SERVIZIO DI VALUTAZIONE IN ITINERE, COMPRENSIVO
DELLA VALUTAZIONE INTERMEDIA ED EX POST DEL
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007-2013 DELLA
REGIONE LAZIO
RAPPORTO DI VALUTAZIONE ANNUALE AL
2012
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. i
INDICE
1. INTRODUZIONE ...................................................................................................................................... 1
1.1 Finalità e oggetto della relazione ................................................................................................. 1
2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE ...................................................... 3
2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l’evoluzione della domanda di valutazione ..................... 3 2.2 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo ......................................................... 7
3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE .......................................................................................... 10
3.1 Relazione sulle attività di valutazione completate ....................................................................... 10 3.1.1 Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia ..................................................................... 10
3.1.2 Rapporto Tematico Progettazione integrata ...................................................................................... 18
3.1.5.1 Progettazione Integrata di filiera .................................................................................................. 18
3.1.5.2 Progettazione integrata territoriale ............................................................................................... 24
3.1.5.3 Pacchetto giovani ...................................................................................................................... 27
3.1.3 Rapporto Tematico Filiere agroalimentari .......................................................................................... 29
3.1.4 Rapporto Tematico Comunicazione .................................................................................................. 32
3.2 Attività di valutazione pianificate ............................................................................................................. 37
3.2.1 Asse 1: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale............................................. 37
3.2.2 Asse 2: Miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale ............................................................... 45
3.2.3 Asse 3: Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale ......................................................... 49
3.2.4 Asse 4: Approccio Leader ................................................................................................................ 54
4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI ............................................................................................ 58
4.1 Acquisizione dei dati secondari ................................................................................................. 58 4.2 Acquisizione di dati primari ....................................................................................................... 60
5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI VALUTAZIONE ...... 62
6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI ............................................. 63
ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO ................................................................. 64
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 1
1. INTRODUZIONE
1.1 Finalità e oggetto della relazione
La presente Relazione annuale illustra i principali risultati delle attività svolte dal Valutatore indipendente
(Agriconsulting spa) del PSR 2007-2013 nel corso dell’annualità 2012. La struttura della Relazione prende a
riferimento il modello indicativo proposto nel Manuale del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione
(Nota di orientamento B -Allegato 6).
Nel seguente quadro sono riportati nella colonna di sinistra il modello indicativo di Relazione di Valutazione
proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6) e in quella di destra la struttura e i
principali contenuti del presente Rapporto di Valutazione annuale in itinere.
Modello indicativo di Relazione di Valutazione proposto dal Manuale del QCMV (Nota di orientamento B – Allegato 6)
Struttura del Rapporto di Valutazione Annuale 2011
1. Introduzione
1. Introduzione
- Finalità ed oggetto della relazione
2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere 2. Il sistema posto in essere per la valutazione in itinere
- Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l’evoluzione della domanda di valutazione
- L’Aggiornamento del disegno di valutazione - La tempistica prevista per rispondere al mandato
valutativo
3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)
3. Le attività di valutazione intraprese (in corso e completate)
- - Relazione sulle attività di valutazione in corso e completate
-
4. Raccolta ed elaborazione dati 4. Raccolta ed elaborazione dati
- - Relazione sullo stato di avanzamento nell’acquisizione ed elaborazione dei dati primari
- - Relazione sullo stato di avanzamento nell’acquisizione ed elaborazione dei dati secondari
5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione
5. Attività di messa in rete delle persone coinvolte nella valutazione
- - Relazione sulle attività svolte dal Valutatore indipendente al fine di: a. diffondere i risultati della valutazione; b. coinvolgere i differenti attori a vario titolo
interessati dal sistema di valutazione in itinere del PSR;
c. trasferire buone prassi valutative (Rete Europea di Valutazione – Rete Rurale Nazionale)
6. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari 5. Difficoltà incontrate e necessità di lavori supplementari
- Relazione sulle criticità che possono ostacolare la delivery dei prodotti valutativi
- Relazione sulle azione correttive intraprese
Nel capitolo 2 viene descritto come il sistema di valutazione si sia adeguato alla naturale evoluzione o
affinamento della domanda di valutazione dovuta sia all’insorgere di nuovi fabbisogni informativi provenienti
da più livelli (locale, regionale, nazionale e comunitario) o come conseguenza di modifiche introdotte nel
PSR.
Nel capitolo 3 vengono riassunte le attività di valutazione intraprese ed in corso rispetto a quanto previsto
dal mandato valutativo. E’ una descrizione dell’avanzamento delle attività di valutazione pianificate e dei
relativi risultati che emergono. Per quanto riguarda i risultati delle attività realizzate viene presentata una
sintesi delle valutazioni effettuate rispetto ai prodotti valutativi realizzati nel corso del 2012 (Aggiornamento
del Rapporto di valutazione intermedia e Rapporti tematici).
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Le attività pianificate vengono descritte per Asse e tematica di approfondimento e hanno come riferimento
temporale le annualità 2013-2014.
Per l’Asse 1, vengono descritte le attività di indagine che sono in corso di realizzazione per obiettivo, e
tenendo conto che le Misure concorrono a più obiettivi, la loro trattazione viene articolata per Misura.
Per L’Asse 2, viene descritta la proposta del Valutatore per realizzare il Rapporto Tematico sull’Ambiente,
secondo quanto previsto dal C.d.O.
Le analisi relative all’Asse 3 risentono del ritardo nello stato di attuazione dell’Asse. In accordo con la AdG si
stanno selezionando le aree campione per rilevare l’indice della qualità della vita al tempo zero. E’ prevista
infatti una rilevazione successiva, che sarà realizzata per la valutazione ex post. L’indicatore, costruito dal
Valutatore, rappresenta un indicatore baseline legato all’obiettivo del miglioramento della qualità della vita
nelle aree rurali.
Per quanto riguarda l’Asse Leader, proseguendo il percorso valutativo sulla valutazione del valore aggiunto,
vengono descritte le attività di indagine che nel 2013 vedranno coinvolti i GAL e beneficiari.
Il capitolo 4 entra nel merito degli “input” informativi del processo di valutazione descrivendo da un lato lo
stato dell’arte nell’acquisizione di dati da fonti primarie (indagini dirette presso beneficiari del PSR, interviste
a testimoni privilegiati, focus group..) e dall’altro l’acquisizione di dati da fonti secondarie (il sistema di
gestione/monitoraggio del PSR, documentazione tecnica allegata alle domanda di aiuto e pagamento, fonti
statistiche ufficiali, studi e ricerche..).
Il capitolo 5, per ciò che è di pertinenza del Valutatore indipendente, descrive le attività condotte al fine di
condividere con gli attori coinvolti nella valutazione del programma (A.d.G, GAL, beneficiari..) le principali
risultanze del processo di valutazione in itinere.
Il capitolo 6, infine, riassume le principali criticità inerenti il sistema di valutazione posto in essere e gli
eventuali meccanismi correttivi adottati o in corso di definizione al fine di superare i possibili ostacoli.
Sono riportati in Allegato, come previsto dal contratto di affidamento del servizio di valutazione, la
quantificazione degli indicatori di risultato.
La sintesi del Rapporto viene presentata in un rapporto a sé stante.
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2. IL SISTEMA POSTO IN ESSERE PER LA VALUTAZIONE IN ITINERE
2.1 Il mandato valutativo: i prodotti previsti e l’evoluzione della domanda di valutazione
Qui di seguito vengono riportati sinteticamente l’oggetto, gli obiettivi e le funzioni, le attività richieste e i
vincoli derivanti dal Capitolato d’Oneri (di seguito C.d.O) del servizio di valutazione in itinere del PSR della
Regione Lazio, in seguito formalizzati all’interno del contratto di affidamento del servizio.
L’oggetto del servizio (Art. 1) fa riferimento alle attività di valutazione del Programma di Sviluppo Rurale
della Regione Lazio 2007-2013 approvato dalla Commissione europea con Decisione C(2008) 708 del 15
febbraio 2008 e successivamente revisionato a seguito del Health Check con Decisione C(2009) 10345 del 17
dicembre 2009. I riferimenti metodologici del sistema di valutazione (Art. 2 C.d.O) sono strettamente legati
ai contenuti del Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione (di seguito, QCMV).
A tal proposito possono essere messi in risalto due elementi:
oltre alle domande valutative comuni previste dal Manuale del QCMV la Regione Lazio ha previsto
delle domande di valutazione aggiuntive formulate in modo da cogliere gli aspetti distintivi del PSR
della Regione Lazio;
oltre agli indicatori comuni previsti dall’Allegato VIII al Reg.CE 1974/2006 la Regione ha previsto
degli indicatori aggiuntivi che fanno riferimento alla Misura 121 (aziende che trasformano e
commercializzano i prodotti in azienda) e agli interventi previsti su più Misure (111-114-121)
finalizzati alla ristrutturazione e riconversione del settore tabacco.
Per quanto riguarda i contenuti del servizio (Articolo 3 C.d.O) la Regione, conformemente agli orientamenti
comunitari in materia di valutazione delle politiche di sviluppo rurale, fa riferimento alle seguenti fasi:
Strutturazione, Osservazione, Analisi, Giudizio.
Per quanto riguarda la prima fase La Regione ha richiesto al Valutatore la produzione del “Rapporto sulle
condizioni di valutabilità” nel quale viene illustrato l’impianto metodologico preposto alla valutazione del PSR
2007-2013 (sintetizzato nel paragrafo successivo).
La fase di “Osservazione” che è volta ad individuare le informazioni disponibili e pertinenti e a specificare la
validità e l'uso dei dati quantitativi e qualitativi utilizzati. Tali elementi sono descritti dal punto di vista
metodologico nel paragrafo 3 del presente capitolo, mentre lo stato dell’arte nell’acquisizione degli input
informativi viene trattato nel capitolo 4.
La fase di “Analisi” dedicata all'analisi di tutte le informazioni disponibili per valutare gli effetti e gli impatti
delle misure del programma in relazione agli obiettivi e ai rispettivi livelli obiettivo fissati dal programma
stesso. Tale fase viene ripresa dal punto di vista metodologico nel capitolo 3 del presente capitolo.
Nella fase di “Giudizio” il valutatore deve rispondere a tutte le domande del questionario comune e trae le
conclusioni in base all'analisi, tenendo conto dei criteri di giudizio definiti nella fase di strutturazione. Le
conclusioni e le raccomandazioni si riferiscono agli effetti sia delle singole misure sia dell'intero programma.
I prodotti della valutazione (Art. 5) sono di seguito elencati sulla base della tempistica definita nel contratto
per l’affidamento del servizio di valutazione in itinere del PSR 2007-2013 e da successivi accordi presi con la
Regione Lazio.
Rapporto sulle condizioni di valutabilità (consegnato il 20 settembre 2010);
Rapporti annuali di valutazione in itinere e loro sintesi: per gli anni 2008, 2009, 20101 (consegnati il
15 Aprile del 2011)
1 per i rapporti annuali 2008 e 2009, visto che il contratto di affidamento del servizio è stato firmato il 20 luglio 2010, ben oltre le scadenze previste dal C.d.O per le due annualità ed in prossimità della consegna della Valutazione intermedia, si è optato per la consegna dei due Rapporti contestualmente alla consegna del Rapporto Annuale di Valutazione del 2010;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Il Rapporto annuale di Valutazione 2011 (consegnato in data 16 Aprile 2012)
Il Rapporto annuale di Valutazione 2012 (oggetto della presente consegna, in data 15 Aprile 2013)
Il Rapporti annuali di Valutazione 2014 entro il 15 Aprile dell’anno seguente;
Rapporto di valutazione intermedia (consegnato il 15 ottobre 2010 e in versione definitiva il 7
dicembre 2010);
Aggiornamento del Rapporto di valutazione intermedia entro il 15 ottobre 2012 (consegnato a
dicembre e attualmente in fase di revisione);
Rapporto di valutazione ex post: entro il 15 ottobre 2015
6. Rapporti tematici; come indicato nel CdO la loro tempistica (Art. 10) sarà definita di concerto con
la Regione e comunque prevede due consegne: entro il 31.12.2012 e entro il 31.12.2015.
I sei rapporti tematici fanno riferimento ai seguenti aspetti:
a) giovani e politiche di genere;
b) ambiente;
c) agroalimentare (consegnato a gennaio 2013);
d) strategie di sviluppo locale;
e) progettazione integrata (consegnato a gennaio 2013);
f) comunicazione ed informazione consegnato a marzo 2013)
Per quanto riguarda i vincoli (l’Art. 6 Obblighi per il Valutatore) prevede che per tutti gli aspetti
amministrativi e metodologici, il valutatore debba fare riferimento alle disposizioni impartite
dall’Amministrazione committente (AdG). Il Valutatore dovrà garantire un adeguamento dell’impianto
metodologico in base alle richieste formulate dall’A.d.G, dal C.d.S e dalla Commissione. Il Valutatore dovrà
favorire lo scambio e la diffusione dei risultati della valutazione anche con altri soggetti coinvolti nella
programmazione regionale in materia di FESR e FSE nonché con la Rete Rurale.
Possono essere evidenziati due ulteriori elementi previsti dall’Art. 6 e dal’Art. 5 che vincolano il Valutatore
nella esecuzione di indagini per rilevare dati di natura primaria:
1. rispetto alle indagini che il Valutatore eseguirà, viene richiesto di prevedere una numerosità
campionaria tale da consentire un margine di errore non superiore al 10% sulle stime delle variabili
oggetto delle rilevazioni;
2. per quanto riguarda l’esecuzione dei rapporti tematici viene richiesto di prevedere indagini dirette su
un campione di almeno 1.000 soggetti beneficiari del PSR, per le tematiche sopraelencate da a) fino
alla e).
Le attività di valutazione sono state impostate in modo da poter fornire evidenze sul grado di
raggiungimento degli obiettivi del Programma attraverso la stima degli indicatori di risultato ed impatto, vedi
Allegato I . Le attività di rilevazione dei dati primari sono dunque impostate in modo da poter fornire stime
dei suddetti indicatori e allo stesso tempo acquisire informazioni di natura quali quantitativa utili a rispondere
ai quesiti valutativi.
Per quanto riguarda i risultati, gli elementi che ostacolano una puntuale quantificazione del dato sono
riconducibili sostanzialmente al livello di attuazione delle relative Misure.
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Tab. 4.1.2a: Indicatori di risultato
Obiettivo Indicatore Misura Strumenti utilizzati
Profilo di analisi
Difficoltà incontrate
Asse I Miglioramen
to della competitività del settore
agricolo e forestale
(si terrà conto del
contributo delle Misure
attuate attraverso l’Asse IV Leader)
1) Numero di partecipanti che hanno conseguito con successo i corsi di formazione
111 DM2 IC3
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Il sistema di monitoraggio non consente una perfetta definizione degli interventi
realizzati: la tematica trattata e le ore dedicate
sia per le attività implementate nell’ambito
dell’azione 1a che dell’azione 1b)
(2 )Accrescimento del valore aggiunto lordo nelle aziende finanziate
112 IC
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
In alcuni casi gli universi dei progetti conclusi, per i quali era possibile andare a verificare la performance degli indicatori era troppo esigua per consentire la realizzazione di disegni campionari. In quei casi
sono stati censiti gli universi di riferimento
(Misura 123 Az.1)
113 IC
114 IC
115 IC
121 IC
123 IC
124 IC
125 IC
(3) Numero di aziende che introducono nuovi prodotti o nuove tecniche
121 DM IC
Analisi efficacia e individuazione
direttrici di innovazione
122 DM IC
123 DM IC
124 DM IC
(4) Val. della prod. agric.secondo standard/etichette di qualità (…)
132 DM DC4 Analisi efficacia
133 DM DC
Per gli indicatori di risultato dell’Asse 2, la caratteristica stessa dell’indicatore consente annualmente una sua
stima ed un suo monitoraggio
Obiettivo Indicatore Misura Strumenti utilizzati
Profilo di analisi
Difficoltà incontrate
Asse II Ambiente
(6) Zona caratterizzata da una gestione che favorisce (ha/anno):
a) Prevenz. marginaliz/abbandono terreni agr
Tutte le Misure a superific
e
DM GIS DC Analisi di efficacia
Ricostruzione degli usi del suolo e delle aree a rischio
idrogeologico sovrapponendo più fonti
b) Biodiversità
c) Acqua
d) Cambiamenti climatici
e) Suolo
2 Elaborazioni su Dati di Monitoraggio 3 Indagini Campionarie 4 Elaborazioni su Dati di Contesto
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Per quanto concerne gli indicatori di risultato dell’Asse 3 e 4, all’interno del rapporto sono stati valorizzati
esclusivamente quelli legati all’attuazione della Misura 311, dal momento che le altre Misure, attuate con la
Progettazione Integrata Territoriale e i PSL, non presentano interventi conclusi.
Asse 3 e 4
Obiettivo Indicatore Misura Strumenti utilizzati
Profilo di analisi
Difficoltà incontrate
Asse III Qualità della
vita e diversificazio
ne
Asse IV Leader
(7) Aumento del valore aggiunto lordo non-agricolo (nelle aziende beneficiarie)
311 IC
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Tempistica nella restituzione del dato ha
reso necessario anticipare l’indagine
312 IC
313 CdS5
L’indicatore non è pertinente per i contenuti
della Misura, poiché l’effetto non è diretto ma
indiretto
(8) Quantità totale di posti di lavoro creati
311 IC
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Tempistica nella restituzione del dato ha
reso necessario anticipare l’indagine
312 IC Non avviata
313 CdS
L’indicatore non è pertinente per i contenuti
della Misura, poiché l’effetto non è diretto ma
indiretto
Asse IV Per l’Asse IV si farà
riferimento alle indagini sulle Misure PSR
(9) Numero maggiore di visite
311 IC Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
313 CdS Non avviata
(10) Popolazione delle zone rurali che beneficia (…)
321 DM
CdS
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Attività legata alla attuazione dei PIT e PSL
322
323
(11) Maggiore diffusione di Internet nelle zone rurali
321 DM
CdS
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Attività legata alla attuazione dei PIT e PSL
(12) Numero Partecipanti (…)
331 DM
CdS
Analisi di efficacia e del
cambiamento prodotto
Attività legata alla attuazione dei PIT e PSL
341
Asse IV
5 Casi di Studio
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2.2 La tempistica prevista per rispondere al mandato valutativo
La tempistica per la restituzione dei risultati della valutazione è strettamente connessa con lo stato di
attuazione del PSR e delle singole Misure, possono essere infatti individuati in linea generale i seguenti casi:
1. sono stati predisposti i dispositivi attuativi (linee guida, bandi) e sono state avviate le procedure di
selezione per la raccolta delle domande di aiuto;
2. si sono concluse le procedure di selezione e le relative procedure istruttorie fino alla ammissibilità a
finanziamento delle domande di aiuto (per le misure a superficie l’iter prevede per il primo anno la
domanda di aiuto);
3. sono state presentate le domande di pagamento a conclusione degli interventi previsti (omettendo le
richieste di anticipazione per gli investimenti materiali) per le Misure strutturali o le domande di
conferma per le Misure a superficie.
Ad ognuno dei punti sopra elencati può essere associato un profilo di analisi con la relativa tempistica di
restituzione, come riportato nella tabella seguente.
Le analisi finalizzate alla valutazione del processo di attuazione sono state realizzate annualmente nel corso
delle attività di valutazione in itinere e abbracciano trasversalmente tutti gli Assi.
Come riportato in tabella, la valutazione entra nel merito dei dispositivi di attuazione, nella presente
relazione è stata descritta l’attività pianificata per tutti gli Assi e la tematica di approfondimento
sull’ambiente, vengono inoltre presi in esame i criteri di priorità utilizzati e la loro efficacia nell’orientare la
selezione delle domande, e infine vengono analizzate le realizzazioni per verificare in che misura gli obiettivi
operativi sono perseguiti.
Tab. 2.2.1: Analisi del processo di attuazione
Frequenza di
aggiornamento Dati utilizzati
Profilo di analisi
Strumento utilizzato
Difficoltà incontrate
Analisi dei dispositivi di attuazione
Ad ogni modifica dei dispositivi Documentazione
tecnica Analisi coerenza
e efficienza TBGE6
Il giudizio valutativo Interviene sempre in un momento posteriore alla
predisposizione degli dispositivi
Efficacia del criteri di priorità utilizzati
Dopo la selezione delle operazioni
Sistema di monitoraggio/
Documentazione
Tecnica
Analisi di efficacia
TED7
TBGE
I sistemi informativi non sempre riescono a
registrare i punteggi disarticolati per criterio
adottato
Analisi delle realizzazioni (tipologie di
investimento – tipologia beneficiari – territori interessati)
Annuale
Sistema di monitoraggio/
Documentazione
Tecnica
Analisi di efficacia
pertinenza
TED
GIS8
TBGE
I sistemi informativi non sempre riescono a
restituire un’articolazione delle operazioni finanziate
per tipologia, coerente con gli obiettivi operativi
delle Misure
6 Tecniche Basate sul Giudizio di Esperti 7 Tecniche di Elaborazione dei Dati 8 Sistemi informativi geografici
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Tab. 2.2.2: Indicatori di risultato
Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione
dati Restituzione
dato
Riferimento a Prodotti Valutativi
Asse I Miglioramento
della competitività del settore agricolo
e forestale (si terrà conto del
contributo delle Misure attuate
attraverso l’Asse IV Leader)
Numero di partecipanti che hanno conseguito con successo i corsi di formazione
111
(2 )Accrescimento del valore aggiunto lordo nelle aziende finanziate
112
2012-2013 2013-2014 ARVI9 2012 RAV 2013
113
114
115
121
123
124
125
(3) Numero di aziende che introducono nuovi prodotti o nuove tecniche
121
2012-2013 2013-2014 ARVI 2012 RAV2013
122
123
124
(4) Val. della prod. agric.secondo standard/etichette di qualità (…)
132 2011 2012 RAV10 2011 RAV 2013
133 2010/2012 2010/2013 RVI11 2010 RAV 2013
Asse II Ambiente
(6) Zona caratterizzata da una gestione che favorisce (ha/anno):
a) Prevenz. marginaliz/abbandono terreni agr
Le Misure /azioni interessate
annuale Annuale
RAV 2011 e successivi
b) Biodiversità
annuale Annuale
annuale Annuale
annuale Annuale
c) Acqua annuale Annuale
d) Cambiamenti climatici annuale Annuale
e) Suolo annuale Annuale
Asse III Qualità della vita e
diversificazione
Asse IV Leader
(7) Aumento del valore aggiunto lordo non-agricolo (nelle aziende beneficiarie)
311 2012 2013 ARVI 2012
312 2014 2015 ex post
313 2014 2015 ex post
(8) Quantità totale di posti di lavoro creati
311 2012 2013
2013 2014
RAV 2012 RAV 2013
312 2014 2015 ex post
313 2014 2015 ex post
9 ARVI: Aggiornamento Rapporto di Valutazione Intermedia (scadenza ottobre 2012) 10 RAV: Rapporto di valutazione annuale 11 RVI: Rapporto di valutazione intermedia, consegnato a dicembre 2010
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 9
Obiettivo Indicatore Misura Rilevazione
dati Restituzione
dato
Riferimento a Prodotti Valutativi
Asse IV 2014 2015 ex post
(9) Numero maggiore di visite 313 2012-2013 2013-2014 ex post
(10) Popolazione delle zone rurali che beneficia (…)
321 2014 2015 ex post
322 2014 2015 ex post
323 2014 2015 ex post
(11) Accrescimento nella penetrazione di Internet (…)
321 2014 2015 ex post
(12) Numero Partecipanti (…)
331 2014 2015 ex post
341 2014 2015 ex post
Asse IV 2014 2015 ex post
Indicatori supplementari
regionali per asse IV
Incremento delle presenze turistiche Asse IV 2014 2015 ex post
Numero utenti formati Asse IV 2014 2015 ex post
Numero utenti raggiunti da nuovi servizi
Asse IV 2014 2015 ex post
Tab. 2.2.3: Indicatori di impatto
Indicatore Variabile Metodo
rilevazione Restituzione
dato Riferimento a
Prodotti Valutativi
Crescita economica Valore aggiunto netto espresso in standard di potere d’acquisto (PPS)
2013/2014 2015 RAV ex post
Posti di lavoro creati Posti di lavoro netti creati espressi in equivalenti a tempo pieno (FTE)
2013/2014 2015 RAV ex post
Produttività del lavoro Variazione del valore aggiunto lordo a occupato FTE
2013/2014 2015 RAV ex post
Ripristino della biodiversità Cambiamenti nell’andamento del farmland bird index (%)
2013/2014 2015 RAV ex post
Conservazione di habitat agricoli (5.1) e forestali (5.2) di alto pregio naturale
Cambiamenti nelle aree agricole e di forestali alto pregio naturale (%)
2013/2014 2015 RAV ex post
Miglioramento della qualità dell’acqua
Variazione nel bilancio lordo dei nutrienti: (6.1): bilancio azotato lordo; (6.2): bilancio fosfatico lordo
2013/2014 2012
RAV 2011
ARVI 2012
Contributo all’attenuazione dei cambiamenti climatici
Aumento della produzione di energia rinnovabile (ktoe)
2013/2014 2013 2015
ARVI 2012
RAV 2012
ex post
Per quanto concerne i rapporti tematici, nel presente rapporto viene descritta la proposta di
approfondimento per la tematica ambientale.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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3. ATTIVITA’ DI VALUTAZIONE INTRAPRESE
3.1 Relazione sulle attività di valutazione completate
3.1.1 Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia
Il Rapporto ha illustrato i risultati delle attività di indagine svolte dal Valutatore nel corso del 2011- 2012,
volte ad aggiornare, ma soprattutto ad ampliare ed integrare i risultati delle analisi avviate nella prima fase
del processo valutativo (Valutazione Intermedia al 2010) e i conseguenti giudizi.
Le attività svolte hanno riguardato, in particolare, la realizzazione o il completamento di numerose indagini
dirette nel territorio, attraverso il ricorso a metodologie e tecniche valutative differenziate in funzione della
natura degli interventi e delle specifiche finalità informative (interviste a campioni rappresentativi dei
beneficiari, focus group, analisi di casi studio ecc.), le quali hanno consentito l’acquisizione di dati primari
elaborati al fine di quantificare risultati, impatti e di fornire una più esaustiva risposta alle domande
valutative.
La parte più consistente del Rapporto ha affrontato in maniera trasversale gli effetti del Programma: il
raggiungimento degli obiettivi economici, occupazionali, ambientali e le risposte alle domande valutative
trasversali. L’articolazione degli approfondimenti condotti ripercorre la strategia di intervento del PSR e
affronta gli ambiti di particolare priorità regionale.
L’analisi valutativa condotta su tutte le Misure dell’Asse 1 consente di tracciare delle conclusioni differenziate
per la componente agricola/agroalimentare e per quella forestale.
Per quanto riguarda l’efficacia del PSR sugli obiettivi di politica agricola e agroalimentare può essere
evidenziato l’ottima perfomance dei dispositivi della progettazione integrata sia aziendale che di filiera.
Il pacchetto aziendale ha consentito di favorire la rilevazione di aziende da parte di neo insediati orientati ad
un miglioramento strutturale dell’azienda rispetto alla sostenibilità economica ed ambientale.
Per il “pacchetto giovani” può essere evidenziato come a fronte di investimenti mediamente meno consistenti
rispetto a quelli realizzati nell’ambito del bando singolo o della PIF, i neo insediati abbiano puntato su
investimenti volti all’introduzioni di innovazioni in azienda, alla qualificazione delle produzioni e
all’accorciamento della filiera attraverso la trasformazione delle produzioni aziendali e la vendita diretta.
Gli effetti della Misura è determinante nel rinnovamento generazionale della classe imprenditoriale agricola
regionale: i cedenti interessati da sostituzione totale nella conduzione hanno un’età media di 62,5 anni
rispetto ad un’età media dei beneficiari di 31 anni; si rileva quindi una riduzione dell’età del conduttore pari a
31,5 anni.
Le azioni a supporto della qualificazione del capitale umano, in particolare le Misure 111 e 114, hanno fatto
registrare performance al di sotto delle aspettative del programmatore. La rimodulazione finanziaria
approvata nel corso del 2011 ha ridotto la dotazione finanziaria delle misure 111 e 114 rispettivamente di
2,5 e 14 milioni di euro, rispettivamente il 31 e il 77% della dotazione iniziale.
In parte l’attuazione delle due Misure, ed in particolare della 114 si è legata al “pacchetto giovani”, dove la
richiesta dei neo insediati di servizi di consulenza aziendale è presente nel 78% dei casi. Molto più basso è
stato il ricorso alla formazione prevista dalla 111, solo il 10% dei neo insediati hanno previsto tale Misura nei
Piani Aziendali.
L’analisi di contesto aveva evidenziato un deciso fabbisogno in azioni di formazione e informazione rivolte
alla qualificazione degli imprenditori agricoli e forestali. Il fabbisogno era giustificato dalla bassa incidenza
nel Lazio (Eurostat, 2000) di capi di azienda con una formazione agraria elementare (3,8%) o completa
(2,2%), non adeguata alle crescenti richieste di adattamento del settore agricolo ai criteri di sostenibilità
ambientale dei processi produttivi e di competizione sul mercato.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 11
L’obiettivo era innalzare l’incidenza dei capi di azienda agricola con una formazione agraria di base, almeno
fino al 5% circa. L’aggiornamento (Eurostat, 2005) dell’indicatore iniziale di obiettivo n. 4 – Istruzione e
formazione nel settore agricolo – ha fatto rilevare un incremento sia del numero, sia dell’incidenza dei capi
d’azienda con istruzione agraria di base, fino al 6,8%. La situazione regionale rimane comunque inferiore a
quella nazionale, dove la percentuale di capi d’azienda agricola dotati di un’istruzione agraria di base è pari a
8,2%.
Il giudizio del Valutatore è che a fronte di un’esigenza formativa, espressa soprattutto dai giovani, non c’è
stata una adeguata offerta formativa soprattutto per quanto riguarda le tematiche proposte: vi è una
richiesta di percorsi formativi atti a risolvere specifiche esigenze aziendali che richiedono un’impostazione
meno generalista (legata all’acquisizione del requisito della professionalità) e più mirata alle attività aziendali.
A tal proposito, l’apprezzamento dei partecipanti ai corsi di formazione è piuttosto positivo soprattutto per
quanto riguarda l’azione di tutoraggio aziendale, azione che per sua natura è ritagliata sulla risoluzione delle
problematiche aziendali.
Analogamente, i neo insediati valutano positivamente la consulenza ricevuta attraverso la Misura 114: in
generale il giudizio è molto positivo su tutti gli aspetti ed in particolare è stata apprezzata la rispondenza
della consulenza alle aspettative iniziali e la coerenza dei contenuti rispetto agli obiettivi dichiarati.
Tale aspetto dovrà essere analizzato dalla Regione in vista delle futura programmazione, laddove viene
raccomandato “che il trasferimento di conoscenze e le azioni di informazione non dovrebbero limitarsi ai
classici corsi di formazione, ma assumere forme più confacenti alle esigenze degli operatori rurali”. “In
quest'ottica vanno quindi promossi seminari, coaching, attività dimostrative, azioni di informazione, come
pure programmi di scambi o di visite interaziendali di breve durata.” (Punto n. 14 dei Considerata della
proposta di nuovo Regolamento FEASR).
In più il Valutatore ritiene che da un lato venga maggiormente presidiata la fase di selezione degli Enti che
erogano formazione e dall’altro che l’AdG si debba dotare di un adeguato sistema di monitoraggio in grado di
supervisionare non solo le attività dell’Ente di formazione ma anche le informazioni inerenti i destinatari delle
attività (i formati).
La Progettazione Integrata di Filiera ha coinvolto 1.353 soggetti di cui 490 beneficiari ammissibili
(36,2%), 793 destinatari di servizi (58,6%) e 70 non beneficiari (5,2%). Emerge un’ulteriore aspetto che
amplia il contributo all’approccio integrato allo sviluppo delle aree rurali regionali: il forte coinvolgimento
delle istituzioni e degli Enti Locali promosso dalla Regione per raggiungere partenariati rappresentativi nelle
diverse filiere. La presenza di questi soggetti ha comportato un coinvolgimento diretto del territorio nella
definizione degli obiettivi e nella progettazione con un conseguente miglioramento delle relazioni tra
sistema delle imprese e sistema istituzionale.
L’intervento nelle filiere è stato quindi nei fatti coordinato con altri interventi presenti sul territorio, attraverso
gli attori economici ed istituzionali che vi hanno partecipato. In particolare la presenza di Enti territoriali nei
partenariati e il loro ruolo di animatori della sua costituzione e del PIF se, da una parte, ha portato ad un
allungamento dei tempi attuativi, successivamente ha agevolato la realizzazione del progetto sia attraverso
una maggiore corresponsabilità delle imprese alle finalità del PIF, sia attraverso una maggiore attenzione e
disponibilità delle Amministrazioni Locali e Regionali nell’espletamento degli iter burocratici di loro
competenza.
I criteri posti alla base dello strumento della progettazione integrata (condivisione tra i partner delle scelte di
investimento, finalizzazione degli interventi verso obiettivi specifici, stipula di contratti stabili di conferimento
della materia prima), oltre alla presenza di giovani propensi ad investire nell’ambito di una filiera,
sottolineano il contributo della progettazione integrata alla promozione di un settore agroalimentare forte e
dinamico.
Attraverso l’attuazione della Progettazione Integrata di Filiera la Regione Lazio ha promosso non solo il
rafforzamento dei partenariati esistenti, ma anche l’aggregazione tra nuovi soggetti. In particolare il 41% dei
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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PIF ha previsto la stipula di nuovi contratti di acquisto/conferimento della materia prima interessando il 70%
delle settori/comparti coinvolti nella progettazione integrata ed inoltre 7 dei 22 progetti approvati sono il
risultato di aggregazioni successive alla domanda iniziale con la finalità di creare relazioni tra soggetti
operanti nella stessa filiera che al momento della Manifestazione di Interesse avevano presentato iniziative
separate.
A livello Regionale, inoltre, si registra una buona presenza di organizzazioni di produttori (OP) riconducibili al
settore ortofrutticolo (frutta a guscio, funghi, ortofrutta) che complessivamente rappresentano il 12,5% delle
OP ortofrutticole nazionali; ma risulta invece presente un’unica OP afferente ad altri settori. Per quest’ultimi i
dati mostrano un sistema produttivo regionale caratterizzato dalla scarsa presenza di forme
associative/organizzative già collaudate e consolidate.
Il rafforzamento delle relazioni e legami di partenariato a livello regionale e nazionale emerge come il
principale risultato del Programma nella Regione Lazio; il periodo piuttosto lungo per la costruzione e la
riorganizzazione dei Partenariati, che ha coinvolto in modo attivo le istituzioni private e pubbliche ed Enti
locali e Regionali ha certamente portato ad un miglioramento della capacità di gestione del Partenariato ed
ad effetti positivi sia sulla realizzazione del progetto sia sulle sue ricadute.
A sottolineare il ruolo determinante assegnato al tema dell’innovazione è stata la scelta da parte della
Regione Lazio di attivare la Misura 124 esclusivamente ed obbligatoriamente all’interno della Progettazione
Integrata di Filiera. Peraltro si è riscontrato in sede di intervista che l’introduzione di innovazioni
rappresentava un fabbisogno prioritario di promozione del PIF per il 90,5% dei capofila intervistati.
Per quanto riguarda la qualità il contributo dell’Asse 1, è stato perseguito trasversalmente attraverso le
singole Misure 111, 112, 114, 121, 122, 123, 124, 132, 133 e i dispositivi attuattivi della progettazione
integrata (PG – PIF). Da un lato si evidenzia uno scarso successo delle Misure espressamente indirizzate a
favorire l’adesione degli agricoltori ai sistemi di qualità (132) e alla promozione delle produzioni certificate in
ambito regionale (133).
Il numero limitato di adesioni della 132 sposta la riflessione sulla necessità di rivedere i meccanismi di
accesso alla misura stessa; si tratta di un sostegno limitato dal punto di vista economico che comporta
procedure di accesso complesse da parte delle imprese. Il rapporto costi-benefici, non rende appetibile
l’accesso alla misura. Inoltre, un’ulteriore considerazione sulle modalità di accesso alla misura stessa
riguarda il vincolo produttivo rispetto alle certificazioni, non possono cioè partecipare i trasformatori che per
molte DOP sono i soggetti che sostengono le spese di certificazione.
Le riflessioni rispetto alla ridotta partecipazione della 133 si legano, innanzitutto a due aspetti procedurali. Il
primo riguarda il cofinanziamento del 30%. Alla misura partecipano soggetti di rappresentanza rispetto alle
imprese con un sistema di vincoli che non permette di promuovere direttamente le produzioni aziendali. In
tal caso non esiste un beneficio diretto da parte delle imprese associate o aderenti ai consorzi di
valorizzazione e risulta complesso coinvolgere le stesse per co-finanziare l’iniziativa.
Le iniziative di comunicazione, informazione e di partecipazione a fiere ed eventi per la promozione delle
produzioni di qualità hanno un carattere di sistema e non costituiscono, tout court, un beneficio diretto sui
prodotti, sulle produzioni, sulle aziende, tale da motivare un cofinanziamento da parte dei beneficiari.
Il secondo aspetto critico riguarda l’impossibilità di avviare i progetti con l’ausilio di anticipazioni. In un
periodo di crisi congiunturale la carenza di liquidità è uno degli elementi frenanti per le imprese e gli
organismi che le rappresentano. E la gestione di tempi medio-lunghi per la rendicontazione e liquidazione
degli stati di avanzamento rappresenta un vero e proprio ostacolo rispetto all’incentivo potenziale.
La partecipazione dei privati a iniziative di questa tipologia potrebbe essere garantita attraverso il concorso
di soggetti pubblici che fungono da collettori di progettualità. Ciò potrebbe accadere in altri ambiti di
finanziamento, con il concorso di altri fondi strutturali o con risorse di altra natura. Questo elemento oltre ad
essere un deterrente alla partecipazione alla misura potrebbe costituire una potenziale sovrapposizione,
limitando in termini di risultato, gli effetti complessivi degli interventi di comunicazione.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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A ciò si aggiunge, altresì, la non cumulabilità, prevista nel bando, di partecipare per le stesse iniziative agli
investimenti in informazione e comunicazione presentati ai sensi del Regolamento 2826/2000 che interviene
in ambiti analoghi di promozione e comunicazione.
Per quanto riguarda la valorizzazione delle produzioni di qualità attraverso le misure ad investimento, nelle
PIF, nonostante attraverso le priorità previste il 36% dei progetti integrati ammessi a finanziamento (al
31/12/2010) ha coinvolto produzioni conformi a tali disciplinari e in particolare al biologico, alla DOP, all’IGP
e alle carni bovine etichettate, se si guarda al valore complessivo delle produzioni agricole coinvolte nella
(circa 330 milioni di euro), il volume di produzione certificata è pari allo 0,2% per quelle biologiche, lo 0,7%
per i prodotti DOP e IGP e lo 0,8% per i vini DOC. Nel Lazio il fatturato dei prodotti agro-alimentari di
qualità (DOP, IGP, VQPRD e prodotti da agricoltura biologica) ammonta a circa 156,5 milioni di euro che
pesano per il 6% sul valore totale della produzione agricola regionale (ISMEA 2006). Tale dato mostra un
evidente differenziale tra contesto e valore della produzione certificata coinvolta nelle PIF.
Per la Misura 121, invece, l’analisi dei punteggi attribuiti in fase istruttoria evidenzia che il 21% delle aziende
finanziate riceve punteggio sul criterio di priorità premiante le aziende che aderiscono a sistemi di qualità
riconosciuti e/o al sistema di produzione biologico. Tale percentuale è superiore all’incidenza delle aziende
che realizzano produzioni DOP, IGP e biologiche rilevata da Istat nel censimento 2010 (9%) evidenziando
come gli interventi promossi dalla Misura hanno interessato maggiormente le aziende che realizzano
produzioni di qualità. Il 22% dei beneficiari inclusi nel campione intervistato ha migliorato la qualità delle
produzioni aziendali in seguito alla realizzazione degli investimenti: nella maggior parte dei casi gli interventi
hanno favorito l’adesione al sistema di produzione biologico (18%).
I dati rilevati sul campione delle aziende della Misura 123 denotano come gli incrementi percentuali di
fatturato sulle produzioni di qualità siano inferiori rispetto alle altre produzioni: i volumi complessivi della
materia prima lavorata dalle imprese beneficiarie sono cresciuti dell’11,8%, a cui ha fatto seguito un
incremento del 6,5% della quota parte relativa ai prodotti di qualità.
I dati di contesto rilevano che nel 2010, la Regione Lazio, sulla base dei dati ISMEA, si posiziona al decimo
posto in Italia, scivolando di tre posizioni rispetto al 2006, con un fatturato di 40,9 milioni di Euro riferibili a
un totale di 21 prodotti, di cui 11 DOP e 10 IGP registrati. Il fatturato delle produzioni DOP e IGP regionali
ha fatto registrare, infatti, tra le annualità 2009 e 2010 un aumento inferiore a quello degli anni passati,
risentendo degli effetti negativi della crisi congiunturale in atto. Probabilmente il numero di partecipazioni
limitate, soprattutto nelle nuove imprese, risente dell’effetto “rodaggio” attività in un periodo di consumi
ridotti e crisi economica.
Tale situazione di contrazione, rispetto alle perfomance rilevate nel PSR suggerisce tre raccomandazioni:
devono essere più incisive le priorità assegnate nella selezione delle PIF, considerando l’incidenza
percentuale delle produzioni di qualità sul fatturato complessivo dei soggetti che si aggregano attorno al
progetto integrato;
occorre semplificare le procedure di accesso alla Misura 132 in modo da rendere più favorevole il
rapporto tra costi/benefici per il produttore e allargare la partecipazione della Misura alla parte della
trasformazione che è quella che sostiene i costi di certificazione più elevati. Rispetto a quest’ultimo
aspetto si dovrà attendere l’approvazione del futuro regolamento FEASR;
anche sulla 133 sono presenti problemi di accesso alla Misura determinati dalla natura dei soggetti
beneficiari che hanno difficoltà a coprire la quota parte di cofinanziamento e dal fatto che non sono
riconosciute anticipazioni.
Per quanto riguarda il settore forestale regionale il PSR è riuscito ad incidere poco sui punti di debolezza
individuati in fase ex ante. La misura 122 denota performance decisamente negative dovute, innanzitutto, ad
una scarsissima adesione da parte dei potenziali soggetti beneficiari. Le motivazioni che hanno indotto un
così notevole insuccesso sono da ricondursi sostanzialmente ad una presenza assai limitata nel territorio dei
Piani di Gestione Forestale o di quelli poliennali di taglio, prerogativa indispensabile per l’adesione stessa ai
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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bandi. La debolezza strutturale del settore (frazionamento delle proprietà boschive, scarsità di strutture
associative), unitamente con alcune criticità legate all’ottenimento delle autorizzazioni nelle aree Natura
2000, hanno sicuramente inciso su tali performance.
Inoltre, per gli Enti Pubblici, soggetti potenzialmente più interessati alla misura, il mancato riconoscimento
dell’IVA sulle spese, unitamente alle difficoltà di dover reperire risorse proprie per far fronte alla quota parte
privata, ha probabilmente reso maggiormente onerosa l’operazione.
L’attuazione della misura 122 era strettamente connessa alla 123 Azione 2 e alla 125 Azione 2 per dare un
impulso al settore forestale regionale.
Le ditte boschive di utilizzazione finanziate nell’ambito della Misura 123 Azione 2 sostengono, infatti, che tra i
fattori che contribuiscono ad impedire un adeguato sviluppo dell’offerta interna di legname vi è la
disomogeneità, spesso con molti difetti del legname dovuti proprio alla scarsità di cure colturali, e la
disponibilità discontinua e in quantità limitate del materiale legnoso prodotto nel Lazio. Si crea, quindi, una
situazione per cui, nonostante il Lazio sia una regione con una discreta superficie boschiva (circa 400.000 ha,
ovvero il 6% dell’intero patrimonio italiano) in molti casi le industrie trovano più conveniente un
approvvigionamento extra regionale.
A tal proposito interessanti sono le forme di governo che caratterizzano queste proprietà: gli Enti Pubblici,
infatti, possiedono sia cedui, per 142.074 ha, che fustaie, per 76.670 ha. Queste ultime vedono il faggio
come specie predominante con oltre ha 36.536. Ai privati, invece, appartengono l'80% dei cedui per 124.004
ha, di cui la maggior parte matricinati e semplici, mentre le fustaie sono soltanto il 16%, costituite per oltre il
42% da castagneti da frutto.
Una corretta manutenzione del patrimonio boschivo, pertanto, accompagnata da razionali sistemi di taglio e
di raccolta della legna, rispettosi delle norme di conservazione e manutenzione del patrimonio forestale,
permetterebbe significative opportunità di reddito con effetti positivi su tutta la filiera foresta-legno-energia,
oltre a contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
I boschi regionali risultano, quindi, spesso sottoutilizzati o addirittura abbandonati. Tale condizione è dovuta
sicuramente a diversi fattori di natura strutturale, ma anche da un’insufficienza della viabilità forestale, al
ricorso a moduli colturali semplificati, e da una inefficiente organizzazione del sistema di vendita di lotti
boschivi.
Per la Misura 125 Azione 2 “Miglioramento e ripristino delle infrastrutture forestali” che prevedeva il
miglioramento, il recupero, il ripristino e l’adeguamento di infrastrutture esistenti per la viabilità forestale
permanente non è possibile entrare nel merito degli effetti degli interventi finanziati. Al 31.12.2011 risultano
finanziate 18 domande di cui 8 all’interno della PIF.
La riflessione generale che può essere condotta analizzando il contributo del PSR al settore forestale
regionale è che a prescindere dagli strumenti previsti dall’Asse 1 dovrebbe essere potenziata l’azione a
supporto della pianificazione territoriale nei confronti soggetti pubblici, che con la Misura 323A non generato
risultati significativi. Il tasso di cofinanziamento all’inizio al 40% e poi salito fino al 90% unito al problema
dell’IVA e in una situazione di crisi per le casse degli enti locali ha fatto sì che la pianificazione forestale
avesse una priorità secondaria rispetto ad altri ambiti di intervento.
Per quanto riguarda l’Asse 2, nello specifico gli obiettivi ambientali, l’incremento più significativo
dell’efficacia del Programma sta nell’integrazione delle misure, infatti, qualunque sia l’indicatore, tutte le
considerazioni sin qui maturate hanno in comune quella che, necessariamente, è l’esigenza principale: la
territorializzazione del PSR. Essa consiste nel processo di confronto con la realtà territoriale e ambientale
che, attraverso un opportuno sistema informativo territoriale, consente di avere un indirizzo più preciso
nell’individuazione delle aree oggetto di impegno e del rapporto fra carichi reali e vulnerabilità intrinseca
dell’ambiente. Tale necessità è ormai matura nel dibattito scientifico nel settore della pianificazione
territoriale e fattibile nelle pratiche applicazioni, grazie agli strumenti GIS interfacciati a modelli matematici
manageriali. Questo non solo per l’importanza ai fini dell’efficacia del Programma dal punto di vista di ogni
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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singolo indicatore, ma anche per le notevoli sinergie positive sul tema della mitigazione degli impatti
ambientali.
Infatti, riferire al sistema ambientale e territoriale le misure del PSR comporta:
a) Confrontare le azioni con le reali vulnerabilità intrinseche del sistema dei corpi idrici e dei suoli.
b) L’operazione di cui al punto precedente aumenterebbe enormemente l’efficacia delle misure, perché i
fenomeni di erosione del suolo e di lisciviazione ed esportazione superficiale degli agro-chimici hanno
natura discontinua nel tempo e nello spazio, di cui è necessario tenere conto per incrementare il
rendimento delle azioni di mitigazione degli impatti. Infatti, è scientificamente incontrovertibile che i
fenomeni significativi di erosione ed esportazione ai corpi idrici sono conseguenza di pochi eventi
meteorici particolarmente intensi, in zone particolarmente vulnerabili.
c) Una tale procedura consentirebbe di pianificare in maniera integrata un’intera filiera di azioni (Best
Management Practices, BMPs) calzanti le specificità, quindi in grado di concentrare le risorse
economiche là dove i rischi reali sono più elevati. Queste azioni troverebbero ulteriori sinergie in
altre sezioni del PSR, come, ad esempio, quelle a tutela del paesaggio rurale e della biodiversità.
Infatti, strutture di connettività ecologica quali siepi, boschetti ripariali, zone umide ecc. hanno un
ruolo fondamentale di filtro ed intercettazione degli inquinanti, all’interfaccia fra il territorio ed i
sistemi idrici.
d) Ulteriore sinergia e incremento di efficienza deriva dalla possibilità, con la territorializzazione, di
integrare il PSR alla vincolistica su ambiente e paesaggio ed ai piani territoriali e di settore. Esempi:
- Vincolo idrogeologico (ex R.D. 3267/1923), vincolo da piano di assetto idrogeologico (legge
183/1989), vincolo paesistico (legge 431/1985), zone di rispetto delle linee di costa e di ripa
(Testo Unico Ambiente).
- Piano di tutela delle acque; piano di bacino; piano paesaggistico; piani di gestione dei siti Natura
2000, al limite anche i piani urbanistici di ultima generazione.
Sul piano concettuale il lavoro necessario, benché impegnativo sul piano delle applicazioni, non ha alcuna
limitazione concettuale, potendo ormai contare su esperienze scientifiche ormai mature per la pratica e
sull’adeguata evoluzione dei sistemi informativi territoriali e delle tecniche GIS.
Le raccomandazioni del Valutatore sono state articolate nei seguenti punti:
è necessario applicare i criteri di priorità in tutte le Misure dell’Asse in modo da rendere più efficaci
gli interventi;
è auspicabile l’introduzione dello strumento degli Accordi Agroambientali, in grado di creare un
“effetto di massa”, utile per migliorare l’efficacia degli impegni agroambientali, grazie ad una loro
ottimale concentrazione e una loro elevata diffusione rispetto alle aree a maggior fabbisogno di
intervento ;
è necessario proseguire nell’agevolazione dell’agricoltore nel passaggio da tecniche convenzionali a
tecniche colturali nuove o innovative introdotte con il PSR (Agricoltura Conservativa, Agricoltura
biologica) in modo da ridurre possibili fenomeni di abbandono;
è necessario una maggior promozione delle misure che hanno avuto scarsa partecipazione (Misure
forestali e Indennità Natura 2000);
occorre rafforzare gli impegni dell’agricoltura biologica in particolare sulla tutela del suolo e sulla
mitigazione ai cambiamenti climatici (inerbimento delle colture arboree, interramento dei residui
colturali e delle potature, la pratica del sovescio, utilizzo di ammendanti organici ad alto rapporto
C/N);
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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è necessario che la Regione utilizzi maggiormente strumenti e cartografie in grado rafforzare la
conoscenza sullo stato dell’ambiente e delle pressioni antropiche sul suolo, sulle acque e sulla
biodiversità;
occorre riflettere su come rafforzare la “zonizzazione” del territorio regionale “espressione di
specifiche sensibilità ambientali”, in cui meglio indirizzare gli interventi dell’asse 2.
Per quanto concerne l’Asse 3, è stato preso in esame processo di attuazione della Progettazione
Integrata Territoriale. L’analisi effettuata ha permesso di evidenziare le principali risultanze e le relative
raccomandazioni:
- un forte ritardo caratterizza la progettazione integrata territoriale considerando che, a distanza di 42
mesi dalla presentazione delle manifestazioni di interesse, la selezione delle PIT non è ancora conclusa.
Nello specifico la fase che ha condotto alla presentazione delle PIT definitive ha interessato il periodo
giugno 2009 – giugno 2010 e appare sostanzialmente in linea con la tempistica. In questa fase, da parte
degli uffici regionali centrali è stata condotta un’intensa attività di animazione sul territorio e di
assistenza ai proponenti delle PIT a fronte di una risposta al bando altamente superiore alle attese e
soprattutto caratterizzata da una debole capacità dei territori di “auto-organizzarsi” se si pensa che dallo
sproporzionato numero di manifestazioni di interesse (120) si è giunti – grazie all’attività della Regione –
a solo 21 PIT definitive.
- la fase di valutazione delle PIT definitive appare, invece, la fase cui attribuire le cause del grave ritardo
attuativo in quanto ha interessato ormai due anni e mezzo di attività (giugno2010 – dicembre 2012). I
ritardi hanno riguardato sia la fase di pre-valutazione delle PIT a carico degli uffici regionali centrali, che
comunque, nello stesso periodo hanno definito il “modello organizzativo PIT”, sia la fase di istruttoria
delle singole domande di aiuto, a carico delle ASPA, che di fatto ha interessato gran parte dell’annualità
2012. In questo contesto, oltre a complessità procedurali di cui si è detto, si rileva un sostanziale
sottodimensionamento degli uffici regionali centrali e territoriali che probabilmente necessitava di un
ricorso più significativo all’assistenza tecnica. Le ASPA in particolare sono le strutture che istruiscono
tutte le domande del PSR e quindi particolarmente sotto pressione.
- Si riconoscono, inoltre alcune rigidità del bando con riferimento specifico al criterio della cantierabilità,
condizione che doveva essere detenuta pienamente alla presentazione della domanda di aiuto. Pur
consapevoli che si tratta di un criterio finalizzato ad obiettivi di efficienza, considerando le caratteristiche
e la contenuta dimensione dei singoli investimenti, lo stesso criterio avrebbe potuto essere introdotto
con maggiore gradualità e flessibilità. Paradossalmente oggi, a distanza di due anni e mezzo dalla
presentazione delle domande di aiuto, la cantierabilità potrebbe essere stata conseguita dai progetti, ciò
non di meno le domande non potranno essere ammesse in quanto il criterio non era detenuto in fase di
presentazione della domanda.
- Un’ulteriore complessità deriva da altri criteri del bando che attengono al valore del bene oggetto di
investimento e alla collegata dimensione autorizzatoria. In questo caso, all’interno delle ASPA non
sembrano essere ovunque presenti le competenze adeguate e ciò rende più complessa la valutazione e
potenzialmente soggetta ad errori interpretativi. Dovrebbe essere valutata la possibilità di un
coinvolgimento delle Direzioni regionali competenti in materia o, in alternativa, acquisire competenze
esterne tramite il ricorso all’assistenza tecnica.
- Infine, si raccomanda di dare seguito alla predisposizione di un monitoraggio dedicato alle PIT, così
come nelle intenzioni della Regione, verificando al tempo stesso le modalità attraverso cui introdurre
conseguentemente processi valutativi e/o auto valutativi delle stesse PIT.
Per quanto concerne l’Asse 4 Leader, il Valutatore ha scelto di utilizzare un approccio che ruota attorno
all’analisi delle sette “specificità” che hanno accompagnato la programmazione Leader nelle passate edizioni.
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Il valore aggiunto Leader è stato associato a una serie di fattori che fanno sì che un progetto/domanda di
aiuto finanziata attraverso il Leader abbia delle caratteristiche differenti rispetto ad un’ipotetica analoga
domanda di aiuto finanziata attraverso i dispositivi ordinari.
L’analisi si è concentrata sui dispositivi attuativi evidenziando se, attraverso un differente “disegno” dei
requisiti di accesso alle Misure e la scelta dei criteri di priorità, i GAL si sono dotati di strumenti adatti a
selezionare domande di aiuto in grado esprimere un valore aggiunto. L’efficacia di tali strategie, attraverso
l’analisi dei progetti selezionati, verrà svolta nei successivi rapporti di valutazione in itinere.
L’analisi è stata condotta su 75 bandi pubblicati al 31.10.2012 (su un massimo di 78 potenzialmente
attivabili), le forme di integrazione potenzialmente generabili dai dispositivi attuativi sono rinvenibili in poco
meno del 50% dei bandi pubblicati.
In nessun caso è rinvenibile un “grado” (inteso come intensità del legame tra progetti) di integrazione tra
domande di aiuto afferenti a soggetti beneficiari diversi. Nella maggior parte dei casi, l’integrazione può
essere legata ad un tematismo, con criteri di priorità che favoriscono soggetti aderenti ad itinerari (strade dei
vini e dei prodotti tipici) o ad una carta/marchio di qualità territoriale. In altri casi è presente una forma di
integrazione che può essere generata anche dai dispositivi ordinari attraverso Misure (Misure 133, 313, 321)
che favoriscono la realizzazione di azioni di “sistema” da parte di soggetti portatori di interessi collettivi.
Due raccomandazioni sono state rivolte all’AdG in vista della futura programmazione:
1. La prima è di assegnare maggior peso ai criteri di selezione “locali” stabiliti dai GAL, che nell’attuale
programmazione non possono superare il 30% del punteggio massimo attribuibile in fase di
istruttoria;
2. la seconda, in virtù della assenza di meccanismi che favoriscono la integrazione tra domande di aiuto
afferenti a soggetti diversi, è di prevedere anche per i GAL l’utilizzo di dispositivi di attuazione che
favoriscono la nascita di progetti integrati.
Se il modello dell’attuale programmazione fosse replicato, la fase di progettazione dei PSL dovrebbe
concentrarsi maggiormente sull’adattamento delle Misure ai contesti locali (criteri di selezione e di accesso
alla Misura): tale aspetto deve costituire una condizione di ammissibilità nella selezione dei PSL e oggetto di
valutazione (Competenza nella progettazione/ascolto dei portatori di interesse locali). Ma sarebbe anche
auspicabile prevedere delle Azioni aggiuntive (con GAL beneficiario) che siano complementari alle altri (come
per la 421), in cui il GAL ha la responsabilità di portare avanti progetti che hanno ricadute di sistema.
Rispetto alla seconda raccomandazione se i GAL fossero i soggetti incaricati dalla Regione di favorire la
nascita di progettai integrati su scala locale, il PSL dovrebbe avere un’articolazione più flessibile indicando gli
ambiti di intervento, le Misure potenzialmente attivabili e i soggetti beneficiari coinvolti. I GAL dovrebbero
svolgere sui rispettivi territori il ruolo di animatori della progettazione integrata, svolgere cioè un compito di
accompagnamento e messa a sistema di progetti con più beneficiari tra loro legati.
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3.1.2 Rapporto Tematico Progettazione integrata
Il Rapporto tematico è stato specificamente previsto dalla Regione Lazio al fine di consentire alla
Amministrazione Regionale di acquisire elementi di valutazione utili a verificare il contributo dell’approccio
integrato agli obiettivi del PSR, in particolare rispetto a tre ambiti:
la competitività del settore agricolo e forestale attraverso la progettazione integrata di filiera,
il favorire un ricambio generazionale duraturo e sostenibile nelle aziende agricole regionali attraverso
la progettazione integrata aziendale, pacchetto giovani (PGA);
la diversificazione dell’economia rurale e il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali
attraverso la progettazione integrata territoriale (PIT).
3.1.5.1 Progettazione Integrata di filiera
L’approfondimento tematico relativo alla Progettazione Integrata di Filiera è stato finalizzati per analizzare:
la qualità del processo attuativo, verificando se e come i dispositivi di attuazione predisposti dalla
Regione abbiano consentito il superamento delle principali problematiche che attengono alla
progettazione integrata, sia da parte dei soggetti richiedenti che della amministrazione pubblica;
gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall’aggregazione dei diversi operatori della filiera e dalla
realizzazione di una pluralità di interventi convergenti in modo sinergico verso i medesimi obiettivi.
L’analisi della Progettazione Integrata di Filiera promossa dalla Regione Lazio si concentra sulle dinamiche
aggregative e partenariali approfondendo gli aspetti legati all’ideazione e alla successiva realizzazione del
progetto comune, nonché le ricadute per i soggetti coinvolti.
Il principale strumento di analisi scelto dal Valutatore è l’indagine diretta per mezzo di un questionario, di
natura prevalentemente qualitativa, da sottoporre, con metodologia face to face, ai soggetti capofila dei PIF
approvati. Il questionario dedica particolare attenzione ad alcuni temi e/o aspetti specifici della progettazione
integrata, quali:
tipologia di soggetti beneficiari e destinatari dei servizi;
efficacia degli strumenti di comunicazione istituzionale;
azioni svolte per la definizione del quadro di riferimento degli interventi da attivare;
approfondimento degli incontri tematici per la selezione dei progetti preliminari;
modalità di individuazione delle innovazioni di processo/prodotto e del segmento interessato;
ricadute del PIF sui partecipanti.
La valutazione ha previsto le seguenti fasi di lavoro:
a) studio ed analisi della documentazione relativa ai bandi di attuazione regionali;
b) incontro con i funzionari regionali per la condivisione della metodologia di valutazione proposta dal
valutatore indipendente (febbraio 2011);
c) redazione in bozza del questionario valutativo per i soggetti capofila;
d) implementazione del questionario valutativo attraverso il confronto diretto con i funzionari regionali
per quanto concerne gli aspetti istituzionali e procedurali (stato avanzamento, fasi di concertazione
intercorse tra Regione e soggetti beneficiari, modalità di selezione delle manifestazioni di interesse
raccolte e dei relativi progetti);
e) predisposizione del questionario definitivo (aprile 2011);
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f) costruzione di un database a partire dai dati estratti dal sistema informativo regionale (domande
finanziate al 31/12/2010), nonché mediante l’analisi dettagliata dei singoli MUD (aprile 2011)
g) analisi della documentazione di progetto effettuata presso gli uffici regionali (maggio 2011);
h) precompilazione dei questionari per la parte relativa ai dati direttamente desumibili dal database
appositamente costruito (maggio 2011);
i) costruzione di un database attraverso Microsoft Access per l’informatizzazione dei dati da raccogliere
durante le interviste;
j) conduzione delle indagini dirette presso i soggetti capofila dei PIF (luglio-ottobre 2011);
k) informatizzazione delle informazioni raccolte durante le interviste (novembre-dicembre 2011);
l) aggiornamento sullo stato di attuazione della progettazione di filiera e prime elaborazioni dei dati
inserite nel Rapporto Annuale di Valutazione 2011 (aprile 2012).
Le principali risultanze dell’analisi condotta vengono di seguito presentate rispetto alla domanda di
valutazione del QCMV.
Sono 22 i PIF risultati ammissibili al 31/12/2010 e hanno coinvolto complessivamente 1.353 soggetti di cui
490 beneficiari ammissibili (36,2%), 793 destinatari di servizi (58,6%) e 70 non beneficiari (5,2%) con un
investimento complessivo pari a euro 108.738.076,46. Gli interventi hanno interessato tutte le province del
territorio regionale e, in modo particolare, le province di Viterbo (8 PIF) e Roma (6 PIF) dove il peso
dell’investimento previsto sul totale ha raggiunto rispettivamente il 29,4% e il 26,5%. Le filiere che hanno
impegnato il maggior volume di investimenti sono quella ortofrutticola (29.353.749,32 euro di cui il 42% di
cofinanziamento pubblico) e delle carni (25.510.240,66 euro di cui il 43% di spesa pubblica); l’investimento
medio all’interno dei singoli comparti appare piuttosto uniforme e vicino alla media complessiva
(4.942.639,84 euro) di tutti gli investimenti realizzati nell’ambito della Progettazione Integrata di Filiera, ad
eccezione dei comparti minori Piante officinali e piccoli frutti e Foresta-Legno dove si registrano gli
investimenti più bassi (rispettivamente pari a 842.957,98 euro e a 1.946.312,59 euro).
La scelta di utilizzare lo strumento del PIF nel Programma di Sviluppo Rurale contribuisce all’obiettivo
strategico di migliorare la competitività delle sistema delle imprese. Questo obiettivo viene infatti perseguito
dal programma tenendo conto della dimensione “sistemica” e di processo del miglioramento della competitività delle imprese agroalimentari della Regione che rende necessari interventi non solo di tipo
“hardware” sull’ammodernamento delle strutture e delle tecniche/tecnologie, ma anche e soprattutto sul capitale umano e sulle capacità relazionali con il territorio.
Emerge inoltre un’ulteriore aspetto che amplia il contributo all’approccio integrato allo sviluppo delle aree rurali regionali: il forte coinvolgimento delle istituzioni e degli Enti Locali promosso dalla Regione per
raggiungere partenariati rappresentativi nelle diverse filiere. La presenza di questi soggetti ha comportato
un coinvolgimento diretto del territorio nella definizione degli obiettivi e nella progettazione con un conseguente miglioramento delle relazioni tra sistema delle imprese e sistema istituzionale. L’intervento nelle
filiere è stato quindi nei fatti coordinato con altri interventi presenti sul territorio, attraverso gli attori economici ed istituzionali che vi hanno partecipato. In particolare la presenza di Enti territoriali nei
partenariati e il loro ruolo di animatori della sua costituzione e del PIF se, da una parte, ha portato ad un
allungamento dei tempi attuativi, successivamente ha agevolato la realizzazione del progetto sia attraverso una maggiore corresponsabilità delle imprese alle finalità del PIF, sia attraverso una maggiore attenzione e
disponibilità delle Amministrazioni Locali e Regionali nell’espletamento degli iter burocratici di loro competenza.
In che misura il programma (attraverso la progettazione integrata di filiera) ha:
1) contribuito alla ristrutturazione e alla modernizzazione del settore agricolo?
2) contribuito a sviluppare ulteriormente i prodotti di alta qualità e ad elevato valore aggiunto?
3) contribuito a promuovere un settore agroalimentare europeo forte e dinamico?
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4) contribuito a promuovere l'innovazione nel settore agroalimentare europeo?
5) rafforzato i legami di partenariato a livello regionale, nazionale ed europeo?
1. contribuito alla ristrutturazione e alla modernizzazione del settore agricolo?
La Progettazione integrata ha contribuito alla ristrutturazione e alla modernizzazione del settore agricolo e agroalimentare attraverso la promozione delle misure “strutturali” del PSR (Misura 121 “Ammodernamento
delle aziende agricole” e 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali”).
Le domande relative alle Misure 121 e 123 attivate nell’ambito dei PIF e ammissibili al 31/12/2011 sono
rispettivamente 192 e 74. Il volume degli investimenti afferenti alle due misure risulta pari a euro
102.431.954,01 (l’89,8% degli investimenti complessivamente realizzati nell’ambito della progettazione integrata) di cui il 41,8% è rappresentato da investimenti nelle aziende agricole (Misura 121), mentre il
58,2% da investimenti realizzati da imprese di trasformazione (Misura 123).
Per la fase primaria (Misura 121) gli investimenti più elevati sono stati realizzati nei settori dei funghi e
tartufi, ovicaprino e vitivinicolo (rispettivamente 3.533.345,12 euro, 2.737.225,46 euro e 2.264.046,61 euro
in media per progetto); riguardo alla Misura 123 la spesa più alta ha riguardato i comparti lattiero-caseario e ortofrutticolo (rispettivamente 3.989.401,68 euro e 3.857.670,56 euro).
Sia per quanto concerne la Misura 121 che per la Misura 123 la localizzazione degli interventi secondo i criteri di zonizzazione adottati dalla Regione Lazio vede il 70% degli stessi realizzati in aree C e D. Vale
evidenziare questo dato in particolare per la Misura 121: nelle altre modalità di attivazione della stessa
(bando singolo e pacchetto giovani), infatti, si registrano, in termini relativi, meno interventi in aree C e D (61% nel bando singolo e 68% nel pacchetto giovani) a conferma della capacità della progettazione
integrata di incentivare investimenti strutturali anche in quelle aree spesso marginali e con problemi complessivi di sviluppo.
L’investimento medio realizzato attraverso la Misura 121 nell’ambito dei PIF risulta pari a euro 223.064,60 più alto sia rispetto agli interventi realizzati nei bandi singoli (-13%) sia a quelli finanziati nel pacchetto
giovani (-36%); il dato evidenzia una maggiore propensione agli investimenti dei soggetti che si trovano ad
operare nell’ambito delle filiere probabilmente dovuta alle maggiori garanzie di conferimento della materia prima prodotta che derivano dalla sottoscrizione del formale accordo previsto nei PIF.
Modalità di attivazione Mis 121 Volume investimenti (€) Numero di interventi (n.) Investimento medio (€)
Bando singolo 95.255.753,42 490 194.399,50
Pacchetto giovani 139.165.021,93 968 143.765,52
PIF 42.828.402,82 192 223.064,60
Totale 277.249.178,17 1650 168.029,80
Fonte: elaborazioni Agriconsulting su dati Regione Lazio
2. contribuito a sviluppare ulteriormente i prodotti di alta qualità e ad elevato valore aggiunto?
Gli strumenti d’intervento pubblico nelle filiere disegnati ed utilizzati in Italia negli ultimi anni sono tutti
finalizzati alla redistribuzione del valore aggiunto tra i diversi stadi della catena a favore di quelli che sono i
due anelli più deboli: produttori e consumatori. Nei PIF questo obiettivo non solo è presente, ma viene
perseguito attraverso il miglioramento della qualità del prodotto e del valore aggiunto complessivo prodotto
nella filiera.
La Progettazione Integrata di Filiera ha contribuito a migliorare la qualità dei prodotti sostenendo le
produzioni di qualità riconosciute dalla normativa comunitaria sia attraverso le Misure 132 “Partecipazione ai
sistemi di qualità alimentare” (attivata in circa un terzo dei PIF) e 133 “Sostegno Associazioni di produttori
per le attività di promozione e informazione” (pari al 3% circa dell’investimento complessivo), sia attraverso
il sostegno all’introduzione di innovazioni di prodotto e di processo nell’ambito della Misura 124
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“Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie” al fine di aumentare la competitività
delle imprese sul mercato e accrescere il valore aggiunto delle produzioni.
Già all’interno del bando regionale i criteri di priorità assegnavano dei punti aggiuntivi sulla base della
presenza, nel progetto, di produzioni conformi a disciplinari depositati in base alle vigenti disposizioni
comunitarie. A seguito dell’approvazione delle domande presentate il 36% dei progetti ammessi a
finanziamento (al 31/12/2010) ha coinvolto produzioni conformi a tali disciplinari e in particolare al biologico,
alla DOP, all’IGP e alle carni bovine etichettate. Rispetto al valore complessivo delle produzioni agricole
coinvolte nella Progettazione Integrata di Filiera (circa 330 milioni di euro) lo 0,2% è rappresentato dalle
produzioni biologiche, lo 0,7% dai prodotti DOP e IGP e lo 0,8% dai vini DOC.
Il miglioramento della qualità delle produzioni è stato promosso anche attraverso l’attivazione di percorsi di
formazione professionale/informazione (Misura 111) e servizi di consulenza aziendale (Misura 114) attivati in
più del 70% dei progetti. Le principali finalità degli interventi, infatti, sono ricollegabili principalmente alla
necessità di migliorare le conoscenze legate all’adeguamento alle normative vigenti con particolare
attenzione alla materia di qualità, sicurezza e gestione degli alimenti.
3. contribuito a promuovere un settore agroalimentare europeo forte e dinamico?
In coerenza con le indicazioni del Piano Strategico Nazionale, in cui si sottolinea l’importanza di orientare i
contenuti e i criteri di attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale 2007-2013 verso un approccio
pianificatorio e progettuale di tipo integrato, la Regione Lazio ha stimolato e favorito i processi di
aggregazione dei soggetti economici e sociali i quali condividono criticità e problematiche sia territoriali che
settoriali attraverso lo strumento della Progettazione Integrata di Filiera.
I PIF finanziati nella Regione Lazio sono relativi a filiere diverse di rilevanza nazionale ed in alcuni casi
europee , come ad esempio quella degli ortofrutticoli freschi e della frutta in guscio. Le imprese e i centri di
ricerca presenti nel partenariato avevano già legami e ne hanno sviluppati di nuovi nell’ambito del PIF con
attori del settore agroalimentare nazionale; nella maggior parte dei casi l’individuazione dei fabbisogni della
filiera in termini di innovazione di processo e di prodotto ha tenuto conto delle esigenze dei mercati nazionali
ed internazionali e soprattutto della loro qualificazione rispetto alle normative europee in materia di alimenti,
ambiente e sicurezza sul lavoro.
Vale sottolineare che attraverso questo strumento sono stati inoltre realizzati investimenti da giovani
agricoltori nel 36% degli interventi afferenti alla Misura 121 con un investimento complessivo pari a
15.811.478,98 euro; il dato assume una certa rilevanza se si considera che da una parte nell’ambito dei PIF
non era prevista l’attivazione della Misura 112 appositamente finalizzata a promuovere l’insediamento dei
giovani nel settore agricolo e dall’altra che nella misura attivata nei bandi singoli la partecipazione dei giovani
è risultata più bassa (18%).
Modalità di attivazione Mis 121 Giovani Totale beneficiari % di giovani
Bando singolo 90 490 18%
Pacchetto giovani 968 968 100%
PIF 70 192 36%
Totale 1128 1650 68%
Fonte: elaborazioni Agriconsulting su dati Regione Lazio
Le imprenditrici agricole donne realizzano nell’ambito dei PIF investimenti afferenti alla Misura 121 per
complessivi 8.893.631,87 euro e rappresentano circa il 28% del numero di interventi previsti. Il dato risulta
in linea con la distribuzione per sesso degli interventi realizzati nei bandi singoli per la stessa misura (30% di
donne).
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I criteri posti alla base dello strumento della progettazione integrata (condivisione tra i partner delle scelte di
investimento, finalizzazione degli interventi verso obiettivi specifici, stipula di contratti stabili di conferimento
della materia prima), oltre alla presenza di giovani propensi ad investire nell’ambito di una filiera,
sottolineano il contributo della progettazione integrata alla promozione di un settore agroalimentare forte e
dinamico.
4. contribuito a promuovere l’innovazione nel settore agroalimentare europeo?
Uno degli aspetti alla base della Progettazione Integrata di Filiera è la promozione della collaborazione finalizzata allo sviluppo dell’innovazione e al miglioramento delle performance aziendali garantendo
l’aggregazione sia lungo le filiere produttive che in ambiti territoriali definiti. A sottolineare il ruolo determinante assegnato al tema dell’innovazione è stata la scelta da parte della Regione Lazio di attivare la
Misura 124 esclusivamente ed obbligatoriamente all’interno della Progettazione Integrata di Filiera. Peraltro
si è riscontrato in sede di intervista che l’introduzione di innovazioni rappresentava un fabbisogno prioritario di promozione del PIF per il 90,5% dei capofila intervistati. Gli interventi innovativi promossi attraverso 34
interventi della Misura 124 hanno generato un volume di investimenti di 3.574.120,98 euro (pari al 3,3% di quello complessivo per i PIF). La risposta da parte dei beneficiari dei PIF è stata quindi positiva; tutti i
soggetti capofila intervistati hanno dichiarato che gli interventi dei PIF hanno promosso l’introduzione e la
diffusione dell’innovazione all’interno della filiera. In particolare più della metà delle innovazioni ha riguardato il miglioramento dei processi produttivi; si tratta di innovazioni di tipo incrementale per il miglioramento della
qualità dei prodotti e/o dei servizi, qualità intesa soprattutto come corrispondenza agli standard attesi dalla fase successiva della filiera.
La principale modalità di individuazione delle innovazioni, in particolare di quelle di processo, è risultata essere la collaborazione partecipata tra le imprese soprattutto nei PIF con una componente istituzionale
all’interno, per lo più enti locali che hanno favorito lo scambio di informazioni e conoscenze e la
partecipazione delle imprese alle decisioni innovative e progettuali. Importante per l’individuazione delle innovazioni è stata anche l’attività di benchmarking, cioè del confronto con attività similari (aziende
concorrenti, clienti e/o fornitori di altri territori), per l’acquisizione delle idee progettuali innovative e del know-how di riferimento.
A livello settoriale la spinta all’innovazione di processo ha caratterizzato maggiormente i settori delle carni e
dell’ortofrutta. In particolare nel primo si è intervenuti sia nella fase primaria (benessere animale, alimentazione e disciplinari di produzione) che in quella di trasformazione (confezionamento del prodotto,
automazione del processo produttivo); nel secondo gli interventi si sono rivolti maggiormente alla fase di trasformazione e conservazione dell’ortofrutta anche nell’ottica del riutilizzo degli scarti di produzione.
La rigenerazione del settore agroalimentare, inoltre, in un periodo di crisi economica e caratterizzato da
cambiamenti climatici, è stata promossa attraverso le innovazioni di prodotto, introdotte in circa il 45% dei
PIF (principalmente nei settori delle carni, dell’ortofrutta) e rivolte al miglioramento della qualità delle
produzioni, al miglioramento del packaging e alla definizione di nuovi prodotti per rispondere alle dinamiche
competitive e alle esigenze, sempre più puntuali, del mercato. La loro introduzione, facilitata dalla
collaborazione con enti di ricerca (nel 28% dei casi) è stata promossa anche attraverso il ricorso ai Servizi di
Terziario Avanzato finalizzati, ancora una volta, al miglioramento complessivo della qualità in termini
produttivi, organizzativi, di efficienza e di gestione e all’adeguamento di prodotti e servizi aziendali ai nuovi
standard normativi.
In linea generale quindi sia la base giuridica dei PIF impostata dalla Regione con l’obbligo di attivare la
Misura 124 all’interno dei progetti sia la buona risposta delle filiere all’attivazione della stessa (22 progetti e
34 interventi attivati) testimoniano il contributo della progettazione alla promozione delle innovazione nel
settore agroalimentare.
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5. rafforzato i legami di partenariato a livello regionale, nazionale ed europeo?
L’approccio di filiera promosso dalla Regione Lazio poggia sulla capacità di coinvolgere una molteplicità di
operatori pubblici e privati del comparto agroalimentare (ma non solo) vista anche la partecipazione di
università, istituzioni pubbliche (comuni, comunità montane, distretti) operanti nei diversi segmenti di una
filiera con l’obiettivo di conseguire l’efficacia e l’efficienza degli interventi ed ottimizzare l’investimento
rispetto ai fabbisogni e alle priorità delle principali filiere agroalimentari Laziali. Attraverso l’attuazione della
Progettazione Integrata di Filiera la Regione Lazio ha promosso non solo il rafforzamento dei partenariati
esistenti, ma anche l’aggregazione tra nuovi soggetti. In particolare il 41% dei PIF ha previsto la stipula di
nuovi contratti di acquisto/conferimento della materia prima interessando il 70% delle settori/comparti
coinvolti nella progettazione integrata ed inoltre 7 dei 22 progetti approvati sono il risultato di aggregazioni
successive alla domanda iniziale con la finalità di creare relazioni tra soggetti operanti nella stessa filiera che
al momento della Manifestazione di Interesse avevano presentato iniziative separate.
La relazione tra comuni complessivi regionali distinti per provincia e quelli interessati da interventi nell’ambito
della Progettazione Integrata di Filiera mette in evidenza la propensione di alcuni territori a promuovere
interventi integrati. In linea generale la progettazione di filiera ha riguardato circa il 31% dei comuni
regionali; la distribuzione delle frequenze relative mostra un maggiore coinvolgimento dei comuni delle
province di Viterbo (58%) e Latina (48%).
Distribuzione dei comuni per provincia e per PIF
Provincia Comuni totali % Comuni con PIF %
RM 121 32% 35 29%
FR 91 24% 10 11%
RI 73 19% 20 27%
VT 60 16% 35 58%
LT 33 9% 16 48%
Totale 378 100% 116 31%
Fonte: Elaborazioni Agriconsulting su dati Regione Lazio
A livello Regionale, inoltre, si registra una buona presenza di organizzazioni di produttori (OP) riconducibili al
settore ortofrutticolo (frutta a guscio, funghi, ortofrutta) che complessivamente rappresentano il 12,5% delle
OP ortofrutticole nazionali; ma risulta invece presente un’unica OP afferente ad altri settori. Per quest’ultimi i
dati mostrano un sistema produttivo regionale caratterizzato dalla scarsa presenza di forme
associative/organizzative già collaudate e consolidate.
Il rafforzamento delle relazioni e legami di partenariato a livello regionale e nazionale emerge come il
principale risultato del Programma nella Regione Lazio; il periodo piuttosto lungo per la costruzione e la
riorganizzazione dei Partenariati, che ha coinvolto in modo attivo le istituzioni private e pubbliche ed Enti
locali e Regionali ha certamente portato ad un miglioramento della capacità di gestione del Partenariato ed
ad effetti positivi sia sulla realizzazione del progetto sia sulle sue ricadute. E’ esemplificativo il caso della
promozione e diffusione delle innovazioni nella filiera dove, dall’analisi differenziata tra i progetti con e senza
istituzioni tra i partecipanti, emerge che la collaborazione partecipata risulta maggiormente praticata nei PIF
del primo tipo, cioè con una forte componente di soggetti istituzionali, per lo più enti locali che assumono
anche il ruolo di animatori del PIF e di “facilitatori” dello scambio di informazioni e conoscenze e della
partecipazione delle imprese alle decisioni innovative e progettuali del PIF stesso.
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In base alle indagini condotte presso i soggetti capofila emerge inoltre un comune riconoscimento
dell’impegno regionale le cui principali ricadute positive sono riconducibili sia al funzionamento del
partenariato che alla programmazione e realizzazione degli interventi previsti nei PIF.
Dall’analisi sin qui condotta emerge come la progettazione di filiera è un’esperienza positiva e ripetibile in
futuro, il Valutatore suggerisce all’AdG di tenere in considerazione i seguenti elementi:
lo strumento della progettazione integrata di filiera potrebbe adattarsi maggiormente al tipo di
aggregazione esistente tra le imprese prevedendo ad esempio delle differenzazioni procedurali in
presenza di cooperative già esistenti o di raggruppamenti temporanei di imprese creati invece ex novo;
pur considerando i compiti già assegnati al capofila del progetto, il ruolo dei tecnici che operano sul
territorio e sono a diretto contatto con le imprese agricole è spesso fondamentale per il coinvolgimento e
la partecipazione di quest’ultime; al fine di migliorare i canali di informazione sul territorio in merito alle
opportunità offerte dalla progettazione integrata di filiera si potrebbe pensare a dei percorsi ad hoc
finalizzati alla sensibilizzazione e alla informazione dei tecnici coinvolgibili nel processo di promozione e
redazione del progetto;
il ruolo del capofila è strategico all’interno della filiera, ma, secondo l’attuale impostazione, il lavoro
gestionale e di coordinamento dei soggetti all’interno dei progetti non è riconosciuto economicamente
aumentando così il costo effettivo di realizzazione del progetto; si potrebbero prevedere delle procedure
appositamente studiate per riconoscere, dove necessario, le spese di coordinamento del PF in modo da
favorirne e migliorarne la realizzazione;
come dimostrato dalle analisi condotte nel presente rapporto la presenza di istituzioni di diverso tipo
(comuni, comunità montane, università, comitati promotori dei distretti rurali, ecc.) e che a diverso titolo
(soggetti promotori, soggetti capofila, destinatari di servizi, ecc.) entrano a far parte della progettazione
integrata sembra avere effetti positivi non solo sulle ricadute complessive della progettazione, ma anche
sull’iter che porta alla definizione definitiva dei progetti; in futuro si potrebbe sostenere una maggiore
partecipazione e coinvolgimento diretto delle istituzioni citate per aumentare la fiducia, migliorare
l’aggregazione e la propensione ad investire dei soggetti presenti sul territorio;
3.1.5.2 Progettazione integrata territoriale
La Regione Lazio al fine di indirizzare i contenuti e i criteri di attuazione del PSR 2007-2013 verso un
approccio pianificatorio e progettuale di tipo integrato, ha stimolato e favorito i processi di aggregazione dei
soggetti economici e sociali che condividono criticità e problematiche sia territoriali che settoriali. In
particolare lo strumento della Progettazione Integrata di Filiera coinvolge una molteplicità di operatori
Caratteristica saliente del PSR Lazio è il ruolo strategico assegnato alla progettazione integrata e
all’approccio bottom up per qualificare l’intervento dell’Asse 3 nelle aree rurali. La progettazione integrata
poggia sulla volontà di aggregare più idee e più soggetti per il perseguimento di un obiettivo comune
attraverso la definizione di una strategia condivisa di sviluppo locale, capace di realizzare gli interventi con
efficacia ed efficienza ottimizzando il rendimento dell’investimento pubblico.
La progettazione integrata territoriale prevede che partenariati locali, rappresentativi delle diverse
componenti economiche e sociali del territorio, pianifichino una pluralità di iniziative in linea con uno o più
temi prioritari individuati nel PSR e coerenti con i fabbisogni previsti dalla zonizzazione per l’area omogenea
di riferimento.
L’elaborazione del Rapporto è avvenuta in una fase del percorso attuativo della Progettazione Integrata
Territoriale in cui non erano ancora maturate le condizioni per sviluppare una riflessione valutativa completa
e articolata in tutti i necessari profili di analisi, idonei a rappresentare
- da un lato, le caratteristiche e la qualità del processo attuativo, definito e realizzato ai due distinti livelli,
quello regionale e quello locale;
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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- dall’altro, gli effetti e il “valore aggiunto” apportato dall’aggregazione di soggetti e dalla realizzazione di
una pluralità di interventi convergenti in modo sinergico verso medesimi obiettivi rispetto agli
investimenti realizzati secondo modalità ordinarie di accesso alle misure.
A fine dicembre 2012, infatti, il processo di valutazione delle PIT presentate e delle relative domande d’aiuto,
non era ancora concluso, sebbene il suo perfezionamento fosse ormai imminente. Lo stato di attuazione
della progettazione integrata territoriale, consentiva, di conseguenza, una osservazione e parziale
valutazione esclusivamente dei dispositivi attuativi definiti e messi in atto dalla Regione, considerando che il
processo di valutazione delle PIT ancora in corso ha fatto ritenere non significativo e in parte non opportuno
avviare le necessarie indagini presso i capofila dei partenariati.
I contenuti del Rapporto sono l’esito delle seguenti attività:
studio ed esame della documentazione regionale: documento di programmazione,
manifestazione/bando PIT, documenti tecnici di carattere attuativo-procedurale, documentazione elaborata dall’ARSIAL ai fini della prima fase valutativa delle PIT definitive;
indagini/interviste ai responsabili delle strutture regionali coinvolte nell’attuazione delle PIT:
responsabile regionale PIT, responsabili delle ASPA (campione, provincia di Roma e Rieti).
Un forte ritardo caratterizza la progettazione integrata territoriale considerando che, a distanza di 42 mesi
dalla presentazione delle manifestazioni di interesse, la selezione delle PIT non è ancora conclusa.
I significativi ritardi registrati, accumulatisi con diversa entità nelle diverse fasi procedurali del processo di
attuazione, sono ascrivibili a distinti ordini di motivazioni, di carattere amministrativo, tecnico-
procedimentale, organizzativo-operativo.
Nello specifico, la fase che ha condotto alla presentazione delle PIT definitive, che ha grossomodo
interessato il periodo giugno 2009 – giugno 2010, appare sostanzialmente in linea con la tempistica prevista. In questa fase, da parte degli uffici regionali centrali è stata condotta un’intensa attività di animazione sul
territorio e di assistenza ai proponenti delle PIT a fronte di una risposta al bando altamente superiore alle
attese e soprattutto caratterizzata da una debole capacità dei territori di “auto-organizzarsi”, come attesta lo sproporzionato numero di manifestazioni di interesse (120), che confluisce - grazie all’attività della Regione –
in 21 PIT definitive.
La fase di valutazione delle PIT definitive appare, pertanto, la fase in cui ricercare le principali cause del
grave ritardo attuativo, in quanto essa ha interessato ormai oltre due anni e mezzo di attività (giugno 2010 – gennaio 2013). I ritardi hanno riguardato sia la fase di pre-valutazione delle PIT a carico degli uffici regionali
centrali, sia l’istruttoria delle domande singole di aiuto, la cui “qualità” – intesa soprattutto come conformità
ai requisiti ed alle richieste del bando – si è dimostrata in generale molto limitata, rappresentando, di fatto, un sostanziale motivo dei ritardi.
Infatti come si è in precedenza evidenziato, consapevole della necessità di dover imprimere maggiore celerità ed efficacia alla valutazione di ammissibilità delle PIT, nel 2011 la Regione ha predisposto ed
adottato un apposito “modello organizzativo” (Det. A1615 del 2-3-2011), successivamente integrato e
modificato nel 2012 (Det. A01137 del 16-2-2012), che si caratterizza per un disegno piuttosto complesso ed articolato volto a codificare le fasi dell’iter, tenendo ben distinte le attività di istruttoria e valutazione
rispettivamente delle PIT e delle domande individuali di aiuto a queste afferenti.
A tale scopo sono state distinte funzioni ed attività assicurate internamente alla struttura regionale, da
realizzarsi anche attraverso attività esternalizzate (Lazio Service) dedicate alle PIT, e quelle a carico dei settori della DG regionale Agricoltura decentrati a livello provinciale (ASPA), cui viene affidato l’esame di
ammissibilità delle singole domande di aiuto. Tale attività, è stata sostanzialmente completata dalle ASPA nei
tempi previsti (ma al netto delle sospensioni dei termini a seguito di eventuali richieste al beneficiario di chiarimenti o documentazione aggiuntiva), anche se alla data di dicembre 2012 ancora in via di
perfezionamento.
Difficoltà nell’applicazione del modello organizzativo previsto sembrerebbero sinora essere state determinate,
o aver comunque riguardato, la fase di attività istruttorie a cura delle ASPA. Si tratta di criticità determinate
da fattori di tipo operativo e/o di carattere tecnico, come è emerso con evidenza anche dai riscontri operati dal valutatore nelle attività svolte nell’ultimo trimestre (ottobre 2012-gennaio 2013), in occasione delle
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diverse interlocuzioni con il referente regionale responsabile per la PIT e, soprattutto, delle interviste
telefoniche effettuate ai referenti di due ASPA (Roma e Rieti, gennaio 2013).
Le osservazioni e considerazioni in particolare riportate in occasione di queste verifiche hanno evidenziato con riferimento ad aspetti di carattere operativo che i criteri di riparto e di assegnazione delle domande
ai diversi “tutor” ai fini delle istruttorie, si sono basati sostanzialmente su un parametro quantitativo/numerico delle domande da assegnare ai diversi funzionari coinvolti nelle attività istruttorie.
Questo ha determinato la frammentazione del processo valutativo limitato di fatto in questa fase alla singola domanda, senza porre le condizioni affinché l’esame delle singole domande fosse comunque accompagnato
da una visione d’insieme, rispetto alle misure attivate.
E’ stato inoltre evidenziato nell’ambito delle interviste con i responsabili delle ASPA (ASPA prov. Roma) che la mancata conoscenza delle PIT nel loro complesso da parte dei tecnici delle ASPA non ha favorito la
possibilità di porre in essere opportune verifiche, valutazioni, richieste di modifiche ai beneficiari in relazione alle istruttorie sulle singole domande di aiuto.
Per quanto riguarda la dimensione più specificatamente tecnico-amministrativa delle attività istruttorie, sono
emerse necessità di una maggiore uniformità nelle attività di valutazione e verifica delle domande, aspetto questo che rappresenta un punto rilevante, sollevato con particolare riferimento alla “valutazione della
immediata cantierabilità”, requisito che il bando stabiliva dovesse essere detenuto pienamente da parte delle singole domande di aiuto al momento della presentazione della PIT definitiva. Proprio in relazione
all’esigenza di uniformare la valutazione e la verifica del requisito della immediata cantierabilità delle domande di aiuto, e soprattutto in relazione a quelle presentate da parte di enti pubblici, la Regione ha
adottato nel corso del 2012 apposite “Linee guida per la valutazione della immediata cantierabilità dei
progetti presentati da amministrazioni pubbliche”.
Nello specifico, la valutazione della cantierabilità del progetto comporta una serie di verifiche circa la sua
conformità rispetto a pareri, nulla osta, ed autorizzazioni (es. interesse culturale, rilevanza paesaggistica, ecc.). A questo riguardo all’interno delle ASPA non sembra essere presente in modo adeguato e uniforme il
set delle competenze necessarie a garantire le verifiche richieste, e ciò rende la valutazione sicuramente più
difficoltosa, nonché potenzialmente soggetta ad errori interpretativi. A questo riguardo dovrebbe essere valutata la possibilità, e studiate le forme più idonee, di un diretto coinvolgimento delle Direzioni regionali
competenti in materia (ambiente, cultura, programmazione economica, ecc.), cui demandare specifiche responsabilità nell’ambito del processo istruttorio, per gli aspetti di rispettiva competenza. Un’indicazione
formulata a tale specifico riguardo propone che il coinvolgimento delle varie strutture regionali a supporto delle attività istruttorie si traduca nella formulazione di veri e propri “pareri vincolanti” in relazione ai singoli
aspetti di natura prettamente tecnico-specialistica da verificare nell’istruttoria. Il modello adottato nell’ambito
di “commissioni interassessorili” sperimentate durante il periodo di programmazione 2000-2006 non viene giudicato particolarmente efficace come anche l’eventuale ricorso a supporti di Assistenza tecnica ove questi
si configurino come apporti consulenziali e non si concretizzino in pareri formali.
Alla luce di tutto questo, il criterio della cantierabilità, seppur giustamente finalizzato ad obiettivi di
efficienza, avrebbe potuto essere introdotto, e soprattutto applicato, con maggiore gradualità e flessibilità,
considerate da un lato le caratteristiche e la contenuta dimensione dei singoli investimenti, ma soprattutto alla luce della tempistica sinora maturata per addivenire alla concessione del finanziamento. Infatti,
paradossalmente oggi, a distanza di due anni e mezzo dalla presentazione delle domande di aiuto, la cantierabilità potrebbe essere stata nel frattempo conseguita da progetti, che, di fatto, non sono stati
ammessi in quanto non soddisfacenti il criterio in fase di presentazione.
Sulle complessità procedurali di cui si è detto è gravato in generale un dimensionamento degli uffici regionali centrali e territoriali non adeguato rispetto al volume di attività generato dal processo di attuazione delle
PIT, che probabilmente avrebbe richiesto un ricorso più significativo all’assistenza tecnica, anche in considerazione del fatto che le ASPA sono le strutture che istruiscono tutte le domande del PSR che e che
esse sono risultate quindi più o meno sotto pressione a seconda della quantità di domande afferenti alle PIT nei distinti ambiti provinciali (esemplificativo a tal riguardo sono i casi delle ASPA di Roma e di Viterbo, dove
si è concentrata la maggior parte delle domande).
Le interviste ai referenti ASPA hanno sottolineato alcune criticità ricorrenti nelle domande in generale riferibili alla scarsa “qualità” progettuale, sia nelle domande presentate da parte di soggetti pubblici, sia privati (nel
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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caso dell’ASPA di Rieti è stata rilevata una possibile prevalenza dei privati sui pubblici); i difetti rilevati
sembrerebbe essere peraltro più ricorrenti di quanto si riscontra nelle domande di aiuto presentate al di fuori
delle PIT (ancora ASPA Rieti). Si tratta di una considerazione che induce a ritenere non sia stato correttamente svolto il ruolo di animazione e coordinamento da parte di alcuni capofila che sembrano,
piuttosto, aver collazionato le diverse istanze in modo acritico e pertanto poco efficace.
Le criticità che sembrano aver influito più negativamente nell’ammissibilità delle domande, concorrendo a
determinarne l’inaspettato tasso di mortalità, sono riconducibili a:
difficoltà da parte dei beneficiari nella comprensione ed interpretazione dei bandi di misura che hanno
comportato, in fase di predisposizione ed invio delle domande, molteplici errori nella corretta
individuazione della misura/azione di riferimento;
mancata o incompleta rispondenza delle domande al requisito della immediata cantierabilità.
L’elevato “tasso di mortalità” delle domande di aiuto relative al Gruppo 1 sembrerebbe al momento il dato più significativamente risultante dalla valutazione di ammissibilità. Nei casi delle ASPA intervistate
l’ammissibilità delle domande si aggira tra il 55 ed il 60%. Il fallimento nella predisposizione delle istanze sembra riguardare maggiormente i beneficiari pubblici, categoria in generale prevalente su quella privata.
L’alta mortalità delle domande sembrerebbe pertanto compromettere la possibilità che le PIT del Gruppo 1
siano effettivamente in grado di assorbire le risorse programmate e altresì che “permangano i presupposti di coerenza e validità del progetto” che il bando prevede siano a fondamento della PIT. Infatti, la fase
conclusiva della valutazione che “ricompone” il senso dell’intervento rileggendo contestualmente la strategia della PIT e le sue singole operazioni, potrebbe anche avere in esito il riconoscimento di una perdita di
coerenza e di validità della stessa PIT causa la decadenza di “operazioni primarie”.
In ogni caso, in ragione del non perfezionato iter relativo alla valutazione di ammissibilità delle singole
domande di aiuto, l’attività di valutazione circa l’ammissibilità finale delle PIT, la cui durata prevista al netto
dei tempi per l’istruttoria di ammissibilità delle domande individuali di aiuto è di 180 giorni lavorativi, non è stata ancora portata a compimento. A questo quadro si aggiunge, inoltre, che qualora un altrettanto elevato
tasso di mortalità dovesse emergere anche in relazione alle domande afferenti alle PIT del Gruppo 2 (per cui sono state nel frattempo avviate le attività istruttorie relative alle domande di aiuto), il processo di selezione
delle PIT potrebbe essere fortemente compromesso.
L’iter istruttorio relativo alle PIT del primo gruppo è in via di conclusione con la valutazione finale, effettuata dalla Commissione di valutazione regionale, tesa ad una conclusiva verifica della coerenza delle PIT in
relazione agli esiti dell’ammissibilità delle singole domande. Si tratta quindi di un percorso piuttosto complesso nel quale il decentramento verso le ASPA di una specifica fase istruttoria, se da un lato può
generare una certa frammentazione del processo valutativo, dall’altro trova le sue ragioni nella necessità di coinvolgere già in questa fase le strutture regionali territoriali in quanto a queste spetteranno i successivi
controlli.
Resta fermo, tuttavia, che ad oltre un anno dall’adozione del modello organizzativo, i suoi obiettivi di semplificazione, omogeneizzazione e standardizzazione delle procedure non sembrano essere stati
effettivamente e pienamente conseguiti, con le auspicate contrazioni dei tempi procedimentali.
3.1.5.3 Pacchetto giovani
La Misura 112 incentiva l’insediamento dei giovani in agricoltura attraverso l’erogazione di un premio unico in
conto capitale di 40.000 euro o in abbuono interessi per un importo capitalizzato non superiore a 30.000
euro. La combinazione del premio in conto capitale e dell’abbuono interessi non può essere superiore a
65.000 euro. L’accesso alla Misura è vincolato alla presentazione di un Piano finalizzato a guidare il giovane
imprenditore nello sviluppo della propria azienda. Il Piano di sviluppo può assumere diversi gradi di
complessità cui corrisponde un aiuto pubblico differenziato.
L’obiettivo specifico della misura “Favorire i processi di ricambio generazionale attraverso l’insediamento di
giovani agricoltori qualificati, l’adeguamento e l’ammodernamento delle aziende agricole” è pienamente
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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rispettato dalla modalità di attuazione dell’intervento attraverso il Pacchetto Giovani, promuovendo sia il
miglioramento delle capacità professionali, sia l’adeguamento e ammodernamento delle aziende agricole.
L’universo di riferimento sul quale è stato estratto il campione è costituito dai beneficiari aderenti alla misura
in modalità “pacchetto” che hanno concluso gli investimenti (presentato domanda di Saldo) nell’anno
precedente la prima rilevazione contabile, al 31.12.2010.
Le rilevazioni necessarie all’acquisizione dei dati contabili sono state effettuate secondo la tempistica
seguente, in riferimento al presente rapporto. Le rilevazioni proseguiranno a cadenza annuale sulla base
dello schema di seguito riportato.
Pre-investimento: anno precedente la presentazione della domanda di aiuto (anno 2009);
Post-investimento: anno successivo alla domanda di collaudo (2011)
Considerando l’elevata percentuale di aziende beneficiarie dell’insediamento che racchiudono
all’interno del “pacchetto” la Misura 114, i dati primari necessari alle analisi valutative sono stati
rilevati attraverso una sezione specifica del questionario sottoposto al campione dei beneficiari della
Misura 112.
Il questionario è stato strutturato in modo da restituire informazioni utili a soddisfare i profili di
efficacia ed efficienza previsti dal QCMV: stima degli indicatori di risultato e impatto e risposta alle
domande valutative che sono articolate secondo la logica di intervento della Misura rivolta ai giovani.
L’analisi è stata articolata in base agli obiettivi operativi e prioritari previsti dal PSR della Regione Lazio. Di
seguito si riportano le principali risultanze emerse.
Il pacchetto aziendale ha consentito di favorire la rilevazione di aziende da parte di neo insediati orientati ad
un miglioramento strutturale dell’azienda rispetto alla sostenibilità economica ed ambientale.
Per il “pacchetto giovani” può essere evidenziato come a fronte di investimenti mediamente meno consistenti
rispetto a quelli realizzati nell’ambito del bando singolo o della PIF, i neo insediati abbiano puntato su
investimenti volti all’introduzioni di innovazioni in azienda, alla qualificazione delle produzioni e
all’accorciamento della filiera attraverso la trasformazione delle produzioni aziendali e la vendita diretta.
Gli effetti della Misura è determinante nel rinnovamento generazionale della classe imprenditoriale agricola
regionale: i cedenti interessati da sostituzione totale nella conduzione hanno un’età media di 62,5 anni
rispetto ad un’età media dei beneficiari di 31 anni; si rileva quindi una riduzione dell’età del conduttore pari a
31,5 anni.
Analizzando i dati forniti dalla CCIAA relativamente alla sezione si rileva, per il periodo 2007-2011, un saldo
negativo tra nuove iscrizioni e cessazioni di 6.604 aziende con una perdita media annua di 1.320 aziende.
Dal grafico appare evidente l’influenza che l’attuazione della Misura ha sulle nuove iscrizioni registrate alla
CCIAA: i nuovi insediamenti finanziati dalla Misura rappresentano una quota consistente di tutte le nuove
iscrizioni registrate nel periodo 2007-2011 (12%).
In un’ottica di futura programmazione si ritiene opportuno proseguire con l’utilizzo e l’incentivo della
progettazione integrata aziendale. A giudizio del valutatore va ulteriormente potenziato e semplificato lo
strumento del business plan informatizzato, al fine di creare un supporto necessario al beneficiario per
l’individuazione delle problematiche aziendali e per il monitoraggio della attuazione del Piano stesso e alla
Regione per presidiare dal punto di vista informativo la performance della Misura.
Le azioni a supporto della qualificazione del capitale umano, in particolare le Misure 111 e 114, hanno fatto
registrare performance al di sotto delle aspettative del programmatore. La rimodulazione finanziaria
approvata nel corso del 2011 ha ridotto la dotazione finanziaria delle misure 111 e 114 rispettivamente di
2,5 e 14 milioni di euro, rispettivamente il 31 e il 77% della dotazione iniziale.
In parte l’attuazione delle due Misure, ed in particolare della 114 si è legata al “pacchetto giovani”, dove la
richiesta dei neo insediati di servizi di consulenza aziendale è presente nel 78% dei casi. Molto più basso è
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stato il ricorso alla formazione prevista dalla 111, solo il 10% dei neo insediati hanno previsto tale Misura nei
Piani Aziendali.
L’analisi di contesto aveva evidenziato un deciso fabbisogno in azioni di formazione e informazione rivolte
alla qualificazione degli imprenditori agricoli e forestali. Il fabbisogno era giustificato dalla bassa incidenza
nel Lazio (Eurostat, 2000) di capi di azienda con una formazione agraria elementare (3,8%) o completa
(2,2%), non adeguata alle crescenti richieste di adattamento del settore agricolo ai criteri di sostenibilità
ambientale dei processi produttivi e di competizione sul mercato.
L’obiettivo era innalzare l’incidenza dei capi di azienda agricola con una formazione agraria di base, almeno
fino al 5% circa. L’aggiornamento (Eurostat, 2005) dell’indicatore iniziale di obiettivo n. 4 – Istruzione e
formazione nel settore agricolo – ha fatto rilevare un incremento sia del numero, sia dell’incidenza dei capi
d’azienda con istruzione agraria di base, fino al 6,8%. La situazione regionale rimane comunque inferiore a
quella nazionale, dove la percentuale di capi d’azienda agricola dotati di un’istruzione agraria di base è pari a
8,2%.
Il giudizio del Valutatore è che a fronte di un’esigenza formativa, espressa soprattutto dai giovani, non c’è
stata una adeguata offerta formativa soprattutto per quanto riguarda le tematiche proposte: vi è una
richiesta di percorsi formativi atti a risolvere specifiche esigenze aziendali che richiedono un’impostazione
meno generalista (legata all’acquisizione del requisito della professionalità) e più mirata alle attività aziendali.
A tal proposito, l’apprezzamento dei partecipanti ai corsi di formazione è piuttosto positivo soprattutto per
quanto riguarda l’azione di tutoraggio aziendale, azione che per sua natura è ritagliata sulla risoluzione delle
problematiche aziendali.
Analogamente, i neo insediati valutano positivamente la consulenza ricevuta attraverso la Misura 114: in
generale il giudizio è molto positivo su tutti gli aspetti ed in particolare è stata apprezzata la rispondenza
della consulenza alle aspettative iniziali e la coerenza dei contenuti rispetto agli obiettivi dichiarati.
Tale aspetto dovrà essere analizzato dalla Regione in vista delle futura programmazione, laddove viene
raccomandato “che il trasferimento di conoscenze e le azioni di informazione non dovrebbero limitarsi ai
classici corsi di formazione, ma assumere forme più confacenti alle esigenze degli operatori rurali”. “In
quest'ottica vanno quindi promossi seminari, coaching, attività dimostrative, azioni di informazione, come
pure programmi di scambi o di visite interaziendali di breve durata.” (Punto n. 14 dei Considerata della
proposta di nuovo Regolamento FEASR).
In più il Valutatore ritiene che da un lato venga maggiormente presidiata la fase di selezione degli Enti che
erogano formazione e dall’altro che l’AdG si debba dotare di un adeguato sistema di monitoraggio in grado di
supervisionare non solo le attività dell’Ente di formazione ma anche le informazioni inerenti i destinatari delle
attività (i formati).
3.1.3 Rapporto Tematico Filiere agroalimentari
L’obiettivo dell’approfondimento tematico è la verifica del contributo del PSR al superamento delle principali
criticità/esigenze emerse dall’analisi SWOT per ogni settore/comparto produttivo prioritario interessato dal
programma.
In particolare l’analisi dell’evoluzione dell’agroalimentare regionale ha riguardato i seguenti comparti
produttivi: lattiero-caseario, olivicolo, ortofrutticolo, florovivaistico, carne, cerealicolo, ovicaprino, vitivinicolo,
biologico e tabacco; si tratta delle filiere individuate nel PSR che incidono in misura maggiore sul valore della
produzione agricola regionale e che rivestono, come nel caso specifico della filiera biologica, un ruolo chiave
nell’ambito dell’integrazione tra obiettivi di crescita economica e sviluppo sostenibile della produzione
agricola.
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Le analisi condotte sul contesto socio-economico, ambientale e territoriale hanno costituito il punto di
partenza per la conoscenza della varietà delle condizioni sociali, economiche e ambientali dell’intero territorio
regionale. L’approfondimento sulla competitività del sistema agricolo e agroalimentare regionale e sulle
principali filiere produttive è integrato con dati aggiornati, rilevati da fonti ufficiali (ISTAT; SINAB), che
hanno consentito di aggiornare i punti di forza e di debolezza, le disparità, le carenze e le potenzialità di
sviluppo rurale del territorio regionale al fine di determinare l’attualità o meno dei diversi fabbisogni indicati
all’interno del PSR 2007-2013 del Lazio.
Il lavoro considera i recenti cambiamenti nelle misure di politica agricola delle Organizzazioni Comuni di
Mercato e si pone come ulteriore obiettivo quello di verificare se i fabbisogni individuati nell’analisi di
contesto rispondono a specifiche emergenze quali i cambiamenti climatici, l’efficienza energetica e la
gestione delle risorse idriche. Sono queste, infatti, le problematiche principali che, portate all’attenzione
anche nel dibattito sulla verifica dello “stato di salute” (Health Check) della Politica Agricola Comunitaria
(PAC), sono state individuate, alla conclusione del negoziato a Bruxelles, come nuove sfide e quindi inserite
come priorità comunitarie nei nuovi orientamenti strategici comunitari per lo sviluppo rurale.
Nell’ambito della valutazione del PSR il Valutatore indipendente ha inserito nei questionari utilizzati per le
indagini afferenti alle Misure 112 e 121 delle domande ad hoc che, sottoposte ai soggetti beneficiari, hanno
consentito di raccogliere la percezione che gli stessi hanno rispetto agli obiettivi prioritari individuati. Tali
informazioni sono quindi state utilizzate per completare i dati presi come riferimento per l’aggiornamento del
contesto agroalimentare regionale.
Le analisi condotte evidenziano in generale per la maggior parte dei settori produttivi (lattiero-caseario,
olivicolo, cerealicolo, vitivinicolo, florovivaistico e tabacchicolo) una buona corrispondenza tra i fabbisogni
prioritari individuati dall’analisi di contesto all’interno del PSR e gli investimenti realizzati. In particolare per la
Misura 121 gli interventi si rivolgono al miglioramento della qualità dei prodotti ed è interessante notare
come questa tipologia di investimenti sia spesso collegata da una parte all’aumento della sostenibilità
ambientale delle produzioni agricole (con interventi rivolti principalmente al risparmio energetico, al
risparmio idrico e all’utilizzo energetico degli effluenti zootecnici) e dall’altra all’introduzione di innovazioni
all’interno del processo produttivo (come ad esempio l’acquisto di macchine e impianti specializzati). Per la
Misura 123, invece, risultano coerenti gli interventi per l’introduzione e l’implementazione dei sistemi di
tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti e per l’ammodernamento degli impianti e delle strutture di
trasformazione, confezionamento e commercializzazione.
Nei settori della carne e ortofrutticolo gli interventi previsti non risultano sempre pertinenti ai fabbisogni
prioritari di intervento evidenziati per gli stessi; in particolare nel settore ortofrutticolo non figurano
interventi volti alla valorizzazione e riqualificazione delle produzioni tipiche e tradizionali, tramite la
realizzazione di partenariati locali e la creazione di marchi collettivi; maggiore attenzione è posta invece alla
sostenibilità ambientale e al miglioramento qualitativo delle produzioni. Nel settore della carne è importante
sottolineare la presenza di interventi di valorizzazione delle peculiarità degli allevamenti con particolare
riferimento alle razze autoctone, nonché di ammodernamento e riconversione delle strutture aziendali
finalizzate alla realizzazione della filiera corta.
Nel settore ovicaprino gli interventi della sembrano poco coerenti rispetto ai fabbisogni emersi dall’analisi di
contesto. In particolare si rileva la necessità di interventi volti alla valorizzazione dei prodotti della pastorizia,
facendo leva sull’ampia differenziazione dei prodotti tipici e tradizionali, nonché sulle certificazioni di prodotto
e di processo.
Anche in termini di coerenza la selezione degli interventi previsti dal PSR è stata svolta sulla base di priorità
settoriali e territoriali correlate ai fabbisogni di intervento emersi dall’analisi di contesto dei settori agricolo,
agroindustriale e delle principali filiere produttive. In generale si riscontra una buona coerenza tra i
fabbisogni del sistema agricolo e agroindustriale e i criteri di selezione adottati per la Misura 121. In
particolare le priorità assolute riguardano il Pacchetto giovani e la qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo
Professionale); mentre le priorità relative riguardano le priorità settoriali di comparto (in funzione del settore
produttivo e del territorio), le priorità di comparto (in funzione del settore produttivo) e altre priorità relative
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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(stabilite in funzione di requisiti soggettivi, della tipologia di intervento, ecc.). A livello territoriale inoltre sono
individuate come prioritarie le “aree con problemi complessivi di sviluppo” rispetto alle “aree rurali ad
agricoltura intensiva e specializzata”; vale infine sottolineare che risultano prioritari gli interventi nelle
aziende che, nell’ultimo biennio, sono state oggetto di eventi calamitosi che hanno determinato danni alle
strutture e/o alle produzioni.
A livello settoriale si rileva che nel comparto latte alimentare fresco e florovivaistico i fattori di valutazione
sono complessivamente in linea con i fabbisogni prioritari premiando, in particolare, gli investimenti
finalizzati all’ammodernamento, alla realizzazione e alla riconversione delle strutture aziendali per
l’incentivazione della filiera corta (latte alimentare fresco) e per la riduzione dell’impatto ambientale
(florovivaistico). Anche nel settore olivicolo si evidenzia una buona coerenza tra criteri e priorità grazie alla
promozione degli interventi di razionalizzazione dei costi di produzione e di miglioramento della qualità del
prodotto attraverso l’introduzione di tecnologie innovative.
Nel comparto cerealicolo, del latte trasformato e della carne i criteri di selezione considerati premiano gli
investimenti finalizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, anche nella fase di stoccaggio
(cerealicolo), puntando sulle produzioni biologiche (latte trasformato) e sul miglioramento dei sistemi di
tracciabilità dei prodotti (cerealicolo e carne).
Per il comparto ovi-caprino i criteri di selezione che premiano gli interventi di miglioramento fondiario, di
realizzazione di caseifici aziendali e di introduzione di macchinari ad alto contenuto tecnologico, in particolare
verso gli impianti di mungitura, non appaiono del tutto coerenti con i fabbisogni prioritari; quest’ultimi sono
maggiormente rivolti alla concentrazione dell'offerta finalizzata ad arginare il fenomeno della polverizzazione
aziendale e alla riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti oltre che al miglioramento del benessere
animale.
Nell’ambito della Misura 123 Azione 1 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli” i criteri di
valutazione danno maggior rilievo alle micro, piccole e medie imprese che operano nel campo della
trasformazione e commercializzazione dei prodotti agro-alimentari; il sostegno è concesso nell’ambito dei
seguenti comparti produttivi: latte trasformato, ovi-caprino, cerealicolo, ortofrutticolo, olivicolo, vitivinicolo e
florovivaistico. Per gli altri comparti (carni bovine, avicole e suine escluse ovi-caprine, colture industriali, ivi
comprese le patate ed oleoproteaginose e latte alimentare fresco) gli interventi possono essere proposti
Risulta pertinente l’individuazione delle priorità territoriali di comparto all’interno delle aree omogenee A e B
(“aree rurali con problemi complessivi di sviluppo” e “aree rurali intermedie”) per i comparti vitivinicolo,
olivicolo, cerealicolo e ortofrutticolo. Per il comparto del latte trasformato i criteri di selezione premiano tre
aree su quattro, con l’esclusione di tutte le produzioni collocate all’interno delle “aree ad agricoltura intensiva
e specializzata”. Vale sottolineare che per ogni comparto, nel caso di interventi ricadenti in diverse aree,
l’assegnazione dei punteggi avviene secondo il principio della prevalenza finanziaria e pertanto la priorità è
assegnata in funzione dell’area ove ricade l’intervento con la più alta spesa ammissibile.
Per i comparti del latte trasformato, cerealicolo, ortofrutticolo, vitivinicolo e florovivaistico i criteri di selezione
risultano allineati ai fabbisogni individuati per gli interventi di ammodernamento e adeguamento degli
impianti di trasformazione, condizionamento (florovivaistico), confezionamento (florovivaistico) e
commercializzazione. Nei settori ortofrutticolo e florovivaistico si valorizzano inoltre gli interventi che
prevedono l’utilizzo di scarti e sottoprodotti per la produzione dell’energia verde; diversamente nei settori
ovi-caprino e olivicolo è scarso il peso attribuito a tali interventi. Sia nel settore olivicolo che nel vitivinicolo,
infine, i fattori di valutazione della misura 123 risultano idonei al soddisfacimento dei fabbisogni specifici
rivolti all’aumento della qualità e tracciabilità dei prodotti.
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3.1.4 Rapporto Tematico Comunicazione
Il Rapporto tematico è stato specificamente previsto dalla Regione Lazio al fine di consentire alla
Amministrazione Regionale di acquisire elementi di valutazione utili a verificare l’efficacia della
comunicazione istituzionale del PSR.
Il rapporto è stato sviluppato in accordo con l’AdG in modo da indagare l’efficacia della comunicazione
istituzionale rispetto a tre target principali della comunicazione: i beneficiari del PSR, i potenziali beneficiari e
i testimoni privilegiati.
L’analisi è stata sviluppata tenendo conto che per ogni gruppo target vi è una domanda di valutazione
differente:
per i beneficiari del PSR sono stati indagare i canali attraverso i quali sono venuti a conoscenza del
PSR;
per i potenziali beneficiari è stato verificato il grado di conoscenza del PSR e degli strumenti di
comunicazione istituzionale, valutandone così l’efficacia;
per i testimoni privilegiati è stato invece approfondita la loro funzione di intermediazione nel
veicolare la comunicazione istituzionale ai propri associati.
Non è stato oggetto di indagine l’universo della collettività, perché non considerato prioritario per valutare
l’efficacia della comunicazione e perché interessato da azioni di comunicazione più generaliste realizzate su
media regionali/nazionali.
In accordo con l’AdG, al fine di rendere le indagini più mirate e rappresentative dei soggetti “target” della
comunicazione, la metodologia proposta prevede la realizzazione di 800 interviste ad un campione di
soggetti rappresentativi dell’universo dei Testimoni Privilegiati e dei potenziali beneficiari.
I soggetti sono stati individuati insieme alla Regione (vedi par. 3.2). Le prime, 400 interviste sono state
realizzate in occasione del presente rapporto mentre le restanti 400 saranno realizzate successivamente in
occasione della valutazione ex post. Con tale numerosità campionaria sarà possibile restituire informazioni
con margini di errore contenuti (tra il 5 e il 6%).
L’analisi sui beneficiari del PSR, limitata a coloro i quali avevano concluso gli investimenti al 31.12.2011,
è stata condotta attraverso indagini dirette ad un campione rappresentativo di 168 soggetti, rappresentativi
di un universo di 616 beneficiari del PSR.
I risultati sono stati presentati in maniera separata per i beneficiari privati delle Misure 111, 112, 121, 123,
311 e per i soggetti capofila dei PIF (Progetti integrati di filiera).
Per i beneficiari privati, il 26% viene a conoscenza delle opportunità attraverso la comunicazione
istituzionale, tale percentuale è molto variabile tra comparti; si passa dal 50% degli orientamenti misti, al
40% dell’olivicolo fino a scendere allo 0% del florovivaistico e tabacchicolo. All’interno di questa classe, il sito
internet della Regione Lazio rappresenta il canale di comunicazione più utilizzato, in media il 98%, seguito
dalle newsletter con appena il 2%.
La fonte di informazione principale (per la totalità dei beneficiari) proviene da fonti non istituzionali, che, in
ordine di importanza, sono rappresentate dalle organizzazioni professionali (associazioni di categoria), dai
professionisti (ordini e studi) e dal passaparola con altri agricoltori.
In base a tali evidenze, l’indagine condotta sui testimoni privilegiati è stata impostata, come già menzionato
tenendo conto della funzione di mediazione svolta e dunque ponendo l’accento sulla fruibilità del materiale
comunicativo/informativo predisposto dalla Regione.
Chi tra i beneficiari affermato di essere a conoscenza dei canali di comunicazione istituzionali sono circa il
32% del totale, di questi, la quasi totalità (il 91%) li giudica efficaci e il 9% molto efficaci. Nessuno esprime
un giudizio negativo.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 33
Il dato sulla conoscenza degli strumenti di comunicazione disaggregato per zone del PSR, evidenzia come
nelle aree A (poli urbani) e B (area ad agricoltura specializzata) il livello di conoscenza dei canali di
comunicazione istituzionali sia più elevato che nelle aree C e D, il 50% dei beneficiari a fronte
rispettivamente del 29% e del 33%.
Questo dato, messo in relazione con l’indicazione fornita sul sito internet regionale come principale fonte di
comunicazione, potrebbe indicare che in aree meno raggiunte da linee ADSL quel tipo di comunicazione
istituzionale sia meno fruibile. Tale considerazione viene anche avvalorata dalla composizione del campione
di beneficiari al 31.12.2011, che è per lo più composto da giovani agricoltori (112 ma più in generale
beneficiari del pacchetto giovani che intersecano anche le Misure ad investimento, la formazione e la
consulenza) e da aziende agricole che diversificano le attività, in larga maggioranza, verso attività
agrituristiche. Si tratta di un campione di imprenditori abituati ad utilizzare internet, anche come strumento
per promuovere le attività aziendali.
Solo il 21% dei beneficiari sa dire con esattezza cosa è il FEASR, di questi il 71% conosce il tasso di
partecipazione della quota UE. La lettura dei dati per zona PSR, consente di evidenziare come nelle aree C e
D il grado di conoscenza del FEASR è sotto il 21%, in particolare è pressoché assente per i beneficiari delle
aree D. Vale la pena sottolineare, che il grado di conoscenza è riferito al Fondo, mentre la consapevolezza
che il finanziamento proviene dall’Unione Europea è presente in tutti i beneficiari.
Per quanto riguarda i soggetti capofila delle PIF la principale fonte di informazione è rappresentata da
Associazioni di categoria, ordini e studi professionali (59%), i canali istituzionali sono indicati dal 32% degli
intervistati (sito web e newsletters). Questi dati confermano l’importanza strategica che riveste la
comunicazione operata dai canali non istituzionali.
Tutti i capofila conoscono gli strumenti di comunicazione messi a punto dalla Regione, ed il giudizio sulla loro
efficacia è complessivamente positivo.
Per quanto concerne i testimoni privilegiati, il 68% del campione di intervistati usa il proprio sito web per
veicolare le opportunità previste dal PSR, il 58% anche attraverso materiali appositamente redatti per essere
scaricati via internet. Meno della metà dei testimoni privilegiati produce materiali informativi cartacei. Il 35%
degli intervistati inoltre produce newsletter informative e circa un quarto utilizza per la comunicazione
pubblicazioni periodiche.
Per quanto riguarda il gradimento sugli strumenti di diffusione messi a punto dalla Regione per promuovere
le opportunità offerte dal PSR c’è un giudizio generale più che positivo: per tutte le tipologie, infatti, oltre
l’80% degli intervistati esprime un livello di gradimento alto o medio.
Diverso è il giudizio dei testimoni privilegiati rispetto alle tematiche oggetto della comunicazione istituzionale,
. può essere messo in risalto che, a parte la diffusione delle opportunità del programma, giudicata poco
efficace dal 15% degli intervistati, per le altre tematiche un giudizio negativo viene espresso un media da un
testimone privilegiato su cinque (Diffusione dei bandi e assistenza, risultati raggiunti dal programma,
diffusione buone prassi, sensibilizzazione su tematiche chiave relative alla futura programmazione).
Va sottolineato comunque che l’82% del campione reputa la comunicazione istituzionale efficace.
Per quanto riguarda i potenziali beneficiari, i risultati sono differenti tra soggetti pubblici e privati. Per
i beneficiari pubblici il grado di conoscenza del PSR è elevato, circa l’80% del campione di intervistati sa
cosa è il PSR.
Il 20% che non conosce il PSR stato ha manifestato l’intenzione di essere informato sulle opportunità di
finanziamento e in particolare indicando due canali: internet (siti web istituzionali) il 64%, le newsletter
informative (via e mail) il 36%.
Il 60% tra coloro che hanno dichiarato di conoscere il PSR, ha indicato nel Sito della Regione Lazio la fonte
principale di conoscenza. Il restante 40% ha segnalato i bollettini e la newsletter della Regione (10%), il
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 34
passaparola con operatori agricoli (10%) o con soggetti tecnici del settore (7%) gli strumenti mediante i
quali ha appreso delle opportunità del PSR.
A tutti i soggetti del campione che conoscono il PSR – qualunque fosse stato l’input informativo di partenza–
è stato chiesto se fossero a conoscenza della comunicazione istituzionale, e in caso affermativo di esprimere
un giudizio sugli strumenti di comunicazione istituzionale. Il 19%, ha conoscenza del PSR ma non degli
strumenti di comunicazione istituzionali e pertanto non ha espresso un giudizio di merito, il restante 81%
che è a conoscenza degli strumenti di comunicazione istituzionali ne attribuisce un’efficacia media (74%) o
alta (26%). Nessun soggetto ha espresso un giudizio negativo.
Al campione di beneficiari che ha indicato di essere a conoscenza del PSR, è stato chiesto di esprimere -
attraverso un gradimento alto, medio o basso, un’indicazione su quali canali preferirebbe essere informato/a
sui temi dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Lo strumento del Sito Internet (81%) ha incontrato un
gradimento più alto. Anche le Newsletter informative/mail hanno incontrato un alto gradimento quale mezzo
di comunicazione (69%). Tale strumento è anche quello che, a giudizio degli intervistati deve essere
potenziato.
Merita, di essere sottolineato che il 71% dei potenziali beneficiari pubblici che conosce il PSR, ha dichiarato
di aver presentato domanda a valere sul PSR 2007-13, di questi, il 50%, ha ottenuto il finanziamento, il
37% ha le domande in fase di istruttoria e il 13% non ha ottenuto il finanziamento. Per quest’ultimi, la quasi
totalità non ha ottenuto il finanziamento per carenze documentali o per errori legati alle condizioni di
ammissibilità.
Infine la conoscenza di chi finanzia il Programma di Sviluppo Rurale è vaga, l’81% indica sempre l’Unione
Europea tra i soggetti finanziatori, il 43% la Regione Lazio, solo il 15% lo Stato Italiano.
Per quanto concerne i potenziali beneficiari privati, il dato rilevante che emerge dall’indagine – e al
contempo preoccupante - è che solo il 17% degli intervistati ha dichiarato di conoscere il PSR.
Questo dato messo in relazione con struttura del campione degli intervistati (rappresentativo delle aziende
che ricevono il periodico Lazioinformazione) lascia supporre che si tratti, in larga parte, di aziende agricole
non competitive non abituate a confrontarsi con strumenti di sostegno finanziario agli investimenti. Questa
supposizione può essere sostenuta da due elementi:
a) il fatto che il campione di aziende intervistate è fortemente sbilanciato sulle fasce di età più
avanzate (oltre il 92% delle aziende intervistate, con conduttore sopra i 50 anni e il 56% over 65);
b) il fatto che ad una successiva domanda sulla “propensione all’investimento”, solo una bassa
percentuale, il 2%, dichiara di aver realizzato investimenti negli ultimi 5 anni.
Il 12% di chi non conosce il PSR gradirebbe essere informato sulle opportunità del PSR – l’88% non mostra
interesse - di questi, il 31% gradirebbe essere informato in occasione di convegni, fiere, incontri, il 24%
attraverso le associazioni di categoria e una percentuale analoga attraverso televisione e radio.
Il grado di conoscenza, su chi afferma di conoscere il PSR (17% degli intervistati), è soddisfacente per gli
imprenditori che appartengono alle classi che vanno dai 18 ai 50 anni mentre arriva al 5% per gli
ultrasessantenni, ma come menzionato sopra, le aziende intervistate con titolari compresi tra i 18 e i 50 anni
rappresentano il 9% del campione. Il 60% ne è venuto a conoscenza attraverso le organizzazioni
professionali, il 35% attraverso il passaparola con altri agricoltori. Solo una quota residuale pari circa al 2%
attraverso canali che possono essere ricondotti direttamente a campagne realizzate dalla Regione. Anche in
questo caso emerge il peso e l’importanza delle Associazioni di Categoria nel veicolare le opportunità del
PSR.
Tra chi conosce il PSR più della metà (53%) conosce anche gli strumenti di comunicazione della Regione. Il
29% li giudica efficaci, il 24% li giudica inefficaci. Dunque all’interno di chi conosce gli strumenti di
comunicazione, il giudizio tra chi li giudica efficaci e poco efficaci è molto vicino.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 35
Chi conosce gli strumenti di comunicazione del PSR predilige l’informazione cartacea, un dato che in qualche
modo può essere ricondotto alla composizione del campione. Il 46% predilige le riviste cartacee, il 38%
anche materiali informativi disponibili presso fiere, convegni, il 28% newsletter via mail, il 20% il sito web
della Regione.
Sul potenziamento della comunicazione istituzionale la maggioranza, il 45% indica i canali dei media
tradizionali: televisioni e radio (25%) e giornali e testate specializzate (20%).
Sul grado di conoscenza di chi finanzia la politica di sviluppo rurale, rispetto a quanto rilevato per i potenziali
beneficiari pubblici, cresce la percentuale di chi non sa e non risponde, il 20% a fronte del 4% rilevato sui
pubblici. Solo il 10% individua la risposta esatta, più della metà individua l’Unione Europea tra i finanziatori,
il 44% la Regione Lazio e il 20% anche lo Stato italiano.
Le raccomandazioni sono state articolate per i diversi target della comunicazione analizzati.
Per quanto concerne i beneficiari privati, alla luce delle indagini condotte, l’unico elemento che emerge
riguarda il basso grado di conoscenza dello strumento FEASR. Tale dato può suggerire di realizzare una
azione di sensibilizzazione mirata sulla conoscenza del FEASR.
Ciò che emerge dalle interviste è che per veicolare le opportunità del PSR diventa strategico ragionare sulla
comunicazione di secondo livello operata, e dunque mediata, da Associazioni di categoria e ordini
professionali, che, come visto dalle indagini, hanno rappresentato il canale di informazione principale per i
beneficiari del PSR.
Diventa centrale individuare i referenti al’interno di tali organizzazioni che si occupano della comunicazione
verso associati e iscritti, al fine di coordinare e supportare le azioni di comunicazione. In particolare, dai
giudizi espressi dai testimoni privilegiati sulla comunicazione istituzionale, da un lato viene richiesto un
potenziamento della comunicazione sulla diffusione dei bandi e sull’assistenza. Dall’altro, viene richiesto di
migliorare la comunicazione per quanto riguarda i seguenti aspetti:
i risultati raggiunti dal Programma, perché consentono dare conto di come vengono spesi i soldi del
PSR ad un pubblico più ampio;
la diffusione delle buone prassi, perché rappresentano dei modelli di innovazione e di sostenibilità
che possono essere replicati o acquisiti da un pubblico più ampio, anche tra i potenziali beneficiari;
la sensibilizzazione su tematiche chiave relative alla futura programmazione, in quanto aspetto
strategico per mobilitare gli attori dello sviluppo locale e per consentire una pianificazione degli
investimenti.
Dal punto di vista valutativo, per la realizzazione del prossimo Rapporto tematico, il Valutatore suggerisce di
non realizzare interviste sui testimoni privilegiati (potrebbero essere incrementate le interviste sui potenziali
beneficiari), ma di coinvolgerli insieme alla AdG cercando in momenti di approfondimento sui temi della
comunicazione, attraverso l’utilizzo di focus group.
Per quanto concerne i potenziali beneficiari pubblici, il livello di conoscenza del PSR e degli strumenti di
comunicazione istituzionale è alto: l’80% conosce il PSR e di questi l’81% conosce anche gli strumenti di
comunicazione istituzionale.
Dall’analisi condotta è possibile evidenziare che è proprio il canale informativo istituzionale che ha incontrato
il più alto gradimento (Sito Internet) quale veicolo di informazione, viene indicato dal campione come il
canali di diffusione che dovrebbero essere maggiormente potenziato (74%).
Ciò sta ad indicare che è comunque alta l’aspettativa rispetto all’informazione via internet che attraverso le
nuove tecnologie di comunicazione presenta margini di sviluppo e potenzialità elevate e richiede
aggiornamenti continui. Si ricorda infatti che il sito web regionale è stato modificato sostanzialmente nel
corso del 2011.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Come sottolineato nelle conclusioni il 71% dei potenziali beneficiari pubblici ha presentato domanda di
finanziamento sul PSR, tra questi il 13% non ha ottenuto il finanziamento per l’inammissibilità delle
domande. E’ una percentuale bassa, ma che sta comunque ad indicare che è necessario potenziare
l’assistenza per la presentazione delle domande dei soggetti pubblici, prevedendo strumenti di
comunicazione mirati, ad esempio utilizzando tutorial sul sito web, che consentano di ridurre al minimo i
rischi di inammissibilità delle domande.
Per quanto riguarda i potenziali beneficiari, la prima raccomandazione è più funzionale alla modalità di
realizzazione del secondo Rapporto tematico previsto sulla comunicazione. Come è stato già sottolineato, il
campione di intervistati, e quindi l’universo di riferimento, non è rappresentativo dell’universo delle aziende
agricole regionali, dati censimento agricoltura 2010, In quell’occasione dovrà essere presa in considerazione
l’opportunità di utilizzare altri elenchi, come ad esempio, l’elenco delle imprese iscritte alla camera di
commercio nel settore agricolo e di settori coinvolti dalle altre Misure (123, 312).
Allo stesso tempo, il basso livello di conoscenza del PSR, solo il 17% lo conosce, e la non volontà di essere
informati per la maggior parte dei soggetti che non conosce il PSR, sta ad indicare come gli agricoltori
coinvolti siano titolari di aziende non competitive. Ad ulteriore conferma di tale supposizione , solo il 2% di
questo gruppo di soggetti ha realizzato investimenti negli ultimi 3 anni.
La raccomandazione è quella di aggiornare gli elenchi dei soggetti a cui vengono inviate i materiali divulgativi
sul PSR, in modo da renderli più indirizzate ad un target di imprenditori agricoli e di imprenditori di altri
settori (iscritti a Camera di Commercio o percettori dei pagamenti diretti del I Pilastro ) che sono
potenzialmente interessati alle opportunità del PSR.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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3.2 Attività di valutazione pianificate
Di seguito vengono illustrate per Asse e tematica di approfondimento le attività che il Valutatore intende
realizzare nel corso delle annualità 2013-2014.
3.2.1 Asse 1: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Misura 111 “Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione”
Le attività di valutazione previste per la Misura 111 “Azioni nel campo della formazione professionale e
dell’informazione” prevedono la raccolta dei dati primari sia per quanto attiene gli interventi realizzati
nell’ambito della formazione collettiva (azione 1a – Formazione) sia nell’ambito degli interventi di formazione
individuale in azienda (azione 1b – Tutoraggio aziendale).
Azione 1a – Formazione
In merito alle attività da svolgere, il Valutatore è in contatto con il Responsabile di Misura al fine di reperire
dagli Enti di Formazione le informazioni necessarie alla definizione dell’universo di indagine e delle sue
variabili di stratificazione. Tale ricostruzione costituisce la base per l’avvio delle attività di indagine. Definito
infatti l’universo, da questo verrà estratto il campione rappresentativo di formati con successo.
I dati primari verranno acquisiti attraverso un’indagine telefonica da realizzare con metodologia CATI
(Computer Assisted Telephone Interviewing) che sarà rivolta al campione rappresentativo di partecipanti con
successo ai corsi di formazione.
Con le indagini verranno rilevate, attraverso un apposito questionario che contiene domande a risposta
chiusa, una serie di informazioni in merito:
agli argomenti affrontati dal corso, alle ulteriori esigenze formative e alle indicazioni su eventuali
strumenti in grado di migliorare il sistema regionale della conoscenza;
alla sinergia della misura con le altre misure del PSR attraverso la verifica della partecipazione del
formato ad altre misure e al ruolo della formazione rispetto alla facilitazione della suddetta
partecipazione;
alle ricadute delle capacità acquisite durante il corso sulle attività aziendali;
ai mezzi di comunicazione utilizzati dal formato per il reperimento delle informazioni necessarie per la
partecipazione alla misura e la loro efficacia;
alle motivazioni che hanno spinto il formato a partecipare al corso.
Al fine di garantire un’elevata qualità delle interviste e di ridurre al minimo il tasso di caduta si procederà a:
organizzare turni di rilevazione in diversi orari della giornata;
utilizzare rilevatori con esperienza che consentano di ridurre al minimo i rifiuti dell’intervista e le
interruzioni della stessa;
garantire la presenza, durante tutto il periodo di lavoro, di supervisori alla rilevazione con compiti di
controllo dell’attività e, se necessario, di formazione continua degli intervistatori sugli aspetti ritenuti più
importanti o più ostici;
tentare il contatto di ciascun nominativo almeno 6 volte in 6 giorni diversi ed in fasce orarie diverse,
prima di considerarlo “non raggiungibile”.
Azione 1b – Tutoraggio aziendale
Le attività che verranno svolte per l’acquisizione delle informazioni inerenti l’azione 1b – Tutoraggio
aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda), proseguirà, come avvenuto nel passato, con la
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 38
rilevazione dei dati primari attraverso un’apposita sezione del questionario somministrato al campione di
beneficiari della Misura 112.
Nella sezione specifica del questionario, attraverso indagini face to face, verranno rilevate le informazioni
inerenti la partecipazione alla formazione individuale e la eventuale ricaduta delle capacità acquisite sulle
attività aziendali.
Per quanto attiene l’universo, il campione e la tempistica delle indagini riguardanti l’Azione 1b – Tutoraggio
aziendale – nell’ambito del Pacchetto giovani, si rimanda alla sezione dedicata alla Misura 112.
Misura 112 insediamento giovani agricoltori
Come già indicato nei precedenti Rapporti Annuali di Valutazione l’acquisizione dei dati primari necessari alla
realizzazione delle attività valutative continuerà con cadenza annuale come previsto dallo schema di seguito
riportato.
2010 2011 2012 2013 2014 2015
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
L’acquisizione di tali dati prevede, pertanto, indagini dirette su campioni di beneficiari statisticamente
rappresentativi.
Le rilevazioni che verranno realizzate nell’anno 2013 avranno come universo di riferimento l’insieme dei
beneficiari che hanno concluso gli investimenti (decreto di pagamento a saldo sia per la Misura 112 sia per la
Misura 121 ) nell’anno 2011. Le rilevazioni necessarie all’acquisizione dei dati contabili saranno effettuate con
riferimento alla situazione post investimento relativa all’anno successivo al pagamento del saldo (2012).
L’estrazione del campione è avvenuta utilizzando il campionamento casuale proporzionale assicurando un
errore campionario massimo del 10% stimato utilizzando come variabile proxy la dimensione finanziaria delle misure ricomprese nel “pacchetto”.
Le indagini verranno condotte con metodologia “face to face” attraverso la somministrazione di un questionario. Le variabili scelte per la stratificazione del campione hanno tenuto conto della modalità di
attuazione (bando singolo, pacchetto giovani) del comparto produttivo prevalente e della localizzazione delle aziende. La scelta delle variabili è coerente con quelle utilizzate nella rilevazione realizzata nell’anno 2011.
Le rilevazioni consentiranno l’acquisizione di informazioni legate alle caratteristiche del giovane agricoltore,
agli effetti delle partecipazione alla misura 112, a quelli connessi con la partecipazione alla misura 121 e ad altre misure eventualmente attuate dal giovane neoinsediato, alle modalità di partecipazione e agli obiettivi e
prospettive di sviluppo aziendale, nonché all’acquisizione di dati primari necessari alla quantificazione dell’indicatore di risultato R2 “accrescimento del valore aggiunto lordo.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Per la realizzazione dell’indagine si è procederà a:
recuperare il Piano di Sviluppo Aziendale delle aziende estratte a campione;
formare i rilevatori: verranno realizzati incontri con i rilevatori al fine di illustrare il questionario e definire
la tecnica dell’intervista e agli obiettivi dell’indagine;
inviare lettera formale al beneficiario;
contattare telefonicamente il beneficiario per la definizione della data di intervista;
realizzare l’intervista.
Per l’archiviazione dei dati rilevati è stato realizzato un Data Base le cui maschere hanno una struttura simile
alle pagine del questionario al fine di facilitare e ridurre al minimo la possibilità di errore nell’operazione di
data entry.
Di seguito si riporta la composizione dell’universo e del campione da indagare.
Universo: domande con decreto di saldo 112+121 relativo all’ 2011
Variabile per calcolo errore campionario: Importo pacchetto
Errore campionario:10%
Universo
Comparto Bando Singolo Pacchetto Giovani
Totale A B C D A B C D
altro/nd 2 8 9 2 2 3 4 2 32
carne
2 1 16 11 30
cerealicolo
5 7 14
26
florovivaistico
1 1 2 2 6
lattiero-caseario
4 2 15 2 23
olivicolo
5
19 2 26
ortofrutticolo
6 34 52 2 94
ovicaprino
2
18 5 25
tabacco
7
7
vitivinicolo
3 3 6
12
Totale 2 8 9 2 30 51 153 26 281
Campione
Comparto Bando Singolo Pacchetto Giovani
Totale A B C D A B C D
altro/nd 1 2 2 1 1 1 8
carne 4 3 7
cerealicolo 1 2 3 6
florovivaistico
lattiero-caseario 1 4 5
olivicolo 1 4 5
ortofrutticolo 1 8 12 21
ovicaprino 4 1 5
tabacco 2 2
vitivinicolo 1 1 1 3
Totale 1 2 2 1 5 12 35 4 62
La rilevazione dei dati contabili verrà effettuata sulla base dello schema di conto economico adottato dalla
regione per la redazione del PSA. Per la situazione ante investimento verranno utilizzati i dati riportati nel
PSA, mentre la situazione post investimento verrà rilevata in azienda verificando i valori stimati dal
produttore e riportati nel PSA.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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MISURA 113 – PREPENSIONAMENTO DEGLI IMPRENDITORI E DEI LAVORATORI AGRICOLI
La misura è strettamente correlata alla misura 112 con la quale condivide i medesimi obiettivi. I beneficiari del prepensionamento usufruiscono della priorità assoluta collegata alla cessione dell’azienda ad un giovane
beneficiario della Misura 112. Delle 144 domande ammesse a finanziamento, infatti, 124 sono collegate alla cessione dell’azienda ad un giovane beneficiario della Misura 112.
In considerazione della stretta relazione tra la misura in questione e la misura di insediamento dei giovani
agricoltori, le informazioni necessarie alla risposta ai quesiti valutativi verranno reperite da una specifica sezione inserita nel questionario che verrà somministrato ad un campione di beneficiari della misura 112, a
cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
MISURA 114 – Utilizzo dei servizi di consulenza
I beneficiari della misura sono gli imprenditori agricoli e forestali singoli o associati. Tuttavia, i criteri di selezione prevedono condizioni di priorità assolute per i giovani agricoltori che hanno aderito al pacchetto
giovani.
Le aziende che hanno richiesto il saldo nell’anno 2011 sono 175 e di queste 173, sono domande correlate
alla misura 112 insediamento dei giovani agricoltori. Le attività di valutazione, in continuità con quanto già
realizzato, verranno quindi svolte nell’ambito dell’indagine presso i beneficiari della misura 112.
Le rilevazioni saranno finalizzate all’acquisizione di informazioni relative all’oggetto della consulenza erogata,
ad ulteriori eventuali esigenze di consulenza espresse dalle aziende ed alle ricadute della consulenza sulle attività aziendali.
Il campionamento è stato effettuato stratificando l’universo dei saldati nell’anno 2011 per comparto e per
zona e considerando un errore campionario pari al 10% stimato utilizzando come proxy l’importo complessivo delle attività di consulenza realizzate.
Di seguito si riporta la composizione dell’universo e del campione estratto.
comparto
Universo Campione
A B C D Totale A B C D Totale
altro/nd
2 3 3 8
1 1 1 3
carne 1 1 15 8 25
5 3 8
cerealicolo 5 4 10
19 2 1 3
6
florovivaistico 1 2 1
4
1
1
lattiero-caseario 3 1 12 3 19 1
4 1 6
olivicolo 1 1 11 2 15
4 1 5
ortofrutticolo 5 17 23 2 47 2 6 8 1 17
ovicaprino 1
18 6 25
6 2 8
tabacco
7
7
2
2
vitivinicolo 1 4 1
6
1
1
Totale 18 32 101 24 175 5 1 33 9 57
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MISURA 121 – Ammodernamento aziende agricole
In prosecuzione con le attività di indagine realizzate nell’anno 2012, anche nel 2013 verranno realizzate
indagini campionarie secondo la tempistica riportata nello schema seguente
2010 2011 2012 2013 2014 2015
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Completamento degli interventi
Anno di riferimento rilevazione contabile
Anno di indagine
Le rilevazioni che verranno realizzate nell’anno 2013, saranno svolte con modalità face to face presso un
campione di beneficiari che hanno terminato gli interventi nell’anno 2011 (ad esclusione degli interventi
collegati al “pacchetto giovani” rilevati nell’indagine effettuata sui giovani beneficiari della Misura 112) con
riferimento all’anno contabile 2012.
L’individuazione delle variabili di stratificazione è strettamente collegata ai profili di analisi che verranno
sviluppati e tiene conto delle priorità programmatiche del PSR Lazio e delle specifiche richieste di approfondimento formulate dall’AdG. I profili di analisi riguarderanno quindi le diverse zone PSR, i settori
produttivi e la partecipazione ai progetti integrati di filiera.
Il questionario da sottoporre alle aziende campione è strutturato per l’acquisizione di informazioni quali-
quantitative, non ricavabili da fonti secondarie, relative ai risultati tecnico-economici di breve e medio-lungo periodo realizzati a seguito degli investimenti, nonché agli aspetti tecnici, organizzativi e gestionali implicati
nella realizzazione degli interventi.
Le rilevazioni necessarie all’acquisizione dei dati contabili faranno riferimento alla situazione:
pre investimento: anno precedente la presentazione della domanda di aiuto rilevata attraverso dati
riportati sul PSA;
post investimento: anno successivo al decreto di saldo.
Per l’estrazione del campione è stato utilizzato il metodo di campionamento casuale proporzionale. L’universo
dei beneficiari, è stato stratificato per comparto produttivo12, per zona PSR (A, B, C, D) e per partecipazione ai Progetti Integrati di Filiera (PIF).
Per la realizzazione dell’indagine si è procederà a:
recuperare il Piano di Sviluppo Aziendale delle aziende estratte a campione;
formare i rilevatori: verranno realizzati incontri con i rilevatori al fine di illustrare il questionario e
definire la tecnica dell’intervista e agli obiettivi dell’indagine;
inviare lettera formale al beneficiario;
12 Nello strato PIF le aziende collegate vengono classificate in base al comparto del PIF ed alla sua localizzazione (desunta sulla base della localizzazione della maggior parte delle aziende collegate al PIF).
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contattare telefonicamente il beneficiario per la definizione della data di intervista;
realizzare l’intervista.
Per l’archiviazione dei dati rilevati è stato realizzato un Data Base le cui maschere hanno una struttura simile
alle pagine del questionario al fine di facilitare e ridurre al minimo la possibilità di errore nell’operazione di
data entry.
Di seguito si riporta la composizione dell’universo e del campione estratto
Universo: domande con decreto di saldo relativo all’anno 2011
Variabile per calcolo errore campionario: volume complessivo degli investimenti
Errore campionario:10%
Universo
Comparto Bando Singolo Progettazione Integrata di Filiera
Totale A B C D A B C D
altro/nd 4 2 4 3
13
carne 2
12 4
18
cerealicolo 5 4 6
15
florovivaistico 2 3 2
7
lattiero-caseario 5 7 13 4
29
olivicolo 3
12
15
ortofrutticolo 5 28 19 2
54
ovicaprino 1
14 2
17
tabacco 3
3
vitivinicolo 4 5 3
2 14
Totale 31 49 88 15 2 185
Campione
Comparto Bando Singolo Progettazione Integrata di Filiera
Totale A B C D A B C D
altro/nd 2
1 1
4
carne 1
3 1
5
cerealicolo 2 1 2
5
florovivaistico 1 1
2
lattiero-caseario 1 2 4 1
8
olivicolo
3
3
ortofrutticolo 1 8 5
14
ovicaprino
4
4
tabacco
vitivinicolo 1 1
2 4
Totale 9 13 22 3 2 49
La rilevazione dei dati contabili verrà effettuata sulla base dello schema di conto economico adottato dalla
regione per la redazione del PSA. Per la situazione ante investimento verranno utilizzati i dati riportati nel
PSA, mentre la situazione post investimento verrà rilevata in azienda verificando i valori stimati dal
produttore e riportati nel PSA.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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MISURA 122 - Accrescimento del valore economico delle foreste
La misura è stata attivata con DGR n. 879 del 28/11/2008 attraverso i due strumenti procedurali utilizzabili
(domanda singola e Progettazione Integrata di Filiera):delle sole 5 domande acquisite, ne risulta istruita
positivamente e ammessa a finanziamento solo una, ricadente in zona montana, per un contributo di 92.993
€ pari ad appena l’1,6% della dotazione totale della misura. Alla data del 31.12.2011, tuttavia, non risulta
alcun pagamento effettuato.
Per ciò che concerne le attività di valutazione da intraprendersi nel prossimo periodo, queste si
concentreranno nell’ approfondimento delle motivazioni che hanno generato performance così parziali
rispetto agli obiettivi definiti dalla Regione Lazio nel programma. L’intento sarà, quindi, quello di
comprendere i meccanismi che hanno indotto una così scarsa partecipazione alla misura da parte dei
potenziali soggetti beneficiari.
Per tali attività ci si potrà avvalere di strumenti e tecniche valutative già consolidate realizzate con
l’intervento e la partecipazione di stakeholders e testimonials privilegiati (focus group, brain storming…).
L’organizzazione e la strutturazione di tali iniziative saranno realizzate dal valutatore di concerto con i
responsabili regionali e con l’ausilio di un esperto del settore. Nel breve periodo, pertanto, risulterà
necessaria un’analisi del contesto forestale regionale tale da far emergere le modalità e le relazioni che
sussistono tra i diversi attori del comparto, nonché la costruzione di un gruppo di lavoro, ovvero, la scelta dei
partecipanti da coinvolgere nelle attività sopra menzionate (il numero può essere compreso tra 10 -15
esperti dell’argomento di cui si andrà a discutere e provenienti dagli ambiti più disparati, comunque
interessati al problema in oggetto).
Misura 123 – Azione 1 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli
Attività di indagine
L’attività d’indagine per l’acquisizione dei dati primari nel 2013 interesserà un campione di 10 imprese
agroalimentari (62,5% del totale), tutte relative alla modalità di attuazione della Misura con “domanda
singola”13, che hanno fatto richiesta di saldo entro il 31 dicembre 2011, a cui fa riferimento un ammontare di
spesa pari a 3,07 milioni di euro. L’universo è stato stratificato sulla base del settore di attività delle imprese
beneficiarie e dell’area PSR di riferimento. La numerosità campionaria (n. 10 imprese, pari al 62,5%
dell’universo delle imprese con saldo al 2011) è stata determinata con un errore campionario del 10%,
calcolato sulla base della proxy dimensionale investimento/addetti. Nella tabella che segue si riporta
l’articolazione della numerosità campionaria
Campione delle imprese che hanno richiesto il saldo entro il 31.12.2011, stratificato per settore produttivo e per area PSR
Settore produttivo
Area PSR
A B C D Totale
Cerealicolo 1 1 2
Olivicolo 2 2
Ortofrutticolo 2 1 3
Lattiero caseario 1 1 2
Vitivinicolo 1 1
Totale 1 5 4 10
La rilevazione dei dati, ante e post intervento, sarà effettuata attraverso la somministrazione di un
questionario valutativo e la riclassificazione dei conti economici delle imprese a valore aggiunto
(13) Nessun beneficiario dei Progetti di Filiera ha fatto richiesta di saldo entro il 31.12.2011
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 44
(caratteristico), evidenziando la differenza fra il valore della produzione e il costo dei beni e servizi acquistati
presso terzi e consumati nella produzione.
Mediante il questionario verranno rilevati dati di natura quali-quantitativa in relazione agli obiettivi connessi
alla logica di intervento della Misura, alle domande valutative definite del QCMV per la Misura 123 e a quelle
aggiuntive indicate dalla Regione.
Esso è suddiviso in 6 sezioni:
1) informazioni generali (fatturato, numero occupati, sistemi di certificazione, i consumi di acqua, energia
elettrica ed altri fonti energetiche, le finalità degli investimenti, ecc.) ed informazioni relative alla
progettazione integrata di filiera;
2) l’innovazione di prodotto e di processo (tipologia, finalità, effetti, ecc.);
3) la materia prima ed i prodotti finiti (evoluzione dei volumi e del valore della materia prima e dei prodotti
finiti, analisi dei vincoli contrattuali e di altre modalità di fornitura, mercati di riferimento, ecc.);
4) l’efficienza e la competitività dell’impresa (efficienza di costo, miglioramento della produttività, ecc.);
5) energia, ambiente e sicurezza sul lavoro;
6) informazioni generali inerenti l’adesione al PSR (strumenti di comunicazione istituzionale e non,
reperimento delle risorse finanziarie non sovvenzionate, accesso alle agevolazioni al credito, ecc.).
Infine, per quanto riguarda gli aspetti contabili, la documentazione verrà reperita in sede di indagine oppure
presso le Camere di Commercio.
MISURA 123 Azione 2 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali
Per quanto riguarda le attività di valutazione inerenti la Misura in questione e relative al settore forestale,
sono in corso le indagini dirette presso tutti i beneficiari che hanno concluso i lavori entro il 31.12.2011. Così
come già realizzato in passato, tali attività hanno riguardano la strutturazione di un questionario ad hoc
somministrato a tutte le aziende beneficiarie che hanno fatto richiesta di saldo entro il 31.12.2011. Le
indagini vengono condotte con la tecnica della rilevazione face to face, attraverso il metodo CAPI (Computer-
Assisted Personal Interview) nell’arco di tempo che va da aprile a maggio 2013.
L’obiettivo delle indagini è quello di ricavare informazioni e dati utili alla stima degli indicatori di prodotto e di
risultato, di natura prevalentemente tecnica e socio-economica, predisposti per la valutazione degli obiettivi
specifici ed operativi dichiarati nella misura. La scelta di concentrare le analisi sulle domande con richiesta di
saldo entro la data sopra menzionata è dettata dalla necessità di dover attendere i tempi necessari dalla
realizzazione delle operazioni perché gli effetti degli stessi possano essere resi manifesti e, pertanto, valutati.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. 45
3.2.2 Asse 2: Miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale
Per quanto concerne l’Asse 2, dal momento che le attività di valutazione hanno permesso di entrare nel
merito dei risultati e degli impatti del Programma, nel corso del biennio 2013-2014 si intendono realizzare
due attività principali:
1. un approfondimento, il Rapporto Tematico “Ambiente” previsto dal C.dO, su una tema puntuale: il
“Carbon Footprint dell’allevamento Laziale in conduzione convenzionale e biologico”;
2. analizzare i fattori di criticità che hanno frenato l’adesione alle Misure forestali.
Per quanto riguarda l’approfondimento tematico sul “Carbon Footprint dell’allevamento Laziale in
conduzione convenzionale e biologico”, si vuole indagare attraverso analisi quantitative e qualitativi le
variazione delle emissioni di gas serra in allevamenti di bovini, bufalini e ovini a seguito dell’adesione alla
misura 214, azione 2 (Agricoltura biologica).
L’analisi riguarderà la stima delle emissioni: di metano (CH4) da fermentazione enterica; di metano e
protossido di azoto da deiezioni (CH4 e N2O); di anidride carbonica prodotta dal consumo di carburante ed
elettricità (CO2).
La metodologia di stima sarà sviluppata secondo le linee guida fornite da IPCC (Intergovernamental Panel on
Climate Change) per il comparto zootecnico, e in linea con la metodologia ufficiale utilizzata da ISPRA
(Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per redigere l’inventario nazionale delle
emissioni. Per una migliore accuratezza delle stime si procederà utilizzando informazioni puntuali e che
meglio caratterizzano i sistemi produttivi analizzati.
Relativamente al sistema di allevamento biologico saranno indicate delle best practices che possono avere
un azione mitigante nei confronti delle maggiori criticità ambientali riscontrate dall’analisi.
L’analisi riguarderà i processi produttivi relativi alle sole fasi di allevamento. Non saranno presi in
considerazioni le emissioni relative alle attività di campo e associate alle pratiche di allevamento. I dati e i
risultati dell’analisi saranno riferiti all’annata agraria 2012.
Alcune delle informazioni necessarie saranno acquisite attraverso un indagine su un campione rilevante di
aziende appartenenti alle diverse tipologie produttive esaminate. Ulteriori informazioni utili alla stima
saranno acquisite attraverso la consultazione di statistiche ufficiali su base Nazionale, Regionale o Provinciale
o calcolati con opportuni modelli di stima.
Le principali informazioni necessarie al calcolo delle emissioni di CH4 per la fermentazione enterica sono:
numero di animali per categoria zootecnica e per tipologia e sistema produttivo (latte-carne;
biologico-convenzionale);
livelli produttivi quanti-qualitativi (Kg di latte, % grasso e proteine del latte, incrementi ponderali);
peso vivo degli animali;
percentuale di animali che partoriscono nell’anno;
attività motoria (pascolamento).
I dati di consistenza per specie e categoria zootecnica potranno essere acquisite dalla consultazione
dell’anagrafe zootecnica (BDN Teramo). I dati produttivi potranno essere acquisiti con quanto riportato in
statistiche ufficiali Nazionali/Regionali, da dati aggregati dei controlli funzionali (Associazione Italiana
Allevatori), da associazioni di categoria (Federbio) e da quanto riportato in bibliografia. Le informazioni sulla
pratica del pascolamento saranno acquisite tramite le interviste.
Le principali informazioni necessarie al calcolo delle emissioni di CH4 da deiezioni sono:
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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tipo di stabulazione per specie e categoria zootecnica;
tipo di deiezione prodotta (liquame, letame);
quantità prodotta;
tempi di stoccaggio.
I dati sul tipo di stabulazione adottata dall’allevamento, sul tipo e la quantità di deiezione prodotta e sui
tempi di stoccaggio saranno desunti dalle informazioni acquisite con le interviste e da quanto reperibile in
bibliografia.
Le emissioni di N2O possono essere di tipo diretto, protossido di azoto emesso dalle deiezioni, e di tipo
indiretto vale a dire azoto perso per volatilizzazione e lisciviazione che è successivamente convertito in N2O.
L’analisi riguarderà il calcolo delle emissioni dirette e indirette di N2O.
Le principali informazioni necessarie al calcolo delle emissioni di N2O da deiezione sono:
tipo di stabulazione per specie e categoria zootecnica;
tipo di deiezione prodotta (liquame, letame);
quantità di deiezione prodotta;
quantità di azoto escreta.
La quantità di azoto escreta sarà stimata secondo quanto indicato in bibliografia.
Le principali informazioni necessaria al calcolo sono:
quantità di carburante ed energia elettrica consumata.
Queste informazioni saranno reperite tramite le indagini dirette.
Le emissioni di CO2 da attribuire alla respirazione animale e i processi di fotosintesi e respirazione della CO2
riconducibile alle attività colturali non saranno considerate. Le emissioni di CH4 da fermentazione enterica
relative alla categoria di animali da latte (in svezzamento) non saranno considerate.
Per il calcolo del CH4 prodotto dalla fermentazione enterica si procederà dapprima alla stima dei fabbisogni
energetici per le diverse specie, categorie zootecniche e tipologie produttive in esame. Dai fabbisogni
energetici saranno stimati i kg di CH4 prodotti utilizzando i fattori di conversione indicati per un approccio di
tipo tier 2 come indicato nelle linee guida IPCC (IPCC, 2006). Le emissioni di CH4 prodotte dalle deiezioni
saranno calcolate in funzione della tipologia di deiezione (letame o liquame) secondo la metodologia
utilizzata da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per redigere l’inventario
nazionale delle emissioni (ISPRA, 2011). Le emissioni di N2O da deiezioni dirette e indirette saranno calcolate
a partire dal quantitativo di azoto escreto (CRPA, 2001) per i corrispondenti fattori di emissione indicati nelle
linee guida IPCC (IPCC, 2006). Le emissioni di CO2 relative al consumo di energia elettrica e di carburanti
saranno computate in accordo a quanto indicato per il mix energetico italiano (ISPRA, 2011) e da quanto
indicato per il calcolo delle emissioni a seguito della combustione di carburanti (Ecoinvent, 2007).
L’impatto ambientale analizzato sarà il riscaldamento globale calcolato su un orizzonte di 100 anni e
l’indicatore dell’impatto ambientale è il kg di anidride carbonica equivalente. Il metano e il protossido di
azoto hanno un proprio potenziale nei confronti del riscaldamento globale (GWP – Global Warming Potential)
che esprime la capacità di esercitare l’effetto serra in relazione al potenziale della CO2 posta
convenzionalmente uguale a 1. Il CH4 e il N2O hanno un potenziale rispettivamente di 25 e 300 volte
superiore a quello della CO2.
I quantitativi di CH4 e N2O stimati per le emissioni da fermentazione enterica e deiezione saranno convertiti
in kg di CO2 equivalente.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Dalle consistenze delle diverse categorie zootecniche dei due sistemi produttivi (biologico e convenzionale)
saranno calcolati i corrispettivi valori in Unità di Bestiame Adulto (UBA) secondo i parametri indicati nel
bando della misura. I risultati saranno espressi in kg di CO2 equivalente per UBA.
I risultati riportati in kgCO2eq./UBA saranno riferiti per specie, categoria zootecnica e tipologia produttiva
(allevamenti convenzionali e biologici). Al fine di individuare i punti di maggiore pressione ambientale i
risultati saranno espressi anche in funzione dei diversi fattori che caratterizzano il potenziale emissivo
dell’allevamento: fermentazione enterica, management delle deiezioni e consumi energetici. L’individuazione
delle maggiori criticità ambientali consentirà di indicare delle soluzioni tecniche per il contenimento delle
emissioni.
In relazione alla grandezza dell’impatto riscontrato per specie, categoria zootecnica e fase del processo
produttivo saranno indicate delle best practices per il contenimento delle emissioni, che
eventualmente potranno essere introdotte in una o più Misure/azioni del PSR 2014-2020. Tali
pratiche saranno desunte da quanto indicato nella bibliografia di riferimento nazionale e internazionale. Gli
interventi potranno riguardare aspetti gestionali della mandria come l’efficienza produttiva, riproduttiva e
l’aspettativa di vita degli animali; il management delle deiezioni come ad esempio le modalità e i tempi di
stoccaggio, il compostaggio, la digestione anerobica, l’areazione, la separazione solidi/liquidi.
I suddetti interventi sono caratterizzati da un’estrema variabilità in termini di efficacia, complessità e costi di
realizzazione, elementi che non saranno oggetto dell’analisi ma che dovranno essere presi in considerazione
per definirne la sostenibilità caso per caso.
Bibliografia
CRPA, 2001. Liquami zootecnici: manuale per l’utilizzazione agronomica. Edizioni L’Informatore Agrario.
Ecoinvent database v.2.0, 2007. Swiss Centre for Life Cycle Inventories. Available at
http://www.ecoinvent.org/database/
Intergovernmental Panel on Climate Change, 2006. 2006 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories,
Prepared by the National Greenhouse Gas Inventories Programme, Eggleston H.S., Buendia L., Miwa K., Ngara T. and
Tanabe K. ed. Published: IGES, Japan.
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, 2011, Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2009.
National Inventory Report 2011, ISPRA rapporto tecnico 139/2011.Roma.
Per quanto riguarda il secondo punto, l’adesione alle Misure forestali, si propone la realizzazione, per la metà
del mese di ottobre c.a., un incontro tra esperti sul seguente tema generale: “Le Misure forestali del PSR:
risultati, problematiche, esigenze di adeguamento in vista del prossimo periodo di programmazione”.
Motivazioni e finalità del confronto
Le azioni programmate per il periodo 2007-2013 nell’ambito delle Misure forestali del PSR hanno ottenuto -
nel corso del periodo di attuazione 2008/2012 - una adesione da parte dei potenziali beneficiari e un livello
di attuazione sensibilmente inferiore alle iniziali previsioni. Ciò ha anche determinato e giustificato un
ridimensionamento finanziario di alcune di queste Misure.
I fattori che possono aver condizionato questo parziale insuccesso delle Misure, seppur già oggetto di primi
momenti di confronto tra il Gruppo di valutazione e Responsabili regionali delle Misure, devono essere
ulteriormente analizzati. Ciò sia per una più esaustiva valutazione dell’efficacia dell’attuale PSR, si per poter
individuare, in base all’esperienza svolta e in corso, le necessità/opportunità di adeguamento dell’azione
programmatica, alla luce anche del nuovo quadro normativo e strategico di riferimento.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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A supporto di tale percorso di analisi ed adeguamento e quindi in coerenza con i compiti assegnati alla
Valutazione in itinere del PSR14 si intende realizzare un confronto tra “esperti“avente la finalità generale di
far emergere elementi di analisi e proposte in relazione alla problematica in oggetto. Più specificatamente,
nell’incontro gli esperti saranno chiamati a fornire un contributo di conoscenza e ad esprimere giudizi
relativamente ai seguenti aspetti:
A. la valutazione dello stato di attuazione delle Misure e Azioni in oggetto, sulla base di una lettura collettiva
di una serie di indicatori di natura finanziaria, procedurale e fisica;
B. i fattori che hanno influenzato positivamente e/o negativamente la partecipazione dei potenziali
beneficiari alle varie linee di intervento programmate. Fattori sia “interni” al PSR o più in generale alla
politica di sviluppo rurale (es. vincoli normativi, criteri di ammissibilità e selezione delle domande,
complessità delle procedure tecnico-informative, entità degli aiuti ecc.), sia relativi alle dinamiche del
contesto in cui operano le imprese e che ne condizionano fortemente le scelte gestionali (es. effetti della
crisi economica, dell’andamento dei prezzi di mercato, ecc.);
C. la individuazione di fattibili “soluzioni” per il superamento/mitigazione dei fattori che ostacolano o
comunque scoraggiano la partecipazione degli agricoltori precedentemente individuati, in termini di
modifiche/adeguamenti ai contenuti delle Misure e/o alle procedure di sua attuazione e/o di sviluppo di
attività di supporto (es. informazione, animazione, ecc.).
Tali aspetti definiscono, in linea di massima, l’ambito concettuale entro il quale prioritariamente
indirizzare/focalizzare il confronto tra esperti. Rispetto, invece, alla sequenza e alle modalità con cui essi
verranno proposti e discussi nel corso dell’incontro si rimanda a quanto descritto di seguito.
I partecipanti all’incontro (totale = 10 -12)
All’incontro saranno invitati degli “esperti”, intendendo con essi persone aventi una comprovata, appunto,
esperienza riguardo al tema in discussione; nel caso specifico persone che per l’attività svolta, il ruolo
assunto, le competenze acquisite, sono a conoscenza dei fattori che influenzano/condizionano i processi
decisionali degli agricoltori.
Operativamente, la tipologia degli esperti dovrebbe includere rappresentanti a livello locale delle
organizzazioni agricole, singoli imprenditori agricoli o forestali (beneficiari e non beneficiari delle Misure),
liberi professionisti e tecnici pubblici e/o privati che svolgono attività di assistenza alle imprese agricole,
contoterzisti e vivaisti operanti a supporto degli investimenti forestali, esperti del mondo accademico e/o di
enti di ricerca operanti a livello regionale. Sulla base di queste tipologie, che dovrebbero adeguatamente
rappresentare sia le attitudini positive che quelle negative rispetto alle misure (es. imprenditori che hanno e
che non hanno aderito), l’individuazione dei possibili nominativi da contattare dovrebbe essere concordata
con la Regione, arrivando ad identificare una “rosa” relativamente ampia da confermare sulla base
dell’interesse e della disponibilità dei potenziali interessati. All’incontro parteciperanno, in qualità di
osservatori (e in forma attiva, su richiesta del Moderatore) dei Funzionari della Regione avente ruolo di
responsabilità nella programmazione ed attuazione delle Misure in oggetto.
Relazione finale
Il gruppo di Valutazione, rielaborando il materiale raccolto, con il supporto della registrazione dell’intero
incontro, elabora una relazione finale nella quale verranno sintetizzati i principali risultati dell’incontro, per i
diversi aspetti affrontati, evidenziando gli elementi di condivisione ma anche quelli di eventuale
differenziazione tra i partecipanti. In ogni caso, la relazione non assumerà il carattere di “verbale”
dell’incontro, assicurando quindi anche l’anonimato delle posizioni in esso espresse, ma esclusivamente
quello di sintesi degli elementi ritenuti di maggiore interesse ed utilità ai fini del processo di Valutazione. La
relazione si conclude con una tabella riepilogativa dei vari fattori di criticità e delle proposte di
miglioramento, in ordine decrescente di importanza e priorità.
14 Si ricorda che tra i compiti della Valutazione in itinere vi è non solo quello della analisi e “rendicontazione” degli effetti generati dagli interventi attivati ma anche quello del supporto alla AdG regionale per il miglioramento del Programma.
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3.2.3 Asse 3: Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale
Gli effetti del sostegno offerto dalla Misura 311 sono stati indagati nel corso del 2012 con un’indagine
diretta svolta presso un campione di aziende beneficiarie, con alcune modifiche - soprattutto riguardo alla
tempistica - rispetto a quanto suggerito dalla metodologia comunitaria. Per svolgere l’indagine diretta già in
fase di aggiornamento della Valutazione Intermedia e fornire alla Regione alcuni elementi utili per la
definizione e la stesura del nuovo PSR, si è infatti preferito indagare l’universo dei progetti finanziati, e non
di quelli conclusi, e derogare dal principio dei 2 anni per la “sedimentazione” degli effetti degli investimenti
sovvenzionati, riducendo tale intervallo ad un solo anno. Sono stati quindi anticipati i tempi per la
realizzazione dell’indagine in modo da disporre già a fine 2012 di risultanze utili alla fase di
riprogrammazione.
Quanto fin qui rilevato in azienda è dunque rappresentativo delle 112 domande finanziate al 31 dicembre del
2010; il completamento del dato e l’aggiornamento delle risultanze emerse dall’indagine svolta verranno
effettuati in riferimento alle domande finanziate a partire dal 1 gennaio 2011 con una nuova indagine diretta
presso un campione di soggetti beneficiari da realizzare in fase di valutazione ex-post.
Alcuni aspetti di particolare interesse emersi nel corso dalle indagini dirette svolte nel 2012 potranno
ovviamente essere sottoposti ad ulteriore approfondimento attraverso indagini valutative ad hoc.
Per quanto riguarda le Misure legate alla Qualità della Vita nel corso del 2013 saranno individuate, in accordo
con l’AdG, quattro aree testimone in cui rilevare l’indice di qualità della vita al tempo zero per poi saranno
realizzare i tavoli con i testimoni privilegiati locali. Dato lo stato di attuazione degli interventi dell’Asse 3
nell’ambito degli strumenti della Progettazione integrata adottati dalla Regione (PSL e PIT) fra i criteri
previsti dalla metodologia (cfr RAV 2011) quelli che hanno guidato questa prima individuazione delle aree
testimone, sono i seguenti:
a) aree C e D interessate da PSL o PIT che prevedono interventi sulle misure dell’Asse 3, con
riferimento sia all’obiettivo di diversificazione dell’economia (Misure 311, 312 e 313) sia a quello di
miglioramento dell’attrattività del territorio rurale (Misure 321, 322 e 323);
b) presenza nelle aree di un parco progetto finanziato nell’ambito dell’intero PSR, significativo in
termini di numerosità e qualità degli interventi finanziati (per sostanziare il potenziale contributo del
PSR nel suo complesso all’eventuale variazione T0-Tn ove riscontrata);
c) aree espressione di aggregazioni territoriali permanenti relativamente omogenee e con una propria
dimensione (amministrativa o storico culturale) cui gli stakeholder possano riferirsi con certezza: in
primo luogo sono state individuate le Comunità Montane, all’interno delle quali i Comuni presentano
caratteristiche piuttosto omogenee e problematiche simili: nei casi in cui anche il territorio della
Comunità Montana si dimostrasse troppo ampio la scelta potrebbe essere guidata anche dal criterio
della coincidenza con un Sistema Locale del Lavoro, ove il SLL garantisse riconoscibilità da parte
degli stakeholders. E’ comunque un fattore dirimente la presenza di centri urbani “polarizzanti” che
possono distorcere la percezione dei testimoni in merito alla presenza/assenza, qualità/quantità
delle caratteristiche dell’area indagate.
In base a questi elementi il Valutatore propone una rosa di cinque aree che coincidono con i territori delle
Comunità Montane (riportate nella cartina) situate in 4 province: si tratta delle Comunità Montane Valle del
Comino (Frosinone); Salto Cicolano e Turano (Rieti); Monti della Tolfa (Roma); Monti Cimini (Viterbo).
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Nella tabella 3.2.3.1 vengono illustrati gli interventi finanziati al 31.12.2012 ricadenti nelle CM Laziali
interessate dal Leader e dalle PIT del Gruppo 1, mentre la tabella 3.2.3.2 riassume le presenza/assenza dei
criteri delle sole aree individuate.
La Comunità Montana Valle del Comino in provincia di Frosinone è un aggregato amministrativo quasi
interamente ricadente nell’area del GAL Versante Laziale (da cui resta escluso il solo comune di Viticuso)
che sta attuando una strategia il cui tema catalizzatore è il “Turismo rurale” che contempla l’attivazione
esclusiva dell’Asse 3, tutte le Misure eccetto la misura 323, per un importo complessivo pari a poco meno di
5 Meuro.
Nell’area della comunità inoltre al dicembre 2012 sono stati finanziati 511 interventi a valere sull’Asse 1, 2
(misure 226 e 227) e 3 (Misure 311 e 323 a regia regionale). L’estensione dell’area e la numerosità dei
comuni suggerisce una ulteriore delimitazione da definire di concerto con l’AdG tenendo probabilmente in
conto il fatto che dei 19 comuni di cui si compone, 1215 ricadono nel Sistema locale del Lavoro 357 che si
risolve interamente nel territorio della comunità e potrebbe rappresentare anche un ulteriore elemento di
omogeneità territoriale.
15 I comuni che rientrano nel SLL 357 sono: Alvito, Atina, Belmonte Castello, Casalattico, Casalvieri, Gallinaro, Picinisco, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, Settefrati, Vicalvi, Villa Latina. Altri 4 comuni della C.M., Appennino, Fontechiari, Pescosolido e Posta Fibreno, ricadono nel SLL 361 classificato Sistema del tessile, delle pelli e dell'abbigliamento (CA) nel gruppo Sistemi dell'abbigliamento (CA04).
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Tabella 3.2.3.1: Distribuzione degli interventi finanziati dal PSR (LEADER E PIT) per Comunità Montane
Nella Provincia di Frosinone anche il PSL implementato dal GAL Ernici Simbruini prevede l’attivazione
esclusiva delle Misure dell’Asse 3 per perseguire l’obiettivo di sviluppo del turismo rurale in un territorio
coincidente con quello della Comunità Montana Monti Ernici. Si ritiene però che la presenza nell’area di un
centro urbano “polarizzante” come Fiuggi possa rappresentare un fattore di distorsione della percezione della
qualità della vita nel resto del territorio.
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Tabella 2.3.2.2: Sintesi della presenza dei criteri individuati per la selezione delle aree testimone proposte
AREA PSL o PIT
con Asse 3
Altra Delimitazione
Amministrativa
Numerosità parco
progetti
finanziato con
PSR
Presenza centri
urbani
“polarizzatori”
Valle del Comino Si (PSL) Si (Comunità Montana) Si No
Monti Ernici Si (PSL) Si (Comunità Montana) Si Si
Salto Cicolano Si (PIT) Si (Comunità Montana) No No
Turano Si (PIT) Si (Comunità Montana) No No
Monti della Tolfa Si (PSL) Si (Comunità Montana) No No
Comuni Alta Tuscia Romana Si (PSL) No Si Si
Monti Cimini Parziale PSL _ PIT ? Si Si No
Le Comunità Montane Salto Cicolano e Turano in provincia di Rieti sono interessate dal Progetto
Integrato Territoriale RL 245, al momento l’unico ad aver superato le procedure selettive, sulla base
delle informazioni ricevute dal servizio competente. Si localizzano entrambe in area D, hanno la stessa
densità di popolazione (21 ab/Kmq) anche se nella C.M. di Turano la popolazione residente si distribuisce in
modo più omogeneo nel territorio mentre in quella di salto Cicolano il comune di Borgorose con i suoi 4.500
abitanti concentra il 45% dei residenti.
La Comunità Montana Monti della Tolfa, localizzata in area C della Provincia di Roma è interessata dal
PSL del GAL Tuscia Romana, il cui tematismo catalizzatore è il turismo rurale, perseguito con l’attivazione
(esclusiva) di tutte le Misure dell’Asse 3 per un totale di spesa pubblica prevista pari a circa 4,6 Meuro.
Lo stesso PSL interessa anche altri 5 comuni della provincia di Roma non compresi in Comunità Montana che
si affacciano sul lago di Bracciano (Anguillara Sabazia, Bracciano, Trevignano Romano, Canale Monterano,
Manziana) e nei quali al 2012 risultano finanziati anche 131 interventi nel complesso del PSR; si tratta di
comuni dalla spiccata vocazione turistica gravitanti nell’orbita del centro urbano di Roma, fattori questi che
potrebbero fortemente condizionare sia la percezione della qualità della vita sia il livello dei servizi offerti
come d’altra parte sembrerebbe suggerire l’incremento della popolazione pari al + 32% che si osserva nel
decennio 2001-2010.
Qualora il parere dell’AdG e degli amministratori del GAL fosse favorevole si potrebbe però ipotizzare di
ampliare il territorio proposto dal valutatore aggiungendo all’area della Comunità Montana della Tolfa il
comune limitrofo di Canale Monterano (incluso nell’area geografica dei Monti della Tolfa).
La comunità Montana Monti Cimini in provincia di Viterbo è stata individuata dal valutatore in quanto
potenzialmente coinvolta in modo complementare sia dal PSL del GAL Etrusco Cimino che interessa i
comuni di Capranica, Caprarola, Ronciglione, sia da un PIT non ancora approvato (RL 158) che dovrebbe
realizzarsi nei comuni di Soriano nel Cimino, Bassano in Teverina e Vitorchiano. La compresenza dei due
diversi strumenti di progettazione integrata completa il parco progetti rispetto all’obiettivo “Qualità della
Vita”, che il PSL persegue attivando solo le Misure di diversificazione, mentre la delimitazione amministrativa
della Comunità Montana è un elemento a favore della omogeneità e riconoscibilità del territorio. Da
considerare inoltre il cospicuo parco progetti finanziato nell’area con il complesso del PSR (473 progetti)
nell’ambito degli Assi 1, 2 (Misure 226 2 227) e 3 (Misura 311 e 323).
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Il coinvolgimento contestuale di Rappresentanti istituzionali delle Comunità Montane, capofila di PIT e
Amministratori di GAL può assicurare la individuazione di testimoni privilegiati residenti nel territorio, con
buona conoscenza delle dinamiche locali (e anche delle tematiche del PSR), così come richiesto dalla
metodologia valutativa (Cfr RAV 2011 par. 3.1.3.2.), nonché i supporti logistici (sedi, comunicazioni etc..)
necessari per la organizzazione e l’attuazione dei tavoli sulla qualità della vita.
Una volta definite le aree oggetto di analisi, sulla base dell’esperienza sin qui acquisita dal valutatore nelle
altre Regioni dove la ricerca valutativa è stata condotta, sarà però necessario creare un’occasione divulgativa
e formativa per i soggetti coinvolti per condividere con essi gli obiettivi dell’analisi e i principali aspetti
metodologici, in particolare le selezione dei testimoni privilegiati per i tavoli locali, dalla cui qualità dipende in
buona misura il valore aggiunto che la ricerca può apportare anche in termini di una maggiore conoscenza
dei contesti rurali in cui il PSR opera e che saranno interessati anche dalla futura programmazione.
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3.2.4 Asse 4: Approccio Leader
Per quanto riguarda l’Asse Leader, verrà proseguita l’attività di valutazione sul valore aggiunto del “Leader”.
Nel 2012, la valutazione si è focalizzate sulle procedure attuative, nel corso del 2013-2014, il grado di
integrazione settoriale e multisettoriale delle strategie locali sarà indagato coinvolgendo GAL e beneficiari.
Sarà predisposto un questionario che sarà somministrato ai GAL e successivamente sarà estratto un
campione di beneficiari sui quali andare ad approfondire le risultanze delle indagini condotte sui GAL.
Attraverso il questionario somministrato ai GAL il valutatore ripercorrerà tutti quei processi che possono
essere legati alla generazione di un valore aggiunto. Il questionario è strutturato in modo da “tracciare” il
processo che può generare il valore aggiunto rinvenibile a livello progettuale. Nella tabella seguente sono
illustrate per ogni “specificità” o gruppo di specificità, quali elementi sono stati indagati e con quale finalità.
SEZIONI COSA SI INDAGA FINALITA’
Approccio territoriale 1. Il perché quella scelta 2. Gli elementi identitari 3. Le politiche locali in atto 4. Modelli di governo del territorio in atto 5. Quale tematismo è correlato al territorio
Identificazione elementi legati a: identità, tematismi, politiche in atto e quindi possibili intersezioni nel PSL
Approccio dal basso 1. Animazione Pre PSL: chi l’ha fatta e
risultati 2. Tracciare le idee progetto nate in fase pre
PSL 3. Individuare i soggetti che l’hanno
promossa 4. Animazione post PSL: chi l’ha fatta e
risultati 5. Tracciare le idee progetto nate in fase post
PSL 6. Individuare i soggetti che l’hanno
promossa
Genesi del PSL: Perché quelle Misure, quali priorità, quali idee progetto, quali soggetti (interni/esterni al GAL)
Attuazione: cosa viene sviluppato dai GAL in una fase successiva, chi ne è coinvolto, su quali temi e progetti
Adattamento delle modalità di attuazione delle misure contesto locale
Legame dei criteri utilizzati con: elementi identitari, politiche locali in atto, tematismi, fabbisogni multisettorialità, integrazione e caratteristiche standard.
Far ragionare i GAL sugli adattamenti che hanno compiuto in relazione alle categorie codificate: riescono a puntare verso gli obiettivi che si sono posti?
Multisettorialità e Integrazione
1. Su quale tema sono riusciti ad attivare diversi soggetti/settori? (multisettorialità)
2. Come siete riusciti a promuovere un’integrazione all’interno del PSL?
3. Su quali progetti lo rinvenite (indicazioni fornite su una lista campione progetti finanziati)
Far ragionare i GAL sulle forme di integrazione e multisettorialità possibili e “stimolarli” a individuarli sulle singole domande di aiuto finanziate
Innovazione Non codificata a priori, a ogni GAL si è chiesto di individuare: 1. processi/progetti innovativi nell’attuale Asse
IV 2. Fabbisogni che necessitano di risposte
innovative non intercettati dall’attuale Asse IV
3. Per i GAL “vecchi” processi/progetti innovativi presenti nel Leader + e non finanziabili nell’attuale
1. Identificare le direttrici di innovazione nell’attuale programmazione;
2. Far emergere “risposte” innovative per il futuro
3. Individuare “vecchie” risposte “innovative”
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SEZIONI COSA SI INDAGA FINALITA’
GAL-gestione amministrativa – networking
1. Il ruolo del GAL come “facilitatore” (su quali progetti/processi)
2. Il ruolo del GAL nella costruzione di reti e diffusione di BP (su quali progetti/processi)
3. Il ruolo del GAL come centro di competenze locali (extra Leader) (su quali progetti/processi)
4. Il GAL attore dello sviluppo locali (su quali ambiti di programmazione è coinvolto da altri attori)
5. Quali competenze sono state sviluppate nel corso dell’attuale programmazione
1. Come e dove il GAL riesce a valorizzatore il capitale sociale esistente;
2. Come e dove riesce a costruire capitale sociale;
3. Capire se è riconosciuta la sua “competenza” al di fuori del Leader (Agenzia di Sviluppo)
4. Capire se gli è riconosciuta la sua “azione” nelle sedi in cui le politiche locali si muovono
5. In ultimo comprendere quali nuove competenze sono state sviluppate, cosa sa fare meglio rispetto al passato
Tutti gli elementi rilevati attraverso il questionario dovrebbero necessariamente essere rinvenibili
nell’attuazione delle singole Misure e più in generale del PSL. In particolare, l’analisi valutativa metterà a
fuoco come attraverso un differente “disegno” dei requisiti di accesso alle Misure e la scelta dei criteri di
priorità i GAL hanno efficacemente selezionato delle domande di aiuto in grado di presentare un valore
aggiunto.
In secondo luogo gli elementi di integrazione settoriale e multisettoriale verranno indagati su un campione di
progetti, andando ad analizzare le forme di integrazione e i relativi “gradi”, che esprimono la forza del
legame esistente tra i progetti finanziati dai GAL all’interno del PSL o al suo esterno (altre politiche e con
progetti finanziati attraverso altri programmi).
Il Valutatore ha pertanto proceduto ad una classificazione delle forme di integrazione che possono essere
favorite dai dispositivi attuativi o dalle modalità attuative (a bando, a regia GAL, a gestione diretta) e del
relativo grado di integrazione settoriale (verticale) e multisettoriale (orizzontale) che può essere rinvenuto
nelle domande finanziate. Tutto ciò viene sintetizzato nelle tre tabelle seguenti.
Tabella 3.2.4.1: Forme di integrazione e grado di integrazione settoriale (verticale)
Forme d’integrazione e grado
d’integrazione settoriale
Caratteristiche Esempio
Forma di integrazione
Filiera Azioni/misure che consentono al beneficiario che presenta la singola domanda di aiuto di perseguire un’integrazione con le filiere locali che il PSL intende valorizzare
Misure 121, 122, 123, 311, 312
(filiere corte agroalimentari – filiere turistiche – filiere energetiche)
Politiche locali
Domande di aiuto afferenti a un soggetto “collettivo”o a un singolo che vanno a integrarsi con un politica in atto sul territorio (che può essere riferita anche a un altro programma Cooperazione FESR FSE)
Misure 122, 133, 313, 321, 311 fattorie sociali, Misure attuate a regia GAL
Tematica Integrazione tra domande di aiuto che si riferiscono ad azioni diverse e soggetti diversi guidate da un tematismo puntuale (deve esserci il relativo strumento)
Adesione del beneficiario ad uno strumento costruito dagli stakeholders del territorio (carta di qualità, itinerari, strade)
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Forme d’integrazione e grado
d’integrazione settoriale
Caratteristiche Esempio
Grado di integrazione settoriale
Forte Si distingue in: a) Interna: integrazione tra soggetti
all’interno della stessa domanda di aiuto b) Esterna: integrazione tra domande di
aiuto presentate da soggetti differenti
L’integrazione verticale è forte quando è una scelta volontaria dei soggetti coinvolti
a) Accordi di fornitura ed erogazione di
energia prodotta da fonti rinnovabili, accordi con le aziende agrituristiche nella promozione di un itinerario
b) Domande distinte integrate fra di loro (misure 121-123 e 311-313)
Media L’integrazione non è volontaria ma favorita dai PSL o dall’azione dei GAL
Sostegno alle attività artigianali tipiche del territorio; sostegno alle fattorie sociali per la realizzazione di attività previste dal piano di zona degli interventi sociali e assistenziali.
Debole L’integrazione è del tutto casuale, non governata dal GAL né risultato della volontà dei diversi soggetti
Tabella 3.2.4.2: Grado di integrazione multisettoriale (orizzontale)
Grado di integrazione multisettoriale
Caratteristiche Esempio
Forte L’integrazione prevede un accordo tra soggetti appartenenti a settori differenti (es. pubblico/privato, settori economici distinti). Si distingue in: a) Interna: tra soggetti all’interno della stessa
domanda di aiuto b) Esterna: tra domande di aiuto presentate da
soggetti differenti
L’integrazione orizzontale è forte quando è una scelta volontaria dei soggetti coinvolti.
a) Sostegno a servizi sociali che prevedono la partecipazione in convenzione tra il pubblico e il privato
b) Domande integrate fra soggetti appartenenti a settori diversi (Organismo gestore di un itinerario, misura 313; azienda agricola con punto vendita sull’itinerario, misura 121; microimpresa artigiana con laboratorio e/o spazio espositivo sull’itinerario, misura 312)
Media L’integrazione prevede un collegamento tra soggetti attorno un tema (itinerario, promozione, o politica che lega pubblico e privato, produzione di servizi).
L’integrazione non è volontaria ma favorita dai PSL o dall’azione dei GAL.
Valorizzazione turistica di un itinerario che coinvolge indirettamente gli agriturismi, gli ostelli, gli artigiani, ecc., presenti sull’itinerario
Debole L’integrazione è del tutto casuale, non governata dal GAL né risultato della volontà dei diversi soggetti
Nella Tabella seguente è stata introdotta una ulteriore categoria valida sia per i soggetti beneficiari portatori
di interessi collettivi, che possono svolgere un’azione integrata settoriale o multisettoriale, sia per il GAL
quando svolge una funzione di accompagnamento alla progettualità (es. progetti preliminari).
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Tabella 3.2.4.3: Definizione di azione di sistema
Azione di sistema
Caratteristiche
Azione di sistema
Coincide con:
una “domanda di aiuto” sulle Misure 133, 313, 321, 323, per la valorizzazione di marchi d’area, la promozione del territorio, di prodotti locali, ecc.
una modalità di accompagnamento favorita dal GAL per la realizzazione di uno o più progetti (Azioni a regia) che hanno una ricaduta su un territorio e sui soggetti destinatari degli interventi (interventi coordinati sul patrimonio storico-architettonico, creazione di sistemi museali, interventi per la promozione coordinata del territorio).
Nell’analisi condotta è importante far affiorare come forme di integrazione che si manifestano
spontaneamente attraverso l’applicazione delle misure con strumenti ordinari (bandi regionali) coesistano
con altre che derivano dall’attuazione dell’approccio dal basso. In questo caso, se l’integrazione è ricercata e
promossa dal GAL nell’applicazione delle misure, si può affermare che vi sia una potenziale maggior ricaduta
su tutti i progetti coinvolti.
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4. RACCOLTA ED ELABORAZIONE DEI DATI
Come previsto dalle linee guida del QCMV la fase di giudizio viene supportata dalla raccolta, dall’elaborazione
e dall’analisi dei dati inerenti l’attuazione delle Misure del PSR. Tali dati si suddividono in dati secondari e dati
primari. I primi sono acquisiti attraverso l’utilizzo di fonti informative esistenti (dati di monitoraggio,
documentazione tecnica amministrativa, fonti statistiche, studi..), mentre i secondi vengono raccolti,
attraverso indagini ad hoc, direttamente dal valutatore.
Di seguito si propone una descrizione a carattere generale di tali attività Asse in relazione alle principali
fonti/strumenti fino ad oggi utilizzate per l’acquisizione o raccolta delle informazioni.
Per quanto concerne le fonti primarie vengono descritte le principali attività che il valutatore ha realizzato nel
corso del 2011 e nei primi tre mesi del 2012 in vista della aggiornamento della valutazione intermedia.
4.1 Acquisizione dei dati secondari
La principale fonte di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari
inerenti agli interventi è rappresentata dal sistema di monitoraggio del PSR.
Nel proseguo delle attività di valutazione per la quantificazione di alcuni indicatori sono state utilizzate altre
informazioni di tipo secondario relative a fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT, ecc.), dal quale l’attività
di valutazione può trarre preziosi elementi di conoscenza e di confronto tra le caratteristiche dei beneficiari e
il settore agricolo regionale.
Per l’Asse 1 e per l’Asse 3 sono stati acquisiti i dati di monitoraggio (SIR-LAIT) relativi alle domande
presentate e ammesse al 31.12.2012, i database detenuti dai responsabili del procedimento per quanto
riguarda le PIF e PIT. Sono inoltre in corso di acquisizione i dati RICA relativi all’annualità 2011.
Per l’Asse 2 è proseguita l’attività di dei dati e delle informazioni sul contesto regionale e sulle Misure del
PSR già consegnati sono:
i database contenenti i dati dichiarativi per le misure 211, 212 214 per le annualità 2008-2009-2010-
2011-2012;
i database contenenti i dati per le Misure forestali per l’annualità 2008-2009-2010-2011;
Per l’asse 4, lo scarico dei dati SIAN al 31.12.2012.
Per quanto concerne l’implementazione di analisi a carattere trasversale che è applicata a tutte le Misure del
PSR attivate sono state svolte inoltre le attività seguenti.
Di seguito viene illustrato uno schema di riepilogo sull’acquisizione dei dati di natura secondaria.
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Tab 2 Riepilogo utilizzo fonti informative secondarie Tipo di attività Modalità operativa Campo di
applicazione nel RVI
Acquisizione di dati secondari dal sistema di monitoraggio per la sorveglianza del PSR
Raccolta di dati fisici (indicatori di prodotto e caratteristiche dei beneficiari), procedurali e finanziari inerenti gli interventi del PSR dal sistema di monitoraggio – PORTALE SIAN AGEA. I dati di monitoraggio elementari o loro diverse aggregazioni costituiscono la base informativa per analisi di avanzamento fisico-finanziario e procedurale del PSR, l’efficacia ed efficienza dei sistemi di gestione e delle procedure utilizzate per la sua attuazione, per calcolare alcuni indicatori del QCMV; implementare strumenti di indagine (es. stratificazione dell’universo per l’estrazione dei campioni statistici da sottoporre a indagine diretta); ingrandire la scala dei risultati o impatti identificati attraverso le indagini dirette (es. coefficienti che mettono in relazione output ed effetti); valutare i livelli di efficienza (input/output) attraverso confronti interni od esterni al Programma.
Tutte le misure
Acquisizione di dati secondari dalla documentazione tecnico-amministrativa degli interventi
Informazioni ricavabili dalla documentazione prodotta dalle strutture regionali, dagli Enti territoriali o dal beneficiario nel corso delle fasi tecnico-amministrative che accompagnano il ciclo dei progetti: relazioni, moduli, piani aziendali, bilanci, elaborati che accompagnano le domande di contributo; documentazione derivante dalle attività di istruttoria, selezione e accertamenti svolti dalle strutture regionali e territoriali competenti; documentazione prodotta dai beneficiari a conclusione degli interventi. Tali fonti sono prioritariamente funzionali alla quantificazione e caratterizzazione del quadro tipologico degli interventi e dei beneficiari (in base alla quale verranno impostate le indagini dirette) ed alla valutazione della situazione “pre-intervento” nelle singole unità produttive e territoriali.
SI (PIF)
Acquisizione di dati secondari dalla documentazione contenuta nel “fascicolo aziendale”
Il fascicolo aziendale, “sottoinsieme” del SIAN/SIAR contiene l’insieme dei dati anagrafici, fiscali e strutturali delle imprese operanti nel settore agricolo e agroalimentare. Tali dati sono parte integrante dell’Anagrafe delle Aziende della Regione Lazio, che rappresenta uno degli elementi fondamentali del Sistema Informativo Agricolo Regionale. Le informazioni desumibili dal fascicolo aziendale potranno risultare utili per sottoporre a verifica le informazioni rilevate nell’ambito di indagini dirette sui beneficiari e non beneficiari degli interventi o anche per una loro integrazione. Inoltre il SIAR contenendo le informazioni relative alle domande della PAC seminativi potrà essere utilizzato attraverso elaborazioni GIS per la realizzazione di un “uso del suolo agricolo” avente sia un dettaglio territoriale a livello di foglio di mappa catastale che una disaggregazione per tipologia colturale. Tale strumento servirà per confrontare il grado di partecipazione alle misure dell’Asse II (in termini di superfici) rispetto all’universo delle superfici regionali, sia per singola coltura che per particolari territori (Zone Vulnerabili ai Nitrati, Aree Natura 2000, Aree Sensibili ecc.).
SI
Acquisizione di dati secondari dalla Banca dati RICA-REA
Le informazioni derivanti dalla Banca dati RICA-REA sono utilizzate per l’elaborazione di indicatori di contesto (cioè per l’individuazione di fattori esogeni al Programma) relativi ai livelli di produttività e crescita economica, all’utilizzazione dei fattori di produzione, all’incidenza delle altre forme di sostegno della PAC e distinti per tipologie aziendali, localizzazione e forma di conduzione;per l’individuazione e l’analisi di gruppi di confronto (non beneficiari) da utilizzare nell’ambito della stima dell’effetto netto del PSR (analisi controfattuale); per la stima di parametri tecnico-economici medi ed unitari differenziati per tipologie e dimensioni aziendali e per ordinamenti colturali.
SI (2008-2009-2010) (In corso 2011)
Acquisizione di dati secondari per elaborazioni GIS
i dati relativi alle superfici oggetto di intervento delle Misure dell’Asse II, estratti dal Sistema di monitoraggio ed aggregati a livello di foglio catastale, potranno essere elaborati e confrontati, attraverso il GIS, con carte tematiche redatte dalla regione o da altri Enti pubblici. Tali stati denominati “Strati Vettoriali di Contesto” (SVC) possono contenere informazioni territoriali che devono essere successivamente elaborate (Carta dell’uso del suolo, carte pedologiche, carte climatiche, D.E.M. ecc.) oppure rappresentano zone omogenee rispetto a determinate caratteristiche (aree protette, aree Natura 2000, fasce altimetriche, zone vulnerabili ai nitrati, aree soggette a diversi fenomeni come l’erosione, il dissesto, ecc.)
SI
Acquisizione di dati secondari da altre fonti disponibili
fonti statistiche ufficiali (Eurostat, ISTAT,. i vari Sistemi Informativi operanti su scala regionale (es.Sistema infor PSR LAIT ,SIARL, archivi presso gli uffici dell’assessorato all’agricoltura ecc…) nonché i APT (es. movimento turistico), OECD (es. Economic Outlook), FAO (es. World wacth list for domestic diversity), dall’Istituto G. Tagliacarne. Studi, ricerche, banche dati, a carattere tematico, settoriale e non ricorrente
SI
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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4.2 Acquisizione di dati primari
La pianificazione e l’esecuzione di indagine dirette rappresenta la fonte informativa principale per raccogliere
informazioni sugli effetti della programmazione a livello di singola operazione.
Come illustrato nel capitolo 3.1 le prime indagini sono state concluse nel biennio 2011-2012 in modo da
restituire dei risultati preliminari solo sui progetti conclusi al 31.12.2011 (Aggiornamento Rapporto di
Valutazione Intermedia e Rapporti Temnatici).
Tab.1: Riepilogo utilizzo fonti informative primarie Tipologia di indagine
Obiettivi e modalità applicative ESITO
Indagini dirette presso campioni rappresentativi di beneficiari del Programma
Indagini dirette presso campioni statisticamente rappresentativi per estrazione casuale da “gruppi d’indagine” omogenei per tipologia di intervento. Il campionamento sarà di tipo stratificato proporzionale ottimale. Nelle misure a investimento le indagini saranno eseguite presso i beneficiari rilevando gli anni pre e post intervento. La situazione pre-intervento potrà essere ricostruita in alcuni casi (misure/azioni) attraverso l’analisi di dati secondari.
2011-2012
Rilevazioni presso aziende che hanno aderito alle misure agroambienta di dati ornitologici per valutazione degli effetti sulla biodiversità di specie target nella situazione “con” e “senza” intervento. Il metodo standardizzato prescelto per la raccolta dei dati sulle comunità ornitiche è quello delle stazioni d’ascolto o IPA (Blondel et al. 1970) per elaborare l’indicatore comune Farmland Bird Index (FBI)
2011-2012
Indagini dirette su beneficiari indiretti del Programma
Indagini, non statisticamente rappresentative, presso beneficiari indiretti per tipologia di intervento. Prioritariamente per interventi Asse 3 o approccio Leader, su interventi che implicano la rilevazione di informazioni da chi, pur non essendo il beneficiario diretto del contributo, ottiene il beneficio “diretto” dal servizio attivato o dall’investimento realizzato.
Dopo 2012
Rilevazione di dati primari presso campioni rappresentativi di non beneficiari del Piano
Acquisizione di informazioni sulle caratteristiche strutturali e i risultati economico-sociali e ambientali rilevabili presso le unità produttive o i territori regionali non interessati dal sostegno del PSR (gruppo di controllo o “controfattuale”); informazioni utili per la stima dell’effetto “netto” del Programma. Per l’individuazione dell’universo statistico dal quale estrarre i campioni di “non beneficiari” si utilizzeranno le fonti già disponibili a livello regionale (es. RICA-REA, CCIAA) od anche gli elenchi dei beneficiari che hanno presentato domanda di contributo nell’ambito del PSR ma che non hanno ricevuto il sostegno per inammissibilità o per carenza di fondi.
Dopo 2012
Informazioni rilevate tramite metodi e tecniche basate sul giudizio di testimoni/esperti
interviste strutturate a singoli testimoni/esperti (funzionari e tecnici delle strutture pubbliche coinvolte, operatori economici, beneficiari o meno del Piano, esperti e professionisti locali, rappresentanti delle associazioni di produttori, ecc.) o a gruppi di testimoni privilegiati (focus group, NGT, ecc ecc) con interazione fra i soggetti coinvolti
TAVOLI LOCALI SULLA QUALITA’ VITA
Nei primi mesi del 2013 il Valutatore ha pianificato le attività di rilevazione di dati primari per il biennio 2013-
2014 in modo da restituire le prime elaborazioni ed analisi per i rapporti in itinere ed in vista della
Valutazione ex post.
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Nella tabella seguente sono aggiornate per Asse/Misura/tematica le attività che sono state eseguite nel
biennio 2011-2012, e quelle in vista dell’Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia.
Tab.2: Pianificazione delle attività per la rilevazione di dati di natura primaria Asse/Misura/Tematica Strumenti Universo Numerosità
universo Numerosità campione
Anno di indagine
ASSE 1
Misura 111 Indagine diretta Partecipanti ai corsi Da ricostruire 2013
Misura 112 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2011
281 62 2013
Misura 114 Indagine diretta In sinergia con PGA 175 57 2013
Misura 121 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2010
185 49 2013
Misura 122 Tecniche basate sul giudizio degli esperti
5 domande acquisite, l’approfondimento verrà fatto con testimoni privilegiati
2013
Misura 123 Indagine diretta (pre-post)
Beneficiari con progetti conclusi al 31.12.2011
Az. 1- 16 Az. 2- 18
Az. A 10 Az. B 12
2011-2012
Misura 132 Indagine diretta
Beneficiari Misure 112 e 121
Misura 133 Indagine diretta All’interno dei PIF
ASSE 2
211-212 Casi studio 2012
214 Indagine diretta (fattaule-controfattuale)
Aziende zootecniche beneficiarie pagamenti agro ambientali e non beneficiarie controfattuale
Da definire Da definire 2013
213-224 Interviste e focus group con testimoni privilegiati 2013 221-223
226-227
ASSE 3 e ASSE 4
Misura 311 Indagine diretta Progetti ammessi a finanziamento al 31.12.2010
Da definire Da Definire 2014
Qualità della vita Tavoli locali con testimoni privilegiati Posposta Valutatore da verificare con AdG
4 tavoli 2013
Asse Leader Questionari ai GAL e ad un campione di beneficiari (da definire il campione di beneficiari) 2013
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5. ATTIVITÀ DI MESSA IN RETE DELLE PERSONE COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DI
VALUTAZIONE
Come previsto dal documento tecnico redatto dalla RRN16 questa parte fornisce una descrizione delle azioni
di capacity building (formazioni, seminari,...) svolte dal valutatore indipendente con lo scopo di diffondere e
condividere la cultura della valutazione, nonché con altri soggetti coinvolti nella governance del processo
valutativo (steering group, nuclei di valutazione) al fine di rilevare fabbisogni di valutazione e armonizzare il
piano di valutazione al fine di soddisfare la domanda di valutazione emersa.
Rispetto a quest’ultimo punto, cioè l’armonizzazione e il miglioramento del piano di valutazione in base ai
fabbisogni dichiarati dagli stakeholders della valutazione, il Valutatore ha realizzato o preso parte a numerosi
incontri/tavoli tecnici di seguito riportati in ordine cronologico.
29-20 gennaio 2013 (presso la sede della Regione Lazio) sono state realizzate due giornate, che hanno
visto coinvolti i funzionari dell’AdG e il Valutatore, in cui sono state presentate e discusse le principali
risultanze emerse dalle attività di valutazione, tali attività sono state organizzzate per Asse e tematica
(Aggiornamento del Rapporto di Valutazione intermedia e Rapporti tematici).
28 febbraio 2013, (presso la sede della Regione Lazio) incontro GAL-AdG e Valutatore, in cui sono state
presentate ai GAL le principali risultanze emerse dall’Aggiornamento della Valutazione Intermedia sul Leader.
16 “Note sulla struttura e gli elementi delle relazioni annuali di esecuzioni” (Aprile 2010/Marzo 2011) Documenti realizzati nell'ambito
della Rete Rurale Nazionale - Task force Monitoraggio e Valutazione
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6. DIFFICOLTÀ INCONTRATE E NECESSITÀ DI LAVORI SUPPLEMENTARI
Di seguito sono evidenziati gli elementi che hanno necessitato o necessitano di un ulteriore approfondimento
al fine di garantire un pieno espletamento del mandato valutativo.
Il primo aspetto è inerente alle attività di valutazione della Misura 111.
Vengono rilevate alcune debolezza del sistema di monitoraggio della Misura che alla data attuale non
consentono una precisa definizione degli interventi realizzati (ad esempio la tematica trattata durante le
attività di formazione) e anche delle caratteristiche dei partecipanti (esempio: genere, età, qualifica, settore,
il collegamento al CUAA dell’azienda di riferimento). Il Valutatore sta collaborando con l’AdG per ricostruire
l’universo dei partecipanti ai corsi di formazione per tematica. Si tratta, infatti, di un elemento fondamentale
per consentire la realizzazione di indagini mirate sui beneficiari.
Per quanto riguarda il target dell’indicatore di risultato si sottolinea che il valore attualmente presente
nell’ultima versione del PSR non è stato aggiornato.
E’ stato aggiornato l’indicatore di realizzazione, il numero di partecipanti alla formazione pari a 12.014,
mentre l’indicatore di risultato, pari a 14.121 formati con successo, è rimasto quello della versione
precedente alla rimodulazione effettuata nel 2011. Il confronto tra i dati mostra, dunque, una evidente
incongruenza, in quanto il risultato dovrebbe essere un di cui dell’indicatore di realizzazione.
Rispetto al target di realizzazione precedente, che era pari a 14.782 partecipanti, in fase ex ante si stimava
dunque un tasso di formati con successo pari a circa il 95% dei partecipanti.
Sulla base dell’andamento attuale del’indicatore di risultato (vedi Allegato I) e di concerto con l’AdG, il
Valutatore propone una nuova stima del target che prevede un tasso di formati con successo più prudente,
pari all’85% dei partecipanti. In base al nuovo target di realizzazione, la nuova stima è pertanto di 10.212
formati con successo.
Il secondo aspetto riguarda, in prospettiva futura, la realizzazione del secondo Rapporto Tematico sulla
Comunicazione. Per quanto riguarda l’universo dei potenziali beneficiari, attraverso il campione di intervistati
e di conseguenza l’universo di riferimento fornito dalla Regione (elenco di chi riceve la pubblicazione Lazio
informazione), non è rappresentativo dell’universo delle aziende agricole regionali desunto dai dati del
Censimento Agricoltura 2010. Il Valutatore suggerisce di prendere in considerazione l’opportunità di utilizzare
altri elenchi, come ad esempio, l’elenco delle imprese iscritte alla Camera di Commercio nel settore agricolo
o dei percettori dei pagamenti diretti del I Pilastro oltre anche alle imprese operanti nei settori coinvolti dalle
Misure (123, 312).
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ALLEGATO I. QUANTIFICAZIONE INDICATORI DI RISULTATO
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. i
La funzione degli Indicatori comuni di Risultato definiti nel QCMV (Allegato VIII Reg.CE 1974/2006) è di
“misurare gli effetti diretti e immediati dell’intervento e fornendo informazioni sui cambiamenti riguardanti,
ad esempio, il comportamento, la capacità o il rendimento dei diretti beneficiari” (Manuale del QCMV).
Diversamente dagli Indicatori di Prodotto che “misurano le attività realizzate direttamente nell’ambito dei
programmi…” l’oggetto di “misurazione” sono pertanto gli effetti conseguenti/derivanti dalla realizzazione
degli interventi stessi.
Nell’ambito di tale finalità generale, i n.12 Indicatori di Risultato comuni definiti nel QCMV presentano
eterogenee caratteristiche tecniche (es. variabile utilizzata) specifiche finalità conoscitive e pertanto
differenziate possibili/modalità di calcolo. Questo determina anche una certa complessità e vera e propria
incertezza nella individuazione dei dati da considerare ed elaborare e nella stessa definizione operativa
dell’indicatore, rispetto alla quale le schede tecniche del Manuale del QCMV appaiono per alcuni aspetti
insufficienti.
In assenza di più precisi orientamenti comuni di fonte comunitaria e nazionale – essenziali per poter
assicurare i requisiti di comparabilità degli Indicatori tra i diversi PSR regionali - di seguito sono esplicitati gli
approcci metodologici seguiti dal Valutatore in condivisione con l’AdG per la loro stima attuale.
Di seguito sono stati quantificati gli indicatori di risultato solo per le misure che hanno registrato la
manifestazione di effetti dalla conclusione di progetti. Rispetto all’ anno precedente, il Valutatore di concerto
con l’Autorità di Gestione ha scelto di non fornire stime indicative (per lo più attraverso approcci parametrici)
sull’andamento dei risultati e degli impatti dal momento che sono in corso rilevazioni puntuali dei dati
attraverso indagini primarie (indagini campionarie) sui beneficiari del PSR. Pertanto, dal momento che le
indagini sono in corso, il Valutatore restituirà le informazioni sugli indicatori comuni di risultato nel corso dei
prossimi rapporti di valutazione.
Tale tipo di approccio viene applicato per gli indicatori R.2, R4, R.7 e R.8 la cui stima, in accordo con quanto
indicato nella scheda di Indicatore del QCMV e specificato nel WP “Monitoring-related questions result
indicators” (marzo 2010) dovrà essere realizzata circa due anni dopo la loro realizzazione (N+2) in base alla
elaborazione di dati primari raccolti attraverso le previste indagini campionarie. Considerando lo stato di
avanzamento delle Misure potenzialmente interessate, tale condizione (N+2) si è verificata solo per i nuovi
interventi conclusi nel 2010. Pertanto, in assenza di una rilevazione puntuale su quest’ultimi, il valore
dell’Indicatore inserito nella Tabella comune è “0”.
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pag. ii
R.1 Numero di partecipanti che hanno terminato con successo una formazione in materia
agricola e/o forestale
L’indicatore di risultato R.1 quantifica il numero di partecipanti che hanno concluso con successo una
formazione nel settore agricolo, forestale e alimentare. Le disaggregazioni previste dal Manuale del QCMV
per l’indicatore in oggetto riguardano il genere (maschile/femminile), la classe di età, il risultato conseguito e
la tipologia dei partecipanti per settore di appartenenza (agricolo, forestale e alimentare). I Data Base forniti
dalla Regione al Valutatore non consentono la disaggregazione puntuale del dato.
Le iniziative di formazione in materia agricola e/o forestale promosse dalla Misura 111 “Azioni nel campo
della formazione professionale e dell’informazione” sono state realizzate attraverso le azioni 1a “Formazione”
e 1b “Tutoraggio aziendale (Interventi di formazione individuale in azienda)”. Alla data attuale L’azione 2
“Informazione e aggiornamento in campo agricolo, forestale ed agroalimentare” non risulta attivata.
Azioni correlate Risultato 2007-2012
Azione 1a - Formazione 507
Azione 1b - Tutoraggio 46
Azione 1a - Formazione + Azione 1b - Tutoraggio 553
Totale - (Indicatore di risultato R.1) 553
Fonte: Regione Lazio DWH Monitoraggio integrato con Data Base di Misura
Per determinare il numero dei partecipanti che hanno concluso con successo un percorso formativo in
materia agricola e/o forestale realizzato nell’ambito dall’azione 1a “Formazione”, sono state utilizzate le
informazioni contenute nel Data Base di monitoraggio fornito dal Responsabile di Misura. In questo infatti
sono stati archiviati i partecipanti che hanno superato con esito positivo l’esame sostenuto al termine del
corso frequentato.
Le domande finanziate inerenti le attività di formazione individuale in azienda (tutoraggio – azione 1b) sono,
al 31/12/2012, tutte comprese all’interno del Pacchetto Giovani (PG) promosso nell’ambito della Misura 112
“Insediamento di giovani agricoltori”. Pertanto, per la determinazione dei partecipanti con successo all’azione
1b, sono state utilizzate le informazioni contenute nel DHW di monitoraggio della Regione Lazio. Ai fini della
quantificazione dell’indicatore R.1, sono stati considerati “formati con successo” coloro che, nell’ambito della
Misura 111 azione 1b, possiedono, al 31/12/2012, una domanda “pagata” con un decreto di finanziamento
(saldo) che conferma il completamento della attività di formazione individuale in azienda.
La quantificazione dell’indicatore di risultato, per le due azioni considerate, è stata determinata al netto dei
doppi conteggi dovuti alla partecipazione dello stesso allievo a più corsi di formazione.
Al 31/12/2012, i partecipanti che hanno concluso con profitto positivo un’attività di formazione (individuale
e/o collettiva) in materia agricola e/o forestale sono complessivamente 553.
Per quanto attiene i corsi di formazione implementati nell’ambito della azione 1a, l’incidenza degli allievi
formati con successo rispetto ai partecipanti totali ai corsi di formazione è pari al 79%17.
Il 92% dei formati con successo ha partecipato ad iniziative di formazione collettiva realizzate nell’ambito
dell’azione 1a “formazione”; nello specifico il 18% dei partecipanti con successo è stato formato attraverso
l’implementazione della Misura 111 nell’ambito dei PIF e il 74% nell’ambito del bando singolo. Il restante 8%
17
In questo caso non è stato possibile eliminare i doppi conteggi in quanto all’attualità al valutatore è stato fornito un Data Base “per
formato” solo per i partecipanti con successo e non per i partecipanti totali per i quali si dispone del solo dato aggregato.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. iii
dei partecipanti con successo è stato formato attraverso le iniziative di formazione individuale in azienda
(tutoraggio).
Se si ipotizza che ciascun partecipante sia esclusivamente legato ad una singola azienda agricola, si può
affermare che il PSR attraverso gli interventi di formazione e di tutoraggio promossi e realizzati attraverso le
azioni 1a e 1b della Misura 111 ha raggiunto l’1,25% delle imprese agricole attive nella Regione Lazio
registrate alla CCIAA nell’anno 2012.
Vengono rilevate alcune debolezza del sistema di monitoraggio della Misura che alla data attuale non
consentono una precisa definizione degli interventi realizzati (ad esempio la tematica trattata durante le
attività di formazione) e anche delle caratteristiche dei partecipanti (esempio: genere, età, qualifica, settore,
il collegamento al CUAA dell’azienda di riferimento).
Per quanto riguarda il target dell’indicatore di risultato del PSR, che non è stato riportato in tabella perché
non ritenuto adatto per valutare l’efficacia, si sottolinea che il valore attualmente presente nell’ultima
versione non è stato aggiornato.
E’ stato aggiornato l’indicatore di realizzazione, il numero di partecipanti alla formazione pari a 12.014,
mentre l’indicatore di risultato è rimasto quello della versione precedente alla rimodulazione effettuata nel
2011, pari a 14.121. Il confronto tra i dati mostra dunque una evidente incongruenza, in quanto il risultato
dovrebbe essere un di cui dell’indicatore di realizzazione.
Rispetto al target di realizzazione precedente era pari a 14.782 partecipanti, in fase ex ante si stimava
dunque un tasso di formati con successo pari a circa il 95% dei partecipanti.
Sulla base dell’andamento attuale e di concerto con l’AdG, il Valutatore propone una nuova stima del target
che prevede un tasso di formati con successo pari all’85% dei partecipanti. In base al nuovo target di
realizzazione la nuova stima è pari pertanto a: 10.212 formati con successo.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. iv
R2. Aumento del valore aggiunto lordo nelle aziende beneficiarie
L’indicatore R2 misura l’evoluzione complessiva del valore aggiunto lordo delle aziende agricole,
agroalimentari e forestali beneficiarie del sostegno.
Il valore totale dell’indicatore di risultato R2 è determinato dagli interventi conclusi nelle misure 112
Insediamento dei giovani agricoltori, 114 Utilizzo dei servizi di consulenza, 121 Ammodernamento delle
aziende agricole e 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli. I valori degli indicatori sono
stati aggiornati con le indagini campionarie svolte negli anni 2011-2012 sulle aziende beneficiarie che hanno
completato gli interventi al 31/12/2010.
Misure correlate
Valore aggiunto nelle aziende beneficiarie (‘000 euro)
Settore agricolo
Industria dei prodotti
alimentari Silvicoltura TOTALE
Insediamento giovani agricoltori 423
423
Prepensionamento
Utilizzo servizi di consulenza 16
16
Introduzione di servizi di sostituzione, assistenza e consulenza nella gestione delle aziende agricole
Ammodernamento nelle aziende agricole 4807
4807
Migliore valorizzazione economica delle foreste
Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali
1582
1582
Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie nei settori agricolo, alimentare e forestale
Miglioramento e sviluppo dell’infrastruttura in parallelo con lo sviluppo e l’adeguamento dell’agricoltura e silvicoltura
Sostegno agli agricoltori per conformarsi ai rigorosi requisisti prescritti dalla normativa comunitaria
TOTALE 5246 1582 0 6828
Complessivamente il valore dell’indicatore è pari a 6.827.607 euro pari al 5,3% del valore obiettivo.
Nella tabella successiva è riportato il valore dell’indicatore di risultato misurato a livello di singola misura e la
sua efficacia rispetto al valore target, nonché l’incidenza dell’universo di riferimento su cui è stato misurato
l’indicatore e l’incidenza rispetto al valore target dell’indicatore di prodotto.
Misura
Universo di riferimento per calcolo
indicatore R2 (n. aziende e
imprese)
Target indicatore
prodotto (n. aziende e imprese
beneficiarie
Incidenza universo di riferimento
/taget indicatore di
prodotto
Accrescimento VAL per
l’universo di riferimento
(€ )
Valore target Accrescimento
VAL (€)
Efficacia (valore
realizzato/ valore target)
Misura 112 116 1.900 6,1% 422.829 7.147.000 5,9%
Misura 114 89 3.838 2,3% 15.664 496.000 3,2%
Misura 121 298 3.682 8,1% 4.807.467 37.518.000 12,8%
Misura 123 6 349 1,7% 1.581.647 59.745.100 2,6%
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pag. v
Per effettuare la misurazione dell’indicatore di risultato “Accrescimento del valore aggiunto lordo nelle
aziende beneficiarie” inerente la Misura 112 è stata considerata la quota parte dell’incremento complessivo di
valore aggiunto lordo generato dalla realizzazione del Piano di Aziendale per lo Sviluppo sulla base dell’incidenza del premio d’insediamento sul volume totale d’investimento previsti dal piano. Se l’efficienza
della spesa dovesse rimanere sui livelli attuali, nel 2013, con 406 insediamenti conclusi al 31/12/2011, si prevede di raggiungere il 21% dei risultati previsti.
Il valore dell’indicatore di risultato riferito alla Misura 114 pari a € 15.664 (3,2% del valore obiettivo) è stato stimato rapportando l’incremento complessivo di valore aggiunto registrato nelle aziende beneficiarie del
pacchetto giovani, all’incidenza del costo della consulenza sul totale del volume d’investimento previsto del
piano aziendale per lo sviluppo dell’attività agricola.
L’indicatore di risultato relativo alla Misura 121 raggiunge il 12,8% del valore target rispetto ad un incidenza
dell’universo di riferimento delle aziende utilizzate per la quantificazione dell’indicatore dell’8,1% sulle
realizzazioni previste: risulta quindi che l’efficienza degli investimenti realizzati con la misura 121 è migliore
delle previsioni effettuate in ex ante.
Nel periodo considerato il valore aggiunto misurato per le imprese beneficiarie della Misura 123 ha avuto una
evoluzione positiva, realizzando un incremento di 1,581 milioni di euro pari al 2,6% del valore obiettivo.
L’incremento del valore aggiunto relativo ai beneficiari della Misura 124 dipende dall’accesso al mercato e
dal miglioramento della quota di mercato delle aziende coinvolte nelle iniziative. I progetti intrapresi
nell'ambito della misura 124 sono, essenzialmente, -
te destinati al mercato, benché attraverso essi si possa valutare la fattibilità
commerciale. Si tratta, comunque, di interventi guidati dalla sperimentazione tecnologica finalizzata al
miglioramento della qualità, con un supporto degli organismi di ricerca. Tali interventi si trovano nella fase
iniziale di sviluppo tecnologico oppure tendono a saggiare opportunità di mercato per lo sfruttamento delle
innovazioni stesse.
A questa stregua non è possibile valutare gli aspetti relativi alla valorizzazione di mercato delle innovazioni
stesse e, comunque, considerato il carattere pre-competitivo – anche nel
caso di eventuali attività relative a interventi guidati da logiche di mercato che si giunga alla decisione finale
di brevettare e lanciare sul mercato nuove produzioni. Nel caso in cui, ad esempio, la fattibilità economica
per la riproduzione su larga scala comporti degli investimenti rilevanti e non remunerativi in una logica di
analisi costi-benefici per le imprese. Per la valorizzazione di tale indicatore in relazione ai beneficiari della
misura 124, quindi, si rimanda ad una fase di rilevazioni ex post.
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pag. vi
R3. Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche
L’indicatore misura la diffusione delle innovazioni di processo e di prodotto nelle imprese agricole, agroindustriali e forestali beneficiarie del sostegno. Le misure del PSR interessate sono: la misura 121 –
Ammodernamento delle aziende agricole, la misura 122 – Accrescimento del valore economico delle foreste, la misura 123 – Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali e soprattutto la misura 124
– Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nel settore agricolo, alimentare e
forestale.
Misure correlate
Numero di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche
Aziende agricole Imprese
agroalimentari Aziende forestali
TOTALE Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Nuova tecnica
Nuovo prodotto
Ammodernamento nelle aziende agricole
546
546
Migliore valorizzazione economica delle foreste
Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali
38
38
Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e nuove tecnologie
nei settori agricolo, alimentare e forestale
311 121
432
TOTALE 857 121 38
1016
Il numero totale di aziende che hanno introdotto nuovi prodotti e/o tecniche (indicatore R3) è pari a 1016 (57,6% del valore target). Per la quantificazione dell’indicatore di risultato è stata utilizzata l’informazione,
ricavata dal data base fornito dalla Regione, relativa all’attribuzione di punteggi di priorità connessi con l’introduzione di innovazioni per i progetti che hanno richiesto il saldo entro il 31/12/2012 per le misure 121,
122, 123. Per la Misura 124 i dati sono stati rilevati dalle schede progetto e dalle rilevazioni condotte presso i capofila dei PIF nell’ambito dell’analisi specifica, in quanto, al 31/12/2012 risultavano ammesse a
finanziamento esclusivamente operazioni a valere sulla misura 124 realizzate in ambito PIF.
Per la misura 121 sono state considerate tutte le aziende che hanno presentato richiesta di saldo a cui viene assegnato il punteggio per i seguenti criteri di priorità, tutti relativi a nuove tecniche: introduzione di
macchine ed attrezzature innovative per le lavorazione minime del suolo agrario; specializzazione e innovazione dei mezzi e dell'impianto nel processo produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi e
interventi programmati; specializzazione e innovazione dei mezzi e interventi programmati nel processo
produttivo; specializzazione e innovazione dei mezzi, stoccaggio del prodotto, gestione della qualità nel processo produttivo.
complessivamente, al 31/12/2012 risultano 546 aziende (52% delle aziende totali) che ricevono punteggio sui suddetti criteri e che quindi, potenzialmente, introducono innovazioni. Tale valore è pari al 71% del
valore obiettivo.
L’introduzione di innovazione è stata l’oggetto di una specifica sezione del questionario sottoposto ad un campione di beneficiari della misura 121. Le risultanze dell’indagine rilevano che le aziende agricole
beneficiarie della Misura 121 che a seguito degli investimenti realizzati hanno introdotto nuovi prodotti e/o nuove tecniche sono pari al 19% dell’universo di riferimento. Tale incidenza percentuale è in linea con quella
stimata in fase di definizione dei valori target (19% vs 21%) ma inferiore a quella stimata sulla base dei punteggi di priorità assegnati (21% vs 52%). I risultati dell’indagine evidenziano che nella maggior parte
delle aziende indagate l’innovazione ha riguardato i processi aziendali mentre la realizzazione di nuove
produzioni interessa un numero contenuto di beneficiari. L’indagine ha approfondito anche le conseguenze
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. vii
dell’innovazione introdotta su diversi aspetti dell’attività aziendale: i vantaggi maggiori sono ottenuti rispetto
alla razionalizzazione dell’uso dei mezzi produttivi e alla riduzione dei costi.
La misura 122 è stata attivata nel 2009 e, delle 5 domande acquisite, ne risultavano ammesse a finanziamento due. Al 31.12.2012 entrambe risultano revocate.
Per la misura 123 sono state considerate tutte le imprese agroalimentari e forestali che hanno presentato domanda di saldo e a cui è stato assegnato il punteggio relativo al criterio di priorità “introduzione di
innovazioni di prodotto e di processo”. Sulla base dei dati del sistema di monitoraggio regionale, il 76% (n. 38) del totale dei beneficiari con decreto di saldo degli investimenti (n. 50), emesso entro il 2012, ha
introdotto innovazioni. A livello di singolo settore, il 39,5% delle imprese con innovazioni è relativo al
comparto olivicolo. Le risultanze dell’indagine diretta, condotta sui 6 beneficiari che hanno concluso gli investimenti entro il 2010, ci consentono di fornire un maggior dettaglio riguardo la tipologia delle
innovazioni introdotte. Dall’analisi dei dati è emersa una elevata commistione fra innovazione di processo (conseguente anche a razionalizzazioni e al miglioramento della logistica) e di prodotto, in particolare per gli
interventi che hanno riguardato il miglioramento della qualità (salubrità, caratteristiche organolettiche, ecc.)
e/o del packaging (nuovi formati richiesti dal mercato) dei prodotti esistenti. Riportando il dato campionario, riferito alle saldate del 2010, all’intero universo delle imprese con saldo al 2012, si può stimare che il 100%
(n. 38 imprese) delle innovazioni ha riguardato i processi produttivi; di queste il 75% (28 imprese) ha conseguito anche delle innovazioni di prodotto.
Per quanto attiene la misura 124, le 34 iniziative ammesse a finanziamento attraverso lo strumento della progettazione integrata riguardano, secondo quanto desumibile dai dati disponibili, circa 432 soggetti, di
questi 393 destinatarie delle sperimentazioni e 39 capofila di progetto. Le iniziative riguardano, l’integrazion
. I settori
maggiormente interessati alla cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie sono quello ortofrutticolo (29% del volume degli interventi), il settore carni (12%), quello vitivinicolo (11%) e il settore olivicolo-oleario (10%). Le iniziative attivate nell’ambito della misura sono prevalentemente
finalizzate allo sviluppo di nuovi processi produttivi e nuove tecnologie (72%) e il 26% circa riguarda le
innovazioni di prodotto.
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pag. viii
R4. Valore della produzione agricola soggetta a marchi/norme di qualità riconosciuti.
Contribuiscono all’ottenimento dell’indicatore di risultato le misure 132 – Sostegno agli agricoltori che
partecipano ai sistemi di qualità agroalimentare, e 133 – Attività di informazione e promozione
agroalimentare. Le misure contengono l’elenco dettagliato dei prodotti regionali riconosciuti dai sistemi qualità comunitari, nazionali che possono beneficiare degli aiuti.
Per la misura 132, complessivamente sono state ammesse 1452 domande che rappresentano il 36% del
valore target (4000 adesioni). Di queste 75 sono aziende finanziate con il bando singolo, 51 aziende
nell’ambito dei progetti integrati di filiera e 1326 aziende con il Pacchetto Giovani.
Per quanto riguarda la valorizzazione dell’indicatore di risultato per le adesioni alla misura 132 nell’ambito
della progettazione integrata, sono stati presi come valori di riferimento quelli della PLV dichiarata dai
beneficiari in domanda. Tale valore è pari a 192.786.185,70 euro. Non essendo disponibili a sistema
indicazioni circa la PLV dichiarata nell’ambito delle adesioni al pacchetto giovani, che rappresentano la parte
consistente delle adesioni alla misura, né quelle relative al bando singolo, è stata formulata una stima basata
sull’attribuzione di un valore medio di PLV per beneficiario pari a 15.000 euro. Sulla base di tale dimensione
è stato stimato il valore della produzione di qualità relativa alle aziende interessate al pacchetto giovani e al
bando singolo per la misura 132 che dovrebbe assestarsi intorno ai 21.000.000,00 di euro.
Complessivamente il valore delle produzioni soggette a marchi di qualità relativi alle aziende beneficiarie
della misura 132 è pari a circa 213.801.185,00 euro. Per la valorizzazione futura dell’indicatore di risultato
occorrerà tenere conto sia del trend in crescita marginale del valore delle produzioni, sia degli effetti negativi
della congiuntura che tendono ad abbattere gli effetti incentivanti della misura 132.
Per quanto concerne la misura 133, al 31 dicembre 2012, risultano finanziate complessivamente 19 operazioni, con un’efficacia dell’83% rispetto al target di 23 di fine periodo. Di queste, 13 risultano ammesse
nell’ambito PIF e 6 nell’ambito del bando singolo.
I progetti in esecuzione a valere sulla misura 133 riguardano, prevalentemente, le produzioni registrate a
marchio DOP-IGP (56%), nonché le vitivinicole a marchio (33%).
Tale situazione è invertita rispetto alle adesioni alla 132, l’altra misura relativa alle produzioni di qualità, dove prevale l’adesione ai sistemi di certificazione dell’agricoltura biologica. Rispetto alla misura 133 il peso del
sistema di certificazione relativo all’agricoltura biologica, rispetto alle produzioni DOP-IGP o DOC-IGT se si considerano gli investimenti relativi a valere sulla misura 133.
Benché il numero di progetti sia limitato, prevale, nel numero delle operazioni ammesse a finanziamento, la
filiera “vitivinicola DOC/DOCG/IGT”, (Cesanese del Piglio DOCG, la prima DOCG laziale, Est Est Est DOC, Colli Etruschi DOC, Cesanese di Olevano Romano DOC, Castelli Romani DOC e Colli Lanuvini DOC) (39% delle
iniziative), seguita da quella “olivicola” (33%) con le DOP Canino e Sabina.
Le altre filiere interessate sono quella carni con due iniziative relative all’Abbacchio Romano IGP e al
Vitellone Bianco dell’Appennino IGP, la Lattiero Casearia 2 progetti relativi alla Ricotta Romana DOP e il settore Ortofrutta.
Il numero delle produzioni a marchio coinvolte è minimo. Solamente il 23% delle produzioni vitivinicole a
marchio, rispetto al totale presente sul territorio regionale è stato interessato dalla misura. Attraverso gli interventi di promozione, comunicazione e informazione sono state finanziate solo alcune delle DOP presenti
sul territorio (27%) e il 18% circa delle IGP.
Il valore determinato è al netto dei dati relativi alle produzioni biologiche. Rispetto a queste ultime non si
dispone di opportuni parametri, informazioni di dettaglio, né statistiche per quantificare il valore delle
produzioni interessate alle attività promozionali o informative. Le stime dei prodotti DOP-IGP sono state
realizzate con l’ausilio dei dati produttivi ed economici del Rapporto Qualivita-ISMEA 2011 e delle
informazioni desumibili da quello 2012. Complessivamente il valore dell’indicatore di risultato “Valore della
produzione agricola soggetta a marchi/norme di qualità riconosciuti (valori in migliaia di euro) oggetto di
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pag. ix
attività di informazione e promozione è pari a circa 75.874 (di cui 63413 per le produzioni vitivinicole
coinvolte e 12.161 per le DOP-IGP)
L’indicatore di risultato è riferito al valore totale di vendita delle produzioni agricole relative ai
marchi/standard di qualità riconosciuti a livello europeo o nell’ambito dei paesi membri.
Misure correlate
Valore della produzione agricola soggetta a marchi/norme di qualità riconosciuti (000 €)
Valore Target Valore Attuale Efficacia
Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità alimentare
176.939
213.801 121%
Sostegno alle associazioni di produttori per le attività di promozione e informazione riguardanti i prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare
558.349,724 75.874 14%
TOTALE 735.288,724 289.675 39%
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. x
R.6 – Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio, che ha contribuito con
successo: a) alla biodiversità ecc…..
Di seguito sono illustrati i risultati delle elaborazioni svolte dal Valutatore aventi per oggetto le superfici agricole e
forestali regionali interessate nel 2012 dagli interventi realizzati nell'ambito dell'Asse 2 del PSR e finalizzate alla
stima dell'Indicatore comune di Risultato n.6 previsto dal QCMV.
L’indicatore comune esprime i risultati del Programma in termini di estensione della superficie agricola o
forestale sottoposta, a seguito degli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito delle misure dell'asse, ad una gestione ritenuta favorevole (efficace) rispetto alle finalità definite nell’indicatore stesso.
Queste ultime in larga misura corrispondono agli obiettivi specifici/prioritari assegnati alle misure dell’asse 2 nel PSR della Regione Lazio: la salvaguardia della biodiversità nei territori rurali (diversità genetica, delle
specie e degli ecosistemi) e in particolare la tutela e lo sviluppo di sistemi agricoli e forestali ad “elevata
valenza naturale”, la conservazione della biodiversità e la tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale.
I cinque valori di superficie dell’indicatore sono il “prodotto” di due più specifici elementi di analisi e giudizio:
il primo, di natura quantitativa è l’estensione delle superfici agricole o forestali interessate dalle diverse
misure/sottomisure/azioni dell’asse; il secondo, derivante da una valutazione di tipo qualitativa, è la tipologia
di effetti generati dalla attuazione delle diverse misure/azioni nell’unità di superficie, giudicati coerenti (in
rapporto di causalità) con uno o più degli “obiettivi” definiti nell’indicatore.
In termini operativi, la quantificazione dell’indicatore R6 avviene pertanto attraverso lo sviluppo delle
seguenti fasi preliminari:
1. determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegni o interventi (SOI) nell’ambito
delle singole misure/sottomisure/azioni in cui si articola l’asse;
2. individuazione dei legami di causalità tra gli impegni o interventi oggetto di sostegno nell'ambito
delle misure/sottomisure/azioni e i cinque obiettivi definiti nell’indicatore R6.
Il processo si conclude con la quantificazione dei cinque valori totali dell’indicatore (“sub-indicatori”)
attraverso la sommatoria delle SOI delle singole misure/sottomisure/azioni (calcolate nel precedente punto
“1” attribuite ai singoli obiettivi (in base alla analisi di causalità cui al precedente punto “2”).
Di seguito è illustrato lo sviluppo delle fasi preliminari, mentre si rimanda al seguente paragrafo l’illustrazione
e l’analisi dei valori dell’indicatore al 2012.
Determinazione della superficie agricola o forestale oggetto di impegno o intervento (SOI)
nell’ambito delle singole misure/azioni in cui si articola l’asse
La principale fonte utilizzata per la stima della SOI è la banca dati fornita dalla AdG derivata dal Sistema
Informativo Agricolo Nazionale (SIAN). La variabile considerata, per l’insieme delle misure “a superficie”
(211, 212 e 214) o miste (221, inclusi i cd. “trascinamenti”) è la superficie oggetto di impegno all’anno 2012,
escludendo i possibili “doppi conteggi”.
Non sono considerate, ai fini del calcolo del presente indicatore le misure “a investimento” (216 e 227-
azione A) a causa della mancanza di informazioni utili alla definizione delle superfici di pertinenza, la Misura
215 (benessere animale) e la SottoMisura 214-8 (tutela della biodiversità animale) nelle quali l’impegno è
riferito (ed economicamente quantificato) non in base ad una superficie bensì al numero di UBA.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Tab.1: Superficie oggetto di impegno o intervento (SOI) per Misure/SottoMisura/Azione – situazione
dicembre 2012. Valori in ettari
Misura SOI totale
(ha) Sottomisura/Azione SOI (ha)
211 - Indennità a favore degli agricoltori nelle zone montane
40.376 40.376
212 - Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
8.381 8.381
213 – Indennità Natura 2000 328 328
214 - Pagamenti agroambientali 93.377
1 - Produzione integrata 1.212
2 - Agricoltura biologica 74.793
3 - Gestione del suolo 7.800
4 - Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
2.225
5 - Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
271
6 - Coltivazione a perdere 43
9 - Tutela della biodiversità agraria vegetale 269
11 - Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.618
- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2.146
221 - Primo imboschimento dei terreni agricoli 2.987
1. Imboschimenti protettivi e multifunzionali con vincolo permanente
6
2. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo medio-lungo
74
3. Arboricoltura da legno con latifoglie a ciclo breve -
- Impegni assunti nelle precedenti programmazioni : 2.907
224 - Indennità Natura 2000 865 865
226- Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260
1 – Prevenzione e riduzione del rischio di incendio
260 2 – Ricostituzione dei boschi danneggiati dagli incendi
3 – Ricostituzione di boschi danneggiati da calamità naturali
227 – Investimenti non produttivi 687
A – Investimenti intesi a valorizzare la pubblica utilità delle foreste
n.d.
B – Investimenti intesi alla valorizzazione ambientale delle foreste
687
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
pag. xii
La Tabella 2 riporta i cinque valori totali dell'indicatore R6 (totali di colonna) ricavati dalla sommatoria delle
superfici agricole o forestali oggetto di intervento (SOI), nell'ambito delle diverse misure, sottomisure e
azioni, che si ritiene contribuiscano agli obiettivi ambientali definiti nello stesso indicatore (Tabella 3).
Si tenga conto che nella sommatoria per obiettivi sono esclusi i “doppi conteggi” derivanti dalla presenza,
sulla stessa superficie fisica, di impegni o interventi relativi a diverse misure, sottomisure o azioni. Ciò si
verifica in particolare nelle zone montane e svantaggiate, tra la Misura 214 e le Misure 211 o 212. In questo
caso si è scelto di attribuire le superfici interessate contemporaneamente dalle due misure (e individuate
attraverso l’incrocio dei dati particellari ricavati dalle BD) esclusivamente alla Misura 214; pertanto la SOI
delle Misure 211 e 212 considerate ai fini del calcolo dell’indicatore R6 (sub indicatore R6.a) risulta inferiore
(29.445 ettari per la Misura 211 e 2.792 ettari per la Misura 212) rispetto a quella oggetto di sostegno
attraverso l’indennità (pari a 40.376 ettari per la Misura 211, e 8.381 ettari per la Misura 212 come indicato
nella precedente Tabella 1).
I valori ottenuti sono confrontati, in primo luogo, con i rispettivi valori target definiti nella versione vigente
del PSR (Tabella 2) ricavandone indicazioni in merito alla efficacia degli interventi nel raggiungere gli obiettivi
programmatici.
Tab. 2: Indicatore comune di Risultato n. 6, indici di efficacia al dicembre 2012. Valori in ettari
La Tabella 2, in riferimento alla superficie, conferma anche per il 2012 il raggiungimento di tutti gli obiettivi
specifici di asse; in particolare per l’obiettivo che mira ad evitare alla marginalizzazione delle terre (R6-e) che
ha raggiunto un indice di efficacia pari al 212% raddoppiando quindi il valore obiettivo atteso. Si è raggiunto
un cospicuo livello di efficacia (138%) anche in riferimento all’obiettivo di tutela della biodiversità (R6-a),
rispetto alle altre componenti ambientali.
Tali risultati seppure nel complesso molto favorevoli, non rispecchiano la reale efficacia del contributo delle
misure forestali all’indicatore. Quest’ultime infatti hanno raggiunto solo parzialmente le attese e tra i diversi
indici quello di maggior valore ha riguardato l’obiettivo R6-a con circa 4.800 ettari di superficie.
Rispetto all’analisi per singole misure sono di seguito evidenziati i diversi contributi al raggiungimento degli
obiettivi programmatici:
Attraverso la scomposizione dell’indicatore R6 in sotto-assi e misure (Tabella 3) si evidenzia come il
superamento di tutti gli obiettivi, sia dovuto principalmente al contributo dalla Misura 214 e
secondariamente dalla Misura 211.
I valori raggiunti al 2012 (a seguito dell’apertura del bando DGR 186 dell’8 maggio 2012) indicano come
la Misura 214 comprensiva dei trascinamenti, ne rappresenti la superficie più rilevante (Tabella 1) con
circa 93.400 ettari, di cui l’agricoltura biologica (azione 2) ne è la componente maggiore con l’80%,
registrando un incremento rispetto al 2011 di circa 4.000 ettari. In generale la maggioranza delle
diverse azioni previste dalla Misura 214, sono state interessate da un incremento delle superfici rispetto
al 2011 tra le quali la conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli (azione 214-4) è quella
più significativa con il 78%. Al contrario le superfici inerenti la produzione integrata (azione 214-1) e le
Indicatore R6 al 2012
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a...
a) alla biodiversità e alla salvaguardia
di habitat
b) a migliorare la qualità
dell’acqua
c) ad attenuare i cambiamenti
climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazione
delle terre
Valori effettivi, di cui: 126.123 96.052 86.095 94.853 52.175
- agricoltura 121.324 93.065 82.848 90.919 51.310
- forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Valori obiettivo post HC(*) 91.099 79.368 79.873 79.368 24.617
Indice di efficacia (valore effettivo/previsto)
138% 121% 108% 120% 212%
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coltivazioni a perdere (azione 214-6) hanno subito nel 2012 una leggera flessione pari rispettivamente
al 14% e 19% a seguito di probabili rinuncie agli impegni da parte di alcuni beneficiari.
L’indennità compensativa in favore degli agricoltori delle zone svantaggiate, montane e non (Misure 211 e
212) ha nel complesso mantenuto una superficie equivalente a quella dello scorso anno con circa
42.000 ettari di superficie oggetto di impegno. L’effetto diretto delle due misure sui sub-indicatori R6-a
ed R6-e, ha coinvolto nel totale circa 48.000 ettari al 2012 (40.376 ettari per la 211 e 8.381 ettari per la
212) superando i valori obiettivo fissati dal vigente PSR (versione ottobre 2012).
Si conferma nel 2012 l’insuccesso delle misure forestali le quali partecipano alla formazione dell’indicatore
di risultato prevalentemente con le superfici in trascinamento, finanziate nell’ambito della Misura 221.
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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Tab 3: Indicatore di Risultato n. 6, valori raggiunti al 2012, totali e per Misura/azione. Valori in ettari.
L’efficienza degli interventi della Asse 2 rispetto agli obiettivi ambientali considerati, si evidenzia
maggiormente differenziando i valori dell’Indicatore (e il relativo indice SOI/SA) dal punto di vista territoriale
(cfr. seguente Tabella -4-). Ciò con lo scopo di valutare la pertinenza e rilevanza degli interventi dell’Asse 2
in relazione ai diversificati fabbisogni ambientali presenti nel territorio regionale, ed esprimibili attraverso la
sua zonizzazione per aree prioritarie di intervento definite dallo stesso PSR ed utilizzate quali criteri di
selezione delle domande.
Misure/Azioni
Superficie soggetta ad una gestione efficace del territorio che ha contribuito con successo a…
a) alla biodiversità e
alla salvaguardia di habitat
b) a migliorare la
qualità dell’acqua
c) ad attenuare i
cambiamenti climatici
d) a migliorare la qualità del
suolo
e) a evitare la marginalizzazio
ne e l’abbandono delle terre
211 Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane
29.445 40.376
212
Indennità a favore degli agricoltori in zone svantaggiate, diverse dalle zone montane
2.792 8.381
213 Indennità natura 2000 328 328
214 Totale pagamenti agroambientali
86.613 90.919 82.848 90.919 2.225
214-1 Produzione integrata 1.212 1.212 1.212 1.212
214-2 Agricoltura biologica 74.793 74.793 74.793 74.793
214-3 Gestione del suolo 7.800 7.800 7.800
214-4 Conversione dei seminativi in prati, prati pascoli e pascoli
2.225 2.225 2.225 2.225 2.225
214-5 Miglioramento ambientale e conservazione del paesaggio rurale
271 271 271
214-6 Coltivazione a perdere 43
214-9 Tutela della biodiversità agraria vegetale
269
214-11 Conservazione ed incremento della sostanza organica
4.618 4.618 4.618
214-F1 Ex Reg. 2078/92 set-aside 2.146 2.146
Totale agricoltura 121.324 93.065 82.848 90.919 51.310
221 Totale imboschimenti 2.987 2.987 2.987 2.987
221-1 Imboschimenti permanenti
6 6 6 6
221-2 Arboricoltura a ciclo medio-lungo
74 74 74 74
221-H Ex Reg. 1609/89, 2080/92, 1257/99
2.907 2.907 2.907 2.907
224 Indennità natura 2000 865 865
226 Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi
260 260 260
227 Investimenti non produttivi
687 687
Totale forestazione 4.799 2.987 3.247 3.934 865
Totale indicatore R6 (2012) 126.123 96.052 86.095 94.853 52.175
PSR 2007-2013 Regione Lazio - Rapporto di valutazione annuale 2012
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A tal fine la tabella precedente espone il quadro generale delle superfici agricole oggetto di interventi del
Programma (SOI_PSR) con effetti ambientali specifici (Indicatore comune di Risultato n.6) e la loro incidenza
sia a livello regionale che nelle attinenti aree di tutela: Parchi regionali , zone Natura 2000 (nel loro insieme
e specificatamente per le Aree natura 2000) per il tema biodiversità; zone designate come vulnerabili ai
nitrati di origine agricola per la tutela della qualità delle acque e aree a rischio di erosione per quanto
riguarda la difesa del suolo.
Si evince che per quanto attiene alla Biodiversità, il PSR ha fino ad oggi finanziato interventi che
interessano complessivamente circa 124.770 ettari, il 13,6 % della SA totale regionale. Di questi circa il 32
% (39.859 ettari) si collocano nelle Aree protette e il 28 % in zone Natura 2000 (34.902 ettari), il raffronto
tra l’incidenza della SOI sulla SA18 a livello regionale con quella nelle sole zone Natura 2000 e nelle Aree
protette, pari rispettivamente al 34 % e al 21%, evidenzia una concentrazione della SOI in queste aree
notevolmente più alta rispetto al tasso di concentrazione regionale (13,6%). Si verifica pertanto una
positiva “concentrazione” di interventi nelle aree tutelate, dove vi è la presenza delle condizioni ecologiche
idonee alla massima utilizzazione dei benefici derivanti dagli impegni agro-ambientali
Relativamente al tema della Qualità delle Acque la superficie complessivamente coinvolta è stata pari a
95.972 ettari, valore questo che rappresenta il 10,5% della SA regionale; nelle Zone vulnerabili ai nitrati
ricade l’ 1,7 % della SOI, l’ indice di concentrazione SOI/SA nelle ZVN risulta pari al 6,46% di quattro punti
percentuali inferiore al dato medio regionale, evidenziando quindi una scarsa concentrazione nelle aree che
hanno un maggior “fabbisogno” d’ intervento. Il tasso di concentrazione della Soi in Zvn è infine più basso di
quello relativo alla concentrazione della Soi in area altimetrica di pianura (9,79 %) l’area, cioè, in cui si
collocano generalmente le zone vulnerabili da nitrati.
Per quanto riguarda la Protezione del suolo, dai dati esposti nella Tabella si può desumere come la
superficie degli interventi aventi un effetto positivo in tal senso, ammonti a livello regionale a circa 93.826
ettari, pari al 10% della SA regionale.
La distribuzione di questa superficie rispetto alle cinque classi di rischio di erosione evidenzia indici di
concentrazione più elevati nelle zone a minor rischio, tanto che il 78% della Soi considerata si localizza nelle
classi a rischio di erosione molto basso e basso, mentre nelle tre classi caratterizzate da valori di perdita di
suolo superiore ai 11,2 Mg ha-1a-1, cioè il quantitativo considerato tollerabile, si colloca solo il 16% della SOI.
Bisogna però notare che nella classe di rischio d’erosione “molto elevato” si localizzano 3.680 ha di SOI
avente effetti positivi sul suolo che rappresentano circa il 20% della SA di queste aree , un valore molto più
elevato rispetto al tasso di concentrazione regionale (10%). Inoltre può essere letto in chiave positiva anche
il valore di concentrazione SOI/SA nell’area omogenea di montagna, cioè l’area più sensibile ai fenomeni
erosivi, dove oltre circa l’14% della SA è rappresentata da SOI con effetti positivi sul suolo.
L’indicatore R6 può essere letto anche rispetto alla distribuzione delle superfici agricole dei singoli indicatori
nelle aree altimetriche di pianura, collina e montagna. Rispetto a tale chiave di lettura emerge che nelle aree
di pianura dove si concentra la quota principale delle attività e delle produzioni agricole regionali, la capacità
di intervento delle Misure agricole dell’Asse risulta inferiore rispetto ai dati medi regionale in tutti e tre i
macro raggruppamenti, nelle aree di collina l’indice di concentrazione SOI/SA risulta in linea con il dato
medio regionale, mentre in montagna, si ottiene un indice di concentrazione complessivo SOI/SA più
elevato, soprattutto per quanto attiene alle SOI con effetti positivi sulla biodiversità ( 44 % circa).Dalla
distribuzione delle superfici della Misura per zone altimetriche si può pertanto rilevare che l’elevata adesione
alla Misura in montagna, dove prevalgono indirizzi produttivi più estensivi e dove minori sono i livelli di
impegno, potrà potenzialmente determinare una maggiore efficacia rispetto al mantenimento della
biodiversità e agli effetti della riduzione dei fenomeni erosivi, mentre più contenute saranno le riduzione
degli impieghi degli input chimici (fertilizzanti e fitofarmaci) e quindi il contenimento dell’inquinamento delle
acque.
18 Il valore di SAU è stato derivato dalla Carta d’Uso del Suolo della Regione Lazio (CUS)
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Tab. 4: Superfici agricole oggetto di interventi (SOI) dell’Asse 2 che contribuiscono a migliorare l’ambiente dal punto di vista della biodiversità, della
qualità delle acque e della protezione del suolo dall’erosione e loro incidenza nelle rispettive aree di tutela.
Regione Soi Agricoltura PSR Biodiversità Soi Agricoltura PSR Qualità
acque Soi Agricoltura PSR Erosione
Indicatore ha ST ha SA* ha % sulla Sa % sulla soi
bio reg ha % sulla Sa % sulla soi
qa reg ha % sulla Sa % sulla soi ero
reg
Regione** 1.720.255 917.875 124.769 13,6 95.972 10,4 93.826 10,22
Aree protette*** 485.499 193.637 39.859 20,6 32,0
Di cui Natura 2000 397.818 101.220 34.902 34,5 28,0
Zone vulnerabili da nitrati 33.745 25.121 1.623 6,4 1,69
Aree a rischio di erosione ****
1) Molto bassa
( < 2 Mg ha-1a-1) 541.387 316.293 29.241 9,24 31,2
2) Bassa
( > 2 e <11,2 Mg ha-1a-1) 816.275 415.866 44.130 10,61 47,0
3) Media
( > 11,2 e < 20 Mg ha-1a-1) 121.462 69.077 6.645 9,62 7,1
4) Alta
( > 20 e < 50Mg ha-1a-1) 125.725 52.165 4.714 9,04 5,0
5) Molto alta
( > 50 Mg ha-1a-1) 66.206 18.485 3.680 19,91 4,0
Pianura ***** 924.522 579.574 56.244 9,7 56.723,41 9,8 55.828 9,63
Collina 470.998 222.012 31.676 14,3 23.639,87 10,6 22.383 10,08
Montagna 323.627 71.775 31.559 44,0 10.236,62 14,3 10.212 14,23
Non sono stati territorializzati i valori inerenti le misure 213, 221_1, 221_2, 226 e 227
* I valori di Sa sono stati dedotti dalla Carta dell'uso del suolo della regione Lazio (CUS)
** I valori di totale regionale delle superfici oggetto d'impegno sono inferiori a quelli reali perché nella territorializzazione le problematiche legate alla non perfetta coincidenza delle informazioni alfanumeriche con quelle vettoriali (quadro d'unione dei fogli di mappa catastali) determina la perdita di qualche dato
**** Carta del Rischio di Erosione redatta sulla base dell’equazione Revised Universal Soil Loss Equation (RUSLE), Fonte: Soil erosion risk assessment in Italy. European Soil Bureau, JRC 1999
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R7. Aumento del valore aggiunto lordo di origine non agricola nelle aziende beneficiarie
L’indicatore di risultato nell’ambito dell’Asse 3 misura la variazione complessiva di valore aggiunto delle
aziende beneficiarie del sostegno, variazione cui possono contribuire anche fattori non direttamente correlati
al sostegno ricevuto (effetto lordo).
MISURA 311 – Diversificazione verso attività non agricole
La Misura 311 sovvenziona investimenti per la diversificazione delle attività nelle aziende agricole con finalità
direttamente economiche, misurabili attraverso l’indicatore di risultato R7, che quantifica l’incremento lordo
di valore aggiunto determinato dal sostegno nelle aziende beneficiarie (confronto ante/post intervento).
Per la stima dell’indicatore R7 si utilizzano in questa fase i risultati delle indagini dirette realizzate nel corso
dell’anno su un campione rappresentativo di aziende beneficiarie, estratto a partire dall’universo dei progetti
finanziati al 31 dicembre del 2010. La situazione ante-intervento è dunque quella riferita all’anno 2009, che
rappresenta l’anno di presentazione delle domande d’aiuto indagate, mentre la realtà aziendale post-
intervento si riferisce all’anno contabile 2011, rilevato come detto nel corso del 2012. Dal confronto fra le
due situazioni aziendali “fotografate” in momenti successivi scaturisce la stima degli effetti reddituali del
sostegno.
Il campione di aziende sottoposto ad indagine ha fatto registrare nell’intervallo temporale 2009/2011 un
incremento di valore aggiunto medio per beneficiario di quasi 25.000 euro (di cui oltre 21.000 euro
direttamente riconducibili alle sole attività di diversificazione), pari a un aumento percentuale del 30%
rispetto alla situazione ex-ante. Riparametrando il dato all’universo delle 112 aziende finanziate al 2010, il
valore dell’R7 può essere quindi stimato pari a 2,767 Meuro, pari a poco più del valore obiettivo di
Misura (2,72 Meuro).
Tale incremento di valore aggiunto, più che soddisfacente, sembra dipendere da un volume medio degli
investimenti sottoposti ad indagine superiore rispetto a quello dell’universo (260.000 euro contro 225.000) e
soprattutto di quanto previsto ex-ante (164.000 euro) e dall’elevata incidenza (il 55%) di aziende che
introducono ex-novo le attività agrituristiche (+35.000 euro per azienda).
R8. Numero lordo di posti di lavoro creati
L’indicatore misura gli effetti occupazionali prodotti dagli investimenti sovvenzionati, standardizzati in unità di
lavoro a tempo pieno (ULT), anche in questo caso tramite un confronto aziendale ante/post intervento.
Allo stesso modo che per l’indicatore R7, gli effetti occupazionali della Misura 311 vengono stimati a partire
dalle risultanze dell’indagine diretta svolta presso un campione rappresentativo di aziende beneficiarie di
interventi finanziati al 2010.
I soggetti indagati fanno registrare un incremento medio di 0,54 ULT/azienda (+25% rispetto alla situazione
iniziale); riparametrando il dato unitario sul totale dell’universo si può stimare il valore complessivo
dell’R8 per gli interventi sovvenzionati al 2010 a 60 ULT, pari al 95% del valore obiettivo di Misura.
L’incremento nell’impiego di manodopera aziendale assume ovviamente valori molto diversi qualora ci si
riferisca agli agriturismi di nuova apertura (+0,94 ULT/azienda, +60% rispetto alla situazione ex-ante) o ad
aziende già operanti al momento del contributo (+0,05 ULT/azienda, +2%). Le prime spostano manodopera
disponibile in azienda (soprattutto familiare) e sottoccupata nelle mansioni agricole tradizionali verso le
nuove attività di diversificazione (occupazione agricola: -0,12 ULT, pari a -8% rispetto all’ante intervento),
nelle quali si creano opportunità occupazionali consistenti legate alle nuove attività (+1,06 ULT), con un
effetto complessivo ampiamente positivo. Nelle aziende con agriturismo già attivo, ad un’occupazione
agricola in leggera flessione si affianca una manodopera impiegata per attività di diversificazione comunque
in aumento (+0,09 ULT, +8%).
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R.9 Numero di turisti aggiuntivi
L’indicatore misura la crescita (numero aggiuntivo) di presenze e arrivi turistici dovuta agli investimenti
sovvenzionati dalla misura 313 - Incentivazione delle attività turistiche, e dalla misura 311 - Diversificazione
verso attività non agricole, che finanzia nell’ambito delle attività di diversificazione aziendale anche gli alloggi
agrituristici.
Gli agriturismi sovvenzionati con la Misura 311 in esame assorbono flussi turistici che possono essere
quantificati attraverso l’indicatore R9, laddove per “turisti in più” si intendono le presenze aggiuntive fatte
registrare dagli agriturismi sottoposti ad indagine nel confronto ante/post; si è pertanto proceduto alla stima
dello stesso anche se la metodologia comunitaria non lo riteneva necessario.
Gli investimenti sovvenzionati sottoposti ad indagine diretta hanno comportato la realizzazione di quasi 14
nuovi posti letto per azienda ed il miglioramento dell’attrattività complessiva dei posti letto esistenti (16,25 in
media per azienda) attraverso l’arricchimento dell’offerta complessiva aziendale. Il combinarsi di questi due
effetti (incremento di capacità produttiva e miglior utilizzo di quella esistente) ha determinato 528 presenze
annue aggiuntive per azienda. Riconducendo tale dato medio all’universo delle aziende finanziate al 2010,
l’indicatore R9 può essere stimato pari a 51.072 presenze, dato ampiamente superiore al valore
obiettivo definito ex-ante.
R10: Popolazione nelle aree rurali che beneficia dei servizi migliorati
L’indicatore di risultato misura la popolazione residente nelle aree rurali che complessivamente si
avvantaggia dei servizi migliorati. Si tratta di un indicatore di sorveglianza per le misure 321 “Servizi
essenziali per la popolazione”, 322 “Rinnovamento villaggi rurali” e 323 “Tutela e riqualificazione del
patrimonio rurale”.
Il target 2007-2013 dell’indicatore è pari a 546.541 utenti, 202.356 derivanti dalla applicazione della misura
321, 28.385 per la misura 322 e 315.799 dalla misura 323 (comprendendo anche le iniziative di
sensibilizzazione).
La sola misura 321 nell’ambito della azione c) - “Reti tecnologiche di informazione e comunicazione (ICT)”
relativa agli interventi per la diffusione delle TIC, contribuisce all’obiettivo di diffondere l’utilizzo di internet
nelle zone rurali, il cui effetto è quantificato dall’indicatore di risultato R.11 “Maggiore diffusione di Internet
nelle zone rurali” il cui valore obiettivo è pari a 131.333 abitanti.
Come prevede il QCMV l’indicatore R10 misura, a progetto concluso, il numero di persone (senza doppi
conteggi) che si avvantaggiano di un servizio. La fonte dell’indicatore dovrebbero essere essenzialmente la
documentazione progettuale, le fonti statistiche e il sistema di monitoraggio. Si prevede per altro di integrare
le informazioni quantitative fornite dall’indicatore, in una fase più avanzata del processo attuativo, attarvesro
approfondimenti in aree con una particolare concentrazione di interventi in avanzato stato di realizzazione.
Al 31 dicembre 2011 le misure mostrano un ritardo attuativo. La gran parte delle iniziative, sia per le misure
attivate con i PIT che dai Gal, è ancora in corso di selezione o realizzazione: pertanto la verifica degli effetti
e la quantificazione dell’indicatore R10 è rimandata ad una fase più matura dell’intervento.
Tuttavia la RAE 2010 evidenziava il risultato determinato da analoghi interventi transitati dal precedente PSR
attivati ai sensi delle misure ‘N’ (ora 321) e ‘O’ (ora 322). La RAE ha quantificato gli “utenti serviti” in 3.732
dei quali 1.402 grazie all’unico intervento finanziato per la misura 321 e 2.330 a seguito degli aiuti di cui
hanno beneficiato i 24 progetti della misura 322. Tale risultato pertanto si conferma anche nella presente
annualità.
In conseguenza del ritardo attuativo, anche l’indice di efficacia, calcolato sui trascinamenti, assume un valore
bassa: 0,7% sul totale della popolazione servita attesa nell’Asse 3, con andamenti più favorevoli nella misura
322 (8,2%).