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FotoSan 630 È ora di affrontare il problema! disinfezione attivata dalla luce In Italia, le malattie parodontali colpiscono circa il 60% della popolazione [ministero della salute]

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Brochure informativa "FotoSan 630", lampada a sorgente LED (tecnologia PAD) per la disinfezione canalare rapida.

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Page 1: CMS dental - Lampada FotoSan 630

FotoSan 630

È ora di affrontare il problema!

disinfezione attivata dalla luce

In Italia, le malattie parodontali colpiscono circa

il 60% della popolazione[ministero della salute]

“”

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La parodontite rappresenta una delle patologie infiammatorie croniche più diffusa nella popolazione

dei paesi occidentali [Società Italiana di Parodontologia - SIdP]

In Italia, le malattie parodontali colpiscono circa il 60% della popolazione e il 10-15% manifesta forme

avanzate gravi, croniche o acute. Particolarmente colpita è la fascia d’età compresa tra i 35 e i 45 anni

[Ministero della Salute]

““

60%10-15%

35-45 anni

Percentuale popolazione colpita da malattie parodontali

Percentuale manifestazioni forme gravi / croniche / acute

Fascia di età maggiormente colpita

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Le malattie parodontali causano gravi alterazioni e menomazioni funzionali, fonatorie ed estetiche. Essendo prevalentemente asintomatiche, queste malattie possono svilupparsi, progredire ed aggravarsi, distruggendo irreversibilmente i tessuti di sostegno dei denti.

In Italia, la parodontite è la principale causa di edentulismo, parziale o totale. Questa patologia ha inoltre una forte rilevanza sociale e psicologica in quanto influenza in modo negativo la vita di relazione dei soggetti interessati, compromettendone l’estetica del sorriso.

Le malattie parodontali sono strettamente legate agli stili di vita. Le parodontiti sviluppano un’eziologia plurifattoriale in cui la

placca batterica (alcuni ceppi batterici in particolare) gioca un ruolo fondamentale, sostenuto dall’interazione di altri co-fattori quali la predisposizione genetica del paziente, le condizioni sistemiche, le abitudini e comportamenti non adeguati.

Secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS – 2002), alcuni di questi fattori che influenzano l’insorgenza e la progressione delle parodontiti possono determinare anche lo sviluppo di gravi patologie sistemiche, con conseguenze sulla qualità e durata della vita media della popolazione.

Riconoscendo la rilevanza sociale di queste malattie, la Società Italiana di Parodontologia (SIdP) ha istituito il progetto “Periomedicine” allo scopo di “promuovere la salute della popolazione italiana attraverso il miglioramento degli stili di vita, la prevenzione, la diagnosi ed il ripristino funzionale-estetico dei tessuti parodontali”.

Tutte queste evidenze sottolineano l’importanza da parte del clinico di conoscere, intercettare e diagnosticare precocemente le malattie parodontali per valutare le corrette procedure preventive e/o terapeutiche, migliorando così la salute e la qualità di vita dei pazienti.

Eppure è una malattia di facile individuazione, prevenibile e curabile!

“ Conoscere, intercettare e diagnosticare precocemente le malattie parodontali.

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Lo sviluppo delle malattie parodontali è dovuto ad una co-fattorialità determinata da una suscettibilità individuale su base genetica e agli stili di vita che permettono ai batteri di esprimere il loro potenziale patogeno.

- Scarsa o inadeguata igiene orale

- Fumo. Le sostanze citotossiche contenute nelle sigarette distruggono le cellule adibite al mantenimento dei tessuti di sostegno dei denti. Ecco perché la parodontite nei fumatori avanza più rapidamente, con un decorso più aggressivo e refrattario alle cure.

- Stress. Lo stress indebolisce le difese immunitarie e permette ai batteri di espandersi.

- Gravidanza e significativi cambiamenti ormonali. Le forti fluttuazioni ormonali favoriscono l’insorgenza di gengivite.

- Terapie farmacologiche. Contraccettivi, antidepressivi, antipertensivi e altri farmaci possono provocare un aumento di volume delle gengive e quindi influire negativamente sulla salute orale.

Malattie parodontali

Batteri patogeni

Abitudini e condizioni

sistemiche

Suscettibilità del paziente

Cause e Fattori di Rischio

Batteri patogeniFumo, alcol, stress, farmaci

Malattie cardiovascolari, diabete

Fattore ereditario, patrimonio genetico

Condizione di salute Malattia Parodontale

Gengiva sana Tartaro

Placca

Tasca

Normale livello dell’osso

Ridotto livello dell’osso

Causa principale di questa malattia è l’accumulo indisturbato di alcuni ceppi batterici presenti naturalmente nella nostra bocca a livello gengivale. Questi batteri si depositano quotidianamente nel solco gengivale e, se non rimossi, aumentano di numero aggregandosi tra di loro, producendo delle tossine che provocano l’infiammazione gengivale.

Le malattie parodontali si distinguono in gengiviti e parodontiti. Le gengiviti interessano la gengiva marginale e sono caratterizzate da

arrossamento del margine, edema, sanguinamento al sondaggio e, talvolta, aumenti di volume gengivale. Le gengiviti, se adeguatamente trattate, sono completamente reversibili mentre, se non adeguatamente trattate, possono progredire in parodontite, situazione irreversibile.

Le parodontiti si caratterizzano dalla graduale distruzione dell’apparato di supporto dei denti. Clinicamente si manifestano con la formazione di tasche gengivali, con la perdita di attacco e di osso, determinando la mobilità o l’avulsione del dente stesso.

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Anche lo stato di salute generale del soggetto rappresenta un elemento di rischio per lo sviluppo delle malattie parodontali. Si evince che la parodontite è una malattia ad alto rilievo sociale caratterizzata da un’infezione che causa una risposta infiammatoria cronica. Tra le patologie e disordini sistematici che costituiscono un fattore a rischio bisogna citare il diabete, le malattie cardiovascolari e, in generale, disordini genetici ed ematici.

La malattia parodontale costituisce essa stessa una fattore di rischio. L’infiammazione locale a livello della gengiva e del parodonto, causata dalla parodontite, si estende a livello dell’organismo. Infatti, i pazienti affetti da parodontite presentano un rischio maggiore di malattie cardiovascolari, aterosclerosi e colesterolemia.

Inoltre, tale malattia è correlata a complicanze ostetriche della gravidanza, quali un maggior rischio di parto prematuro o nascita di bambini di peso inferiore alla media.

L’interrelazione tra parodontite e malattie sistemiche è ampliamente documentata da un’aggiornata letteratura scientifica e numerosi studi clinici (cfr. Bibliografia).

Assume quindi fondamentale importanza la promozione della salute orale mediante la prevenzione e la terapia delle malattie parodontali attraverso un approccio globale nei confronti dei pazienti, mirato anche a controllare e modificare gli stili di vita che influenzano sia la salute orale che sistemica.

pericolose CORrelazioni

Potenziale aumento del rischio di gravi problemi di salute in pazienti con malattie parodontali

Ictus + 2 volte

Osteoporosi + 2 volte

Artrite reumatoide

Complicanze in gravidanza

+ 4/7 volte

Diabete + 2/4 volte

Problemi respiratori + 2/5 volte

Malattie cardiovascolari

+ 2 volte

“ Prevenire e curare le malattie parodontali attraverso un approccio globale nei confronti dei pazienti.

Per approfondimenti cfr. Progetto “Periome-dicine” (SIdP)

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Molto spesso vi è la tendenza a sminuire e/o sottovalutare queste malattie e i suoi campanelli d’allarme, quali:

- Arrossamento e gonfiore delle gengive- Sanguinamento delle gengive durante lo spazzolamento- Persistenza di alito cattivo (alitosi)- Presenza di ascessi gengivali- Ipersensibilità agli sbalzi di temperatura- Tendenza a digrignare i denti (bruxismo)

Il sondaggio parodontale, abbinato alla cartella parodontale, è una procedura essenziale in quanto consente al clinico di eseguire la diagnosi differenziale tra gengivite e parodontite, valutare il sanguinamento al sondaggio (BOP) e la profondità della tasca, oltre a stimare la perdita di

attacco (CAL).Il sondaggio si effettua con la sonda parodontale, strumento millimetrato che

viene inserito fra dente e gengiva con una corretta angolazione. Se la gengiva è sana o colpita da una semplice gengivite, la sonda scorre senza scendere al di sotto del margine gengivale per più di 3 mm. Se la sonda prosegue maggiormente, significa che le fibre di attacco del dente sono state distrutte della patologia.Questo strumento è molto semplice e rapido, poco invasivo e poco costoso ...eppure solo l’8% dei Dentisti italiani lo utilizza quotidianamente.

La diagnosi della malattia parodontale deve essere effettuata con tempestività tramite un approfondito esame clinico del cavo orale e successivi esami radiografici.

Molte volte il trattamento parodontale viene limitato ad una seduta di igiene orale.. Questo da solo non basta! Il trattamento parodontale ha una valenza clinica differente.

Diagnosi e Soluzione

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La parodontopatia è una malattia cronica e come tale non può essere eliminata in modo definitivo, ma può e deve essere curata.

Più precocemente si interviene, migliori sono le possibilità di bloccare la sua progressione ed ottenere un miglior risultato clinico.

In linea generale, il trattamento della malattia parodontale dipende dalla sua gravità ma, regola fondamentale è la sensibilizzazione del paziente verso un’accurata igiene orale quotidiana e periodiche visite di controllo (compliance del paziente).

La prima fase di trattamento consiste nell’eliminazione del tartaro e della placca batterica, causa primaria dell’infezione, tramite pulizia e levigatura radicolare (scaling & root planing, debridement). Il numero di sedute necessarie dipende dall’estensione e gravità della malattia.

Qualora questa fase non fosse risolutiva, si passa ad una terapia chirurgica rigenerativa o resettiva.

Negli ultimi anni si è largamente diffusa la terapia antibiotica sistemica come strumento terapeutico aggiuntivo. Tuttavia questa soluzione non sempre garantisce risultati efficaci e duraturi, considerando gli effetti collaterali ed il rischio di un’aumentata resistenza batterica.

Si consideri che il 70% dei pazienti predisposti ha sviluppato una capacità di resistenza alla terapia antibiotica a base di Amoxicillina contribuendo al fallimento terapeutico.

Oggi c’è un’innovazione in campo odontoiatrico per la cura della malattia parodontale: FotoSan 630!

Si tratta di una lampada LED che fonda il suo principio di funzionamento sulla terapia fotodinamica (Light Activated Disinfection o Photo Activated Disinfection), la soluzione ideale per semplificare la disinfezione dei tessuti.

“ La malattia parodontale non può essere eliminata in modo definitivo, ma può e deve essere curata.

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Disinfezione attivata dalla luce

P. gingivalisT. forsythusT. denticola

Actinomyces species

A. odontolyticus V. parvula

C. gracilisC. rectus

C. showseE. nodatum

F. nuc. nucleatumF. nuc.polymorphum

P. intermediaP. micros

P. nigrescensS. constellatus

E. corrodensC. gingivalisC. sputigenaC. ochraceaC. concisusA. actino. a

S. mitisS. oralis

S. sanguisStreptococcus sp.

S. gordonil S.intermedius

Cluster batteri

la Terapia FotodinamicaPAD

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Il protocollo terapeutico alla base della terapia fotodinamica si fonda sull’utilizzo di una sostanza fotosensibile, Blu di Toluidina (TBO), che si lega alla membrana batterica e viene attivata da una sorgente luminosa (lampada LED) ad una determinata lunghezza d’onda (ca. 628 nm). La luce presenta un’ottima conduzione attraverso il tessuto umano e l’attivazione prolungata della sostanza fotosensibile alla corretta lunghezza d’onda determina una maggior infiltrazione della luce.

L’energia ricevuta reagisce con l’Ossigeno presente a livello locale producendo radicali liberi e ioni (superossidi e perossidi) con effetto ossidativo, e Ossigeno singoletto, con effetto citotossico sul biofilm. Quest’ultimo determina la distruzione dei batteri che provocano infezioni, ripristinando così il naturale equilibrio.

Rispetto ai tradizionali trattamenti utilizzati in odontoiatria per la cura delle malattie parodontali, la terapia fotodinamica PAD, attuata con FotoSan 630, è la soluzione ideale per semplificare la disinfezione in quanto è efficace contro i batteri resistenti e/o suscettibili agli antibiotici. Il trattamento può essere ripetuto più volte senza determinare effetti collaterali e l’effetto battericida è immediato.

Da diversi anni, numerosi settori della medicina sfruttano le potenzialità della terapia di disinfezione fotodinamica (PAD) per guarire infezioni localizzate. Questa terapia è particolarmente sviluppata e apprezzata in campo oncologico per la cura dei tumori dermatologici.

Negli ultimi anni, questo genere di terapia ha accresciuto progressivamente interesse grazie alla sua semplicità di utilizzo e alla sua rapida efficacia. Inoltre, l’aumento di resistenza dei batteri alle terapie antibiotiche ha determinato la necessità di intraprendere nuove soluzioni terapeutiche non invasive.

L’avvento di lampade a emissione LED, quale FotoSan 630, ha favorito la diffusione di questa terapia anche nel settore odontoiatrico, rivelandosi da subito particolarmente efficace nel trattamento di infezioni localizzate delle cavità orali.

Il successo in campo odontoiatrico è testimoniato da numerose ricerche in vitro e in vivo in campo endodontico, parodontale ed implantologico (cfr. Bibliografia)

La terapia fotodinamica (PAD) è una forma di trattamento medico che implica tre componenti essenziali: luce, sostanza fotosensibile (reagente) e Ossigeno.

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Laser chirurgico

Terapia antibiotica

farmacologica(locale o sistemica)

Terapia antimicrobica

farmacologica(Collutori a base di Clorexidina)

Principio Riscaldamento Farmacologico Chimico

Punti di forza

• Effetto immediato

• Eliminazione sanguinamento delle gengive

• Nessun rischio di resistenza batterica

• Semplicità del trattamento

• Semplicità del trattamento

• Riduzione della placca batterica

• Azione antinfiammatoria

• Nessun rischio di resistenza batterica

Limitazioni

• Rischio di danneggiamento dei tessuti (il laser non distingue i batteri dalle cellule)

• La terapia può essere ripetuta con cautela

• Precauzioni di sicurezza• Costo elevato

• Effetto clinico incerto

• Basso rilascio di ppm in situ

• Reazioni allergiche e/o malessere

• Sapore sgradevole

• Non raggiunge le tasche gengivali

• Il biofilm batterico non viene distrutto

Effetti collaterali• Rischio di danni

provocati dal calore• Rischio di resistenza

batterica• Rischio di decolorazione

dei denti e delle mucose se utilizzato troppo a lungo

Il trattamento terapeutico FotoSan 630 risulta efficace su batteri, funghi, virus e protozoi ed è in grado di distruggere il 99% dei batteri presenti nel biofilm. Inoltre, l’azione fotosensibile ripetuta non provoca la selezione di catene resistenti.

Vantaggi per il dentista

Trattamento semplice di supporto alla normale procedura ricostruttivaTrattamento veloce in una sola sedutaTrattamento sicuro per la massima convenienza e flessibilitàNon richiede precauzioni di sicurezzaMaggior confort e soddisfazione

Vantaggi per il paziente

Trattamento indolore

Non necessita di anestesia

Nessun effetto collaterale

Preparazione meno invasiva

Risultati visibili dopo poche applicazioni

“ 99% dei batteri distrutti! Effetto battericida immediato senza effetti collaterali. Conosci un altro

trattamento capace di garantire risultati simili?

Terapia PAD FotoSan 630

Reazione fotochimica

• Semplicità del trattamento• Effetto immediato• Eliminazione

sanguinamento delle gengive

• Nessun rischio di resistenza batterica

• Efficace su tutti i microrganismi

• Il trattamento può essere ripetuto più volte

• Costo contenuto

• Reazioni allergiche al Blu di Toluidina (TBO)

• Nessuno

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Gengiviti e pericoroniti Le gengiviti possono essere trattate con le meto-

diche tradizionali (ablazione del tartaro) e presidi antimicrobici come gel e colluttori a base di Clo-rexidina. La terapia della fase acuta è general-mente antibiotica e antinfiammatoria.

La terapia fotodinamica (PAD) rappresenta un presidio terapeutico all’avanguardia che, grazie ad un trattamento non invasivo, offre maggior confort per il paziente e risultati finali superiori.

Trattamento parodontale I tradizionali trattamenti di rimozione della plac-

ca e del tartaro dai denti sopra e sotto il livello gengivale (scaling & root planing, debridment), fondamento di ogni terapia parodontale, vengono potenziati dalla terapia fotodinamica antimicrobica che, grazie al suo potente effetto decontaminante, distrugge i batteri, fonte di infezione. Infatti, la sola distruzione del biofilm e la detossificazione delle superfici radicolari non ci garantiscono una com-pleta eliminazione dei batteri, causa della malattia parodontale.

La terapia fotodinamica (PAD), eliminando i batteri parodontopatogeni, garantisce invece una riduzione della profondità delle tasche ed un ridotto indice di sanguinamento (BOP).

Trattamento endodontico Uno dei passaggi importanti del trattamento

endodontico è quello legato alla detersione e di-sinfezione che consente di ottenere un ambiente canalare altamente decontaminato. La distru-zione dei batteri viene eseguita tramite soluzioni irriganti (Ipoclorito di sodio, EDTA), anche se la loro capacità di penetrazione è limitata e subor-dinata ad un’efficace strumentazione dello spa-zio endodontico.

La terapia fotodinamica (PAD), come ausilio aggiuntivo agli irriganti, riesce a penetrare più a fondo, garantendo un’azione decontaminante e antimicrobica statisticamente superiore (cfr. Abstract Rios et al. 2011).

Perimplantiti In Italia vengono posizionati oltre 1 milione di

impianti all’anno (Sole 24 Ore).

La perimplantite è una malattia che rischia di compromettere il buon risultato di una terapia implantologica. Una volta esposti alla cavità orale, i tessuti perimplantari offrono un ambiente ideale per la colonizzazione e proliferazione dei batteri, partendo da una mucosite (visibile già dopo la rimozione della vite di guarigione) fino a degenerare in una vera e propria malattia, a danno dei tessuti che circondano l’impianto. La progressione della perimplantite è molto più veloce della parodontite. Inoltre, i pazienti affetti da parodontite, grave o acuta, possono avere forti complicazioni nel posizionamento degli impianti. I trattamenti per curare la perimplantite possono essere di natura farmacologica, pur considerando i potenziali effetti collaterali legati all’assunzione di antibiotici.

La terapia fotodinamica (PAD) garantisce una significativa riduzione batterica senza effetti invasivi. Inoltre, permette un’elevata disinfezione del cavo orale prevenendo l’attacco batterico ed eliminando così la causa diretta dell’infezione, arrestando l’avanzamento della malattia ed allungando la prognosi dell’elemento coinvolto.

Trattamento della carie La terapia fotodinamica (PAD) è anche

particolarmente indicata in casi di decontaminazione delle cavità affette da processi cariosi profondi e destruenti. In questo modo è possibile eliminare tutti i batteri che il solo ausilio degli strumenti rotanti non garantisce. Inoltre, essendo minimamente invasivo, questo trattamento permette di ottenere ricostruzioni estetiche di alta qualità.

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Applicazioni Pad

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Il successo del trattamento FotoSan 630 è documentato da: numerosi casi clinici testimonianze degli utilizzatori abstract di studi scientifici (in vivo e in vitro).

Caso clinico 1 Trattamento di parodontiteDr.ssa Marisa Roncati Parma Benfenati Prof. a.c. Università Politecnica delle Marche - Docente Titolare del modulo didattico “Follow up ed igiene professionale post protesica” al Master Universitario di II livello di Bologna di Protesi ed implantoprotesi con tecnologie avanzate.

Figura 1: Sondaggio dell’elemento compromesso (8 mm)

Figura 5: Attivazione della lampada FotoSan 630

Figura 3: Inserimento del puntale Perio nella tasca

Figura 2: Applicazione del Blu di Toluidina (TBO)

Figura 6: Rx di controllo

Figura 4: Attivazione della lampada FotoSan 630

Utilizzo del Laser a diodo FotoSan 630 a bassa potenza all’interno di una biforcazione compromessa di terzo grado passante.Lo scopo è quello di esercitare un effetto citotossico nei confronti dei batteri, associato ad una biostimolazione dei tessuti parodontali.La paziente presenta una patologia parodontale in forma aggressiva, localmente grave, associata al sanguinamento al sondaggio.Nonostante l’igiene molto scrupolosa, sono presenti batteri in forma aggressiva e virulenta che risulta difficile eliminare completamente da tasche così profonde solo con i protocolli tradizionali.L’applicazione delle tecniche fotodinamiche possono rappresentare una”strategia” aggiuntiva, con l’obiettivo di prolungare la sopravvivenza di un elemento parodontalmente così compromesso.

Casi Clinici

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Caso clinico 2 Trattamento endodonticoDr. Cristiano Boggian – Dr.ssa Lavinia Solidoro

Liberi professionisti in Milano

Figura 1: Rx iniziale

Figura 2: Prova di lavoro

Figura 11: Chiusura. La radiotrasparenza evidenzia il foro mentoniero del nervo mandibolare

Figura 3: Strumentazione con Revo-S Micro-Méga

Figura 7: Inserimento dell’agente FotoSan

Figura 9: Attivazione della lampada FotoSan 630 per 30’’

Figura 5: Asciugatura canalareFigura 4: Risciacquo con ipoclorito e aspirazione endocanalare

Figura 8: Inserimento del puntale Endo nella cavità

Figura 10: Risciacquo con ipoclorito e aspirazione endocanalare

Figura 6: Applicazione dell’agente FotoSan in siringa (bassa viscosità)

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Caso clinico 3 Trattamento di perimplantiteDr. Nicola De Angelis

Prof. a.c. Università di Genova, Libero professionista in Acqui Terme (AL)

Figura 1: Rx iniziale Figura 2: Presenza di sondaggio profondo a livello dell’impianto in posizione 16. Notevole sanguinamento, indice di forte infiammazione

Figura 3: Applicazione del Blu di Toluidina (TBO) e inserimento del puntale adatto sulla lampada FotoSan 630. La manovra è completamente incruenta e non necessita alcuna anestesia

Figura 5: Guarigione dell’infiammazione ad un mese dal trattamento

Figura 4: FotoSan 630 emette luce nello spettro del rosso a 680 nm e permette di attivare il Blu di Toluidina che agisce da potente antibatterico

Figura 6: Rx di controllo 1 mese dopo il trattamento

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Caso clinico 4 Trattamento di parodontiteProf. Andrea Pilloni – Dr. Claudio Mongardini

Sapienza Università di Roma - Dipartimento di Parodontologia

Figura 1: Ascesso parodontale dell’elemento 45 in soggetto di sesso maschile fumatore con parodontite cronica generalizzata refrattaria

Figura 5: Ad 1 settimana dal trattamento si evidenziano la scomparsa della sintomatologia e del sanguinamento al sondaggio, oltre ad una riduzione della tasca ed un recupero di attacco parodontale di oltre 3 mm

Figura 7: Rx di controllo ad 1 anno conferma la buona guarigione clinica

Figura 3: La diagnosi viene confermata anche dalla radiografia endorale

Figura 2: Al sondaggio si evidenzia l’essudato purulento, la tasca di 9 mm ed una perdita di attacco pari a 11 mm

Figura 6: Il richiamo a 3 mesi conferma il mantenimento in salute dell’elemento 45. La profondità di sondaggio si è ridotta ulteriormente a 2,5 mm ed il guadagno di attacco clinico risulta essere di 6 mm rispetto alla situazione iniziale

Figura 4: Dopo strumentazione meccanica dell’ascesso, il sito viene riempito con il Blu di Toluidina (TBO) per poi essere attivato con la lampada LED FotoSan 630. Nessuna somministrazione di antibiotici sistemici

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Caso clinico 5 Trattamento di perimplantiteDr. ssa Antonia Abbinante – Dr.ssa Anna Rita Clemente – Dr. Alessandro Nisio

Centro Odontoiatrico specialistico Nisio - Bari

Figura 1: Rx iniziale Figura 2: Stato iniziale Figura 3: Controllo 1 settimana dopo il trattamento con FotoSan 630

Figura 5: Controllo 4 mesi dopo il trattamento

Figura 6: Controllo 1 anno dopo il trattamento

Figura 7: Rx finale

Figura 4: Controllo 1 mese dopo il trattamento

Caso di perimplantite del 36 caratterizzato da gonfiore e arrossamento dei tessuti, in paziente di sesso femminile, non fumatrice e in buono stato di salute generale.Il sondaggio iniziale mostrava una tasca perimplantare di 5 mm, il 100% siti sondati – mesiale, vestibolare, palatale – sanguinavano, la radiografia evidenziava perdita ossea mesiale di 3 mm e distale di 3.2 mm ed il 75% della superficie implantare era ricoperta da placca.Dopo debridement della superficie dell’impianto, con strumentazione ultrasonica e curette in teflon, è stato eseguito il trattamento detossificante con terapia fotodinamica. I successivi controlli e ritrattamenti, eseguiti a distanza di 1 settimana, 1, 4 e 12 mesi, hanno mostrato la progressiva riduzione degli indici di infiammazione gengivale (0% placca e 0% sanguinamento). La tasca perimplantare è tornata nei limiti fisiologici di 3 mm, l’impianto è stabile ed il tessuto decongestionato aderisce alla superficie dell’impianto.

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Dr. Cristiano Boggian - Libero professionista in Milano

Dr. Nicola De Angelis - Prof. a.c. Università di Genova, Libero professionista in Acqui Terme (AL)

Prova lunghezza di lavoro

Condizione iniziale

Chiusura Trattamento con FotoSan 630

Condizione 1 mese dopo il trattamento con FotoSan 630

Opinioni Utilizzatori & Case Gallery

Ho avuto modo di apprezzare, da circa 10 mesi, l’efficacia della terapia fo-todinamica (PAD) grazie all’utilizzo della lampada FotoSan 630 e delle diverse viscosità del reagente TBO (Blu di Toluidina) che ne permettono un ottimale posizionamento, un eccellente mantenimento in situ e quindi, efficacia nei di-versi campi applicativi.

Oltre che nelle parodontiti o in pazienti che presentavano pericoroniti, dove ho osservato la riduzione degli stati flogistico-edematosi e la successiva assenza di sanguinamento al sondaggio (BOP), utilizzo FotoSan 630 anche in endodonzia, abbinando la terapia PAD ai lavaggi alternati con NaOCl ed EDTA. In questo modo, così come confermato dalla bibliografia (cfr. Abstract Rios et al. 2011), si riesce ad ottenere la disinfezione dei canali radicolari con un tasso di sopravvivenza bat-terica dello 0,1% riducendo i rischi di disconfort per i pazienti ed assicurando il successo della terapia endodontica a lungo termine.

Mi sono cimentato nell’uso sistematico della terapia fotodinamica dopo l’introduzione della lampada LED FotoSan 630 che conferisce notevoli vantaggi (anche rispetto ad una sorgente laser) ed è un valido presidio ad integrazione dei tradizionali trattamenti parodontali. Oltre che in casi che presentavano tasche parodontali con ampia perdita di sostegno, ove ho osservato un recupero di stabilità ed una significativa riduzione di BOP dopo poche sedute con FotoSan 630, da oltre un anno sto conducendo uno studio multicentrico randomizzato sul trattamento delle perimplantiti.

I risultati, seppur preliminari, sembrano essere veramente incoraggianti nell’arrestare la fase acuta della malattia.

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I dentisti e i paradontologi si trovano di fronte ad una sfida formidabile. Sebbene scaling e root planing costituiscano il trattamento standard per la parodontite, non sempre è possibile eliminare com-pletamente la placca e il tartaro.

Le conoscenze profonde della terapia fotodinamica in altre branche mediche e l’avvento di un presidio al-la portata di tutti, quale la lampada LED FotoSan 630, ci hanno permesso di continuare ad esplorare quello che da moltissimi anni è ben noto, ovvero che la presenza di una flora batterica patogena nei margini gengivali in pazienti suscettibili determina l’inizio del-la parodontite. L’uso degli antibiotici sistemici, spesso utilizzati, in alcuni casi può portare a sviluppare delle forme di resistenza antibiotica da parte di alcune spe-cie batteriche.

Grazie all’uso combinato di una sorgente lumi-nosa in uno spettro di lunghezza d’onda specifico e di un agente fotosensibile, abbiamo esplorato nu-merose casistiche e sviluppato una serie di ricerche in vitro ed in vivo che testimoniano come questa

terapia PAD aggiunga un significativo miglioramento dal punto di vista clinico che microbiologico alla ri-duzione della flora parodontopatogena presente nel biofilm dentale che il solo uso di terapie parodontali meccaniche non chirurgiche non permetteva.

La facilità d’uso di FotoSan 630, la rapidità di trat-tamento e la sua metodica sicura, ne fanno un presi-dio che ottimizza il binomio costo-effetto (efficacia).

La sola disgregazione del biofilm, che si at-tua con le tradizionali manovre di scaling e root planing nella terapia causale non chirurgica, non garantisce la detossificazione da batteri parodon-topatogeni.

Abbiamo quindi abbinato la terapia fotodina-mica ai convenzionali trattamenti di parodontite e perimplantite da quasi 2 anni, ottenendo degli ot-timi risultati. Su molti pazienti che presentavano infiammazione perimplantare da biofilm batterico ed iperplasia con stati edomatosi avanzati, anche

in presenza di esposizione delle spire degli im-pianti, abbiamo osservato una riduzione notevole dell’edema con conseguente decongestione dei tessuti.

L’indicazione ideale che consente di apprezzare l’efficacia di FotoSan 630 nei vari quadri clinici dei pazienti si evidenzia proprio in presenza di iper-plasia ed edema. La semplicità delle procedure, il risparmio di tempo e la percezione dei risultati permette di ottenere una più immediata e duratura compliance dei nostri pazienti.

Condizione iniziale

Condizione iniziale

Condizione 3 mesi dopo il trattamento con FotoSan 630

Condizione 1 anno dopo il trattamento con FotoSan 630

Prof. Andrea Pilloni Dr. Claudio Mongardini

Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Parodontologia

Dr.ssa Antonia Abbinante Dr. Alessandro Nisio

Centro Odontoiatrico specialistico Nisio - Bari

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Opinioni Utilizzatori & Case Gallery

Utilizzo da oltre 1 anno e mezzo la terapia fotodinamica associata alla lampa-da LED FotoSan 630 e da subito ho riscontrato ottimi benefici a favore dei tessuti nei trattamenti di tasche parodontali che presentavano una perdita di attacco e sanguinamento o stati edematosi. Già a distanza di una settimana dalla prima seduta di trattamento, gli stessi pazienti mi riferivano la riduzione di quel disa-gio che definivano “gengive rosse e gonfie” ed “il sangue sullo spazzolino”.Que-sto mi ha spinto ad abbinare la terapia con FotoSan 630 anche negli stadi iniziali in casi di perimplantiti che si presentavano alla mia osservazione in studio e de-vo dire che lo trovo un buon ausilio proprio per contrastare l’avanzamento della malattia.

Oggigiorno è assodato che un gruppo ben definito di batteri, che si moltiplica-no nella profondità delle tasche gengivali, sono la causa primaria delle malattie parodontali giovanili e progressive dell’adulto. Scaturisce quindi la necessità di una diagnosi e terapia specifica.

L’utilizzo di FotoSan 630 mi ha permesso di affrontare al meglio questa pa-tologia effettuando interventi a limitata invasività ma dai risultati efficaci e con un’immediata sensazione di benessere per i pazienti.

Da tempo cercavo una soluzione efficace per il trattamento delle perimplantiti che, ancora oggi, rappresenta una delle complicazioni più difficili da gestire in campo implantare. FotoSan 630, grazie alla terapia fotodinamica, si è da subito rivelata un potente alleato in molte situazioni cliniche in quanto permette una notevole riduzione batterica senza dover ricorrere alla somministrazione di an-tibiotici locali o sistemici. Il trattamento garantisce la regressione della malattia e già dopo poche sedute, il paziente può notare immediati benefici.Nel caso in Rx si tratta di un paziente 50enne, fumatore, con dolori nella zona 2.1. Il sondaggio aveva evidenziato un difetto di 15 mm. Il piano di trattamento preve-deva devitalizzazione, trattamento ortodontico e una GBR. Dopo 3 giorni dal primo trattamento, il paziente riferiva già un miglioramento. Con 3 cicli di FotoSan 630 a cadenza di 15 giorni si è apprezzato un recupero di ca. 6 mm a distanza di 5 mesi.

Mobilità degli elementi Recupero di attacco 5 mesi dopo il trattamento con FotoSan 630

Rimozione del tessuto di granulazione dopo scollamento del lembo. Si evidenzia la profondità della tasca.

1 settimana dopo il trattamento con FotoSan 630

Dr. Riccardo Perissinotto - Libero professionista in San Donà di Piave (VE)

Dr. Antonio Del Ben - Libero professionista in Trieste

Dr. Alessandro Pergola - Libero professionista in Roma

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Poggio C, Arciola C R, Dagna A, Florindi F, Chiesa M, Saino E, Imbriani M, Visai L.

PHOTOACTIVATED DISINFECTION (PAD) IN ENDODONTICS: AN IN VITRO MICROBIOLOGICAL EVALUATION.

International Journal of Artificial Organs 2011.

ABSTRACT

Obiettivo: Obiettivo dello studio è la valutazione in vitro, tramite test MTT, dell’effetto antimicrobico della terapia PAD e, in parallelo, di un irri-gante tradizionale a base di Ipoclori-to di sodio (NaOCI) al 5.25%.

Metodo: Ai fini dello studio sono stati selezionati i seguenti batteri: Entero-coccus faecalis, Streptococcus mu-tans e Streptococcus sanguis. Sono stati trattati endodonticamente denti estratti monoradicolati, successiva-mente inoculati con le colonie batte-riche e suddivisi in gruppi differenti, ciascuno dei quali è stato sottoposto a terapia PAD, terapia PAD + solu-zione NaOCI al 5%, Blu di Toluidina, terapia PAD con un’esposizione di tempo prolungato e soluzione NaOCI al 5% (controllo positivo).

Risultati: I test hanno riportato ri-sultati differenti tra i diversi gruppi, così come tra le diverse tipologie di batteri. L’utilizzo della terapia PAD con un’esposizione di tempo prolun-gato (sempre in conformità con le indicazioni del produttore della lam-pada) oppure la terapia stessa as-sociata alla soluzione NaOCI al 5%, ha evidenziato un effetto battericida significativamente maggiore.

Schlafer S DDS, Vaeth M, Preben HB DDS, Frandsen E.

ENDODONTIC PHOTOACTIVATED DISINFECTION USING A CONVENTIONAL LIGHT SOURCE: AN IN VITRO AND EX VIVO STUDY.

Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol Endod 2010.

ABSTRACT

Obiettivo: L’effetto antimicrobico della disinfezione attivata dalla luce utilizzando il Blu di Toluidina (TBO) e una lampada LED, è stato sperimen-tato sui batteri patogeni endodontici in sospensione planctonica e do-po l’inoculazione in denti estratti. Il tempo di irradiazione è stato limitato a 30 sec.

Metodo: L’effetto della terapia foto-dinamica (PAD) su Escherechia co-li, Candida albicans, Enterococcus faecalis, Fusobacterium nucleatum e Streptococcus intermedius in so-spensione planctonica, è stato ana-lizzato utilizzando la regressione di Poisson. Inoltre, colture di S. inter-medius sono state inoculate in cana-li radicolari già preparati o in molari estratti. L’effetto della terapia PAD a seguito dell’inoculazione o dopo l’incubazione per una notte è stato determinato su 2 sample test.

Risultati: La disinfezione attivata dalla luce (PAD) ha determinato una riduzione significativa (P< .001) nella conta vitale dei microrganismi in so-spensione planctonica. Il trattamen-to PAD di S. intermedius nei canali radicolari ha prodotto una riduzione mean log10 di 2.60 (P<.001) subito dopo l’inoculazione e di 1.38 (p<.001) dopo una notte di incubazione.

Conclusione: La disinfezione attivata dalla luce riduce considerevolmente il numero di batteri patogeni endo-dontici in sospensione planctonica e nei canali radicolari.

Rios A DDS, He J DMD PhD, Glickman GN DDS MS MBA JD, Spears R PhD, Schneiderman E D PhD, Honeyman A L PhD.

EVALUATION OF PHOTODYNAMIC THERAPY USING A LIGHT-EMITTING DIODE LAMP AGAINST ENTEROCOCCUS FAECALIS IN EXTRACTED HUMAN TEETH.

Journal of Endodontics 2011.

ABSTRACT

Obiettivo: Scopo dello studio è quel-lo di valutare l’effetto antimicrobico della terapia fotodinamica utilizzan-do il Blu di Toluidina (TBO) e una lampada a diodi LED a bassa emis-sione di energia, dopo il tradizionale protocollo di disinfezione a base di NaOCI al 6%.

Metodo: I denti monoradicolari estratti sono stati lavati, strumentati e sigillati all’apice prima dell’incu-bazione di Enterococcus faecalis per 2 settimane. I canali sono stati suc-cessivamente suddivisi in maniera casuale in 5 gruppi sperimentali e in 3 gruppi di controllo. Da tutti i gruppi sono state raccolte scaglie di den-tina tramite strumenti rotanti, sono state determinate le colonie batte-riche ed è stato calcolato il tasso di sopravvivenza batterica per ogni ti-pologia di trattamento.

Risultati: Il tasso di sopravvivenza batterica del gruppo NaOCI/Blu di Toluidina/Terapia PAD (0.1%) è risul-tato notevolmente inferiore (P<.005) rispetto ai gruppi NaOCI (0.66%) e Blu di Toluidina/terapia PAD (2.9%).

Conclusione: La terapia fotodinami-ca (PAD), tramite l’utilizzo di Blu di Toluidina e lampada LED, può esse-re utilizzata come procedura antimi-crobica aggiuntiva alla terapia endo-dontica tradizionale.

Abstract articoli scientifici

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Ng R DDS, Singh F DDS, Paramano DA DDS, Song X MD MS, Patel C BS, Holewa C BS, Patel N BS MS, Klepac-Ceraj V PhD, Fontana CR DDS PhD, Kent R ScD, Pagonis TC DDS MS, Stashenko PP, DMD PhD, Soukos NS DDS PhD.

ENDODONTIC PHOTODYNAMIC THERAPY EX VIVO.

Journal of Endodontics 2011.

ABSTRACT

Obiettivo: Obiettivo di questo studio consiste nel valutare gli effetti anti-microbici della terapia fotodinamica su denti umani infetti ex vivo.

Metodo: Sono stati estratti da 34 pa-zienti 52 denti affetti da necrosi pul-pare associata a radiolucenze perira-dicolari. 26 denti con 49 canali sono stati sottoposti a debridement chemio meccanico con NaOCI al 6%, mentre altri 26 denti (52 canali) sono stati sottoposti a debridement meccanico associato a terapia fotodinamica. In quest’ultimo caso, i canali radicolari sono stati riempiti per 5 minuti con Blu di Metilene con una concentrazio-ne di 50 mg/ml, e sono stati sottoposti alla luce ad una lunghezza d’onda di 665 nm e frequenza 30 J/cm2. I contenuti dei canali radicolari sono stati raccolti sciacquando i canali alla base e dopo trattamenti di debride-ment o debridement + terapia fotodi-namica. Sono stati successivamente diluiti e coltivati su agar sangue. I bat-teri sopravvissuti sono stati calcolati contando le unità che formavano le colonie. Una parziale caratterizzazio-ne della specie dei canali radicolari è stata eseguita utilizzando campioni di DNA su un pannello di 39 specie en-dodontiche.

Risultati: Il test Mantel-Haenszel c2 ha evidenziato i migliori risultati otte-nuti utilizzando il debridement mec-canico in combinazione con la terapia LAD, rispetto al solo debridement (P=.026). Tale combinazione ha ridot-to la frequenza di canali positivi ri-spetto al solo debridement (P=.0003). Nel primo caso, 45 canali su 52 (86.5%) non hanno presentato colonie di batteri. Nel secondo caso solo 24 canali su 49 (49%). Le riduzioni sono risultate simili quando i denti o i cana-li sono stati trattati come entità sepa-rate. I livelli di individuazione dopo il trattamento sono stati minori nei ca-

nali che hanno ricevuto il doppio trat-tamento (debridement + terapia LAD). Le specie batteriche nei tubuli den-tinali sono risultate 17 su 22 (77.3%) e 15 su 29 (51.7%) nei gruppi debri-dement e debridement + terapia LAD rispettivamente (P=.034).

Conclusione: i dati indicano che la te-rapia fotodinamica riduce notevolmen-te i batteri residui presenti nel canale radicolare. Tale terapia, supportata da ulteriori miglioramenti tecnici, potreb-be inoltre rappresentare un valido sup-porto al trattamento tradizionale.

Takasaki AA, Aoki AM, Izutani K, Dchwatz F, Sculean A, Wang C, Koshy G, Romanos G, Isshikawa I, Izumi Y.

APPLICATION OF ANTIMICROBIAL PHOTODYNAMIC THERAPY IN PERIODONTAL AND PERI-IMPLANT DISEASES.

Journal of Periodontology 2000.

ABSTRACT

Obiettivo: Lo studio intende presen-tare una panoramica dell’attuale evi-denza pre-clinica e clinica sugli effetti della terapia fotodinamica nel tratta-mento di parodontiti e perimplantiti.

Metodo: Sono stati presi in esame i principali sistemi tradizionali (scaling root planing, debridement, terapia antibiotica locale o sistemica, ecc.) per eliminare placca e depositi batte-rici causa di parodontiti e perimplan-titi. Particolare attenzione è posta sull’utilizzo della terapia fotodinami-ca e sui principali vantaggi rispetto alle terapie convenzionali.

Conclusione: Gli studi analizzati han-no evidenziato che le terapie conven-zionali non sono in grado di rimuove-re completamente i batteri patogeni, principali responsabili dell’insorgen-za di parodontiti e perimplantiti. La terapia fotodinamica antimicrobica sembra dunque rappresentare un ap-proccio innovativo. La discrepanza nei risultati ottenuti con i vari studi clinici, potrebbe essere il risultato di differen-ze riguardanti le condizioni e i parame-tri di trattamento. Si rivelano dunque necessari ulteriori studi clinici e in vi-vo, che siano di grado di determinare le condizioni ottimali per l’applicazione di tale terapia.

Gambarini G, Plotino G, Grande MN, Nocca G, Lupi A, Giardina B, De Luca M, Testarelli L.

IN VITRO EVALUATION OF THE CYTOTOXICITY OF FOTOSAN™ LIGHT-ACTIVATED DISINFECTION ON HUMAN FIBROBLASTS.

Medical Science Monitor – International Medical Journal for Experimental and Clinical Research 2011.

ABSTRACT

Obiettivo: La disinfezione dei canali radicolari non è in grado di eliminare tutti i microrganismi presenti. Scopo di questo studio è quello di valutare la citotossicità in vitro di FotoSan, EDTA al 17% e Clorexidina al 2%.

Metodo: Fibroblasti di legamenti pa-rodontali di pazienti sani sono stati messi in coltura. Il test di sopravvi-venza è stato effettuato con FotoSan (con o senza attivazione della luce per 30 sec.), EDTA al 17% e Clorexi-dina al 2%. Cellule non trattate sono state utilizzate come controllo. La sopravvivenza delle cellule è stata valutata con test MTT. La produzione di specie di Ossigeno reattivo (ROS) è stata misurata uti-lizzando una sonda che in seguito ad ossidazione viene visualizzata trami-te fluorescenza. I risultati sono stati statisticamente analizzati tramite test ANOVA, seguito da una compa-razione multipla del test di Student-Newman-Keuls,e il valore statistico è stato fissato a p<0.05.

Risultati: MTT test mostra che l’effet-to citotossico di FotoSan (sia fotopoli-merizzato che non) è statisticamente basso (p<0.05) rispetto a quello ri-scontrato con l’utilizzo di Clorexidi-na al 2%, mentre non sono state ri-scontrate differenze se paragonato all’EDTA al 17%. Nessuna alterazione della produzione di ROS è stata ri-scontrata nei materiali testati.

Conclusione: La tossicità dell’agente fotosensibile FotoSan, sia fotoattivato che non, è simile ai tradizionali irri-ganti endodontici. Può quindi essere clinicamente utilizzato con le stesse precauzioni di utilizzo di sopra citati irriganti.

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Quali batteri vengono uccisi con la terapia PAD?n La terapia PAD è stata sperimen-tata su diverse tipologie di batteri; sulla base di questi test è possibile concludere che è efficace su tutti i batteri ma anche su virus, funghi e protozoi.

La terapia PAD è efficace anche sui batteri anaerobi? n La terapia PAD è efficace sui batteri aerobi e su quelli anaerobi. Questi ultimi si “nascondono” tipica-mente nel biofilm che viene distrutto grazie allo scaling effettuato prima del trattamento con FotoSan 630. L’ossigeno attivo (ROS) distrugge i polisaccaridi nel biofilm esponendo i batteri. Si ricordi inoltre che l’agente FotoSan che viene iniettato nella ta-sca contiene ossigeno.

Perché vengono uccisi solo i batteri patogeni? n In realtà tutti i batteri vengono uc-cisi, ad una velocità variabile. Tutta-via, i batteri non dannosi godono di un vantaggio nel colonizzare la tasca visto che sono presenti in misura maggiore. Se si confrontano i risul-tati batteriologici, si nota la minor presenza di batteri negativi nella do-dicesima settimana rispetto alla se-sta, anche dopo un solo trattamento con FotoSan 630.

Qual è la differenza tra Blu di Toluidina e Blu di Metilene?n Si tratta dello stesso tipo di so-stanza, con effetti identici. La dif-ferenza principale è rappresentata dall’assorbimento massimo della luce, che è circa 600 nm per il Blu di Metilene e 630 nm per il Blu di To-luidina. Per questa ragione sono ri-chieste differenti sorgenti di luce per attivare le sostanze.

Perché la terapia PAD non danneggia le cellule umane ma solo i batteri patogeni? n La tecnologia PAD è efficace su tutti i batteri, i virus e i protozoi. La ragione per cui non influisce sul-le cellule umane è che l’agente fo-tosensibile non si lega alle cellule umane, fattore indispensabile per la loro distruzione.

La terapia PAD funziona anche in caso di cavità asciutte? n Non esistono specifici studi clinici a riguardo, tuttavia alcune ricerche non pubblicate mostrano risultati positivi.

Se il canale radicolare è curvo, la luce riesce comunque a raggiungere l’apice? n Si, il canale deve essere riempito con il reagente FotoSan, in modo che possa agire come guida per la con-duzione della luce. Per ottenere ab-bastanza energia si raccomanda di illuminare altri 30 secondi se il pun-tale non raggiunge i 2/3 del canale.

È possibile operare su una ferita aperta? E in caso di sanguinamento? n Si, è possibile. Numerosi dentisti hanno notato l’esistenza di un effetto emostatico del trattamento che può essere spiegato dall’interazione tra l’ossigeno reattivo (ROS) e le pro-teine del sangue. Il sanguinamento, tuttavia, attenua l’effetto della tera-pia PAD.

Qual è la concentrazione di Blu di Toluidina (TBO) nell’agente FotoSan?n L’agente FotoSan è disponibile in tre diverse viscosità (Bassa, Media, Alta), tutte con una concentrazione di Blu di Toluidana (TBO) pari a 0.1 mg/ml=0.01%.

Cosa accade in caso di apice beante se il Blu di Toluidina penetra nei tessuti?n Nulla, test tossicologici hanno dimostrato che non esistono effetti collaterali.

È possibile utilizzare il Blu di Toluidina con un’altra lampada o laser? n In linea teorica si. È tuttavia ne-cessario assicurarsi che lo spettro di emissione abbia un picco attorno a 630 nm. In caso contrario, è neces-sario compensare utilizzando tempi di trattamento più lunghi. Si ricordi che è importante valutare la potenza in uscita per il tempo di trattamento. Di conseguenza, bassa potenza in uscita equivale a prolun-gati tempi di trattamento.

Quando si utilizza FotoSan 630 nei trattamenti dei canali radicolari, è ancora necessario disinfettare con Ipoclorito di Sodio?n Sì, l’Ipoclorito di Sodio viene utilizzato in com-binazione con la stru-mentazione meccanica del canale e l’EDTA per la disinfezione dell’endodonto stesso. Tuttavia, l’utilizzo in combinazione con la lampada FotoSan 630 evidenzia un’effi-cacia battericida significativa-mente maggiore.

F A Q Frequently Asked Questions

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Impugnatura a penna per un controllo ottimale

Pulsanti di controllo su entrambi i lati

Programmazione manuale, semi-automatica, automatica

5 puntali differenti e regolabili

FotoSan 630

specifiche tecniche

Alimentazione

Tensione in entrata: 100-240VAC, 50-60 Hz

Tensione in uscita: 5VDC, 1.0 A

Batteria

Voltaggio nominale: 3.2V

Capacità: 1200 mA

Tipo di batteria: LiFePO4

Tempo di ricarica: circa 2 ore

Tempo operativo: circa 500 secondi

Diodo

Intensità in uscita: 2000-3000 mW/cm2

Lunghezza d’onda: 630 nm +/- 20

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confezionamento PRODOTTO CODICE

Fotosan 630 Kit TR0027FSN

FotoSan 630 reagenti assortiti in boccetta (2x bassa, 2x media, 2x alta viscosità)

TR0027FAA

FotoSan 630 reagenti in boccetta alta viscosità

TR0027FAH

FotoSan 630 reagenti in boccetta media viscosità

TR0027FAM

FotoSan 630 reagenti in boccetta bassa viscosità

TR0027FAL

FotoSan 630 reagenti assortiti in siringa (1x bassa, 2x media, 2x alta viscosità) TR0027FB3

FotoSan 630 reagenti in siringa alta viscosità

TR0027FBH

FotoSan 630 reagenti in siringa media viscosità

TR0027FBM

FotoSan 630 reagenti in siringa bassa viscosità

TR0027FBL

FotoSan 630 puntali siringa 22 Gauge TR0027AV1

FotoSan 630 puntali siringa 25 Gauge TR0027AV2

FotoSan 630 puntali lampada smussati 4mm

TR0027FS1

FotoSan 630 puntali lampada smussati 8mm

TR0027FS2

FotoSan 630 puntali lampada Perio lunghi

TR0027FS3

FotoSan 630 puntali lampada Perio corti

TR0027FS4

FotoSan 630 puntali lampada Endo

TR0027FS5

FotoSan 630 guaina TR0027FS6

FotoSan 630 occhiali protettivi TR0027FA4

FotoSan 630 occhiali protettivi Flip-Up TR0027FA5

FotoSan 630 materiale informativo al paziente

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Il kit contiene:1 lampada, 50 puntali monouso (10 per tipo: Endo, Perio lunghi, Perio corti, smussati 4mm, smussati 8mm), 20 guaine monouso, 1 conf. agente FotoSan in siringhe (1 bassa, 2 media, 2 alta viscosità), 1 occhiale protettivo.

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MATERIALE INFORMATIVO

AL PAZIENTE

1 Poster e 50 Depliant

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12Bibl iografiaFotoSan 630

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