consigli sulla prevenzione di alcune malattie … · l’infezione da ameba è diffusa in ......

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Materiale tecnico informativo predisposto e distribuito dal Ministero della sanità - Dipartimento della Prevenzione - Ufficio III LE MALATTIE DEI VIAGGIATORI MINISTERO DELLA SALUTE DIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE UFFICIO III - MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE CONSIGLI SULLA PREVENZIONE DI ALCUNE MALATTIE INFETTIVE una raccolta di schede informative relative alle principali malattie infettive per le quali la corretta informazione tecnico- scientifica è già efficace per una prevenzione di primo livello Ministero della Salute Ministro: Prof. Umberto Veronesi Dipartimento della Prevenzione Ufficio III - Malattie Infettive Dirigente Generale: Dott. Fabrizio Oleari Dirigente: Dott.ssa Dina Caraffa De Stefano Testo a cura di: S. D’Amato, P. Maran, M. G. Pompa, A. Prete, E. Rizzuto, L. Vellucci, L. Virtuani Grafica e disegni di: E. Gagliardini, A. Dezzi Collaborazione di: M. Bagnato, G. Oricchio, R. Strano Realizzato con il contributo del Sistema Informativo Sanitario. http://www.ministerosalute.it/promozione/malattie/malattie.jsp

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Materiale tecnico informativo predisposto e distribuito dal Ministero della sanità - Dipartimento della Prevenzione - Ufficio III pag. 1

LE MALATTIE DEI VIAGGIATORI

MINISTERO DELLA SALUTEDIPARTIMENTO DELLA PREVENZIONE

UFFICIO III - MALATTIE INFETTIVE E PROFILASSI INTERNAZIONALE

CONSIGLI SULLA PREVENZIONE DI ALCUNE MALATTIE INFETTIVEuna raccolta di schede informative relative alle principali

malattie infettive per le quali la corretta informazione tecnico-scientifica è già efficace per una prevenzione di primo livello

Ministero della SaluteMinistro: Prof. Umberto Veronesi

Dipartimento della Prevenzione Ufficio III - Malattie InfettiveDirigente Generale: Dott. Fabrizio Oleari Dirigente: Dott.ssa Dina Caraffa De Stefano

Testo a cura di: S. D’Amato, P. Maran, M. G. Pompa, A. Prete, E. Rizzuto, L. Vellucci, L. Virtuani

Grafica e disegni di: E. Gagliardini, A. Dezzi

Collaborazione di: M. Bagnato, G. Oricchio, R. StranoRealizzato con il contributo del Sistema Informativo Sanitario.

http://www.ministerosalute.it/promozione/malattie/malattie.jsp

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LE MALATTIE DEI VIAGGIATORI

quali sono?

Le malattie dei viaggiatori internazionali:

• AMEBIASI

• COLERA

• DENGUE

• DIARREA DEL VIAGGIATORE

• DISSENTERIA BACILLARE (SHIGELLOSI)

• FEBBRE GIALLA

• FEBBRE TIFOIDE

• MALARIA

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AMEBIASI

che cosa è?

E’ una malattia provocata da un parassita(l’ameba) che puòdare manifestazionicliniche intestinali oextraintestinali.L’infezione daameba è diffusa intutto il mondo, piùfrequentemente neiPaesi tropicali e sub-tropicali, ed è favoritadai climi caldo-umidi e da condizioni igienicoambientali scadenti.

come si manifesta?

La maggior parte delle infezioni da amebadecorre senza sintomi ma, quando lamalattia si manifesta, dopo un periodo diincubazione (periodo durante il quale lapersona è già stata infettata ma non haancora manifestato i sintomi della malattia)che di solito dura 2-4 settimane, si hageneralmente una diarrea acuta. Si possonoavere anche manifestazioni più gravi confebbre, brividi e diarrea sanguinolenta omucoide o manifestazioni extraintestinaliquali l’ascesso epatico.

cosa fare quando ci si ammala?

Nel caso che si manifestino sintomi sospetti(diarrea, dolori addominali, febbre, disturbiepatici) è necessario rivolgersiimmediatamente ad un medico o ad unastruttura ospedaliera per

effettuare, quanto prima, gli esami dilaboratorio per la conferma della diagnosi ela necessaria terapia.Nell’assistenza a pazienti affetti daamebiasi debbono essere adottateprecauzioni per evitare il contatto diretto oindiretto con le feci o con oggetti da questecontaminate; è indicato l’uso di guanti e diindumenti protettivi.Gli oggetti sporcati dalle feci e labiancheria devono essere disinfettati elavati a temperature superiori a 60 °C.Le persone colpite da amebiasi debbonoessere allontanate dalle attività che

comportino la manipolazione o distribuzionedi alimenti, l’assistenza sanitaria e quella

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AMEBIASI

all’infanzia fino a completamento dellaterapia farmacologica appropriata e alladimostrazione di assenza di cisti amebichenelle feci.Le persone che sono state a contatto con unpaziente affetto da amebiasi, in particolarei conviventi (persone che sono state acontatto con un soggetto infetto, in mododa poter essere state esposte allainfezione), vanno sottoposte a controllosanitario per la ricerca di altri casi diinfezione e della fonte di esposizione, conparticolare riguardo a storie di viaggi inaree dove la malattia è sempre presente, ealle abitudini personali ed alimentari; talisoggetti vanno allontanati dalle attività checomportino la manipolazione o distribuzionedi alimenti, l’assistenza sanitaria e quellaall’infanzia in caso di positività dell’esamedelle feci per presenza di cisti amebiche.Il trattamento specifico dell’infezioneamebica si basa sulla somministrazione difarmaci antiparassitari da assumere sempresu prescrizione e sotto controllo medico.Per i casi di amebiasi extraintestinale e di

ascessi amebici può essere indicata laterapia chirurgica.

come si trasmette?

La trasmissione dell’amebiasi avvienesoprattutto in seguito all’ingestione di acquao di alimenti (particolarmentefrutta e verdura) contaminati da materialefecale in cui siano presenti cisti amebiche.Il contagio diretto da uomo a uomo,attraverso contatto con mani sporche, èraro ma possibile. E’ possibile anche latrasmissione per via sessuale, in seguito acontatti orali-anali o oro-genitali. L’uomo,malato o asintomatico, è l’unica sorgente diinfezione.

chi è a rischio?

Chiunque, trovandosi in un’area geograficadove la malattia è sempre presente, e/o sipresenti in forma epidemica, non osserviscrupolose regole igieniche personali enell’alimentazione.

esiste una vaccinazione?

Non esistono vaccini nei confrontidell’amebiasi.

come si previene?

Come per tutte le malattie a trasmissionefecale-orale, lo scrupoloso rispetto di

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AMEBIASI

elementari norme igieniche è fondamentale,a livello individuale, per la prevenzionedell’amebiasi (vedi le “Regole d’oro”). Ladisinfezione dell’acqua, in caso di rischio diamebiasi, può quindi essere effettuatamediante bollitura, oppure aggiungendoall’acqua filtrata 32 gocce di tintura di iodioal 2% per litro. La soluzione così ottenutadeve essere lasciata riposare per almeno 30minuti-un’ora prima dell’utilizzazione.La tintura di iodio, a scopo di disinfezione,va utilizzata con cautela da parte dipersone con problemi tiroidei.

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COLERA

che cosa è?

E’ una malattia batterica acutadell’intestino, provocata da batteriappartenenti al genere dei vibrioni, i quali almicroscopio sipresentano comebastoncelli con unacaratteristica

incurvatura checonferisce lorol’aspetto di unavirgola.I vibrioni del coleraproducono una

tossina che danneggia le cellule delrivestimento dell’intestino (mucosaintestinale), alterando così la loro capacitàdi assorbimento delle sostanze nutritive edei liquidi contenuti negli alimenti cheingeriamo.

come si manifesta?

Il colera, dopo un periodo di incubazioneche va da poche ore a 5 giorni, abitualmenteè di 2-3 giorni, ha un esordio improvvisocaratterizzatoda diarreaacquosa profusa,vomito, rapidadisidratazione,ipotermia(temperaturacorporeainferiore a

37°C). Dopo le prime scariche diarroiche, lefeci presentano un aspetto ad “acqua diriso” ed un odore caratteristico. La perditadi grandi quantità di liquidi con il vomito e ladiarrea può provocare stato di shock edecesso. Nei casi gravi non trattati laletalità (rapporto tra il numero di decessisul numero delle persone malate) puòarrivare al 50%, mentre con adeguataterapia, consistente principalmente nellasomministrazione di soluzioni reidratanti, laletalità del colera è inferiore all’1%.

cosa fare quando ci si ammala?

Nel caso che si manifestino sintomi sospetti(scariche diarroiche acquose) è necessariorivolgersi immediatamente ad un medico oad una struttura ospedaliera per

effettuare, quanto prima, gli esami dilaboratorio per la conferma della diagnosi ela necessaria terapia.I pazienti affetti da colera dovrebberoessere ricoverati in ambiente ospedaliero.Nel caso non sia possibile l’ospedalizzazione,i pazienti affetti da colera dovrebberoalmeno essere accolti in stanze separate, in

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COLERA

cui abbiano accesso soltanto le persone cheprestano assistenza.Per prevenire la trasmissione di infezioni,trasmesse per mezzo del contatto diretto oindiretto con le feci, vanno sempre usati iguanti nel caso di possibile manipolazione ocontatto con materiali contaminati egrembiuli in caso di possibilità diinsudiciamento. Le feci e gli oggetti da essecontaminati debbono essere disinfettati.Le persone che sono state in contatto conun caso di colera (contatto: persona che èstata in contatto con un soggetto infetto, inmodo da poter essere stato espostoall'infezione) debbono essere sottoposte a“sorveglianza sanitaria” per 5 giorni dallaultima esposizione e per altrettanti giornidovrebbero astenersi da tutte quelleattività che comportino direttamente oindirettamente la manipolazione di alimenti;essi debbono essere istruiti sulla necessitàdell’accurato lavaggio delle mani dopo l’usodei servizi igienici e prima dellamanipolazione di alimenti o della cura dimalati e bambini.In caso di elevata probabilità ditrasmissione del colera in ambitodomestico, i conviventi ed i contatti di uncaso di colera possono essere sottoposti aprofilassi preventiva con farmaci antibioticiprescritti dal medico curante.In particolari situazioni, in caso di vomito ediarrea profusa, in attesa di un adeguatotrattamento in ambiente ospedaliero, puòessere somministrata al paziente unasoluzione reidratante orale (vedischeda 2).

come si trasmette?

Il colera è una tipica malattia atrasmissione fecale-orale: essa può esserecontratta in seguito all’ingestione di acqua odi alimenti contaminati da materiale fecaledi individui infetti (malati o portatori sani oconvalescenti); i vibrioni sono dotati dinotevole resistenza nell’ambiente esterno,soprattutto in ambiente liquido; essipossono sopravvivere anche in ambientemoderatamente salino come l’acqua di mare.Per questo motivo il pesce, se consumato

crudo, e molluschi e crostacei, abitualmenteconsumati crudi, sono particolarmentepericolosi ai fini della trasmissione delcolera. E' pericolosa, in aree dove lamalattia è sempre presente e/o simanifesta in forma epidemica, anche laverdura consumata cruda per la possibilitàche liquami (liquidi formati dalle sostanze dirifiuto che vengono raccolte dalla rete difognature e, normalmente, smaltite secondonorme igieniche) vengano usati a scopoirriguo e/o fertilizzante.

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COLERA

periodo di contagiosità

La contagiosità (la possibilità che ilmicrorganismo venga trasmesso da unsoggetto infetto o malato ad uno sano) èlegata alla presenza di V. cholerae nellefeci; abitualmente il periodo di contagiositàsi protrae per alcuni giorni dopo laguarigione clinica ma, talvolta, puòinstaurarsi uno stato di portatore cronico,con eliminazione dei germi che persiste daqualche settimana a qualche mese. Non sonorari i casi di infezioni inapparenti e diportatori sani, cioè di persone che, inassenza di qualsiasi sintomo, eliminanovibrioni con le feci per settimane e forseper mesi. Si stima che soltanto il 10% dellepersone infette sviluppi i sintomi tipici dellamalattia con disidratazione moderata ograve.

chi è a rischio?

Chiunque, trovandosi in un’area geograficadove la malattia è sempre presente, e/o sipresenti in forma epidemica, non osserviscrupolose regole igieniche personali enell’alimentazione.

esiste una vaccinazione?

I vaccini anticolerici tradizionali,presentano un’efficacia pari al 30-50%; ciòsignifica che su 100 persone vaccinatesoltanto da 30 a 50 di esse possonoconsiderarsi protette nei confronti dellamalattia, mentre nelle restanti persone

possono verificarsi casi di infezioneinapparente e sub-clinica; per tale motivo lavaccinazione anticolerica non rientra più traquelle richieste ufficialmente a livellointernazionale, ed è anzi apertamentesconsigliata dall’Organizzazione Mondialedella Sanità per il falso senso di sicurezzache può indurre a trascurare altre misure diprevenzione.Maggiormente efficaci sembrano essere ivaccini anticolerici orali prodotti conmetodiche di ingegneria genetica;attualmente tali vaccini non sonocommercializzati in Italia.

come si previene?

Come per tutte le malattie a trasmissionefecale, lo scrupoloso rispetto di elementarinorme igieniche è fondamentale, a livelloindividuale, per la prevenzione del colera(vedi le “Regole d’oro”).I vibrioni del colera sono estremamentesensibili all’azione dei comuni detergenti edisinfettanti. Una buona soluzionedisinfettante può essere ottenutafacilmente in ambito domestico (vedischeda 1).

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DENGUE

che cosa è?

La dengue è una malattia virale acutaprovocata da virus (dengue-1, 2, 3, 4)appartenenti al genere Flavivirus, generecui appartiene anche il virus responsabiledella febbre gialla.

La malattia può presentarsi in due formedistinte:• dengue classica;• dengue emorragica, con o senza stato di

shock;ed è presente allo stato endemico in granparte del Sud-Est Asiatico, in Africa, inAmerica Centrale e Meridionale, in Oceania.

come si manifesta?

Il periodo di incubazione della dengue, èsimile sia per la dengue classica che per ladengue emorragica, e può variare da 3 a 14giorni, con una media di 5-7 giorni.La dengue classica, forma benigna dellamalattia, può presentare una sintomatologiapiù o meno spiccata a seconda dell’età: neibambini piccoli si manifesta sotto forma diaffezione febbrile lieve, accompagnata dauna eruzione cutanea di tipo maculo-papuloso (macchie e bolle poco sporgenti sul

piano della cute), mentre nei ragazzi piùgrandi e negli adulti si presenta comeun’affezione di tipo simil-influenzale, confebbre, cefalea, dolori osteo-articolari emuscolari (viene chiamata anche febbrerompiossa), disturbi gastrointestinali, con osenza comparsa dell’esantema maculo-papuloso. A volte nella dengue classicapossono aversi lievi manifestazioniemorragiche, sotto forma di perdita disangue dal naso e dalle gengive, e diemorragie sottocutanee puntiformi(petecchie).La forma di dengue emorragica (DE) èparticolarmente frequente nelle regioni delSud-Est Asiatico e del Pacifico, maepidemie di questa forma sono statesegnalate, in tempi recenti, anche dalleregioni caraibiche e dall’Americameridionale. La DE si manifesta con unandamento a due fasi. Nella prima fase si hacomparsa improvvisa di febbre,arrossamento del viso, inappetenza, lievidisturbi a carico dell’apparatogastrointestinale e delle vie aeree superiori.Segue un periodo di sfebbramento, inconcomitanza del quale le condizioni delpaziente possono improvvisamentepeggiorare, con comparsa di profondadebolezza, irritabilità, pallore, coloritocianotico, soprattutto intorno alla bocca,abbassamento della pressione sanguigna,polso rapido e debole, eruzioni cutanee. Inquesta seconda fase sono frequenti ifenomeni emorragici, dalle petecchie, alleecchimosi (macchia emorragica sulla cute osulle mucose, non rilevata, bluastra oviolacea), alle epistassi (perdita di sanguedal naso), alla perdita di sangue dallegengive, alle emorragie a carico

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DENGUE

dell’apparato gastrointestinale (presenza disangue nel vomito e nelle feci). Sonopossibili complicazioni a carico del fegato edel sistema nervoso centrale. Nei casi gravisi può arrivare allo stato di shock.

La letalità della DE nei casi non trattati otrattati in modo improprio può arrivare al40-50%; nei casi trattati adeguatamente,invece, la letalità è inferiore al 2%.

cosa fare quando ci si ammala?

La dengue si manifesta con unasintomatologia febbrile che non èdistinguibile da quella provocata dallamalaria, o dalla febbre tifoide, o da altremalattie acute batteriche o virali (dalleepatiti, al morbillo, alla scarlattina).In caso di febbre di qualsiasi natura,soprattutto se al ritorno da un viaggio inuna zona a rischio, è necessario rivolgersiimmediatamente ad un medico o ad unastruttura ospedaliera qualificata, per

effettuare gli esami di laboratorio checonfermino o escludano la diagnosi.La conferma diagnostica viene effettuatasulla base della presenza di anticorpispecifici; la ricerca degli anticorpi è utileanche a distanza di tempo (settimane omesi) dall’attacco febbrile, per chiarire unadiagnosi altrimenti dubbia.In caso di sospetta dengue vaaccuratamente evitata ogni forma diautotrattamento farmacologico; inparticolare, debbono essere evitati farmaciantipiretici a base di acido acetilsalicilico(aspirina) che, a causa della loro azione sullacoagulazione del sangue, potrebberofavorire la comparsa o determinarel’aggravamento di manifestazioniemorragiche.

come si trasmette?

La dengue non si trasmette per contagiointerumano diretto, ma soltanto attraversola puntura di zanzare appartenenti algenere Aedes (lo stesso genere di zanzareche trasmette all’uomo la febbre gialla).Le zanzare Aedes, a differenza delleAnopheles (zanzare che trasmettono lamalaria), pungono nelle ore diurne, con un

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DENGUE

massimo di attività nelle due ore successiveall’alba e nelle ore che precedono iltramonto.

Le zanzareAedes, dopoessere stateimportate inItalia nel1990, si sonoormaidistribuite inalmeno 10

regioni italiane ma la loro presenza, nelnostro Paese, non è stata associata a casidi dengue verificatisi sul territorionazionale.

come si previene?

L’aumento della frequenza di questamalattia, anche in Paesi in cui la comparsadella malattia in forma endemica è piuttostorecente (vedi America Centrale eMeridionale), è da attribuire in parte anchea fenomeni di massiccia urbanizzazione conpersistenza di condizioni igienico-sanitarieche favoriscono la proliferazione di insetti

nocivi e vettori dimalattie.A differenzadelle Anopheles,le Aedes siriproducono anchein ambienticontaminati,sfruttando

piccolissime raccolte d’acqua piovana, il chefavorisce la loro presenza in ambienti

urbani, degradati e non. La prevenzione ed ilcontrollo della malattia, a livello collettivo,risiedono nell’attuazione di tutte quellemisure volte ad eliminare o ridurrel’infestazione da zanzare e vanno dallapronta rimozione dei rifiuti solidi urbani, alcorretto allontanamento e smaltimentodelle acque di fogna, agli interventiperiodici di disinfestazione, allaeliminazione, soprattutto in prossimità delleabitazioni, delle raccolte d’acqua chepossono essere usate per la deposizionedelle uova e lo sviluppo delle forme larvali.Molto utile l’applicazione di zanzariere ealtri mezzi protettivi alle finestre delleabitazioni.

esiste una vaccinazione?

Non sono ancora disponibili, al momentoattuale, vaccini contro la dengue.

raccomandazioni per i viaggiatoridiretti in aree endemiche

Il rischio di contrarre la dengue nel corso diun viaggio all’estero in zone endemiche èsolitamente modesto e direttamente legatoalla durata del soggiorno.Non esistendo ancora un vaccino efficace, enon essendo possibile attuare un regime diprofilassi farmacologica come per lamalaria, la prevenzione della dengue a livelloindividuale consiste principalmentenell’adozione di misure di protezionepersonale, che dovranno essere seguitetenendo presenti le abitudini “diurne” diqueste zanzare (vedi scheda 3).

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DIARREA DEL VIAGGIATORE

che cosa è?

Si tratta di un quadro clinico, cui sono stateassegnate anche pittoresche definizionipopolari quali “la Vendetta di Montezuma ”,caratterizzato da diarrea.Il rischio di andare incontro alla diarreadel viaggiatore è massimo in casi di viaggi inPaesi in via di sviluppo. Si tratta infatti diuna patologia indubbiamente favorita dasituazioni di carenze igieniche e da climicaldo-umidi, ma non si può dire che chiviaggi in Paesi industrializzati sia del tuttoesente dal rischio di andarvi incontro.Oltre ai fattori locali, socio-sanitari eclimatici, anche fattori propri dell’ospite(età, condizioni morbose pre-esistenti,maggiore o minore scrupolosità edattenzione nel seguire norme igieniche ecomportamenti appropriati, caratteristichedel viaggio) giocano un ruolo nella genesidella diarrea del viaggiatore.Sono state, comunque, definite tre zone delmondo, cui corrispondono rispettivamenteun rischio minimo (America del nord, Europaoccidentale, Australia), un rischiointermedio (Europa meridionale, isoledell’Estremo) ed un rischio massimo (Africa,Asia, America meridionale e centrale, Mediooriente) di contrarre tale malattia.

cosa la provoca?

La diarrea del viaggiatore può avere, dalpunto di vista eziologico, un’origine tantobatterica, quanto virale o parassitaria;d’altra parte, anche il solo cambiamento diabitudini e ritmi di vita e le diverse

condizioni climatiche ed ambientali possonodeterminare la comparsa del quadro clinico.Gli agenti patogeni riscontrati con maggiorefrequenza in casi di diarrea del viaggiatoresono comunque, nell’ordine, i batteriEscherichia coli produttori di enterossina(ETEC), le Shigelle, le Salmonelle, ilCampylobacter jejuni, e anche i banaliEscherichia coli non enterotossici, che sonoospiti abituali del nostro intestino.Oltre ai batteri, una causa frequente didiarrea del viaggiatore sono i Rotavirus, gliEnterovirus, i virus Norwalk, mentre tra iparassiti sono da ricordare la Giardialamblia, l’Entamoeba hystolitica, iCryptosporidium.

come si manifesta?

Il periodo di incubazione e la contagiositàdella diarrea del viaggiatore sonostrettamente dipendenti dalla naturadell’agente eziologico; solitamente, però, ilperiodo di incubazione varia da qualche oraa pochi giorni. La malattia si manifesta condiarrea con almeno tre scariche al giorno difeci liquide o semi-formate.

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DIARREA DEL VIAGGIATORE

cosa fare quando ci si ammala?

La diarrea del viaggiatore è comunque unacondizione morbosa, seppure fastidiosa, dilieve entità ed autolimitantesi (tende cioè arisolversi spontaneamente nel giro diqualche giorno) ma, nel caso che simanifestino sintomi sospetti (diarreaprofusa, dolori addominali, febbre, disturbidispeptici) sarebbe sempre bene consultareun medico, se non altro per escludere,mediante appropriati esami di laboratorio,malattie per le quali è necessaria unaterapia appropriata.Il trattamento della diarrea del viaggiatoresi basa essenzialmente sulla reidratazioneorale, per la reintegrazione dei liquidi e deisali persi con le scariche diarroiche, conabbondante consumo di acqua minerale,succhi di frutta e biscotti salati, oppure disoluzioni saline già pronte in commercio.In caso di necessità una buona soluzionereidratante può essere preparata anche inambito domestico (vedi scheda 2).Il trattamento sintomatico, cioè confarmaci che riducono la mobilità intestinale,non è sempre indicato perché, nel caso diinfezioni come la shigellosi (vedi scheda),possono prolungare il decorso della malattia.Il trattamento di scelta è la terapiaantibiotica, che dovrebbe essere iniziata ilprima possibile, sempre su prescrizione esotto controllo medico; nei casi in cui siastata accertata la presenza di cisti diprotozoi nelle feci, è necessario untrattamento specifico con farmaciantiparassitari.

come si trasmette?

Gli agenti patogeni responsabili disintomatologia diarroica vengono trasmessiall’uomo per via fecale-orale, in primo luogoattraverso il consumo di acqua e alimenticontaminati, ma anche attraverso labalneazione, soprattutto se effettuata inacque dolci.Il contagio diretto da uomo a uomo,attraverso contatto con mani sporche, èraro ma possibile; le mosche possonofungere da vettori passivi degli agentiinfettivi, trasportandoli meccanicamente dasuperfici contaminate agli alimenti.

chi è a rischio?

Praticamentetutti i viaggiatori,con le dovutedifferenzeriguardo ledestinazioni e lecaratteristichedel viaggio ed ilperiodo dell’anno.

come si previene?

Come per tutte le forme a trasmissionefecale-orale, lo scrupoloso rispetto dielementari norme igieniche è fondamentale,a livello individuale, per la prevenzione delladiarrea del viaggiatore (vedi le "Regoled’oro").

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DIARREA DEL VIAGGIATORE

Anche il cercare di mantenere, per quantopossibile, i ritmi ed il tipo di alimentazioneche si seguiva a casa propria, puòcontribuire a ridurre il rischio e l’entità deldisturbo.E’ importante assicurarsi che anche l’acquaper la balneazione sia sicura dal punto divista igienico.La disinfezione dell’acqua, da bere o per illavaggio delle verdure e della frutta, puòessere ottenuta, oltre che con i prodotti giàpronti in commercio, con la bollitura (per unminimo di tre minuti), con soluzioni a base dicloro o mediante l’aggiunta di tintura diiodio (vedi scheda 1).Va tenuto presente che i disinfettanti abase di cloro non sono efficaci sulle cistidei protozoi come l’ameba (vedi scheda“Amebiasi”) o il Cryptosporidium. In questicasi risulta più efficace l’aggiunta di tinturadi iodio (32 gocce di tintura al 2% per litrodi acqua, lasciando riposare la soluzione cosìottenuta per non meno di mezz’ora prima diutilizzarla). La tintura di iodio, a scopo didisinfezione, va utilizzata con cautela daparte di persone con problemi tiroidei.

vaccinazione e prevenzionefarmacologica

Anche se esistono vaccini nei confronti dialcuni degli agenti patogeni responsabili dimalattie diarroiche, la migliore prevenzionerisiede nell’adozione delle elementarinorme igieniche sopra descritte.La somministrazione a scopo preventivo diantibiotici o altri farmaci è da escludere, inquanto non solo non mostra di avere alcuna

effettiva azione protettiva, ma può anchecomportare rischi per la salute e sgraditieffetti collaterali, oltre a contribuire aselezionare ceppi batterici resistenti agliantibiotici.

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DISSENTERIA BACILLARE (SHIGELLOSI)

che cosa è?

E’ una malattia provocata da batteriappartenenti al genere Shigella che puòpresentarsi con quadri clinici di gravità

variabile. Nei casi non trattati la letalitàdovuta a tale malattia può arrivare al 10-20%.Si tratta di germi molto sensibili all’azionedei comuni disinfettanti e dei detergenti,ma che nell’ambiente esterno possonopresentare gradi variabili di resistenza,soprattutto quando sono contenuti inmateriale organico.

come si manifesta?

L'infezione, dopo un periodo diincubazione che può variare da un minimodi 12 ore ad un massimo di 96 ore, ma cheabitualmente è di 1-3 giorni, causa unadissenteria bacillare caratterizzata dadiarrea, febbre, nausea, dolori addominali,tenesmo (spasmo doloroso dell'ano constimolo impellente alla defecazione). Nei

casi tipici, le feci contengono sangue, mucoe pus.

periodo di contagiosità

La contagiosità è legata alla presenza ditali germi nelle feci; i pazienti sono quindiinfettanti durante l’infezione acuta e percirca 4 settimane dopo la guarigione. Inqualche caso l’eliminazione dei germi puòcontinuare per anni dopo l’episodiodissenterico iniziale, con l’instaurazione diuno stato di portatore cronico (soggettoche ha superato la malattia ma checontinua ad ospitare tali germi e adeliminarli).

come si trasmette ?

Come i vibrioni del colera e le salmonelledel tifo, le Shigelle vengono trasmesse pervia fecale-orale; la dissenteria può quindiessere contratta in seguito all’ingestione diacqua o di alimenti contaminati damateriale fecale di individui infetti (malatio portatori sani o convalescenti) oall’impiego di utensili contaminati. Imolluschi, i crostacei e gli altri prodottidella pesca consumati crudi sonoparticolarmente pericolosi, ma anche illatte non pastorizzato e le verdure possonofungere da veicoli dell’infezione. Gli insetti,in particolar modo le mosche, possonotrasmettere meccanicamente questi edaltri germi patogeni, trasportandoli damateriali contaminati su cibi ed oggetti,comportandosi, quindi, come vettori passividi infezione.

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DISSENTERIA BACILLARE (SHIGELLOSI)

L’uomo, malato o portatore, rappresental’unica sorgente di infezione.

come si previene?

Come per tutte le malattie a trasmissionefecale-orale, lo scrupoloso rispetto dielementari norme igieniche èfondamentale, a livello individuale, per laprevenzione della dissenteria bacillare edelle altre forme di shigellosi (vedi le“Regole d’oro”); in particolare modo, lemani debbono essere sempreaccuratamente lavate, con acqua e sapone,dopo avere usato i servizi igienici o dopol’assistenza a pazienti affetti da talemalattia, utilizzando anche spazzolini perpulire le unghie e asciugamani individuali odi carta; nel caso della shigellosi, infatti,l’infezione può manifestarsi anche inseguito all’ingestione di cariche infettantiminime.Le Shigelle sono sensibili all’azione deicomuni detergenti e disinfettanti (vedischeda 1).

esiste una vaccinazione?

Non è ancora disponibile alcun vaccino neiconfronti della dissenteria bacillare. Itentativi di allestire vaccini orali non hannofinora fornito i risultati sperati.

cosa fare in caso di malattia?

Nel caso si manifestino sintomi didissenteria è necessario ricorrereimmediatamente ad un medico o ad una

struttura ospedaliera per potere

effettuare, quanto prima, gli esami dilaboratorio per la conferma della diagnosi ela necessaria terapia.Nell’assistenza a pazienti affetti dadissenteria debbono essere adottateprecauzioni per evitare il contatto direttoo indiretto con le feci o con oggetti daqueste sporcate: è quindi indicato l’uso diguanti e di indumenti protettivi. Le feci egli oggetti da esse contaminati debbonoessere disinfettati ed è necessaria unaaccurata pulizia della stanza di degenzadel paziente.I pazienti debbono astenersi dalle attivitàche comportino manipolazione di alimenti odall’assistenza sanitaria e all’infanzia fino ache gli esami di laboratorio eseguiti sullefeci abbiano escluso la presenza diShigelle.Le persone che sono state a contatto conun paziente affetto da dissenteria, inparticolare i conviventi, vanno sottopostea controllo sanitario per almeno 7 giornidall’ultimo contatto con il paziente; questevanno inoltre sottoposte ad esami dilaboratorio di controllo (coprocoltura),qualora siano impegnate in attività checomportino manipolazione di alimenti o

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DISSENTERIA BACILLARE (SHIGELLOSI)

assistenza sanitaria e all’infanzia, oppurenelle situazioni in cui sia verosimile un altorischio di trasmissione.I conviventi ed i contatti debbono essereistruiti sulla necessità dell’accuratolavaggio delle mani, con utilizzazione dispazzolini per pulire le unghie easciugamani individuali o di carta, dopo l’usodei servizi igienici e prima dellamanipolazione di alimenti o della cura dimalati e bambini.In caso di vomito e diarrea profusa, inattesa dell’intervento del medico e deltrattamento in ambiente ospedaliero, puòessere somministrata al paziente unasoluzione reidratante che è possibilepreparare in casa (vedi scheda 1).I farmaci vanno assunti sempre dietroprescrizione medica: è opportuno peròricordare che i farmaci antidiarroici cheinibiscono la motilità intestinale sonocontroindicati perché possono prolungare ildecorso della malattia.

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FEBBRE GIALLA

che cosa è?

La febbre gialla è provocata da un virusappartenente al genere Flavivirus ed è unamalattia viraleacuta checostituisce unserio problemadi sanitàpubblica inmolti Paesidell’Africacentrale edoccidentale asud del Sahara.La febbre gialla è presente allo statoendemico1 anche in alcune regioniequatoriali e tropicali dell’America centralee meridionale.

come si manifesta?

La febbre gialla, dopo un periodo diincubazione che può variare da 3 a 6 giorni,può manifestarsi con vari gradi di gravità.L’inizio è improvviso, con febbreaccompagnata da brividi, dolori muscolaridiffusi, senso di prostrazione, nausea evomito. Nelle fasi iniziali della malattia siverifica un abbassamento del numero deiglobuli bianchi del sangue (leucopenia) esono possibili manifestazioni emorragiche ela comparsa di un colorito giallastro della 1 Si definisce endemica una malattia sempre presente inun determinato territorio; una malattia endemica puòpresentarsi in forma epidemica, vale a dire con un grannumero di casi in un breve periodo di tempo.

pelle (ittero). Nella maggior parte dei casila malattia si esaurisce a questo stadio, conprogressione verso la convalescenza apartire dal 4°-5° giorno dall’inizio deisintomi. In alcuni casi invece, dopo unabreve fase di miglioramento, compaiono o siaccentuano le manifestazioni emorragiche,con sanguinamento dal naso, dalle gengive,dall’apparato gastrointestinale (presenza disangue nelle feci o nel vomito),accompagnate da segni di insufficienzaepatica (ittero grave) e renale (bloccorenale con ritenzione idrica). La comparsadi ittero grave è considerata un segnosfavorevole.La letalità per febbre gialla nelle regioniendemiche si aggira abitualmente intorno al5%; nelle manifestazioni epidemiche, laletalità negli adulti può arrivare al 50%.D’altro canto, molti casi di infezionedecorrono in forma asintomatica o con unasintomatologia molto lieve e non specifica.

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FEBBRE GIALLA

come si trasmette?

Il virus della febbre gialla viene trasmessoall’uomo dalla puntura di zanzareappartenenti al genere Aedes.Le zanzare Aedes, a differenza delleAnopheles (zanzare che trasmettono lamalaria), pungono nelle ore diurne.

Nelle foreste del Sud-America, oltre allezanzare Aedes, intervengono nellatrasmissione della febbre gialla anche altrespecie di zanzare silvestri (genereHemagogus), ma la specie di gran lungamaggiormente coinvolta nella trasmissionedella febbre gialla, sia in Africa che inAmerica, è l’Aedes aegypti. La febbre giallaè mantenuta in natura da un ciclo silvestre(zanzare-scimmie) e da un ciclo urbano(zanzare-uomo). Le zanzare Aedes hannonotevoli capacità di adattamento anche aclimi temperati e relativamente freddi.Esse possono sfruttare, per lariproduzione, anche piccolissime raccolte diacqua piovana, quali quelle che si formanonei barattoli vuoti, nei sottovasi, nelle

vasche ornamentali, nei pneumatici usati.L’adattamento delle Aedes aegypti agliambienti urbani e l’infestazione dellegrandi città è alla base delle esteseepidemie di febbre gialla degli ultimi anni.

periodo di contagiosità?

La febbre gialla non si trasmette percontagio interumano diretto, ma soltantoattraverso il tramite delle zanzare infette.Le persone colpite da febbre gialla (sia informa clinicamente apparente che senzasintomatologia apparente) sono infettantiper le zanzare che li pungono da poco primadella comparsa della febbre e per tutta ladurata del periodo febbrile (mediamente 5giorni). Le zanzare diventano a loro voltainfettanti a distanza di 9-12 giorni dalpasto di sangue e rimangono tali per tuttala durata della loro vita.

come si previene?

Nei confronti della febbre gialla esiste unvaccino, a base di virus viventi attenuati,con un‘efficacia protettiva superiore al 90-95%. Il vaccino viene somministrato in dosesingola e conferisce un’immunità di lungadurata (superiore a 10 anni). Gli anticorpiprotettivi compaiono dopo 7-10 giornidall’inoculazione del vaccino. In caso dipersistenza di esposizione al rischio diinfezione, i richiami della vaccinazionevanno somministrati ogni 10 anni.La prevenzione ed il controllo dellamalattia, a livello collettivo nelle zone

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FEBBRE GIALLA

endemo-epidemiche, si fondano sullavaccinazione dei bambini, nell’ambito deiprogrammi di vaccinazione per l’infanzia, odi campagne di vaccinazione di massa, sulcontrollo delle zanzare, medianteinterventi periodici di disinfestazione, esull’isolamento delle persone ammalate inambienti a prova di zanzare, per evitareulteriori diffusioni del virus agli insetti.

raccomandazioni per i viaggiatoridiretti in aree endemiche

I casi di febbre gialla in viaggiatoriinternazionali sono rari; il rischio dicontrarre questa malattia nel corso di unviaggio in zone endemiche è solitamentemodesto e direttamente legato alla duratadel soggiorno, ma non può essere esclusoneanche per viaggi di breve durata.Molti Paesi endemici, o a rischio di febbregialla per la presenza di zanzare Aedes,richiedono la vaccinazione antiamarillicacome condizione per l’ingresso nel loro

territorio, a tutti i viaggiatori, oppure aquelli provenienti a loro volta da areeendemiche.Il certificato di vaccinazione antiamarillicadeve essere rilasciato da un Centro diVaccinazioni autorizzato dal Ministerodella Sanità ed è valido a partire dal 10°giorno successivo alla somministrazione delvaccino, per un periodo di 10 anni.La vaccinazione antiamarillica, oltre adessere obbligatoria per alcune destinazioni,è comunque raccomandata per i viaggiatoridiretti nelle aree endemiche dell’Africa edell’America, soprattutto se il viaggioprevede escursioni in ambienti selvaggi.La vaccinazione antiamarillica ècontroindicata nei bambini piccoli (al disotto di 9- 12 mesi), nelle donne ingravidanza, nelle persone con allergia alleuova, nelle persone con alterazioni delsistema immunitario per effetto dimalattie o di terapie, a meno che il rischiodi contrarre la febbre gialla non superiquello di una eventuale complicazione davaccinazione.A livello individuale, per la prevenzionedella febbre gialla, sono molto utili anche lemisure di protezione personale dagli insetti(vedi scheda 3), che dovranno essereseguite tenendo presenti le abitudini“diurne” di queste zanzare.

cosa fare in caso di malattia?

La febbre gialla può presentarsi con unasintomatologia che, almeno nelle faseiniziale, non è distinguibile da quellaprovocata dalla malaria, o dalla febbre

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FEBBRE GIALLA

tifoide, o da altre malattie acutebatteriche o virali.In caso di febbre di qualsiasi natura,soprattutto se ci si trovi in una zona arischio, o se si è appena ritornati daquesta, è necessario rivolgersi

immediatamente ad un medico o ad unastruttura ospedaliera qualificata, pereffettuare gli esami di laboratorio checonfermino o escludano la diagnosi. Laconferma diagnostica viene effettuatasulla base della presenza di anticorpispecifici.Non esiste una terapia specifica per lafebbre gialla, ma soltanto un trattamentodi sostegno. Nelle zone endemiche ènecessario evitare ulteriori punture dizanzare in soggetti ammalati, per prevenirel’ulteriorediffusione delvirus ed ilmantenimentodella catena ditrasmissionedella malattia.

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FEBBRE TIFOIDE

che cosa è?

La febbre tifoide, anche detta tifoaddominale, è provocata da un batterio, laSalmonella typhi, appartenente alnumerosissimo genere Salmonella di cui

fanno parte anche le S. paratyphi A e B,responsabili dei paratifi, e le cosiddettesalmonelle minori, responsabili di infezionie tossinfezioni a trasmissione alimentare.

come si manifesta?

L'infezione, dopo un periodo diincubazione che può variare da 3 giorni a 3mesi, ma abitualmente è di 1-3 settimane,coinvolge l’intero organismo,manifestandosi con esordio insidioso,febbre elevata, cefalea, malesseregenerale, mancanza di appetito,rallentamento delle pulsazioni, presenza dimacchie rossastre e rilevate, localizzate altronco, tosse secca e disturbigastrointestinali (costipazione o diarrea).L'infezione può decorrere in forma sub-clinica; è frequente la possibilitàdell’instaurarsi dello stato di portatorecronico, che può essere anche moltoprolungato nel tempo.

cosa fare quando ci si ammala?

Nel caso si manifestino sintomi di febbretifoide è necessario ricorrereimmediatamente ad un medico o ad unastruttura ospedaliera per potere

effettuare, quanto prima, gli esami dilaboratorio per la conferma della diagnosi ela necessaria terapia.Nell’assistenza a pazienti affetti dafebbre tifoide debbono essere adottateprecauzioni per evitare il contatto direttoo indiretto con le feci o con oggetti daqueste sporcate: è quindi indicato l’uso diguanti e di indumenti protettivi.I soggetti colpiti da febbre tifoidedebbono essere allontanati dalle attivitàche comportino la manipolazione o ladistribuzione di alimenti, dall’assistenzasanitaria e da quella all’infanzia, fino a chegli esami di laboratorio eseguiti sulle feci esulle urine abbiano escluso la presenza deigermi patogeni.Le persone che sono state a contatto conun paziente affetto da febbre tifoide, inparticolare i conviventi, vanno sottopostea controllo sanitario per la ricerca di altricasi di infezione e della fonte di

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FEBBRE TIFOIDE

esposizione, con particolare riguardo astorie di viaggi in aree endemiche e alleabitudini alimentari; tali soggetti vannoallontanati dalle attività che comportino lamanipolazione o la distribuzione di alimenti,dall’assistenza sanitaria e da quellaall’infanzia, fino a che esami di laboratorioeseguiti sulle feci e sulle urine abbianoescluso lo stato di portatore dell’infezione.

come si trasmette?

La febbre tifoide è una malattia atrasmissione fecale-orale; può quindiessere contratta in seguito all’ingestione diacqua o alimenti (frutti di mare, frutta,verdura, latte non pastorizzato)contaminati da materiali fecali contenentiSalmonelle. Le Salmonelle sono dotate diuna notevole resistenza nell’ambienteesterno, soprattutto se contenute inmateriali organici e possono persistere permesi nei liquami e nel fango; resistono alungo anche nell’acqua e nel ghiaccio. Gliinsetti, in particolar modo le mosche,possono fungere da vettori passivi deigermipatogeni.L’uomo,malato oportatore,è l’unicasorgente diinfezione.

periodo di contagiosità?

I pazienti affetti da febbre tifoide sonoinfettanti fintanto che S. typhi è presentenelle feci, ovvero dalla prima settimana dimalattia e per tutta la durata dellaconvalescenza. Il 2-5% dei pazienti divieneportatore cronico, potendo eliminare lesalmonelle del tifo per molti mesi e, in casiestremi, per anni.

come si previene?

Come per tutte le malattie a trasmissionefecale, lo scrupoloso rispetto di elementarinorme igieniche è fondamentale, a livelloindividuale, per la prevenzione della febbretifoide (vedi le “Regole d’oro”). Lesalmonelle del tifo presentano una notevoleresistenza nell’ambiente esterno ma sonocomunque sensibili all’azione dei comunidisinfettanti. Una buona soluzionedisinfettante può essere ottenutafacilmente in ambito domestico (vedischeda 1).

esiste una vaccinazione?

Nei confronti della febbre tifoide sonodisponibili diversi vaccini contenenti germiuccisi, da somministrare per viaintramuscolare (due dosi a distanza di unmese), germi viventi attenuati, dasomministrare per via orale (tre capsule daassumere a giorni alterni) e vaccinicontenenti l’antigene polisaccaridico "Vi"della S. typhi, da somministrare

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FEBBRE TIFOIDE

ugualmente per via intramuscolare (una soladose, con richiami ogni 2-3 anni). Questivaccini conferiscono una protezione pariall’80-90%, della durata presumibile di 2-3anni; sono indicati in situazioni epidemichee per viaggiatori diretti in zone endemico-epidemiche, oppure per soggettimaggiormente esposti a rischio per motiviprofessionali (tecnici di laboratorio,addetti allo smaltimento di rifiuti, etc...).La vaccinazione antitifica è di valorelimitato in caso di esposizione a casiconclamati, mentre può essere utile in casodi convivenza con portatori cronici.

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MALARIA

che cosa è?

La malaria è una malattia infettivatrasmessa all’uomo da zanzare del genereAnopheles. La malaria è presente allo statoendemico in gran parte dell’Africa, nel sub-continente indiano, nel sud-est asiatico, inAmerica latina e in parte dell’Americacentrale. Il 40% della popolazione mondialevive in aree in cui la malaria è endemica.La malaria può presentarsi consintomatologia variabile: nella maggior partedei casi essa si presenta con febbreaccompagnata da altri sintomi quali: brividi,mal di testa, mal di schiena, sudorazioneprofusa, dolori muscolari, nausea, vomito,diarrea, tosse. La diagnosi di malariadovrebbe essere presa in considerazioneper tutti i soggetti che presentino talesintomatologia e che abbiano soggiornato inPaesi in cui è presente la malaria.Le infezioni da P. falciparum (la specie diplasmodi responsabile della forma più gravedi malaria, anche definita "terzanamaligna") non trattate possono complicarsicon insufficienza renale, edema polmonare,coma e progredire fino al decesso.Le persone che abbiano soggiornato perdiversi anni in aree endemiche per malariapossono presentare forme asintomatiche diinfezione, con presenza dei parassiti nelsangue ma assenza di qualsiasi sintomoriferibile a malaria.

cosa la provoca?

La malaria è provocata da protozoi(parassiti microscopici) appartenenti al

genere dei Plasmodi. La malaria umana puòessere causata da quattro tipi di Plasmodi:Plasmodium falciparum, responsabile dellamalaria maligna o terzana; Plasmodiumvivax, responsabile della terzana benigna;Plasmodium malariae, responsabile di unaforma di malaria definita “quartana”, acausa della caratteristica periodicità concui si presenta la febbre, e Plasmodiumovale.Le infezioni “miste”, con contemporaneapresenza di plasmodi di tipi diversi, nonsono rare nelle zone endemiche.

come si trasmette?

I parassiti malarici vengono trasmessiall’uomo, che è l’unico serbatoio dellamalattia, attraverso la puntura di zanzarefemmine, che si nutrono di sangue perportare a maturazione le uova .

I plasmodi compiono una parte del loro ciclovitale all’interno dell’organismo umano (cicloasessuato) ed una parte nell’organismo dellezanzare (ciclo sessuato).Le zanzare Anopheles, vettori della malaria,pungono abitualmente nelle ore di oscurità

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MALARIA

(prima dell’alba, subito dopo il tramonto eper tutta la notte).

qual è il periodo di incubazione?

Il periodo di incubazione della malaria, è dicirca 7-14 giorni per l’infezione da P.falciparum, di 8-14 giorni per P. vivax e P.ovale, e di 7-30 giorni per P. malariae. Peralcuni ceppi di P. vivax l’incubazione si puòprotrarre per 8-10 mesi; tale periodo puòessere ancora più lungo per P. ovale. Nelcaso di infezione malarica da trasfusione,evento raro, il periodo di incubazione puòdipendere dal numero di parassiti trasfusied è usualmente breve, ma può protrarsifino a due mesi.La chemioprofilassi antimalarica a dosaggiinadeguati può prolungare il periodo diincubazione.

qual è il periodo di contagiosità ?

La malaria non si trasmette per contagiointerumano diretto, ma soltanto attraversoil tramite delle zanzare.Persone colpite da malaria, e non curate,possono essere infettanti per le zanzarefino ad 1 anno in caso di malaria da P.falciparum, fino a 1-2 anni nel caso dimalaria da P. vivax, per più di 3 anni nel casodi infezione da P. malariae.Le zanzare rimangono infettanti per tuttala vita.La trasmissione della malaria può avvenireanche in seguito alla trasfusione di sangue odi globuli rossi provenienti da soggetti

malarici e contenenti forme asessuate vitalidi plasmodi, ma in Italia esistono norme dilegge che escludono dalla donazione personeche, negli ultimi due anni, abbianosoggiornato in zone malariche e/o cheabbiano effettuato profilassi antimalarica.

come si previene?

La malaria è scomparsa dal nostro Paese apartire dagli anni ‘50. I casi di malariaattualmente registrati in Italia sono “diimportazione”, sono cioè casi di malariacontratti all’estero, in zone malariche, daviaggiatori internazionali. Il rischio dicontrarre la malaria può essere minimizzatoricorrendo ad una attenta combinazione dimisure di prevenzione comportamentale e dimisure di prevenzione basate sull’assunzionedi farmaci adatti (profilassi farmacologica ochemioprofilassi antimalarica).

raccomandazioni per i viaggiatoridiretti in aree malariche: laprofilassi comportamentale

A causa delle abitudini notturne dellezanzare anofele, il rischio di trasmissionedella malaria si manifesta principalmentenel periodo che va dal crepuscolo all’alba.Pertanto, per difendersi dalle punture dizanzare si consiglia di adottare appositemisure di prevenzione (vedi scheda 3).L’adozione di misure di protezionepersonale, che da sole garantiscono un buongrado di protezione, riducendo il rischio dicontrarre la malattia anche fino a 10 volte,

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MALARIA

comprende l’uso di zanzariere, l’impiego direpellenti cutanei ed ambientali e diindumenti adatti (vedi scheda 3).

raccomandazioni per i viaggiatoridiretti in aree malariche: lachemioprofilassi

Alle misure di profilassi comportamentalepuò essere associata la profilassi confarmaci che riduce ulteriormente il rischiodi infezione.Ad oggi non esiste un farmaco antimalaricoche, a dosaggi diversi da quelli impiegati perla terapia, sia in grado di prevenirel’infezione malarica nel 100% dei casi e chesia del tutto esente da effetti indesiderati;inoltre, la resistenza dei plasmodi aifarmaci antimalarici è sempre più frequentee coinvolge anche farmaci di impiegorelativamente recente, quali la meflochina.Nella scelta di un appropriato regime diprofilassi antimalarica vanno considerativari fattori tra cui l’itinerario ed il tipo delviaggio (altitudine, passaggio in aree rurali opermanenza esclusivamente in zone urbane);il rischio di acquisizione di malaria da P.falciparum clorochino-resistente;precedenti reazioni allergiche a farmaciantimalarici; le condizioni di salute el’attività lavorativa svolta dal viaggiatore.Alla chemioprofilassi antimalarica vasempre associata la profilassicomportamentale.La chemioprofilassi antimalarica deveessere iniziata 1 o 2 settimane primadella partenza, (nel caso di impiego didoxiciclina o di proguanil, la profilassi va

iniziata 1 o 2 giorni prima dellapartenza), continuando l’assunzione deifarmaci, ai dosaggi e con la periodicitàprescritti, per tutta la durata delsoggiorno e per non meno di 4-5settimane dopo il ritorno dalla zonamalarica. I farmaci antimalarici vannoassunti a stomaco pieno e con abbondanteacqua.

i farmaci per la profilassiantimalarica

I viaggiatori internazionali, prima dieffettuare la chemioprofilassi antimalarica,dovranno consultare il proprio medico difiducia o le strutture sanitarie prepostealla prevenzione delle malattie deiviaggiatori, tra cui gli Uffici di sanitàmarittima ed aerea del Ministero dellaSanità, di cui si riporta in allegato l’elenco;il medico di famiglia, oltre ad effettuare laprescrizione necessaria per l’acquisto infarmacia di tali farmaci, potrà anchevalutare l’esistenza di controindicazioni o disituazioni che sconsiglino l’assunzione deifarmaci antimalarici.Nell’ambito delle aree malariche, l’OMSdistingue 3 zone che si differenziano perintensità di trasmissione, distribuzionedelle specie di plasmodi e per ladistribuzione dei ceppi isolati di P.falciparum chemioresistenti. In ordinecrescente di rischio vengono indicate lazona A, la zona B e la zona C (vedi figura 1).

• Nella zona A, dove è basso il rischiomalarico e dove è ancora poco diffusa la

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MALARIA

resistenza alla clorochina, questofarmaco costituisce il regimeprofilattico di scelta.

• Nella zona B, in cui il rischio dicontrarre la malaria è ancora basso, main cui è stata segnalata la presenza diceppi di P. falciparum clorochino-resistenti, il regime profilattico puòessere basato sulla clorochina, da sola oin associazione con il proguanil, portandocome scorta una dose terapeutica dimeflochina, o basato su un'associazionepirimetamina-sulfamidico.

• Nella zona C, dove il rischio di malaria èelevato e la diffusione di ceppi di P.falciparum clorochino-resistenti è ampia,la profilassi raccomandata è a base dimeflochina, optando, in caso dicontroindicazioni a questo farmaco, perun regime misto clorochina-proguanil.

A B C

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MALARIA

quali sono i gruppi a rischioparticolare?

Alcune categorie di viaggiatori, quali adesempio le donne in gravidanza ed i bambini,sono a maggior rischio di gravi conseguenzein caso di malaria.

e in gravidanza?

La malaria contratta in gravidanza aumentail rischio di prematurità, aborto, morteneonatale e morte della madre. Sono quindisconsigliati viaggi in zone malariche,soprattutto quelle in cui vi sia rischio dimalaria da P. falciparum clorochino-resistenti, in tutte le fasi della gravidanza.Se il viaggio non può essere rimandato, oltrealla scrupolosa applicazione di misure diprotezione personale, può essereeffettuata la profilassi farmacologica conclorochina, da sola nelle poche aree in cui visia il 100% di sensibilità di P. falciparum, oin associazione con proguanil. A partire dalsecondo trimestre di gravidanza lachemioprofilassi potrebbe essereeffettuata anche con meflochina(controindicata in modo assoluto nelle prime12 settimane) in quanto le conoscenzeacquisite al momento consentono diescludere che tale farmaco abbia effettitossici sull’embrione o sia causa dimalformazioni fetali.Le donne in età fertile possono effettuarela chemioprofilassi antimalarica sia conmeflochina o con doxiciclina, avendo cura dievitare la gravidanza per almeno 3 mesi dalcompletamento del ciclo di chemioprofilassi

con meflochina e per 1 settimana nel casodella doxiciclina.In caso di gravidanza non prevista, lachemioprofilassi antimalarica non vaconsiderata una indicazione perl'interruzione di gravidanza.In caso di sospetto di malaria in gravidanzaè più che mai necessario cercareimmediatamente una consulenza medica ecominciare un ciclo di terapia con farmaciantimalarici efficaci.

e durante l'allattamento?

Piccole quantità di farmaci antimalaricipassano nel latte materno; i quantitativi nonsono considerati pericolosi per il lattante,anche se sono necessarie ulterioriinformazioni a riguardo. In ogni caso, ifarmaci antimalarici trasferiti nel lattematerno sono insufficienti ad assicurare laprotezione nei confronti dell’infezione epertanto, in caso di necessità, lachemioprofilassi antimalarica deve essereeseguita nei lattanti con i farmaci ai dosaggiconsigliati per l’età.

e in età pediatrica?

I bambini sono ad alto rischio di contrarrela malaria poiché possono ammalarsirapidamente e in modo grave. Sonofrequenti anche forme atipiche e, pertanto,la febbre in un bambino di ritorno da unviaggio in una zona malarica deve esseresempre considerata sintomo di malaria, a

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MALARIA

meno che non sia possibile dimostrare ilcontrario.Il viaggio in zone endemiche,particolarmente ove vi sia trasmissione di P.falciparum clorochino-resistente èsconsigliato per i bambini più piccoli.Oltre alla protezione nei confronti dellezanzare, essi dovrebbero seguire un regimechemioprofilattico appropriato: i farmaciche possono essere usati con sicurezza neibambini sono la clorochina ed il proguanil; ladoxiciclina è sconsigliata al di sotto degli 8anni di età per la possibilità di alterazionidentarie, mentre sulfamidici-pirimetamina emeflochina sono sconsigliati per i neonati aldi sotto di un mese e tre mesi di vitarispettivamente.

e in caso di soggiorni prolungati?

Le raccomandazioni finora fornite sonoapplicabili a viaggiatori che soggiornino inzone malariche per periodi inferiori ad unmese.Coloro che prevedono di soggiornare a lungoin zone endemiche dovrebbero attuare lachemioprofilassi per non meno di un mese epoi rivolgersi a sanitari locali per consiglisulle misure di prevenzione più adatte allasituazione epidemiologica del luogo.

cosa fare in caso di malattia?

Nel caso si sospetti di aver contratto lamalaria, è necessario rivolgersiimmediatamente ad un medico o ad unastruttura ospedaliera per potere

effettuare immediatamente gli esami dilaboratorio, per la conferma o la esclusionedella diagnosi.La malaria dovrebbe essere sempresospettata in caso di sintomatologiafebbrile che si presenti a breve distanzadal ritorno da una zona malarica; questoparticolare dovrebbe quindi essere sempreriferito ai sanitari.L’esame diretto del sangue del pazienterappresenta la metodica più semplice edimmediata per verificare la presenza deiparassiti malarici.In caso di soggetti sospettati di avercontratto la malaria, ma i cui campioni disangue non mostrino la presenza diparassiti, lo striscio di sangue dovrebbeessere ripetuto approssimativamente ogni12-24 ore per 3 giorni consecutivi.

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LE REGOLE D'ORO

le regole d'oro per prevenire le malattie trasmesse dagli alimenti

Bisogna ricordare che spesso la presenza di microrganismi pericolosi non è evidente; glialimenti contaminati, infatti, possono mantenere le loro solite caratteristiche di colore, odoree sapore.Consumare un alimento solo perché ha un bell’aspetto non è una garanzia di cibo sano e non èsufficiente ad evitare rischio di infezioni per chi lo ingerisce.Adottare, nella vita di tutti i giorni, una serie di comportamenti corretti, che non alterino ilmodo di vivere e non abbiano peso economico, serve a ridurre il rischio di contrarre numerosemalattie.L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato in 10 punti la base della prevenzione dellemalattie trasmesse dagli alimenti:

1. scegliere i prodotti che abbiano subito trattamenti idonei ad assicurarne l’innocuità(ad esempio il latte pastorizzato o trattato ad alte temperature)

2. cuocere bene i cibi in modo che tutte le parti, anche le più interne, raggiungano una

temperatura di almeno 70°C 3. consumare gli alimenti immediatamente dopo la cottura 4. gli alimenti cotti, se non vengono consumati súbito, vanno immediatamente conservati

in frigorifero; la permanenza nel frigorifero dev’essere limitata; se il cibo dev’essereconservato per lungo tempo è preferibile surgelarlo

5. i cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura

prima del consumo 6. evitare ogni contatto fra cibi crudi e cotti 7. curare particolarmente l’igiene delle mani per la manipolazione degli alimenti 8. fare in modo che tutte le superfici della cucina, gli utensili ed i contenitori siano

accuratamente puliti 9. proteggere gli alimenti dagli insetti, dai roditori e dagli altri animali

10. utilizzare solo acqua potabile

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SCHEDE

SCHEDA 1

Suggerimenti per la preparazione della soluzionedisinfettante ad uso domestico

Una buona soluzione disinfettante ad uso domestico può essereottenuta diluendo 1 cucchiaio da tavola di comune varechina in 1litro d’acqua.La soluzione risultante può essere utilizzata per la disinfezionedi posate, stoviglie ed altri utensili, di servizi igienici e dibiancheria e può essere usata anche per disinfettare frutta e

verdura da consumare crude, che dovranno comunqueessere abbondantemente risciacquate con acquasicura (bollita o disinfettata in altro modo) prima diessere consumate.La comune varechina può essere usata anche per“disinfettare” l’acqua da bere: in questo caso, perevitare sapori sgradevoli, il quantitativo da usare èun cucchiaino da tè in un litro d’acqua. La soluzionecosì preparata deve essere lasciata riposare percirca un’ora prima del consumo.

In commercio sono disponibili preparati già pronti per ladisinfezione in ambito domestico di acqua e altri potenzialiveicoli di infezione.

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SCHEDE

SCHEDA 2

Suggerimenti per la preparazione, in ambito domestico,di una soluzione reidratante

La soluzione può essere preparata nel seguente modo:

• 3,5 grammi di sale da cucina (circa un cucchiaino da caffè)• 40 grammi di zucchero (due cucchiai da tavola colmi)• 2,5 grammi di bicarbonato (un cucchiaino, da caffè, raso)• 1 grammo di cloruro di potassio (un cucchiaino, da caffè, raso)

sciolti in un litro di acqua (minerale, bollita o disinfettatachimicamente).

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SCHEDE

SCHEDA 3

Misure di prevenzione personale dagli insetti

Si consiglia di:

v evitare, se possibile, di uscire tra il tramonto e l'alba;

v indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri e quelli accesi attiranogli insetti), con maniche lunghe e pantaloni lunghi, che coprano lamaggior parte del corpo;

v evitare l’uso di profumi (potrebbero attirare gli insetti);

v applicare sulla cute esposta repellenti per insetti a base di N, N-dietil-n-toluamide o di dimetil-ftalato, ripetendo se necessario, adesempio in caso di sudorazione intensa, l'applicazione ogni 2-3 ore; irepellenti per gli insetti ed insetticidi a base di piretroidi possonoessere spruzzati anche direttamente sugli abiti;

v alloggiare preferibilmente in stanze dotate di condizionatore d’ariaovvero, in mancanza di questo,di zanzariere alle finestre,curando che queste siano tenutein ordine e ben chiuse;

v usare zanzariere sopra il letto,rimboccando i margini sotto ilmaterasso, verificandone lecondizioni e che nessunazanzara sia rimasta all'interno.E’ molto utile impregnare lezanzariere con insetticidi a base di permetrina;

v spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze disoggiorno e nelle stanze da letto, oppure usare diffusori di insetticida(operanti a corrente elettrica - in tal caso, informarsi del voltaggiodella corrente elettrica del Paese in cui ci si reca e del tipo di spinautilizzata per poter provvedere all'acquisto di un adattatore - o abatterie), che contengano tavolette impregnate con piretroidi

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SCHEDE

(ricordarsi di sostituire le piastrine esaurite) o le serpentineantizanzare al piretro.

La possibilità, soprattutto in bambini piccoli, di effetti indesideratidei prodotti repellenti per gli insetti, impone alcune precauzioni nelloro uso, ed una scrupolosa attenzione alle indicazioni contenute neifoglietti di accompagnamento.Prodotti repellenti per gli insetti ed insetticidi a base di piretroidipossono essere spruzzati anche direttamente sugli abiti.In particolare, il prodotto repellente deve essere applicato soltantosulle parti scoperte; non deve essere inalato o ingerito, o portato acontatto con gli occhi; non deve essere applicato su cute irritata oescoriata; deve essere evitata l’applicazione di prodotti ad altaconcentrazione, in particolar modo per quanto riguarda i bambini; lesuperfici cutanee trattate vanno lavate immediatamente dopo ilritorno in ambienti chiusi o al manifestarsi di sintomi sospetti(prurito, infiammazione), per i quali è opportuno consultareimmediatamente un medico.