corso di laurea scienze della formazione primaria università degli studi roma tre
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Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre. IV Anno a. a. 2012/2013 2° incontro - la programmazione - le unità didattiche - le verifiche - le note sul campo. SINTESI MODELLI DI PROGRAMMAZIONE. PROGRAMMAZIONE PER SFONDO INTEGRATORE - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
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Corso di Laurea Scienze della Formazione PrimariaUniversità degli Studi Roma Tre
IV Anno a. a. 2012/2013
2° incontro- la programmazione- le unità didattiche
- le verifiche- le note sul campo
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SINTESI MODELLI DI PROGRAMMAZIONE
PROGRAMMAZIONE PER
OBIETTIVI O LINEARE
-Tassonomie:
da obiettivi più semplici
a obiettivi più complessi
- Apprendimento cumulativo
- Serie di unità didattiche in sequenza lineare
PROGRAMMAZIONE PER
SFONDO INTEGRATORE
Costruire uno sfondo ovvero un contesto contenitore che metta in
relazione i bisogni/segnali espressi dai bambini con le proposte dei docenti
- Osservazione sistematica del contesto educativo
- Identificazione di una serie di obiettivi finali, suddivisibili in obiettivi intermedi
- Individuazione dello sfondo
- Realizzazione di una unità didattica modificabile in seguito a nuove osservazioni
- Nuovo ciclo di osservazione per verifica
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Programmare nella scuola dell’infanzia
Un esempio di
programmazione
per sfondo integratore
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PROGRAMMARE PER SFONDO INTEGRATORE PROGRAMMARE PER SFONDO INTEGRATORE
5 FASI 5 FASI
1. ANALISI DELLA SITUAZIONE
2. DEFINIZIONE MAPPA DEGLI OBIETTIVI
3. DEFINIZIONE DELLO SFONDO
4. ELABORAZIONE DEI NUCLEI PROGETTUALI
5. CONTROLLO E FEEDBACK
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IL SÉ E L’ALTRO
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IL CORPO IN MOVIMENTO
DAI QUATTRO ELEMENTI
AI MILLE ALIMENTI
LABORATORIO DI ANIMAZIONE TEATRALE
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TIC
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LABORATORIO DI PSICOMOTRICITÀ
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GLI ALIMENTINELLA PUBBLICITÀ
CREATIVITÀ…IN CUCINA
TANTI ESPERIMENTI…PER TANTE RICETTE
CUCINAINTERNAZIONALE
LE RICORRENZE:TRADIZIONICULINARIE
MANGIARESANO CI FA
STARE BENE
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MANGIARE SANO
CI FA STARE BENE
LE RICORRENZE:
TRADIZIONI CULINARIE
CUCINA INTERNAZIONALE
•La giornata del bambino. I momenti del pasto a casa e a scuola.•Il menù a scuola: cosa preferisco.•Cosa mangio abitualmente a casa. •Cibi sì cibi no. Le buone abitudini alimentari.•Racconti di… cibo.•Collaborazione espertI YOGA.
•Le feste nel corso dell’anno.•Ricette legate alle ricorrenze.
•I nonni raccontano … I cibi consumati nelle feste
•Collaborazione eventuale con associazioni presenti sul territorio
• Ricette dal mondo (con riferimento ai paesi di origine dei bambini stranieri inseriti)
• Collaborazione con i genitori dei bimbi stranieri
TANTI ESPERIMENTI
…PER TANTE RICETTE
CREATIVITÀ IN CUCINA GLI ALIMENTI NELLA PUBBLICITÀ
•Cos’è una ricetta.•Analisi degli ingredienti.•Dove si comprano gli ingredienti.•Quali utensili servono.•Visita ai negozi del quartiere.•Sperimentiamo, pasticciamo e produciamo … dolci, tartine, ecc.
Attività grafico pittoriche e manipolative dei diversi ingredienti•Stampa con frutta e verdura•Ritratti con ingredienti (vedi per es. Arcimboldo).•Invenzione di ricette.•Poesie e filastrocche ‘mangerecce’.
• Analisi della pubblicità relativa al cibo in tv, sulle riviste, al supermercato
• Quali messaggi corretti e quali falsi?
DAI QUATTRO ELEMENTI . . . AI MILLE ALIMENTI
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LA LA PROGRAMMAZIONE PROGRAMMAZIONE
PER OBIETTIVI O LINEAREPER OBIETTIVI O LINEARE
Sequenzialità
lineare
delle fasi
Sequenzialità
lineare
delle fasi
Risultati
preventivati
con precisione
Risultati
preventivati
con precisione
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La programmazione per La programmazione per
OBIETTIVI o LINEAREOBIETTIVI o LINEARE
STRUTTURA DELLE
DISCIPLINE(Bruner)
STRUTTURA DELLE
DISCIPLINE(Bruner)
CLASSIFICAZIONI
TASSONOMICHE (Bloom, ecc.)
CLASSIFICAZIONI
TASSONOMICHE (Bloom, ecc.)
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Fasi della programmazione per obiettivi
Finalità
Obiettivi
Individuazione delle esigenze del contesto e delle condizioni di partenza
Scelta dei contenuti
Individuazione della metodologia: strategie, tecniche, attività, mezzi, strumenti e materiali
Sistematica osservazione dei processi di apprendimento
Processo valutativo
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FINALITÀ FINALITÀ
Le finalità sono
direzioni generali direzioni generali verso le quali tutti si devono orientare,
dichiarazioni di intenzioni dichiarazioni di intenzioni concernenti gli scopi dell’attività educativa
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri 1995)
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FINALITÀFINALITÀ
Quando si parla di fini, finalità, scopi, intenti, mète si fa riferimento a qualcosa che attiene ai risultati che l’istituzione e per essa gli insegnanti si propongono di conseguire
OBIETTIVIOBIETTIVI
quando si parla di obiettivi, invece, ci si riferisce ai risultati di apprendimento dell’allievo.
(Fontana L., Le fasi della programmazione, in Ballanti G., Fontana L., Discorso e azione nella pedagogia scientifica, Teramo, Lisciani e Giunti, 1989)
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FINALITÀ OBIETTIVIFINALITÀ OBIETTIVI
entrambi si possono esprimere con un verbo
promuovere, sviluppare, permettere, ecc.
scrivere, elencare, risolvere, fare, ecc.
criterio di distinzione:Il
SOGGETTO
E’E’
L’ISTITUZIONEL’ISTITUZIONE
E’E’
L’ALUNNO L’ALUNNO
per le finalità per gli obiettivi
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FINALITÀFINALITÀfini e valori dello Stato
fini e valori dell’istruzione scolastica
fini e valori del POF
FINI E VALORI DEL PROGETTO DIDATTICO
i traguardi che tutti gli alunni mediante un intervento educativo
devono raggiungere in un DATO periodo di tempo
Gli OBIETTIVI GENERALI sono posti nei programmi della scuola e nella programmazione educativo-didattica del docente
i traguardi che tutti gli alunni mediante un intervento educativo
devono raggiungere in un DATO periodo di tempo
Gli OBIETTIVI GENERALI sono posti nei programmi della scuola e nella programmazione educativo-didattica del docente
OBIETTIVI GENERALIOBIETTIVI GENERALI
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i comportamentiosservabilimisurabili verificabili
relativi al conseguimento dell’obiettivo generale.
Gli obiettivi specifici si definiscononella progettazione delle Unità didattiche
La verifica degli OS consente di inferire SE l’obiettivo posto è stato raggiunto da ciascun alunnoSE e in quale misura si è realizzato un apprendimento
OBIETTIVI SPECIFICIOBIETTIVI SPECIFICI
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Definire gli obiettivi significa
Tradurli nei termini operativi
più adatti e opportuni per la loro realizzazione
in ambito scolastico rendendoli significativi
per gli alunnicioè
rendendo chiaro agli alunni che cosa ci si attende da loro al termine di un insegnamento
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La PROGRAMMAZIONE del PROGETTO EDUCATIVO-DIDATTICO
è un percorso formativo compiuto e concluso in se stesso che viene scandito e strutturato
in unità didattiche
L’UNITÀ DIDATTICA è
l’ unità minima di apprendimento
le UNITÀ DIDATTICHE
sono programmate e proposte in ordine sequenziale
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Gli Obiettivi specifici sono obiettivi intermedi e finali
o definiscono quali capacità si attendono dagli alunni
al termine dell’insegnamento o segmenti di esso
o si esprimono in termini operazionali o comportamentali
o si definiscono indicando abilità osservabili, performance
attese
Leggere criticamente
un testo
Elencare affermazioni che si ritengono positive/negative
Distinguere nel testo l’espressione di opinioni personali dell’A. e quella di giudizi oggettivi
Enumerare eventuali errori e inesattezze
Traduzione
in termini
Operativi = saper fare
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Obiettivo specifico deve essere definito con linguaggio operativo che
specifichi le azioni richieste: la formulazione deve utilizzare un verbo, evitando tutti i verbi di azione non osservabile (capire, sapere, intuire, cogliere);
Deve essere osservabile dall’esterno e in modo oggettivo;
deve essere verificabile : le azioni osservabili che l’alunno deve compiere per conseguire un OS sono la prova del conseguimento di quell’obiettivo
TASK DESCRIPTION TASK DESCRIPTION descrizione del compitodescrizione del compito
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TASK ANALYSIS analisi del compito
Analisi della situazione didattica: descrizione dei comportamenti + descrizione delle operazioni e quindi le capacità che consentono le manifestazioni osservabili poste
si correlano le capacità e i comportamenti specifici
le capacità si dispongono in tassonomie che elencano in ordine gerarchico le abilità
i comportamenti osservabili ne ripetono l’ordine consequenziale: non si considera un’abilità se non si è accertato il possesso delle precedenti
le prestazioni richieste devono far capo ad abilità da apprendere e dimostrare
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Esempi di verbi Esempi di oggetti
1. Conoscenza(Capacità di rievocare
materiale memorizzato)
1.1 Conoscenza di elementi specifici
riconoscere, identificare, descrivere, elencare, definire, nominare, ripetere, rievocare, distinguere, citare
vocaboli, terminologie, significati, dati, definizioni, nomi, date, avvenimenti, personaggi, luoghi, fenomeni, informazioni, fonti, caratteristiche, proprietà
1.2 Conoscenza di modi e mezzi per usare gli elementi specifici
forme, convenzioni, usi, regole, metodi, mezzi, simboli, processi, sviluppi, relazioni, categorie, criteri, tecniche, procedimenti
1.3Conoscenza di dati universali e astrazioni
principi, leggi, enunciati, formule, generalizzazioni, implicazioni, teorie, interrelazioni, strutture, modelli
2. Comprensione(Facoltà di afferrare il senso di una informazione e di saperla trasformare)
2.1 Trasposizione tradurre, trasformare, riassumere, rappresentare, modificare, riscrivere, ridefinire
significati, definizioni, astrazioni, rappresentazioni, parole, frasi, concetti
2.2 Interpretazione interpretare, riorganizzare risistemare, distinguere, stabilire, spiegare, dimostrare
pertinenze, relazioni, fatti, aspetti, opinioni, conclusioni, metodi teorie, astrazioni
2.3 Estrapolazione inferire, prevedere, differenziare, determinare, estendere, dedurre, completare, stabilire
conseguenze , implicazioni, conclusioni, sviluppi, significati, corollari, effetti, probabilità
3. Applicazione(Impiego di materiale conosciuto per risolvere problemi nuovi)
3.1 Applicazione applicare, generalizzare, collegare, sviluppare, organizzare, utilizzare, impiegare, trasferire, eseguire
principi, leggi, regole, metodi, sistemi, relazioni, teorie, modelli, criteri, tecniche, procedimenti, astrazioni, mezzi
Tassonomia degli obiettivi del settore cognitivo di Bloom - Enghelhart – Furst – Hill – Krathwohl (I parte)
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri, 1995, p. 86)
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Esempi di verbi Esempi di oggetti
4. Analisi 4.1 Analisi di elementi distinguere, scoprire, identificare, discriminare, riconoscere, separare, scomporre, individuare
elementi, ipotesi, conclusioni, enunciati, particolarità, proprietà, aspetti, caratteristiche
4.2 Analisi di relazioni analizzare, scoprire, identificare, distinguere, dedurre, riconoscere
relazioni, cause, assunti, effetti pertinenze, errori, funzioni
4.3 Analisi di principi organizzativi
analizzare, scoprire, identificare, distinguere, dedurre, riconoscere
forme, scopi, tecniche, leggi, principi, costanti, metodi, sistemi, teorie, modelli, criteri, procedimenti, organizzazioni
5. Sintesi 5.1 Produzione di comunicazioni uniche
scrivere, raccontare, riferire, documentare, produrre, costruire, creare, riassumere, comporre
prodotti, esecuzioni, comunicazioni, lavori, composizioni, opere
5.2 Elaborazione di paini di azione
proporre, pianificare, organizzare, produrre, creare, costruire, progettare, elaborare, formulare
piani, obiettivi, operazioni, progetti, specificazioni, metodi, soluzioni, procedimenti, tecniche
5.3 Derivazione di insiemi di relazioni astratte
produrre, derivare, sviluppare, organizzare, elaborare, sintetizzare, formulare, generalizzare, combinare, ricavare
classificazioni, concetti, schedmi, generalizzazioni, teorie, relazioni, modelli, astrazioni, ipotesi, siostemi, criteri, leggi
6. Valutazione
6.1 Valutazione in termini di evidenza interna
valutare, determinare, giudicare, decidere, stimare, misurare, individuare, correggere
esattezze, pertinenze, correttezze, errori, incongruenze,m difetti, imprecisioni, sofismi
6.2 Valutazione in funzione di criteri esterni
giudicare, considerare, valutare, decidere, stimare, misurare, correggere, determinare, criticare
fini, mezzi, procedimenti, efficienza, economia, validità, attendibilità, utilità, piani di azione, teorie, modelli, progetti
Tassonomia degli obiettivi del settore cognitivo di Bloom - Enghelhart – Furst – Hill – Krathwohl (II parte)
(Azzali F., Cristanini D., Programmare Oggi, Milano, Fabbri, 1995, p. 86)
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Obiettivi relativi al triangolo rettangolo
1 conoscenza L’alunno, posto di fronte a 3 definizioni pone la crocetta accanto a quella corretta
2 comprensione È in grado di identificare con un segno convenzionale il triangolo rettangolo tra altri triangoli utilizzando un goniometro, una squadra e una riga
3 applicazione Disegna almeno 3 triangoli rettangoli disposti in modo differenti avendo a disposizione carta quadrettata, riga….
4 analisi È in grado di individuare l’altezza relativa all’ipotenusa in 3 triangoli rettangoli disegnati in 3 posizioni spaziali diverse
5 sintesi Sa dimostrare la regola per il calcolo dell’area relativa al triangolo rettangolo,con ipotenusa coma base, disegnando su carta quadrettata con riga e squadra i rapporti geometrici ed aritmetici tra triangolo rettangolo e rettangolo.
6 valutazione Recepisce ed utilizza la strategia economica nella soluzione di un problema sul calcolo dell’area del triangolo rettangolo
![Page 23: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/23.jpg)
GAGNÉ I 9 momenti dell’istruzione
Attirare e controllare l’attenzione
Informare il soggetto dei risultati attesi
Stimolare il ricordo delle capacità prerequisite apprese
Presentare stimoli interenti al compito
Fornire il feedback
Valutare la performance
Assicurare la ritenzione
Provvedere al transfer degli apprendimenti
Momento critico
Comportamenti di stimolazione
Fare da guida all’apprendimento
Fase di rinforzo
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METODO
METODOLOGIAMETODOLOGIA SchemaSchema
proceduraleproceduraleapplicativoapplicativo
strategie
tecniche
contenuti
attività
Schema fisso Schema fisso di di
riferimentoriferimentomezzi
tempi
strumenti
![Page 25: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/25.jpg)
IL PROGETTO EDUCATIVO-DIDATTICO IV ANNO
a) MOTIVAZIONI DEL PROGETTOb) FINALITA’ EDUCATIVE CHE IL PROGETTO SI PROPONE DI
RAGGIUNGEREC) SINTESI DISCORSIVA DEL PERCORSO DIDATTICO, basata sui
nuclei progettuali
LA PROGRAMMAZIONE DELL’INTERVENTOa) DESTINATARIb) TEMPI DI ATTUAZIONE (n° 60 ore tot., nel periodo dal …. al… )
c) OBIETTIVI GENERALI (al termine del percorso i bambini saranno in grado di: …. )
d) METODOLOGIE DIDATTICHE, LE STRATEGIE, GLI APPROCCI: motivare le scelte in base all’analisi del contesto ed alle finalità del progetto
e) STRUMENTI (TECNICI E TECNOLOGICI) E MATERIALIf) SPAZI g) VERIFICA E VALUTAZIONE DEL PERCORSO DIDATTICO
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UNITA’ DIDATTICA
a) TITOLO, CHE DIA UN’IDEA DEL PERCORSOb) TEMPI PRESUNTI ATTUAZIONE n° ore totali;n° ore per incontro: DI NORMA 2 ORE, ECCEZIONALMENTE 3 ORE; n° incontri a settimana, DI NORMA 3. c) OBIETTIVO/I SPECIFICO/Id) PROVE DI ACCERTAMENTO DELLE CAPACITA’ PREGRESSE
e) CONTENUTI, TEMPI, STRATEGIE, DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELLE ATTIVITA’ , MEZZI, STRUMENTI, SPAZI E MATERIALI: analisi GIORNO PER GIORNO del percorso da proporre in classe (vedi schema a seguire)
f) VERIFICA UNITA’ DIDATTICA - PROTOCOLLO DI VERIFICA; - PRESENTAZIONE DATI; - ANALISI DEI RISULTATI RAGGIUNTI
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Un esempio: le motivazioni del progetto
Il motivo per il quale ho scelto di progettare questo percorso educativo-didattico risiede nella difficoltà che hanno i bambini nell’utilizzare correttamente l’italiano standard sia nella lingua parlata che in quella scritta. Nel nostro paese l’apprendimento della lingua avviene in uno spazio caratterizzato dalla persistenza, anche se quanto mai ineguale e diversificata, della dialettofonia. Il dialetto viene utilizzato dai bambini in contesti diversi della loro vita ed esercita un’influenza sull’ortografia.
Molto spesso i bambini nel momento in cui scrivono pensano in dialetto, commettendo in questo modo errori ortografici.
Attraverso il mio percorso educativo-didattico mi propongo di intervenire sugli errori ortografici dovuti al dialetto, dedicando uno spazio anche all’ortoepia per le sue naturali connessioni con la correttezza dello scrivere.
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Un esempio: le finalità educative
• Il mio progetto educativo – didattico, incentrato sugli errori ortografici dovuti a cadenze dialettali, si propone di mettere a confronto il dialetto con la lingua italiana.
A tal proposito, una delle finalità del progetto è quella di promuovere la riflessione linguistica sulla lingua standard e sul dialetto.
In particolar modo, il percorso educativo – didattico si pone come fine quello di favorire nei bambini la consapevolezza della varietà dialettale.
Trattandosi di un progetto che riserva attenzione anche all’ortoepia, un’ulteriore finalità che esso si pone è quella di promuovere la capacità di parlare correttamente in lingua nazionale, al fine di una corretta esecuzione scritta.
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Un esempio: ob. generali Destinatari I destinatari del mio progetto educativo- didattico sono gli alunni della classe IIIC
del 102° Circolo Didattico “Mar Dei Carabi”. La classe è composta da ventiquattro bambini, di cui quattordici maschi e dieci femmine. Non sono presenti alunni con disabilità, né alunni segnalati per il sostegno.
Tempi di attuazione Il monte ore previsto per l’attuazione dell’intervento è sessanta ore totali, nel
periodo compreso tra febbraio ad aprile 2011.
Obiettivi generali
Al termine del percorso i bambini saranno in grado di:• conoscere che cosa si intende per lingua locale e nazionale• discriminare la lingua italiana dal dialetto romano• discriminare le tipologie di errori dovuti al dialetto• usare una corretta dizione italiana• scrivere in modo corretto senza compiere errori dovuti a
cadenze dialettali
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Un esempio: l’unità didattica
U.D. 1: Lingua e dialetto
Tempi presunti di attuazione: 18 ore • 3 ore per la presentazione del progetto, la somministrazione e lo svolgimento del test
• 2 ore per ogni incontro, dal 2° al 7°
• 1 ora per la prova di verifica in itinere
Saranno previsti un massimo di tre incontri a settimana.
Obiettivi specifici
• individuare la definizione di “dialetto”
• definire la differenza tra lingua italiana e dialetto
• riconoscere la varietà e diversità dei dialetti italiani
• riconoscere i contesti d’uso della lingua e del dialetto
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Un esempio: l’unità didattica
2.1.1 Prima unità didattica: Le tabelline canterine dello zero e dell’uno
Tempi presunti di attuazione: 15 oreVerranno effettuati sette incontri totali di cui:• Sei incontri della durata di due ore ciascuno• Un incontro finale della durata di tre ore
Saranno previsti un massimo di tre incontri a settimana.
Obiettivi specifici
• Comprendere il significato di moltiplicazione come addizione ripetuta• Operare moltiplicazioni con gli schieramenti• Ripetere e applicare la tabellina dello zero• la tabellina dell’uno• Utilizzare sequenze ritmiche• Utilizzare abilità motorie di base per eseguire gli schieramenti
![Page 32: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/32.jpg)
Schema unità didattica• Giorno (1° o …, n° ore previste)
• •
• • • I bambini ascoltano le diverse registrazioni contenenti termini romaneschi.• Rispondono alla domanda dell’insegnante, comunicandole quale dialetto parlano i vari personaggi delle registrazioni.• Gli alunni partecipano alla discussione collettiva, elencando alla maestra quelle vicende raccontate che ricordano maggiormente.• I bambini riascoltano ogni singola registrazione e, dopo ognuna di esse, sintetizzano oralmente l’accaduto.• Gli alunni osservano alla lavagna le frasi scritte dalla maestra per riassumere le diverse vicende raccontate, ognuna contenente un termine
romanesco.• Ciascun bambino scrive tali frasi sul proprio quaderno.• Gli alunni cercano di individuare, insieme all’insegnante, i termini romaneschi presenti in ciascuna frase scritta alla lavagna.• • • •
Contenuti disciplinari
Att. insegnante Att. apprendenti
Lessico romanesco VS lessico italiano
Invito i bambini a prendere il loro quaderno di italiano e a ritrovare le frasi scritte la scorsa lezione, ciascuna contenente un termine romanesco.Chiedo ai bambini se ricordano il lavoro svolto la volta precedente, riguardante l’individuazione dei termini romaneschi presenti nelle diverse frasi.Ascolto i contributi degli alunni ed in seguito chiedo loro di cerchiare in rosso, per ciascuna frase, il termine romanesco in essa presente. Successivamente invito i bambini a comunicarmi i termini che hanno cerchiato e insieme li ripetiamo ad alta voce.Focalizzo l’attenzione su ciascun termine romanesco e invito gli alunni a trovare il corrispettivo termine in italiano. Invito la classe a partecipare attivamente e ascolto i contributi dei bambini.
Gli alunni prendono il loro quaderno di italiano e cercano le frasi scritte la scorsa lezione.Partecipano alla discussione, comunicando alla maestra il lavoro svolto la volta precedente.Ciascun alunno cerchia sul proprio quaderno i termini romaneschi presenti in ciascuna frase.Successivamente comunicano alla maestra i termini cerchiati.I bambini tentano di trovare per ciascun termine romanesco il corrispettivo termine in italiano, aiutati dall’insegnante.
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Schema unità didatticaContenuti disciplinari
Att. insegnante Att. apprendenti
Lessico romanesco VS lessico italiano
Alla fine della discussione, troviamo insieme i corrispettivi termini in italiano standard.Disegno alla lavagna uno schema contenente nella colonna di sinistra i termini in romanesco e in quella di destra i termini in italiano trovati insieme agli alunni. Invito gli alunni a ricopiare lo schema sul quaderno.Successivamente comunico ai bambini che faremo un gioco di ruoli…..- signor Maurizio, parla in romanesco- giornalista che racconta l’accaduto al telegiornale, parla in italiano corretto.Discussione su uso dei termini romaneschi.Insieme deduciamo che l’utilizzo del termine “mozzico” non è appropriato nel caso del giornalista televisivo, perché si tratta di un termine romanesco non adatto ad un contesto formale.
La classe osserva la tabella disegnata alla lavagna dalla maestra, contenente i termini in romanesco e i corrispettivi termini in italiano.Ciascun alunno ricopia la tabella sul quaderno.I bambini si recano, due coppie per volta, alla cattedra per effettuare il gioco di ruoli.Alla fine dei vari sketchs gli alunni riflettono insieme alla maestra sui contesti d’uso dei termini romaneschi, facendo riferimento ai ruoli ricoperti nella recitazione .
![Page 34: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/34.jpg)
è l’interpretazione dei risultati conseguiti dal gruppo classe sulla base di dati oggettivi (rilevati con la verifica)
accerta
VALUTAZIONE
la qualità dell’istruzione le prestazioni finali dell’allievo
esprime
un giudizio sull’efficacia (qualità) e sull’efficienza (quantità) sia dell’apprendimento che dell’insegnamento
![Page 35: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/35.jpg)
accertamento preciso e valido della modificazione del comportamento degli allievi
in relazione agli obiettivi prefissati.
mediante la misurazione
V E R I F I C A
GLI OBIETTIVI SPECIFICI SONO ESPRESSI IN TERMINI DI PRESTAZIONI /COMPORTAMENTI
OSSERVABILI E MISURABILILE PRESTAZIONI SONO SOGGETTE A
![Page 36: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/36.jpg)
La valutazione
• CORRESPONSABILITÀ (nel team docente)
• COERENZA (con gli obiettivi e le attività programmate)
• TRASPARENZA (chiarezza, semplicità, esplicitazione dei percorsi)
si fonda su criteri di
![Page 37: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/37.jpg)
• PROMOZIONALE (pieno sviluppo della personalità dell’alunno)
• FORMATIVO (concorre a modificare e rendere efficace il percorso didattico) • ORIENTATIVO (stimola la consapevolezza degli stili di apprendimento di ciascun alunno)
ha carattere
![Page 38: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/38.jpg)
La valutazioneStrumento della programmazione
consente di
regolare• i processi di apprendimento-insegnamento
rilevare•la qualità del servizio scolastico•il miglioramento dell’efficacia dell’azione didattica
FUNZIONEFORMATIVA
DA VALUTAZIONE DEGLI ESITIA
VALUTAZIONE DEI PROCESSI
![Page 39: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/39.jpg)
QUALI FUNZIONI ASSOLVE?
regolazione
comunicazione
certificazione
![Page 40: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/40.jpg)
OSSERVANDOl’attenzionela partecipazionela relazionalità
ASCOLTANDO
la letturagli interventi spontanei o su domandale esposizioni
Durante una giornata scolastica l’insegnante verifica in più modi
![Page 41: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/41.jpg)
PROPONENDO ESERCITAZIONIesercizi applicativisoluzione di problemi
PONENDO DOMANDE
controllo della comprensioneinferenze
INTERVENENDO DURANTE IL LAVORO DI GRUPPOrilevando difficoltàaiutando la risoluzione delle difficoltàreperendo dati sull’interazione all’interno del gruppo
![Page 42: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/42.jpg)
LA VALUTAZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
NON DEVE• assumere rigidi criteri di tipo quantitativo in termini di prestazioni verificabili
DEVE• correlarsi alle variabili di contesto,alla
processualità del rapporto potenzialità-competenze- -traguardi-sviluppo
• salvaguardare l’interconnessione dei diversi campi di esperienza
![Page 43: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/43.jpg)
SCHEMA DI BATTERIE DI PROVE DI VERIFICACinque tipi di prove
•prova a scelta binaria si dà uno stimolo il bambino risponde vero o falso-sì o no
•prova a scelta multipla scelta tra più possibilità
•prova a corrispondenza scelta di corrispondenza tra un dato e un altro
•prova a completamento enunciato con termini assenti
•prova a saggio breve istruzioni per inventare o comporre qualcosa
![Page 44: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/44.jpg)
Esempi dei cinque tipi di batteria Prova a scelta binaria• L’eruzione di un vulcano è un fenomeno geologico? vero falso • Con il calore il corpo si restringe? vero falso• La scuola è vicina alla stazione? vero falsoProva a scelta multipla• Nelle famiglie del quartiere prevalgono quelle con 2 3 4 o più figli?
Prova a corrispondenzaMetti in corrispondenza ambiente e abitatore
Cielo SoleMare FedeliTerra AironeCasa FamigliaChiesa Lucertola Rana
Prova a completamento• Secondo i documenti del………… la costruzione più antica del………………………………………..è…………………………Prova a saggio breve• Descrivi il ciclo biologico, con tutte le fasi, di una rana o di una gallina (può essere anche un’esposizione orale)
![Page 45: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/45.jpg)
tabella raccolta datiAlunni
Obiettivi
Obiettivo 1
Obiettivo
2
Obiettivo 3
Obiettivo
4
Obiettivo
5
Obiettivo 6
……...
……...
……...
……...
……...totali in %
Osservazioni:……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
![Page 46: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/46.jpg)
• Obiettivo della verifica (correlato con gli obiettivi specifici dell’Unità)
• tempo concesso per lo svolgimento della prova
• descrizione della prova (allegato in bianco)
• criteri di attribuzione del punteggio/valutazione
• griglia per la raccolta dei risultati
• scala di valutazione (passaggio dal punteggio grezzo al giudizio)
• Un esempio: IL PROTOCOLLO DI VERIFICA di ogni singola prova
![Page 47: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/47.jpg)
I bambini dovranno essere in grado di:• Muoversi e posizionarsi nello spazio fisico seguendo indicazioni che usino i concetti polari di dentro/fuori, sopra/sotto, davanti/dietro e destra/sinistra•Individuare la posizione di un punto sul piano cartesiano date le coordinate•Indicare le coordinate di un punto dato sul piano cartesiano•Tracciare su un foglio quadrettato un semplice percorso partendo dalla descrizione verbale •Descrivere un semplice percorso tracciato su un foglio quadrettato• Eseguire un semplice percorso partendo dalla descrizione verbale •Dare istruzioni a qualcuno per compiere un semplice percorso
• Un esempio: Obiettivi della verifica
![Page 48: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/48.jpg)
2 schede con esercizi sulle coordinate cartesiane:•nel primo i bambini devono individuare la posizione di alcuni oggetti sul piano cartesiano e disegnarli nella casella corrispondete in base alle coordinate date; •nel secondo devono indicare le coordinate di alcuni oggetti disegnati su un piano cartesiano. (vedi allegato)
•1 percorso da tracciare su un foglio quadrettato secondo le indicazioni date (vedi allegato)
•1 percorso da descrivere osservando un percorso già tracciato su un piano quadrettato (vedi allegato)
•attività motorie in palestra monitorate attraverso delle Checklist
Un esempio: descrizione della prova
![Page 49: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/49.jpg)
Prova 1.a. , 1.b.Ad ogni istruzione eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 5 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 3/5.Prova 2. , 3
Ad ogni istruzione eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 7 punti. La prova si ritiene superata con punteggio di 5/7.
Prova 4.a.Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo 8 punti.
La prova si ritiene superata con punteggio di 5/8.Prova 4.b.
Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 4 punti per la capacità di eseguire un percorso e 4 punti per la capacità dare istruzione per compiere
un percorso. La prova si ritiene superata, in entrambe i casi, con punteggio di 2/4.Prova 4.c.
Ad ogni abilità eseguita correttamente viene dato 1 punto per un massimo di 13 punti. La prova si ritiene superata con punteggio di 7/13.
Ogni obiettivo specifico deve essere valutato singolarmente
Un esempio: criteri di attribuzione del punteggio/valutazione
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Se un obiettivo fosse valutato con diverse prove,
i dati quantitativi ottenuti (punteggio grezzo)
rispetto al punteggio raggiunto da ogni bambino
a tutte le prove vengono poi tradotti in giudizi
rispettando i seguenti parametri 0/5 = non valutabile
6/10 = molto scarso
11/15 = scarso
16/20 = molto insufficiente
21/25 = insufficiente
26/29 = appena insufficiente
30 = sufficiente
31/35 = discreto
36/40 = buono
41/45 = distinto
45/50 = ottimo
Un esempio: scala di valutazione (passaggio dal punteggio grezzo al giudizio)
![Page 51: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/51.jpg)
I risultati delle prove vengono presentati attraverso tabelle a doppia entrata, istogrammi a
colonne verticali e diagrammi a torta.
Un esempio: presentazione dei risultati
![Page 52: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/52.jpg)
Analisi quantitativaOsservando i dati raccolti nella griglia dei risultati dell’Ob. 1,
rileviamo che i bambini hanno totalizzato, su una scala di punteggio che va da 0 a 50, un punteggio compreso tra 38 e 50
e che la maggior parte di loro ha totalizzato, addirittura,
un punteggio tra 46 e 50.
I dati percentuali infatti riportano che il 70% dei bambini totalizza un punteggio tra 46 e 50; il 25% un punteggio tra 41 e
45 e solo il 5% un punteggio di 38.
Se andiamo ad osservare i punteggi di ogni singola prova rileviamo che i punteggi più bassi e più disomogenei sono stati
ottenuti nelle prove relative al percorso….Il massimo punteggio è stato, invece, ottenuto da tutti …………….
Un esempio: valutazione e riflessione
![Page 53: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/53.jpg)
Analisi qualitativaVolendo fare un’analisi qualitativa dei risultati ottenuti osserviamo che il
70% dei bambini ha ottenuto un giudizio di ottimo, il 25% di distinto e il 5% di buono. Risulta, quindi, che non si presenta nessuna insufficienza e che i risultati sono molto soddisfacenti.
Andando a esaminare i risultati disomogenei e meno positivi ottenuti nelle prove sul percorso scopriamo che qualche bambino ha
ancora difficoltà nel discriminare la destra dalla sinistra ma, soprattutto, che per loro girare significa non solo ruotare il corpo ma anche camminare; in questo modo, quindi, non riescono a rispettare il
numero dei passi da eseguire dopo l’istruzione di girare. Per questo motivo, al termine delle prove, ho ribadito ai bambini che girare non
significa anche procedere in avanti ma soltanto ruotare il corpo.
Per concludere possiamo affermare che la prova è stata ampiamente superata da tutti i bambini e che è stato raggiunto in modo molto
soddisfacente l’obiettivo.
Un esempio: valutazione e riflessione
![Page 54: Corso di Laurea Scienze della Formazione Primaria Università degli Studi Roma Tre](https://reader035.vdocuments.site/reader035/viewer/2022062500/56815294550346895dc0b8ff/html5/thumbnails/54.jpg)
FASE 3 - IL PROGETTO IN ATTO: LA REALIZZAZIONE
Durante lo svolgimento di tutto il progetto si utilizzeranno le Note sul campo di Corsaro, come
osservazione partecipante.
Solo prima di iniziare il progetto
NOTA METODOLOGICA
Ogni incontro, al termine dello stesso
NOTE SUL CAMPO
NOTE PERSONALI
Conclusione di ogni unità
RIFLESSIONI METODOLOGICO-DIDATTICHE sull’andamento del percorso PER BILANCIO
INTERMEDIO ED EVENTUALI AGGIUSTAMENTI IN ITINERE, tramite la lettura critica delle note sul campo.