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Villa Capra, Barbaran, Colleoni secolo XVII Camisano Vicentino (VI) Via Negrin n. 1 Architetto Borella Vincolata L. 1089/1939 (A) L. 1497/1939 (PG) D.M. 10.12.1959 14.04.2000 Comune di Camisano Vicentino - Foglio 11 Sezione A Mapp. 225 Ha. 0.01.89 fab. rur. 229 Ha. 0.40.52 prato irr. 227 Ha. 0.00.42 fab. rur. 126 Ha 0.13.95 fab. rur. 217 Ha. 0.31.39 sem. arb. Comune di Camisano Vicentino Foglio 11 Sezione A Mapp. 81 Ha. 0.41.99 224 Ha. 0.09.73 226 Ha. 0.01.01 Condizione giuridica 07 gennaio 1976 Atto di compravendita tra Ente per le Ville Venete (acquirente) e Cestonaro Luigi- Antonio, Cestonaro Lidia-Angela (venditori), con atto del Notaio Dr. Gregorio Todeschini di Padova n. 62239 di Rep. (acquistata una met della Villa per L. 29.000.000). Comune di Camisano Vicentino Foglio 11 Sezione A Mapp. 81 Ha. 0.41.99 224 Ha. 0.09.73 226 Ha. 0.01.01 11 luglio 1980 Verbale di consegna alla Regione Veneto del patrimonio immobiliare dellEnte Ville Venete sito nel Comune di Camisano Vicentino (VI). 04 novembre 1994 Atto di compravendita tra Regione Veneto (Acquirente) e Edvige Brazzale, Valentina Negro, Gianfranca e Federica Cestonaro, Sergio e Nevio Cestonaro (venditori), con atto del Notaio Anna Bianchini di Venezia, Rep. n. 9178 per L. 290.000.000

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Page 1: Condizione giuridica - IRVVVilla Capra, Barbaran, Colleoni Πsecolo XVII Camisano Vicentino (VI) ΠVia Negrin n. 1 Architetto Borella Vincolata L. 1089/1939 (A) ΠL. 1497/1939 (PG)

Villa Capra, Barbaran, Colleoni � secolo XVII Camisano Vicentino (VI) � Via Negrin n. 1 Architetto Borella Vincolata L. 1089/1939 (A) � L. 1497/1939 (PG) D.M. 10.12.1959 � 14.04.2000 Comune di Camisano Vicentino - Foglio 11 � Sezione A Mapp. 225 Ha. 0.01.89 fab. rur. � 229 Ha. 0.40.52 prato irr. � 227 Ha. 0.00.42 fab. rur. � 126 Ha 0.13.95 fab. rur. � 217 Ha. 0.31.39 sem. arb. Comune di Camisano Vicentino � Foglio 11 � Sezione A Mapp. 81 Ha. 0.41.99 � 224 Ha. 0.09.73 � 226 Ha. 0.01.01

Condizione giuridica 07 gennaio 1976 Atto di compravendita tra Ente per le Ville Venete (acquirente) e Cestonaro Luigi-

Antonio, Cestonaro Lidia-Angela (venditori), con atto del Notaio Dr. Gregorio Todeschini di Padova n. 62239 di Rep. (acquistata una metà della Villa per L. 29.000.000). Comune di Camisano Vicentino � Foglio 11 � Sezione A Mapp. 81 Ha. 0.41.99 � 224 Ha. 0.09.73 � 226 Ha. 0.01.01

11 luglio 1980 Verbale di consegna alla Regione Veneto del patrimonio immobiliare dell�Ente Ville

Venete sito nel Comune di Camisano Vicentino (VI). 04 novembre 1994 Atto di compravendita tra Regione Veneto (Acquirente) e Edvige Brazzale,

Valentina Negro, Gianfranca e Federica Cestonaro, Sergio e Nevio Cestonaro (venditori), con atto del Notaio Anna Bianchini di Venezia, Rep. n. 9178 per L. 290.000.000

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Comune di Camisano Vicentino - Foglio 11 � Sezione A Mapp. 225 Ha. 0.01.89 fab. rur. � 229 Ha. 0.40.52 prato irr. � 227 Ha. 0.00.42 fab. rur. � 126 Ha 0.13.95 fab. rur. � 217 Ha. 0.31.39 sem. arb.

14 gennaio 1998 Accordo di Programma 1998 / 2000 � approvato dalla Giunta Regionale con

provvedimento n. 49. �L�Istituto provvederà all�attività di restauro, oltre a quella già in corso di messa in

sicurezza, sulla base delle risultanze della decisione che assumerà la Regione Veneto dopo aver indetto apposita conferenza di servizio�.

Interventi diretti 17 aprile 1985 Deliberazione n. 2 del Consiglio di Amministrazione � Intervento diretto per i lavori

di consolidamento, sistemazione del tetto, chiusura e transennatura delle porte della Villa di proprietà regionale. Spesa complessiva di L. 30.000.000.

12 dicembre 1991 Deliberazione n. 61/91 del Consiglio di Amministrazione � Intervento diretto per i

lavori di restauro dei solai e degli intonaci affrescati. Spesa di L. 140.000.000. 04 maggio 1995 Deliberazione n. 41/C del Commissario Straordinario � Intervento diretto � Opere di

puntellazione per un importo di L. 37.592.100. 15 gennaio 1997 Deliberazione n. 4/C del Commissario Straordinario � Intervento diretto

dell�I.R.V.V. � Progetto di completamento delle opere di restauro e consolidamento della copertura e del cornicione per un importo di L. 281.081.636.

Aggiudicazione della gara di appalto con deliberazione del Commissario Straordinario n. 74/C del 3.06.1997 per un importo di L. 224.504.600 + I.V.A.

19 giugno 1995 Deliberazione n. 55/P del Presidente � Intervento diretto opere di puntellazione �

integrazione per una somma pari a L. 26.537.000. Con deliberazione del Presidente n. 85/P del 1.09.1995 si liquida la fattura

dell�Impresa Edile Abbadesse s.r.l. di Camisano Vicentino per i lavori di puntellazzione e assicurazione dell�immobile per un importo complessivo di L. 63.302.985.

16 dicembre 1998 Deliberazione n. 62/R del Consiglio di Amministrazione � Intervento diretto

progettazione preliminare di consolidamento strutturale, manutenzione primo restauro. Impegno di spesa di L. 470.000.000.

30 giugno 1999 Deliberazione n. 21/R del Consiglio di Amministrazione � Progetto di

completamento delle opere di restauro della copertura e del cornicione � Approvazione Perizia Suppletiva per una spesa complessiva di L. 12.870.000.

15 dicembre 1999 Deliberazione n. 55 del Consiglio di Amministrazione � Piano esecutivo interventi

nelle Ville del patrimonio regionale � Interventi di consolidamento strutturale, manutenzione e primo restauro, per una spesa di L. 1.046.000.000, ancora da realizzare.

14 aprile 2000 Deliberazione n. 31/P del Presidente � Lavori di messa in sicurezza delle volte del

piano interrato per un importo di L. 31.311.280.

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20 marzo 2001 Deliberazione n. 25/CS del Commissario Straordinario � Indagini geologiche e geognostiche, per un importo di L. 22.800.000.

19 dicembre 2001 Deliberazione n. 108/CS � Opere di restauro e consolidamento strutturale �

Intervento diretto � Approvazione progetto definitivo (L. 1.840.448.607) � Ridefinizione della Convenzione con in professionisti.

19 dicembre 2001 Deliberazione n. 109/CS � Indagini a campione sui solai ( L. 5.000.000) (N.B.: 5.06.2002 � Consegnato progetto esecutivo e 29.07.2002 � Approvazione

della Soprintendenza. Totale lavori eseguiti L. 555.397.000 Totale lavori previsti L. 1.80.488.607

Relazione Storico - Artistica Il complesso architettonico è situato in aperta campagna, nella frazione Santa Maria in prossimità dell�omonima chiesa. L�insieme degli edifici che compongono l�organismo è costituito dal corpo padronale, dalla Foresteria ed annessa Cappella, dalle Barchesse ed alla Colombara, collocata in posizione a sé stante. Il nucleo principale insediativo è attribuito all�Arch. Carlo Borella e risale al 1672. Al 1728 sono datate la Foresteri, la Cappella, l�arco d�ingresso alle cedraie e la Colombara, per le quali opere si presume la paternità di altro architetto non vicentino. La parte centrale della Villa propriamente detta è caratterizzata da una loggia composta da sei colonne giganti. Le due ali laterali sono segnate da quattro finestre principali, distanziate fra loro, cui si sono aggiunte, in tempo recente, due finestre intermedie per ala. All�interno, in corrispondenza della forte verticalità denunciata nella facciata, si evidenzia un ordine di alti soffitti affrescati nelle rispettive sei sale, la cui austera composizione rimanda forse ai modi costruttivi di Baldassarre Longhena (Venezia 1598-1682). La Foresteria, situata sulla destra rispetto all�entrata principale della Villa, è caratterizzata a una serliana ad ordine tuscanico gigante, contrastata da una massiccia cornice e sormontata da un timpano triangolare con vasi acroteriali. L�interno della loggia contrassegnato da quattro archi, è decorato nel soffitto, da un pregevole affresco attribuibile a C. Pasqualotto. Il prospetto della Cappella, di eco borrominiana, è risolto nell�ortografia di un grande cimiero con tre statue di santi. L�interno di questo manufatto ci consegna ancora un altare rococò e un ulteriore affresco del Pasqualotto. Di ampio e generoso respiro architettonico si configura la Barchessa, contrassegnata dal rincorrersi di archi a tutto sesto impaginati in un elegante ordine di paraste ioniche.

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1. LE OPERE DI RESTAURO REALIZZATE

1.1 Premessa La Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Verona, Vicenza e Rovigo ha

effettuato negli anni 1989-1990 una serie di studi sulle murature e sulle fondazioni dell�immobile, studi che hanno evidenziato il progressivo peggioramento della situazione statica della villa. sempre in quel periodo ha provveduto alla pulitura, al consolidamentoe, in parte, alla ripassatura del tetto e al ripristino dell�orditura principale e secondaria della copertura, fortemente lesionata.

La parte privata, ora acquisita dall�Istituto Regionale Ville Venete sulla quale non sono mai stati operati interventi di manutenzione o di consolidamento versa oggi in avanzato stato di degrado, specificatamente per quanto riguarda l�assetto strutturale; per questo con lo scopo di arrestarne il continuo peggioramento, a partire dal luglio 1997 l�Istituto ha provveduto ad un primo intervento di messa in sicurezza del manufatto, che con i lavori di restauro della copertura, ultimati sempre dall�Istituto nel 1998 e con l�intervento sulla trabeazione seriamente compromessa, fanno parte di un progetto di interventi realizzati per contenere almeno in parte la precaria situazione statica in cui versava l�edificio.

Foto 1 particolare della trabeazione del loggiato

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1.2 L�intervento di restauro del tetto e del cornicione

Si è attuato un tipo di intervento rigorosamente restaurativo dell�esistente struttura lignea e delle altre parti che compongono il sistema della copertura. Infatti esso presentava evidenti segni di ammaloramento delle testate delle travi principali, in corrispondenza del loro appoggio ai muri maestri, e la loro conseguente flessione, se non il cedimento, della sovrastante copertura. In particolare si è operato al ripristino del tetto, al consolidamento completo del cornicione di gronda in pietra e al consolidamento dell�architrave della loggia.

Foto 2 � Particolare del restauro di una testa di capriata del tetto

Per quanto riguarda il tetto l�intervento ha comportato la rimozione del manto di copertura in coppi, la demolizione della minuta e della piccola orditura in legno e la rimozione di quella primaria, ove gravemente compromessa, la riparazione a cuci-scuci delle lesioni murarie sui muri in corrispondenza dell�alloggiamento delle travi principali, il consolidamento di ogni singola testa ammalorata della travatura principale, la sostituzione, ove necessaria, dell�orditura lignea secondaria con elementi nuovi di legno analogo e dei singoli elementi lignei irrecuperabili costituenti l�orditura principale.

Le operazioni di restauro condotte sul cornicione di gronda in pietra consistettero nella pulitura delle superfici lapidee, nella rimozione di perni e grappe, nella tassellatura e nella stuccatura di materiali lapidei. Alla fine si è eseguito un consolidamento del materiale lapideo e si è provveduto alla formazione di copertina protettiva in lastra di piombo da 2 mm adattata superiormente al cornicione in posizione non visibile dal basso e sagomata verso il bordo esterno in modo da convogliare l�acqua piovana.

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1.3 L�intervento di restauro della trabeazione del loggiato Infine, la trabeazione retta dalle colonne del loggiato costituiva uno specifico tema di consolidamento strutturale, poiché presentava forme di dissesto strutturale legate a cedimenti differenziali.

Infatti, pur apparendo in continuità rispetto al cornicione della villa, la trabeazione presenta una soluzione costruttiva che dissimula una struttura ad archi ribassati all�interno di una configurazione architettonica trilitica, ossia architravata. Inoltre, il materiale impiegato per raggiungere questa particolare soluzione è eterogeneo: pietra, mattone, intonaco, ferro.

Si tratta quindi di una struttura assai delicata, in quanto il materiale impiegato per raggiungere

questa particolare soluzione è eterogeneo (pietra, mattone, intonaco, ferro)e risultava essere gravata dal peso del tetto; la sua configurazione a lastra esterna, quanto meno della parte inferiore, poteva portare perciò a comportamenti eterogenei rispetto a quelli della parte in mattone, con distacchi e cadute di elementi litici.

Tutto ciò si inserisce nel più complessivo dissesto strutturale dell�intera costruzione, ed in

particolare risulta essere in congruenza con i cedimenti fondazionali contrapposti dei due corpi entro cui si collocano il colonnato e la trabeazione del loggiato. Infatti, le lesioni che questo dissesto ha determinato a seguito degli spostamenti nelle zone di contatto tra la trabeazione e le murature a nord e a sud - molto marcata quella verso nord - hanno mutato l�assetto strutturale del sistema della trabeazione.

Foto 3 � Particolare della trabeazione del loggiato, capitello

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1.4 Intervento di messa in sicurezza del corpo principale della villa

Come accennato in premessa, lo scorso anno l�Istituto ha provveduto ad un intervento di somma urgenza per contenere, almeno in parte, il peggioramento delle condizioni statiche del manufatto. Per questo si è intervenuti nel piano seminterrato con un sistema provvisorio di puntellazioni, a sostegno della zona più ammalorata dell�edificio.

Questo sitema ha provveduto per quanto possibile al ripristino delle condizioni di equilibrio, ristabilendo una certa continuità, ad oggi mancante, tra le parti delle volte lesionate; evitando che il fenomeno della depressione intradossale si aggravasse ulteriormente. La soluzione più consona sia dal punto di vista economico che tecnico è risultata essere un sistema costituito da aste telescopiche a piastre del tipo �Dalmine� in acciaio Fe360.

Al fine di garantire una più ampia distribuzione delle tensioni, sopra i sostegni è stato posato un manto discontinuo di tavole lignee, avente uno spessore minimo di 2.5 cm, in modo da inviluppare la superficie intradossale delle volte.

La base, destinata all�appoggio dell�intero sistema, è stata dimensionata piuttosto ampia; in questo modo è risultato possibile abbassare i carichi unitari sul terreno e trascurabili le deformazioni.

Il basamento è stato realizzato in legname, adagiando sul pavimento delle travi. Per evitare che si verificassero ulteriori cedimenti, i quali sarebbero risultati fatali alle volte

lesionate, durante la fase di messa in opera i puntelli sono stati leggermente forzati, con dei cunei in legno, in modo da entrare subito in tensione.

Oltre alle volte, si è ritenuto necessario procedere alla puntellatura delle aperture (delle porte che danno nella stanza oggetto dell�intervento �3- e di quelle a perimetro del pozzo �4-) e al tamponamento delle finestre, compresa quella nel vano scale �4-, assicurando comunque l�areazione dei locali.

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Foto 4 � Particolare della messa in sicurezza delle volte nell�interrato

Foto 5 � Schema della messa in sicurezza delle volte nel seninterrato

2 IL PROGETTO ESECUTIVO , OPERE PREVISTE

2.1 Premessa

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Il progetto esecutivo sviluppa e precisa, relativamente alle opere di consolidamento strutturale gli interventi preventivati in occasione della presentazione del progetto preliminare del gennaio 2000 e del progetto definitivo presentato nel novembre 2001.

Di seguito sono riportate, sinteticamente, le categorie in cui si articoleranno gli interventi progettuali per il completamento delle opere di restauro e consolidamento strutturale.

2.2 Consolidamenti statici

2.2.1 Consolidamento delle fondazioni e drenaggi

Per questa categorie di opere è possibile ipotizzare, alla luce delle indagini geologi svolte nel 1991 per conto della Soprintendenza e gli aggiornamenti effettuati nel 2001 dall�Istituto Regionale per le Ville Venete, una serie di interventi specifici in relazione ai particolari dissesti presenti sui paramenti murari, conseguenti a cedimenti differenziati delle fondazioni.

Le indagini condotte a Villa Capra avevano lo scopo di definire sia la stratigrafia e le caratteristiche geotecniche dei

terreni interessati dalle opere di fondazione, sia di inquadrare dal punto di vista idrogeologico l�area oggetto di studio, in modo da poter individuare le possibili cause che hanno portato la struttura ad una situazione statica precaria.

I dissesti connessi al sistema fondale, conseguenti alle variazioni del livello di falda e agli assestamenti delle masse

argillose componenti il terreno, portano alla soluzione più logica del trasferimento del carico della costruzione a strati più profondi e consistenti del terreno, attraverso l�impiego di micropali, connessi al sistema fondazionale esistente con l�uso di barre metalliche e cordoli in calcestruzzo armato, collocati sia lungo il perimetro dell�edificio sia in corrispondenza di alcune pareti interne e puntualmente al di sotto dei piedritti di sostegno delle volte a crociera.

In corrispondenza dello scavo per la realizzazione delle strutture di consolidamento fondale, sarà realizzata, lungo

tutto il perimetro esterno del manufatto, un�opera per il drenaggio delle acque meteoriche e di falda, la tubazione forata superiormente per la captazione delle acque sarà posta sul fondo dello scavo del dreno, ma in posizione più elevata rispetto al cordolo in cls di collegamento dei micropali di consolidamento.

Prima della messa in opera della struttura di sottofondazione, si ritiene necessaria la rimozione dei detriti presenti

all�interno del pozzo per impermeabilizzarne le pareti, onde evitare che eventuali infiltrazioni interferiscano con gli interventi effettuati sulla struttura di fondazione disgregando e rendendo incoerente il terreno.

I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto: − PE1a Consolidamento delle fondazioni − PE1b Consolidamento delle fondazioni − PE1c Consolidamento delle fondazioni

2.2.2 Consolidamento delle volte

Le volte manifestano fenomeni deformativi connessi al dissesto delle fondazioni. Lo spigolo nord-ovest della villa è, infatti, caratterizzato dalla presenza di un paleoalveo che comporta una scarsa

resistenza del terreno provocando fenomeni di instabilità ai piedritti che sostengono il sistema voltato. Una volta ultimato l�intervento di consolidamento delle fondazioni sarà opportuno ricostituire la continuità del

sistema delle volte, mediante la risarcitura delle lesioni, la stilatura dei giunti e la sostituzione dei conci litoidi per mezzo di �cuci � scuci�.

Per il corretto funzionamento del sistema voltato, si rende necessaria la rimozione della pavimentazione

all�estradosso, in previsione della messa in opera di un manto non continuo di materiali fibrorinforzati monodirezionali collocati all�estradosso, in grado di integrare il funzionamento strutturale delle volte stesse, senza indurre particolari aggravi di carico. Questo tipo di intervento sarà realizzato sulle volte a crociera in corrispondenza del locale con il pozzo e sulla volta a botte del pianerottolo della scala.

Per le altre volte del piano interrato si ricorrerà ad un più tradizionale intervento all�intradosso attraverso la

ricucitura delle lesioni murarie o con interventi cuci � scuci, o con coli di betoncini e infissione di grappe metalliche. I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto:

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− PE2a Intervento al piano seminterrato � Strutture voltate − PE2b Intervento al piano seminterrato � Strutture voltate

2.2.3 Muratura

Preventivamente alle operazioni di consolidamento, si dovranno effettuare ispezioni puntuali per mappare il degrado dei paramenti murari.

Gli interventi da effettuarsi per i paramenti murari consistono nella risarcitura delle lesioni

effettuali con coli di malte speciali o con delle cuciture, nella sostituzione di elementi irrimediabilmente compromessi e nella sfilatura dei giunti di malta non più efficienti.

Si dovranno controllare le tirantature, eventualmente presenti, per verificarne l�efficienza e

formare una nuova rete di tirantatura nelle due direzioni a livello dei pavimenti, per evitare spostamenti relativi tra le varie unità strutturali.

Inoltre è prevista la demolizione delle tramezze e delle murature appartenenti al piano

mezzanino e al piano terra nelle ali laterali del fronte della villa. I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto:

− PE0 Tavola riassuntiva degli interventi − PE3 Consolidamento scala − PE4 Consolidamento �blocchetto sud�

2.2.4 Scala

Per quanto riguarda la scala si é giunti alla conclusione che l�azione di spinta indotta dal sistema di archi costituenti la struttura della scala stessa determina i fenomeni deformativi e fessurativi lungo le pareti del vano scala.

L�ipotesi di intervento più appropriata risulta essere il consolidamento della struttura ad archi di

sostegno alla scala, mediante l�inserimento di 5 tiranti di acciaio inox, al fine di garantire l�assoluta solidarietà tra i due corpi di fabbrica collocati all�interno o all�esterno della muratura.

Preliminarmente all�intervento andranno realizzati i necessari scassi nella muratura per la collocazione dei tiranti

parzialmente incassati nella muratura mentre, per itiranti completamente incassati si dovrà prevedere il rivestimento con guaina di materiale plastico.

I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto:

− PE0 Tavola riassuntiva degli interventi − PE3 Consolidamento scala

2.2.5 Solai lignei

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L�avanzato degrado dei solai lignei del piano nobile, dovuta ad assenza di manutenzione, ad infiltrazioni d�acqua e alla forte presenza di umidità, che ha portato al crollo localizzato del tavolato e della pavimentazione in prossimità della parete est, impone un intervento immediato atto al recupero delle strutture.

Il carico ammissibile, allo stato attuale, risulta essere di 50 kg/mq (in condizioni di materiale

non degradato), per un ripristino delle capacità portanti sarà opportuno portare questo valore a 300 kg/mq.

L�ipotesi di intervento prevede; previo smontaggio accurato della pavimentazione e sua

ricomposizione secondo le modalità di posa attuali in pannelli di compensato per poter essere ricollocata esattamente nel modo originario con piccole operazioni di risarcitura delle lesioni e restauro delle pianelle; il recupero funzionale e strutturale dei solai operando una ricostituzione delle travi lignee fortemente compromesse.

Sarà prevista una sostituzione completa o per parti degli elementi strutturali ( fettonature delle

travi lignee per la ricostituzione dell�appoggio sulla muratura, o costruzione di protesi in legno o in colate di betoncino di resina ) ammalorati, e una messa a punto dei trattamenti di conservazione da effettuare sul tavolato e sulle travi preesistenti.

Per l�aumento della capacità portante si propone il posizionamento all�intradosso delle travi

esistenti di 6 travi rompitratta (poste in opera a coppie di tre da ambo i lati delle stanze con andamento ortogonale all�attuale tessitura dei solai), in legno lamellare di categoria BS 11 tipo �Armalam� (travi in legno lamellare armate con barre d�acciaio ad aderenza migliorata Feb 44K, più adesivo strutturale bicomponente a base epossidico con formula specifica tipo Armalam) di dimensioni pari a 200 x 297 mm e lunghezza massima pari a 8,46 m (misura in ogni caso da verificare in opera in funzione delle dimensioni dei locali); le estremità verranno alloggiate all�interno dei muri di spina (muri portanti interni), su dormienti in materiale elastomerico (neoprene), e a questi solidarizzate per mezzo di capochiave a piastra (dim. 20x200x700, vedi particolare muro perimetrale sulla Tavola PE5a); i collegamenti tra le travi in corrispondenza dei muri di spina (tra i solai 1 e 2, 2 e 3, 3 e 4) verrà effettuato per mezzo di piastre di collegamento premontate (dim. 20x260x400 mm).

Il tavolato esistente sarà sostituito. Sarà realizzato, per ogni solaio oggetto d�intervento, una

struttura composta con soletta continua di legno. Questo tipo di struttura viene realizzato per mezzo di pannelli multistrato in legno lamellare disposti ad orditura incrociata, o una struttura in doppio tavolato di multistrato fenolico; per ogni pannello dovranno essere rispettate i seguenti parametri: 300 (larghezza) x 30 (spessore) x l (1000 ÷ 1200) mm; E (modulo di elasticità) ≥ 12.000 N/mm2.

Il collegamento tra travi e soletta avviene mediante connettori in acciaio incollati, mediante

colatura di specifico formulato epossidico, in appositi fori praticati nella trave e nel tavolato; i connettori, nello specifico, sono barre di acciaio filettate, diametro 12 mm, lunghezza 210 mm, tali comunque da penetrare per almeno 2/3 nelle travi esistenti, senza dado di chiusura, con un interasse di posizionamento pari a 200 mm, costante lungo tutta la lunghezza della trave. Sono necessari numero 36 connettori per trave.

Il collante utilizzato è un adesivo sintetico strutturale, per impieghi a temperatura ambiente con

legante base costituito da resina epossidica. Si tratta di un adesivo bicomponente, con inerte

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inorganico, privo di solventi, diluenti o plastificanti. Affinché l�intervento risulti efficace è importante utilizzare un collante formulato appositamente per sistemi legno � acciaio. In ogni caso, il collante utilizzato dovrà rispettare le norme UNI ed essere sottoposto all�accettazione della D.L.. A favore della sicurezza, inoltre, si predisporrà un�ulteriore chiodatura delle travi al tavolato tramite chiodi scanalati con diametro pari a circa 5 ÷ 6 mm.

I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto: − PE5a Consolidamento dei solai − PE5b Consolidamento dei solai

2.2.6 Corpetto laterale sud � est

La situazione statica del corpetto laterale sud-est risulta essere fortemente compromessa a causa della mancanza di ammorsamento tra i due blocchi e il possibile cedimento del piano fondale in corrispondenza del lato Sud.

La mancanza di un collegamento efficiente della muratura costituisce un elemento debole per questa e, conseguentemente, qualsiasi minimo movimento del terreno potrebbe aver indotto alla rotazione e al distacco del manufatto.

La messa in sicurezza del manufatto risulta necessaria per la sua conservazione e soprattutto per poter eseguire gli interventi di consolidamento delle fondazioni senza provocare ulteriori dissesti.

La messa im sicurezza del blocchetto sarà eseguita mediante ancoraggio al corpo principale dell�edificio con l�utilizzo di cuciture armate in corrispondenza dell�interfaccia blocchetto � prospetto Ovest e tiranti distribuiti all�interno del corpo architettonico stesso.

I diversi aspetti dell�intervento sono descritti nelle tavole di progetto:

− PE0 Tavola riassuntiva degli interventi − PE4 Consolidamento del blocchetto sud

2.2.7 Corpo rustico (edificio in aderenza alla villa in fase di crollo)

Per quanto concerne la messa in sicurezza del corpo rustico, anche ai fini di un riutilizzo futuro (ipotesi di localizzazione di vari servizi, già avanzata in occasione di conferenza dei servizi tra Comune di Camisano, Istituto Regionale Ville Venete e Soprintendenza) va effettuata la completa liberazione dai rovi e dalla vegetazione infestante, la rimozione e il recupero delle parti in crollo, lo smontaggio o la protezione delle parti lignee ancora in sito, la puntellazione e protezione delle strutture murarie.

La puntellazione sarà realizzata con struttura metallica di sostegno agli orizzontamenti tramite tubi regolabili e tavolato, contrafforti inclinati di mattoni /struttura reticolata/ puntelli localizzati per le strutture verticali. 2.3 Manutenzione e restauro dei fronti esterni

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Si propongono di seguito una serie di interventi necessari alla conservazione del manufatto nella sua complessità, in modo da definire �accettabile� lo stato generale di conservazione tali interventi possono essere riassunti: 2.3.1 Intonaci

I lavori previsti consistono nel consolidamento, pulitura, protezione e risarcimento degli intonaci antichi interessati dagli interventi di eliminazione delle superfetazioni recenti, quali la chiusura delle finestre sul fronte per la creazione del piano ammezzato e gli interventi di ricucitura dei paramenti murari lesionati.

Intervento di restauro delle parti lapidee degradate con pulizia e risarcimento delle parti mancanti, ecc. 2.4 Restauro di risarcimento

Si tratta di operazioni volte ad un restauro atto a recuperare una struttura preesistente, perduta nel tempo a causa di crolli successivi, e che si rende necessario per una lettura completa e corretta dell�importanza architettonica e scenografica di questa villa.

Sarà prevista la risarcitura delle lesioni isolate finalizzata alla ricostituzione della continuità

strutturale dell�elemento danneggiato, mediante coli di miscela legante costituita da malte non cementizie, a base di calce

idraulica naturale o altro prodotto legante compatibile, eventualmente additivato con agenti

debolmente espansivi, secondo indicazione della D.L.. Si prevede la pulitura delle parti incoerenti e il lavaggio interno con acqua della lesione, la

sigillatura esterna a malta di calce su entrambe le facce della muratura, il fissaggio dei tubi di iniezione alla distanza di 40 � 50 cm, e il colo del fluido a pressione naturale fino a rifiuto e pulitura di eventuali fuoriuscite.

Gli interventi di risarcitura prevedono anche l�eventuale ricostituzione delle strutture di

controsoffitto voltato del piano rialzato, che sarà ispezionato preventivamente ai lavori di recupero e consolidamento dei solai lignei al primo piano. In particolare saranno pulite e alleggerite dai calcinacci del solaio collassato le strutture voltate dal piano dei solai e sarà ricostituito l�equilibrio della struttura lignea portante di questi iportanti ed artistici controsoffitti con pregevoli decorazioni di stucco e pitture a fresco. 3 IL PROGETTO STRUTTURALE

3.1 Premessa

Le considerazioni di seguito riportate sono conseguenti ad una serie di rilievi e d�esami visivi sul

fabbricato in oggetto nonché ad un�approfondita indagine geognostica che ha messo in luce le caratteristiche fisiche e meccaniche del terreno su cui è stata costruita la villa. Queste operazioni hanno portato alla formulazione di una serie d�ipotesi riguardo ai dissesti conseguenti ai movimenti

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subiti dall�edificio col trascorrere del tempo; nonostante tali informazioni non possono essere considerate esaustive, hanno comunque permesso di giungere alla formulazione degli interventi necessari per la messa in sicurezza del fabbricato.

Foto 1 - Angolo Nord Ovest dell�edificio

3.2 Il quadro dei dissesti I fenomeni deformativi e fessurativi che interessano l�edificio possono essere presumibilmente considerati come il risultato d�alcuni dissesti puntuali imputabili essenzialmente alle caratteristiche del terreno, alla geometria del fabbricato e alle soluzioni costruttive adottate. Il terreno, secondo quanto verificato in fase geognostica, risulta essere costituito da limi e materiali sciolti, in particolare in corrispondenza dell�angolo Nord-Ovest dell�edificio. Sotto a questo, infatti, è stato individuato un paleo-alveo, ovvero una zona caratterizzata dalla presenza di terreni da sciolti a molto sciolti, particolarmente ricchi d�acqua. La scarsa resistenza a compressione di questo tipo di terreno potrebbe, quindi, aver innescato un fenomeno d�abbassamento della fondazione esistente nonché una serie di traslazioni e rotazioni in corrispondenza degli alzati. La mancata risposta elastica da parte della muratura potrebbe avere di conseguenza prodotto il quadro fessurativo attualmente visibile in corrispondenza della parete Ovest. Nell�angolo in oggetto sono evidenti una serie di fessure che si sviluppano in corrispondenza dei punti più deboli della struttura muraria. Le lesioni hanno il caratteristico andamento a gola, con inclinazione verso il cedimento, i cigli sono divergenti e talvolta non complanari, segno quest�ultimo di uno spostamento reciproco delle parti. A questo proposito, può apparire significativo mettere in evidenza la lesione collocata sul prospetto

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Ovest, in corrispondenza del cornicione, tra il blocco laterale ed il portico centrale. I moti che hanno interessato, ed interessano tuttora, l�edificio possono verosimilmente essere considerati anche la causa dei dissesti che caratterizzano in particolare le volte a crociera del piano interrato. In questa zona dell�edificio è presente una lunga lesione, approssimativamente parallela al prospetto Nord, che attraversa alcune delle volte in corrispondenza delle zone di chiave; la conseguenza di questo danneggiamento è l�interruzione della continuità con la conseguente compromissione della loro stabilità. Alla lesione � cui corrisponde un evidente abbassamento della chiave � è possibile associare anche la deformazione del profilo intradossale della volta.

Spostandosi lungo il prospetto Nord, è possibile rilevare una seconda situazione critica probabilmente ascrivibile ad una deficienza costruttiva della fabbrica e caratterizzata, sulle pareti in elevazione, da una serie di lesioni inclinate e passanti, collocate in corrispondenza dei tamponamenti tra le finestre. Tali lesioni possono essere state provocate dalla spinta esercitata dagli arconi che costituiscono l�elemento strutturale di sostegno delle scale. All�interno, il muro d�ambito adiacente al vano scala risulta essere completamente svincolato dalla parete Est. A questi fenomeni, è verosimilmente possibile associare anche il quadro fessurativo che interessa la piccola volta a botte situata al piano terra, in prossimità dell�angolo Nord-est del manufatto architettonico, al di sotto del vano scale precedentemente citato.

Foto 2 - Lesione nel vano scala

Il quadro appena delineato giustifica, pertanto, la necessità di effettuare un intervento di consolidamento del vano scale volto all�eliminazione della spinta agente sulle murature d�ambito.

Il prospetto Sud risulta caratterizzato, in corrispondenza dell�angolo Sud-Ovest, dalla presenza di un manufatto architettonico a doppia altezza in mattoni pieni d�epoca non precisata. Osservando il prospetto principale della villa, è possibile riscontrare una pressoché totale mancanza di connessione tra questa ed il manufatto in oggetto. Un blando tentativo d�ammorsamento è rappresentato dalle file di tre mattoni disposte a cavallo tra i due edifici e dai capochiave a paletto

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inclinati di 45° rispetto all�orizzontale, entrambi disposti, tuttavia, ad una distanza pressoché insufficiente a garantire anche una minima efficienza della connessione. Il piccolo edificio, denominato negli elaborati di progetto come �blocchetto Sud�, appare, infatti, visibilmente interessato da un fenomeno di rotazione rispetto alla villa e presenta una lesione passante indicata negli elaborati di rilievo con il n° 18: tale lesione denota il completo svincolamento del corpetto rispetto al corpo principale del fabbricato con una conseguente situazione d�instabilità. A questo fenomeno risulta direttamente collegabile anche il quadro fessurativo secondario presente tra le finestre del blocchetto.

Foto 3 - Blocchetto Sud

Il solaio oggetto d�intervento, localizzato nelle vicinanze dell�angolo Nord-Est, risulta caratterizzato dalla

presenza di notevoli abbassamenti dovuti probabilmente a fenomeni flessionali e viscosi nonché ad una possibile rotazione d�alcune teste delle travi da verificare comunque in fase di cantiere. Lo stato di conservazione di queste ultime, infatti, non è ancora noto in conseguenza delle difficoltà incontrate per l�ispezione diretta, dovute essenzialmente alla presenza della pavimentazione per la quasi totalità della superficie del solaio, e all�impossibilità di avvicinarsi all�unico punto di crollo.

Non è da escludere, tuttavia, l�ipotesi di un cedimento degli appoggi dovuto alle infiltrazioni d�acqua piovana verificatesi negli anni passati, nel periodo antecedente al restauro della struttura di copertura, nonché di uno sfilamento degli stessi imputabile al sopra descritto fenomeno di spinta del vano scale.

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E� stata inoltre riscontrata la presenza di piccoli crolli in prossimità della muratura perimetrale, in particolare a sud del camino, con scivolamento di materiale (detriti di malta di calce e pianelle in cotto) sull�estradosso della volta sottostante.

E� da sottolineare come la mancanza dell�appoggio potrebbe portare al crollo parziale o totale dei materiali di cui risulta essere costituito il solaio, andando a coinvolgere anche la controsoffittatura voltata ad incannicciato, peraltro affrescata, presente al di sotto dello stesso.

3.3 Gli interventi di consolidamento strutturale

Le condizioni di avanzato degrado strutturale della villa impongono la necessità di effettuare una serie di interventi volti a consolidare le strutture di fondazione e le volte a crociera situate nel piano interrato; occorre inoltre procedere all�eliminazione della spinta presumibilmente indotta dalla struttura di sostegno della scala principale, e costituire quella connessione ad oggi mancante tra il corpo principale della villa e il blocchetto Sud; oltre ad una connessione generale tra le imponenti strutture murarie che compongono il corpo della villa.

Per completare l�intervento nell�ala nord, si è deciso di consolidare il solaio del piano nobile, aumentando anche la sua capacità portante, procedendo al risanamento di tutti gli elementi lignei strutturali.

Per ciò che concerne il piano fondale, risulta necessario trasferire le sollecitazioni indotte dal fabbricato a strati più profondi e consistenti di terreno, mediante l�impiego di micropali connessi al sistema fondazionale esistente mediante barre metalliche e cordoli in calcestruzzo armato, collocati sia lungo il perimetro dell�edificio sia in corrispondenza di alcune pareti interne (si vedano a questo proposito gli elaborati di progetto) e, puntualmente, al di sotto dei piedritti di sostegno delle volte a crociera. Prima di effettuare queste operazioni, sarà utile provvedere ad un consolidamento delle fondazioni tramite interventi puntuali di cuci-scuci ed eventuali iniezioni di miscele consolidanti, nel caso in cui se ne presentasse la necessità.

Per quanto riguarda, invece, il consolidamento delle volte a crociera, nonché della volta a botte presente al piano nobile in corrispondenza dell�angolo Nord-Est, si intende procedere in primis con la rimozione dei materiali presenti all�estradosso delle volte e, secondariamente, con la collocazione su questo di fasce di tessuti in fibre di carbonio, in grado di migliorare il comportamento strutturale delle volte e di impedire, nell�eventualità di ulteriori assestamenti non prevedibili in questa sede, la non perfetta funzionalità dell�orizzontamento. Le fibre consentono a questo proposito di ottenere buoni risultati senza stravolgere il comportamento della struttura. Si prevede, inoltre, un risarcimento delle lesioni presenti tramite il metodo del cuci-scuci, per le fessure passanti, ed una stuccatura mediante malte espansive a ritiro controllato per quelle superficiali o poco profonde.

La messa in sicurezza del blocchetto Sud prevede l�inserimento di tiranti metallici e di contrafforti in mattoni, in grado di impedire ulteriori rotazioni del corpo architettonico o degli elementi che lo costituiscono. Prima di effettuare la posa in opera dei tiranti e la costruzione dei contrafforti, si dovrà provvedere alla ricostituzione, ovvero al rifacimento tramite cuci-scuci, delle porzioni di muratura mancanti o notevolmente degradate, nonché all�eventuale risarcimento dei giunti di malta. I tiranti andranno ad ancorarsi al corpo di fabbrica principale, contribuendo a garantire, quindi, in modo non invasivo e non dannoso per nessuno dei due manufatti, quella stabilità ad oggi mancante. I contrafforti andranno costruiti ex-novo in corrispondenza di due pareti preesistenti appartenenti all�area del corpo rustico, le quali andranno preventivamente consolidate e rese solidali ai primi per mezzo di cuciture metalliche.

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L�ammorsamento tra la muratura del corpo principale della villa e il blocchetto Sud verrà effettuato tramite l�inserimento di barre in acciaio disposte in modo incrociato. Dato il cattivo stato di conservazione della copertura del blocchetto risulta opportuno, al fine di evitare un rapido degrado della muratura consolidata, provvedere alla collocazione di una tettoia provvisoria sostenuta da un�incastellatura metallica esterna.

Per il vano scale, è prevista l�eliminazione della spinta indotta dagli archi costituenti la struttura mediante l�introduzione di una serie di tiranti metallici collocati in aderenza alle pareti delimitanti il vano, nonché la risarcitura delle lesioni rilevate. Per ciò che concerne il solaio oggetto dell�intervento, si prevede un intervento di consolidamento volto al miglioramento delle caratteristiche meccaniche di quest�ultimo tramite il posizionamento all�intradosso delle travi esistenti di 6 travi rompitratta (poste in opera a coppie di tre da ambo i lati delle stanze con andamento ortogonale all�attuale tessitura dei solai), in legno lamellare di categoria BS 11 tipo �Armalam� (travi in legno lamellare armate con barre d�acciaio ad aderenza migliorata Feb 44K, più adesivo strutturale bicomponente a base epossidico con formula specifica tipo Armalam) di dimensioni pari a 200 x 297 mm e lunghezza massima pari a 8,46 m (misura in ogni caso da verificare in opera in funzione delle dimensioni dei locali); le estremità verranno alloggiate all�interno dei muri di spina (muri portanti interni), su dormienti in materiale elastomerico (neoprene), e a questi solidarizzate per mezzo di capochiave a piastra (dim. 20x200x700, vedi particolare muro perimetrale sulla Tavola PE5a); i collegamenti tra le travi in corrispondenza dei muri di spina (tra i solai 1 e 2, 2 e 3, 3 e 4) verrà effettuato per mezzo di piastre di collegamento premontate (dim. 20x260x400 mm).

Il tavolato esistente sarà sostituito. Sarà realizzato, per ogni solaio oggetto d�intervento, una struttura composta con soletta continua di legno. Questo tipo di struttura viene realizzato per mezzo di pannelli multistrato in legno lamellare disposti ad orditura incrociata, o una struttura in doppio tavolato di multistrato fenolico; per ogni pannello dovranno essere rispettate i seguenti parametri: 300 (larghezza) x 30 (spessore) x l (1000 ÷ 1200) mm; E (modulo di elasticità) ≥ 12.000 N/mm2.

Il collegamento tra travi e soletta avviene mediante connettori in acciaio incollati, mediante

colatura di specifico formulato epossidico, in appositi fori praticati nella trave e nel tavolato; i connettori, nello specifico, sono barre di acciaio filettate, diametro 12 mm, lunghezza 210 mm, tali comunque da penetrare per almeno 2/3 nelle travi esistenti, senza dado di chiusura, con un interasse di posizionamento pari a 200 mm, costante lungo tutta la lunghezza della trave. Sono necessari numero 36 connettori per trave.

Il collante utilizzato è un adesivo sintetico strutturale, per impieghi a temperatura ambiente con legante base costituito da resina epossidica. Si tratta di un adesivo bicomponente, con inerte inorganico, privo di solventi, diluenti o plastificanti. Affinché l�intervento risulti efficace è importante utilizzare un collante formulato appositamente per sistemi legno � acciaio. In ogni caso, il collante utilizzato dovrà rispettare le norme UNI ed essere sottoposto all�accettazione della D.L.. A favore della sicurezza, inoltre, si predisporrà un�ulteriore chiodatura delle travi al tavolato tramite chiodi scanalati con diametro pari a circa 5 ÷ 6 mm.

Risulta necessario, inoltre, considerare la possibilità di bonificare la struttura del solaio prevedendo un�eventuale sostituzione delle travi ammalorate. Per il risanamento e per il consolidamento, degli appoggi è auspicabile la sostituzione delle teste ammalorate ed un loro ripristino mediante legname della stessa specie legnosa, opportunamente collegato (come da elaborati di progetto) alle travi preesistenti. Tuttavia, ove questa operazione non fosse possibile, è prevista la ricostituzione della porzione di trave per mezzo di betoncino epossidico e barre in vetroresina.

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4. VERIFICHE STRUTTURALI DEI SOLAI IN LEGNO DEL PIANO NOBILE (secondo UNI ENV 1995-1-1 (28 febbraio 1995) e DIN 1052 � Parte 1°e 2°, aprile 1988, modificata

secondo DIN 1052- 1/A, ottobre 1996)

4.1 Premessa

La verifica di resistenza, condotta secondo le norme DIN 1052 � Parte 1°, aprile 1988, modificata secondo DIN 1052-1/A, ottobre 1996, riguarda le travi in legno massiccio che costituiscono la struttura principale dei solai del piano nobile di Villa Capra a Santa Maria di Camisano (VI).

Lo schema statico considerato è quello di travi semplicemente appoggiate agli estremi con carico uniformemente distribuito.

Più specificatamente, le strutture esistenti dovranno presentare le caratteristiche di resistenza del legno massiccio di conifera appartenente almeno alla categoria S7 (classe di assortimento secondo DIN 4074-1).

Per ottemperare a questa prescrizione è opportuno utilizzare il Protocollo per l�accettazione di materiale ligneo per impieghi strutturali ; pertanto sarà necessario individuare la specie legnosa per validare elemento per elemento i presenti calcoli.

L�adeguamento prevede che il solaio sia in grado di tollerare un carico accidentale pari a 300 kg/m2 (DECRETO del MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI,16 gennaio 1996 �Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi�).

4.2 Analisi dei carichi

pianelle

0,36

kN/m2

Malta di allettamento

0,45 kN/m2

Tavolato in legno 0,1125 kN/m2

Q permanenti

Totale

0,9225

kN/m2

Q accidentali

3,00

kN/m2

Area di

influenza

0,50 ⋅ 7,27 = 3,635

m2

Q/m

0,50 ⋅ (0,9225 + 3,00)= 1,96

kN/m

Q travi

esistenti

4,50 ⋅ 0,15 ⋅ 0,20 = 0,135

kN/m

Qtot/m

1,96 + 0,135 = 2,095

kN/m

4.3 Verifiche strutturali solai esistenti

Lo schema statico utilizzato per la verifica delle travi esistenti è il seguente:

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0 = 7633,5 mm

q = 2,09 N/mmA B

l0 = 7270 ⋅ 1,05 = 7.633,5 mm

Wx = 1/6 ⋅ 150 ⋅2002 = 1.000.000 mm3

/2

Mmax =+ 15.223.121,69 Nmm

A B

Mmax = 2,09 ⋅ 7.633,52/8 = 15.223.121,69 N⋅mm

σmax = Mmax/ Wx = 15.223.121,69/1.000.000 = 15,2 N/mm2 >> σamm = 7 N/mm2

dove:

σamm = tensione ammissibile a flessione per legno massiccio di conifera appartenente alla

categoria S7, secondo DIN 1052 � Parte 1°, aprile 1988, modificata secondo DIN 1052 �

1/A, ottobre 1996).

4.4 Intervento di consolidamento L�intervento di consolidamento consiste nell�aumento delle capacità portanti dei solai sia tramite il posizionamento all�intradosso delle travi esistenti di travi rompitratta tipo �Armalam�, in grado di diminuire la luce libera d�inflessione delle travi esistenti, sia tramite la creazione, per ogni solaio oggetto d�intervento, di una struttura composta con soletta continua di legno. La sezione composta si realizza sovrapponendo alle travi esistenti due strati incrociati di tavolato in legno lamellare avente un modulo di elasticità E non inferiore ai 12.000 N/mm2.

Analisi dei carichi

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pianelle

0,36

kN/m2

Malta di allettamento

0,45 kN/m2

Tavolato in legno 0,27 kN/m2

Q permanenti

Totale

1,08

kN/m2

Q accidentali

3,00

kN/m2

Area di

influenza

0,50 ⋅ 7,27 = 3,635

m2

Q/m

0,50 ⋅ (1,08 + 3,00)= 2,04

kN/m

Q travi

esistenti

4,50 ⋅ 0,15 ⋅ 0,20 = 0,135

kN/m

Qtot/m

2,04 + 0,135 = 2,175

kN/m

4.5 Verifiche strutturali intervento di consolidamento

Il nuovo schema statico risulta essere il seguente:

q = 2,17 N/mmA

BD

C

750 mm 5770 mm 750 mm

dove:

B e C = rappresentano le travi rompitratta tipo �Armalam�.

Il carico agente sui punti A e D è il seguente:

VA = VD = 651 N

Il carico agente sui punti B e C è il seguente:

VB = VC = 7.236,95 N

Il carico totale agente sulle travi rompitratta tipo �Armalam� risulta essere:

Qtot = 13,686 N/mm

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La scelta e la verifica di questa tipologia di travi (travi armate tipo �Armalam�) è a carico

della ditta che fornirà il materiale.

La nuova sezione resistente per le travi esistenti risulta essere quella illustrata in Figura:

GLV

GLN

GTOTrLL

rL

r

La sezione composta, collegata con elementi meccanici (spinotti in acciaio inox ∅ 12 mm), sotto carico non si mantiene piana a causa della cedevolezza dei collegamenti meccanici e le parti della sezione tendono a scorrere l�una sull�altra, creando così un sistema di forze tangenziali che agiscono all�interfaccia delle due sezioni.

La connessione, pertanto, non può essere considerata rigida. Il comportamento della sezione composta sarà quindi intemedio tra quello di una connessione

rigida e quello di mancanza di connessione.

Per quanto riguarda il calcolo dello stato tensionale delle nuove sezioni composte si è fatto

riferimento al caso specifico delle sezioni composte legno � calcestruzzo; il metodo di calcolo è

basato sull�UNI ENV 1995-1-1 (28 febbraio 1995), Eurocodice 5. Progettazione delle strutture di

legno. Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici.

La principale caratteristica che agisce sulla rigidezza di un sistema di connessione è il

modulo di scorrimento K.

Per tale tipo di collegamento (connessione a flessione e taglio) il modulo di scorrimento K si

può calcolare secondo le seguenti formule:

K = q ⋅ Kt

dove:

Kt = 0,08 ⋅ E legno ⋅ Ø

Ø = Ø connettori = 12 mm

E legno = 10.000 N/mm2

q= 2,17 N/mm

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quindi:

Kt = 9.600 N/mm

K = 20.832 N2/mm2

Per definire la rigidezza flessionale della sezione con connessione deformabile si deve

definire un altro parametro: il coefficiente y che rappresenta l�efficacia della connessione. Si tratta

di un coefficiente adimensionale il cui valore risulta compreso tra 0 e 1.

Per trovare il valore di y si utilizza la seguente formula: y = {1 + π2 ⋅ [EA]p ⋅ i } �1

[EA]s K ⋅ l2

dove:

[EA]p = ELV ⋅ ALV ⋅ ELN ⋅ ALN

[EA]s = ELV ⋅ ALV + ELN ⋅ ALN

LN = legno nuovo (tavolato in legno lamellare)

LV = legno �vecchio� (travi esistenti)

i = interasse tra i connettori = 200 mm

l = luce della trave = 7270 mm

ELV = 10.000 N/mm2

ELN = 12.000 N/mm2

ALV = 150 ⋅ 200 = 3 ⋅ 104 mm4 ALN = 300 ⋅ 60 = 18 ⋅ 103 mm4

[EA]p= 648 ⋅ 1014 N2/mm4

[EA]s= 516 ⋅ 106 N/mm2

[EA]p = 1,25 ⋅ 108 [EA]s

Pertanto, nello specifico il valore del coefficiente y risulta essere il seguente:

y = 0,81

A questo punto, è possibile definire la rigidezza flessionale della sezione con connessioni

deformabili:

[EJ]eff = [EJ]0 + y ⋅ [EA]p ⋅ r 2

[EA]s

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dove:

[EJ]0 = rigidezza flessionale della sezione a connessione nulla

r = è la distanza tra i baricentri delle due sezioni = 130 mm

[EJ]0 = ESV ⋅ JSV + ESN ⋅ JSN ESV = 10.000 N/mm2

ESN = 12.000 N/mm2

Jsv = 150 ⋅ 2003 = 108 mm4 12 JSN = 300 ⋅ 603 = 54 ⋅ 105 mm4 12 [EJ]0 = 10.648 ⋅ 108 N ⋅ mm2

Trovato il valore di [EJ] 0 è possibile trovare il valore della rigidezza flessionale della

sezione:

[EJ]eff = 27.759,25 ⋅ 108 N ⋅ mm2

Una volta calcolata la rigidezza flessionale della sezione composta si hanno tutti i parametri

per calcolare i valori delle tensioni normali agenti nelle due sezioni:

a) Travi esistenti:

Tensioni dovute allo sforzo normale: σn,v = y ⋅ ELV ⋅ rL ⋅ M max = 1,26 N/mm2 [EJ]eff dove: Mmax = momento flettente esterno massimo = 8.875 ⋅ 103 N ⋅ mm Tensioni dovute al momento: σm,v = 1 ⋅ ESV ⋅ hv ⋅ M max = 3,19 N/mm2

2 [EJ]eff

σmax1= σn,v + σm,v = 4,45 N/mm2 < σamm

b) Tavolato in legno lamellare:

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Tensioni dovute allo sforzo normale:

σn,N = y ⋅ ESN ⋅ rLL ⋅ M max = 2,52 N/mm2 [EJ]eff

Tensioni dovute al momento: σm,N = 1 ⋅ EsN ⋅ hSN ⋅ M max = 1,15 N/mm2

2 [EJ]eff σmax2= σn,N+ σm,N = 3,67 N/mm2 < σamm

Per quanto riguarda la forza da assegnare a ciascuno spinotto, essendo il metodo di calcolo

citato basato sull�utilizzo come connettori di barre d�armatura ad aderenza migliorata, e poiché

sull�Eurocodice 5 non si hanno indicazioni per quanto concerne il problema del rifollamento, si è

fatto riferimento alla normativa tedesca DIN 1052 � Parte 2°, aprile 1988, modificata secondo DIN

1052-1/A, ottobre 1996.

La forza assegnabile ad ogni connettore risulta pari a:

F i max = σrif ⋅ (Ø ⋅ s1)

Ø = diametro del connettore = 120 mm

σrif = tensione ammissibile di rifollamento , assunta pari a 4 N/mm2

s1 = spessore del più piccolo degli elementi attraversati dai connettori.

Pertanto:

F i max = 7.200 N

La forza di taglio assorbita dai collegamenti risulta: FT = i ⋅ y ⋅ [EA]p ⋅ Tmax ⋅ r = 5936,56 N < F i max = 7.200 N [EA]s [EJ]eff

dove:

Tmax = 6260 N

Determinazione del numero dei connettori per ogni solaio:

n°connettori per trave = 7.270 = 36 200

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⇒ 1° solaio 13 travi x 36 = 468 ⇒ 2° solaio 16 travi x 36 = 576 ⇒ 3° solaio 16 travi x 36 = 576 ⇒ 4° solaio 16 travi x 36 = 576 sono necessari n°2196 connettori Ø = 12 mm ogni 200 mm. Calcolo della tensione tangenziale massima

Il valore della tensione tangenziale massima si calcola attraverso la seguente formula:

τmax= 0,5 ⋅ EL ⋅ h2 ⋅ T [EJ]eff EL = 10.000 N/mm2

h = 139,4 mm Tmax = 6260 N [EJ]eff = 27.759,25 ⋅ 108 N⋅mm2 τmax= 0,21 N/mm2 < τamm =1,2 N/mm2