come sta cambiando il rapporto con le banche alla luce dei nuovi sistemi di rating
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COME STA CAMBIANDO IL RAPPORTO CON LE BANCHE ALLA LUCE DEI NUOVI SISTEMI DI RATING. Settembre 2010. Numero banche. Il 68,4% delle imprese lavora con non più di 5 banche: i casi più frequenti riguardano rapporti con tre (18,1%) e due (17,3%) istituti. N° medio di banche - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
COME STA CAMBIANDO IL COME STA CAMBIANDO IL RAPPORTO CON LE BANCHE RAPPORTO CON LE BANCHE
ALLA LUCE DEI NUOVI SISTEMI ALLA LUCE DEI NUOVI SISTEMI DI RATINGDI RATING
Settembre 2010 Settembre 2010
Numero bancheNumero banche
Il 68,4% delle imprese lavora con non più di 5 banche: i casi più frequenti riguardano rapporti con tre (18,1%) e due (17,3%) istituti.
0,0%
2,0%
4,0%
6,0%
8,0%
10,0%
12,0%
14,0%
16,0%
18,0%
20,0%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 >12
2005 2007 2009 2010
Il numero delle banche cresce naturalmente con l’aumentare della dimensione d’impresa: le grandi imprese lavorano mediamente con 6 istituti di credito, a fronte dei 4 rilevati nelle piccole aziende.
3,73,4
4,14,4
5,36,5
6,18,4
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
da 1 a 9 addetti
da 10 a 50 addetti
da 51 a 250 addetti
oltre 250 addetti
2005
2010
N° medio di banche N° medio di banche per dimensione aziendaleper dimensione aziendale
La ripartizione delle quote di mercato* creditizio in provincia di VicenzaLa ripartizione delle quote di mercato* creditizio in provincia di Vicenza
* Nostra stima riferita alle imprese associate
Banca 2010 Banca 20051° Gruppo Unicredit 23,9% Gruppo Unicredit 23,3%2° Cassa Risparmio del Veneto 16,5% Cassa Risparmio del Veneto 21,5%3° Popolare Vicenza 15,1% Popolare Vicenza 16,3%4° Bcc 9,9% Banco Popolare 9,1%5° Banco Popolare 8,3% Antonveneta - Mps 8,7%6° Antonveneta - Mps 6,9% Bcc 8,3%7° Popolare Marostica 4,3% Popolare Marostica 3,4%8° Veneto Banca 3,3% Bnl 2,6%9° Bnl 2,2% Veneto Banca 2,4%
Quote di mercato 2010 Quote di mercato 2010
Bnl2,2%
Gruppo Unicredit23,9%
Popolare Vicenza15,1%
Banco Popolare
8,3%
Cassa Risparmio del
Veneto16,5%
Bcc9,9%
Antonveneta - Mps6,9%
Popolare Marostica
4,3%
Veneto Banca3,3%
Altre9,7%
LA STRUTTURA FINANZIARIA DELLE IMPRESELA STRUTTURA FINANZIARIA DELLE IMPRESE
L’indagine conferma la prevalenza del ricorso al debito bancario a breve termine (65,1%) rispetto a quello a medio termine (34,9%).
Durata degli affidamenti2005
fidi a breve termine
68,7%
fidi a medio
termine31,3%
Durata degli affidamenti2010
fidi a medio termine
34,9%
fidi a breve termine
65,1%
L’azienda è adeguatamente capitalizzata?L’azienda è adeguatamente capitalizzata?
Il 64,2% degli imprenditori ritiene la propria azienda sufficientemente capitalizzata, a fronte del 30,2% che invece denuncia una sottocapitalizzazione.
sì64,2%
no30,2%
nr5,6%
BREVE TERMINE (SBF) - MEDIO TERMINE
Costo del credito bancario:Costo del credito bancario:
spread medio spread medio spread medio spread medio
sbf % medio termine % sbf % medio termine %
Micro -imprese 1,31 1,35 2,47 2,27Piccole-imprese 0,97 1,32 1,21 1,47Medie- imprese 0,61 1,23 0,88 1,41Grandi imprese 0,45 1,0 0,57 1,1
2009 2010
Disaggregando i dati per classe dimensionale delle imprese, notiamo che il livello dello spread diminuisce all’aumentare delle dimensioni aziendali, sia per il breve che per il medio termine.
dato medio
Commissione trimestrale fidi 0,15%
Commissione di Istruttoria 0,63%
COMMISSIONI
Comportamento delle bancheComportamento delle banche
A seguito della crisi finanziaria il 64,2% delle imprese ha denunciato un atteggiamento più restrittivo nel comportamento delle banche, sia in termini di quantità che di costo del credito erogato. (Tale dato è analogo alla precedente rilevazione).
più restrittivo
64,2%
invariato31,1%
nr4,7%
Riduzione affidamentiRiduzione affidamenti
Il grafico indica la percentuale di aziende che, negli ultimi 5 anni, hanno denunciato una riduzione negli affidamenti.Dall’8,8% di settembre 2005 si è passati al 18,6% di settembre 2010.
8,8%
6,5%
8,8%
15,7%
18,6%
0,0%
2,0%
4,0%
6,0%
8,0%
10,0%
12,0%
14,0%
16,0%
18,0%
20,0%
settembre2005
giugno2007
ottobre2008
febbraio2009
settembre2010
Il 21% delle aziende segnala un aumento dei tempi di istruttoria da parte delle Banche (valore medio).
Tempi di istruttoriaTempi di istruttoria
invariati51%
diminuiti6%
nr22%
aumentati 21%
Aumento delle garanzie richiesteAumento delle garanzie richieste
Nel 27% delle ditte si è rilevato un aumento delle garanzie richieste a supporto dei fidi concessi (19,8% nel 2009).
sì27,0%
no68,4%
nr4,6%
UTILIZZO DELL’AVVISO COMUNE PER LE PMIUTILIZZO DELL’AVVISO COMUNE PER LE PMI
sì18,6%
no71,6%
non ancora
5,6%
nr4,2%
Il 18,6% delle aziende dichiara di avere aderito all’Avviso Comune che prevede la proroga di 12 mesi della quota capitale delle rate dei mutui in corso, ovvero, di 6 mesi della quota capitale dei canoni di leasing strumentale e di 12 mesi per il leasing immobiliare.
Solo il 31,6% delle aziende dichiara di controllare regolarmente la Centrale Rischi
Controllo Centrale RischiControllo Centrale Rischi
sì31,6%
no29,8%
raramente34,4%
nr4,2%
Conoscenza del rating assegnato dalle bancheConoscenza del rating assegnato dalle banche
Dall’indagine risulta che solo il 27% delle imprese del campione ha dimostrato una precisa e chiara conoscenza del rating applicato loro dalle banche.
no73%
si27%
INDAGINE SUI SISTEMI INDAGINE SUI SISTEMI DI DI
RATING BANCARIRATING BANCARI
Cos’ è il RATINGCos’ è il RATING
Il rating rappresenta una variabile importante per la valutazione del merito creditizio e la concessione del credito alle pmi.
Questo giudizio viene elaborato sulla base di informazioni quantitative (indicatori di bilancio) e qualitative (correttezza del rapporto, situazione Centrale Rischi, business plan e previsioni economico-finanziarie, situazione del mercato di riferimento, qualità del management…).
Il rating esprime il livello di merito creditizio del cliente in termini di “probabilità di default” (PD), ossia di rischio che lo stesso risulti incapace di adempiere ai propri impegni nell’arco temporale di 12 mesi.
Il rating viene definito al momento dell’erogazione del credito ed ha una validità interna pari a 12 mesi. Di regola viene rivisto una volta l’anno, salvo ipotesi di revisione in seguito al verificarsi di un grave deterioramento della posizione affidata o su iniziativa del gestore.
SCOPO DELLO STUDIOSCOPO DELLO STUDIO
Capire come e su quali variabili siano costruiti i sistemi di rating utilizzati dalle banche. L’analisi ha riguardato i più importanti istituti di credito operanti in provincia di Vicenza.
In particolare abbiamo analizzatoIn particolare abbiamo analizzato::
1. le scale di rating assegnate alle aziende (esse risultano tra di loro disomogenee);
2. l’incidenza delle diverse componenti nella determinazione delle classi di rating (variabile qualitativa, quantitativa, andamentale);
3. i margini di intervento del gestore (override)
4. le politiche di prezzo applicate in base al rating assegnato, ossia il legame con quantità e prezzo del credito.
1. LE SCALE DI RATING1. LE SCALE DI RATING
Gli Istituti di credito adottano ognuno un proprio sistema di rating interno che è articolato secondo classi diverse.
Le classi sono tutte individuate con una cifra/lettera crescente al crescere del rischio: la prima è la migliore, mentre l’ultima è la peggiore.
Ad ognuna viene poi attribuita una Probabilità di Default.
CLASSI DI RATING LIVELLO DI RISCHIO
1
2
3
4
5
6
7
8 Alto
9
10
11 Altissimo
Medio Basso
Basso
Medio
Molto Alto
CLASSI DI RATING LIVELLO DI RISCHIO
1 (sicurezza elevata)
2 (sicurezza)
3 (ampia solvibilità)
4 (solvibilità)
5 (vulnerabilità)
6 (vulnerabilità elevata)
7 (rischio)
8 (rischio elevato)
9 (rischio molto elevato)
Esempi di scale di ratingEsempi di scale di rating
Macro categoria di rating Equivalente S&P
I Clienti
investement grade
da AAA
a BBB-
M Clienti
intermedi da BB+
a BB-
R Clienti
rischiosi da B+
a CCC
1 AAA
2 AA
3 A
4 BBB
5 BB
6 B
7 CCC
8 CC
9 C
10 DDD
11 DD
12 D
Classe di rating
2. 2. INCIDENZA DELLE DIVERSE COMPONENTI INCIDENZA DELLE DIVERSE COMPONENTI NELLA DETERMINAZIONE DELLE CLASSI DI NELLA DETERMINAZIONE DELLE CLASSI DI
RATING RATING
SMALL BUSINESSMID CORPORATE
LARGE CORPORATE
I modelli di rating sono determinati sulla base di 3 variabili:
Alcune banche considerano anche una quarta variabile: ossia le caratteristiche geo-settoriali
Il peso dei diversi moduli varia a seconda che il cliente sia nuovo o già affidato e in base alla dimensione delle aziende che sono suddivise in:
ECONOMICO/FINANZIARIO (bilancio) ANDAMENTALI (interne e di sistema)
QUALITATIVO (valutazioni soggettive del gestore)
Il modello statistico viene integrato da un modulo qualitativo automatico, basato su informazioni ricavate dai sistemi informatici della Banca.
Per le medie aziendePer le medie aziende
Il modello utilizzato per le small business viene ulteriormente integrato da un modulo qualitativo basato su un questionario standard compilato dal gestore commerciale della posizione.
Per le grandi aziendePer le grandi aziende
Il rating è costruito su indicatori di bilancio (individuale o consolidato), via via integrato con informazioni qualitative (qualità del management, dinamiche competitive del mercato di riferimento, livello qualitativo dei processi..).
Per le piccole aziendePer le piccole aziende
L’ANDAMENTALE INTERNO fornisce un indice di rischiosità sulla base di archivi informativi aziendali. E’ un punteggio che viene attribuito sul rapporto con l’istituto (percentuale di insoluti, sconfinamenti in Centrale Rischi, regolarità nei pagamenti..).
L’ANDAMENTALE DI SISTEMA scaturisce da un modello di analisi dei flussi di ritorno di fonte Centrale Rischi.
La VARIABILE QUALITATIVA riassume il giudizio sulle informazioni qualitative dell’impresa raccolte nella Scheda Informativa Cliente e consiste nella compilazione di un questionario da parte del gestore.
Nelle piccole imprese assume un peso maggiore la variabile andamentale, mentre nelle grandi aziende ha maggior rilievo l’aspetto quantativo.
Alcuni approfondimenti :Alcuni approfondimenti :
3. I MARGINI DI INTERVENTO DEL GESTORE 3. I MARGINI DI INTERVENTO DEL GESTORE ((OVERRIDEOVERRIDE))
Gli elementi quantitativi e qualitativi, che contribuiscono a determinare il rating, formano oggetto di valutazione da parte del gestore che può introdurre elementi aggiuntivi di analisi e/o intervenire su quelli già considerati dal sistema
Gli elementi aggiuntivi di valutazione consistono:-nella compilazione di un questionario e-nell’introduzione, nel processo di valutazione, di ulteriori elementi definendo così un giudizio complessivo di sintesi.La correzione dei modelli di valutazione (proposta di override) in senso positivo o negativo deve sempre essere motivata e storicizzata.
In alcune banche il gestore ha la facoltà di migliorare o peggiorare di un livello la scala di rating. In altri istituti il gestore ha la sola funzione di monitorare e fornire informazioni sulla solidità della società al fine di riposizionare l’azienda, ma non ha potere decisionale che esce quindi dalla competenza dell’area e spetta ad un’unità di rating centrale (Nucleo di Rating/ Rating desk/ Risk management..)
4. 4. LEGAME TRA RATING E LEGAME TRA RATING E QUANTITÀ / PREZZO DEL CREDITOQUANTITÀ / PREZZO DEL CREDITO
A seconda del rating assegnato all’azienda può variare l’organo deliberante sui fidi. Più alto è l’importo del fido richiesto più la facoltà passa all’organo di livello superiore.
Dalla nostra indagine, il rating risulta influenzare solo parzialmente le decisioni di determinazione del pricing, che invece sembra essere ancora determinato da politiche commerciali/sviluppo delle singole banche.