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MANUALE DEGLI STAMPI
PER LO STAMPAGGIO A INIEZIONEDEI MATERIALI TERMOPLASTICI
Ing. Franco Adessa
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L’autore di questo manuale è un ingegnere che ha lavorato in diversisettori industriali: cartiere e uffici tecnici in Canada, macchine utensili acontrollo numerico (Olivetti-Italia), vendita di servomotori applicati in ognisettore industriale, macchine tessili e macchine per lo stampaggio a inie-zione per materiali termoplastici e gomme naturali e sintetiche (IMG).In un ventennio di attività, rivolta alla stesura di ogni tipo di documenta-zione tecnica per le presse a iniezione e di manuali tecnici per effettuarecorsi di stampaggio ai clienti, è nata l’idea di promuovere una collabo-razione più stretta fra i tecnici di stampaggio e i progettisti dello stampo.Lo scoglio da superare era il divario professionale esistente tra questedue categorie, dove tecnici altamente specializzati e ingegneri progettistidovevano dialogare con altri tecnici non certo al loro livello. Ma esistevauna chiave per aprire questa porta: la realtà che lo stampo viene pagatodalle ditte di stampaggio.Si è iniziato con corsi teorico-pratici di stampaggio in cui si dimostravache, con semplici regole e accorgimenti, si poteva migliorare la qualitàdei manufatti e ridurre i tempi di ciclo a beneficio dei risultati economici.Poi, è stato introdotto l’uso dei dati fondamentali del materiale e le for-mule per la ricerca dei parametri macchina più importanti. Infine, si èsviluppato un sistema software che, partendo dalla rilevazione dellacurva di viscosità del materiale, esegue l’ottimizzazione dei passaggimateriale dello stampo e crea un programma stampo nell’arco di tempodi pochi minuti. Il mondo dello stampaggio era così giunto ad un livellodi professionalità e autorevolezza tale da potersi offrire come collabora-tore ai tecnici qualificati del progetto dello stampo. Con l’esperienza fatta, presso alcune ditte di stampaggio, che avevanol’ufficio progetti interno, si è riusciti a realizzare questo sogno.Questo manuale sugli stampi nasce proprio con lo scopo di continuarea promuovere la collaborazione di questi due mondi che devono lavorareinsieme, perché il livello scientifico acquisito dal mondo dello stampaggioa iniezione, oggi, ha aperto una porta che non si può più chiudere.
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Euro 120,00
Cop Stampi per termoplastici.qxp_Layout 1 24/04/20 10:31 Pagina 1
MANUALE DEGLI STAMPI
PERLO STAMPAGGIO A INIEZIONE
DEIMATERIALI TERMOPLASTICI
INJECTION MOULDING KNOWLEDGE
Ing. Franco Adessa
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1. LO STAMPO: BENE D’INVESTIMENTO
Al giorno d’oggi, gli stampi per materiali termoplastici hanno un ruolo chiave nel-l’ingegnerizzazione della produzione moderna dell’industria manifatturiera.La tecnica, l’esperienza e le nuove tecnologie hanno dato un grande impulso al set-tore della progettazione dello stampo che può disporre, oggi, di nuove conoscenze,teorie ed esperienze che possono porre i progettisti in condizione di trovare soluzio-ni, valutare vantaggi e svantaggi in certe scelte e usufruire di nuove strategie perincrementare i profitti di chi utilizzerà lo stampo per la produzione di pezzi.
BENE DI INVESTIMENTO
Si sa che lo stampo, una volta prodotto da un’officina meccanica, viene venduto noncome bene di consumo ma come bene di investimento, e cioè come un prodotto chele aziende del settore dello stampaggio a iniezione associano al materiale e allapressa, per produrre “beni di consumo”, e cioè pezzi o parti di plastica, che vendonosul mercato.Sono pertanto queste ditte che dovranno pagare il costo dello stampo e, quindi, laloro capacità di far fronte a questo impegno finanziario dipenderà dall’entità del pro-fitto che riusciranno a ottenere col loro sistema produttivo.A questo punto, però, ci si deve chiedere: è possibile progettare uno stampo anchecon le migliori tecniche per risolvere tutti i problemi di tipo meccanico e funzionale,ignorando gli altri tre mondi: il materiale, la pressa e lo stampaggio, che, necessa-riamente dovranno interagire con lo stampo all’atto della produzione?
DATI TECNICI E PROCESSO DI STAMPAGGIO
I progettisti, oltre i dati tecnici di ritiro del materiale, dispongono del valido stru-mento di simulazione di riempimento impronte che li guida nella scelta del numeroe della posizione dei punti d’iniezione, con lo scopo di ottenere un riempimento gra-duale e uniforme delle impronte, per evitare formazione di bolle d’aria o altri incon-venienti del processo di riempimento che possono essere eliminati con leggerevariazioni di spessori su certe parti dell’impronta.Per eseguire una simulazione, oltre la geometria delle impronte, servono anche moltidati tecnici del materiale che sono normalmente trasmessi dal fornitore.
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Tra questi dati tecnici, però, ve ne sono alcuni che dovrebbero essere presi in con-siderazione ancora in fase di progetto dello stampo, perché hanno un’enormeinfluenza sui risultati qualitativi ed economici del processo di stampaggio.L’attenzione che si rivolge al processo di riempimento delle impronte è più chedoverosa, ma per arrivare alle impronte si deve attraversare un percorso, chiamato“cavità stampo”, che include anche l’ugello della pressa, che spesso genera condi-zioni di stampaggio che vanificano l’attenzione e l’importanza rivolta al solo pro-cesso di riempimento delle impronte.Nel mondo della produzione dello stampaggio a iniezione, inoltre, non vi è la con-sapevolezza delle difficoltà e dei danni provocati da certe scelte fatte sulle “cavitàstampo” e quindi, non procedendo con un metodo scientifico, in produzione si con-tinua a modificare i parametri di stampaggio, con l’intento di eliminare i difetti chesi manifestano sui pezzi stampati.Ci poniamo la domanda: è possibile progettare uno stampo in modo tale che in pro-duzione si possa ottenere il massimo della qualità del processo produttivo, il massi-mo della qualità dei pezzi e il massimo del profitto? La risposta è affermativa, solo che si deve impostare il progetto e la produzione inmodo scientifico, creando una stretta collaborazione tra il mondo del progetto dellostampo e il mondo della produzione che si deve basare su un’impostazione scienti-fica del processo di stampaggio.
NECESSITÀ DI COLLABORAZIONE
Per ottenere i migliori risultati, quindi, è necessaria una collaborazione tra il proget-tista stampo e i responsabili di produzione, ma questa è possibile solo se vi è unasovrapposizione di conoscenze che oggi non esiste, ma che è la chiave che apre laporta ad un nuovo modo di lavorare che offre i migliori risultati qualitativi ed eco-nomici in ambito produttivo e in quello del progetto dello stampo.Il progettista stampo e il responsabile di produzione, devono sapere che la qualitàdel processo produttivo e la qualità del pezzo si possono ottenere in modo scientifi-co, ma perché questo diventi una realtà, nella fase di progetto dello stampo, si devo-no adottare scelte, soluzioni e dimensionamenti che garantiscono l’ottimizzazionedel processo produttivo e i conseguenti risultati economici. Sintetizziamo questo nuovo concetto cogliendo, nella fase di progetto dello stampo,l’aspetto fondamentale e il punto strategico che è rappresentato dal dimensiona-mento dei passaggi materiale, e cioè dalla definizione delle forme e dimensionidelle cavità interne allo stampo che collegano l’ugello della pressa con l’impronta. L’ignorare l’importanza e la necessità di tale dimensionamento diventa la fonte diuna serie di gravi problemi, talvolta irrisolvibili, la cui gravità consiste nel non riu-scire a riconoscerne la vera causa, e questo non solo da parte del progettista dellostampo, ma anche da parte dei tecnici della produzione.
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1.2. La pressa a iniezione
Lo stampo è montato su di una pressa a iniezione: il semi-stampo fisso è montatosul Piano fisso della pressa, il semi-stampo mobile sul Piano mobile. La pressa è composta dalle tre parti:
1. Basamento;2. Gruppo chiusura;3. Gruppo iniezione.
Gruppo chiusura
Gruppo iniezione
Basamento
Stampo
Forza elastica sullo stampo Forza elastica sullo stampo
Forza meccanica
Colonna
Semi-stampo mobile Semi-stampo fisso
Velocità rotazione vite
La pressione di compattazione,all’interno delle impronte,
non deve superareil valore massimo
della pressione internadel materiale.
Velocità iniezione
Cilindro iniezione
Motore vite
Piano fissoPiano mobile
Testa di reazione
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FIGURA
STAMPO
MATERIALE
PRESSA
PROGRAMMASTAMPO
Conforme al pezzo
Progettostampo
Ottimale perutilizzo pezzo
Ottimale per tempo di ciclo
OttimizzatoQualità del processo
PlastificazioneIniezione
Ambiente utilizzo pezzo
Fattibilità
Pezzo da vendere
PRODUZIONE PEZZO
QUALITÀ CONCORDATA COL CIENTE
MASSIMO PROFITTO
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PRESSAPRESSA
MATERIALE STAMPO
DIAMETRO VITE
RITIRO STAMPOTEMPERATURADI STAMPAGGIO
PORTATA MASSIMA IN FIGURA
Profitto
Altri dati di stampaggio
delmateriale
PROGRAMMA STAMPO
Altri dati tecnici importanti della pressa
DIMENSIONAMENTODEI
PASSAGGI MATERIALE
DELLO STAMPO
Altri parametri importanti di stampaggio
Qualitàdel
processoproduttivo
Qualitàdel
pezzo
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3. TIPOLOGIA STAMPI
La tipologia degli stampi è legata a diversi fattori e scelte che caratterizzano la con-cezione dello stampo, tra i quali primeggia la quantità totale dei pezzi da produr-re e relativi lotti di produzione, che sono alla base degli studi di progettazionedello stampo, per definire il numero delle impronte, il costo dello stampo, il costoorario della pressa e, infine, il costo unitario del pezzo.Escludendo i casi particolari di stampi con impronte diverse e quelli per manufattiche, per le enormi dimensioni, richiedono più iniezioni, ecco l’elenco dei fattoriprincipali che determinano le caratteristiche degli stampi:
– quantità totale dei pezzi da stampare e lotti di produzione;– proprietà estetiche, meccaniche e dimensionali;– impronte di manufatti a singola iniezione;– numero di impronte uguali nello stampo;– pezzi senza sottosquadro;– pezzi con sottosquadro;– stampaggio con estrazione dei pezzi insieme allo sfrido;– stampaggio con estrazione dei pezzi separatamente dallo sfrido;– stampaggio di pezzi senza lo sfrido.
Prendendo in considerazione tutte le combinazioni dei fattori elencati, principal-mente caratterizzati dall’assenza o presenza di sottosquadri e diversificati in base altipo di estrazione dei pezzi in relazione allo sfrido, tratteremo le seguenti cinquetipologie di stampi per i materiali termoplastici:
1. Stampo standard a due piastre;2. Stampo a due piastre con parti mobili;3. Stampo con estrazione a terza piastra;4. Stampo con parti mobili ed estrazione a terza piastra;5. Stampo a due piastre con parti mobili e camere calde.
Poiché il materiale plastico utilizzato per il manufatto, impone la scelta del tipo ade-guato di acciaio per le piastre punzone e matrice, tutti e cinque gli stampi sopra elen-cati, avranno in comune la soluzione degli inserti nelle piastre punzone e matrice.Di seguito, illustriamo gli aspetti fondamentali di questi cinque stampi, evidenzian-do la tipologia del pezzo stampato, il numero delle superfici di separazione deipiani, il tipo di estrazione in relazione allo sfrido, il numero delle fasi di aperturastampo e la successione dei movimenti all’interno dello stampo per lo svolgimentodi tutte le sue funzioni.
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3.1. Stampo standard a due piastre
– Si usa per lo stampaggio a iniezione di pezzi privi di sottosquadro.– Lo stampo presenta una superficie di separazione dei piani.– I pezzi e lo sfrido sono espulsi dallo stampo come corpo unico.– L’apertura dello stampo avviene con una sola fase di apertura.
Terminata la fase d’iniezione e trascorso il tempo di raffreddamento, lo stampoviene aperto: il semi-stampo mobile si allontana da quello fisso, strappando la caro-ta dalla sua alimentazione. Giunti allo stop apertura, l’estrattore centrale, con le pia-stre di estrazione e i suoi perni, espelle i pezzi insieme allo sfrido, tornando poi inposizione di riposo.Nel caso di sganciamento delle piastre di estrazione dall’albero filettato del pistonedi estrazione, i “perni di richiamo” fungono da sicurezza, per riportare le piastre diestrazione nella loro posizione arretrata di riposo.
Stampo standard a due piastre.
anello di centraggio
superficie diseparazione dei piani
piastra di fissaggio PF e piastra porta-inserto PF
piastra di fissaggio PM
camera estrazione
contro-piastra di estrazione
piastra di estrazione
Direzione di sformatura
piastraporta-inserto PM
pezzo
perno estrattore
semi-stampo fisso
perno estrattore
sfrido
inserto parte mobileperno di richiamo
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3.2. Stampo a due piastre con parti mobili
– Si usa per lo stampaggio a iniezione di pezzi con un sottosquadro.– Lo stampo presenta una superficie di separazione dei piani. – Sganciato il sottosquadro, i pezzi e lo sfrido sono espulsi come corpo unico.– L’apertura dello stampo avviene con due fasi di apertura.
Terminata la fase d’iniezione e trascorso il tempo di raffreddamento, lo stampoviene parzialmente aperto (prima apertura) e la carota viene strappata dall’alimen-tazione insieme ai canali di alimentazione impronte. Contemporaneamente, le partimobili, spinte dalle piastre di estrazione, liberano i pezzi dal sottosquadro. Giunti allo stop apertura (seconda apertura), l’estrattore centrale, con le piastre diestrazione e i suoi perni, espelle i pezzi dalle impronte insieme allo sfrido. Con la successiv chiusura stampo, il sistema di estrazione guida le aste inclinate inposizione di adesione al sottosquadro. Nel caso di sganciamento del sistema diestrazione dal pistone di estrazione, i “perni di richiamo” fungono da sicurezza, perriportare le piastre di estrazione nella loro posizione arretrata di riposo.
Stampo a due piastre con parti mobili.
anello di centraggio piastra di fissaggio PF e piastra porta-inserto PF
piastra di fissaggio PM
camera estrazione
contro-piastra di estrazione
piastra di estrazione
Direzione di sformatura
piastraporta-inserto PM
pezzo
aste inclinate
perno estrattore
perno di richiamo
sfrido
superficie diseparazione dei piani
inserto parte mobile
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4.2. I due semi-stampi La figura sottostante illustra i due semi-stampi, in una vista tridimensionale e in tra-sparenza, che consente la visualizzazione delle parti interne. Tra queste parti, le più importanti sono:
1. Le colonne e bussole guida: le quattro colonne sono installate e fissate sulsemi-stampo fisso con la lunghezza di accoppiamento con le quattro bussoleappoggiate al semi-stampo mobile.
2. I circuiti di condizionamento dello stampo: suddivisi nei due semi-stampi,questi circuiti hanno ingresso e uscita e si sviluppano intorno alle impronte, permantenere la temperatura dell’inserto alla temperatura stampo prestabilita.
3. I distanziali: presenti solo sul semi-stampo mobile, ai due lati opposti dell’in-serto, sono avvitati alla piastra di fissaggio con la funzione di sostenere la piastraporta-inserto quando è soggetta alle forze assiali che si sviluppano durante lafase di riempimento delle impronte.
Stampo standard a due piastre: i due semi-stampi in trasparenza.
circuiti di condizionamento stampo
distanziale
bussola di guida
perni di estrazione
le bussole guida sono appoggiate
alla piastra montante
ingresso e uscita del circuito di condizionamento PM
ingresso e uscita del circuito di condizionamento PF
semi-stampo mobile
semi-stampo fisso
colonna di guida
colonna di guida
vite fissaggio inserto
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Sezione centrale e disegno del semi-stampo fisso dello stampo standard a 2 piastre.
tappo esterno
tappo interno
tappo esterno
tappo interno
inserto semi-stampo fisso
vite fissaggio inserto
vite fissaggio inserto
vite fissaggio inserto
vite fissaggio inserto
viti fissaggio inserto
viti fissaggio inserto vite fissaggio inserto
vite fissaggio piastre di estrazione
vite fissaggio piastre di estrazione
piedino, puntalino, barilotto
piedino, puntalino o barilotto perni di estrazione
viti fissaggio inserto
inserto SFinserto SM
semi-stampo fisso
semi-stampo mobile
vite fissaggio inserto
vite fissaggio inserto
otturatore
viti di fissaggio piastre camera
di estrazione
viti di fissaggio piastre camera di estrazione
tappo interno
colonna e bussola di guida
anello di centraggio
colonna e bussola di guida
colonna e bussola di guida
anello di centraggio colonna e bussola di guida
ingresso circuito di raffreddamento
uscita circuito di raffreddamento
colonna e bussola di guida colonna e bussola di guida
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4.8. Elementi guida e viti di fissaggioLe colonne di guida e le relative bussole dei semi-stampi hanno un’importanzaenorme per lo stampo, poiché devono assicurare la perfetta centratura dei semi-stampi nelle fasi di accoppiamento e di applicazione della forza di chiusura.Nella fotografia sottostante, sono riportate le immagini delle colonne e delle bussoleguida standard, più comunemente utilizzate.
Colonna guida collare spallata
Viti a colletto di varie dimensioni
Colonna completa di boccola guida collare
Colonna di accoppiamento con scanalature
Colonna di accoppiamento liscia
Boccola guida collare spallata
Boccola guida collare
Boccola guida collare
Boccola di guida auto-lubrificantenon spallata
Viti di fissaggio di varie dimensioni
ESEMPIO AnAlISI cOStI cOn StAMPO A 2 IMPrOntEAnalizziamo, ora, il costo complessivo di stampo e produzione pezzi, con uno stam-po a due impronte, sempre con la stessa produzione totale di 100.000 pezzi.
Produzione: 100.000 pezzi.Costo stampo a 2 impronte:Euro 30.000. Costo unitario del pezzo (prodottocon lo stampo a 2 impronte): Euro 0,30.Costo complessivo di 100.000pezzi: 100.000 x 0.50 = Euro 30.000. Costo complessivo stampo + pezzi:Euro 60.000.
l’analisi dei costi dimostra che, sce-gliendo uno stampo a 2 impronte, sipossono risparmiare 10.000 Euro pereffettuare l’intera produzione di100.000 pezzi.
ESEMPIO AnAlISI cOStI cOn StAMPO A 4 IMPrOntEAnalizziamo, ora, il costo complessivo di stampo e produzione pezzi, con uno stam-po a quattro impronte, sempre con la stessa produzione totale di 100.000 pezzi.
Produzione: 100.000 pezzi.Costo stampo a 4 impronte:Euro 36.000. Costo unitario del pezzo (prodottocon lo stampo a 4 impronte): Euro 0,18.Costo complessivo di 100.000pezzi: 100.000 x 0.18 = Euro 18.000. Costo complessivo stampo + pezzi:Euro 54.000.
l’analisi dei costi dimostra che, sce-gliendo uno stampo a 4 impronte, sipossono risparmiare Euro 6.000 pereffettuare l’intera produzione di100.000 pezzi.
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Esempio di pezzi stampati con uno stampo a 2 impronte.
Esempio di pezzi stampati con uno stampo a 4 impronte.
7. SFORMABILITÀNello stampaggio a iniezione, oltre alle considerazioni relative agli aspetti funzio-nali ed estetici del pezzo, si deve avere una particolare attenzione alle esigenze dellasua sformabilità, e cioè la possibilità di estrarre il pezzo dallo stampo, dopo che siè raffreddato alla sua temperatura di estrazione.
7.1. Principi generali di sformaturaGli aspetti fondamentali che concorrono alla sformatura ed estrazione sono:
– Superficie di separazione piani dello stampo;– Posizione pezzo in direzione di sformatura;– Spoglie del pezzo e angoli di spoglia;– Sottosquadri da sformare preventivamente;– Estrazione del pezzo.
7.2. Superficie di separazione piani dello stampoLa necessità di aprire lo stampo, per estrarre i pezzi, rende indispensabile la super-ficie di accoppiamento tra i due blocchi piastre che costituiscono lo stampo. Questa può avere un solo livello oppure articolarsi in una superficie di separazionepiani a più livelli e anche con altre forme oltre quella piana.
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forma del pezzo
Superficie di separazione piani dello stampo
soluzione A
soluzione B
soluzione C
Superficie di separazione dei piani e possibili sformature del pezzo.
7.11. Piastre di usura sulla separazione pianiLe superfici della linea di separazione dei piani rappresentano un sigillo alle super-fici interne delle cavità stampo e richiedono un parallelismo e un allineamento per-fetto quando lo stampo è chiuso. In certe situazioni di complessità o di asimmetriedovute a parti mobili, per assicurare il perfetto parallelismo dello stampo, si posso-no installare “piastre di usura”, in posizioni periferiche o solo sul semi-stampo fisso,oppure su entrambi i semi-stampi fisso e mobile.Queste “piastre di usura”, che hanno generalmente forma rettangolare o circolare,sono posizionate e avvitate alle piastre stampo, in modo da avere un contatto su ununico piano, alla chiusura dello stampo. Queste piastre devono avere uno spessoretale da essere tutte allo stesso livello, mentre neglistampi con parti mobili, con superficie della lineadi separazione piani “a sbalzo”, lo spessore dellepiastre di usura deve consentire lo spazio per ilcomponente mobile lasciando, tra la sezione dellalinea di separazione dei due semi-stampi, unadistanza di circa 0,5 mm.Le figure sottostanti mostrano “piastre di usura”montate su stampi.
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piastre di usura
pressione uniforme sullo stampomalgrado la presenza
dei due componenti mobili.
la superficie della linea di separazione piani sulla piastra cavità è arretrata di 0,5 mm.
Esempi di stampi con piastre di usura.
piastre di usura
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Masse di appoggio per le aste di estrazione pezzo.
appoggio per le aste di estrazione pezzo
spessore pezzo = 2 mm
spessore massadi appoggio = 2 mm
spessore asta= 2 mm
spessore asta= 2 mm
asta di estrazioneasta di estrazione
massa di appoggio per le aste di estrazione pezzo
Essendo lo spessore massa di appoggio di 2 mm, come lo spessore pezzo,
il tempo di raffreddamento rimane inalterato.
Essendo lo spessore massa di appoggio di 6 mm e lo spessore pezzo di 2 mm, il tempo di raffreddamento
viene aumentato del rapporto: 62 / 22 = 9 volte.Sostituendo la sezione circolare, con quella a stella, di lato 2 mm,
avendola eguagliato lo spessore della massa di appoggio allo spessore pezzo,il tempo di raffreddamento rimane inalterato.
spessore pezzo = 2 mm
asta di estrazione
spessore asta= 2 mm
spessore estrazione = 6 mm
sezione massa
inserto PM
inserto PM
sezione a croceche alleggerisce la massa diappoggio eguagliandolaallo spessoredel pezzo
GORGOGLIATORE (FONTANA)
Per i fori più piccoli, sono utilizzati i gorgogliatori chiamati anche fontane.L’acqua scorre attraverso un tubo sottile, al centro, e ritorna sulla parete del canale.Il diametro del foro del tubo centrale del gorgogliatore va da 0,8 mm a 7 mm per lavariante più grande, per fori da 4 a 12 mm.Per diametri più piccoli, bisogna assicurarsi che l’acqua sia pulita. Le più piccoleparticelle di sporco nell’acqua, infatti, causano l’intasamento del piccolo foro deltubo centrale del gorgogliatore. Deve inoltre essere garantito che il resto dei canalidi raffreddamento sia pulito e che non vi siano altri tipi di contaminazione o di cor-rosione nel circuito di raffreddamento.
I gorgogliatori sono integrati con un collegamento diretto o forniti congiuntamentecome raffreddamento parallelo per un foro. Per il collegamento diretto, o in serie, dovrebbero essere collegati come circuitiseparati, per non ridurre la portata ai canali normali.Per il collegamento parallelo, il flusso del foro principale crea una specie di aspi-razione che attira l’acqua attraverso i circuiti ristretti del gorgogliatore.Per evitare corrosione, i gorgogliatori sono fatti di ottone e acciaio inossidabile.Le figure sottostanti mostrano gorgogliatori collegati in serie e in parallelo.
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Gorgogliatori con collegamento diretto e parallelo.
Collegamento diretto o in seriedi gorgogliatori.
circuito normale
circuitoristretto
circuito principale
Collegamento in parallelodi gorgogliatori.
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9.10. Esempi di sistemi di monitoraggio FTSistema di monitoraggio FT-1Monitoraggio della portata reale di una centralina, con fluido ad acqua, di un circui-to di raffreddamento stampo, fino alla temperatura massima di 90 °C.
Sistema di monitoraggio FT-2Monitoraggio di portata e temperatura reali di due circuiti di raffreddamento stam-po, fino alla temperatura massima di 90 °C, comprensiva di display a bordo pressa.
I due sensori di flusso e temperaturamonitorano le portate e temperature chesono misurate, al termine dei due circuitidi raffreddamento ad acqua dello stam-po, ed i loro valori nel tempo sono regi-strati su un Display con grafici.
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Sistema di monitoraggio FHT-1Monitoraggio della portata e temperatura reali di una centralina di condizionamentostampo, con temperature fino a 180 °C.
Sopra: La centralina con un sensore di temperatura(in primo piano) e un sensore di flusso (in secondopiano).
A destra: Master IO link per la rilevazione dei dati incontinuo, montato con supporto magnetico sul car-ter della pressa.
Sotto: Il Display che visualizza e registra i graficidel flusso e della temperatura nel tempo.
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Parti mobili: estrattore ad asta inclinata.
L’estrattore, che in posizione di riposo, aderisce alla superficie del sottosquadrodel pezzo, in posizione finale di sformatura, si sgancia liberando il pezzo dal sottosquadro,preparandolo per la sua espulsione.
L’estrattore ad aste inclinate è giunto alla sua posizione di termine corsa,sganciando il pezzo dal sottosquadro interno,
preparandolo per la sua espulsione.
pezzo (coperchio)sottosquadro interno sganciato
asta inclinata
inserto piano mobile
aste dell’estrattore inclinato in posizione termine corsa
inserto piano mobileperno estrattore sottosquadro liberato
perno di richiamo
piastra di estrazione
o tavolino
contro-piastra di estrazione
piastra porta-inserto PM
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Analisi dei costiAvendo un sistema distributore a camere calde un costo elevato, si deve fare un’a-nalisi comparativa tra la scelta a canali freddi con sfrido e quella delle camere caldesenza sfrido. L’elemento chiave, per la comparazione, è sempre il numero totale deipezzi e i lotti di produzione, anche se si può prendere in considerazione la possibi-lità di poter utilizzare il sistema a camere calde anche per altri stampi.
Esempi di camere calde con più ugelliVediamo ora, alcuni esempi di sistemi a camere calde con più ugelli, in cui si pos-sono facilmente individuare le parti componenti: l’ugello adattatore, il blocco distri-butore, gli ugelli a camere calde, i punti d’iniezione e il manufatto.
Sistema a camere calde con 2 ugelli per il “Serbatoio”.
ugello a camera calda
ugello a camera calda
ingresso materialeugello adattatore
alimentazionepotenza elettrica
blocco distributore
“Serbatoio”
punto iniezionecon carota
punto iniezione con carota
punto iniezione a sezione circolare
punto iniezione a sezione circolare
canali
canali
“Serbatoio”
sensore termico
sensore termico
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Il riempimento dell’impronta procede
sempre in modolineare con un
aumento lineare dellapressione che ha una
leggera flessionequando il fronte entra
nella zona delle alette verticali.
Il materiale sta riempiendo solo la zona
anulare esterna disezione stretta,
causando un aumentodel gradiente di
pressione che rimarràcostante fino al
completo riempimento.
Il materiale ha riempito completamenteil volume delle aletteverticali ed entra nellazona anulare esternadella ventola, di sezionepiù stretta, che faaumentare il gradientedi pressione.
La simulazione dimostra che l’uso dei tre punti d’iniezione nelle loro tre posizioniravvicinate e in prossimità del foro centrale della ventola, è una scelta valida perottenere un riempimento graduale e uniforme del manufatto.
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La scelta corretta delle posizioni dei tre punti d’iniezione e quella degli interventisequenziali ha reso possibile un riempimento graduale ed una compattazioneuniforme del materiale del manufatto, limitando le pressioni a livelli contenuti.
Con velocità costante,il materiale procedenelle due parti lateralia sezione più grande;infatti, il gradiente dipressione è inferioreal precedente per l’allargamento dellasezione di passaggio.
Aperti i due punti d’iniezione laterali, conuna velocità d’iniezioneinferiore (evidenziatadall’abbassamento dellacurva di pressione), ilriempimento improntaprocede fino al congiun-gimento dei due flussilaterali, seguito dallafase di compattazione,aprendo tutti e tre i puntid’iniezione.
Riempita la parte pianadel pannello, il flusso
continua a velocità d’iniezione costante
entrando nelle due partistrette laterali. Questo
provoca un aumento delgradiente di pressione
fino al punto di attivazione degli altridue punti d’iniezione.
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19.2. Velocità di taglio
Il materiale, quando scorre in una passaggio interno dello stampo, per il maggiorattrito esistente sulla superficie metallica, rispetto a quello tra gli strati interni delmateriale, assume una forma esponenziale (Curva gamma), come quella rappresen-tata in figura. Le velocità, dal valore centrale si riducono fino al valore di quella acontatto con la superficie metallica. Questa velocità si chiama: Velocità di taglio.Il valore della Velocità di taglio è la derivata della Curva gamma, calcolata nel puntodi contatto del materiale con la superficie metallica.La Velocità di taglio viene pertanto chiamata: Gamma punto.
Curva gamma
Velocità di taglio
Velocità di taglio
A B
Tangente alla Curvanel punto A
Sezione di passaggio materiale
La Curva gammadi tutti i materiali
termoplastici ha una forma esponenziale compresa tra le curve della formula
Y = XK
dove K assume valori compresi tra 1,3 e 2.
Il fronte del materiale plastificato, che avanza nei passaggi delle cavità stampo, ha questaforma esponenzialeespressa dallaformula:Y = XK
La curva gamma del fronte di avanzamento del materiale.
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Produzione del primo lotto– Attrezzature e strumenti necessari;– Materiale necessario per le prove;– Montaggio dello stampo;– Verifica del funzionamento dello stampo;– Eliminazione dei difetti sul pezzo;– Ottimizzazione del programma stampo;– Ottimizzazione del tempo totale di ciclo;– Analisi sul miglioramento futuro della qualità;– Verifiche del progettista in prova stampo;– Smontaggio dello stampo;– Manutenzione programmata.
21.1. Conoscenze preliminariQueste conoscenze illustrano i concetti di pressione, portata, le caratteristiche dellapressa più idonea per lo stampo, le principali funzioni che la pressa deve svolgereper chiudere lo stampo e applicare la forza di chiusura, la plastificazione del mate-riale e l’iniezione in cavità stampo. Importante è anche la comprensione dei graficiiniezione e il criterio per la stesura di un programma stampo.
21.2. Pressione idraulica e pressione specificaLa pressione idraulica è una grandezza scalare,cioè definita solo da un numero; infatti essa nonha una direzione, ma si esercita in tutte le direzio-ni perpendicolari alle superfici sulle quali agisce.Nel Sistema Internazionale, l’unità di misuradella pressione idraulica è il Pascal definito comeil rapporto tra l’unità di forza: 1 Newton = 1 Kgx 1 m/s2 [N] (cioè 1 kg massa moltiplicato l’acce-lerazione di 1 metro al secondo quadro) e l’unitàdi superficie: 1 metro quadrato [m2].
1 Pascal = 1 N / 1 m2
Essendo questa unità di misura troppo piccola èstato creato il Bar come multiplo del Pascal, peravvicinare la sua unità di misura a quelle piùcomunemente utilizzate:
Forza 1 Kg
1 cm2Superficie
Pressione interna1 Kg/cm2
1 Kg/cm2
350
21.5. Chiusura e apertura pressaIl gruppo chiusura della pressa, composto da: Piano fisso, Piano mobile, Testa direazione e quattro colonne con relativi dadi fissi e dadi mobili, ha il compito dichiudere e aprire lo stampo e di applicare una forza elastica sui due semi-stampiper impedirne l’apertura durante la fase d’iniezione materiale in cavità stampo.
Fi Fm Fe Fe
Fi = P x S Fm = K x Fi 0 < Fe < Fm
El. col.
Stampo
Costante Bielle
Forza idraulica Forza meccanica Forza elastica
Esempio dell’applicazione della forza di chiusura su una pressa a ginocchiera.La forza elastica viene applicata sullo stampo con l’allungamento delle colonne.
La forza elastica non può mai superare la forza meccanica!
Cilindro di chiusura
Piano fisso
Testa-Croce
Piano mobileTesta di reazione
Cilindro di chiusura
Dado fissoDado mobile
Motore spostatori
Colonne
Catena
Forza meccanica Forze meccaniche
Estrattore
La testa di reazione viene posizionata col motore spostatori in modo che la corsa chiusura/apertura sia adattata allo spessore dello stampo.
K
Testa di reazione Piano mobile Piano fisso
El. col.
Forza elastica
sullo stampo
374
21.23. Montaggio dello stampoDopo aver scelto la pressa ottimale e aver definito il programma stampo, si devonoeseguire un certo numero di stampate per verificare che la qualità ottenibile sulpezzo sia conforme a quella concordata col cliente. Scelta la pressa ottimale per queste prove, il montaggio dello stampo sui piani dellapressa, si devono eseguire le seguenti fasi e operazioni:
1. Prendere la scheda tecnica del materiale, per la ricerca dei dati di stampaggionecessari per i calcoli da eseguire per la prova stampo.
2. Prendere una stampata di qualità, come riferimento.
3. Se lo stampo è nuovo, chiedere al progettista il volume della stampata e delpezzo, per poter calcolare il peso ideale del pezzo.
4. Prendere la scheda fornita dall’ufficio qualità, per valutare le caratteristichedella qualità richiesta sul pezzo.
5. Prendere una bilancia al centesimo di grammo, per l’ottimizzazione del tempoe della pressione di mantenimento.
6. Pulire tramogge e deumidificatori controllando che il materiale sia stato essica-to per il tempo e alla temperatura consigliati dal fornitore del materiale.
6
375
7. Pulire i granulatori se hanno processato un materiale di diverso colore e/o fami-glia d’appartenenza.
8. Per la pulizia del gruppo iniezione, inserire nel cilindro di plastificazione ilmateriale adatto per la sua pulizia. Alcuni esempi: PE-HD, Riblene LLDP,Polifor PP caricato talco. Seguire, altrimenti procedure aziendali, se presenti.
9. Oliare e pulire i piani pressa con liquido apposito.
10. Prima di sollevare lo stampo col carroponte, eseguire i seguenti controlli:
a. sicurezza tavolino;
b. controllare la presenza di tutti i raccordi dell’acqua (controllare lo statodei raccordi perverificare che nonsiano usurati o danneggiati; in tal caso è megliosostituirli);
6
10b
412
21.30. Smontaggio dello stampo
1. Salvare il programma stampo e compilare la scheda stampo, se necessario.
2. Eseguire lo svuotamento stampo, se presente l’opzione sul termoregolatore.
3. Spegnere i termoregolatori.
4. Chiudere i rubinetti del condizionamentostampo (se collegati).
5. Staccare i tubi dallo stampo (i raccordipossono essere con o senza la valvola dinon ritorno).
4
5
413
6. Inserire i maschi nei raccordi se hanno la valvola di non ritorno e soffiare neitubi, per espellere completamente l’acqua residua.
7. Soffiare e pulire lo stampo con il detergente apposito e carta assorbente.
6
7
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INDICE
1. Lo stampo: bene d’investimento 51.1. Le materie plastiche 71.2. La pressa a iniezione 121.3. Il programma stampo 141.4. Dal pezzo al profitto 151.5. Stampaggio e profitto 18
2. Concezione e progetto dello stampo 222.1. L’idea dello stampo 222.2. Proprietà e qualità del pezzo 262.3. Scelta della pressa 282.4. Progetto dello stampo 28
3. Tipologia stampi 313.1. Stampo standard a due piastre 323.2. Stampo a due piastre con parti mobili 333.3. Stampo con estrazione a terza piastra 343.4. Stampo con parti mobili ed estrazione a terza piastra 353.5. Stampo a due piastre con parti mobili e camere calde 363.6. Manufatto: scatola e coperchio 37
4. Stampo standard a due piastre (coperchio) 394.1. Sezioni centrali dello stampo 404.2. I due semi-stampi 424.3. Condizionamento dello stampo 434.4. Funzionamento dello stampo 454.5. Le piastre dello stampo 464.6. Movimenti dello stampo 484.7. Struttura dello stampo 504.8. Elementi guida e viti di fissaggio 544.9. Protezione anti-rotazione 564.10. Numero di piastre negli stampi 574.11. Piastra di fissaggio semi-stampo mobile 594.12. Camera di estrazione 624.13. Piastra di supporto 664.14. Piastra cavità o porta-inserto parte mobile 684.15. Piastra cavità o porta-inserto parte fissa 704.16. Terza piastra 724.17. Piastra di fissaggio semi-stampo fisso 73
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5. Selezione materiali per lo stampo 74– Produzione prevista per l’intera vita dello stampo 76– Particolari proprietà superficiali del pezzo 76– Materie plastiche abrasive 77– Materie plastiche che reagiscono chimicamente 77
5.1. Dimensioni dello stampo 78– Taglia della pressa 78– Numero di impronte 79– Lavorazioni interne dello stampo 79– Parti scorrevoli (carrelli, slitte, tasselli) 80– Pressione in cavità stampo 81
5.2. Spessore delle piastre stampo 82
6. Specifiche del progetto stampo 846.1. Figura 856.2. Materiale plastico 856.3. Impronta 876.4. Inizio progetto stampo 876.5. Volumi di produzione 886.6. Analisi economica per il numero di impronte 906.7. Impronte: numero e disposizione 946.8. Ramificazione dei canali 986.9. Principi per la ramificazione dei canali 1006.10. Scelta della pressa 104
– Forza di chiusura e dati relativi 104– Forza di chiusura e parallelismo dei semi-stampi 104– Portata massima d’iniezione 107– Forza di chiusura e picco di pressione 108
7. Sformabilità 1107.1. Principi generali di sformatura 1107.2. Superficie di separazione dei piani 1107.3. Posizione pezzo in direzione di sformatura 1127.4. Spoglie del pezzo e angoli di spoglia 113
– Criteri di scelta degli angoli di spoglia 1167.5. Sottosquadri da sformare 1167.6. Estrazione del pezzo 1167.7. Problemi di sformatura e soluzioni 118
– Condizioni superficiali del pezzo 118– Denti di presa sul pezzo 118– Superficie visibile frontale del pezzo 119– Problemi sul profilo impronta 120– Formazione di vuoto in estrazione 120
7.8. Superficie linea di separazione “a livello” 1227.9. Superficie linea di separazione piani a forma “sagomata” 1237.10. Superficie linea di separazione piani “ sbalzo” 124
– Superficie a “sbalzo” con contorno 124– Superficie a “sbalzo” con parte mobile 125
7.11. Piastre di usura nella separazione piani 126
447
7.12. Linea di separazione piani visibile sul pezzo 1277.13. Sottosquadri 1297.14. Sottosquadri sformabili 1297.15. Sottosquadri non sformabili 1317.16. Sottosquadri con filettatura 1337.17. Spigoli vivi, raccordi, smussi 1357.18. Asole e fori 1367.19. Aggetti 138
8. Sfiati o sfoghi d’aria 1418.1. Progetto geometrico degli sfoghi d’aria 1428.2. Sfoghi d’aria tramite componenti 143
– Sfoghi d’aria tramite aste di estrazione 143– Sfoghi d’aria sull’estrattore 144– Sfoghi d’aria con componenti mobili 145– Sfoghi d’aria con nuclei stampo 145– Sfoghi d’aria con inserti porosi 146
8.3. Respiro dello stampo 1468.4. Simulazione di riempimento 148
9. Condizionamento dello stampo 150– Qualità del pezzo 151– Energia e risorse 152– Condizionamento e spessore del pezzo 153– Materiale e temperatura stampo 154– Mezzi termici 154
9.1. Tipologie di condizionamento 1559.2. Condizionamento con forature 1579.3. Attrezzature ausiliarie di condizionamento 159
– Deflettore 160– Gorgogliatore (fontana) 161– Nuclei a spirale 162– Tubi di calore 164
9.4. Nuclei di rame 1659.5. Cartucce di riscaldamento 1659.6. Collegamento dei circuiti 1669.7. Collegamento e sigillo delle forature 1679.8. Sistemi di monitoraggio flussi e temperature (per l’industria 4.0) 1709.9. Componenti di un sistema di monitoraggio flusso e temperatura (per l’industria 4.0) 1739.10. Esempi di sistemi di monitoraggio FT 175
10. Estrattori nello stampo 178– Estrazione a trazione o a spinta 178– Gruppo di estrazione 179
10.1. Tipologia di estrattori 180– Estrattore “rotondo” 180– Estrattore “a lama” 181– Estrattore “a manicotto” 181– Estrattore “elastico” 182
448
– Estrattore “elastico a presa” 183– Estrattore “sagomato” 183
10.2. Estrattori come attrezzi accessori 184– Sfoghi d’aria 184– Perni di richiamo o di retro-spinta 184– Estrattori di sfrido 185
10.3. Estrattori a piano inclinato 18610.4. Piastra dell’estrattore 18810.5. Estrattore a due stadi 19010.6. Maschio restringente 19210.7. Sformatura forzata 192
11. Stampo a due piastre con parti mobili (coperchio) 19311.1. Sezioni centrali dello stampo 19411.2. I due semi-stampi 19611.3. Condizionamento dello stampo 19711.4. Parti mobili all’interno dello stampo 19811.5. Sottosquadri sformabili e non sformabili 20011.6. Funzionamento dello stampo 202
12. Stampo con estrazione a terza piastra (scatola) 20312.1. Viste e sezioni dello stampo 20412.2. I due semi-stampi 20612.3. La terza piastra 20712.4. Condizionamento dello stampo 20912.5. Funzionamento dello stampo 210
13. Stampo con parti mobili ed estrazione a terza piastra (scatola) 21113.1. Sezioni centrali dello stampo 21213.2. I due semi-stampi 21413.3. Parti mobili all’interno dello stampo 21513.4. Terza piastra 21613.5. Condizionamento dello stampo 21713.6. Funzionamento dello stampo 218
14. Camere calde 21914.1. Vantaggi e svantaggi delle camere calde 22014.2. Criteri di progetto delle camere calde 22014.3. Ugelli e loro punti d’iniezione 222
– Ugelli: punto iniezione a sezione circolare 223– Ugelli: punto iniezione a sezione anulare 224– Ugelli: punto iniezione a ingresso laterale 225– Ugelli: punto iniezione a otturatore 226
14.4. Camere calde a ugello singolo 22814.5. Camere calde con più ugelli 23014.6. I passaggi materiale nelle camere calde 23614.7. Applicazioni particolari con camere calde 238
– Stampi a piani multipli (Stack Moulds) 238– Stampi “family mould” con iniezioni temporizzate 241
449
– Stampi con iniezioni sequenziali 242– Stampi per multi-colore e multi-materiale 245– Stampi con tavola rotante 247
15. Stampo a due piastre con parti mobili e camere calde (scatola con sottosquadro) 24915.1. Sezioni dello stampo 25015.2. I due semi-stampi 25215.3. Parti mobili all’interno dello stampo 25315.4. Condizionamento dello stampo 25415.5. Le camere calde all’interno dello stampo 25515.6. Funzionamento dello stampo 258
16. Gruppo chiusura della pressa 25916.1. I tre piani della chiusura 26016.2. Forza di chiusura stampo con pressa a “ginocchiera” 26116.3. Forza di chiusura stampo con pressa a “pistone” 26316.4. Sezione proiettata e forza di apertura stampo 26416.5. Il “respiro” dello stampo 26516.6. Utilizzo del “respiro” dello stampo 266
17. Iniezione 26717.1. Passaggi materiale 26817.2. Figura 269
– Figura a spessori standard 269– Figura a spessori sottili 269– Figura a spessori irregolari 270– Figura a spessori enormi 270– Spessore pezzo: la regola d’oro 271
17.3. Punto d’iniezione 272– Posizione del punto d’iniezione 272
17.4. Programmi di simulazione 273– Simulazione per posizionare il punto d’iniezione 275
17.5. Tipologia punti d’iniezione 27917.6. Punto d’iniezione a sezione circolare 27917.7. Punto d’iniezione a sezione rettangolare 28117.8. Carota sul pezzo 28317.9. Punto d’iniezione “sottomarino” 284
– Cono del punto d’iniezione “sottomarino” nel semi-stampo mobile 285– Cono del punto d’iniezione “sottomarino” nel semi-stampo fisso 285– Frangi-flusso 285– Frangi-flusso con rientranza a gradino 286– Frangi-flusso con nervatura ausiliaria 287
17.10. Punto d’iniezione a “banana” 28817.11. Punto d’iniezione “capillare” 28917.12. Punto d’iniezione a “film” 29017.13. Punto d’iniezione a “ventaglio” 29117.14. Punto d’iniezione a “linguetta” 29217.15. Punto d’iniezione a “diaframma” 29317.16. Iniezione in manufatti con cerniera integrata 294
17.17. Ramificazione dei canali 29717.18. Tipologia dei canali 29917.19. Canali freddi 291
– Canali: le sezioni trasversali 29917.20. Carota 302
– Analisi carota 30317.21. Stampo con pezzi diversi 304
18. I materiali termoplastici 30518.1. Materiali amorfi e semi-cristallini 30718.2. Dati di stampaggio materiale 31018.3. Densità solida e densità liquida 31018.4. Velocità periferica massima 31218.5. Temperatura di stampaggio 31318.6. Temperatura dello stampo 31418.7. Temperatura di estrazione pezzo 31518.8. Velocità massima di avanzamento del fronte 31618.9. Post-pressione minima e massima 31718.10. Tabella dati principali dei termoplastici 318
19. La curva di viscosità materiale 32119.1. Viscosità del materiale 32219.2. Velocità di taglio 32319.3. Formule della velocità di taglio 32419.4. Logaritmo di un numero 32519.5. Diagramma lineare e logaritmico 32619.6. Curva di viscosità 32919.7. Formula caduta di pressione in passaggi circolari e rettangolari 32819.8. Esempio di calcolo in passaggi circolari 32919.9. Esempio di calcolo in passaggi rettangolari 33019.10. Conversione dei passaggi conici in cilindrici 33219.11. Melt Flow Index (MFI) 334
20. Il software Melt Monitor (per l’industria 4.0) 33520.1. Modulo Dimensionamento cavità stampo 336
– Procedura calcoli 33720.2. Modulo Prova stampo 33820.3. Modulo Curva di viscosità 34020.4. Modulo Visualizzazione tabelle 34120.5. Modulo Data base prove stampo 342
21. Prova stampo 34521.1. Conoscenze preliminari 34621.2. Pressione idraulica e pressione specifica 34621.3. La portata materiale 34821.4. La pressa a iniezione 34921.5. Chiusura e apertura pressa 35021.6. Plastificazione del materiale 35121.7. L’iniezione del materiale in cavità stampo 352
450
451
21.8. Grafici iniezione 35321.9. Scelta della pressa ottimale 35421.10. Stesura del programma stampo 35521.11. Qualità e massimo profitto 35621.12. Qualità del pezzo e del processo produttivo 35821.13. La qualità come prodotto scientifico 36021.14. L’evento fondamentale dello stampaggio 36221.15. Il criterio fondamentale dello stampaggio 364 21.16. La fonte principale della qualità 36521.17. Le quattro aree che influenzano la qualità 36821.18. Dalla qualità al massimo profitto 37021.19. Produzione del primo lotto 37221.20. Pre-collaudo funzionale dello stampo 37221.21. Documenti, attrezzature e strumenti 37221.22. Materiale necessario per le prove 37321.23. Montaggio dello stampo 37421.24. Verifiche sui passaggi materiale 39021.25. Eliminazione dei difetti sul pezzo 396
– Elenco completo dei difetti sul pezzo 396– Elenco dei difetti eliminati usando: pressa ottimale,
dimensionamento passaggi materiale e programma scientifico 399– Difetti causati dallo stampo 400– Difetti causati dal materiale 404
21.26. Ottimizzazione del programma stampo e del tempo totale di ciclo 406– Il ciclo macchina 406– Ottimizzazioni 407
21.27. Analisi sul miglioramento futuro della qualità 41021.28. Verifiche del progettista in prova stampo o in produzione 41021.29. Consumi energetici 41121.30. Smontaggio dello stampo 41221.31. Manutenzione programmata 42621.32. Manutenzione della pressa 42621.33. Manutenzione dello stampo 429
– Manutenzione prima e durante la produzione 429– Manutenzione dopo la produzione 431
21.34. Opportunità mancate? 433– Spessori enormi del pezzo con materiali amorfi 434– Variazione spessori con materiali cristallini 435– Canali di alimentazione impronte non equilibrati 436– Pressioni elevate di stampaggio 437– Il picco di pressione alla commutazione 439– Dimensionamento passaggi materiale dello stampo 442
MANUALE DEGLI STAMPI
PER LO STAMPAGGIO A INIEZIONEDEI MATERIALI TERMOPLASTICI
Ing. Franco Adessa
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L’autore di questo manuale è un ingegnere che ha lavorato in diversisettori industriali: cartiere e uffici tecnici in Canada, macchine utensili acontrollo numerico (Olivetti-Italia), vendita di servomotori applicati in ognisettore industriale, macchine tessili e macchine per lo stampaggio a inie-zione per materiali termoplastici e gomme naturali e sintetiche (IMG).In un ventennio di attività, rivolta alla stesura di ogni tipo di documenta-zione tecnica per le presse a iniezione e di manuali tecnici per effettuarecorsi di stampaggio ai clienti, è nata l’idea di promuovere una collabo-razione più stretta fra i tecnici di stampaggio e i progettisti dello stampo.Lo scoglio da superare era il divario professionale esistente tra questedue categorie, dove tecnici altamente specializzati e ingegneri progettistidovevano dialogare con altri tecnici non certo al loro livello. Ma esistevauna chiave per aprire questa porta: la realtà che lo stampo viene pagatodalle ditte di stampaggio.Si è iniziato con corsi teorico-pratici di stampaggio in cui si dimostravache, con semplici regole e accorgimenti, si poteva migliorare la qualitàdei manufatti e ridurre i tempi di ciclo a beneficio dei risultati economici.Poi, è stato introdotto l’uso dei dati fondamentali del materiale e le for-mule per la ricerca dei parametri macchina più importanti. Infine, si èsviluppato un sistema software che, partendo dalla rilevazione dellacurva di viscosità del materiale, esegue l’ottimizzazione dei passaggimateriale dello stampo e crea un programma stampo nell’arco di tempodi pochi minuti. Il mondo dello stampaggio era così giunto ad un livellodi professionalità e autorevolezza tale da potersi offrire come collabora-tore ai tecnici qualificati del progetto dello stampo. Con l’esperienza fatta, presso alcune ditte di stampaggio, che avevanol’ufficio progetti interno, si è riusciti a realizzare questo sogno.Questo manuale sugli stampi nasce proprio con lo scopo di continuarea promuovere la collaborazione di questi due mondi che devono lavorareinsieme, perché il livello scientifico acquisito dal mondo dello stampaggioa iniezione, oggi, ha aperto una porta che non si può più chiudere.
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