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Kalè Psicologia e Logopedia CYBER-BULLISMO E CYBER-STALKING: Aspetti psicologici e cenni legali Dott.ssa Laura Sarti Dott.ssa Stefania Serritella

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Kalè Psicologia e Logopedia

CYBER-BULLISMO E CYBER-STALKING: Aspetti psicologici e cenni legali

Dott.ssa Laura Sarti Dott.ssa Stefania Serritella

Cyberbullismo Definizione

Azioni aggressive e intenzionali, eseguite persistentemente attraverso strumenti elettronici da una persona singola o da un gruppo, con il deliberato obiettivo di far male o danneggiare un coetaneo che non può facilmente difendersi (Smith et al. 2008).

Quanto è diffuso?

I numeri relativi al fenomeno sono abbastanza preoccupanti. Gli ultimi dati presentati parlano di almeno un adolescente su cinque, nel nostro Paese, vittima di bullismo. Su circa 5 mila ragazzi intervistati, il 15% degli studenti italiani ha confessato di essere stato vittima di episodi di bullismo e cyberbullismo, il 16% ha anche ammesso di aver inviato in Rete, in modo occasionale o anche ripetuto, materiale diffamatorio o denigratorio.

Le vittime preferite dai cyberbulli sono le ragazze.

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Caratteristiche principali

• Pervasività ed accessibilità

• Persistenza del fenomeno: il materiale diffamatorio pubblicato su internet può rimanere disponibile online anche per molto tempo

• Mancanza di feedback emotivo: il cyberbullo, non vedendo le reazioni della sua vittima ai suoi comportamenti, non è mai totalmente consapevole del danno che arreca: questo lo rende più disinibito e abbassa i livelli di autocontrollo.

• Spettatori infiniti: il numero di persone che possono assistere ad episodi di cyberbullismo è potenzialmente illimitato.

• Moltiplicazione di cyberbulli: la natura online del cyber bullismo permette che siano molti quelli che diventano cyberbulli, anche solo condividendo o promuovendo l’episodio di cyber bullismo, che finisce per replicarsi in modo indefinito.

• Sottovalutazione degli adulti: molti ragazzi ritengono che gli adulti non comprendono la portata e la pervasività del fenomeno online.

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Bullismo e Cyberbullismo: quali differenze?

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Definizione di Bullismo

Tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di un bambino/adolescente, definito “bullo” (o da parte di un gruppo), nei confronti di un altro bambino/adolescente percepito come più debole, la vittima.

Il termine si riferisce al fenomeno nel suo complesso e include i comportamenti del bullo, dei suoi gregari, della vittima e anche di chi assiste (gli osservatori).

E’ possibile distinguere tra bullismo diretto (che comprende attacchi espliciti di tipo fisico o verbale) e bullismo indiretto (che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone)

Bullismo

• Attori : bullo, gregari, vittima e osservatori

• Sono coinvolte persone conosciute.

• La conoscenza degli episodi di bullismo circolano all'interno di un territorio ristretto.

Cyberbullismo

• Attori coinvolti: qualunque persona, anche con basso potere sociale.

• Possono essere coinvolte persone non conosciute.

• Il materiale può essere diffuso ovunque.

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Bullismo

• Le azioni del fenomeno accadono in tempi definiti.

• Contenimento del livello di disinibizione del “bullo”, che dipende dalla dinamica di gruppo.

• Bisogno del bullo di rendersi “visibile”

• Può vedere gli effetti sulla “vittima”.

• Il bullo si nasconde dietro una “maschera”.

Cyberbullismo

• I materiali circolano in qualunque orario

• Alto livello di disinibizione del “bullo”

• Il potere del bullo è accresciuto dall'invisibilità

• Non vede gli effetti.

• Creazione di una personalità virtuale del bullo.

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È strettamente connesso alle emozioni morali: la colpa e la vergogna

Fra i meccanismi del disimpegno morale, quello più utilizzato dal bullo è la

DEUMANIZZAZIONE: consiste nell’ attribuire alle vittime un’assenza di

sentimenti umani che frena il nascere e lo svilupparsi del senso di colpa di

fronte alla loro sofferenza

Nel CYBERBULLISMO l’assenza di un contatto reale tra il bullo e la vittima

facilita la deumanizzazione

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DISIMPEGNO MORALE (Bandura, 2002)

La ricerca mette in luce alcune implicazioni che riguardano l’autostima carente di preadolescenti e adolescenti coinvolti nelle dinamiche di bullismo tradizionale e di cyberbullismo, sia nei ruoli di bullo che di vittima, e un forte senso di solitudine che tali giovani dichiarano di avvertire.

C’è una trasposizione dei ruoli tra bullismo tradizionale e bullismo elettronico?

• Ybarra e Mitchell (2004) affermano che chi è stato vittima di bullismo offline può diventare aggressore on-line, invertendo il ruolo nei due contesti, forse spinto dall’anonimato e dal desiderio di vendetta.

• Un’inversione di ruoli, ma nella direzione opposta, viene riportata anche da altre ricerche.

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Tipologie di cyberbullismo

Il Cyberbullismo è una cyber-violenza dalle molteplici forme, suddivisibili in diverse tipologie, in alcuni casi, con aree di sovrapposizione tra loro.

FLAMING: con tale termine si indicano messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare “battaglie” verbali online, tra due o più contendenti, che si affrontano ad “armi pari” per una durata temporale determinata dall’attività on line condivisa.

Il flaming può essere, infatti, circoscritto ad una o più conversazioni che avvengono nelle chat o caratterizzare la partecipazione (soprattutto degli adolescenti di sesso maschile) ai videogiochi interattivi su internet (game).

In questo secondo caso, ad esempio, possono essere presi di mira, con insulti e minacce, i principianti che, con il pretesto di errori inevitabilmente connessi all’inesperienza, diventano oggetto di discussioni aggressive.

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• Il divertimento sembra collegato, non solo alla partecipazione al gioco interattivo, ma soprattutto al piacere di insultare o minacciare il nuovo arrivato che, può rispondere egli stesso in modo fortemente aggressivo alle provocazioni.

• Una lunga sequenza di messaggi insultanti e minacciosi (flame war) potrebbe, in alcuni casi, precedere una vera e propria aggressione nella vita reale.

• Proprietà: intenzionalità, escalation simmetrica, durata circoscritta all’attività on line condivisa.

• Carattere: comportamento deviante (soggetto che, infrangendo, con il suo comportamento, una norma, viola quel complesso di regole, implicite ed esplicite, condivise dalla maggior parte delle persone che appartengono ad uno specifico sistema, famiglia, scuola, società).

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HARASSMENT (“molestia”): consiste in messaggi offensivi, disturbanti, che vengono inviati ripetutamente nel tempo.

• A differenza di quanto accade nel flaming, sono qui riconoscibili le proprietà della persistenza (il comportamento aggressivo è reiterato nel tempo) e della asimmetria di potere tra il cyber-bullo (o i cyber-bulli) e la vittima.

• Si tratta, dunque, di una relazione sbilanciata nella quale, come nel tradizionale bullismo, la vittima subisce passivamente le molestie o, al massimo, tenta, generalmente senza successo, di convincere il persecutore a porre fine alle aggressioni.

• In alcuni casi, il cyberbullo, per rafforzare la propria attività offensiva, può anche coinvolgere i propri contatti on line, che si prestano a partecipare alle aggressioni on line (“harassment con reclutamento volontario”).

• Proprietà: intenzionalità, relazione complementare, persistenza.

• Carattere: comportamento criminale (soggetto che viola una norma contenuta nel codice penale).

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DENIGRATION: danneggiare la reputazione o le amicizie di un coetaneo, diffondendo on line pettegolezzi e/o altro materiale offensivo.

• I cyberbulli possono, infatti, inviare o pubblicare su internet immagini o videoclip alterate della vittima per ridicolizzarla, oppure rendendola protagonista di scene sessualmente esplicite, attraverso l’uso di fotomontaggi.

• In questi casi, i coetanei che ricevono i messaggi o visualizzano su internet le fotografie o i videoclip non sono necessariamente le vittime, ma spettatori, talvolta passivi del cyberbullismo (quando si limitano a guardare), più facilmente attivi (se scaricano – download – il materiale, lo segnalano ad altri amici, lo commentano e lo votano).

• L’attività offensiva del cyberbullo può concretizzarsi in una sola azione, capace di generare, con il contributo attivo, ma non necessariamente richiesto, degli altri utenti di internet (“reclutamento involontario”, Pisano, 2008), effetti a cascata non prevedibili.

• Ricordiamo, infine, che la denigration è la forma di cyberbullismo più comunemente utilizzata dagli studenti contro i loro docenti.

• Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida

• Carattere: comportamento deviante che, nei casi più gravi, diviene criminale.

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IMPERSONATION: se il cyberbullo viola l’account di qualcuno può farsi passare per questa persona e inviare messaggi con l’obiettivo di dare una cattiva immagine della stessa, crearle problemi e danneggiarne la reputazione o le amicizie.

Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, durata circoscritta nel tempo (fino a quando la vittima scopre la violazione dell’account).

Carattere: comportamento criminale.

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OUTING AND TRICKERY: il cyberbullo, dopo aver “salvato” (registrazione dati) le confidenze spontanee (outing) di un coetaneo, o immagini riservate ed intime, decide, in un secondo momento, di diffonderle.

• In altri casi, il cyberbullo può sollecitare, con l’inganno (trickery), “l’amico” a condividere online segreti o informazioni imbarazzanti su se stesso o un’altra persona per poi diffonderli ad altri utenti della rete, o minacciarlo di farlo qualora non si renda disponibile ad esaudire le sue richieste.

• Proprietà: intenzionalità, relazione inizialmente bilanciata che rapidamente evolve in complementare rigida, talvolta persistenza, contributo attivo ma non necessariamente richiesto degli spettatori

• Carattere: comportamento deviante che, nei casi più gravi, diviene criminale.

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EXCLUSION :Il Cyberbullo decide di escludere intenzionalmente un coetaneo da un gruppo online (“lista di amici”), da una chat, da un gioco interattivo o da altri. Talvolta gli studenti per indicare questa modalità prevaricatoria utilizzano il termine “bannare”. •E’ bene precisare che la leadership di un giovane studente è, attualmente, determinata non solo dai contatti che ha nella vita reale ma anche dal numero di “amici” raggiungibili on line. L’exclusion è, allora, una severa punizione, impartita dai coetanei, che determinando una netta riduzione di collegamenti amicali, riduce la popolarità, dunque, il potere. •Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, persistenza, contributo attivo e richiesto degli spettatori (reclutamento, generalmente, volontario). •Carattere: comportamento deviante.

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Definizione Per “Stalking” si intende ogni tipo di minaccia o molestia ripetuta e assillante che produce nella vittima un grave stato di ansia e di paura. Tanto da costringere al cambiamento delle proprie abitudini di vita per ritrovare la libertà. Con la diffusione dei Social Network queste persecuzioni hanno trovato un terreno fertile. Ma sono ancora poche le persone che denunciano la violenza subita, in quanto si tratta di una violenza ambigua e difficile da dimostrare

Cyberstalking

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I cyberstalker usano e-mail, messaggi istantanei, telefonate e altri dispositivi di comunicazione per compiere atti di stalking che possono assumere la forma di molestie sessuali, contatti inappropriati o semplicemente attenzione molesta nei confronti della vita e delle attività di una persona e dei suoi familiari. E’ una persona che ha seri problemi di interazione sociale, ma generalmente ben dissimulati, e un’aggressività che non riesce a gestire: imporre la sua presenza è l’unico linguaggio che conosce per farsi ascoltare. Gli individui affetti da veri e proprie malattie psichiatriche sono meno comuni tra gli Stalkers. In questo caso, c’è una perdita di contatto con la realtà e il comportamento persecutorio nasce dalla convinzione che esista veramente una relazione sentimentale con la vittima. Il disturbo di personalità borderline è riscontrato in sette su dieci di questi soggetti. Quando tutto questo avviene attraverso il web si parla di CyberStalking. La Cassazione ha confermato nel 2010 la condanna al carcere fino a 4 anni per chiunque infastidisca o minacci una persona anche attraverso il web.

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5 profili differenti in base ai comportamenti e alle dinamiche psicologiche

“il Risentito”. desiderio di vendicarsi di un danno o di un torto che ritiene di aver subito, ed è quindi alimentato dalla ricerca di vendetta “Bisognoso d’Affetto” convinzione che prima o poi l’oggetto delle sue attenzioni capitolerà “Corteggiatore Incompetente” è il meno dannoso, perché il suo inseguimento è in genere di breve durata “Respinto” è molto più pericoloso: spesso rifiutato realmente dalla vittima, vuole allo stesso tempo riconquistare la sua preda e vendicarsi dell’affronto subito. L’angoscia di abbandono è il tema predominante “Predatore”, il cui obiettivo è di natura essenzialmente sessuale. Tra questi ultimi, vi si trovano spesso voyeur e pedofili.

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Forme di comportamento più comuni: Bombardamento di chiamate, messaggi o email offensivi

Diffamazione su social network, blog e forum aperti

Accesso non autorizzato agli account per scopi distruttivi

Accesso remoto ai dispositivi per spiare o alterare i dati (furto di password)

Registrazione dell’e mail altrui su siti di spam o dai contenuti offensivi (spamming)

Invio di contenuto osceno, sgradevole o violento

Furto dell’identità per rovinare la reputazione della vittima

Allargamento del gruppo di molestatori, anche pubblicando informazioni sulla vita offline della vittima (indirizzo, numero telefonico, ecc); Avvicinamento a persone amiche della vittima per raccogliere più informazioni possibili Acquisti a nome della vittima Continui tentativi di ricevere una risposta o un segnale di risposta alle proprie molestie

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Danni del cyberstalking

Il cyberstalking può risultare estremamente intimidatorio. Può distruggere amicizie, stima, carriere, immagine di sé e fiducia. Sopratutto, se associato allo stalking reale, può anche mettere in serio pericolo fisico la vittima. Non stiamo esagerando. Le vittime di violenze domestiche sono spesso vittime di cyberstalking. E, come tutti, del resto, devono essere consapevoli che la tecnologia può facilitare queste situazioni. I software spyware possono essere utilizzati per controllare tutto ciò che accade sul computer o sul cellulare di qualcuno, fornendo ai cyberstalker un incredibile potere e informazioni vitali.

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Quali sono i vissuti e i sentimenti in una vittima di cyberstalking?

Essere vittima di cyberstalking significa avere la sensazione che in qualunque momento il molestatore può “entrare” nella sua vita e raggiungerla, la vittima ha la sensazione di essere in trappola, perché in qualunque luogo virtuale il molestatore può trovarla. Facilmente, poi, questa sensazione di insicurezza può ampliarsi e comprendere la vita quotidiana offline. Lo stalking può generare nella vittima stati anche gravi di paura e insicurezza, ansia, stati di angoscia, depressione, rabbia, flashback e incubi i cui contenuti sono gli attacchi e le minacce subiti, fino a configurarsi un vero e proprio Disturbo Post-traumatico da Stress. Le vittime del cyberstalking assumevano più comportamenti “auto protettivi”, come cambiare le loro normali routine o avere un nuovo indirizzo email, rispetto alle vittime di stalking.

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Come difendersi dal cyberstalking

1. Non farti prendere dal panico , il sostegno emotivo è fondamentale.

2. Blocca lo stalker o limita il suo accesso alla tua persona

3. Proteggi il tuo PC dalle intercettazioni

4. Proteggi la tua connessione WiFi

5. Imposta la privacy dei tuoi social network

6. Attiva la verifica in due passaggi

7. Usa password complesse e cambiale spesso

8. Segnala il contenuto offensivo agli amministratori

9. Installa un’applicazione per bloccare le chiamate e gli SMS

10. Se temi per la tua sicurezza, informa le autorità competenti

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Happy slapping Negli ultimi anni il fenomeno dell’«happy slapping» (schiaffeggio allegro) è salito spesso alla ribalta delle cronache. Questo termine indica un tipo di comportamento violento: mentre una persona viene percossa o ferita, i complici filmano la scena e poi la diffondono tramite il cellulare o Internet. Per le vittime, alla sofferenza fisica si aggiunge l’umiliazione di vedere la violenza subita diffusa in Internet e nella cerchia degli amici.

Fattori di rischio

Il cyberbullismo e’ un fenomeno multifattoriale

• STILI EDUCATIVI FAMILIARI: permissivo, autoritario, iperprotettivo

• QUALITÀ DELLE INTERAZIONI FAMILIARI, CLIMA E SISTEMA DI VALORI DELLA FAMIGLIA.

• SCUOLA: valorizza principalmente le competenze cognitive, meno quelle emotive-relazionali.

Tra i fattori in ambito scolastico che possono favorire lo sviluppo di atti di bullismo ci sono:

la conduzione troppo debole o troppo autoritaria, o che spinge alla competizione estrema.

Un’ organizzazione priva di punti di riferimento certi

un ambiente scolastico in cui si mescolano difficoltà preesistenti di tanti ragazzi, di ordine personale, psicologico, familiare, culturale, scolastico e che non ha le risorse, le collaborazioni, le possibilità per farvi fronte.

• DIFFUSIONE NUOVE TECNOLOGIE, oltre ad analfabetismo informatico e scarsa sorveglianza dei genitori.

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Profilo socio-psicologico del cyberbullo italiano

Ha un’età compresa tra i 10 e i 16 anni di età; E’ uno studente ed ha una relazione (sentimentale, di amicizia, di condivisione della scuola o di attività sportiva) più o meno approfondita con la vittima; Ha una competenza informatica superiore alla media degli adulti e dei coetanei; Potrebbe essere vittima di bullismo tradizionale e utilizzare la rete per “perseguitare” il suo persecutore; Potrebbe essere uno studente modello, educato e remissivo, non solito a comportamenti aggressivi (Ybarra e Mitchell, 2004); Potrebbe essere un bullo tradizionale che prosegue le sue persecuzioni anche on-line (Raskauskas e Stoltz, 2007); Possono passare all’atto soggetti che normalmente non commetterebbero azioni di prepotenza poiché sottovalutano la gravità dell’azione commessa, ignorano il carattere illegale delle prepotenze, non hanno sotto gli occhi gli effetti diretti sulla vittima.

IN SINTESI NON E’ POSSIBILE TRACCIARE UN PROFILO UNIVOCO

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Aspetti psicologici delle vittime di bullismo Gli effetti del bullismo elettronico non si limitano a ferire i sentimenti delle vittime, ma possono danneggiare in maniera significativa la psiche di molti adolescenti Le conseguenze psicologiche e le ripercussioni del fenomeno sono simili a quelle del bullismo tradizionale; dunque può esserci un intenso livello soggettivo di sofferenza con sentimenti di vergogna, paura e impotenza, che vanno ad interessare l’area individuale e relazionale delle vittime con effetti anche gravi sull’autostima, sulle capacità socio affettive, sul senso di autoefficacia, sull’identità personale. Possono riscontrarsi anche difficoltà scolastiche, ansia, depressione e, nei casi più estremi, idee suicidarie. Convinzione di non poterne parlare con nessuno. La richiesta di aiuto, sembra essere resa particolarmente difficoltosa dalla percezione di un mondo adulto molto lontano dalle nuove tecnologie, e quindi incapace di capirne i problemi.

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Il fenomeno in Italia

Circa 200 casi giudiziari di gravità variabile… (biennio 2008-2009)

Alto numero oscuro: i ragazzi non sanno che quello che subiscono è un reato, i

genitori sottostimano la gravità delle azioni online, si tende a ricomporre

informalmente le questioni che riguardano minori.

Livelli di disagio affettivo molto variabili nelle vittime, casi di suicidio.

Difficoltà di raccolta dati per l’ampia gamma di reati connessi al fenomeno e

carattere di grande variabilità dei comportamenti devianti.

Le regioni maggiormente interessate: Lombardia, Campania, Calabria, Sicilia

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La regolamentazione contro il Cyber-Bullismo

CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DEL CYBERBULLISMO Direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione che specifica come contrastare il cyberbullismo, andando così a disciplinare l’utilizzo delle risorse informatiche e tecnologiche in generale, all’interno degli istituti scolastici. La direttiva introduce inoltre il cosiddetto “patto di corresponsabilità” spronando le scuole ad istituire con le famiglie un canale diretto I genitori spesso non si rendono conto che oltre al danno educativo, sono titolari della responsabilità giuridica per le condotte dei figli: se un minore pubblica su un blog dei commenti offensivi o immagini lesive della dignità di un minore, non si tratta di un gioco tra ragazzi, ma di reati, che in rete peraltro assumono una gravità ampliata dal mezzo comunicativo.

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La Legge italiana

La normativa sul bullismo e cyberbullismo

Nell’ordinamento giuridico italiano manca un inquadramento normativo specifico in materia di bullismo e cyberbullismo, tale vuoto normativo viene colmato ricorrendo alle fattispecie esistenti.

I reati che si possono configurare sono: reati contro la privacy (legge 547/93), percosse (art. 581 del codice penale), lesione personale (art. 582 del codice penale), ingiuria (art. 594 del codice penale), diffamazione (art. 595 del codice penale), violenza privata (art. 610 del codice penale), minaccia (art. 612 del codice penale), danneggiamento (art. 635 del codice penale), sostituzione di persona (art. 494 codice penale).

Se l’autore è un minore di età ricompresa tra i 14 e i 18 anni, si applicheranno le norme del processo penale minorile. Per il minore che, nel momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i 14 anni, non essendo imputabile per l’ordinamento giuridico del nostro Paese (art. 97 del codice penale), possono essere adottate misure rieducative.

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Cyber-Stalking La Legge n.38/2009 introduce in Italia il reato di “STALKING” definendo in maniera chiara quali comportamenti persecutori siano da considerarsi reato e possano essere quindi oggetto di denuncia. La progressiva diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione ha contribuito negli ultimi anni a modificare i luoghi e le modalità attraverso le quali un persecutore riesce ad ingenerare uno stato permanente di preoccupazione, ansia e terrore nella vittima delle sue attenzioni malate. Questo reato è punito con una reclusione che va dai 6 mesi ai 4 anni.

La Legge italiana

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Dal punto di vista psicoeducativo gli aspetti su cui poter lavorare sono: COMUNICAZIONE: promuovere attività sulla comunicazione che è alla base delle dinamiche relazionali via media aiuta tutti a prendere consapevolezza sul significato e la responsabilità che comporta l’espressione di un messaggio. BISOGNI: alla base delle nostre azioni ci sono i bisogni. Occorrerebbe riflettere sui bisogni non colmati sia del cyber bullo che della vittima. EDUCAZIONE AFFETTIVA: l’educazione ai valori del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento.

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Consigli per adulti

Una prevenzione efficace parte da contesti educativi e familiari capaci di dare ascolto al bambino e all’adolescente e ai loro bisogni, nelle differenti fasi evolutive. L’ascolto e l’educazione emotiva costituiscono, dunque, i capisaldi della prevenzione primaria: ascoltare i bambini, ogni loro curiosità, dubbio o paura, è la prerogativa fondamentale per comprenderne i bisogni ed offrire loro risposte adeguate. Ricordiamo di seguito alcuni suggerimenti utili: • costruite con vostro figlio le premesse per un dialogo sincero • interessatevi e partecipate alle attività che svolge • prestate attenzione anche ai piccoli cambiamenti nel suo comportamento • evitate che resti solo/a e privo/a di supervisione se passa del tempo online • mantenete un dialogo sempre aperto con gli insegnanti e la scuola e le altre figure educative • stabilite con lui/lei alcune semplici regole di sicurezza

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Consigli per ragazzi

Non rispondere a sms, mms, email o post molesti o offensivi nei tuoi

profili sui social network.

Se gli sms, mms, le email o i post nei tuoi profili sui social network ti

infastidiscono cancellali, bloccando la persona che te li ha inviati

Salva i messaggi che ricevi prendendo nota del giorno e dell’ora in cui

arrivano (se chat, salva la cronologia).

A seconda di dove ricevi le minacce, cambia nickname, o numero di

cellulare o l’indirizzo mail.

Se qualcosa che avviene online ti infastidisce (o fa stare male un tuo

amico), parlane con un adulto di cui ti fidi.

In caso di minacce o proposte che ti infastidiscono, parlane

immediatamente con gli adulti di cui ti fidi.

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