corso di aggiornamento per docenti la didattica dellastronomia al planetario di caserta lunedì 5...
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Corso di aggiornamento per docenti“La didattica dell’Astronomia al Planetario di
Caserta”Lunedì 5 settembre – Mercoledì 7 settembre 2011
Approccio metodologico esperienziale all’astronomiaQualche principio generale
Pietro Di LorenzoPlanetario di Caserta
SommarioSommario- Il Planetario di Caserta
- Offerta didattica
- Struttura delle lezioni /spettacolo
- La didattica della scienza: problemi e metodi
- Strategie per proposte laboratoriali
• 5 proiettori DLP5 proiettori DLP
• Dolby Surround 5.1Dolby Surround 5.1
• cluster di 7 computercluster di 7 computer
• In Space SystemIn Space System
• linguaggio programmazione ad linguaggio programmazione ad
oggettioggetti
• possibilità di generazione di possibilità di generazione di
script originaliscript originali
• database di 1.200.000 stelle, database di 1.200.000 stelle,
oggetti 3Doggetti 3D
• aria condizionata e forzataaria condizionata e forzata
Il Planetario: com’è fattoIl Planetario: com’è fatto
I proiettori
La plancia di controllo e comando
La didattica del PlanetarioLa didattica del PlanetarioA. Come prenotare la visita
B. Struttura delle lezioni /spettacolo
C. Le possibili lezioni / spettacolo
• Scuole dell’Infanzia
• Scuole Primarie
• Scuole Secondarie di Primo Grado
• Scuole Secondarie di Secondo Grado
La didattica del PlanetarioLa didattica del PlanetarioA. Come prenotare la visita
1.Richiedere via mail o fax la prenotazione (data, orario, classe, lezione scelta)
2.Ricevere la conferma della prenotazione
3.Pagare l’importo e inviare la ricevuta via fax o via mail
La didattica del PlanetarioLa didattica del Planetario• Giorni: dal Martedì al Venerdì• Orari: dalle 9 alle 18• Capienza: fino a 41 studenti e docenti• Prezzi:
€ 180 a lezione € 150 a lezione
(scuole Primarie e Secondarie Primo Grado della Città di Caserta)
lezioni successive alla prima nella stessa giornata: 4,5 € a studente (2 docenti gratis)
La didattica del PlanetarioLa didattica del PlanetarioB. Struttura delle lezioni /spettacolo
1. Presentazione del Planetario (2’30’’)
2.Almanacco del giorno: costellazioni visibili, loro miti e stelle; eventuali oggetti del cielo profondo, pianeti, transito della Luna, alba e tramonto del Sole, posizione del Sole nello Zodiaco (4’-5’)
3.Lezione / spettacolo scelta (40’)
4. Momento di sintesi / brain storming (5’)
Punti di criticità del Planetario
Punti di criticità del Planetario- lavoro continuo
- costi / difficoltà di gestione
- prospettive breve / medio termine
- mancanza di una rete istituzionale
- limitazione negli spazi
Punti di forza del Planetario
Punti di forza del Planetario- livello tecnologico molto superiore a
quello delle playstation
- sforzo per parlare la lingua dei “nativi digitali”
- incuriosire, appassionare, stimolare
- flessibilità / adattabilità / on-demand
- filosofia del lavoro in rete
- affiancamento al docente
- approccio parallelo: laboratorio esperienziale
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storia(1861 – 1960): diffusione dei “gabinetti scientifici”
(anche in provincia!)
Esempio: Istituto Provinciale Agrario di Caserta (poi Regio Istituto Tecnico “G. Garibaldi”)
Collezioni del Museo “Michelangelo” di Caserta
- docenti di “spessore” universitario- strumenti di precisione e sensibilità “scientifica”- pochi studenti- molto tempo a disposizione.
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storiaGalvanometro astatico
di Nobili.F. De Palma, Napoli, 1864
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storia
Spettroscopiofine sec. XIX
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storiaPirelli, Milano –
Spezia, 1902
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storiaMetodologia (1861 – 1960):
- lezione “frontale” - nessuna multimedialità (neanche foto a colori!)
- strumenti “inavvicinabili”- dimostrazione collettiva rituale (docente) del fatto sperimentale
- simulazione rigorosa del metodo scientifico
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storiaFirenze, Istituto Tecnico Toscano, 1910
Didattica della scienza: storia
Didattica della scienza: storiaLezione di
Fisica, Istituto Tecnico Toscano, Firenze
Alinari s.d.
Didattica della scienza: recente
Didattica della scienza: recente(1960 - ):
- laboratorio a scuola: pochi, spesso poco e male funzionanti;
- strumenti di precisione e sensibilità “didattica”;
- molti studenti (scuola di massa);
- poco tempo a disposizione;
- introduzione della “virtualità”: filmati, VHS, TV, PC, apparati di simulazione.
Didattica della scienza: recente
Didattica della scienza: recenteMetodologia:
- lezione sostanzialmente “frontale” - spinta alla multimedialità / virtualità accessoria (la tecnologia risolve tutti i problemi!!!!)- mancanza di concretezza- narrazione del fatto sperimentale- semplificazione procedurale del processo scientifico osservazione fenomeno intuizione geniale deduzione “magica” della formulazione matematica
Lo studente oggiLo studente oggi
- generazione digitale- esperienze multimediali solide e prolungate
- sviluppate competenze ipertestuali / multidisciplinari
- mancanza di concretezza / fisicità- difficoltà di attenzione / concentrazione
- buone capacità di studio / lavoro in gruppo
-
OCSE PISA 2009OCSE PISA 2009
Campione italiano rappresentativo
- di tutte le regioni
- di tutti gli indirizzi di studio
totale di 1.097 scuole, 30.905 studenti
Prove Invalsi
OCSE PISA 2009: MATEMATICA
OCSE PISA 2009: MATEMATICAItalia: 483
OCSE: 496
OCSE PISA 2009: MATEMATICA
OCSE PISA 2009: MATEMATICA
OCSE PISA 2009: SCIENZEOCSE PISA 2009: SCIENZEItalia: 489
OCSE: 501
OCSE PISA 2009: SCIENZEOCSE PISA 2009: SCIENZE
Ruolo docente nell’AutonomiaRuolo docente nell’Autonomia- carico di lavoro quotidiano /curricolo;
- difficoltà di comunicazione con gli studenti “digitali”- dinamiche dirigenza / docenti e docenti / docenti- mutato rapporto scuola / famiglia- carenza di fondi / strutture / strumenti- autoformazione.
Obbligo morale e deontologico. Forti motivazioni personali eroico sforzo individuale di propulsione
La Ricerca – Azione (I)La Ricerca – Azione (I)Kurt Lewin (action-reserch, 1940 – 1950)
“Teoria di campo”: - la comprensione di fenomeni sociali e psicologici dipende dall’osservazione dinamica di forze agenti
- i comportamenti dipendono dalla configurazione del campo psicologico a quel dato momento.
La Ricerca – Azione (II)La Ricerca – Azione (II)- Ricerca: momento di conoscenza scientifica della realtà- Azione: contributo all’attivo cambiamento di essa.
Coniugare sperimentazione e finalità applicative
Ricercare mentre si interviene / intervenire mentre si comprende.
Teorie scientifiche e pratica devono intrecciarsi
I ricercatori / membri della comunità devono utilmente cooperare e condividere bisogni, competenze e risorse.
R-A: modello procedurale ciclico
R-A: modello procedurale ciclico- Formulazione ipotesi e obiettivi
- Attuazione azioni trasformative- Verifica effetti intervento- Aggiustamento- Riformulazione ipotesi e obiettivi
Criterio guida: utilità attuale e potenziale, rilevanza sociale del cambiamento introdotto
Differenze col metodo “ricerca scientifica”.
Ricerca - Azione: fasi del lavoro
Ricerca - Azione: fasi del lavoro- Programmazione
- Attuazione- Verifica attività e procedure
Utilizzo di competenze e risorse differenti.
Contestualizzazione continua
Criticità del metodo: - impossibile generalizzare- numeri statisticamente non significativi- lavoro continuo di studio / programmazione
Ricerca - Azione: punti di forza
Ricerca - Azione: punti di forza- è procedura flessibile;
- comporta verifica sistematica di tutte le sue fasi;
- offre conoscenza molto approfondita della realtà;
- consente integrazione tra conoscenza teorica e la su applicazione;
- produce effetti già durante attuazione.
Esperienze nazionali e locali
Esperienze nazionali e locali- progetto SeT (MIUR, 1998 – 2001)
- progetto Lauree Scientifiche (2005 – 2010)
- progetto Mat@bel- prof. Smaldone, Corsi in Uganda - Progetti L. 6/ 2000 Scientia Magistra Vitae
- progetto MUSE (prof. E. Sassi)
Obiettivi comuni:- migliorare didattica scienza / tecnologia
- formazione docenti- accrescere competenze scientifiche base studenti
MUSEMUSEMore Understanding with Simple
ExperimentsSviluppato in European Physics Society
(2008).
Obiettivi principali:– suscitare interesse e curiosità negli
studenti con esperimenti semplici e materiali “poveri”;
– stimolarli per ottenere comprensione accurata dei fenomeni;
– proporre agli insegnanti approcci e mezzi da utilizzare nella pratica di classe ampliando gamma delle loro scelte.
MUSEMUSEDestinatari primari:- insegnanti in servizio- pre-servizio insegnanti- ricercatori in didattica della fisica e in pedagogia
Ricadute “indirette”: - studenti- cittadinanza
AVEAVEValore Aggiunto nell’Educazione.
Punti cruciali: discussioni, proposte, ricerche su
possibili come favorire la comprensione degli studenti;
evidenziare ragionamenti ingenui in conflitto con la conoscenza fisica;
dar rilievo ad aspetti del fenomeno spesso non presentati nel materiale didattico.
AVE: strategieAVE: strategieVerso gli studenti:1) appropriarsi degli esperimenti
2) sollecitare punti di vista differenti, personali e originali
3) sviluppare capacità di discussione critica col docente
4) discussione collettiva su come il “senso comune” spiega il fenomeno.
AVE: appropriarsi degli esperimentiAVE: appropriarsi degli esperimenti- favorire l'integrazione degli esperimenti nei processi di insegnamento;
- organizzare esperienze facili da assemblare, usando oggetti facili da reperire a basso costo o riciclati; - motivare e coinvolgere: (ricerca materiali, preparazione apparati e realizzazione diretta esperimento).
AVE: apprezzare punti di vista “altri”AVE: apprezzare punti di vista “altri”-organizzare fasi apprendimento (domande su fenomeni, previsioni esperimenti, risultati modelli); - costruire applicazioni in contesti diversi confronto risultati;-comunicare / formalizzare per trovare punti in comune / differenze utili collegare altri argomenti;- familiarizzare con diversi approcci (cosa succede se si cambia?) identificare variabili rilevanti e parametri; - affrontare criticità e argomentazioni “rituali” che possono indurre comprensioni fuorvianti.
AVE: discutere tra/con gli studentiAVE: discutere tra/con gli studenti- far emergere idee ingenue e schemi di ragionamento inappropriati; - innescare dinamiche cognitive interattive mediante strategie di apprendimento tra pari e condivisione di punti di vista; - affrontare ed interagire con idee, strutture mentali e processi profondamente radicati nell'esperienza dello studente.
AVE: problemi comuni e domandeAVE: problemi comuni e domandeDevono servire come:- esempi di criticità nella comprensione del fenomeno;
- ricerca di plausibili motivazioni sottostanti il fenomeno attraverso il riferimento a dati sperimentali e ai modelli;
- collegamento ad altri fenomeni simili.
AutoformazioneAutoformazione
Allenarsi “duramente” all’incontro con lo studente!