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VERONA
Corso breve di formazione per docenti di sostegno non specializzati
Prima giornata 27 ottobre 2017 Seconda giornata 10 novembre 2017
Prof.ssa Concetta Pacifico Dirigente scolastica
Prof. Flavio Dal Bosco Docente di sostegno
Prima giornata
• L’inclusione degli alunni con disabilità
• La relazione educativa come strumento di comunicazione e di mediazione con tutti gli attori della rete
• Il ruolo dell’insegnante di sostegno
• Utilizzo delle tecnologie per l’apprendimento.
Seconda giornata
• La normativa
• Svantaggio e diversità
• L’apprendimento difficile
• La gestione della documentazione: certificazione, diagnosi PEI.
Terza/quarta giornata
• L’inclusione degli alunni con disabilità
• La relazione educativa come strumento di comunicazione e di mediazione con tutti gli attori della rete
• Il ruolo dell’insegnante di sostegno
• Utilizzo delle tecnologie per l’apprendimento.
• La normativa
• Svantaggio e diversità
• L’apprendimento difficile
• La gestione della documentazione: certificazione, diagnosi PEI.
SONDAGGIO
L’inclusione degli alunni con disabilità
Fragilità
Delicato e prezioso
Diversità
Crederci
Frustrazione
FORMATIVO
INCLUSIONE: mette al centro dell’azione educativa tutti. Mette al centro dell’azione educativa le differenze. La logica dell’inclusione è di tipo processuale in quanto sostiene l’integrazione ma sollecita la modificazione dei contesti, dei sistemi formativi, problematizzando, promovendo procedure di trasformazione mediante la condivisione, co-costruzione.
INTEGRAZIONE: individuare mezzi, strumenti e metodologie del contesto. Alla base vi è il paradigma dell’assimilazione fondato sull’adattamento dell’alunno in condizione di disabilità ad una organizzazione scolastica strutturata fondamentalmente in funzione di alunni «normali».
INSERIMENTO: passaggio degli alunni portatori di handicap dalle classi differenziali e scuole speciali alle classi di scuola comune.
Alla base vi è il paradigma culturale degli anni Settanta: partecipativo nel senso di mera esposizione al contesto.
L’inclusione avviene quando « ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita » T.Booth, M.Ainscow – L’index per l’inclusione
DIFFICOLTÁ L’espressione difficoltà di apprendimento viene utilizzata per indicare una forma non grave (quindi che non soddisfa i criteri clinici per il Disturbo) di ritardo sul piano dell'apprendimento. Riferimento: aree dello svantaggio linguistico-culturale dei Bisogni Educativi Speciali. DISTURBO Si riferisce ad una condizione neurobiologica complessa di origine costituzionale in assenza di disturbi neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali importanti e primari e in presenza di normali opportunità scolastiche. Riferimento: Legge 170/2010. DISABILITÁ Disabilità: persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali. Riferimento: Legge 104 /1992.
Quando possiamo dire che c’è una buona inclusione?
Quando
• Poniamo al centro la PERSONA che apprende
• Pratichiamo l’EQUITA’ come valorizzazione delle differenze
• Ci interroghiamo sulle METODOLOGIE DIDATTICHE più utili al singolo
• Predisponiamo percorsi INDIVIDUALIZZATI e PERSONALIZZATI FLESSIBILI
• Si lavora in rete, si coopera tra docenti e tra docenti e studenti
• Pratichiamo l’ ASCOLTO
• Costruiamo una ALLEANZA EDUCATIVA CON LA FAMIGLIA
• Ci poniamo il problema di creare SINERGIA tra vita a scuola e vita nel contesto
• Abbiamo presente nella progettazione del PROGETTO DI VITA
La centralità della persona nelle Indicazioni Nazionali
Centralità della persona La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione.
Una scuola di tutti e di ciascuno La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell'inclusione delle persone e dell'integrazione delle culture, considerando l'accoglienza della diversità un valore irrinunciabile. Favorisce inoltre, con specifiche strategie e percorsi personalizzati, la prevenzione e il recupero della dispersione scolastica e del fallimento formativo precoce. Particolare cura è riservata agli allievi con disabilità o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella normale progettazione dell'offerta formativa.
« Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui io imparo».
“If they can’t learn the way you teach, Can you teach the way they learn?” (Harry Chasty, 1984)
Ci interroghiamo sulle METODOLOGIE DIDATTICHE più utili al singolo
Costruire un ambiente per l’apprendimento
Luogo fisico - Spazi a disposizione - Sistemazione funzionale dell’aula - Classe/gruppo/individuale
Luogo mentale - Caratteristico del compito - Procedure richieste - Azioni di sostegno del docente
(scaffolding) - Valutazione: cosa voglio valutare - Aspetti emotivi
Attenzione al funzionamento che osserviamo e non solo all'eziologia dei deficit.
• Individualizzazione
Raggiungimento degli obiettivi didattici programmati per tutti adattando
le metodologie in funzione delle caratteristiche dell’allievo.
Adeguamento della proposta formativa alle diverse caratteristiche dei
singoli alunni.
Predisponiamo percorsi INDIVIDUALIZZATI e PERSONALIZZATI FLESSIBILI
• Personalizzazione
Riguarda la peculiare modalità di apprendimento che caratterizza ogni
persona.
Riguarda i modi di acquisizione degli obiettivi, gli stili di apprendimento,
l’utilizzazione che l’alunno fa delle proprie risorse personali.
INDIVIDUALIZZAZIONE: attenzione alle differenze individuali al fine di garantire a
tutti l’acquisizione di competenze fondamentali del curricolo.
Adattamento delle metodologie di insegnamento in funzione delle caratteristiche
dell’allievo.
Questa strategia prevede l’attivazione di percorsi di insegnamento diversificati:
selezione di contenuti, ricorso a determinate metodologie, l’uso di specifici
strumenti, distribuzione temporale,….
[1] Individualizzazione e personalizzazione rappresentano due strategie
didattiche complementari. (M. Baldacci )
DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA[1]
Le scelte metodologiche
Stimolare processi cognitivi e metacognitivi
Strategie che sostengono la motivazione, l’attenzione, la concentrazione, la memoria
• Utilizzare strategie esplicite d’insegnamento
• Coinvolgere attivamente, creare curiosità, aspettative; stimolare le anticipazioni
• Sollecitare i saperi naturali e le conoscenze pregresse;
• Attivare schemi e script; stimolare le ipotesi.
Supportare i processi cognitivi e metacognitivi
Le scelte metodologiche
Strategie e materiali che sostengono l’attenzione, la
concentrazione, la memoria
• Procedere sempre step by step
• Suddividere la lezione (la consegna) in step
• Considerare e condividere i tempi
(insegnamento/apprendimento)
• Utilizzare i materiali visivi: schemi, mappe
RAPPRESENTARE LE CONOSCENZE
PERSONALIZZAZIONE: attenzione alle peculiarità di apprendimento che
caratterizza ogni alunno.
Riconoscere e valorizzazione i modi di acquisizione delle conoscenze,
gli stili di apprendimento, le risorse personali, interessi, predisposizione
e abilità particolari in alcune aree.
Misure dispensative/strumenti/compensativi/tempi aggiuntivi.
INDICARE I COMPITI/PRESTAZIONI RICHIESTE
DIDATTICA PERSONALIZZATA
Intervenire sul materiale di studio
Le scelte metodologiche
• Alleggerire il carico informativo
• Procedere alle semplificazioni testuali
• Introdurre gli apparati grafici
• Predisporre materiali per il recupero veloce di formule, sequenze, elenchi,…..
Strategie e materiali che riducono l’affaticabilità, stimolano il recupero dell’informazione
La relazione educativa come strumento di comunicazione e di mediazione con tutti gli attori della rete
La relazione educativa come strumento di comunicazione e di mediazione
con tutti gli attori della rete
• L’INTENZIONALITÀ EDUCATIVA
Disponibilità a comprendere i desideri, i bisogni e le attese del nostro alunno.
Costruire un rapporto di fiducia.
• ACCETTAZIONE DELLA DIVERSITA’
Ricerca continua di strategie e percorsi migliori
• COLLABORAZIONI: scuola, famiglia, ASL, Enti Locali, Associazioni
COLLABORAZIONI: la scuola
Dirigente scolastico: responsabile dell’organizzazione dell’integrazione degli alunni con disabilità e vigila sull’attuazione del Piano Educativo Individualizzato. Organizzazione: assegnazione degli alunni disabili alle classi, dei docenti alle classi, definizione degli orari, pianificazione incontri per la progettazione e la valutazione, coordinamento di tutte le varie attività. Referente Bisogni Speciali: coordina le attività previste nel PTOF. Punto di riferimento per tutte le tematiche riguardanti i bisogni educativi. Può mantenere i rapporti con le istituzioni esterne. Docenti di classe: ogni docente del Team/Consiglio di classe è pienamente responsabile della progettazione educativa didattica degli allievi con disabilità. Ogni docente in collaborazione con l’ins. di sostegno partecipa all’individuazione dei bisogni formativi cognitivi e contribuisce in maniera esplicita alla progettazione e all’organizzazione didattica supportato dal docente di sostegno. NO DELEGA.
COLLABORAZIONI: la scuola
Docente di sostegno: NON E’ L’INSEGNANTE DELL’ALUNNO CON DISABILITA’. E’ UNA RISORSA professionale assegnata alla classe. Nel PEI vengono definiti gli interventi specifici. L'insegnante "di sostegno", in realtà, è un insegnante "per" il sostegno, o meglio per attivare le varie forme di sostegni che la comunità scolastica deve offrire.(D. Ianes) Collaboratori scolastici: secondo il CCNL, possono aiutare gli alunni disabili ad accedere alle aree esterne alla struttura scolastica e a muoversi all'interno della stessa, a fruire dei servizi igienici; nella cura dell'igiene personale.
“Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità
delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano
alla programmazione educativa e didattica e
all’elaborazione e verifica delle attività di competenza,
dei consigli d’interclasse, dei consigli di classe e dei
collegi dei docenti”
(art. 13, comma 6, Legge 104/’92).
Ruolo dell’insegnate di sostegno Intervento di sostegno sull’alunno
NO DELEGA da parte dei colleghi
Consiglio di classe/team compito: - Osservazione - Progettazione - Valutazione - Riprogettazione
Ruolo strumentale Sceglie le modalità Individua le strategie Facilita Media Alleggerisce il carico Altro
COLLABORAZIONI: ASL ed Enti Locali
I Servizi psico-socio-sanitari svolgono un ruolo di supporto e consulenza molto importante e indispensabile sia nei momenti di progettazione che di verifica del PEI; sono corresponsabili assieme alla scuola della progettazione educativa.
Le modalità di collaborazione sono definite dagli Accordi di Programma.
Operatore all’assistenza: sono figure a supporto di alunni con disabilità grave. Addetto alla comunicazione: per alunni con disabilità sensoriale. Non hanno nessuna competenza sulla classe.
Il loro ruolo è EDUCATIVO
Terapisti di riabilitazione: soprattutto nella scuola dell’Infanzia e Primaria in alcuni casi vengono organizzati interventi riabilitativi (logopedici, psicomotori, di potenziamento). In molti casi si dovrebbero concordare gli interventi del mattino con queste specifiche terapie.
COLLABORAZIONI: la famiglia
La famiglia può diventare la migliore alleata del percorso di integrazione e di inclusione.
La famiglia va accolta con tutta la sua complessità, considerata, ascoltata con empatia, va coinvolta.
La famiglia può affrontare le proprie problematiche in modo assente, aggressivo, iperprottetivo. La scuola deve SEMPRE trovare una mediazione.
Il docente di sostegno è il primo mediatore. Famiglia e scuola: ruoli complementari e distinti La strategia migliore è IL COINVOLGIMENTO: - concordanza il Progetto: obiettivi, attività, incontri con gli specialisti,…. - Comunicare con loro frequentemente: dedicare il TEMPO necessario - Utilizzare gli spazi idonei per la comunicazione. empatia, comunicazione, mediazione e coinvolgimento continuo.
La disabilità nella famiglia
Reazioni più diverse:
- situazioni di accettazione o almeno di adattamento consapevole
- rifiuto: chiusura oppure richiesta continua di più specialisti
- comportamento di iperprotezione e richieste continue verso la scuola
- negazione, minimizzazione della disabilità. Talvolta: aggressività.
La relazione insegnante –alunno brevi appunti
- Fase dell’accoglienza: l’accoglienza è reciproca. Le domande: Come sarà? Come si comporterà? Cosa penserà di me?. SONO DOMANDE RECIPROCHE.
- L’alunno può manifestare comportamenti provocatori o di disinteresse totale nei vostri confronti. NON DOBBIAMO LASCIARCI INFLUENZARE.
SOSPENDERE IL GIUDIZIO. Per molti alunni con disabilità le nuove relazioni e i nuovi ambienti possono destabilizzare. Non bisogna confondere la disabilità con gli stati emotivi che risultano sempre molto precari. - Considerare la PERSONA andare oltre il deficit: applicare lo sguardo sottile - Arte del Comunicazione - Da “Farsi carico” a “Prendersi cura di …”
La relazione insegnante -alunno
- L’apprendimento è influenzato dalle relazioni con gli adulti, dalle relazioni tra pari, dai contesti, dagli stimoli.
- L’apprendimento non è mai un processo solitario. - I compagni di classe sono UNA GRANDE RISORSA. - Un clima di classe collaborativo, cooperativo e non competitivo crea
un’ambiente di apprendimento favorevole. - Valorizzare le strategie del lavoro a coppia e/o a piccoli gruppi. - Utilizzare nella didattica diversi linguaggi per attivare canali diversi di
elaborazione delle conoscenze.
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO ruoli e compiti
• Mediatore • Avere competenze pro sociali • Risorsa per tutti
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO ruoli e compiti
• Attiva uno sguardo sottile, guardare oltre. (Sergio Neri)
La presa in carico delle scuola
Alcuni punti essenziali
Conoscenza da parte dei docenti:
processi di apprendimento
metodologie didattiche inclusive – attive-cooperative
valutazione positiva e coerente con gli interventi
pedagogico-didattici attivati
Progettazione dei Consigli di classe
lettura pedagogica della diagnosi
mettere al centro della progettualità l’alunno che apprende
con tutte le sue peculiarità: capire come apprende
praticare metodologie comuni di insegnamento
predisposizione di Piani Didattici Personalizzati “praticati”