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ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE "E. FERMI"
CASTROVILLARI Via Piero della Francesca 87012 - Tel- 0981 480171 - Fax 0981 46649
Dis. Scol. n. 19 – Cod. Min. CSTF020003
www.itiscastrovillari.it [email protected]
REGIONE CALABRIA Assessorato all'ambiente
ITIS "E. Fermi" Castrovillari
CONTROLLO DELL'INQUINAMENTO AMBIENTALE
con particolare riferimento all'atmosfera nel territorio di Castrovillari e nel suo comprensorio
Finanziamento Regione Calabria
Dip. 5 Settore 17 Tutela dell'ambiente dall'inquinamento
Prof. Giovanni Malagrinò Prof. Giuseppe Piloro Prof. Francesco Volpe
Alunni della V sez. A e B corso Chimico
a.s. 2001/02
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INDICE
1 – PREMESSA 2 – LA MATRICE ARIA 3 – IL PROBLEMA DELL’AMBIENTE 4 – INQUINAMENTO DELL’ARIA 5 – GLI INQUINANTI DELL’ATMOSFERA 6 – CARATTERISTICHE E EFFETTI DEI PIU’ COMUNI INQUINANTI SULLA SALUTE UMANA 7 – PARAMETRI PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLA QUALITA’ DELL’ARIA 8 - ANALISI DELL'ARIA: LE STRATEGIE E I METODI 9 - ANALISI DELL'ARIA: INTRODUZIONE AI RISULTATI 10 - ANALISI DELL'ARIA: I RISULTATI 11 - ANALISI DELL'ARIA: CONCLUSIONI RINGRAZIAMENTI BIBLIOGRAFIA
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1 -PREMESSA
Questo breve lavoro è indirizzato a coloro che sui giornali o alla tv sentono
continuamente parlare di inquinamento e vorrebbero saperne di più. Questo
desiderio non è solo una sana curiosità intellettuale: vi sono sufficienti ragioni
per pensare che l’argomento sia di vitale importanza per tutti. L’alterazione
dell’ambiente provocata da molte delle attività umane rende concreto il
pericolo di catastrofi ecologiche, quali sconvolgenti cambiamenti di clima o la
sostituzione di terre ricoperte di vegetazione con estese superfici di deserto.
L’inquinamento è un soggetto che interessa la vita di ognuno di noi : ogni
aumento della quantità di sostanze estranee emesse nell’ambiente corrisponde
ad un peggioramento delle condizioni generali di vita. Se aumenta
l’inquinamento, vi saranno sempre più malattie polmonari e maggiore
incidenza dei tumori.
E’ possibile combattere tutto questo?
Perché questo si realizzi è necessario che si crei una volontà comune che pesi
sulle scelte di coloro che politicamente ed economicamente decidono. A sua
volta la formazione di questa volontà richiede la conoscenza, almeno su grandi
linee, di come certe azioni producano certi effetti. Il fenomeno
dell’inquinamento presenta molteplici aspetti, tutti connessi tra loro : occorre
sapere da dove gli inquinanti provengono, quali sostanze e quali processi ne
emettono in maggiore quantità, come gli inquinanti si diffondono, come si
trasformano chimicamente, quali effetti provocano. E’ necessario infine avere
una idea delle possibili azioni che possono ridurre al minimo la quantità delle
sostanze immesse nell’ambiente. Nell’ambito più generale di qualità della vita,
l’aria occupa, accanto all’acqua, al suolo e al benessere sociale, una posizione
sicuramente predominante. Nonostante ciò è forse il bene più insidiato; sono
sempre più frequenti e di dominio pubblico esempi di veri e propri disastri
ambientali, oltre a casi in cui i danni possono sembrare meno preoccupanti
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solo perché l’effettiva portata il più delle volte è ignorata. A causa di ciò
diventa sempre più importante poter disporre di mezzi di valutazione il più
possibile rappresentativi della qualità dell’aria.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha individuato tre effetti
principali degli inquinanti atmosferici sulla salute in caso di prolungata
esposizione (1):
• tossicità ematica
• tossicità genetica
• cangerogenicità
Pertanto la presenza sul territorio di una rete di rilevamento dell’inquinamento
atmosferico consentirebbe di conoscere lo stato delle qualità dell’aria e di
seguirne l’evoluzione. E’ evidente come tramite le conoscenze fisiche ed
antropiche del territorio è possibile l’individuazione di indicatori, che
permettono, in sinergia con gli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente, di
creare condizioni utili a migliorare la qualità della vita.
Sulla base di queste premesse l’ITIS “E.Fermi” di Castrovillari ha costituito un
gruppo di lavoro che ha proposto un progetto mirante a valutare la qualità
dell’atmosfera, nel territorio di Castrovillari e del suo hinterland, con
particolare riferimento all’area ricadente nella zona del Parco del Pollino, per
rilevare la presenza di diversi inquinanti e determinare la loro concentrazione.
Le attività programmate consistono:
• studio dell’aria e dell’inquinamento atmosferico per familiarizzare gli allievi
alle tematiche da sviluppare nel corso del progetto; analisi della qualità
dell’aria, ovvero raccolta di dati sperimentali mediante misurazioni
effettuate sul posto, con un laboratorio mobile, appositamente attrezzato
per le rilevazioni di interesse;
• la divulgazione dei risultati ottenuti mediante la produzione di un cd-rom.
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Tali attività hanno visto coinvolti anche gli alunni delle scuole medie inferiori
presenti sul territorio, con interventi teorici, pratici, applicativi nei quali sono
intervenuti gli allievi del nostro istituto con funzioni di tutoraggio e
sensibilizzazione.
2 –LA MATRICE ARIA
L’atmosfera terrestre, detta comunemente aria, è un enorme involucro gassoso
costituito da aria vera e propria e cioè da una miscela di azoto, ossigeno, di
vapore acqueo, di vari altri gas e di particelle liquide e solide sospese.
L’atmosfera viene suddivisa in un certo numero di regioni stratiformi
concentriche con la terra, caratterizzate da un diverso stato termico, elettrico e
da proprietà e composizioni differenti.
Altezza ( Km ) termosfera 80÷85 Mesopausa mesosfera 50÷55 Stratopausa 25÷30 stratosfera 6÷17 Tropopausa troposfera ≈ - 90 ≈ - 60 ≈ 0 t (°C) Fig. 1 – Andamento schematico della temperatura dell’aria in funzione della quota
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La troposfera, regione caratterizzata da una diminuzione costante di
temperatura di circa 6°C/Km in altezza, contiene i ¾ dell’aria e quasi tutto il
vapore acqueo ed è la zona interessata all’inquinamento atmosferico.
In tabella n.1 è riportata la composizione di questa regione.
TABELLA N.1: Composizione media della bassa atmosfera (aria secca)
Composizione in Volume(*)
Composizione in peso
Gas
Peso molecolare (P.M.) approssimato % ppm % ppm
Massa totale (g)
Azoto (N2) Ossigeno Argo (A) Anidride carbonica Neon (Ne) Elio (He) Metano Cripto (Kr) Ossido nitroso Idrogeno Xeno (Xe)
28.0 32.0 39.9 44.0 20.2 4.0 16.0 83.8 44.0 2.0 131.3
78.09 20.95 0.93 0.03
780900 209500 9300 300 18 5.2 2.2 1 1 0.5 0.08
75.51 23.15 1.28 0.04
755100 231500 12800 460 12.5 0.72 1.2 2.9 1.5 0.03 0.36
38.648 1020 11.841 0.6555 0.0233 0.000636 0.000037 0.000062 0.000146 0.000077 0.000002 0.000018
(*) In condizioni standard: t = 0° C; p = 760 mmHg
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Nella stratosfera la temperatura cessa di diminuire e l’aria che la costituisce ha
ancora una composizione percentuale identica quella della troposfera ma con
limitata umidità. Nella mesosfera la temperatura ricomincia a decrescere per
poi riprendere repentinamente a ricrescere nella termosfera.
3 –IL PROBLEMA DELL’AMBIENTE
L’ambiente è tutto ciò che ci circonda: aria, acqua e suolo. Nell’ambiente oltre
all’uomo vivono molte altre specie animali e vegetali. Esse utilizzano l’ambiente
per la propria vita: l’aria per respirare, il suolo e l’acqua per il nutrimento.
Qualsiasi attività vitale, ed in particolare quella umana, altamente organizzata,
tende in qualche modo a modificare l’ambiente circostante. Non vi è niente di
allarmante in tutto questo: l’ambiente, anche quello atmosferico, possiede i
mezzi per ammortizzare e riportare sotto controllo queste variazioni, se esse
non superano certi limiti. Tuttavia, tutto ha un limite e in molti casi questo
limite è pericolosamente vicino a essere superato.
L’inquinamento atmosferico è stato definito come l’accumulo di sostanze in
concentrazioni tali da provocare danni temporanei o permanenti ad uomini,
animali, piante, beni.
La società moderna è caratterizzata da una grande facilità di spostamento;
copriamo sempre maggiori distanze in sempre minor tempo ed abbiamo
sempre una maggiore autonomia individuale di movimento. Quest’ultimo fatto
si realizza grazie alla larghissima diffusione dell’automobile. Chiunque abbia
frequentato una scuola guida sa come funzione un motore a
combustione interna. Una miscela di aria e combustibile viene aspirata in una
camera di scoppio e viene accesa mediante una scintilla o per compressione. Il
risultato principale della combustione è la formazione di anidride carbonica ed
acqua. Tuttavia, accanto a queste, i gas di scarico delle automobili contengono
altre sostanze: ossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi, materiale
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particolato sotto forma di fuliggine e di composti del piombo e, nel caso di
motori diesel, una certa quantità di ossidi di zolfo.
Un tempo si guardava all’aria e all’acqua come riserve immense, in grado di
assorbire i rifiuti senza subire modificazioni. La quantità di sostanze immesse
nell’aria e nell’acqua, nei paesi industriali, è diventata così grande da
“sporcare” permanentemente sia l’aria che l’acqua. Solo negli ultimi decenni si
è cominciato a prendere coscienza del problema ambiente. E’ nata così la
scienza dell’ambiente. La tutela dell’ambiente, indispensabile per la
salvaguardia della vita stessa, diventa urgente e necessaria.
4 – INQUINAMENTO DELL’ARIA
l’inquinamento atmosferico determina una modificazione della normale
composizione dello stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza nella
stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le
normali condizioni ambientali e di salubrità dell’ari; da costituire pericolo
ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo; da
compromettere e alterare le risorse biologiche, gli ecosistemi, i beni materiali
pubblici e privati.
5 – GLI INQUINANTI DELL’ATMOSFERA Il numero degli inquinanti primari emessi nell’atmosfera ammontano a qualche
centinaio. Se facciamo riferimento alla quantità globale di tutti gli inquinanti
emessi, vediamo che cinque di essi contribuiscono da soli a più del 95% del
totale. Questi inquinanti sono: l’ossido di carbonio, il biossido di zolfo, gli ossidi
di azoto, gli idrocarburi, il materiale particolato. La concentrazione di questi
inquinanti con quella dell’ozono, viene utilizzata come indice della qualità di
un’aria, e la legge fissa i valori massimi che queste concentrazioni possono
raggiungere. Nell’atmosfera, inoltre, le sostanze così dette primarie subiscono
delle trasformazioni reagendo tra loro con i costituenti fondamentali dell’aria,
dando luogo a inquinanti secondari in numero ancora maggiore.
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Inquinanti contenenti zolfo
Figura 2: Mascherina antiinquinamento
I principali composti dello zolfo presenti nell’atmosfera sono: SO2, SO3, H2S, i
solfuri e i mercaptani.
SO2 è un inquinante primario che è immesso nell’atmosfera come prodotto
della combustione di benzine e gasoli. Le più comuni fonti di SO2 sono: auto,
impianti di riscaldamento, industrie quali fonderie e raffinerie, impianti di
incenerimento e centrali termoelettriche. Le emissioni di SO2 sono distribuite
in modo non uniforme; si considera più inquinata la zona tra il 30° e 60° di
latitudine nord fino alla quota di 10000 m, in quanto questa parte
dell’atmosfera, che rappresenta circa il 20% del totale, può essere considerata
anche per tempi lunghi un sistema isolato. L’anidride solforosa a contatto con
l’ossigeno si ossida producendo SO3, che , pertanto, può essere considerato un
inquinante secondario. L’anidride solforica reagisce con l’acqua facilmente
presente trasformandosi in acido solforico e solfati, i quali producono
atmosfere inquinanti a carattere acido e riducente, come quelle di Londra e di
Los Angeles.
L’ H2S produce inquinamenti rilevanti solo in quelle aree nelle quali esistono
particolari attività industriali, quali ad esempio concerie, raffinerie e cartiere.
L’ H2S non è mai solo , ma sempre lo si trova accompagnato da mercaptani e
da solfuri organici; esso si ossida facilmente a SO2.
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ENTRANO t/anno ATMOSFERA ESCONO PER
Cause naturali (trascurabili) tra 30°E 60°N
vulcani
Attività umane ≈ 7x 107
Auto 1.8 x 106
Industrie 9 x 106 PRECIPITAZIONI
Riscaldamento 5.4 x 106
Impianti d’incenerimento 2.7 x 106 EFFETTO
Centrali termoelettriche 4.5 x 107 GRAVITAZIONALE
Figura 3 :Bilancio approssimato dell’anidride solforosa (SO2) nella porzione di atmosfera compresa tra 30° e 60° di latitudine nord fino alla quota di 10000 metri.
Inquinanti contenenti azoto
L’azoto è presente nell’atmosfera sotto forma di ossidi, indicati generalmente
con NOX, di acido nitrico e di ammoniaca.
Gli ossidi di azoto presenti nell’atmosfera sono : l’ossido di azoto (NO), il
biossido di azoto (NO2) in equilibrio con il dimero (N2O4) e l’anidride nitrica
(N2O5). Essi si formano dalla combustione di sostanze organiche e sono
principalmente prodotti nei motori a scoppio e nella combustione del metano.
L’anidride nitrica si idrata facilmente con formazione di acido nitrico (HNO3)
che può essere immesso anche direttamente, ma solo a livello locale, dalle
industrie che lo producono o lo manipolano.
L’ammoniaca (NH3) viene prodotta dalle industrie locali, che la manipolano, e
da processi di putrefazione e di combustione di sostanze organiche. Tale
SO2 4.5 x 106 t 0.2 p.p.b.
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sostanza conferisce all’atmosfera un carattere basico non sufficiente a
neutralizzare gli acidi presenti in essa.
Altri composti dell’azoto, rinvenuti in atmosfere inquinate, sono i
perossiacilnitrati, che sono prodotti secondari di complesse reazioni
fotochimiche.
Figura 4
ENTRANO t/anno ATMOSFERA ESCONO PER
Cause naturali ≈ 1.8 x 104 tra 30°E 60°N
Reazione biologica 1.8 x 104
Attività umane ≈ 4.5 x 107
Auto 1.8 x 107 TRASFORMAZIONI
Industrie 1.8 x 107 IN NITRATI
Centrali termoelettriche 5.4 x 106
Riscaldamento 1.8 x 106 INTERAZIONI CON
Impianti d’incenerimento 1.8 x 10 6 LA VEGETAZIONE
Bilancio approssimato degli ossidi di azoto (NOx) nella porzione di atmosfera compresa tra 30° e 60° di latitudine nord fino alla quota di 10000 metri. Da tale bilancio è escluso l’ossido nitroso (N2O) costituente naturale dell’atmosfera.
Inquinanti contenenti carbonio
Il più comune è l’anidride carbonica (CO2), ma notevole importanza riveste
anche il monossido di carbonio (CO), il quale, prodotto dalla combustione
incompleta delle sostanze organiche in difetto di ossigeno, viene immesso
nell’atmosfera dagli scappamenti degli autoveicoli, soprattutto quando questi
ultimi bruciano miscele molto ricche. Questa quantità si aggiunge a quella che
viene generata nella troposfera a partire dal metano. Tuttavia, vi sono altre
NOx 1.8 x 106 t 1 p.p.b.
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fonti che contribuiscono notevolmente alla produzione di monossido di
carbonio: incendi di boschi, processi di incenerimento di rifiuti, combustioni
agricole di sterpaglia, di residui di raccolti e di vegetazioni. Anche alcune
attività industriali specifiche contribuiscono all’inquinamento di monossido di
carbonio. Tra queste ricordiamo l’industria cartaria, petrolifera e di fonderia.
Un’altra sorgente di CO, a livello di ambienti ristretti, è il fumo di tabacco. La
concentrazione di CO delle città è, a causa del traffico, ben superiore a 0,1
ppm, che costituiscono il valore normale di un’area non inquinata. Le zone di
pesante traffico e dove barriere architettoniche, come sottopassaggi e gallerie,
impediscono la libera circolazione dell’aria, si possono raggiungere per qualche
secondo concentrazioni di 150-200 ppm. Questo è ovviamente un caso limite,
ma media di 30-40 ppm nei centri cittadini e di 4-5 ppm nelle zone residenziali
non sono rare.
Figura 5
ENTRANO t/anno INTERA ATMOSFERA ESCONO PER
Cause naturali ≈ 1.8 x 10 11
Vulcani 9 x 109 FOTOSINTESI 1.8 x 1011
Decomposiz. Sost. org. 1.8 x 1011
Respirazione 9 x 108
ASSORBIMENTO NEGLI
Attività umane ≈ 1.8 x 1010 OCEANI
Combustione 1.8 x 1018
Industrie 1.8 x 105 REAZIONE CON LE ROCCE
Bilancio approssimato dell’anidride carbonica (CO2) nell’intera atmosfera.
CO2 2.7 x 1012 t 325 p.p.b.
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Idrocarburi
Le diverse categorie di idrocarburi hanno differenti proprietà, utilizzazioni,
nocività. Idrocarburi inquinanti sono quelli insaturi e aromatici, che sono
immessi nell’atmosfera assieme ai prodotti delle combustioni, condotte sia a
volume costante (motori a combustione interna) sia a pressione costante
(centrali termiche, impianti di incenerimento). Ad esempio, l’etilene, se
presente nell’atmosfera, rallenta la crescita delle piante interferendo con gli
ormoni che ne regolano il metabolismo.
Particolato (Particelle sospese)
Nell’atmosfera sono presenti anche microscopiche goccioline liquidi o piccole
particelle solide a cui viene dato complessivamente il nome di particolato
atmosferico. Particelle e goccioline possono formarsi con vari meccanismi di
condensazione e di dispersione. Una parte di questi processi, anzi, ancora una
volta, la maggior parte, considerando l’atmosfera nel suo complesso sono di
origine naturale. Le dimensioni del particolato sono molto variabili e possono
andare un millesimo di micron fino a qualche millimetro. Di seguito sono
riportate le dimensioni di alcuni costituenti il particolato (il diametro espresso
in micron):
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nerofumo 0,001-0,3
Fumo di tabacco 0,01-0,2
Aerosol di piombo 0,1-5
Pigmenti di vernici 0,1-10
Pesticidi 0,5-10
Nebbia 1-50
Emissioni di cementifici 1-100
Ceneri 1-500
Sabbia sollevata dal vento 1-3000
Il particolato atmosferico può diffondere la luce del sole riemettendola in tutte
le possibili direzioni; il risultato è che una quantità minore di luce raggiunge la
superficie della Terra. Questo fenomeno presenta effetti locali, per esempio la
diminuzione di visibilità, ed effetti globali, come una possibile influenza sul
clima. La presenza del particolato favorisce la formazione delle nebbie, perché
le particelle forniscono nuclei intorno a cui condensarsi alle microscopiche
goccioline che formano la nebbia.
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Figura 6
ENTRANO t/anno ATMOSFERA ESCONO PER
Cause naturali ≈ 10 8 tra 30°E 60°N
Nebbia 2.7 x 108 GRAVITA’
Polveri naturali 5.5 x 107
Polveri meteoriche 1 x 103 IMPATTO
Attività umane ≈ 108
Polveri e ceneri industriali 2.7 x 107 FORMAZIONE DI NUCLEI
Scarico rifiuti solidi 1.8 x 106 DI CONDENSAZIONE
Composti di zolfo 5.5 x 107
Riscaldamento 1.8 x 106 DILAVAMENTO
Autoveicoli 1.8 x 10 6
Bilancio approssimato delle particelle sospese nella porzione di atmosfera compresa tra 30° e 60° di latitudine nord fino alla quota di 10000 metri. 6 – CARATTERISTICHE E EFFETTI DEI PIU’ COMUNI INQUINANTI SULLA SALUTE UMANA
E’ cosa ormai ben nota che la presenza nell’atmosfera di alcune sostanze di cui
ci stiamo occupando, non sia particolarmente conveniente per l’uomo e per il
mantenimento di un buono stato di salute. Molte sostanze esplicano i loro
effetti patologici quando sono presenti in concentrazioni molto basse; Spesso
l'attività di una sostanza è amplificata dalla presenza di altre che reagiscono
con essa o servono da veicolo per dirigerla verso particolari organi del corpo
umano; alcuni prodotti chimici si accumulano in certi organi e vi permangono
Particelle 2.7 x 107 t 30 µg/m3
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per un tempo molto lungo. Per esempio idrocarburi clorurati sono stati
riscontrati nel sangue di individui che avevano vissuto per qualche tempo in
aree nel quale era presente un’elevata concentrazione di queste sostanze,
molti anni dopo che gli individui in questione avevano abbandonato tale area.
Dunque, gli effetti della esposizione agli inquinanti possono manifestarsi con
molto ritardo. Le ricerche su questo punto devono necessariamente essere
condotte con la collaborazione di esperti in diversi campi (tossicologi, fisiologi,
chimici, fisici e medici del lavoro. Gli effetti degli inquinanti sulla salute umana
sono molto diversi e dipendono dalle proprietà chimico fisiche delle molecole
che compongono gli inquinanti stessi.
DI seguito sono descritti gli effetti dei più comuni inquinanti ambientali.
Ozono
E’ il principale rappresentante dello smog fotochimico. Alle concentrazioni di
0,05 ppm inizia la percezione del suo caratteristico odore, a 0,1 ppm produce
secchezza delle mucose, a 1 ppm si hanno dolori di capo e solo a livelli elevati,
cioè a concetrazioni maggiori di 1,7 ppm, si può avere congestione ed edema
polmonare.
Ossidi di azoto
Il biossido di azoto (NO2) è il rappresentante del gruppo degli ossidi di azoto,
in quanto NO, N2O, N2O3, N2O4, N2O5 tendonon a trasformarsi in NO2 per
reazioni chimiche che avvengono nell’atmosfera. A concentrazioni di 1-3 ppm
inizia la percezione del suo odore, a 10-13 ppm si ha irritazione delle mucose ,
dosi ancora più elevate possono provocare gravi conseguenze, come a circa
150 ppm bronchiolite e a circa 500 ppm, anche per esposizioni di pochi minuti,
edema polmonare e morte. Come effetto cronico sono descritte fibrosi
polmonari ed enfisema polmonare conseguenti ad esposizioni di 10-40 ppm.
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Anidride solforosa
Gli ossidi di zolfo sono inquinanti molto comuni, derivanti dalla combustione
dove per ogni parte di SO3 si producono in generale 20-30 parti di SO2. Al di
sotto dei 25 ppm gli effetti irritanti dell’ SO2 sono limitati alle congiuntiviti ed
al tratto superiore dell’apparato respiratorio con aumento delle secrezioni, ciò,
in quanto trattasi di un gas altamente solubile. Alle concentrazioni di 0,3 ppm
è avvertito come odore sgradevole, a 1ppm il polso accelera così come il
respiro, a 1,6 ppm sono stati descritti fenomeni di bronco-costrizione, a 10
ppm causa irritazioni ad occhi naso e gola. Le conseguenze a lungo termine
per esposizioni a bassi livelli sono di alta incidenza di naso-faringitti, tosse
insistente ed espettorazione abbondante.
Particolato
Il particolato può essere considerato in linea generale costituito da due grandi
frazioni: le particelle di diametro maggiore a 10 micron, di origine naturale e
che il corpo può bloccare meccanicamente, e particelle di 0,1 micron che
possono giungere fino agli alveoli polmonari e di lì passare direttamente nel
sangue e derivano dalla combustione o dai processi industriali. Quest’ultima è
la frazione più pericolosa perché l’organismo non ha sviluppato nessuna difesa
meccanica contro queste particelle.
Nel particolato sono presenti diverse sostanze inquinanti, tra le quali quelle
più pericolose sono sicuramente il piombo, il mercurio e l’asbesto i cui effetti
saranno brevemente trattati di seguito.
Piombo
La maggior parte del piombo presente nel particolato del piombo presente nel
particolato proviene dagli additivi aggiunti alla benzina, quantità di gran lunga
minori derivano dall’incenerimento dei rifiuti solidi, dalla combustione del
carbone, dalla lavorazione die minerali. Del particolato di piombo presente
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nell’aria circa un terzo si deposita nei polmoni e circa la metà di esso viene
trasferita nel sangue dopo un paio di giorni. Il contenuto medio di piombo nel
sangue della popolazione industriale è ormai intorno a 200 µg/l , un valore che
è pericolosamente vicino a quelli che con sicurezza sono associabili a effetti
dannosi per la salute. Ad esempio a concentrazioni 800-1000 µg/l possono
manifestarsi fenomeni di intossicazione grave, come il saturnismo i cui sintomi
(crampi addominali, paralisi dei centri nervosi, anemia) sono ben noti per il
loro presentarsi in soggetti colpiti da avvelenamenti. Il piombo si accumula
principalmente nel sangue, nei reni e nelle ossa; esso può provocare aborti
nelle donne incinte e può essere trasferito nella placenta provocando un calo di
fertilità negli uomini. La presenza di livelli anormali di piombo nell’organismo,
è stata messa in relazione con una serie di effetti che vanno dalla facile
irritabilità a casi di ritardo mentale, soprattutto in età infantile.
Mercurio
Il mercurio entra nel corpo prevalentemente per ingestione, perché, attraverso
la catena alimentare, si accumula in particolari cibi, come alcuni tipi di pesce;
il mercurio metallico ha una tendenza non trascurabile a passare allo stato
gassoso e particolari categorie di lavoratori a contatto con il metallo e con i
suoi sali inorganici e organici possono presentare intossicazioni. Come e più
del piombo si lega ai gruppi contenenti zolfo, degli enzimi e delle membrane
cellulari. Vengono così provocati seri danni al sistema nervoso. L’espressione
inglese “matto come un cappellaio”, il simpatico cappellaio matto di Alice nel
paese delle meraviglie, derivano entrambi dal fatto che i sali di mercurio
venivano usati per infeltrire i cappelli. Gli addetti a queste lavorazioni erano,
quindi, particolarmente soggetti a disturbi di tipo nervoso.
Asbesto
I termini asbesto e amianto sono impiegati per indicare un materiale a base di
fibre di silicati di diametro intorno ai 20-30 millionesimi di millimetro che si
uniscono a formare aggregati più grandi. Questi materiali trovano impiego in
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diversi settori tecnologici, per esempio nell’edilizia come isolante acustico e
come materiale antincendio e rivestimento dei freni e delle frizioni. Le piccole
fibre di asbesto possono giungere fino ai polmoni provocando delle microferite
che possono degenerare in forme tumorali. Il processo è abbastanza lungo e
richiede anche 30-40 anni dall’inizio dell’esposizione. L’azione dell’asbesto è
cumulativa e irreversibile; effetti patologici gravi si rendono manifesti solo
dopo lunghe esposizioni in ambienti che contengono nell’aria concentrazioni
elevate di inquinante. Fortunatamente nell’aria cittadina, non si ritrova più di
qualche fibra per metro al cubo.
Benzene e derivati ( Tuolene – e o-m-p- Xileni )
Il benzene (C6H6) è un composto chimico formato da sei atomi di idrogeno e
sei di carbonio disposti a struttura planare esagonale(Fig.1) è un liquido
incolore, altamente infiammabile, che possiede un odore inconfondibile; sia il
liquido che il vapore provocano effetti fisiologici dannosi agli animali ed alle
persone. Il benzene deve essere considerato velenoso e deve essere
trattato con precauzione . Il tempo di permanenza del benzene in atmosfera è
molto elevato, valutabile in diversi giorni, in quanto la sua reazione con
radicali ossidrilici procede molto lentamente. Il benzene fu ottenuto in passato
principalmente come sottoprodotto della distillazione del carbone fossile; oggi
la fonte più importante è la lavorazione del petrolio.
Le emissioni naturali di questo composto sono pressoché nulle, per cui la sua
presenza in atmosfera è essenzialmente dovuta a processi di tipo antropico.
Tali processi sono riconducibili all’industria petrolifera ed alla combustione di
prodotti petroliferi, inclusi i carburanti. Infatti, il benzene, come altri
idrocarburi aromatici, costituisce una delle specie chimiche presenti nel petrolio
greggio. L’emissione da combustione di prodotti petroliferi è, soprattutto, il
consumo di carburanti, causano l’emissione in atmosfera di grandi quantità di
benzene, particolarmente nei centri urbani, ove, infatti, vengono registrate le
concentrazioni più elevate e, di conseguenza, ove sono previste le esposizioni
più elevate.
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Da alcuni casi conclamati di esposizione di lavoratori è stata messa in evidenza
la natura dannosa del benzene. Infatti, può causare avvelenamento cronico per
esposizione a concentrazioni relativamente basse, ed avvelenamento acuto
persino letale per esposizioni a forti concentrazioni. Le concentrazioni letali
sono vicine a 20.000 ppm, e provocano la morte entro un minuto, mentre
7500 ppm provocano la morte entro 30-60 minuti. L’intossicazione acuta si
manifesta rapidamente e presenta la seguente successione di sintomi:
ebbrezza, eccitazione psichica, nausea, vomito, alterazione del sensorio,
perdita della coscienza, sudorazione, convulsioni, ipotermia, paralisi dei centri
bulbari, morte.
L’avvelenamento può avvenire per contatto con la pelle che, perdendo il
grasso, conduce alla desquamazione secca e alla formazione di papule
vescicolari.
L’intossicazione cronica riduce l’attività emopoietica del midollo osseo, con
conseguente anemia. I sintomi sono: leucopenia, anemia, diminuzione delle
piastrine, astenia, pallore, dispnea da sforzo, manifestazioni emorragiche.
La massima concentrazione tollerabile nell’aria, per una esposizione di 8 ore
giornaliere, è di 20 ppm in volume (65 mg/m3).
Il 46% del benzene inalato viene trattenuto nel corpo ed è assorbito
rapidamente nel sangue. Il benzene è eliminato parzialmente per via
polmonare e nelle urine.
Per le ragioni sopra esposte il benzene può essere classificato come
cangerogeno genotossico.
Le sorgenti di benzene sono attribuibili alle attività antropiche; è quindi
possibile stimare grossolanamente quali possono essere i contributi relativi alla
sua emissione in atmosfera. La scarsissima quantità di dati disponibili e
l’assenza di alcuni inventari delle emissioni permette solo di stimare questi
contributi. Nella tabella seguente vengono riportate le stime dei vari contributi.
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Tab. 2 Sorgente
Emissione %
Scarichi autoveicolari benzina 70 Scarichi autoveicolari Diesel 10 Evaporazione di carburanti da veicoli 13 Distribuzione dei carburanti 5 Altre combustioni 1 Processi industriali 1 Toluene Il toluene è un liquido incolore con caratteristico odore aromatico con formula
C7H8, è presente nelle benzine, dove i composti aromatici tendono a sostituire
gli additivi a base di piombo per motivi di inquinamento ambientale.
Dopo l’etilene , il benzene ed il propilene, nell’ordine, il toluene è il quarto
prodotto organico, come quantità, tra quelli utilizzati come materie prime.
Si ricava dal trattamento di frazioni petrolifere e, l’emissione nell’atmosfera
dipende quasi esclusivamente dalla combustione parziale dei prodotti
petroliferi.
Il toluene è un prodotto chimico di relativa tossicità. L’esposizione, se
prolungata, può essere pericolosa. Contaminazioni in parti del corpo con
toluene non sono nocive se rimosse rapidamente, mentre il contatto con gli
occhi può provocare gravi danni.
Xileni Gli xileni, cioè gli isomeri orto, meta, para, tutti di formula bruta C8H10 sono
composti aromatici della famiglia del benzene. Questi composti venivano
recuperati dai sottoprodotti della preparazione del coke metallurgico, con la
crescita della domanda come componenti di benzine ad alto numero di ottani, il
petrolio è divenuta la loro fonte principale, grazie ai processi di reforming.
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L’emissione in atmosfera dipende, prevalentemente, come per il benzene e
toluene da parziale combustione dei prodotti petroliferi.
Sono dei prodotti chimici di relativa tossicità, e, a contatto delle pelle possono
determinare infiammazioni ed eritemi locali, mentre concentrazioni del vapore
superiori allo 0,1% nell’aria sono irritanti per gli occhi.
Carbonio monossido (CO)
Il monossido di carbonio “CO” più semplicemente noto come ossido di
carbonio, è un gas incolore ed inodore, si compone di molecole biatomiche
semplici, ognuna composta da un atomo di carbonio combinato con un atomo
di ossigeno. Nell’ambiente urbano piccole quantità di CO sono normalmente
presenti nell’atmosfera, originate dai gas di scarico delle automobili.
Effetti fisiologici molto importanti risultano principalmente dalla facilità con la
quale l’emoglobina del sangue si combina con il CO per formare la
carbossiemoglobina. La funzione essenziale dell’emoglobina è di trasportare
l’ossigeno dai polmoni ai tessuti, ed il CO combinandosi con quella impedisce
questa funzione. Questo è l’effetto principale, ma vi sono anche alcune
modifiche secondarie nella chimica del corpo che tendono a complicare la
situazione. Nella maggior parte dei casi il 10% del sangue può essere reso
inattivo senza che la persona ne soffra visibilmente. Una disattivazione del 10-
30 % provoca tuttavia mal di testa, nausea, svenimento e vomito; una del 30-
40% annebbiamento della vista, indebolimento della coordinazione muscolare;
una del40-60% è causa di debilità fisica e di confusione mentale che porta alla
perdita dei sensi; mentre con il 60% del sangue reso inattivo è probabile che
sopraggiunga la morte.
L’affinità del CO per l’emoglobina è circa 250 volte quella dell’ossigeno, e per
questo motivo piccole percentuali di CO riducono sensibilmente la capacità
ossidante del sangue.
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E’ impossibile attribuire un valore preciso agli effetti prodotti in seguito
all’inspirazione di CO dall’aria perché essi dipendono dal peso corporeo e dal
grado di attività; tuttavia si possono considerare rappresentativi i dati riportati
nella tabella.
Condizioni di equilibrio di CO nel sangue Tab. 3
Aria inspirata (CO, %)
Saturazione del sangue (%)
0,008 10 0,017 20 0,03 30 0,045 40 0,07 50 0,105 60 0,16 70
Effetti fisiologici della percentuale di CO inspirata Tab. 4 0,01 % CO nell’aria Nessun effetto O,02 % CO nell’aria Mal di testa, rallentamento mentale entro poche ore 0,06 % CO nell’aria Mal di testa in meno di 1 ora, perdita dei sensi in 2 ore 0,1 % CO nell’aria Perdita dei sensi in 1 ora; effetto mortale entro 4 ore 7 – PARAMETRI PER LA CARATTERIZZAZIONE DELLA QUALITA’ DELL’ARIA L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato come parametri di
controllo per la qualità dell'aria le concentrazioni di alcune sostanze presenti
nell'atmosfera. L'OMS, in campo internazionale, e il Ministero dell'ambiente,
per l'Italia, hanno stabilito quali sono i valori limite per tali parametri. Valori al
di sopra dei valori limite indicano che l'aria possiede un alto grado di
inquinamento.
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Tabella 5. Valori limite di qualità dell’aria nell’ambiente esterno (D.P.C.M. del 28 Marzo 1983 n. 30 e D.P.R. del 24 Maggio 1988 n. 203) Inquinante
Valore limite
Biossido di zolfo (SO2) Mediana delle concentrazioni medie di 24 h nell’arco di 1 anno:80 µg/m3
Biossido di zolfo (SO2) 98° percentile delle concentrazioni medie di 24 h nell’arco di 1 anno:250 µg/m3 Biossido di zolfo (SO2) Mediana delle concentrazioni medie di 24 h rilevate durante l’inverno:130 µg/m3 Biossido di azoto (NO2) 98°percentile delle concentrazioni medie di 1h rilevate durante l’anno:200µg/m3 Ozono (O3) Concentrazione media di 1 h da non raggiungere più di una volta al mese:
200µg/m3 Monossido di C (CO) Concentrazione media di 8 h: 10 µg/m3
Concentrazione media di 1 h: 40 µg/m3 Piombo Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 h rilevate in 1anno:2 µg/m3 Fluoro Concentrazione media di 24 h: 20 µg/m3 Fluoro Media delle concentrazioni medie di 24 h rilevate in un mese: 10 µg/m3 Particelle sospese Media aritmetica di tutte le concentrazioni medie di 24 h rilevate nell’arco di 1
anno: 150 µg/m3 Particelle sospese 95° percentile di tutte le concentrazioni medie di 24 h rilevate nell’arco di 1
anno: 300 µg/m3 Idrocarburi totali (escluso il metano come C)
Concentrazione media di 3 h consecutive in periodo del giorno da specificarsi espressa secondo le zone a cura delle autorità regionali competenti: 200 µg/m3
(da adottarsi solo nelle zone e nei periodi in cui si siano verificati superamenti significativi dei valori dell’ozono)
Accanto a quelli limite, il Ministero ha definito i valori guida, cioè quelli che caratterizzano un'aria di buona qualità. Tabella 6. Valori guida di qualità dell’aria nell’ambiente esterno (D.P.R. del Maggio 1988 n. 203) Inquinante
Valore guida
Biossido di zolfo (SO2) Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 h nell’arco di 1 anno: 40- 60 µg /m3
Biossido di zolfo (SO2) Valore medio delle 24 h: 100-150 µg/m3 Biossido di azoto (NO2) 50° percentile delle concentrazioni medie di 1 h rilevate durante l’anno:50µg/m3 Biossido di azoto (NO2) 98° percentile delle concentrazioni medie di 1 h rilevate durante l’anno:
135µg/m3 Particelle sospese Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 h rilevate nell’arco di 1 anno:
40-60 µg fumo nero equivalente/m3 (1 Aprile- 31 Marzo) Particelle sospese Valore medio delle 24 h: 100-150 µmg fumo nero equivalente/m3 (dalle 00 alle
24 di ogni giorno).
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8 - ANALISI DELL'ARIA: LE STRATEGIE E I METODI I parametri per la valutazione della qualità dell'aria La qualità dell'aria è stata valutata determinando le concentrazioni delle
seguenti sostanze inquinanti nell'atmosfera:
4 Monossido di carbonio
4 Benzene
4 Toluene
4 Etilbenzene
4 M-p-xileni
I siti delle misure Le misure sono state effettuate nei seguenti siti: 4 Via Padre Pio - Castrovillari
4 Piazza Mercato - Castrovillari
4 Piazza Municipio - Castrovillari
4 Variante di Morano Calabro
Le zone di Castrovillari scelte per le misure, sono tra loro diverse sia dal punto
di vista urbanistico che di traffico. Una situazione a parte è , poi, quella di
Morano Calabro, un piccolo centro collinare situato a pochi chilometri da
Castrovillari.
Alcuni rilievi sono stati eseguiti anche a Frascineto e a S. Basile.
Gli operatori
Le determinazioni sono state eseguite dagli alunni delle classi V Chimico A e V
Chimico B dell' I.T.I.S. "E. Fermi" di Castrovillari sotto la supervisione dei
docenti proff. G. Piloro e F. Volpe. Alle attività hanno preso parte gli alunni e i
docenti delle scuole medie di Morano C. e "E. De Nicola" di Castrovillari.
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Durante gli esperimenti la consulenza tecnica è stata offerta dal Dr. B. Caruso
della CO.E.Co s.r.l., la ditta fornitrice delle apparecchiature.
Figura 7: Foto di gruppo della classe V Chimico A.
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Figura 8: Misure a Morano Calabro.
La raccolta dei dati
Gli esperimenti sono stati condotti nel mese di novembre del 2001, in giorni
differenti nei diversi siti.
Per consentire a tutti gli studenti coinvolti di partecipare alle diverse attività, le
determinazioni sono state effettuate in orario scolastico, dalle ore 8,30 alle ore
13,30. Le rilevazioni sono state ripetute, in ogni postazione, ad intervalli di 15
minuti.
Determinazione del contenuto di monossido di carbonio. Principio del metodo Lo spettro di assorbimento del monossido di carbonio presenta un massimo in
corrispondenza della lunghezza d'onda 4,67 µm, la quale corrisponde a una
radiazione che cade nella regione dell'infrarosso (IR) dello spettro
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elettromagnetico. L' intensità dell'assorbimento alla lunghezza d'onda λ di una
qualunque specie chimica dipende dalla sua concentrazione, attraverso la
seguente relazione ( Legge di Lambert e Beer):
A (λ)= ε b c
Nella quale A è l'assorbanza misurata alla lunghezza d'onda λ , ε è il
coefficiente di estinzione un parametro caratteristico della specie assorbente, b
il cammino ottico della radiazione e c la concentrazione della specie
assorbente.
Poiché ε è una costante per una data molecola e b è un parametro strutturale
dello strumento impiegato, è possibile determinare la concentrazione
desiderata misurando l'assorbanza:
c= costante x A (λ).
La concentrazione del monossido di carbonio è determinata misurando la
assorbanza a λ=4,67 µm e ricavando da essa la concentrazione applicando la
legge di Lambert e Beer.
Apparecchiatura e principio di funzionamento Le concentrazioni di CO nell'aria sono state determinate impiegando
l'analizzatore CO11M dell'ENVIRONMENT S.A..
Gli elementi caratteristici dell'apparecchiatura sono:
− Sorgente di radiazioni IR a larga banda ( IR transmitter)
− Disco rotante asservito da un motore elettrico (Correlation wheel)
− Cella di misura a multi-riflessione (optical bench)
− Canale di ingresso del campione da analizzare (Sample inlet)
− Rivelatore IR (IR detector)
− Pc
Il campione viene aspirato attraverso un tubo di PTFE collegato nel retro
dell'analizzatore e dotato di un filtro che trattiene le eventuali polveri. Il
campione è aspirato nella cella di misura mediante una pompa.
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29
La sorgente di radiazione è costituita da un filamento riscaldato ad una
temperatura prefissata. La radiazione emessa è a larga banda e viene inviata
sul disco ruotante il quale è suddiviso in sei sezioni: 2 settori opachi, 2 settori
vuoti e 2 settori con cella di CO. La radiazione incidente passa
sequenzialmente attraverso le tre sezioni del disco rotante generando tre
diverse radiazioni sequenziali che giungendo al rivelatore generano tre
differenti segnali elettrici: un segnale di zero, corrispondente al settore opaco;
un segnale di "misura", corrispondente al settore vuoto; un segnale di
riferimento, corrispondente al passaggio attraverso la cella contenente una
concentrazione nota di CO alla pressione di 0,5. Il fascio di misura e quello di
riferimento, dopo avere attraversato la cella di misura sono filtrati con un filtro
interferenziale, in maniera da lasciare emergere una radiazione monocromatica
con λ=4,67 µm. L'azzeramento è effettuato rendendo uguali il segnale di
misura e quello di riferimento. Se il campione inserito nella cella di misura
contiene CO, il raggio di riferimento non risulta più attenuato , mentre lo è il
raggio di misura. Questa attenuazione provoca uno sbilanciamento misurato
dal rivelatore, dal quale, applicando la legge di Lambert e Beer, può essere
determinata la concentrazione di CO in ppm o in mg/m3. Il rivelatore è
costituito da una cella Pb-Se, raffreddata a -30 °C. Dopo pre amplificazione,
il segnale analogico è convertito in digitale e processato attraverso il pc.
Determinazione delle concentrazioni di benzene, toluene e xilene (BTX). Principio del metodo L'aria da analizzare è introdotta in un tubo contenente una sostanza che
adsorbe selettivamente i composti aromatici volatili, tra i quali il benzene, il
toluene e lo xilene. I gas adsorbiti vengono desorbiti dal substrato mediante
riscaldamento a 350 °C e poi inviati ad un gas cromatografo utilizzando come
gas di trasporto l'azoto. I componenti della miscela vengono separati e
identificati mediante l'analisi dei tempi di ritenzione. Ogni specie,infatti,
impiega un tempo caratteristico, denominato tempo di ritenzione, per migrare
dall'ingresso all'uscita della colonna cromatografica e giungere così al
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rivelatore. Le concentrazioni delle diverse specie vengono determinate
calcolando, mediante processi di integrazione matematica, il valore dell'area
sottesa dai picchi caratterizzanti il cromatogramma.
Figura 9: cromatogramma con indicazioni per il tempo di ritenzione di diversi aromatici. Apparecchiatura e principio di funzionamento Per la determinazione del BTX è stato impiegato il misuratore VOC 71 M della
Environment S.A. combinato con un rivelatore a fotoionizzazione (PID=
photoionization detector). L'apparecchiatura comprende:
− Un sistema di campionamento
− Un gascromatografo con rivelatore PID
− Un pc per: a) la programmazione delle misure, b) l'acquisizione e c) la
rielaborazione dei dati.
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Il campione di aria è introdotto in un tubo di campionamento contenente una
specie che adsorbe selettivamente i composti volatili e aromatici, i quali
vengono successivamente desorbiti per riscaldamento a 350 °C e vengono
inviati al gascromatografo utilizzando un gas inerte, in questo caso l'azoto,
come gas di trasporto. La miscela di composti volatili così ottenuta è
riadsorbita nel tubo di "pre-focussing", un tubo di silice contenente un
adsorbente poco selettivo rispetto alla dimensione delle molecole da adsorbire.
Mediante riscaldamento a 350 °C e ventilazione con azoto, la miscela BTX è
immessa nella colonna cromatografica ( EPA624). La separazione dei diversi
componenti avviene all'interno della colonna. Ogni specie, infatti, migra a una
velocità caratteristica. I gas all'uscita della colonna cromatografica giungono al
rivelatore PID, il quale genera una micro corrente che è amplificata da un
elettrometro e tradotta, tramite un adatto convertitore, in un segnale digitale
che può essere letto e elaborato dal microprocessore. I componenti della
miscela sono identificati attraverso il tempo di ritenzione, in questo caso
definito come il tempo che intercorre tra il desorbimento nel tubo di pre-
focussing e il tempo a cui una data specie giunge al rivelatore PID. Il benzene,
il toluene e i tre isomeri dello xilene sono riconosciuti dal microprocessore in
base ai tempi di ritenzione, mentre le loro concentrazioni sono determinate
attraverso l'integrazione dei picchi del cromatogramma.
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Figura 10: Apparecchiature per la misura delle concentrazioni di monossido di
carbonio e di benzene, toluene, xilene e etilbenzene nell'aria.
Figura 11: Sistemazione della bombola contenente il gas di trasporto (azoto),
necessario per la misura delle concentrazioni di benzene, toluene, etilbenzene
e m-p-xilene.
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9 - ANALISI DELL'ARIA: INTRODUZIONE AI RISULTATI
La concentrazione
La concentrazione è una grandezza chimico-fisica che è utilizzata per
esprimere la composizione di un miscuglio, cioè di un materiale derivante dal
mescolamento di diverse sostanze. Essa è la misura del rapporto tra la
quantità presente in un miscuglio di un componente e quella del miscuglio
stesso. Essa può essere definita in un numero diverso di modi e, pertanto,
espressa adottando unità di misura diverse.
Poiché i questo lavoro le concentrazioni sono state espresse in ppm e µg/mc,
si riportano di seguito le due definizioni necessarie a comprendere il significato
dei dati presentati.
Parti per milione (ppm)
Questa unità di misura è stata impiegata per esprimere la concentrazione del
monossido di carbonio così definita:
Milligrammi per metro al cubo (µg/mc)
In questo modo sono espresse le concentrazioni del monossido di carbono e
del benzene e dei suoi derivati. In questo caso la concentrazione è definita nel
modo seguente:
ricordando che 1 µg corrisponde a un milionesimo di grammo.
massa in grammi di COconcentrazione=
1000000 di grammi di aria
µg di solutoconcentrazione=
volume di aria in mc
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Proprietà fisiche degli inquinanti rilevati
Il monossido di carbonio a temperatura ambiente è un gas. La sua presenza
nell' aria è dovuta alla combustione incompleta dei combustibili (benzina o
diesel).
Il benzene, il toluene, l'etilbenzene e gli xileni a temperatura ambiente sono
liquidi che bollono alle temperature riportate nel quadro informativo. Queste
sostanze sono tra i principali componenti della benzina e la loro presenza
nell'aria è provocata dalla loro mancata combustione, particolarmente a
motore freddo.
10 - ANALISI DELL'ARIA: I RISULTATI
Determinazione della concentrazione di monossido di carbonio
La concentrazione di monossido di carbonio è stata misurata ad intervalli
regolari di 15 minuti. I dati raccolti sono stati impiegati per costruire i grafici
di seguito riportati.
Quadro informativo
Punti di ebollizione
Benzene Toluene
Etilbenzene Xilene (isomeri)
80 °C 112 °C 136 °C ~ 138 °C
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Concentrazioni del monossido di carbonio
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
8.30 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30
Tempo (ore)
conce
ntr
azio
ne
(ppm
)
mercato Castrovillari
municipio Castrovillari
Padre Pio Castrovillari
Morano Calabro
CO
Figura 12: Variazione della concentrazione di monossido di carbonio rispetto al
tempo nei vari siti di misurazione.
I dati registrati a Castrovillari hanno un andamento similare: la concentrazione
di CO raggiunge un picco intorno alla 11. Prima delle 10.00 la concentrazione
di CO è molto più bassa, probabilmente a causa di un minore traffico
automobilistico nei dintorni dei siti di misura. Nelle prime ore del mattino,
l’aria a piazza mercato ha un più elevato contenuto di CO; questo è facilmente
spiegabile, visto che nei mercati le attività e, quindi, il traffico automobilistico,
cominciano molto presto.
Nettamente diversa si presenta la situazione a Morano Calabro: il tenore di
CO, infatti, rimane pressoché costante nell’arco della giornata e sempre a un
valore più basso di quelli relativi a Castrovillari. La posizione geografica di
Morano, situato in montagna e distante da grossi insediamenti civili e
industriali, è la ragione del basso contenuto di CO della sua aria.
I dati a disposizione non consentono di fare un confronto diretto con i valori
limite e i valori guida dei decreti ministeriali già citati, perché questi ultimi si
riferiscono a medie calcolate su valori misurati nell’arco di un’intera giornata.
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Avendo il progetto lo scopo di sensibilizzare gli studenti al problema
ambientale, gli esperimenti sono stati condotti sempre in orario scolastico in
maniera da consentire il pieno coinvolgimento degli all ievi delle classi VA e VB
dell’ITIS “E. Fermi” e di quelli delle scuole medie di Morano e “E. De Nicola” di
Castrovillari. Nonostante ciò è possibile notare che in tutti i casi la
concentrazione di CO rimane sempre al di sotto dei valori limite. Nel caso di
Morano è addirittura possibile affermare che nell’arco dell’intera mattinata il
contenuto di CO dell’aria è sempre ben al di sotto del valore limite stabilito. I
dati registrati a S. Basile e a Frascineto sono simili a quelli relativi a Morano.
Figura 13: Misure in corso.
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Determinazione della concentrazione di benzene, toluene e xilene (BTX)
I dati raccolti sono stati organizzati nei grafici che seguono.
Benzene
Concentrazioni del benzene
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
8.30 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30
Tempo (ore)
conce
ntr
azio
ne
µg/m
3
mercato Castrovillari
municipio Castrovillari
Padre Pio Castrovillari
Morano Calabro
Figura 14: Andamento della concentrazione di benzene rispetto al tempo nei
vari siti di misurazione.
Dal grafico è evidente che il tasso di benzene registrato in Via Padre Pio a
Castrovillari è molto più elevato di quelli misurati a qualunque tempo negli altri
tre siti e subisce delle variazioni osservabili nel l’arco della mattinata. I valori
più alti si misurano al mattino intorno alle 9.00, in corrispondenza delle ore di
ingresso delle scuole e degli uffici, e dopo le 12.30, quando gli studenti si
recano a casa e quando molti lavoratori tornano a casa per il pranzo. I valori
più bassi sono quelli relativi a Morano, dove il numero di abitanti, e quindi di
spostamenti in macchina e motorino, è molto inferiore.
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A qualunque ora i valori rimangono in ogni caso ben più bassi dei valori limite e
guida.
Toluene
Concentrazioni del toluene
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
8.30 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30
Tempo (ore)
conce
ntr
azio
ne
µg/m
3
mercato Castrovillari
municipio Castrovillari
Padre Pio Castrovillari
Morano Calabro
CH3
Figura 15: Andamento della concentrazione di toluene rispetto al tempo
Le concentrazioni di toluene sono sempre più elevate di quelle del benzene,
qualunque sia il sito di misura. Nella mattinata il tosso di toluene varia in
maniera considerevole nei siti Via Padre Pio e mercato. Non a caso sono tra le
zone più trafficate di Castrovillari nelle ore di punto. Anche in questo caso i
valori misurati rimangono ben al di sotto dei valori limite e guida e la più bassa
concentrazione spetta a Morano.
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________________________________________________________________________________________________ Controllo dell’inquinamento ambientale
39
m-p-xilene
Concentrazioni del m-p-xilene
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
8.30 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30
Tempo (ore)
conce
ntr
azio
ne
µg/m
3
mercato Castrovillari
municipio Castrovillari
Padre Pio Castrovillari
Morano Calabro
H3C
CH3
H3C CH3
Figura 16 : Andamento della concentrazione di m-p xilene rispetto al tempo
L’andamento del tasso di xileni è in quasi tutti i siti molto simile a quello del
toluene. Anche i valori misurati sono simili a quelli del toluene.
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40
Etilbenzene
Concentrazioni del etilbenzene
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
8.30 9.00 9.30 10.00 10.30 11.00 11.30 12.00 12.30 13.00 13.30
Tempo (ore)
conce
ntr
azio
ne
µg/m
3
mercato Castrovillari
municipio Castrovillari
Padre Pio Castrovillari
Morano Calabro
CH2 CH3
Figura 17: Andamento della concentrazione di etilbenzene rispetto al tempo
Le concentrazioni di etilbenzene seguono un andamento simile a quello del
benzene ma assumono valori sempre più bassi di quelli del benzene.
11 - ANALISI DELL'ARIA: CONCLUSIONI
• Le concentrazioni degli inquinanti in tutti i siti scelti per le misure risultano
al di sotto dei valori limite.
• Nell’arco della mattinata variazioni nelle concentrazioni degli inquinanti si
registrano in particolare nei siti Padre Pio e Piazza Mercato. Queste sono
facilmente correlabili a condizioni mutevoli del traffico.
• Le concentrazioni più basse, sia di monossido di carbonio che di benzene e
derivati, sono state rilevate a Morano, un centro abitato più piccolo di
Castrovillari e situato in montagna.
ISTITUTO TECNICO INDUSTRIALE “E. FERMI” CASTROVILLARI ________________________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________________________ Controllo dell’inquinamento ambientale
41
• La qualità dell’aria è da ritenersi soddisfacente e dipende sia dalle
caratteristiche geografiche del sito che dalle attività che vi si svolgono e
dalle variazioni di temperatura.
Considerazioni importanti
I risultati qui presentati sono parziali. Un’analisi più dettagliata richiede:
• Misure eseguite su 24 ore.
• Misure effettuate in condizioni climatiche differenziate, quindi in stagioni
diverse.
• Raccolta di dati presso altri centri nell’hinterland di Castrovillari.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano i Proff. Raffaella Aloe e Domenico Sestito per la fattiva
collaborazione al Progetto, ed il Dirigente scolastico, Prof. Vittorio Castriota,
per la disponibilità e la sensibilità mostrata.
BIBLIOGRAFIA 1 – Pessina V., L'impatto ambientale dell'inquinamento atmosferico e radioattivo”, a cura del PMP dell'USL n. 4 Parma Bassa Est. 2 –Caselli M., L’inquinamento atmosferico, Editori Riuniti, 1989. 3 – Colin Baird, Chimica Ambientale, Zanichelli, 1997. 4 – AA. VV., Enciclopedia della Chimica UTET.