chiropratica nuovo orizzonte della salute # 9

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RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Agosto 2006 - NUMERO 9 La bocca ed il corpo Tensione della dura madre La filosofia chiropratica Comunicare col corpo Ricerche sulla Chiropratica IN QUESTO NUMERO: NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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Rivista dell'Associazione Pro Chiropratica Italiana

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Page 1: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 9

RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Agosto 2006 - NUMERO 9

La bocca ed il corpo

Tensione della dura madre

La fi losofi a chiropratica

Comunicare col corpo

Ricerche sulla Chiropratica

IN QUESTO NUMERO:

NUOVO ORIZZONTEDELLA SALUTENUOVO ORIZZONTE

Page 2: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 9

Florica Cimpoies Lavoro nel campo del-l’arte da circa 20 anni. La mia formazione artistica comincia in Romania nel 1976 al liceo artistico di Arad. Ho proseguito i miei studi in Quebec dove ho ottenuto un Diploma in Arti Plastiche nel Dicem-bre 1986.òlE mie priorità sono di ordine umanisti-co: l’incontro delle dimensioni della real-tà, dell’immaginario e del sogno che per me costituiscono una sola realtà!Vive e lavora in Quebec, Canada.

EDITORE:Associazione Pro Chiropratica Italiana

REDAZIONE:Ruelle Laurent Revel, 2 - 11017 Morgex (AO)

Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349www.prochiropratica.com

www.chiropratica.comE-mail: [email protected]

direttore responsabile: Enrica FERRI

REGISTRAZIONE:presso la cancelleria del tribunale civile

e penale di Aosta il 23-06-1995Pubblicità: A.P.C.I.

COMITATO DI REDAZIONE:Enrica Ferri

Louise La RueAntonio Gil

Baiju Khanchandani

IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA:Tipografi a Marcoz s.n.c.

Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (AO)Tel. e fax 0165.809640

L’Editore non si assume alcuna responsabilitàcirca dati, opinioni o conclusioni espressi

dai vari collaboratori di questa pubblicazione.

Di questo numero sono state stampate

14.000 copie

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

EDITORE:

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

SommarioNessuna notizia, buona notizia! pag. 3

Tensione della dura madre. La madre di molti problemi “ 4

La bocca ed il corpo. Parte terza “ 7

Rotture “ 9

Comunicare col corpo “ 13

La fi losofi a chiropratica: scienza in evoluzione. Parte seconda. “ 18

Ricerche sulla chiropratica che tutti dovrebbero conoscere! “ 25

Scienza e chiropratica: l’importanza delle nuove tecnologie “ 29

Scultura cuoio e acrilico su pannello di legno - F.to 60x90

Page 3: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 9

3Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006

Nessuna notizia, buona notizia!Louise La RuePresidente Associazione Pro Chiropratica Italiana

L’opinione del Presidente

L’autunno arriva e arriva anche il ritorno a scuola.Libri, quaderni, penne e matite; palestre, corsi, cambi d’orari e organizzazione....Questo periodo sembra fatto apposta per farci perdere quel po’ di calma e relax che le vacanze estive ci hanno dato.Con l’autunno tutto sembra susseguirsi ad un ritmo frenetico che non ci lascia pace: i vestiti per l’inverno, i nuovi sci, bi-sogna cambiare i pattini perché il piede è cresciuto, il vaccino per i nonni... miseria... la visita dal dentista, quasi la di-menticavo! E il chiropratico? E la prevenzio-ne per i nostri figli sempre più sottoposti a stress e tensioni? Per non parlare poi degli zainetti che devono sobbarcarsi quoti-dianamente da e per la scuola!Anche quest’anno l’Associazio-ne Italiana Chiropratici indice la “Settimana della Chiropratica” che si terrà dal 20 al 25 novembre presso i Chiropratici che aderi-scono all’iniziativa: sarà possibile sottoporsi a visite chiropratiche gratuite per conoscere il nostro profilo di salute dal punto di vi-sta chiropratico.Perché non cogliere quest’oc-casione e sottoporre i nostri fi-gli a questo controllo gratuito che ci permetterà di verificare la presenza o meno di scolio-si, di atteggiamenti posturali scorretti e di tensioni che, la-sciate a se stesse potrebbero poi portare a problemi più gravi?La prevenzione comincia fin da

piccoli e se i nostri figli sono controllati dal dentista, dal pediatra, dall’oculista e dal l’otorinolaringoiatra, perchè dal chi-ropratico no?Ricordate che la colonna vertebrale deve essere controllata durante la sua crescita perché tutti i traumi, le botte e le cattive posture lasciano segni indelebili che a lun-go andare si accumulano e comprometto-no la buona salute del corpo intero. Approfittatene subito e chiamate l’As-sociazione Italiana Chiropratici (tele-

fono verde 800 017806) per conoscere la lista dei chiropratici che aderiscono all’iniziativa.Per conoscere meglio tutto quello che la chiropratica può fare per i vostri figli vi consiglio di collegarvi al sito www.chiro.org/pediatrics/ dove troverete un’infini-ta di articoli, ricerche e notizie relative alla salute dei vostri pargoli.Dal punto di vista della legge per il rico-noscimento della Chiropratica a livello Italiano tutto tace...

Vorrai per le vacanze estive, vor-rai per il cambio di governo e per il fatto che i deputati e senatori devono riorganizzarsi, vorrai poi che il riconoscimento delle pro-fessioni legate alle cosiddette medicine alternative o emer-genti non venga ritenuto così importante o urgente fatto sta che in Italia nulla sembra andare avanti.Vi ricorderete che gli unici pae-si europei a non avere una di-sciplina sulla chiropratica sono Spagna, Grecia ed Italia e che ci avviamo a diventare le Mitiche Maglie Nere in questo campo... Ebbene è notizia di poche set-timane fa che in Spagna sarà aperta un’università di chiropra-tica e che la legge sembra essere in dirittura d’arrivo!Se c’impegniamo ancora un po’... arriveremo sicuramente ultimi, come sempre!Buona lettura a tutti e non dimen-ticate di fare la prevenzione chiro-pratica; almeno in questo campo, voi lettori, non siate ultimi!

Anche gli alberi hanno bisogno del chiropratico!

Page 4: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 9

NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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TENSIONE DELLA DURA MADRELA MADRE DI MOLTI PROBLEMIDr. Pieter Stockelynck D.C.

“Mi fa male dappertutto”.“Mi sento sempre stanco”.“Non riesco a trovare la posizioneper dormire e mi sveglio più stanco di prima’”.“Vado avanti più con la forza di volontàche con la forza reale”.“Ho sempre qualcosa che non vaperò quando faccio gli esami non trovanomai niente e poi diconoche sono fissato o che mi invento le cose”.

Nel centro Sanrocco sono frasi che sentia-mo dire tutti i giorni, una decina di volte. Sono invece tante le persone che si lamen-tano di dolori oppure di un malessere ge-neralizzato che va e viene e che può colpire varie parti del corpo. Dopo anni di studio e ricerca, abbiamo trovato che molte volte questi sintomi sono causati da tensione della dura madre.Come già detto sopra, la tensione della dura madre può creare una varietà di sin-tomi che si manifestano soprattutto sotto forma di:• Mal di testa (frontale, alla nuca che può

aumentare flettendo la testa in avanti o semplicemente tossendo o starnutendo)

• Pesantezza intorno agli occhi con dimi-nuzioni della vista

• Dolori cervicali diffusi• Dolori alle spalle• Dolori dorsali• Dolori e stanchezza alle braccia che au-

mentano flettendo la testa in avanti• Mal di schiena in generale• Dolori sacrali e al coccige soprattutto

quando seduto• Dolori e stanchezza alle gambe• Dolori mestruali

La chiropratica

Page 5: Chiropratica Nuovo Orizzonte della Salute # 9

5Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006

• Rigidità vertebrale al risveglio• Problemi di malocclusione • Pseudo tunnel carpale• Stanchezza cronica, malessere generale,

sensazione di vuoto, ‘fibromialgia’, verti-gini, problemi di concentrazione

• Pseudosciatica: dolori ad un braccio o ad una gamba, tipo sciatica o brachialgia, possono essere causati dalla tensione du-rale dovuta alla trazione dei nervi spinali che fuoriescono dalla dura madre. Posso-no imitare i sintomi di un’ernia del disco che non trova riscontro con un’ indagine di risonanza magnetica o TAC.

Se prolungata nel tempo, la tensione du-rale può provocare un avvicinamento “anormale” delle vertebre con conseguen-te schiacciamento dei dischi e può predi-sporre alla formazione di una protrusione o un’ernia (specialmente a livello cervica-le).Tutti questi sintomi potrebbero aumenta-re al risveglio oppure quando si assumono posizioni particolari (es. stare molto tempo

seduti o molto tempo in piedi). CHE COS’È LA DURA MADRE?La dura madre è una membrana che fa par-te delle meningi, essa avvolge il cervello ed è unita a tutte le suture craniche, scende attraverso il “FORANEM MAGNUM” e al-l’interno delle prime tre vertebre cervicali, dove è attaccata e dopo di che passa libera attraverso le altre vertebre per poi di nuovo allacciarsi all’articolazione sacrococcigea.Normalmente, la dura madre non è sotto tensione e permette il movimento libero del midollo spinale all’interno della colon-na vertebrale. Però, quando essa va in ten-sione può creare irritazione alle suture craniali, alle vertebre e ai nervi provo-cando dolore in diverse parti del cor-po. Un’altra conseguenza della tensione durale potrebbe essere l’impedimento del flusso naturale del liquido cerebro-spinale che è stimolato dalla respirazione come una pompa: molte volte la tensione du-rale blocca questo meccanismo creando una debolezza generale di tutti i muscoli.

Sapendo che respiriamo mediamente 12 volte al minuto per 24 ore al giorno le per-sone affette da tensione durale indeboli-scono il corpo “12 volte al minuto per 24 ore al giorno”; è quindi facile capire che le persone con questo problema si sentano sempre stanche, soffrano di un malessere generale ed abbiano una soglia di resi-stenza bassissima a tutto.Come si può vedere la dura madre gioca un ruolo molto importante per la salute ed il benessere di ognuno.Quando la dura madre funziona normal-mente e non interferisce con il meccani-smo della circolazione del liquido cere-bro-spinale la colonna vertebrale è più flessibile e permette una mobilità corretta. Quando la dura madre va in tensione il movimento del midollo spinale è limitato e di conseguenza crea trazione sui nervi che fuoriescono da essa: se questa tensio-ne interferisce anche con il meccanismo del movimento del liquido cerebro-spi-nale può causare tantissimi sintomi e

La chiropratica

1. Pia Mater2. Dura Mater3. Nervo Spinale4. Ramo Comunicante5. Ramo Ventrale6. Ramo Dorsale7. Radice del Ganglio Dorsale8. Radice Dorsale9. Radice Ventrale

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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Nato in Belgio ha studiato prima 4 anni presso l’Università di Lovanio (Belgio) dove si è lau-reato in fi siochinesiterapia e tecniche della riabilitazione e poi altri 4 anni presso l’Anglo-European College of Chiropractic a Bourne-mouth (Inghilterra) dove ha ottenuto il titolo di Doctor of Chiropractic.Per un anno ha lavorato in Belgio dove ha se-guito e assistito vari chiropratici.

Specializzato in varie tecniche come la Kine-siologia Applicata, il B.E.S.T., il S.O.T. e la ria-bilitazione sportiva. Dal 1996 lavora presso il Centro Sanrocco Chiropratica di ComoE’ stato consulente chiropratico per la Juven-tus F.C. nelle stagioni 1999 - 2000, 2000 - 2001, 2001 - 2002.Membro dell’AIC (Associazione Italiana Chiro-pratica) e dell’European Chiropractors’ Union.

Breve Curriculum vitae

La chiropratica

disturbi in tutto il corpo che possono sembrare non correlati fra loro ma che in realtà lo sono. E’ per questo che la tensione durale può dare una marea di sintomi ed imitare innumerevoli patologie che non trova-no riscontro diagnostico strumentale. La nostra esperienza ci ha insegnato che molte volte i sintomi causati dalla tensione durale, soprattutto nei casi di traumi sacra-li, si possono manifestare anche dopo 8/10 anni.

COSA PUÒ CAUSARETENSIONE DELLA DURA MADRE?• Traumi es.: cadute (sul sedere), incidenti

automobilistici, specialmente il colpo di frusta.

• Parto• Anestesia generale• Postura sbagliata (es.: posizioni forzate

davanti al computer, ecc.)• Ortodonzia (specialmente in pazienti che

peggiorano dopo l’applicazione di un byte/placca)

• Aderenze causate da intervento alla co-lonna vertebrale

Aff rontare la tensione durale e corregger-la è una procedura di priorità nel nostro programma di terapia alla Sanrocco dove vediamo tanti pazienti che hanno già ef-fettuato varie terapie (fi siochinesiterapia, FANS, iniezioni antidolorifi che, manipola-zioni ecc.) senza ottenere risultati. Invece quando il problema della tensione durale

è stato corretto, vediamo che il corpo ri-prende a funzionare bene e tanti disturbi spariscono automaticamente; secondo la nostra esperienza, questo succede solita-mente nell’arco di due mesi.Anche se le problematiche causate da que-sta tensione sono già state descritte negli anni ’20 da Speransky, allievo di Pavlov, nel suo libro “Una base per la teoria della medicina”, non è ancora stato trovato un esame diagnostico-strumentale per iden-tifi carla. Grazie alla Kinesiologia Applicata, tramite i test muscolari, i nostri chiropratici non sono solo in grado di identifi carla ma anche di correggerla.

COME UN CHIROPRATICOAFFRONTA E CORREGGELA TENSIONE DURALE?Tramite manipolazioni molto specifi che delle suture craniali, delle prime vertebre cervicali e dell’articolazione sacro-cocci-gea, che sono i punti dove la dura madre è attaccata. I nostri chiropratici sono in grado di eliminare la tensione durale, e noi della Sanrocco non ci fermiamo qui, cerchiamo sempre di scoprire perché la dura madre è andata in tensione, soprattutto quando non è causata da un trauma, da parto, da anestesia totale, per poi eliminarne la cau-sa a monte, indipendentemente dai sinto-mi che comunque spariscono quando il problema di base è stato corretto. Questo fa sempre parte della tecnica chiropratica sanrocco. Dopo una terapia iniziale, non

solo diamo suggerimenti per come evitare che il problema si ripresenti, ma consiglia-mo anche, secondo le problematiche del singolo paziente, controlli periodici per mantenersi in buona salute.

Bibliografi a

1. Blum, Charles L., The Eff ect of Movement, Stress

and Mechanoelectric Activity Within the Cranial

Matrix. International Journal of Orthodontics,

Spring 1987, Vol. 25, No., 1-2, pp. 6-14.

2. Bogduk N: The innervation of the lumbar spine.

Spine 8:286-293, 1983

3. Breig A: Biomechanics of the Central Nervous Sy-

stem, Stockholm: Almquist and Wiksell. 1960

4. Butler DS: Mobilisation of the Nervous System,

Melbourne: Churchill Livingstone. 1991

5. Butler DS, Giff ord L: The concept of adverse

mechanical tension in the nervous system. Part

one: Testing for ‘dural tension’. Physiother 75:622-

629, 1989

6. Butler DS, Giff ord L: The concept of adverse mecha-

nical tension in the nervous system. Part two: Exa-

mination and treatment. Physiother 75:629-636,

1989

7. Crisera P. DC: Energetica Craniosacrale: Frontiere

del Concetto Craniosacrale Vol 1. La Piccola Editri-

ce Italy. 1998.

8. Goldberg MPH, DC: Fibromyalgia: Understanding

Its Causes and Resolution. Today’s Chiropractic.

Nov-Dec 1998

9. Goodheart G, DC DIBAK: Dural Torque and Muscle

Linkage: Applied Kinesiology and Kinesiologic Me-

dicine: New Concepts and Developments, Castello

Edditore; Sept. 2000

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7Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006Come chiropratica e odontoiatria collaborano

La bocca ed il corpoParte terzaDr. Daniele Chiesamedico chirurgo specializzato in odontostomatologia

Il DENTEIl dente è senza dubbio una delle parti del nostro corpo che ha sempre vissuto una vita molto difficile.Erroneamente è sempre stato giudicato causa di atroci dolori e sofferenze e spes-so ha terminato prematuramente la sua esperienza terrena gettato nella pattumie-ra accompagnato da epiteti non ripetibili.Vedremo adesso di rivalutare questo or-gano, spesso vittima della nostra incuria e delle nostre fobie.Un “grande filosofo” diceva sempre ai suoi pazienti:”Ricordate che la natura i denti li regala due volte, la terza li pagate”infatti le dentizioni naturali sono due la DECIDUA e la PERMANENTE I denti decidui (dal latino:decidùu.: cade-re) sono comunemente chiamati “denti da latte” anche se erompono a partire dal 6°mese, quando l’allattamento è in fase terminale e iniziando lo svezzamento, il latte dovrebbe diventare un ricordo.In totale sono venti,dieci superiori e dieci inferiori e si dividono in incisivi, canini e molari.Iniziano a formarsi dalla sesta settimana di vita intrauterina e alla nascita le corone sono già presenti nella mandibola. Con il passare dei mesi sviluppano le radici ,ini-ziando il cammino verso la superficie.Mentre è ancora inglobato nell’osso il den-te raggiunge quasi le dimensioni definiti-

ve. Le ossa, mandibola e mascellare, che li dovranno accogliere sono però di dimen-sioni troppo piccole per ospitarli tutti già belli allineati; pensiamo alle dimensioni della faccia di un neonato rispetto ad un bimbo di sei mesi o di un bambino di sei anni rispetto ad un adulto.La natura, che ha sempre soluzioni razio-nali per tutto, ha ovviato disponendoli nel-l’osso leggermente accavallati l’uno all’al-tro come le carte da gioco e ruotati. Questo è la ragione perché, con grande preoccupazione delle mamme, i primi decidui erompono “storti”; sarà poi la cor-retta azione di spinta della lingua a disporli in maniera ordinata, stimolando anche la crescita dell’osso.I Permanenti sono in totale 32 e nel loro tragitto verso la superficie seguono, in condizioni fisiologiche, le radici dei deci-dui che vengono gradualmente erose.L’estrazione prematura dei decidui può portare ad una mancata o non corretta eruzione. Il dente è formato da una parte che emer-ge dalla gengiva, la Corona e dalle Radici che sono all’interno dell’osso.La corona è formata da un tessuto partico-larmente duro e robusto: lo smalto.Questo tessuto ha una durezza elevatissi-ma, pari a quella del vetro, però facilmente aggredibile dagli acidi e totalmente privo di innervazione propria. Al di sotto dello smalto troviamo la dentina.Questo tessuto è meno robusto dello smal-to, è di aspetto poroso poiché contiene al suo interno i sottili filamenti nervosi che partendo dal nervo del dente, giungono fino a contatto dello smalto. Questi filamenti sono i responsabili della sensibilità chimica e termica del dente.

Quando mangiando un cibo dolce e avver-tiamo una sensazione di fastidio o peggio di dolore al dente, significa che si è aperta una “via”, esempio una carie, che permette allo zucchero di arrivare alla dentina irri-tando le terminazioni nervose che a loro volta avvertono il cervello che “qualcosa” non va. Le radici sono costituite da dentina rico-perta all’esterno dal Cemento.Il Cemento è il tessuto che fa da tramite fra il dente e l’osso con la mediazione del pa-rodonto (cfr. glossario).All’interno della corona, protetto dallo smalto e dalla dentina, vive tranquillo il nervo. La parte di nervo all’interno della corona si chiama Polpa coronale, quella nelle radici Polpa radicolare.La polpa è costituita, come tutte le strut-ture sensibili, da tessuto nervoso ricco di recettori termici, chimici e pressori, da ar-terie che portano il sangue fresco, da vene e tessuto linfatico che drenano il sangue refluo e i prodotti catabolici del nervo.Questo tessuto nervoso è una diramazione dei tronchi del trigemino che trasporta alla corteccia cerebrale le preziose informazio-

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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ni sul funzionamento di tutte le strutture della bocca.Osservando la corona di un dente, si nota-no sulla sua superfi cie delle protuberanze, le cuspidi, intervallate da avallamenti, le fosse.Questa morfologia permette ai denti di incastrarsi fra loro quando chiudiamo le arcate per deglutire e triturare il cibo du-rante la masticazione.I denti si diff erenziano fra loro per forma e funzione e si dividono in:• Incisivi • Canini• Premolari• MolariGli INCISIVI, frontali e laterali, sono quattro superiori e quattro inferiori.Di forma squadrata hanno la funzione di incidere e tagliare il cibo e sono dotati di una sola radice per cui non sono in grado di sopportare carichi eccessivi.Nella dentatura corretta, cioè fi siologica,

essi non si toccano ma si sfi orano appena.I CANINI, quattro in totale, sono vestigia delle zanne, la loro radice è la più lunga di tutte. Pur avendo perso la funzione di “azzannare”, essi rivestono un ruolo fonda-mentale nella guida della bocca in chiusu-ra.I PREMOLARI, otto in totale, hanno una struttura intermedia fra i canini e i pre-molari e sono responsabili dei primi atti di schiacciamento in masticazione.I MOLARI, dodici in totale, compresi i ter-zi molari o denti del giudizio, sono denti molto robusti, pluriradicolati.La presenza di radici plurime e molto ro-buste è legata allo schiacciamento e la tri-turazione del cibo (molare: da mola).Durante la masticazione, per azione dei muscoli elevatori, esempio il massetere e il temporale, si scaricano sui molari forze no-tevoli dell’ordine di decine e decine di Kg.E’ stato calcolato che la potenza massima teorica degli elevatori vari dai 210 ai 400 Kg. Il valore medio di carico sui molari, in una dentatura completa e fi siologica si ag-gira dai 50 ai 110 Kg cm2.Oltre al ruolo nella masticazione, i molari hanno un’altra funzione fondamentale, il mantenimento della corretta altezza e po-sizione di chiusura delle arcate.

PRINCIPALI PATOLOGIE DENTALICome già visto il dente è un organo robu-stissimo in grado di sopportare forti carichi e stress ma... ha nemici che non perdona-no: i batteri.La bocca, come tutte le cavità corporee a

contatto con l’esterno, ha una ricca fl ora batterica, costituita sia da batteri “buoni” sia da “cattivi” in perfetto equilibrio fra loro. Questo equilibrio è particolarmente delicato e fragile e talora basta poco per alterarlo e... prevalgono i batteri patogeni con comparsa di infi ammazioni e quindi infezioni.Lo smalto viene facilmente aggredito dagli acidi che i batteri secernono nei processi di disgregazione dei residui alimentari non rimossi con lo spazzolamento.Da questa aggressione si sviluppa la carie.Se la carie non viene aff rontata subito, ecco l’importanza delle visite di controllo anche in assenza di sintomatologia, l’aggressione prosegue approfondendosi nella corona verso la camera pulpare.Giungendo al nervo i batteri creano uno stato infi ammatorio che crea lieve dolen-zia a fi tte lievi.Senza un rapido intervento terapeutico l’infi ammazione peggiora e con essa la sin-tomatologia.Se dall’infi ammazione si passa all’infezio-ne... ecco la notte in bianco...

Nato a Genova nel 1955, Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1982 Università degli Studi di Genova Specializzazione in Odontostomato-logia nel 1985.Dal 1987 membro dell’Accademia italiana di Kinesiografi a ed Elettromiografi a Cranio-Man-dibolare (AIKECM - www.AIKECM.it).

Ideatore della Tecnica di “Coronoplastica in Deglutizione” nel 1988, pubblicata nel testo: Bazzotti - Boschiero “Principi di occlusione neuromuscolare” CEA Milano. Dal 1989 docente AIKECM ed attuale Segreta-rio Culturale. Fellowship (I.C.M.O.) Internatio-nal College of Cranio Mandibular Orthopedic

(USA), in Ortopedia Cranio Mandibolare nel 1997. Diploma triennale AIKA (Accademia Italia-na Kinesiologia Applicata). Dal 2003 insegnante (Rapporti occlusione postura) al corso di laurea in Podologia Università di Genova. Relatore a corsi e congressi nazionali ed internazionali. Li-bero professionista odontoiatra in Genova.

Breve Curriculum vitae

Come chiropratica e odontoiatria collaborano

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9Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006

ROTTURE

Ia novella

Cecilia Tudorscrittrice

Oggi è una settimana che mio marito è sta-to operato alla gamba destra. Era partito alle due del mattino, carico per una spedizione in alta montagna. Andava a caccia e ammirava il far del giorno, accom-pagnato da un amico, Tito, cacciatore pure lui. All’altezza di 2400 metri si era riparato dietro una roccia; il suo amico rimaneva a qualche centinaio di metri. Rimanevano immobili perché il vento non portasse il loro odore d’uomo verso gli animali.La calma liscia del cielo nell’azzurro dove viravano tele cotonate di nuvole, il silenzio dell’aria trasparente e piacevole, rinfrescan-te oppure tiepidamente confortante secon-do dell’inclinazione del sole, pervenivano a distrarli della rude missione di scrutare gli angoli della montagna aperta e a fissare la preda ricercata con i binocoli, che fosse ca-priolo o camoscio.I panini farciti di prosciutto fresco, i quadrati di cioccolato sgranati come le ore scandite, hanno cadenzato il tempo senza fine men-tre i due cacciatori si scambiavano indica-zioni con un gran roteare di braccia “Laggiù! Laggiù!”, verso improbabili ombre a quattro zampe.Piccole frane così rapide e impreviste come gli animali invisibili hanno precipitato l’at-tesa.Ma niente. Hanno soltanto visto nelle prime ore, dei gruppi di caprioli che saltavano poi si fermavano bruscamente, fiutando l’aria fino alla punta della coda, poi si dileguava-no nel colore caldo del terreno.Verso le tre del pomeriggio, mio marito è ridisceso con il suo amico, prendendo un sentiero facile che serpeggiava più in bas-so tra rododendri e mirtilli. Un sassolino, per caso da queste parti, per sfidarlo, un

sassolino rotondo, bello, che dava voglia di metterlo in bocca e di succhiarlo come una caramella, scivolò sotto il suo piede destro.Mio marito si è ritrovato stupidamente sdraiato per terra, la sua caviglia in una posizione idiota, nel senso assurdo di guar-dare di lato, verso l’esterno della gamba, la tibia e il perone rotti in una frattura aperta. Portava scarpe per camminare invece delle scarpe di montagna. Il sassolino è scivolato sotto la suola, si è sentito stridere e si è ritro-vato incastrato in un interstizio della suola.Mio marito chiama Tito:“- Non posso alzarmi...-Fai uno sforzo, vedrai, non è niente, alzati!”Non può muovere. La sua gamba non ri-sponde più agli ordini e non è più nell’asse del ginocchio.“-Credo che bisogna chiamare i soccorsi... l’elicottero: sono incapace di alzarmi e co-mincia a far freddo, il sole sta sparendo die-tro quella cima, là...Allora prendi il mio cellulare nella tasca esterna del mio zaino e chiama il 118.”Tito prende il cellulare, e compone il 118 tremando.“-Pronto! Sono io! Il mio amico si è rotto la gamba...Dove siamo?...Ma...in montagna, porco cane! Dove? Dove??? Ma, di fronte a noi c’è una montagna e dietro anche... Cosa? Quale montagna? Beh... Di fronte c’è una montagna...-Passami il cellulare, presto! Pronto? Il 118? Sì, sono scivolato e ho la gamba destra rot-ta, non posso muovere. Ecco, siamo a nord nella Val Meriana, sui 2000 metri, su un pia-noro, sotto il cono di deiezione della punta del Barbeston... D’accordo, aspettiamo.”Mio marito aveva capito lo sgomento del suo amico. Tra l’altro, qualche giorno dopo mi chiamò a casa:

“-Sai, ho paura di dirlo...e soprattutto non dir niente a tuo marito... La notte, prima di partire con lui, avevo sognato che mi ero rotto la gamba, ti giuro, doveva toccare a me, non a lui, e non dirgli niente... Dirà che porto sfiga... Che disgrazia! Ah! Che disgra-zia! Dovevo cadere io, non lui! Non vorrà mai più andare a caccia con me!”In poco meno di un quarto d’ora, l’elicottero sorvolava i due sfortunati. Il posto non era propizio ad un atterraggio. Dovettero pro-cedere al salvataggio con il verricello. L’amico cacciatore, mogio mogio, triste, ri-prese la strada da solo, con i due fucili sul-le spalle verso la valle e due lunghe ore di cammino l’aspettavano.Ogni passo sarà stato un rimorso così come l’ossessione di confrontarsi più in là con mio marito che gli aveva rubato la caduta ma non la colpa.

Sarebbe dovuto stare tranquillo, in ospeda-le e a casa, per qualche tempo. Il chirurgo ortopedico di turno quel pomeriggio gli ha chiesto:“- Lei ha un’assicurazione privata?Sa, se vuole, Lei può scegliere me come chi-rurgo... La tratteremo meglio, starà in una camera da solo, sarà operato al più presto e potrà stare in ospedale qualche giorno in più per riprendersi meglio...”“- No, mi dispiace, adesso chiedo a mia mo-glie di verificare nei miei documenti, ma mi sembra che qualsiasi tipo d’intervento non sia stato contemplato dalla mia polizza di assicurazione...”Non ci fu alternativa, per fortuna: mio ma-rito fu trattato alla stregua degli altri, come un uomo con tante qualità ma senza assi-curazione privata. Niente più parola fu scambiata a questo

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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proposito dal chirurgo di turno a caccia di privilegiati. L’operazione di contrappasso prese fine nell’indifferenza completa del paziente a cui sembra che niente sia stato chiesto in segreto, in assenza di testimone. L’indifferenza apparente passa spesso per una forma di rispetto negli ambienti in cui è in gioco la salute fisica o mentale delle persone. È invece un sopruso, un’offesa che non ha niente a che vedere con la sto-ria delle tre scimmie che non vedono, non sentono, non parlano.Gli hanno messo un chiodo e due viti, dalla caviglia al ginocchio.

Un medico, in ospedale, fa il suo giro come lo fa un prete nel suo ambiente per le sue pecorelle. Non chiede “Permesso!” prima di varcare la soglia della camera dei degenti sofferenti; entra sulla punta dei piedi, nel timore di es-sere riconosciuto, richiamato per una cura urgente o una delucidazione sullo stato di salute da parte di uno di loro. Sarebbe, per esempio, una pura perdita di tempo fermarsi per controllare, con l’istinto di chi vuol bene, il clima di una camera di degen-ti, annusare e capire che manca l’aria nuova perché le finestre sono sempre chiuse. In ospedale, i preti, dopo aver consultato la lista delle persone ricoverate presso la se-greteria del servizio, cercano i loro amma-lati: ognuno ha la propria parrocchia, anche in ospedale; passano come un’ombra tra i letti per non invadere o contaminare il cam-po dell’altro socio o rivale. Chi di loro, così come i medici, farà del suo meglio per ter-rorizzare, ingannare gli sdraiati, i contorti? Avete notato che un medico non si siede mai vicino al malato? Prende invece le sue distanze, fa come l’animale dominatore del branco vincente. Fatti reali. Falli reati.Gara spietata!Nessun’assicurazione, né in terra né in cie-lo! Solo minacce partigiane, sottintese, non proferite, solo pensate. “La tua colpa è quel-la di esistere ancora da sdraiato e noi, preti

e medici, sopportiamo appena e neanche a lungo, chi sta in piedi, quindi datti una re-golata se vuoi campare.” La posizione dell’ammalato, disteso, per di più su un letto, ha qualcosa di indecente e insopportabile. L’avvilimento in persona caratterizza chi si trova in ospedale o altrove, su di un letto. Rammento le fotografie scattate nei Lager, alla Liberazione. Non sembravano, nella ri-presa fotografica, prigionieri ma ammalati o pigri che non si degnavano alzarsi davanti ai fotografi. Rammento i poveri affamati, da tutte le parti del mondo che ho visto, stremati: quelli che dormono su giornali spiegazzati su una panchina, sotto un portico, rannic-chiati, in posizione fetale; rammento i morti lasciati per strade e campi, durante la guer-ra, e il cui ricordo si è trasformato nella mia mente in una litania di nomi che mi sono inventata per non dimenticarli.La dignità di Cristo - nella rappresentazione figurativa - sta nell’essere stato inchiodato sdraiato sulla Croce, ferito a morte ma an-cora degno di regnare, stimato poiché la Croce è stata infissa, in seguito, nel suolo: in piedi, dunque, Cristo guarda, con occhi fiduciosi i cuori dei buoni. I medici, invece, dimostrano il coraggio dei loro bidoni vuoti, godendo dell’obbedienza e della sottomissione dei loro protetti. All’ordine del giorno, tuttora, tocca ai pa-zienti in attesa di essere operati, il penoso clistere amministrato spesso durante le ore dedicate alla visita di parenti.“- Scusate Signore, Signori, Vi preghiamo, dovete uscire un momento...”La padella, provocatoriamente e casta-mente nascosta sotto un foglio di carta, su-scita l’attenzione: la sua forma da piatto di portata, di frutta, alla moda, larga e spazio-sa, si scorge per prima, mentre l’infermiera sceglie la preda nella stanza. I ricoverati sanno a chi tocca. La porta è rinchiusa. Si sente, di là della porta, gemiti di sollievo,

degli “Ahhh, Ohhh” che la dice lunga sulla faccenda che sta compiendo con buona volontà esatta e pretesa dal corpo medico anonimo. La pozione in stato inverso am-ministrata alla futura vittima non gli per-mette di trattenere i dolenti sospiri dovuti al litro e mezzo d’acqua e camomilla, som-ministrato da un’infermiera che, di solito, penetra l’ano con una cannula, come un antro oscuro, vorace, da scansare. “- Te la infilo io, la cannula! Così impari ad andare a caccia! Poveri animali...L’avete scampata bella... Adesso, chi si caga addos-so dalla paura? Non siete voi... e la cannula è entrata storta. Ecco, fatto bene.”Pena la paura che la cannula stia lì ancora a lungo a bucare la parete dell’intestino, la vittima aspetta con viso commosso il ritor-no dell’infermiera, che con fiera mancanza di delicatezza, tirerà fuori l’aggeggio male-detto. Si chiama “La vendetta di chi non l’ha mai avuto infilato”.Conviene avere, nel reparto di ortopedia, un cuore di leone. Conviene non badare ai colpi che infermieri e badanti danno, “inav-vertitamente”, ai pesi sospesi. L’assoluta im-mobilità dei degenti di quel reparto fanno di loro degli arresi.Mio marito, per fortuna, non si arrende.È stato dimesso due giorni dopo l’operazio-ne. Sono andata all’ospedale e l’ho riporta-to a casa. I primi metri sulle stampelle, non ancora usate, furono per lui un’impresa ardua. Chi è stato sdraiato per otto giorni, deve, secondo gli specialisti di questo re-parto, ritrovare il senso dell’equilibrio in un batter d’occhio. Ho pensato a quel gioco che facevamo da piccoli e che faceva ridere tanto i grandi at-torno a noi: ci pizzichiamo un orecchio con la mano del lato opposto, facciamo dieci giri su noi stessi tenendo un bastone ficcato nella terra o nella sabbia. Alla fine dei die-ci giri, dobbiamo metterci a correre verso una persona che ci chiama. È l’ovvietà: non ci si dirige nella buona direzione, facciamo ridere a crepapelle gli spettatori impietosi.

La novella

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11Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006

Nata all’estero, fuori dal-l’Europa, s’innamora del-l’Italia quando studia la sua seconda lingua al li-ceo. Decide, a diciotto anni di proseguire la sua vita là. Diventa insegnante. Scrive in tre lingue.Autrice di “Il pazzo di via Galbosso” Editrice Vita Nuova.

Breve Curriculum vitae

Siamo in balia del nostro senso dell’orien-tamento.Così è stato per mio marito. Ma non ho riso.

Per tre giorni è rimasto buon buono a letto a farsi coccolare. Lunedì mi ha chiesto di accompagnarlo in uffi cio perché solo i liberi professionisti sanno la fatica che ci vuole a trovare lavoro, a procurarselo, a svolgerlo. Per due giorni, andò tutto bene. Rimase in uffi cio otto ore ogni giorno, spostando-si sulla sedia del computer, a tre rotelle, di quelle che vanno per conto loro.Oggi mi telefona all’una:“_ Sai dove sono? Sono andato a prendere la macchina nel parcheggio sotterraneo davanti al mio uffi cio e sono andato a casa dei miei per fare loro compagnia durante il pranzo e per mangiare un boccone anch’io ...Ah, Ah, Ah...”Non ci ho più visto. Sono folle dalla rabbia. Tutti i nostri amici, medici, veterinari, av-vocati, operai hanno tutti detto in coro di non far follie, soprattutto nella vita di tutti i giorni perché l’abitudine frega il disattento. Bisogna essere prudenti e accorti. Per anda-re dai miei suoceri, bisogna aff rontare una strada in salita, lungo la quale non si può parcheggiare, ci sono scalini alti, stretti e pericolosi per salire a casa, anche per una persona in piena salute.Il “Signore” fi da la buona sorte, deve muo-versi; guida ed è un pericolo pubblico, an-che se la sua Audi possiede il cambio auto-matico e anche se dice che è facile guidare col piede sinistro.Mi domando perché fa tanta fatica a capire che abbiamo bisogno l’uno dell’altro op-pure, trattandomi come una femmina, mi domando chi crede di essere. In eff etti, è il ritratto di suo padre che ebbe un infarto cinque anni fa. I medici gli dis-sero che si sarebbe rimesso bene ma che doveva calmarsi, doveva scegliere delle attività tranquille, fare passeggiate e non più sforzi. Fu il combattimento di Davide

e Goliath. Chi di mio suocero o dei medici vinceranno?Adesso, dopo cinque anni passati a zappa-re la vigna, a curare le viti, a bagnare i prati, a fare la vendemmia e il vino, a passare otto giorni e otto notti a fare la grappa, si è di nuovo ammalato. Il cuore ha una forza di eiezione del 26% invece del 60%. Non sta quindi più in piedi. Fare uno scalino, per lui, corrisponde a fare una salita di parecchi metri. Gli manca la forza nelle ginocchia, non ha più appetito, ma ha una Mercedes nuova, miliardi in banca, come mio marito ha la “100 Milioni” e fa parte dei - “ Forse Ricchi”- il club degli Audisti, col cambio au-tomatico.Sono uomini del Rinascimento? Capaci di tutto? Maestri delle sfi de a se stessi? E agli altri?Ho voluto l’assistenza di mio marito, l’estate scorsa, per installare l’irrigazione a pioggia nel nostro giardino. Il “Signore” non ha tempo. Farebbe troppa fatica a chinarsi fi no a terra! Ci sono cose più importanti da fare.Io sto già male per conto mio. Ho vissuto questa rottura con apprensione, cercando di avere un orario di lavoro fl es-sibile, cercando di pianifi care la spesa, gli spostamenti per esser di aiuto.Venerdì scorso, a dieci giorni dall’operazio-ne, gli telefona l’amico cacciatore che era con lui durante l’infortunio.

“-Allora, domani ti vengo a prendere: andia-mo a caccia di cinghiali. Tu, ti metti sul pra-to, seduto e aspetti... Se passa un cinghiale, spari... Allora d’accordo?”“- Bene, vediamo come mi sento domani... Non è una cattiva idea...Ti ringrazio. Ciao!”Mio marito non osava contrariare l’ignoran-za di Tito. In ospedale, gli aveva mostrato la radiografi a della gamba rotta. Siccome quell’uomo non aveva mai visto cosa simi-le, prese lo stesso il foglio rigido e funebre, lo scrutò a diritto e a rovescio, esaminò con attenzione il nero e il bianco, chiese a che cosa si riferivano le tracce lattiginose, chie-se a che cosa serviva quel ferro di 25 cen-timetri, che di solito, è sicuro, lo sa, serve ad armare il cemento... Consigliavo a mio marito, con gomitate veloci e pressanti, di rinunciare a quella comunicazione cabali-stica che rischiava di metterci in una situa-zione incresciosa.Credevo fosse uno scherzo, invece era la realtà. Gli uomini che stanno di stanza a casa loro, pensano di infl iggere una specie di atto di sadismo per indurire l’amico. Un cacciatore è come l’alpino che non è riu-scito ad essere. Anzi, è probabile che non abbiano fatto il loro servizio militare.

Domani chiedo il divorzio perché c’è una razza di uomini, in realtà, una sola razza a parte, che è la razza degli egoisti, che non mi merita.

Ia novella

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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13Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006Psicologia

COMUNICARE COL CORPORoberto VincenziPsicologo

PREMESSANegli anni Sessanta, gli studiosi di psico-logia e gli esperti di comunicazione che lavoravano assieme presso il Mental Re-search Institute, nella città di Palo Alto, in California, portarono avanti i loro studi partendo da queste considerazioni sulla comunicazione:• è impossibile non comunicare; • la comunicazione utilizza diversi registri

contemporaneamente e non si riduce alle parole dette;

• la comunicazione va quindi letta a più li-velli contemporanei.

Queste affermazioni sono particolarmen-te vere e verificabili, se ci riferiamo alla comunicazione cosiddetta “non verbale”, cioè quella che passa attraverso il nostro corpo.E’ relativamente facile, infatti, quando siamo di umore “normale”, controllare il linguaggio, stare attenti a quello che dicia-mo, parlare o non parlare, usare una parola al posto di un’altra.Non facilissimo del tutto, però, se il nostro umore é agitato, o se ci attraversano forti emozioni.In queste occasioni, il nostro vero io, le nostre vere intenzioni vengono rivelate, in modo inconscio, cioè non percepibile, dai gesti che facciamo, e da come ci compor-tiamo.Il nostro corpo, spesso a nostra insaputa, e nonostante i nostri tentativi di controllo consapevole, trasmette continuamente in-formazioni su di noi e sul nostro reale stato d’animo.Vedremo quindi come, chi sa leggere que-sti messaggi, riesca a comprendere quello che pensiamo e possa verificare se, quel-lo che diciamo con le parole, si accorda o

meno con quello che “dice” il linguaggio del nostro corpo.

IL LINGUAGGIO DEL CORPOAnalizzando la vasta gamma di messaggi che il nostro corpo può trasmettere, pos-siamo distinguerli in varie categorie, a se-conda della modalità espressiva: • i movimenti del corpo: i gesti, il gestico-

lare, gli atteggiamenti, le posture (cioè le posizioni che assumiamo col corpo), le espressioni del viso, le contrazioni muscolari o la distensione muscolare, la velocità o la lentezza del movimento, la ripetizione del gesto;

• i cosiddetti fenomeni paralinguali: il riso, il pianto, i battiti delle ciglia, lo sbadiglio;

• il modo col quale parliamo, la velocità nel parlare o la lentezza, le pause del discor-so, il silenzio

• i fenomeni fisici involontari, rilevabili a vista, come mettersi a sudare improvvi-samente, il tremito, arrossire, impallidire, l’erezione nell’uomo, la pelle d’oca, i ca-pelli e i peli che si rizzano, i capezzoli che

diventano duri, fino ad arrivare al collasso e allo svenimento

• i fenomeni fisici involontari, non rilevabili a vista, come l’aumento o la diminuzione della pressione sanguigna, la variazione dei battiti del cuore, le sostanze come l’adrenalina, che vengono immesse dalle ghiandole nel nostro organismo di fronte a particolari situazioni, l’ipersecrezione gastrica, la famosa acidità di stomaco, le contrazioni dell’intestino (specie nella zona del colon)

• la prossemica, cioè la distanza alla quale ci mettiamo rispetto alle altre persone o alle cose

• la comunicazione umana che passa at-traverso l’olfatto o il contatto diretto del corpo

Tutti questi fenomeni sono stati, e sono, oggetto di attenzione nell’ambito della psicologia e nello studio sulla comunica-zione.L’utilizzo di uno di questi metodi espressivi o la combinazione di alcuni di loro, riesce ad esprimere molto spesso il nostro reale

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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atteggiamento, rispetto alla situazione che stiamo vivendo.

ESEMPIAssistendo ad uno spettacolo che mi in-teressa, é probabile che sulla sedia io stia ben dritto e fermo, coi muscoli del collo e della schiena irrigiditi, gli occhi ben aperti e le orecchie tese a non perdere una sola parola.Se viceversa lo spettacolo é noioso, e sono stufo di star lì ad annoiarmi, magari mi guardo in giro qua e là, sperando di coglie-re qualcosa di interessante, o manifesto comunque il mio disappunto muovendo le gambe, o compiendo una serie di piccoli movimenti del corpo.Se la noia é veramente grande, può anche darsi che la mia mente si stacchi dalla real-tà, e che il mio corpo man mano si rilassi

per quanto consentito dalla poltrona e in seguito ..... sopravvenga il sonno.Se invece sono alla partita, e la mia squa-dra segna un gol, é molto facile che mi ritrovi in piedi a gridare, senza nemmeno aver percepito di essermi alzato.Se ci troviamo a parlare tra amici, e sono in-teressato a quello che si dice, mostro la mia attenzione stando voltato col corpo fron-talmente rispetto a chi mi parla, lo guardo in viso, mi chino col busto in avanti.Se invece mi ritrovo a guardare fuori dalla fi nestra, o a guardare spesso l’orologio, o sono voltato da un’altra parte rispetto a chi mi parla, oppure non guardo mai verso la sua direzione, é molto probabile che quel-lo che viene detto non mi interessi, o che non mi interessi la persona che sta parlan-do nel corso di una trattativa commercia-le, gli uomini d’aff ari si impegnano anche

a dare ai loro interlocutori l’impressione della massima calma e sicurezza interiore; per questo motivo modulano la voce di gola in maniera “maschia”, parlano con una certa lentezza, non muovono molto il cor-po... per quello che si vede al sopra della scrivania, ma se una telecamera potesse inquadrare le gambe ed i piedi di questi signori, allora si noterebbero movimenti nervosi e ripetuti del piede e della cavi-glia, contrazioni muscolari delle gambe e tutta una serie di fenomeni che rivelano la tensione alla quale sono sottoposti in quel momento.Sono in macchina con un amico, che guida in maniera spericolata, e non voglio dirgli che ho paura, ma mi accorgo all’improvvi-so, che le dita della mia mano sono diven-tate tutte bianche, per la forza con la quale sto stringendo la maniglia, mentre cerco o fi ngo di chiacchierare amabilmente.Mi si avvicina, per salutarmi, una persona che ha della simpatia per me, mentre a me questa persona non piace, e mi ritrovo con le spalle rialzate e contratte come chi non vuole essere abbracciato.Sono in ansia, aspettando l’arrivo di una persona cara, e chissà come mai mi trovo vicino alla fi nestra a guardare in strada.Di esempi ce ne sarebbero veramente tan-ti; quel che si potrebbe fare, é cercare di guardare gli altri in modo diverso; non li-mitarsi ad ascoltare le parole, cercare inve-ce di cogliere i segnali trasmessi dal corpo. La nostra capacità di comunicare e riceve-re la comunicazione potrebbe aumentare molto più di quello che ci aspettiamo.

Psicologia

Sono nato a Genova nel 1949, la psicologia mi interessava fi n da ragazzo, ed ho percorso una lunga serie di esperienze, che mi hanno portato a diventare Psicologo Psicoterapeuta, iscritto al-l’Ordine degli Psicologi della Liguria.Dal 2004 sono associato al CIRS (Centro Inter-disciplinare per Ricerca e la Formazione in Ses-

suologia) diretto da Jole Baldaro Verde; assieme agli altri soci (psicologi, psichiatri, ginecologi, neurologi, medici) abbiamo elaborato uno stu-dio sulla coppia oggi.Dall’aprile 2006 sono iscritto all’Albo dei Consu-lenti Tecnici (CTU) del Tribunale di Genova.Dal maggio 2006 sono docente presso la “Scuo-

la di Psicoterapia Istituzionale” di Genova, dove svolgo lezioni sulla psicoterapia.Attualmente la mia principale attività è costitui-ta dal lavoro in studio privato, rivolto a pazienti adulti aff etti da nevrosi; in collaborazione con psichiatri e neurologi, mi occupo anche di pa-zienti borderline o psicotici.

Breve Curriculum vitae

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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SARDEGNAFRONTEDDU SEBASTIANO NUORO - NU - Viale del Lavoro, 13 - Tel. 0784.257036 CAGLIARI - CA - Via Alziator 15 - Tel. 070.389119

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TOSCANAALBARELLO JOSEPH SIENA - SI - Viale Sardegna 37/12 - Tel. 0577.281049ANDRESINI JOHN VIAREGGIO - LU - Via Don Bosco 193 - Tel. 0584.54635 LUCCA - LU - Viale G. Puccini, 1780 - Tel. 0583.511051 LUCCA - LU - Viale G. Puccini, 1780 - Tel. 0583.511051ATTANASIO KORINNA PISA - PI - Via Matteucci 38 sc.G/6 - Tel. 050.581312 CECINA - LI - Corso Matteotti, 22 - Tel. 0586.630920BELIG RALPH AMED FIRENZE - FI - Via Passavanti 4 - Tel. 055.574972BENSEN GEARY LUCCA - LU - Via Romana 231 - Tel. 0583.490115BERGSTROM ERIK PISA - PI - Via Matteucci 38 sc. G/6 - Tel. 050.581312 MONTECATINI - PI - Corso Matteotti, 107 - Tel. 0572.911124ESTIBAL GERARD FIRENZE - FI - Viale Gramsci, 12 - Tel. 055.289891 VIAREGGIO - LU - Via Cesare Battisti, 184 - Tel. 0584.943148FARNESI ALBERTO MARINA DI PISA - PI - Via Milazzo, 92 - Tel. 050.35646 PISA - PI - Via Manzoni 10 - Tel. 050.24124 TIRRENIA - PI - Vione Vannini - Tel. 050.39497VON HOFSTEN CECILIA MARINA DI PISA - PI - Via Milazzo, 92 - Tel. 050.35646

TRENTINO ALTO ADIGEGEISE KEITH TRENTO - TN - Largo Nazario Sauro, 22 - Tel. 0461.236756STEFANO MARIO VILLA LAGARINA - TN - Via Salisburgo, 15 - Tel. 349.4373864 RIVA DEL GARDA - TN - Viale Dante 47 - Tel. 0464-521210ZWEIER ROBERT RIVA DEL GARDA - TN - Viale Dante 47 - Tel. 0464.521210

UMBRIAALBARELLO JOSEPH PERUGIA - PG - Via Costa di Prepo 3A - Tel. 075.5005363IVES GREGORY TERNI - TR - Via Barbarasa 46 - Tel. 0744.404129

VALLE D’AOSTAPELLISSIER EDDY AOSTA - AO - Loc. Borgnalle 10 - Tel. 329.7606156

VENETOBATTISTON ANGELO MONSELICE - PD - Via Gambarare 2 - Tel. 389.2762588 MONTEGROTTO T. - PD - Via San Mauro, 32 - Tel. 389.2762588 PADOVA - PD - Via Pellizzo 3 - Tel. 389.2762588DEEGAN MATTHEW VICENZA - VI - Viale Verona 90 A - Tel. 0444.960738KRAGT GRUEN ERICK VILLORBA - TV - Viale della Repubblica 19 - Tel. 0422.420513KRAGT MICKAEL PADOVA - PD - Via Montà, 110/C - Tel. 049.8900066 MESTRE - VE - Via Daniele Manin, 91/1 - Tel. 041.972304 PADOVA - PD - Via Montà, 110/C - Tel. 049.8900066MITCHELL PATRICIA BELLUNO - BL - Via per Nogaré‚ 47 - Tel. 0437.33041SOUTH STEPHEN VICENZA - VI - Via dell’ Industria, 67 - Tel. 0444.966230SPADON RENZO VITTORIO VENETO - TV - Via Guerrini 5/7 - Tel. 0438.553548

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La filosofia chiropratica:scienza in evoluzione. Parte seconda.Bruce H. Lipton, Ph.D.Professore associato di anatomia - University of Wisconsin

La filosofia chiropratica di D. D. Palmer forniva una spiegazione dei principi im-piegati nella sua arte di guarigione. Pal-mer dichiarava che le funzioni vitali erano “controllate” dall’Intelligenza Innata, che era a sua volta sotto il controllo di un’In-telligenza Universale (spirito). Egli definì inoltre “acquisita” l’intelligenza che si ac-quista attraverso le esperienze della vita. Tale Intelligenza Acquisita fornisce all’In-telligenza Innata una conoscenza del-l’ambiente in cui l’organismo si trova e nel contempo serve a “mantenere, riparare e regolare la struttura scheletrica...” in un ambiente in costante cambiamento. 1ALe percezioni dell’Intelligenza Acquisita rappresentano le “convinzioni” personali e queste convinzioni guidano il compor-tamento dell’Intelligenza Innata. Secondo Palmer “l’Intelligenza Acquisita imprime sull’Intelligenza Innata i suoi pensieri, in-dirizzandone, più o meno, le funzioni. 1BSe le esperienze di apprendimento sono piene di errori e percezioni errate, allora

l’Intelligenza Acquisita, inavvertitamen-te, può guidare nella direzione sbagliata l’operato dell’Intelligenza Innata onni-sciente. Palmer disse che “l’Intelligenza Acquisita disturba e preoccupa l’Intelli-genza Innata quando tenta di assumere il controllo in cose che l’Intelligenza Innata conosce e conoscerà sempre mille volte meglio”. 1CSi riferiva al fatto che le percezioni erra-te dell’Intelligenza Acquisita potrebbero causare la malattia, il “mal-essere”, se tra-smettessero informazioni sbagliate al-l’Intelligenza Innata. Palmer asserì inoltre che una delle principali cause di malattia era rappresentata dall’Autosuggestione, cioè dall’Intelligenza Acquisita che parla da sola. 1DD. D. Palmer fu espulso dalla Palmer School of Chiropractic undici anni dopo aver fondato la scienza chiropratica. In seguito, la sua filosofia venne alterata, eliminando il concetto di “spirito” dall’In-telligenza Innata e quello di Autosugge-stione - il ruolo della mente sulla materia - come causa di “mal-essere”.Queste nozioni, considerate troppo me-tafisiche o religiose, vennero eliminate nel tentativo di rendere la chiropratica più scientifica, più accettabile per il mon-do “convenzionale”. Negli ultimi ottanta anni, la professione è stata sottoposta al tentativo sommerso di allineare la scienza chiropratica a quella allopatica, in quanto i biologi hanno fatto grandi passi avanti nel capire i meccani-smi della vita.Attualmente, la biologia convenzionale riconosce che le caratteristiche fisiche e il comportamento di un organismo sono definiti dalle sue componenti proteini-

che. Poiché la natura delle proteine è “programmata” nel DNA, la scienza medi-ca riconosce la seguente scala gerarchica per ciò che riguarda il flusso di informa-zioni all’interno di un sistema vivente: DNA>RNA>Proteina. Basandosi su questo schema, il pensiero contemporaneo della biomedicina è preoccupato dal concetto del determinismo genetico, la convinzio-ne che l’espressione vitale di un organi-smo sia in primo luogo sotto il “controllo” dei suoi geni.Con l’approssimarsi del nuovo millennio, la ricerca cellulare d’avanguardia presenta oggi una visione profondamente diversa. La differenza principale riguarda il fatto che i geni non sono autoemergenti. 2 Ciò significa che sono incapaci di attivar-si o disattivarsi da soli, che non possono “controllare” la propria espressione. Ov-viamente questo fatto contrasta con il concetto secondo cui i geni “determina-no” le nostre caratteristiche.Come sono allora controllati i geni? Al-l’interno del nucleo cellulare, le molecole di DNA (materiale genetico) sono incap-sulate in uno strato di proteine regola-trici. I geni nascosti (ovvero incapsulati nell’involucro proteico) sono inattivi. La rimozione dello strato di proteine espone il gene e permette la sua attivazione. La combinazione e il rilascio delle proteine regolatrici sono controllati da “segnali ambientali”. 3,4 Di conseguenza, il “con-trollo” attivo dell’espressione cellulare è nelle mani dell’ambiente e non risiede nel dominio dei geni.Contrariamente alla teoria della regola-zione genetica, la versione rivista del flus-so di informazioni rivela che l’ambiente rappresenta la sorgente primaria di con-

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trollo: 2 Ambiente > proteine regolatrici > DNA > RNA > ProteineL’elaborazione delle informazioni ambien-tali e la sua traduzione in comportamen-to biologico sono effettuate dalla mem-brana cellulare, la “pelle” delle cellule. 5,6 La membrana separa l’ambiente esterno alla cellula dall’ambiente interno che le è proprio, il citoplasma. La discussione che segue fa riferimento all’illustrazione qui a fianco. (foto 1)I dispositivi di ingresso (INPUT) della cel-lula sono i recettori proteici presenti su entrambe le superfici della membrana. I recettori rivolti verso l’interno “leggono” le condizioni ambientali del citoplasma. Essi ricevono informazioni circa il pH del citoplasma, il bilancio salino, il potenziale di membrana, la disponibilità di metabo-liti e di energia e altri parametri relativi alla fisiologia della cellula.I recettori proteici disposti sulla superfi-cie esterna della membrana forniscono alla cellula informazioni sull’ambiente esterno. Tali informazioni, trasmesse dai recettori esterni, permettono alla cellula di “navigare” nel suo microcosmo. I recet-tori interni si occupano di bisogni viscera-li, quelli esterni regolano principalmente i comportamenti somatici; ne consegue che le informazioni esterne influenzano profondamente il comportamento e il ci-toscheletro della cellula.Per ELABORARE le informazioni ambien-tali (es. convertire i segnali in risposte bio-logiche), i recettori “attivati” si uniscono a proteine complementari denominate effettori.L’attività di tali proteine, che compren-dono canali ionici, enzimi e parti del ci-toscheletro, è controllata da proteine-re-cettori. 6Il comportamento (OUTPUT) è mediato da effettori attivati. Gli effettori fungono principalmente da “interruttori” o “mes-saggeri secondari” che “attivano o disat-

tivano” percorsi proteici più complessi all’interno della cellula. Gli effettori proteici regolano i percorsi citoplasmatici, che includono, tra gli altri, motilità, digestione, eliminazione delle scorie e respirazione. Anche il sistema MNEMONICO della cellu-la, i geni, è controllato dalla membrana. A volte le cellule ricevono segnali ambien-tali che necessitano di risposte specifiche, ma, può avvenire che siano sprovviste, nel citoplasma, delle proteine necessarie ad attivare il comportamento richiesto. In tal caso, complessi proteici recettore-ef-fettore attivati sono in grado di bersaglia-re le proteine regolatrici che ricoprono specifici geni.Questi “messaggeri” della membrana, det-ti fattori trascrizionali, alterano il legame delle proteine regolatrici provocandone il distacco dal DNA e dunque esponendo i geni specifici che devono essere letti. 3,4. Questo è il meccanismo con cui i “segna-li ambientali” controllano l’espressione genetica. Venendo a contatto con nuovi ambienti, la cellula è in grado di adatta-re dinamicamente la sua lettura genetica per soddisfare qualunque esigenza am-bientale.Di conseguenza, la risposta strutturale e comportamentale della cellula rispecchia l’ambiente esterno dell’organismo.Il ruolo primario dell’”ambiente” nel con-trollo dell’espressione genetica emerge

da recenti studi sulle cellule staminali. Le cellule staminali, analogamente alle cellule embrionali multipotenziali, proli-ferano formando vaste colonie di indivi-dui indifferenziati. Il destino di sviluppo di tali cellule può essere “controllato” spe-rimentalmente intervenendo a regolarne l’ambiente. I segnali ambientali attivano i fattori trascrizionali delle cellule stamina-li, i quali a loro volta selezionano specifici programmi genetici che ne controllano la differenziazione. 7,8I geni sono “programmi” codificati che rendono in grado l’organismo in quanto individuo e le specie nel loro complesso di sopravvivere. Tali programmi possono essere suddivisi in due gruppi funzionali. Un gruppo, che rappresenta i meccani-smi di “accrescimento”, è espressamente concepito per provvedere alla costruzio-ne fisica e al mantenimento fisiologico. Tuttavia, un organismo che possedesse soltanto meccanismi di accrescimento tanto varrebbe chiamarlo “cibo” e sareb-be destinato a una rapida estinzione. Le minacce ambientali sono gestite dal secondo gruppo di geni, che codificano programmi di “difesa”. Questi geni rendo-no possibili meccanismi fisici e compor-tamenti che sono impiegati in situazioni di pericolo. 9Sopravvivenza = Programmi di accresci-mento + Programmi di difesaI comportamenti di difesa non procurano

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accrescimento e vice versa. Comporta-menti di accrescimento e comportamenti di difesa richiedono entrambi un consu-mo di energia da parte dell’organismo. La capacità di un individuo di crescere e riprodursi dipende in ultima istanza dalla quantità di energia disponibile a soste-gno di questo processo. Ma anche la sua capacità di difendersi dipende dalla stes-sa fonte di energia.Quando adottano comportamenti di difesa, gli organismi prelevano energia dalle loro riserve, lasciandone meno per i processi di accrescimento. In condizioni estreme di stress ambientale, la doman-da di difesa può esaurire la disponibilità energetica al punto che l’organismo muo-re per incapacità di sostenere le normali funzioni metaboliche. In parole povere, la sopravvivenza è inversamente propor-zionale al fabbisogno di difesa. Maggiore difesa equivale a minore accrescimento.Sopravvivenza = Accrescimento/DifesaI comportamenti di accrescimento sono associati al carattere dell’attrazione. Gli or-ganismi sono “attratti” dagli elementi del-l’ambiente che ne favoriscono il sostenta-mento (es. cibo, acqua, aria, il compagno o la compagna...). Al contrario, i compor-tamenti di difesa sono più spesso asso-ciati alla repulsione. Le risposte difensive a stimoli di minaccia sono caratterizzate da una “postura” che riflette la tendenza a evitare il pericolo. I comportamenti di accrescimento e di difesa possono essere prontamente distinti osservando la moti-lità delle cellule. Le cellule che esprimono accrescimento “vanno verso” (attrazione) gli stimoli ambientali di sostentamento, mentre le cellule che esprimono difesa si allontanano (repulsione) dagli stimoli di minaccia. Il comportamento degli or-ganismi unicellulari sembra avere un an-damento di tipo “digitale”, o vanno verso gli stimoli positivi (+) o si allontanano da quelli negativi (-) (foto 2).Studi recenti sui meccanismi di control-

lo molecolare sostengono questa natura “digitale” del comportamento regolatore. Si è constatato che le cellule possiedono interruttori “in serie” che, collettivamente, sbarrano percorsi di accrescimento, pas-sando a comportamenti di difesa, in ri-sposta a uno stress ambientale. 10, 11, 12 Accrescimento e difesa sembrano essere comportamenti reciprocamente esclusivi: una cellula non può essere contempora-neamente in modalità di accrescimento e di difesa. Semplicemente, non può avan-zare e recedere allo stesso tempo.L’interazione dinamica tra segnali am-bientali e geni di accrescimento-difesa ha prodotto l’evoluzione di una “Intelligenza Innata” che ha consentito alle cellule di “leggere” i segnali ambientali e invocare appropriati meccanismi di sopravviven-za. Per i primi tre miliardi di anni di vita, la Terra era abitata da organismi unicel-lulari che sopravvivevano impiegando un’Intelligenza Innata individualizzata. Cinquecento milioni di anni fa, singole cellule si unirono, formando “colonie” in cui le cellule stesse potevano mettere in comune la consapevolezza del proprio ambiente. Più consapevolezza significa maggiori probabilità di sopravvivere per l’organismo.Le prime comunità erano solo “associa-zioni senza vincoli” in cui tutti gli indivi-dui esprimevano le stesse funzioni. In qualunque momento una cellula poteva lasciare la colonia, dividersi e dare inizio

per conto suo a una nuova colonia. Le colonie cellulari originarie contenevano da un minimo di quattro a un massimo di varie centinaia di individui e le comunità multicellulari avevano bisogno di un lin-guaggio di comunicazione, perché la so-pravvivenza dipende da organizzazione e coordinazione delle attività comunitarie. Nei gruppi di piccole dimensioni, la co-municazione era coordinata da quelli che furono i primi neurotrasmettitori, nonché dalle frequenze vibrazionali, scambiati liberamente tra le cellule saldamente uni-te. 13Con l’evolvere dei meccanismi di intelli-genza comune, le colonie di maggior suc-cesso riuscirono a sostenere popolazioni cellulari più ampie. Giunse un momento in cui le colonie furono fisicamente così grandi, che svolgere tutti lo stesso “lavoro” divenne improduttivo. Le comunità mag-giori cominciarono a suddividere i com-piti legati alla sopravvivenza tra i membri della popolazione. Ciò diede luogo alla differenziazione, un processo in cui le cel-lule cominciarono a esprimere funzioni specializzate, per esempio, in quanto ele-menti epiteliali, ossei e nervosi.Nelle comunità fisicamente grandi di cel-lule, la maggior parte dei costituenti non è in contatto diretto con l’ambiente. Per necessità, un sottogruppo di cellule si specializzò nella lettura dell’ambiente e nella trasmissione delle “percezioni” alle cellule che si trovavano all’interno. Que-

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ste cellule deputate alla gestione delle in-formazioni divennero il sistema nervoso dell’organismo.Oggi, singole comunità cellulari possono essere costituite da miliardi di miliardi di cellule. Per esempio, gli esseri umani rappresentano una comunità sociale di 50-70 miliardi di miliardi di cittadini. Ogni cellula umana, come un’ameba, è un’en-tità libera, dotata di Intelligenza Innata e capace di rispondere appropriatamente al suo ambiente “locale” (cioè al suo tes-suto-specifico). Attraverso l’azione del sistema nervoso, ogni singola cellula è anche influenzata da un ambiente molto più esteso, quello con cui si trova in con-tatto l’intero organismo. 9 Una cellula epatica sa come vanno le cose nel nostro fegato, ma, grazie al sistema nervoso, è anche consapevole di ciò che ci succede sul lavoro e nei rapporti perso-nali. (foto 3)Come viene qui illustrato, le cellule ricevo-no segnali ambientali attraverso il sistema nervoso centrale. Per l’esattezza, ricevono una “percezione” dell’ambiente quale è interpretato dal cervello “educato”.Il nostro sistema nervoso cataloga circa quattro miliardi di segnali ambientali al secondo. Il suo ruolo principale è di “leg-gere” l’ambiente e adeguare appropriata-mente i comportamenti di accrescimento e difesa allo scopo di assicurare la soprav-vivenza. I sistemi mnemonici si sono

evoluti per facilitare la gestione delle in-formazioni immagazzinando esperienze precedentemente “apprese”. I ricordi, che rappresentano percezioni, sono archiviati secondo che siano funzionali all’accresci-mento o che richiedano una risposta di difesa. Nella filosofia chiropratica, queste percezioni apprese costituiscono l’Intel-letto Acquisito, che è, per evoluzione, un derivato dell’Intelligenza Innata colletti-va.Come si è detto sopra, l’interruttore tra comportamenti di accrescimento e di di-fesa, negli organismi unicellulari, è di tipo “digitale”. Una singola cellula può solo muoversi avanti o indietro. Negli organi-smi costituiti da un gran numero di cellu-le, i segnali ambientali possono suscitare una risposta differenziata, “analogica”, in cui alcune cellule sono in modalità di ac-crescimento e altre in modalità di difesa.

Più uno stimolo è importante per la so-pravvivenza dell’organismo, più la ri-sposta risultante sarà polarizzata (+ o -). Nell’uomo, gli estremi delle due polarità possono apparentemente essere descritti come AMORE (+) e PAURA (-). L’amore è il carburante dell’accrescimento, mentre la paura lo blocca. Di fatto si può giungere a essere letteralmente “spaventati a morte”. (foto 4)La percezione delle minacce ambienta-li sopprime le attività di accrescimento di una cellula e la induce a modificare il citoscheletro adottando una “postura” di difesa. 9,14 La soppressione dei meccanismi di accre-scimento permette di conservare energia preziosa, necessaria all’attuazione dei comportamenti di difesa che sono in gra-do di salvare la vita dell’organismo.Un simile interruttore sistemico è in fun-zione nell’uomo, interruttore che blocca i processi di accrescimento e ci prepara per il lancio di una risposta di difesa. 15,16,17 Questo meccanismo di commutazione è rappresentato dall’asse ipotalamo-ipofi-si-surrene (Hypothalamus-Pituitary-Adre-nal, HPA). L’ipotalamo svolge la funzione di percepire e valutare i segnali ambien-tali. La percezione di uno stress lo induce a secernere un fattore di rilascio della cor-ticotropina (CRF) che, a sua volta, attiva determinate cellule dell’ipofisi, provocan-

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do il rilascio di ormone adrenocorticotro-pico (ACTH) nel sangue.L’ACTH stimola le ghiandole surrenali a secernere gli ormoni surrenalici. Questi ultimi costituiscono un “interruttore prin-

cipale” che regola i sistemi di attività di accrescimento-difesa e regola il flusso va-scolare in preparazione a reazioni di “resi-stenza o fuga”. In primo luogo, gli ormoni surrenalici sbarrano l’apporto di sangue

ai visceri e lo ridirigono ai tessuti somatici dell’organismo, il quale adotta una postu-ra difensiva. Il ridotto apporto ematico ai visceri implica la soppressione dei com-portamenti correlati all’accrescimento. In secondo luogo, gli ormoni surrenalici inibiscono direttamente l’azione del siste-ma immunitario il meccanismo di “difesa” interna.18 La funzione del sistema sur-renalico è proteggere l’organismo dalle minacce percepite nell’ambiente esterno. La soppressione da parte del surrene del sistema immunitario ad alto consumo energetico lascia più energia a disposizio-ne del sistema somatico. Di conseguenza, maggiore è lo stress cui si è sottoposti, maggiore la propensione alla malattia.Gli ormoni surrenalici ridistribuiscono anche l’apporto ematico al cervello, re-stringendo i vasi sanguigni del proence-falo e dilatando quelli del rombencefalo. Le situazioni di tipo resistenza/fuga sono gestite più efficacemente utilizzando comportamenti riflessi mediati dal rom-bencefalo. La limitazione dell’apporto ematico proencefalico sopprime il “ragio-namento esecutivo” o “logico”, poiché le risposte di tipo cogitativo, più lente, osta-colano in definitiva le reazioni di resisten-za o fuga. 19 Basti pensare al classico “blocco mentale” in risposta allo stress surrenalico-mediato da esame. Maggiore lo stress, minore l’ac-crescimento. L’interferenza con l’accresci-mento dovuta a stress cronico, conduce alla malattia, al mal-essere, perché l’or-ganismo diviene incapace di conservare adeguatamente la propria vitalità meta-bolica.

In conclusione, la medicina allopatica convenzionale comincia ora a rendersi conto del fatto che l’espressione genetica, la quale influenza i caratteri dell’organi-smo, è sotto il controllo dell’ambiente. La postura di accrescimento o di difesa dei tessuti e organi di un individuo è mediata

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dalla percezione che il sistema nervoso ha del suo ambiente. Ma le percezioni sono convinzioni e le percezioni errate possono potenziare o limitare in modo inadeguato i meccanismi fisiologici dando luogo alla malattia. Il ruolo di percezione e mente sta ormai diventando un punto cruciale dell’assistenza allopatica, alle prese con i misteri dell’effetto placebo e il ruolo dello stress psicosomatico. 20La capacità delle percezioni o convinzio-ni di promuovere la salute o la malattia è stata originariamente riconosciuta da D.D. Palmer. In chiropratica, infatti, le percezioni costituiscono l’Intelligenza Acquisita che tanto preoccupa e disturba l’Intelligenza Innata. Come egli ebbe a scrivere, “I fattori scatenanti della malattia sono traumi, veleni e autosuggestione”.1D L’autosuggesione (convinzioni persona-li, soliloquio dell’Intelligenza Acquisita) produce un’”azione autotraumatica rivol-ta contro qualunque organo o parte del corpo, modificando le funzioni corporee, eccitando o alleviando condizioni morbili mediante processi mentali, indipenden-temente dagli influssi esterni”. 1E Quando l’Intelligenza Acquisita percepisce uno stress ambientale, segnala il bisogno di una risposta di difesa. I comportamenti di difesa, mediati dal sistema nervoso so-matico, regoleranno la colonna in modo che assuma una postura difensiva. Consi-deriamo il rapporto tra un possente cane capobranco e un cane di rango inferiore. Quest’ultimo acquisirà una postura difen-siva di sottomissione, testa e corpo abbas-sati, per evitare di suscitare l’ira del ma-schio dominante. Dopo avere mantenuto questa postura a lungo (risposta difensiva cronica) la colonna del cane acquisirà evi-denti sublussazioni che condizioneran-no in modo negativo la sua salute. Una correzione vertebrale allevierebbe tali sublussazioni, ma, se poi il cane tornerà nello stesso ambiente, continuerà a per-cepire l’esigenza di assumere una postura

di difesa. In tali circostanze la mente ac-quisita del cane impiegherà meccanismi di autosuggestione che riporteranno la colonna alla sua condizione di sublus-sazione. Oltre alla correzione vertebrale, per restare esente da mal-essere, il cane dovrà dunque cambiare ambiente oppu-re cambiare le proprie percezioni. Come suggerisce Palmer, il chiropratico deve prendere in seria considerazione il ruo-lo dell’autosuggestione nel processo di guarigione. Se le correzioni bastano ad alleviare le sublussazioni, i problemi ge-nerati da un’Intelligenza Acquisita in erro-re possono richiedere una “rieducazione” quale mezzo per capovolgere le convin-zioni che producono il mal-essere.Nel 1907, i chiropratici respinsero la fi-losofia di D.D. Palmer in quanto troppo religiosa o metafisica. Nel tentativo di presentarsi in una veste più “scientifica”, negli ultimi novant’anni, la professione si è gradualmente spostata verso la scienza allopatica. Oggi, però, gli allopati hanno incomincia-to a cogliere le verità di Palmer. Se conti-nuiamo di questo passo, saranno presto più “chiropratici” dei chiropratici!

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20. Brown, W. A., “The Placebo Effect,” Scienti-fic American pp. 90-95, January 1998

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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25Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006

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Come usare il Koala nest:Inspirare e allacciare la fascia il più strettamente possibile a livello dell’anca indiff e-rentemente dal lato sinistro o destro. Chiudere la fascia con l’apposito velcro e allac-ciare la cintura di sicurezza. Posizionare il bimbo sul seggiolino con le gambe divari-cate. Il bambino può essere posizionato anche con il corpo rivolto verso l’esterno.

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Chiropratica e ricerche

RICERCHE SULLA CHIROPRATICAche tutti dovrebbero conoscere!Dr. Marco Caravaggio D.C.

Nella mia attività, porto avanti come una vera e propria missione l’obiettivo di aiu-tare le persone a comprendere il reale va-lore della cosiddetta “cura benessere” della chiropratica. Naturalmente esiste una ten-denza a ricorrere al trattamento chiropra-tico nei casi di lombalgia (LBP). Niente da ridire: in questo modo abbiamo aiutato milioni di persone in tutto il mondo affette da disturbi della regione lombare. Tuttavia, questa è solo una piccolissima parte di ciò che la chiropratica può fare. L’esempio che uso sempre quando mi rivolgo al mio staff è il seguente: tutti conosciamo quei robot da cucina supertecnologici, che arrivano anche a 15 funzioni (tagliano le verdure, spremono gli agrumi, impastano, shake-rano, frullano ecc.). Se spendessimo fior di quattrini per comprarne uno e poi lo utilizzassimo solo per farci una spremuta d’arancia la mattina, si può ben dire che non staremmo sfruttando appieno il suo valore. Questo è esattamente ciò che av-viene quando ricorriamo all’assistenza chi-ropratica solo per cercare di eliminare la dorsalgia, o magari per alleviare la cefalea o qualche altro dolore o indisposizione. Personalmente, vado dal chiropratico da quando avevo 15 anni. In vita mia mi sono sottoposto a migliaia d’aggiustamenti chi-ropratiche e sicuramente mi sottoporrò a mille altre ancora. E non ho seguito que-sto trattamento perché mi faceva male la schiena. Allora, che cos’è che io so e che la maggior parte degli altri ignora? Il sempli-ce fatto che l’assistenza chiropratica si con-centra sulla funzione del sistema nervoso. La ragione per cui lavoriamo sulla colonna vertebrale è che vogliamo avere accesso al sistema nervoso situato all’interno del-le ossa della colonna stessa. Una colonna

dalla funzionalità ottimale comporterà una migliore integrità del sistema nervoso, dunque un migliore funzionamento del-l’intero organismo. Se consideriamo la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci rendiamo conto che è una definizione ampia. Afferma che “la salute è uno sta-to di benessere fisico, mentale e socia-le completo e non solamente l’assenza di malattia o infermità”. Se guardiamo alla ricerca sui benefici di questa o quel-la forma d’assistenza in termini di salute, vediamo la componente fisica, che può essere studiata con il tipico metodo del “trial clinico randomizzato”, ma come pos-siamo misurare gli aspetti sociali e mentali del cambiamento provocato? Dobbiamo prendere in prestito alcuni criteri propri della ricerca sociologica. Usando questi metodi, è possibile misu-rare altri parametri della salute in quanto

benessere, come il miglioramento autova-lutato della qualità della vita, la riduzione dei costi sanitari, i comportamenti associa-ti alla diminuita morbilità e la soddisfazio-ne del paziente. Vorrei presentare in sintesi alcune ricerche innovative, condotte in merito all’assisten-za chiropratica per evidenziarne i benefici in termini di benessere.Un articolo di recente pubblicazione pre-senta alcuni risultati davvero entusiasman-ti. Lo studio indaga l’influsso di un’assisten-za chiropratica a lungo termine su stress ossidativo e riparazione del DNA (Surroga-te Indication of DNA Repair in Serum After Long Term Chiropractic Intervention – A Retrospective Study, Clayton J. Campbell , Christopher Kent , Arthur Banne , Amir Amiri , and Ronald W. Pero , [February 18, 2005, pp 1-5] JOURNAL OF VERTEBRAL SU-BLUXATION)I tioli sierici sono tra i principali antiossi-

Indice puntato dalla comunità scientifica sulle ricerche chiropratiche

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NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE

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27Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006Chiropratica e ricerche

danti e fungono da unità di misura delle condizioni di salute dell’essere umano. Questo test fornisce una stima indiretta dell’attività enzimatica di riparazione del DNA, che – secondo quanto si è dimostra-to – è in relazione con durata della vita e qualità dell’invecchiamento.I ricercatori hanno misurato i livelli di tioli sierici in 21 persone sottoposte ad assi-stenza chiropratica a breve termine e in 25 persone sottoposte ad assistenza chiro-pratica a lungo termine. I risultati sono stati confrontati con quelli relativi a un gruppo di controllo composto da 30 soggetti non sottoposti ad assistenza chiropratica. Risultati: C’erano differenze statisticamen-te significative nei livelli dei tioli sierici dei tre gruppi. I livelli medi erano più bassi nei pazienti in condizioni di malattia attiva e nei pazienti con disturbi muscoloscheletri-ci allo stadio iniziale. I soggetti asintomatici sottoposti ad as-sistenza chiropratica mostravano livelli medi di tioli sierici più elevati rispetto ai pazienti malati. I livelli medi più alti erano quelli del gruppo sottoposto a trattamen-to chiropratico di 52-312 settimane (quella che noi chiameremmo “cura benessere”).Il dottor Christopher Kent, uno degli au-

tori, spiega: “Nel corso della vita, andiamo incontro a stress fisici, chimici ed emotivi. Questi stress condizionano la funzione del sistema nervoso. Noi abbiamo ipotizzato che tali interferenze potessero avere riper-cussioni su stress ossidativo e riparazione del DNA a livello cellulare.” “Lo stress ossidativo, che genera metaboli-camente i radicali liberi, rappresenta oggi una spiegazione largamente accettata di malattia e invecchiamento” continua Kent. “Esso dà luogo a un danno del DNA e ne inibisce la riparazione. La riparazione del DNA è il meccanismo deputato a riaggiu-stare i danni causati dell’impatto ambien-tale.” I chiropratici applicano aggiustamenti ver-tebrali per correggere interferenze con la funzione nervosa. “L’assistenza chiroprati-ca mostra di migliorare la capacità dell’or-ganismo di adattarsi allo stress” continua Kent. “Occorrono ulteriori ricerche per approfondire conoscenze che, in ultima istanza, porteranno a un miglioramento dei risultati clinici.”

Un altro studio molto importante ha pre-so in esame una popolazione di soggetti estremamente vasta (si tratta probabil-

mente del più grosso studio del suo ge-nere su una popolazione di pazienti chiro-pratici). I pazienti sono stati tutti sottoposti a una specifica forma di assistenza chiro-pratica denominata NSA (“Network spinal analysis”) Blanks RHI, Schuster TL, Dobson M: “A re-trospective assessment of Network care using a survey of self-related health, wel-lness and quality of life.” Journal of Verte-bral Subluxation Research, 1997;1(4):15.Il ricercatore responsabile dello studio è un illustre professore in cattedra presso una facoltà di medicina. Questa valutazione retrospettiva di 2.818 interpellati in 156 ambulatori ha rilevato una stretta connessione tra la NSA e un miglioramento autovalutato di salute, be-nessere e qualità della vita. Il 95% degli in-tervistati ha riferito che le sue aspettative erano state soddisfatte e il 99% ha espres-so il desiderio di continuare con l’assisten-za.Inoltre, lo studio ha indicato che i benefici autopercepiti dell’assistenza non raggiun-gevano un plateau (almeno nell’intero arco temporale considerato nell’indagine), ma continuavano nel tempo. Con l’innalzarsi dell’età media della popo-lazione, è importante cercare modi in cui gli anziani possano mantenere un certo grado di flessibilità e invecchiare con una migliore qualità della vita. Lo studio che segue indica che un’assistenza chiroprati-ca regolare, per questa popolazione, è una componente essenziale di uno stato di buona salute generale e di benessere.Coulter ID, Hurwitz EL, Aronow HU, et al: “Chiropractic patients in a comprehensive home-based geriatric assessment, follow-up and health promotionprogram.” Topics in Clinical Chiropractic 1996;3(2):46.

Secondo la dettagliata analisi di un da-tabase raccolto nel corso di uno studio randomizzato di tre anni su un gruppo di

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ultrasettantacinquenni, i pazienti sottopo-sti ad assistenza chiropratica hanno riferito uno stato di salute generale migliore. Que-ste persone facevano ricorso a un minor numero di farmaci da prescrizione ed era-no più attive dei pazienti non chiropratici.L’87% dei pazienti chiropratici ha descrit-to il proprio stato di salute con valutazioni che andavano da “buono” a “eccellente”, contro il 67% soltanto dei pazienti non chiropratici. I primi risultavano aver tra-scorso il 21% in meno di giorni in ospedale e il 15% in meno di giorni in casa di cura rispetto agli altri. Come si è già detto, l’obiettivo dell’assi-stenza chiropratica è ottimizzare la funzio-ne della colonna e con ciò l’integrità del sistema nervoso mediante l’applicazione d’aggiustamenti vertebrali È essenziale comprendere l’importanza del sistema nervoso in relazione alla resistenza dell’or-ganismo alla malattia. Come molti sapranno, il sistema immunita-rio ha il compito di proteggerci da batteri, virus e altri agenti patogeni ambientali, ol-tre che da fattori interni (divisione cellulare aberrante ecc.) DEEPAK CHOPRA, endocri-nologo di fama mondiale, ha affermato nel suo libro “Guarirsi da dentro”: ”potremmo tranquillamente affermare che il cervel-

lo (capo del sistema nervoso) e il sistema immunitario non solo si assomigliano ma sono la stessa cosa perché operano all’in-terno della stessa rete chimica”.Un piccolo studio controllato, che dovrà certamente essere riprodotto su larga sca-la, ma che ha già dato risultati molto pro-mettenti, ha indagato un tipo specifico di assistenza chiropratica rivolto in particolar modo alla colonna cervicale superiore, e i suoi effetti su pazienti sieropositivi.Selano JL, Hightower BC, Pfleger B, et al: “The effects of specific upper cervical adju-stments on the CD4 counts of HIV positive patients.” Chiropractic Research Journal 1994;3(1):32.

Le cellule CD4 – globuli bianchi che aiuta-no a coordinare le varie attività del sistema immunitario – sono colpite dall’HIV più di qualunque altra cellula dell’organismo.Si è studiato l’effetto di specifici aggiusta-menti della colonna cervicale superiore sul conteggio delle cellule CD4 del sistema immunitario di soggetti sieropositivi. Metà dei pazienti è stata sottoposta ad aggiu-stamenti dell’atlante sulla base dell’anali-si della regione cervicale superiore con il Metodo Grostic. L’altra metà (il gruppo di controllo) è stata trattata con placebo, ap-

plicando uno strumento d’aggiustamento, in realtà disattivato, al processo mastoideo (un’area del cranio). Durante i sei mesi di durata dello studio, il gruppo di control-lo ha subito una diminuzione del 7,96% del conteggio delle cellule CD4, mentre il gruppo sottoposto ad aggiustamento è andato incontro a un aumento del conteg-gio del 48%.L’ultimo studio prende in considerazione opinioni e abitudini sanitarie di una popo-lazione di anziani sottoposti ad assistenza chiropratica.Rupert RL, Manello D, Sandefur R: “Main-tenance care: Health promotion services administered to US chiropractic patients aged 65 and older, Part II.” Journal of Ma-nipulative and Physiological Therapeutics, 2000;23(1):10.

Lo studio ha coinvolto 73 pazienti chiropra-tici, cui è stato chiesto: “Quale importanza ha rivestito, secondo lei, il trattamento chi-ropratico nel mantenimento o nel miglio-ramento del suo stato di salute?”. Il 95,8% lo ha ritenuto di importanza “notevole” o “estrema”.È stata riscontrata una significativa cor-relazione tra l’uso ridotto di farmaci da banco e il numero di anni di assistenza di mantenimento, come pure tra riduzione del fumo e anni di assistenza di mante-nimento. Lo studio ha evidenziato che “i chiropratici possono elargire più servizi di prevenzione e promozione della salute di qualunque altra figura professionale in ambito sanitario”. Come si comprende, la gamma dei benefi-ci documentati dell’assistenza chiropratica è vasta quanto l’influsso del sistema ner-voso umano(e forse addirittura di più). Io godrò dei vantaggi della cura benessere della chiropratica per il resto della mia vita, e così la mia famiglia. E se questa è una priorità per un chiropratico e per la sua famiglia, perché non dovrebbe esserlo per voi e la vostra?

Chiropratica e ricerche

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29Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006Chiropratica e scienza

SCIENZA E CHIROPRATICA:l’importanza delle nuove tecnologieDr. Pellissier Eddy D.C., C.C.S.P.Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici

Tutti noi sappiamo che la chiropratica funziona: lo sanno i chiropratici, lo san-no i medici che riferiscono i pazienti, lo sanno i pazienti che sempre più spesso riferiscono altri pazienti e lo sa soprat-tutto la comunità scientifica che pubbli-ca ricerche ed evidenze con maggiore frequenza.Allora perché la chiropratica ha così tan-te difficoltà a farsi accettare come disci-plina scientifica? Le risposte sono molteplici:Spesso la letteratura è pubblicata in in-glese e non tradottaSovente le ricerche portano solo su evi-denze molto specifiche (colonna cervi-cale o lombare)Spesso i risultati sono paragonati e mi-schiati a risultati della altre professioni (fisioterapia, medicina manuale, ecc)Esistono difficoltà d’accesso a laboratori di ricerca.Ciò nonostante, come potete leggere nell’articolo del dr. Caravaggio, la ricer-ca nella chiropratica avanza e produce tonnellate di studi e risultati che danno ragione alla professione: la chiropratica aiuta a guarire ed a mantenere lo stato di salute ottimale per i pazienti.L’altra difficoltà oggettiva che esisteva fino ad ora era la mancanza di strumenti accessibili e poco costosi che potevano essere usati dai chiropratici nel corso della loro vita professionale di tutti i giorni a contatto con i pazienti nei pro-pri studi. Per fare della ricerca bisognava perdere tempo ed era difficile raccoglie-re i dati; fortunatamente l’avvento delle pedane posturometriche ha risolto tale problema.Con tali pedane si possono facilmente

raccogliere un’infinità di dati, ma soprat-tutto si possono dimostrare scientifica-mente ed in modo ripetitivo i risultati ottenuti: la pedana non è solo strumen-to diagnostico ma serve anche per in-traprendere terapie correttive della po-stura. La pedana si pone al servizio del chiropratico, per aiutarlo ad oggettivare i comportamenti posturali, tenere in me-

moria la situazione attuale e per poterla confrontare con gli esami futuri.Normalmente si eseguono una serie di test (durata circa 15-20 secondi) per sta-bilire delle linee o tendenze di base che ci permetteranno in seguito di vedere i cambiamenti ottenuti.Tali esami possono variare al variare delle professioni che usano tale strumento: il

Foto 1 Foto 2

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vantaggio di tali pedane è anche quello di poter creare un set di dati che posso-no essere usati e letti nello stesso modo dal chiropratico, dal dentista, dall’ocu-lista, ecc. per arrivare ad una diagnosi completa e il più accurata possibile.Nella foto 1 vediamo la schiena del pa-ziente e la possibilità di tracciare varie linee che saranno automaticamente cal-colate dal programma.Nella foto 2 la stessa paziente di fianco.Nella foto 4 vediamo il test di un pazien-te eseguito a bocca aperta: il peso è spo-stato indietro e a sinistra.Nella foto 5 vediamo lo stesso paziente pochi secondi dopo nello medesimo test ma questa volta con i denti a contatto strettamente: si nota subito che l’ellisse e la posizione sono cambiate notevol-mente... il che può indicare un problema di occlusione.Nella foto 6 vediamo lo stesso paziente dopo l’aggiustamento chiropratico: si è riportato in avanti ed è più centrato.Questo tipo d’indicazioni, portato avan-ti nel tempo, permette al professioni-sta, (chiropratico, dentista, oculista..) di verificare oggettivamente e non solo soggettivamente il progredire della te-rapia.Spessissimo testiamo pazienti ai qua-li è stato suggerito l’uso di una soletta che, una volta testata, peggiora drasti-camente la postura sulla pedana! Stesso dicasi per placche di svincolo applicate

da dentisti che usano, come dice un mio collega dentista, come solo apparecchio di controllo “l’occhiometro!”.A volte, nel tentativo di voler corregge-re troppo, si perde di vista il benessere del paziente e si dimentica la tesi fonda-mentale della chiropratica: “Primo, non nuocere!”Spesso tali pedane sono anche correlate dalla possibilità di programmi che stu-diano la postura e la posizione in stazio-ne verticale.La foto 3 mostra la schermata principale del programma d’acquisizione dati della pedana stabilometrica.

Ormai, con tali soluzioni scientifiche di-sponibili in tutti gli studi dei chiropratici, sarà molto facile creare una molteplicità di ricerche, valide anche interprofessio-nalmente, che comproveranno la validi-tà della nostra professione: non solo agli occhi dei pazienti, ma soprattutto verso la comunità scientifica che non potrà più tacciarci d’essere poco scientifici e basarci su filosofie assurde.Se D.D. Palmer avesse avuto tali risorse 110 anni fa, probabilmente la chiropra-tica sarebbe ora la scienza medica più diffusa in tutto il mondo, ve lo garanti-sco io!

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Chiropratica e scienza

Foto 4 - Neutro bocca socchiusa Foto 5 - Denti stretti Foto 6 - Dopo aggiustamento

Foto 3 - Schermata di acquisizione dati

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31Chiropratica - N. 9 - Agosto 2006®

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