comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile · e al confronto pensiero laterale...

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Comitato per la promozione dell’imprenditorialità Femminile Comitato per la promozione dell’imprenditorialità Femminile c/o Bergamo Sviluppo – azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo via zilioli 2 – 24121 Bergamo tel. 035/3888011 – fax 035/247169 e-mail: [email protected] ente finanziatore ente attuatore il Comitato per la promozione dell’imprenditorialità Femminile di Bergamo è parte della rete nazionale:

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Comitato per la promozionedell’imprenditorialità Femminile

Comitato per la promozione dell’imprenditorialità Femminilec/o Bergamo Sviluppo – azienda Speciale della Camera di Commercio di Bergamo

via zilioli 2 – 24121 Bergamotel. 035/3888011 – fax 035/247169

e-mail: [email protected]

ente finanziatore ente attuatore

il Comitato per la promozione dell’imprenditorialità Femminile di Bergamoè parte della rete nazionale:

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polivalenza e capacità diorganizzazione

curiosità e concretezza

immaginazione e creatività

flessibilità e adattamento

intelligenza intuitiva

propensione allacollaborazione

capacità di relazione

inclinazione al dialogo e al confronto

pensiero laterale

sensibilità e disponibilità

attenzione agli altri

preparazione edeterminazione

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Le donne costituiscono un immenso serbatoio di talento, ancora non pienamente utilizzato: portatrici di attitudini e capacità specifiche, costituiscono una gigantesca opportunità e favorirne una maggiore

partecipazione al mondo del lavoro non potrà che assicurare una crescita più sostenibile all’economia.

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Promozione dello spirito imprenditoriale femminile e nascita

dei Comitati a livello nazionale

Tra le varie scelte professionali esistenti quella di diventare impren-ditrice è oggi un’alternativa messa in pratica da un numero sempremaggiore di donne, che vedono in tale scelta sia l’opportunità di unamaggiore realizzazione personale-professionale sia la possibilità diuna gestione più autonoma, anche se certamente non meno impeg-nativa, dei propri carichi lavorativi e familiari.

Per favorire la diffusione e la valorizzazione dello spirito impren-ditoriale tra le donne, incoraggiandone così anche una più consapevolepartecipazione alle problematiche relative allo sviluppo economico locale,sono stati siglati, prima nel 1999 e poi nel 2003, due Protocolli d’Intesatra il Ministero dell’Industria/Attività Produttive e Unioncamere nazionale,che hanno portato alla costituzione, nelle Camere di Commercio aderenti,dei Comitati per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile.La Camera di Commercio di Bergamo ha dato vita al proprio Comitato nelmarzo 2000.

I Comitati sono composti da rappresentanti delle Organizzazioni dicategoria e/o degli enti presenti sui territori; Unioncamere ne indirizzal’attività a livello nazionale e ha dato vita al portale www.imprendito-riafemminile.camcom.it, nel quale sono raccolte informazioni, news,progetti, dati e documentazione di interesse per le imprenditrici o aspi-ranti imprenditrici.

Le imprese femminili sono spesso piccole perché rischiano poco e speculano poco. Ma sono anche più stabili perché le donne non amano fare “il passo più lungo della gamba”. Questo perché le imprenditricidesiderano essere parte dell’intero processo, averne il controllo e non

perdere mai il contatto con l’impresa nella sua totalità.

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Compiti dei Comitati e impegno del Comitato di Bergamo

I Comitati, secondo quanto stabilito dai Protocolli d’Intesa, hanno una seriedi compiti, tra i quali:

• proporre suggerimenti nell’ambito delle attività camerali perstimolare la presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria (es.indagini conoscitive);

• promuovere iniziative per lo sviluppo e la qualificazione del-l’imprenditoria femminile, anche tramite specifiche attività di infor-mazione, formazione e assistenza mirata;

• attivare iniziative per facilitare l’accesso al credito delle impresefemminili (es. stipula di specifiche convenzioni);

• attivare e sviluppare un sistema di collaborazioni sinergichecon enti pubblici e privati, che sul territorio svolgono attività di pro-mozione e sostegno dell’imprenditoria femminile o che si occupano ditematiche di genere.

Il Comitato di Bergamo, dalla sua nascita ad oggi, si è occupato di rea-lizzare iniziative e attività su tematiche di carattere “trasver-sale”, indirizzate a tutti gli imprenditori appartenenti ai diversi comparti ealle diverse tipologie di impresa, cercando di sensibilizzare su argo-menti nuovi e di ampio respiro in modo quindi da far crescere le com-petenze e le conoscenze degli operatori economici locali.

Composizione del Comitato di Bergamo

Il Comitato attuale, in carica fino al settembre 2015, è composto dalleseguenti componenti, rappresentanti delle diverse Organizzazioni dicategoria e delle Organizzazioni sindacali, nominate dalla GiuntaCamerale:

IDA ROCCA Presidente - Associazione Artigiani CINZIA SIRTOLI Vice Presidente - A.G.C.I. MARIA LUISA BERTULETTI Vice Presidente - ApindustriaANNA BERTOLI Cgil - Cisl - UilSONIA BONESI L.I.A.BAMBINA COLOMBO FedermanagerANNACHIARA FOGLIENI Unione ArtigianiANNAMARIA FORTINI Coldiretti BergamoSIMONA GHILARDI F.A.I.DANIELA GUADALUPI Confindustria BergamoELENA LUSSANA Confagricoltura BergamoGIOVANNA PERCIO LA FERLA AiddaDELISA SANZANI AscomNORMA SCANDELLA CnaROSALUCIA TRAMONTANO ConfcooperativeSIMONA ZANCHI Confesercenti

Il Comitato ha un regolamento interno che ne definisce organi, fun-zioni, tipologia e modalità di funzionamento.

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Principali iniziative realizzate

• Convegno "Donne, imprese e pari opportunità. Legge 215/92 estrumenti a favore dell'imprenditoria femminile" (aprile 2001).

• Convenzione A.F.F.I.DO. - Agevolazioni alle Fonti di Finanziamento perImprenditrici Donne (novembre 2001).

• Tavola rotonda "La dimensione femminile nella micro e nellapiccola impresa. Quali problematiche e quali soluzioni" (marzo2003).

• Ciclo di 9 incontri sulle tematiche di Basilea 2 "Le nuove frontiere delcredito" (ottobre - dicembre 2003).

• Convegno "Più credito alle donne: fare impresa al femminile"(gennaio 2004).

• Seminario in 3 incontri "L'Unione Europea oggi. Il grande allarga-mento" (dicembre 2004).

• Convenzione A.S.I.L.I. - Aiuto spese Servizi all'Infanzia (per bimbi da 0a 3 anni) per Lavoratori/trici e Imprenditori/trici (dicembre 2004).

• Seminario in 5 incontri "L'Unione Europea oggi: la situazione isti-tuzionale ed economica" (marzo 2005).

• Seminario "Enti, progetti e iniziative per la promozione dell'im-prenditoria femminile a livello provinciale" (giugno 2006).

• Seminario in 4 incontri "La dimensione imprenditoriale e quella"sociale": una coesistenza necessaria per lo sviluppo sosteni-bile dell'impresa nell'odierno sistema economico" (giugno -luglio 2006).

• "Ci piace lavorare - Seminario con tavola rotonda sul mob-bing" (dicembre 2006).

• Seminario "Usurai e usurati, le 2 facce del problema: affrontia-molo insieme" (giugno 2007).

• Seminario "Imprese femminili e territorio: quale futuro eco-nomico alle porte del 2008?" (dicembre 2007).

• Ciclo di 6 incontri "Elementi base di conoscenza assicurativa perla copertura dei rischi aziendali" (maggio 2008).

• Seminario con tavola rotonda "Ricambio generazionale: come farcrescere i nuovi leader e governare il processo" (novembre2008).

• Seminario con tavola rotonda "Confronto tra generazioni diimprenditrici: come cambia la gestione del quotidiano intempi di crisi" (giugno 2009).

• Seminario con tavola rotonda "Le micro e piccole imprese al cen-tro della politica europea: proposte concrete per dareattuazione allo SBA (Small Business Act)", organizzato nell’am-bito del secondo “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa” (luglio2009).

• Convegno "Riflessioni e indicazioni sul fenomeno usura aBergamo: confronto tra istituzioni e mondo economico"(dicembre 2009).

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• Ciclo di 5 incontri "Il patrimonio aziendale e il patrimonio fami-liare: come distinguerli" (novembre - dicembre 2010).

• Seminario “Economia imprenditoriale e familiare delle impresefemminili bergamasche: lettura statistica e interpretazioni aconfronto” (ottobre 2011).

• Ciclo di 7 incontri “Come gestire e tutelare efficacemente il patri-monio aziendale nelle micro, piccole e medie imprese” (novem-bre - dicembre 2011).

• “Confrontare esigenze per trovare soluzioni: tavola rotonda perraccogliere e leggere le necessità delle imprenditrici alla lucedel perdurare della crisi” (luglio 2012).

• Ciclo di 7 incontri “Strumenti a disposizione delle micro, piccole emedie imprese per organizzare la ripresa” (novembre - dicembre2012).

• Seminario con tavola rotonda “Lo Statuto delle Imprese a un annodalla sua entrata in vigore: approfondimenti e aggiornamenti”(dicembre 2012).

Diverse iniziative tra quelle citate, ma non solo, sono state realizzate graziealla collaborazione con le Organizzazioni di categoria e i Consorzi Fidi locali,l’Università degli Studi di Bergamo, le Banche del territorio, la rete deiComitati per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile lombardi ed altrienti/associazioni di livello territoriale, regionale e/o nazionale.

Le donne hanno una naturale propensione al multitasking: la maggior parte gestisce famiglia, lavoro e casa in un’altalena continua di

impegni e relazioni, che esse riescono a “tenere sotto controllo” perché da sempre abituate a “mettersi alla prova” e a conciliare

i diversi aspetti del vivere quotidiano.

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Iniziative particolari

Per “fotografare” la realtà aziendale, economica e familiare delle impren-ditrici bergamasche, in modo da raccogliere dati non solo quantitativi, masoprattutto qualitativi, all’inizio del 2011 il Comitato ha approvato la real-izzazione del “Questionario di rilevazione destinato alle impren-ditrici bergamasche”. Il questionario, steso in collaborazione conBergamo Sviluppo, Associazione Artigiani e Ufficio Statistico dell’entecamerale, e appoggiato da 13 Organizzazioni del territorio che lo hannoinviato alle proprie associate (3.850 invii effettuati), ha permesso diottenere 318 risposte (tasso di risposta dell’8,26%). Questo l’identikitdelle imprenditrici che ha risposto alle 4 sezioni del questionario:titolari di micro e piccole imprese, con fatturati che tra il 2009 e il 2011hanno registrato cali moderati (le spese familiari sono però nello stessoperiodo aumentate), con dipendenti per lo più uomini, che dedicano inmedia 9 ore all’attività lavorativa, nella quale utilizzano come fontifinanziarie, il credito ottenuto dalle banche e il capitale personale. E peril futuro? Nonostante tutto le imprenditrici bergamasche sono fiduciose:il 64% delle intervistate ritiene che non avrà difficoltà a rimborsareprestiti che ha chiesto o chiederà.

Nel corso del 2012 il Comitato ha poi lanciato l’iniziativa Premio“Aziende family friendly - Valorizzare e diffondere le azioni dipari opportunità e di conciliazione vita-famiglia-lavoro svoltedalle imprese bergamasche a favore dei propri dipendenti”,appoggiata da Camera di Commercio, Bergamo Sviluppo, Consulta dellePolitiche Familiari del Comune di Bergamo, Provincia di Bergamo-SettoreIstruzione, Formazione, Lavoro, Sicurezza Lavoro e Pari Opportunità-,Consigliera di Parità della Provincia di Bergamo e Asl di Bergamo.All’iniziativa, che aveva l’obiettivo di agevolare la diffusione tra le aziendelocali di una cultura “family friendly”, hanno partecipato 13 aziende, chenel corso del 2013 verranno “premiate” per le azioni/comportamenti chesono riuscite ad attivare nei confronti dei propri dipendenti, con riflessi alivello personale o anche familiare, nelle 6 categorie previste dal Premio.

Fare l’imprenditore significa avere un’ispirazione, una passione, un progettoda realizzare. Ci vuole naturalmente anche coraggio, che può alcune volte

mancare alle donne, a cui sicuramente non mancano idee. Ma il desiderio di realizzarsi può essere una spinta a “tirar fuori” sia il coraggio sia le idee tenute da parte nel tempo, per dar vita

a qualcosa di proprio per il quale può davvero valere la pena di lavorare di più ma scegliendo in autonomia quando, come e quanto lavorare.

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Quadro di riferimento sull’imprenditoria femminile e “rete” dei Comitati

La situazione di crisi non ha fatto sconti nemmeno all’imprenditoria fem-minile, ma anche nel 2012 le imprese femminili sembrano averresistito meglio di quelle maschili. Concretezza, flessibilità e spiritodi adattamento sono solo alcune delle caratteristiche che probabil-mente hanno consentito alle imprenditrici di “sopportare” meglio la con-giuntura negativa in atto: caratteristiche che le donne applicano allagestione economica delle proprie aziende, ma che sicuramenteprovengono dall’esperienza maturata nell’ambito della gestionedomestica.A livello regionale, al terzo trimestre 2012, risultavano attive 173.168imprese femminili, mentre a livello bergamasco, nello stesso periodo,erano attive 18.509 imprese, che rappresentavano poco più del 21%rispetto al totale delle imprese attive provinciali, pari a 87.062.

Per monitorare l’andamento dell’imprenditoria femminile Unioncamereha creato l’Osservatorio nazionale sull’imprenditoria femminile edal 2008, per sostenere e valorizzare il ruolo dell’imprenditoria a livellonazionale, organizza, in collaborazione con il sistema camerale e i diver-si Comitati, la manifestazione itinerante “Giro d’Italia delle donne chefanno impresa”.

A livello regionale, per far circolare informazioni ed esperienze e stimo-lare l’organizzazione di iniziative condivise, Unioncamere Lombardiaha creato una rete di coordinamento, di cui fanno parte tutti iComitati IF lombardi.

La presenza di più donne nel mercato del lavoro genera circoli virtuosi per l’occupazione, la produzione, il consumo, l’investimento;

produce quindi significativi vantaggi per l’economia nel suo complesso e per le sue dinamiche di sviluppo.

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Partecipazione delle donne al mercato del lavoro e crescita economica

Il coinvolgimento delle donne nella vita economica è ritenuto oggidagli economisti un elemento chiave per uno sviluppo più equilibratodell’intero sistema economico: garantisce infatti più ricchezza allefamiglie e stimola la creazione di nuovi posti di lavoro. Sebbene questo“invito” sia da anni auspicato e proclamato da più parti, l’occupazionefemminile, dipendente e indipendente, è solo debolmente aumentata:in Italia il tasso di occupazione delle donne in età compresa tra i 15 e i64 anni è infatti passato dal 45,2% del 2004 al 47,2% del 2008 e ha poisubito una battuta d’arresto nel 2009 (46,4%), attestandosi al 46,5% nel2011, probabilmente a causa anche degli effetti della crisi economica,che però non ha fatto sconti né a donne né a uomini. Anzi, la crisi ha col-pito in maniera più evidente i giovani, in quanto precari, e gli uomini, inquanto occupati in misura più consistente nell’industria manifatturiera esoprattutto nell’edilizia, mentre l’occupazione femminile, in particolarenelle regioni settentrionali, sembra aver “retto” meglio, anche perché habeneficiato della migliore “tenuta” del settore servizi.

L’ingresso nel mercato del lavoro di un maggior numero di donne puòportare 2 importanti vantaggi sotto il profilo economico. Il primo èl’aumento di reddito delle famiglie, che consente di disporre di mag-giori capacità di consumo, di risparmio e di investimento; con un se-condo impiego in famiglia diminuisce anche il rischio di povertà e di vul-nerabilità rispetto a eventi imprevisti, non solo perché aumentano leentrate, ma aumenta anche la sicurezza collegata a una doppia presen-za nel mercato del lavoro (più conoscenze, più relazioni sociali, piùtutele). Il secondo vantaggio è la creazione di altro lavoro: le famigliea doppio reddito consumano molti più servizi delle famiglie monoreddito,anche perché dispongono di minor tempo per svolgere le incombenzequotidiane. Secondo alcune stime, per ogni 100 donne che entrano nelmercato del lavoro, si possono creare fino a 15 posti aggiuntivi nel set-

tore dei servizi: assistenza all’infanzia e agli anziani, prestazioni per i varibisogni domestici, ricreazione, ristorazione e così via. Dalle statisticherisulta che l’Italia ha un forte deficit di occupati proprio nel settore deiservizi alle famiglie: circa il 20% in meno rispetto a Paesi come gli StatiUniti, l’Inghilterra, l’Olanda e la Danimarca.

Tra le occupate sono da considerare anche le donne imprenditrici. Lapropensione imprenditoriale tra le donne che lavorano è cresciuta,a partire dagli anni ’90, a ritmo piuttosto costante, e si sta dimostrandouna preziosa risorsa per aumentare il tasso di occupazione fem-minile e, dunque, per sostenere l’economia nel suo complesso. E’bene ricordare che la scelta imprenditoriale non è per tutti o per tutte: ledifficoltà di entrata nel mondo del lavoro o di ricollocazione nello stessodopo la maternità portano molte donne a decidere di “mettersi in pro-prio” sperando che possa diventare l’occasione giusta per inventarsiun’occupazione duratura e redditizia. L’aumento delle imprese femminili,e più in generale del tasso di attività femminile, cioè della propensionedelle donne a lavorare o a cercare lavoro, riflette 2 aspetti: da un lato lanecessità di avere una doppia entrata a sostegno del reddito familiare edall’altra, vista la crisi economica in atto, che ha portato alla perdita dimolti posti, la necessità di contribuire in maniera forte al sostegno dellafamiglia proprio entrando nel mondo del lavoro.

Secondo i dati relativi al terzo trimestre 2012, in Italia lavora il 46,9%delle donne e il 67% degli uomini (in Lombardia il tasso di occupazionefemminile è invece più alto, pari al 56,2%), ma incentivando il lavorodelle donne, il nostro Paese avrebbe la possibilità di effettuare un veroe proprio balzo in avanti nella crescita economica con un incrementosignificativo del proprio PIL.

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Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile di Bergamo è costituito dalle rappresentanti di:

CONFEDERAZIONE NAZIONALEDELL’ARTIGIANATO E DELLA PICCOLAE MEDIA IMPRESAFEDERAZIONE PROVINCIALE DI BERGAMO

ConfagricolturaBergamo

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