che cosè laids ? s sindrome (da): insieme di segni e sintomi di malattia id immunodeficienza: danno...
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Che cos’è l’AIDS ?Che cos’è l’AIDS ?
SSindrome (da) : insieme di segni e sintomi di malattia
IImmunoDDeficienza : danno al sistema immunitario, che diventa incapace di difendersi
dalle infezioni
AAcquisita : per distinguerla dalle I.D. congenite
È uno stato patologico in cui si ha la riduzione delle funzioni del sistema immunitario la cui causa non è congenita ma dipende da cause esterne. Il virus H.I.V. è la causa dell’immunodeficienza acquisita
Danno alDanno alSistemaSistema
ImmunitarioImmunitarioImmunodeficienzaImmunodeficienza
ComparsaComparsadi gravidi graviInfezioniInfezioniA.I.D.S.A.I.D.S.
Le origini dell’HIVLe origini dell’HIV•È stato ormai stabilito con certezza che l'HIV è originato da un processo di evoluzione naturale, mediante mutazioni genetiche di un virus, il SIV, che colpisce alcune specie di primati africani, e che sarebbe passato dal serbatoio animale a quello umano tramite contatti tra l'uomo ed il sangue degli animali.
•Analisi molecolari di ceppi virali isolati da persone decedute molti anni fa hanno portato a ritenere che l'origine dell'HIV sia avvenuta all'incirca verso la fine degli anni ‘30.
DIFFUSIONE
• Da un Virus delle scimmie (SIV), originario dell’Africa, potrebbe essersi evoluto recentemente l’HIV-2, (virus capace di infettare sia l’uomo che le scimmie).
• Dall’HIV-2 si è passati alla forma HIV-1
più virulenta, che si è diffusa in Europa e negli USA.
Le origini dell’HIVLe origini dell’HIV
Esposizione a sangue di primati durante la macellazione
Vendita carne di primati nell’ Africa centro occidentale
A chi va il merito della scoperta ?
• 1980-1983. Si riscontrano rare forme tumorali e polmoniti associate a immunodeficienza in omosessuali.
• 1983. Luc Montagnier isola il virus dai linfonodi di un malato e lo chiama LAV.
• 1984. Robert Gallo isola lo stesso virus che verrà poi chiamato HIV.
• 1985. Viene dimostrato che il virus HIV si trasmette per via sessuale oltre che con il sangue.
UNAIDS - 2006UNAIDS - 2006
HIVStruttura
NUCLEOCAPSIDE:
Core: RNA a singola elica + enzimi (integrasi, transcrittasi inversa)
Capside: involucro proteico
PERICAPSIDE:
rivestimento membranoso + antigeni (gp41, gp120)
Cellule bersaglio
Cellule con recettori CD4
• Linfociti T
• Macrofagi
• Cellule nervose
Modalità di trasmissione dell’HIVModalità di trasmissione dell’HIV• L'HIV è stato isolato in tutti i tessuti ed i liquidi biologici di un L'HIV è stato isolato in tutti i tessuti ed i liquidi biologici di un
soggetto sieropositivo.soggetto sieropositivo.• Tuttavia Tuttavia la semplice presenza del virus non significa che il contatto la semplice presenza del virus non significa che il contatto
con il materiale rappresenti un evento efficace per la trasmissionecon il materiale rappresenti un evento efficace per la trasmissione• Perchè ciò avvenga è importante soprattutto la Perchè ciò avvenga è importante soprattutto la quantità di virus quantità di virus
presentepresente..
UrineUrine NoNoLacrimeLacrime NoNoSalivaSaliva NoNoSudoreSudore NoNoFeciFeci NoNo
Presenza di HIVPresenza di HIV Trasmissione accertata Trasmissione accertata
SangueSangue SiSiLiquido seminaleLiquido seminale SiSiSecreto vaginaleSecreto vaginale SiSiLatte maternoLatte materno SiSi
Concentrazione dell’HIVin diversi liquidi biologici
Concentrazione dell’HIVin diversi liquidi biologici
SangueSangue
100 %100 %
LiquidoLiquidoseminaleseminale
75 %75 %
SecretoSecretovaginalevaginale
50 %50 %
SalivaSalivaUrineUrine
SudoreSudoreLacrimeLacrime
< 1 %< 1 %
Fattori necessari per la trasmissione dell'HIV
Trasmissione sessuale dell’HIVTrasmissione sessuale dell’HIV
La trasmissione è più facile da uomo a donna.La trasmissione è più facile da uomo a donna.
Complessivamente il rischio di contagio uomo donnaComplessivamente il rischio di contagio uomo donnaè è 8 volte superiore 8 volte superiore al rischio di contagio donna uomoal rischio di contagio donna uomo
Coppie conCoppie conuomouomo HIV+HIV+
19% 19% di contagiodi contagiodella della partnerpartner sana sana
Coppie conCoppie condonnedonne HIV+HIV+
2,4% 2,4% di contagiodi contagiodel del partnerpartner sano sano
La gravidanza La gravidanza
Trasmissione verticale
L'HIV può essere trasmesso dalla madre al figlio. Questo può avvenire essenzialmente tramite tre modalità:
• durante la gravidanza attraverso la placenta (20-40%)
• durante il parto (40-70%)
• tramite l'allattamento (15-20%)
La trasfusione di sangue La trasfusione di sangue
I tatuaggi I tatuaggi
Il piercing Il piercing
• I comuni contatti sociali NON sono idonei alla trasmissione del virus; se così fosse le caratteristiche epidemiologiche dell'infezione sarebbero completamente diverse da quelle attuali.
• Un semplice bacio NON è a rischio per la trasmissione dell'HIV. L'unico ipotetico rischio è riferito al bacio profondo in presenza di lesioni sanguinanti del cavo orale.
• Una persona sieropositiva che ha dei colpi di tosse o degli starnuti NON è in grado di trasmettere l'infezione.
• Gli oggetti casalinghi quali le stoviglie NON sono idonei alla trasmissione del virus.
• NON c'è rischio di contrarre l'infezione frequentando piscine o bagni comuni. Il cloro uccide l'HIV, e la diluizione rende estremamente bassa la concentrazione del virus.
• Gli animali domestici NON trasmettono l'HIV; questo infatti è un virus che colpisce solo la specie umana.
• Le zanzare NON possono trasmettere il virus; se così fosse l'andamento dell'epidemia sarebbe stato molto diverso. L'HIV non è in poi grado di sopravvivere all'interno dell'insetto, ed inoltre la zanzare succhia il sangue, non lo inietta.
HIV: come NON si trasmette
Dopo quanto temposi sviluppa l’AIDS
Dopo quanto temposi sviluppa l’AIDS
In assenza di terapia antivirale
Tipico decorso della malattia in un soggetto con infezione da HIV. (Da: Fauci et al.)
Patologie nella fase di AIDS conclamato
INFEZIONI OPPORTUNISTICHE
• Infezioni fungine (Candidosi)• Infezioni virali (Citomegalovirus, Herpes)• Infezioni da Protozoi (Toxoplasmosi cerebrale)• Infezioni batteriche (Polmoniti, Tubercolosi)• Neoplasie: Sarcoma di Kaposi, Linfomi Non-
Hodgkin, Carcinoma della cervice uterina • Patologie specifiche: AIDS - dementia complex
TEST DI LABORATORIOTEST DI LABORATORIO
PER LA DIAGNOSIPER LA DIAGNOSI• Ricerca anticorpi (ELISA)Ricerca anticorpi (ELISA)• Se positivo: conferma presenza anticorpale Se positivo: conferma presenza anticorpale
con Western Blotting (periodo finestra: 3-con Western Blotting (periodo finestra: 3-6mm)6mm)
• RNA qualitativo (PCR): nei bambini di madri RNA qualitativo (PCR): nei bambini di madri HIV+, nel sospetto di infezione primariaHIV+, nel sospetto di infezione primaria
PER LA VALUTAZIONE PROGNOSTICA PER LA VALUTAZIONE PROGNOSTICA • RNA quantitativoRNA quantitativo• Conta CD4Conta CD4
Età mediana alla diagnosi di AIDS
Distribuzione dei casi di AIDS negli adulti, in Italia, per categoria di esposizione e per anno di diagnosi
0
10
20
30
40
50
60
70
80
<1994 1994-95 1996-97 1998-99 2000-01 2002-03
Anno di diagnosi
%
Omo/bisessuale
Tossicodipendente
Emofilico
Trasfuso
Contatti eterosessuali
Altro non determinato
COA - ISS, 2003
Percentuale nuove diagnosi HIV per categoria di esposizione e per anno
Nuove diagnosi di HIV per genere e anno
Casi di AIDS per nazionalità e Casi di AIDS per nazionalità e periodo di diagnosiperiodo di diagnosi
TERAPIA
SCELTA DELLE COMBINAZIONI
La terapia antiretrovirale in Italia si avvale di dodici farmaci che appartengono a diverse classi:
• inibitori nucleosidici della transcriptasi
• inibitori non nucleosidici della transcriptasi
inversa
• inibitori della proteasi
PREVENZIONE• Trasmissione orizzontale: - comportamenti sessuali sicuri- sangue ed emoderivati controllati- Trattamento delle altre MST- Siringhe monouso nei tossicodipendenti- Utilizzo di strumenti sterili: piercing, tatuaggi, ecc. - Test HIV• Trasmissione verticale:- trattamento gravide sieropositive- trattamento del bambino alla nascita- Allattamento artificiale
Flusso dei dati del sistemadi sorveglianza HIV
(COA – Dicembre 2005)
Disponibilitàdi un
VACCINOsicuro edefficace
Disponibilitàdi un
VACCINOsicuro edefficace
IL FUTURO
News!
27 Marzo 2008
Microbiologia Università degli Studi di Brescia
AT20: un nuovo vaccino terapeutico anti-aids
POTENZIALI APPLICAZIONI DI UN VACCINO ANTI HIV
Possibile impiego del vaccino
Popolazione bersaglio
Obiettivo della prevenzione: evitare
la
PREVENTIVO Persone non infette Malattia
PERINATALE Donne gravide o che allattano HIV+
Trasmissione ai nuovi nati e ai
bambini
POSTINFEZIONE Individui infettati con HIV
Progressione della malattia