crittografia vuol dire scrittura segreta · direttamente con i rappresentati nelle nuove forme...
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INDICE
INTRODUZIONE
I. ASPETTO SOCIALE
1.1 Democrazia digitale
1.2 E-voting
1.3 Vantaggi
1.4 Svantaggi
1.5 La sicurezza del voto
II. ASPETTI TECNICI
2.1 Vari tipi di voto elettronico
2.2 Come funziona il voto elettronico
III. SPERIMENTAZIONE
3.1 Sperimentazione nel mondo
3.2 Sperimentazione in Europa
3.3 Sperimentazione in Italia
IV. Conclusioni
V. Bibliografia
NNOOTTAA RREEDDAAZZIIOONNAALLEE LLAA PPRREESSEENNTTEE TTEESSII SSII CCOOMMPPOONNEE DDII 3377 PPAAGGIINNEE
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INTRODUZIONE
L’intento di questa tesi è quello di affrontare le problematiche derivanti dall’utilizzo
di procedure elettroniche che permettano al cittadino di esercitare i diritti politici.
Lo strumento elettronico apre la strada alle nuove opportunità e alle nuove forme di
democrazia e come tale si è rilevato un potente mezzo in grado di favorire la
partecipazione attiva della popolazione al processo di voto.
In particolare verrà analizzato l'e-Voting, conosciuto anche come “voto elettronico”,
che non vuol essere un sostituto ai metodi tradizionali di voto, ma semplicemente
un'alternativa per superare ostacoli e limiti fisici alla possibilità di partecipare alla vita
politica e sociale della comunità di appartenenza, con lo scopo di capire se esso sia in
grado di ottenere o meno la fiducia dei cittadini.
Inoltre verranno analizzate le varie problematiche che l'e-Voting produce in questo
ambito (problemi e modalità tecnologiche e organizzative) al fine di utilizzare in modo
sicuro sistemi di consultazione e votazione su Internet; verranno analizzati anche i profili
sociali e tecnici, i vantaggi e gli svantaggi derivati dal voto elettronico: la fase di
sperimentazione, le esperienze reali di voto elettronico, vantaggi economici e funzionali
rispetto al sistema cartaceo dell’uso della tessera elettorale elettronica.
Si cercherà inoltre di studiare e comprendere il perché in Italia non ci sia alcun
dibattito riguardo al voto elettronico mentre in altre realtà il dibattito è acceso più che
mai sull' opportunità di votare elettronicamente.
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I. ASPETTO SOCIALE
1.1 DEMOCRAZIA DIGITALE Nel XXI secolo la democrazia, si prospetta in una forma diversa da quella che aveva
nei secoli precedenti: mutano i significati di rappresentanza e di sovranità, avanza una
nuova democrazia di massa, che rompe le cerchie chiuse delle élite al potere, obbligando,
i rappresentanti della volontà popolare a scendere sulla piazza telematica e a confrontarsi
direttamente con i rappresentati nelle nuove forme assunte dalla tecnopolitica.
L'informatica può rendere più consapevoli gli elettori, più efficaci le scelte di governo,
più rapidi i controlli (richieste, prescrizioni, dati esatti diffusi in tempi brevi migliorano i
rapporti tra autorità e cittadini, tra cittadini e Palazzo). 1
La nuova democrazia ha già ricevuto diverse denominazioni: democrazia
“elettronica”, “virtuale” , di “massa”, e Essa ha avuto opposte valutazioni, i suoi
interpreti si dividono in due schiere: l’una di sostenitori e l’altra di detrattori, separati
sulla questione di fondo. La dialettica dei giudizi sulla nuova forma di democrazia, che si
annuncia all’alba del XXI secolo, è però fondata su un presupposto comune di
discussione: il superamento dell’attuale democrazia di tipo rappresentativo-parlamentare.
Anche la cosiddetta “democrazia elettorale” , quella fondata sul meccanismo del voto, sta
già subendo delle trasformazioni in seguito allo sviluppo tecnologico delle società
contemporanee.
Adesso i mutamenti riguardano essenzialmente le tecniche di votazione, ovvero il
“come si vota”. La scheda elettorale cartacea sulla quale si appone la propria scelta
politica sta per essere messa da parte. È già in fase di sperimentazione, specialmente
negli Stati Uniti, il cosiddetto “voto elettronico”, che prevede l’effettuazione del voto
tramite i computer: anziché porre un segno con la matita sulla scheda elettorale, basta
pigiare il tasto della tastiera di un computer nel cui video viene riprodotta la scheda
elettorale elettronica ed esprimere così il proprio voto e la propria preferenza politica.
Questa tecnica di votazione, che si presenta semplice da realizzarsi nel caso del voto per i
referendum, dovendo scegliere solo tra un “sì” e un “no”, consente di avere i risultati
elettorali in brevissimo tempo una volta chiuse le votazioni e di evitare defatiganti calcoli
e scrutini, peraltro sempre soggetti al rischio di brogli elettorali. È in fase di
1 Frosoni TE. Le votazioni. In: La democrazia dalla A alla Z. Ed La Terza. 2002,184.
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sperimentazione anche lo scrutinio elettronico dei voti, che si prefigge di semplificare e
accelerare le operazioni di scrutinio dei voti.
Gli scenari futuri della democrazia elettorale non si arrestano al voto elettronico
tradizionale, infatti, volendo spingersi un po’ più in là con la fantasia, si potrebbe
prevedere il voto attraverso il proprio “home computer”, oppure addirittura attraverso il
televisore con l’ausilio del telecomando, si potrebbe così esprimere il voto stando
comodamente a casa propria.
Tale tecnica di votazione “casalinga”, se da un lato ridurrebbe di molto
l’astensionismo e di sicuro le spese elettorali, dall’altro, però, imporrebbe la fissazione di
tutta una serie di garanzie sopratutto di carattere tecnico per la salvaguardia della libertà
di voto, che soprattutto nell’epoca della politica “tecnologizzata” e “globalizzata”,
rimane sempre un valore costituzionale da custodire gelosamente.
A tale scopo possiamo affermare che l’e-Voting è un rinnovato progresso della civiltà
e della nuova democrazia tecnologica del XXI secolo, che si fonda sulla libera iniziativa
individuale, sulla responsabilità del cittadino come persona e sulla sua facoltà di scelta e
di decisione. È una democrazia non delegante ma partecipativa, che manifesta una nuova
forma di libertà segnata dalla partecipazione del cittadino alla vita della collettività in
forma di partecipazione al potere politico.
Il voto individuale viene a essere protetto e potenziato nella sua collocazione
telematica, in quanto vengono eliminate le manipolazioni, gli errori e i brogli dei sistemi
cartacei, e si ha una possibilità di scelta con il voto disgiunto o alternativo o di riserva,
che può essere controllato e calcolato con l’ausilio del computer.
Il meccanismo elettorale deve ammettere al voto solo quelli che ne hanno diritto e,
ovviamente, garantire la veridicità dei risultati e la segretezza del voto.
Il buon funzionamento del meccanismo elettorale è di fondamentale importanza ai fini
dei risultati del voto, errori o brogli elettorali possono attribuire il potere politico a chi
non ne avrebbe diritto. Quindi il problema fondamentale del meccanismo elettorale, non
è come sempre si è creduto un problema tecnico che, in quanto tale, sarebbe riservato a
pochi, ma è invece il rispetto della democrazia e come tale merita di essere ben compreso
ed accettato da tutti noi.
Già da qualche tempo si comincia a sperimentare il voto elettronico dalle schede
cartacee scrutinate pubblicamente, si è passati ad un tipo di voto evoluto
tecnologicamente che ha permesso di rendere più veloce ed affidabile lo scrutinio del
voto. Detto questo appare strano che in Italia, nonostante ci siano alcuni isolati tentativi
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di sperimentazione, non sia acceso il dibattito riguardo al voto elettronico mentre in molti
dei Paesi del mondo, più sviluppati di noi sotto questo profilo, c'è un acceso dibattito sull'
opportunità di votare elettronicamente; per esempio gli Stati Uniti non hanno ancora
utilizzato il voto elettronico su larga scala, pur avendo le possibilità economiche o le
competenze tecniche.
In Italia il dibattito è assente perché crediamo, ma è solo un illusione, che il voto
elettronico ponga solo problemi tecnici, ignorando che invece è la natura stessa del voto
che costituisce un ostacolo “politico" all' uso combinato dell' elettronica e dell'
informatica nello svolgimento del processo elettorale.
Uno dei principali ostacoli all’uso di qualsiasi tecnologia nei processi elettorali è' la
natura "segreta" del voto elettorale: il problema è che se il voto è segreto allora per
poterne verificare i risultati dovrà non esserlo il modo di scrutinarlo. Il problema vero,
essendo "politico" e non tecnologico, non è certo trascurabile .
Il voto elettronico è il risultato di una combinazione di impulsi elettrici che vengono
elaborati da una macchina che memorizza un dato “elettorale” su un supporto
informatico, non è quindi controllabile il voto "fisico" come nelle elezioni tradizionali, l'
unico modo di verificare i risultati è quello di controllare e scrutinare i codici
memorizzati durante il voto e non si possono controllare i verbali delle sezioni perché
non si hanno a disposizione le singole schede. L’unica cosa che si può fare infatti è solo
confermare quanto è memorizzato nei supporti informatici con il voto elettronico ma non
quanto riportato nei verbali come invece avviene nel caso del voto tradizionale.
Il problema che l’analisi della procedura di votazione informatica ci pone è quello di
non trascurare il fatto che qualsiasi dato memorizzato in qualsiasi computer può, in
qualsiasi modo e momento essere modificato, es. ad opera del gestore “infedele”del
computer, ma soprattutto che questo può essere fatto in maniera tale che, nessuno possa
mai accorgersi di tali modifiche.
Da ciò si deduce che in linea di massima nessun risultato del voto elettronico sarà mai
certo, ne sindacabile, perché non si potrà mai provare che qualcuno abbia agito
intervenendo sul supporto di memorizzazione alterandone i dati, i dati memorizzati dagli
impulsi elettrici dei singoli voti sono infatti persi per sempre, ma ancor peggio risultano
sostituiti da dati della stessa specie e con le stesse caratteristiche che, però, rappresentano
una distorsione della realtà e della preferenza elettorale.
Un ulteriore problema è quello della segretezza del voto infatti potremmo pensare di
risolvere il problema utilizzando quegli strumenti tecnologici che da molto tempo, ormai,
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utilizziamo per le normali transazioni elettroniche (bancomat, carte di credito). Ma in
realtà non possiamo perché gli strumenti utilizzati per le transazioni commerciali e quelli
invece utilizzati per quelle elettorali sono differenti sotto vari profili: non si può
impiegare l' uso degli stessi sistemi tecnici per le une e le altre perché si sacrificherebbe
il principio costituzionale della segretezza del voto. Se si vuole garantire la libertà di
voto, che deve essere anonima: non si deve mai associare l’identità dell’elettore al voto
da lui espresso.
Un altro problema riguarda il fatto che gli elettori non possono essere certi che il loro
voto sia stato attribuito proprio al partito che hanno scelto, e ancora come fa la
collettività ad essere sicura che i risultati elettorali siano proprio quelli espressi dagli
elettori?
L’unica soluzione è adottare procedure di voto e scrutinio assolutamente trasparenti,
pubbliche, ripetibili per le opportune verifiche in caso di contestazioni. Solo così è
possibile garantire l’anonimato dei voti scrutinati e contemporaneamente rendere sicuri e
certi i risultati.
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1.2 E -VOTING L’elettronica - e in particolare le reti telematiche - sono uno strumento di diffusione di
informazioni, di sperimentazione, ma anche di diffusione e sedimentazione di
democrazia.
Nel nostro caso si parla di democrazia digitale in riferimento soprattutto a quegli
aspetti che identificano la democrazia computerizzata e democrazia diretta come
possibilità per tutti di intervenire in modo più o meno vincolante nei processi decisionali:
un esempio è proprio il voto elettronico.
Le recenti normative circa la firma digitale, l’utilizzo di posta elettronica certificata, la
carta d’identità elettronica, le regole per l’archiviazione ottica, rappresentano una grande
evoluzione della Pubblica Amministrazione. Anche il progetto di sperimentazione del
voto elettronico si inserisce in questo scenario tecnico e legislativo in continua
evoluzione.
Oggi più che mai attraverso l’uso di queste nuove tecnologie di Information
Technology, si rende efficace ed efficiente l’azione amministrativa. Attraverso Internet e
le reti della Pubblica Amministrazione si possono attivare servizi on-line e scambiare
informazioni e documenti in tempo reale. Incrementando l’uso di tali strumenti la
Pubblica Amministrazione viene incontro al cittadino.
Riducendo i documenti cartacei vengono meno anche i problemi di archiviazione e di
reperimento delle pratiche.
La sperimentazione del voto elettronico vuole inserirsi proprio in tale contesto.
Uno dei suoi obiettivi è proprio quello di verificare se il metodo elettorale elettronico
comporti dei vantaggi economici e funzionali rispetto al sistema cartaceo tradizionale.
Quando si parla dell’evoluzione della democrazia elettronica si fa l’errore di
confondere due diversi livelli, complementari ma distinti:
1. il voto digitale semplice, quello espresso tramite un computer, che può però
essere installato in un seggio tradizionale;
2. il voto on line vero e proprio, che si esprime a distanza, usando la Rete, a
prescindere dal luogo da cui ci si collega.
Entrambi i sistemi richiedono forme di identificazione digitali e pongono analoghi
problemi di sicurezza. Diversi esperimenti in Italia e all'estero hanno già avuto successo.
Si studia un metodo che possa integrare i due sistemi in modo da assecondare le
diverse esigenze degli elettori. Si potrà votare dal salotto di casa o dal nostro posto di
villeggiatura; per coloro che non disporranno di un collegamento ad Internet saranno
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predisposte delle urne, ma all’interno del seggio, invece che la solita vecchia matita
copiativa, troveranno un computer.
Un altro aspetto da sottolineare è quello della democrazia digitale sotto il profilo del
rapporto esistente tra voto elettronico e democrazia rappresentativa.
Se ciò che si vuole è mettere la tecnologia al servizio della democrazia, allora
dobbiamo cercare di capire se, in questo caso, la disponibilità delle tecnologie sia più
avanti rispetto alla preparazione della società a poterle gestire con efficacia.
Non si deve però dimenticare che nei paesi in via di sviluppo, così come
nell’occidente industrializzato, esiste un gap profondissimo tra chi trae beneficio dalle
nuove tecnologie e chi non ha accesso ad esse per motivi economici o culturali.
I rischi di tale sistema sono stati sottolineati anche da Roberto D'Alicandro, direttore
commerciale del settore Pubblica Amministrazione di Siemens e coordinatore
internazionale del progetto in occasione dell'esperimento di voto elettronico di Avellino.
Così egli ha commentato l'esperienza avellinese: «Il voto elettronico potrebbe
rappresentare un “digital divide” se non introdotto adeguatamente; perché bisogna
pensare che a votare vengono anche persone molto anziane, o semi - analfabete, o
portatori di handicap. Quindi abbiamo curato in particolar modo l'ergonomia, la facilità
d'uso e la comunicazione. Tutti gli elettori che partecipano alle sperimentazioni, in Italia
come in Francia, hanno ricevuto a casa, insieme alla carta a microchip, uno stampato e
una videocassetta con un cartone animato, in cui il personaggio spiega e simula
l'operazione di voto. Sono stati trasmessi anche dalle televisioni locali appositi spot.»
Per risolvere tale problema è necessario adottare un modello di approccio che possa
servire per interventi concreti e realmente utili per restringere tale divide.2
2 www.voto-elettronico.it
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1.3 VANTAGGI
I vantaggi del voto elettronico possiamo suddividerli in:
1. riduzione dei costi della macchina elettorale, in quanto esso risulta senza
dubbio più economico del metodo cartaceo: il voto elettronico fa risparmiare alle
casse statali tempo e risorse umane. Si stima mediamente una riduzione dei costi
di circa 50 milioni di euro per ogni elezione.
2. riduzione dei tempi impiegati per lo scrutinio: una volta digitalizzata la propria
preferenza, ci vogliono pochi minuti per fare le somme e ottenere i risultati. Con
il voto elettronico non ci sarà più bisogno di tutti quegli scrutatori che vengono di
volta in volta nominati e pagati.
3. riduzione del numero di seggi predisposti: questo strumento molto diffuso
soprattutto tra i giovanissimi dovrebbe far crescere l'affluenza alle urne.
4. certezza dei risultati: nessun conteggio manuale potrà mai assicurare una tale
precisione. tramite lo scrutinio a mano vi è infatti il rischio di errori di conta.
Con una recente normativa il Parlamento ha accordato il diritto di voto a chi vive
lontano dai seggi, come gli italiani all'estero. La votazione in questo caso avviene per
posta ma con questo nuovo metodo potrebbero farlo sul computer di ambasciate e
consolati, oppure direttamente sul proprio, previa autenticazione digitale.
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1.4 SVANTAGGI
Il voto elettronico pone due tipi di problemi:
1.
2. la "sicurezza" inerente l' azione del voto: può votare solo chi ne ha diritto e
tutti gli aventi diritto devono poter votare, i voti devono essere presi e trasmessi senza
frode alcuna, i voti devono essere assolutamente anonimi
3.
4. la "certezza" inerente il modo in cui i voti raccolti sono contati.
Uno degli interrogativi che l’elettore si pone riguarda il fatto che egli si possa fidare o
meno dei risultati e di conseguenza accettare i risultati annunciati.
Per affrontare i problemi di certezza sono in via di studio e in fasi di sviluppo
prototipi che diano agli elettori un modo per verificare che il voto memorizzato nel
computer - che poi esegue le somme - sia proprio quello che loro hanno dato.
Ciò può essere fatto in vari modi, forse anche salvaguardando la segretezza del voto.
Ma a che cosa serve verificare che il voto memorizzato sia proprio quello che
abbiamo dato? Se il voto dovesse risultare diverso da quello che abbiamo dato, allora
possiamo cercare di contestarlo, ma se il nostro voto è proprio quello che abbiamo dato,
siamo certi che sia esso che quello di tutti gli altri elettori sia stato esattamente contato.
Non sarebbe difficile mostrare agli elettori i loro veri voti e poi dare un qualsiasi
risultato che non sia quindi la vera somma dei voti.
Per poter certificare la correttezza dei risultati, è necessario che il software che
esegue la somma dei voti sia onesto, sicuro e veritiero e che tutti gli elettori verifichino
contemporaneamente ciascuno il proprio voto, nel preciso istante in cui si eseguono le
somme.
Nel corso dei secoli le persone, ed i gruppi di persone, hanno fatto sempre le peggiori
azioni per conquistare il potere, non possiamo fidarci di nessuna organizzazione
elettorale (pubblica o privata, centrale o locale) indipendentemente dal paese in cui
viviamo. Se l' organizzazione che effettua le procedure di voto fosse assolutamente
onesta, affidabile e sicura, allora non avremmo alcun problema di "certezza", ma
rimarrebbero sempre alcuni dei problemi di "sicurezza".
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1.5 LA SICUREZZA DEL VOTO A causa dei rischi informatici che l'introduzione della votazione elettronica comporta,
in nessun Paese del mondo il voto elettronico e via Internet è ancora stato codificato sul
piano normativo. Gli esperti sono ancora divisi sul fatto che usando il computer, e
creando dunque un file con la propria preferenza, sia messa a repentaglio la segretezza
del voto sancita dalla Costituzione. Sono divisi anche sul fatto che sia possibile
intervenire sulle schede, cambiandole senza lasciare tracce di brogli elettronici.
I computer nel sistema elettorale sono ormai una tecnologia consolidata, sia che
vengano usati nei sistemi centralizzati di conteggio basati su schede perforate o lettori
ottici, sia che si tratti di sistemi di conteggio ai seggi basati su macchine per votazione
elettroniche a lettura ottica o a registrazione diretta.
Nel corso degli ultimi anni si è affermata una importante tendenza a migliorare le
macchine per la votazione (che vengono presentate al comitato) per ottenere
l’approvazione all’utilizzo nei seggi per la votazione elettronica. Si tratta della
sostituzione del software realizzato “ad hoc” con software standard preconfezionato,
solitamente esso non è altro che una qualche variante di Windows basata largamente su
Microsoft Office. Tutto il software realizzato ad hoc è soggetto ad una verifica condotta
da terzi indipendenti.
Il motivo di preoccupazione è che siamo testimoni del fenomeno per cui una
percentuale sempre maggiore del software contenuto nei sistemi di voto è costituita da
prodotti proprietari di terze parti, non soggetti al requisito della disponibilità dei sorgenti
per un esame del codice. Inoltre, le dimensioni dei sistemi operativi commerciali sono
enormi, per cui è molto difficile immaginare la possibilità di un controllo efficace.
Chiunque esperto d’informatica e con la capacità di saper modificare il codice
sorgente, volesse influire sul risultato di un’elezione, non quella in corso ma quella che si
terrà fra quattro anni, potrebbe ipoteticamente lasciare il proprio impiego di bravo
programmatore presso l’azienda in cui opera, per andare a lavorare per Microsoft,
cercando di inserirsi nel gruppo che cura la manutenzione degli elementi chiave
dell’interfaccia utente la cosiddetta window manager (interfaccia grafica che si appoggia
sul sistema operativo e ne sfrutta le funzionalità ed i servizi).
L’operazione dovrebbe essere la seguente: si deve modificare il codice che crea
un’istanza dell’elemento dell'interfaccia utente chiamato "pulsante di scelta" (radio
button) in una finestra presente sullo schermo.
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La funzione che si deve aggiungere in particolare è la seguente. Ad esempio se voglio
modificare il risultato elettorale in America tra i democratici e i liberali, se la data
coincide con quella del giorno in cui si svolgeranno le elezioni e se la finestra contiene
un testo che comprende la stringa "straight party", e se inoltre il radio button (sono quei
piccoli cerchietti che tante volte troviamo nei moduli di richiesta di informazioni)
contiene almeno le due stringhe "Democrat" e "Republican" allora una volta su dieci, in
modo casuale, scambia l’etichetta che identifica il pulsante contenente la stringa
"Democrat" con una qualsiasi altra etichetta, anche questa scelta a caso. Naturalmente
bisognerebbe fare ogni sforzo per rendere incomprensibile il codice scritto. La scrittura
di programmi illeggibili (obfuscated code) è un’arte che ha raggiunto un alto grado di
sofisticazione. Effettuate queste modifiche sarei provvisto di una versione di Windows
che distribuisce il 10 per cento dei voti diretti espressi per il Partito democratico agli altri
partiti, in modo casuale. Ciò sarebbe estremamente difficile da rilevare nei risultati
elettorali, correrebbe un basso rischio di essere scoperto durante i controlli e, nonostante
ciò, potrebbe influenzare il risultato di molte elezioni!Questo è solo un esempio dei
possibili attacchi. Potrebbero esistere vulnerabilità di tipo analogo, ad esempio, nei
database commerciali che vengono usati per la memorizzazione e il conteggio dei voti
espressi.
Questo esempio non deve essere inteso come semplice ostilità nei confronti di
Microsoft, ma è vero che il software di questa azienda viene usato nella grande
maggioranza dei nuovi sistemi di votazione. Questo genere di minacce non richiede
alcuna collaborazione da parte del produttore del window manager o di altri componenti
di terze parti non soggetti ad ispezione del codice sorgente. Esso richiede unicamente una
talpa, che possa insinuarsi all’interno dell’azienda produttrice e realizzare del codice che
non venga rilevato dalle procedure interne di verifica e ispezione. La scrittura di
programmi illeggibili è facile, e l’arte delle "uova di Pasqua" nei prodotti software
commerciali rende più che chiaro il fatto che molte caratteristiche non riconosciute
ufficialmente vengono inserite ogni giorno in pacchetti software disponibili in
commercio senza la collaborazione dei produttori del software stesso, anche se, in alcuni
casi, le "uova di Pasqua" godono dell’approvazione ufficiale del produttore.
Ciò detto, è opportuno notare che vi sono ottimi motivi per considerare i programmi
software proprietari, prodotti da un’entità schierata, con grande sospetto nel momento in
cui vengono inseriti in un sistema di votazione.
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Per risolvere questo problema i professionisti dell’informatica si stanno adoperando
per un cambiamento nelle linee guida relative alle macchine per votazione, facendo in
modo che tutto il software compreso in tali macchine sia open source (software con
licenza gratuita il cui codice sorgente è visionabile) e aperto al pubblico scrutinio, o
almeno aperto allo scrutinio da parte di un’autorità di controllo terza e indipendente. Non
esistono ostacoli di natura tecnica perché ciò avvenga! Sono disponibili molti sistemi
operativi open source perfettamente funzionanti come Linux (sistema operativo open
source), FreeBSD (sistema operativo avanzato) e diversi altri, compatibili con l’hardware
intorno al quale vengono costruite le macchine per votazione moderne.3
Tuttavia, questo non risolve completamente il problema., perché è difficile dimostrare,
il fatto, che il software contenuto nella macchina per la votazione sia lo stesso approvato
dal comitato di controllo e sottoposto a verifica da parte dell’autorità di controllo
indipendente, per adesso nessuna macchina moderna è realizzata con l’obiettivo reale di
consentire una dimostrazione di questo genere, anche se diversi produttori promettono di
mettere a disposizione una copia del codice sorgente da loro usato presso un ente
depositario in caso di contestazioni.
3 www.cs.uiowa.edu/~jones/voting/
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II. Aspetto tecnico
2.1 Vari tipi di voto elettronico
• Touch-screen: Gli elettori esprimono il proprio voto toccando con un dito uno
dei simboli visualizzati sullo schermo sensibile di un computer locale collegato a
quello centrale tramite una rete informatica – ove è riprodotta una scheda
elettorale “virtuale” corrispondente a quella reale – si può dare il proprio voto alla
lista o al candidato prescelto; come nel voto tradizionale, c’è la possibilità di
esprimere un voto disgiunto o di votare scheda bianca. C’è un’opzione in più,
consentita dalla flessibilità della tecnologia, ed una in meno (ma non è detto che
sia un male). Non si può rendere nullo un voto, come si potrebbe fare segnando
una scheda cartacea o scrivendoci sopra ma si può tornare, in un certo senso, sulle
proprie decisioni. Anche dopo aver espresso e confermato il proprio voto, nella
schermata finale che compare per visualizzare il riepilogo delle scelte fatte, c’è
l’opzione per confermare o tornare indietro per modificare la scelta. In questo
modo si salvaguardia il rischio di errori dovuti a scelte affrettate o a poca
attenzione.
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• Conteggio Informatizzato del Voto. Il Conteggio Informatizzato del Voto
consiste nell’automazione della procedura di spoglio delle schede elettorali
tramite un sistema elettronico di acquisizione dei dati del voto. L’operazione di
acquisizione elettronica si svolge parallelamente allo scrutinio ufficiale e
comprende la registrazione delle due componenti del voto: simbolo e preferenza.
Al termine dello spoglio i dati acquisiti saranno oggetto di successive analisi e
consultazioni.
• Macchina elettorale (utilizzata per le votazioni in India): è una scatola
elettorale grande quanto una tastiera di computer con dei bottoni blu, uno per
candidato. L’elettore schiaccia il bottone accanto al suo candidato, dopo di che
si accende una luce rossa, seguita da un segnale, un “bip” acustico che da
conferma dell’avvenuto voto.
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2.2 Come funziona il voto elettronico Il Seggio Telematico
La cabina elettorale è composta di due componenti software: un browser web
dedicato provvede ad eseguire una applicazione ASP che presenta all’elettore la scheda
elettorale e permette l’espressione di voti e preferenze. L’interfaccia utente è
estremamente semplice e non necessita di addestramento specifico. Il governo della
cabina è costituito da una applicazione residente (daemon) che comunica tramite socket
TCP/IP (protocollo di comunicazione tra server e client) con la console del presidente e
tramite COM (Abbreviazione di COMmunication è il nome delle porte seriali per la
trasmissione di dati tra computer e periferiche) con il sistema di voto. Tramite un
protocollo applicativo specifico, la console del presidente invia comandi e riceve
informazioni di stato dalla cabina.
Il sistema di governo provvede ad abilitare al voto la cabina e ad inibirla al voto
espresso. Informa inoltre la console del presidente dei cambiamenti di stato (inizio voto,
voto espresso, richiesta assistenza). La console del presidente si compone di tre
componenti software:il sistema di accesso controlla l’accesso all’intero sistema di voto,
garantendo l’utilizzo solo agli operatori in possesso di opportuna smart-card. Permette
l’apertura e la chiusura del seggio, l’interruzione temporanea delle operazioni e il
consenso allo spoglio elettorale. Il cruscotto è un’applicazione di tipo taskbar (barra di
stato) che fornisce al presidente di seggio una immediata visibilità sullo stato delle
cabine. Comunica tramite TCP/IP con i sistemi di governo delle cabine. Il software
della stazione di servizio, infine, accede al servente database tramite ADO (Active Data
Object, cioè il posto in cui sono eseguite quasi tutte le attività di gestione del database)
e gestisce le seguenti funzioni: gestione dei casi speciali, verbalizzazione, stampa dei
verbali, spoglio, statistiche e istogrammi, comunicazione dei risultati elettorali e dei
verbali alle autorità preposte.
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Scrutinio elettronico
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III. Sperimentazione
Il voto elettronico propriamente detto, ovvero quello realizzato a distanza
mediante l'utilizzo della rete è stato sperimentato per la prima volta in Arizona nel
marzo 2000 per le elezione del rappresentante dei democratici alla Presidenza degli
Stati Uniti d'America. Sono seguite le sperimentazioni in Gran Bretagna, in Francia
Il primo test di voto elettronico in Italia si è svolto ad Avellino il 7 ottobre 2001,
in occasione del referendum federativo. Per la prima volta tutti i votanti di un'intera
sezione elettorale, la N° 1 presso la Scuola Elementare "Regina Margherita" di
Avellino, sono stati chiamati, su base volontaria, ad esprimere il proprio voto anche in
un innovativo punto elettorale, il "seggio elettronico". Infatti, in occasione di questa
prima fase di sperimentazione i cittadini hanno effettuato una doppia votazione - in
modo tradizionale e con le nuove modalità elettroniche - anche se l'unico voto valido
restava ancora quello espresso sulla scheda elettorale. Un secondo punto elettorale era
stato installato anche presso i locali del Comune. In pratica il cittadino poteva votare
da una postazione diversa dalla sezione elettorale di appartenenza senza essere
obbligato a recarsi presso un seggio prestabilito. La sperimentazione è avvenuta
nell'ambito del progetto E-POLL, co-finanziato dalla Commissione Europea, che vede
all'opera il consorzio internazionale costituito da sei partner: il Ministero dell'Interno;
Siemens Informatica (società del Gruppo Siemens Business Services), che agisce da
coordinatore; Ancitel (la struttura tecnica dell'ANCI, Associazione Nazionale Comuni
d'Italia); France Telecom; Aquitaine European Communication e Municipium. 4
Nei giorni precedenti la consultazione elettorale i cittadini appartenenti alla
sezione identificata sono stati invitati dal Comune di Avellino a ritirare, presso gli
uffici comunali, la tessera elettorale elettronica E-POLL, sulla quale sono stati
memorizzati i dati anagrafici e l'impronta dell'indice della mano destra. Al momento
del voto il riconoscimento dell'elettore è avvenuto effettuando il controllo tra
l'impronta memorizzata sulla carta e quella che l'elettore appone su uno speciale
lettore, sostituendo il riconoscimento solitamente fatto dal presidente di seggio e
abilitando il cittadino al voto elettronico.
4 Dati Ministero per l’innovazione e le tecnologie
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I voti espressi sono stati criptati senza alcun riferimento all'elettore e acquisiti per
via telematica dal Ministero dell'Interno, gestore dell'urna virtuale, per essere scrutinati
dopo la chiusura delle urne prevista per le ore 22.
Questa prima fase pilota è stata successivamente riproposta e sperimentata, nel
periodo Gennaio-Giugno 2002, presso i comuni di Campobasso, Cremona e Merignac
(Francia), in occasione di diverse consultazioni elettorali. Durante queste diverse
sessioni pilota sono state gradualmente introdotte tutte le funzionalità previste dal
progetto, che si è concluso contemporaneamente a Cremona e a Merignac. In
quest'ultima occasione sono state simulate le elezioni del Parlamento Europeo.
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3.1 Sperimentazione nel mondo
INDIA
Dal 20 aprile al 3 maggio 2004 in India 670 milioni di cittadini sono stati chiamati a
scegliere tra sei partiti nazionali, decine di partiti regioni e migliaia di candidati con un
nuovo vestito tecnologico. Dopo aver votato per decenni su schede cartacee gli indiani
votano usando la macchina elettorale elettronica. Un milione e 75 mila macchine anno
sostituito le oltre 8 mila tonnellate di carta usate nelle precedenti edizioni per fabbricare
le schede e risparmiato la vita a circa 16 milioni di alberi. Non mancano tuttavia le
critiche: «Fantasmi dentro la macchina» è il titolo uscito il 26 aprile 2004
sull’Hindustitan Time, il quotidiano più venduto di Nuova Delhi, che giudica poco
affidale il voto elettronico indiano: «Principio fondamentale dell’ingegneria informatica
- così l’articolo – è che qualsiasi software sia sottoposto a test rigorosi prima dell’uso.
Delle macchine elettorali indiane, però, nessuno, al di fuori delle ditte produttrici
conosce nei dettagli il software».
Un problema perché il software se difettoso può far sbagliare la macchina, per
esempio spostando il voto da un candidato all’altro, com’è accaduto in California dove
un computer tarato male assegnava i voti al candidato sbagliato. Ma in California se ne
sono resi conti e la gente è tornata a votare. In India accorgersene non sarà facile. La
macchina elettorale indiana è una scatola elettorale grande quanto una tastiera di
computer con dei bottoni blu, uno per candidato. L’elettore schiaccia il bottone accanto
al suo candidato , dopo di che si accende una luce rossa, seguita da un segnale, un “bip”
acustico che da conferma dell’avvenuto voto.
Secondo l’Election Commission of India, l’organismo indipendente col compito di
vigilare sulle elezioni, queste «indicazioni sonore e visive assicurano all’elettore la
registrazione del voto». Ma qualche indicazione forse non guasterebbe.
«Il problema principale del voto elettronico, sostiene David Dill, professore di
informatica della Stanford Univesity della California, è la sua scarsa attendibilità. E’
impossibile sapere se la macchina stia registrando il voto nella maniera corretta. In
India, dove si parlano lingue diverse e dove in molti sono analfabeti (circa mezzo
miliardo) il fenomeno del voto elettronico è ancora più attraente ma non più sicuro che
altrove».
21
Altrove il fenomeno è trattato con cautela, anche negli Stati Uniti dove grazie ai 3,9
miliardi di dollari stanziati nel 2002 per la transizione a sistemi di voto elettronico, alle
presidenziali di novembre 2004 voteranno con la macchina elettronica, secondo
l’Election Data Service di Washington, 50 milioni di persone.
Se ne preoccupa il professor David Dill che nel suo sito www.VerifiedVoting.org
raccoglie adesioni per una campagna sul voto sicuro.
«Temo - spega Dill - la fede nella tecnologia e in chi la implementa. Le macchine
possono sbagliare e perciò vanno sottoposte ad un controllo severo». Tra i possibili
controlli c’è quello proposto da VoteHere, ditta americana costruttrice di software per
macchine elettorali. «La nostra teconologia - spiega Jim Adler, fondatore di VoteHere -
offre all’elettore uno scontrino, una ricevuta segreta che gli permette di verificare la
correttezza del voto». Di scontrini le macchine indiane non ne rilasciano. Offrono, al
loro posto, il “bip” e la luce rossa sopra descritti. «Produciamo anche macchine con
l’optional dello scontrino» spiega M. P Mohammed, dirigente di Bharat electronics ltd.,
una delle due aziende pubbliche - l’altra è la Electronics corporation of India limited -
che hanno prodotto le macchine indiane. Ma l’Election Commission of India ha
preferito ha preferito accontentarsi di un prodotto un po’ più rozzo, risparmiando. «il
costo di una macchina per il voto elettronico - si legge nel sito Internet della
commissione per il voto indiano, www.eci.gov.in era nel 1989, di 5.500 rupie». Ossia
cento dollari, contro i tremila dollari delle macchine elettorali americane. «Adottando
macchine elettroniche - dice Mohammed - la commissione elettorale ha risparmiato i
molti soldi che un tempo andavano spesi in produzione, trasporto e scrutinio delle
schede cartacee». Oltre che sulla qualità la commissione ha risparmiato pure sul numero
delle macchine elettorali, che a Nuova Delhi scarseggiano. La capitale Indiana secondo
il Times of India, il quotidiano inglese più diffuso nelle grandi città indiane, ha troppi
elettori e troppe poche macchine. Nessun problema: alcuni stati dell’India hanno già
votato e la commissione elettorale può quindi prendere le loro macchine trasferendole a
Nuova Delhi. Rimane ancora da vedere se la commissione sarà in grado di garantire ad
ogni elettore il corretto funzionamento del voto elettronico. 5
5 Margiocco F. Voto elettronico Visnù ci protegga
22
AMERICA
Il 10 settembre le elezioni primarie della Florida hanno confermato il fiasco tecnico
ed organizzativo delle elezioni presidenziali del 2000 che ha portato alla discussa
nomina di George W. Bush, quale presidente degli Stati Uniti, nonostante Al Gore si
fosse aggiudicato la maggioranza dei voti popolari. Le contee di Miami-Dade e
Broward hanno speso rispettivamente 24.5 milioni di dollari e 17.2 milioni di dollari per
eliminare le vecchie macchine che punzonavano le schede cartacee e che avevano
creato tante difficoltà e contestazioni. Election System & Software di Omaha si è
aggiudicata le due commesse.
Sono stati distribuiti nei seggi elettorali centinaia di computer del tipo touch-screen,
quelli nei quali è sufficiente toccare lo schermo per selezionare una funzione e una
risposta. Centinaia di impiegati e volontari (retribuiti a giornata) hanno frequentato un
corso accelerato di poche ore. I risultati sono stati giudicati “indecenti” dagli osservatori
e dai media.
La società ES&S (Election Systems & Software, una delle più importanti aziende di
sistemi elettronici di votazione nel mondo) ha ammesso che molti computer forniti
avevano le “flash memory cards” che contenevano il nuovo software installate male e
questo dipendeva dal fatto che si era reso necessario intervenire all’ultimo momento sui
programmi per evitare errori nel calcolo delle votazioni. In parte questa situazione era
stata determinata dalla richiesta delle autorità delle contee di inserire le istruzioni per il
voto in inglese, spagnolo e creolo (una sorta di francese imbastardito). Lo scopo era
quello di aggiudicarsi i voti dei residenti che non sanno esprimersi in inglese e che si
sono sempre tenuti lontani dai seggi elettorali.
Secondo David Carr, che ha condotto una ricerca per un sito chiamato Baseline, le
azioni che si devono evitare quando si imposta una rivoluzione informatica nel settore
elettorale sono:
1) non farsi prendere dalla fretta senza avere pianificato con molta attenzione
l’addestramento del personale, la documentazione delle macchine e tutte le
procedure operative;
2) non mettere a punto un sistema su larga scala senza avere prima testato
attentamente un campione su scala molto più limitata;
3)
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preparare un piano “fallback” nel caso in cui si possano verificare degli
inconvenienti gravi nel funzionamento dell’intero sistema o in parti di esso;
4) stabilire delle scadenze definitive per il training degli operatori e le
applicazioni tecnologiche, attribuendone alla azienda fornitrice la completa
responsabilità in caso di fallimento;
5) non cambiare il precedente sistema di votazione in un colpo solo, ma
procedere per gradi nella sostituzione con le nuove tecnologie elettroniche.
Ma il rinnovato fiasco della Florida dello scorso settembre, rispetto a quello su larga
scala delle elezioni presidenziali del 2000, è stato ancora più massiccio, in quanto non
vi è stata alcuna possibilità di recupero dei voti errati o mancanti che sono stati
cancellati dai computer.
Come si può leggere in un rapporto pubblicato da American Civil Liberties Union vi
è un ulteriore elemento di preoccupazione nel panorama delle aziende specializzate
nella fornitura di sistemi elettronici di votazione. Si viene così a sapere che Elections
Systems & Software viene rifornita di schede di controllo dalla Vikant di Chicago il cui
presidente, Alex Kantarovich, ha rifiutato di dire dove queste schede sono prodotte,
anche se ha dovuto ammettere che non sono fabbricate negli Stati Uniti. In più sembra
che le macchine della ES&S siano dotate di modem che non solo dialogano tra loro ma
possono dialogare anche tramite satellite, con possibilità di manipolazione dei risultati
elettorali.
Quanto all’altro concorrente si tratta della società Sequoia, il cui presidente ha
confessato recentemente di avere distribuito dieci milioni di dollari a politici e
funzionari corrotti per aggiudicarsi il lavoro in giro per l’America. Il Washington Post
del 20 ottobre ha pubblicato un ampio servizio sulle elezioni nella Montgo-mery County
che si sono tenute il 10 settembre e che hanno rappresentato anche in questa contea un
solenne disastro organizzativo per quanto riguarda il voto elettronico. Basti pensare che
i presidenti dei seggi elettorali hanno dovuto lavorare fino alle due del mattino, dopo la
chiusura delle urne elettroniche, per poi recarsi allo Election Board, fare lunghe file, e
consegnare i dischi con i dati, in quanto i computer non erano stati dotati di modem.
Forse proprio per evitare che vi fossero manipolazioni elettroniche. Ben 2.800 scrutatori
e membri dei seggi hanno rifiutato di ripresentarsi alle elezioni del 5 novembre.
24
A complicare la situazione ci si mette di mezzo anche l’alta percentuale di elettori
ispanici, molti dei quali non parlano o non vogliono parlare inglese. E questo la dice
lunga sul rapido cambiamento della società americana. Gli ispanici sono rappresentati
da stuoli di agguerriti avvocati ed hanno una grande capacità di impatto sulle autorità ed
i media. 6
6 Batoli O. Il voto negli Stati Uniti, anche il computer sbaglia
25
3.2 Sperimentazione in Europa
PORTOGALLO
Il Portogallo non sembra destinato a convertirsi rapidamente a nuovi sistemi di voto
elettronico. Secondo la direttrice generale dello Stape, Maria Fatima Ribeiro Mendes,
“il sistema elettorale attuale ha dato buona prova di sé” da quando è in vigore, cioè, con
alcuni aggiornamenti posteriori, da poco dopo la rivoluzione dei garofani del 1974.
“Esso, aggiunge, è sufficientemente rapido e affidabile nel fornire i risultati globali e
non ha dato adito a polemiche e dubbi’’. “Attualmente, prosegue la direttrice generale,
il Portogallo segue l’evoluzione in corso, che vede il voto elettronico come un sistema
che tende a diffondersi in Europa e altrove, e partecipa alle riunioni indette
sull’argomento per esempio dal Consiglio d’Europa. Ma sarà necessario modificare la
legge elettorale. E’ quindi, precisa, una decisione politica del governo e del parlamento,
che potrà venire in futuro, come deliberazione autonoma del paese o nell’ambito di
un’iniziativa congiunta europea, ma per ora non ci sono cambiamenti immediati in
vistà’.
Innanzi tutto, precisiamo che cosa è lo Stape, una sigla che sta, traducendo in italiano
per “segretariato tecnico per le questioni relative al processo elettorale”. E’ una
direzione distaccata del ministero dell’Interno, che sovrintende al processo elettorale dal
punto di vista tecnico, la costituiscono appena una quindicina di funzionari esperti del
settore. Jorge Migueis, vicedirettore generale dello Stape, fa parte dell’organismo fin
dalla sua fondazione, ed è con ogni probabilità il massimo esperto in materia.
I circa 13mila seggi elettorali del paese, spiega Migueis, comunicano generalmente
per telefono i risultati del voto nelle loro sezioni, determinati da scrutatori e da
rappresentanti di lista, ai municipi o al governo civile di ogni distretto. I governi civili,
organi equivalenti alle prefetture, inviano i risultati a Lisbona, dove i dati sono
centralizzati ed elaborati dallo Stape in collaborazione con i servizi informatici del
ministero della Giustizia. L’elettronica dunque entra in questa fase e nella fase
immediatamente precedente, cioè la trasmissione dei risultati dalle periferie al centro,
fatta attraverso linee speciali di computer rigorosamente protette.
26
Il voto comunque rimane cartaceo, cioè gli elettori segnano la loro preferenza
politica sulle schede, su pezzi di carta che vengono inseriti in un’urna di legno, tutto
normale, insomma. Nel corso della nottata successiva alla giornata elettorale, che è
sempre una sola, lo Stape pubblica i risultati provvisori. Ora è chiaro che i moderni
sistemi di sondaggio, gli exit poll (il portoghese, più restio dell’italiano a cedere senza
resistenza all’inglese, li chiama sondaggi “a boca da urnà”), permettono alle televisioni
di dare proiezioni generalmente corrette pochi minuti dopo la fine del voto. Comunque,
i risultati provvisori risolvono nel giro di poche ore incertezze e tolgono i dubbi residui.
I risultati definitivi ufficiali arrivano solo parecchi giorni dopo, pubblicati dalla
Commissione nazionale delle elezioni che ha esaminato e risolto i casi controversi. In
genere, i numeri ufficiali presentano sempre piccole differenze in rapporto ai numeri
provvisori dello Stape, ma senza mai alterare il risultato globale. L’informatica
comunque è stata presente a titolo volontario e sperimentale in alcune elezioni
portoghesi.
Nelle amministrative del dicembre 2001 è stato fatto un esperimento in due seggi
elettorali dell’interno del paese, uno presso Lisbona e un altro nel nord, e nelle
amministrative di quattro anni prima era stata fatta un’esperienza analoga in un seggio
di Lisbona. In tutti i casi, che peraltro hanno coinvolto poche centinaia di elettori, il
risultato è stato positivo. Parecchi votanti hanno accettato di ripetere in forma
elettronica il loro voto cartaceo, ricevendo una tessera con un chip incorporato da usare
davanti a uno schermo di computer analogo a quello del Bancomat, dove hanno toccato
con il dito il simbolo o la sigla del partito favorito (in Portogallo si vota solo la lista,
senza preferenze) e consegnando poi la carta elettronica a un’urna che registrava
immediatamente il voto. E’ un sistema analogo a quello che viene usato parzialmente in
Belgio, fra i vari esempi di esperienze già fatte in diversi paesi europei.
Il problema, spiegano i responsabili dello Stape, è che equipaggiare con un numero
adeguato di computer, più l’infrastruttura e i servizi tecnici annessi a questo sistema,
tutti i seggi elettorali, costerebbe moltissimo denaro. Una piccola ulteriore
complicazione potrebbe sorgere con le oscillazioni di tensione della corrente elettrica
che ancora si registrano in certe zone meno avanzate del Portogallo.
Certo il voto elettronico darebbe garanzie di rapidità e correttezza del voto, ma,
implicando sempre uno spostamento fisico dell’elettore, non risolverebbe il serio
problema dell’astensione.
27
Circa altri sistemi più avveniristici - come votare attraverso l’Internet, il telefono
cellulare o addirittura la carta del Bancomat - essi sono tecnicamente possibili, dicono i
responsabili dello Stape, ma possono abbracciare inevitabilmente solo una parte della
popolazione. 7
GRAN BRETAGNA
Il sistema di voto in Gran Bretagna appare strano all’osservatore italiano. Tanto per
cominciare, carte d’identità e residenza non sono requisiti richiesti; entrambi sono
infatti istintivamente considerati dai britannici come l’attrezzatura di base di uno stato
poliziesco. I sudditi di Sua Maestà, sono inclini a credere di conoscere già la propria
identità senza interferenze esterne; e il luogo in cui essi scelgano di vivere non riguarda
nessun altro, sono fatti loro e basta.
Ogni sei mesi perciò ogni abitazione riceve un modulo con una busta con
affrancatura prepagata per la risposta in cui si richiede al padrone di casa (householder)
di compilare una lista con i nomi di tutti coloro che stanno nell’abitazione e hanno
diritto di voto o hanno 17 anni oppure sono cittadini dell’Unione europea. Questi ultimi
possono votare solo alle elezioni europee. Gli studenti possono decidere di votare a casa
dei genitori o all’indirizzo della propria università, che nella stragrande maggioranza dei
casi si trova in una città diversa.
La lista elettorale viene compilata ogni sei mesi perché non solo i giovani se ne
vanno di casa e cambiano indirizzo di frequente, ma anche la famiglia tipica britannica
cambia casa e in genere città ogni sette anni, in prevalenza per esigenze di lavoro. Un
mese prima di una elezione “locale” (cioè comunale o provinciale) o politica, arriva per
posta un certificato elettorale a forma di cartolina per ogni elettore avente diritto, con
sopra un numero e l’indicazione del seggio elettorale. Non è necessario portarsi dietro il
certificato al seggio elettorale per poter votare; però gli attivisti di partito seduti o
stazionati fuori preferiscono vedere il numero stampato sopra perché così possono
controllare se i “loro” elettori sono già venuti a votare o se invece abbiano bisogno di
una visita di sollecitazione o magari di un passaggio.
Il seggio elettorale può essere dentro una scuola, una chiesa o una biblioteca, ma può
anche essere in un qualsiasi edificio disponibile, compreso un pub e addirittura una
roulotte.
7 Crucci R. Elezioni e voto elettronico:lo scetticismo di Lisbona
28
Tuttavia la più recente “invenzione” è stata escogitata in occasione delle elezioni per
il sindaco di Londra, durante le quali è stato sperimentato con gran successo l’uso dei
supermercati come seggi elettorali per rendere le cabine a portata degli elettori. Una
volta dentro, si danno nome e indirizzo e i funzionari del “governo locale” mettono una
crocetta accanto al tuo nome e ti consegnano una scheda. Si va in una cabina che è fatta
da quattro assi ed è aperta, si posa la croce accanto a uno dei tre nomi (o quattro) e la si
mette nell’urna. Non essendoci documenti, la parola è sufficiente. Non c’è ovviamente
traccia di polizia né di esercito. Dato che il giorno delle elezioni è sempre il giovedì,
dalle 8 alle 21, parecchie persone sono via per lavoro e quindi possono far domanda per
il voto postale o per una delega in modo da votare per qualcuno che sia incapacitato ad
uscire o sia assente. Le domande a questo scopo vanno consegnate fino a un minimo di
10 giorni in anticipo, prima della data fissata per le elezioni.
In alcuni posti come le Highlands e le isole della Scozia, con popolazione scarsa e
sparsa, ogni forma di voto avviene solo per posta.
Ora, nello sforzo di aumentare la partecipazione elettorale, circa una trentina di
consigli comunali e di contea per le elezioni per gli enti locali del maggio 2002 hanno
istituito votazioni interamente per posta. Il risultato è stato positivo. La commissione
elettorale ha valutato un aumento in media del 28% nella partecipazione nelle elezioni
che hanno avuto luogo solo con il voto postale.
Esperimenti con voto telefonico e via internet hanno avuto effetti meno rilevanti.
Ciononostante anche questo si prevede aumenterà quando diventerà parte dell’e-
government, programma al momento in via di attuazione e che porterà tutte le attività
governative “on line” entro il 2005. Processo che darà origine all’ “UKon-line”.
I servizi governativi nazionali, come quelli locali, diverranno interattivi e fruibili da
casa o dalle biblioteche pubbliche, che hanno tutte terminali multipli per accesso
internet. Le tessere delle biblioteche diventeranno “smart card”, con possibilità di
accesso a ogni servizio e permetteranno pure di votare semplicemente inserendo la
tessera. Tuttavia, dato che potrebbero essere viste come simili alle paventate carte
d’identità introdotte dalla porta di servizio, è difficile che il loro uso diventi
obbligatorio. 8
8 Newbury R. Gran Bretagna in lotta contro l’apatia elettorale
29
3.3 Sperimentazione in Italia La prima esperienza di voto elettronico in Italia è stata applicata con successo dal
Comune di San Benedetto del Tronto in occasione delle consultazioni regionali del 16
aprile 2000. La sezione elettorale in cui si è votato elettronicamente era composta da un
campione di 468 donne (54%) contro 404 uomini (46%) e la popolazione di età
superiore ai 60 anni era il 34% dell’elettorato attivo della sezione. Gli elettori hanno
utilizzato tessere elettorali elettroniche. Il tempo medio di voto è stato di 47 secondi.
A Campobasso, invece, alle recenti elezioni amministrative di maggio 2002, si è
sperimentato il voto elettronico nella sezione 41, con carta d’identità elettronica al posto
della tradizionale scheda, così come già sperimentato a San Benedetto del Tronto ed
anche ad Avellino nel 2001. Sono bastati 4 minuti per la trasmissione dei dati definitivi
dalla sezione elettorale al Ministero dell’Interno. Un dato da sottolineare riguarda l'85
per cento di coloro che hanno scelto di usare anche il nuovo mezzo e che ha giudicato
l'esperienza del voto elettronico positiva o molto positiva; il 59 per cento auspica che il
voto elettronico diventi normalità.
In occasione del Election day il 12 e 13 giugno 2004 è decollata la sperimentazione dello
scrutinio elettronico, in questa occasione il computer è entrato per la prima volta nel
seggio elettorale per la gestione delle complesse operazioni di scrutinio dei voti e di
trasmissione dei risultati. L'operazione sperimentale, ha interessato 1.500 sezioni in 49
province su tutto il territorio nazionale (tutti capoluoghi di provincia del sud più quelli di
regione del centro-nord) ed oltre un milione di elettori.
La sperimentazione è consistita nello sviluppo di un processo di acquisizione elettronica
del dato di voto (nelle sue due componenti di simbolo e preferenza) ad opera di
"operatori informatici" nominati dal MIT (all’interno del quale era presente anche
un’azienda produttrice di software sarda, la Ales srl.).
"Questa sperimentazione, in linea con le diverse iniziative in atto per la modernizzazione
del Paese, porta l'Italia all'avanguardia in Europa in questo settore e rappresenta la più
grande sperimentazione a livello continentale. La sperimentazione ha riguardato solo la
fase dello scrutinio e non il momento della manifestazione della preferenza. Inoltre lo
scrutinio informatizzato non ha avuto alcun valore legale o giuridico". 9
9 Lucio Stanca: Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie
30
A fronte dei nove passaggi del processo tradizionale di scrutinio, che partendo dalla
verbalizzazione dei dati della sezione si conclude con la trasmissione elettronica degli
stessi al ministero dell'Interno, il nuovo metodo permette di effettuare lo stesso "tragitto"
limitando le operazioni a soli tre passaggi.
L’utilizzo dell’elettronica è stato apprezzato soprattutto nella fase successiva allo
spoglio, ossia in quella di inoltro telematico dei risultati direttamente al Viminale,
saltando ben sei procedure e, soprattutto, eliminando la trascrizione dei dati e il trasporto
materiale delle schede, operazioni onerose e spesso causa di ritardi e talvolta di errori.
31
In questa fase sperimentale, accanto alle procedure tradizionali che hanno continuato ad
essere le uniche a certificare ufficialmente la validità dei risultati elettorali, i dati di ogni
singola scheda sono stati acquisiti con un lettore ottico e trasferiti su un computer.
L'immissione del voto e della preferenza sono stati contemporaneamente visualizzati
anche su un monitor a disposizione del presidente di seggio e degli scrutinatori che così
hanno potuto controllare che il voto registrato sia stato effettivamente corrispondente a
quello espresso dall'elettore. I risultati digitali, trasferiti in una speciale chiave portatile
Usb dotata di crittografia, sono stati immessi nel computer centrale di quella sede
elettorale e da qui, on line, inviati in tempo reale al sistema centrale.
Il conteggio informatizzato del voto è una sperimentazione finalizzata alla valutazione
dell'efficienza ed applicabilità delle tecnologie informatiche alle operazioni di scrutinio
al fine di:
• semplificare e accelerare le operazioni di scrutinio ottenendo una contrazione dei
tempi del 70% rispetto alla procedura tradizionale,
• facilitare i conteggi riducendo inoltre al minimo la possibilità di eventuali errori
di trascrizione.
• rendere più veloce e sicura la trasmissione dei risultati elettorali
• migliorare l'efficienza delle consultazioni elettorali
• ottenere una importante riduzione dei costi con un risparmio, una volta a regime,
di circa il 50% sulle spese elettorali".
I dati elettronici memorizzati in forma criptata su un apposito supporto informatico al
termine dello spoglio elettorale tradizionale sono stati trasmessi da ciascun operatore
informatico di sezione al coordinatore di plesso che ha effettuato l'invio attraverso linee
riservate direttamente e senza ulteriori passaggi al sistema del Centro di Servizio
Nazionale del Ministero dell'Interno.
32
Il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu ha tenuto a precisare che in questo modo non
si è voluto "assolutamente toccare l'espressione del voto dei cittadini, sovvertire le loro
abitudini ed intervenire con nuove procedure tecnologiche nel momento più delicato
della partecipazione democratica, ma vogliamo invece cominciare a modernizzare il
conteggio dei voti e la successiva trasmissione dei risultati alle sedi istituzionali".
Il Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha spiegato che "si è
deciso di intervenire su un'operazione come il conteggio dei voti, che ha un alto
contenuto di manualità, attraverso la cui automazione si ottengono significativi benefici
dovuti al fatto che a valle di tale operazione ogni attività è stata effettuata per via
elettronica e senza ulteriori interventi manuali di trascrizione e quadratura dei totali,
garantendo così la correttezza dei dati finali, con grossi benefici per quanto riguarda
l'efficienza ed i tempi di queste operazioni".
Per quanto riguarda il conteggio ufficiale e la trasmissione dei voti, pur restando
invariate le attuali procedure, la fase sperimentale ha previsto, in particolare, che una
volta che i componenti del seggio abbiano concluso l'analisi della scheda un operatore
acquisisca i dati di voto e li immetta nel computer. Contestualmente, gli stessi dati di
voto vengono visualizzati su un altro schermo a disposizione di tutti i componenti del
seggio in modo che essi possano verificarne la correttezza. Tutte le successive fasi di
totalizzazione, quadratura, verbalizzazione e trasmissione dati avverranno in maniera
automatica e, quindi, in modo veloce e sicuro. L'operazione di "interpretazione della
volontà dell'elettore" resta prerogativa del Presidente del seggio.
Ulteriore vantaggio è offerto dalla possibilità di trasmettere per via telematica i
risultati alle sedi istituzionali entro pochi minuti dalla conclusione dello scrutinio rispetto
ai tempi assai più lunghi attualmente impiegati
Il provvedimento ha previsto, tra l'altro, la costituzione di una Commissione di
valutazione dei risultati di questa sperimentazione allo scopo di accertarne il grado di
efficienza e le eventuali problematicità al fine di preordinare gli aggiustamenti necessari
in vista di un allargamento della sperimentazione ad un numero superiore di seggi nelle
successive tornate elettorali. 10
10 www.innovazione.gov.it
33
IV. CONCLUSIONI
La comunicazione è strumento essenziale della politica in ogni tipo di regime.
Governi e amministrazioni comunicano prescrizioni e notizie ai cittadini, mentre questi
esprimono richieste, consensi o dissensi per influenzare gli organi rappresentativi e
modificarne eventualmente orientamenti e composizione. Per analizzare i meccanismi
della comunicazione, esaminiamo gli strumenti relativi e la loro diffusione.
Comunicare in rete offre grandi vantaggi:
• I messaggi sono trasmessi in modo asincrono: non li riceviamo subito, ma li
troviamo registrati nel computer del nodo cui ci colleghiamo per telefono.
• Il costo è quello minimo di una telefonata urbana breve, data l'alta velocità di
trasmissione
• Il tempo fra trasmissione e ricezione va da pochi minuti a poche ore (meglio della
posta celere).
• Riceviamo messaggi alfanumerici o grafici direttamente nel nostro computer.
Possiamo, quindi, rielaborarli o ritrasmetterli, senza bisogno di copiarli.
• Possiamo inserirci in sistemi informativi culturali, accademici, commerciali,
estrarne dati, operare in modo interattivo sui grossi computer di quei sistemi,
collegarci con gruppi di interessi simili a nostri che registrano messaggi su Bbs
(Bulletin board systems cioè Bacheche elettroniche aperte).
Fra il 1989 e 1993 il Cern di Ginevra ha sviluppato il World wide web (Www), una
rete telematica adatta a scambiare informazioni multimediali (scritti, disegni, diagrammi,
foto). L'Università dell'Illinois ha contribuito allo sviluppo del Www realizzando Mosaic,
un sistema software per reperire informazioni multimediali ovunque si trovino
geograficamente nella rete. Non esiste, né è fattibile un centro di controllo di Internet: la
E-mail è privata e i gestori dei nodi non possono leggerla. Ogni Bbs ha un supervisore
che inibisce l'accesso ulteriore a chi si comporta male trasmettendo messaggi osceni,
scervellati o mirati al profitto (se il canale prescelto lo vieta).
La rete telematica è, dunque, una forma nuova di funzionamento della società. E'
libera, internazionale, costa relativamente poco e offre servizi che possono avere qualità
molto alta e che si usano per rendere più facili compiti antichi e per renderne possibili di
34
nuovi (acquisire informazione senza libri, né periodici, aggiornarsi in modo istantaneo
non solo su notizie generali e volatili ma anche su questioni professionali e culturali
avanzate, stabilire contatti efficaci con persone note o sconosciute cui ci leghino interessi
comuni). Naturalmente la stessa vastità delle reti interconnesse rende probabile
incontrare anche dati e messaggi irrilevanti, falsi o misti composti da chiacchiericci.
Le reti telematiche ci avvicinano il mondo, e sappiamo che il mondo è imperfetto:
tocca a ciascuno imparare a discriminare il valore di ciò che trova.
I vantaggi superano nettamente svantaggi e rischi. Per questo la popolazione di utenti
delle reti sta crescendo molto velocemente, tanto che è arduo valutarla.
Negli Stati Uniti all'inizio del 1995 pare che gli utenti fossero circa 5 milioni.
In Italia siamo in ritardo: solo poche decine di migliaia, ma già in rapida crescita. Nel
nostro Paese possiamo rallegrarci perché la qualità del servizio telefonico è migliorata
molto negli ultimi anni. La Telecom ha investito a tal fine parecchie decine di migliaia di
miliardi. Però da noi non si discute ancora adeguatamente in pubblico sul diritto a
comunicare a livelli di efficienza più moderni.
Paradossalmente può essere controproducente proporre ai cittadini un uso massiccio
della telematica per attivare i governi (centrali o locali) e aprirli alla partecipazione e al
controllo. Infatti la maggioranza della popolazione è atterrita dal contatto con ogni
prescrizione burocratica (come, ad esempio, la compilazione del modello 740), non ha
familiarità con personal computer e terminali ed è refrattaria a proposte che implichino
studio e aggiornamento culturale. Anche se partecipassero all'impresa, i più mancano
delle conoscenze necessarie anche solo a formulare richieste, a partecipare in alcun
modo, a proporre alcunché.
In una fase iniziale, dunque, l'uso di questi strumenti da parte dei singoli cittadini
potrà essere indiretta. L'assistenza sarà fornita da intermediari addestrati che dispongono
di strumenti informatici e telematici e traducono le richieste di informazioni o servizi
fatte dai cittadini in input informatici precisi.
In una seconda fase di impiego diretto si ricorrerà a strumenti informatici facili da
usare. Fra questi: i sistemi di informazione a menu, in cui fra le opzioni offerte si sceglie
semplicemente toccando con un dito la scritta o l'icona relativa sul video. Già ora lo
sviluppo degli ambienti grafici sui personal e sui terminali facilita la scrittura,
l'archiviazione, il trattamento dei dati e la comunicazione. In avvenire l'uso dei notepad
(tavolette elettroniche che riconoscono parole e numeri scritti a mano) eviterà anche le
difficoltà connesse con le tastiere, ostiche ad alcuni.
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Però l'impiego diretto di strumenti informatici darà vantaggi ben maggiori, se si
realizzerà un'opera di riqualificazione capillare per addestrare il pubblico all'uso di
strumenti moderni. Occorre alfabetizzare all'informatica anche gli adulti e continuare con
piani di educazione alla telematica realizzati a molti livelli: dai più elementari ai più
avanzati. Sono ovvie le ricadute positive di una simile impresa in termini di occupazione
nel terziario.
La progettazione tecnica e organizzativa di referendum e votazioni non presenta
difficoltà particolari. Invece di spostarsi fino a un seggio elettorale, il cittadino avrà
accesso a una cabina virtuale connessa in rete. Se dispone di un terminale (computer con
modem) vedrà sullo schermo quali sono le scelte possibili: nomi di candidati e
raggruppamenti o opzioni di referendum. Esprimerà il voto scegliendo una icona sul
menu descritto usando il mouse o il tabulatore. I cittadini che non dispongono di un
computer collegato, potranno votare utilizzando il telefono come terminale. Ascolteranno
messaggi verbali registrati che definiscono le scelte possibili e voteranno componendo
sulla tastiera dell'apparecchio i codici suggeriti
L'espressione del voto non potrà essere simultanea perché l'affollamento degli accessi
congestionerebbe la rete. Potrà avvenire scaglionata lungo una giornata registrando le
scelte di ciascun elettore, previo suo riconoscimento mediante un codice segreto prodotto
in modo automatico. I brogli possono essere evitati per mezzo di codifiche crittografiche
o ricorrendo a opportune chiavi e firme elettroniche. La telematica potrebbe fornire
vantaggi notevoli offrendo ai cittadini informazioni ampie, corrette e facilmente
comprensibili in merito alle questioni da decidere.
Negli Stati Uniti sono state fatte esperienze, munendo di speciali telecomandi i
televisori di un campione di cittadini. L'analisi dei risultati ottenuti ha mostrato che una
porzione significativa del campione era marcatamente influenzata dai messaggi ricevuti
poco prima attraverso il video.
E' facile arguire che l'impiego di canali di comunicazione ottimali (telematici o
video) non può riuscire a informare adeguatamente una popolazione numerosa e
disuniforme nei livelli culturali. Per questa via, dunque, non possiamo sperare di
ottimizzare alcun processo decisionale. Può raggiungere decisioni illuminate (o che
abbiano almeno un'alta percentuale di essere giuste) solo una popolazione che abbia
raggiunto in media un livello culturale abbastanza elevato, purtroppo non si vedono segni
di una svolta culturale di questo tipo.
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E' prevedibile, invece, che gli strumenti telematici e informatici futuri renderanno
sempre più facile, veloce e economica la trasmissione di messaggi verbali e scritti,
corredati da immagini, filmati, animazioni.
Questi progressi avranno uno sbocco negativo se i messaggi multimediali sofisticati
veicoleranno solo i contenuti viscerali intesi a colpire le passioni dei destinatari. Sarebbe
triste che i nuovi strumenti telematici così ricchi di promesse facessero la fine di radio e
televisione, largamente ridotte a strumenti commerciali mirati al consumismo o alla
difesa di interessi particolari e, quindi, all'involuzione politica. Gli stessi progressi
potrebbero favorire, invece, lo sviluppo di una cultura sempre più elevata e diffusa.
Questo sarebbe un risultato positivo, in quanto si vedrebbe la democrazia come la
situazione in cui un numero maggiore di persone può compiere un numero maggiore di
scelte informate e non illusorie. 11
Per tutti questi motivi a mio avviso non siamo ancora in grado di avviare una seria
sperimentazione, quella appena conclusa non ha avuto nessun valore legale, infatti i dati
raccolti non sono stati neppure diffusi. Una prova in bianco quindi riservata al solo
conteggio dei voti, per lo scrutinio legale dovremmo ancora aspettare, ed ancora di più
dovremmo aspettare per il voto telematico. Come ho già detto sopra sotto il profilo
tecnico tutto potrebbe funzionare, ma sono le persone a non essere ancora pronte, a
tutt’oggi vi è un'unica certezza: il voto elettronico non si è ancora affermato a livello
internazionale.
11 Vacca R. Nuove tecnologie e qualità del voto
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V. BIBLIOGRAFIA Materiale utilizzato
1. Batoli O. Il voto negli Stati Uniti, anche il computer sbaglia. In:
Maggioli Editore.Amministrazione civile. Dicembre 2002
2. Crucci R. Elezioni e voto elettronico:lo scetticismo di Lisbona In: Maggioli Editore. Amministrazione civile. Dicembre 2002.
3. Frosoni TE. Le votazioni. In: La democrazia dalla A alla Z. Ed La
Terza. 2002,184.
4. Margiocco F. Voto elettronico Visnù ci protegga; CorrierEconomia,
lunedì 3 maggio 2004
5. Newbury R. Gran Bretagna in lotta contro l’apatia elettorale In: Maggioli Editore.Amministrazione civile. Dicembre 2002.
6. Vacca R. Nuove tecnologie e qualità del voto -(Telèma 1-1995)
7. www.cs.uiowa.edu/~jones/voting/
8. www.e-poll-project.net al 17.04.2004
9. www.voto-elettronico.it al 17.04.2004.
10. www.innovazione.gov.it/ Materiale consultato
1. Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2004 - Legge 8 aprile 2004, n. 90
2. Fishkin J. S. - La nostra voce. Opinione pubblica & democrazia –
Marsilio
3. www.votehere.com