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ANNO XLII NATALE 2012 191 Comunità Nuova Periodico della comunità di Camisano «Per voi il segno: un bambino in fasce, in una mangiatoia» Lc 2,12 «Per voi il segno: un bambino in fasce, in una mangiatoia» Lc 2,12

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Periodico della parrocchia S. Giovanni Battista Decollato in Camisano

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Page 1: Comunità Nuova

ANNO XLIINATALE 2012

191Comunità NuovaPeriodico della comunità di Camisano

«Per voi il segno:un bambino

in fasce,in una mangiatoia»

Lc 2,12

«Per voi il segno:un bambino

in fasce,in una mangiatoia»

Lc 2,12

Page 2: Comunità Nuova

Orari ss. MesseLunedì ore 15Martedì ore 20Mercoledì ore 15Giovedì ore 20Venerdì ore 20Sabato ore 18Domenica ore 10.30 - 18.00

PARROCCHIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DECOLLATOPiazza Maggiore, 5Parroco: don Ernesto Mariconti - Tel.: 0373 77335 - Cell. 328 4663394E-mail: [email protected] - www.parrocchiadicamisano.com

Vita ParrocchialeOrario apertura oratorioLunedì giorno di chiusuraMartedì ore 20.30 - 24Mercoledì ore 20.30 - 24Giovedì ore 20.30 - 24Venerdì ore 20.30 - 24Sabato ore 14 - 17.30; 20.30 - 24Domenica ore 14.30 - 17.30; 20.30 - 24

‘SITO’ DELLA PARROCCHIA

Seimilanovecentoventinove. E’ il numero di contatti al sito della parrocchia(www.parrocchiadicamisano.com) da quando abbiamo aperto nel dicembre scor-so. Si tratta di una opportunità per far conoscere la nostra Parrocchia attraverso

uno strumento rivolto soprattutto alle fasce dei più giovani e delle famiglie. Nessunocomunque degli internauti attraverso questo strumento diventerà più santo (purtroppola via alla santità è un’altra), tuttavia può essere una finestra attraverso la quale sia pos-sibile entrare in contatto con la nostra comunità cristiana.

CATECHISMO, CALENDARIO DEGLI INCONTRII elementare VENERDÌ ore 14,30 con Antonella, Piera e RitaII elementare VENERDÌ ore 14,30 con Luigi, Mariella e MartaIII elementare VENERDÌ ore 14,30 con Daria, Gabriella e MariucciaIV elementare MERCOLEDÌ ore 16,30 con Iole Giulia, Jasmine, Raffaella e RosangelaV elementare DOMENICA ore 9,15 con Ermes e Chiara

I media VENERDÌ ore 14,30 con Monica e RosellaII media DOMENICA ore 9,15 con Massimo e RominaIII media MERCOLEDÌ ore 20,30 con Daria, Beppe e CesiraI, II, III superiore MARTEDÌ ore 20,00 con Laura, Fabio e Filippo

Diciottenni PRIMO LUNEDÌ del mese ore 19,30 col Don e Beppe

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COMUNITÀ NUOVA 1

Un uomo è ciò che spera. Forse agli occhi di Dio questa affermazione risulteràsolamente segno della mia povertà interiore, ma è anche vero che se unuomo è prima di tutto figlio, è anche un figlio che deve saper guardare nella

direzione nella quale cammina, verso il suo orizzonte. Per noi credenti l’orizzonte èil Bambino Gesù che, facendosi Carne, abbassandosi perché lo comprendessimo, ciricorda che sperare per il futuro significa lasciarsi amare da Lui per essere uomini edonne capaci di relazioni, gente che si educa alla luce di Dio che, facendosi Carne, siè fatto anche Parola Viva, Parola di speranza e di liberazione. Gesù Cristo è venuto al mondo piangendo, come ogni bambino ha avuto bisogno delcalore della Sua mamma e della protezione di Giuseppe per superare le prime ore divita. Dio, facendosi uomo, ha scelto di imparare, Lui l’Eterno, cosa intendesseAdamo quando alla voce di Dio che gli chiedeva dove fosse finito ha risposto: “Misono nascosto perché sono nudo”. Dio ha voluto sperimentare la fragilità dei nostribambini, dei nostri anziani ammalati che si lasciano guidare per mano perché il loroincedere è ormai incerto, ha voluto sperimentare l’incertezza dell’amante che sa diessere nelle mani dell’amata. Ma ora noi possiamo dire di conoscere Dio perché si èrivelato, si è fatto uno di noi, lo ha scelto, lo ha voluto. Perché Dio ci ha amato così?Il suo amore è l’amore di un folle, incapace di calcolare cosa sta rischiando, cosapotrebbe perdere. Dio non sa contare, Dio guarda solo il presente.Buon Natale.

Don Ernesto

Buon Natale: una riflessione e una domandaPERCHÉ DIO CI HA AMATI COSÍ?

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COMUNITÀ NUOVA 2

Comitato genitori, Avis, Sparviere, Auser, ACD, RunningAUGURI DALLE ASSOCIAZIONI CAMISANESI

Il Natale per l’Avis non è solo vin brùlé

e panettone. Il Natale per ogni avisino

viene dalle 2 alle 4 volte l’anno (ogni

90 giorni per l’esattezza), quando

vai a donare. Perché senza spirito

natalizio non riusciresti a donare

niente, né a Dicembre, né durante

il resto dell’anno.

Roberto, avisino

Non ho parole per

descrivere la felicità

insinuata nel mio pro-

fondo. Getto insieme

nel campo e attendo

il nascere del ger-

moglio. Sarà vera

l'attesa?

Oppure darà frutti…?

Con l'augurio che a Natale la speran-

za illumini i nostri cuoriMarco, Auser

Aspettiamo il Natale per la sostanatalizia e approfittiamo dellaconsueta cena natalizia per farcigli auguri con la promessa difare sempre meglio al rientro.Per noi l'importante è avere unbel gruppo unito e pronto adaiutare il compagno in campo!!Buon Natale a tutti!

Davide, ACD camisanese

La solidarietà come sentimento sociale sarà una delle rivoluzioni del terzo millennio. Sisintetizza in un’unica parola: Volontariato. L'impegno sociale ha una sua ragione d'esse-re quando ha lo scopo di modificare la società per far progredire la qualità della vita deipiù deboli. La Protezione Civile nasce con l'intento di gestire soluzioni calamitose di tiponaturale. Lo Spirito Natalizio e la condivisione del tempo con le persone care si possonotrovare anche nei piccoli gesti verso uno sconosciuto, basta guardarsi intorno e coglierel'attimo. Una nobile virtù, quella dei ragazzi della protezione civile “Lo Sparviere”: aiu-tare il prossimo togliendo a sé stessi non è da tutti anche quando si èvicini al Natale. Torna il Natale, il momento più bello dell’anno: siaccende il fuoco dell'ospitalità e la straordinaria fiamma di carità nelcuore di noi tutti e per il volontario è un'occasione per condividerei nostri buoni sentimenti aiutando il prossimo nelle difficoltàlegate all’ambiente che lo circonda. Con le modifiche del terri-torio a cui stiamo assistendo, essere pronti anche a questotipo di emergenze è importante. Prepararsi per essere pron-ti:"Il vero messaggio del Natale è che noi tutti non siamomai soli". Tanti auguri a tutti

Antonio, Protezione Civile “Lo Sparviere”

Page 5: Comunità Nuova

Il Natale è un periodo perstare tutti uniti passando le festività in gioia e serenità, tra parenti e amici, ma

ogni anno questo gesto appare più difficile da realizzare e i motivi non sono nem-

meno da citare. Il comitato, che è nato col proposito di salvare la scuola a Camisano,

come ogni bravo genitore ha puntato sui figli, perché un giorno loro saranno il nostro futu-

ro. Onlus ormai da più di dieci anni continua nel suo intento di ravvicinare la comu-

nità, specialmente nelle festività, organizzando iniziative che coinvolgano mag-

giormente i cittadini. Questo comitato, o meglio questa famiglia, ha sempre il

desiderio di rendere partecipe nuove persone, vogliose di lavorare, collaborare e di

condividere con tutti quest’esperienza per rinvigorire il comitato. Natale è il giorno più

bello dell'anno, non per i regali o il panettone oppure per i cenoni, ma perché si festeggia

tutti insieme, uniti nel ricordo della nascita di Gesù che si è fatto uomo per salvarci. Non

importa, dove si festeggia, ma le persone con cui si ricorda questo fantastico giorno e

insieme vogliamo viverlo, nella gioia di aver dato qualcosa per i nostri figli e i figli

di tutti. Noi dobbiamo continuare ciò che è stato iniziato, maper fare questo bisogna impegnarci tutti insieme, perchéanche un piccolo gesto può diventare grande.Buone feste a tutti

Emiliano,Comitato genitori pro scuola Camisano Onlus

COMUNITÀ NUOVA 3

Don, mi chiedi come vive il gruppoCamisano Running lo spirito natalizio?Io, come ad ogni domanda a cui non sorispondere, esclamo: “Mi fai una doman-da da 50.000 mila euro!” …E’ anche vero che io, come i miei compagni/gne della domenica,riguardo a questo argomento, sinceramente, non abbiamo mai discusso e mai ci siamo posti ilproblema mentre corriamo la domenica mattina (unico giorno in cui ci troviamo); ma già imma-gino la risposta degli altri mentre, faticando, percorrono km dopo km, con la lingua sempre piùa penzoloni: “Giampi! Ti è rimasto un unico neurone nel cervello…TIENILO BUONO!!” E poi Don, francamente, gli unici argomenti dei “veri podisti” girano intorno a tempi, km e

donne! Scherzi a parte, posso dirti la mia su come io e la mia famiglia viviamo lo spi-rito natalizio (ovviamente in poche parole, perché non sono tanto porta-to per scrivere ahaha): le giornate cominciano ad accorciarsi e farsi

sempre più fredde, la casa inizia ad essere addobbata, luci,presepio, un bell’albero di Natale (che quest’anno lanostra gattina ha deciso di puntare). Si attende la notteche precede il Natale per riunirsi in Chiesa, scambiarsi gli

auguri e quattro chiacchiere insieme a del buon vin brulè!La mattina, ancora un po’ intontiti (forse per un bicchiere di

troppo) si esce per la corsa di Natale intorno alle nostre campagne, si torna a casa, ci si pre-para e si raggiungono i parenti per la classica tavolata di Natale (che non ha mai fine e dovenon manca mai la tombola!). P.S. Don, se vuoi sapere cosa ne pensano gli altri componenti del gruppo, mercoledì 26Dicembre, alle 06.45, passiamo a prenderti sotto casa e vieni con noi a smaltire il cenone diNatale

Giampi, Camisano Running

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COMUNITÀ NUOVA 4

Èuna fredda mattina invernale quando incontro davanti ad un caffè don AndreaRusconi. Mentre mi viene incontro in bicicletta, penso a quanto grande e miste-rioso sia il disegno di Dio su di noi. Ordinate due colazioni, facciamo quattro

chiacchiere sulla sua ordinazione a diacono. Mi racconta che è il passo decisivo versoil ministero ordinato e che la sua ordinazione sacerdotale è prevista per giugno 2013,dopo aver superato anche un esame importante che un po’ lo preoccupa.Gli chiedo di raccontarmi dove ha fatto le sue prime esperienze, le sue emozioni nel-l’accingersi a commentare le pagine della Bibbia. Mi racconta che, tutto sommato,non è stato così difficile superare il timore di parlare davanti a molti fedeli, che la ten-

sione dopo le prime volte passa perché “Io presto solo la voce aDio, sono strumento nelle sue mani con la mia umanità”. Gli èstato utile anche assorbire gli insegnamenti degli altri. Trovo in luiuna sensazione di stupore quando mi dice che “In vista dell’ordi-nazione sacerdotale la cosa che mi fa più tremare è avere in manoLUI. Mi chiedo come sia possibile che un uomo possa avere nellasua vita una cosa così grande”. Gli chiedo che emozioni ha provato predicando il Vangelo davantialla sua gente, quando venne a Camisano a celebrare la Messa.“Tornare dove sei cresciuto è emozionante: ero sull’altare dove horicevuto i sacramenti. Tra la gente c’era la mia famiglia, alcunimiei ex compagni di scuola, i figli di chi ho conosciuto.”Lo vedo sereno e determinato Andrea, così gli chiedo quale sia statoil momento più difficile del suo percorso religioso. “Sicuramenteprima di fare il passo decisivo, poi non ho più avuto dubbi.Desideravo essere felice nel profondo. Il solo pensiero di daretutto mi dà letizia”.

Gli chiedo come ha vissuto il momento tragico dell’incidente di Giorgio e se ha messoin crisi la sua fede. “Sicuramente mi sono chiesto perché Dio avesse fatto succedere quella cosa. Mapoi ho capito che la sola domanda presumeva una risposta nella quale l’idea di Dionon era amore. Lui permette che le cose accadano, sta a ciascuno di noi leggere den-tro la propria storia il rapporto con Dio. E’ un inginocchiarsi e domandare e prega-re. Quello che è successo a mio fratello mi ha aiutato ad entrare in rapporto con imalati. Quando accudivo mio fratello era come se accudissi Gesù in lui”.Domando se ricorda il momento in cui ha parlato ai suoi genitori della sua vocazio-ne: “Non l’ho mai detto ai miei fino al momento in cui ho trovato dentro di me laserenità giusta e loro mi hanno risposto che se era quello che desideravo dovevoandare fino in fondo”.E Andrea fino in fondo ci arriverà, ne siamo certi. Nelle sue parole trasmette gioia,serenità, determinazione, passione, amore in Dio. Noi non possiamo che stargliaccanto con la nostra preghiera fino ed oltre il passo decisivo.

Debora

Le tappe, le emozioni, gli stupori di una vocazioneDON ANDREA: VERSO IL SACERDOZIO

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COMUNITÀ NUOVA 5

L’omelia del Vescovo all’ordinazione diaconale“CARO ANDREA, CORRI DA GESÚ”

“Respiriamo un clima di gioia e di festa, che si traduce in un vivo ringra-ziamento al Signore per Andrea, che tra poco sarà ordinato diacono,dono grande e immeritato che il Pastore supremo concede oggi alla

nostra Chiesa di Crema come segno della sua fedeltà.Noi tutti questa sera assisteremo come spettatori meravigliati alla trasformazioneinteriore che lo Spirito Santo opererà in Andrea quando scenderà su di lui invisibil-mente, ma efficacemente, e si manifesterà come Spirito di santità, Spirito di luce,Spirito di servizio, Spirito di comunione.Con gli occhi della fede, quelli che il Signore concede a chi si affida a Lui, potremoallora riconoscere e testificare questo miracolo di Dio, che sceglie i piccoli e i pove-ri e, trasformandoli, li rende adatti alla missione che affida loro, anche quando ilcompito sembra superiore alle loro forze.Il ministero del Diaconato, primo grado del sacramento dell’Ordine, è un dono chelo Spirito Santo mette a disposizione della Chiesa per attualizzare la presenza diGesù, per renderci simili a Lui, mite e umile di cuore, così che gli uomini del nostrotempo, che fanno fatica a credere, possano conoscerlo al vivo quale servo del Padree dei fratelli. Il Diacono è colui che si impegna con la sua vita e quindi con la sua

L’ordinazione diaconale di don Andrea

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COMUNITÀ NUOVA 6

azione ministeriale perché tutta la Chiesa, attraverso i singoli cristiani, si manifestidavanti al mondo come segno della bontà di Dio, che in Gesù si è mostrato com-passionevole verso tutti, specie i poveri, misericordioso con i peccatori,con una spe-ciale predilezione per i piccoli del Regno, gli affamati di amore, di verità e di senso! Il Diacono è di fronte al popolo di Dio per insegnare in tutta umiltà ad ogni battez-zato l’arte di vivere la propria vita come dono, come servizio, come accoglienza econdivisione. In questo, infatti, consiste la vera grandezza del cristiano: non nellaricerca smodata del potere e del successo, della propria affermazione o del gloriar-si dei doni che possiede, ma nell’umile dono di sé. Il Diacono diventa così unmodello del discepolo, che salvato da Gesù, proprio come il cieco Bartimeo del van-gelo, lo segue verso Gerusalemme, sulla strada della croce.Anche noi tutti, come il cieco Bartimeo, per poter seguire Gesù, dobbiamo essereguariti dalla nostra cecità, gridando a lui: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà dime!”. In questo modo manifestiamo il nostro desiderio di essere salvati da Gesù,che significa appunto: “Dio salva”. Egli ci salva dalla nostra cecità quando non rico-nosciamo i nostri fratelli bisognosi di compassione, quando siamo incapaci di ascol-to. Siamo ciechi quando non ci accorgiamo della loro inquietudine e della loro setedi essere amati, compresi, perdonati. Siamo ciechi quando ci dimostriamo insensi-bili e ingrati davanti alle opere di Dio che ci testimoniano con grande evidenza ilsuo amore e la sua fedeltà.Caro Andrea, come il cieco Bartimeo, getta via il tuo mantello, (ossia tutte le esita-zioni che ancora rallentano la tua disponibilità al dono totale), balza speditamentein piedi (ossia non attendere che siano gli altri a precederti nella domanda di aiuto)e soprattutto corri da Gesù, che ti ha scelto e vuole avere bisogno di te, così che tupossa spendere la tua vita in modo gratuito e incondizionato a servizio del regno diDio.Ricorda che, divenendo Diacono, non ti apparterrai più, non potrai più ridurti apensare a te stesso, chinarti sulle tue ferite, in un vittimismo sterile, perché la tuavita apparterrà definitivamente al Signore, che ti affida, attraverso la sua Chiesa, ilservizio operoso dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per ifratelli con una dedizione massima ed incondizionata.Non temere la tua debolezza: nella vita spirituale debolezza e grazia procedonoinsieme. Ricorda quanto sottolinea il Papa Benedetto nella “Spe salvi”: “Non pos-siamo costruire il regno di Dio con le nostre sole forze, ma il nostro agire non è indif-ferente davanti a Dio…ciò conserva un senso anche se, per quel che appare, nonabbiamo successo o sembriamo impotenti di fronte al sopravvivere di forze ostili”.Anche là dove sperimentiamo l’insuccesso, Dio è sempre capace di moltiplicare ilbene seminato!Non preoccuparti se altri non ti capiranno, anzi riterranno assurda la scelta che staiper fare del celibato e dell’obbedienza: solo nella fede si può riconoscere ed accetta-re la Verginità per il Regno come un prezioso dono; solo nella fede si può sperimen-tare l’ obbedienza alla Chiesa come una via di fecondità da vivere senza riserve econ gioia. “Chi può capire, capisca”, ha detto Gesù.Tu, perciò, donati: in tutta umiltà e letizia, con una generosità incondizionata. IlSignore farà il resto!”

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COMUNITÀ NUOVA 7

Il Papa gli ha assegnato un nuovo impegno in GuatemalaMONS. ROSOLINO, VESCOVO DEL QUICHÉ

Monsignor Rosolino Bianchetti fa ritorno nel suo amato Quiché. PapaBenedetto XVI, infatti, l’ha nominato Vescovo di questa diocesi delGuatemala, trasferendolo dalla sede di Zacapa y Santo Cristo de

Esquipulas, dove opera dal 2009.Don Rosolino, nato a Camisano il 25 febbraio 1945, è stato ordinato sacerdote il 28giugno 1974 e, per tre anni, è stato curato a Santa Maria della Croce. Nel 1977 halasciato la nostra diocesi e, come sacerdote missionario fidei donum, è stato inVenezuela e poi, dal 1979, in Guatemala. Ha operato nella diocesi di Escuintla, quindi in quella del Quiché: qui è diventatoparroco a Uspantàn e poi a Lancetillo. In seguito,s’è offerto volontario per il villaggio di Chajul,teatro di un eccidio nel quale erano stati assassi-nati il parroco, il sacrestano e alcuni catechisti: ilsuo amore per la gente del Quiché, di fatto, l’haspinto a scegliere quella terra in un momento dif-ficile, dove imperversava la persecuzione. Qui,tra una miriade d’iniziative sociali, educative epastorali, ha fondato la cooperativa “Val VaqQuiol”, che lavora nell’ambito del commercioequo-solidale e che ha permesso alla gente delluogo di prendere coscienza dei propri diritti edoveri.Nel 1987, don Rosolino è stato incardinato nelladiocesi del Quiché dove, oltre che parroco, è divenuto anche membro delConsiglio presbiterale e del Consiglio dei Consultori e, dal 2005, vicario generalee parroco della cattedrale “Santa Cruz del Quiché”.Durante tutti gli anni trascorsi nel Quiché, don Rosolino s’è identificato con i suoiabitanti, discendenti dei Maya: ha imparato la loro lingua, ha vissuto come loro,ha rischiato la vita per loro… Avrebbe voluto rimanere con questa gente, da con-templativo: il Signore, invece, proprio per la sua dedizione appassionata al popo-lo, lo ha voluto Vescovo: la nomina è avvenuta il 20 novembre 2008, quando ilSanto Padre lo ha scelto per la guida della diocesi di Zacapa y Santo Cristo deEsquipulas. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 31 gennaio 2009, dalle manidel Vescovo del Quiché Mario Alberto Molina Palma. Attualmente, in seno allaConferenza Episcopale del Guatemala, monsignor Bianchetti è membro delConsiglio permanente e presidente della Commissione episcopale per gli Affarisociali e della Caritas.Ora, il Papa l’ha nominato Vescovo della diocesi del Quiché: don Rosolino vi ritor-na certamente con gioia, per rimettersi sul cammino al fianco della sua amatagente. Lo accompagniamo con il nostro affetto e la nostra preghiera.

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COMUNITÀ NUOVA 8

Due incontri per riflettere e pianificare le attivitàCONSIGLIO PASTORALE: LE PROPOSTE

Seduta del 15 ottobre 2012 – Lettura di uno stralcio della lettera pastorale del Vescovo Oscarper l’anno 2012-2013 “ Pietre Vive, tempio dello Spirito Santo”

• Spiegazione da parte di don Ernesto dei segni della cattedrale• Creazione dei gruppi di lavoro che nelle due settimane successive avranno il compito di ritro-

varsi per rifletter su come ciascun ambito possa intrecciarsi con i segni prima presentati e con-cretamente possa progettare proposte per i prossimi tempi forti ed essere espressione e strumen-to per l’intera comunità:

- Liturgia-Catechesi: Monica Valcarenghi, Raffaella Comandulli, Rosangela Grossi- Giovani-Famiglie: Laura Borghi, Stefania Lucini, Carolina Viscardi, Manuele Maffi,

Alfredo Sterni, Marco Spoldi- Formazione-Annuncio: Raffaella Strepparola, Maria Grazia Braguti, Giovanna

Regazzetti- Missioni-Carità: Cesira Festini, Marika Benatti, Stefania Ghilardi, Daniela Codebue,

Borghi Emanuele

Seduta del 29 ottobre 2012 – Introduzione di don Ernesto: il lavoro di equipe svolto nelle duesettimane è stato segno della grande passione di ciascuno per la propria parrocchia

• Lavoro del gruppo formazione e annuncio: non pervenuto (si attende il frutto del lavoro comun-que già svolto)

• Lavoro del gruppo Liturgia e catechesi:- PORTA (incontri con testimoni, opera teatrale “Processo a Gesù”, visione film)- ROSONE (recita di un mistero del rosario settimanale per ragazzi)- FONTE BATTESIMALE (da rivalutare)- CONFESSIONALE (scadenze fisse per i ragazzi, confessioni comunitarie, tempi prima

delle celebrazioni)- AMBONE (omelia a misura di ragazzi, recitare una preghiera allo Spirito Santo)

• Lavoro del gruppo Carità e Missioni:- Collocare al centro della Navata la Parola del giorno su un piccolo leggio- Rivalutare il fonte battesimale, impegno assunto come comunità - Via Crucis itinerante durante la Quaresima- Raccolta degli alimenti per le famiglie in difficoltà durante i tempi forti- Giornata dei popoli comunitaria

• Lavoro del gruppo Giovani e Famiglie: la difficoltà di pensare proposte per queste fasce è indub-bia, in quanto sono le fasce più in evoluzione e per le quali non vi sono da tempo proposte strut-turate. Fondamentale è studiare la realtà che ci circonda, per poter poi fare proposte mirate, basa-te su informalità e confidenza. Per i giovani in avvento don Ernesto proporrà incontri mensilimentre l’attenzione alle famiglie potrebbe essere affidata al percorso dell’Azione Cattolica.

• Intervento di Emanuele Borghi sugli incontri del consiglio pastorale zonale, che nell’ultima sedu-ta ha incontrato don Federico in partenza per la missione. Sono momenti informali di confronto esegno della zona che inizia a lavorare assieme. Alcuni appuntamenti: a febbraio si terrà l’incontrocon tutti i consigli pastorali parrocchiali e il Vescovo; si sta progettando una Via Crucis a livellozonale che si terrà ad Offanengo, ma pensata e realizzata da tutte le parrocchie; sabato 15 dicem-bre la zona pregherà per la Pallavicina; a gennaio la zona sarà pellegrina alla cattedrale riaperta.

• Don Ernesto ha pensato per l’anno della fede di appendere uno striscione sulla facciata dellachiesa

Laura

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COMUNITÀ NUOVA 9

‘Non separiamo la fede dalla vita’CATECHESI, LA NOSTRA SFIDA

“Il compito che la Chiesa post conciliare avverte come primario e urgente èquello di testimoniare all’uomo contemporaneo la gioia e la speranza origi-nate dalla fede nel Signore Gesù Cristo. Ciò richiede, prima di tutto, uno sfor-

zo per metterci in ascolto della cultura del nostro mondo” – così si esprime il nostrovescovo Oscar nella sua lettera pastorale. Abbiamo iniziato l’anno pastorale con 25catechisti, ancora oggi mi chiedo come sia stato possibile visto i nostri numeri. Credoche Dio ci abbia aiutato a comprendere che abbiamo molto bisogno di educare ilnostro cuore alla Sua chiamata, ed ecco… 7 catechisti nuovi di zecca, pronti a scom-mettere tempo e tanto amore per aiutare a crescere i più giovani. Se ci penso sonoancora emozionato… Più pregavamo, più arrivavano catechisti. Qualcuno avevasuggerito di pregare tutti alla stessa ora, alle 22,20. Tutte le sere, fino ad arrivare alnumero necessario. Così è stato… Nella sua lettera, il Vescovo prosegue: “Intrecciarefede e cultura significa «ascoltare le attese più intime dei nostri contemporanei, pren-derne sul serio desideri e cercare di capire che cosa fa ardere i loro cuori e cosa inve-ce suscita in loro paura e diffidenza», e ci chiede di farci attenti al fatto che anche inon credenti possono avere «qualcosa da insegnarci riguardo alla comprensione dellavita e che, per vie inattese, il Signore può in certi momenti farci sentire la sua voceattraverso di loro”. Per questo abbiamo bisogno di educarci, dedicare tempo alla for-mazione, per tornare a far comprendere la fede come il seme che nel tessuto socialepuò migliorare la nostra società, in meglio. Tornare a fare in modo che i cristiani viva-no non separando la fede dalla vita. Non si può vivere Gesù e stare nella chiesa eavallare, magari con un silenzio imbarazzato vestito da apparente rispetto, tutto ciòche va contro il rispetto per la vita, la sua dignità dal concepimento fino alla sua natu-rale conclusione, il rispetto verso il creato, l’indissolubilità del matrimonio tra unuomo ed una donna, la fraternità che ci accomuna come figli di Dio aperti all’acco-glienza nella sicurezza di ogni persona, dal diritto ad essere assistiti nella malattia egarantiti da un lavoro dove non ci può essere l’alternativa tra il salario o la salute.Torniamo a dire qualcosa di cristiano, anche i non credenti hanno diritto di sentire danoi parole di speranza!

Don Ernesto

Terminato il rito della Santa Messa, 15 bambini di sei anni fanno il loroprimo incontro di catechismo. Alcuni, più timidi, sono spaventati, altri,più vivaci, si dimostrano più sicuri. Non capiscono (spero) che le loro cate-

chiste sono più spaventate di loro. Dieci minuti dopo la loro fiducia, la gioia divivere e la voglia di conoscere superano ogni ostacolo. Siamo già amici. Ora, alnono incontro, i bambini e noi catechiste abbiamo capito di avere qualcosa checi unisce nonostante la forte differenza di età: tutti vogliamo conoscere meglio ilnostro grande Amico Gesù

Rita

UNA CATECHISTA RACCONTA…

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COMUNITÀ NUOVA 10

“Vorrei esortare tutti, sacerdoti, religiose e fedeli laici: insegniamo a“cercare Dio” ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie, a tutti gli uomi-ni, aiutiamoli a comprendere che Dio è vicino ed è Lui che in Gesù

ci viene incontro. “Attraverso l’uomo Gesù divenne visibile Dio, e a partire daDio, si poté vedere l’immagine dell’autentico uomo”; torniamo a parlare dellagrandezza umana e spirituale di Gesù Cristo; torniamo a parlare dello SpiritoSanto, il maestro interiore che tutto rinnova con i suoi doni; torniamo a edu-

care alla fede, alimentandola nelle nostrefamiglie con la coerenza di vita. E non dobbia-mo temere di raccontare anche la nostra faticadi credere, i dubbi, le domande che ci prendo-no. I più giovani, in tal modo, capiranno che lafede non si riduce a un cumulo di informazio-ni, ma è qualcosa di vivo, che coinvolge einterroga costantemente la nostra libertà.Per orientare questo cammino, facciamo anzi-tutto una riflessione su cosa significhi credere,oggi. Per il Papa l’Anno della Fede deve aiuta-re a riscoprire «la gioia e il rinnovato entusia-smo dell’incontro con Cristo». E questosoprattutto per i cristiani che si danno «mag-gior preoccupazione per le conseguenze socia-li, culturali e politiche del loro impegno, con-tinuando a pensare alla fede come un presup-

posto ovvio del vivere comune», mentre invece «questo presupposto non solonon è più tale, ma spesso viene perfino negato». La riscoperta della fede nell’incontro con Gesù Cristo deve portare, secondo leintenzioni del Papa, a una nuova stagione di evangelizzazione del mondo,attraverso la testimonianza cristiana, personale e comunitaria. Questo anno deve suonare per noi come un invito e una opportunità perun’autentica e rinnovata conversione al Signore. La fede non si possiede unavolta per tutte: essa coinvolge la libertà, la decisione, l’affettività, la conoscen-za, la domanda, le relazioni; è per sua natura dinamica, si interroga di frontealle diverse situazioni e vicende della vita, conosce momenti di smarrimento,altri di stasi, altri ancora di ripresa e di slancio. Quando è viva, la fede è espe-rienza di Dio, è incontro, è relazione sia personale che comunitaria, cosa bendiversa dal formalismo religioso che la riduce all’adempimento di obblighi e

Anno della Fede: la lettera del vescovo“INSEGNIAMO A TUTTI A CERCARE DIO”

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al rispetto di tradizioni. Non dobbiamo cadere nell’inganno che il diventarecristiani coincida con l’apprendere e il capire una dottrina. La fede ha bisognodi essere costantemente rinnovata e nutrita; S. Agostino scrive che essa «sifortifica credendo». In merito, scrive papa Benedetto XVI: «Non possiamoaccettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (Mt 5,13-16). Anche l’uomo di oggi può sentiredi nuovo il bisogno di recarsi comela samaritana al pozzo per ascolta-re Gesù, che invita a credere in Luie ad attingere alla sua sorgente,zampillante di acqua viva (Gv4,14). Dobbiamo ritrovare il gustodi nutrirci della Parola di Dio, tra-smessa dalla Chiesa in modo fede-le, e del Pane della vita, offerti asostegno di quanti sono suoi disce-poli (Gv 6,51). L’interrogativo posto da quantiascoltavano Gesù è lo stesso ancheper noi oggi: “Che cosa dobbiamocompiere per fare le opere di Dio?”(Gv 6,28). Conosciamo la rispostadi Gesù: “Questa è l’opera di Dio:che crediate in colui che egli hamandato” (Gv 6,29). Credere inGesù Cristo, dunque, è la via perpoter giungere in modo definitivoalla salvezza».L’Anno della Fede ci invita, perciò,prima di ogni altra cosa, a riscopri-re Cristo come unico Salvatore delmondo. Egli, attraverso la sua morte e risurrezione, cancella il peccato dell’uo-mo, dona la salvezza e rivela l’amore del Padre, un amore che, se accolto, tra-sforma la vita. Se l’uomo accoglie l’amore del Padre «nella misura della sualibera disponibilità, i suoi pensieri, gli affetti, la mentalità, il comportamentovengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiuta-mente terminato in questa vita. La fede diventa un nuovo criterio di intelli-genza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo”.

Pietre Vive, tempio dello Spirito+ Vescovo Oscar

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Domenica 9 dicembre alcune famiglie si sono ritrovate in oratorio per stareinsieme e condividere alcune riflessioni sul tema della famiglia come portadella fede.

Dopo la messa delle 10.30 l’appuntamento era in oratorio per un abbondante pran-zo insieme. Mentre alcuni baldi giovani intrattenevano i bambi-

ni con canti e balli, i genitori si sono ritrovati a scambiare quat-tro chiacchiere in attesa dell’arrivo del pranzo. Alle 14.30 circa, i genitori si sono riuniti in un’aula perscambiarsi alcune riflessioni interessanti, mentre i bambinisi sono ritrovati nuovamente con alcuni educatori che lihanno intrattenuti con canti, balli e laboratori di ritaglio.Il primo momento dell’incontro dei genitori è stato caratte-rizzato da alcune immagini di porte: i partecipanti hannoespresso cosa quelle porte suscitassero in ciascuno e ne sonoemersi alcuni termini interessanti e anche contrastanti.Successivamente, Don Ernesto ha proposto la visione e di

un video nel quale una giovane coppia di sposiportava la propria testimonianza di fede nellavocazione famigliare. Una giovane mamma rac-contava della sua gravidanza, della gioia dellascoperta, del momento nel quale le viene dettoche la figlia non avrà speranza di sopravvivereanche portando la gravidanza a termine, dellaforza che ha ricevuto da Maria, della condivisio-ne della difficile scelta con il marito. Raccontadella felicità di avere visto la figlia per la mez-z’ora di vita che Dio le ha concesso. Una testi-monianza forte che ha lasciato i partecipantisenza parole e anche con qualche lacrima dicommozione.

Si è poi, comunque, riusciti a dar vita ad una riflessione piuttosto complicata circalo scegliere per i figli, la fede nel Vangelo come forza per affrontare le difficoltà e lescelte, la complicazione di vivere in una società che non aiuta chi non è sano.La giornata si è conclusa, poi, con una preghiera in Chiesa davanti all’altare dellaMadonna insieme ai bambini che avevano appena terminato i loro lavoretti concarta, forbici e cucitrice. Dopo una merenda in oratorio ci si è salutati felici della giornata trascorsa, con laconsapevolezza di avere qualcosa di più nel cuore.Una bella domenica di compagnia e condivisione: senz’altro da ripetere.

Debora

Incontro in oratorio tra riflessioni e cordialitàLA FAMIGLIA, PORTA DELLA FEDE

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Vangelo (Matteo 1, 18-24)

Giuseppe assume la paternità legale di Gesù

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promes-sa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta peropera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva

ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose,ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio diDavide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generatoin lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egliinfatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore permezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiama-to Emmanuele, che significa Dio con noi”. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece comegli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Stiamo attenti a catechismoPER I BAMBINI, CRUCIVERBA DI NATALE

DEFINIZIONI VERTICALI:1. Colui che sposò Maria - 2. La Madre di Gesù3. Di chi era figlio Giuseppe? - 4. Da chi è stato mandato l’angelo?5. Come verrà chiamato secondo il profeta il Figlio di Dio?6. Gesù chi salverà? - 7. Il giorno del Signore8. Dove apparve l’angelo a Giuseppe?9. Da cosa ci salverà Gesù? - 10. Chi convince Giuseppe a sposare Maria? - 11. Attraverso chiparla il Signore? - 12. Cosa vuol dire Emmanuele? - 13. Per opera di chi si trovò incintaMaria? - 14. Chi è il Figlio di Dio? - 15. Oggi è l’ultima domenica di... - 16. Giuseppe lo eraper Maria - 17. Si canta prima del Vangelo

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Nel contesto dell’Anno della Fede la commissione “gite e pellegrinaggi”, a cin-quant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, ha proposto una meta dav-vero sentita da molti di noi.

Venerdì 30 novembre, nuova tappa per le ‘gite’ pomeridiane della nostra parrocchia:pellegrinaggio a Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni XXIII. Una giornatasemplice e dolce. Semplice, ma sicuramente significativo è stato il percorso guidatotra i luoghi cari al Papa: ci ha portati a visitare la chiesa parrocchiale di S. GiovanniBattista, la cappella di Maria Regina della Pace con la cripta dove si trova il crocifis-so davanti al quale il papa era solito pregare, la casa natale, la chiesa di S. Maria inBrusicco. Qui abbiamo potuto soffermarci e dire una preghiera davanti al fonte bat-tesimale, dove l’allora neonato Angelo Giuseppe Roncalli ricevette il battesimo, dovetutto ha avuto inizio. A conclusione della giornata non poteva certamente mancare ilmomento della merenda, con torte e biscotti di tutti i tipi. Eccoci, quindi, alla partedolce, un’abitudine ormai consolidata e da tutti molto gradita.

Stefy

A Sotto il Monte, pellegrinaggio di ricordi e di preghieraSUI LUOGHI CARI A PAPA GIOVANNI

Pellegrinaggio a Sotto il Monte: i partecipanti, la casa di Papa Giovanni e l’incontro a tavola

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CAMBIARE IL CUORE Carlo Maria Martini con Alain ElkannBompiani, 1993

Leggendo il libro del Cardinale Carlo Maria Martini, cercavo la sintesi perfet-ta per farne una bella recensione sul bollettino. Poi ho pensato che scopo diuna recensione dovrebbe essere quello di parlare di un libro bello cercando di

farne capire il significato più profondo, gli spunti più interessanti. Tentavo di capire come poter creare interesse verso questo libro – intervista e nonriuscivo a sintetizzare la bellezza dei tanti spunti che il cardinale, morto pochi mesifa, ci ha lasciato.Così sono arrivata alla conclusione che non ci sarebbe stato niente di meglio chelasciar parlare proprio lui, citando le parole che più mi hanno colpita, lasciando a

chi vuole il desiderio di approfondire gli spuntiSULLA FEDELa fede cristiana può essere certamente definita come un’avventura spirituale, il dare la manoa una persona che non si conosce bene, ma in cui si ha fiducia, e lasciarsi condurreLa fede è dono e questo o si sperimenta soprattutto nei tempi di maggiore difficoltà; è Dio chepermette l’ingresso nel buio e poi fa ritrovare la luce.SUL SILENZIOIl silenzio che a me piace è il silenzio che ascolta, che accoglie, che si lascia animare. Se ci hamandato la sua parola, all’inizio di ogni cammino dell’uomo ci deve essere il silenzio. Perl’uomo d’oggi, che ha estromesso Dio dai suoi pensieri, il silenzio è purtroppo il segno terri-ficante del vuoto, del nulla, e quindi lo fugge…Molte volte noi sbagliamo perché parliamo troppo e parliamo male e perciò credo che il silen-zio sia un valore importantissimo da ritrovare…Senza silenzio mi sento dilacerato dalla molteplicità delle cose che mi cadono addosso e chevorrebbero monopolizzarmi. Ho dunque bisogno del silenzio come ascolto di Dio così comeho bisogno dell’aria per respirare.Dal silenzio si impara davvero ad ascoltare gli altri, a parlare se è il momento di parlare, atacere allorché è necessario e utile tacereSULLA POLITICALa politica è la più alta tra le attività umane, quella che cerca di porre in atto le condizioni peril vero bene e il vero progresso di tutti. La fede…e la politica… entrambe tendono al bene del-l’uomo. Non può esserci contraddizione.SULL’APRIRE IL CUORE A DIODio abita là dove lo si lascia entrare, sta alla porta di ciascuno di noi ogni momento, con gran-de rispetto, aspetta senza mai stancarsi che noi gli apriamo, gli spalanchiamo il nostro cuore.Dalla vigilanza verso Dio deriva il nostro comportamento verso gli altri: non dovremmo maipretendere di entrare nella vita di una persona, di avere la sua amicizia, ricordandoci cheogni persona è un mistero inviolabile, che esige sempre e comunque rispetto.SULLA MALATTIALa malattia è un mistero. Sento sempre la mia inadeguatezza di fronte a un malato. Chi è vera-mente malato è un po’ come dall’altra parte del fiume e ha l’impressione che coloro che sonosani non lo possono capire se non in parte. Noi riceviamo da loro molto più di quanto nonsappiamo dare.

Debora

Ripercorrendo un libro del cardinal MartiniLE PAROLE CHE ENTRANO NEL CUORE

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