città e regione - edizione ostia e litorale

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come non le avete mai viste Ostie e Litorale Romano Simone Stoppioni [email protected] Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011 Liberi di informare ben 20mila persone www.cittaeregione.it Sono iniziate in anticipo le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia avvenuta il 17 marzo 1861 e, con- temporaneamente si sono svolte le commemorazioni per i 140 anni dell’apertura della “Breccia di Porta Pia”, a Roma, fatto, questo, che provocò la rottura irrevoca- bile tra Chiesa e Stato, raf- forzando il carattere laico del Paese, anche se compat- tamente cattolico. Un nesso indissolubile tra i due poteri (temporale ed ecclesiastico), che non poteva che fini- re in un vero conflitto. De Amicis, il famoso scrittore, fante e ufficiale, racconta gli avvenimenti a cui ha perso- nalmente partecipato:”...non son ben certo d’essere qui, d’aver visto quello che ho visto, d’aver sentito quel che sentii”. Come ha affermato il radica- le Staderini:”sicuramente... è stato l’inizio di una nuova libertà di coscienza di pensie- ro e di religione....per l’intera Continua a pag. 6 L’Editoriale Cosa rimane di questo anno? Sicuramente tante tensioni sociali, economiche e politi- che. Fabbriche in crisi, nego- zi chiusi, migliaia di cassain- tegrati e di disoccupati. Un terzo dei ragazzi sotto i tren- tanni in cerca di occupazio- ne. Insomma è stato l’anno della crisi più nera per tante famiglie. Nel mondo comunque il no- stro popolo è conosciuto e riconosciuto da tutti come il popolo che nel momento di maggiore difficoltà sa trova- re la formula giusta e geniale per risollevarsi. E allora cosa chiedere al 2011? Sicuramen- te un riscatto da parte della nostra società, troppo spesso intenta a farsi la guerra inter- na. Cercando di riscoprire i nostri tesori ricercando nella cultura e nelle ricchezze che il territorio ci offre. Dare si- curamente spazio ai giovani troppo spesso ignorati nelle decisioni politiche economi- che e sociali. Dare spazio al merito incentivando il singo- lo e le imprese virtuose. In- somma riaccendere le menti e le genialità uniche che solo noi italiani sappiamo di ave- re. Lasciamoci alle spalle il 2010 Segnalaci: ingiustizie e abusi, notizie, commenti, eventi e spettacoli, inviaci i tuoi comunicati e le tue riflessioni a: [email protected] ci trovi anche su Città & Regione @cittaeregione cittaeregione www.cittaeregione.it Continua a pag. 10 L’Unità d’Italia e Porta Pia... una breccia ancora aperta Grafologia La GRAFOLOGIA è una tecnica a che ha come fina- lità la descrizione delle ca- ratteristiche di personalità di un individuo attraverso l’interpretazione della sua grafia”. La sua validità e attendibilità tecnica non è mai stata di- mostrata. La metodologia d’indagine parte dal presupposto che, superate le fasi dell’appren- dimento, la scrittura diven- ta un processo automatico come risultato delle risposte motorie ai neuroni. Il gesto grafico, viene, così, interpre- tato come “gesto espressivo”. Tali risposte comportamen- tali vengono interpretate come uniche, esclusive da parte degli individui. Da queste premesse deriverebbe Irene Conti e Silvia Sbianchi

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é un mensile di informazione locale edito nel Lazio e nel litorale di Ostia

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Page 1: Città e Regione - edizione Ostia e litorale

come non le avete mai visteOstie e Litorale Romano

Simone Stoppioni

[email protected]

Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011 Liberi di informare ben 20mila persone

www.cittaeregione.it

Sono iniziate in anticipo le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia avvenuta il 17 marzo 1861 e, con-temporaneamente si sono svolte le commemorazioni per i 140 anni dell’apertura della “Breccia di Porta Pia”, a Roma, fatto, questo, che provocò la rottura irrevoca-bile tra Chiesa e Stato, raf-forzando il carattere laico del Paese, anche se compat-tamente cattolico. Un nesso indissolubile tra i due poteri (temporale ed ecclesiastico),

che non poteva che fini-re in un vero conflitto. De Amicis, il famoso scrittore, fante e ufficiale, racconta gli avvenimenti a cui ha perso-nalmente partecipato:”...non son ben certo d’essere qui, d’aver visto quello che ho visto, d’aver sentito quel che sentii”. Come ha affermato il radica-le Staderini:”sicuramente... è stato l’inizio di una nuova libertà di coscienza di pensie-ro e di religione....per l’intera

Continua a pag. 6

L’Editoriale

Cosa rimane di questo anno? Sicuramente tante tensioni sociali, economiche e politi-che. Fabbriche in crisi, nego-zi chiusi, migliaia di cassain-tegrati e di disoccupati. Un terzo dei ragazzi sotto i tren-tanni in cerca di occupazio-ne. Insomma è stato l’anno della crisi più nera per tante famiglie. Nel mondo comunque il no-stro popolo è conosciuto e riconosciuto da tutti come il popolo che nel momento di maggiore difficoltà sa trova-re la formula giusta e geniale per risollevarsi. E allora cosa chiedere al 2011? Sicuramen-te un riscatto da parte della nostra società, troppo spesso intenta a farsi la guerra inter-na. Cercando di riscoprire i nostri tesori ricercando nella cultura e nelle ricchezze che il territorio ci offre. Dare si-curamente spazio ai giovani troppo spesso ignorati nelle decisioni politiche economi-che e sociali. Dare spazio al merito incentivando il singo-lo e le imprese virtuose. In-somma riaccendere le menti e le genialità uniche che solo noi italiani sappiamo di ave-re.

Lasciamoci alle spalle il 2010

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Continua a pag. 10

L’Unità d’Italia e Porta Pia...una breccia ancora aperta

Grafologia

La GRAFOLOGIA è una “tecnica a che ha come fina-lità la descrizione delle ca-ratteristiche di personalità di un individuo attraverso l’interpretazione della sua grafia”.

La sua validità e attendibilità tecnica non è mai stata di-mostrata.

La metodologia d’indagine parte dal presupposto che, superate le fasi dell’appren-dimento, la scrittura diven-ta un processo automatico come risultato delle risposte motorie ai neuroni. Il gesto grafico, viene, così, interpre-tato come “gesto espressivo”.

Tali risposte comportamen-tali vengono interpretate come uniche, esclusive da parte degli individui. Da queste premesse deriverebbe

Irene Conti e Silvia Sbianchi

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011Ostia

A fine ottobre la Guardia di Finanza del II Gruppo di Ostia ha rinvenuto la “testa” di Mefisto, appar-tenente alla famosa statua di J. W. Von Goethe, che si trovava nel complesso mo-numentale di Villa Borghe-se.

Con molta probabilità il re-perto era destinato al mer-cato clandestino delle opere d’arte. La testa della statua era stata rubata a Roma da una coppia di romeni e na-scosta nelle vicinanze della loro baracca, situata in una zona abusiva nei pressi della “Pineta delle acque rosse” ad Ostia, i quali sono stati denunciati per ricettazione e possesso illegale di materiale storico/artistico.

Il manufatto, dopo i rilievi del caso, sarà restituito al Museo di Villa Borghese dove, originariamente, era esposto. La statua, intera-mente in marmo, intitolata allo scrittore e drammaturgo tedesco, fu donata dal Kai-ser Guglielmo II nel 1904 alla città di Roma.

Il monumento ha una strut-tura imponente, su due li-velli, con in alto il Poeta e nella parte sottostante alcuni protagonisti delle sue opere, tra cui, appunto, il Mefisto, che circondano lo scrittore. Il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capita-le, Umberto Broccoli, dopo aver ricevuto la notizia, ha dichiarato: ”Il tempestivo ritrovamento dimostra lo spi-rito di grande collaborazione [con i] reparti Operativi dello Stato. ...[e] già dall’estate ab-biamo riscontrato un sensibile decremento degli atti vanda-lici.

L’obiettivo è quello di sconfig-gere il fenomeno delle deturpa-zioni dei nostri monumenti e preservare il patrimonio cultu-rale di Roma.”

Quello che è successo alla statua di Goethe non è che l’ultimo di una serie di atti vandalici contro un patrimo-nio inestimabile che abbia-mo la fortuna di avere. Duri gli ambientalisti riguardo alle responsabilità dell’Ammini-strazione Comunale in me-rito a queste vicende che de-nunciano sia la mancanza di tutela che di valorizzazione del territorio monumentale italiano, oltre che di abuso di questi spazi utilizzati per eventi estivi e non solo, che hanno messo a dura prova questi ambienti.

Mirella Belvisi di Italia Nostra annuncia di aver sottoscritto la proposta del sottosegretrario ai Beni Culturali, F. Giro per cre-are una fondazione per la

gestione della Villa. Continua avvertendo:” il Comune non ha fondi nè la volontà di tutela. Così stiamo perdendo le Ville di Roma, patrimonio unico in tutto il mondo.....”

L’allarme deriva anche da ciò che è successo nel giugno scorso, prima al Pincio e poi al Gianicolo, in cui i busti dei Grandi sono stati dan-neggiati, abbattuti e vilipesi. Prosegue la Belvisi, “abbiamo anche proposto di coinvolgere le scuole, perchè c’è anche un problema culturale. Se non si insegna ai giovani il valore dei nostri monumenti, sfuma la speranza di difenderli e valo-rizzarli”.

Sicuramente il ritorno all’in-segnamento dell’Educazione Civica, nelle scuole, sarebbe auspicabile per poter infon-dere un maggior senso di responsabiltà e rispetto per le “cose pubbliche” che appar-tengono alla collettività.

Quello che è successo alla statua di Goethe non è che l’ultimo di una serie di atti

vandalici contro un patrimonio inestimabile che abbiamo la fortuna di avere.

Irene Conti

[email protected]

Trovata la testa di Mefisto ad Ostia L’Unità d’Italia e Porta Pia

Europa”. Per seppellire l’ascia di guerra definitivamente e ricucire lo strappo tra Stato e Chiesa, il Presidente della Repubblica Napolitano e il Segretario di Stato Vatica-no, Bertone, si sono incon-trati proprio davanti a quel pezzo di muro per ricordare, insieme, ciò che successe 140 anni fa. Fatto, questo, destinato a en-trare nei libri di storia. Non era mai accaduto, infatti, che venisse inviato il principale collaboratore del Papa. Insie-me alla commemorazione di Porta Pia si celebrano i 150 anni dell’Unità d’Italia. La fragilità, costantemente per-cepita, della tenuta” dell’uni-tà nazionale, resta l’obiettivo primario delle stesse celebra-zioni. Tali iniziative, localizzate nelle venti regioni italiane, hanno come caratteristica comune la valenza simboli-ca di testimonianza come impegno nazionale e come valorizzazione dei territori attraverso le regioni. I festeg-giamenti sono, si, un’occa-sione per celebrare la nascita della nostra nazione ma, an-che, per rendere omaggio a tutti i personaggi che hanno dato lustro al nostro Paese.

Ci auguriamo veramente che queste celebrazioni servano ad unire, da Nord a Sud, senza campanilismi, senza giochini tra le varie fazioni politiche. Portare quell’”ita-lianità” che tutto il mondo ci invidia e tornare a quello che veramente siamo; a quel-lo che è insito nel nostro dna: “UN POPOLO DI EROI DI SANTI DI POETI DI ARTISTI DI NAVIGATO-RI DI COLONIZZATORI DI TRASMIGRATORI”.

Segue da copertina

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OstiaAnno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011

Renata Polverini, Presi-dente della Regione Lazio e commissario straordinario per il rientro del deficit sa-nitario, assicura che non ci saranno tagli ai posti letto ma solo una loro riconver-sione.

Nove le strutture ospedaliere interessate alla riconversione in Residenze Sanitarie As-sistenziali, tra cui il Centro Paraplegici di Ostia. Piano regionale che smonta un al-tro pezzo di welfare.

Non tiene mininamente conto dell’invecchiamento della popolazione; taglia sen-za approfondire; limita le prestazioni a quelle di base tagliando quelle all’avan-guardia frutto di ricerche innovative. E’ un piano che scarica sulle famiglie gran parte dell’onere dell’assisten-za ai malati.

Nato nel maggio 1957 dall’NAIL, come primo Centro italiano dedicato,

che lo integrò con il Cen-tro Traumatologico della Garbatella di Roma, è di-ventato un punto di rife-rimento nazionale per la riabilitazione, con un im-portante settore di sport-terapia che ha favorito l`organizzazione, a Roma nel 1960, dei primi Giochi Internazionali Paraolimpi-ci. Nel 2003 al CPO è stata riconosciuta la definizione di Unità Spinale postacuzie.

I1 presidente dell’Amo (As-sociazione Mielolesi Ostia) Gennaro De Rosa, ha scritto una lettera a Renata Polve-rini, per raccontare questa situazione sempre più dif-ficile, in cui dichiara «...le gravissime condizioni in cui versa il Centro Paraplegici di Ostia. Da centro di eccellenza del Lazio e del Centro- Sud Italia per il trattamento e la riabilitazione dei mielolesi in pochi anni è stato ridotto ad una sorta di cronicanio».

Il CPO, primo centro in Italia e secondo in Europa per tali patologie, è stato,

fin’ora, un punto di riferi-mento per paraplegici e te-traplegici in quanto dotato di unità spinale, terapia su-bintensiva, unità operativa di chirurgia plastica ricostrutti-va per il trattamento delle temutissime ulcere da decu-bito (seconda causa di morte per i mielolesi) e una unità riabilitativa per il recupero e il reintegro di tali delicati pazienti.

Scrive ancora De Rosa – “Negli ultimi anni, il centro nonostante le nostre battaglie è stato gradualmente e vergo-gnosamente depotenziato, e con false promesse di ristrut-turazione, sono stati, invece, progressivamente ridotti i posti letto (solo 25 a disposizione dei mielolesi su un totale di 45) e le sale operatorie».

Effettivamente, dal 2005 al 2007 si è avuto una progresi-va riduzione degli interventi chirurgici (da 500 a 20, di cui i 20 del 2007 in 6 mesi).

Ad oggi, la situazione vede un Dayhospital di chirurgia

plastica, che funziona solo due volte al mese. Con questi presupposti è ovvio che lun-ghissime liste di attesa, testi-monianza del’autorevolezza e del prestigio del centro, sono andate, via via, riducendosi.

E` una vecchia gloria della sanità capitolina, un gioiello decaduto. Riconvertirlo vor-rebbe dire, con molta proba-bilità incatenarlo, a doppia mandata, all`ospedale Grassi di Ostia e spostando altro-ve (al Cto o altre strutture private, tipo le Irccs, che si occupano di neuro riabilita-zione) determinate attività cosa accadrà, visto che anche il Grassi perderà posti letto, con problematiche di orga-nico?

Nel tempo il CPO, nato con un alto profilo, è diven-tato un punto di riferimen-to non solo per la cura e la riabilitazione, ma anche per il suo reinserimento so-ciale e lavorativo. E questo aspetto, nel quadro della ri-conversione, è l`aspetto più difficile da sistemare.

Il CPO e il piano di riconversione della PolveriniIrene Conti

[email protected]

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011Ostia

La casa della Salute della donna e del bambino ... Una casa senza muri

Nel 2007 erano stati ap-provati i lavori per la la sistemazione e la ricollo-cazione di alcuni servizi socio sanitari tramite la ristrutturazione dell’Ospe-dale Sant’Agostino, ubicato sul Lungomare Toscanelli, adOstia, per la nascita del-la «Casa della Salute della donna e del bambino».

I lavori per l’edificazione di questa struttura sarebbero dovuti iniziare a settembre 2008 e sarebbero dovuti ter-minare dopo 15 mesi, quindi intorno al dicembre 2010.

Nel luglio 2009, tramite la posa della prima pietra, i la-vori, da lì a poco, sarebbero dovuti iniziare. Alla cerimo-nia erano presenti l’Assesso-

re al Bilancio della Regione Lazio On. Nieri, il Diretto-re Generale della Asl Roma D Dott.ssa Giuseppina Gabriele, il Direttore del Distretto Sanitario del XIII Municipio della Asl Roma D Dr. Chinni e l’Assesso-re alle politiche sociali del Municipio XIII On. Pace.

La struttura risale agli anni ‘50, ed ha ospitato il primo ospedale di Ostia. La spesa complessiva risulterebbe sui cinque milioni di euro.

La nascita della “Casa della

Donna e del bambino” sa-rebbe una struttura unica in Italia interamente rivolta alle esigenze socio-sanitarie del-la popolazione femminile e all’infanzia.

Tra i servizi innovativi pre-visti ci sarà il Centro per l’Autismo, il primo centro specializzato in ambito ospedaliero nella Regione Lazio. Tra i servizi che ri-guardano l’Area Donna si avranno vari “percorsi”: quello della gravidanza, quello della menopausa e quello della contraccezio-

ne, dove verranno eseguiti tutti gli esami, i prelievi, le ecografie del caso.

Sarà offerta una consulenza per tutte le questioni relative alla maternità, all’interruzio-ne di gravidanza e alla pro-creazione assistita.

Un posto di primo piano sarà rivolto allo screening onco-logico relativo al controllo e alla prevenzione dei tumori alla mammella e all’utero, che sono quelli che più degli altri interessano la popola-zione femminile.

Oltre alle questioni di salute, nel nuovo poli-ambulatorio le donne avranno la pos-sibilità di usufruire del-la consulenza legale per quanto attiene al diritto di famiglia, alle problema-

La nascita della “Casa della Donna e del

bambino” sarebbe una struttura unica in Italia interamente rivolta alle esigenze

socio-sanitarie della popolazione femminile e all’infanzia.

I.C.

[email protected]

Ex Ospedale Sant’Agostino Ostia

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OstiaAnno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011

Mercoledì, dalle 10 alle 14, e il Venerdì, dalle 15 alle 18, previo appuntamento.

Un’altra bella iniziativa, pro-posta ed accettata, arriva dai genitori di bambini in diffi-coltà per aiutare altri geni-tori con le “stesse” proble-matiche: cioè l’apertura di uno sportello, denominato CO.GE.MA.R. (Coordi-namento genitori malattie rare del XIII Municipio), al quale ci si potrà rivolgere per avere informazioni riguardo le Associazioni del territorio

che gestiscono le varie diffi-coltà derivanti proprio dalla rarità della malattia stessa.

Grazie alla loro determina-zione e con l’aiuto di volon-

Finalmente ad Ostia è ap-prodato lo sportello Feder-consumatori. I cittadini potranno chiedere assisten-za e consulenza su disservi-zi vari (mala sanità, risar-cimento danni, ecc.).

La sede, coordinata dalla Cooperativa Sociale Roys, sarà ubicata presso il Lun-gomare Amerigo Vespucci 144, vicino la spiaggia libera Amanusa.

I giorni preposti per l’aper-tura al pubblico saranno il

tari lo sportello sarà dispo-nibile il 1° e 3 ° Lunedì del mese dalle 14 alle 16 in Via Passeroni, 24 (zona Ospe-dale Grassi).

La casa della Salute della donna e del bambino ... Una casa senza muritiche relative alla violenza, alle adozione e agli affidi.

Per quanto riguarda l’Area Pediatrica, si avranno, oltre al Tsrmee (Servizi Territoria-li per la Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione in Età Evolutiva), al laboratorio di diagnostica non invasiva, agli ambulatori di specialità pediatriche, un ambulatorio neurologico, ambulatori di base Stp (stranieri tempo-raneamente presenti) e una ludoteca.

Nella struttura ci sarà, inol-tre, un Centro di Ascolto e di orientamento per affrontare le problematiche degli ado-lescenti e il disagio giovanile.

Questo ciò che si sarebbe dovuto fare. La realtà, inve-ce, risulta un pò diversa. In breve la storia.

Nel 2007, dopo l’approva-zione venne effettuato il ban-do di concorso per la Gara d’Appalto per l’aggiudicazio-ne dei lavori.

La Società La Beta Costru-zioni vince il bando.

I lavori dovrebbero così ini-ziare. Cosa succede però. Le Soc. Alfa Costruzioni Spa e la Soc. Combustibili Nuova Alfa1 Srl si rivolgono alla Corte suprema di Cassa-zione Civile per fare ricorso contro la Regione Lazio, l’Azienda Asl RM/D, il Nucleo di Valutazione Re-gionale Progetti Edilizia Sanitaria e contro la Beta Costruzioni SRL.

Questo perchè le suddette società denunciano diversi motivi per l’annullamento della gara d’appalto. Il pri-mo riguarda una violazione del contenuto letterale del bando.

Per la ricorrente tutti i con-correnti avrebbero dovuto avere o l’attestazione rila-sciata dalla SOA (Società Organismi di Attestazio-ne) che certifica il possesso di tutti i requisiti e che dà la capacità alle imprese di eseguire i lavori pubblici, oppure costituire un rag-gruppamento temporaneo d’imprese.

Il secondo riguarda l’inido-neità del progetto tecnico presentato dalla società ag-giudicataria (altezza minima dei controsoffitti inferiori ri-spetto a quelli prescritti dalla delibera; i canali per la cli-matizzazione e ventilazione sporgenti riducendo l’altezza

minima prevista).

Il terzo riguarda il dolo del-la società La Beta a livello documentale (omessa atte-stazione del possesso dei re-quisiti; omissione dei codici dei contratti; omessa sotto-scrizione da parte del titolare di tutte le pagine dei docu-menti presentati; inidoneità per violazione delle disposi-zioni antincendio).

L’ultimo riguarda l’illeg-gitimità della nomina dei giudici della Commissione.

In base a questi motivi pre-sentati il ricorso

N. 4642/2008 viene vin-to dalla ricorrente dopo la cerimonia della posa della prima pietra.

Fermando quasi subito i la-vori. Quella che doveva es-sere una bella favola come al solito non finisce con la frase “e vissero tutti felici e contenti”. Speriamo che al più presto la ristrutturazione possa riprendere e completa-re quello che doveva essere un bel sogno.

Ostia aperto sportello Federconsumatori

Le Soc. Alfa Costruzioni Spa e la Soc. Combustibili Nuova Alfa1 Srl si rivolgono alla Corte suprema di Cassazione Civile per fare

ricorso contro la Regione Lazio, l’Azienda Usl RM/D, il Nucleo di Valutazione Regionale

Progetti Edilizia Sanitaria e contro la Beta Costruzioni SRL.

Quella che doveva essere una bella favola come al solito non finisce con la frase “e vissero tutti

felici e contenti”

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011Ostia

Pubblicità

Il Consiglio del XIII Mu-nicipio aveva votato, a fine settembre, la richiesta, da sottoporre al Presidente della Regione Lazio, Rena-ta Polverini, di fare marcia indietro sulla proposta di chiudere il Progetto Auti-smo dell’ANFFAS di Ostia, con la conseguente sospen-sione delle terapie riabilita-tive già in atto su 30 bam-bini, di 10 ore settimanali, ed altri 60 in lista di attesa.

Il Consigliere del PD Paolo Orneli aveva rivolto l’ap-pello a tutte le forze poli-tiche del litorale Romano, sottolineando l’importanza di questo progetto, la cui chiusura avrebbe colpito, ancora una volta, le fasce più deboli. Inoltre il Con-sigliere Orneli ha messo in evidenza, che per questo tipo di cure, le famiglie non po-tranno rivolgersi a nessun’al-tro Ente perchè su tutto il litorale non esistono progetti pubblici di questo tipo.

Inoltre, è emerso che la Regione Lazio non ha pa-gato le fatture rilasciate dall’ANFFAS per presta-zioni erogate dal 2009, per quasi 2 milioni di Euro. Denaro mancante che ha creato problemi al buon fun-zionamento dell’Associazio-ne stessa. L’ANFFAS di Ostia è una

realtà importante del nostro territorio, da 52 anni, e co-stituisce un punto di riferi-mento insostituibile per oltre 400 famiglie al cui interno vivono persone disabili che hanno bisogno di terapie e assistenza costanti. Eppure, nonostante le numerose e ripetute promesse fatte nel-la direzione di un rafforza-mento di questo presidio, l’Anffas di Ostia, oggi, ri-schia di chiudere.

Una chiusura inspiegabile e immotivata, che sta provo-cando sconcerto, preoccupa-zione e rabbia. C’è poco tem-po, pochissimo, per agire. Quello che occorre, prima di ogni altra considerazione, da parte delle Istituzioni locali e in primo luogo dal Munici-pio, è quello di poter scon-giurare questa catastrofe del nostro sistema di assistenza statale.

Come ha dichiarato ufficial-mente il presidente della Commissione Politiche So-

ciali della Regione Lazio, Maurizio Perazzolo: proro-ga immediata “per ulteriori due mesi”, fino al 31 di-cembre 2010, del “servizio di assistenza curato dall’as-sociazione Anffas di Ostia”. E poi, entro la dead line del 31/12, “gli interventi necessari per il prossimo anno, così da fornire conti-nuità al servizio”.

La proroga al progetto auti-smo di Anffas Ostia alla fine è arrivata, dopo un mese tira-tissimo e una mobilitazione senza precedenti che aveva portato nei primissimi giorni di settembre 30mila perso-ne, tra soci, utenti e amici di Anffas, a inviare decine di migliaia di fax alla Re-gione Lazio per chiedere un passo indietro e nuovo via libera al piano per i bambi-ni affetti da sindrome auti-stica.

Per il Dg Anffas, Stefano Galloni “questa è la dimo-strazione che quando perso-

ne oneste, di qualsiasi età ed estrazione sociale, credono in un obiettivo da raggiungere insieme, anche la burocrazia più ostinata e incapace può essere sconfitta”. “Grazie ai 30mila amici, utenti e soci che hanno appoggiato la no-stra mobilitazione, credendo nell’onestà, trasparenza e di-sponibilità di Anffas Ostia - aveva sottolineato non appena appresa la notizia della pro-roga - riusciamo finalmente a dare una speranza certa ai 30 bambini autistici”.

Rimane aperto però il nodo delle rimesse 2009 e 2010 per prestazioni ex artico-lo 26, certificate dalla Asl Roma D ma rimaste ancora impantanate in quelle che Anffas definisce nei “corto-circuiti burocratici indegni di una Regione importante come la Regione Lazio”.

Soddisfazione e un po’ di commozione anche nel gruppo dei genitori dei bimbi con sindrome au-tistica. “È stata premiata la bontà delle scelte di Anffas Ostia e dell’utilizzo di forme collaborative con il Presidente Polverini e la Giunta Regio-nale, argomento cardine sul quale si basa la politica por-tata avanti da Anffas che, an-che in questo caso, ha sempre ribadito a tutte le famiglie di non procedere a ricorsi in via giudiziale”

I.C. e S.S.

L’Anffas e la chiusura del progetto autismo

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011 Sicurezza

Muratella è una delle sta-zioni ferroviarie di Roma, situata sulla Roma/Fiumi-cino, dove, da anni, si sta sviluppando un quartiere formato da centri direzio-nali, uffici, sedi legali di grandi aziende, anche per la posizione che occupa.

Infatti, tramite la metropoli-tana FR1, è collegata a Fiu-micino Aeroporto-Roma-Grande Raccordo Anulare. Sembra tutto perfetto, e in-vece non lo è.

Nomadi che terrorizzano i pendolari; sottopassaggi sen-za telecamere; obliteratrici che non funzionano, distri-butori automatici distrutti; colonnine SOS fuori servi-zio; rampe per disabili per accedere alla stazione inesi-stenti da entrambe le entra-te; addirittura il sottopassag-gio che collega il binario 1 al binario 2 non ha un ascen-sore per i diversamente abili.

Eppure la legge è chiara: nel 2007 il Parlamento eu-ropeo ha approvato un re-golamento che impone alle ferrovie e ai gestori delle stazioni di garantire agli invalidi di poter accedere alle banchine e ai servizi. La sicurezza, poi, è un optio-nal. La zona è buia, isolata,

Muratella una stazione a Rischio

ancora inurbanizzata, con i nomadi, in accampamenti abusivi, nascosti dietro una folta vegetazione, pronti a sbucare all’improvviso.

Marco Tulli, dipenden-te della Telecom, raccon-ta, appunto, che “il vialetto da percorrere per giungere al piazzale dei Taxi è impervio e pericoloso, soprattutto nel

tratto finale, per la presenza di un’incolta e ricca vegetazione, rifugio ideale per imboscate. Per diverso tempo- continua- c’è stato anche il problema dei cani randagi, che imperversa-vano a branchi. Da qualche mese, comunque, non si vedo-no più. O si sono accasati op-pure il Canile Municipale ha provveduto allo sgombero”.

Parlando di nomadi doman-do cosa ne pensa, visto che ci sono state molte denunce a proposito e nonostante le istituzioni comunali si siano mosse e gli sgomberi effet-tuati, non è bastato a risol-vere il problema degli inse-diamenti abusivi dei rom.

Una volta sgomberati e bo-nificati, i terreni, dopo poco,

vengono nuovamente occu-pati. “Sicuramente bisogna dare atto alle amministrazioni comunali ed alle forze dell’or-dine di aver sempre provvedu-to con tempestività ed effica-cia, sullo sgombero dei campi nomadi. E’ un fenomeno che va affrontato e pianificato con soluzioni efficaci a livello na-zionale, perché tale situazione

non coinvolge solo la periferia e la metropoli romana”.

Augusto Santori Vice Ca-pogruppo di AN al XV Municipio afferma: “ le se-gnalazioni sono quotidiane e a poco servono le centraline SOS istallate se ciò che man-ca è una vera percezione di sicurezza,quella che dovrebbe far vivere quotidianamente con serenità il ritorno dal la-voro...Non vogliamo scatenare allarmismi,ma...crediamo che sia meglio far capire alle Isti-tuzioni, e in particolar modo al Prefetto e al Sindaco di Roma,che a Muratella l’illega-lità non può risultare un argo-mento all’ordine del giorno per gli attuali residenti”.

Ci auguriamo che non ci sia un nuovo “Tor di Quinto”e che lo Stato Italiano possa garantire la sicurezza ai pro-pri cittadini che è un diritto inalienabile di tutti.

Il Sindaco,grazie alla pres-sione dei Comitati,ha preso impegni chiari e risoluti-vi riguardo alla situazione Muratella e speriamo che questi impegni non venga-no disattesi.

Stazione deserta Foto scattata alle ore 19:00

Stazione deserta Foto scattata alle ore 14:00

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011 Regionale

Sempre la solita politica che mette le mani in tasca agli ItalianiSi è assistito in queste ultimi tempi a cose veramente oscene e assurde, degne di un film dell’orrore. Un teatrino della no-stra politica che sembra frutto della più sfrenata fantasia. Fini e Berlusconi che litigano. Lo scandalo della casa di Monte-carlo, la riappacificazione (per caso ???) nel momento in cui bisognava votare la “fiducia” al Governo, che (coincidenza ?) è stata, ovviamente, data con i voti dei “finiani”; il caso Ruby; Bossi che offende i Romani. Sembrano il “gatto e la volpe”. E noi siamo Pinocchio!!!

Le scaramucce politiche tra le varie fazioni e, in mezzo, coloro che vengono vilipesi e di cui nessuno, veramente, si occupa: il popolo, i cittadini comuni. Il 30 settembre è stato dato il via libera al decreto che introduce i pedaggi per Autostrade e Raccordi. Da Maggio 2011, ma la data potrebbe essere anti-cipata, i cittadini romani sono chiamati a pagare un pedaggio per il Raccordo e la Roma/Fiumicino.

Come risulta dalla Gazzetta questo “balzello”, dovrebbe essere tramite un sistema di telecamere. Il Presidente della Provincia, Luca Zingaretti, si è incontrato con 25 esponenti politici, tra sindaci e delegati di Comuni, per intentare un ricorso al Tar prima che sia presentato il Decreto Attuativo che stabilirà, in via definitiva, le modalità e i criteri del paga-mento. Anche il Sindaco di Roma ha dato la sua disponibili-tà. Michele Meta del PD ha dichiarato:”Si è voluto infierire per la terza volta contro i pendolari che sono trattati peggio degli immigrati.”

Già il Tar del Lazio aveva dichiarato illeggittimi gli aumenti tariffari scattati il 1°luglio dello scorso anno, in quanto l’Anas avrebbe inventato un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) che lo avrebbe autorizzatoagli aumen-ti. Il 3 Luglio la Sen. Donatella Poretti presentava un’esposto alla Procura della Repubblica di Roma che, tramite un’ordi-nanza, ne stabiliva l’annullamento. Inoltre, dice Meta, “c’è un ulteriore incongruenza..e riguarda proprio l’annuncio dato dal Governo di un emanando DCPM per l’individua-zione delle tratte da pedaggiare..[il quale], però, prevede che debba essere emanato entro 45 giorni dall’entrata in vigore della legge..[che] è abbondantemente scaduto da giorni....[che nepregiudica] tutta l’operazione”. M. S., un dipendente di una grande società che lavora sulla Roma/Fiumicino ed

abita a Castel Madama, vicino Tivoli, vedrà sul suo stipendio gravare, oltre al pagamento dell’Autostrada Roma/L’Aquila, anche il pagamento del G.R.A. e della Roma/Fiumicino. “Es-sendo in contratto di solidarietà, andare al lavoro per 4 ore e pagare tre pedaggi non si ha guadagno ma solo remissione”.

I politici di oggi (se possono essere definiti tali) si sono staccati completamente da ciò che la politica veramente rappresenta, cioè servire la comunità. Oggi la politica è puramente dema-gogia, è castista, nepotista e corrotta. Non è assolutamente parte integrante del tessuto sociale ma ne è completamente avulsa. Non hanno interesse a capire le esigenze e i bisogni delle persone. Non si capisce perchè, specialmente Roma e dintorni, venga umiliata ed insultata ogni giorno insieme a tutti coloro che la abitano. Non si capisce perchè per ogni po-litico che entra in un bar ci siano parecchi poliziotti e non c’è n’è neanche uno in una stazione di periferia. Non si capisce perchè le casse del Comune di Roma piangono, con tutte le potenzialità che ha, sia a livello culturale, artistico che natura-le, e altre, che non sono, neanche lontanamente, paragonabili alla nostra, portano avanti progetti e opere importanti.

Inettitudine e corruzione della classe dirigente e imprendi-toriale? “Ai posteri l’ardua sentenza”. L’ultima stangata che vogliono intraprendere è veramentte intollerabile. Far paga-re un pedaggio per il Grande Raccordo Anulare e la Roma/Fiumicino vorrebbe dire infliggere ai lavoratori un’altro duro colpo. Vorrebbe dire mettere al tappeto una intera città, che già a livello di collegamenti è molto carente.

Meno male che il Governo aveva detto che non avrebbero messo le mani nelle tasche dei cittadini. Sembra che oltre alle

Roma Fiumicino

Irene Conti e Silvia Sbianchi

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Grafologia

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motricità grafica hanno get-tato le basi per una maggiore comprensione della compor-tamento grafico; lo scienzia-to Robert Saudek che ha approfondito sperimental-mente la categoria della ve-locità e dell’accuratezza.

Girolamo Moretti, il fon-datore della scuola gra-fologica italiana, ne fissò principi e regole attraverso esperimenti e pratica clinica. La scuola francese, anteriore

a quella italiana. Ebbe il suo fondatore nell’abate Jean Hippolyte Michon, che nel 1872 pubblicò “I misteri della Scrittura”. Allievo di Michon fu Jules Crépieux-Jamin (1859-1940) il cui testo “ABC della grafologia” riprende il lavoro del mae-stro rioragnizzandolo però in una visione più organica e sistemica.

La scuola francese e quella italiana differiscono pro-

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DIMMI COME SCRIVI E TI DIRO’ CHI SEI: GRAFOLOGIA, UNA SCIENZA IMPERFETTA

Segue da copertina

la possibilità di interpreta-zione della scrittura per la descrizione della personalità umana, un’indagine che nella visione della scuola grafolo-gica morettiana comprende anche l’aspetto somatico, sia dal punto di vista morfologi-co sia da quello espressivo.

L’utilizzo della “grafologia somatica”, tuttavia, è piut-tosto marginale nelle ricer-che e nella pratica attuale.Pur esistendo moltissime scuole grafologiche, di fatto oggi i vari approcci confluiscono in tre principali indirizzi: l’indirizzo francese, di Ju-les Crépieux-Jamin, il cui metodo fu successivamente sviluppato da Jean-Charles Gille-Maisani; l’indirizzo italiano, di Girolamo Mo-retti e di Marco Marchesan; l’indirizzo tedesco di Lu-dwig Klages, attualmente integrato con le intuizioni di W.H. Muller e A. Enskat.

Pur vantando una storia or-mai bicentenaria, la grafolo-gia si è sviluppata in modo parallelo e spesso antitetico rispetto alle discipline psico-logiche.

A parte alcuni tentativi, non vi è nessun meccanismo di controllo e di validazione che caratterizza le discipline scientifiche. Tale meccani-smo prevede la condivisione di un linguaggio comune e l’enunciazione di leggi falsi-ficabili, ovvero che conten-gano in sé gli strumenti di replicazione, in modo che la comunità scientifica (attra-verso la pubblicazione delle ricerche su riviste accredita-te) possa convalidare o smen-tire i risultati raggiunti.

Nei tre indirizzi in cui con-fluiscono le teorie e le ricer-che dei maggiori protagonisti della disciplina grafologica va ricordato iper primo lo svizzero Max Pulver che ha introdotto l’interpreta-zione simbolica vettoriale della scrittura; poi la psico-loga Ania Teillard, allieva di Jung, che ha introdotto l’interpretazione analiti-ca in grafologia; i neuro-scienziati tedeschi Rudolf Pophal, William Thierry Preyer e i russi Aleksandr Romanovič Lurija e Niko-lai Alexandrovic Bernestein i cui studi sul movimento e sulla neurofisiologia della

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Grafologia

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fondamente.

La scuola italiana ha come caposaldo l’univocità della corrispondenza segno-ca-rattere, mentre nell’ambito della scuola francese si ha un approccio prettamente gestaltista (il segno non ha motivo d’essere in quanto unico, ma si rifà al tutto (te-oria del campo).

A Camillo Baldi spettò l’onore di essere ricorda-to come il primo “grafolo-go” grazie al saggio Trattato come da una lettera missiva si conoscano la natura e la qualità dello scrittore pub-blicato nel 1622. Dovettero passare molti anni prima che illustri scienziati come Johann Kaspar Lavater nel suo Physiognomische Fragmente 1775 si ac-corgessero della analogia fra linguaggio, scrittura e modo di camminare.

La grafologia è stata legata, però, per secoli alla chiro-manzia e alla astrologia. In-fatti Les Mystères de l’écri-ture dell’abate Michon fu

pubblicato con una lunga introduzione iniziale di un chiromante, Desbarrolles.

La grafologia, facendo parte della semiotica (la scienza che studia i segni, in greco semeion, cioè “qualcosa che rinvia a qualcos’altro”. La semiotica è la disciplina che studia i fenomeni di si-gnificazione e di comunica-zione. Per significazione si intende ogni relazione che lega “qualcosa di material-mente presente a qualcos’al-tro di assente”, ad esempio la luce rossa del semaforo che significa o sta per “stop”.

Ogni volta, quindi, che si mette in pratica o si usa una relazione di significazione si attiva un processo di comu-nicazione. Il semaforo è rosso e quindi arresto l’auto).

La grafologia, facendo parte della semiotica, comunque, potrebbe essere stata influen-zata anche dalla scuola stoi-ca, visto che quest’ultima distinse fra segni e significati.Un aggancio probante po-

trebbe essere quello con il misticismo ebraico che com-prese il legame fra le lettere e la spiritualità e l’irrazionali-tà. I principi della grafologia sono diversi.

Il primo è l’analogia fra il ca-rattere e la scrittura. Quando andiamo a comperare un ve-stito ne scegliamo uno adat-to, e perciò in qualche modo simile a noi, così per la scrit-tura. Essendo una manifestazione intima dell’uomo, non può non essere in relazione con le emozioni, portandole tutte a galla.

Il grafologo deve essere a conoscenza e studiare lo stato d’animo e le aspettati-ve del soggetto nel momen-to in cui scrive cercando di interpretarlo in base al tipo di movimento che sta alla base dell’atto grafico. Stu-dia il tratto: la leggerezza o la pesantezza, la direzione curva o diritta, la nettezza dei bordi e così via. Il grafologo deve capire lo stato di spontaneità o meno dello scrivente.

Può capitare, infatti, che l’autore tende a mascherarsi imitando un modello o cer-cando di fornire una certa immagine di sé. Il secondo è il simbolismo. I soggetti appartenenti ad una stessa cultura condividono alcuni simboli fondamentali che sono gli stessi per tutti quei soggetti. La scrittura stessa proietta simboli collettivi o individuali. Così, anche il colore del foglio, il tratto possono essere un simbolo di uno stato d’animo ben pre-ciso.

La scuola italiana si ap-proccia all’analisi attraver-so tre momenti: Giudizio globale, Analisi e Sintesi.

Per quanto riguarda il primo, la grafia viene inizialmente valutata nel suo insieme, per coglierne con un colpo d’oc-chio la struttura. Ci si rife-risce qui a categorie generali come l’ordine/disordine, leg-gibilità/illegibilità, omogene-rità/disomogeneità etc..

L’analisi consiste nella rile-vazione dei segni secondo la semiotica grafologica. Una volta rilevati, avviene la quantificazione: il grado di intensità o di presenza per-centuale del segno che viene misurato in centesimi (scuola marchesaniana) o in decimi (scuola morettiana).

Questa misurazione non è matematica ma una distin-zione tra media, sopra media e sotto media. In riferimento alla loro importanza, rispet-to alla struttura della perso-nalità, i segni vengono poi classificati come sostanziali, modificanti o accidentali ( scuola morettina), e come fautori, contrari, indifferenti (rispetto alla dinamica in-trapsichica).

Una volta individuati i se-gni più caratterizzanti e compresa la loro dinamica (fautori/contrari), si effet-tua la combinazione, cioè l’aggregazione dei diversi segni secondo il loro si-gnificato psicologico (det-ta sindrome). In pratica, la combinazione, rappresenta la convergenza degli indici.

Effettuate le combinazioni nelle diverse aree psicolo-giche (capacità cognitive, funzioni esecutive, gestione degli impulsi, delle emozio-ni...), si effettua il profilo.

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DIMMI COME SCRIVI E TI DIRO’ CHI SEI: GRAFOLOGIA, UNA SCIENZA IMPERFETTA

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011Cultura e Spettacolo

All’Inferno

CriminiLibro scritto in collabora-zione tra 10 autori. 9 grandi storie inedite dei nostri mi-gliori narratori di gialli in una memorabile antologia, scritta quasi per partecipare a delle olimpiadi: quelle del noir, meritevoli di poter vin-cere la medaglia d’oro. Que-sto gruppo di autori, attra-verso luoghi e parametri di un genere , da noi di nicchia, in pochi anni hanno ideato e imposto, in maniera origi-nale, un modo di raccontare splendori e miserie della no-stra contemporaneità.

Diversi per passaggi narrati-vi, per il modo in cui usano la lingua, per il modo di de-scrivere ossessioni e debolez-ze, corruzione e gelosie per il successo altrui del genere umano, in una commistio-ne di differenze che ha reso questo libro un insieme pia-cevole da leggere tanto da originare una fortunata serie televisiva.

Niccolò Ammaniti, insieme a Antonio Manzini, sono alle costole di un chirurgo plasti-co con strane abitudini nè “Il mio tesoro” in una inesorabi-

le e demenziale caccia per le strade della capitale, con un finale al cardiopalma.

Massimo Carlotto fà capire ciò che può portare “La mor-te di un confidente” nel cuo-re di un poliziotto.

Diego De Silva, a Napoli, nasconde nel “Covo di Tere-sa” un ragazzo del suo palaz-zo in cui si mischiano senti-menti, la Napoli di sempre e un finale da strappalacrime.

Giorgio Faletti con “L’ospite

d’onore”, fà percorrere un brivido lungo tutta la schiena nel momento in cui si scopre chi è il misterioso ospite.Sandrone Dazieri ambienta nel sottobosco milanese la sua trama, in cui comici as-sassini gareggiano in cerca de “L’ultima battuta”.

Andrea Camilleri nel cui racconto scrive una storia d’amore che finisce troppo presto, con troppe coincin-denze e “Troppi equivoci”.Marcello Fois il cui com-misario Curreli non facendo carriera si ostinerà a cercare, in una sua indagine, “Quello che manca”.Giancarlo de Cataldo di-segna dei pessimi italiani e extracomunitari inconsueti intorno al “Bambino rapito dalla Befana”, dipingendo una favola noir.

Carlo Lucarelli, in un intri-gato giallo, protagonista una bella poliziotta complessata che probabilmente avrebbe potuto evitare molti guai se non avesse sentito “Il terzo sparo”.Così è il noir.

Earl Emerson è un Tenente dei Vigili del Fuoco di Se-attle e vive a North Bend , nello stato di Washington. Ha incominciato a scrive-re per diletto. Ha già avu-to diversi riconoscimenti letterari, sia col romanzo “Vertical Burn” che con la serie poliziesca del detective Thomas Black.

“All’inferno”è un giallo veloce che si legge tutto di un fiato, con una suspance spinta al massimo. In breve

la trama. Un camion prende fuoco sull’autostrada I-90, a North Bend. Holly Riggs, al volante,si salva per miracolo grazie al vigile Jim Swope, il miglior pompiere di tutta Seatttle. Sia per coraggio che per il suo “savoir faire” con le donne. Infatti conquista anche Holly.

Quando la loro storia finisce lei la prende molto male.

Jim scopre che la ragazza è in ospedale, in coma, dopo aver tentato di suicidarsi. Inoltre

scopre che gli altri pompie-ri presenti nell’incendio in autostrada, compreso lui, ac-cusano dei sintomi sospetti e due già sono morti. Cosa sta succeddendo? Di cosa si trat-ta? Forse anche il suicidio di Holly non è proprio tale?

Il tempo per trovare le rispo-ste a tutte queste domande non è molto. Una settimana per vivere o morire. Un vero noir avvincente dove il lettore scopre le ve-rità insieme al protagoni-sta.

I.C.

I.C.

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Cultura e Spettacolo

Il 2 Novembre di 35 anni fa venne ritrovato il corpo sen-za vita di Pier Paolo Pisolini, uno dei più grandi poeti del secolo scorso. Il suo corpo martirizzato e irriconoscibile fu rinvenuto presso l’idro-scalo di Ostia, ridotto a “un grumo di sangue”.

La sua scomparsa prematura rappresenta, ancora, uno dei casi più oscuri e inquietanti della nostra cronaca. Pasolini era di certo un uomo scomo-do, sia a livello politico che sociale. Fiero oppositore del-le ingiustizie e delle regole. Sicuramente la sua morte è intrisa di un vero e proprio mistero che si è andato in-fittendo nel corso degli anni (da Pelosi, uno dei “ragazzi di vita” che si autoaccusò subito; alle incongruenze e contraddizioni emerse dalle indagini e nel processo; dalla ritrattazione dello stesso Pe-losi fatta a 30 anni di distan-za fino ad arrivare ad altri elementi venuti alla luce che

Morte di un Poeta: Pasolini

hanno dato modo agli inqui-renti di riaprire il caso).

In questa sede vogliamo sola-mente dare voce alla poesia, alla cultura, che una notte di 35 anni fa è stata fatta tacere.

Le commemorazioni per ri-cordare questo grande poeta si sono svolte ad Ostia, con il Sindaco Alemanno che ha deposto una corona di fio-ri in via dell’Idroscalo, dove sorge un monumento in ri-cordo dell’artista. Cerimo-nia semplice e, al contempo, toccante. “Tappa finale di un percorso voluto forte-mente dal Sindaco”, come ha tenuto a dire Giacomo Vizzani, Presidente del XIII Municipio. A cura dei Par-chi Letterari Pier Paolo Pa-solini e del Centro Habitat Mediterraneo LIPU OSTIA, dal 2 al 30 Novembre gli eventi sono stati moltepli-ci: da Mostre fotografiche (SCATTI PER PASOLINI di MARIO DONDERO); al CORNER NELLE BI-

BLIOTECHE con volumi dedicati su e di Pasolini, presso le Biblioteche Elsa Morante e Sandro Onofri; ATTIVITA’ DIDATTICHE LABORATORIALI NELLE SCUOLE DI OSTIA, in cui sono state fatte visionare foto e documenti di Pasolini e della sua epoca come testi-monianza della trasformazio-ne urbanistica di Ostia, da borgata a Municipio, e della storia dello scrittore stesso;

Irene Conti VIDEOPRIEZIONE AR-CHITETTURALE, in cui Piazza Anco Marzio, tramite un team di artisti e tecnici , è stata illuminata con foto e video tratte dal lavoro di Pa-solini. Vogliamo finire con una po-esia significativa dell’artista in cui parla dell’Italia del tempo. Chissà cosa avrebbe detto del nostro Paese oggi, se fosse ancora vivo.

ALLA MIA NAZIONE

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo anticoMa nazione vivente, ma nazione europea:

e cosa sei? Terrra di infanti, affamati, corrotti, governanti impiegati di agrari, prefetti codini,

avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,

una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!Milioni di piccoli borghesi come milioni di porciPascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,

tra case coloniali scrostate ormai come chiese.

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Anno I n1, 15 dicembre -15 gennaio 2011

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Il 29 Novembre è morto l’ultimo vero, grande ma-estro del nostro Cinema. Mario Monicelli si è suici-dato, come suo padre, de-cidendo di non lasciare al dolore di scegliere per lui. Nato a Viareggio nel 1915 si era laureato in Storia e Filosofia.

Il suo esordio alla regia av-viene insieme ad un altro grande regista, Steno, con il quale realizza una serie di film per Totò, cuciti su misura per il comico (Totò cerca casa; Vita da cani; il mitico Guardie e ladri).

Dagli anni ’50 in poi sforna una serie di perle in cui met-te in evidenza tutte le debo-lezze, i vizi, le virtù dell’Italia e degli italiani, dimostran-dosi un grande osservatore e narratore. Esempi sono “I soliti ignoti”, ancora un cult anche tra i giovani, del ’58;

Monicelli: l’ultimo Maestro

“La grande Guerra”, nel 59; “L’armata Brancaleone”, del ’66; il successivo “L’armata Brancaleone alle crociate”, del ’70, “Amici Miei – Atto I e Atto II”, del ’75 e dell’’82;

Cultura e Spettacolo

“Un borghese piccolo picco-lo”, del del ’77; “Il marchese del Grillo”, dell’’81; “Il male oscuro”, del ’90, quasi un presagio di ciò che sarebbe successo.

Il cinema piange sicuramen-te l’ultimo rappresentante di una starordinaria generazio-ne di registi irripetibile.

Dal 7 al 12 Dicembre, pres-so il Teatro Italia, sarà di sce-na “Non solo bolero”, uno spettacolo di danza in cui si alterneranno grandi ca-polavori della musica, quali i Carmina Burana di Orff, Amores di Ovidio, il Bolero di Ravel a musiche originali e canzoni popolari di tipo ir-landese, spagnolo, dal sapore etnico e con un ritmo sem-pre più incalzante e coinvol-gente fino al climax finale con un Bolero strepitoso.

La scena è essenziale, costitu-ita da un tavolo e sei sedie, che diventano, mano mano un carro usato per trainare pietre, poi una taverna, poi

Non Solo BOLEROuna osteria, poi un luogo dove le persone si ritrovano insieme, dove ognuno rac-conta la propria storia, in un vortice di emozioni mirabo-lanti.

Mvula Sungani, attraverso le proprie coreografie piene di fisicità e dinamicità ed una colonna sonora raffinata e intensa, riesce con noncha-lance a portare lo spettatore da un luogo all’altro a secon-da delle diverse melodie in modo continuo, senza sba-vature.

Kledi Kadiu, noto come bal-lerino televisivo, interpreta, qui, dai Carmina Burana al Bolero, i balletti di cui è pro-

tagonista con una classe, una forza, una intensità ed un carsima notevoli, mai esposti fin’ora, forse perchè non ha potuto esprimere il suo ta-lento al meglio.

In questa performance è affiancato da un cast ecce-zionale, che nulla ha da in-vidiare ai grandi tersicorei classici come Nureyev o Ba-ryshnikov per tecnica, ritmo e potenza, oltre che per la

passione. In più i fisici scol-piti, quasi fossero disegnati da uno scultore rinascimen-tale, sono una gioia non solo per lo spirito ma anche per gli occhi. Il che non guasta.

Spettacolo in alcune parti soave e leggero (sulle mu-siche folk ed etniche ad esempio), ma anche duro intimista, capace di scavare nei meandri dei sentimenti e far vibrare tutte le corde del-le emozioni. Danza, musica, effetti di luce all’avanguardia per un mix perfetto di emo-zioni piene di sfaccettature e di una classe che non si ve-deva da un pò.

I.C.

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Città e RegioneCalabria

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Periodico mensile di cultura registrato presso il Tribunale di Velletri il 30.06.2009 n°14/09

Anno I15 Dicembre- 15 Gennaio 201100040 Pomezia (Roma)Italia

Direttore Responsabile:Francesco De [email protected]

Editore:Antonio Armenia

Grafica:Simone Stoppioni

Redazione Ostia e LitoraleIrene ContiSilvia Sbianchi

Grazie Per La Collaborazione Alla Scuola Per L’infanzia“M. Montessori1” Di Casal Palocco, Nelle Maestre : Alessandra Paoli Denise Bedon.

Per il supporto tecnicoRomano Mulas

Sito Internet:

www.cittaeregione.it

Chiuso in Redazione in data:15.12.2010

Piccoli Artisti Scuola Per l’infanzia “M. Montessori”

Casal Palocco

Si Ringrazia per la collaborazione le MaestreAlessandra Paoli

Denise Bedon

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