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CORSO DI INGRESSO PER VOLONTARI PC LEZIONE 6: PARTE PRIMA CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE GRUPPO VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE DI PONTEVICO – BS -

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CORSO DI INGRESSO PER VOLONTARI PC. LEZIONE 6: PARTE PRIMA CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE. GRUPPO VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE DI PONTEVICO – BS -. CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE. I campi che la Protezione Civile si trova a dover installare in situazione di emergenza sono in genere di due tipi: - PowerPoint PPT Presentation

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CORSO DI INGRESSO PER VOLONTARI PC

LEZIONE 6: PARTE PRIMACAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

I campi che la Protezione Civile si trova a dover installare in situazione di emergenza sono in genere di due tipi:

Campo di Accoglienza

Campo di Ammassamento

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaE’ il classico campo profughi dove ospitare

momentaneamente la popolazione sfollata dalle proprie abitazioni.

E’ il primo rifugio dato alla popolazione, e lo rimane fino a quando una sistemazione più consona non viene trovata.

In genere dovrebbe essere già stato individuato nel Piano di Emergenza Comunale e quindi comunicatoci dal Sindaco o dal ROC.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaLe caratteristiche su cui basarsi per individuare un’area

adatta alla realizzazione di un campo, di accoglienza e/o di ammassamento, sono in genere:

- Dimensioni sufficientemente ampie- Esistenza di opere di drenaggio- Allacciamento esistente con la rete elettrica, idrica e

fognaria- Eventuale presenza di illuminazione notturna- Esistenza di vie di accesso- Presenza di aree adiacenti (parcheggi, etc) da utilizzarsi

come supporto al campoLa zona ideale può soddisfare tutte o parte di queste

caratteristiche essenziali (es. Campi da Calcio)

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaSi distinguono come luoghi di prima accoglienza:1) Strutture di prima accoglienza(Municipio, Scuole, Palestre, etc)2) Insediamenti abitativi di emergenza(alloggi a disposizione dell’Ente Locale, alberghi)3) Tendopoli(e container, dislocati dai servizi di emergenza)

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaFacciamo un esempio pratico: nel Comune di Pontevico le strutture

di prima accoglienza sono -Palestra Comunale sita in via Cavalieri di Vittorio

Veneto -Sede delle Associazioni in Piazzetta Garibaldi sita in

via Ottaviano di Pontevico -Scuola Media “Giovanni XXIII” sita in via Ottavio di

Pontevico -Scuola Elementare “Mario Cicognini” sita in via

Cicognini -Scuola Materna “Filippo Ugoni” sita in via Servolta

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaMentre le aree indicate come idonee per l’installazione di

una tendopoli sono Piazzale ex-Scalvenzi Nuovo Stadio Comunale, in località MesaNessun insediamento abitativo di emergenza è

chiaramente individuato nel Piano, che accenna solamente a strutture Pubbliche o Private, quali ad es. l’Albergo il Gelso ed il Ristorante-Albergo dell’Angelo

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaRiassumendo, il campo di accoglienza serve a “radunare” la

popolazione evitandone la dispersione in piccoli gruppi difficilmente controllabili, mantenendola in luoghi considerati sicuri rispetto all’evento calamitoso in atto in quel momento.

Altro esempio: a seguito di un terremoto la popolazione viene sfollata, ed il suo ritorno alle proprie abitazioni, anche solo per prendere oggetti personali deve avvenire con la supervisione ed il consenso dei Vigili del Fuoco, che ne attestino la possibilità di frequentare l’abitazione nei limiti di sicurezza.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AccoglienzaLa dislocazione del campo di accoglienza, nel caso

di una tendopoli o campo container, dovrà inoltre considerare l’adeguata distanza da mantenere da un’eventuale campo di ammassamento, in modo da non pregiudicare la sicurezza e la tranquillità della popolazione durante le operazioni svolte dalle squadre di volontari.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoE’ quello destinato ai volontari, ai loro mezzi e

materiali utilizzati per le operazioni di soccorso e consolidamento dell’emergenza.

Soccorritori e popolazione, come già accennato, è bene non vengano mai direttamente a contatto, intendendo che nel campo di ammassamento non è consentito l’ingresso ai non autorizzati.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoL’organizzazione di un campo di ammassamento deve

essere ben studiata per utilizzare nel migliore dei modi lo spazio a disposizione dei soccorritori.

In genere ci si riferisce ad una organizzazione MODULARE degli spazi, dislocando nello spazio disponibile i singoli MODULI dei quali si conoscono già le dimensioni ed il numero di volontari che li occuperanno.

La gestione modulare facilita quindi l’individuazione di aree omogenee all’interno dell’area destinata a campo di ammassamento, tra le quali va da sé si genereranno i percorsi carrabili per il passaggio dei mezzi di soccorso.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoIn particolare, il modello modulare deve prevedere:- Pochi percorsi carrabili, protetti e muniti di materiale

adatto ad evitare lo sprofondamento delle ruote dei mezzi;

- Dislocazione dei moduli magazzino ai bordi del campo per un migliore accesso da parte dei mezzi pesanti;

- Parcheggi per i mezzi privati disposti all’esterno del campo, per i quali l’accesso al campo risulta interdetto;

- Tubazioni e cablaggi eseguiti in superficie e non interrati, eventualmente riparati nel caso di attraversamento della rete carrabile;

- Limitare l’accesso ai moduli tenda solo ai mezzi piccoli.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoVediamo ora un esempio di struttura modulare di un campo

di ammassamento

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILELEGENDA

01 Portineria (roulotte) 02 Segreteria (modulo

segreteria) 03 Torre faro piccola 04 PMA (pneumatica 4

archi) 05 Alloggio conduttori

campo (pneumatica 4 archi)

07 Alloggio conduttori campo (pneumatica 5 archi)

09 Torre faro media 10 Tendo struttura

REFETTORIO 12 Pedane in legno per

pavimento 13 Modulo cucina 15 Container 10” 18 Cella frigorifera 20 Moduli bagni 21 Moduli bagni 22 Roulotte appoggio 23 Gruppo elettrogeno 24 Gruppo elettrogeno 25 Gruppo elettrogeno 26 Magazzini 27 Alloggi volontari 29 Estintori

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoVediamo ora un esempio di campo realizzato da noi…

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Modulo ABITATIVO

Modulo REFETTORIO

Modulo SEGRETERIA

Modulo PMA

PARCHEGGIO MEZZI

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoCome avremo notato, la disposizione dei moduli segue una

struttura gerarchica simile a quella che abbiamo già incontrato parlando della legislazione e della struttura di comando del Gruppo.

Partendo dall’ingresso al campo, prima vengono i moduli di comando e la segreteria, successivamente i moduli dei capisquadra, o conduttori del campo, e defilati i moduli abitativi dei volontari.

Defilati non si intende “messi da parte”, bensì volutamente lontani dalla zona di passaggio dei soccorsi, in modo che i volontari momentaneamente non impegnati in azioni non intralcino le operazioni in corso o si trovino in una situazione di pericolo al passaggio dei mezzi.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoLa realizzazione di un campo di ammassamento prevede

quindi l’installazione immediata della segreteria, nella quale si insedia il CAPO CAMPO con il proprio staff di supporto.

Ogni volontario è tenuto a registrarsi il prima possibile presso la segreteria, operazione fondamentale per conoscere la reale composizione del campo in termini di uomini e mezzi e per organizzare gli interventi.

La prima attività che in genere viene richiesta al volontario è quella di aiuto durante le operazioni di montaggio della tendopoli, specialmente dei moduli abitativi. Per gli altri moduli (cucina, PMA, etc.) squadre specializzate sono autosufficienti.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoTerminate le operazioni di soccorso si procede allo

smontaggio del campo. Operazione a volte ritenuta banale ma di fondamentale importanza per le emergenze future.

Le operazioni di smontaggio devono essere eseguite con la massima calma, evitando frenesia dettata dal ritorno a casa.

Particolare attenzione deve essere posta affinché tutti i materiali siano raccolti e riportati in sede, evitando di maneggiarli con poca delicatezza, che può causare il danneggiamento del materiale o addirittura creare situazione di pericolo ai volontari addetti allo sgombero.

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CAMPO DI PROTEZIONE CIVILE

Campo di AmmassamentoSuccessivamente al rientro presso la propria sede,

ricordiamoci, come più volte detto, di controllare tutto il materiale, effettuare i rabbocchi e le riparazioni necessarie.

Solo così saremo veramente pronti ad affrontare un’altra situazione di emrgenza.

FINE PRIMA PARTE

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LEZIONE 6: PARTE SECONDARISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Alcune definizioni INONDAZIONE: fenomeno di invasione ed espansione

delle acque su vaste aree prodotto da una rottura o sormonto dell’argine naturale o artificiale, connesso ad un evento di piena di un corso d’acqua.

I territori coperti dalle acque sono inondati, mentre il corso d’acqua che esce dal suo letto esonda. Il termine più generale “alluvione” viene utilizzato per indicare tutti i danni prodotti da un evento di piena di un corso d’acqua.

PIENA (di un corso d’acqua): si intende il fenomeno del rapido sopraelevamento della superficie libera dovuto all’aumento della portata che a sua volta è causato da precipitazioni di forte intensità. Il sopraelevamento del pelo libero può essere determinato molto spesso da ostacoli presenti nel suo alveo.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Argini e loro rinforzo Negli ultimi anni le ondate di piena si sono sempre fatte

più frequenti, con durate temporali più brevi ma con volumi d’acqua sempre consistenti.

Ricordiamo che il livello dell’acqua può essere determinato non solo dalla quantità di pioggia caduta, ma pure dalle condizioni del fiume che può risultare ostruito da oggetti che ne diminuiscono la sezione di passaggio.

ARGINE: L’argine è un’opera di sbarramento che delimita la sede di acque sia correnti che stagnanti. L’argine è una barriera di contenimento dell’alveo del fiume (solco del terreno entro cui esso scorre), di origine naturale o artificiale.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Argini e loro rinforzo La regola prevede che gli argini che

proteggono il piano di campagna inondabile siano più alti di almeno 1 metro rispetto alla massima piena conosciuta

Per un’efficace protezione dalle acque, oltre alla capacità di contenimento delle masse e alla resistenza all’erosione è importante che gli argini presentino la minima permeabilità.

Vediamo quindi le parti fondamentali di un argine

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

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Scarpa interna

Cresta Scarpa esterna

Banca

SottoBanca

AlveoArgine Golenale Golena

Argine Maestro

Piano di Campagna

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

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Livello di piena

Linea Piezometrica o di Imbibizione

Zona Imbibita

Con la piena, l’acqua sale di livello e infiltrandosi nel terreno che costituisce la scarpata interna lo imbibisce; la linea ideale di demarcazione tra la zona imbibita e quella che non lo è viene detta linea di imbibizione

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNIArgini e loro manutenzione L’argine deve essere sempre e solo ricoperto da un manto

erboso. L’erba, forma una “cotica” in grado di ridurre notevolmente la capacità di erosione dell’acqua durante le piene.

Evitare che sui pendii e sulla sommità dell’argine crescano cespugli o alberi. Contrariamente a quanto si crede le radici di alberi ed arbusti non proteggono l’argine dall’erosione perché non permettono una copertura omogenea con un manto erboso.

Nel caso in cui si verifichino piene di lunga durata, è possibile che l’argine inzuppato ceda per sfiancamento. Per evitare questo fenomeno, esiste la tecnica della stesura dei teli di plastica impermeabilizzanti che, aderendo alla parete dell’argine stesso dalla parte della golena, bloccano le infiltrazioni di acqua. La presenza di cespugli non permette l’aderenza di questi teli di plastica rendendo inefficace questa tecnica.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Conseguenze di un sormonto Si ha un sormonto dell’argine quando il livello dell’acqua

lo supera in altezza. In questo caso l’acqua comincia a riversarsi sul piano di

campagna sottoforma di piccole cascate o ruscelli. Man mano che il fenomeno continua, il piede dell’argine

dal piano di campagna si imbibisce e viene eroso, portando alla fine al cedimento per crollo del tratto interessato.

Il fenomeno è tanto più favorito dalla assenza del manto erboso adeguato.

Una possibile causa di sfiancamento con conseguente sfondamento dell’argine può essere dovuto al passaggio sull’argine di mezzi pesanti durante la fase di piena: la zona imbibita più fragile cederà sotto il peso.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNII Fontanazzi Questo fenomeno è generato dall’innalzamento del livello

delle acque rispetto al piano di campagna. L’acqua, infilandosi in falde sabbiose affioranti nel piano di campagna (o più semplicemente seguendo un buco scavato da animali come tana), esce formando uno zampillo.

Il principio di funzionamento non è null’altro che quello dei vasi comunicanti.

Il pericolo di questo fenomeno è dovuto alla forza dell’acqua che trascinando con se la sabbia della falda, allarga il canale sotterraneo nel quale scorre fino a far crollare l’argine sovrastante con la conseguente inondazione della pianura. I fontanazzi più pericolosi sono quelli addossati o nelle vicinanze dell’argine. A questi deve essere dedicata la massima attenzione nel rallentare il flusso d’acqua.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNII Fontanazzi: come rilevarli Nel piano campagna si noterà una piccola fontanella e in base

alla torpidità dell’acqua si valuterà la pericolosità. Uno zampillo di acqua limpida indica la presenza di acqua

risorgiva o di un probabile futuro fontanazzo pericoloso per l’argine che dovrà essere tenuto sotto controllo.

Uno zampillo di acqua torbida indica la presenza di fontanazzi da contenere immediatamente. In questo caso il flusso proveniente dal corso d’acqua provoca erosione all’interno dell’argine.

Metodi di intervento Fermando il movimento dell’acqua si evita l’erosione; per far

questo lo zampillo sarà circondato da un muro di contenimento realizzato con sacchi di sabbia. Poiché parte dell’energia viene perduta nell’infiltrazione non è necessario raggiungere il livello del pelo libero dell’acqua: normalmente l’altezza della coronella non supera il metro.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

I Fontanazzi La loro dimensione sarà tanto più modesta più ci si

allontana dall’argine, sempre per via del legame tra pressione di zampillo e livello delle acque.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNICostruzione di una CORONELLA L’accurato assemblaggio della base è fondamentale per l’efficacia

dell’intera coronella. I sacchi non vanno deposti con “grazia” ma gettati con forza in modo che si adattino al terreno e modellati premendovi sopra con i talloni.

Sistemato il primo sacco a sufficiente distanza dallo zampillo del fontanazzo, il seguente viene gettato in modo che il bordo gli si sovrapponga leggermente (una ventina di centimetri) e ben assestato pestandolo con il tallone del piede.

Allo stesso modo si procede con i sacchi successivi. Si posizionano sempre uno alla volta assestandoli singolarmente (non si posizionano più sacchi cercando di sistemarli poi tutti assieme: con la sabbia bagnata è molto difficile modellarli!!!).

L’ultimo sacco del giro va assestato con cura. Il posizionamento e l’assestamento dei sacchi viene eseguito da 1 o al massimo 2 operatori; gli altri si occupano di predisporre i sacchi, portarli sul posto e passarli a chi li posiziona.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNICostruzione di una CORONELLA Terminato il primo strato di sacchi e verificato che non ci

siano perdite eccessive si comincia il secondo, sovrapponendolo al primo ed eseguendolo allo stesso modo. Occorre però non far coincidere le fessure (o fughe) fra i sacchi, vanno quindi disposti sfalsati rispetto a quelli sottostanti. Se necessario, la superficie dei sacchi può essere bagnata per aumentarne il loro assestamento.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNICostruzione di una CORONELLA Vediamo schematicamente come ci si deve comportare

durante la fase di posizionamento dei sacchi, fase che deve consentire il più rapido tempo di intervento cercando di limitare al massimo il dispendio delle energie dei volontari.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNIEsempi di CORONELLE Vediamo alcuni esempi.

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LEZIONE 6: PARTE TERZAWEB & COMMUNICATIONS

“Prima pensiamo all’immagine poi facciamo l’intervento…”

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Risorse WEB di P.C. Per chi dispone di un collegamento internet

sono presenti in rete vari ausili informativi dai quali reperire informazioni sulla normativa, gli eventi e lo stato di eventuali emergenze.

In primis, il sito del Dipartimento di Protezione Civile e quello dell’Unità di Crisi Regionale, nonché il NOSTRO sito internet del quale ricordiamo gli estremi:

www.protezionecivilepontevico.it

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Il nostro SITO INTERNET Nel nostro sito sono presenti le sezioni relative

alle comunicazioni urgenti, alla manualistica, ai turni operativi delle squadre e per i nostalgici quella dell’archivio fotografico.

Molto importante la piccola scheda della situazione odierna, dove viene segnalato lo stato di criticità attuale.

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RISCHIO IDROGEOLOGICO - CENNI

Il nostro SITO INTERNET Vediamo in breve come si compone la Homepage:

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GLI ORGANIZZATORI RINGRAZIANO CALDAMENTE TUTTI QUANTI HANNO RESO POSSIBILE QUESTO PROGETTO E TUTTI QUANTI LO HANNO SEGUITO FINO IN FONDO

Doveroso ringraziamento al notebook di Riccardo che con grande sprezzo del pericolo e valorosamente ci ha lasciati a piedi nel mezzo del nostro cammino!

GRAZIE A TUTTI

FINE

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